Cafiero - L' Anarchia

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  • 8/14/2019 Cafiero - L' Anarchia

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    associazione culturale Hop Frog - Salerno

    Carlo CafieroL'anarchia

    L'anarchia la federazione dell'unione, l'organizzazione della libert. Essa combatte lo Stato popolare

    o Stato comunista, che sarebbe l'accentramento dell'unit, l'organizzazione dell'oppressione comune.V'ha dei socialisti che dichiarano necessaria la formazione di un nuovo Stato per realizzarel'emancipazione del proletariato. La pretesa di costoro l'ultimo tentativo che fa il principio diautorit per mantenersi ancora fra gli uomini, e poich gli ultimi sforzi sono i pi disperati ed audaci,noi dobbiamo armarci da capo a piedi per combatterli con tutte le nostre forze. Noi non possiamo enon vogliamo mettere minimamente in dubbio la loro buona fede; anche se malafede ci fosse in alcunidi essi noi qui dobbiamo assolutamente escluderla; siamo convinti che essi agiscono col pi rettosentimento, al solo scopo di conseguire l'emancipazione del proletariato nell'emancipazionedell'umanit; e che se vogliono dare al nuovo ordinamento sociale una forma ufficiale, se voglionocostituire un nuovo Stato, egli appunto perch stimano poter cos assicurare quelle conquiste dellarivoluzione che sono il fine delle nostre comuni aspirazioni.

    Ma i primi padri della Chiesa non ebbero forse il medesimo scopo nel dare una forma ufficiale alleaspirazioni della idea cristiana? E le grandi figure di quella rivoluzione borghese, che fu pur grande eche si rimpicciolisce solo innanzi a quella ancora pi grande che prepara oggi il proletariato, che cosamai si proposero essi legiferando, codificando e costituendo uno Stato ben pi potente del monarchicofeudale da essi abbattuto? Che cosa mai si proposero quegli uomini, essi pure in buona fede, se non ilconsolidamento delle loro conquiste rivoluzionarie? Noi incontriamo spesso dei socialisti che siridono delle gloriose conquiste della rivoluzione borghese: ne hanno ben donde se sono anarchisti, mase sono autoritari o partigiani dello Stato popolare, hanno torto marcio di ridere di coloro che hannofatto ieri ci ch'essi si propongono di fare domani. Con tutta la loro buona fede, se essi giungono acostituire il loro Stato popolare, avranno nello stesso tempo strozzata la rivoluzione, ne avrannoarrestato il suo corso; ed i benefici principi rivoluzionari diventeranno malefici, perch avranno a loro

    volta trovato i loro sfruttatori, e saranno diventati per un quinto stato le ridicole conquiste gloriose delquarto stato.Con tutta la loro buona fede, i socialisti autoritari non saranno meno reazionari di quanto lo furono il

    prete per la rivoluzione cristiana ed il capitalista per la rivoluzione borghese. Come mai lo Stato,istituzione essenzialmente malefica, potrebbe acquistare la virt di fare il bene? Il bene pu esseremai l'attributo dell'oppressore o del tiranno? Si cospira contro i re ed i potenti della terra: si attacca esi vuol buttare gi lo Stato borghese ... ma per costituirvi al suo luogo un nuovo Stato, che avr la

    bella differenza d'intitolarsi: Stato popolare! Il cos detto Stato popolare sarebbe infinitamente pioppressore dello Stato borghese, perch il suo dispotismo sarebbe uguale al dispotismo politico delloStato attuale, pi la somma del dispotismo economico di tutti i capitalisti, il cui capitale passerebbenelle mani dello Stato popolare; il tutto moltiplicato per l'aumento di accentramento, necessariamente

    richiesto dal nuovo Stato politico ed economico ad un tempo. E per soddisfare ai bisogni di questonuovo e terribile mostro, quale nuovo e mostruoso meccanismo burocratico non sarebbe necessariocreare? Che esercito d'impiegati iniziati nei complicatissimi misteri di governo? Classe distinta e

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    superiore al popolo, e perci stesso tirannica ed odiosa; questi pervenuti del quarto stato sarannonuovi e pi terribili oppressori politici e sfruttatori economici; detentori del potere e del capitale.Addio emancipazione umana, addio libert! Avremmo, invece del terzo stato, la dominazione delquarto, che opprimerebbe e sfrutterebbe un quinto. E questi operai pervenuti al potere sarebbero tanto

    pi esosi e disgustevoli dei borghesi, quanto questi lo sono della nobilt medioevale. Ancora una voltasi arresterebbe il corso della rivoluzione, e, sia in buona fede per affermare le sue conquiste, sia inmala fede per sfruttarla, ancora una volta sarebbe sotterrata con un bel programma di reazione messosulla sua tomba a mo' di epitaffio.

    Non c' da prestare alcuna fede a coloro che dicono volersi impossessare dello Stato, per distruggerloa lotta finita: Volere impossessarsi della fortezza per smantellarla. No, no, costoro voglionoingannarci, se non s'ingannano essi stessi. Tutti i governi, sedicenti liberatori, promisero dismantellare le fortezze erette dalla tirannide per tenere in soggezione il popolo; ma una volta insediati,lungi dallo smantellarle, le fortificarono ancor meglio, per continuare a servirsene contro il popolo. LeBastiglie le abbattono i popoli: i governi le costruiscono e le conservano. Il suicidio non nell'ordinenaturale. Nessun potere, nessuna autorit al mondo si mai distrutta da s stessa, Nessun tiranno,entrato nella fortezza, l'ha mai smantellata. AI contrario, qualsiasi organismo autoritario, qualsiasitirannide tende sempre, per la sua natura stessa, ad allargarsi, ad affermarsi sempre pi. Il potereubriaca, ed i migliori, investiti di autorit, diventano pessimi. Il potere d le vertigini e la follia. Folle gi Masaniello quando indossa abiti reali; folle Michele di Lando, quando gonfaloniere, riceve acolpi di spada i suoi antichi compagni della sedizione; eppure l'uno e l'altro, a piedi scalzi, erano stati i

    pi bravi campioni della rivolta popolare. Si sono elevati al di sopra degli altri, hanno assunto il potere e tanto bastato perch da ribelli si trasformassero in tiranni vigliacchi. Il principiorivoluzionario deve rimanere nel popolo per essere fecondo. Passato nel governo e ricevuta la suaforma ufficiale, tosto sviato, snaturato e sfruttato, da rivoluzione diventa reazione: da libert edeguaglianza, si trasmuta in oppressione e sfruttamento. No, no; la fortezza dobbiamo attaccarla tuttiinsieme e smantellarla a rasa terra, senza che alcuno ne prenda possesso; lo stato lo vogliamodistruggere da cima a fondo, prima di permettere ad alcuno di costituirsi nuovo padrone e nuovo

    oppressore. Gelosi propugnatori della libert, non deporremo le armi sino a che I'anarchia non sar unfatto compiuto nel mondo; imperocch, contrariamente a quanto ci si vorrebbe dare ad intendere dacerti partigiani dello Stato popolare, noi abbiamo ampia ragione di temere per la libert, anche quandol'eguaglianza fosse gi attuata.E che! Non si veggono forse le comunit religiose, nelle quali regna la pi perfetta uguaglianza, senzache vi sia la menoma ombra di libert? Ed perfetta eguaglianza quella; perch il capo sottopostoalla regola comune e mangia, veste ed abita assolutamente nella stessa guisa che tutti gli altri frati, daiquali non si distingue che per la supremazia del comando. E gli stessi partigiani dello Stato popolare,senza la nostra opposizione, finirebbero per stabilire uno stato di perfetta eguaglianza, certamente, madi non meno perfetta oppressione generale.

    Alla scuola, al reggimento, alla prigione v'ha pure una eguaglianza: una eguaglianza di oppressione edi dispotismo, non molto diversa da quella che conseguiremo nello Stato popolare.

    Nell'emancipazione umana l'uomo deve ritrovare la capacit di poter soddisfare completamente tutti isuoi bisogni, tanto fisici che morali; le esigenze del ventre, come quelle dello spirito, le quali sono - e

    pi ancora nella nuova civilt saranno - imperiose quanto le prime. Non dunque alla questione delventre che si riduce la questione dell'emancipazione umana, come alcuni socialisti autoritarivorrebbero persuaderci, per poter poi concludere che con l'eguaglianza economica si guarirebberotutti i nostri mali. Il ventre certamente ci ha la sua buona parte, e la parte principale, ma non tutto. Iltruogolo ben fornito pu fare la felicit dei maiali, ma non quella degli uomini; per gli uomini ci vuolequello e ben altro ancora: non solamente l'emancipazione del corpo, ma anche quella dello spirito:non solamente l'eguaglianza, ma anche la libert.