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Anno II numero 29 23 ottobre 2012 Quindicinale gratuito di informazione e costume Anfiteatro romano, Ente lirco, Tuvixeddu, stadio. E poi ancora il centro storico che si spopola e le strade dei rioni più chic invase dall’immondizia. Breve viaggio nella Cagliari di centro sinistra che cerca un nuovo volto Seguici su internet www.cagliaripad.it Come cambia la città di Zedda

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Anno II numero 29 23 ottobre 2012

Quindicinale gratuito di informazione e costume

Anfiteatro romano, Ente lirco,Tuvixeddu, stadio. E poi ancora il centro storico che si spopola e le strade dei rioni più chic invase dall’immondizia. Breve viaggio nella Cagliari di centro sinistra che cerca un nuovo volto

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Come cambia la città di Zedda

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sommarioAnno II numero 29 23 ottobre 2012

OPINIONI

ANFITEATRO ROMANO. IL MONUMENTO SI DENUDA

QUEL PASTICCIACCIO BRUTTO DI TUVIXEDDU

ECCO COSA DIVENTERÀ LO STADIO SANT’ELIA

DEGRADO E CLIENTELE. “IL PARCO DI MOLENTARGIUS È UN CESSO

PEDONALIZZAZIONE MOVIDA E POLEMICHE

IL POETTO CHE CAMBIA. ANCORA LAVORI IN CORSO

LA BONIFICA INFINITA DI UNA SPIAGGIA SFREGIATA

FUGA DA MARINA E VILLANOVA. IN UN ANNO SPARITI OLTRE 220 RESIDENTI

FARRIS: “GIUNTA SENZA IDEE”

DAVIDE CARTA: “IL PD NON HA CHIESTO ALCUN RIMPASTO”

VALENTINA PITZALIS: “STO MIGLIORANDO, È DURA MA NON MOLLO”

2020 VISIONS LA GREENCOMMSERVICES EDITRICE SULLA STRADA DEL FUMETTO

LE FOTO DEI LETTORI

LAIF STAIL

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Editore GCS - Green Comm Services S.r.l. - Direttore responsabile Guido Garau - Hanno collaborato: Andrea Deidda, Alessandra Ghiani, Lexa, Ennio Neri, Carlo Poddighe, Michela Seu, Simone Spiga - Grafica XL Luca Crippa Stampa Grafiche Ghiani - Monastir Cagliaripad Sede legale: via Giotto 5 09121 CagliariRedazione: Largo Carlo Felice 18 09124 Cagliari - www.cagliaripad.it [email protected] - Tel. 070 332 1704 • 342 599 5701 - Autorizzazione Tribunale di Cagliari 15/11 del 6 settembre 2011Anno II numero 29 23 ottobre 2012

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Foto di copertina: Ladro di cuori - Davide Lenz

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I L D I R E T TO R E

GUIDO [email protected]

alter Veltroni, bontà sua, con qualche anno di ritardo rispetto al primo an-nuncio (“Dopo la mia esperienza da

sindaco vado in Africa”, disse alla trasmissione Che tempo che fa l’8 gennaio del 2006) non si ricandide-rà a parlamentare del Pd. Una scelta normale, in una democrazia matura. Una notizia enorme, in un Pae-se dove i politici sessantenni sono ancora considerati “giovani”. Ora Veltroni può diventare il pifferaio della sinistra, e trascinare con sé i D’Alema, le Melandri e le Bindi.

E a destra? Tutto peggio di prima. Il leader si è dissol-to e forse non tornerà: Berlusconi preferisce nascon-dersi dietro il dito di Monti. Il suo popolo è spiazzato, aspetta un cenno come un pellegrino abbandonato nel deserto: ma dal cielo arrivano solo lacrime e silenzio. Dal nulla sbuca Ignazio La Russa, e propone di sceglie-re i candidati della coalizione tramite un fantomatico “comitato etico”, dimenticando che i cittadini sono

stufi delle decisioni prese dall’alto. I militanti mortificati dagli scandali cercano una nuova casa. Sono a rischio di scomparire come e

più dei loro padrini. Non si salveranno.

E in Sardegna? A destra come a sinistra nessuno ha più punti fermi. Da entrambe le parti manca un leader carismatico che prenda in mano le redini della situa-zione. Urge uno scatto di reni delle nuove leve: Ales-sandro Serra e Carlo Sanjust (Pdl), Matteo Sanna (Fli) Giovanni Dore (Idv), Yuri Marcialis, Giuseppe Frau e Francesca Barracciu (Pd), Michela Murgia e Franziscu Sedda (Progress), se ci siete è ora di battere un colpo.

Intanto il Partito Sardo d’Azione, quello fondato da Lussu e Bellieni, proclama la Sardegna nazione indi-pendente. Parole d’ordine: sovranità, statualità, identità e fiscalità. A guidare la rivolta Paolo Maninchedda. Che dopo essere stato prima con la sinistra e poi con la destra ora prova la terza via.

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O P I N I O N I

ZACCAE PONI

Scontro generazionale all’Ente lirico.Dopo la bocciatura della CrivellentiZedda triste, Felicetto Contu

L’informazione sarda è al tracollo, serve una nuova legge per l’editoria: subitoL’informazione sarda è al tracollo. La crisi ha ridotto all’osso le capacità di spe-sa delle aziende, che investono sempre meno nelle inserzioni pubblicitarie su ra-dio, carta e tv, e i giornali - ad eccezione di quelli legati ai grandi gruppi editoriali, che godono di un trattamento privilegia-to - sono in grandissima difficoltà. Senza entrare nel merito delle vicende delle sin-gole piccole testate, ciascuna delle quali ha i suoi piccoli o grandi problemi, la si-tuazione generale è molto preoccupante. Il punto è questo: c’è un solo modo per rilanciare il settore, ed è la modifica della legge regionale che assegna i contribu-ti all’editoria. E’ un tema che Giovanni Maria Bellu, attuale direttore di Sardinia Post, sottolinea da tempo (il suo giornale ne ha scritto anche ieri, qui http://www.sardiniapost.it/politica/843-vogliono-bloccare-la-legge-per-l-editoria).

Viviamo nell’era dell’informazione digi-tale ma la Sardegna non si è ancora mes-sa al passo con i tempi: destina i propri fondi solo alla carta stampata e a quella radiotelevisiva. Sul web, invece, colpevol-mente nicchia. La materia è regolamentata da una legge obsoleta, la 22, che è nata nel 1998 - un secolo fa, tecnologicamente parlando - e mentre a parole i politici si sforzino da anni di renderla più moderna e soprattut-to più equa, nei fatti la lasciano sempre identica a se stessa: monca e inadeguata. Scegliere di riscriverla risolverebbe molti problemi. Ma bisognerebbe farlo subito, non solo annunciarlo.

Il puntodi Guido Garau

L’ultimo contributo erogato dalla Re-gione a sostegno della stampa periodica locale e delle emittenti radiofoniche e te-levisive, con delibera del 30 agosto 2011, ammontava a 675 mila euro. Di questi, 400mila sono finiti nelle casse della Rai regionale. Agli altri le briciole. Oltre a questo poco o nulla. Servirebbe cambiare rotta. Incoraggiare le piccole attività già esistenti e incentivare l’avvio di nuove.

Una norma rinnovata è già stata pre-sentata in Consiglio regionale, ma giace come dimenticata da mesi. Nasce per incentivare e sostenere la pluralità dell’in-formazione: garantendo ai piccoli editori l’abbonamento alle agenzie di stampa, l’ammodernamento e l’adeguamento tecnologico delle redazioni, il pagamen-to del canone di affitto degli spazi infor-matici. La nuova legge darebbe nuove garanzie ai giornalisti, perché favorirebbe forme di occupazione stabile e il rispetto dei con-tratti sottoscritti dalla Federazione nazio-nale della stampa.

Un limite della legge 22, oggi, è infat-ti quello che distribuisce sovvenzioni a

pioggia senza di fatto favorire la creazio-ne di posti di lavoro, ma limitandosi a in-centivare la nascita di nuovi giornali.

Un altro limite, che attualmente penaliz-za tutti tranne i grandi gruppi editoriali, è legato alla pubblicità istituzionale. La Re-gione dovrebbe teoricamente presentare ogni anno un piano di comunicazione istituzionale da sottoporre al parere del Corecom per essere poi approvato dalla Giunta, in modo da dare trasparenza alla pubblicità istituzionale. Di fatto questo non è quasi mai accaduto. Dalla nuova legge ci si aspetta che l’acces-so sia garantito a tutti i soggetti, e che ci sia più trasparenza nell’assegnazione delle pubblicità.

Bisogna aprire un nuovo capitolo del-la comunicazione, oggi più che mai c’è bisogno di garantire il pluralismo e la partecipazione democratica: premiare la capacità di innovazione di un’impresa editoriale, la buona occupazione e le start up di imprese giornalistiche innovative sarebbe un buon inizio.

Oggi assistiamo a un paradosso: esistono numerose realtà on line che di fatto, mes-se insieme, formano già un terzo polo informativo. Questi siti indipendenti hanno preso co-scienza di se scoperchiando la vicenda rom, quando all’improvviso, e per molti inaspettatamente, hanno fatto nascere una campagna di controinformazione e segnato un punto di non ritorno per l’in-

C’è un solo modo per rilanciare il settore:

è riscrivere la norma numero 22

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Lirico, se l’unica strada è il commissariamento

La storia del Teatro lirico di Cagliari è quella di un ente articolato e farraginoso, mol-to sindacalizzato. Una struttura che ha visto troppi periodi di gestioni fallimentari.In alcuni casi la complicità dei lavoratori, almeno di una parte, ha contribuito con il silenzio al precipitare degli eventi.Era l’11 agosto del 2003 quando il cda, riunito, senza numero legale, confermava per la seconda volta il sovrintendente Mauro Meli. Una nomina voluta dal sinda-co di allora, Mariano Delogu, e sostenuta da sindacati e lavoratori. Le polemiche esplosero subito: riscontrammo l’irregolarità della nomina e fu l’occasione per evi-denziare il disastroso buco di bilancio di oltre 234 miliardi di lire. Arrivò a Cagliari l’onorevole Rositani (An) che denunciò la gestione dell’era Meli, presentando un esposto alla Corte dei Conti e al ministero della Cultura.

Passarono i mesi e la Procura aprì diverse inchieste: alla fine Meli fu costretto ad andare via. Oggi la nomina della Crivellenti sembra una fotocopia della precedente. La grande differenza è il ruolo delle organizzazioni sindacali. Oggi le grida arrivano ai piani alti della politica sarda. Senza ombra di dubbio il sindaco di Cagliari Massi-mo Zedda ha imposto una scelta non condivisa, senza alcun dubbio le competenze sono da verificare. La violazione dello statuto della Fondazione sembra evidente, ma soprattutto c’è da pensare al futuro del Lirico, partendo dalle ottime competen-ze dei suoi lavoratori, per superare gestioni fallimentari passate. Se l’unica strada è il commissariamento, lo si faccia con coraggio.

Il guastafestedi Simone Spiga

GEMELLI DIVERSI

Jacopo CullinAttore

PifComico

Approfittare della moda dei flash mob per ottenere lavoro aggratis.“Sabato trentordici ottembre presso località “Medr’e boi”, FLASH MOB special BODDì PERDA.Venite tutti muniti di botte e di guanti da lavoro. Dalle 7 di mattino alle 19 di sera raccoglieremo pietre a cottimo senza fermarci. Fate girare”.

L’affrorismadi Enrico Secci

Due jeneridens

formazione sarda. Eppure per l’attuale legge regionale siti e riviste on line non esistono.

Intanto si fa difficile la vita anche per le emittenti tv. I contributi assegnati dal Mise, il ministero dello Sviluppo eco-nomico, e dal Comitato regionale per le comunicazioni - il Corecom, presieduto da Giorgio Atzori - sono ogni anno più esigui. Anche se gli importi restano co-munque significativi. Qualche numero? Sardegna tv ha ot-tenuto, rispettivamente, 3.034.601,00, 1.915.678,00, 1.751.606,00 per gli anni 2008, 2009 e 2010.

Nello stesso lasso di tempo Videolina ha avuto finanziamenti per 6.142.474,00 nel 2008, 4.537.387,00 nel 2009 e 3.923.615,00 nel 2010…

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P R I M O P I A N O

Anfiteatro romanoIl monumento si denuda

Via la legnaia,l’antica arena riscopre

il suo volto.Sarà in grado di accogliere

eventi più modestinel rispetto dei vincoli

archeologici

Anfiteatro romano ritrova la luce. E’ stato coperto nel 2000 con una megastruttura in acciaio e legno

per ospitare concerti rock e grandi even-ti. Trasformando un sito archeologico in arena concertistica amata dal pubblico e dagli organizzatori degli spettacoli. Ma causando gravi danni al monumento. E ci sono voluti anni, e tantissime solleci-tazioni di Sovrintendenza e Ministero hanno deciso di imporre la rimozione della “legnaia”, prima che Floris, ostag-gio del pressing dell’industria dei con-certi, decidesse di bloccare gli eventi sull’antica arena. Lo fece solo negli ultimi mesi della consiliatura. E a Zedda non rimarrà altra possibilità che confermare

definitivamente la decisione già assunta dal predecessore e avviare lo smantella-mento della struttura. Così oggi l’arena è di nuovo visibile al pubblico.

La legnaia (tre anelli che riproduceva-no le antiche gradinate per una capien-za pari a 5 mila spettatori e poi servizi igienici, biglietteria, camerini e spogliatoi e depositi) all’Anfiteatro romano ven-ne autorizzata nel 1998. Un intervento definito in tutti gli atti disponibili “tem-poraneo e reversibile”, dalla Soprinten-denza ai Beni archeologici che dava la validità di 5 anni all’autorizzazione pae-saggistica. Dopo il 2000 la Soprinten-denza cagliaritana invitava il Comune “a

L’di Ennio Neri

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provvedere, con la consentita sollecitu-dine, alla restituzione del monumento alla naturalità del contesto archeologi-co”. E il Tar Sardegna, il 24 febbraio 2006, accoglieva le ragioni del Soprin-tendente. Ma per anni nulla si muove. Finché alla fine del 2010 Marco Minoja, nuovo Sovrintendente ai Beni archeolo-gici chiama l’allora assessore comunale alla Cultura Giorgio Pellegrini a un so-pralluogo all’Anfiteatro.

Questi si rende conto delle cattive con-dizioni del monumento e stoppa la sta-gione dei concerti all’interno del monu-mento, beccandosi le lamentele di gran parte del mondo politico cagliaritano.

Ma il documento che condanna a morte la legnaia arriva il 23 marzo 2011: è la relazione degli ispettori dell’Iscr (Istituto superiore per la conservazione e il re-stauro) e del Mibac che certifica che “è da escludere la possibilità di risanare il legno con l’uso di biocidi, impermea-bilizzanti, ecc., tantomeno quella di ri-pristinare la funzionalità delle strutture, che non possono più essere considerate affidabili per la destinazione d’uso origi-nariamente progettata, con conseguenti rischi per la sicurezza delle persone così come, nell’eventualità di cedimenti, per la conservazione delle strutture antiche sottostanti”. Gli spettacoli si trasferisco-no alla Fiera nel 2011 e alla nuova Are-

na Sant’Elia l’anno successivo. E pochi mesi fa la Giunta Zedda ha approvato un progetto per lo smantellamento dell’allestimento in legno (palco, platea e primo anello) dell’Anfiteatro. A ottobre il primissimo step (via palco e platea) e entro due anni spariranno tutti e tre gli anelli (i fondi sono già in cassa). E in fu-turo ci sarà un nuovo spazio per gli spet-tacoli. In grado di accogliere eventi più modesti (2/3 mila persone) e sistemato in modo perpendicolare rispetto all’at-tuale assetto, con la antiche gradinate sulla sinistra e l’Orto botanico, e il Golfo sullo sfondo, a destra.

Anfiteatro Romano.

Nelle prime due foto in alto

uno spettacolo d’Opera lirica

intorno agli anni ‘30 ed uno

nei tempi recenti.

Nella terza foto, i sotterranei

dell’Anfiteatro

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na guerra con gli ambientalisti, chiusa col ritiro della delibera di gennaio e con la riapertura del par-

co. E un’altra coi privati (Coimpresa e gli altri) che minacciano di chiedere i danni all’amministrazione e di riprendersi il parco archeologico se l’accordo di pro-gramma dovesse saltare. Tuvixeddu è una delle spine più pungenti nel fianco del sindaco.

La crisi è esplosa nel gennaio scorso, quando la Giunta Zedda approva una delibera che, attraverso un complicato meccanismo burocratico, dà il via libe-ra al cemento. In che modo? Dando mandato al sindaco di trattare la prati-ca di Tuvixeddu con Regione e Sovrin-tendenza, ma “tenendo conto” del puc (piano urbanistico comunale) attuale. E siccome il puc attuale recepisce in pieno l’accordo di programma del 2000, che

R E P O RTA G E

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La guerra con gli ambientalisti e quella con i privati. Ecco perché la nuova giunta non è ancora riuscita a sbrogliare la matassa

Quel pasticciaccio bruttodi Tuvixeddu

prevede villette e palazzi accanto alla ne-cropoli punica di Sant’Avendrace, la de-cisione si configurava, di fatto, come un sostanziale via libera al cemento, anche perché limitava la tutela integrale dell’a-rea al vincolo ministeriale (pochi ettari).

Gli ambientalisti contestano dura-mente il provvedimento e perfino la maggioranza rischia di spaccarsi (par-te di Sel minaccia il voto contrario). Il provvedimento, tuttavia, non arriverà mai in consiglio. L’esecutivo farà poi contenti gli ecologisti ritirandosi dal ri-corso contro il vincolo minerario posto su via Is Maglias e sul “canyon” dalla So-printendenza e col via dell’adeguamento del puc al ppr (piano paesaggistico re-gionale) che dovrebbe rendere Tuvixed-du inedificabile e mesi dopo, l’assessore all’Urbanistica Paolo Frau in aula dichia-ra la delibera “superata”. Ma si riapre il

fronte coi privati che aspettano le con-cessioni edilizie per costruire. Se saltasse l’accordo potrebbero arrivare pretese risarcitorie milionarie (anche se c’è una teoria che vede già chiuso il vecchio con-tenzioso sugli espropri di via Castelli) e, soprattutto, i privati rientrerebbero in possesso del parco archeologico. Co-stringendo l’amministrazione a riacqui-stare i terreni a un prezzo molto più alto, a causa dei lavori effettuati nel sito.

Pochi mesi dopo “l’incidente”, Zed-da apre il parco alla città e ricompone il contrasto. Migliaia i visitatori che per prima volta scoprono il cimitero punico di Cagliari e i resti dell’acquedotto roma-no. E l’amministrazione ha poi deciso di mandare avanti, anche se con modifiche che tendono a ridurre drasticamente l’impatto dei lavori, il progetto del parco. L’ultima conferenza di servizi si è svolta a settembre. Numerose “fioriere” (i mu-raglioni oggetto di un processo penale a carico di funzionari del Comune e della Sovrintendenza) saranno demolite e ri-modellate. E il parco sarà arricchito con piante autoctone. Ma gli ecologisti man-tengono i fari puntati su Zedda anche su altri fronti: il piano particolareggiato del centro storico, la riqualificazione di Calamosca e il parcheggio multipiano interrato tra via Cammino Nuovo e via Santa Margherita.. (e.n.)

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FIno al 30 dicembre del 2013 la struttura sarà nelle mani del Cagliari calcio, ma il futuro dell’arena è già segnato.Vediamo come

Ecco cosa diventeràlo stadio Sant’Elia

ino al 30 dicembre 2013 sarà ancora nelle mani del Cagliari Calcio, ma

nel frattempo già si pensa al futuro dello Stadio di Sant’E-lia. Con una delibera di Giunta che promuove un concorso di idee in-ternazionale che tenga conto di alcune linee guida imprescindibili, proposte

F dall’assessore ai Lavori pub-blici Luisa Anna Marras. Prima fra tutte è la destina-zione d’uso del nuovo im-pianto: dovrà diventare «un moderno complesso sporti-

vo – si legge nella delibera - atto ad ospitare non solo la disciplina del cal-cio, ma servizi connessi al benessere e

allo sport, capace di garantire la mas-sima fruibilità per i cittadini nell’intero arco della settimana».

Nessuno stravolgimento sostanzia-le dell’attuale edificio esistente, nell’i-dea del Comune, ma alcuni interventi strutturali non invasivi che rendano funzionale lo stadio olimpico armo-

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L’ I N C H I E S TA

di Michela [email protected]

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nizzando, allo stesso tempo, col con-testo in cui è situato (fondamentale sarà tenere conto del nuovo porticcio-lo, dell’Arena Spettacoli e della pista ciclabile di prossima realizzazione, si osserva).

Fra i servizi auspicati nel documen-to, il ripristino della pista di atletica, degli impianti per la pratica sportiva e per lo spettacolo sia al coperto che all’aperto, strutture per la formazione e per la medicina sportiva, un centro congressi, uffici direzionali e sedi del-le associazioni, strutture legate allo svago e al benessere (fitness, sauna, beauty farm), strutture per la promo-zione e la diffusione della cultura (sale per esposizioni, mostre permanenti o temporanee), strutture commerciali specializzate legate alle attività spor-tive, servizi di ristorazione (ristorante, caffetteria) e servizi di ricezione turi-stica. Tutto nell’ottica di «finanziare

l’intervento con l’apporto dei privati, attraverso la concessione della gestio-ne dei servizi», come esplicitato nella delibera. Non potrà, tuttavia, aprirsi al commercio in stile “città mercato”, né a un’ipotetica struttura residenziale, proprio per la connotazione sportiva che lo caratterizza e lo contraddistin-gue.Altra clausola del concorso, il forte spirito “green” del nuovo stadio. Se-condo il documento, condicio sine qua non del progetto dovrà essere l’utilizzo di nuove tecnologie per il ri-sparmio energetico: unica libertà con-cessa al progettista, su questo punto, è la tipologia di impianto.

Impossibile, al momento, conosce-re una data di scadenza del concorso, ma è facilmente intuibile che tanti progettisti saranno già chini su tavoli e pc a lavorare sul nuovo stadio olimpi-co dei cagliaritani.

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avoratori non reintegrati in bar-ba alla legge regionale, il piano del parco che non arriva e assun-

zioni a chiamata “anche di parenti di assessori della Giunta di Quartu”. E poi lo stop agli studi nell’area, i pro-getti (lo stadio) che fanno a pugni con gli equilibri ambientali e tanto, tanto, degrado. Insomma come dico-no i precari che nei mesi scorsi han-no occupato la sede della direzione: “Il parco di Molentargius è un ces-so”. E ora i lavoratori e i consiglieri comunali (Paolo Casu, di Cagliari, ma anche Lucio Torru, Quartu, en-trambi del gruppo misto) chiedono al sindaco Zedda (vicepresidente del Parco) di “alzare la voce”, di ribaltare gli equilibri in seno al cda, cambiare il direttore del parco e avviare un nuo-vo corso. Dal 31 marzo 2012 i contratti di tut-ti i lavoratori (tecnici ed operai) del Consorzio del Parco sono scaduti e dal 2 aprile, dieci dei lavoratori rima-sti senza contratto, hanno dato vita ad una vertenza sindacale che ha anche portato all’occupazione del-la Sala conferenze dell’Edificio Sali Scelti per 79 giorni. Interviene la leg-ge regionale del 13 giugno 2012, che dispone a favore del Parco 1,6 milio-ni di Euro annui, a condizione che

Degrado e clientele:“Il parco di Molentargius è un cesso”

Situazione stagnante da anni. Lavoratori e politici rivolgono un appello al primo cittadino perché “alzi la voce” per cambiare il direttore e avviare un nuovo corso. di Oscar Deligia

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F O C U S

vengano rinnovati i contratti per sei mesi al personale precario da marzo, ed entro 150 giorni dalla pubblicazio-ne della Legge si definisca la pianta organica del personale secondo le reali esigenze del Parco. Ma l’ Ente rinnova il contratto per 2 mesi solo a 11 dei 23 impiegati a cui era sca-

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duto il contratto a marzo e l’agenzia interinale individuata dal Parco per il rinnovo dei contratti, ha escluso dalla stipula dei contratti di lavoro, tutti i dieci precari che avevano por-tato avanti la vertenza, a causa di una legittima impugnazione dei contratti scaduti che avevano avuto una conti-

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nuità ben superiore a quella prevista per legge. Ma è dagli ultimi due anni, secondo i lavoratori e anche alcuni politici, che la gestione del Parco è stata quella di limitare, ridurre e quindi eliminare gli studi sulle specie e sugli habitat, a favore di una sempre più spinta e poco ragionata fruizione del territo-rio, causa principale del disturbo che è poi sfociato in drammatici episodi. L’hanno sottolineato anche i consi-glieri regionali di centro sinistra che in una conferenza stampa del 24 luglio mettevano a fuoco la crisi di Molentargius: soprattutto sulla man-canza di strumenti di pianificazione e gestione del Parco (e del persona-le), “causa di emergenza ambientale di progressivo abbandono del com-pendio e danni concreti all’avifauna, come la moria di numerosi pulcini di Cavaliere d’Italia (effetto della mol-tiplicazione dei punti di accesso al Parco senza prevedere adeguati stru-menti di mitigazione) e l’incendio dello stesso mese che ha provocato danni evitabili, per la mancata manu-tenzione e verifica di funzionamento dell’impianto antincendio, alla vege-tazione in prossimità della sponda del Bellarosa Maggiore, interessando decine di nidi e incenerendo ettari di fascia arborea protettiva”.

Antonello Secci del Wwf ha ricor-dato al legge scempia-stagni appena approvata e la decisione di costruire lo stadio di Is Arenas proprio a po-chi passi dall’area protetta, mentre il consigliere comunale di Quartu Lu-cio Torru ha denunciato “l’impiego di parenti di assessori della giunta

quartese nel parco” e di aver paga-mento politicamente (con l’uscita dal gruppo Pdl) la denuncia. Paolo Caus ha presentato alla stampa la mozio-ne votata in consiglio comunale che mira promuovere “l’immediato rein-tegro dei dieci lavoratori discriminati e rimasti senza il rinnovo del con-tratto”. Non solo. Casu invita Zedda “a interrompere il silenzio politico, affinché possa essere affrontato e

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superato l’attuale grave e sempre più acuto disagio ambientale e sociale”. Casu chiede anche a un’adeguata do-tazione organica che rispecchi le reali esigenze del Parco e la sua organizza-zione funzionale e che non lasci spa-zio a facili pratiche clientelari. Con l’obiettivo prioritario di salvaguarda-re l’equilibrio naturalistico del Parco, anche per non compromettere gli in-genti investimenti sull’oasi.

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Negli storici quartieri di Marina e Stampace si continua a combattere la guerra tra chi vuole animare le serate e i residenti in cerca di pace. di Alessandra Ghiani

L A Q U E R E L L E

Sabato 15 settembre ultimo scorso, si è consumata in Marina e Stampace un’al-tra notte di autentica inciviltà urbana: i

disgraziati residenti sono stati tenuti svegli sino alle 5:00 del mattino da una moltitudi-ne di persone che con urla e schiamazzi han-no messo a dura prova la pazienza di tutti, anche quella degli incauti passanti. Oramai i quartieri di Marina e Stampace sono terra

“ di nessuno (…) Signor Sindaco, devo con-statare ancora una volta che il richiamo a Lei più volte indirizzato (…) So bene che anche questo appello cadrà nel nulla perché l’assenza di un minimo di progetto organico di qualificazione e sviluppo del centro storico viene occultata con una politica di distrazio-ne di massa (…). Lei tiene un permanente comportamento omissivo che (…) favorisce

consapevolmente una delle forme più subdole di inquinamento: quello acustico (…)”.

Marco Marini, presidente del comitato di Marina e Stampace “Rumore no gra-zie”, firma il 17 settembre l’ultima di una lunga serie di lettere indirizzate a Sindaco, assessori, consiglieri e, per conoscenza, al Prefetto di Cagliari.

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Spina nel fianco, per Zedda, quella delle proteste per le serate un po’ troppo chias-sose e irriverenti mai regolamentate in maniera decisa nei quartieri della Marina e Stampace. Secondo gli abitanti, la tol-leranza del primo cittadino nei confronti dei gestori dei locali che, con sedie e tavo-lini, occupano oltremodo le già strette vie dei quartieri storici, e i nuovi interventi di pedonalizzazione delle stesse aree, avreb-bero fatto crollare ai livelli minimi la vivi-bilità dei rioni in centro città.

Il comitato Rumore no grazie, nato nel settembre del 2011 e dichiaratosi apartiti-co, nasce da un’esigenza di riqualificazione ambientale, sociale, culturale ed economi-ca del centro storico.La delegazione si pone come principale obiettivo quello di combattere l’inquina-mento acustico e ambientale causato dalle attività di ristorazione all’aperto, da quelle che fanno uso di strumenti sonori di qua-lunque natura, di impianti di condiziona-

mento e di canne fumarie fuori norma.Appare inoltre indispensabile ristabilire le condizioni di normale sicurezza com-promesse dalla pedonalizzazione delle strade che impedisce il passaggio flui-do dei mezzi di soccorso e delle forze dell’ordine.

Possibile che l’unica via accettabile

per la crescita economica di un quar-tiere sia quella che tiene conto del solo parere dei commercianti prescindendo dall’ascolto delle esigenze dei residenti ed escludendo la possibilità di un accordo condivisibile da entrambe le parti?

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I L C A S O

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Il Poetto che cambiaancora lavori in corso

ul lungo mare una pioggia di mi-lioni, il Poetto cambiaDalla nuova Marina Piccola al

centro benessere dell’Ospedale Mari-no, passando per il lungomare pedo-nalizzato. O magari arrivando ai nuovi baretti in bici o con la metroleggera. Sembra un futuro irraggiungibile, ma una pioggia di milioni sta par cadere sul Poetto. E la spiaggia è destinata così a cambiare volto. Molto presto.

Lungomare. Il progetto per la riqua-lificazione del lungomare ha superato l’ultimo scoglio (il via libera degli uf-fici tecnici regionali) e sta per andare in gara. La strada (da Marina Piccola all’Ottagono) sarà lastricata, pedona-lizzata e affiancata da una pista cicla-bile di 3, 2 km. Ci saranno poi le sta-zioni per il parcheggio delle biciclette private a quelle per il bike sharing. E poi arredi urbani (panchine e fontane), illuminazione pubblica e progettazio-ne del verde nuovi di zecca.

S L’importo previsto, quasi 13 milioni di euro. La stessa somma è stata stanzia-ta da Floris. Ma nella scorsa consiliatu-ra il centrodestra non ha mai ottenuto l’ok della Regione e Zedda ha recupe-rato in extremis i fondi. La conclusione dei lavori prevista en-tro l’estate del 2014.

Ospedale Marino. Il progetto (lavori aggiudicati alla ditta Prosperius di Fi-renze) mira a trasformare il rudere in centro di riabilitazione di alta specia-lità e un centro benessere. Al piano terra si troveranno mense, le lavande-rie e i locali per i servizi tecnologici e sul lato opposto (rivolti verso il mare) la palestra, le piscine coperte e la zona trattamenti, mentre le funzioni idrote-rapiche ed elioterapiche si troveranno nel solarium (con vista su spiaggia, mare e Sella del Diavolo). Al primo e al secondo livello le camere per la degenza (la mensa rivolta al mare). Mentre all’ultimo piano si troverà il

Centro benessere. All’esterno, collega-to da percorso di tende e ombrelloni, le zone per la ristorazione e la piscina per la ginnastica acquatica. Lavori a termine entro due anni.

Marina Piccola. Stanno invece per concludersi i lavori per Marina Pic-cola, dove, grazie a uno stanziamen-to complessivo di 1,9 milioni di euro, sarà risistemato il porticciolo. Le opere prevedono un riassetto e abbellimen-to con materiali di pregio soprattutto della strada d’ingresso e della passeg-giata verso il porticciolo turistico. Saranno ricostruite nuove recinzioni in pannelli di legno iroko ed elementi in tela metallica e acciaio ad uso ar-chitettonico, nella nuova recinzione saranno ricavate cinque panche in cemento legno con tavolini e si pre-vede il riordino del servizio igienico ‘’casotto antico’’. Si costruiranno i marciapiedi, oggi inesistenti, nei trat-ti lato mare e lato monte. Infine sono previsti due nuovi pontili in legno, di 16 e 21 metri, e l’allungamento dello scivolo in calcestruzzo sul molo mar-tello a supporto delle attività dei grup-pi sportivi. Panche metalliche, salva radici, cestini prefabbricati, fontane e verde arrede-ranno le nuove opere. Lavori conclusi entro l’anno.

Dalla nuova Marina piccola all’Ospedale marino sono tanti i progetti di riqualificazione dell’area. In mezzo la questione risolta dei chioschetti: smontarli o lasciarli in piedi?

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Prima domenica senza amianto, i cagliaritani riscoprono il Poetto”. Titolavano così molti quotidiani, il

5 agosto scorso, la notizia che i lavori di bonifica dall’amianto erano final-mente terminati. Dopo aver rimosso circa 350 chili di amianto, per un totale di 40.000 frammenti, l’amministrazio-ne comunale si era impegnata a moni-torare lo stato della sabbia e dell’aria con l’obiettivo di proteggere il Poetto e la salute dei suoi frequentatori. Ma, a oggi, mentre i primi smantellamenti dei baretti sono nell’aria, in che stato di salute versa la costa cagliaritana?

Hanno frequentato, i più assidui, un arenile sano e privo di rischi? A una perlustrazione superficiale i risultati non sono confortanti. Ai bordi esterni della spiaggia, in prossimità dei chio-schi, molti residui a volte anche di dimensioni considerevoli sono anco-ra facilmente rinvenibili. É possibile che una spiaggia in cui la presenza di cemento-eternit è ancora così eviden-te, sia davvero così sicura? Quello che viene spontaneo chiedersi è se la bo-nifica conclusasi da ormai più di due mesi, e con una spesa totale di trecen-tomila euro, sia stata sufficiente a recu-perare la salubrità del Poetto.Il Comune, allarmato da un video dif-fuso in rete, ha messo a disposizione

un’equipe di polizia ambientale che interviene a chiamata. L’eternit, segna-lato dai cittadini che lo trovano, viene così incapsulato e raccolto. I numeri per le segnalazioni sono indicati ne-gli appositi cartelli posizionati lungo la spiaggia. L’eventuale presenza di frammenti di materiali potenzialmente contenenti amianto non comporta ne-cessariamente un pericolo per la salute dei fruitori dell’arenile se il materiale è in buone condizioni e non viene ma-nomesso (…)”. Recita così l’ambigua segnaletica. L’eternit presente in spiag-gia però è spesso frammentato e di si-curo non in buone condizioni, come può non rappresentare un pericolo? “I frammenti non devono assolutamente essere manipolati, solo così si esclude

il rischio di contaminazione” specifi-ca Claudia Madeddu, dirigente presso l’ufficio igiene del suolo al Comune di Cagliari.

L’aria è costantemente monitora-ta con apposite centraline che tutti i giorni, più volte al giorno, vengono posizionate in spiaggia. Secondo i ri-sultati dei rilevamenti l’aria del Poetto è sicura, non c’è rischio di contamina-zione nemmeno sotto forte maestrale. A patto che i cocci non vengano toc-cati quindi pare non ci siano pericoli. Spesso però ragazzi e bambini gioca-no sull’arenile rischiando di smuoverli e urtarli. Che evitare giochi e attività in spiaggia sia la soluzione per una sicu-rezza totale? (a.g)

La bonifica infinitadi una spiaggia sfregiataNonostante i lavori di questa estate restano ancora frammenti di amianto nella quarta e quinta fermata. Siamo andati a vederecome stanno le cose

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S P O RT

arebbero dovuti esse-re i quartieri modello di Cagliari. Quelli in

cui di giorno i genitori portano a spasso i bambi-ni senza la paura delle auto che sfrecciano accanto, quelli in cui la sera ci si incontra per bere e mangiare con gli amici e ascol-tare un complessino che suona dal vivo.

Pedonalizzazione, zone a traffico li-mitato e movida notturna gli strumenti per trasformare i vecchi rioni da quartieri ghetto, brutti di giorno e pericolosi la not-te, in nuovi spazi da vivere in modo più condiviso. Il progetto, iniziato dalle pre-cedenti giunte comunali, ma avuto un’ac-celerata nella gestione Zedda che ha scelto la Marina come quartiere elettivo,

S

Fuga da Marina e Villanovain un anno spariti oltre 220 residenti

sembra sia miseramente fallito.

Secondo il monitoraggio del Piano particolareggiato del Cen-tro storico la popolazione resi-

dente nei quartieri storici risulta, nel com-plesso, diminuita di un centinaio di unità in un anno, per l’esattezza sono 135 i ca-gliaritani che hanno abbandonato i vecchi rioni. Lo spopolamento riguarda proprio i quartieri su cui più si è puntato e mag-giori sono stati gli interventi del Comune in questi ultimi mesi: Marina e Villanova.Nel rione che dal porto arriva sino al Bastione Saint Remy sono 81 gli abitan-ti fuggiti verso altre zone di Cagliari e dell’hinterland. Ma è soprattutto da Villa-nova che sono spariti oltre 160 residenti. In controtendenza i quartieri storici dove

meno invasive sono state le scelte riguar-do la viabilità attuate dal Comune. Ca-stello è passato dai 1.432 del 2010 ai 1.471 del 2011 (+ 96) ed è cresciuto anche Stampace con 68 abitanti in più (6.643 del 2011 contro i 6.575 del 2010).

Le cause della fuga sono facilmente riconducibili alle restrizioni al traffico e l’impossibilità, per alcuni, di contare sul parcheggio sotto casa: entrambi i rioni che si sono spopolati hanno conosciuto tra il 2010 e il 2011 diverse pedonalizza-zioni: via Sulis e strade limitrofe a Villa-nova, via Dettori, via Napoli ed altre alla Marina. Castello e Stampace non hanno invece subito le stesse restrizioni per le auto. Quartieri belli da vedere, meno da vivere. Vie, piazze, locali pieni di turisti,

Sempre meno vivibili i quartieri che nelle intenzioni del Comune dovevano essere d’esempio per tutta la città. Rioni belli da vedere, meno da abitare

di Carlo [email protected]

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ma con sempre meno residenti. Mentre i rioni si spopolano, si registra dall’altro lato un incremento dei pernottamenti in strutture alberghiere e bed & breakfast del centro storico: 185.758 nel 2011 con-tro le 142.072 del 2010.

Nell’ultimo anno non risultano realiz-zati interventi pubblici infrastrutturali di sostegno alle trasformazioni imposte nei quartieri. E proprio l’assenza di questi interventi sono segnalati come elementi critici dal Piano.

Rende bene l’idea del disagio dei resi-denti del centro storico un commento di un lettore apparso sul nostro sito cagliaripad.it. Così ci ha scritto Mauro

Branca: “Dopo una vita passata in Via Piccioni nel rione Villanova, mio padre ha messo in vendita la casa dove ha cresciuto la sua famiglia e dalla quale non sarebbe MAI voluto andare via. Ma la pedonalizzazione del rione lo ha reso prigioniero del comune e del sindaco. L’impossibilità di fatto di riceve-re le visite di parenti e amici e degli adorati nipotini lo ha convinto (se pur molto a malin-cuore) a scappare da un posto irraggiungibile. La ZP di Villanova è immensa, priva di un servizio base come il bus navetta, ingiustifica-ta (non sono presenti nel rione edifici storici di pregio come potrebbe essere in Castello). Per chi vuole andare a trovare i propri cari che sono “reclusi” all’interno del rione-carcere la cosa è molto difficile. Avere ospiti a pranzo o a cena per chi abita nella colonia pe(do)nale

è un serio problema perché trovare un posto dove lasciare l’auto per il visitatore diventa una vera scommessa. L’abbandono da parte degli abitanti storici finirà per uccidere la par-te più culturale di Villanova: il modo di stare insieme dei suoi abitanti storici, un modo di stare assieme fatto di porte sempre aperte, di scambi di cortesie, di “cicciarrate” tra comari da un balcone ad un altro, di piatti di cibo scambiati tra vicini, e di una serie di rapporti più o meno complessi che creano una vera e propria anima di quel rione. Con la Zona pe(do)nale, per valorizzare dei palazzi senza particolare pregio si sta uccidendo una cul-tura che avrebbe un valore molto superiore”.

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L A V O C E C O N T R O

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Un centrosinistra senza un’idea di sviluppo per la città”. Intervista al capogruppo del Pdl in Consiglio

comunale critica duramente l’attuale coalizione al governo di Cagliari. E di-fende il caso dell’anatra zoppa: “Non è una sconfitta”.

Partiamo dall’attualità. In questi giorni il sindaco Zedda è nella bu-fera per la nomina del sovrintenden-te del Teatro Lirico. L’opposizione avanzerà proposte?Il teatro lirico è la principale industria culturale sarda. La vicenda ha assunto contorni kafkiani, il sindaco si è posto in una posizione arrogante: prima ha par-lato di concorso internazionale di idee, poi ha pubblicato un bando per attrarre le manifestazione di interesse infine ha scelto con l’intuitu personae come se il sovrintendente fosse un assessore. Ep-pure non era difficile individuare una fi-gura per guidare il teatro viste le doman-de di alto profilo, e di una levatura ben differente rispetto alla signora Crivel-

lenti, arrivate. Ora è necessario un piano industriale per mettere a frutto i milioni arrivati dalla Regione che consentirebbe-ro di ripianare il debito così come vanno impegnate le risorse disponibili per met-tere a regime il Parco della Musica.

Più volte in aula lei ha dato un giudi-zio negativo sulla Giunta. In partico-lare a suo parere dove sta sbagliando il centrosinistra? La lacuna principale è legata alla man-canza di un’idea di sviluppo della città. Si procede per tentativi in tutti i settori, la vicenda dei chioschi al Poetto è emble-matica. Sui rifiuti c’è stato un aumento della Tarsu per i cittadini ma nonostante ciò la città è più sporca, questo è sotto gli occhi di tutti. In generale la pressione tributaria del Comune fra Tarsu, Imu e addizionale Irpef è aumentata del 30% nel 2012 e salirà al 37% l’anno prossimo. In un momento di crisi come questo il Comune avrebbe dovuto stare più vici-no ai cittadini con politiche di sviluppo e lavoro.

Farris: “Giunta senza idee”Parla il capogruppo del Pdl in Consiglio comunale:“Si procede per tentativi in tutti i settori, la vicenda dei chioschi al Poetto è emblematica.E la pressione tributaria è aumentata”. di Andrea Deidda

Che idea si è fatto sulla nuova gestio-ne della cultura in città? L’assessore è riuscito a fare un bando per i centri culturali della città dove ha ri-chiesto il titolo di studio della laurea per il management della Vetreria. Per gestire la Vetreria è necessaria la laurea, per il Lirico no. Il regolamento sui contributi alle associazioni di spettacolo, approvato in commissione Cultura, è un altro tas-sello del nuovo corso: si stabilisce che a dare i contributi sia una commissione composta da persone esterne all’ammi-nistrazione e retribuite, che magari ver-ranno scelte con l’intuitu personae. Mi sembra una follia.

Sotto: Giuseppe Farris

Nella pagina di destra: Un momento dell’ultima

campagna elettorale per le Provinciali

di Cagliari. Farris con il giornalista Vito Biolchini

(al centro) e Graziano Milia

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Andiamo per temi: stadio Sant’Elia. Il centrodestra ha una proposta al-ternativa al concorso di idee?Dal momento della predisposizione del bando alla conclusione dell’iter passe-ranno alcuni anni, l’intera consiliatura, il Sant’Elia nel frattempo cadrà a pezzi. Noi chiedemmo di mettere a gara il di-ritto di superficie e crediamo che si deb-ba fare di tutto per trattenere il Cagliari Calcio al Sant’Elia.

Anfiteatro romano. Anche alla luce della posizione tenuta dalla sovrin-tendenza ai beni archeologici nel corso degli anni, la Giunta ha dato il via allo smantellamento delle tribu-ne in legno. Bisogna essere realistici: dopo la chiu-sura dell’anfiteatro la città è stata privata di un fatturato che fra introiti diretti e indotto garantiva circa 5 milioni di euro annui. L’anno scorso non ci sono sta-te manifestazioni, quest’anno invece gli eventi portati all’arena concerti sono stati pochi. E’ stata accontentata una frangia di cittadini, ovvero quella mi-noranza che si è stracciata le vesti per la chiusura dell’anfiteatro.

Poetto. Sulla base delle prime riu-nioni della commissione d’indagine sull’amianto, cosa si aspetta? L’attività della commissione è secretata, i resoconti non possono essere divulga-ti fin tanto che non verranno conclusi i lavori. Tuttavia sono già emersi elemen-ti che non erano nella disponibilità del consiglio comunale e dunque ancora non di dominio pubblico.

A livello politico in Consiglio comu-nale è capitato che l’opposizione non si sia presentata unita, ad esem-

pio sul registro per le unioni civili. Oggi esiste un centrodestra compat-to oppure no? Per primo ho detto che su temi dei di-ritti civili ci deve esser libertà di coscien-za. L’opposizione è una coalizione di centrodestra, è capitato che ci sia stata una differenziazione di voto su aspetti marginali ma questo capita anche al cen-trosinistra. L’opposizione è unita e per-segue gli indirizzi per cui è stata eletta.

A inizio consiliatura come centrode-stra avete cavalcato la vicenda dell’a-natra zoppa ma alla fine ad avere ragione è stata la maggioranza. Fa-rebbe di nuovo le stesse scelte?Chiariamo: non c’è stata nessuna scon-fitta del centrodestra tanto meno nessu-na vittoria del centrosinistra, va rispetta-ta la sentenza. Ho detto da subito che l’anatra zoppa è un concetto politico e non giuridico. A prescindere dal fatto che si potesse eleggere il consiglio co-munale al primo turno ciò che conta è che il 53% dei cagliaritani ha votato liste di centrodestra, se poi il meccanismo di conteggio è diverso questo è un altro

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discorso. I consiglieri comunali del cen-trosinistra sono stati eletti da una mino-ranza della città.

In prospettiva come vede il futuro del Pdl a livello nazionale e locale? A livello centrale mi sembra inevitabile che il partito si stia incamminando verso una profonda rivisitazione. Questo pa-ese ha comunque bisogno di un gran-de partito capace di aggregare l’area dei moderati. Auspico che si abbia la capa-cità di mettere in piedi soggetti politici alternativi, tenendo conto che nessuno è finora riuscito a inventare un’alterna-tiva ai partiti. A livello locale il processo è identico ma subisce necessariamente l’influenza che proviene dal modello centrale.

In vista ci sono le elezioni regionali e nazionali, dopo le provinciali del 2010 ha intenzione di candidarsi per altri ruoli di primo piano? Ha ricevu-to proposte?Non ho pensato a nulla di ciò. Sono abituato ad essere candidato, non a candidarmi.

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L A V O C E A FAV O R E

l Partito Democratico non chiede alcun cambio nella giunta Zedda. Il capogruppo del maggiore partito in

Consiglio comunale mette a tacere le voci di chi all’interno del partito aveva solle-citato un cambio negli assessorati. Ma al tempo stesso mira a ottenere più spazio nelle scelte di governo e rilancia: subito il piano industriale al Lirico.

Una delle grane per il sindaco nel-le ultime settimane è la nomina del

Davide Carta: “Il Pd non ha chiesto alcun rimpasto”

sovrintendente del Teatro Lirico. Il Partito Democratico da subito ha contestato la scelta. In che modo ora il Pd cercherà di dare la sua impronta all’azione della Giunta?“Il Pd ha criticato la nomina per il me-todo seguito e per il profilo prescelto. Intendiamo dare linee di indirizzo chiare sull’azione del Teatro lirico che dovranno essere portate avanti dal sindaco e inter-pretate dal Cda e dal sovrintendente. Lo faremo con documenti che porteremo

anche all’attenzione dell’opinione pubbli-ca. Servono risposte sul piano industriale che va predisposto in pochi mesi, anche per recuperare il tempo perduto, ma pri-ma di tutto occorre un progetto artistico e culturale per ridare una nuova centralità al Teatro lirico nel sistema della cultura della città e dell’intera regione, mettendo al centro la lirica e la sinfonica ma apren-do al contempo, anche fisicamente, con le strutture del Parco della Musica, a un mondo della cultura più ampio. E’ imprescindibile la necessità di costru-ire un rapporto di collaborazione piena tra il presidente della fondazione, il nuovo sovrintendente e i lavoratori”.

La nomina di Marcella Crivellenti è avvenuta in modo trasparente?“La procedura è durata troppo. I curricu-lum sono arrivati il 22 giugno, dovevano essere valutati prima. Noi proponemmo di fare una short list dei nominativi e sentire le proposte di strategia da parte dei candidati individuati come più interessanti. Avevamo previsto un percorso nel quale si potessero anche interpellare i candidati e non fare affida-mento solo sulle carte. Questo metodo, che riteniamo utile svi-luppare per le principali nomine che il Comune deve attivare, crediamo che dia buoni risultati in termini di trasparenza e qualità delle scelte”.

I

“Chiediamo di avviare al più presto il bando per il porta a porta. Nell’immediato va ripristinata la pulizia quotidiana delle strade e aumentato il numero di cassonetti per favorire la differenziazione dei rifiuti”

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In tema di cultura alcuni consiglieri in maggioranza hanno avanzato criti-che, qualcuno ha parlato di rimpasto. Qual è la posizione del capogruppo?“Noi non chiediamo rimpasti, ma evi-denziamo al sindaco i punti per miglio-rare l’azione di governo: è quello che ab-biamo fatto su tutti gli ambiti di azione dell’amministrazione, compresa la cultu-ra. Su questo intendiamo andare avanti. Va costruita una più forte condivisione delle politiche, non di solo ascolto. Va esaltato il principio di sussidiarietà di coinvolgimento dei soggetti attivi nell’im-presa, nella cultura e nel sociale. In tal senso una prima azione concreta potreb-be essere l’assegnazione di locali e spazi per le associazioni”.

Come valuta il regolamento sui con-tributi agli operatori culturali e di spettacolo?Il regolamento sui contributi approvato in commissione, con le modifiche appor-tate, va nella direzione giusta di maggiore trasparenza. Sicuramente va intrapreso un discorso sulle risorse a disposizione, ci sono stati anni di tagli nel settore, per questo occor-re valutare come sia possibile recuperare ulteriori fondi”.

Un altro assessorato in difficoltà è

quello ai Servizi Tecnologici. La città è più sporca rispetto al passato: cosa chiederete alla Giunta?“Va anzitutto detto perché è sporca: l’ap-palto che stiamo gestendo, ereditato dalla precedente amministrazione, prevede significative diminuzioni nella frequenza della pulizia delle strade ed anche il mec-canismo di controllo sulle ditte era stato esternalizzato. Chiediamo di avviare al più presto il ban-do per il porta a porta. Nell’immediato va ripristinata la pulizia quotidiana delle stra-de e aumentato il numero di cassonetti per favorire la differenziazione dei rifiuti. Bisogna iniziare una forte azione di sensi-bilizzazione che prepari i cittadini alla rac-colta porta a porta e valutare la sperimen-tazione del servizio in alcuni quartieri (ad esempio alla Marina), realizzando anche isole ecologiche”.

Campo Rom, quale dev’essere il futu-ro dell’area?“Il terreno va bonificato, questo è certo. Prima però serve il piano di caratterizza-zione per capire il livello di contamina-zione di suolo e falda. L’altro concetto da tenere a mente è quello delle responsabi-lità: se io sono proprietario di un terreno e qualcuno ha messo un rifiuto o ha con-taminato i terreni, la legge prevede che io proprietario sia obbligato a bonificarlo a

meno che non si individui chi ha fatto il danno. Per questo ci sono le indagini della magistratura. Sul terreno comunale l’am-ministrazione deve fare la bonifica, così come per quanto riguarda i terreni privati se non dovesse essere individuata una re-sponsabilità oggettiva di terzi”.

Nelle scorse settimane in Comune è rimbalzata la proposta di una com-missione consiliare d’indagine“La proposta va valutata. E’ chiaro che una commissione andrebbe a sovrap-porsi alle indagini della magistratura. Per questo è un passaggio da valutare con attenzione”.

Durante la riunione della direzio-ne del partito lei ha annunciato un maggiore controllo sulle delibere di Giunta“Troppo volte le delibere sono state portare all’attenzione della maggioranza all’imminenza dell’inserimento all’ordine del giorno dell’Aula. Su alcuni temi abbia-mo bisogno di maggiore condivisione e collegialità, a priori, sui principi dei pro-getti e degli atti amministrativi che inten-diamo realizzare. E’ importante condividere i principi in linea generale, con punti precisi, soprat-tutto sulle delibere importanti”.

A proposito di delibere, quella su Tu-vixeddu venne ritirata. Ora come si procede?“Su Tuvixeddu la questione riguardava proprio il testo della delibera che si pre-stava a interpretazioni differenti, questa era le criticità maggiore. Credo si stia la-vorando a un nuovo testo, più asciutto, che va a inquadrarsi nel contesto più ge-nerale dell’adeguamento del Puc al Ppr. Credo che potrà essere uno dei prossimi atti dopo l’approvazione del Pul”. (a.d.)

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Sto migliorando, ora mi trovo a Mi-lano e faccio fisioterapia tutti i gior-ni due volte al giorno in ospedale.

Avanti e indietro, è molto stressante ma tengo duro. Dopo un altro intervento, riuscitissimo, la mano inizia a muoversi di più e meglio, i medici e le fisioterapiste che mi seguono sono i migliori e mi stan-no facendo lavorare al massimo. I risultati pian piano si vedono”.

Valentina Pitzalis, roccia come la chia-mano i suoi sostenitori, era miracolosa-mente sopravvissuta alla follia del suo ex marito, Manuel Piredda che, il 17 aprile 2011, dopo averla attirata a casa sua con un pretesto, le aveva dato fuoco dopo averla cosparsa di kerosene. Lui poco dopo si era suicidato lasciandola con un viso e con un corpo martoriati.

L’avevamo incontrata esattamente un anno dopo e sognava una protesi per la mano persa quel terribile gior-no. Ora, a distanza di cinque mesi da quell’incontro, Valentina ci fa sapere che sta facendo passi da gigante, con i medici che la seguono ma soprattutto grazie al suo inesauribile coraggio. La sua mano destra, quella sopravvissu-ta alla devastazione delle fiamme, con continue operazioni delicatissime che intervengono su tendini e muscolatura, inizia a riacquistare mobilità.

Valentina Pitzalis, sopravvissuta al terribile incendio di Baccu Abis, continua la sua lotta per l’indipendenza. Ecco come aiutarla. di Alessandra Ghiani

Tra Carbonia e Milano tutta la sua vita trascorre nella riconquista di un’esi-stenza normale.Tra tutte le sue incertezze e paure è co-munque lei a far coraggio a tutti quelli che la seguono. Non è di certo sola, infatti, Valentina e, a giudicare dal nu-mero di persone che la sostengono e la seguono nella sua pagina Facebook Un sorriso per Vale, non lo sarà mai. Sono infatti 72000 i suoi sostenitori sul social network e continuano a crescere in maniera esponenziale.

“Sto migliorando, è dura ma non mollo”

Grazie alle donazioni che continua-no ad arrivare in suo favore può conti-nuare ad essere percorsa la strada della guarigione (fisica). Da maggio scorso la fondazione Doppia Difesa, che sup-porta le vittime di violenza e discrimi-nazioni, l’ha voluta sotto la sua ala e ha portato il suo caso all’attenzione di tutta la nazione. Con al suo fianco Michelle Hunziker e l’avvocato Giulia Buongior-no, istitutrici della fondazione, Valentina riuscirà presto a raccogliere i centomila euro necessari per l’acquisto della pro-tesi mioelettrica per la sua mano sinistra e continuare le cure per la riabilitazione dell’altro arto. Intanto gli amici di Su-perhabily le hanno regalato una protesi provvisoria.

Chiunque volesse aiutarla può visitare il sito di Doppia Difesa o iscriversi alla pa-gina fan Facebook: Un sorriso per Vale .

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2020 VISIONS

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all’ 1 al 4 novembre si terrà a Luc-ca la nuova edizione del Festival internazionale del Fumetto, del

Gioco e dell’Illustrazione. La manife-stazione raggiunge quest’anno la sua decima edizione e sarà l’occasione di presentazione oltremare della Green-CommServices Srl.

La giovane casa editrice infatti, ma-dre di Cagliaripad e Vendesi, presenta in esclusiva per l’Italia il volume che rac-coglie la maxiserie 2020 Visions, ancora inedita nel nostro paese. 2020 Visions è un’opera di fantascien-za apocalittica originariamente presen-tata dalla casa editrice americana DC/

Vertigo nel 1997 in dodici albi mensili, qui raccolta in un volume unico. La sce-neggiatura è dell’inglese Jamie Delano, che presenzierà alla manifestazione. La realizzazione grafica è affidata a quattro disegnatori d’eccezione: Frank Quitely, Warren Pleece, James Romberger e Ste-ve Pugh, tutti impegnati a rappresentare le diverse sfaccettature di un futuro allo sfascio, sempre più simile al mondo at-tuale. Copertinista d’eccezione è Davide De Cubellis. 2020 Visions inaugura la collana V!S!ON! e rappresenta il primo passo del percorso nel mondo della nona arte da parte della GreenCommServices. La tiratura sarà di 800 copie numerate.

D

“Pd da rottamare nell’isola. Serve una nuova classe dirigente. Chiederemo al sindaco di Firenze cinque punti da portare avanti”

Per l’occasione Cagliaripad si tingerà di china dedicando uno speciale numero all’arte del fumetto vista attraverso gli occhi degli artisti isolani più rappresen-tativi. Dal fumetto interattivo al punk, dalla letteratura per l’infanzia ai manga e fantasy sardi. Dai nostri migliori fumet-tisti volati oltralpe ai classici Murales. Un viaggio lungo 64 pagine che porterà la Sardegna all’attenzione di tutti gli appas-sionati del genere. Appuntamento quin-di dal primo novembre al padiglione San Giusto (Piazza san Giusto) di Lucca.

Per informazioni sullo speciale fumetti e sulla manifestazione scrivete a [email protected]

S P E C I A L E C O M I C S

2020 Visionsla GreenCommServices editrice sulla strada del fumettoCagliaripad sbarca a Lucca per il festival Comics&Games:un numero speciale per raccontare autori e disegnatorisardi famosi nel mondo

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Alcune pagine tratte

dal fumetto 2020 Visions

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Le foto dei lettoriIn questo numero Cagliaripad pubblica le immagini arrivate all’indirizzo [email protected].

C O N C O R S O P E R I M M A G I N I

Spiaggia al tramonto (Ca)Gianluca Porceddu

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Spiaggia al tramonto (Ca)Gianluca Porceddu

Arbus, località ScivuSara Mandis

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Peppi! Ayò e quanto ci metti? Sei entrato a urare e ci sei tanto che facevi in tempo ad andare di colpo

dieci volte. Tutto bene?”.

Pinuccia è preoccupata perché suo marito Peppi, entrato in bagno al volo per fare pipì, dopo dieci minuti non è ancora uscito.

“Oi oi Pinù, non sciu itta narri, non ce la sto facendo. Quasi quasi mi ser-ve un cratere con la sacca! Non esce!”

“Cess o peppi, caraté si dice! Ma cosa ti è successo? E itta ti ses buffau tottu sa damigiana ‘e binu??”

“Ma itta ses smacca? Già lo sai che dopo che ho fatto la gastrofobia il medico mi ha vietato completamen-te di bere. Non lo so che problema ho, sarà la pastiglia per la pressione, l’ashish (Lasix, ndr)? Sarà il caso di fare un’urografia? Itta nasa, mi pigu un tassativo?”

“Lassativo si dice! Macché, cussu ser-bidi po’ andai de croppusu non per fare la pipì! Comunque escine ora Pep-pi, ho paura che troppo sforzo ti fa venire le arachidi anali! Andiamo dal dottore!”“Aspetta Pinù, che secondo me ne

sto per fare un po’ di raganella, c’avrò i calcoli urinari itta nasa?”“Ma insomma Peppi! Tirando le cuoie, che siltomi hai?”

“Maborcamiseria ti d’appu nau! An-dausu da su dottori!” esclama Peppi uscendo dal bagno.

I due arrivano dal medico ma trova-no una file esagerata:“Scusate, ci fate passare? Mio marito è infezionato e non sta bene”.

I pazienti concedono a moglie e ma-rito di saltare la fila e nel giro di pochi minuti Peppi è davanti al medico che gli chiede quali siano i suoi sintomi:“Su dottori io non ne ho di questi sintomi, ho dolori nel collo della pancia, nella tasca della pipì e mi sembra che devo farne a fiume ma me ne esce solo un dolore a punta!”

“Ha detto che ha dolori al colon?” il medico vuole chiarimenti.

“Si qui, al collo a destra. Poitta esti a destra su collo berusu?” si informa Peppi.

“Signor Usai, il colon parte da destra e arriva fino a sinistra…” specifica il medico.

Visite medichePinuccia accompagna

Peppi dal medico per un piccolo

problemino

di Alessandra [email protected]

L A I F S TA I L

La famiglia Usai

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“Mi sta dicendo che cammina e si muove?” chiede Peppi tutto spaven-tato.Dopo avergli dato qualche spiegazio-ne in merito il dottore procede nella visita e mentre palpa, schiacciandolo, l’addome di Peppi gli chiede:“Sente male?”

“E itt’ei scherzandi? Ci sento benis-simo! A su mancu cussu. Ho un dito perfetto!”

“Vediamo com’è la pressione sig. Peppi…”

“Eh dottore, le ho detto che non esce, a goccioline piccole piccole la sto facendo!”

“Signor Usai, soffre di stress lei ulti-mamente?”

“Mmmmh in effetti mi sento un po’ stretto di intestino!”

“Chiedevo se si sente particolarmen-te affaticato o preoccupato da qual-cosa. Ha i calcoli?”“E quelli dovrebbe farli lei su dottori! Abbiamo già finito?”“Si si, non si preoccupi, non è nulla di grave, una piccola cistite, mi rac-comando non mangi roba piccante e irritante e non beva nemmeno alcool. Se poi si deve assentare a lungo da casa si porti dietro il pappagallo”.“Si figuri, seu sempri in domu dottò! E in ogni caso, ne uscirei senza pre-occupazioni, animali in casa non ne abbiamo!”.

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C O L P I D I P E N N A

Nome:Lexa

Professione:Scrittista (tra giornalista e scrittrice)

Segni particolari:Sentimental-spaccona di un metro e una penna

[email protected]

Rimorsi

Quella volta che in profumeria ho preso una crema per il viso con-vinta che costasse una quindicina

di euro e, arrivata in cassa, ne ho pa-gati quaranta.

Cretina.

Si ma, sapete, ci sono delle volte in cui rimani come un fesso e non sai reagire.

Porca miseria, ho preso la crema sbaglia-ta, ho pensato. Ma l’imbarazzo mi ha colto. Non saper dire che in realtà ne volevo una che costava meno della metà mi è sembrato brutto.

Sì, brutto come la fame. Soprattut-to se, mettici le spese estive, mettici le bollette particolarmente salate, sei arrivato a fine mese con la lingua a terra.

E mi è sembrato brutto dover dire che quaranta euro per una crema per il viso mi fa schifo spenderli, soprattutto in un momento in cui la mia pelle, anche con una Dior ben spalmata ovunque, si presenterebbe comunque con un’ herpes da chilo come biglietto da visita.

Sarà che chi raschia sempre il fondo del conto corrente va in giro a dire che anche se li avesse non li spenderebbe, o sarà semplicemente che sono molto più all’acqua di rose che a quella di Chanel, ma cremine luxury nel mio beauty case non se ne sono viste mai.

Mi vergogno molto per non aver re-agito in quel momento, quasi dovessi dimostrare a qualcuno che se voglio

un prodotto più caro della media, posso permettermelo.

È così che si innesca la coscienza. Non è tanto per la spesa. È il pensiero di un giro al quale non voglio appar-tenere. Il circolo del superfluo e quel-lo del son figo perché lo posso comprare o quello del quanto l’hai pagato.

Quel gusto piacevol-trash del pre-sentarsi con la griffe a cui molti non sanno rinunciare. E che spesso in-ghiotte anche me facendomi preci-pitare nel girone degli incoerenti. Non mi giro per principio a guardare un macchinone per non far credere a chi lo guida che io sia così frivola da interessarmi a una bella macchina, ma porto ai piedi un paio di Hogan da 260 euro. E poco importa che le

abbia comprate solo perché son co-mode, sempre quanto una mensilità d’affitto per una stanza le ho pagate.

E ripenso alla mia idea di sacri-ficio, quella che mi ricorda gli anni passati all’università grazie alle rinun-ce e al duro lavoro dei miei genitori. Quella che mi rammenta il mio pun-to di partenza, indipendentemente da quello che sarà il mio punto d’arrivo: l’orgoglio di una famiglia cresciuta a pane e onestà.

L’allodola vola in alto, ma fa il suo nido in terra

Proverbio italiano

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