Cambiamenti climatici e gestione del territorio nell'Area Pisana

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Documentazione Progetto Cambiamenti climatici e gestione del Territorio nell’Area Pisana Documentazione dell'Unità di competenza: Cambiamenti climatici e gestione del Territorio nell’Area Pisana Istituto scolastico: I.I.S. “Ermenegildo Santoni” Pisa Destinatari: Studenti del biennio iniziale (classi prime) dell’Istruzione Tecnica Indirizzo Costruzioni, Ambiente e Territorio (1A) U584 Indirizzo Agraria, Agroalimentare, Agroindustria (1D e 1E) U211 e U212 Ore dedicate al percorso: 25

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Documentazione Progetto Cambiamenti climatici e gestione del Territorio nell’Area Pisana

Documentazione dell'Unità di competenza:Cambiamenti climatici e gestione del Territorio

nell’Area Pisana

Istituto scolastico:I.I.S. “Ermenegildo Santoni” Pisa

Destinatari:Studenti del biennio iniziale (classi prime) dell’Istruzione Tecnica

Indirizzo Costruzioni, Ambiente e Territorio (1A) U584Indirizzo Agraria, Agroalimentare, Agroindustria (1D e 1E) U211 e U212

Ore dedicate al percorso:25

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Finanziamento complessivo da parte della Regione Toscana€ 388,00 x 3 = € 1.164,00 + € 500,00 bonus = € 1.664,00Unità di competenza:

U211, U212, U584Finanziamento effettivamente utilizzato € 1.377,00

QUADRO FINANZIARIO RIASSUNTIVO

Materia: Scientifico-biologiche (scienze, biologia, astronomia, ecc.)

E-mail: [email protected] Cellulare: 333 4719465Giacomo Vanni

INSEGNANTE REFERENTE DELLE UNITA' DI COMPETENZA

Zona: Pisana – PI

E-mail: [email protected] meccanografico: PIIS003007Fax: 050 570043

Telefono: 050 570161Sito web: http://santoni.scuole.pisa.itProvincia: Pisa

Comune: PISAIndirizzo: Largo Concetto MarchesiNome: IIS E. Santoni

ISTITUTO SCOLASTICO REFERENTE

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• Il percorso è stato ideato dal referente del progetto Professor Giacomo Vanni

• Le UdC sono state sviluppate attraverso la collaborazione tra più insegnanti dello stesso consiglio di classe e tra i docenti delle due classi prime dell’Indirizzo Agraria, Agroalimentare, Agroindustria (ex Agrario) e dell’unica classe dell’Indirizzo Costruzioni, Ambiente e Territorio (ex Geometri).

• Le UdC si sono inserite come punto di collegamento fra i curricula delle discipline Italiano e Scienze, prendendo in esame la presenza degli eventi climatici estremi e catastrofici nella memoria e nel sentire comune della popolazione, fra i curricula di Chimica e Scienze prendendo in considerazione le caratteristiche della molecola dell'acqua e le sue capacità solventi e termiche, tanto importanti dal punto di vista scientifico e tecnologico. Si inserisce invece nella programmazione di Scienze della

Terra della classe come collegamento tra i due moduli "L'idrosfera e le sue dinamiche" e "La litosfera e le sue dinamiche".

• Il progetto è stato realizzato per fornire agli studenti gli strumenti per capire ed interpretare alcuni aspetti del territorio in cui vivono, a renderli capaci di associare esperienze dirette e personali al problema globale dei cambiamenti climatici, a renderli capaci di metterli in atto comportamenti in grado di tutelare il proprio territorio.

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• Imparare ad imparare

• Imparare a comunicare

• Abituarsi a collaborare e partecipare ad attività svolte in gruppo

• Lavorare per il conseguimento di un obiettivo comune e condiviso

• Agire in modo autonomo e responsabile, considerando le difficoltàda affrontare, ma senza esserne intimoriti

• Cercare di risolvere problemi

• Individuare collegamenti e relazioni

• Acquisire, interpretare ed esprimere informazioni

Competenze trasversali sviluppate

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• Capire ed interpretare il territorio in cui si vive attraverso la conoscenza di specifici eventi climatici eccezionali (alluvioni, esondazioni, piene, incendi, siccità) acquisita mediante la ricerca sistematica e puntuale delle notizie, la loro catalogazione ed espressione grafica.

• Associare esperienze dirette/personali al problema globale dei cambiamenti climatici. Conoscere la struttura dell'atmosfera, il ciclo dell'acqua ed i meccanismi che lo regolano, i concetti di tempo meteorologico e di clima. Individuare le cause delle possibili alterazioni dei meccanismi precedentemente menzionati e collegarle ai fatti specifici individuati e descritti nell'obiettivo precedente.

• Sviluppare atteggiamenti in grado di tutelare il proprio territorio. Individuare, condividere e sviluppare quelli che possano essere gli atteggiamenti e i comportamenti, anche quotidiani, in grado di contrastare gli eventi che determinano alterazioni climatiche.

• Potenziare la capacità di integrazione tra gli studenti delle classi prime dell’Istituto creando rapporti tra gli studenti, favorendo tra loro relazioni interpersonali, attraverso la condivisione di esperienze comuni.

• Favorire l’inclusione degli studenti portatori di handicap presenti nelle varie classi.

• Sviluppo dell’aspetto concreto ed applicativo delle discipline di insegnamento.

• Rinforzo della motivazione degli studenti, soprattutto di quelli con problemi di carente rendimento scolastico.

Obiettivi specifici perseguiti

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5

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n. Docenti coinvolti

X019Costruzioni, Ambiente e Territorio

1AU584

X226Agraria,

Agroalimentare, Agroindustria

1EU212

X126Agraria,

Agroalimentare, Agroindustria

1DU211

Coinvolgimento famiglie

n.Studenti portatori di

handicap

n. Studenti coinvolti

IndirizzoClasseUnità

didattica

Struttura delle unità di competenza

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[email protected] t.Scorrano Stefano

[email protected] Ivana Anna

[email protected] Raffaello

[email protected] Viola

[email protected] Giacomo

[email protected] Fabrizia

[email protected] Paola

[email protected] Tiziana

[email protected] Sandra

U584U212U211

Unità di competenzaE-mailMateriaCognome e nome

Insegnanti che hanno preso parte alle unità di competenza

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Descrizione del percorso didattico

• Gli obiettivi esposti in precedenza sono stati perseguiti prendendo in esame inizialmente eventi climatici estremi verificatisi nella nostra Area, usando come fonti documenti ufficiali (quotidiani, web, libri) ma anche coinvolgendo la memoria familiare.

• È stata a questo punto introdotta, attraverso relazioni e presentazioni dell’insegnante, una parte generale dove sono stati esposti gli effetti dei principali cambiamenti climatici a livello globale e le loro cause.

• Sono state successivamente visitate, all'interno del Parco di S. Rossore, Migliarino Massaciuccoli, aree umide ed aree aride, mettendo in evidenza i diversi adattamenti dei viventi ed anche dell'uomo in relazione alle attività economiche e produttive.

• È stato preso in considerazione, mediante l'interazione con il Consorzio del Basso Valdarno, anche il sistema di bonifica dell'area Pisana per mettere in evidenza l’importanza dell’azione dell’uomo nella regimazione e nel contenimento degli eventi naturali.

• Durante ogni fase ed in particolare al termine di ognuna è stata sollecitata da parte degli studenti l’espressione delle loro opinioni ed impressioni, sia attraverso la discussione orale, sia attraverso la presentazione di relazioni scritte.

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• L'argomento è stato introdotto con tecniche emozionali di breve durata (filmati, registrati o sul web) cui è seguito un dialogo dove gli studenti hanno potuto esprimere liberamente le proprie emozioni ed opinioni su quanto visto.

• Successivamente gli studenti sono stati invitati ad un’opera di ricerca da svolgere sul web, in varie biblioteche o in ambito familiare o nel luogo in cui vivono.

• La loro attenzione si è concentrata su due eventi in particolare:

• L’alluvione causata dal fiume Arno a Pisa in data 6 novembre 1966

• L’esondazione del fiume Serchio nell’area del Comune di Vecchiano in data 23 dicembre 2009

• Si riportano nelle diapositive successive le ricerche e le interviste più significative che gli studenti hanno prodotto su questi argomenti.

I fase : ricerca di eventi climatici eccezionali verificatisi sul territorio

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Arno, quell'amico-nemico da tenere sempre sotto controllo: una lunga storia di piene e allagamenti

Pisa, 31 gennaio 2014 - E' tutta colpa del suo carattere irruento, contenuto, dicono gli esperti, nel Dna che si porta dietro fin dalla nascita. Per questo improvvisamente cessa di avere quell'aspetto placido e mite che ogni giorno accompagna i pisani nelle loro attività e si trasforma in un mostro impetuoso e minaccioso che divide in due la città mettendo in pericolo monumenti e palazzi, oltre ai suoi abitanti. Come il dottor Jakyll e Mr Hide l'Arno è quell'amico-nemico da tenere sempre sotto controllo prima che possa dar sfogo alle sue intemperanze. Un bacino molto grande, troppo grande per il suo alveo e per la sua lunghezza, lo rende diverso dai grandi fiumi come il Tevere e il Po, che hanno reazioni molto più lente. Le acque di ottomila chilometri quadrati di territorio, quasi metà della Toscana, finiscono nel suo piccolo letto con una tale rapidità che un' ondata di grandi piogge lo trasforma facilmente in un torrente implacabile pronto a rovinare tutto quello che trova sul suo cammino, e anche più là. I pisani lo sanno e per questo quando l'Arno si 'arrabbia' corrono sulle spallette a fotografare quella forza irruente e senza freni che incute timore, ma è anche uno spettacolo della natura. Come ieri mattina, quando la città si èsvegliata di nuovo divisa in due, bloccata nella sua vita quotidiana, eppure stregata dalla rovinosa potenza del fiume. E certo non è stata la prima volta. Di piene memorabli e allagamenti sono rimaste tracce in numerosi studi e si è riusciti anche a contarle. Così ad esempio si sa che dal 1177 al 1761 le inondazioni dell'Arno furono 54, mentre dal 1764 al 1855 il fiume ruppe le sponde 14 volte. Alcuni allagamenti piùantichi sono documentati, come quello del tutto fuori stagione del 1547. Avvenne il 13 agosto, in un mese certo poco incline alle piogge, ma a quanto si sa non fu terribile come quelli avvenuti del periodo più critico, compreso tra ottobre e marzo. Delle inondazioni di Pisa ce ne parla Giuseppe Meucci nel libro 'Il giorno del diluvio', edito da Ets, ricordando in particolare l'alluvione del 4 novembre 1966, quando lui, giovane cronista de 'La Nazione', era sul Ponte di Mezzo mentre l'acqua invadeva la città, e il giorno successivo, grazie ad un camion americano partito da Camp Darby, riuscì a raggiungere fortunosamente Pontedera. Storia recente, di cui ancora la città ha memorie vive. "Si disse che quella sera l'Arno era arrivato a Pisa con le gambe molli, privo di forze dopo aver invaso Firenze e la pianura di Santa Croce e Castelfranco", scrive Meucci. "Ci si rallegrò per il fatto che la città questa volta era uscita più o meno indenne dal gran disastro toscano. Nessuno però aveva fatto i conti con l'enorme pressione esercitata per ore e ore sui ponti di Pisa e sui Lungarni, proprio là dove il fiume fa una dolce curva verso occidente e si avvia al mare". Fu infatti alle 7,30 di domenica 13 novembre che il ponte Solferino si spezzò in tre parti con un boato udito in tutta la città. Un altro ponte, quello 'a mare' se lo era già portato via l'alluvione del 1869: allora l'acqua in piazza San Sepolcro e all'interno della chiesa arrivò a due metri di altezza e si contarono alcuni morti. Andò meglio nel 1919 perchè una rottura dell'argine a Zambra tra il 7 e l'8 gennaio consentì il defluire della piena in una zona di campagna, salvando Pisa. E come non ricordare l'inondazione dei mesi successivi alla fine della guerra. Le spallette dell' Arno erano state distrutte dai bombardamenti, i ponti erano stati fatti saltare dai tedeschi in ritirata fra luglio e agosto del 1944. Quando la stagione delle piogge arrivò trovò una città martoriata e certamente non pronta a difendersi. L'acqua uscì da tutte le aperture sui lungarni e allagò l'intera Pisa invadendo per la prima e unica volta anche la piazza del Duomo, trasformata in un lago in cui la Torre si rispecchiava.

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L’alluvione causata dal fiume Arno a Pisa il 6 novembre 1966

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Immagini dell’alluvione a Pisa

del 6.11.1966 raccolte sul web dagli studenti

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Immagini degli effetti dell’alluvione a Pisa del 6.11.1966 raccolte sul

web dagli studenti. Si riconoscono via S. Francesco, Piazza Garibaldi,

Borgo Stretto pieni di melma, fango e detriti nonché il Ponte Solferino

crollato

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Interviste sull’alluvione del 1966 a Pisa raccolte dallo studente Francesco Orsucci classe 1A

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Pisa. Esonda il Serchio. Danni per decine di milioni di euroarticolo di Anna Pullace · 26 dicembre 2009 Natale sott’acqua per interi paesi delle province di Pisa e Lucca. Ieri il

fiume Serchio, che attraversa la zona, ha esondato in più punti. La situazione più critica è nel comune di Vecchiano, Pisa, dove il fiume ha rotto l’argine nella frazione di Nodica, inondando il centro abitato fino a Migliarino. Nella zona industriale l’acqua ha raggiunto i 2 metri di altezza. La breccia nell’argine di Nodica si è allargata fino a distruggerne una lunghezza di 100 metri. Il manto stradale della provinciale, che collega Migliarino a Vecchiano, è stato distrutto dalla forza dell’acqua. Smottamenti dell’asfalto si sono verificati anche sull’autostrada A12, Genova-Livorno, che è stata chiusa, ed è tuttora inagibile, all’altezza di Migliarino. Il casello di Pisa nord è stato sommerso dall’acqua e rimane chiuso anche il tratto della A 11 tra l’allacciamento della A12 e Pisa nord. E’ chiusa anche la strada statale Aurelia fra Migliarino e Torre del Lago. L’emergenza si è spostata oggi al lago di Massaciuccoli, alimentato dall’esondazione del Serchio. Nella zona hanno lavorato senza sosta i soccorsi della Protezione civile, Vigili del fuoco, Carabinieri e Polizia, che hanno tratto in salvo molte persone rimaste bloccate nelle loro abitazioni o sulle strade con elicotteri e gommoni. Il sindaco di Vecchiano, Rodolfo Pardini, ha dichiarato che i danni ammontano a decine di milioni di euro. Fortunatamente non ci sono stati danni alle persone, anche se una trentina di famiglie sono state allontanate dalle proprie abitazioni. Gli sfollati sono stati ospitati nei centri di emergenza allestiti dalla Protezione civile. La piena del fiume è stata provocata dalle intense piogge dei giorni scorsi e dal forte rialzo delle temperature che ha sciolto la neve caduta durante la scorsa settimana. Ieri sera e stamattina si sono svolti 2 incontri nella Prefettura di Pisa per decidere gli interventi di emergenza, dal rinforzamento degli argini del lago di Massaciuccioli, con 25 mila sacchetti di sabbia, all’installazione di pompe aggiuntive per alleggerire la portata del lago.

Foto di Chiara Valente

L’esondazione del fiume Serchio nell’area di Vecchiano il 23 dicembre 2009

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Immagini dell’esondazione del

fiume Serchio nel Comune di Vecchiano

del 26.12.2009 raccolte sul web dagli

studenti

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Interviste sull’alluvione del Serchio del 2009 raccolte da Matteo Giordano classe 1E

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Ricerca su: “Individuazione delle cause della

rottura degli argini dei fiumi”

“La presenza di un sistema articolato di tane, costruite da nutrie, volpi, tassi e piccoli roditori, è determinante ai fini del collasso arginale. Una volta che è stato asportato dagli animali un notevole quantitativo di materiale, la parte dell’argine sovrastante le cavità crolla, provocando un notevole ribassamento della sommità arginale.Un secondo tipo d’innesco può essere ricondotto alla progressiva instabilità geomeccanica del corpo arginale, localmente indebolito dalla presenza delle cavità e favorito dalle condizioni di parziale saturazione indotte dalla piena e dalle precipitazioni dirette al suolo. La riduzione di resistenza a taglio dei terreni, indotta dalla loro saturazione anche locale, può causare una significativa diminuzione del grado di sicurezza della struttura arginale nei confronti della stabilità.”Conclusioni della Commissione scientifica istituita dalla Regione

Emilia-Romagna per analizzare e valutare le cause del cedimento

dell’argine destro del fiume Secchia avvenuto il 19 gennaio 2014 in

località San Matteo, frazione del comune di Modena.

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La comunità scientifica è ormai concorde nel ritenere che i cambiamenti climatici siano originati prevalentemente dal riscaldamento globale , causato a sua volta dall’aumentata concentrazione di gas serra in atmosfera, soprattutto anidride carbonica (CO2). Il 70% dell'aumento di CO2 è dovuto all’uso massiccio di combustibili fossili a scopi energetici; il 30% è, invece, legato ad altre cause, tra cui deforestazione, uso del suolo e agricoltura. Le foreste agiscono come un "pozzo di assorbimento” del carbonio atmosferico, messo oggi in grave pericolo da sconsiderate pratiche di gestione: ogni anno viene disboscata una superficie di foreste equivalente alla Svizzera, pari ad un rilascio di 6 miliardi di tonnellate di CO2. Molti sostengono che, per riuscire a stabilizzare la concentrazione di anidride carbonica ai livelli attuali, dovremmo tagliare le emissioni climalterantidel 50-60%. Oggi, l’unico accordo internazionale che impone ai paesi industrializzati una riduzione delle emissioni è il Protocollo di Kyoto, strumento della Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite, che stabilisce un obiettivo globale di riduzione delle emissioni di gas serra. Entrato in vigore il 16 febbraio del 2005, è diventato vincolante a partire dal periodo 2008-2012. L’Italia dovrà ridurre le proprie emissioni del 6,5% rispetto al 1990, ovvero almeno del 18% rispetto ad oggi, considerato che dal 1990 al 2003 sono già aumentate dell’ 11,6%.

Le diapositive seguenti sono state scelte dagli studenti tra le più significative proposte dal docente nel corso delle presentazioni relative ai cambiamenti climatici, le loro cause ed effetti.

II fase : I cambiamenti climatici: cause ed effetti

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L’effetto serra ed il riscaldamento globale

Il Sole invia energia sotto forma di calore alla Terra e a causa dei cosiddetti gas serra, una parte del calore riemesso dalla Terra resta intrappolato in atmosfera consentendo il mantenimento di una temperatura media costante attorno ai 15°C. E’ l’effetto serra

naturale, il meccanismo fondamentale che ha permesso lo sviluppo della vita sul nostro Pianeta, senza il quale, la temperatura media sulla Terra sarebbe di circa -18°C.

Con la rivoluzione industriale e l'uso massiccio di combustibili fossili, la concentrazione di gas serra, soprattutto di anidride carbonica, in atmosfera è molto aumentata, causando un anomalo

riscaldamento. Se pensiamo ai gas serra come a una coperta che avvolge la Terra, possiamo immaginare che a causa delle attività umane, stiamo facendo diventare questa coperta sempre più spessa e

pesante: sta iniziando a fare davvero troppo caldo.

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Previsioni dell’impatto dei

cambiamenti climatici in varie regioni UE

Effetti dei cambiamenti climatici

US Climate action report 2010 preso in esame con

gli studenti

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Tendenza osservata nella media annuale delle piogge in Europa

(1900–1998)

Fonte: Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA), Relazione Tecnica N° 7/2005, basata su M. Hulme (1999) – archivio storico sulle precipitazioni mensili per le aree terrestri globali dal 1900 al 1998

Effetti dei cambiamenti

climatici

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Consultazione dati meteorologici relativi a temperature e precipitazioni Aereonautica Militare stazione Pisa S.Giusto e costruzione dei grafici relativi

Temperature medie dei mari Italiani durante la giornata del 26.07.2013

Effetti dei cambiamenti climatici

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Mappa delle variazioni di temperatura media annua (°C) del periodo 1991-2008, rispetto al trentennio di riferimento 1961- 1990. (Fonte: LaMMA, 2010)

Effetti dei cambiamenti climatici

Variazioni delle temperature in Toscana

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Secondo l’Inventario Regionale per le Sorgenti di Emissione, IRSE, le emissioni del 2003 ammontano a 42 milioni di tonnellate di CO2

equivalenti (35 milioni solo di CO2), ovvero + 7,6% rispetto al 1990. Le foreste toscane ogni anno immobilizzano in materia organica circa 10 milioni di tonnellate di CO2, un valore maggiore delle emissioni derivanti dall’intero settore termoelettrico.

Le emissioni di CO2 in Toscana

Cause dei cambiamenti climatici

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L’Osservatorio Kyoto della Regione Toscana è un progetto per il monitoraggio del bilancio del carbonio a scala regionale. Attraverso misurazioni dirette (torri di misura e aereo scientifico Sky Arrow), informazioni telerilevate e modelli di simulazione, si calcola il bilancio del carbonio a scala regionale, ovvero le emissioni al netto degli assorbimenti.

Bilancio netto annuale (Emissioni

CO2 - Assorbimenti) (t)

Bilancio delle emissioni di CO2 in Toscana

Cause dei cambiamenti climatici

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S. Rossore 21 aprile 2015

aree umide ed aree aride

7 docenti

1 A 18 studenti su 19 frequentanti

1D 23 studenti su 24 frequentanti

1E 23 studenti su 24 frequentanti

III fase : lezioni nel territorio

Lezione fuori sede nel Parco di S. Rossore Migliarino Massaciuccoli dove sono state visitate aree umide ed aree aride, mettendo in evidenza i diversi adattamenti rispetto all’abbondanza o alla carenza della risorsa acqua sia dei viventi che dell'uomo anche in relazione alle attivitàeconomiche e produttive.

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S. Rossore 21 aprile 2015 - aree umideAmbiente ripariale e zone sommerse, dove l’acqua di falda affiora durante il periodo invernale. Ricca la presenza di boschi di caducifoglie quali querce, pioppi bianchi e carpini e, nelle zone più umide, frassini ed ontani. La fauna è qui ricchissima di biodiversità, soprattutto tra gli anfibi e gli uccelli.

Foto della Prof.ssa Viola Fiaschi e dello studente Tommaso Berretta della classe 1D

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S. Rossore 21 aprile 2015 - aree arideZone dunali distinte dalla scarsezza di acqua utilizzabile, caratterizzate dalla presenza di piante pioniere (alofile, xerofile, etc.) ad habitus erbaceo o arbustivo, ricche di piccoli fiori colorati e odorosi. Fauna rappresentata da invertebrati (chiocciole, scarabei), con presenza di uccelli migratori.

Foto della Prof.ssa Viola Fiaschi e dello studente Tommaso Berretta della classe 1D

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Cronaca dell’uscita didattica tenuta il 21.04.2015 nella Tenuta di S. Rossoreriportata sul sito ufficiale dell’Istituto

http://santoni.scuole.pisa.it/index.php?option=com_content&view=article&id=103:lezione-fuori-sede-alla-tenuta-di-san-rossore&catid=158:in-evidenza&Itemid=158

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Relazione di Leonardo Crescimbeni classe 1E

Relazione di Matteo Lammari classe 1E

Relazioni degli studenti sulla lezione fuori sede nel Parco di S. Rossore

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La Vettola 19 maggio 2015Impianto idrovoro e sistema di bonifica dell’Area Pisana7 docenti1 A 18 studenti su 19 frequentanti1D 19 studenti su 24 frequentanti1E 21 studenti su 24 frequentanti

Lezione fuori sede al Parco della Bonifica de La Vettola del Consorzio di Bonifica 4 Basso Valdarno dove è stato visitato un impianto idrovoro per l’allontana-mento delle acque in eccesso tramite sollevamento, le opere di ingegneria naturalistica per la gestione dei canali di scolo, la tutela della biodiversità nelle aree umide.

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Sistema di bonifica del Consorzio 4 Basso Valdarno

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Foto della Prof.ssa Viola Fiaschi e dello studente Tommaso Berretta della classe 1D

La Vettola (Pi) 19 maggio 2015 – Parco della BonificaIllustrazione del sistema di bonifica dell’Area Pisana, individuazione delle cause di instabilità de-gli argini dei canali di bonifica e delle principali for-me di vita alloctone che alterano gli equilibri dell’e-cosistema (nutrie, gambero della Luisiana, robinie).

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Foto della Prof.ssa Viola Fiaschi e dello studente Tommaso Berretta della classe 1D

La Vettola (Pi) 19 maggio2015 – Parco della BonificaPompa idraulica in azione, costruzione che ospita un idrovoro, plastico di un impianto di sollevamento delle acque in eccesso.

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Cronaca dell’uscita didattica tenuta il 19.05.2015 al Parco della Bonifica riportata sul sito ufficiale dell’Istituto

http://santoni.scuole.pisa.it/index.php?option=com_content&view=article&id=107:lezione-fuori-sede-al-parco-della-bonifica&catid=158:in-evidenza&Itemid=158

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Risultati ottenuti – aspetto delle conoscenze e competenze• Possiamo dire che tutte le competenze trasversali che si è scelto di sviluppare sono state

positivamente influenzate ed implementate dal percorso intrapreso.

• Gli studenti si sono dimostrati interessati e colpiti rispetto all’obiettivo di capire ed interpretare il territorio in cui si vive attraverso la conoscenza di specifici eventi climatici eccezionali dedicandosi con passione alla ricerca delle notizie, sia in ambito istituzionale che familiare, alla loro catalogazione ed espressione grafica.

• L’obiettivo di associare esperienze dirette/personali al problema globale dei cambiamenti climatici è stato raggiunto con un po’ più di difficoltà, solo attraverso la guida dei docenti. Al termine del percorso comunque gli studenti conoscono la struttura dell'atmosfera, il ciclo dell'acqua ed i meccanismi che lo regolano, i concetti di tempo meteorologico e di clima. Sono in grado di individuare le cause delle possibili alterazioni dei meccanismi legati al ciclo dell’acqua e collegarli a fatti specifici accaduti sul territorio.

• Al termine del percorso si è notata una maggiore sensibilità media degli studenti riguardo agli atteggiamenti in grado di tutelare il proprio territorio. La maggior parte dei ragazzi si èdimostrata in grado di individuare, condividere e mettere in pratica quelli che sono gli atteggiamenti e i comportamenti, anche quotidiani, in grado di contrastare gli eventi che determinano alterazioni climatiche.

• Sia lo sviluppo dell’aspetto concreto ed applicativo delle discipline di insegnamento che il rin-forzo della motivazione degli studenti, soprattutto di quelli con problemi di carente rendimen-to scolastico, possono considerarsi obiettivi influenzati positivamente dal percorso svolto.

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Documentazione Progetto Cambiamenti climatici e gestione del Territorio nell’Area Pisana

Risultati ottenuti – aspetto delle relazioni

Foto della Prof.ssa Viola Fiaschi e dello studente Tommaso Berretta della classe 1D

• La capacità di integrazione tra gli studenti delle classi prime dell’Istituto, è stata sviluppata attraverso visite didattiche sul territorio che portassero alla condivisione di esperienze comuni, al

• L’aspetto relazionale del progetto, già importante in fase preliminare, è divenuto prioritario a causa di un evento luttuoso

verificatosi nella classe 1D durante l’anno, potenzialmente devastante per il gruppo classe, che invece è stato affrontato ed elaborato in maniera adeguata da studenti e docenti anche grazie alla presenza di questi momenti di confronto e di vissutocomune.

• La capacità di inclusione degli studenti portatori di handicap

presenti nelle varie classi è stata sviluppata attraverso la loro partecipazione, seguiti dai docenti di sostegno e compatibil-mente con la tipologia di disabilità, alle varie attività. Le proble-matiche quotidiane condivise hanno favorito l'integrazione di tutti gli studenti, in particolare di quelli diversamente abili.

termine di ognuna delle quali ampio spazio è stato dato all’aspetto ludico e comunicativo favorendo così l’instaurarsi di relazioni interpersonali. La capacità è stata sviluppata inoltre mediante discussioni tenute riunendo tutte le classi in maniera di favorire gli scambi di opinioni.

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Documentazione Progetto Cambiamenti climatici e gestione del Territorio nell’Area Pisana

Ciao a tutti !!