Cagliostro - Letture

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Cagliostro Il Conte di Cagliostro, pseudonimo di Giuseppe Balsamo, nasce a Palermo il 2 giugno 1743. Suo padre muore quando Giuseppe è ancora molto piccolo. La famiglia vuole che il ragazzo studi per diventare gioielliere, questa professione però non gli piace, perciò alla fine viene affidato al convento dei Fatebenefratelli. Non avendo trovato il suo posto neanche lì, Giuseppe abbandona il convento e scappa a Messina. Lì, dal maestro Altolas impara i segreti dell’alchimia per poi partire per gli altri paesi. Viaggiando per Malta, Rodi e Balcani, e probabilmente anche per l’Egitto, Cagliostro fa una bella fortuna fingendo di essere un aristocratico e prendendo soldi dalla gente ingenua. Con tutto l’oro torna in Italia e si ferma a Roma, dove, con i documenti falsi, si fa conoscere come un gran guaritore per guadagnare ancora di più. Comincia anche ad organizzare delle sedute spiritiche. Per questo motivo viene alla fine cacciato dallo Stato Pontificio e comincia il suo viaggio per l’Europa, continuando la carriera di truffatore. Arriva in Inghilterra, dove diventa anche uno dei grandi massoni. A causa delle sue frodi però deve fuggire da Londra per ritornare a Roma. La sua fama di mago e alchimista non gli serve. Denunciato dalla propria moglie, Cagliostro viene condannato e rinchiuso nel Castel Sant’Angelo. Dopo qualche anno viene trasferito nella Rocca di San Leo, dove muore il 26 agosto 1795 a causa dell’ictus. La figura di Cagliostro diventa un’ispirazione per molti scrittori, compositori e registi, tra cui anche Alexandre Dumas e Johann Wolfgang Goethe. Chiara Luce Badano Chiara Badano nasce a Sassello, in provincia di Savona, in Liguria, nel 1971. Nel 1980 conosce il movimento cattolico dei Focolari, fondato da Chiara Lubich. Il movimento si pone come obiettivo la fratellanza fra gli uomini e il soccorso ai poveri. Chiara Badano, già dal 1985, scrive diverse lettere a Chiara Lubich che, in seguito, le dà il nome di “Chiara Luce”. Nel 1989, però, Chiara viene ricoverata in ospedale e le viene diagnosticato un tumore alle ossa. Nonostante le operazioni, la chemioteramia e la radioterapia, la malattia peggiora e Chiara non può più camminare. In quei giorni dona tutti i risparmi ad un amico che sta per partire

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Cagliostro

Il Conte di Cagliostro, pseudonimo di Giuseppe Balsamo, nasce a Palermo il 2 giugno 1743. Suo padre muore quando Giuseppe è ancora molto piccolo. La famiglia vuole che il ragazzo studi per diventare gioielliere, questa professione però non gli piace, perciò alla fine viene affidato al convento dei Fatebenefratelli. Non avendo trovato il suo posto neanche lì, Giuseppe abbandona il convento e scappa a Messina. Lì, dal maestro Altolas impara i segreti dell’alchimia per poi partire per gli altri paesi. Viaggiando per Malta, Rodi e Balcani, e probabilmente anche per l’Egitto, Cagliostro fa una bella fortuna fingendo di essere un aristocratico e prendendo soldi dalla gente ingenua. Con tutto l’oro torna in Italia e si ferma a Roma, dove, con i documenti falsi, si fa conoscere come un gran guaritore per guadagnare ancora di più. Comincia anche ad organizzare delle sedute spiritiche. Per questo motivo viene alla fine cacciato dallo Stato Pontificio e comincia il suo viaggio per l’Europa, continuando la carriera di truffatore. Arriva in Inghilterra, dove diventa anche uno dei grandi massoni. A causa delle sue frodi però deve fuggire da Londra per ritornare a Roma. La sua fama di mago e alchimista non gli serve. Denunciato dalla propria moglie, Cagliostro viene condannato e rinchiuso nel Castel Sant’Angelo. Dopo qualche anno viene trasferito nella Rocca di San Leo, dove muore il 26 agosto 1795 a causa dell’ictus.La figura di Cagliostro diventa un’ispirazione per molti scrittori, compositori e registi, tra cui anche Alexandre Dumas e Johann Wolfgang Goethe.

Chiara Luce Badano

Chiara Badano nasce a Sassello, in provincia di Savona, in Liguria, nel 1971. Nel 1980 conosce il movimento cattolico dei Focolari, fondato da Chiara Lubich. Il movimento si pone come obiettivo la fratellanza fra gli uomini e il soccorso ai poveri.Chiara Badano, già dal 1985, scrive diverse lettere a Chiara Lubich che, in seguito, le dà il nome di “Chiara Luce”.Nel 1989, però, Chiara viene ricoverata in ospedale e le viene diagnosticato un tumore alle ossa. Nonostante le operazioni, la chemioteramia e la radioterapia, la malattia peggiora e Chiara non può più camminare.In quei giorni dona tutti i risparmi ad un amico che sta per partire per una missione di aiuto e continua a seguire le attività dei focolarini. Chiunque va a visitarla la trova sorridente e piena di fiducia: dice che la fede le dà la forza.Chiara sa quale è il suo destino e decide così di preparare la cerimonia per il suo funerale: i canti, il vestito, tutto. Non vuole tristezza ma gioia.Il 7 ottobre 1990, poco prima della sua morte, dice alla mamma: «Ciao, sii felice, io lo sono».

Leonardo da Vinci

Leonardo da Vinci nasce, appunto, a Vinci nel 1452. Leonardo è figlio illegittimo di un notaio e di una contadina, ma cresce e studia in casa del padre.E’ ancora un bambino, a 10 anni, quando comincia il suo apprendistato nella bottega di Andrea del Verrocchio, a Firenze. Il maestro è stato colpito da alcuni disegni del piccolo Leonardo.

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Dopo essersi avvicinato alla corte fiorentina di Lorenzo il Magnifico, parte per Milano e diventa ospite di Ludovico il Moro. Leonardo arriva a Milano come pittore ma in poco tempo si fa conoscere anche come genio assoluto. E’ in questo periodo che dipinge la Dama con l’ermellino e L’ultima cena.Leonardo viene spesso accusato di essere “omo sanza lettere” (uomo senza cultura) perché non conosce il greco e conosce poco il latino, ma si difende sempre ricordando che lui tira fuori il sapere dall’esperienza e non dalle parole degli altri.Quando Milano viene occupata dai francesi, Leonardo comincia a viaggiare per le varie città italiane: Venezia, Mantova, Firenze, Roma.Leonardo conosce e stringe amicizia con Cesare Borgia, figlio di papa Alessandro VI. Cesare Borgia è un duca spietato e capace, e per lui Leonardo progetta alcune armi da guerra, una nuova polvere da sparo e nuove strategie d’attacco. Grazie a lui conosce anche Niccolò Machiavelli.Oltre ad essere pittore, scultore e genio militare, Leonardo è un grande scienziato e inventore: inventa macchine da guerra, macchine idrauliche, di meccanica e per il volo. Leonardo si occupa anche di anatomia e studia la circolazione del sangue e il movimento degli occhi. Studia i fossili e la formazione dei continenti. Leonardo riporta le sue conoscenze in alcuni trattati scientifici, chiamati “codici”. Ma questi non sono le uniche cose scritte dal genio perché Leonardo scrive anche favole e racconti.Molti degli appunti di Leonardo sono scritti con una scrittura particolare, chiamata “speculare”. Infatti Leonardo spesso scrive da destra verso sinistra e per leggere bene cosa scrive servirebbe uno specchio (speculum, in latino).Probabilmente nei suoi viaggi comincia a dipingere il suo quadro più famoso: laGioconda. Leonardo porterà sempre con sé questo dipinto.Nel 1517 Leonardo si trasferisce definitivamente in Francia, alla corte di Francesco I.Leonardo muore il 2 maggio del 1519.

» Favola – La farfalla e il lume

Una farfalla variopinta e vagabonda andava, una sera, volando nel buio, quando vide in lontananza un lumicino. Subito tirò su le ali in quella direzione, e quando giunse vicino alla fiamma si mise a ruotarle agilmente intorno guardandola con grande meraviglia. Com’era bella!Non contenta di ammirarla, la farfalla si mise in testa di fare con lei quello che faceva di solito coi fiori profumati: si allontanò, si voltò, e puntando coraggiosamente il volo verso la fiamma le passò sopra sfiorandola.Si ritrovò, stordita, ai piedi del lume; e si accorse, con stupore, che le mancava una zampa e che la punta delle ali era bruciata.- Che cosa mi sarà successo? – si chiese, senza riuscire a trovare una ragione. Non poteva assolutamente ammettere che da una cosa tanto bella, com’era quella fiamma, le potesse venire qualche male; e perciò, dopo aver ripreso un po’ di forze, con un colpo d’ali si rimise in volo.Fece alcune volate, e di nuovo puntò verso la fiamma per posarsi lì sopra. E subito cadde, bruciata, nell’olio che alimentava la fiamma.- Maledetta luce – mormorò la farfalla in fin di vita. – Io credevo di trovare in te la mia felicità, e invece ci ho trovato la morte. Piango sul mio sciocco desiderio, perché ho conosciuto troppo tardi, e a mie spese, la tua natura pericolosa. -- Povera farfalla – rispose il lume. – Io non sono il sole, come tu ingenuamente credevi. Io sono soltanto un lume; e chi non sa usarmi con prudenza, si brucia.

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La Monaca di Monza

Marianna de Leyva nasce nel 1575, figlia del conte di Monza, Martino di Levya. Sua madre, Virginia Maria, muore di peste l’anno successivo.Per toglierle l’eredità lasciata dalla madre, Marianna viene costretta ad entrare nel convento di Santa Margherita in Monza e il padre se ne va in Spagna dimenticandola. Marianna prende il nome di suor Virginia.Dopo alcuni anni in convento, però, comincia una relazione amorosa con il nobile Giovan Paolo Osio da cui ha due figli: un bambino nato morto e una bambina che cresce in casa di Osio senza che qualcuno riveli chi è la madre.Un giorno però, una giovane monaca, Caterina Cassini, minaccia di rivelare la vicenda e per questo viene uccisa e seppellita nel convento, e viene detto che è fuggita.Altre due suore, che all’inizio erano complici, cominciano a ricattare suor Virginia e Osio uccide la prima e prova ad uccidere la seconda che sopravvive e rivela lo scandalo.Suor Virginia viene arrestata il 15 novembre 1607. Gian Paolo Osio scappa a Milano e crede di essere protetto da alcuni amici, ma questi lo uccidono a bastonate per avere soldi della taglia.Nel 1608 suor Virginia è condannata a vivere in una cella dove la porta e la finestra sono murate, nel convento delle Convertite di Santa Valeria a Milano.Dopo 15 anni, il cardinale Federico Borromeo afferma che la Signora di Monza si è veramente pentita e la fa liberare. Ma suor Virginia sceglie di restare in quel convento fino alla sua morte, avvenuta dopo altri 28 anni,nel 1650.La monaca di Monza è diventata celebre nella letteratura grazie al romanzo de I promessi sposi, di Alessandro Manzoni. Nel romanzo suor Virginia si chiama Gertrude e l’amante Egidio.Dagli occhi neri penetranti alla sua infanzia, Manzoni, ci descrive la sofferenza della monaca e la sua successiva crudeltà.

 Guglielmo Marconi

Guglielmo Marconi nasce nl 1874 a Bologna. Sua madre è irlandese e anche suo padre decide di prendere la cittadinanza britannica. Con i suoi studi scopre come trasmettere dei segnali senza utilizzare i fili. Marconi cerca prima i finanziamenti dal governo italiano e poi si trasferisce in Inghilterra dove brevetta la sua invenzione. Anche se la richiesta è fatta in anticipo di 21 giorni rispetto alla trasmissione del russo Popov in seguito si contesta la paternità dell’invenzione.Guglielmo Marconi resta comunque il primo ad aver intuito le applicazioni commerciali di questa invenzione infatti prima fonde la Marconi Wireless Telegraph Company e poi la Marconi Corporation che permette un regolare servizio pubblico di radiotelegrafia attraverso l’Oceano Atlantico.Nel 1909 vince il premio Nobel per la fisica per il suo contributo all’evoluzione del telegrafo senza fili.Muore nel 1937 a Roma.

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Prima dell’arrivo dell’euro Guglielmo Marconi è stato raffigurato sulle banconote da 2000 Lire.

Alda MeriniAlda Merini è nata a Milano nel primo giorno di primavera del 1931, ma sarà sempre ricordata per la residenza che ha scelto nella metropoli lombarda: i Navigli.La Signora dei Navigli è nata in una famiglia povera, come tante durante la seconda guerra mondiale. La poetessa ricorderà i bombardamenti, la fame e le difficoltà della vita a Milano in quel periodo.Ha scritto fin da giovane e le sue poesie hanno colpito altri poeti e il più importanti di questi, Eugenio Montale, l’ha inserita nell’enciclopedia delle poetesse del Novecento.Alda Merini si è sposata giovane ed ha avuto presto due bambine. I problemi coniugali ed economici le hanno causato un esaurimento nervoso. Alda Merini è stata chiusa, allora, in manicomio dove resterà, con brevi intervalli, per venti lunghi anni in cui ha smesso di scrivere.La perdita delle sue figlie, che sono state fatte vivere con altre famiglie, e la terribile esperienza del manicomio hanno segnato profondamente la poetessa.I manicomi italiani erano dei luoghi dove le persone subivano umiliazioni, contintui traumi fisici e psicologici e solo alcuni riuscivano a sopravvivere.La comprensione particolare di un medico che verrà ricordato spesso dalla Merini, e la chiusura dei manicomi in Italia, hanno salvato in qualche modo la Signora dei Navigli da una fine tragica.Nelle sue composizioni il manicomio viene ricordato come una Terra Santa, la follia è vista come paura degli uomini verso altri uomini. Compaiono poi temi come la crudeltà degli uomini, l’abbandono, ma anche la speranza, la voglia di vivere e di amare, il pensiero di Dio e il suo rapporto mistico con la religione: tutti questi sono gli elementi della Alda Merini matura.Negli ultimi tempi è stata celebre la sua collaborazione con altri artisti e cantanti che hanno reso l’immagine della poetessa più affascinante, anche se a volte lontana da ciò viveva.La signora Merini ci ha lasciati il 1° novembre del 2009 a causa di un male incurabile.Più volte ha scritto che più bella della sua poesia è stata la sua vita e questo perché amava molto la vita e l’amava, diceva, perché «io la vita l’ho pagata cara».

Maria MontessoriIl viso di Maria Montessori è famoso in Italia, perché per molti anni è stata l’unica donna a essere rappresentata su una banconota: era infatti il volto che osservava gli italiani sulla banconota più diffusa, quella da mille lire.Nata nel 1870 vicino ad Ancona, ha compiuto studi di Medicina, con grandi risultati. Ha iniziato a occuparsi di bambini con problemi psicologici e con un suo collega ha avuto un figlio. Il collega però l’ha abbandonata e lei ha dovuto allevare il figlio dicendo che era un nipote, perché in quell’epoca era difficile per le donne avere figli senza essersi sposate. Si è avvicinata alla teosofia, una dottrina che univa scienza e fede religiosa.Maria Montessori criticava l’educazione che la società dell’epoca dava ai bambini, perché pensava che fosse troppo rigida e non sviluppasse le potenzialità dei piccoli. Allora ha sviluppato un metodo educativo, alla cui base c’era l’idea che il bambino avesse grandi potenzialità e che i maestri dovessero lasciargli sviluppare queste capacità liberamente.Tra 1907 e 1909 sono nate, a Roma e a Milano, le prime scuole, dirette da sue allieve, che usavano il suo stesso metodo, che si è diffuso negli anni successivi in tante altre scuole. Il suo libro, Metodo, è stato tradotto in tutto il mondo.E’ morta nel 1952 in Olanda, dove era andata a vivere negli ultimi anni.

Antonio MeucciAntonio Meucci nasce a Firenze nel 1808, studia all’Accademia delle Belle Arti e trova lavoro come tecnico di teatro. Nel 1831 combatte nei moti rivoluzionari ed è costretto a lasciare l’Italia. Prima si trasferisce a Cuba e poi negli Stati Uniti dove apre una fabbrica

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di candele.Costruisce il primo telefono per poter parlare con la moglie che è gravemente malata. Il suo telefono, chiamato da lui telettrofono, sfrutta l’idea che ha avuto quando lavorava come tecnico del teatro.Per problemi economici la sua fabbrica di candele è costretta a chiudere e Meucci non ha i soldi sufficienti per pagare il brevetto definitivo ma solo un brevetto temporaneo. Per questo la sua invenzione è stata poi brevettata da uno statunitense, Alexander Graham Bell, e solo nel 2002 gli Stati Uniti hanno riconosciuto che il vero inventore del telefono è stato Antonio Meucci.Meucci muore nel 1889 negli Stati Uniti.

Don Lorenzo MilaniNato nel 1923 a Firenze da una famiglia borghese, con madre ebrea, Lorenzo Milani studia a Milano al liceo classico e all’Accademia di Brera. Attraverso l’arte sacra, Lorenzo si avvicina al Vangelo e alla religione cattolica, frequenta il seminario e diventa sacerdote nel 1947.Subito mostra interesse per i più poveri e deboli: operai e contadini che non possono studiare e cambiare posizione nella società. Nel 1954 diventa priore della parrocchia di Barbiana, piccolo paese della montagna fiorentina, dove è inviato a causa di alcune divergenze con l’arcivescovo. Qui offre agli studenti delle famiglie più povere una scuola unica e speciale, per aiutarli nello studio e superare le difficoltà legate alle condizioni famigliari. Il motto della scuola è l’inglese “I care” (contrapposto al motto “me ne frego” dei fascisti): a don Lorenzo sta a cuore il destino di ognuno degli studenti, nessuno dei quali deve rimanere indietro, il contrario di quanto fa – secondo don Milani – la scuola di Stato. A Barbiana invece, tutti gli studenti collaborano alla didattica: chi sa di più aiuta gli altri e la scuola è aperta 365 giorni l’anno.Nel 1965 diventa famoso per avere scritto, in L’obbedienza non è più una virtù, una lettera a un gruppo di cappellani militari (cioè i preti che seguono i soldati nell’esercito), che hanno in precedenza scritto contro l’obiezione di coscienza (cioè la possibilità di non entrare nell’esercito per la leva militare ma di fare altre attività). Don Milani viene accusato e processato in tribunale.Nel 1966 scrive, insieme con i ragazzi della scuola di Barbiana, il celebre Lettera ad una professoressa, in cui condanna la struttura della scuola esistente e presenta i principi della scuola di Barbiana.Muore nel 1967, ad appena 44 anni, per un male gravissimo. Secondo molti, don Milani è considerato uno dei padri del Sessantotto italiano e della contestazione, perché ha messo in discussione gli aspetti più conservatori della società dell’epoca, identificati nella scuola e nell’esercito.

Nilde IottiLeonilide Iotti (chiamata poi successivamente solo Nilde) è nata a Reggio Emilia nel 1920. Si è laureata in Lettere; per un breve periodo ha svolto la professione di insegnante e solo successivamente ha iniziato la carriera politica. Durante la seconda guerra mondiale è stata antifascista e dal 1943 ha partecipato alla Resistenza. Nel 1946 è entrata in Parlamento con il PCI (Partito Comunista Italiano), come membro dell’Assemblea Costituente. Il suo ruolo è stato decisivo nella scrittura della Costituzione per l’affermazione dei diritti della donna e della famiglia: il diritto del lavoro per la donna e il diritto alla maternità, punti messi in discussione precendentemente da Mussolini. E’ stata la prima donna a ricoprire il ruolo di Presidente della Camera e lo ha fatto per ben 3 legislature, dal 1978 al 1992: nessun politico oltre a lei ha raggiunto questo primato. E’ stata anche l’unico esponente del Partito Comunista ed essere vicino a diventare Presidente del Consiglio.E’ morta nel 1999, per un arresto cardiaco, poco dopo aver dato le sue dimissioni politiche.

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Tommaso D’Aquino

Tommaso D’Aquino è stato un grande filosofo e teologo ed è considerato Santo dalla Chiesa Cattolica.Tommaso era figlio del conte D’Aquino ma ha rifiutato il titolo per diventare un frate di un ordine mendicante, quello dei domenicani.Da giovanissimo parlava molto poco e i suoi compagni lo prendevano in giro e lo chiamavano “bue muto”, perché era grassottello. Si racconta che una volta, mentre Tommaso stava leggendo, alcuni frati hanno urlato “Tommaso, un asino vola!” perché lo credevano stupido. Tommaso allora è uscito e ha guardato in cielo ma ovviamente non c’era nessun asino e gli altri frati hanno cominciato a ridere, così lui ha risposto: “Preferisco pensare che un asino voli piuttosto che credere che dei frati dicano bugie”.Tommaso ha studiato e viaggiato molto, e il suo più grande insegnante è stato Alberto Magno, a Colonia.La sua bravura e il suo genio gli hanno permesso di vincere molte discussioni filosofiche, chiamate in latino quaestiones.Tommaso ha “tradotto” in linguaggio cristiano Aristotele, che prima di lui non veniva accettato. San Tommaso è considerato molto importante per il pensiero cristiano e occidentale, perché ha portato al centro la ragione umana: emanazione di Dio, la ragione porta a verità che sono in armonia con la fede. A Dio, secondo Tommaso, si può arrivare dunque attraverso la ragione.Per i suoi testi e riflessioni viene considerato dalla Chiesa Cattolica Dottore della Chiesa (Doctor Angelicus) e patrono degli insegnanti.Si dice che alla fine della sua vita abbia ricevuto delle visioni divine. Dopo questi momenti, il filosofo ha poi cercato di bruciare tutto quello che aveva scritto dicendo: “Tutto quello che ho scritto non è niente, è soltanto paglia”.Si festeggia il 28 gennaio.

«Coccodrillo» a bordo, l’aereo non decolla (Livello B1)1. Leggi il seguente articolo.BERGAMO – A fermare gli aerei non ci sono solo il maltempo, gli scioperi, i guasti e i terroristi. Adesso ci si mettono anche i peluche. Ma non uno qualsiasi: quello che è riuscito nell’impresa di ritardare per due ore il decollo di un volo Ryanair tra Ciampino e Orio al Serio, racconta l’agenzia di stampa Agi, era una «mostruosità verde» talmente enorme da occupare tre sedili, e che chissà come era riuscita a passare dal check in come semplice bagaglio a mano.VOLO NATO MALE – Il volo, bisogna dirlo, era nato male. Prima l’imbarco spostato per un ritardo tecnico. Poi un bisticcio con un passeggero che aveva piazzato una valigia davanti all’uscita di sicurezza e non voleva spostarla. Infine a sbarrare la strada del decollo è sceso in campo l’enorme coccodrillo. L’assistente di volo che si è trovata a dover gestire la bestiaccia ha cercato di convincere la padrona del mostro che non si poteva decollare con un pupazzo grande come un monolocale parcheggiato fra i sedili e aveva posto la questione in termini drastici: o via la bestiaccia o non si decolla. Lo stesso comandante lo ha chiarito attraverso l’interfono: «signori, non si può decollare per colpa del coccodrillo».PARAPIGLIA A BORDO – I passeggeri si sono subito divisi in due partiti: uno propendeva per tenere il coccodrillo piazzandolo nelle file vuote in coda; gli altri, più drastici, votavano per l’immediata «soppressione». La padrona del pupazzone ha difeso la creatura con tutte le sue forze, usando toni pesanti e strattonando la hostess. Tanto che è dovuta intervenire la polizia di frontiera. Come se non bastasse un passeggero si è messo a riprendere il parapiglia con il telefonino e gli agenti lo hanno identificato. Per calmare tutti c’è voluta un’autorità superiore, una suora, che si è alzata, ha parlato con l’equipaggio, con gli agenti e alla fine anche con la padrona del coccodrillo che alla fine si è alzata, si è caricata in spalla l’animale ed è scesa. E l’aereo ha potuto finalmente decollare.

 2. Adesso prova a rispondere alle domande.

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Che cosa significa “bisticcio”?

litigio

pasticcio

pupazzo

Che cosa significa “drastico”?

cattivo, crudele

energico, risoluto

sensibile, poetico

Che cosa significa “parapiglia”?

coccodrillo

confusione

incidente