Buttafuoco - Non Indica Un Inizio

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FUORI DAL CORO Non indica un inizio ma è il segno della fine di Pietrangelo Buttafuoco L’effetto Marziano a Roma è già alle sue spalle. Francesco Bergoglio, il Papa che piace a tutti, ha già esaurito la metafora di Ennio Flaiano. Le Città eterna, infatti, ha più che digerito la novità. Non c’è, Diocenescampi, la pernacchia all’angolo di Via Veneto ma ciò che compete a questo Pontificato è solo reiterazione del popolaresco. Perfino Sergio Mattarella (uno che col cattocomunismo ci campa), prendendo il tram, ricalca l’effetto torpedone del Papa ma tutta questa estetica della sottrazione del fasto curiale, in Bergoglio, non è sottrazione mondana e non è neppure il jihad del francescanesimo. È solo tristo poveraccismo. L’elezione di papa Francesco è seguita alle dimissioni di papa Benedetto XVI. Non è con la morte di una papa che se n’è fatto un altro e la presenza di due pontefici, quella che in altri tempi avrebbe determinato uno scisma, nella beata epoca dei beoti ha assunto un tono easy. Il vecchio è sceso dalla Croce per sparire dalla scena e chiudersi – confortato da musica, studi e preghiere – in un eremo. In circostanze solenni, invece, i due – il bavarese e l’attuale regnante, l’argentino – hanno raddoppiato l’effetto bianco: due di un trono doppio, quello di mistificazione e rinuncia. L’elezione di Bergoglio sorge dalla rinuncia dell’ultimo successore di Pietro. Un segno più che un lapsus. Un potente scrittore, Sergio Claudio Perroni, con Renuntio vobis (edizioni Bompiani) ha saputo ricostruire in un dialogo (con le parole delle Sacre Scritture), l’incontro tra il vecchio che getta l’Anello del Pescatore e il suo unico interlocutore possibile, la verità del Sacro. È venuto dalla fine del mondo, Papa Francesco. Ecco, il lapsus. Ha preso un nome che gli ha permesso di numerare col principio ma tutto il suo teatro è un ammiccare alla fine. Ogni suo gesto – dalla valigetta ventiquattrore all’appartamento di Santa Marta, svuotando il Vaticano – è un prologo al finale. Attento, in ogni sua azione, a ricavarne il plauso dello spirito del tempo, volge tutto in parodia. Chiama Marco Pannella durante uno dei suoi digiuni quando prima di questa scenetta, con altra tempra, e con più rovente battaglia, Giovanni Paolo II scriveva una lettera a Bobby Sands, l’eroe della libertà d’Irlanda. Lo supplicava d’interrompere il digiuno e gli inviava – certo di non poter smuovere dal proposito di lotta quel guerriero – la Croce d’oro con cui i fedeli di San Patrizio avrebbero poi aperto il corteo funebre di Bobby Sands, combattente dell’Esercito repubblicano irlandese. Piace alla gente perché fa arrestare un vescovo pedofilo, alza i lai contro l’omertà e le complicità della Chiesa ma, forte della buona coscienza proprio dell’Inferno, fa un errore blu in punto di caritas se non di pietas: non combatte il peccato, mette le manette ai peccatori. Papa Francesco, perfetto per i souvenir delle bancarelle, sembra sparlare da una centuria di Nostradamus. È nel finale di partita perché sacralità e carisma, con lui, sono optional. Non è un Papa, è solo il direttore generale di un Cda la cui ragione sociale è umana, troppo umana. Il fatto, 9,3,2015

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FUORI DAL CORONon indica un inizio ma il segno della finedi Pietrangelo ButtafuocoLeffetto Marziano a Roma gi alle sue spalle. Francesco Bergoglio, il Papa che piace a tutti, ha gi esaurito la metafora di Ennio Flaiano. Le Citt eterna, infatti, ha pi che digerito la novit. Non c, Diocenescampi, la pernacchia allangolo di Via Veneto ma ci che compete a questo Pontificato solo reiterazione del popolaresco. Perfino Sergio Mattarella (uno che col cattocomunismo ci campa), prendendo il tram, ricalca leffetto torpedone del Papa ma tutta questa estetica della sottrazione del fastocuriale, in Bergoglio, non sottrazione mondana e non neppure il jihad del francescanesimo. solo tristo poveraccismo.Lelezione di papa Francesco seguita alle dimissioni di papa Benedetto XVI. Non con la morte di una papa che se n fatto un altro e la presenza di due pontefici, quella che in altri tempi avrebbe determinato uno scisma, nella beata epoca dei beoti ha assunto un tono easy. Il vecchio sceso dalla Croce per sparire dalla scena e chiudersi confortato da musica, studi e preghiere in un eremo. In circostanze solenni, invece, i due il bavarese e lattuale regnante, largentino hanno raddoppiato leffetto bianco:due di un trono doppio, quello di mistificazione e rinuncia.Lelezione di Bergoglio sorge dalla rinuncia dellultimo successore di Pietro. Un segno pi che un lapsus. Un potente scrittore, Sergio Claudio Perroni, con Renuntio vobis (edizioni Bompiani) ha saputo ricostruire in un dialogo (con le parole delle Sacre Scritture), lincontro tra il vecchio che getta lAnello del Pescatore e il suo unico interlocutore possibile, la verit del Sacro. venuto dalla fine del mondo, Papa Francesco. Ecco, il lapsus. Ha preso un nome che gli ha permesso di numerare col principio ma tutto il suo teatro un ammiccare alla fine. Ogni suo gesto dalla valigetta ventiquattrore allappartamento di Santa Marta, svuotando il Vaticano un prologo al finale. Attento, in ogni sua azione, a ricavarne il plauso dello spirito del tempo, volge tutto in parodia.Chiama Marco Pannella durante uno dei suoi digiuni quando prima di questa scenetta, con altra tempra, e con pi rovente battaglia, Giovanni Paolo II scriveva una lettera a Bobby Sands, leroe della libert dIrlanda. Lo supplicava dinterrompere il digiuno e gli inviava certo di non poter smuovere dal proposito di lotta quel guerriero la Croce doro con cui i fedeli di San Patrizio avrebbero poi aperto il corteo funebre di Bobby Sands, combattente dellEsercito repubblicano irlandese.Piace alla gente perch fa arrestare un vescovo pedofilo, alza i lai contro lomert e le complicit della Chiesa ma, forte della buona coscienza proprio dellInferno, fa un errore blu in punto di caritas se non di pietas: non combatte il peccato, mette le manette ai peccatori. Papa Francesco, perfetto per i souvenir delle bancarelle, sembra sparlare da una centuria di Nostradamus. nel finale di partita perch sacralit e carisma, con lui, sono optional.Non un Papa, solo il direttore generale di un Cda la cui ragione sociale umana, troppo umana.

Il fatto, 9,3,2015