CACHUPA DI CAPO VERDE - IC LE CURE · Web viewMarco sentì un brivido lungo la schiena ma accettò...

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LA NOSTRA NEWSLETTER Anno 0 Numero 0 1

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( CALVINO)

LA NOSTRA NEWSLETTER

Anno 0 Numero 0

IN QUESTO NUMERO

· LA POSTA DEL CUORE………………pag. 3

· NEWS ……………………………………pag. 3

· SPORT: intervista prof.ssa Sonni sull’attività ORIENTEERING………pag. 4

· L’ANGOLO DELLA POESIA………..pag. 5

· SCHEDA FILM…………………………pag. 7

· MUSICA: la canzone del mese……pag. 8

· IL METODO DI Zio LORENZO……pag. 8

· RACCONTI DELL’ORRORE……… pag. 9-10

· ENIGMISTICA………………………pag. 11

· RICETTE DAL MONDO….………pag. 14-15

I NOSTRI SOGNI NEL CASSETTO (come mi vedo nel futuro)……………………pag 16

· NOTIZIE DAGLI ESTERI………pag. 17-18

(LA POSTA DEL CUORECaro Mr love FOREVERsono una ragazza di prima, ti scrivo perché ho un problema di cuore con un ragazzo che mi piace tantissimo. Il problema è che io piaccio ad altri compagni di classe e loro parlano sempre con lui per convincerlo a non stare con me! Questa cosa mi fa stare molto male, per fortuna che ci sono le mie amiche che mi incoraggiano. Aiutami tu a capire cosa posso fare per risolvere questa situazione.AnonimaCara anonima,Secondo me dovresti dire tutto a lui dei ragazzi gelosi almeno capirà…o forse NO!!! Almeno saprai che c’hai provato….PROVA FIDATI ALLA FINE SI VIVE UNA VOLTA SOLA…….baci abbracci ti voglio BENE!!!!!IL TUO ANONIMO….. : ))

(NEWSSignore e Signori, oggi vi voglio raccontare della vittoria dei 2 ALESSANDRI (Fanetti e Romei) alla gara di Orienteering che si è svolta al Giardino dell’ Orticoltura giovedi 2 Febbraio 2017. L’esperto, che si chiama Iacopo, ci aveva dato delle mappe e noi dovevamo seguire tutto il percorso nel più breve tempo possibile e noi abbiamo vinto perché siamo dei fulmini! Io mi sono divertito un monte perché correre mi fa sentire felice!Ora vi saluto e vi scriverò un altro articolo nel prossimo numero del giornalino. A prestissimo, ALE)

SPORT: intervista prof.ssa Sonni sull’attività ORIENTEERING

1) Perché Prof.ssa hai scelto questo Progetto?

Perché l’anno scorso ho fatto un corso di aggiornamento dove mi hanno fatto provare questa disciplina che mi è piaciuta molto fin da subito

2) Secondo te questo Progetto a cosa ci serve?

Penso che questa attività serva ad orientarsi non solo in ambiente naturale ma anche in città per potersi muovere da soli

3) Come ti sembra che stia andando? I ragazzi si stanno divertendo? E te?

Mi sembra che stia andando bene e che ai ragazzi stia piacendo questa attività quindi direi che sono proprio soddisfatta

4) Quali sono state le varie fasi?

La prima fase è stata quella di studiare le mappe e le carte, poi orientarsi in classe ed infine la terza fase sarà la gara nel bosco

5) E’ stato impegnativo da organizzare?

Sì, è stato impegnativo ma divertente. Il Progetto ha infatti coinvolto tutte le 13 classi della Scuola.

6) Hai fatto delle foto? Possiamo vederle? Le pubblicherai?

Alla fine del Progetto le foto scattate verranno pubblicate sul sito della Scuola e poi verranno attaccate su un cartellone. Vorrei aggiungere che per la riuscita di questo Progetto è stata fondamentale la collaborazione tra tutti gli insegnanti.

L’ANGOLO DELLA POESIA

L’AMICIZIA

E’ bella

come una notte limpida

e gli amici ti illuminano

come le stelle.

E’ gioiosa

come il cuore che sconfigge il male.

E’ un legame

che abbiamo dentro di noi

L’amico non ti lascia mai da solo,

ti protegge.

Albert - 1° D

PREMIO LETTERARIO

L’alunno Lapo Cecioni della classe 1 D scrive la poesia “FIRENZE (1966-2016)” per il progetto TRAVELLING STANZAS della KENT STATE UNIVERSITY POETRY e si classifica tra le prime 6 poesie vincitrici del concorso. La sua poesia sarà stampata e sarà leggibile nella nuova stazione di Kent (U.S.A.- OHIO). Si potrà anche ascoltare grazie alla registrazione audio che Lapo ha fatto presso Palazzo Vettori in Firenze, sede della Kent State University.

FIRENZE (1966-2016)

L’anziana città

tra luci e ombre

si specchia nello scorrere lento

del fiume.

Fiume amato e odiato,

che un giorno l’ha presa e

trasportata nel vortice.

L’acqua girava,

girava,

girava

sui dipinti antichi,

sulle croci ora risorte dal fango,

sulle righe dei libri,

con la forza che voleva strappare

parole al passato.

Esci dalla melma, Firenze!

E vivi con il passato ora lindo

nel tuo futuro luminoso.

SCHEDA DI ANALISI DEL FILM

“Abel, il figlio del vento”

Giovedì la mia classe è andata all'istituto Stensen a vedere il film “Abel, il figlio del vento”; questo film narra la storia dell'amicizia fra un'aquila (Abel) e un ragazzino (Lucas), Lucas è molto addolorato per la morte della madre, al punto che non parla più con il padre e sta sempre solo, stando nella sua vecchia caso ormai abbandonata.

Un giorno trova un piccolo d'aquila che è stato buttato giù dal nido da suo fratello. Il bambino lo prende, lo cresce e con l'aiuto del guardaboschi gli insegna a volare e a cacciare.

Ad un certo punto del film, Lucas, a malincuore, lascia volare via Abel. Quasi alla fine della storia, il bambino sta per morire e finalmente fa pace con il padre. Quando l'aquila torna da Lucas, lui capisce che è sbagliato tenerla con sé e la libera nuovamente, questa volta felice di farlo.

In questo film c'è un atto di cainismo, cioè quando Caino scaccia Abel dal nido.

Per fare il film ci sono voluti circa cinque anni visto che inizialmente doveva essere un documentario sulla vita delle aquile. Proprio per questo erano necessari molti video. Sono state messe delle telecamere anche sugli animali.

Il film mi è piaciuto ma secondo me il finale era un po’ovvio perché in tutti i film, in cui delle persone umane stringono amicizia con animali non domestici, la fine è sempre la stessa.

a cura di Giulia Agostini

Classe 1 sez. A

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SOFIA di Alvaro Soler

Il video della canzone del cantante spagnolo, è ambientato a Cuba in una atmosfera tipicamente latina. Ho scelto di proporre questa canzone perché mi ricorda il mare e il caldo straziante ma bello. La canzone colpisce per il ritmo e i balli pieni di energia del video… molto bello! Ai pochi che ancora non l’avessero ascoltata consiglio vivamente di farlo!

Mr. x

Il metodo di ZIO LORENZO

Cari amici del futuro, ho inventato un metodo per evitare le interrogazioni a scuola.

Sapete come si fa? la sera prima si chiede alla mamma di prepararci tanti fagioli così quando la prof ti chiama, vai lì e gli fai una puzzetta così sente la puzza e forse ti manda a posto … che ne dite?

RACCONTI DELL’ORRORE

IL TEMA IN CLASSE

Mancavano cinque minuti alle otto e Bruce, un ragazzo di undici anni abbastanza basso e grassottello, correva a perdifiato per le vie di Londra perché doveva arrivare in tempo scuola, la British College Accademy.

Era il giorno del tema in classe, doveva essere a scuola alle otto e aveva solo cinque minuti per arrivarci. Decise di prendere una scorciatoia: la via Maledetta, una via stretta e buia di cui non si vedeva la fine. L’aveva percorsa solo una volta e non era stato per niente piacevole; ma visto che Bruce ci teneva ad arrivare in orario, si fece coraggio e svoltò nella via Maledetta. Fece pochi passi e si fermò di colpo: aveva visto una casa ormai quasi completamente distrutta con molte tegole del tetto crollate nel giardino non curato. I vetri delle finestre erano rotti e queste erano aperte con le tende bianche, squarciate che sembravano fantasmi. Questo, a Bruce, fece molto effetto però, per non farsi prendere dal panico, continuò a guardare avanti e a ripetersi che la via era quasi finita ma sapeva che non era vero. All’improvviso udì un tonfo alle sue spalle e quasi svenne dal terrore; preso dal panico iniziò a correre, velocissimo. Aveva paura, paura che qualcosa lo afferrasse alle spalle e lo portasse chissà dove. All’improvviso inciampò su un sasso e si ritrovò per terra, gemeva dal dolore perché il piede gli doleva, voleva vedere se si era fatto male, ma la luce che penetrava dalle fessure dei tetti delle case non era sufficiente per vedere la ferita. Allora prese il suo cellulare ma vide che era rotto, probabilmente questo era avvenuto durante la caduta.

Mentre pensava come fare per arrivare puntuale a scuola e soprattutto come fare a rialzarsi con un piede fuori uso, sentì un rumore di passi dietro di sé che piano piano si faceva sempre più forte: immaginò che una creatura uscita dalla casa diroccata si avvicinava e lui, in quelle condizioni, non poteva fare nulla per fermarla. Ormai poteva intuire che la creatura maligna era ad almeno dieci metri da lui. Immaginava il suo aspetto: alta e magrissima, capelli lunghi, neri, liscissimi che le raggiungevano le cosce, occhi celesti, chiari quasi quanto il ghiaccio, la carnagione chiarissima e una veste bianca che le scendeva fino ai piedi. E intanto il rumore cresceva, ormai lo spirito era dietro di lui...

Bruce era paralizzato, il cuore gli batteva come non aveva mai battuto, le mani tremavano come non avevano mai tremato. Il ragazzo paralizzato dallo spavento non riusciva ad emettere alcun suono, provò ad alzarsi ma il corpo rimaneva immobile. Mentre provava a rialzarsi in piedi sentì le unghie dell’essere conficcarsi nella sua pelle e una mano gelata posarsi sulla sua schiena. Bruce credette che quello sarebbe stato l’ultimo minuto della sua vita. Ma con uno sforzo sovraumano si rialzò in piedi e si mise a correre. Preso dal terrore quasi non toccava terra con i piedi; il mostro provò a trattenerlo ma non ce la fece e Bruce si ritrovò finalmente davanti a scuola. Superò un gruppo di ragazzi in ritardo ed entrò. Appena si sedette al banco crollò per la stanchezza: era fradicio di sudore, rosso in viso.

La prof entrò in classe e scrisse alla lavagna il titolo del tema.

“Scrivi un racconto di paura di cui sia protagonista un ragazzo della tua età”.

E Bruce sapeva esattamente cosa scrivere.

Marta Mugnaini

1B Calvino

Una casa infestata

Era il febbraio del 2010. Marco, un ragazzo di undici anni, se ne stava sdraiato sul letto a osservare le goccioline di pioggia che sbattevano sul vetro della finestra e che poi scendevano giù in lunghi rivoli fino al davanzale. Aveva gli occhi pieni di lacrime.

Quella mattina aveva avuto una terribile notizia: Alfredo, il suo caro nonno, era morto all’improvviso. Ma la cosa più assurda era il modo in cui era accaduto. Alfredo se ne stava come sempre seduto davanti al caminetto, sulla sua poltrona, ad arrostire dei marshmallow, uno dei suoi passatempi preferiti, quando un vicino aveva sentito il suo grido disperato. Quello era subito accorso e l’aveva trovato morto sulla sedia, con la testa reclinata in avanti. Nessun segno di scasso, nessuna ferita, sembrava che il cuore del povero Alfredo si fosse fermato all’improvviso, forse per uno spavento.

Non appena saputa la notizia, Marco aveva subito pensato a un fantasma. Il nonno non faceva che parlagliene, diceva che la sua casa ne fosse piena – “Si dice infestata”, gli aveva specificato – tanto che aveva costruito dei macchinari speciali in grado, secondo lui, di farli apparire e sparire. Proprio mentre era immerso in questi pensieri, la mamma lo chiamò. Voleva andare in casa del nonno per controllare alcune cose di cui si voleva sbarazzare prima di metterla in vendita. Marco sentì un brivido lungo la schiena ma accettò senza fiatare. Quando entrarono nella vecchia casa del nonno, la mamma sparì subito nelle camere a controllare gli armadi, raccomandandosi col figlio di non toccare niente perché era tutto pieno di polvere. E così Marco rimase solo nel grande salone, si guardò intorno. Nessuno aveva ancora toccato niente da quando era morto il nonno. Si mise seduto sulla sedia davanti al caminetto, quella dove Alfredo era solito mettersi a leggere o ad arrostire i suoi amati marshmallow. Quella dove aveva passato i suoi ultimi istanti di vita. Marco socchiuse gli occhi e le sue dita toccarono distrattamente un piccolo bottone, nascosto proprio sotto il bracciolo della sedia. Fu allora che sentì degli scricchiolii giungere dalle scale.

“Mamma, sei tu?”, esclamò Marco, eppure era sicuro che la madre fosse andata in camera e non su in soffitta. Nessuna risposta. Poi sentì un lieve fruscio e la stanza diventò tutt’a un tratto più fredda, calò un silenzio totale. Il fuoco del camino si accese all’improvviso, Marco saltò in piedi spaventato, era così terrorizzato che non riusciva a parlare. Che avesse involontariamente messo in moto uno degli strani macchinari del nonno?

Si guardò intorno, cercando di capire cosa stesse accadendo quando intravide con la coda dell’occhio un’ombra, forse la sagoma di un essere umano, proprio alle sue spalle. Deglutì e raccogliendo tutto il coraggio che aveva si voltò lentamente. Davanti a lui fluttuava un fantasma, che lo scrutava con aria truce. Dalla bocca sdentata gli usciva un rigolo di sangue, mentre gli occhi erano neri come la pece. Al posto delle unghie aveva lunghi serpenti che si dimenavano, e tra i lunghi capelli grigi c’era una corona di spine.

Guardava Marco con odio, poi alzò un braccio. Il bambino vide che stringeva un pugnale: “Via da questa casa!”, gracchiò il fantasma. Il pugnale stava già per abbassarsi sul povero Marco, che lo guardava immobile come una statua, quando si alzò improvvisa la voce della mamma.

“Marco, dove sei”

“Mamma!”, urlò Marco.

E come per incanto il fantasma svanì.

La madre entrò nel salone, lo guardò con aria interrogativa, “Insomma, dov’eri finito? Sono dieci minuti che ti cerco, dobbiamo tornare a casa!”

“Mamma!”, ripeté ancora Marco e si tuffò ad abbracciarla, stringendola come mai l’aveva stretta prima. E non ebbe neanche il coraggio di raccontarle quello che aveva visto, troppo assurdo, ma giurò a se stesso che là dentro non sarebbe mai più entrato.

Cos’è accaduto dopo? Ancora oggi, nel 2017, la casa di nonno Alfredo è là, disabitata. La riconoscete subito, è quella in fondo alla strada, dopo la scuola, con il giardino incolto e un cartello di vendita appeso sul cancello arrugginito. Sì, perché nessuno ha avuto il coraggio di entrarci dentro.

Alcuni ragazzi che ci sono entrati di nascosto, infatti, raccontano di aver visto una grande sagoma fluttuare nelle sue stanze. Un fantasma, avrebbe detto qualcuno vergognandosi un po’, perché ormai chi crede più ai fantasmi?

di Anna Leocata, classe I B, Scuola Calvino.

ENIGMISTICA

Casa

Abbellita da noi studenti

Liberi dopo la campanella

Viviamo l’adolescenza

Impariamo ogni giorno nuove cose

Numeri e parole

Oh! Che bella la nostra scuola!

Acrostico a cura della ID

NO

(5;6)

Rebus a cura della 1C

CRUCIVERBA

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ORIZZONTALI

1. Croce Rossa Italiana

3. Si mangiano a colazione.

9. Anno Accademico

10. La desiderano gli studenti.

12. Lo era Platone.

14. Movimento rapido, volontario, ripetuto frequentemente.

16. Molte prime donne.

17. Lo è la fauna che annovera in Italia 580 specie di pesci.

19. Abbreviazione di eccetera.

21. Allegro, di buon umore.

23. Ovvia senza via.

24. la T dell’alfabeto greco.

25. Nomen Nescio, figlio di genitori ignoti

26. Il nome di Fossati.

27. Grande camion.

28. Vocali in vocale.

29. Esempio abbreviato.

31. pubbliche relazioni.

32. Sigla automobilistica di Rovigo.

34. La seconda nota.

36. Animali in TV.

38. Contrario di no.

39. Può essere “comprensivo”.

42. Colpevole.

43. Lo è di natura chi non legge nella propria scrittura.

44. Si prende cura della nostra vista.

46. Desiderato.

47. Può essere bisestile.

VERTICALI

1. Vi si sorseggia il caffè.

2. Radio Televisione Italiana.

3. Sostanza organica presente nel latte.

4. Si innamorò perdutamente di Narciso.

5. Fibra resistente che si usa per fabbricare borse e reti.

6. Antica regione dell’Italia meridionale che comprende le attuali il sud della Campania, Basilicata e Calabria.

7. Prima e ultima lettera dell’alfabeto.

8. Sono uguali in un quadrato.

10. Liquore a base di uova.

11. Lo è quello archeologico.

13. Il nostro quartiere.

15. Effigie sacra dipinta su tavola in arte bizantina.

18. Bagna Roma.

20. Club Alpino Italiano.

22. Le consonanti di lana.

28. Fiume siciliano che scorre nell’omonima valle.

30. La si può avere nel fianco.

33. Serve per sommare.

35. Hello in italiano

36. Pronome personale femminile usato per cose o animali.

38. La prendono gli studenti quando non fanno i compiti o si comportano male.

39. Con sé nel linguaggio poetico.

40. Telefonia mobile.

41. Abbreviazione di totale.

42. Precede Tin Tin.

45. Sigla automobilistica di Terni.

CACHUPA DI CAPO VERDE

Ingredienti:  

500 gr. di granoturco "battuto"200 gr. di fagioli secchi borlotti200 gr. di fagioli secchi cannellini2 cucchiai di olio1 cucchiaio di strutto1 cavolo verza1 cipolla2 spicchi d'aglio3 peperoncini2 patate dolci1 manioca piccola1 inhame (batata)2 banane verdisale1 salamino piccante2 salsicce freschemezza gallina500 gr. di rosticciana1 zampina di maiale

Preparazione:

La sera prima mettete a mollo il grano e i fagioli.In una pentola capiente mettete a cuocere il grano e i fagioli in acqua fredda. A metà cottura mettete tutta la carne, le patate, la manioca, inhame e banane.In una padella fate un soffritto con la cipolla, aglio, alloro e peperoncino. Dividete in due porzioni. In un'altra padella mettete una porzione del soffritto e fate cuocere insieme la gallina. Nell'altra porzione cuocete il cavolo verza tagliato a strisce.Mescolate il tutto nella pentola dove si sono cotti il grano e i fagioli e lasciate insaporire molto bene, con un po' di brodo molto denso.Servite la cachupa in una zuppiera e la carne e verdura in un vassoio.

A CURA DI Lorianna Ramos 3° A

CHEVICHE

Ingredienti:  

Pesce

Cipolla

Acqua

Limone

Latte

Sale

Peperoncino

Aglio

Patata

Lattuga

Preparazione:

Si mette la patata a bollire nell'acqua fino a cottura. Si taglia il pesce in pezzettini piccoli si mette in un’insalatiera, si aggiunge la cipolla tagliata a pezzetti lunghi, la lattuga si lava e si spezza. Poi si aggiunge il limone, il latte nell’insalatiera, si mescola, si aggiunge il sale, il peperoncino (quanto basta); ancora si mette l’aglio battuto, la patata tagliata. Si mescola tutto ed è pronto. Si mette tutto sul piatto e si mangia!

I NOSTRI SOGNI NEL CASSETTO: come mi vedo nel futuro…

Caro Giornalino,

oggi ti voglio raccontare del mio futuro.

Io l’anno prossimo andrò al Buontalenti per imparare a cucinare. Sono già stato lì 3 volte a visitare la scuola, mi è piaciuta e ho trovato tanti vecchi amici della Calvino: Ilaria, Francesco e Asana.

Anche qui quest’anno, abbiamo fatto il Laboratorio di cucina: il giorno di San Valentino con la mia classe, la IIIE, abbiamo preparato 3 vassoi di tramezzini a forma di cuore.

E’ divertente: provate per credere!!

Firmato: Ale, il futuro Chef sul ghiaccio….

… e sapete perché mi firmo così? Perché forse voi non sapete che io sono un grande pattinatore sul ghiaccio e vorrei brevettare questa idea: fare il cameriere mentre volo sui miei pattini!!!

NOTIZIE DAGLI ESTERI: THE BEATLES STORY

Last week, Filippo joined Clemente to a fabulous city trip to Liverpool, the Beatles birth-town.

The Beatles Story is the name of the museum about the Beatles in Liverpool, not far off the port. Filippo is a big fan of the Beatles, so for him it was a once in a life time opportunity to go.

Despite the strong and icy winds, and the hazards of an unexpected steam festival that was taking place in the streets, we finally reached our destination. But let Filippo tell us all about the museum: - “Hello Filippo, what was your favourite part the museum?” “Well, I wanted to know all about my favourite Beatle, John Lennon.” – “What was your favourite part of the museum?” “I loved that there was a reconstruction of the Cavern Club, which was the venue where The Beatles sang their best songs, and made them famous. The atmosphere, the old guitars, the drums… everything was incredible!”

With a smile Filippo adds, “It was exciting to listen to the music of John Lennon, particularly Imagine on the fabulous audio guide”.

The other extraordinary moment, Filippo told me, was Abbey road. In the museum they have reconstructed Abbey Road Studios, “You can even walk on a zebra crossing!” he recalls with delight, “Just like my hero John Lennon did all those years ago… I felt like I was the ‘fifth’ Beatle!”

By Clemente and Filippo

LA STORIA DI BEATLES

La settimana scorsa, Filippo e Clemente sono partiti per un favoloso viaggio verso Liverpool, la città dei Beatles.

“La Storia dei Beatles” è il nome del museo sui Beatles che si trova a Liverpool, non lontano dal porto. Filippo è un grande fan dei Beatles, quindi è stata un'occasione incredibile per lui poterci andare.

Nonostante i venti forti e gelidi e i pericoli di un inaspettato festival delle macchine a vapore che si svolgeva per strada, finalmente abbiamo raggiunto la nostra destinazione.

-Ma Filippo raccontaci tutto sul museo, qual è stata la tua parte preferita?

-"Beh, volevo sapere tutto del mio Beatles preferito: John Lennon, soprattutto mi è piaciuta la ricostruzione del Cavern Club, che era il luogo in cui i Beatles cantavano le loro migliori canzoni e che li ha resi famosi. L'atmosfera, le vecchie chitarre, i tamburi... tutto era incredibile! Era entusiasmante ascoltare la musica di John Lennon, in particolare" Imagine" sulla guida audio a nostra disposizione. L'altro momento straordinario era la ricostruzione della strada dell'Abbazia, la famosa Abbey Road. Nel museo puoi anche camminare su un attraversamento della strada di Londra!" "proprio come il mio eroe John Lennon ha fatto tutti quegli anni fa... Mi sembrava di essere il ‘quinto’ Beatles!!!.”

Da Filippo e Clemente

ARRIVEDERCI AL PROSSIMO ANNO CON NUOVE IDEE E TANTO ENTUSIASMO!!!

Albert

Ale

Clemente

Lorenzo

Nicola

le ragazze e i ragazzi di tutte le prime

il team di sostegno

grazie per il supporto a tutti i proff.