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Forse a molti può sembrare solo una scelta commerciale, ma via via che passano i giorni mi sembra che certe scelte venga-no seguite perchè appartenenti a una filosofia di vita, che pur non volendo si rispecchia in quella della propria azienda. Da mesi abbiamo deciso di presentare in occasione del Salone Internazionale Host/Sic 2013 il nuovo progetto dedicato al Bio Fair, il nostro prodotto certificato Biologico e Fairtrade. È ovvio che ne abbiamo curato le miscele, il concept grafico e i contenuti. Adesso è tutto pronto, pronto per essere imballato e spedito nel nostro stand. Poi guardo e leggo le notizie di questi giorni, sulla strage di Lampedusa, o quella ancora più vicina a noi avvenuta sulle coste di Sampieri e credo ferma-mente che quello di Moak vuole essere anche un messaggio di solidarietà, di sostegno per quei popoli meno fortunati. Un messaggio di amore che spero anche voi riusciate a leggere in “love generaction”.

Il PresidenteGiovanni Spadola

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Love Generaction, Lanificio Leo per Moak - Articolo a pag. 5

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Host 2013. Moak presenta la nuova linea Bio Fair

Love generaction

Proclamati i vincitori dei Concorsi Letterario e Corto Moak 2013

Bar VitelliUn set a cielo aperto

Apre in Sicilia una Scuola di Alta Cucina

Moakpeople contest

Gli chef Mei e Simonato interpretano il Caffè Moak

CIME presenta la nuova linea “Composizione”

Moak ad Anuga 2013

Lo stile di arredare.Il mondo in una stanza

Il caffè incontra l’orzo, il ginseng e il guaranà.

Sicilia in rosaLucia Sardo, un’attrice senza maschere

Caffè da leggere

Tutti pazzi per ecoformecolours

Caffè e dntorni

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www.caffemoak.com

Spedizione poste italiane - cod.sap. n.30907349- DCB Centrale/PT Magazine iscriz. R.O.C.n.23325 - valida dal 18/03/2013 - Aut. Trib. Modica n.218/2013 VG - Notizie n.2/2013.Direttore Responsabile: Sara Di PietroRedazione: Annalisa Spadola, Sara Di Pietro, Corrado Barone, Corrado PassarelloFoto: for[me]moak.Coordinamento grafico: for[me]moakArt work: for[me]moak Editore: Moak Holding S.p.A. Viale delle Industrie s.n. – 97015 Modica (RG) tel.0932-904755 www.caffemoak.com, mail: [email protected] Azienda con sistema qualità certificato da ISO 9001/14001 Stampa in esclusiva per Moak Holding S.p.A. a Soveria Mannelli (CZ) A norma dell’art. 7 della legge n. 196/03 il destinatario può avere accesso ai suoi dati, chiederne la modifica o la cancellazione oppure opporsi scrivendo a: Moak Holding S.p.A. - Viale delle Industrie s.n.- 97015 Modica (RG) - Italy

In copertina:Bio incontra Fair Trade

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Brano consigliato per la lettura di questo articolo: You are the sunshine of my life - Ella Fitzgerald

I l caffè Moak Bio Fair protagonista ad Host 2013, il Salone internazionale dell’ospitalità, che si tiene a Milano dal 18 al 22 Ottobre. Caffè Moak ha voluto pun-

tare i riflettori sulla nuova linea di prodotti certificati Biolog-ico e Fairtrade, a sostegno di un commercio equo e solidale e nel pieno rispetto dell’ambiente. Valori che coincidono pienamente con la filosofia aziendale, da sempre attenta alla qualità e al rispetto del lavoro, senza trascurare l’impegno a sostegno di una green economy. Due le miscele Bio Fair, prodotte con antichi metodi di lavorazione: nella prima è predominante l’aroma di cacao, nocciole ed è disponibile nella confezione da 1kg e da 250g, la seconda bio fair su-perior si distingue per la maggiore quantità di Arabica ed è proposta nella latta da 1kg e in cialda.Solidarietà e sostenibilità saranno anche i temi del progetto umanitario di Moak e AMREF “love generaction”, che sarà promosso in occasione dell’evento fieristico. AMREF (African Medical and Research Foundation) nasce nel 1957 a Nairobi grazie a tre chirurghi. Oggi impiega in Africa circa 900 persone ed è presente in 12 sedi tra Europa, Stati Uniti e Canada, impegnandosi nel contribuire al miglioramento della salute in Africa grazie al coinvolgimento attivo ed il rafforzamento delle comunità, del personale locale e dei

sistemi sanitari. I valori alla base dell’attività di Amref sono gli stessi nei quali Moak si rispecchia: rispetto della terra e delle popolazioni locali, trasparenza nella comunicazione di tutte le attività ed iniziative, correttezza nell’uso delle risorse e dei mezzi utili a raggiungere gli obiettivi prefissati, assenza di ogni forma di discriminazione. Durante la fiera all’interno dello stand Moak (padiglione 9P-M16P23) i visitatori potranno degustare gratuitamente la miscela Bio Fair. Il progetto “love generaction” prevede in-oltre la realizzazione di gadget creati in esclusiva da for[me]moak, il cui ricavato, attraverso una libera donazione, sarà devoluto da Moak ad AMREF, a favore di iniziative umani-tarie per la popolazione etiopica. Host sarà anche l’occasione per presentare il nuovo progetto “take me away”, la nuova linea casa. Caffè e oggetti ad esso legati, attraverso i quali prende forma l’universo Moak. Per i ristoratori e gli albergatori Moak lancia, invece, le nuove miscele in cialda: Aromatik, miscela top della linea vending e Bio Fair Pod, caffè certificato Biologico e Fairtrade. Moak le propone insieme alla macchina espressa a due gruppi. La soluzione dedicata ai ristoratori che vogliono offrire ai pro-pri clienti aroma, gusto e corpo del vero espresso italiano.Caffè Moak – Host/Sic 2013 Milano - padiglione 9P-M16P23

di Corrado Passarello

Host 2013. Moak presenta la nuova linea Bio Fair

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Brano consigliato per la lettura di questo articolo: I’m still in love with you - Al Green

Nel dna di Moak Generaction c’è chi ama inven-tarsi e migliorarsi, chi ha rispetto per l’ambiente e lo sostiene, chi chiede giustizia e abolisce

guerre e violenze, chi agisce con costanza e chi si impegna per la pace. È un anello di una catena che for[me]moak fa emergere nel nuovo progetto “love generaction”. Il concept grafico si sintetizza in sei simboli e utilizza il linguaggio degli ideogrammi che rappresenta un immediato punto d’incontro tra persone di lingua diversa. La tradizione africana ci restituisce molti di questi ideogrammi che non hanno bisogno di alfabetizzazione per essere compresi e che vanno dritti al significato dei valori portanti della vita di ciascuno: amicizia, amore, solidarietà. Valgono nel mondo occi-dentale come in Etiopia o in Ghana. A guardarli bene ci colpiscono per la forte sintesi, la spiccata simmetria e soprattutto la compenetrazione del doppio (là dove il segno è composto da due unità). Il recupero e l’utilizzo di questi segni ci mette in comunicazione con un mon-do culturalmente lontano ma emotivamente molto vici-no al nostro. Non a caso il progetto viene pensato per la linea di prodotti bio fair, a sostegno di un commercio equo e solidale e nel pieno rispetto dell’ambiente e del lavoro. Love generaction comprende la miscela bio fair da 100 gr; il packaging in carta ecologica, realizzata con sottoprodotti di lavorazioni agroalimentari, mostra chiara la sua linea e personalità. Cilindrica è invece la

confezione della love cup, oggetto dall’anima versatile, declinabile in diversi usi (vaso, porta oggetti, candela). È sorseggiando un buon caffè che vengono le idee mi-gliori, idee da raccontare nel libro bianco, senza righe, limiti e barriere, adatto ad accogliere liberamente ogni nostro pensiero ed emozione o semplici appunti di viaggio. Love generaction firma anche il bracciale, un intreccio di tessuti ricercati e selezionati, prodotto da Lanificio Leo, una delle più antiche fabbriche tessili d’Italia. Un accessorio che rappresenta il completamen-to ideale ad un insieme di prodotti, così diversi tra loro ma legati l’un l’altro per un fine comune, proprio come la nuova generazione moak.

Ci sono persone che nell’amicizia non hanno bisogno di parlare e chi urlerebbe ai quattro venti il proprio amore. C’è chi ama preparare il caffè e chi lo vuole già servito. Ci sono persone che depongono le armi e chi chiede giustizia con uno sguardo. C’è chi crede nella fantasia e chi passa all’azione. C’è chi augura il buon-giorno anche se fuori piove. C’è chi vive di sogni e chi con impegno i sogni li realizza. Ci sono persone che scelgono con costanza sempre lo stesso caffè. C’è chi chiede comprensione e chi comprende senza spiegazi-oni. Ci sono persone che si amano senza chiedere nulla in cambio. C’è una generazione diversa. love generaction

Love generaction

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coadiuvato da Gianni Cascone (sceneggiatore), Guido Conti (scrittore), Gianluca Morozzi (scrittore) e Susanna Tartaro (curatrice Fahrenheit Radio 3 Rai). L’VIII Edizione di Corto Moak, il contest internazionale di cortometraggi, ha invece vantato come presidente di giuria l’eclettico Enrico Ghezzi, che ha saputo catturare l’attenzione del pubblico presente, con il suo intervento “non in differita”. Accanto a lui la giornalista Cristina Borsatti, il regista Francesco Calogero e Giannandrea Pecorelli, produttore cinematografico.Anche quest’anno spazio a giovani scrittori e filmaker che hanno potuto esprimere, magari tra un caffè e l’altro, la loro creatività, chi con le parole, chi con le immagini. Ed è que-sto e rimane tale l’obiettivo principale dei concorsi promossi da Caffè Moak, in collaborazione di Archinet: dare ai giova-ni l’opportunità di far conoscere le proprie opere.

“Il caffè giunge nello stomaco e tutto mette in movimen-to: le idee avanzano come battaglioni di un grande eser-cito sul campo di battaglia” (Honorè de Balzac)

Honorè de Balzac lo riteneva un ottimo alleato della mente. E forse lo è stato anche per gli autori che han-no partecipato alle edizioni 2013 di Caffè Letterario

e Corto Moak. Di certo lo hanno citato o reso protagonista i vincitori dei due concorsi, i cui nomi sono stati svelati lo scorso 5 ottobre durante la Serata di Premiazione. Corni-ce dell’evento, condotto dalla frizzante Giuliana Ubertini, è stata l’anima della produzione Moak, nel nuovo centro direzionale. I migliori racconti della XII Edizione di Caffè Letterario Moak sono stati selezionati da un’attenta giuria presieduta dall’editorialista de La Stampa Gianni Riotta

di Sara Di Pietro

Proclamati i vincitori dei Concorsi Letterario e Corto Moak 2013

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PREMIO “MIGLIOR SCENEGGIATURA”Ce l’hai un minuto di Alessandro Bardani (Roma)Italia 2012-2013, 8’30’’

Sinossi. ”Ce l’hai un minuto?” questo chiede Oreste, un signore romano a Madhi, un giovane ragazzo palestinese, prima di fornirgli le indicazioni stradali necessarie per arrivare dalla periferia romana fino in Palestina. Un lungo viaggio arricchito da divertenti aneddoti e malinconici ricordi, un’evasione dalla solitudine che si trasforma in un incontro surreale ed ironico tra i due protagonisti.Consegna il premio Francesco Calogero “Per la semplicità con cui il gioco degli attori diventa sceneggiatura, nell’equivoco tra la parola e lo spazio del luogo comune”.

PREMIO “MIGLIOR REGIA”Pentole & Coperchi di Giulio Poidomani (Modica)Italia 2013, 15’45’’, HD, inglese/ sottotitoli in italiano

Sinossi. Nick perde il suo cane Catullo e va a cercarlo in giro nel quartiere. Vive in un mondo surreale dove ogni donna porta con sé una pentola e ogni uomo un coper-chio. Quando pentola e coperchio combaciano perfetta-mente, uomo e donna si innamorano. Consegna il premio Giannandrea Pecorelli “Per come nell’apparente inezia drammaturgica si insinua il sospetto che il diavoletto del cinema possa fare sia le pentole che i coperchi”

PREMIO MIGLIOR CORTO 2013 La comediè d’un jour di Emanuele Gaetano Forte (Latina)Italia, 2011, 14’, Italiano

Sinossi. La città di Matteo è bella ma abitata male. Na-scono bar come funghi. Tutti belli, chic, coi baristi esperti di cocktail ma che neanche più il caffè sanno fare. E Matteo, che di caffè è un grande bevitore, decide di andarsene. Dove? Matteo dice di andare lontano, in una città più bella dove i caffè sono più buoni!Consegna il premio il Presidente Enrico Ghezzi “Per la grande intensità e la passione con cui il film si proietta oltre un quadro di vitellonismo, trascolorando in una malinconia sghemba tra paesaggi del cuore e cuori senza paesaggi”.

CAFFÈ CORTO MOAK 2013

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3° CLASSIFICATO Le femmine come me restano sole di Marta Riccobono (Palermo)

Il racconto è potente, con il caffè che diventa una pozione d’a-more con qualche goccia di sangue mestruale e con la soluzio-ne forte del suicidio come esito tragico di una orribile violenza: nonostante l’ambientazione retrò e quasi verista, la tematica dell’intolleranza spicca per la sua attualità. Non scontate le considerazioni sull’ipocrisia sociale pettegola e benpensante.Molto riusciti i ritratti di Chichì, garzone omosessuale del casino e di Rosellina innamorata infelice.Premia Gianni Cascone

2° CLASSIFICATOIl centro del mondo di Norma Rosso (Genova)

Un racconto serio, sincero, su un tema contemporaneo quale la nuova emigrazione e le lacerazioni di chi parte, verso dove non si sa, e chi rimane in una asfittica pro-vincia, tratteggiate bene e senza retorica. Dalla Signora in giallo Jessica Fletcher al caffè della nonna, si passa dall’altra parte dell’oceano. Si premia anche l’uso appro-priato del tema del caffè e lo stile semplice e moderno, mai dolciastro né accattivante a tutti i costi.Premia Gianluca Morozzi

1° CLASSIFICATOUn caffè dell’altro mondo di Francesco Randazzo (Catania)

Premiato per la struttura originale, con esilaranti trovate quali l’alieno che balla il tip tap, l’immagine dei cerchi nel grano in chiave erotico-ironica molto più siciliana che americana, e la capacità del protagonista di assorbire addirittura l’odore delle cose che ama. Molto riuscita l’ambiguità, ottimamente tenuta e irrisolvibile, fra la vi-sionarietà del contatto del bambino con gli extraterrestri e la realtà della meningite infantile.Premiano Giovanni Spadola Livia Spadola

CAFFÈ LETTERARIO MOAK 2013

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Norma Rosso vince anche il Premio Belgiorno, in memo-ria dello scrittore Franco Antonio Belgiorno e dedicato all’autore più giovane e talentuoso del concorso. Conseg-na il premio Enrico Maria Belgiorno, nipote dell’illustre modicano.

Per l’edizione 2013 Caffè Moak ha voluto coinvolgere anche i giovani studenti, promuovendo un laboratorio di scrittura creativa “Il caffè, un racconto”, condotto dallo scrittore Gianni Cascone. “Nicolas” è il racconto scritto a più mani e letto durante la serata da Lucia Sardo.

I dieci racconti selezionati dalla giuria di Caffè Letterario Moak saranno pubblicati, come ogni anno, nella antologia “I racconti sul caffè”.

www.caffe-letterario.it

III EDIZIONE PREMIO BELGIORNO IL CAFFÈ , UN RACCONTO

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A pochi chilometri da Taormina, a Savoca, uno dei borghi più belli d’Italia non si può non visitare lo storico Bar Vitelli. Nella pittoresca Piazzetta

Fossia si affaccia il settecentesco Palazzo Trimarchi che ospita dal 1963 il locale che ha fatto la storia della cittadi-na siciliana. Dopo una lunga serie di tornanti ci sentiamo quasi fuori contesto, catapultati in un luogo dove il tempo si è fermato. Niente automobili, le strade semi deserte e un’insegna in legno spennellato che primeggia sulla fac-ciata dell’edificio: Bar Vitelli, mentre alle nostre spalle lo sguardo si perde nella vallata tagliata dallo scorcio del Golfo di Taormina. Ad accoglierci nella piccola veranda

sotto un pergolato è Lorenzo Motta, nipote della signora Maria, colei che dicono abbia fatto la storia di Savoca. Di lei ne parla con grande ammirazione e ci racconta al-cuni suoi aneddoti. A colpirmi di più è quello sul caffè: ai tavoli serviva anche la zuccheriera e a ciascun ospite chiedeva “quanto zucchero?”, versando e mescolando lei stessa il caffè in tazza. Durante la nostra chiacchierata ci fa servire la granita di limone, con gli agrumi che sem-brano essere stati strappati “rà maccia” (dall’albero) , accompagnata dalle “zuccarate”, tipici biscotti del luogo. Mentre mi racconta la storia del Bar Vitelli la musica in sottofondo è la colonna sonora del film “Il Padrino” di

di Sara Di Pietro

Bar VitelliUn set a cielo aperto

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Francis Ford Coppola. Fu proprio il regista americano a rendere questo piccolo gioiello oggi un via vai di turisti e visitatori da ogni parte del mondo. Il bar, infatti, è l’em-blema del piccolo borgo che ospita solo 700 abitanti, so-prattutto per il suo significato cinematografico. Nel 1971 Ford Coppola viene in Sicilia, a Corleone, per girare un film. Dopo avere montato il set gli viene chiesto di corri-spondere una parcella. La produzione non accetta questo diktat e decide di spostare la location. Si dà il caso che uno dei produttori della pellicola di “Godfather Parte I” sia proprio un cugino della signora Maria, che chiede a

Coppola di portarle i suoi saluti. Il regista de Il Padrino mantiene la sua promessa e quando arriva a Savoca e al Bar Vitelli si innamora di quei luoghi, dove rimane per circa due mesi per girare il film che ha fatto la storia del cinema internazionale. All’interno sono esposte numero-se testimonianze, anche fotografiche, della lavorazione della pellicola e piccoli oggetti e suppellettili che ricor-dano le tradizioni passate. Palazzo Trimarchi oggi è in fase di ristrutturazione e presto donerà a quei luoghi an-che un albergo e una cantina dove si potranno degustare gli spumanti siciliani.

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Apre in Sicilia una Scuola di Alta Cucina

Nella Divina Commedia Dante punisce i golosi, mettendoli nel terzo cerchio dell’Inferno.Cicerone la pensava diversamente definendo “la fame il mi-

glior condimento del cibo”. E forse anche la Chiesa non considera più tale il “peccato di gola”, avendo istituito per la prima volta una Scuola di Alta Cucina. A Ragusa Ibla, affacciato sulla verde vallata dell’Irminio, viene inaugurato pochi mesi fa l’Antico Convento dei Cappuc-cini, che ospita la Scuola Mediterranea di Enogastrono-mia “Nosco”. Il progetto nasce da una forte volontà del Vescovo di Ragusa Monsignor Paolo Durso, che insieme alla Fondazione San Giovanni Battista, ha voluto valo-rizzare un bene culturale seicentesco e rara testimonianza sopravvissuta al terremoto del 1693. Il principale obietti-vo resta però quello sociale, promuovendo il luogo come

ponte di colloqui mediterranei e di scambi interculturali. Completamente ristrutturato , l’edificio ospita anche 16 camere (un tempo 40 celle) e un ristorante “Il Cenobio”, dove è possibile gustare la cucina stagionale, con prodotti a chilometro zero e una particolare attenzione alle colture biologiche. Ed è qui che i giovani allievi provenienti da ogni parte d’Italia hanno la possibilità di accedere alla cucina del ristorante didattico, passando dall’aula training all’applicazione del sapere acquisito durante i corsi. A guidare la Scuola è lo chef Giuseppe Barone, che oltre ad organizzare corsi di alta cucina e di alta pasticceria, con i migliori chef d’Italia, gestisce anche la direzione della sala e dell’hotel. “È una grande soddisfazione – dice lo chef siciliano – poter guidare l’ambizioso progetto. Facciamo molta attenzione al rispetto della natura e di ciò

di sa.di.pi

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Brano consigliato per la lettura di questo articolo: Bad Luck Blues - Joy of cooking

che la terra ci offre; ecco perchè, rispetto ad altre scuole d’Italia, ho voluto apportare delle novità nella didattica, scegliendo dei moduli caratterizzanti. Si parte dal mo-dulo delle memorie sensoriali, inteso come ricerca sulla sapienza enogastronomica del territorio. L’altro corso ri-guarda l’analisi sensoriale, per una giusta interpretazione gastronomica e il modulo di degustazione vinicola e quel-

lo di degustazione dell’olio”. È invece in fase di realiz-zazione l’”orto dei semplici”, dove gli studenti potranno sperimentare e conoscere l’origine delle materie prime. Tra le opere da ristrutturare è inserita anche l’antica Bi-blioteca dei frati Cappuccini, che diventerà non solo luo-go di lettura e degustazione, ma anche centro di ricerca per il recupero delle ricette della tradizione monastica.

Lo chef Giuseppe Barone

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#moakpeople contest @moakpeopl

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ntest

Condividete con noi un caffè al giorno.Le migliori foto e i volti più simpaticiscelti fra quelli inviati.

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Preparazione:Pulire i gamberoni togliendo la carcassa, lasciare la testa. Pelare le patate e lessarle molto morbide.Frullare le patate, aggiungendo 4 rametti di finocchio sel-vatico, aggiustare di sale e zucchero qb.Mettere il composto in un biberon. Fate cuocere in una padella dell’olio evo con 2 stelle di anice e scottare per 1 min. e ½ i gamberoni. Aggiungere pochissimo vino bian-co e un poco di Ouzo per flambare, aggiustare di sale, zucchero e pepe qb.

Per la presentazione:Porre nel piatto di portata delle strisce di crema di patata e finocchietto, adagiarci sopra i gamberoni, cospargere un pizzico di polvere di caffè e del finocchietto selvatico precedentemente tritato. Appuntare un rametto di finoc-chietto su di uno dei gamberoni e ultimare con un filo d’olio evo.

D ietro il Naviglio, in via Villoresi, solo 24 posti a sedere accolgono gli ospiti del Ristorante Tano Passami l’Olio. Il nome la dice lunga sulla filosofia

culinaria dello chef Gaetano Simonato: l’olio extra vergine d’oliva considerato come miglior condimento sia in cottura che a freddo. Banditi burro e margarine e spazio invece a una bacheca che accoglie oltre cinquanta varietà di oli evo. Premiato con una stella Michelin, i suoi piatti sono qual-che volta inventati di sana pianta, qualche volta ripresi dalla tradizione e poi rivisitata.

Gamberoni flambati al profumo di anice e polvere di caffè

ingredienti per 4 persone:12 gamberoni grossi; Anice stellato; Polvere di caffè; 1 mazzetto di finocchietto selvatico; 2 patate medie; Vino bianco; Ouzo (liquore greco all’anice); Sale, pepe e zuc-chero; Olio extravergine medio (Sicilia, Sardegna)

Gli chef Mei e Simonato interpretano il Caffè Moak

di Sara Di Pietro

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In via Gesù a Milano, nel Quadrilatero della Moda, sor-ge il Four Seasons Hotel. I frammenti degli affreschi che decorano i muri richiamano volutamente il passato

dell’edificio che ospita il Four Seasons Hotel, un antico convento del XV secolo. Nel corso degli anni si è imposto nell’immaginario collettivo della città come il luogo per eccellenza dell’ospitalità e del servizio impeccabile grazie anche al Ristorante La Veranda, dove gli ospiti si lascia-no deliziare dai piatti preparati dall’Executive Chef Sergio Mei Tomasi e la sua brigata di 28 cuochi. Riconosciuto come uno degli Chef più apprezzati della sua generazione, insignito dell’ambito premio “Cuoco dell’Anno” nel 1998, Sergio Mei realizza pienamente il proprio concetto di cuci-na nel creare piatti semplici, basati su ingredienti freschi e selezionati, non necessariamente foie gras e caviale.

Tortelli di pasta al caffèingredienti per 4 persone:per la pasta: gr 350 semola, gr 150 farina di riso scura, gr 25 caffè espresso, gr 10 polvere di caffè, g 150 acqua, gr 50 vino bianco; per il ripieno: gr 250 patate; gr 100 cipolla rosata di Montoro, gr 150 olio; gr ½ raspadura di limone,

gr 10 parmigiano grattugiato, qb sale e pepe; per il condi-mento: gr 100 burro di malga, 1 rametto di timo limone.

Procedimento:Per la pasta: in una bastardella setacciare la semola con la farina di riso, impastare con l’acqua, il vino bianco e il caffè freddo a 35°. Far riposare la pasta per 15 minuti, av-volta in carta pellicola per alimenti. Per il ripieno: lavare le patate e farle bollire con la loro pelle in acqua salata con gli aromi. Pelarle, passarle al setaccio e riunire la polpa in una bastardella. Pelare la cipolla, tagliarla a cubetti piccoli e farla maturare in padella con olio e poca acqua; aggiun-gerla alle patate con sale, pepe e parmigiano grattugiato. Per i tortelli: stirare la pasta a sfoglia sottile e cospargerla con polvere di caffè; farcire con il ripieno e confezionare i tortelli o ravioli nella forma voluta, a piacere. Una volta cotti condire i tortelli con il burro, emulsionato con l’acqua di cottura e profumato con il timo limone.

Per la presentazioneServire i tortelli al piatto con sopra la polvere di caffè mi-scelata al parmigiano grattugiato.

Brano consigliato per la lettura di questo articolo: Black Coffee - St. Germain & Patricia Kass 19[ the sign moak ]

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S in dalla sua fondazione, CIME ha avviato un pro-cesso di evoluzione, sia in ambito tecnologico che progettuale. Giovane e dinamica, l’azienda nel

2013 dà il via ad un nuovo progetto che mira a rafforzare l’identità del brand, mantenendo alta la qualità dei pro-dotti per affidabilità, robustezza e prestazioni. Nasce la nuova linea “Composizione”.La scelta della nuova identity si traduce attraverso un linguaggio universale, come quello musicale, che ben si accosta al design e alle funzioni della nuova gamma.

Una composizione è rappresentata da un pentagram-ma in cui è possibile osservare note, ritmi e armonie racchiuse da due parentesi. Nel progetto delle nuove macchine CIME le parentesi sono rappresentate dalle spalle laterali, mentre il contenuto sono i singoli pezzi interni che armonicamente si compongono per creare il prodotto finale: l’espresso. Un progetto dove il design e l’innovazione si coniugano con ricerca e tecnologia, dando più valore alla manualità e all’arte di saper fare il vero espresso italiano.

redazionale

CIME presenta la nuova linea “Composizione”

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A partire dai futuri modelli, la gamma Composizione sarà identificata dalla sigla CO, mentre ogni modello sarà ri-conoscibile da un numero a due cifre che ne indicherà la posizione gerarchica all’interno della serie.Il primo nuovo modello che uscirà sul mercato è la CO-05. La nuova macchina Composizione sarà protagonista al Salone dell’Ospitalità Host 2013, a Milano dal 18 al 22 ottobre (padiglione 18/stand C70), dove porterà colore e innovazione. Impossibile non notarla. Esteticamente un balzo in avanti, un tuffo nella modernità. La nuova CO-05 sarà racchiusa da spalle laterali in poliuretano innovativo che lega libertà creativa e funzionalità in perfetta sintonia. Le “parentesi” saranno disponibili in dieci differenti colori, con la possibilità di comporre le due spalle con due diverse cromie, rendendo la macchina adattabile a qualsiasi ambiente. La vera innovazione inizia dai particolari, dai dettagli. A partire dalla pulsantiera ergonomica e dal forte impatto

grafico, che è stata esclusivamente progettata per la CO-05 e attraverso la quale il macchinario entra in armonia con chi il caffè lo prepara. Ogni pulsante ha un diametro di due centimetri e si adatta perfettamente alla linearità della macchina; la retroilluminazione ed il disegno frontale rendono facilmente intuibile la scelta desiderata. Anche il design del cassetto rispetta la linea elegante delle macchi-ne Composizione e il concetto di funzionalità e minima-lismo. Nella parte superiore è presente la piastra scalda-tazze a scomparsa, mentre nel retro la macchina mostrerà una elegante illuminazione adattabile al logo. La nuova linea Composizione da un lato considera la macchina da caffè espresso come l’insieme armonioso di affidabili e robusti elementi che ne vanno a comporre il cuore pulsante, dall’altro esalta il lato giocoso del pro-dotto che permette di abbinare i vari colori delle solide spalle tenendo conto delle proprie esigenze e rendendo la macchina un oggetto da personalizzare.

Brano consigliato per la lettura di questo articolo: Nona sinfonia di Beethoven, secondo movimento 21[ the sign moak ]

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Moak ad Anuga 2013

Tra gli eventi in calendario per il 2013 Moak non poteva mancare alla fiera Anuga, Salone mondiale dei prodotti alimentari e delle bevande, che si è

tenuta a Colonia dal 5 al 9 Ottobre scorso. Nello spazio Moak protagonista assoluta la nuova gamma di prodotti Bio Fair, la linea di prodotti certificati Biologico e Fai-rtrade, una ulteriore testimonianza di come la politica di Moak sia rivolta con sempre maggiore attenzione al mercato eco sostenibile. Grande successo anche per questa edizione di Anuga dedicata al food & beverage, che ha coinvolto circa 150 mila visitatori provenienti da oltre 100 Paesi. È stata una gustosa occasione non solo per Moak, ma per il mercato italiano, in quanto

la Germania è il primo mercato di destinazione delle esportazioni agroalimentari italiane. L’Italia, inoltre, è il quarto fornitore della Germania detenendo una quota di mercato pari ad oltre il 7% delle importazioni tedesche. Per Moak si è trattato di un evento molto importante sia a livello europeo che mondiale. “Anuga – spiega Giuseppe Ventura, Direttore Commerciale di Caffè Moak - ha of-ferto la possibilità di stabilire nuovi contatti, di scoprire i trend del momento, di godere dell’intera infrastruttura di Koelnmesse, uno tra i quattro enti fieristici più grandi al mondo, dando inoltre la scossa ad un mercato europeo pericolosamente statico che ha spazio e concede fiducia solo a chi dimostra le proprie virtù, come Moak”.

Brano consigliato per la lettura di questo articolo: German Clap - Modeselektor

di Corrado Passarello

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Lo stile di arredare.Il mondo in una stanzarubrica a cura della redazione

Amore per le cose belle, senza spazio e tempo. Appassionarsi di voli senza essere aviatori. Vivere ambienti in cui l’armo-nia del design, il calore della pelle e del legno uniti alla forza dell’acciaio danno vita ad atmosfere in grado di far sentire immediatamente a proprio agio, quasi in un viaggio immagi-nario. Appassionata dalle cose destinate a durare nel tempo Arteinmotion si inventa la linea “aeronautics”, pezzi unici e oggetti d’arte realizzati con parti obsolete di aerei storici.

* base tavolo conferenza realizza-to con due scheletri di flaps del “Beech 18” del 1937.misure 310 x140 cm . By Arteinmotion

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che custodiscono tutte le sue proprietà benefiche; l’orzo infatti è una sostanza utilissima per garantire il benessere dell’organismo. Particolarmente digeribile e ricco di sili-cio e fosforo, rappresenta un aiuto per il sistema nervoso e per chi svolge attività intellettuale.

Ginseng Per una carica rivitalizzante e per le proprietà ricostituenti la scelta giusta è il caffè al Ginseng, indicato per la salute del proprio sistema immunitario. Disponi-bile nella confezione da 1kg e d’immediato utilizzo, il preparato per bevanda al gusto di caffè e ginseng è adatto sia per una preparazione manuale in tazza, sia per il di-stributore automatico bar. Una piccola curiosità: il suo nome botanico è Panax Ginseng e la dice lunga sulle sue

L’obiettivo di Moak è quello di offrire una sempre più vasta gamma di prodotti qualitativamente superio-ri, riuscendo con successo a soddisfare un maggior

numero di persone. Un occhio alla qualità, al gusto e alla salute. Così Moak fa leva su tre prodotti e ingredienti dagli elevati aspetti benefici: Orzo, Ginseng e Guaranà. Possono considerarsi come delle opzioni alternative al caffè, da gu-stare più volte al giorno e pronte a fornirci un’immediata dose di benessere ed energia. La linea di caffè istantanei Moak arricchisce l’offerta di prodotti permettendo un’am-pia scelta e una soluzione per ogni momento della giornata.

Orzo La miscela Orzo, il cereale più antico del mondo, è disponibile nella confezione da 250g e in pratiche cialde,

Il caffè incontra l’orzo, il ginseng e il guaranà.

di Corrado Passarello

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proprietà, infatti la parola deriva dal greco pan-axos e si-gnifica letteralmente “che guarisce tutto”.

Guaranà Lo speciale trio si completa con la confezione da 500g del preparato istantaneo per ottenere una particolare bevanda al gusto di caffè e guaranà, una pianta ritenuta sacra dalle varie tribù amazzoniche, che ne facevano un uso rego-lare ritenendola responsabile della vitalità e della longevità; infatti in Brasile il guaranà è conosciuto come il “fruto da juventude”. Viene solitamente usato per combattere pro-blemi intestinali, mal di testa, disturbi alla circolazione, in quanto mantiene le arterie pulite e toniche e nondimeno gli si attribuisce una funzione dimagrante; una bevanda pronta a donarci benessere ed energia ogni volta che lo si desidera.

La macchina solubile proposta da Moak sarà il mezzo che renderà concreto e reale il piacere di sorseggiare queste tre bevande. Un erogatore di semplice utilizzo e dalle dimensioni ridotte, facilmente adattabile anche ai piccoli spazi. Il suo elementare automatismo consente una rapida procedura di manutenzione da svolgere occasionalmente per mantenere il proprio dispositivo sempre al top.

Consigli per il barista: – avviare il lavaggio ogni sera pigiando 2/3 volte l’appo-

sito pulsante– 1 volta a settimana lavare gli accessori del dosatore– 1 volta al mese sostituire l’addolcitore– utilizzare acqua depurata

Brano consigliato per la lettura di questo articolo: Three Fingers - Buckethead 25[ the sign moak ]

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I l suo volto, il suo carattere curioso e pieno di passi-one mostrano la sua vera anima, quella di una donna che pensa che essere una vera attrice vuol dire es-

primere se stessi, senza dover avere necessariamente un’ottima dizione. Lucia Sardo è una delle artiste siciliane che ha scelto i ruoli da interpretare seguendo il principio della qualità dei caratteri dei personaggi. Dopo quindici anni di attività teatrale approda al cin-ema con “La discesa di Aclà a Floristella” di Aurelio Grimaldi. Uno dei ruoli che l’ha resa più famosa è quello di Felicia Impastato, madre di Peppino Impasta-to nel film “I cento passi”, di Marco Tullio Giordana. Negli ultimi anni lavora anche in fiction televisive. Dal

2008 organizza corsi di recitazione teatrale incentrati sul teatro contemporaneo dal ’900 ad oggi. Al nostro incontro arriva avvolta da un abito nero, del-lo stesso colore della sua folta chioma e dei suoi occhi fortemente comunicativi. Occhi che si illuminano men-tre parla di se in questa intervista.

Com’è cambiato il cinema dai tuoi esordi ad oggi?Forse è meglio dire come è peggiorato. Negli ultimi anni, purtroppo, si produce solo un quarto dei film rispetto al passato. Questo ha fatto sì che la cultura del cinema, una delle ricchezze del nostro Paese, abbia meno possibilità di essere valorizzata ed esportata.

Sicilia in rosaLucia Sardo, un’attrice senza maschere

di Sara Di Pietro

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Quale personaggio tra quelli che hai interpretato è ri-uscito a segnarti maggiormente? Felicia Impastato, ovviamente. Non solo dal punto di vis-ta professionale; I cento passi è un film che mi ha portato quasi all’Oscar. Mi sono innamorata di Felicia perchè ho interpretato un personaggio reale, non inventato. L’ho in-contrata, siamo diventate amiche e da anni porto nei teatri uno spettacolo dedicato a lei “La madre dei ragazzi”.

Quando parlo di Felicia non voglio fare riferimento alla mafia, ma a una donna forte e alla forza delle donne, a quelle senza alibi né paure.

Qual’è stato lo stimolo che ti ha portata ad avvicinarti al mondo della politica?Provengo da una famiglia di politicanti. Mio padre era un militare, ma anche appassionato di politica. Anche io lo sono stata sin dai tempi dei comitati studenteschi. Quando Rita Borsellino mi chiese di scendere in cam-po, lo feci perchè credevo e credo in lei come donna e nei suoi ideali. Oggi però la politica non mi interessa come un tempo.

Ritieni che si possa essere bravi attori pur saltando la classica gavetta, come accade di recente per i giovani, o il sacrificio è la strada per il successo? In realtà io credo che l’attore vero sia chi si esprime con il corpo. Non serve una vera dizione (fa il verso della “o” chi-usa). Io non l’ho mai studiata. La gente ha bisogno di storie vere, che possano essere interpretate da personaggi veri, non costruiti, con il loro dialetto, il loro modo di comunicare. Così

come non serve essere belli e stereotipati per avere successo. È importante più che la faccia, quello che c’è dietro la faccia.

Sogno nel cassetto? Da tempo mi dedico alla scrittura e alla sceneggiatura. Il mio sogno (che forse non rimarrà a lungo nel cassetto) è quello di veder realizzare un film sui i miei personaggi.

Domanda d’obbligo: il tuo rapporto con il caffè? Il mio carattere energico ed impetuoso mi impedisce di abusarne. Per questo bevo decaffeinato e orzo. Ciò a cui non posso e non voglio rinunciare è invece il profumo che emana la moka.

Brano consigliato per la lettura di questo articolo: Summertime - Janis Joplin 27[ the sign moak ]

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Il caffè che unisce i popoli e pretesto per diffondere culture e tradizioni, al punto da meritarne un elogio. L’invito alla lettura di un manoscritto del settecento, senza tempo, sulla nostra amata bevanda.

l caffè non è solo un liquido scuro ma un mezzo per fare amicizia. Inizia così la lettura de “Il caffè sospeso”, una raccolta di pensieri e aneddoti dello scrittore napoletano Luciano De Crescenzo. Maestro dell’arte di saper me-scolare pezzi di vita quotidiana con pensieri aulici, l’autore saprà mostrarvi la filosofia anche nei posti in cui non avevate mai pensato che fosse.

Quando un napoletano è felice per qualche ragione, invece di pagare un solo caffè, quello che berrebbe lui, ne paga due, uno per sé e uno per il cliente che viene dopo. “È come offrire un caffè al resto del mondo...” Il caffè sospeso è un’usanza partenopea, ma anche una filosofia di vita. Questo libro raccoglie il meglio degli articoli a firma dello scrittore e gior-nalista, usciti su quotidiani e riviste dal 1977 al 2007 e mai pubblicati in li-breria. Filosofia greca applicata alla vita quotidiana, aneddoti pieni di senso non comune, l’Italia passata sotto la lente dell’ironia: un pezzo dopo l’altro il libro compone una perfetta summa del pensiero di Luciano De Crescenzo.E mentre ci stordiscono conversazioni immaginarie e immaginifiche fra Empedocle, Aristotele, Galileo, Newton ed Einstein, capita di interrogarsi sui calendari - da quello di Gregorio XIII a quello di Sabrina Ferilli -, sul Grande Fratello secondo la prospettiva di zia Carmela, sull’omosessualità da Socrate a Storace. Il caffè sospeso è un libro ricco e gustoso, un concentrato di spunti per ridere e pensare. Tutto condito sempre dall’ironia, come una giusta quan-tità di zucchero da mettere nel caffè per renderlo ancora più godibile.

Nato a Napoli il 20 agosto del 1928, Luciano De Crescenzo è scrittore, regi-sta, attore e conduttore televisivo. Prima di dedicarsi alla narrativa, alla saggi-stica e allo spettacolo, ha svolto la professione di ingegnere. Alla sua attività di scrittore ha sempre affiancato quella di divulgatore, capace di introdurre anche il lettore più inesperto ai problemi sollevati dalla filosofia antica.

Caffè da leggere

Il caffé sospesoSaggezza quotidiana in piccoli sorsi

L’autore

di Luciano De Crescenzo

in collaborazione con

Collana: I libri di Luciano De CrescenzoEdizione: MondadoriAnno: 2008Numero di pagine: 200Prezzo: 15 euroISBN: 9788804577744

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PANTONE Cool G

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PANTONE 130 c

PANTONE 7439 c

PANTONE 321 c

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È un gioco, una filosofia, è colore ma soprattutto gusto. Dopo il successo del progetto Paper Ball, il packaging originale che rispetta l’ambiente e dal

design sostenibile, Moak presenta sul mercato ecoforme-colours: la nuova confezione che contiene le 120 cialde si trasforma in colorate sfere utili per arredare, ideali da collezionare e con l’arrivo del Natale anche da appendere all’albero. Da ogni singola scatola sarà possibile ottenere una sfera e ognuna di esse sarà realizzata componendo tra loro le dodici forme che si ricaveranno direttamente dal pacco fustellato.Il nuovo progetto ecoformecolours sarà disponibile in quattro diversi colori, casualmente o in giallo, in blu, in lilla o in grigio. Tra un caffè e l’altro,

entra in gioco anche la creatività dei bambini, famiglie ed amici, che ritagliando ed incastrando i dodici elementi bidimensionali daranno vita ad oggetti tridimensionali unici, personalizzabili ed irripetibili. Parte la caccia al te-soro, la caccia per avere tutte e quattro le confezioni con i diversi colori e combinarli in una sfera multicolore o della tonalità preerita. Le stesse confezioni possono esse-re utilizzate anche come portaoggetti per far ordine a casa o come elementi decorativi da posizionare sopra mensole o armadi. Il packaging originale che rispetta l’ambiente e dal design sostenibile è un progetto ed un oggetto di valo-re carico di valori, come la sostenibilità, il riuso e l’atten-zione per l’ambiente.

Brano consigliato per la lettura di questo articolo: I used to be color blind - Fred Astaire

Tutti pazzi per ecoformecolours

di Corrado Passarello

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Brano consigliato per la lettura di questo articolo: From green to brown - Twerk

“Caffè e contorni” è la nuova rubrica di The Sign Moak, che vi farà incuriosire e scoprire come il caffè può accostarsi a innu-merevoli alimenti, dagli agrumi, al pesce e alla pasta. Ad accompagnarci in questo viaggio ricco di sorprese per occhi e palati, sarà lo Chef Carmelo Chiaramonte. Scenografo culinario, autore televisivo per Gambero Rosso Channel, ha anche pubblicato un libro “A tutto tonno”. Si definisce “cuciniere errante”, ma con un forte senso di appartenenza alla sua terra, la Sicilia, ricca di storie e proverbi che lui ama rievocare nella sua cucina.

I l gusto puro è una questione di movimento, non arriva in casa nostra così senza un motivo. E nemmeno an-dando in un ottimo negozio di gastronomia può servi-

re a completare un quadro di sapori vario e complesso. Una buona abitudine è quella di seguire la fonte delle cose e per conoscere certe sfumature del caffè baste-rebbe visitare i luoghi di torrefazione. Enormi case che profumano come mille bar messi insieme, nettare vapo-roso di caffè tostato in ogni dove. Pochi si spingono ad assaggiare i chicchi del caffè verde, semi puri, nudi e crudi: sapore lieve e curioso del seme delle bacche ros-se. Proviamolo in polvere appena macinato, abbinato a quello tostato, per sentire tutte le sfumature dal crudo al sapore di brace.

Come si preparaÈ molto importante procurarsi una pasta da fabbriche artigia-nali, visto che la ricetta non prevede che pochi sapori ed ognu-no deve essere intenso. Una volta cotti, i fusilli in acqua salata, si adagiano sul piatto: da una parte un spolverata di caffè ver-de, dall’altra quello scuro. Qualche goccia di olio, il basilico, l’erba cipollina appena tagliuzzata e una grattugiata di cacio.Questo piatto leggero e intenso si abbina bene ad un bicchie-re di birra di frumento o ad una tazza di thè verde fumante.

- 300 gr di fusilli di grano duro- 40 gr di polvere di caffè crudo- 40 gr di polvere di caffè tostato- 90 gr di cacio vaccino semi stagionato- 1 ciuffo di erba cipollina- 8 foglie di basilico fresco- 2 cucchiai di olio d’oliva profumato

Caffè e dintorni

Dosi ed ingredienti per 4 ospiti:

rubrica a cura di Carmelo Chiaramonte

Fusilli di grano duro, caffè verde e nero

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