CALENDARIO LITURGICO La Parola della Domenica … · delle ultime parole di Gesù sulla Cro- ......

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Foglio settimanale della Parrocchia Beata Vergine Assunta San Giorgio su Legnano Domenica 29/10/2017 Recapiti: don Antonio Parroco: tel 0331-401051; fax 0331 412482 don Andrea: 338-7874881/Suore:0331 402174/Oratorio: 0331 401570 www.parrocchiadisangiorgio.com/ [email protected] RADIO SOTERA (parrocchiale) FM HZ 89,100 collegata con RADIO PUNTO (San Vittore Olona) FM HZ 88,150 CALENDARIO LITURGICO Domenica 29 ottobre 2017 II DOPO LA DEDICAZIONE La partecipazione delle genti alla salvezza S. Messe ore 17.30-8.00-10.30-17.30 Lunedi 30 Feria h 8.30 Dell’Acqua Maria e Restelli Antonio Martedi 31 Feria h 8.30 Cascasi Giacomina/Pugliese Domeni- co h 17.30 Intenzioni Parroco Mercoledi 01/11 TUTTI I SANTI h 8.00 h 10.30 Pro populo h 15.00 Vspero e processione al cimitero h 17.30 Bisante Michelina/Santangelo Aroldo/ Farè Luigi/Bianchi Giancarlo/Parotti Antonio e Givanelli Laura Giovedi 02 TUTTI I FEDELI DEFUNTI h 08.30 TUTTI I DEFUNTI h 10.30 (al cimitero) TUTTI I DEFUNTI h 20.30 TUTTI I DEFUNTI Venerdi 03 S. Martino de Porres, religioso h 8.30 Calce Maurizio/Luiigi/Maria Grazia e Carmina h 18.30 Quaglia Ezio Sabato 04 S. Carlo Borromeo h 8.30 ore 17.30 Colombo Natale/Morelli Carlo e Vittorina/Lenna Alberta e fam./Chimento Gino e Rosina/Vignati Renzo/Silvano/Da Rin Gianfranco/Lenna Giorgio/Galli Giulio/ Colombo Maria/Cavaleri ernesto e Guzzi Pasqualina/Bonato Quintina/Antonioli Quintino/Cirillo Giuseppa/Curigliano Antonino/Suppa Antonio Domenica 05 NOSTRO SIGNORE GESU’ CRISTO RE DELL’UNIVERSO h 8.00 Romano Genoeffa e Cecchini Basilio/Suor Giacinta/don Gianmario/ Giampiero/P. Franyo/Chiromonte Giuseppe/ Pietro Colombo h 10.30 Pro populo h 17.30 Mezzenzana Angelo e Rosa/ Colombo Carlo/Simon Lieshi e fam. Anno 18 N° 09 Orari apertura CHIESA PARROCCHIALE 7.00 - 12.00/ 15.00 - 18.30 ANNO PASTORALE 2017-18 VIENI, ti mo- strerò la sposa dell’Agnello Nel Vangelo solo una volta si parla di Paradiso Paradiso» è «una delle ultime parole di Gesù sulla Cro- ce» ed è diretta al Buon ladrone, che ammettendo le proprie colpe e riconoscendo di avere meritato, a differenza di Gesù, la crocifissione, gli ha rivolto un'umilissima preghie- ra: «Ricordati di me quando entrerai nel Tuo Regno». Al Buon ladrone basta «quella paro- la di umile pentimento», riconoscer- si reo, per toccare il cuore di Gesù e fargli spalancare il Paradiso. Siamo figli, ricorda il Papa, e Dio prova compassione per noi, addirittura «è disarmato ogni volta che gli manife- stiamo la nostalgia del suo amore». «Davanti a Dio ci presentiamo tutti a mani vuote e ogni volta che un uomo, facendo l’ultimo esame di coscienza della sua vita, scopre che gli ammanchi superano le opere di bene non deve scoraggiarsi ma affidarsi alla misericordia di Dio». Che cos'è il Paradiso? «Non è un luogo da favola e nemmeno un giar- dino incantato» risponde il Papa. «Il Paradiso è l’abbraccio con Dio amo- re infinito e ci entriamo grazie a Gesù». Senza di Lui «c’è il freddo e la tenebra». Nell’ora della morte «il cristiano ripete a Gesù: ricordati di me». E se anche non ci fosse più nessuno con noi, in quel momento, «Gesù è lì accanto a noi e ci vuole portare nel posto più bello che esi- ste perché nulla vada perduto di ciò che aveva già redento». Gesù porte- rà in Paradiso «anche ciò che in noi ha bisogno di riscatto», perché «tutto si compia e venga trasforma- to in amore». La Parola della Domenica Mt 13,47-52 La parabola prende spunto da ciò che avviene nel mestiere dei pescatori dove, una volta tirata a riva la rete precedente- mente calata in acqua, si opera una cer- nita tra i pesci commestibili e quelli che non lo sono sia perché ritenuti cattivi sia perché proibiti dalle prescrizioni della Legge: «Tutto ciò che non ha né pinne né squame nelle acque sarà per voi obbro- brioso» (Levitico 11, 12). Nella parabola i pescatori mettono i pesci buoni «nei canestri» (v. 48) che, verosimil- mente, rappresentano la sicurezza della salvezza e della felicità eterna per gli uo- mini giudicati “buoni” perché fedeli a Dio e alla sua Legge, che il Signore Gesù ha tutta racchiusa nella carità. La domanda conclusiva ai discepoli: «Avete compreso tutte queste cose?» (v. 51) riguarda la comprensione dei «misteri del regno» (cfr. Matteo 13, 11) ovvero delle «cose nasco- ste» (13, 35) che soltanto chi si fa disce- polo può capire. Questi, come insegna la breve parabola dello «scriba divenuto discepolo del regno dei cieli», è in grado di estrarre dal depo- sito prezioso che dimora in lui come a- scoltatore del Maestro divino «cose nuove e cose antiche» (v. 52), ossia di attualiz- zare l’insegnamento del Signore nelle mutevoli circostanze dei tempi e dei luo- ghi. Proclamata nel tempo liturgico se- gnato dalla contemplazione del mistero della Chiesa, l’odierna pagina evangelica ci dice il carattere universale di essa che, come «la rete gettata nel mare» è destina- ta ad accogliere in sé tutti gli uomini sen- za curarsi di emettere su di essi giudizi e “separazioni” preventivi. IL VELIEROSCUOLA DI ITALIANO PER STRANIERI mercoledì 11 ottobre presso il Centro Parrocchiale è iniziato un Corso di lingua italiana per stranieri le lezioni si terranno il mercoledì: pomeriggio h 14.30 - 16.00 Gli interessati possono rivolgersi in sede. IL REGNO DEI CIELI E’ SIMILE A UNA RETE GETTATA NEL MARE Domenica 5 novembre SOLENNITA’ DI NOSTRO SIGNORE GESU’ CRISTO RE DELL’UNIVERSO ore 16.45 Canto del Vespro/ Esposizione dell’Eucaristia/ ATTO DI CONSACRAZIO- NE DEL GENERE UMANO A CRISTO RE

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Foglio settimanale della Parrocchia Beata Vergine Assunta San Giorgio su Legnano

Domenica 29/10/2017

Recapiti: don Antonio Parroco: tel 0331-401051; fax 0331 412482

don Andrea: 338-7874881/Suore:0331 402174/Oratorio: 0331 401570

www.parrocchiadisangiorgio.com/ [email protected]

RADIO SOTERA (parrocchiale) FM HZ 89,100 collegata con

RADIO PUNTO (San Vittore Olona) FM HZ 88,150

CALENDARIO LITURGICO

Domenica 29 ottobre 2017 II DOPO LA DEDICAZIONE La partecipazione delle genti

alla salvezza S. Messe ore 17.30-8.00-10.30-17.30

Lunedi 30 Feria

h 8.30 Dell’Acqua Maria e Restelli Antonio

Martedi 31 Feria

h 8.30 Cascasi Giacomina/Pugliese Domeni-

co

h 17.30 Intenzioni Parroco

Mercoledi 01/11 TUTTI I SANTI

h 8.00 h 10.30 Pro populo h 15.00 Vspero e processione al cimitero h 17.30 Bisante Michelina/Santangelo Aroldo/Farè Luigi/Bianchi Giancarlo/Parotti Antonio e Givanelli Laura

Giovedi 02 TUTTI I FEDELI DEFUNTI

h 08.30 TUTTI I DEFUNTI h 10.30 (al cimitero) TUTTI I DEFUNTI h 20.30 TUTTI I DEFUNTI

Venerdi 03 S. Martino de Porres, religioso

h 8.30 Calce Maurizio/Luiigi/Maria Grazia e Carmina h 18.30 Quaglia Ezio Sabato 04 S. Carlo Borromeo h 8.30 ore 17.30 Colombo Natale/Morelli Carlo e Vittorina/Lenna Alberta e fam./Chimento Gino e Rosina/Vignati Renzo/Silvano/Da Rin Gianfranco/Lenna Giorgio/Galli Giulio/Colombo Maria/Cavaleri ernesto e Guzzi Pasqualina/Bonato Quintina/Antonioli Quintino/Cirillo Giuseppa/Curigliano Antonino/Suppa Antonio Domenica 05 NOSTRO SIGNORE GESU’ CRISTO RE DELL’UNIVERSO h 8.00 Romano Genoeffa e Cecchini

Basilio/Suor Giacinta/don Gianmario/

Giampiero/P. Franyo/Chiromonte Giuseppe/

Pietro Colombo

h 10.30 Pro populo h 17.30 Mezzenzana Angelo e Rosa/Colombo Carlo/Simon Lieshi e fam.

Anno 18 N° 09

Orari apertura CHIESA PARROCCHIALE

7.00 - 12.00/ 15.00 - 18.30

ANNO PASTORALE

2017-18

“VIENI, ti mo-

strerò la sposa

dell’Agnello

Nel Vangelo solo

una volta si parla

di Paradiso Paradiso» è «una

delle ultime parole di Gesù sulla Cro-

ce» ed è diretta al Buon ladrone, che ammettendo le proprie colpe e riconoscendo di avere meritato, a

differenza di Gesù, la crocifissione, gli ha rivolto un'umilissima preghie-ra: «Ricordati di me quando entrerai

nel Tuo Regno». Al Buon ladrone basta «quella paro-la di umile pentimento», riconoscer-si reo, per toccare il cuore di Gesù e fargli spalancare il Paradiso. Siamo

figli, ricorda il Papa, e Dio prova compassione per noi, addirittura «è disarmato ogni volta che gli manife-stiamo la nostalgia del suo amore». «Davanti a Dio ci presentiamo tutti a mani vuote e ogni volta che un uomo, facendo l’ultimo esame di

coscienza della sua vita, scopre che gli ammanchi superano le opere di

bene non deve scoraggiarsi ma affidarsi alla misericordia di Dio». Che cos'è il Paradiso? «Non è un

luogo da favola e nemmeno un giar-dino incantato» risponde il Papa. «Il Paradiso è l’abbraccio con Dio amo-

re infinito e ci entriamo grazie a Gesù». Senza di Lui «c’è il freddo e la tenebra». Nell’ora della morte «il cristiano ripete a Gesù: ricordati di me». E se anche non ci fosse più

nessuno con noi, in quel momento, «Gesù è lì accanto a noi e ci vuole portare nel posto più bello che esi-

ste perché nulla vada perduto di ciò che aveva già redento». Gesù porte-rà in Paradiso «anche ciò che in noi

ha bisogno di riscatto», perché «tutto si compia e venga trasforma-

to in amore».

La Parola della Domenica Mt 13,47-52

La parabola prende spunto da ciò che

avviene nel mestiere dei pescatori dove, una volta tirata a riva la rete precedente-mente calata in acqua, si opera una cer-nita tra i pesci commestibili e quelli che non lo sono sia perché ritenuti cattivi sia

perché proibiti dalle prescrizioni della Legge: «Tutto ciò che non ha né pinne né squame nelle acque sarà per voi obbro-

brioso» (Levitico 11, 12).

Nella parabola i pescatori mettono i pesci

buoni «nei canestri» (v. 48) che, verosimil-

mente, rappresentano la sicurezza della

salvezza e della felicità eterna per gli uo-

mini giudicati “buoni” perché fedeli a Dio

e alla sua Legge, che il Signore Gesù ha

tutta racchiusa nella carità. La domanda

conclusiva ai discepoli: «Avete compreso

tutte queste cose?» (v. 51) riguarda la

comprensione dei «misteri del regno» (cfr.

Matteo 13, 11) ovvero delle «cose nasco-

ste» (13, 35) che soltanto chi si fa disce-

polo può capire.

Questi, come insegna la breve parabola

dello «scriba divenuto discepolo del regno

dei cieli», è in grado di estrarre dal depo-

sito prezioso che dimora in lui come a-

scoltatore del Maestro divino «cose nuove

e cose antiche» (v. 52), ossia di attualiz-

zare l’insegnamento del Signore nelle

mutevoli circostanze dei tempi e dei luo-

ghi. Proclamata nel tempo liturgico se-

gnato dalla contemplazione del mistero

della Chiesa, l’odierna pagina evangelica

ci dice il carattere universale di essa che,

come «la rete gettata nel mare» è destina-

ta ad accogliere in sé tutti gli uomini sen-

za curarsi di emettere su di essi giudizi e

“separazioni” preventivi.

IL VELIERO—SCUOLA DI ITALIANO

PER STRANIERI

mercoledì 11 ottobre presso il Centro

Parrocchiale è iniziato un

Corso di lingua italiana per stranieri le lezioni si terranno il mercoledì: pomeriggio h 14.30 - 16.00

Gli interessati possono rivolgersi in sede.

IL REGNO DEI

CIELI E’ SIMILE

A UNA RETE

GETTATA NEL

MARE

Domenica 5 novembre

SOLENNITA’ DI NOSTRO

SIGNORE GESU’ CRISTO RE

DELL’UNIVERSO ore 16.45 Canto del Vespro/

Esposizione dell’Eucaristia/

ATTO DI CONSACRAZIO-

NE DEL GENERE UMANO

A CRISTO RE

PARADOSSI DEL NOSTRO TEMPO 50. L’apostasia silenziosa. Dicono che in

Europa, continente dalla radici cristiane, sia

in atto l’abbandono della fede. E’ un fatto

largamente confermato guardando le no-

stre comunità e i nostri paesi abitati da bat-

tezzati che hanno dimenticato di aver rice-

vuto nel Battesimo una identità cristiana da

vivere a da tramandare alle nuove genera-

zioni. Anche tra noi quanti cristiani vivono

nella indifferenza nei confronti della fede

pur continuando – e questo è il paradosso

– a vivere gesti di fede che non rimandano

ad una scelta di vita richiesta invece dai

gesti e dai segni celebrati. Non dobbiamo

dimenticare che i gesti esteriori di religiosi-

tà non accompagnati da vera e pubblica

conversione non bastano per considerarsi

in comunione con Cristo e con la sua Chie-

sa. Chiediamo allora al Signore che apra i

nostri cuori al Signore e ai fratelli.

Ne va del futuro dei nostri figli!

Martedì 31 ottobre ore 18.10 in OSL a Canegrate

Ritrovo degli Adolescenti per andare a Milano:

NOTTE DEI SANTI

Venerdì 3 novembre ore 19.00 in Oratorio

Cena e Serata a tema per 2-3Media

(adesioni ai propri educatori)

Domenica 5 novembre ore 10.15

Ritrovo in chiesa delle famiglie del 4°anno di Iniziazione Cristiana

Messa. A seguire: Incontro in oratorio per bambini e per genitori.

Sabato 11 novembre ore 18.30 in Oratorio

Secondo Incontro CATECHESI GIOVANI (a seguire: Cena di condivisione)

Domenica 12 novembre ore 15.00 in Oratorio

Secondo Incontro per le Famiglie del 1° Anno di Iniziazione Cristiana

*****

LETTERA AI GENITORI DELL’INIZIAZIONE CRISTIANA

La Messa per i bambini

Carissimi genitori, ci sta a cuore la Messa della Domenica? Noi crediamo che senza l’incontro con Gesù nella Messa il nostro tempo non abbia tanto senso, tanto meno un percorso cristiano di catechismo.

Come forse sapete, la scorsa Quaresima abbiamo sperimentato la “Liturgia della Parola per i bambini”: durante la Messa i bambini delle elementari si spostavano nel seminterrato della Sacrestia dove delle tre letture ascoltavano solo il Vangelo (letto in una forma facilitata) e viveva-no un momento di confronto e meditazione in luogo dell’omelia, dopodi-ché rientravano in chiesa per riunirsi all’assemblea.

Da domenica 29 ottobre, riprenderemo questa iniziativa che proseguirà, per ora, fino a Natale. Questo vuole essere un modo per far vivere sem-pre meglio la Santa Messa ai nostri bambini. Cogliamo l’occasione per ricordarvi anche l’animazione della domenica pomeriggio come proposta che i bambini possono vivere ogni settimana. Grazie don Andrea

CHIUSURA DEL MESE

MISSIONARIO Lunedi 30 ottobre ore 21.00 nella Cappella

dell’Oratorio ROSARIO MISSIONARIO

a conclusione del mese

Un vivo ringraziamento a Padre Davide Sciocco

del PIME (Pontificio Istituto Missioni Estere) di

Milano che nella Giornata Missionaria Mondiale

della scorsa domenica ci ha sensibilizzati sul tema

dell’evangelizzazione.

Un vivo ringraziamento a tutti coloro che hanno

sostenuto le Missioni con l’offerta PRO MISSIO-

NI nelle buste in chiesa e nella vendita delle torte

sul sagrato. Grazie anche per gli abbonamenti alle

Riviste missionarie e per l’Offerta di Sante Messe

da far celebrare ai Missionari.

Offerta buste in chiesa € 1690,00

Vendita torte € 815,00

Abbonamenti e Sante Messe € 1000,00

LE OFFERTE SONO STATE VERSATE

ALLE PONTIFICIE OPERE MISSIONARIE

TUTTI I SANTI Giornata della santificazione universale

Giovedi 02 novembre

COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI

DEFUNTI

Durante l’Ottava dei morti (giovedi 02/venerdi 03/Lunedi 06/Martedi 07/Mercoledi 08)

alle ore 15.00 Rosario presso la Cappella del cimitero

PROGETTO GEMMA - Terza nascita

Carissimo don Antonio e carissimi tutti,

Vi scrivo per comunicarvi che la piccola Nancy è nata.

E' venuta al mondo il 10 settembre 2017 alle ore 13,50

e pesava 2.950 kg. La bambina e la mamma stanno

bene. In allegato vi invio anche le foto della bimba (le

vedi in sacrestia). Le prime tre sono della piccola qual-

che giorno dopo la nascita, le altre due sono di venerdì

scorso. La piccola con la mamma e la sorellina sono

venute al centro.

Non mancano le difficoltà, ma siamo sicuri che con

l'aiuto di tutti, questa creatura crescerà nell'amore.

(nelle pagini seguenti il Messaggio del Papa)

NON AMIAMO A PAROLE MA CON I FATTI

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO PER LA GIORNATA MONDIALE DEI POVERI

Non amiamo a parole ma con i fatti 1. «Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità» (1 Gv 3,18). Queste parole dell’apostolo Giovanni esprimono un imperativo da cui nessun cristiano può prescindere. La serietà con cui il “discepolo amato” trasmette fino ai nostri giorni il comando di Gesù è resa ancora più accentuata per l’opposizione che rileva tra le parole vuote che spesso sono sulla nostra bocca e i fatti concreti con i quali siamo invece chiamati a misurarci. L’amore non ammette alibi: chi intende amare come Gesù ha amato, deve fare proprio il suo esempio; soprattutto quando si è chiamati ad amare i poveri. Il modo di amare del

Figlio di Dio, d’altronde, è ben conosciuto, e Giovanni lo ricorda a chiare lettere. Esso si fonda su due colonne portanti: D io ha amato per primo (cfr 1 Gv 4,10.19); e ha amato dando tutto sé stesso, anche la propria vita (cfr 1 Gv 3,16). Un tale amore non può rimanere senza risposta. Pur essendo donato in maniera unilaterale, senza richiedere cioè nulla in cambio, esso tuttavia accende talmente il cuore che chiunque si sente portato a ricambiarlo nonostante i propri limiti e pecca-ti. E questo è possibile se la grazia di Dio, la sua carità misericordiosa viene accolta, per quanto possibile, nel nostro cuore, così da muovere la nostra volontà e anche i nostri affetti all’amore per Dio stesso e per il prossimo. In tal modo la misericor-dia che sgorga, per così dire, dal cuore della Trinità può arrivare a mettere in movimento la nostra vita e generare compassio-ne e opere di misericordia per i fratelli e le sorelle che si trovano in necessità. 2. «Questo povero grida e il Signore lo ascolta» (Sal 34,7). Da sempre la Chiesa ha compreso l’importanza di un tale grido. Possediamo una grande testimonianza fin dalle prime pagine degli Atti degli Apostoli, là dove Pietro chiede di scegliere sette uomini «pieni di Spirito e di sapienza» (6,3) perché assumessero il servizio dell’assistenza ai poveri. È certamente questo uno dei primi segni con i quali la comunità cristiana si presentò sulla scena del mondo: il servizio ai più poveri. Tutto ciò le era pos-sibile perché aveva compreso che la vita dei discepoli di Gesù doveva esprimersi in una fraternità e solidarietà tali, da corri-spondere all’insegnamento principale del Maestro che aveva proclamato i poveri beati ed eredi del Regno dei cieli (cfr Mt 5,3). «Vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno» (At 2,45). Questa espressio-ne mostra con evidenza la viva preoccupazione dei primi cristiani. L’evangelista Luca, l’autore sacro che più di ogni altro ha dato spazio alla misericordia, non fa nessuna retorica quando descrive la prassi di condivisione della prima comunità. Al con-trario, raccontandola intende parlare ai credenti di ogni generazione, e quindi anche a noi, per sostenerci nella testimonianza e provocare la nostra azione a favore dei più bisognosi. Lo stesso insegnamento viene dato con altrettanta convinzione dall’apostolo Giacomo, che, nella sua Lettera, usa espressioni forti ed incisive: «Ascoltate, fratelli miei carissimi: Dio non ha forse scelto i poveri agli occhi del mondo, che sono ricchi nella fede ed eredi del Regno, promesso a quelli che lo amano? Voi invece avete disonorato il povero! Non sono forse i ricchi che vi opprimono e vi trascinano davanti ai tribunali? [...] A che ser-ve, fratelli miei, se uno dice di avere fede, ma non ha le opere? Quella fede può forse salvarlo? Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro: “Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi”, ma non date loro il necessario per il corpo, a che cosa serve? Così anche la fede: se non è seguita dalle opere, in se stessa è mor-ta» (2,5-6.14-17). 3. Ci sono stati momenti, tuttavia, in cui i cristiani non hanno ascoltato fino in fondo questo appello, lasciandosi contagiare dalla mentalità mondana. Ma lo Spirito Santo non ha mancato di richiamarli a tenere fisso lo sguardo sull’essenziale. Ha fatto sorgere, infatti, uomini e donne che in diversi modi hanno offerto la loro vita a servizio dei poveri . Quante pagine di storia, in questi duemila anni, sono state scritte da cristiani che, in tutta semplicità e umiltà, e con la generosa fantasia della carità, hanno servito i loro fratelli più poveri! Tra tutti spicca l’esempio di Francesco d’Assisi, che è stato seguito da numerosi altri uomini e donne santi nel corso dei seco-li. Egli non si accontentò di abbracciare e dare l’elemosina ai lebbrosi, ma decise di andare a Gubbio per stare insieme con loro. Lui stesso vide in questo incontro la svolta della sua conversione: «Quando ero nei peccati mi sembrava cosa troppo a-mara vedere i lebbrosi, e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia. E allontanandomi da loro, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza di animo e di corpo» (Test 1-3: FF 110). Questa testimonianza manifesta la forza trasformatrice della carità e lo stile di vita dei cristiani. Non pensiamo ai poveri solo come destinatari di una buona pratica di volontariato da fare una volta alla settimana , o tanto meno di gesti estemporanei di buona volontà per mettere in pace la coscienza. Queste esperienze, pur valide e utili a sensibi-lizzare alle necessità di tanti fratelli e alle ingiustizie che spesso ne sono causa, dovrebbero introdurre ad un ve-ro incontro con i poveri e dare luogo ad una condivisione che diventi stile di vita. Infatti, la preghiera, il cammino del discepo-lato e la conversione trovano nella carità che si fa condivisione la verifica della loro autenticità evangelica. E da questo modo di vivere derivano gioia e serenità d’animo, perché si tocca con mano la carne di Cristo. Se vogliamo incontrare realmente Cristo, è necessario che ne tocchiamo il corpo in quello piagato dei poveri, come riscontro della comunione sacramentale rice-vuta nell’Eucaristia. Il Corpo di Cristo, spezzato nella sacra liturgia, si lascia ritrovare dalla carità condivisa nei volti e nelle persone dei fratelli e delle sorelle più deboli. Sempre attuali risuonano le parole del santo vescovo Crisostomo: «Se volete ono-rare il corpo di Cristo, non disdegnatelo quando è nudo; non onorate il Cristo eucaristico con paramenti di seta, mentre fuori del tempio trascurate quest’altro Cristo che è afflitto dal freddo e dalla nudità» (Hom. in Matthaeum, 50, 3: PG 58). Siamo chiamati, pertanto, a tendere la mano ai poveri, a incontrarli, guardarli negli occhi, abbracciarli, per far sentire loro il calore dell’amore che spezza il cerchio della solitudine. La loro mano tesa verso di noi è anche un invito ad uscire dalle nostre certezze e comodità, e a riconoscere il valore che la povertà in sé stessa costituisce. 4. Non dimentichiamo che per i discepoli di Cristo la povertà è anzitutto una vocazione a seguire Gesù povero. È un cammino dietro a Lui e con Lui, un cammino che conduce alla beatitudine del Regno dei cieli (cfr Mt 5,3; Lc 6,20). Povertà significa un cuore umile che sa accogliere la propria condizione di creatura limitata e peccatrice per superare la tentazione di onnipoten-za, che illude di essere immortali. La povertà è un atteggiamento del cuore che impedisce di pensare al denaro, alla carriera, al lusso come obiettivo di vita e condizione per la felicità. E’ la povertà, piuttosto, che crea le condizioni per assumere liberamente le responsabilità personali e sociali, nonostante i propri limiti, confidando nella vicinanza di Dio e sostenuti dalla sua grazia. La povertà, così intesa, è il metro che permette di valutare l’uso corretto dei beni materiali, e anche di vivere in modo non egoistico e possessivo i legami e gli affetti (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 25-45). Facciamo nostro, pertanto, l’esempio di san Francesco, testimone della genuina povertà. Egli, proprio perché teneva fissi gli occhi su Cristo, seppe riconoscerlo e servirlo nei poveri. Se, pertanto, desideriamo offrire il nostro contributo efficace per il cambiamento della storia, generando vero sviluppo, è necessario che ascoltiamo il grido dei poveri e ci impegniamo a solle-varli dalla loro condizione di emarginazione. Nello stesso tempo, ai poveri che vivono nelle nostre città e nelle nostre comunità ricordo di non perdere il senso della povertà evangelica che portano impresso nella loro vita. (SEGUE SULLA QUARTA PAGINA)

(CONTINUA DALLA PAGINA PRECEDENTE)

5. Conosciamo la grande difficoltà che emerge nel mondo contemporaneo di poter identificare in maniera chiara la povertà. Eppure, essa ci interpella ogni giorno con i suoi mille volti segnati dal dolore, dall’emarginazione, dal sopruso, dalla violenza, dalle torture e dalla prigionia, dalla guerra, dalla privazione della libertà e della dignità, dall’ignoranza e dall’analfabetismo, dall’emergenza sanitaria e dalla mancanza di lavoro, dalle tratte e dalle schiavitù, dall’esilio e dalla miseria, dalla migrazione forzata. La povertà ha il volto di donne, di uomini e di bambini sfruttati per vili interessi, calpestati dalle logiche perverse del potere e del denaro. Quale elenco impietoso e mai completo si è costretti a comporre dinanzi alla povertà frutto dell’ingiustizia sociale, della miseria morale, dell’avidità di pochi e dell’indifferenza generalizzata! Ai nostri giorni, purtroppo, mentre emerge sempre più la ricchezza sfacciata che si accumula nelle mani di pochi privilegiati, e spesso si accompagna all’illegalità e allo sfruttamento offensivo della dignità umana, fa scandalo l’estendersi della povertà a grandi settori della società in tutto il mondo. Dinanzi a questo scenario, non si può restare inerti e tanto meno rassegnati. Alla povertà che inibisce lo spirito di iniziativa di tanti giovani, impedendo loro di trovare un lavoro; alla povertà che anestetizza il senso di responsabilità inducendo a preferire la delega e la ricerca di favoritismi; alla povertà che avvelena i pozzi della parte-cipazione e restringe gli spazi della professionalità umiliando così il merito di chi lavora e produce; a tutto questo occorre ri-spondere con una nuova visione della vita e della società. Tutti questi poveri – come amava dire il Beato Paolo VI – appartengono alla Chiesa per «diritto evangelico» (Discorso di aper-tura della II sessione del Concilio Ecumenico Vaticano II, 29 settembre 1963) e obbligano all’opzione fondamentale per loro. Benedette, pertanto, le mani che si aprono ad accogliere i poveri e a soccorrerli: sono mani che portano speranza. Benedette le mani che superano ogni barriera di cultura, di religione e di nazionalità versando olio di consolazione sulle piaghe dell’umanità. Benedette le mani che si aprono senza chiedere nulla in cambio, senza “se”, senza “però” e senza “forse”: sono mani che fanno scendere sui fratelli la benedizione di Dio. 6. Al termine del Giubileo della Misericordia ho voluto offrire alla Chiesa la Giornata Mondiale dei Poveri, perché in tutto il mondo le comunità cristiane diventino sempre più e meglio segno concreto della carità di Cristo per gli ultimi e i più bisognosi. Alle altre Giornate mondiali istituite dai miei Predecessori, che sono ormai una tradizione nella vita delle nostre comunità, desidero che si aggiunga questa, che apporta al loro insieme un elemento di completamento squisitamente evangelico, cioè la predilezione di Gesù per i poveri. Invito la Chiesa intera e gli uomini e le donne di buona volontà a tenere fisso lo sguardo, in questo giorno, su quanti tendono le loro mani gridando aiuto e chiedendo la nostra solidarietà. Sono nostri fratelli e sorelle, creati e amati dall’unico Padre cele-ste. Questa Giornata intende stimolare in primo luogo i credenti perché reagiscano alla cultura dello scarto e dello spreco, facendo propria la cultura dell’incontro. Al tempo stesso l’invito è rivolto a tutti, indipendentemente dall’appartenenza religio-sa, perché si aprano alla condivisione con i poveri in ogni forma di solidarietà, come segno concreto di fratellanza. Dio ha cre-ato il cielo e la terra per tutti; sono gli uomini, purtroppo, che hanno innalzato confini, mura e recinti, tradendo il dono origina-rio destinato all’umanità senza alcuna esclusione. 7. Desidero che le comunità cristiane, nella settimana precedente la Giornata Mondiale dei Poveri, che quest’anno sarà il 19 novembre XXXIII [per la diocesi di Milano sarà domenica 5 novembre] domenica del Tempo Ordinario, si impegnino a creare tanti momenti di incontro e di amicizia, di solidarietà e di aiuto concreto. Potranno poi invitare i poveri e i volontari a parteci-pare insieme all’Eucaristia di questa domenica, in modo tale che risulti ancora più autentica la celebrazione della Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo, la domenica successiva. La regalità di Cristo, infatti, emerge in tutto il suo s ignifi-cato proprio sul Golgota, quando l’Innocente inchiodato sulla croce, povero, nudo e privo di tutto, incarna e rivela la pienezza dell’amore di Dio. Il suo abbandonarsi completamente al Padre, mentre esprime la sua povertà totale, rende evidente la po-tenza di questo Amore, che lo risuscita a vita nuova nel giorno di Pasqua. In questa domenica, se nel nostro quartiere vivono dei poveri che cercano protezione e aiuto, avviciniamoci a loro: sarà un momento propizio per incontrare il Dio che cerchiamo. Secondo l’insegnamento delle Scritture (cfr Gen 18,3-5; Eb 13,2), ac-cogliamoli come ospiti privilegiati alla nostra mensa; potranno essere dei maestri che ci aiutano a vivere la fede in maniera più coerente. Con la loro fiducia e disponibilità ad accettare aiuto, ci mostrano in modo sobrio, e spesso gioioso, quanto sia decisivo vivere dell’essenziale e abbandonarci alla provvidenza del Padre. 8. A fondamento delle tante iniziative concrete che si potranno realizzare in questa Giornata ci sia sempre la preghiera. Non dimentichiamo che il Padre nostro è la preghiera dei poveri. La richiesta del pane, infatti, esprime l’affidamento a Dio per i bisogni primari della nostra vita. Quanto Gesù ci ha insegnato con questa preghiera esprime e raccoglie il grido di chi soffre per la precarietà dell’esistenza e per la mancanza del necessario. Ai discepoli che chiedevano a Gesù di insegnare loro a pre-gare, Egli ha risposto con le parole dei poveri che si rivolgono all’unico Padre in cui tutti si riconoscono come fratelli. I l Padre nostro è una preghiera che si esprime al plurale: il pane che si chiede è “nostro”, e ciò comporta condivisione, partecipazione e responsabilità comune. In questa preghiera tutti riconosciamo l’esigenza di superare ogni forma di egoismo per accedere alla gioia dell’accoglienza reciproca. 9. Chiedo ai confratelli vescovi, ai sacerdoti, ai diaconi – che per vocazione hanno la missione del sostegno ai poveri –, alle persone consacrate, alle associazioni, ai movimenti e al vasto mondo del volontariato di impegnarsi perché con que-sta Giornata Mondiale dei Poveri si instauri una tradizione che sia contributo concreto all’evangelizzazione nel mondo con-temporaneo. Questa nuova Giornata Mondiale, pertanto, diventi un richiamo forte alla nostra coscienza credente affinché siamo sempre più convinti che condividere con i poveri ci permette di comprendere il Vangelo nella sua verità più profonda. I poveri non so-no un problema: sono una risorsa a cui attingere per accogliere e vivere l’essenza del Vangelo. Dal Vaticano, 13 giugno 2017 Memoria di Sant’Antonio di Padova Francesco

PROPOSTE PER QUESTA PRIMA GIORNATA MONDIALE DEI POVERI

1. Il Messaggio del Papa è molto “diretto”, non richiede di essere spiegato ma solamente letto, riletto e fatto leggere.

2. A tutti è chiesto, indipendentemente dall’appartenenza religiosa, e a tutti gli uomini di buona volontà, di aprirsi alla

condivisione con i poveri in ogni forma di solidarietà, come segno di fratellanza.

3. Avviciniamoci a questo “mondo” impegnandoci concretamente nel Gruppo Caritas e San Vincenzo.

4. Impariamo ad accogliere i poveri come ospiti privilegiati alla nostra mensa e a quella eucaristica. Potranno essere dei

maestri che ci aiutano a vivere la fede in maniera più coerente.

“I POVERI NON SONO UN PROBLEMA. SONO UNA RISORSA A CUI ATTINGERE PER ACCOGLIERE E VIVERE

L’ESSENZA DEL VANGELO” (Papa Francesco)