Industria & Ambiente

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I ndustria&Ambiente compie un anno. Un anno di intenso lavoro, in cui si sono centrati gli obiettivi del progetto editoriale, un anno in cui ci si è confrontati sull’intero territorio nazionale, affrontando tematiche di rilievo e di interesse comune. Abbiamo messo in evidenza le esigenze di coloro i quali operano nella ge- stione ambientale, nella ricerca, nell’innovazione tecnologica e nel campo energetico.La nuo- va veste grafica consentirà una lettura più fluida, accattivante, permettendo al lettore di appro- fondire argomenti di attualità. Industria&Ambiente non preten- de di essere un approfondimen- to tecnico di tutte le tematiche ambientali, ma consente a tutti di avere un quadro generale e di facile lettura di cosa accade nell’ambito della gestione am- bientale, dello sviluppo tecno- logico e dell’energia. La nostra presenza alla fiera internazio- nale di Ecomondo 2008, costi- tuisce un trampolino di lancio importante per le nostre idee e i nostri progetti che guardano lontano e mirano alla distribu- zione di 20.000 copie sul terri- torio nazionale. Il nostro obiet- tivo non è, dunque, solo quello di informare, ma bensì anche di formare;infatti, tra le nostre strategie di marketing e comu- nicazione sono previste giorna- te di formazione e convention, che mirano all’alta formazione dei professionisti dell’ambiente, delle imprese, degli organi di controllo e di tutti coloro che desiderano approfondire le te- matiche di maggiore interesse. E’ per questo che il nostro gior- nale è aperto a tutti coloro che vogliono contribuire alla conti- nuità di un progetto che mira al confronto di idee e di proposte al servizio delle istituzioni pub- bliche e private, nonchè degli operatori del settore industriale per una migliore gestione e tute- la del bene Ambiente. *Presidente Consorzio Creta Informazione e formazione EDITORIALE Iscritto nel Registro della Stampa presso il Tribunale di Bari al n. 35/07 - N4 Ottobre 2008 INDUSTRIE A PAGINA 22 Longo Veicoli vendite in America ENERGIA LATTANZI A PAGINA 4 “Energy Service” novità sul mercato solare SMALTIMENTI URICCHIO A PAGINA 7 Controlli trasporti Al via la grande fiera internazionale dell’ambiente ECOMONDO 2008 Novità dalla Russia, Cina, Shanghai e Germania “Cagnoni: La fiera di Rimini costituisce linfa vitale per idee e progetti” FORTE A PAGINA 13 I l 31/10/2007 il Consiglio Re- gionale pugliese ha approvato la legge regionale n. 29 che disciplina lo smaltimento dei ri- fiuti speciali pericolosi e non, che transitano nel territorio regionale e sono destinati a impianti di smal- timento siti nella Regione Puglia, limitandolo al solo caso in cui tali impianti siano appropriati e i più vicini al luogo di produzione dei medesimi rifiuti, in ossequio ai principi della prossimità e appro- priatezza. Per accedere a tale regime è ne- cessario che il produttore e/o il trasportatore dei rifiuti si munisca di certificati rilasciati dalle compe- tenti autorità extraregionali, che at- testino l’inesistenza o inoperatività nei rispettivi territori di impianti di smaltimento appropriati, certificati sostituibili da autocertificazioni: in caso di violazione delle dispo- sizioni così sancite, si applicano le sanzioni normativamente previste in ipotesi di inosservanza delle prescrizioni di gestione contenute nei provvedimenti autorizzatori. di GIUSEPPE DALENA* CAROBELLO A PAGINA 14 REGIONE PUGLIA/ Dubbi sulla legge regionale n. 29/2007 che disciplina lo smaltimento dei rifiuti speciali e pericolosi Rifiuti: Violati i principi costituzionali? La normativa approvata in Consiglio Regionale prevede il divieto di smaltimento dei rifiuti extraregionali EDITORE Consorzio Creta Via Torpisana 102, 72100 Brindisi www.consorziocreta.com - [email protected] DIRETTORE RESPONSABILE Tommaso Forte [email protected] SEGRETERIA DI REDAZIONE Andrea Miccolis [email protected] STAMPA Tipografia Romana Zona Industriale Capurso (Ba) REDAZIONE Tel. 080.4913845 Fax 080.4051761 E-mail: [email protected] GRAFICA EDITORIALE ALL TIME s.n.c www.alltime.it grafi[email protected]

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Periodico di Rifiuti , Recupero, Ambiente ed Energia Consorzio [email protected]

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Industria&Ambiente compie un anno. Un anno di intenso

lavoro, in cui si sono centrati gli obiettivi del progetto editoriale, un anno in cui ci si è confrontati sull’intero territorio nazionale, affrontando tematiche di rilievo e di interesse comune. Abbiamo messo in evidenza le esigenze di coloro i quali operano nella ge-stione ambientale, nella ricerca, nell’innovazione tecnologica e nel campo energetico.La nuo-va veste grafica consentirà una lettura più fluida, accattivante, permettendo al lettore di appro-fondire argomenti di attualità. Industria&Ambiente non preten-de di essere un approfondimen-to tecnico di tutte le tematiche ambientali, ma consente a tutti di avere un quadro generale e di facile lettura di cosa accade nell’ambito della gestione am-bientale, dello sviluppo tecno-logico e dell’energia. La nostra presenza alla fiera internazio-nale di Ecomondo 2008, costi-tuisce un trampolino di lancio importante per le nostre idee e i nostri progetti che guardano lontano e mirano alla distribu-zione di 20.000 copie sul terri-torio nazionale. Il nostro obiet-tivo non è, dunque, solo quello di informare, ma bensì anche di formare;infatti, tra le nostre strategie di marketing e comu-nicazione sono previste giorna-te di formazione e convention, che mirano all’alta formazione dei professionisti dell’ambiente, delle imprese, degli organi di controllo e di tutti coloro che desiderano approfondire le te-matiche di maggiore interesse. E’ per questo che il nostro gior-nale è aperto a tutti coloro che vogliono contribuire alla conti-nuità di un progetto che mira al confronto di idee e di proposte al servizio delle istituzioni pub-bliche e private, nonchè degli operatori del settore industriale per una migliore gestione e tute-la del bene Ambiente.

*Presidente Consorzio Creta

Informazionee formazione

EDITORIALE

Iscritto nel Registro della Stampa presso il Tribunale di Bari al n. 35/07 - N4 Ottobre 2008

INDUSTRIE

A PAGINA 22

Longo Veicolivendite in America

ENERGIA

LATTANZI A PAGINA 4

“Energy Service”novità sul mercato solare

SMALTIMENTI

URICCHIO A PAGINA 7

Controlli trasporti

Al via la grande fierainternazionale dell’ambiente

ECOMONDO 2008Novità dalla Russia, Cina, Shanghai e Germania

“Cagnoni: La fiera di Rimini costituiscelinfa vitale per idee e progetti”

FORTE A PAGINA 13

Il 31/10/2007 il Consiglio Re-gionale pugliese ha approvato la legge regionale n. 29 che

disciplina lo smaltimento dei ri-fiuti speciali pericolosi e non, che transitano nel territorio regionale e sono destinati a impianti di smal-timento siti nella Regione Puglia, limitandolo al solo caso in cui tali impianti siano appropriati e i più vicini al luogo di produzione dei medesimi rifiuti, in ossequio ai principi della prossimità e appro-priatezza. Per accedere a tale regime è ne-cessario che il produttore e/o il trasportatore dei rifiuti si munisca di certificati rilasciati dalle compe-tenti autorità extraregionali, che at-testino l’inesistenza o inoperatività nei rispettivi territori di impianti di smaltimento appropriati, certificati sostituibili da autocertificazioni: in caso di violazione delle dispo-sizioni così sancite, si applicano le sanzioni normativamente previste in ipotesi di inosservanza delle prescrizioni di gestione contenute nei provvedimenti autorizzatori.

di Giuseppe dalena*

CAROBELLO A PAGINA 14

REGIONE PUGLIA/ Dubbi sulla legge regionale n. 29/2007 che disciplina lo smaltimento dei rifiuti speciali e pericolosi

Rifiuti: Violati i principi costituzionali? La normativa approvata in Consiglio Regionale prevede il divieto di smaltimento dei rifiuti extraregionali

EDITOREConsorzio CretaVia Torpisana 102, 72100 Brindisiwww.consorziocreta.com - [email protected]

DIRETTORE RESPONSABILETommaso [email protected]

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Fulvio ContiAmministratore Delegato Enel

Campi eolici Off-Shore: accordo tra Enel e Gruppo Moncada. In arrivo, dunque, il primo campo

Enel eolico del Mediterraneo. L’istan-za di Valutazione d’Impatto Ambien-tale (VIA) è stata consegnata da Enel al Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare e alla Regione Sicilia.Il primo parco eolico marino italiano prevede l’installazione di 115 genera-tori di grande taglia che avranno una potenza compresa tra i 3 e i 5 Mega-watt ciascuno nelle acque del Golfo di Gela ad una distanza minima di 3 miglia dalla costa, tra i Comuni di Li-cata (Agrigento), Butera e Gela (Calta-nissetta). Il progetto - sviluppato da una joint-venture costituita tra Enel (57%) e Moncada Costruzioni (43%) - prevede una potenza installata complessiva che varierà da 345 a 575 MW. L’investi-mento massimo previsto sarà di circa 500 milioni di euro. L’impianto, a regi-me, fornirà energia elettrica per 1.150 milioni di chilowattora, sufficiente a soddisfare il fabbisogno di 390.000 fa-miglie, evitando emissioni di CO2 in atmosfera per circa 815.000 tonnellate annue.“Questo innovativo progetto – spiega Fulvio Conti – raddoppierà la capacità installata di Enel nel settore eolico in Italia e rappresenta un esempio vir-tuoso di collaborazione tra impresa, istituzioni locali e associazioni amiche dell’ambiente. L’impegno di Enel nelle fonti rinnovabili è rilevante e in conti-nua, forte crescita: già oggi la produ-zione Enel priva di emissioni rappre-senta circa il 30% del totale. Crediamo nell’eolico e vogliamo giocare un ruolo da protagonisti nello sviluppo di que-sta fonte di energia anche nel nostro Paese”.Le torri, sulle quali poggeranno roto-ri del diametro di circa 110 metri, sa-ranno alte oltre 100 metri, e saranno ancorate su fondali profondi fino a 30 metri. Sono anche allo studio sistemi di integrazione del parco eolico con le aree marine in cui verrà installato, per garantire la salvaguardia degli ecosi-stemi coinvolti.A fine 2007 la capacità eolica di Enel installata in Italia è salita a 325 MW: l’obiettivo del nuovo piano industria-le 2008-2012 è di moltiplicare per cinque questo impegno, per arrivare a circa 1.500 MW eolici installati in Italia entro il 2012. L’investimento è di 7,4 miliardi di euro nel quinquennio 2008/2012: 6,8 miliardi di euro per lo sviluppo di energie rinnovabili e 600 milioni di euro per la ricerca.

Le torri saranno alte 100 metri

e ancorate in profondità

fino a 30 metri

Energia, eolico, solare, fotovoltaicoLa Puglia protagonista in Italia

C’era una volta la Puglia nota a tutti per il mare incontaminato, il sole, i trulli, la storia, il gra-

no, le case bianche, il barocco….adesso, però, la favola continua perché la Puglia è anche sinonimo di energia rinnovabile. Il sole e il vento di Puglia, sono infatti, gli attori di una nuova realtà!Non è un caso se quest’anno in Puglia, a San Marco in Lamis (FG), è stato costru-ito il più grande parco fotovoltaico con un potenziale massimo di 2 megawatt e in futuro è previsto l’ampliamento per un ulteriore megawatt che produrrà energia pulita che sarà immessa sulla rete elet-trica nazionale. Tutto questo permetterà una produzione di energia sicuramente superiore al fabbisogno locale che ga-rantirà introiti alle esigue casse comu-nali e l’utilizzo di manodopera locale per la manutenzione e altre attività connesse all’impianto e contribuirà a diffondere l’idea che la produzione di energia con

fonti alternative è possibile. Ma la scom-messa al ricorso dello sviluppo di fonti di energia alternativa si è realizzata an-che grazie al parco eolico di Martignano (Le) che prevede attraverso 10 aeroge-neratori una produzione di energia per un totale di 20 megawatt, il tutto senza danni all’ambiente, e con un’emissione in atmosfera di ben 51 mila tonnellate di CO2 l’anno. La Puglia, quindi, accresce il suo presti-gio per aver dimostrato, con le sue scel-te, di voler essere un territorio in cresci-ta che sperimenta le energie rinnovabili. Il programma energetico previsto per i prossimi anni si prefigge di ridurre il consumo dell’olio combustibile fossile e del carbone; si punterà, pertanto, al gas, all’energia solare (fotovoltaico e termi-co), all’eolico e alle biomesse.Il futuro pugliese cammina nel sole e nel vento. Eude Albrizio

A SAN MARCO IN LAMIS (FG) E’ STATO COSTRUITO IL PIU’ GRANDE PARCO FOTOVOLTAICO NAZIONALE

Il gruppo guidato da Fulvio Conti, in collaborazione con Moncada Costruzioni, installerà 115 pale eoliche nel Golfo di Gela

In Sicilia il primo parco marino italianoIl nuovo campo off-shore produrrà energia sufficiente a soddisfare i consumi di 390mila famiglie

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di MaRCO pelleGRini*

le il montaggio di idonea impalcatura, ed obbligatoria la redazione di apposi-to PiMUS (Piano di Montaggio, Uso e Smontaggio Ponteggio). Le fasi di la-vorazione si identificano generalmente con: montaggio ponteggio; adozione di misure per i lavoratori esposti ad atti-

vità in quota; realizzazione sistema di travi secondarie; recinzione area di in-tervento e verifica eventuale presenza di reti aeree; posizionamento pannelli e tiro in quota; cablaggio impianto per le quali possono essere identificate quali aree di pericolo: rimozione coperture in cemento-amianto; montaggio im-palcatura; lavorazioni in quota (su co-pertura); tiro in quota (con l’ausilio di un’autogru); lavorazioni in presenza di tensione.In estrema sintesi i rischi da gestire possono essere ricondotti ai seguenti: rimozione amianto: contaminazione; urti, colpi, impatti, compressioni; con-tatto accidentale con macchine opera-trici; scivolamenti; movimentazione manuale dei carichi; polveri, fibre.Montaggio impalcatura: cadute dall’al-to; punture, tagli, abrasioni; scivola-menti, cadute a livello; caduta materiale dall’alto, movimentazione manuale dei carichi. Lavorazioni in quota; caduta dall’alto; urti, colpi, impatti, compres-sioni; caduta del carico; scivolamenti, cadute a livello; elettrocuzione; rumo-

re; schiacciamento; movimentazione manuale dei carichi; polveri. Tiro in quota con l’ausilio di un’autogru: urti e tamponamenti da veicoli in transito; ribaltamento; contatto con linee elet-triche aeree; urti accidentali; sgancia-mento del carico (rottura funi o corda).

L’energia fotovoltaica sta di-ventando, tra le fonti d’energia rinnovabili, una delle soluzioni

più ricorrenti ai fini della riduzione della dipendenza del petrolio, anche in virtù della semplicità di utilizzo e di realizzazione dei relativi elementi impiantistici.Disponibile ed economica, l’energia solare è la fonte naturale che attrae maggiormente il mercato, dall’uso do-mestico alla piccola media azienda. Numerosi sono ormai le installazioni messe in esercizio e/o in corso di rea-lizzazione: di qui la necessità di foca-lizzare alcuni aspetti di sicurezza nei cantieri destinati all’installazione di impianti fotovoltaici. Nella fattispecie si esamina una situazione ricorren-te nella pratica cantieristica legata al l’installazione di pannelli fotovoltaici, cioè quella della sostituzione delle vec-chie coperture in eternit. Tale attività comporta lavorazioni in quota e pertanto diventa indispensabi-

Per una serie di motivi storici, in Italia non si sono sviluppate, come in altri paesi, le Energy

Service Company (ESCO), società fi-nalizzate al superamento di queste bar-riere grazie alla disponibilità di know how, tecnologie, capitale. Le E.S.CO., acronimo di “Energy Service Com-pany”, ovvero Società di Servizi Ener-getici, sono nate negli Stati Uniti tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80, per rispondere in modo concreto alla crescente richiesta di risparmio, in termini energetici e di risorse, sul fron-te pubblico e privato.Le E.S.CO. hanno come obiettivo pri-mario quello di ottenere un risparmio attraverso il miglioramento dell’effi-cienza energetica, per conto della pro-pria clientela utente di energia.La peculiarità dell’intervento delle E.S.CO. risiede nel fatto che gli in-terventi tecnici necessari ad ottenere i risparmi energetici sono effettuati mediante investimenti sostenuti dal-le stesse e non dal cliente. L’utente di energia rimane così sgravato da ogni forma di investimento, e non dovrà preoccuparsi di finanziare gli inter-venti migliorativi dell’efficienza dei propri impianti. A sua volta, le E.S.CO. si ripagano l’investimento, e il costo dei servizi erogati, con una quota del risparmio energetico effettivamente conseguito grazie all’intervento.Il profitto della E.S.CO. è, infatti, vin-colato al risparmio energetico conse-guito con la realizzazione del progetto. La differenza tra la bolletta energeti-ca pre e post intervento migliorativo spetta alla E.S.CO, in toto o pro-quota, fino alla fine del periodo di pay-back previsto. Allo scadere dei termini contrattuali, l’utente potrà beneficiare totalmente della maggiore efficien-za del proprio impianto, ne diventerà proprietario e potrà, quindi, scegliere se mantenere la gestione affidata alla E.S.CO., a condizioni da negoziare, o se assumerla in proprio.L’operazione di miglioramento dell’ef-ficienza energetica con il ricorso ad una E.S.CO. viene quindi ad inserirsi nel contesto del Finanziamento Tramite

ovvia alla riluttanza o impossibilità da parte delle Pubbliche Amministrazioni e degli imprenditori stessi di finanzia-re di propria tasca interventi struttura-li di una certa consistenza. Dobbiamo, infatti, tenere presente che i progetti di risparmio energetico che presup-pongono un intervento delle E.S.CO. richiedono un significativo investi-mento iniziale e offrono un periodo di pay-back relativamente lungo, fattori entrambi che evidentemente disincen-tivano l’iniziativa privata.Per la realizzazione dei progetti di FTT, precedentemente descritti, è ne-cessario costruire un sistema di rela-zioni economiche e contrattuali fra 5 tipologie di attori: E.S.CO., utente, for-nitori, istituzioni finanziarie e gestore.La E.S.CO si configura come un sog-getto giuridico a sé stante che promuo-ve un intervento di razionalizzazione energetica, finanziato tramite proprio investimento, nei confronti di un uten-te o di un gruppo di utenti.L’utente, che fruisce del servizio ero-gato e dell’energia, si impegna a cor-

rispondere alla E.S.CO, per un numero di anni stabilito contrattualmente un canone a titolo di compenso sia delle prestazioni, sia del risparmio energe-tico ottenuto utilizzando il nuovo im-pianto.Le istituzioni finanziarie rendono di-sponibili i capitali necessari nella fase di realizzazione dell’impianto, princi-palmente sulla base della valutazione di uno studio dettagliato di fattibilità tecnico-economica del progetto, at-traverso un sistema contrattuale che vincola i comportamenti di tutti i sog-getti coinvolti nel progetto per tutta la sua durata e attraverso un sistema di assicurazioni sui principali fattori di rischio, tecnici e di mercato.Nel caso in cui la E.S.CO non sia in gra-do di realizzare direttamente l’impian-to di produzione di energia, si rivolge-rà ai fornitori, aziende specializzate che si occuperanno della costruzione stessa dell’impianto e della relativa in-stallazione ed implementazione.

Ingegnere*

L’Autorità per l’energia ha aggior-nato i prezzi minimi garantiti per l’energia elettrica prodotta, nel 2008, da impianti mini-idro. I nuo-vi corrispettivi pagati ai produttori assumono valori incentivanti e tali da sostenere la quota di energia elettrica assicurata dalle fonti rin-novabili idroelettriche di piccola taglia. A questo scopo e per remu-nerare anche le piccolissime pro-duzioni, è stata pure prevista l’in-troduzione di un nuovo scaglione fino a 250.000 kWh. Con questo provvedimento, l’Au-torità intende assicurare la remu-nerazione anche degli impianti di produzione mini-idro (di potenza fino ad 1 MW) che non avessero i requisiti e le capacità di accedere direttamente al mercato. Tutto ciò per non trascurare i benefici as-sicurabili da tali impianti a fonte rinnovabile, in termini di tutela ambientale, sviluppo delle risorse marginali o residuali e diversifica-zione delle coperture energetiche. La delibera ARG/elt n.109/08 è disponibile sul sito www.autorita.energia.it. Nel dettaglio, i prezzi minimi riconosciuti dal GSE, per il ritiro dedicato dell’anno in corso, saranno pari a: fino a 250.000 kWh annui, 136 €/MWh; oltre 250.000 kWh fino a 500.000 kWh annui, 104 €/MWh; oltre 500.000 kWh fino a 1.000.000 kWh annui, 84 €/MWh; oltre 1.000.000 kWh fino a 2.000.000 kWh annui, 78 €/MWh.

Contributiper l’idroelettrico

Sostegno delle fonti rinnovabili

ENERGIA ELETTRICA

Terzi (FTT). Nella fattispecie, il “ter-zo” viene rappresentato dalla E.S.CO., che peraltro è l’unico Responsabile verso l’utente finale e si occupa di tutte le fasi di cui si compone lo schema di FTT: dalla diagnosi energetica, alla fat-tibilità tecnico-economica e finanzia-ria, alla progettazione, all’installazione e alla manutenzione dell’impianto fino alla copertura finanziaria. I rischi, sia finanziari sia tecnici, dell’operazione, sono a carico della E.S.CO. Questa è una garanzia fondamentale per l’uten-te: se l’intervento risulta tecnicamente sbagliato e quindi non remunerativo, è la E.S.CO. che ci rimette e non l’utente; se gli interventi effettuati non portano ad un effettivo risparmio, infatti, sarà la Società di Servizi a coprire la diffe-renza di costi. Con questo strumento si

di danilO laTTanZi*

Marco Pellegrini

Lavorazioni in presenza di tensione: contatti con parti in tensione; urti, colpi, impatti, compressioni; punture, tagli, abrasioni; scivolamenti, cadute a livello (durante la fase di cablaggio in quota). Ingegnere*

L’energia fotovoltaica sta diventando, tra le fonti di energia rinnovabili, una delle soluzioni alternative al petrolio

Solare: Risparmio e sicurezza nei cantieriNella fase di installazione di impianti è opportuno rispettare le norme di sicurezza previste per legge

Business risparmiando energiaNovità nella gestione del patrimonio solare in ambito industriale e domestico

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Industria&Ambiente 5

Giunge all’VIII edizione l’Ita-lian Energy Summit, appun-tamento annuale del Sole24

ORE in collaborazione con IBC Glo-bal Conferences dedicato al settore delle utilities che annovera tra i suoi relatori gli esponenti più autorevoli dei player di settore e i rappresentan-ti delle associazioni più influenti. La conferenza inaugurale dell’evento vede la presenza del Ministro Clau-dio Scajola e dei maggiori operatori del settore con confronti sui seguen-ti temi: la situazione del mercato dell’energia con riferimento alle po-litiche europee; alleanze tra i gran-di gruppi e regole che governano la concorrenza; progetti di sviluppo e potenziamento delle infrastruttu-re (rigassificatori, interconnessioni crossborder, gasdotti); le scelte per una politica che prevede l’opzione nucleare. Inoltre, l’edizione 2008 è caratterizzata dalle seguenti sessioni tematiche: analisi puntuale su mer-cato elettrico e mercato del gas con particolare riferimento a quali siano le prospettive che i consumatori deb-bano attendersi, a seguito dell’aper-tura al mercato retail-efficienza energetica e competitività delle im-prese: una sinergia ormai inscindibi-le. La seconda giornata del Summit affronterà i temi legati al risparmio energetico e all’ottimizzazione di acquisti e consumi in campo indu-striale. Per informazioni. Il Sole 24 ORE Formazione: Via Monte Rosa, 91 – Milano - Tel: 02.4587.020 Fax: 02.4587.025 - e-mail: [email protected]

Energia e gasconfronto di idee

Italian Energy Summit

CONVEGNO

Nell’ambito degli aspetti ine-renti la corretta gestione dei rifiuti e le bonifiche dei siti in-

quinati, non si può continuare ad igno-rare la pericolosità di una sostanza che per anni è stata largamente adoperata per garantire la lunga durata delle tra-versine: il creosoto.Balzata agli occhi dell’attenzione pub-blica, a seguito delle recenti cronache, la minaccia chiamata creosoto è torna-ta di prepotente attualità proprio per le conseguenze nocive sull’ambiente che lo stoccaggio non regolare delle traver-sine ferroviarie può produrre. Abbiamo chiesto, all’amministratore unico dell’Apulia System S.r.l. (società di consulenza ambientale), dott. Pa-squale Fiore, di far luce sui pericoli che ne derivano, sia per l’uomo che per l’ambiente, da tale composto chimico.“Il creosoto – spiega Fiore- è da sempre conosciuto per quell’intenso odore che si percepisce ai margini dei binari, ma in pochi sanno che esso è una miscela di creosoli e di altri fenoli, ottenuta dal catrame di carbon fossile,Tale composto è caratterizzato da un elevato rischio cancerogeno; il benzo(a)pirene contenuto in esso può provoca-re notevoli danni dopo una prolungata esposizione al contatto.”E’ vero che fino a poco tempo fa le traversine ferroviarie erano classifi-cate come rifiuto non pericoloso?“Sino al 1 gennaio 2002, le traversi-ne ferroviarie dismesse erano classi-ficate con codice CER 170201 “rifiuti costituiti da legno impregnato con preservante a base di creosoto”, ed il loro recupero poteva essere effettuato secondo la c.d. procedura semplificata, ai sensi del DM. 05/02/1998, punto 9.3. Secondo tale punto, le traversine era-no, come tipologia di rifiuti, “spezzoni e manufatti di legno impregnato con oli derivanti dalla distillazione del ca-trame di carbon fossile (creosoto), con un contenuto <250 g/Kg di legno”. Esse potevano, quindi, essere re-im-piegate o presso le strutture ferroviarie per scopi diversi da quegli originari (es. passatoie, barriere di contenimen-to); oppure adoperate nelle falegname-rie e carpenterie per la realizzazione di

procedura ordinaria ai sensi dell’arti-colo 208 del D.lgs. 152/2006.”In Puglia ci sono imprese che prov-vedono al trasporto di traversine ferroviarie?“Certo. Ad esempio la Dalena Eco-trend, che da anni si occupa di raccol-ta e trasporto rifiuti urbani e speciali (pericolosi e non pericolosi) e di bo-nifiche di siti contaminati. La società ha iniziato sin dal 2003 la raccolta e trasporto delle traversine ferroviarie per conto di RFI, avviando a recupero, presso idonei impianti autorizzati, più di 2.000 tonnellate di traversine ferro-viarie. Negli anni successivi sono state avviate a recupero, sempre per conto di RFI, tra le 350 e le 500 tonnellate, mentre nel corso del 2008 è partita an-che la collaborazione con la Ferrotran-viaria.”

va del Ministero dell’Ambiente del 9 aprile 2002, le traversine ferroviarie sono classificate come rifiuto pericolo-so, con il codice CER 170204* “vetro, plastica e legno contenenti sostanze pericolose o da esse contaminate”, vietandone il loro recupero secondo il DM 05/02/1998, sopprimendo, quindi, il punto 9.3.Parimenti, anche il D.M. n. 161/2002, riguardante il recupero di rifiuti peri-colosi in procedura semplificata, non comprende il CER 170204*. Un’opera-zione di recupero, di materia e/o ener-gia, che preveda l’utilizzo di traversine ferroviarie impregnate di creosoto, classificate come rifiuto pericoloso, non è permessa al di fuori della nor-mativa dei rifiuti e deve avvenire in impianti di recupero di rifiuti speciali pericolosi appositamente autorizzati in

palificazioni, ad esempio.Poiché non era previsto (dalla legge) alcun trattamento chimico/fisico per ridurre il quantitativo di creosoto pre-sente nel rifiuto in ingresso, il prodot-to ottenuto dal recupero presentava le stesse caratteristiche del legno nuovo impregnato, lasciando inalterato il po-tenziale tossico .La Decisione della Commissione 2000/532/CE ha successivamente classificato le traversine ferroviarie come rifiuti speciali; l’Italia come si è adeguata? “Anche in Italia, in ossequio agli obbli-ghi di rispetto della disciplina comu-nitaria e come precisato dalla diretti-

Lo smaltimentodeve essereeffettuato da aziende specializzate

di eude alBRiZiO

La Dalena Ecotrend è leader per il trasporto e smaltimento

finale delle traversine ferroviare.L’azienda inoltre si occupa

della certificazione e dell’analisi del rifiuto.

ALLARME/ Anche in Italia e come previsto dalla Comunità Europea, le traversine sono classificate come rifiuto pericoloso

Traversine ferroviarie: Rischio per la saluteIl creosoto è caratterizzato da un elevato rischio cancerogeno che può provocare danni all’uomo e al territorio

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Industria&Ambiente6

Fareambiente è un movimento ambientalista che nasce dall’in-contro di un gruppo di docenti

universitari di tutta Italia, studiosi di tematiche ambientale e di quanti hanno a cuore le sorti dell’ambiente globale. Il tema comune è la è la tutela dell’am-biente abbinato ad una corretta gestio-ne. L’idea della necessità di fondare il movimento maturò una sera a casa di Francesco Sisinni – tra i padri storici del Ministero dei beni culturali e am-bientali, insieme a Domenico Assini, docente di diritto urbanistico. Da lì il passo fu breve verso la prima riunione ufficiale e la presentazione alla stam-pa; era il 26 giugno dello scorso anno.Fareambiente va a collocarsi, nell’at-tuale contesto ambientalista, come nuovo strumento di salvaguardia del-le risorse ambientali, obiettivo questo che può essere conseguito attraverso lo sviluppo ordinato delle potenzialità territoriali in un contesto di armonia di rapporti con la natura. Il catastrofi-smo legato ad un ambientalismo post-sessantottino, oramai demodé, che non trova conforto, né il supporto della ri-cerca scientifica, costituisce il rifiuto demagogico di qualsiasi strategia di sviluppo e conduce il Paese all’immo-

bilismo ed all’isolamento. Fareambien-te fonda le proprie radici nei principi di democrazia e liberismo solidaristico che affermano, attraverso lo sviluppo di uno Stato sussidiario, la necessità di orientare le nuove tecnologie e lo sfrut-tamento delle risorse naturali verso va-lutazioni compatibili con lo sviluppo sostenibile, riflettendo che molte delle nostre scelte, riguardanti la politica o i comportamenti umani, possono ave-re ricadute impattanti sull’ambiente. Il concetto di sostenibilità deve entrare a far parte dei nostri costumi, deve di-ventare un modus vivendi. Per questo, non si può non tener sempre presente

che lo sviluppo economico e sociale, che non possiamo né vogliamo negare, deve sempre considerare in primis il concetto di tutela dell’ambiente.L’affermazione del principio di sus-sidiarietà presume una forte respon-sabilizzazione delle istituzioni locali, nonché la vitale partecipazione delle

aggregazioni sociali per la cura e la protezione di questo enorme e straor-dinario valore, appartenente all’uma-nità, che è l’ambiente. Ed proprio la consapevolezza di dover consegnare alle generazioni future un patrimonio ambientale integro e che l’ambiente è un valore deteriorabile per cui va tute-

Il progetto L’obiettivo dell’associazione è di sensibilizzare una nuova coscienza ambientalista

Fareambiente è un movimento che nasce dall’incontro di docenti universitari in tutta Italia

Fareambiente: Promuovere l’etica ambientalePepe: “L’organizzazione nazionale è strutturata con sedi regionali, provinciali e laboratori verdi”

di VinCenZO pepe* lato, difeso e sfruttato con rispetto, che è necessario diffondere una coscienza morale e civile edificata sull’etica am-bientale. Sulla base di questi principi fondamen-tali ho voluto strutturare il movimen-to con una organizzazione federale in coordinamenti regionali e laboratori verdi. Da subito sono partite le prime campagne di sensibilizzazione per lo sviluppo di una cultura d’ambiente af-finché il concetto di sviluppo sosteni-bile si diffonda ed entri nella coscien-za delle popolazioni, per promuovere uno stile di vita eco-sostenibile. Oggi è quanto mai necessario chiedere al Governo un forte impegno nello sfruttamento di energie alternative ed obbligare i Comuni al bilancio energe-tico, attraverso la pianificazione della produzione di energie alternative e la riduzione delle fonti energetiche tradi-zionali. Il percorso intrapreso da Fareambiente si concretizza nel ricercare tutte quelle misure idonee a contribuire alla salva-guardia dell’ambiente al fine di poter fruire una migliore qualità della vita, affermando il proprio fermo ideale del realismo del “fare” e l’ottimismo della ragione.

*Presidente Nazionale Fareambiente

Vincenzo Pepe

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Industria&Ambiente 7

L’evoluzione del concetto di monitoraggio da mera ac-quisizione e registrazione

dei dati, in sistema integrato in grado di coniugare il controllo dinamico di parametri all’interazione spinta con l’applicazione di tecnologie basate su “Agenti Intelligenti” e sull’estrazione della conoscenza, ha aperto nuove ed interessanti prospettive di ricerca ap-plicata. In tale direzione, il progetto TELE.SICUR.TRAS. (“TELEcontrol-lo per la SICURezza dei TRASporti pericolosi”, realizzato nell’ambito del-la misura 6.2 del POR Puglia 2000 – 2006, dal Centro Internazionale Alti Studi Universitari (CIASU), con la collaborazione di docenti del Politec-nico di Bari e di ricercatori del CNR, ha portato all’implementazione di un sistema integrato funzionale al tele-controllo dei flussi di rifiuti solidi e liquidi, consentendo sia la tracciabilità dei percorsi effettuati che l’individua-zione dei luoghi di carico e scarico (anche parziale).La valenza del sistema è biunivoca e da un lato consente di ottimizza-re i percorsi, anche in funzione delle condizioni di traffico e della percor-ribilità delle tratte stradali e dall’altro permette di controllare le operazioni di carico e di scarico, ottenendo utili informazioni ai fini della sicurezza del trasporto medesimo. Il sistema Tele.Sicur.Tras si compone

Il sistema consente di verificare, in qualsiasi momento, il percorso realiz-zato da ciascun mezzo e di ottenere il tracciato complessivo giornaliero, an-che allo scopo di verificare la coerenza con gli eventuali percorsi autorizzati (tali dati sono fruibili a mezzo internet e possono essere utilizzati da tutti gli utenti autorizzati).L’infrastruttura telematica-informa-tica, si basa sulla definizione di una ottimale rete di ruoli inter-istituzionali che consente (anche con il supporto di norme che favoriscano l’adozione della nuova tecnologia) di intervenire in via preventiva nel trasporto di merci e ri-fiuti speciali e pericolosi.In questo modo è possibile anche pia-nificare i controlli in funzione dell’ubi-cazione istantanea dei mezzi che tra-sportano rifiuti.In via sperimentale è stata anche rea-lizzata una sezione in grado di valuta-re le condizioni di carico del veicolo (condizioni di simmetria o altimetria, spostamenti di carico, sovraccarico, etc.) ed il comportamento del guida-tore (stili di guida “irregolari” ovvero da stress o da stanchezza, guida peri-colosa in relazione ai percorsi, etc.): condizioni che possono generare delle potenziali situazioni di rischio.Il sistema è assolutamente compatibile con schede Falcon e/o similari per cui possono essere utilizzati anche dispo-sitivi diversi da quelli implementati nel progetto.L’utilizzazione di tale sistema potreb-be anche aprire un varco per un’im-plementazione dell’attuale normativa in materia di trasporti dei rifiuti e dei liquami allo scopo di infliggere un duro colpo alle pratiche di smaltimen-to abusivo.

Ricercatore Cnr*

Novità nell’ambito dello smaltimento

di ViTO FeliCe uRiCCHiO*

di una unità transponder GPS/GPRS/GSM, di ridotte dimensioni e peso, da montare su mezzi destinati al traspor-to di rifiuti solidi e liquidi, in grado di comunicare ad un sistema centrale la posizione del veicolo, le variazioni di peso, di rotta e di un sistema informa-tivo per la gestione e fruizione dei dati raccolti e trasmessi, nonché per l’estra-zione della conoscenza (attraverso me-dotologie di metodologie di Data Mi-ning ed Association Rules Discovery e di intelligenza artificiale) finalizzata all’implementazione di funzioni di ottimizzazione dell’impiego dei mez-

zi ed alla valutazione e gestione delle situazioni di crisi ancor prima che si verifichino. Le informazioni provenienti dal siste-ma sono infatti utilizzate per: verificare l’effettivo itinerario seguito dal mezzo, sia ai fini della sicurezza sia per fini statistici e/o di controllo da parte delle competenti Autorità; valutare eventua-li comportamenti sospetti come varia-zioni di percorso, soste prolungate, at-traversamenti di aree protette, di aree carsiche, di buffer di corsi d’acqua, lame e gravine, ecc.; analizzare i pa-rametri attinenti al rischio ambientale

collegato al trasporto di rifiuti solidi e liquidi allo scopo di poter considerare la tutela dell’ambiente tra gli elementi di valutazione per la scelta degli iti-nerari; aggiornare una banca dati sul trasporto dei rifiuti con orari, durata, tragitti, soste, utile ai fini dell’ottimiz-zazione dei percorsi e dei mezzi.Le tecniche implementate consentono di minimizzare il costo di trasmissione dei dati (0,01€ per ora di funzionamen-to) ed i limitati costi sostenuti per la trasmissione dei dati sono ampiamente ripagati dai vantaggi derivanti dall’ot-timizzazione dei percorsi e dell’impie-go dei mezzi.

Vito Felice Uricchio

Il sistema si compone

di Gps-Gprs-Gsm

REGIONE PUGLIA/ Il progetto è stato realizzato nell’ambito della misura 6.2 del POR Puglia con il Ciasu, Cnr e Politecnico di Bari

Trasporti: In arrivo il sistema Tele.Sicur.TrasIl sistema Gps è in grado di comunicare le posizioni del veicolo, le variazioni di peso e di rotta

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Ogni anno si calcola che circa 800.000 tonnellate di batte-rie al piombo per automobili,

190.000 tonnellate di batterie indu-striali e 160.000 tonnellate di pile por-tatili non al piombo vengano immesse sul mercato europeo. Nel nostro Paese il Cobat – il Consor-zio Obbligatorio Batterie Esauste si occupa della raccolta, dello stoccaggio e del riciclaggio delle batterie esauste e dei rifiuti piombosi - quelle delle auto-mobili, degli impianti industriali, delle navi e sottomarini.Istituito nel 1988, oggi il Cobat opera su tutto il territorio nazionale grazie ad una rete di 90 raccoglitori incaricati e 7 impianti di riciclo. Il Consorzio effettua il servizio di rac-colta presso quasi 59.000 produttori del rifiuto in tutta Italia, per un numero di ritiri pari a 140.780 l’anno, 560 al giorno.Quest’anno il Cobat festeggia i 20 anni dalla sua istituzione: 20 anni di grandi intuizioni, di sforzi premiati, di successi costanti; 20 anni in cui si è affermato e consolidato un sistema di gestione dei rifiuti pericolosi costitui-ti dalle batterie al piombo esauste che pone l’Italia al 1° posto in Europa, per efficienza e target di raccolta.“In 20 anni il Cobat – spiega Giancar-lo Morandi, presidente del Consor-zio - ha raccolto 2.782.929 tonnellate di batterie esauste, pari a circa 230 milioni di batterie avviate a riciclo; attualmente, il tasso di recupero è pressoché arrivato alla totalità rispetto all’immesso al consumo. Negli anni, un così efficiente sistema di raccolta, ha permesso di recuperare 1.558.440 tonnellate di piombo metallo, 130.798 tonnellate di polipropilene e di neutra-lizzare 455.388 milioni di litri di acido solforico. Le oltre 110.000 tonnellate di piombo recuperate ogni anno rap-presentano oltre il 50% del fabbisogno nazionale di questa materia prima e la loro reimmissione nel circuito in-dustriale si traduce in un risparmio di circa 200 milioni di euro da parte del nostro Paese nelle importazioni di piombo, un metallo la cui quotazione del piombo al LME (London Metal Exchange) ha visto un incremento del prezzo pari a +80% in un anno.Inoltre, la disponibilità di piombo re-cuperato permette un forte risparmio energetico: il processo di recupero, infatti, permette una riduzione di circa il 66% dell’energia che sarebbe neces-saria all’estrazione e produzione del metallo”.In Italia la raccolta differenziata del-le pile non è ancora strutturata da un sistema di gestione e risulta molto li-mitata a livello quantitativo e organiz-zativo. Si stima che il mercato di bat-terie non piombo si aggiri intorno alle 13.000 tonnellate di batterie portatili non piombo, una realtà articolata, per la quale si rende necessario un sistema di censimento e di raccolta differenzia-ta strutturato. Oggi sono sporadiche e lasciate per lo più all’iniziativa volontaria dei Comu-ni le esperienze di raccolta di questo tipo di batterie, per le quali l’APAT sti-

ma un risultato finale di invio a riciclo di solo il 13,5% rispetto al totale delle pile e batterie al nichel-mercurio, litio e nichel-cadmio immesse sul mercato, mentre le pile alcaline e zinco-carbone vengono inviate in discarica (fonte Co-bat, da interviste dirette presso ope-ratori nazionali ed internazionali del settore). Il Cobat, con la sua esperienza conso-lidata e sperimentata in questi 20 anni di attività, può costituire una risposta pronta per affrontare questa nuova sfi-da che si pone tra le più urgenti per la

politica ambientale europea. Grazie ad una rete di aziende incaricate che già oggi dispongono di tutti i requisiti e le autorizzazioni necessarie ad effettuare questo servizio, il Consorzio è pronto a confrontarsi con questa realtà. Nella provincia di Lecco è stato av-viato un progetto pilota di raccolta di pile che prevede la realizzazione di un sistema capillare di raccolta delle pile e batterie non piombo attraverso il ri-tiro presso le isole ecologiche dei Co-muni ed i punti di raccolta già attivati dal Cobat con accordi specifici presso i centri della Grande Distribuzione Or-ganizzata.Un altro Accordo di Programma vede protagonisti il Cobat, Pro-Natura e il Parco Nazionale del Gran Paradiso per la raccolta delle pile esauste nei terri-tori del Parco. Il progetto, il primo in Italia sulla gestione delle batterie non piombo in un’area protetta, è stato pre-sentato nel mese di giugno ed è in fase di attuazione.In passato il Consorzio ha già realiz-zato progetti pilota di raccolta delle pile in alcune realtà territoriali locali e stabilito con alcuni grandi produtto-ri di batterie industriali non al piombo accordi per la raccolta e l’invio a rici-clo. Queste esperienze hanno portato alla raccolta di 15.000 kg di batterie e rottami cellulari (accordo con Omnitel 2002-2005), 310.000 kg di batterie non piombo industriali raccolti in 3 anni da grandi utenti (RFI, Trenitalia, Enel ed altri) e 140.000 kg provenienti da altri produttori.Inoltre, nel tempo il Cobat ha costruito anche una rete di relazioni con omo-loghi consorzi in altri Paesi Europei, per confrontare le rispettive modalità organizzative ed operative con l’obiet-tivo di condividere le informazioni e superare le eventuali problematiche relative alla gestione dei dati e alla ge-stione della rete di raccolta. (t.f.)

CONSORZIO DI RECUPERO

Accordi.Il Cobat ha costruito relazioni internazionali con consorzi omologhi.Il Consorzio effettua in tutta Italia la raccolta.

Giancarlo MorandiPresidente Consorzio Cobat

Il Consorzio ha realizzato progetti pilota di raccolta pile

per affrontare la nuova sfida

del futuro

Le oltre 110mila tonnellate di piombo recuperato ogni anno rappresentano circa il 50% del fabbisogno nazionale

Cobat: 230milioni di batterie recuperateMorandi : “Venti anni di attività e progettualità per costituire una risposta alle sfide urgenti del nostro paese”

CONSORZIO OBBLIGATORIO NAZIONALE PER LA RACCOLTA DI OLII E GRASSI

La quantità di rifiuti costituiti da oli e grassi vegetali e animali esausti prodotta in un anno è

stimabile in 280.000 tonnellate, di cui il 50% derivante dalle cosiddette uten-ze professionali (ristorazione, gastro-nomie, artigianato e industria). L’olio esausto è un rifiuto non pericoloso ma altamente inquinante e inoltre, essen-

do liquido, è facilmente smaltibile in modo improprio e dannoso. Una effi-cace ed efficiente raccolta del rifiuto e procedure corrette di trattamento per rigenerarlo, ne consentono una trasfor-mazione in alcune tipologie di prodot-to ad alto valore aggiunto che vanno a sostituire prodotti vergini spesso derivanti dalla lavorazione di materie di origine fossile (combustibile, uti-lizzabile da solo o in abbinamento ad altri combustibili, per il recupero ener-getico, lubrificanti vegetali per mac-chine agricole, estere metilico per bio-diesel, glicerina per saponificazione, ecc.). Per soddisfare queste esigenze, è sorto nel 1998 sulla base del Decreto Legislativo 22/97 il Consorzio Obbli-gatorio Nazionale per la raccolta e il

trattamento degli Oli e grassi vegetali e animali Esausti (Conoe). Vi fanno parte imprese e associazioni della co-siddetta filiera del prodotto: produttori di olio vegetale (Coldiretti), produttori di olio esausto (Fipe, Confcommercio, Cna, Confartigianato, Federalberghi e Una), raccoglitori (Anco) e riciclatori (Anirog e Aroe). In questi primi anni di attività, svolta essenzialmente con il contributo economico volontario delle aziende di raccolta e di quelle di rici-claggio, non essendo ancora operativo il contributo obbligatorio a carico delle imprese produttrici dell’olio vegetale previsto dalla legge, il Consorzio ha “trattato”diverse tonnellate di prodot-to, con un aumento lento ma progres-sivo della copertura che oggi si aggira

intorno al 60% del rifiuto prodotto dal-la ristorazione . Nel corso del 2007 si sono recuperate e trattate 36.000 ton-nellate di prodotto ( +13% rispetto al 2006) per un valore economico di 18 milioni di euro. L’obiettivo è di riusci-re entro il 2012 a raggiungere 100.000 tonn. di raccolta. Soltanto con l’entrata a regime del contributo obbligatorio ad opera dei produttori di olio vegetale, nei modi e nelle misure più appropria-te, sarà possibile raggiungere gli obiet-tivi specifici individuati dal Consorzio e quelli più generali e strategici ad esso riservati dalla legge istitutiva, nell’in-teresse dei cittadini e dell’economia del Paese.

*Presidente Conoe

Avviate a trattamento 36.000 tonnellate di prodotto (+13% rispetto al 2006)

Sommariva: Entro il 2012recuperare 100mila tonnelate

di edi saMMaRiVa*

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Salvaguardia ambientale.Il Consorzio Obbligatorio Batterie Esauste si occupa della raccolta, dello stoccaggio e del riciclaggio delle batterie esauste e dei rifiuti piombosi delle automobili, degli impianti industriali, delle navi e sottomarini.Istituito nel 1988, oggi il Cobat opera su tutto il territorio nazionale grazie ad una rete di 90 raccoglitori incaricati e 7 impianti di riciclo.

Da sottolineare le numerose campagne promosse dal Con-sorzio su tutto il territorio

nazionale a sostegno e tutela dell’eco-sistema marino e lacustre, alfine di li-mitare e prevenire fenomeni di illegali-tà legati a questi pericolosi rifiuti.Il primo intervento diretto a difesa dell’habitat marino si chiama “Niente Leghe Sotto i Mari”, la campagna di Cobat e Marevivo per il recupero dei rifiuti pericolosi – in particolare batte-rie al piombo esauste - nei fondali por-tuali italiani. Tali accumulatori rap-presentano certamente un grandissimo rischio di inquinamento, non solo per l’habitat marino, ma anche per la salu-te umana: l’acqua, infatti, costituisce un pericoloso veicolo di dispersione di piombo ed acido solforico, e favorisce il loro ingresso nella catena alimen-tare marina rappresentando un grave rischio per la salute umana. Partita lo scorso anno con la collaborazione del Comando Generale delle Capitanerie di Porto e sotto il patrocinio del Mi-nistro dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare, la campagna coinvolge numerosi partner istituzio-nali e ha già permesso il recupero di migliaia di chilogrammi di batterie esauste dai fondali marini.Il Cobat, inoltre, collabora al sostegno della Campagna “Bandiere Blu”, il ri-conoscimento rilasciato dalla Fonda-zione Internazionale per l’Educazione Ambientale (FEE) ai comuni riviera-schi che rispondono a specifici criteri turistico-ambientali. Istituite nel 1987, le Bandiere Blu ven-gono assegnate alle spiagge migliori per qualità delle acque, qualità della costa, servizi e misure di sicurezza, educazione ambientale; mentre vie-ne assegnata agli approdi turistici per qualità dell’approdo, servizi e misure di sicurezza, educazione ambientale ed informazioni.

Il Consorzio è attivo anche nella tutela dei laghi, risorsa importantissima per la diversità del paesaggio italiano e principali riserve d’acqua dolce, grazie alla “Goletta dei Laghi”, la Campagna di Legambiente per la tutela e il mo-

nitoraggio delle acque lacustri italiane. Con questa operazione si vuole infor-mare cittadini e comunità locali sullo stato di salute dell’ “ecosistema lago” e promuovere politiche di buona gestio-ne e salvaguardia delle coste e delle biodiversità. Un’iniziativa dal forte impatto che segna un nuovo passo in avanti sulla strada di una piena e consapevole dife-sa dell’ambiente.Un altro importante accordo è stato fir-mato fra Cobat e Legambiente per la realizzazione di iniziative di informa-zione e sensibilizzazione dei cittadini per la raccolta differenziata e l’invio a riciclo delle batterie al piombo esau-ste.“A Misura di Regione” è il nome del-la campagna, che a partire dal nome stesso, sottolinea l’obiettivo assunto, quello di promuovere ed ampliare la raccolta ed invio a riciclo delle batterie al piombo esauste partendo dalle realtà territoriali locali, coinvolgendo e dan-do un ruolo di primo piano a Regioni, Province e Comuni, che rappresentano nodi cruciali per la realizzazione di una corretta gestione dei rifiuti su tutto il territorio nazionale.L’accordo è stato siglato nell’ambito della scorsa edizione della Fiera Eco-mondo, l’appuntamento annuale per gli operatori del settore, che anche quest’anno vede coinvolto il Cobat in prima linea per ribadire il suo costante impegno a difesa dell’ambiente.

Il Cobat collabora al sostegno della campagna “Bandiere Blu” nell’ambito del progetto per l’educazione ambientale

Promuovere una nuova cultura ecologicaImportante accordo è stato firmato con Legambiente per la realizzazione di iniziative di sensibilizzazione

“A misura di Regione” è il nome del nuovo progetto

realizzato con gli enti locali per la raccolta ed invio a riciclo delle batterie

al piombo esauste

IL TASSO DI RICICLO E’ PASSATO DAL 39% DEL 1998 AL 60,4% DEL 2008

Nel 2007 la quantità di rifiuti di imballaggio in vetro di prove-nienza nazionale avviati a rici-

clo è stata di 1.303.000 tonnellate, pari al 60,4% dell’immesso al consumo, a fronte di un totale di vetro riciclato dalle vetrerie nazionali consorziate nel Coreve che ammonta a 1.852.000

tonnellate di vetro (imballaggi, lastre e rottame da importazione), a cui vanno aggiunte 18.500 tonnellate di sabbia di vetro utilizzata dall’industria della ce-ramica. Non considerando il rottame da importazione, le tonnellate di rottame di vetro pronto al forno, di provenienza nazionale, sono circa 1.588.000, di cui 1.286.000 tonnellate costituite dai soli rifiuti di imballaggio. Riguardo alla provenienza di questi ultimi, si stima che almeno 60.000 tonnellate proven-gano dalle superfici private (commer-cio e industria) e le rimanenti dalla raccolta differenziata urbana effettua-ta dai cittadini nei nostri Comuni. Nel 2007, rispetto al precedente anno, la raccolta differenziata nazionale dei ri-fiuti di imballaggio in vetro è cresciu-

ta dell’1,4%, raggiungendo 1.400.000 tonnellate. Nel periodo 1998-2007 il vetro nazionale riciclato complessiva-mente (imballaggio e non) è aumentato del 66% circa, mentre il vetro riciclato proveniente esclusivamente dai rifiuti di imballaggio è cresciuto del 76%. Il riciclo dei rifiuti di imballaggio in ve-tro è cresciuto, invece, del 3,7% e com-plessivamente, nei nove anni di attività del Coreve, il tasso di riciclo è passato dall’iniziale 39% del 1998 al 60,4% re-gistrato quest’anno. Pertanto, l’obietti-vo del 60% fissato al 2008 dal D.Lgs 152/06 è stato raggiunto con un anno di anticipo. E’ condizione indispensabile, per il raggiungimento degli obiettivi annuali, l’adeguamento del rottame di vetro grezzo agli standard quali-

tativi ottenibili attraverso la raccolta del vetro con il sistema della raccolta monomateriale, nonché l’applicazione, da parte dei gestori della raccolta, delle buone pratiche atte a garantire efficien-za ed economicità . Inoltre, sarà neces-sario iniziare in alcune grandi città la raccolta differenziata separata per co-lore, provvedere attraverso l’adegua-mento tecnologico alla ottimizzazione del trattamento e consolidare il ricorso a nuove alternative di recupero del ve-tro di scarto non destinato al riciclo in vetreria.Il Coreve gestisce complessivamente il ritiro dei rifiuti di imballaggio in vetro raccolti in modo differenziato in 4.892 comuni e con una popolazione coinvol-ta di oltre 39.000.000 abitanti.

Il Coreve gestisce il ritiro dei rifiuti di imballaggio da 4892 Comuni italiani

Cavalli: In Italia il recupero del vetro in crescita più del 60%

Enzo CavalliPresidente Consorzio Coreve

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Comuni ricicloni: +75% ri-spetto al 2006. Quest’anno ben 1130 Comuni hanno

raggiunto la soglia per l’ingresso in graduatoria (fissata al 35% di RD per il Sud e al 50% per il Centro-Nord), con un incremento del 75% rispetto al 2006 (850 Comuni in graduatoria). Il Veneto si conferma nella parte del leone, in particolare la provincia di Treviso che piazza le prime 4 clas-sificate dei comuni del nord sopra i 10mila abitanti, San Biagio di Cal-lalta, Roncade, Preganziol, Carbone-ra. Al centro, primo premio a Porto Sant’Elpidio (AP) cui seguono ben 7 città toscane: Capannori (LU), Piom-bino (LI) Colle Val d’Elsa (SI), Scan-dicci (FI), Empoli (FI), Montesperto-li (FI) e Monsummano (PT). Al sud vince ancora Bellizzi (SA), seguita da Terralba (OR) e Mercato San Se-verino (SA). La Campania dimostra che è possibile riciclare bene anche in una situazione emergenziale, con il 66% di RD raggiunto nel Comune di Padula (SA), e anche la Sardegna aggiunge molti Comuni in classifica rispetto allo scorso anno, soprattutto in provincia di Cagliari e Oristano. Da segnalare infine il premio per la “comunicazione ambientale” asse-gnato alla Regione Piemonte per la campgana “Li abbiamo pedinati”, volta a far comprendere ai cittadini che i rifiuti da loro differenziati fi-nivano effettivamente in impianti di riciclo, per superare quello scettici-smo sul riciclo di rifiuti storicamente presente nei cittadini. Come dire, la comunicazione è importante per consolidare i risultati di RD (la Re-gione Piemonte è passata da un 15% nel 1999 a un 40% del 2006). Non a caso forse, tra le grandi città l’uni-ca riciclona è Torino con il 35,7% di raccolta differenziata.

La differenziatacresce del 75%

I dati

COMUNI RICICLONI

La cronica frammentazione del-le competenze che da sempre caratterizza il sistema ammi-

nistrativo italiano e i conseguenti ine-vitabili conflitti tra le diverse autorità preposte al rilascio delle plurime au-torizzazioni in materia ambientale, ha indotto il legislatore del correttivo (il D.Lgs. che ha modificato il 152/2006), anche e soprattutto sotto la spinta e le pressioni degli operatori del settore, ad armonizzare talune procedure autoriz-zative, all’auspicato fine non solo di ridurne i tempi, ma anche e soprattutto al fine di dare snellezza e certezza in ordine alle modalità operative volte ad ottenere i necessari titoli abilitativi.A tale duplice obiettivo si è dunque ispi-rato il legislatore nel riscrivere l’art. 10 del D.Lgs. 4/2008 recante norme per il coordinamento e la semplificazione dei procedimenti, in riferimento alla VIA, alla VAS e alla IPPC (oppure AIA), ri-uscendo, a conti fatti, a realizzare una efficace concentrazione di competenze e procedure.A mente del rinnovato art. 10 del cita-to correttivo infatti “il provvedimento di valutazione di impatto ambientale fa luogo dell’autorizzazione integrata ambientale per i progetti per i quali la relativa valutazione spetta allo stato e che cadono nel campo di applicazione dell’allegato V del D.Lgs 59/2005. Lo studio di impatto ambientale e gli ela-borati progettuali contengono anche le informazioni previste ai commi 1 e 2 dell’art. 5 e il provvedimento finale le condizioni e le misure supplementari previste dagli articoli 7 e 8 del medesi-mo d. 59/2005”. In tal modo dunque la procedura per ottenere l’AIA coincide totalmente con l’iter procedimentale della VIA, perdendo la sua passata au-tonomia procedimentale.L’originaria formulazione dell’articolo 34 del D.Lgs. 152/2006 che disciplina-va i rapporti tra VIA e AIA, si limita-va invece a contemplare la facoltà del proponente di chiedere che la proce-dura di VIA fosse integrata in quella per il rilascio dell’IPPC, prevedendo altresì che l’unificazione delle proce-dure fosse relativa alla fase pubblici-taria, a quella delle consultazioni e a quella istruttoria, alla fine della quale, comunque, i due procedimenti termi-navano con due distinti ed autonomi provvedimenti autorizzativi, emanati ciascuno dalla relativa autorità compe-tente. Al fine di evitare evidenti disto-nie tra le due procedure il legislatore aveva altresì previsto che: il parere

zione tra i procedimenti in un unico iter amministrativo, stante la finaliz-zazione di tali iter in due autonomi e distinti provvedimenti finali.A seguito delle novità apportate dal cor-rettivo, con la riformulazione dell’art. 10, è invece contemplato, come si è ac-cennato sopra, un sostanziale “assorbi-mento” dell’AIA nella VIA, tanto che quest’ultima, da subito per i progetti di competenza statale, e previa normativa da emanarsi ad opera delle regioni inte-ressate, nel caso di competenze locali, ‘fa luogo’ dell’autorizzazione integrata ambientale, ovvero, interpretando alla lettera tale espressione, sostituisce o ‘fa le veci’ dell’AIA.Ciò significa che il provvedimento di VIA recherà, in aggiunta alle ordinarie prescrizioni relative alla compatibilità ambientale dell’opera o del progetto, anche l’insieme delle condizioni alle quali è consentito esercitare l’attività di una determinata tipologia di impianto, secondo quanto disposto dagli artt. 7 e 8 del d. D.Lgs. 59/2005. Invece, per i progetti soggetti a VIA di compe-tenza delle regioni e che ricadano nel campo di applicazione della normativa sull’IPPC, la Regione interessata deve assicurare il coordinamento delle due procedure affinché vi sia integrazione

tra le medesime, facendo sì in ogni caso che la procedura di consultazione del pubblico sia unica.Vi è dunque, a seguito della riforma, e almeno nelle intenzioni del legislato-re, un notevole sgravio procedimentale per tutti quegli operatori industria-li che necessitano sia della VIA che dell’AIA, i quali ottengono un unico provvedimento finale valido ad en-trambi i fini entro i termini di legge previsti per la VIA, essendo stata ope-rata una unificazione e concentrazione di adempimenti: unica fase di pubblici-tà (pubblicazione di avvenuto deposito degli elaborati progettuali su quotidia-ni a tiratura nazionale e locale), unica fase di consultazione con il pubblico e unico provvedimento finale.In conclusione e seppur con esplicito riferimento (per il momento) ai soli progetti di competenza ministeriale, il D.Lgs 4/2008 ha finalmente ed effica-cemente realizzato una concentrazione di procedure che deve però ancora spie-gare la sua piena efficacia nella prassi applicativa, specie laddove le regioni legiferino in proprio per coordinare i due procedimenti in sintonia a quanto delineato dal legislatore nazionale.

Avvocato*

sulla VIA fosse integrato dagli aspetti connessi alla riduzione e prevenzione integrata dell’inquinamento; gli esi-ti dell’istruttoria condotta sulla VIA fossero presi in considerazione dalla autorità preposta a rilasciare il provve-dimento di AIA.In definitiva l’integrazione procedi-mentale tra VIA e AIA veniva prevista come mera eventualità, lasciata all’ini-ziativa del proponente, applicabile solo nel caso in cui l’istante avesse optato per tale scelta. Tali previsioni normati-ve, come è evidente, non consentivano dunque una reale ed effettiva integra-

di GiORGia BaRBieRi*

Il D.Lgs 4/2008ha finalmente

chiarito la prassiapplicativa

sui procedimentiin materia

di autorizzazioni

Molte le diverse conflittualità tra le varie autorità preposte al rilascio delle autorizzazioni in materia ambientale

Semplificazione burocratica per Via e IppcGli operatori del settore sollecitano le istituzioni al fine di ridurre i tempi e le modalità operative

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Industria&Ambiente 11

L’Italia, in quanto Paese for-temente manifatturiero è un grande utilizzatore di materie

prime e di prodotti di base industriali. Nel caso dei metalli non ferrosi, come è noto, l’Italia è povera di minerali. Quindi importa metalli grezzi o produ-ce metallo dai rottami, come nel caso dell’alluminio. Negli ultimi anni, gra-zie all’evolversi delle tecnologie indu-striali di raffinazione dei metalli usati ed agli elevati costi di importazione dei metalli grezzi, si registra un con-siderevole aumento di utilizzo di allu-minio raffinato secondario (ovvero al-luminio prodotto da processi secondari di fusione dei rottami), ad oggi di gran lunga superiore al consumo di metallo primario. Le attuali tecnologie sono in grado, oramai, di garantire i principali standard qualitativi delle leghe richie-ste dall’industria metallurgica nel ri-spetto delle norme ambientali. Tutto ciò sta rendendo considerevol-mente strategico il commercio dell’al-luminio-rottame, che assieme al rame, costituiscono i metalli non ferrosi più importanti. Le leghe di alluminio da riciclo sono diventate, a pieno titolo, una materia prima fondamentale per alimentare tutta l’industria manifattu-riera italiana ed internazionale (oggi quotate in borsa).Attraverso il riciclo, l’industria dei me-talli non ferrosi contribuisce al sosten-tamento delle politiche europee di svi-luppo sostenibile, riducendo l’enorme impatto ambientale associato all’estra-zione ed al processo di produzione dei metalli dai minerali metalliferi. In aggiunta, attraverso il riciclo, si evita che notevoli quantità di residui ancora carichi di valore, finiscano in discari-ca. In più se pensiamo che l’alluminio ricavato dal minerale Allumina e l’al-luminio da riciclo del rottame siano fra loro perfettamente intercambiabili, si comprende il forte vantaggio economi-co ed ambientale a favorire lo sviluppo della filiera dell’alluminio secondario.Quali sono le norme applicabili e come si può acquistare e vendere alluminio-rottame senza correre il rischio di in-frangere le vigenti leggi visto l’ampio spazio interpretativo lasciato dall’at-tuale scenario normativo?I rottami metallici, per la loro natura, possono avere svariate origini e prove-nienze ma devono concorrere all’unico scopo di fornire metallo nuovamente riutilizzabile per l’industria ovvero “pronto per il forno”. Nel caso dell’allu-minio sono state prodotte delle norme tecniche emesse dal CEN (Comitato di Normazione Europeo-Norme EN) e conseguentemente recepite dall’Ita-lia come norme UNI serie 13920, che identificano le caratteristiche chimico-fisiche e dimensionali dei rottami di alluminio. Esistono inoltre delle specifiche, det-te Specifiche ISRI (Institute of Scrap Recycling Industries) che definiscono criteri di identificazione di vari pro-dotti recuperabili tra cui l’alluminio. Sono specifiche largamente usate nel commercio internazionale dei prodot-ti a recupero e rappresentano una vera e propria bibbia per i traders a livello mondiale. Esse infatti hanno lo scopo principale di assistere i commercianti nelle loro operazioni di acquisto e ven-dita di prodotti da riciclo fornendo an-che delle linee guida per la redazione dei contratti. Nel caso dell’alluminio ad esempio a ciascuna tipologia di rot-tame corrisponde un nome a cui sono associate opportune caratteristiche chimico-fisiche e di origine dello scar-to di alluminio. La normativa attuale consente di ge-

Nicla Rendina

stire il rottame sostanzialmente in tre modi: rifiuto, mps (Materia prima se-condaria); sottoprodotto.Rottame-rifiuto: è sicuramente la stra-da più impegnativa, soprattutto per il soggetto Recuperatore (ovvero la fon-deria che rifonde i rottami) in quanto possono essere previste in sede di au-torizzazione, prescrizioni più restrit-tive (ad es. limiti nello stoccaggio dei rottami, trattamento delle acque di prima pioggia,…ecc.), fideiussioni, eventuale procedura di VIA, oltre alla gestione amministrativa dei formulari di trasporto rifiuti, registri di carico e scarico rifiuti e MUD. Tale scelta eli-mina però il rischio di contenziosi non-ché problemi di natura legislativa lega-ti alla definizione di MPS ed al rispetto delle prescrizioni merceologiche delle stesse, spesso contestata.Rottame-MPS: si intende per materia

riori adempimenti trattando il rottame quale materia prima a tutti gli effetti, dovrà però porre notevole attenzione al rispetto delle caratteristiche merceolo-giche delle MPS ricevute, richiedendo al fornitore del rottame-MPS apposite certificazioni nel caso dell’alluminio redatte in conformità delle norme UNI EN 13920 (esistono 15 norme ognu-na dedicata alla forma/origine in cui si presenta il rottame-alluminio) rese obbligatorie dal DM 05/02/98 oltre ulteriori prescrizioni da esso derivan-ti, ricordando che ad oggi, le materie prime seconde sono quelle ottenute da processi di lavorazione di rifiuti, quin-di nel caso specifico, possono essere fornite direttamente da soggetti che ef-fettuano recupero di rottame-rifiuto (in possesso di opportuna autorizzazione-da verificare sempre!!) o soggetti inter-mediari/commercianti.

prima secondaria quella ottenuta da processi di riutilizzo, riciclo e recu-pero di rifiuti. Lo scopo è quello di riottenere materia prima da prodotti a fine ciclo, scarti industriali, residui vari. Attualmente, conseguentemente all’emanazione del correttivo del Te-sto Unico Ambientale (D.Lgs n° 4 del 16/01/08), ci troviamo in assenza di de-finizione di Materia prima secondaria per l’industria metallurgica (ex lettera “u” dell’art. 183 D.Lgs 152/2006), l’art. 183 attualmente in vigore definisce le MPS con l’emanazione di un decre-to che ne stabilirà le caratteristiche da adottarsi entro il 31/12/2008, nel transitorio continuano ad applicarsi le disposizioni di cui al DM 05/02/98 e la circolare del 1999 che individua le MPS all’origine. Il vantaggio è che comunque l’impianto di fusione che ri-ceve il rottame non è soggetto ad ulte-

I rottami metallici, per la loro natura, possono avere svariate origini e provenienze ma devono concorrere all’unico scopo di fornire metallo nuovamente riutilizzabile per l’industria

ovvero “pronto per il forno”. Nel caso dell’alluminio sono state prodotte delle norme

tecniche emesse dal CEN (Comitato di Normazione Europeo-Norme EN) e conseguentemente recepite dall’Italia come norme

UNI serie 13920, che identificano le caratteristiche chimico-fisiche e dimensionali dei rottami di alluminio.

Rottame-sottoprodotto: resterebbe la via più semplice anche se la meno pra-ticata forse perché maggiormente vin-colante, quella di gestire i rottami quali sottoprodotti dell’industria metallurgi-ca. Spetta prima di tutto al soggetto produttore dei rottami intraprendere tale strada, il quale dovrà dimostrare il rispetto dei requisiti di cui all’art. 183 del D.Lgs n° 152/2006 modificato dal D.Lgs n° 4/2008, fra cui: 1) siano ori-ginati da un processo non direttamen-te destinato alla loro produzione; 2) il loro impiego sia certo ed integrale; 3) soddisfino requisiti merceologici e di qualità ambientale idonei a garantire che il loro impiego non dia luogo ad emissioni ed impatti ambientali diversi da quelli già autorizzati per l’impianto di destinazione; 4) vengano utilizzati tal quali senza necessità di trattamenti aggiuntivi, ma posseggano i requisiti di cui al punto 3) fin dall’origine; 5) abbiano un valore economico e di mer-cato.In questo caso il rottame verrà libera-mente commercializzato e trasportato con il consueto ddt ma se ne consiglia un opportuno contratto fra le parti in cui si documenti la sussistenza dei re-quisiti menzionati.

Chimico*

La normativaprevede di gestire

il rottame in rifiuto,

sottoprodotto e MPS

di niCla Rendina*

Attraverso il riciclo, l’industria dei metalli non ferrosi contribuisce al sostentamento delle politiche europee di sviluppo sostenibile

Metalli pregiati: Vera fonte di recuperoLe leghe di allumino da riciclo sono diventate, a pieno titolo, una materia fondamentale per l’industria

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Industria&Ambiente 13

Russia sotto i riflettori.Nell’ambito della fiera internazionale una giornata dedicata alla Federazione

Innovazione paesi asiatici.Il progetto di Ecomondo è presente in Russia e Cina

Le nuove sezioni. Veicoli Ecologici e Reclaim Expovere novità della fiera

La 12° edizione di Ecomondo vedrà crescere ulteriormente il suo profilo internazionale, già

di notevole spessore grazie alle inizia-tive svolte in alcuni Paesi e alle rela-zioni che la manifestazione leader nel settore dell’ambiente ha consolidato in questi anni. Progetti avanzati e concre-ti in tutti i continenti che garantiranno agli operatori presenti ad Ecomondo la possibilità di sviluppare contatti, ac-quisire conoscenze, confrontare espe-rienze.“Rimini Fiera - spiega il presidente Lorenzo Cagnoni - è infatti da sem-pre sensibile alle tematiche ambientali, fortemente radicata nel territorio, dal quale trae linfa vitale in un rapporto di dare e avere. E’ nel rispetto del territo-rio che Rimini Fiera persegue i propri obiettivi economici salvaguardando l’ambiente e la comunità, attuando tut-te le azioni necessarie per il consegui-mento di obiettivi ambientali sempre più ambiziosi. In quest’ottica Rimini Fiera, prima ancora di intraprendere il percorso di certificazione ISO 14001, ha costruito la stazione ferroviaria, per contenere l’impatto del traffico, ha realizzato un impianto fotovoltai-co da 50 chilowatt, ha ottimizzato i processi di consumo, sia idrici sia di energia e, organizzando con Hera isole ecologiche al suo interno, ha posto an-che le basi per una gestione dei rifiuti all’avanguardia. Sul fronte strategico, Rimini Fiera è tra i promotori del corso triennale di laurea in Tecnologie Chi-miche per l’Ambiente e per la Gestione dei Rifiuti dell’Università di Bologna, Polo di Rimini, guidato dal Professor Luciano Morselli”. “Proprio recentemente – continua il di-rettore tecnico Nazario Pedini - abbia-mo fatto installare una nuova illumina-zione a led in alcuni punti esterni della fiera. Come noto, la luce fredda del led non produce calore o, comunque, in quantità molto limitata e non incide negativamente sul processo di fotosin-tesi clorofilliana delle piante. Facendo un pò di conti siamo passati, conside-rando tutte le lampade sostituite, da un assorbimento di circa 20 kW ad uno di 2,5kW, con una diminuzione della po-tenza impegnata di circa l’85%”.“Ricordo inoltre – aggiunge il direttore della Business Unit di Rimini Fiera cui fa capo Ecomondo, Simone Castelli – che il legno che domina nei tratti archi-tettonici del quartiere proviene dalla Scandinavia, dove il ciclo di rimbo-schimento è continuo. Le aree interne ed esterne a verde, e verde attrezzato, si estendono su 160 mila metri quadri, con oltre 1.500 piante e 30 mila metri quadri di tappeti erbosi. Gli impian-ti d’irrigazione utilizzano esclusiva-mente acque di falde superficiali. Le fontane sono tutte a ricircolo d’acqua. Il condizionamento del quartiere è ot-tenuto con un impianto che produce freddo nelle ore notturne per un basso impatto energetico sulla comunità”.Rimini Fiera: espansione mondiale. La Germania di “Green Ventures”. Una delle grandi novità che sul fronte dell’internazionalità saranno presenta-te ad Ecomondo 2008 è quella di Gre-en Ventures. Si tratta di un evento che da undici anni si svolge in Germania, a cura della Camera di Commercio di Potsdam, sostenuto dal Ministero Te-desco dell’Economia e Tecnologia ol-

tre che dalla Commissione Ue. Green Ventures uscirà dai confini tedeschi ed approderà ad Ecomondo con una larga rappresentanza di aziende dei Län-dern tedeschi. Russia sotto i riflettori. Grazie ai rap-porti internazionali costruiti in questi anni, in particolare con Ecomondo Russia, sarà organizzata una giornata dedicata alla Federazione. Un appun-tamento che rappresenterà l’occasione per consolidare le relazioni avviate e aprirne di nuove, grazie alla presenza in fiera di autorevoli esponenti del si-stema ambiente di un Paese in grande sviluppo. La Russia sta pianificando strategie, normative, tecnologie inno-vative sui diversi problemi ambientali: qualità dell’acqua, siti contaminati,

sola 17 milioni di abitanti Le nuove sezioni. Dopo l’annuncio di Reclaim Expo, il primo salone italia-no sulle bonifiche ambientali, ha preso corpo anche un calendario di incontri che si svilupperà in due giornate. Sa-ranno affrontati i temi che riguardano la cultura della responsabilità e il prin-cipio Ôchi, ma anche approfondimen-ti sulla normativa e sulle tecnologie disponibili, del rischio sanitario e dei danni ambientali. Saranno confron-tate esperienze, analizzati risultati e verificati i criteri per la realizzazione di una anagrafe dei siti oggetto di pro-cedimento di bonifica. Veicoli Ecolo-gici. In contemporanea ad Ecomondo si svolgerà anche la 3° edizione di Sal-ve, il salone triennale del veicolo per

inquinamento atmosferico, ciclo dei rifiuti.Innovazione tecnologica dalla Cina. Ecomondo è anche presente dal 2004 con un proprio progetto espositivo in Cina, a Shanghai, e nei mesi scorsi ha dato vita ad un ulteriore intervento gra-zie ad una mostra collettiva di aziende italiane organizzata all’interno di En-viro Guangzouh, fiera dedicata alla tutela ambientale, svoltasi a Canton. La scelta è caduta su questa manifesta-zione poiché la regione del Guangdong (di cui Canton è il capoluogo) è attual-mente la prima della Cina per tasso di crescita, ha forte sviluppo industriale e rappresenta la porta di accesso logi-stica della repubblica cinese grazie al porto di Shenzhen, città che conta da

l’ecologia. La fase di commercializza-zione procede molto bene e il mercato risponde con interesse. Per questo mo-tivo è stato raddoppiato lo spazio, che sarà di due padiglioni (A7-C7), così da corrispondere alle necessità dell’espo-sizione. Salve si propone di presentare agli operatori di settore le innovazio-ni tecnologiche, i nuovi brevetti e le eccellenze del mercato dei veicoli per la raccolta e lo smaltimento dei rifiu-ti solidi urbani e liquidi. Completano l’esposizione le aziende che operano nei settori dell’allestimento di cassoni ribaltabili, veicoli cisterna per spurgo pozzi e rifiuti pericolosi e tecnologie per la videoispezione. Saranno anche organizzati convegni sui temi del tra-sporto innovativo.

di TOMMasO FORTe

Lorenzo CagnoniPresidente Rimini Fiera

Nazario PediniDirettore Tecnico Rimini Fiera

Simone CastelliDirettore Business Unit Rimini Fiera

“Cagnoni: La fiera di Rimini

è da sempre sensibile

alle tematiche ambientali, fortemente radicate

nel territorio.Prosegue i propri

obbiettivi salvaguardando

la natura,la comunità

e pensa a traguardiambiziosi”

“Castelli:Il legno

che domina nei tratti

architettonici del quartiere

fieristico proviene dalla Scandinavia, dove il ciclo

di rimboschimento è continuo.

Le fontane sono tutte a ricircolo

d’acqua. Abbiamo

idee chiare”

Ecomondo: Espansione sul mercato mondialeLa fiera internazionale dell’ambiente consentirà di sviluppare contatti, contratti e relazioni commerciali

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Industria&Ambiente14

Il 31/10/2007 il Consiglio Regiona-le pugliese ha approvato la legge regionale n. 29 che disciplina lo

smaltimento dei rifiuti speciali perico-losi e non, che transitano nel territorio regionale e sono destinati a impianti di smaltimento siti nella Regione Puglia, limitandolo al solo caso in cui tali im-pianti siano appropriati e i più vicini al luogo di produzione dei medesimi ri-fiuti, in ossequio ai principi della pros-simità e appropriatezza. Per accedere a tale regime è necessario che il produttore e/o il trasportatore dei rifiuti si munisca di certificati rilasciati dalle competenti autorità extraregiona-li, che attestino l’inesistenza o inopera-tività nei rispettivi territori di impianti di smaltimento appropriati, certificati sostituibili da autocertificazioni: in caso di violazione delle disposizioni così sancite, si applicano le sanzioni normativamente previste in ipotesi di inosservanza delle prescrizioni di gestione contenute nei provvedimenti autorizzatori.Sin dalle prime applicazioni sono sorti dubbi sulla legittimità costituzionale della norma impositiva del citato “di-vieto relativo”, confermati da due or-dinanze del T.A.R. Puglia (I Sezione Lecce e I Sezione Bari) con le quali è tata dichiarata rilevante e non ma-nifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell’art. 3 comma I L.R. Puglia n. 29/2007, per contrasto con i principi sanciti dalla Costituzione in tema di potestà legi-slativa (art. 117), di libera circolazione delle merci tra Regioni (art. 120) e di libertà dell’iniziativa economica priva-ta (art. 41).Sul presupposto che il disposto norma-tivo della nuova disciplina regionale rende sostanzialmente impossibile lo smaltimento di rifiuti provenienti dal-le Regioni italiane non confinanti con la Puglia, si è posto in evidenza come il principio dell’autosufficienza locale nello smaltimento dei rifiuti in ambiti territoriali ottimali, e il connesso di-vieto di smaltimento dei rifiuti di pro-venienza extraregionale (art. 5 comma V del Ronchi e ora ribadito dall’art. 182 co. V del T.U. n. 152/2006) è ap-plicabile ai soli rifiuti urbani non pe-ricolosi, ma non può valere per quelli pericolosi né per quelli speciali non pericolosi per i quali, infatti, non è possibile preventivare l’esatta quanti-tà e qualità del materiale da smaltire, rendendo così arduo, se non impossibi-le, “individuare un ambito territoriale

il principio della libertà di iniziativa economica privata, sancito dall’art. 41 della Costituzione, considerando la rilevanza economica dell’attività di smaltimento dei rifiuti che, come det-to, resta invece fortemente compressa dal divieto di smaltimento dei rifiuti di provenienza extraregionale, nulla rile-vando che si tratti di divieto relativo e non assoluto.Come efficacemente evidenziato nelle ordinanze del T.A.R. Puglia, la vio-lazione di tale principio, nel caso di

specie, sarebbe ravvisabile sia rispetto alla figura dei gestori degli impianti di smaltimento, sia dei produttori di rifiu-ti; i primi perché verrebbero penaliz-zati dagli ostacoli frapposti alla libera circolazione delle merci tra Regioni, i secondi perché costretti a soggiacere a un sistema di vincoli nella circolazione dei rifiuti non sorretto da una corret-ta pianificazione e, quindi, fortemente soggetto a inefficienze. Sul punto merita di essere ricorda-to quanto riportato dalla I Sezione di Bari del T.A.R. nell’ordinanza n. 259 dell’aprile 2008, ossia che il divieto così imposto finisce con il traslare sui singoli operatori del settore l’onere di individuare e certificare il requisito della maggiore viciniorità (richiesto, come detto, dalla norma regionale) che dovrebbe, invece, gravare in sede di pianificazione sull’autorità regionale.Non resta che attendere che la Corte Costituzionale si pronunci sulla que-stione sollevata dai Giudici Ammini-strativi pugliesi, ricordando che negli ultimi anni, rispetto a fattispecie ana-loghe a quella in questione, la Corte ha desunto la incostituzionalità delle norme che sanciscono tale divieto, ri-tenendo violati i su richiamati principi costituzionali.

Avvocato Penalista*

di aMleTO CaROBellO*

ottimale che valga a garantire l’obiet-tivo dell’autosufficienza nello smalti-mento” (così Corte Cost., sentenza n. 335/2001).A ciò deve aggiungersi che per talu-ne categorie di rifiuti, quali a esem-pio quelli sanitari pericolosi, non si può prescindere dalla necessità che lo smaltimento avvenga in impianti spe-cializzati e con tecniche idonee, non presenti in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale.Questo comporta, a giudizio dei Giudi-ci che hanno sollevato la questione, la violazione dell’art. 117 Cost. comma II lett. s), poiché la Regione Puglia avreb-be così invaso la competenza esclusi-va attribuita dalla predetta norma allo Stato in materia di tutela ambientale e dell’ecosistema, oltre a porsi in contra-sto con la legislazione statale.L’art. 3 della L.R. n. 29/2007 appare contrario anche al principio che san-cisce la libera circolazione di cose tra le Regioni (art. 120 Cost.), poiché il divieto così imposto ne introduce so-stanzialmente un ostacolo “senza che sussistano ragioni giustificatrici, nep-pure di ordine sanitario o ambientale”, come testualmente affermato dalla Corte Costituzionale nella citata pro-nuncia n. 335/2001.In maniera, si può dire, quasi conse-guenziale la norma violerebbe anche

Il 12 e 13 novembre ‘08 si svolge-rà a Brescia, presso l’Auditorium

Capretti, un corso di “legislazione ambientale”. Il Corso si propone di offrire un’importante occasione di formazione ed aggiornamento sullo stato della legislazione ambientale alla luce del cosiddetto Testo Unico Ambientale (D. Lvo. 152/06) come recentemente modificato. Alcuni fra i maggiori esperti nazionali delle singole discipline tratteranno di tutte le indispensabili tematiche inerenti il diritto ambientale.Informazioni al 0523.315305.

Corso sul nuovo T.U.A. ambientale

FORMAZIONE

La corretta gestione dei rifiuti impone numerosi comporta-

menti, obblighi, dai quali ne deri-vano responsabilità ben precise ed un sistema sanzionatorio comples-so, con particolare riferimento ad un sistema autorizzatorio molto ar-ticolato. E tutto ciò risulta ancora più complesso dopo le recenti no-vità apportate dal II Correttivo al TU Ambientale, il D.Lgs. 4/2008 e dal DM 8 aprile 2008 sui centri di raccolta. Il seminario chiarirà gli aspetti più controversi della mate-ria. Informazioni al 02/82476.226.

Gestione rifiuti:Nuovi adempimenti

FORMAZIONE

Amleto Carobello

RaccOlio: Raccolta porta a porta per il recupero di olio da frittura

In Italia vengono, ogni anno, immessi al consu-mo (direttamente come olio alimentare o perché presente in altri alimenti) 1.400.000.000 chili

(1.400.000 ton) di olio vegetale per un consumo medio pro capite di circa 25 Kg. annui (fonte Ministero del-la Sanità). Di questa quantità si stima un residuo non utilizzato pari a circa il 20%. Ci troviamo, quindi, di fronte ad oltre 280 milioni di chili di olio vegetale usa-to, circa 5 Kg. procapite, che ogni anno “restituiamo” all’ambiente, in gran parte sotto forma di residuo di fritture e quindi “ricco” di sostanze inquinanti. La SI.ECO S.p.A., leader per la gestione dei rifiuti ur-bani, ha recentemente sviluppato un progetto, denomi-nato “RaccOlio”, mirato alle famiglie e a quanti ope-rano nel settore della ristorazione civile e industriale per la raccolta differenziata domiciliare di oli e grassi vegetali. Il servizio si articola su quattro fasi essenzia-

UN PROGETTO DELLA SIECO SPA PER IL RECUPERO DI OLII E GRASSI VEGETALI

li: attivazione di un call-center; distribuzione di con-tenitori omologati; raccolta domiciliare su richiesta dell’utente; progetti di sensibilizzazione, informazione e formazione. “Il progetto – spiega Marco Vasienti, amministratore unico della Sieco Spa – è ambizioso e coinvolge tutti i soggetti che hanno l’obbligo di ri-spettare e raggiungere gli obiettivi della raccolta dif-ferenziata. Molte le adesioni di comuni e industrie”. Informazioni al 080.4686831, fax 080.4623427, e-mail [email protected].

L’iniziativa coinvolge le famiglie e gli opifici industriali

REGIONE PUGLIA/ Dubbi sulla legge regionale n. 29/2007 che disciplina lo smaltimento dei rifiuti speciali e pericolosi

Rifiuti: Violati i principi costituzionali? La normativa approvata in Consiglio Regionale prevede il divieto di smaltimento dei rifiuti extraregionali

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Industria&Ambiente 15

L’energia è più sensibile quando contribuisce a ridurre, ogni anno, del 39% le emissioni di CO2 (confronto fra le emissioni della

produzione da Ciclo Combinato del Gruppo Sorgenia e la media nazionale da produzione termoelettrica). E quando favorisce

l’utilizzo di fonti rinnovabili come l’acqua, il sole e il vento. L’energia è più sensibile quando è più responsabile verso l’ambiente e

più conveniente per tutti. Questa è la nostra idea di energia. Se è anche la tua, inizia a metterla in pratica: chiamaci. 800. 294. 333

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00532_Istit_Ind&Amb_200x270.indd1 1 11-09-2008 12:09:59

Risale al 30 giugno di quest’an-no (BURP n. 103 del 2008) la pubblicazione del regolamento

regionale in tema di regimi di aiuto c.d. “in esenzione”, emanato dalla Giunta in esercizio della potestà riconosciuta-le – per i casi di necessità ed urgenza – dall’art. 44, co. 3, del nuovo Statuto regionale. In attesa di conoscere il pa-rere (obbligatorio ma non vincolante) che le commissioni consiliari perma-nenti dovranno esprimere ai sensi della medesima previsione statutaria, occor-re soffermarsi su alcune previsioni del recente provvedimento la cui funzione precipua è quella di individuare e re-golare i regimi di aiuto regionali e gli aiuti individuali “esenti dall’obbligo di notificazione preventiva alla Com-missione Europea”, limitatamente ai settori ammissibili a finanziamento nell’ambito del FESR. Nonostante la rigorosa delimitazione dell’ambito oggettivo di applicazione delle norme regolamentari operata in base a settori, attività e tipologie di aiuti (vd. artt. 1 e 4 del Reg.), il rispetto

delle previsioni in esame consente di esonerare dai consueti obblighi di noti-ficazione preventiva alla Commissione Europea numerose tipologie di aiuti alle imprese, sussumibili nelle seguenti categorie: investimenti iniziali alle Mi-croimprese e alle Piccole imprese, aiuti agli investimenti in ricerca per le PMI, aiuti alle PMI per servizi di consulenza per l’innovazione delle imprese, aiuti alle Medie Imprese ed ai Consorzi di PMI per Programmi Integrati di Age-volazione, aiuti ai programmi di inve-stimento promossi da Grandi Imprese,

da concedere attraverso i Contratti di Programma Regionali.La scelta di “cristallizzare” all’interno di un unico regolamento le condizioni di erogazione di tali tipologie di aiuto si traduce altresì in un efficace strumento di informazione, capace di rendere tra-sparenti le “regole del gioco” e di per-mettere alle imprese di adeguarsi con congruo anticipo alle previsioni che saranno contenute nei prossimi bandi.A titolo esemplificativo, l’art. 2, co. 3, Reg., stabilisce i requisiti minimi dei beneficiari, prevedendo che essi deb-

bano ricorrere dalla data di presenta-zione della domanda di agevolazione sino alla data di erogazione finale del contributo. Tra le novità contenute nella norma meritano attenzione al-cune sanzioni improprie (che potreb-bero presentare profili di illegittimità per la retroattività dei loro effetti) che precludono l’accesso alle agevolazioni alle imprese che siano state destinata-rie, nei sei anni precedenti la data di presentazione della domanda, di prov-vedimenti di revoca di agevolazioni pubbliche (eccettuati quelli derivanti da rinunce da parte delle imprese) o nei cui confronti sia stata disposta dall’or-ganismo competente la restituzione delle agevolazioni erogate. Altre previsioni di carattere generale stabiliscono l’obbligo di comparteci-pazione finanziaria (con mezzi propri) del soggetto richiedente nella misura minima del 25% dei costi ammissibili e modalità uniformi di rendicontazio-ne e riconoscimento della spesa, con buona pace del contenzioso che ha ca-ratterizzato, sotto quest’ultimo profilo, numerosi interventi finanziati nella precedente programmazione 2000-2006.Quanto alla tecnica legislativa adotta-ta, il provvedimento è suddiviso in ti-toli, uno per ognuna delle categorie di agevolazioni sopra elencate. Numerose le novità in riferimento alla disciplina delle singole tipologie di aiuto, la cui riorganizzazione va nella direzione di

Pubblicatoil regolamentosulle agevolazioni

di MaRia elena Celi*

una razionalizzazione degli obiettivi dell’azione regionale.Con riferimento alle tematiche am-bientali non può sfuggire la previsione di finanziamenti per le PMI singole o costituite in consorzio (purché in regi-me di contabilità ordinaria) che inten-dano acquisire servizi di consulenza ambientale (ovvero nei settori della responsabilità sociale ed etica, dell’e-business o dell’internazionalizzazione d’impresa). Ai sensi dell’art. 28 del Reg. (Titolo IV), infatti, sono previste agevolazioni per programmi di inve-stimento concernenti l’adozione ex novo di sistemi di gestione ambientale (certificazione EMAS II, ISO 14001 ed ECOLABEL), ovvero la realizzazione di studi di fattibilità volti a valutare i vantaggi economici dell’impresa deri-vanti dall’adozione di soluzioni tecno-logiche ecoefficienti (quali ad esempio: tecnologie a minor impatto ambienta-le, azioni di mitigazione, soluzioni per l’utilizzo efficiente dell’energia, realizzazione di azioni di prevenzione, di mitigazione e recupero dell’inquina-mento da attività produttive).Se questi sono i criteri informatori del-le procedure di erogazione e controllo di queste agevolazioni, non resta che attendere l’adozione e pubblicazione dei primi bandi ad opera dell’Assesso-rato regionale allo Sviluppo Economi-co ed alla Innovazione Tecnologica.

Università di Bari*

REGIONE PUGLIA/ Aiuti economici e programmi di investimento a favore delle piccole, medie e grandi imprese industriali

Contributi per l’innovazione e l’ambiente Sono previsti finanziamenti a consorzi che intendono acquisire consulenza e servizi per progetti di ricerca

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Industria&Ambiente16

Gli ultimi e ripetuti episodi, noti alla cronaca, riguardanti incidenti verificatisi, anche

all’interno di impianti industriali, a causa della mancata applicazione del-la normativa sulla sicurezza, hanno e possono avere a volte conseguenze gravi anche a livello ambientale, tant’è che a tali eventi è corrisposto e, si spera corrisponderà sempre più (non foss’altro dovendosi necessariamente rispettare la normativa europea rela-tiva all’organizzazione ed esecuzione delle ispezioni ambientali), l’intensi-ficarsi sul territorio della Provincia di Bari e della Regione Puglia dell’atti-vità degli organi di polizia competenti nell’ambito della repressione dei reati ambientali.Si pensi, in particolare, ai reati di re-alizzazione di nuovo impianto in di-fetto di autorizzazione, in assenza di comunicazione di messa in esercizio e di comunicazione dei dati relativi alle immissioni in atmosfera, di cui all’art. 279 del noto D.lgs. 152/06, non modifi-cato dal D.Lgs. 4/08, i quali sono reati aventi natura permanente, ossia si pro-traggono sino a quando il responsabile dell’impianto non adempia le prescri-zioni previste dalla legge, anche oltre il termine prescritto.La giurisprudenza degli Ermellini è notoriamente pacifica e costante sul punto, anche la più recente.Il controllo della Pubblica Ammini-strazione, infatti, si articola, in due fasi, la prima, al momento della auto-rizzazione e, la seconda, al momento dell’attivazione dell’impianto.La comunicazione di messa in esercizio è collegata all’accertamento previsto dal D.Lgs. n. 152/06, art. 269, commi 5 e 15 ed alla verifica della regolarità delle misure e dei dispositivi di pre-venzione dell’inquinamento, mentre la comunicazione dei dati inerenti alle immissioni ha le finalità di permettere un monitoraggio dell’inquinamento.La ratio delle norme non è quella di pu-nire la inadempienza al termine, ma di vietare il mantenimento di un impian-to non sottoposto alla richiesta verifica

della competente autorità.Di conseguenza, gli illeciti perdurano fino a quando lo svolgimento della at-tività soggetta a controllo rimane igno-to alla Pubblica Amministrazione ed è possibile un adempimento postumo dell’azione doverosa.Tant’è che l’ammissione all’oblazione speciale per il reato di costruzione di impianto senza autorizzazione ex art. 279 D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 deve essere richiesta dal contravventore dopo il rilascio del provvedimento au-torizzatorio, in quanto, attesa la natu-ra permanente del predetto reato, solo dopo aver ottenuto l’autorizzazione si verifica la cessazione delle conseguen-ze pericolose dell’illecito eliminabili da parte del contravventore ex art. 162 bis, comma terzo, cod. pen.. (Cass. 27 marzo 2008 n. 12921, in www.lexam-biente.it). Così anche la prescrizione non co-mincia a decorrere dal termine fissato dalla legge per la presentazione della domanda, ma dalla cessazione della permanenza.In pratica i reati in parola sono di mera

condotta, o anche di pericolo, poiché prescindono dalla concreta produzione di un danno da inquinamento atmosfe-rico e dal concreto evento di una im-missione nell’atmosfera che resti al di sotto dell’accettabilità.Curioso, e sembra discostarsi dal sud-detto orientamento, è il caso affron-tato dalla sentenza della Cassazione, 11/10/06, n. 40964 (in Cass. Pen. 2007, 10 3869), che ha escluso il reato in un caso nel quale le polveri prodotte durante il ciclo industriale non era-no aspirate all’esterno e rimanevano all’interno dello stabilimento, poiché mancavano del tutto gli aspiratori.Nel caso di specie, venivano, cioè, pro-dotte polveri che non erano aspirate all’esterno, “sicché si poteva semmai ravvisare violazione delle norme pre-cauzionali a tutela della salute dei la-voratori, ma non violazione del D.p.R. 203 del 1988”.Ne deriva, quindi, che secondo la succitata peculiare sentenza, il reato di esercizio di impianto senza richie-sta di autorizzazione, ex art. 25 d.P.R 24 maggio 1988 n. 203, oggi abroga-

PM2008 si terrà a Bari, capoluogo di una Regione, la Puglia, sempre più al centro degli interessi della comunità scientifica che studia i fenomeni legati al particolato aero-disperso. L’articolazione dei feno-meni che interessano il nostro pa-ese (traffico autoveicolare, impatti derivanti dalle attività industriali e portuali, fenomeni di trasporto transfrontaliero) rappresentano un paradigma per gli argomenti di un convegno ormai considerato ap-puntamento obbligato nell’agenda della multidisciplinare comuni-tà scientifica italiana che studia i molteplici aspetti che riguardano ‘i particolati’.L’iniziativa tuttavia non si rivolge soltanto a scienziati e specialisti ma anche alle autorità preposte al controllo della qualità dell’aria, legislatori, alle aziende che svilup-pano tecnologia per l’abbattimen-to e per il controllo ed in genere a chiunque abbia interesse in tale ambito. Segreteria Organizzativa: [email protected].

Qualitàdell’aria

REGIONE PUGLIA

to dall’art. 280 del D.Lgs. 152/06, si configura soltanto quando l’impianto sia concretamente in grado di produr-re emissioni nell’atmosfera, come più esplicitamente disciplinato dal D.lgs. 152/06, il quale all’art. 267, comma 1, nel prevedere che le norme di settore si applicano «agli impianti ed alle atti-vità che producono emissioni in atmo-sfera», e non più genericamente agli impianti che tali immissioni possono produrre, conferma quale presupposto del reato non la generica possibilità, ma la concreta attività di produzione delle emissioni da parte dell’impianto.La decisione si rivela particolarmente interessante in quanto, si pone il pro-blema di non giungere automaticamen-te ad affermazioni di responsabilità sulla base della sola esistenza della condotta, recuperando, o almeno così sembra, quel rinomato principio di of-fensività per cui non può esservi pena senza l’accertamento in concreto di un’offesa, seppur di mero pericolo, a beni giuridicamente protetti.

Avvocato*

La norma è quella di punire le inadempienze degli impianti non autorizzati

Gli illeciti perdureranno fino a quando l’entenon attuerà le verifiche

Il controllo dell’istituzione si articola nella fase autorizzativa e nella fase di attivazione

CONVEGNO

Impianti: Ispezioni sulle autorizzazioniIntensificati nella Regione Puglia controlli nell’ambito della repressione dei reati ambientali ed autorizzativi

Revisioni ed integrazionidel codice ambientale

Si è insediata presso il Ministero dell’Ambiente la nuo-va Commissione Via-Vas.“La Commissione - ha rilevato il Ministro - ha un ruo-

lo decisivo per la difesa dell’ambiente e per lo sviluppo del paese, due esigenze che a nostro parere sono legate e che devono marciare insieme per assicurare a noi ed ai nostri figli un futuro migliore”. Sottolineando che la commissione “na-sce con un fardello pesante di richieste inevase che van-no sollecitamente ma rigorosamente vagliate”, Stefania Prestigiacomo ha ricordato che dovrà essere valutata “la compatibilità ambien-tale di opere strategiche per il nostro paese, centrali, dighe, porti, impianti del settore energetico, piattaforme per il trat-tamento e lo smaltimento dei rifiuti. Opere che non possono attendere i tempi indeterminati della burocrazia.

Nuova commissione Via-Vasa difesa del territorio

Accordo di programma per i veicoli fuori uso

MINISTERO DELL’AMBIENTE

Il Consiglio dei Ministri ha approvato un provvedimento che prevede la riapertura dei termini per revisioni ed in-tegrazioni del codice ambientale.

“Si pone – spiega il Ministro Stefania Prestigiacomo – una esigenza di riordino, razionalizzazione e snellimento delle normative in materia ambientale che si sono sovrapposte negli anni creando situazioni fram-mentate e a volte contraddittorie. C’è poi la necessità di operare un rialline-amento alle norma-tive europee per sin-tonizzare il nostro quadro legislativo a due nuove direttive, una sui reati ambientali gravi e l’altra sui rifiuti emesse negli ultimi mesi. In materia di ambiente c’è bisogno di rigore ma anche di chiarezza. C’è bisogno di tutela ma anche di certez-za di tempi e procedure.”

Con le vecchie auto ormai inadoperabili si può fare di più per rispettare l’ambiente: il Ministero dell’Am-biente, il Ministero dello Sviluppo Economico e le

associazioni del settore automobilistico hanno firmato un “Accordo di programma quadro per la gestione dei veicoli fuori uso”, il cui obiettivo è ridurre al minimo l’impatto am-bientale dei rifiuti che derivano dallo smaltimento di que-ste vetture. Si tratta del primo esempio in Europa di propositività e concretezza in cui un’autorità pubblica e tutta la filiera in-dustriale collabora-no con l’obiettivo comune di dare un’effettiva soluzione al problema di un milione e mezzo di vetture rottamate ogni anno in Italia (che danno origine a circa un milione e duecen-tomila tonnellate di materiale potenzialmente recuperabile).

di ROssanna BaliCe*

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Industria&Ambiente 17

Con la pubblicazione del D.Lgs 16 gennaio 2008, n.4, dal 13 febbraio 2008, la normativa in

materia di VIA, riportata nella parte II del Testo Unico Ambientale, D.Lgs. 152/2006, ha registrato una integrale revisione, soddisfacendo l’esigenza di una piena coerenza alla direttiva comunitaria 85/337 del Consiglio del 27.06.1985, come modificata ed inte-grata con la direttiva 97/11/Ce del Con-siglio del 3 marzo 1997 e con la diretti-va 2003/35/Ce del Parlamento Europeo e del Consiglio del 26 maggio 2003.La rivisitata normativa in materia di VIA, oltre al primario obiettivo gene-rale di promozione dei livelli di qualità della vita umana, da realizzare attra-verso la salvaguardia ed il migliora-mento delle condizioni dell’ambiente e l’utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali, postula la valutazione ambientale di piani, programmi e pro-getti ha la finalità di assicurare che l’attività antropica sia compatibile con le condizioni per uno sviluppo sosteni-bile, e quindi nel rispetto della capaci-tà rigenerativa degli ecosistemi e delle risorse, della salvaguardia della biodi-versità e di un’equa distribuzione dei vantaggi connessi all’attività economi-ca. Per mezzo della stessa si affronta la determinazione della valutazione preventiva integrata degli impatti am-bientali nello svolgimento delle attività normative e amministrative, di infor-mazione ambientale, di pianificazione e programmazione.Cosicché l’armonioso e compatibile equilibrio tra parsimonioso utilizzo delle risorse naturali, il miglioramento della qualità della vita, la salvaguardia della vita non umana, la crescita soste-nibile e l’equa ripartizione dei vantaggi economici derivanti dall’attività antro-pica diventa l’elemento centrale della riformata norma in materia di Via.La profonda revisione del testo norma-tivo ha comportato conseguentemente la rivisitazione di tutte le definizioni, delle quali si segnalano le seguenti di particolare interesse: valutazione am-bientale dei progetti, nel seguito va-lutazione d’impatto ambientale, di se-

guito Via: il processo che comprende, secondo le disposizioni di cui al titolo III della seconda parte del presente decreto, lo svolgimento di una verifica di assoggettabilità, la definizione dei contenuti dello studio d’impatto am-bientale, lo svolgimento di consulta-zioni, la valutazione del progetto, dello studio e degli esiti delle consultazioni, l’informazione sulla decisione ed il monitoraggio.Verifica di assoggettabilità: la verifica attivata allo scopo di valutare, ove pre-visto, se piani, programmi o progetti possono avere un impatto significativo sull’ambiente e devono essere sottopo-sti alla fase di valutazione secondo le disposizioni del presente decreto;In particolare, la procedura di VIA è obbligatoria per tutti i progetti di cui agli allegati II e III del Testo Unico Ambientale modificato dal Decreto Legislativo 4/2008 (in funzione della competenza statale o regionale) e con-siste nell’insieme delle fasi e delle atti-vità amministrative attraverso le quali si perviene al rilascio da parte dell’Au-torità competente del provvedimento favorevole o negativo di compatibilità ambientale.La procedura di verifica di assoggetta-bilità (screening) è la verifica attivata dall’Autorità competente allo scopo di valutare, ove previsto, se il proget-

to può avere un impatto significativo sull’ambiente tale da essere ricondotto all’obbligo di valutazione di impatto ambientale. Tale procedura si conclude con motivato provvedimento di verifi-ca atto a stabilire l’esclusione o l’assog-gettamento a VIA.Alle suddette procedure possono esse-re sottoposti ulteriori progetti in base a specifiche discipline regionali secondo quanto previsto dall’art. 7, comma 7 lettera c) del D.Lgs. 4/08: “Le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano disciplinano con proprie leggi e regolamenti le competenze proprie e quelle degli altri enti locali. Disciplina-no inoltre eventuali ulteriori modalità, rispetto a quelle indicate nel presente decreto, per l’individuazione dei piani e programmi o progetti da sottoporre alla disciplina del presente decreto, e per lo svolgimento della consultazio-ne.”Nella Regione Puglia è vigente, in materia di VIA, la Legge Regionale 11/01 e smi per la quale è necessario che la stessa Regione ne verifichi la coerenza con la nuova legislazione nazionale (entro il 13 febbraio 2009) con l’auspicio che si colga l’occasione per fare chiarezza su specifiche attività di gestione rifiuti ricadenti nel campo di applicazione come per esempio la specifica tipologia A.2.k “impianti di

smaltimento e recupero di rifiuti peri-colosi mediante operazioni di raggrup-pamento o ricondizionamento prelimi-nari e deposito preliminare (operazioni D13, D14 e D15 dell’Allegato B del d. lgs. 22/1997) con potenzialità superio-re a 30.000 mc, e analoghi impianti di rifiuti non pericolosi con potenzialità superiore a 100.000 mc.” che contie-ne un palese sincretismo in quanto un’operazione di recupero non può mai essere contraddistinta dalla sigla D.Testo Unico Ambientale aggiornato con il D. Lgs. 4/2008 Impianti di gestione rifiuti sottoposti a VIA: m) Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti pericolosi, mediante operazioni di cui all’allegato B, lette-re D1, D5, D9, D10 e D11, ed all’alle-gato C, lettera R1, della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152; n) Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi, con capacità superiore a 100 t/giorno, me-diante operazioni di incenerimento o di trattamento di cui all’allegato B, lettere D9, D10 e D11, ed all’allegato C, lettera R1, della parte quarta del de-creto legislativo 3 aprile 2006, n. 152; o) Impianti di smaltimento dei rifiuti non pericolosi mediante operazioni di raggruppamento o ricondizionamen-to preliminari e deposito preliminare, con capacità superiore a 200 t/giorno

NORMATIVA/ La profonda revisione del testo normativo ha comportato la rivisitazione di tutte le definizioni

Impatto ambientale: Nuova disciplinaL’applicazione della Via impone la salvaguardia ed il miglioramento delle condizioni dell’ambiente

Qualitàdella vita e tuteladel territorio

di paOlO GaROFOli*e Giuseppe deCesaRe*

(operazioni di cui all’allegato B, let-tere D13 e D14, della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152); p) Discariche di rifiuti urbani non pericolosi con capacità complessi-va superiore a 100.000 m³ (operazioni di cui all’allegato B, lettere D1 e D5, della parte quarta del decreto legisla-tivo 3 aprile 2006, n. 152); discariche di rifiuti speciali non pericolosi (ope-razioni di cui all’allegato B, lettere D1 e D5, della parte quarta del decreto le-gislativo 152/2006), ad esclusione delle discariche per inerti con capacità com-plessiva sino a 100.000 m³; q) Impianti di smaltimento di rifiuti non perico-losi mediante operazioni di deposito preliminare, con capacità superiore a 150.000 m³ oppure con capacità supe-riore a 200 t/giorno (operazioni di cui all’allegato B, lettera D15, della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152); aa) Impianti di smalti-mento di rifiuti mediante operazioni di iniezione in profondità, lagunaggio, scarico di rifiuti solidi nell’ambiente idrico, compreso il seppellimento nel sottosuolo marino, deposito perma-nente (operazioni di cui all’allegato B, lettere D3, D4, D6, D7 e D12, della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152).

*Consulenti Ambientali Associati

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Industria&Ambiente18

La OM Carrelli Elevatori, leader italiano nel settore del Material Handling e parte del gruppo

internazionale Kion, è guidata da Da-niele Signorini Chief Executive Offi-cer dal 2000. Grazie alla pluriennale esperienza a livello internazionale, ha saputo portare l’azienda a livelli di le-adership in un mercato estremamente concorrenziale e in costante movimen-to. Prima dell’incarico in OM, Signori-ni è stato per tre anni Amministratore Delegato di Olivetti Lexikon (società del Gruppo Olivetti che operava nel settore dei prodotti informatici per l’ufficio e per la casa). Dal 1990 al 1996 ha ricoperto ruoli sempre più importanti nel settore com-merciale di Whirlpool Home Applian-ces, dove ha iniziato come Managing Director Sales per l’Italia. Nel 1994 viene promosso Vice-President Trade Marketing Europe, con l’incarico di coordinare le strutture di 15 Paesi e di gestire le politiche di pricing, promo-zione e product management.Ricerca e sviluppo. OM Carrelli Ele-vatori ha prodotto il nuovo stoccatore CLac, appositamente progettato per il trasporto e lo stoccaggio di carichi su pallet in spazi ristretti, come i ma-gazzini di piccole e medie dimensioni, negozi e impianti produttivi. Il design moderno, funzionale ed ergo-nomico rende lo stoccatore OM con-fortevole e sicuro. Il timone ergonomi-co e i comandi a farfalla permettono all’operatore di avere costantemente sotto controllo tutte le funzioni, i co-mandi di guida e i movimenti di solle-vamento. Un comando a farfalla poten-ziometrico, disponibile come optional, permette il controllo proporzionale del sollevamento e della discesa delle for-

riferimento del mercato: comodità, ergonomia, produttività, contenimento delle emissioni inquinanti e facilità di manutenzione.Tutte queste macchine dispongono di OMISP (OM Intrinsic Safety Program), il programma messo a punto da OM per garantire il più elevato livello di si-curezza in ogni condizione di utilizzo. L’OMISP prevede la riduzione auto-matica della velocità in curva, il Mast Safety System che blocca le funzioni

SPECIALE AZIENDE

Lo stabilimento di Bari produce i nuovi carrelli elevatori frontali con motore a combustione interna della famiglia XD (diesel).I nuovi carrelli sono realizzati per ridurre le imissioni inquinanti, avere una maggiore comodità e facilità di manutenzione

Francesco ChinagliaSales and Marketing Director

che, senza strappi. Dunque, una vera novità.Innovazione tecnologica. OM Carrel-li Elevatori, ha recentemente introdot-to sul mercato la gamma di controbi-lanciati elettrici di nuova generazione XE. Grazie al perfezionamento delle prestazioni e al massimo comfort dell’operatore, questi carrelli OM, pro-dotti presso lo stabilimento di Bari, sono comodi, sicuri e potenti per uno svolgimento ottimale di tutte le opera-zioni di movimentazione di materiali, anche all’interno degli ambienti più gravosi. Inoltre, la fabbrica barese di OM pro-duce i nuovi carrelli elevatori fronta-li con motore a combustione interna della famiglia XD (diesel). Compatti e agili, gli XD sono stati completa-mente rinnovati negli ultimi due anni, in modo che ogni parametro fosse af-finato e perfezionato in modo da rap-presentare il più aggiornato punto di

idrauliche quando l’operatore non è a bordo e il differenziale elettronico che mantiene la direzionabilità in frenata anche sulle superfici più difficili. Marketing e comunicazione. OM Carrelli Elevatori è stata presente al CEMAT 2008 con numerose novità tutte all’insegna del prodotto italiano di qualità nel mondo. OM, oltre ha par-tecipare alla fiera internazionale, ha unito gli sforzi di tutti i propri team di lavoro per sottolineare ancora una vol-

ta al mercato le caratteristiche essen-ziali che ne fanno il marchio leader in Italia, ma con forte spinta verso i mer-cati esteri, a cui compete circa il 60% del fatturato, proponendosi con pro-dotti all’insegna dell’affidabilità e con il massimo rispetto verso l’ambiente. “Il Cemat è stata per noi una vetrina internazionale di massima importanza che ci ha permesso di affrontare i mer-cati mondiale come l’Estremo Oriente e l’Europa dell’Est. Questa strategia fa parte della più ampia tattica multi-brand del gruppo Kion, che vede nella distinzione e nella competizione tra i marchi il modo migliore per conquista-re ogni mercato, ogni segmento e ogni nicchia, essendo così presenti ovunque e diventare il numero uno al mondo. Rappresentare il marchio del gruppo ci spinge a fronteggiare questi nuo-vi mercati proponendoci con prodotti Made in Italy e un know-how elevato, certi che la qualità di ciò che vendiamo possa essere di attrattiva anche in re-altà diverse da quella italiana”, spiega Francesco Chinaglia, sales and mar-keting director di OM Carrelli Eleva-tori. “Abbiamo avuto numerose visite da parte di aziende provenienti dalla Germania, dalla Russia e dall’Europa dell’Est, oltre a un’accoglienza tipi-camente mediterranea, hanno potuto trovare persone in grado di rispondere ad ogni quesito e soluzioni ad hoc per qualsiasi esigenza”.Nello stand di OM, è stato possibile osservare i nuovi prodotti affiancati a modelli di recente introduzione – frut-to del notevole impegno degli ultimi tre anni speso in ricerca e sviluppo per il rinnovo di tutta la gamma di macchi-ne e di un’esperienza cinquantennale.

Tommaso Forte

OM CARRELLI ELEVATORI - BARI

La OM Carrelli Elevatori è leader italiano nel settore del Material Handling e parte del gruppo internazionale Kion

Ecco i nuovi carrelli innovativi per l’industriaL’azienda è in forte crescita nei mercati dell’Estremo Oriente e Europa dell’Est con prodotti Made in Italy

OM Carrelli Elevatori rispetta l’ambiente. “La nostra azienda – spiega Riccardo Abbattista,

direttore tecnico divisione counterba-lanced - è pienamente consapevole che una responsabile strategia economica, rivolta alle problematiche ambientali derivanti dalle proprie attività, è es-senziale per il proprio successo e per la soddisfazione dei propri clienti”.Politica Ambientale. “La nostra ge-

stione operativa fa riferimento a criteri avanzati di salvaguardia ambientale e di efficienza energetica e persegue il miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza secondo contenuti e modalità definite anche con le or-ganizzazioni sindacali; la gestione è sottoposta a verifica mediante audit di settore; le attività industriali e com-merciali sono gestite nel pieno rispet-to della normativa vigente e secondo le politiche e procedure operative di settore; la formazione del personale e lo scambio di esperienze e conoscenze sono considerati uno strumento per il raggiungimento degli obiettivi di sa-lute e ambiente, in un’ottica di miglio-ramento continuo della prevenzione e della protezione”.“La nostra gestione operativa – spie-

ga ancora Abbattista – segue criteri avanzati di salvaguardia ambientale, attraverso la corretta gestione delle emissioni nell’aria e nell’acqua; la mi-nimizzazione, il recupero e l’idoneo smaltimento dei rifiuti; il migliore im-piego delle materie prime, dei processi e dell’energia. Infine, è nella cultura OM, collaborare con le istituzioni e con quanti vivono in prossimità del nostro stabilimento, affinché si instauri un clima di reciproca fiducia e le rispetti-ve aree di attività possano convivere in maniera compatibile e sinergica”.L’azienda. OM Carrelli Elevatori (www.om-mh.com), numero uno del mercato italiano nel settore del Ma-terial Handling, fa parte del Gruppo internazionale Kion, leader a livello mondiale. Il Gruppo, che ha stabili-

menti in Europa, Sud America e Cina, impiega 22.000 dipendenti e nel 2007 ha fatturato più di 4.3 miliardi di Euro. All’interno di Kion, OM Car-relli Elevatori è il marchio che inter-preta al meglio i valori di affidabilità, attenzione al cliente e dinamismo. Con sede centrale a Lainate (MI), 7 filiali e 2 stabilimenti in Italia, 3 consociate in Europa ed 1 in Cina, OM impiega 1.276 dipendenti e dispone di un net-work qualificato composto da 2.800 tecnici specializzati e 1.350 venditori. Il completo rinnovo dell’ampia gamma dei prodotti degli ultimi cinque anni ha fatto di OM una delle aziende più com-petitive del mercato con un fatturato 2007 di 358 milioni di Euro e un in-cremento delle vendite (2007 vs 2006) del + 17%. (t.f.)

L’azienda segue criteri avanzati e innovativi per la corretta gestione dei rifiuti

Salvaguardia ambientale, ricerca e innovazione

Riccardo AbbattistaDirettore OM Stabilimento di Bari

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Industria&Ambiente 19

SicurezzaQuando anche l’ultimo treno sarà stato consegnato

e sarà definitivamente uscito di scena il vecchio materiale

rotabile, la vettura più vecchia in dotazione alla Ferrotramviaria

sarà del 2004. Nessuna azienda del settore, in Italia, può vantare

un parco rotabili così nuovo.

Massimo NittiDirettore di Esercizio

Negli ultimianni investimentidi milioni di europer l’innovazioneinfrastrutturale,

tecnologicae ambientale.

Di rilievola tecnologia

dei nuovi treni.

Ammodernamento e potenzia-mento della ferrovia, cercan-do di soddisfare le esigenze

di mobilità delle popolazioni servite, attraverso un sistema di trasporto rapi-do, efficiente, tecnologicamente avan-zato, in linea con i livelli di sviluppo economico e sociale del territorio sono gli obiettivi che la Ferrotramviaria - Ferrovie del Nord Barese ha sempre perseguito e curato con costanza e continuità. La dimostrazione è nei fatti. Allo svi-luppo infrastrutturale, tecnologico e ambientale è puntualmente corrisposto l’adeguamento del servizio di traspor-to, sulla base delle potenzialità acqui-site e dell’andamento della domanda. Non a caso negli ultimi anni si è dato corso ad una serie di interventi di po-tenziamento della linea Bari-Barletta e di rinnovamento del materiale rotabi-le, in parte attuati ed in parte ancora da realizzarsi, che hanno consentito il raggiungimento di un elevato standard di qualità e di sicurezza del servizio ed avviato un positivo trend di crescita degli indicatori di efficienza.Contestualmente, alla luce dei mutati scenari che caratterizzano il settore del trasporto, gli sforzi della società si sono orientati alla ricerca di nuove so-luzioni progettuali che favoriscano la promozione di sistemi di trasporto in-termodale, che disincentivino l’uso del mezzo privato e si inseriscano in un ampio sistema di riferimento nell’am-bito del trasporto pubblico regionale locale, senza peraltro trascurare la possibilità di incidere anche nell’ambi-to del trasporto extra regionale. Aerostazione. Si tratta di un intervento che non è esagerato definire “epocale”. Basti pensare che l’intervento (finan-ziato attraverso i fondi P.O.N. Traspor-

ti 2000-2006 e dal CIPE sulle risorse disponibili ex lege 211/92 e 135/97) ha lo scopo di garantire il collegamen-to diretto della nuova aerostazione di Bari Palese con i Comuni già serviti dalla linea ferroviaria Bari-Barletta (Bari, Bitonto, Terlizzi, Ruvo, Corato, Andria e Barletta) e di fornire, attra-verso un sistema di interconnessione con Rete Ferroviaria Italiana nelle sta-zioni di Bari (nodo ferroviario) e Bar-letta, il collegamento con l’aeroporto “Karol Wojtila” con il Sud e il Nord della Regione. La soluzione progettuale adottata pre-vede la realizzazione del collegamento a doppio binario attraverso una devia-zione tra il km 6+050 e il km 14+865 della linea Bari-Barletta. Il nuovo trac-ciato da realizzare si svilupperà preva-lentemente in galleria e in trincea, con impatto minimo sul territorio. Due le fermate previste: “Europa”, a sud della

sede della Legione Aerea (ex Aeropor-to Militare) e ad ovest della Cittadella della Finanza; “Aerostazione”, a servi-zio ed integrazione del nuovo terminal passeggeri dell’aeroporto civile di Bari Palese.Investimenti. Non avrebbe alcun senso se ad interventi infrastrutturali impor-tanti non corrispondesse l’acquisizione di un nuovo moderno ed efficiente par-co rotabili. In questa ottica va eviden-ziata la fornitura già in corso di ulte-riori sei nuovi elettrotreni Alstom nella composizione “motrice-rimorchiata-motrice”. Il completamento della forni-tura è previsto entro il 2008. Allo stes-so modo si registra un’altra fornitura di carrozze Alstom, in modo da realizza-

re sei elettrotreni a quattro casse, nella composizione “motrice-rimorchiata-rimorchiata-motrice”. Il completamen-to di quest’ultima fornitura è previsto per la fine del 2009. Quando anche l’ul-timo treno sarà stato consegnato e sarà definitivamente uscito di scena il vec-chio materiale rotabile, la vettura più vecchia in dotazione alla Ferrotranvia-ria sarà del 2004. Nessuna azienda del settore, in Italia, può vantare un parco rotabile così nuovo.E ancora. E’ prevista la futura fornitu-ra, entro il 2009, di quattro elettrotreni Stadler nella composizione “motrice-rimorchiata-rimorchiata-motrice”, due acquistati direttamente dalla società e due co-finanziati dalla Regione Pu-

glia grazie all’accordo di programma 22/6/2007 stipulato tra le parti per in-vestimenti nel materiale rotabile.Sicurezza. La tutela del viaggiatore a bordo e la sicurezza della circolazione dei treni costituiscono un aspetto fon-damentale su cui la Ferrotramviaria ha sempre indirizzato la massima atten-zione. Lo dimostra il fatto che in tutte le sta-zioni e a bordo dei treni della nuova flotta è previsto un sistema di video sorveglianza con telecamere a circuito chiuso, che consentono di tenere co-stantemente sotto controllo impianti e vetture.Al fine di migliorare il livello di sicu-rezza della circolazione è in corso di realizzazione ed installazione un avan-zato sistema di controllo centralizzato del traffico ferroviario ed è prossima la installazione del sistema di controllo della marcia dei treni per la protezione automatica dei convogli. (t.f.)

REGIONE PUGLIA/ Presto arriveranno le nuove carrozze ferroviare acquistate direttamente dalla società Ferrotramviaria

A Bari in arrivo i treni ellettrici ecologiciAvviati i nuovi collegamenti con l’aerostazione di Bari e le città di Barletta, Bitonto, Terlizzi, Ruvo, Corato e Andria

Il Prefetto Vincenzo Grimaldineo commissario dell’Irpa

Nell’ambito delle iniziative del Sesto Programma Quadro di Ricerca e Sviluppo Tecnologico (FP6) dell’Unione Europea, è previsto lo sviluppo della rete

della ricerca Europea (ERA-Net - European Research Area Network) con lo scopo di supportare la collaborazione ed il coordinamento dei programmi di ricerca a livello transna-zionale. Nell’ambito della rete ERA-Net, l’Unione Europea finanzia diverse attività di ricerca tra cui il progetto ERA-Net CRUE (Coordination de la Recherche financée par l’Unione Européenne), dedicato all’integrazione strate-gica, all’interno dell’Europa, della ricerca sulla gestione del rischio inondazione. Per maggiori informazioni consultare il sito: http://www.crue-eranet.net/. I membri del progetto sono: i Ministeri dell’Ambiente e dell’ Agricoltura, l’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e l’Apat.

Programma quadro FP6progetti di ricerca europei

Stage di formazione ambientale per i soggetti diversamente abili

AGENZIA PER LA PROTEZIONE DELL’AMBIENTE

Il Ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo ha no-minato il Commissario Straordinario dell’IRPA (Istituto di ricerca per la protezione ambientale), che accorperà i

tre enti controllati da Ministero dell’Ambiente (Apat, Icram e Infs). La nomina del Commissario, il prefetto Vincenzo Grimaldi (nella foto), che sarà affiancato da due sub com-missari - il Dott. Stefano La Porta e l’Ing. Emilio San-tori - rappresenta il primo passo per l’attuazione della disposizione del decreto legge colle-gato alla Finanzia-ria che definisce la riorganizzazione e l’accorpamento degli enti al fine di razionalizzare l’attività dei tre organismi e snellire la struttura di gestione per assicu-rare maggiore efficienza, anche in un’ottica di contenimento della spesa.

L’Apat promuove stage di formazione ambientale della durata di 6 mesi (8 mesi per i soggetti diversamente abili). Gli stage sono rivolti a coloro che, al momento

della domanda, abbiano conseguito la Laurea Specialistica o Magistrale (o Laurea Vecchio Ordinamento) da non più di 24 mesi e a coloro che, laureatisi da più tempo, frequenti-no o abbiano ter-minato, da non più di 24 mesi, corsi di perfezionamento e di specializzazione, dottorati di ricer-ca, master. Lo sta-ge non costituisce rapporto di lavoro e non è retribuito ma ha esclusivamente carattere formativo ed è finalizzato all’approfondimento e sviluppo di tematiche ambientali, all’applicazione delle conoscenze acquisite nel percorso formativo e all’acquisizione di nuove competenze. Al termine dello stage l’Apat rilascierà allo stagista un atte-stato di partecipazione.

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Quando il geomorfologo fran-cese Nicod nel 1972 scrisse sul carsismo del mediterraneo

individuò diverse tipologie di paesag-gio carsico quali per esempio quello dinarico, appenninico e provenzale. Sembrò dimenticarsi del paesaggio carsico pugliese che come noto invece è ben rappresentato: la ragione va ri-cercata nel fatto che la regione puglie-se possiede di fatto tutte le tipologie indicate nel suo lavoro tanto da dover essere difficile parlare di un “carsismo pugliese”. La peculiarità del paesag-gio carsico pugliese prende forma con la fitta distesa di doline del massiccio del gargano, con l’andamento spesso meandriforme delle lame delle murge, con i bacini endoreici del salento.E’ dunque un fatto ormai assodato an-che scientificamente che il patrimonio naturale pugliese individuato con gli elementi propri del carsismo costitu-isce un fattore esclusivo e singolare per la geomorfologia. Lame, doline, inghiottitoi e grotte sono gli incastri speciali del paesaggio carsico puglie-se che contribuiscono alla definizione della bellezza ambientale del nostro territorio.La tutela e conservazione diventano pertanto una questione estremamente primaria ma articolata e complessa da sostenere se si pensa al numero e alla

bito delle proprie competenze e in at-tuazione delle politiche regionali che perseguono l’obiettivo dello sviluppo sostenibile attraverso la cura del terri-torio e la tutela delle risorse naturali, nel rispetto della Raccomandazione adottata dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa il 5 maggio 2004 sulla conservazione del patrimonio geologico e delle aree di speciale inte-resse geologico, ha proposto, in virtù dei principi già espressi con la LR n. 32 del 03 ottobre 1986, un nuovo testo di Legge che riguarda la tutela e valo-rizzazione del patrimonio ipogeo e dei geositi.In questo disegno di legge la Regione Puglia, riconosce il pubblico interesse alla tutela, gestione e valorizzazione della geodiversità regionale e del patri-

monio speleologico ad essa collegato, in quanto depositari di valori scienti-fici, ambientali, culturali e turistico-ricreativi. Promuove la conoscenza, la fruizione pubblica sostenibile nell’am-bito della conservazione del bene, e l’utilizzo didattico dei luoghi di inte-resse geologico, delle grotte e dei pae-saggi geologici e carsici. Garantisce la conservazione e la valorizzazione del sottosuolo, del patrimonio ambientale delle zone carsiche, delle cavità na-turali e artificiali, della fauna ipogea, anche attraverso iniziative che ne im-pediscano il degrado e ne consentano una corretta fruizione.Lo stesso Assessore Losappio attra-verso il Settore Gestione Rifiuti e Bonifiche (dirigenti Dott.ssa Teresa Pice e Ing. Antonello Antonicelli) ha

Alessandro Reina

dato seguito all’emissione, così come successo anche in passato, di un Ban-do per l’utilizzo dei Fondi Ecotassa riguardante “interventi urgenti per la pulizia dei siti carsici”. Tale bando mette a disposizione dei comuni, per la prima volta, una somma di 1.000.000 di euro, per interventi che ricadano in aree naturali protette e in aree della Rete Ecologica Natura 2000. Gli in-terventi permetteranno di ripulire quei siti carsici (lame, doline, grotte) che risultano interessati dalla presenza di rifiuti (pericolosi e non), che altrimenti non potrebbero essere rimossi perché caratterizzati da luoghi difficilmente accessibili o da quantità volumetrica-mente e arealmente significative.

Politecnico di Bari*

La Regione Pugliaha attuato nuoviinterventi

di alessandRO Reina*

varietà di “oggetti” da considerare: dalle estese Grotte di Castellana alla piccola ma altrettanto affascinante Grotta del Cuoco di Martina Franca; dalla Lama Balice alla Lama S. Croce di Bisceglie; dalla dolina della Pozza-tina sul Gargano alle “vore” del Salen-to.Voler agire nella direzione della tute-la e della conservazione significa pri-ma di tutto conoscere e comprendere la specificità territoriale pugliese in modo che le scelte politiche ed econo-miche possano operare efficacemente. Un percorso di conoscenza è stato av-viato con la Regione Puglia attraverso la realizzazione del Progetto del Cata-sto delle Cavità carsiche, diventato uno strumento di reale conoscenza del pa-trimonio ipogeo direttamente consul-tabile anche sul sito internet regionale (www.regione.puglia.it). La Regione Puglia, inoltre, su inizia-tiva dell’Assessore Losappio, nell’am-

REGIONE PUGLIA/ Pubblicato il bando regionale per l’utilizzo dei fondi ecotassa per la bonifica e pulizia dei siti carsici

Tutela del patrimonio: Dalle parole ai fattiDisponibili contributi per interventi di natura ambientale in aree naturali e protette del territorio

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Le modalità di progettazione e costruzione di edifici e città hanno un ruolo fondamentale

nell’ambito dei processi volti allo svi-luppo sostenibile dei territori.Un edificio si ritiene sostenibile quan-do è conforme al principio del rispetto dell’ambiente in cui è inserito, garan-tisce un ridotto consumo di risorse rinnovabili e limitati carichi ambien-tali assicurando comunque il maggior livello di confort possibile per le per-sone che lo utilizzano. Le imprese edi-li stanno dimostrando attenzione verso le nuove soluzioni edilizie a basso con-sumo energetico ed affrontano quindi la sfida dell’innovazione nel prodotto e nel processo anche in vista delle nuove opportunità derivanti dal mercato del-le costruzioni residenziali sostenibili dal punto di vista ambientale.Secondo le stime di una recente ricerca condotta dall’Enea, infatti, quest’ul-timo potrebbe toccare i 50 miliardi di euro nel 2019 in Italia contro i tre del 2010. Solo in Puglia si stima che questo mercato possa aggirarsi nel 2019 sugli otto miliardi di euro, ripar-titi equamente tra edilizia residenziale e non residenziale. In questo scena-rio anche la domanda di materiali da dedicare agli edifici eco-compatibili balzerebbe in Puglia dai 72 milioni di euro del 2001 a 1,2 miliardi di euro del 2019.La nostra regione ha compiuto notevoli passi in avanti in favore dell’edilizia sostenibile grazie anche ad una serie di punti di forza, in particolare un con-

testo normativo favorevole, l’esistenza di validi strumenti di agevolazione e la presenza di un sistema di ricerca ed accademico di eccellenza.Uno strumento decisivo per diffonde-re l’abitare sostenibile nelle città e nei territori della regione è certamente la nuova legge sull’Abitare Sostenibi-le redatta dall’assessorato regionale all’Assetto del Territorio ed alla cui redazione l’Ance Puglia ha partecipato con alcuni di contributi. La legge è finalizzata alla promozione e incentivazione della sostenibilità am-bientale sia nelle trasformazioni terri-toriali e urbane che nella realizzazione delle opere edilizie, pubbliche e priva-te; con queste finalità si sono definiti gli incentivi - che si auspica vengano presto attuati dai singoli Comuni - a fa-vore delle realizzazioni rispettose dei principi dell’edilizia sostenibile (au-

menti di volumetria, riduzione degli oneri di urbanizzazione e dell’ICI). Sempre con l’obiettivo di diffonde-re una nuova cultura del progettare e del costruire rispettosa dell’edilizia sostenibile la nostra associazione sta promuovendo la creazione del distretto dell’edilizia sostenibile ai sensi e per gli effetti della Legge 23/2007.Il distretto si propone di promuovere e sperimentare e diffondere realizzazio-ni edilizie sostenibili che privilegino l’utilizzo di materiali idonei dal punto di vista ambientale e sistemi in grado di migliorare gli standard qualitativi attuali contribuendo al miglioramento del comfort abitativo e alla riduzione dei consumi di risorse naturali.Al progetto di distretto aderiscono 150 realtà della nostra regione tra le quali imprese edili e produttori di materiali - il cui fatturato complessivo 2007 è sta-

to di 430 milioni per un’occupazione di 5.400 unità – centri di ricerca tra cui CETMA ed ENEA, sindacati, associa-zioni di categoria, ordini professiona-li, l’Istituto per la Trasparenza degli Appalti e la Compatibilità Ambienta-le, scuole di formazione professionale tra cui Formedil ed Universus, istituti di credito, Università e Politecnico di Bari.Il riconoscimento di questo distretto da parte della Regione Puglia consen-tirebbe un’innovazione straordinaria nel mondo pugliese delle costruzioni. Un distretto dell’edilizia sostenibile a livello regionale offrirebbe un’ir-ripetibile opportunità per mettere in rete e valorizzare le sinergie tra tutti gli attori del sistema produttivo edile, centri di ricerca, scuole di formazione e mondo universitario con l’obiettivo di tracciare insieme il percorso per

un’edilizia sostenibile e di qualità nel nostro territorio.La Puglia, dunque, si propone come regione pilota in Italia nell’adozione di un modello di partenariato tra atto-ri pubblici e privati per consentire lo sviluppo di un polo strategico di eccel-lenza sul territorio in grado di favori-re la ricerca scientifica, l’innovazione tecnologica e la sensibilizzazione del mercato verso la logica del costruire sostenibile. In definitiva il distretto dell’edilizia sostenibile rappresente-rebbe una significativa opportunità per la Puglia sia per migliorare l’ambiente che per divenire polo di eccellenza del costruire sostenibile. Alla luce di que-ste considerazioni auspichiamo che la Regione non faccia venir meno il suo supporto all’iniziativa.

Presidente Ance Puglia*

di salVaTORe MaTaRRese*

La domanda di materiali da impegnare negli edifici eco-compatibili è in forte crescita in Puglia

Bio-edilizia: Novità con i distrettiMatarrese: “L’obiettivo è di diffondere una nuova cultura del progettare sostenibile”

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Trent’anni di esperienza dedita alla forte propensione per l’ap-plicazione di nuove tecnologie

hanno portato il Gruppo Longo ad essere una delle più affermate realtà nell’ambito Europeo nella costruzione di allestimenti su autotelai di impianti per l’aspirazione degli scarichi fogna-ri, pulizia idrodinamica delle canaliz-zazioni e delle condotte, aspirazione delle polveri e di materiali solidi e per il trasporto di rifiuti pericolosi.Negli ultimi dieci anni, grazie all’espe-rienza nel settore ha completato la gamma di attrezzature per i veicoli nel settore ambiente con la produzione di ulteriori allestimenti come ad esempio lavacassonetti, lavastrade, compattato-ri per rifiuti urbani idraulici e rotanti e altre piccole attrezzature dedicate al settore dell’ecologia. L’ultima novità riguardante gli allesti-menti del Gruppo Longo è un mezzo attrezzato per le bonifiche strada-li post-sinistri il quale, in parallelo all’intervento delle forze di Polizia, in-terviene per il completo ripristino delle condizioni di sicurezza e viabilità del manto stradale attraverso l’aspirazione di oli, acidi, fluidi di ogni generi, vetri, polveri e quant’altro riversato. Inoltre e dotato di sacca raccolta emostatica e comparto raccolta residui solidi. Tra i vari accessori di questo allestimento vi è una cesoia per il primissimo inter-vento, un martello pneumatico e tutte le segnaletiche stradali di pericolo a

norma di legge. Inoltre oggi la nuova composizione del RSU (rifiuto solido urbano) dovuto alla raccolta differenziata, ha spinto il Gruppo Longo a riprogettare, propo-nendo un prodotto tecnologicamente avanzato ed affidabile, il compatta-tore rotante “Rotopack” che è stato il prodotto leader nelle vendite della ex Calabrese per numerosissimi anni. Attualmente sul mercato esistono solo altri due costruttori nel nord Europa di questo prodotto il quale, tra le sue caratteristiche principali ha quella di aumentare le capacità di carico della parte solida in quanto la pressione del rotante durante la fase di carico com-

prime a tal punto i rifiuti che la parte liquida contenuta in essi fuoriesce e viene raccolta in un apposito conteni-tore senza il rovesciamento degli stessi per strada. Il tutto creando anche un impatto visivo di maggior pulizia per i cittadini nella zona dei cassonetti di raccolta del RSU. I diversi ordini de-rivanti dalla presentazione di questo modello alla Fiera Internazionale di Monaco di Baviera “IFAT 2008” han-no dato maggior credito alla spinta innovativa e tecnologica delle aziende del Gruppo Longo.Il Gruppo Longo oggi è suddiviso in due società: la Longo Veicoli Indu-striali srl e la Longo Euroservice srl.

Insieme, in sinergia tra di essi, produ-cono oltre 100 allestimenti per veicoli industriali per anno nei vari comparti in una moderna struttura di mq.15000 coperti e mq.30000 scoperti con un team di circa 50 dipendenti a Con-versano (Bari ) garantendo sempre ai propri clienti la massima qualità che è inoltre attestata dalle Certificazioni ISO 9001 e ISO 14001 in possesso dal-le società del Gruppo Longo.Grazie ad una grande professionalità e a mezzi adeguati, le aziende del Grup-po Longo oggi affrontano i mercati na-zionali e internazionali attraverso an-che Fiere Internazionali come quella di Monaco di Baviera, Bucarest e Barcel-

La produzione. Il Gruppo Longoproduce oltre 100 allestimentiper veicoli industriali

Fiere. La fiera internazionale di Monaco di Baviera “IFAT 2008” ha dato impulso agli ordini

Espansione. La rete vendita si estende in Spagna, Russia,Portogallo, Francia e Germania.

Vito LongoDirettore Commerciale Gruppo Longo

lona, offrendo ai propri clienti allesti-menti di altissima qualità e rivolgendo la massima attenzione al servizio post-vendita attraverso una rete di dealer e punti di assistenza in grado di garanti-re ai propri clienti interventi rapidi in caso di manutenzione e due magazzini ricambi di oltre 1500 mq. di pronta di-sponibilità. Oggi il Gruppo Longo ha clienti in diversi paesi del mondo come la Spagna, Portogallo, Romania, Gre-cia, Russia, Francia, Germania, Dubai, Stati Uniti d’America e nei prossimi mesi sbarcherà in Thailandia grazie ad un accordo in fase di definizione con una grossa Corporate Thailandese per la vendita in tutta l’Area Orientale.

IL PROGETTO/ Progettato e realizzato il nuovo compattatore rotante “Rotopack” per la raccolta dei rifiuti urbani

Gruppo Longo: Vendite nei mercati d’AmericaL’azienda è leader nella realizzazione di veicoli Canaljet, Combinate, Lavacassonetti, Compattatori

Previsti investimenti nei mercati asiatici.

Presto il Gruppo Longo

sarà presente in Thailandia con una rete

vendita nell’area orientale

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