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02/2013 © Caffè Moak S.p.A. ITA

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La stampa pubblica quotidianamente dati e numeri sulla fles-sione dei mercati. Le notizie non sono per niente rassicuranti e in molti vorremmo sentirci dire che la ripresa è vicina. Il primo semestre del 2013 ha registrato l’innegabile calo dei consumi anche nel settore caffè. E mentre a Washington si respira aria di fiducia, in Italia sembra proprio mancare. A soffrire meno la crisi sono però le attività che hanno scelto di mantenere alta la qualità dei servizi e del prodotto. Soprattutto nel settore food il cliente fa più attenzione a ciò che compra e pretende di avere un buon servizio. La stagione estiva ha registrato un calo delle presenze turisti-che, anche se molti scelgono ancora l’Italia come meta prefe-rita. Loro, forse, più degli italiani stessi, credono nelle nostre ricchezze e in quel Bello che il mondo ci invidia. Così il nostro espresso italiano guadagna sempre più punti all’estero. Un segnale di come è forte il desiderio di tornare alla veridicità delle cose, al “prodotto tipico”, alle risorse vere dei luoghi. Se il dopoguerra ha dato più chance di inventarsi, forse la nuova epoca dovrebbe essere un ricorso storico, un ritorno alla genuinità e alla qualità della vita. Quella sì che sarebbe una vera ripresa.

Il PresidenteGiovanni Spadola

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Museo Alessi - Articolo a pag. 5

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Moak diventa partner ADI

Caffè da leggere

Concorsi Moak 2013.Riotta e Ghezzi Presidenti di giuria

Il Gilli di Firenze tra i più antichi Caffè Storici d’Italia

Gli chef Tamburini, Colonnetta e Patti interpretano il Caffè Moak

Moak a Collisioni. Il caffè tra musica e letteratura

Take me away

Caffè e dintorni

Aromatik adesso anche in cialda

Lo stile di arredare.È il verde il colore dell’anno

Moak nel mondo

Caffè e Salute. Col caffè ci sento meglio

Che peccato buttare i fondi caffè

Sicilia in rosaBarbara Tabita. Una vita tra cinema, teatro e tv.

Sferificazione. Un nuovo modo di bere il caffè

Moak sempre più “green”

È tempo di pesca.

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www.caffemoak.com

Spedizione poste italiane - cod.sap. n.30907349- DCB Centrale/PT Magazine iscriz. R.O.C.n.23325 - valida dal 18/03/2013 - Aut. Trib. Modica n.218/2013 VG - Notizie n.2/2013.Direttore Responsabile: Sara Di PietroRedazione: Annalisa Spadola, Sara Di Pietro, Corrado Barone, Corrado PassarelloFoto: for[me]moak.Coordinamento grafico: for[me]moakArt work: for[me]moak Editore: Moak Holding S.p.A. Viale delle Industrie s.n. – 97015 Modica (RG) tel.0932-904755 www.caffemoak.com, mail: [email protected] Azienda con sistema qualità certificato da ISO 9001/14001 Stampa in esclusiva per Moak Holding S.p.A. a Soveria Mannelli (CZ) A norma dell’art. 7 della legge n. 196/03 il destinatario può avere accesso ai suoi dati, chiederne la modifica o la cancellazione oppure opporsi scrivendo a: Moak Holding S.p.A. - Viale delle Industrie s.n.- 97015 Modica (RG) - Italy

In copertina:“Punti di vista” del progetto Moak Generaction

Partner

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L’ADI Associazione per il Disegno Industriale riunisce dal 1956 progettisti, imprese, distributori, ricercatori, insegnanti, critici, giornalisti intorno ai temi del design: progetto, consumo, riciclo, formazione. Oggi ha oltre 1.300 soci in tutta Italia.

Promuove – con il dibattito culturale, le pubblicazioni, l’intervento presso le istituzioni, la fornitura di servizi – la progettazione di prodotti, servizi, comunicazione visiva.

Dal 1964 gestisce il Premio Compasso d’Oro ADI – il più antico e il più autorevole premio italiano di design, nato nel 1954 da un’idea di Gio Ponti – e attraverso la Fondazione ADI ne conserva la Collezione storica, che raccoglie i prodotti premiati in oltre mezzo secolo di attività.

Dal 1956 per il Design italiano

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ADI ASSOCIAZIONE PER IL DISEGNO INDUSTRIALEVIA BRAMANTE 29, I-20154 MILANOT +39 02 33100 241 / 164F +39 02 33100 878

ADI

ADI ASSOCIAZIONE PER IL DISEGNO INDUSTRIALE

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05[ the sign moak ]Brano consigliato per la lettura di questo articolo: Tea for two - Lester Young

Moak diventa partner ADI, Associazione per il De-sign Industriale, l’ente che ha istituito il “Com-passo d’Oro”, il più autorevole premio mondiale

di design. Il prestigioso riconoscimento è stato ufficia-lizzato lo scorso giugno “per l’attenzione al design e alla progettazione culturalmente consapevole” che l’azienda ha mostrato nel processo storico di modernizzazione e di innovazione del prodotto e del marchio. Un percorso di ricerca e di collaborazione che vedrà Moak coinvolta in alcuni importanti iniziative, che il presidente di ADI Sicilia Vincenzo Castellana spiega in questa intervista.

Uno dei primi progetti di collaborazione con ADI è quello del Museo d’Impresa. In cosa consiste?Il percorso di ricerca, che partirà a novembre con la con-sulenza scientifica di ADI Sicilia, definirà un prototipo di museo di impresa dell’azienda Moak. Si tratta di un processo scientifico, che durerà circa due anni, sotto la supervisione di una nostra ricercatrice Paola Rinciani, che dovrà raccogliere documenti, materiali iconografici, oggetti, prodotti o macchinari, che raccontano la storia di Moak e dei suoi protagonisti. In Italia, uno degli archivi storici industriali più importanti è il Museo Alessi, che con i suoi 23.000 oggetti custodisce uno spaccato affa-scinante del design contemporaneo. L’obiettivo finale del

Museo Moak è quello di valorizzare il patrimonio indu-striale dell’azienda, delle sue storie inedite, dei processi di cultura e di innovazione, mettendolo a disposizione della collettività.

A novembre partirà anche la collaborazione tra Moak e l’accademia AbadirLa collaborazione tra Abadir, l’accademia di Belle Arti di Catania e Moak, suggellata da Adi Sicilia, vedrà l’attivazione di progetti in seno ai corsi di design indu-striale che partiranno con il prossimo anno accademico 2013-2014. Gli studenti saranno coinvolti nella elabora-zione di studi legati al mondo caffè, progettando spazi o contenitori, con la possibilità per qualcuno di vederli realizzati dal committente.

Moak sarà anche presente alla terza edizione del con-corso internazionale Il Design del MediterraneoIl concorso, che sarà patrocinato da Caffè Moak, è co-promosso da padjournal.net, rivista internazionale di design. Giunto alla terza edizione è un evento atteso che vedrà la partecipazione di numerosi designer industriali provenienti dai Paesi del Mediterraneo. Dopo Instanbul e Barcellona, contiamo di organizzare la terza edizione proprio in Sicilia.

di sa.di.pi

Moak diventa partner ADI

Ornella Noorda Museo Alessi

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Il caffè che unisce i popoli e pretesto per diffondere culture e tradizioni, al punto da meritarne un elogio. L’invito alla lettura di un manoscritto del settecento, senza tempo, sulla nostra amata bevanda.

Una lettera che Antoine Galland, orientalista francese del Settecento, in-via ad un suo amico per esprimere un vero e proprio elogio del caffè. Un breve saggio, che raccoglie una serie di nozioni sull’uso del chicco più famoso del mondo e in generale sul rapporto che i popoli intrattengono con le droghe. L’autore descrive, con una grande capacità linguistica, le origini del caffè nel mondo orientale attraverso una ricca collezione di aneddoti che si rifanno alla sua scoperta e diffusione, ma anche di come è stato accolto dalle tradizioni islamiche. Uno studio del suo uso sociale entro la civiltà musulmana.

Antoine Galland viaggiatore ed erudito, tra i primi cultori delle lingue orientali, è autore di resoconti di viaggio (molti dei quali destinati a Colbert) che sono all’origine del moderno orientalismo. Nato in una famiglia di piccoli contadini e orfano di padre dall’età di 4 anni, viene ricordato soprattutto per aver tradotto nella sua lingua madre la celebre raccolta di novelle orientali “Le mille e una notte”, per poi donarla alla marchesa d’O, dama di palazzo della duchessa di Borgogna. Grazie a lui la cultura del mondo orientale venne divulgata in Francia e in Occiden-te. Nel 1670 fu infatti nominato ambasciatore di Francia presso Mao-metto IV, a Istanbul.

Caffè da leggere

Elogio del caffè

L’autore

di Antoine Galland

in collaborazione con

Sonda EdizioniEdizione: Settembre 2012Numero di pagine:160Prezzo: 9,90 euroISBN: 8871066448

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Ruth Orkin, nel 195

Brano consigliato per la lettura di questo articolo: Because the night - Patti Smith

Orario, storici programmi di satira in onda su Raitre. Ghezzi sarà affiancato da una giuria di spicco: la gior-nalista Cristina Borsatti, il regista Francesco Calogero e Giannandrea Pecorelli, produttore cinematografico di “Violino Rosso” vincitore Premio Oscar e del film “Notte prima degli esami”.Autori e filmaker potranno avere l’onore di presentare i loro elaborati a nomi illustri del panorama cinematogra-fico nazionale. La giuria selezionerà i migliori corti, che andranno sul podio rispettivamente con i premi di “Mi-glior Corto”, “Miglior Regia” e “Miglior Sceneggiatura”.I nomi dei vincitori di Caffè Letterario e Corto Moak 2013 saranno svelati durante la serata di premiazione, che si terrà il prossimo 5 Ottobre a Modica, negli spazi del nuovo centro direzionale Moak.

maggiori informazioni sono disponibili su www.caffe-letteario.itwww.caffe-corto.com.

G ianni Riotta ed Enrico Ghezzi saranno i due presi-denti dei concorsi Letterario e Corto Moak 2013. Due nomi illustri del giornalismo e del cinema

italiano, che quest’anno dovranno selezionare, insieme ai colleghi di giuria, racconti e cortometraggi che hanno come protagonista il caffè.Gianni Riotta, giornalista de La Stampa, già direttore de Il Sole 24 ore e del TG1, guiderà il Concorso Letterario Moak giunto alla XII edizione, avvalendosi di una giuria di tutto rispetto: Gianni Cascone (sceneggiatore), Guido Conti (scrittore), Gianluca Morozzi (scrittore) e Susanna Tartaro (curatrice Fahrenheit Radio 3 RAI), già a lavoro con gli oltre 350 manoscritti pervenuti, battendo i numeri di partecipanti delle scorse edizioni. Tra questi saranno selezionati i cinque finalisti, che concorreranno al titolo di miglior racconto 2013.L’VIII edizione di Corto Moak, il concorso internazio-nale di cortometraggi, vanterà, invece, il nome di Enrico Ghezzi, critico cinematografico e autore di Blob e Fuori

di Sara Di Pietro

Concorsi Moak 2013.Riotta e Ghezzi Presidenti di giuria

Enrico Ghezzi Gianni Riotta

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Ruth Orkin, nel 1951 lo scelse come scenario della celebre foto “American girl in Italy”. Ma a rende-re il Caffè Gilli uno dei più antichi locali d’Italia

ed unica testimonianza dei caffè della belle epoque di Firenze sono i suoi due secoli e mezzo di storia. Era il 1733 quando la famiglia svizzera Gilli aprì in via dei Calzaiuoli “La Bottega dei Pani Dolci”, una elegante ed accogliente confetteria molto apprezzata e frequentata dalla nobiltà fiorentina. Fu, però, nella seconda metà dell’ottocento che il Gilli, con la sua pasticceria e caffet-teria ebbe la sua massima notorietà, trasferendosi in via

degli Speziali, proprio di fronte al Teatro Trianon, per poi spostarsi definitivamente in Piazza della Repubblica, centro e cuore della città dantesca sin dall’epoca romana. Fulcro dei caffè letterari e luogo di incontro di numerosi intellettuali, il Gilli diventa testimone dei conflitti politici dei primi anni del novecento e luogo di lettura delle pri-me riviste. A frequentare più assiduamente le bellissime sale affrescate sono artisti e pittori, come Caligani, Pozzi, Ferroni e Pucci. Dal dopoguerra in poi Gilli diviene luo-go d’incontro esclusivo di giovani fiorentini e meta delle celebrità di Hollywood.

di sa.di.pi

Il Gilli di Firenze tra i più antichi Caffè Storici d’Italia

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Ancora oggi il Caffè Gilli è considerato il salotto buono di Firenze. Gli archi, gli affreschi e i preziosi lampadari di Murano regalano ai visitatori quell’atmosfera antica e regale di un luogo che racconta oltre due secoli di storia, dove a segnare il tempo, per oltre cento anni, è stato l’orologio più famoso della città, posto all’ingresso della sala da thè.Oggi il Caffè Gilli, grazie alla passione della famiglia Valenza, proprietaria anche del Caffè Paszkowski (1846), conserva ancora quel fascino senza tempo, offrendo alla clientela un ambiente più intimo e romantico nelle sale interne; chi vuole, invece, stare all’aperto e vivere Piazza

della Repubblica può scegliere il Dehors, che, con ol-tre 250 posti a sedere, è il fiore all’occhiello del locale. Riscaldato d’inverno, l’ambiente si apre alla Piazza nei periodi caldi, regalando ai suoi ospiti, grazie al sofisticato sistema di nebulizzazione idrica, un particolare benessere anche nelle giornate più afose. Oltre alla caffetteria e alla cioccolateria, Gilli vanta un’ampia produzione della pa-sticceria fiorentina, con i suoi cremini pralinati, gli ottimi macarons e gli irresistibile “Paillet d’or”.Il ristorante propone, invece,una cucina tipica toscana e internazionale, con una carta dei vini di altissimo livello, selezionati da esperti sommelier.

Brano consigliato per la lettura di questo articolo: Son contento - Francesco Nuti

Used with special permission of the Ruth Orkin Photo Archive American Girl in Italy, 1951 photograph by Ruth Orkin - © 1952, 1980 Ruth Orkin

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Nel cuore del barocco di Modica Alta, all’interno dell’Hotel Palazzo Failla, La Gazza Ladra è un ristorante raffinato, dove si respira anche d’estate

un’atmosfera gradevole, grazie alla cena servita nel ri-servato giardino dei limoni. La cucina, insignita di una stella Michelin, è affidata da pochi mesi allo chef toscano David Tamburini, che subito si innamora di Modica e dei sapori che la terra sicula sa offrire. Prima ancora, il fascino per il mondo vegetale lo porta a Milano al Joia di Pietro Leemann dove rimane per due anni. Artefice di una cucina contemporanea, personale, valorizza la complessa semplicità della materia con leggerezza ed eleganza. In pochi gesti e con semplici materie prime è riuscito a rega-larci un piatto che ammalia il palato, dove si distinguono con facilità i singoli ingredienti, in un tripudio di sapori freschi ed estivi.

Mezze zite al cavolfiore arriminatoingredienti: 1 cavolfiore bianco, 200 gr ragusano DOP, 100 gr rarmigiano reggiano 24 mesi, 400 ml latte intero, 10 gr maizena, mezze zite, 50 gr capperi sotto sale, 100 gr acciu-ghe sotto sale, colatura di alici, chicchi di caffè moak

Preparazione: dissalare i capperi e le acciughe e farli essiccare in modo da ottenere una polvere grossolana. Cuocere il cavolfiore tagliato in cimette in acqua e latte, frullarlo e passare la crema attraverso un setaccio fino. Riempire il sifone e mantenerlo in temperatura in un ba-gnomaria caldo.Portare il latte al punto di ebollizione, unire i due formag-gi e far fondere dolcemente fuori dal fuoco, riportare ad ebollizione e legare la fonduta con la maizena disciolta in acqua fredda.Cuocere le mezze zite, scolarle e ancora calde farcire con la fonduta di ragusano, riporre il tutto in una padella con un filo di acqua, incoperchiare e scaldare a fuoco dolce per circa un minuto (aiuterà la rendere la fonduta filante ).

Completamento del piattoSistemare nel piatto un ciuffo di schiuma di cavolfiore, adagiarvi sopra le zite farcite, concludere con la colatu-ra, i capperi e le acciughe essiccate e i chicchi del caffè frantumati.Questi ultimi doneranno alla preparazione un tocco di tostato e di amaro, completando il percorso sen-soriale del piatto.

di Sara Di Pietro

Gli chef Tamburini, Colonnetta e Patti interpretano il Caffè Moak

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A Caltagirone, a pochi metri dalla scalinata Santa Maria del Monte, nasce nel 2008 il Ristorante Coria, dedicato al Colonnello Giuseppe Coria,

scrittore del volume per eccellenza della gastronomia siciliana “Profumi di Sicilia”. Ideatori sono due giovani chef Domenico Colonnetta e Francesco Patti. Uniti dalla passione per la cucina, decidono di intraprendere una nuova esperienza aprendo un ristorante tutto loro. Una scelta di successo che gli conferisce una stella Michelin. Nel 2013 danno vita a Squiseating, il primo banqueting creato e gestito da due chef stellati.

Crema di riso, zabaione di “Arabica” e gelo “Aromatik” Per la crema di riso: 30 gr. di riso frullato, 70. Gr. di zuc-chero, 300 gr. di latte fresco, ½ baccello di vaniglia.Unite tutti gli ingredienti in un pentolino e cucinare a fuoco lentissimo, quando il riso è ben cotto frullare fino ad ottenere una salsa liscia ad omogenea.

Per lo zabaione di Arabica: n. 3 espresso miscela Arabi-ca, n. 2 tuorli, 35gr. zucchero, 100 gr. panna montata con 10 gr. di zucchero, n1 foglio di colla di pesce, 125 gr. di mascarpone.Montare i tuorli con lo zucchero e aggiungere a bag-nomaria la colla di pesce. Unire il composto prima al mascarpone e successivamente alla panna montata. Uni-

re il caffè e trasferire il tutto in un sifone da panna con doppia ricarica.

Per il gelo di “aromatik”: 250 gr di espresso aromatik lungo, 75 gr. di zucchero, 25 gr. di amido, cardamomo tritato q.b., 25 gr. di cioccolato fondente.Con l’aiuto di una frusta unire caffè, zucchero, cardamo-mo e amido. Trasferire il tutto in un pentolino e cucinare a fuoco lento. Appena la crema solidifica, unire il ciocco-lato. Riempire degli stampi a piacere, fare raffreddare e sformare dopo due ore circa.

Per la granita “forte”: n. 3 espresso miscela “Forte”, 450 gr. acqua, 130 gr. zuccero, 50 gr. glucosio.Unire tutti gli ingredienti all’interno di un frullatore ad immersione.Quando il composto sarà ben unito mantegare il tutto con l’apposita macchina per gelato.

Composizione del piattoSul fondo del piatto versare qualche cucchiaio di crema di riso. All’interno di una cialda al cioccolato sifonare lo zabaione al caffè.Formare un cilindro con della mollica di briosce e sopra una pallina di granita di caffe “Forte”. Decorare con salsa di gelsi, panna montatan e qualche chicco di caffè tostato.

Brano consigliato per la lettura di questo articolo: A finestra - Carmen Consoli

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Aiap Associazione italiana design della comunicazione visiva

promuove la valorizzazione e lo sviluppo della cultura del progetto grafico.

www.aiap.it - [email protected]

il gusto della buona comunicazione.

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13[ the sign moak ]Brano consigliato per la lettura di questo articolo: Neutron Star Collision - Muse

Mettere insieme diverse forme d’arte e farle dia-logare tra di loro. È lo spirito che ha animato Collisioni, uno dei più importanti festival inter-

nazionali di letteratura e musica, dove Moak è stata pre-sente come unica azienda di caffè. La quinta edizione si è tenuta a Barolo, nelle colline delle Langhe piemontesi, dal 5 al 9 luglio e ha visto artisti di fama internazionale, come Jamiroquai, Fabri Fibra, Gianna Nannini ed Elio e Le Storie Tese. Collisioni non è stata solo una rassegna di concerti, ma una manifestazione che ha saputo coniugare letteratura e cinema. Durante la tre giorni si sono alternati dibattiti con alcuni dei maggiori scrittori internazionali, dal Premio Nobel per la letteratura V.S. Naipaul, a David Grossman, Ian McEwan, Oliviero Toscani, Daria Bignar-di a Massimo Carlotto. Partecipare a Collisioni ha rappresentato per Moak non solo un’importante occasione per divulgare e diffondere la cultura del caffè, ma è stata soprattutto una scelta di condivisione con i valori etici e culturali che il festival ha voluto divulgare, facendo dialogare tra di loro musi-

ca, cinema e letteratura. Una filosofia che rispecchia in pieno quella di Moak, che da anni si fa anche portavoce di arte e cultura, promuovendo i due concorsi Caffè Let-terario e Corto Moak. Anche la nuova campagna adv ‘moak genaraction’ si ac-costa alla filosofia di Collisioni, quella di creare un ponte di dialogo fra popoli di diverse culture e generazioni. In moak generaction è il team che vince, dove possono coe-sistere persone di differenti religioni, di età diverse, gente che ama la lettura e chi ama scrivere, chi preferisce ascol-tare musica e chi invece comporla, ma che insieme danno voce ad una nuova generazione, dinamica e ricca di idee, lontana da appiattimenti e falsi pregiudizi.In questa aria di festa il caffè, da sempre simbolo di con-vivialità, non poteva mancare. Negli spazi allestiti nelle piazze di Barolo dedicate al food e nel cortile del Castello di Wimu artisti, ospiti e gli oltre 80.000 visitatori arrivati da tutto il mondo, hanno potuto gustare, tra un concerto e la presentazione di un libro, le diverse miscele di caffè e conoscere il vero espresso italiano.

di Sara Di Pietro

Moak a Collisioni. Il caffè tra musica e letteratura

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Take me away

Oggetti desiderabili in grado di creare una parti-colare atmosfera capace di affascinare e rapire l’attenzione del cliente. Così l’universo Moak

prende forma attraverso oggetti di design che al caffè sono legati. Un mondo ricreato all’interno dei locali, attraverso formule ed allestimenti adattabili a diver-

si spazi e in grado di fidelizzare il cliente. Le latte di caffè, la tazzina da collezione e i libri si incastrano in una installazione dal forte impatto visivo, che cattura l’attenzione. L’insieme degli elementi che compongono l’allestimento, studiati da for[me]moak, sono in grado di comunicare contestualmente l’utilità e la funzionalità dell’oggetto, sia esso la tazzina o il cucchiaino, la quali-tà del prodotto e la bellezza estetica. In questi scatti, for[me]moak suggerisce esempi di alle-stimenti da ricreare all’interno di alcuni locali. Immagini che spiegano come sia importante incarnare appieno la cultura Moak, divenendo portavoce del brand e regalando ai propri clienti non solo una piccola pausa caffè, ma an-che una ben più vasta esperienza sensoriale, che in molti vorrebbero continuare anche a casa.

Brano consigliato per la lettura di questo articolo: Red House - Jimi Hendrix

linea moka cialde Moak

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“Caffè e contorni” è la nuova rubrica di The Sign Moak, che vi farà incuriosire e scoprire come il caffè può accostarsi a innu-merevoli alimenti, dagli agrumi, al pesce e alla pasta. Ad accompagnarci in questo viaggio ricco di sorprese per occhi e palati, sarà lo Chef Carmelo Chiaramonte. Scenografo culinario, autore televisivo per Gambero Rosso Channel, ha anche pubblicato un libro “A tutto tonno”. Si definisce “cuciniere errante”, ma con un forte senso di appartenenza alla sua terra, la Sicilia, ricca di storie e proverbi che lui ama rievocare nella sua cucina.

Prima che il caldo lasci appassire ogni fiore da mangia-re, è bene svegliarsi alle sette del mattino e girare per i campi e i giardini. Questa è l’ora in cui si raccolgono

i fiori mangerecci mediterranei, ancora pieni di profumo e sapore. Per ogni calice, corolla o petalo raccolti si compie un inchino a nostra madre Terra, colei che ci nutre con la sua mammella di polvere compatta in zolle infinite. I fiori sono l’e-spressione più profumata di ogni pianta, ci rallegrano la vista, ci fanno tornare ad un ritmo più quieto e ci regalano una falce di arcobaleno di odori buonissimi. Dopo il raccolto mattutino, un antipasto curioso per il pranzo in cui la polvere sabbiosa del caffè regala le note tostate ai fiori: matrimonio insolito da pro-vare. Una pietanza leggera e ricca di sapore che porta in bocca una piccola passeggiata simbolica, compiuta con la forchetta, tra il giardino di casa, la bottega del salumiere e la caffetteria.

Pancetta, Rose, Fiori e Caffè - Come si preparaMetto sul piatto un po’ d’insalata. Spolvero la pancetta con il caffè e la sistemo nel piatto. Coloro il piatto con i fiori lavati e privati della parte amara all’estremità inferiore dei petali. Aggiungo un pò d’olio crudo da olive di media intensità fruttata come quello della varietà biancolilla o di nocellara etnea o del Belice. A questo antipasto posso abbinare uno chardonnay siciliano affinato in barrique o un gewurztraminer del Friuli, ben profumato e intenso.

- 300 gr di pancetta affumicata- 2 rose profumate (damascena, gallica o muscata)- 1 pansè- 5/6 fiori di geranio malvarosa- 2 cucchiani di polvere di caffè robusta, appena macinato- olio d’oliva a piacere- un cuore di lattuga tagliata finemente

Caffè e dintorni

Il profumo della giovane estate

Dosi ed ingredienti per 4 persone:

rubrica a cura di Carmelo Chiaramonte

Brano consigliato per la lettura di questo articolo: Pigs - Pink Floyd

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17[ the sign moak ]

La miscela in cialde è anche un’ottima soluzione per chi sceglie aromatik al bar e non vuole rinunciare al vero espresso italiano anche a casa o in ufficio: bastano quin-dici secondi e pochi gesti.Il caffè è un rito a cui nessuno vuole rinunciare e sempre più si tende a preservare questa breve ma intensa abitudi-ne quotidiana. Ecco perchè Moak dedica la stessa atten-zione nella linea vending, producendo in un anno circa 8 milioni di cialde nelle differenti miscele, perchè il piacere di bere un ottimo espresso possa accompagnare chiunque, in qualsiasi luogo e in ogni momento della giornata.

Aromatik da oggi è anche in cialda. La linea vending si arrichisce di una nuova miscela, la più pregiata della gamma Moak. Cinquanta pods all’interno di un

cubo bianco, distinto da una fascia sottile in lamina platino, che identifica tutti i prodotti della linea aromatik.Anche i ristoranti potranno proporre nella carta dei caffè una nuova miscela, suggerita a chi vuole concedersi un viaggio sensoriale, come ultimo sapore che pervade il palato dopo un gradevole pasto. A renderla speciale è la particolare sele-zione dei caffè, fra i più ricercati al mondo e tostati singolar-mente, preservandone le caratteristiche organolettiche. L’alta percentuale di arabica le conferisce un aroma particolare. Aromatik è un caffè sciropposo, lievemente acido e dolce al tempo stesso, con un perfetto equilibrio di sapori. Il suo co-lore è ambrato, con una equilibrata densità che rende la cre-ma delicata. Prevalgono essenze di vaniglia e cacao amaro e un piacevole profumo di pane tostato.

Aromatik adesso anche in cialda

di Corrado Barone

Brano consigliato per la lettura di questo articolo: Let’s fall in love - Diana Krall

dove acquistare aromatik pod:info 0932 904755

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Colore della natura e del benessere, il verde è la tonalità dell’anno. Voglia di rinnovamento, ma anche di freschezza e di energia. Noi abbiamo selezionato un mix di oggetti arredo contract e di design che alcune aziende hanno dedicato alla nuance del 2013.

Tavolino, ma anche portariviste in cartone tridi-mensionale. I piedini sono in legno verniciati grigio alluminio. Disponibile con finitura in cartone naturale o impreziosita con materiale rigido antiurto nei colori bianco, nero, rosso, verde, blu o giallo.By kubeDesign

Libreria da parete in cartone tridimensionale. Disponibile con finitura in cartone naturale o in materiale rigido antiurto nei colori bianco, nero, rosso, verde, blu o giallo. By kubeDesign

Divisorio modulare composto da due pezzi di altezze diverse. L’accostamento dei mod-uli utilizzando le facce della base esagonale, permette di ricreare delle pareti di divisione degli spazi, più o meno regolari a secon-da della necessità. Due o pochi elementi accostati possono dar vita a piccoli giardini di fili d’erba fuori scala. Design by Mut Design per Plastcollection

Sfizioso ed originale il portam-brelli in pvc, ricorda le cannucce. Disponibile in diversi colori.design by Riccardo Paolino e Mat-teo Fusi per Progettishop.

Un portaombrelli caratterizzato da un volume puro e con il compito di contenere con ordine, occupando il minor spazio possibile. Brick è un oggetto pratico per i giorni piovosi, un modulo d’arredo per tutte le altre giornate dell’anno. Materiali e tecnologie: polietilene stampato rotazionale. Design by Pio e Tito Toso per Pedrali

Lo stile di arredare.È il verde il colore dell’anno

JACK

ARTEMISIA

GRADIENT

ZOLLA

BRICK

rubrica a cura della redazione

info contact consulant for[me]moak designer:[email protected]

Brano consigliato per la lettura di questo articolo: Green - Paul Weller

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Moak promuove nel mondo la passione per il caffè, una passione che seduce i palati di popoli diversi permettendo di gustare la qualità del vero espresso

italiano. Un caffè pregiato richiede una preparazione frutto di grande esperienza e competenza, che Moak offre da anni grazie a for[me] training, il dipartimento dedicato alla for-mazione dei propri clienti. L’obiettivo principale è quello di trasmettere in ambito internazionale passione e professio-nalità, pilastri portanti della filosofia Moak. I corsi tenuti da Marco Poidomani, barman Aibes, favoriscono l’acquisizione di una maggiore competenza e creative, garantendo quel plus che si traduce in un importante vantaggio competitivo per la propria attività. Un insegnamento di qualità da tra-smettere ai propri clienti con la stessa passione che Moak mette ogni giorno nel proprio lavoro.

info su www.caffemoak.com/forme-training-la-formazione

di Corrado Passarello

Moak nel mondo

Brano consigliato per la lettura di questo articolo: Teach me tonight - Dinah Washington

Fiera Horecava - Amsterdam (Olanda) Fiera Horecava - Amsterdam (Olanda)

Fiera Horecava - Amsterdam (Olanda)

Fiera Horecava - Amsterdam (Olanda)

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Caffè e Salute. Col caffè ci sento meglio

I l caffè influenza la nostra capacità uditiva. La scoperta, questa volta, arriva dall’Italia, grazie a un recente stu-dio condotto da Giorgia Girotto e Dragana Vuckovic

del Burlo Garofolo/Università di Trieste, in seguito a campionamenti di comunità isolate provenienti dall’Italia e dall’Asia Centrale (questi ultimi raccolti durante la spe-dizione scientifica “Marco Polo”).Due giovani ricercatrici, entrambe italiane, che noi ab-biamo intervistato per spiegarci meglio come il caffè può essere, ancora una volta, un ottimo alleato della salute.

Da dove è nata l’idea di condurre lo studio?Studiando da anni la genetica del gusto e la genetica delle perdite uditive e avendo a disposizione migliaia di dati di

individui provenienti da Italia, Caucaso e Asia centrale, abbiamo provato a combinare diverse variabili (nello spe-cifico il caffè, il fumo, la cioccolata, il tè, il vino, la birra, i super alcolici, il latte e i suoi derivati) identificando solo un’associazione con il caffè.

I test sono stati effettuati prendendo in considerazione gruppi di persone appartenenti a diverse comunità, dal-la Puglia alle regioni del Centro Asia. Perchè?Da anni il nostro gruppo studia le comunità isolate ov-vero popolazioni che, per motivi geografici, storici e/o linguistico-culturali sono state isolate dal resto della popolazione. Lo studio dei fattori genetici e ambien-tali che influenzano tratti complessi come ad esempio

a cura della redazione

da sin.Dragana Vuckovic e Giorgia Girotto

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l’udito, dovrebbe quindi essere facilitato dallo studio degli isolati genetici, poichè sia la componente geneti-ca che quella ambientale, quali ad esempio il clima e la dieta, sono molto più omogenee e rimaste tali per se-coli. Il dato interessante è che abbiamo trovato l’asso-ciazione tra udito e caffè in popolazioni cuturalmente e geneticamente molto diverse. Infatti, abbiamo trovato una associazione positiva in comunità provenienti da Puglia, Sardegna, Azerbaijan e Tajikistan, nonostante siano caratterizzate da un diverso stile di vita e con-sumino differenti miscele di caffè (ad es. espresso in Italia e caffè turco, lungo la via della seta)

In che modo il caffè può migliorare le funzioni uditive?In realtà possono essere molte le molecole e i mecca-nismi coinvolti. Dati della letteratura hanno dimostrato che il caffè contiene una maggiore concetrazione di molecole antiossidanti, cioè sostanze che proteggono dal danneggiamento cellulare (indotto ad es. dai radi-cali liberi). Inoltre si sa che uno dei principali compo-nenti del caffè è la trigonellina, una sostanza che, in

modelli animali, ha un effetto protettivo in presenza di patologia uditiva.

Quante tazzine al giorno influiscono sul suo effetto benefico?Due o tre tazzine di caffè al giorno mostrano una associa-zione significativa con una migliore funzione uditiva ri-spetto al consumo di una sola o più di tre tazzine. Questo risultato riguarda le quattro comunità in cui abbiamo os-servato l’effetto benefico del caffè e si riferisce ai soggetti che abitualmente lo bevono.

Anche il decaffeinato può proteggere dalle patologie uditive?Purtroppo non avevamo raccolto i dati riguardanti al de-caffeinato. Tuttavia, dagli studi più recenti sembra che l’effetto benefico del caffè derivi dalla presenza di mole-cole antiossidanti contenute nel caffe, e, non essendo la caffeina una molecola con proprietà antiossidanti, in linea di principio anche il decaffeinato potrebbe avere un effet-to benefico.

Per maggiori informazioni: [email protected]

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Del caffè non si butta niente. Per molti i fondi di caffè sono scarti da cestinare nell’umido, ma esi-stono vari modi per riutilizzarli e trasformarli in

ottimi rimedi in casa, in giardino o nella cosmesi. Tutto in modo naturale, veloce e a costo zero. Noi ve ne sugge-riamo alcuni, ma con un pizzico di fantasia e creatività, potete ricavarne mille altri modi.

velo dei confetti dei piccoli sacchetti dove mettere un pò di fondo di caffè, qualche essenza e utilizzarlo come antiodo-rante per cassetti, scarpiere e, perchè no, per l’auto.lucidante e detergente: per eliminare la patina di minerali da pentole e bicchieri e lucidarli, potete strofinarli con una man-ciata di fondo di caffè. Ottimo anche per detergere gli scarichi del lavandino, sbriciolandolo e lasciandolo scorrere con acqua. puntaspilli e poggiacarte: se amate il fai da te potete sbiz-zarrirvi a realizzare dei puntaspilli. Lasciate asciugare i fondi di caffè ed utilizzateli per l’imbottitura, magari utiliz-zando scampoli di stoffa. Lo stesso oggetto, potete utiliz-zarlo anche come poggiacarte, incollando sul tessuto,come decorazione, dei chicchi di caffè.

In casaantiodore: per eliminare gli odori dal frigorifero mettere un po’ di fondi di caffè in un piccolo contenitore aperto, aggiungendo se volete qualche goccia di olio essenziale alle erbe aromatiche. La stessa proprietà va sfruttata per elimi-nare dalle mani l’odore di cipolla o pesce; basta strofinarle con i fondi di caffè e lavarle. Potete, inoltre, realizzare con il

In giardinoconcime:i fondi di caffè sono ricchi di magnesio, cal-cio e potassio, rilasciano azoto nel terreno e lo ren-dono leggermente acido; proprietà contenute in molti prodotti di giardinaggio, che permettono di fertilizzare e concimare il terreno. Basta aggiungerne una parte dentro i vasi con fiori.repellente: grazie al suo odore acido e alla consistenza polverosa allontanerà le formiche; basta spargerlo sui punti di passaggio. Facendolo asciugare, è ottimo anche per allontanare pulci e lumache. A differenza di altri medicinali in commercio, non è dannoso per l’uomo, in quanto non contiene sostanze chimiche.

Che peccato buttare i fondi caffè

a cura della redazione

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Cosmesianticellulite e scrub: mescolate scarti di caffè, zucchero di canna e un pò di olio di cocco. Massaggiando il preparato con movimenti circolari sulle zone interessate, si potrà otte-nere un effetto anticellulite e un ottimo scrub per il corpo.per i capelli: per ravvivare il colore dei capelli castani stro-finate i fondi di caffè dopo lo shampoo. per il viso: se volete una maschera naturale, basta me-scolare 2 cucchiai di fondi di caffè, 2 di cacao in polvere, 2 di latte o yogurt, 1 cucchiaio di miele o di malto. Ap-plicatela sulla pelle umida e lasciata agire per circa 20 minuti prima di risciacquare.

Brano consigliato per la lettura di questo articolo: Cosa hai messo nel caffè? - Carmen Villani

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Sicilia in rosaBarbara Tabita. Una vita tra cinema, teatro e tv.

Una passione per il cinema e il teatro. Da dove nasce?È nel mio DNA. Il mio bisnonno materno lavorava nella compagnia teatrale di Pirandello. Sia io che mio fratello siamo attori, mentre mia sorella è una stilist del cinema.

Il tuo ruolo è sempre quello della moglie o fidanzata del pro-tagonista. Cosa pensi del ruolo della donna nella società?Credo molto nelle donne e nella loro coesione. Sono una vera forza della natura: possono essere imprenditrici e ma-dri contemporaneamente. Io, invece, ho scelto nella vita di essere moglie e al momento solo madre del mio lavoro.

Di lei è proprio il caso di dirlo: bella, brava e simpatica. Bar-bara Tabita, attrice siciliana è una donna eclettica: attrice di teatro, cinema e tv, si definisce anche “creatrice di idee”. Il grande pubblico la conosce soprattutto per la serie tv “I Cesa-roni”, “Natale in Sudafrica” e “Il 7 el’8”. Noi l’abbiamo incontrata in azienda, in occasione delle ultime riprese del film “Italo”, della giovane regista Alessia Scarso, girato nella vicina Scicli, dove è una delle protagoniste insie-me a Marco Bocci e ad Elena Radonicich. Davanti a un caffè, mi parla di sè, del suo mondo e delle sue innumerevoli passio-ni, con fare naturale, ironico e per nulla costruito.

di Sara Di Pietro

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passione e delle attitudini per il marketing e tutto ciò che sta “dietro le quinte”. Così, tra un set e l’altro, ho seguito un master alla Louis sul management della produzione cinematografica e televisiva. Scrivo anche sceneggiature e spettacoli teatrali e ho avviato, da poco, una società che si occupa di comunicazione e product placement. Amo la musica e il canto, che metto sempre nei miei spettacoli.

Quali sono le tue passioni?Amo il brand, qualsiasi brand. Faccio collezione di gadget, soprattutto quelli che non puoi comprare, quelli introvabili. Altra passione o “mania” sono le barbie. Attratta dal nome, ne ho collezionate già duecento, ancora confezionate, ma a breve diventeranno la texture di una parete del mio ufficio. Non ho invece una grande passione per il sonno: dormo poco, circa quattro ore a notte. Amo pensare, creare e ideare e spesso le migliori idee vengono fuori proprio di notte o all’alba.

Progetti per il futuro?Ho appena finito di girare “Italo”, che uscirà a breve nelle sale cinematografiche e sto per iniziare le riprese della terza stagione di “Fuoriclasse”, la serie tv con Luciana Littizzetto, che andrà in onda su Raiuno nel 2014.

Qual’è il tuo rapporto con il caffèDormendo poco, forse non dovrei abusarne, ma non ries-co a farne a meno. Ho trovato però un buon compresso: alternarlo con un ottimo decaffeinato.

Cosa pensi del cinema in Italia oggi?Nonostante si parli di forte crisi, credo si possano fare grandi cose per sostenere il cinema italiano. Dobbiamo scrollarci dall’idea che tutto ci è dovuto, che i soldi arri-vino solo dalle istituzioni o dai fondi della politica. Con il tax credit e il product management si possono aiutare produttori e giovani registi. Il cinema italiano rappresenta uno dei prodotti di esportazione della nostra cultura e per questo va sostenuto. Uno dei miei obiettivi è quello di promuovere il cineturismo, partendo dalla mia terra, la Sicilia, un set a cielo aperto, dove la luce è straordinaria e dove non hai bisogno di costruire alcuna scenografie. Come ne “Il Commissario Montalbano” e in “Italo”, gira-to a Scicli e presto sul grande schermo.

È stato più difficile essere donna e siciliana per avere successo?Troppo. Non perchè sono siciliana. Anzi, è un punto di forza. La difficoltà sta nell’aspetto gradevole, soprattutto per chi, come me, ha sempre fatto commedie e spesso viene considerata bella ma stupida. Il mio carattere, tena-ce (come diciamo noi, “con la battuta sempre pronta”), mi ha poi riscattata, soprattutto in teatro, dove puoi espri-merti con più spontaneità e professionalità.

Non solo attrice, ma anche imprenditriceNon credo che abbandonerò mai il mio lavoro di attrice, ma ho scoperto, proprio facendo cinema, di avere una

Brano consigliato per la lettura di questo articolo: Cinema Paradiso - Pat Metheny with Charlie Haden

Barbara Tabuta con Marco Bocci Barbara Tabuta con a sinistra Biagio Izzo e a destra Leonardo Pieraccioni

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A prima vista sembrano perle e caviale. La curiosità è subito quella di scoprirne il sapore e la consi-stenza. Il risultato è una vera sorpresa per il palato:

piccole praline dall’involucro gelatinoso, ma all’interno ripiene di caffè. La tecnica è quella della sferificazione, resa famosa da Ferran Adrià, inventore della cucina mole-colare, e successivamente utilizzata nelle bevande alcoli-che. Un processo che sfrutta la reazione dei liquidi misce-lati ad alginati immersi in soluzioni di calcio per creare piccole sfere solide all’esterno e liquide nel contenuto. Una tecnica che Giuseppe Porco, conosciuto come “Il re

dei barman” e pluripremiato in manifestazioni nazionali e internazionali, conosce bene e che ha trasferito con successo anche al mondo della caffetteria. Ed è proprio a Messina, in via Garibaldi, nella storica pasticceria Doddis che il barchef ha la brillante idea di sferificare il caffè. Considerata una tecnica innovativa e affascinante, la sfe-rificazione è un modo nuovo di bere il caffè, che potrete proporre nei vostri locali, non solo come decorazione di bevande e dolcetti mignon, ma anche come momento di attrazione per conquistare i vostri clienti. Scoprite come Giuseppe Porco ha sferificato l’espresso Moak.

Sferificazione. Un nuovo modo di bere il caffè

a cura della redazione

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ingredienti:- per il liquido madre: 4 gr di alginato in polvere; 250 gr.

sciroppo di zucchero; 250 gr. acqua; - 250 gr. di caffè espresso;- Per la soluzione calcica: calcio in polvere da miscelare

con acqua (2,5 gr. per ogni ½ litro d’acqua)

accessorisiringhe, scavini o cucchiaini, vaschette, cucchiaio forato, bicchieri per miscelare, misurino.

preparazionepreparare il liquido madre in un frullatore; in un bicchiere miscelarlo in parti uguali con caffè. Aspirare con una si-ringa il preparato e versare in quantitativo necessario nel-lo scavino o cucchiaino e immergere nel bagno calcico. Attendere 4/5 secondi e far scivolare la sfera nel liquido. Prelevare con il cucchiaio forato le sfere e immergerle nelle vaschette piena di acqua naturale. (si consiglia di utilizzarle entro 2/3 ore).

esempi di decorazione:- guarnire con una sfera di caffè piccole vaschette di pa-

stafrolla ripiene di crema- adagiare sul cappuccino sfere di latte e di caffè- mousse di latte con sopra una cascata di caviale al caffè o più semplicemente, gustatele in un cucchiaino durante la pausa caffè.

Brano consigliato per la lettura di questo articolo: Ball and biscuit - The White Stripes

guarda il video sulla sferificazione

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È bene sapere che per produrre un chilowattora vengono bruciati mediamente l’equivalente di 2,56 kWh sotto for-ma di combustibili fossili e di conseguenza emessi nell’a-ria circa 0,53 kg di CO2 (anidride carbonica), un gas che, se prodotto in eccesso comporta gravi danni ambientali. Moak, grazie all’impianto fotovoltaico, evita in un anno l’emissione nell’aria di circa 280.900 kg di CO2, contri-buendo a non inquinare e a un futuro più verde. Perchè conviene, o meglio, perchè bisogna investire nell’energia rinnovabile? Lo abbiamo chiesto a Vincenzo Pisacane, titolare della società Pisacane Impianti Tecno-

Moak sempre più “green”

Moak investe nell’energia rinnovabile a sostegno di una green economy. Una scelta che dimostra, ancora una volta, come l’azienda sia attenta alla

salvaguardia dell’ambiente e al tema dell’ecosostenibilità. L’impianto fotovoltaico, con 1620 moduli, copre l’intero stabilimento, occupando una superficie di circa 2650 mq e in grado di produrre ogni anno circa 530.000 kWh. L’e-nergia prodotta è assolutamente pulita in quanto ricavata in modo semplice, attraverso una conversione fisica. Non c’è alcuna combustione e nessuna reazione di carattere chimico. Da qui l’assenza totale di emissioni inquinanti.

di Sara Di Pietro

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Come viene prodotta l’energia?L’impianto fotovoltaico consente di generare energia elettrica direttamente dalla radiazione del sole. Le celle fotovoltaiche collegate tra loro formano un modulo foto-voltaico in grado di trasformare la luce solare direttamen-te in energia elettrica.

In che modo le società e lo Stato possono incentivare anche i piccoli imprenditori a seguire questa strada?La corsa alle installazioni si è fermata, ma i piccoli consumatori italiani possono ancora ricavare dei van-taggi. Il fotovoltaico senza Conto energia conviene di più; installare pannelli fotovoltaici rappresenta ancora un ottimo investimento, soprattutto se si sceglie di usu-fruire della detrazione fiscale del 50% (www.enelgre-enpower.com). Bisogna innanzitutto promuovere cam-pagne di sensibilizzazione per evitare sprechi e ridurre i consumi di energia elettrica. Le imprese che decidono investire nell’energia rinnovabile possono sfruttare fin da subito i benefici che ne derivano: l’abbattimento de-gli sprechi ed i comportamenti improntati ad un minor consumo energetico comportano una riduzione della spesa energetica. In questo modo, è possibile utilizzare o reinvestire i risparmi ottenuti, generando nuovi sti-moli all’economia.

logici, provider di Enel Green Power, che ha progettato e realizzato l’impianto fotovoltaico per Moak.

Perchè un’azienda sceglie di investire nell’energia rin-novabile?La produzione di energia elettrica da fotovoltaico è in forte crescita da diversi anni, questo perché il bisogno di produrre energia cosiddetta “pulita” è sempre maggiore ed urgente. Installando oggi un impianto fotovoltaico si diventa produttori (piccoli o grandi) di energia elettrica da fonti rinnovabili, ottenendo così una sostanziale indi-pendenza energetica e contribuendo in maniera attiva ad un mondo più sano e pulito.

Quali sono i vantaggi del fotovoltaico in termini economici?Il fotovoltaico è un investimento a tutti gli effetti, con van-taggi in termini economici, ambientali e costruttivi. Innan-zitutto si ha un risparmio sulla bolletta elettrica, abbattendo per almeno 25 anni la spesa, fino quasi ad azzerarla. Permet-te la vendita dell’energia: non sempre un impianto fotovol-taico viene installato per consumare l’energia prodotta. Altro vantaggio economico è la riduzione dei costi di manutenzio-ne: i pannelli fotovoltaici non hanno componenti meccanici, in quanto funzionano attraverso un processo naturale e per questo motivo non necessitano di interventi.

Brano consigliato per la lettura di questo articolo: All the world is green - Tom Waits

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È tempo di pesca.

“Pensava sempre al mare come a la mar, come lo chiamano in spagnolo quando lo amano. A volte coloro che lo amano

ne parlano male, ma sempre come se parlassero di una don-na. Alcuni fra i pescatori più giovani ne parlavano come di un rivale. Ma il vecchio lo pensava sempre al femminile...”

“Il vecchio e il mare”- Ernest Hemingway

Nel Paleolitico veniva praticata per il bisogno di nu-trirsi e soddisfare la conoscenza dell’uomo. Nei se-coli la pesca è diventata anche hobby, stile di vita e,

come il caffè, un rito che unisce. E forse un pò tutti abbiamo sognato almeno una volta di andare a pescare, guardando da piccoli “Sampei”, l’eroe pescatore del fumetto manga e cartone animato giapponese degli anni ‘80. Non vogliamo però scrivere un manuale del pescatore, ma farvi conoscere curiosità, anneddoti e, perchè no, piccoli consigli per chi

vorrebbe cimentarsi per la prima volta in un “passatempo” che avvicina l’uomo alla natura e al mare, fonte di vita.Un amore che Gionata Paolicchi, giornalista e fotografo, ali-menta sin da piccolo. Grande amatore della pesca (di ogni tipo), ha scritto sulle principali riviste nazionali di settore. Attualmente vive a Forte Dei Marmi, in provincia di Lucca. La sua casa sono tutti i mari ed i fiumi dei cinque continenti.

Come ci si innamora della pesca?Spiegare un sentimento come l’amore è veramente difficile, ma pescatori ci si nasce, è un istinto primordiale, qualcosa che hai dentro e che si sente fin da piccolo. Difficile avvici-narsi alla pesca in età adulta, anche se le ultime e nuove tec-niche di pesca stanno spingendo in questa direzione, come il carpfishing, una pesca che mette assieme il campeggio, il vivere all’aria aperta, e lo stare in compagnia.

di Sara Di Pietro

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Consigli utili e piccole regole da rispettare per chi vuole per la prima volta andare a pescare.Innanzitutto è importante capire che non è la canna ed il mulinello da 1000 euro che prendono il pesce, ma basta spendere poche decine di euro. Imparare a pescare è dif-ficile e serve l’esperienza. Bisogna stare ore, giorni, sulle rive di un fiume, in tutte le stagioni, con la pioggia, il gelo ed il caldo, tra successi e sconfitte e capire quando e come mangia il pesce, capire come e quando farlo abboc-care, e poi, soprattutto, rendergli la libertà.

Quale tipo di pesca consigli per chi vuole cimentarsi per la prima volta?Qualcosa che non faccia annoiare, una pesca semplice come in un laghetto, dove ci sono molti pesci; l’emozione della cattura è la cosa principale, quella che di solito fa scattare la molla a chi non ha mai pescato.

Cosa, invece, non bisogna mai fare?Uccidere il pesce, soprattutto se di acqua dolce. I pesci sono pochi e vanno salvaguardati, si pesca per diletto non per cibarsi. Ovviamente se vado a pesca e prendo una, due spigole, posso anche tenerle per una bella cena la sera, ma a volte molti pesci vengono presi e buttati, presi e venduti, mentre il pesce è per noi il bene più importante. Bisogna, inoltre, rispettare l’ambiente e non sporcare le sponde, le rive. Inoltre non bisogna mai “esagerare” comprando di tutto e di più, basta davvero poco per iniziare a pescare.

Se domani, quindi, decidessi di andare a pescare, cosa non deve mancare nel mio zaino? Poche cose, ma essenziali, senza bisogno di spendere troppi euro. Se volete avvicinarvi allo spinning (pesca

sportiva con esche artificiali) basta una canna con muli-nello, slamatore (pinza per rimuovere l’amo dalla bocca del pesce) una scatola con una decina di esche e potete pescare dalle spigole al cavedano, alla trota; indossate un paio di stivali con suola antiscivolo. Nello zaino non deve mai mancare la macchina fotografica. Per chi pratica la pesca “no kill”, il pesce viene sempre o quasi rilasciato e quindi per ricordarsi della cattura, l’unico sistema è fare una bella foto.

Si dice che i pescatori sono molto superstiziosi. In che senso? In effetti lo sono. Ad esempio, se qualcuno ti dice “buona pesca” prima di andare appunto a pescare, ci sono persone che addirittura tornano a casa. La pesca a volte è fortuna, ci sono mille fattori “sconosciuti” che non ci fanno prendere pesce e quindi diamo la “colpa” alla scaramanzia. Ma io ed altri due amici, non siamo scaramantici e per questo, per sfatare il mito, abbiamo da poco messo online un nuovo sito web molto simpatico e divertente che si chiama ap-punto www.buonapesca.it.

La pesca, come il caffè è un rito e momento di convivialità?Non esiste un solo pescatore (su oltre un milione e mezzo in Italia) che non prenda il caffè prima di andare a pesca. È un rito irrinunciabile. Il ritrovo per un gruppo di amici prima di una bella pescata è nel novanta per cento dei casi un bar, la restante parte si incontra a un casello auto-stradale, ma dopo pochi minuti ci si ferma al primo bar. In Inghilterra ricordo delle battute di pesca fatte in movi-mento sul fiume portandomi dietro addirittura un termos pieno di caffè. La giornata passava tra un pesce, un caffè, un pesce e un altro caffè.

Brano consigliato per la lettura di questo articolo: Starfish and coffee - Prince

canna da pesca

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esche artificialistivali antiscivolo

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