Internazionalizzazione economica dei territori Mario Volpe Università Cà Foscari di Venezia.
Cà industria 29.12.11
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RASSEGNA STAMPA
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Edizion~ J.f?249 DJC. 201f
Ca' d'industria, l'appalto in mano ai legati La prima mossa del nuovo cda è vederci chiaro sul servizio pasti. Polizzi: «Un contratto capestro»
Ca' d'Industria, il contratto d'appalto per n servizio pasti alla Società Fms è nel mirino del nuovo consiglio d'amministrazione insediato da dieci giorni. E gli avvocati già nominati dal commissario, confermati dal consiglio, sono al lavoro sulle carte, in possesso anche della Procura. «Un contratto capestro», lo defurisce il neo consigliere Gaspare Polizzi, avvocato di professione. S'è prestato ad esaminarlo. «E' assurdo, per non dire vergognoso, che si sia potuta impegnare la Fondazione per un periodo addirittura di dieci anni senza alcuna possibilità di recesso - esordisce Polizzi - e soprattutto con automatica rinnovazione della durata di tale contratto per altri dieci anni in caso di mancata disdetta entro dieci mesi». Quasi due anni fa, dopo un'ispezione dei Nas sulle cucine di Rebbio e rilievi su alcuni problemi, hi Fondazione Ca' d'Industria, presieduta da Domenico Pellegrino, aveva deciso di appaltare all'esterno n servizio pasti. Una procedura rapida, nella convinzione che la Fondazione è di diritto privato e, scartata l'offerta del gruppo comasco Inservio, l'unica che l'aveva formalizzata, in pochi giorni la scelta è caduta su Fms S.r.l., legata al gruppo Serist. Costo del servizio: 20 milioni di euro per dieci anni, ma solo successivamente emergerà che la cifra cqmprende anche i pasti non erogati. «Assurdo, inconcepibile, giuridicamente e connnercialmente inspiegabìle - prosegue Po-
lizzi- è n fatto che si sia potuto prevedere in favore della società appaltatrice un minimo garantito di pasti fatturabìle a prescindere dall'effettivo utilizzo del servizio». Tradotto in term.i:rli economici: «Anche qualora si decidesse di non utilizzare n servizio mensa e!!temalizzato, bisognerà comunque provvedere al pagamento di una somma pari a cir-
ca 200mila euro mensili per dieci anni>'. ll presidente Pellegrino aveva spiegato che i tempi stringevano e andava trovata al. più P;e.sto un~ soluzione per il sefVlZlo pasti; erano state calcolate 182.000 giornate alimentari l'anno per gli ospiti e 30.000 per i dipendenti perché erano quelle che si prospettavano nel febbraio 2010. Non è stato così. Ma una clausola del
Il nuovo vertkì4tt ............. da.......,., Il nuovo consiglio d'amministrazione di Ca' d'Industria si è insediato il19 dicembre, dopo 6 mesi di commissariamento. li presidente è Paolo Frisoni, i consiglieri Angela Bertuzzi, Simone Gatto, Domenico Piazzolla, Gaspare Polizzi,· Gianfranco Tagliabue, Pierangela Torresani. Sul tavolo, il contratto per il servizio pasti con la Società Fms. Prevede il pagamento anche dei pasti non erogati
NEOPRESIDENTE Paolo Frisonì, a sinistra, da poco al vertice di Ca' d'Industria
ufficì del Comune di
contratto prevedeva una verifica. «La previsione di effettuazione di una verifica in funzione del numero dei pasti effettivamente somministrati vuoi dire tutto e nulla allo stesso tempo», argomenta Polizzi, che intende sottoporre al consiglio la valutazione sulle possibilità di , risolvere il contratto. Non gli appare possibile il recesso, anche perché mancano clausole o previsioni specifiche, «La situazione è molto complessa e richiede prudenza -afferma il neopresidente Paolo Frisoni - i nostri legali hanno già avuto indicazioni sulle azioni da intraprendere. Nella prossima riunione del consiglio d'amministrazione, subito dopo le festività, forse potremo già disporre di elementi concreti)).
M.Cas.
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RASSEGNA STAMPA PARTECI 8125 ANNO XXXII
DIC'OMtl Edizione dei2 9 DJC. 2011
n futuro dell'istituto geriatrico d
Ca' d'Industria, la verità di Frisoni <<L'appalto mema è in mano ai legati D bilancio della Fondazione preoccupa» Il neopresidente.· «lasciti aizerati, la situazione è difficile»
Misurato come sempre, il neopresidente della Ca' d'Industria, Paolo Frisoni, minimizza e dice di ~<non sapere se era cosi anche prima del mio arrivo». In realtà sa benissimo che non è eccessivo definire tour de force la serie infinita di riunioni del nuovo consiglio di amministrazione (sono previste tre sedute già alla ripresa di gennaio) alle quali si sommano e si sommeranno una lunga serie di incontri informali con i consiglieri, i sindacati e i dipendenti dell'istituto geriatrico. D'altronde, dopo due anni di buriana èontinua, culminati con l'azzeramento · del vecchio board presieduto da Domenico Pellegrino, di lavoro da fare ce n'è molto. A partire, manco a dirlo, dall'appalto al centro di tutto. Quello datato 2010 con cui il servizio mensa dell.-Ca' d'Industria venne esternalizzato e affidato all'azienda Fms. Ma lo stesso minato all'origine dal clamoroso errore compiuto dal management della Ca' d'In-
del Comune di
~ L'accordo fantasma Dell'intesa con l'azienda che vinse l'appalto mensa di cui parlarono i nostri predecessori non è rimasto niente. Noi abbiamo l'assoluta necessità di rivedere quel contratto
dustria che conteggiò 182mila pasti annui da pagare ai privati al posto dei 146 che sarebbero stati necessari. n tutto con gli esorbitanti costi maggiorati a carico della Fondazione che h,anno contribuito non poco agli oltre 600mila euro di passivo 2010 per le casse dell'istituto.
«Inutile nascondersi - confida Frisoni - Ho passato diverso tempo a guardare le carte di quell'appalto, e soprattutto mi
sono e, come cda, ci siamo confrontati con i legali già incaricati dal commissario che ha gestito la fase di transizione tra il vecchio board e la nostra nomina. La situazione è seria e difficile». Anche perché sarebbe emerso che l'accordo con Fms annunciato prima dell'addio da Pellegrino per ridurre di comune accordo il numero dei pasti da pagare si sarebbe rivelato poco più che nullo.
«Purtroppo è cosi -conferma
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la sede della Ca' d'lrxluslria di Rebbio, dove è stato re00zza1o n aJllro cottura per la mensa della FondazJone
il presidente della FondazioneDi quell'intesa non è rimasto niente. Ora, noi abbiamo due tipi di problemi. Uno è di carattere penale, e riguarda la magistratura, per cui noi possiamo soltanto attendere gli sviluppi. L'altro, invece, ci tocca direttamente ed è l'assoluta necessitàdi rivedere quel contratto». Impresa che però, essendo il documento siglato e in vigore a tutti gli effetti, non è affatto scontata. «Infatti seguiamo le
uffici del Comune di
vie legali - sottolinea Frisoni -Anche perché da un lato non dobbiamo mett.ere la Ca' d'Industria nella condizione, magari, di doveri rifondere danni a qualcuno (la Fms, ndr) in caso di azioni avventate. Dall'altro, però, dobbiamo sicuramente arrivare a pagare il giusto numero di pasti annui>>. E di conseguenza, risparmiare una cifra oscillante tra i 350 e i 250mila euro all'anno. Non proprio briciole.
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«Tutt'altro- osserva Frisoni-· anche perché la situazione di
bilancio, al momento, è una delle mie preoccupazioni maggiori. N el2010 il rosso è stato di oltre 600mila euro, pur considerando la voce di mezzo milioni di ammortamenti. Ma dobbiamo arrivare al pareggio, anche se pure nel 2011 non ce la faremo». Impossibile non chiedere al neopresidente un giudizio sull'appalto ereditato dalla precedente gestione. «Giudicare è difficile, l'esternalizzazione della mensa è una scelta che venne fatta in determinate condizioni e in un momento preciso- afferma Frisoni- Molte strutture hanno preso questa strada, non mi scandalizza per niente. Diverso è valutarne l'efficacia: questo è il tema».
Da escludere, però, un aumento delle rette a carico degli anziani e delle loro famiglie.
«La situazione economica generale è troppo difficile, non possiamo infierire anche p.oi -afferma il presidente della Fondazione - Adegueremo le cifre soltanto all'inflazione, niente di più. Poi valuteremo come ottenere maggiori' risparmi, mentre sul fronte della vendita del patrimonio dico già che non possiamo praticamente nulla». La speranza, un tempo, era nei generosi lasciti dei comaschi. Ma l'effetto delle polemiche e i tempi di crisi hanno spazzato via la consuetudine che ha fatto grande la Ca' d'Industria.
«Lasciti e donazioni· - dice Frisoni- per quanto mi risulta finora sono azzerati».
Emanuele Caso