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CORSO DI FORMAZIONEObbligo scolastico e Indicazioni Nazionali
ITIS “G. Giorgi” Anno scolastico 2007/2008
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DIECI ANNI DI OBBLIGO
Per costruire il curricolo scolastico per il decennio dell’obbligo il Ministro ha messo a disposizione delle scuole due strumenti:
Le indicazioni per il curricolo che coprono la fascia del settore primario ( infanzia, elementare e media)
il Regolamento dell’obbligo che copre la fascia obbligatoria del Biennio superiore
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OBBLIGO SCOLASTICO A SEDICI ANNI
Salto di qualità
Il nostro sistema formativo si avvicina a quello dei principali Paesi sviluppati
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SCUOLA MEDIA IN EUROPA
N123456789101112131415161718
STATODAnimarcaFinlandiaGreciaIrlandaItaliaLussemburgoOlandaNorvegiaPoloniaPortogalloSveziaBelgioScoziaSpagnaFed. russaFranciaGermaniaInghilterra
ANNI333333333334445555
PERIODO13-16 anni13-16 anni12-15 anni12-15 anni11-14 anni12-15 anni12-15 anni13-16 anni13-15 anni12-15 anni13-16 anni12-16 anni12-16 anni12-16 anni10-15 anni10-15 anni10-15 anni11-16 anni
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I BISOGNI FORMATIVI DIFFERENZIATI DEL BIENNIO
Cause
Ciascun Biennio è parte integrante di un percorso di scuola secondaria superiore che prevede nel Triennio materie di indirizzo a seconda dei canali di specializzazione.
All’interno di ciascun indirizzo di studi è presente una fascia di allievi con storie scolastiche tormentate: quelli che in assenza dell’obbligo non avrebbero proseguito gli studi, verso i quali hanno maturato già nella scuola media un rifiuto.
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DUPLICE COMPITO
acquisizione di saperi essenziali da parte di tutti gli allievi, inclusi quelli a rischio di insuccesso
proposta di apprendimenti propri di ciascun indirizzo
UNITARIO PROPEDEUTICO
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SOLUZIONE
Raccomandazione che il Consiglio e il Parlamento europeo hanno emanato il 18 Dicembre 2006
Indica otto competenze chiave di cui tutti hanno bisogno per la realizzazione e lo sviluppo personali, la cittadinanza attiva, l’inclusione sociale e l’occupazione
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COMPETENZA CHIAVE
combinazione di conoscenze, abilità e attitudini
appropriate al contesto.
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OTTO COMPETENZE CHIAVE
1. comunicazione nella madre lingua;2. comunicazione nelle lingue straniere;3. competenza matematica e competenze di
base in scienza e tecnologia;4. competenza digitale;5. imparare ad imparare;6. competenze sociali e civiche;7. spirito di iniziativa e di imprenditorialità;8. consapevolezza ed espressione culturale
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QUATTRO ASSI CULTURALI STRATEGICI
asse dei linguaggi; asse matematico; asse scientifico-tecnologico; asse storico-sociale
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SETTE COMPETENZE TRASVERSALI
1. Imparare ad imparare;2. progettare;3. comunicare;4. collaborare e partecipare;5. risolvere i problemi;6. individuare collegamenti e relazioni;7. acquisire e interpretare l’informazione
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GLI ASSI CULTURALI
delimitano e definiscono il territorio dei saperi fondamentali, la base contenutistica e metodologica, attraverso cui si lavora didatticamente alla costruzione delle competenze chiave
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L’UNITARIETÀ NEI BIENNI VA RICERCATA
nel rafforzamento delle conoscenze e delle abilità proprie dei saperi e delle discipline che vanno a definire gli assi culturali strategici
nel lavoro con le discipline che deve essere condotto in modo tale da sviluppare , in modo attivo e intenzionale, le sette competenze trasversali
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OBIETTIVI DEL CORSO
Conoscere la legislazione sull’obbligo scolastico e formativo partendo da:
articolo 34 della Costituzione
e terminando con
la legge N° 296 del 27/12/06
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OBIETTIVI DEL CORSO
Definire
per ogni asse culturale strategico (dei
linguaggi; matematico; scientifico-tecnologico; storico-sociale) gli obiettivi terminali e le competenze attese che a fine Biennio la scuola certificherà
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OBIETTIVI DEL CORSO
Costruire
all’interno dei C.d.C. un lessico comune aggiornato, in grado di tenere conto della comunicazione collegiale e interpersonale delle innovazioni proposte dal Regolamento
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OBIETTIVI DEL CORSO
Definire
quali strategie adottare perché nessuno studente, obbligato a frequentare le classi del Biennio, sia lasciato indietro (corsi di recupero, di sostegno, di orientamento)
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PERCORSO NORMATIVO
Art. 34 della Costituzione: “La scuola è aperta a tutti.
L’istruzione inferiore impartita per almeno otto anni, è
obbligatoria e gratuita.
I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno il
diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.
La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di
studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che
devono essere attribuite per concorso.”
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LEGGE N° 9 DEL 20/1/99
A partire dell’anno scolastico 1999-2000, l’obbligo di istruzione è elevato da otto a dieci anni ed ha una durata novennale.
A conclusione del periodo di istruzione obbligatoria è rilasciata all’alunno una certificazione che attesta l’adempimento dell’obbligo di istruzione o il proscioglimento dal medesimo e che ha valore di credito formativo, indicante il percorso didattico ed educativo svolto e le competenze acquisite.
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LEGGE N° 144 DEL 17/5/1999
A decorrere dall’anno 1999/2000 è istituito l’obbligo di frequenza di attività formative fino al compimento del diciottesimo anno di età. Tale obbligo può essere assolto anche in percorsi integrati di istruzione e formazione, nel sistema di istruzione scolastica, in quello della formazione professionale di competenza regionale, in quello dell’apprendistato.
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LEGGE N° 30 DEL 10/02/2000
L’art. 1, comma 3, stabilisce che l’obbligo scolastico inizia al sesto anno e termina al quindicesimo anno di età.
All’attuazione del diritto dovere concorrono gli alunni, le loro famiglie, le istituzioni scolastiche e formative, nonché mi soggetti che assumono il contratto di apprendistato e il tutore aziendale.
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LEGGE N° 53 DEL 28/03/2003
la legge delega di riforma della scuola interviene sull’obbligo scolastico abrogando, con l’articolo 7, sia la legge 9 /1999 (con il comma 13) sia la legge 30/2000 (con il comma 12) e introduce il concetto di diritto-dovere (articolo 2, comma C)
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DECRETO LEGISLATIVO N° 76 DEL 15/04/2005
L’obbligo scolastico previsto dall’articolo 34 della Costituzione, nonché l’obbligo formativo, introdotto dall’articolo 68 della legge 17 Maggio 1999, N° 144, sono ridefiniti come diritto-dovere all’istruzione e formazione.
Il diritto all’istruzione e formazione , per almeno dodici anni, o, comunque fino al conseguimento di una qualifica di durata almeno triennale entro il diciottesimo anno di età, viene assicurato a tutti.
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LEGGE N° 296 DEL 27/12/2006
Il comma 622 dell’articolo 1 fissa i principi dell’istruzione scolastica obbligatoria. L’obbligo scolastico viene innalzato a dieci anni a partire dall’anno scolastico 2007/2008 ed è finalizzato a conseguire una qualifica almeno triennale entro il diciottesimo anno di età.
L’età per l’accesso al lavoro è, di conseguenza, innalzata a 16 anni.
Possono essere previsti percorsi con le regioni e accreditate strutture formative al fine di prevenire e contrastare la dispersione e di favorire il successo nell’assolvimento dell’obbligo di istruzione.
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LEGGE N° 40 DEL 2 APRILE 2007
Con appositi regolamenti ministeriale verranno ridotti gli attuali indirizzi tecnico-professionali; verrà definita la scansione dei percorsi e i relativi risultati di apprendimento e la previsione di un monte ore annuale delle lezioni; verranno riorganizzate le discipline di insegnamento al fine di potenziare le attività laboratoriali, di stage e di tirocini ed infine verrà potenziato l’orientamento agli studi universitari e al sistema dell’istruzione tecnica e superiore.
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INDICAZIONI E AUTONOMIA DIDATTICA
Il Ministro non può più scrivere i programmi così come li abbiamo conosciuti, ma fornisce solo Indicazioni
la responsabilità della costruzione dei curricoli spetta alle singole scuole
le scuole scelgono i percorsi formativi, l’articolazione dei contenuti, le metodologie, gli ambienti di apprendimento.
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SCALA DI ADATTAMENTO
dai programmi ai docenti
dai docenti agli alunni
gli alunni adattavano il loro apprendimento su programmi centralistici
dagli alunni ai docenti
dai docenti alle indicazioni nazionali
si rafforza l’autonomia didattica
Prima (con i programmi) Adesso (con le Indicazioni)
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NUOVE INDICAZIONI PER IL CURRICOLODELLA SCUOLA DELL’INFANZIA E DEL PRIMO CICLO DI ISTRUZIONE
“Le scuole dovranno educare istruendo gli studenti e mettere al centro l’alunno-persona: solo così si riduce il rischio che gli istituti diventino progettifici dove si perde di vista la specificità di ciascun ragazzo. Il curricolo diventa più snello e si privilegiano italiano, matematica, storia e geografia a inglese, informatica e impresa. Prima di passare ad altro, infatti, è fondamentale conoscere l’essenziale”.
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COSA SONO
Le nuove Indicazioni per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione tracciano le linee e i criteri per il conseguimento delle finalità formative e degli obiettivi di apprendimento per la scuola dell’infanzia e del primo ciclo, in sostituzione delle precedenti Indicazioni proposte transitoriamente alle scuole negli anni scorsi.
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QUANDO PARTONO
Le scuole sono chiamate da quest’anno alla elaborazione dei curricoli di studio, tenendo conto delle nuove Indicazioni, secondo una metodologia operativa di studio e di approfondimento, accompagnata da flessibilità e gradualità di applicazione.Due anni di sperimentazioneLa prima fase sperimentale di attuazione durerà fino al 2009. Consentirà alle scuole di conoscere e sperimentare le nuove Indicazioni e al Ministero di raccogliere suggerimenti, valorizzare le buone pratiche e favorire processi di condivisione e di sostegno. Dal 2009-2010 le Indicazioni per il curricolo entreranno definitivamente a regime, accompagnate da apposito Regolamento.
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L’ORGANIZZAZIONE
Le Indicazioni sono proposte culturali ma non toccano l’organizzazione oraria degli insegnanti. Dopo la sperimentazione dei due anni si procederà a una risistemazione complessiva di tutto il periodo dell’obbligo.
I fondi stanziatiPer la prima fase iniziale di accompagnamento saranno stanziati 36 milioni di euro come previsto dalla Finanziaria 2007.
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TRE GRANDI AREE DISCIPLINARI
Le singole discipline sono considerate nella loro specificità ma vengono proposte all’interno di tre grandi aree disciplinari: area linguistico-artisticoespressiva; area storico-geografica; area matematico-scientifico-tecnologica.Viene così sottolineata l’importanza di un insegnamento disciplinare non frammentato, ma capace di far cogliere le interconnessioni tra i diversi saperi e di avviare gli alunni ad una visione unitaria della conoscenza. Si favorisce l’interdisciplinarietà e il lavoro collegiale tra insegnanti di discipline diverse.
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AUTONOMIA DEGLI INSEGNANTI
La lista degli obiettivi è stata sfoltita e non scade nei dettagli. Tiene conto degli orientamenti europei, ma è anche attenta ai contenuti più significativi della nostra tradizione culturale. La didattica delle Indicazioni, senza trascurare una solida competenza strumentale, intende accrescere l’autonomia di pensiero, di studio e di apprendimento dell’alunno. Le nuove Indicazioni intendono essere rispettose dell’autonomia degli insegnanti: definiscono i criteri che una buona proposta didattica deve rispettare, ma non prescrivono in modo dettagliato e minuzioso come devono lavorare gli insegnanti. I criteri sostituiscono le ricette, ci si rivolge ad una scuola adulta che, proprio per la libertà di cui può disporre, viene ulteriormente responsabilizzata.
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GRUPPO DI COORDINAMENTO
In questa fase importante d’avvio che si svilupperà nel corso del 2007, sono previsti interventi degli Uffici scolastici territoriali, il coinvolgimento dell’Invalsi per il monitoraggio e la valutazione, un piano di ricerca da parte della Agenzia nazionale di sostegno dell’autonomia e, presso il Ministero della Pubblica Istruzione, l’attivazione di un apposito gruppo di coordinamento nazionale con il compito di accompagnare la fase iniziale.
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IL WEB- LA CONSULTAZIONE
Per favorire il confronto, la discussione e la messa in comune di esperienze nella fase sperimentale di applicazione delle Indicazioni, la Direzione Generale degli Ordinamenti realizzerà un’area dedicata all’interno del portale del ministero per le interazioni telematiche necessarie per informare, orientare e documentare.
Nella primavera del 2008, dopo la fase di iniziale accompagnamento, è prevista una Consultazione nazionale nelle scuole per la raccolta sistematica e ragionata di commenti, riflessioni e proposte scaturite direttamente dall’esperienza degli insegnanti.
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IL CURRICOLO
Il termine curricolo è entrato nel lessico educativo della scuola italiana nel 1999, con il DPR 275, il Regolamento per l’Autonomia.
L’art. 8 del DPR 275 specifica le modalità di definizione dei curricoli, distinguendo tra quota nazionale e quota locale e prevedendo anche un possibile ampliamento dell’offerta formativa con piena responsabilità delle scuole, collegate in rete o consorziate.
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COS’È IL CURRICOLO
nel dibattito pedagogico sostituisce il programma
il curricolo include tutti gli elementi essenziali del processo didattico, e soprattutto è basato su criteri di flessibilità , di scelta ragionata, di considerazione delle circostanze ambientali e delle situazioni di fatto, relative alla scuola, alla disponibilità delle risorse e in particolare alle conoscenze, abilità, motivazioni degli allievi
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NON È DEFINIBILE
Esso non è definibile a priori se non in modi indicativi, ma va invece affidato, nella sua specificazione operativa, all’attività di progettazione degli insegnanti, all’elaborazione, discussione e costruzione individuale e collegiale di piani di lavoro articolati
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