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FEBBRAIO 2019 Il futuro della sicurezza alimentare: quale il prossimo passo? BUSINESS ASSURANCE VIEWPOINT REPORT SAFER, SMARTER, GREENER

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FEBBRAIO 2019

Il futuro della sicurezza alimentare: quale il prossimo passo?

BUSINESS ASSURANCE

VIEWPOINT REPORT

SAFER, SMARTER, GREENER

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02VIEWPOINT REPORT

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03VIEWPOINT REPORT

INTRODUZIONE

METODOLOGIA E CAMPIONE DI RICERCA

ATTRIBUTI DELLE AZIENDE NEL GRUPPO DEI LEADER

GUIDA ALLA LETTURA

INDICE

07 PRINCIPALI EVIDENZE

07 Obiettivo: proteggere il consumatore e rispettare le normative

08 Cresce la cultura della sicurezza alimentare11 I vantaggi delle iniziative per la sicurezza alimentare 12 Crescente rilevanza per la strategia di business 14 Proseguono gli investimenti in sicurezza alimentare 15 Certificazione: un ‘passaporto’ per la sicurezza

alimentare 16 Il valore della certificazione 21 Gestire la supply chain 28 La sicurezza alimentare e le nuove tecnologie

digitali

37 CONSIDERAZIONI FINALI

38 L’APPROCCIO DEL LEADER ALLA SICUREZZA ALIMENTARE

39 SCHEDA ITALIA

41 APPENDICE

47 CREDITI

IN PRIMO PIANO

10 Sfidare la complessità con la cultura18 Approfondimenti dagli audit sui sistemi di gestione della sicurezza alimentare25 La gestione sostenibile della catena di fornitura nel settore Food & Beverage 27 L’indagine attuale e lo studio di efficacia 2014 di CGF/GFSI: risultati a confronto33 Tendenze della digitalizzazione nella sicurezza alimentare

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04VIEWPOINT REPORT

La sicurezza alimentare è un tema che continua a suscitare grande attenzione e dibattito in tutto il mondo. Secondo una pubblicazione del 2018 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), sono oltre 200 le malattie che si trasmettono attraverso i cibi. Ogni anno una persona su 10 si ammala a causa di cibi contaminati, che portano al decesso di 420 mila persone l’anno. Sono particolarmente a rischio i più piccoli, sotto i cinque anni d’età, e ben 125 mila bambini muoiono ogni anno a causa di malattie alimentari.

* https://www.who.int/features/factfiles/food_safety/en/** https://www.who.int/foodsafety/areas_work/infosan/INFOSAN-QS4/en/*** The Safe Food Imperative Accelerating Progress in Low- and Middle-Income Countries, World Bank, 2019

La pubblicazione evidenzia inoltre che un numero crescente di batteri potenzialmente pericolosi sta diventando resistente ai trattamenti farmaceutici e che la globalizzazione sta rendendo ancora più complessa, ma vitale da implementare, la sicurezza alimentare. La produzione nelle aziende agricole, le trasformazioni iniziali (come il macello per il bestiame o il raccolto per i vegetali), lo stoccaggio, il trasporto e la distribuzione sono alcuni esempi citati dall’OMS di fasi lungo la catena del valore agroalimentare in cui è più probabile che si verifichi una contaminazione: una complessità di processo che fa della sicurezza alimentare un oggetto di studio multisettoriale e multidisciplinare*.

Soltanto nel quarto trimestre del 2018 il segretariato dell’OMS responsabile della sicurezza alimentare (INFOSAN) è stato attivato per 19 incidenti di sicurezza alimentare che hanno interessato 65 Paesi membri in tutte le aree geografiche: 29 in Europa, seguita dalle Americhe con 15, l’Africa e il Pacifico Occidentale con 9, il Mediterraneo Orientale con 4 e infine il Sudest Asiatico con 2**.

Secondo un altro rapporto, pubblicato dalla Banca Mondiale***, “…i costi associati a cibi non sicuri sono elevati, specialmente in Asia e nell’Africa subsahariana dove si riscontra la maggiore incidenza di malattie alimentari. Oltre ai costi legati alla sanità [con un tributo in termini di vite umane], sono associate ai problemi di sicurezza alimentare anche perdite di produttività, turbative dei mercati e ostacoli alle esportazioni agroalimentari. D’altro canto, molti problemi associati a cibi non sicuri si possono risolvere con pratici e poco costosi cambiamenti alle infrastrutture in diversi passaggi della catena del valore agroalimentare, compresi la produzione di cibi tradizionali e i canali di distribuzione”.

Per contribuire a chiarire maggiormente queste tematiche e supportare i miglioramenti, DNV GL – Business Assurance e The Global Food Safety Initiative (GFSI) hanno condotto in partnership un’indagine tra gli attori del settore Food & Beverage. Il presente report illustra i risultati dell’indagine e approfondisce alcuni aspetti dell’approccio alla sicurezza alimentare e alle certificazioni di terza parte.

Introduzione

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05VIEWPOINT REPORT

L’indagine è stata condotta tra novembre e dicembre 2018 e ha interessato 1.643 specialisti di aziende Food & Beverage lungo tutta la catena del valore in Europa, Nord America, Centro-Sud America e Asia.

* https://www.mygfsi.com/certification/recognised-certification-programmes.html

Il campione è costituito da clienti di DNV GL – Business Assurance e da aziende certificate secondo almeno un programma di certificazione riconosciuto da GFSI. In totale, l’88% delle aziende nel campione è certificato secondo un programma riconosciuto*.

L’indagine non è da considerarsi come statisticamente rappresentativa di tutte le aziende nelle rispettive aree geografiche, settori e comparti. Il questionario è stato somministrato utilizzando la metodologia CAWI (Computer Assisted Web Interviewing).

Metodologia e campione di ricerca

North America 38.6%

Central and South America 2.5%

Europe 48.7%

Asia 8.8%

Other 1.4%

Figura 1: Distribuzione geografica delle aziende del campione

Nel campione sono state considerate come LEADER 241 aziende in totale, individuate sulla base di requisiti definiti dal team di progetto:

■ aziende che considerano la sicurezza alimentare importante in grande misura per la strategia di business complessiva; ■ aziende che attualmente si valutano come leader nella gestione della sicurezza alimentare; ■ aziende che fra tre anni prevedono di investire in sicurezza alimentare in misura uguale o superiore a oggi.

I LEADER rappresentano il 15% di tutti i rispondenti e l’analisi delle loro risposte offre spunti di approfondimento sulle buone pratiche e la filosofia delle aziende che presentano un approccio più maturo alla sicurezza alimentare.

Attributi delle aziende nel gruppo dei LEADER

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06VIEWPOINT REPORT

BY INDUSTRYBY COMPANY SIZE

Figura 2: Aziende del campione per dimensioni (numero di dipendenti) e settore di attività

■ I dati cerchiati in verde nelle figure sono significativamente al di sopra della media della ricerca. I dati cerchiati in rosso sono significativamente al di sotto.

■ NS/NR (DK/DA) sta per “non sa/non risponde”.

■ I valori riportati nei grafici sono ottenuti da: la totalità dei rispondenti; i rispondenti in diverse aree geografiche; i rispondenti di aziende certificate secondo uno standard GFSI; i rispondenti delle aziende standard LEADER.

■ Quando il campione è particolarmente ridotto (meno di 50 rispondenti) i numeri sono meno significativi statisticamente e occorre tenerne conto nella lettura dei relativi commenti.

■ Le tabelle in Appendice riportano i punteggi ottenuti per dimensioni aziendali e per comparti dell’industria agroalimentare (settore primario, packaging ecc.).

■ Quando il termine LEADER si riferisce al gruppo di aziende con i requisiti sopra indicati, appare sempre in lettere tutte maiuscole.

■ Nelle tabelle, il termine “piccole aziende” si riferisce a imprese fino a 50 dipendenti.

■ Nelle tabelle, il termine “grandi aziende” si riferisce a imprese con almeno 1.000 dipendenti.

■ Per comodità di lettura, in tutto il testo il termine “media” è utilizzato per definire i valori medi (mean score) rispetto a tutti i rispondenti.

■ Ai fini dell’indagine, “consumatore” si riferisce alla persona fisica che consuma gli alimenti, mentre “cliente” si riferisce alla persona giuridica (in genere un’azienda) che acquista prodotti o servizi dalle aziende rispondenti.

Guida alla lettura

IndustryCompany size

6.1%

38.1%

29.6%

8.1%

7.5%

3.0%

7.6%

Up to 10

11 to 99

100 to 499

500 to 999

1000 to 2999

3000 to 4999

Missing

14.9%

67.9%

3.4%

11.1%

10.1%

8.5%

2.6%

3.6%

Primary (i.e. agriculture, animal farming, aquaculture)

Food processing/manufacturing

Feed manufacturing

Packaging manufacturing

Trade (wholesale, retail, brokers and agents)

Storage and distribution

Food service (e.g. restaurants, canteens)

Other

IndustryCompany size

6.1%

38.1%

29.6%

8.1%

7.5%

3.0%

7.6%

Up to 10

11 to 99

100 to 499

500 to 999

1000 to 2999

3000 to 4999

Missing

14.9%

67.9%

3.4%

11.1%

10.1%

8.5%

2.6%

3.6%

Primary (i.e. agriculture, animal farming, aquaculture)

Food processing/manufacturing

Feed manufacturing

Packaging manufacturing

Trade (wholesale, retail, brokers and agents)

Storage and distribution

Food service (e.g. restaurants, canteens)

Other

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07VIEWPOINT REPORT

PRINCIPALI EVIDENZEObiettivo: proteggere il consumatore e rispettare le normative

Gli attori del settore Food & Beverage sono consapevoli dell’importanza che riveste la sicurezza alimentare: le loro principali preoccupazioni sono il benessere dei consumatori e la conformità alle normative. Proteggere i consumatori è di gran lunga il fattore più importante per i rispondenti in tutti i settori, le dimensioni e le aree geografiche (88%), seguito dalla conformità a leggi e normative (69%), mentre al terzo posto si posizionano le richieste dei clienti (61%). Per contro, i benefici commerciali ottengono in generale punteggi bassi (40% o meno): garantire la sicurezza alimentare sembra quindi percepito più come un prerequisito per corrette pratiche di business che come un vantaggio competitivo.

Sebbene la protezione dei consumatori e la conformità alle normative siano aspetti chiave per tutto il settore, emergono anche altri trend. Le grandi aziende, per esempio, hanno scelto tra le diverse opzioni una gamma più ampia di motivazioni, dimostrando di riconoscere che la sicurezza alimentare abbia un impatto più ampio. Va anche sottolineato che, mentre i rispondenti europei hanno assegnato punteggi molto alti alle prime tre opzioni (in particolare alle richieste dei clienti), quelli in Centro-Sud America e in Asia hanno fornito risposte più diversificate. Ciò indica che le motivazioni sono leggermente diverse in queste aree.

OLTRE I FATTI SCONTATII LEADER danno maggiore importanza a più voci, tra le quali la continuità operativa e le preoccupazioni dell’opinione pubblica, riconoscendo un ventaglio più ampio di benefici derivanti dal focus sulla sicurezza alimentare.

In un’organizzazione sono diverse le motivazioni che spingono a focalizzarsi sulla sicurezza alimentare. Nella vostra azienda in particolare, perché è importante?

Figura 3: Motivi di attenzione per la sicurezza alimentare

Europe North America

Central & South

AmericaAsia

88.3

69.3

60.9

55.1

40.5

39.1

35.3

34

34

33.5

19.7

14.5

0.2

0.6

TOTALn=1,643

GFSI LEADERS

728 577 37 131

91.9% 85.4% 89.2% 84.7%

70.6% 66.9% 54.1% 83.2%

65.1% 56.2% 56.8% 60.3%

49.3% 57.7% 75.7% 60.3%

32.4% 48.5% 35.1% 50.4%

34.1% 41.4% 59.5% 46.6%

35.7% 32.9% 59.5% 38.9%

30.8% 37.6% 24.3% 36.6%

28.2% 37.3% 54.1% 38.2%

31.0% 37.4% 27.0% 29.0%

17.4% 20.8% 32.4% 19.8%

12.6% 17.0% 13.5% 9.9%

0.0% 0.3% 0.0% 0.8%

0.4% 0.3% 2.7% 1.5%

Safeguarding the health of consumers

Laws and regulations

Needs/requests from customers

Brand reputation

Proactive strategy for demonstratingcommitment towards consumers

Competition or competitive advantage

Internal policy (e.g. through corporaterequirements or requirements from owners)

Public concern

Business continuity

Economic (e.g. financial savings,loss prevention)

Safeguarding property/management

Insurance requirements (private/public)

Don’t know

Other

1,453

89.6%

70.0%

63.0%

55.2%

40.8%

39.8%

35.7%

34.9%

34.4%

33.9%

20.5%

14.9%

0.2%

0.6%

241

96.3%

64.7%

61.0%

64.3%

50.2%

40.2%

44.8%

40.2%

40.7%

36.5%

31.5%

17.0%

0.0%

1.2%

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08VIEWPOINT REPORT

Cresce la cultura della sicurezza alimentare

* v. Appendice, pag.41

Alla domanda sui rischi, il 77% dei rispondenti ha comprensibilmente indicato quelli operativi (rischi chimici, fisici, o contaminazione microbiologica) quale maggiore minaccia alla sicurezza alimentare. In seconda posizione, comunque, si trova la carenza di cultura della sicurezza alimentare che, indicata dal 31% dei rispondenti, precede la conformità alle normative (28%) e la mancata gestione della catena di fornitura (21%).

La percezione dei rischi sembra essere influenzata anche dal settore a cui afferiscono le aziende. Quelle manifatturiere (ovvero della trasformazione alimentare) sono più focalizzate sui rischi operativi mentre le aziende commerciali (distributori e retail), a causa della natura delle loro attività, sono più preoccupate dalla mancata gestione della catena di fornitura e dalla carenza di competenze nell’ambito della sicurezza alimentare*.

Selezionate le principali aree di rischio per la sicurezza alimentare nella vostra azienda. Figura 4: Principali aree di rischio relative alla sicurezza alimentare

Europe North America

Central & South

AmericaAsia

728 577 37 131

82.4% 71.4% 70.3% 69.5%

25.3% 33.3% 59.5% 35.1%

31.2% 24.6% 24.3% 29.0%

20.3% 17.7% 35.1% 35.9%

19.5% 16.1% 16.2% 35.1%

18.8% 13.9% 32.4% 31.3%

19.6% 12.5% 21.6% 27.5%

9.1% 8.7% 16.2% 22.9%

8.0% 4.3% 0.0% 8.4%

1.4% 3.3% 5.4% 3.1%

1.5% 4.2% 0.0% 2.3%

TOTALn=1,643

76.7%

30.9%

28.0%

21.4%

19.8%

18.7%

18.3%

10.5%

6.5%

2.3%

DK/DA 2.4%

Operational risks (e.g. chemical, physical,microbiological contamination,

allergen cross contact)

Lack of Food Safety culture

Compliance with statutory and regulatoryrequirements

Lack of management of the supply chain,incl. low performance of subcontractors

Lack of competence in the Food Safety area

Risks related to development of newproducts and/or use of new ingredients

Food fraud vulnerability

Risk associated with development of newtechnologies

Opposition from some influential stakeholdergroups (e.g. vegetarian, sustainability

oriented organizations)

Other

GFSI

1,453

78.7%

29.9%

27.5%

20.9%

18.4%

18.6%

18.7%

10.4%

6.4%

2.1%

2.3%

LEADERS

241

88.4%

16.2%

30.3%

20.7%

13.7%

21.6%

24.1%

12.9%

11.6%

2.5%

0.4%

IN PRIMA LINEA PER LA CULTURA DELLA SICUREZZALa mancanza di focus sulla sicurezza alimentare non è percepita come un rischio dai LEADER, che sembrano dedicare maggiore attenzione ad aspetti che ricevono invece punteggi più bassi da parte del campione. Tra questi, le frodi alimentari e le contestazioni da parte di gruppi di pressione. I LEADER hanno già sviluppato le competenze necessarie e sono più consapevoli dell’impatto della sicurezza alimentare sulla continuità operativa, oltre che sugli stakeholder e l’opinione pubblica.

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09VIEWPOINT REPORT

Le azioni più efficaci intraprese dalle aziende per mitigare i rischi si concentrano sui sistemi di sicurezza alimentare: HACCP (85%), procedure per garantire la sicurezza nelle fasi iniziali di progettazione di un prodotto (68%) e un sistema di gestione (es. ISO 22000) che copra i requisiti di produzione e permetta al contempo di ottenere un miglioramento continuo (66%). A poca distanza, in quarta posizione, si trova la cultura della sicurezza, a indicare che è un aspetto in crescita.

Quasi tutte le voci ottengono punteggi superiori al 50% e questo suggerisce che molte aziende trovano efficace intraprendere più azioni diverse. La percezione dell’efficacia varia secondo i comparti. I sistemi di gestione ottengono punteggi più alti nelle aziende manifatturiere, mentre i programmi per la supply chain si dimostrano più efficaci per i retailer e i distributori (v. Appendice, pag. 41).

Selezionate le azioni pianificate o intraprese finora per valutare o mitigare i rischi sopra individuati e assegnate un punteggio sulla base della scala di valutazione sottostante.

Figura 5: Efficacia delle azioni di mitigazione dei rischi

Europe North America

Central& South America

Asia

728 577 37 131

92.9% 76.6% 86.5% 84.7%

72.3% 63.1% 86.5% 68.0%

73.0% 55.4% 81.0% 80.2%

66.1% 61.5% 72.9% 62.6%

61.4% 57.1% 70.2% 55.0%

58.1% 47.6% 64.8% 51.9%

56.2% 43.9% 75.6% 51.2%

31.0% 33.2% 51.3% 35.9%

% Top 2 BoxesHighly effective + Effective

85.0%

68.0%

66.2%

63.7%

60.0%

53.5%

51.6%

32.7%

Definition and implementation of a HACCP-based system

Issuance of procedures aimed to ensure Food Safety as from the design phase of a product

A management system (e.g. ISO 22000) covering the production requirements

and achieving

Development of a Food Safety culture program intended to promote behavior-based food safe

Development of a risk-based supply chain management program

Defining procedure/ technical specification for subcontractor(s)

Identification of specific technical competences and development of programs

to grow or to recruit people

Other mitigation actions

TOTALn=1,643

GFSI

1,453

87.9%

69.9%

68.6%

64.9%

61.1%

55.0%

52.9%

33.8%

LEADERS

241

97.1%

88.4%

83.8%

88.0%

80.0%

76.7%

75.9%

43.6%

VERSO UN APPROCCIO OLISTICOI LEADER presentano punteggi più elevati della media per tutte le azioni e sembrano adottarne una gamma più ampia e più numerosa. È degno di nota che i LEADER pongano in terza posizione i programmi per la cultura della sicurezza alimentare, nella cui implementazione sono più avanzati rispetto al campione generale.

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10VIEWPOINT REPORT

Molte organizzazioni si stanno confrontando con la sfida di migliorare la qualità, e quindi l’efficacia, della loro cultura della sicurezza alimentare. È in corso infatti un grande dibattito, con la pubblicazione di diversi studi, su come costruire una forte cultura di questo tipo, eppure esiste scarso consenso su cosa la costituisca. Nella sua pubblicazione A culture of Food Safety, GFSI afferma che “la cultura trae la sua forza dal non detto, dagli aspetti intuitivi come la semplice osservazione e da credenze radicate come ‘questa è la cosa giusta da fare’ e ‘questo non lo faremo mai’. Le regole ribadiscono dei fatti, la cultura vive attraverso l’esperienza umana”. Attingendo a questo concetto, la pubblicazione prosegue definendo la cultura della sicurezza alimentare come un insieme di

“valori, credenze e norme condivise che influenzano la mentalità e i comportamenti riguardo la sicurezza alimentare in tutta l’organizzazione”. Commenti e definizioni che dimostrano come la capacità della cultura sia complementare ai sistemi.

Focalizzandosi su aspetti pragmatici e utili per il settore, la pubblicazione GFSI fornisce un quadro di riferimento che definisce le dimensioni chiave per costruire una cultura della sicurezza alimentare, con domande di orientamento per ciascun elemento delle dimensioni. Le aziende possono così effettuare un’autodiagnosi e delineare un piano per la cultura della sicurezza alimentare a partire dai temi emersi dalle domande di orientamento.

Sfidare la complessità con la cultura

Riferimento: documento GFSI, del 4 novembre 2018:https://www.mygfsi.com/images/A_Culture_Of_Food_Safety/GFSI-Food-Safety-Culture-FULL-VERSION.pdf

Nella supply chain agroalimentare il grado di complessità è oggi più elevato che mai. Aspettative più alte comportano anche maggiori rischi e, per garantire la gestione del rischio in tutti i passaggi delle catene di produzione, trasformazione e distribuzione, l’industria agroalimentare sta investendo sempre più in sistemi per la sicurezza alimentare. Per affrontare la sfida in continua evoluzione di soddisfare i bisogni alimentari del pianeta è necessario superare i tradizionali approcci basati sulla compliance. Avere implementato gli standard corretti, con i più adeguati sistemi di gestione e piani di auditing, è solo il primo passo. Nell’industria agroalimentare cresce la consapevolezza che nemmeno i migliori requisiti e sistemi riescono a essere efficaci senza una forte cultura aziendale della sicurezza alimentare

Business structure,values and purpose

Setting directions and expectations

Lesdership and messaging

Stakeholders

Governance

Communications

Learning organisation

Incentives, rewardsand recognition

Accountability

Performance management

Documentation

Food safety expectations and current state

Agility

Change, crisis management and problem solving

Foundational hazard information and education

Employee engagement

Verify hazard and risk awareness

Vision and mission People Consistency AdaptabilityHazards and

risk awareness

Le cinque dimensioni e componenti critiche della sicurezza alimentare sono:

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11VIEWPOINT REPORT

I vantaggi delle iniziative per la sicurezza alimentare

Tra i vantaggi ottenuti dalle aziende grazie alle azioni di mitigazione dei rischi, molto al di sopra degli altri fattori si distingue la compliance con i requisiti legali e normativi, con l’81%. A una certa distanza completano il podio dei primi tre fattori la diminuzione degli incidenti e dei richiami e il miglioramento dell’immagine e della reputazione del marchio. Tra le preoccupazioni del settore sono chiaramente in primo piano le normative di sicurezza alimentare, mentre i requisiti HACCP e le procedure, come i sistemi di gestione della sicurezza alimentare, contribuiscono a indirizzare la conformità alle normative e far diminuire gli incidenti.

In Asia i primi tre vantaggi sono gli stessi, ma i punteggi sono più elevati che per il campione generale. Va sottolineato che in quest’area la sicurezza alimentare sta diventando una priorità per i governi, che in anni recenti sono intervenuti per rafforzare in modo significativo i sistemi nazionali di controllo alimentare.

Quali vantaggi ha ottenuto la vostra azienda dalle azioni di mitigazione dei rischi intraprese?

Figura 6: Vantaggi delle azioni di mitigazione

EuropeNorth

America

Central & South

AmericaAsia

728 577 37 131

83.4% 77.8% 89.2% 84.7%

52.7% 42.3% 45.9% 54.2%

40.0% 34.3% 48.6% 51.9%

38.9% 31.2% 24.3% 31.3%

30.4% 32.6% 56.8% 45.8%

25.5% 16.8% 24.3% 33.6%

22.8% 17.7% 16.2% 35.1%

17.6% 15.6% 29.7% 16.8%

14.0% 15.3% 16.2% 19.1%

6.2% 12.8% 10.8% 10.7%

2.5% 5.7% 0.0% 0.0%

TOTALn=1,643

81.1%

48.8%

39.7%

35.4%

33.7%

23.1%

22.4%

17.2%

15.2%

9.6%

3.3%

Improved ability to comply with legal requirementsand to ensure regulatory compliance

Decrease of incidents/recalls

Improved public image/brand reputation

Improved relations with authorities(e.g. regulatory bodies)

Competitive advantage

Improved relations with other stakeholders(e.g. contractors)

Market (e.g. increase in market share)

Shareholders’ satisfaction

Financial savings

Other benefits

No benefits achieved

GFSI

1,453

83%

50%

40%

36%

35%

24%

23%

18%

15%

10%

3%

LEADERS

241

88%

61%

49%

45%

44%

31%

28%

26%

21%

11%

2%

PIÙ ESPERIENZA, PIÙ VANTAGGII LEADER presentano punteggi più elevati per quasi tutte le voci e sembrano ottenere dalle loro azioni di mitigazione dei rischi un insieme di vantaggi più olistico.

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12VIEWPOINT REPORT

Crescente rilevanza per la strategia di business

Per il 90% del campione, la sicurezza alimentare è rilevante per la strategia di business. Soltanto il 63%, tuttavia, la considera tale in grande misura e questo sembra suggerire che l’esigenza di garantire la sicurezza dei consumatori e la compliance operativa mettano in secondo piano i processi strategici. È comunque lecito attendersi che l’importanza di questi ultimi crescerà in futuro.

La prospettiva a tre anni da oggi mostra un incremento nelle risposte ‘in grande misura’ al

69% rispetto dal 63% di oggi e una significativa diminuzione di quelle ‘in una certa misura’ al 18% dal 28% di oggi. Praticamente nessuna azienda considera la sicurezza alimentare non rilevante per la propria strategia di business.

Le aziende produttrici, i distributori e il retail prevedono un aumento delle problematiche relative alla sicurezza alimentare (v. Appendice, pag. 41) che potrebbe essere collegato alla crescente attenzione verso temi quali il supply chain management e la trasparenza.

In che misura le problematiche di sicurezza alimentare sono rilevanti nella strategia di business complessiva della vostra azienda?

Figura 7: Rilevanza per la strategia di business

Europe North America

Central & South

AmericaAsia

728 577 37 131

64.4% 60.0% 67.6% 58.8%

28.4% 29.5% 21.6% 30.5%

4.5% 6.9% 2.7% 6.9%

0.7% 1.2% 0.0% 2.3%

0.4% 1.0% 2.7% 0.8%

TOTALn=1,643

62.8%90%

27.6%

5.7%

1.0%

Great extent

Some extent

Not much

Not at all

DK/DA 2.9%

GFSI

1.453

64.7%

27.5%

4.8%

0.8%

2.2%

Today

69.1% 68.5% 75.7% 64.1%

20.1% 15.3% 10.8% 22.1%

3.0% 4.2% 0.0% 5.3%

0.3% 1.0% 0.0% 2.3%

4.8% 8.3% 8.1% 1.5%

Great extent

Some extent

Not much

Not at all

68.6%

17.5%

3.6%

0.7%

DK/DA 9.6%

69.1%

18.2%

3.0%

0.7%

9.0%

3 years from now

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13VIEWPOINT REPORT

Dalle risposte emerge l’impegno del settore a fare progressi in tema di sicurezza alimentare. Se si analizza il livello di maturità nella gestione, attualmente la percentuale di aziende che si autovalutano come leader su una scala da uno a cinque è relativamente bassa (22%). Il quadro risulta però migliore a tre anni da oggi, con circa un rispondente su due che si aspetta di avere compiuto progressi significativi quanto a livello di maturità nella gestione della sicurezza alimentare.

Ne risulta in incremento pari a 27 punti percentuali delle aziende che si considerano leader nel quadro a tre anni da oggi.

Le grandi aziende sono più mature rispetto al campione in generale e presentano percentuali più elevate di rispondenti che si considerano leader tanto oggi quanto fra tre anni (v. Appendice, pag. 41).

Dal punto di vista della maturità nella gestione della sicurezza alimentare, dove posizionereste la vostra aziende in una scala da 1 a 5?

Figura 8: Maturità nella sicurezza alimentare

21.5%

47.3%

21.3%

5.4%

1.30%

Leading

Developing

Building

Starting

Discovering

Europe North America

Central & South

AmericaAsia

728 577 37 131

24.0% 22.2% 24.3% 9.9%

50.0% 44.4% 45.9% 50.4%

19.0% 22.4% 21.6% 31.3%

4.5% 5.9% 0.0% 5.3%

0.5% 2.4% 2.7% 0.8%

2.0% 2.7% 5.5% 2.3%

45.2% 53.2% 75.7% 38.9%

37.8% 28.6% 16.2% 45.0%

7.4% 5.9% 2.7% 6.1%

0.8% 1.2% 0.0% 3.1%

0.3% 0.0% 0.0% 0.0%

8.5% 11.1% 5.4% 6.9%

Leading

Developing

Building

Starting

Discovering

48.6%

33.6%

6.6%

1.1%

0.20%

DK/DA 3.2%

DK/DA 9.9%

TOTALn=1,643

GFSI

1,453

22.8%

49.5%

20.6%

4.0%

0.8%

2.3%

49.5%

34.1%

6.1%

1.0%

0.1%

9.2%

Today

3 years from now

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14VIEWPOINT REPORT

Proseguono gli investimenti in sicurezza alimentare

Indipendentemente dalle dimensioni, il settore o l’area geografica, le aziende intendono continuare a investire in sicurezza alimentare. In totale, il 42% risponde che manterrà il livello di investimenti attuale e quasi un’azienda su due intende investire anche di più.

L’Asia si distingue per la maggiore intenzione di investire più di oggi (14 punti percentuali in più

rispetto al totale del campione) a conferma del forte impegno delle aziende della regione a migliorare la sicurezza alimentare.

Anche le grandi aziende investiranno più di oggi in proporzione maggiore rispetto alle piccole (v. Appendice, pag. 41).

Prevede che la vostra azienda investirà di più in sicurezza alimentare nei prossimi tre anni? Figura 9: Investimenti futuri in sicurezza alimentare

More than today

Same as today

Less than today

No investments at all

DK/DA

47.9%

41.6%

1.8%

0.9%

Europe North America

Central & South

AmericaAsia

728 577 37 131

40.8% 51.1% 54.1% 61.8%

50.4% 37.6% 37.8% 28.2%

1.8% 1.7% 0.0% 3.1%

0.5% 1.6% 0.0% 0.0%

6.5% 8.0% 8.1% 6.9%

TOTALn=1,643

7.8%

GFSI

1,453

46.7%

43.8%

1.9%

0.8%

6.8%

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15VIEWPOINT REPORT

Certificazione: un ‘passaporto’ per la sicurezza alimentare

Le richieste dei clienti (attuali e potenziali) sono uno dei primi tre fattori che spingono le aziende a certificare i loro sistemi di sicurezza alimentare. Dalle risposte emerge chiaramente che i clienti utilizzano la certificazione per gestire i fornitori e che la considerino come una sorta di ‘pass’ per gli scambi commerciali lungo la catena del valore, in cui gli assessment dei fornitori stanno diventano più stringenti che mai.

Per il 54% la certificazione è anche un modo per migliorare i programmi di sicurezza alimentare. Le aziende ne riconoscono il valore per il business nel suo complesso, a indicare che esiste una combinazione di più fattori interni e motivazioni.

In questo senso, le grandi aziende appaiono più guidate da fattori interni (v. Appendice, pag. 41) e lo stesso accade per i rispondenti in Asia, che hanno scelto con maggiore frequenza rispetto al totale del campione fattori anch’essi interni come il miglioramento di sistemi di sicurezza alimentare e il miglioramento continuo del business. Risultati che suggeriscono come le aziende asiatiche siano molto focalizzate sul miglioramento della sicurezza alimentare anche al di là delle richieste, per esempio, dei potenziali clienti.

Indicate i primi tre fattori che hanno portato alla certificazione del vostro sistema di sicurezza alimentare (o sistema di gestione).

Figura 10: fattori per la certificazione della sicurezza alimentare

Europe North America

Central & South

AmericaAsia

728 577 37 131

84.5% 79.6% 81.1% 62.6%

53.3% 52.3% 54.0% 65.6%

48.1% 48.4% 51.3% 37.4%

28.1% 24.2% 18.9% 32.1%

24.3% 21.0% 16.2% 25.9%

15.7% 17.5% 27.0% 9.2%

14.2% 14.5% 5.4% 17.6%

16.7% 11.3% 10.8% 15.3%

1.7% 2.5% 0.0% 3.8%

% I most important

% I + II + III most importantTOTALn=1.643

79.4%

53.6%

46.2%

27.0%

22.5%

16.1%

14.2%

14.2%

2.2%

55.0%

17.0%

6.9%

4.4%

2.9%

1.9%

1.8%

1.9%

1.0%Other

GFSI

1,453

85.2%

56.1%

49.3%

28.0%

23.3%

17.6%

14.7%

14.1%

1.9%

LEADERS

241

77.7%

60.5%

39.4%

33.6%

24.0%

15.7%

16.2%

18.1%

1.2%

Existing customer requirement, to continuedoing business with them

To improve our Food Safety program

Potential new customer requirement, to startdoing business with them

To help drive continuousbusiness improvement

To improve our business reputation generally

To reduce the number of 3rd partyFood Safety audits done on us

To improve the documentation of ourFood Safety management system

To improve our operational efficiency

ALL’AVANGUARDIA DEI MIGLIORAMENTII LEADER assegnano ai programmi di sicurezza alimentare e alla necessità di guidare il miglioramento continuo punteggi superiori rispetto al campione nel suo insieme, riconoscendo il valore della certificazione a supporto di questi due obiettivi aziendali.

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16VIEWPOINT REPORT

Il valore della certificazione

Alla domanda sui diversi vantaggi che derivano dalla certificazione del proprio sistema di sicurezza alimentare, le aziende hanno assegnato punteggi elevati a parecchi aspetti, confermando che i vantaggi di una certificazione sono numerosi. Una considerazione che risulta ancora più valida nei Paesi esportatori, come quelli del Centro-Sud America e dell’Asia.

Si nota una corrispondenza tra rischi percepiti dalle aziende e benefici ottenuti dalla certificazione e le relative risposte appaiono allineate. Per esempio, il vantaggio con il più alto punteggio in assoluto si rispecchia nell’elevato posizionamento tra i rischi, al terzo posto, di quelli connessi alla conformità con leggi e normative (28%). La certificazione si conferma quindi un valido strumento per indirizzare i principali rischi legati alla sicurezza alimentare.

Oltre alla compliance, gli altri vantaggi principali sono la migliore qualità e sicurezza del prodotto (79%) e la maggiore consapevolezza e cultura tra i dipendenti (78%): la certificazione si presenta quindi anche come una possibile risposta al rischio individuato nella carenza di cultura della sicurezza alimentare.

Emergono comunque alcune differenze. La qualità del prodotto è un vantaggio importante per le aziende che lavorano nella trasformazione alimentare e nella produzione di packaging. Le grandi aziende ottengono meno benefici in termini di fattori esterni, mentre le aziende certificate secondo uno schema riconosciuto da GFSI sembrano ottenere i maggior vantaggi e mostrano percentuali più elevate per la maggior parte di essi (v. Appendice, pag. 41).

Un’azienda può ottenete diversi vantaggi dalla certificazione del proprio sistema di sicurezza alimentare. Riguardo alla vostra azienda, quanto siete d’accordo sui vantaggi elencati di seguito?

Figura 11: Vantaggi della certificazione della sicurezza alimentare

Europe North America

Central & South

AmericaAsia

728 577 37 131

90.4% 82.3% 86.5% 87.8%

81.2% 74.9% 86.5% 89.3%

80.8% 74.9% 86.4% 79.4%

77.7% 71.9% 83.7% 75.6%

71.0% 68.1% 70.2% 65.6%

68.2% 61.7% 83.8% 77.8%

64.7% 64.3% 81.0% 68.0%

61.2% 64.6% 83.7% 68.0%

63.5% 58.3% 83.7% 67.2%

58.9% 61.3% 72.9% 63.3%

19.0% 28.8% 35.1% 30.5%

% Top 2 BoxesAgree Strongly + Agree

TOTALn=1,643

86.3%

79.4%

77.7%

74.8%

68.9%

67.0%

65.3%

63.8%

62.6%

60.8%

24.7%

Improved ability to comply with legal require-ments and ensure regulatory compliance

Improved product quality/safer food

Better employee awareness and engagement

Enhanced management commitment

Improved relations with relevant authorities

Decrease in incidents/loss reduction

Improved public image/brand reputation

Obtain a competitive advantage

Improved relations with other stakeholders

Market opportunities (e.g. increase in marketshare)

Advantages with banks and insurancecompanies (e.g. lower insurance rates)

GFSI

1.453

91.1%

83.4%

82.1%

79.0%

72.9%

70.2%

68.7%

67.3%

66.2%

64.2%

26.1%

LEADERS

241

90.4%

87.1%

88.0%

87.1%

79.6%

79.2%

79.6%

73.5%

76.8%

71.0%

34.4%

VANTAGGI DI LIVELLO SUPERIOREI LEADER mostrano valori significativamente al di sopra della media per tutti i benefici, a conferma del loro approccio olistico alla sicurezza alimentare.

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17VIEWPOINT REPORT

Oltre ai vantaggi specifici, per un rispondente su due la certificazione aggiunge valore all’intera organizzazione e ai suoi stakeholder. Quasi inesistente la percentuale di chi non vede alcun valore, ferma all’1% (per lo più piccole aziende o imprese attive nel settore primario).

Anche la limitata incidenza di chi non sa o non risponde suggerisce che la consapevolezza del valore offerto dalla certificazione si estenda a tutto il campione.

In quale misura la certificazione del vostro sistema di sicurezza alimentare aggiunge valore alla vostra organizzazione e ai vostri stakeholder?

Figura 12: valore della certificazione

Europe North America

Central & South

AmericaAsia

728 577 37 131

48.1% 55.8% 70.3% 47.3%

42.9% 29.6% 18.9% 40.5%

3.7% 5.4% 0.0% 3.8%

0.4% 1.6% 0.0% 0.8%

4.9% 7.6% 10.8% 7.6%

Very much

To some extent

Not really

Not at all

TOTALn=1,643

51.3%

36.2%

4.4%

0.9%

DK/DA 7.2%

GFSI

1,453

54.4%

38.1%

4.5%

1.0%

2.0%

LEADERS

241

71.8%

22.4%

2.1%

0.0%

3.7%

PIÙ VALORE DALLA CERTIFICAZIONELa differenza rispetto al campione conferma che i LEADER riconoscono un maggior valore alla certificazione.

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18VIEWPOINT REPORT

La presente sezione analizza i dati degli audit condotti da DNV GL nel 2018 su aziende Food & Beverage con sistemi di gestione della sicurezza certificati secondo le norme ISO 22000 e FSSC 22000. Grazie a un’analisi - sia quantitativa sia qualitativa- dei dati in forma aggregata, è possibile approfondire diversi aspetti delle performance dei sistemi di gestione.

L’obiettivo è individuare le aree di processo, sottoprocessi o attività che possono causare più criticità.

I risultati derivano dall’analisi di audit condotti in tutto il mondo da DNV GL su oltre 1.200 aziende certificate ISO 22000 e più di 1.600 certificate FSSC 22000.

Approfondimenti dagli audit sui sistemi di gestione della sicurezza alimentare

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19VIEWPOINT REPORT

Grafico 1: distribuzione complessiva delle criticità riscontrate (ISO 22000:2005)

70%

60%

50%

40%

30%

20%

10%

4. Food SafetyManagement System

(FSMS)

Percent of companies with non-conformities

5. Management responsibility

6. Resource management

7. Planning and realization of

safe products

8. Validation,verification and

improvement

16%

23%

52%

28%

7%

Percent of companies with non-severe findings

9%

12%

11%

21%

7%

14%

12%

40%9%

18%

ISO 22000

RisultatiIn totale, il 58% delle aziende verificate rispetto alla norma ISO 22000 ha fatto riscontrare durante l’audit almeno una criticità, in qualsiasi categoria, mentre per almeno il 47% si è concluso riscontrando almeno una criticità grave, ovvero una non conformità maggiore (Cat1) o minore (Cat2). Se si focalizza l’analisi a livello di processo secondo la struttura ISO 22000 (versione 2005), appare evidente l’impatto predominante delle problematiche operative, come evidenziato nel Grafico 1.

Oltre il 50% delle aziende presentava criticità relative alla Sezione 7, “Pianificazione e attuazione di [sistemi] Safe Food” e quasi il 40% presentava non conformità. Un dato che non desta grande sorpresa, se si considera che questa è la sezione tecnica dove vengono individuati e implementati i programmi di prerequisiti (PRP), viene effettuata l’analisi dei rischi e sono identificate e implementate le misure di controllo rilevanti attraverso un piano HACCP o i programmi di prerequisiti operativi (oPRP).

Nella Sezione 7 sono presenti ulteriori voci fondamentali dal punto di vista operativo come il sistema di tracciabilità, il controllo dei prodotti non conformi (compreso il ritiro o richiamo dei prodotti) e la verifica di tutte le attività operative.

Sub Process

Description % frequency

7.2 Prerequisite programmes (PRPs) 31%

8.4.1 Internal audit 8%

6.2.2Competence, awareness and training

8%

7.9 Traceability system 8%

8.3Control of monitoring & measuring

7%

7.3.5Flow diagrams, process steps and control measures

6%

7.10.2 Corrective actions 5%

7.5Establishing the operational prerequisite programmes (PRPs)

4%

4.2.2 Control of documents 4%

7.4.2Hazard identification and determination of acceptable levels

4%

Tavola 1: le 10 criticità più frequenti (non conformità) per sottoprocesso

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20VIEWPOINT REPORT

ResultsIn totale, il 59% delle aziende verificate rispetto alla norma FSSC 22000 ha fatto riscontrare durante l’audit almeno una criticità, in qualsiasi categoria, mentre per il 6% si è concluso riscontrando almeno una criticità grave, ovvero una non conformità maggiore. Se si focalizza l’analisi a livello di processo secondo la struttura FSSC 22000 V 4.1 (basata sulle norme ISO 22000:2005 e ISO TS 22002-1), appare evidente l’impatto predominante delle problematiche operative, come evidenziato nel Grafico 2.

In totale, il 43% presentava criticità relative alla Sezione 7, “Pianificazione e attuazione di [sistemi] Safe Food” e il 23% rispetto alla Sezione 8 “Validazione, verifica e miglioramento del sistema di gestione della sicurezza alimentare (FSMS)”. Un dato che non desta grande sorpresa, se si considera la natura tecnica di queste sezioni, ed è comparabile con quanto si osserva per la norma ISO 22000 (v. sopra). La percentuale di non conformità riflette quella delle criticità gravi riscontrate per l’ISO 22000.

Gli schemi dei due standard si differenziano anche per altri aspetti, soprattutto perché i programmi di prerequisiti dettagliati (PRP) disponibili nella certificazione FSSC 22000 non sono inclusi in quella ISO 22000.

Sub Process Description % frequency

PRP 18.1 General Requirement - Food Defense, Biovigilance and Bioterrorism

16%

6.2.2 Competence, awareness and training

13%

7.8 Verification Planning 12%7.9 Traceability System 12%PRP 8.6 Preventive and corrective

maintenance12%

PRP 10.4 Physical Contamination 11%8.4.1 Internal audit 11%8.3 Control of monitoring &

measuring9%

FSSC 2.1.4.1 Management of services 8%PRP 10.3 Allergen Management 8%

Tavola 2: le 10 criticità più frequenti (non conformità) per sottoprocesso

Grafico 2: distribuzione complessiva delle criticità riscontrate (FSSC 22000 v4.1 e precedenti)

FSSC 22000

GRAPH 2 LEGEND ISO 22000 4: Food Safety Management System ISO 22000 5: Management responsibility ISO 22000 6: Resource ManagementISO 22000 7: Planning and realization of safe products ISO 22000 8: Validation, Verification & Improvement of FSMSPRP 4: Construction and Layout of Buildings PRP 5: Layout of Premises and Workspace PRP 6: Utilities – Air, Water, EnergyPRP 7: Waste disposal PRP 8: Equipment Suitability, Cleaning and Maintenance PRP 9: Management of purchased materials and servicesPRP 10: Measures for Prevention of Cross Contamination PRP 11: Cleaning and Sanitizing PRP 12: Pest Control PRP 13: Personnel hygiene and facilities PRP 14: General Requirement - Rework PRP 15: Product Recall ProceduresPRP 16: Warehousing and transportation PRP 17: Product information PRP 18: Food Defense, Biovigilance and BioterrorismFSSC 2.1.4: Additional requirements

35%

30%

45%

40%

25%

20%

15%

10%

5%

Percent of companies with major non-conformities

11%

11%

Percent of companies with non-severe findings

13%

12%

1%

15%

7%

9%

43%

41%

23%

23%

4%

4%

15%

14%7%

7%

7%

7%

16%

16%

10%

10%

19%

7%

18%

18%

18%

18%

14%

14% 3%

3%1%

4%

4% 1%

21%

21%

21 %

19%

1%1%1%1%2%

ISO 20000 4

ISO 20000 6

ISO 20000 8

FSSC 2.1

.4PRP 5 PRP 7 PRP 9 PRP 11 PRP 13 PRP 15 PRP 17

ISO 20000 5

ISO 20000 7 PRP 4 PRP 6 PRP 8 PRP 10 PRP 12 PRP 14 PRP 16 PRP 18

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21VIEWPOINT REPORT

Gestire la supply chain

Quando si tocca il tema dei fornitori, il 70% dei rispondenti richiede che siano certificati tutti, o la maggior parte di essi. Le grandi aziende, in particolare, tendono a esigere dai loro fornitori una certificazione.

Riguardo ai diversi settori, il food service e gli operatori commerciali (retail e distributori) sono tra quelli che più spesso esigono che i loro fornitori siano certificati (v. Appendice, pag. 41).

Richiedete che i vostri fornitori siano certificati? Figura 13: certificazione dei fornitori

All of them

Most of them

Half and half

A few

None

28.8%

41.5%

4.5%

12.5%

9.6%

Europe North America

Central & South

AmericaAsia

728 577 37 131

27.6% 31.9% 2.7% 18.3%

48.4% 35.2% 48.6% 32.1%

4.3% 5.4% 0.0% 6.1%

12.1% 9.9% 35.1% 23.7%

5.9% 13.5% 10.8% 19.1%

1.7% 4.1% 2.8% 0.7%

TOTALn=1,643

DK/DA 3.1%

GFSI

1,453

29.9%

42.5%

4.7%

12.5%

8.1%

2.3%

LEADERS

241

39.8%

36.9%

4.1%

11.6%

6.2%

1.4%

70%

VERSO LA CERTIFICAZIONE DI TUTTI I FORNITORI Per i LEADER, la certificazione è uno strumento importante per gestire le catene di fornitura e le aziende di questo gruppo mostrano una tendenza più marcata a far certificare tutti i propri fornitori (11 punti percentuali al di sopra del campione in totale).

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22VIEWPOINT REPORT

Alla domanda su quali fattori li stiano spingendo a richiedere ai propri fornitori una certificazione, i rispondenti hanno indicato innanzitutto un fattore interno, il miglioramento dell’azienda. Seguono a distanza fattori esterni come il desiderio di migliorare i sistemi dei fornitori e l’esigenza di soddisfare i requisiti dei clienti.

Le aziende utilizzano la certificazione dei fornitori come strumento per gestire i rischi nella propria supply chain e proteggere il business, anche in

risposta a una recente serie di incidenti di sicurezza alimentare che hanno messo in evidenza la complessità delle attuali catene di fornitura.

Per ovvie ragioni, questo aspetto è meno rilevante per le aziende attive solo nel settore primario o nella produzione di packaging (v. Appendice, pag. 41). Nell’insieme, comunque, le risposte suggeriscono che la certificazione dei fornitori sia un modo per proteggere e migliorare il business e per salvaguardare la reputazione.

Indicare le prime tre motivazioni o fattori per i quali la vostra aziende richiede che i fornitori siano certificati.

Figura 14: fattori per la certificazione dei fornitori

Europe North America

Central & South

AmericaAsia

728 577 37 131

85.0% 78.0% 89.2% 74.8%

57.6% 47.5% 72.9% 51.9%

54.3% 51.0% 21.6% 45.8%

49.1% 42.3% 54.0% 39.0%

19.0% 13.5% 16.2% 12.9%

7.4% 11.8% 5.4% 3.9%

I most important

I + II + III most importantTOTAL

n=1,643

81.3%

53.0%

51.2%

45.9%

16.1%

8.4%

48.8%

9.8%

19.2%

5.3%

2.0%

2.0%

Because it will improve our Food Safety system

Because it will improve our suppliers' own Food Safety system

Because our customers require this

Because it will improve our operational effectiveness

Because it will improve our suppliers' own operational

effectiveness

Other

GFSI

1,453

83.2%

55.3%

52.4%

46.3%

16.8%

8.5%

LEADERS

241

87.1%

61.5%

44.4%

51.1%

20.3%

10.4%

FIDUCIA NELLA CERTIFICAZIONE DEI FORNITORILe risposte del gruppo suggeriscono che i LEADER siano convinti sostenitori della certificazione dei fornitori. Presentano punteggi più elevati per tutti i fattori, ma appaiono meno guidati da fattori associati ai clienti.

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23VIEWPOINT REPORT

La grande maggioranza dei rispondenti (89%) vede chiaramente i vantaggi derivanti dalla certificazione dei fornitori. Si percepiscono tuttavia differenza tra settori, con le aziende del food service che percepiscono più vantaggi di tutti e il settore primario che ne vede meno.

Le grandi aziende tendono a cogliere il valore in maggiore misura, probabilmente perché si riforniscono da catene di fornitura più complesse (v. Appendice, pag. 41).

In che misura la certificazione dei fornitori porta vantaggi alla vostra azienda? Figura 15: valore della certificazione dei fornitori

Europe North America

Central & South

AmericaAsia

728 577 37 131

51.6% 51.8% 70.3% 48.1%

41.5% 33.3% 21.6% 45.8%

4.4% 6.9% 5.4% 3.8%

1.4% 5.4% 0.0% 0.0%

1.1% 2.6% 2.7% 2.3%

51.7%

37.7%

5.2%

2.6%

Very much

To some extent

Not really

Not at all

DK/DA 2.8%

TOTALn=1,643

GFSI

1,453

52.3%

38.2%

5.2%

2.6%

1.7%

LEADERS

241

64.7%

29.5%

3.3%

1.2%

1.3%

89%

UNA VISIONE CHIARA DEI VANTAGGII LEADER comprendono più chiaramente che la certificazione dei fornitori apporta dei benefici e rispondono che lo fa ‘in grande misura’ quasi 13 punti percentuali sopra la media.

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24VIEWPOINT REPORT

Il vantaggio che ottiene il punteggio più elevato è la fiducia nei fornitori e nei prodotti (73%), seguita da prodotti più sicuri (67%) e la conformità con specifiche o requisiti (65%). La certificazione dei fornitori si dimostra quindi uno strumento efficace per produrre alimenti più sicuri monitorando al contempo la catena di fornitura.

Anche in questo caso, le aziende commerciali (retail e distributori) e del food service sono quelle che ottengono i maggiori vantaggi, mentre il settore primario ne percepisce meno (v. Appendice, pag. 41).

Quali sono per la vostra azienda i principali vantaggi di certificare i fornitori? Figura 16: vantaggi della certificazione dei fornitori

Europe North America

Central & South

AmericaAsia

728 577 37 131

75.0% 67.9% 89.2% 74.0%

66.6% 61.9% 91.9% 84.7%

66.9% 60.7% 73.0% 67.9%

53.2% 53.2% 67.6% 54.2%

46.3% 45.9% 48.6% 41.2%

46.0% 42.8% 27.0% 38.2%

46.8% 34.7% 59.5% 46.6%

37.9% 40.4% 59.5% 64.9%

38.2% 41.8% 54.1% 55.0%

1.0% 0.9% 2.7% 0.8%

0.7% 3.3% 0.0% 0.8%

72.6%

66.9%

64.8%

53.7%

45.6%

42.7%

42.5%

41.8%

41.3%

1.0%

More confidence in the supplier / products

Safer products

Compliance to specifications / meet our requirements

Supplier approval process / verification of suppliers / vendors

Certified to a recognized standard

Good documentation

Reduces audit time / cost / fewer audits

Better quality

Fewer issues with suppliers / products

Other

DK/DA 1.6%

TOTALn=1.643

GFSI

1.453

73.6%

67.1%

66.0%

55.4%

47.0%

43.6%

43.1%

41.7%

41.4%

0.8%

1.6%

LEADERS

241

78.4%

71.8%

66.8%

62.7%

46.9%

49.8%

49.8%

47.7%

50.6%

1.2%

0.0%

UN’AMPIA GAMMA DI VANTAGGII LEADER rilevano i benefici delle certificazioni dei fornitori in più dimensioni.

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25VIEWPOINT REPORT

Alla domanda su quali aspetti specifici ritenessero rilevanti per considerare sostenibile una supply chain, oltre metà dei rispondenti di aziende Food & Beverage ha indicato il basso impatto ambientale (57%), seguito da salute e sicurezza sul luogo di lavoro (43%), solidità della gestione finanziaria (38%) ed etica (34%).

Quali le caratteristiche di una supplychain sostenibile?I principali fattori che contribuisconoalla sostenibilità di una catenadi approvvigionamento

Basso impattoambientale

55%Sicurezzae salute

sul lavoro

50%Solida

gestione finanziaria

38%Etica

29%

Quando si tratta di decisioni d’acquisto, tra le aziende Food & Beverage che hanno partecipato all’indagine la sostenibilità delle supply chain è importante per nove rispondenti su dieci, per uno su tre lo è addirittura in grande misura. Di queste, l’89% ha ricevuto pressioni per una gestione più sostenibile della propria catena di fornitura: dai clienti (75%), da enti regolatori e autorità (43%, 10 punti percentuali in più rispetto al campione in generale) e dai consumatori finali (38%, 17 punti percentuali in più rispetto al campione in generale)

E la pressione è generatada diversi stakeholder...

I tre driver principali per supply chainpiù sostenibili

33% 32%

Clienti Policy aziendaliDecisioni del management

Enti regolatorie altre istituzioni

76%

In totale, l’85% (5 punti percentuali in più rispetto alla media del campione) afferma che la propria azienda ha intrapreso almeno un’azione per migliorare la sostenibilità della supply chain. Si tratta di iniziative per lo più realizzate in autonomia: il 41% ha effettuato direttamente un audit su alcuni fornitori, il 39% ha richiesto informazioni, il 37% ha implementato e comunicato una politica di sostenibilità e il 36% ha aperto un canale di dialogo con i fornitori per affrontare queste sfide.

La gestione sostenibile della catena di fornitura nel settore Food & Beverage Le aziende devono continuamente fronteggiare crescenti richieste di dimostrare che tengono conto della sostenibilità lungo tutta la loro catena del valore. Nel gennaio 2018, con il supporto di by Supplier Ethical Data Exchange (Sedex) – l’organizzazione non-profit che gestisce la più grande piattaforma collaborativa al mondo per la condivisione di dati per l’approvvigionamento responsabile – abbiamo condotto una survey sull’approccio delle aziende alla sostenibilità della supply chain e sul livello al quale si trovano in questo approccio. In questa sezione il nostro obiettivo è presentare i principali risultati relativi alle aziende del settore Food & Beverage (F&B).

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26VIEWPOINT REPORT

Alla domanda sul grado di penetrazione delle azioni, soltanto il 9% (ma comunque due punti percentuali in più rispetto al campione in generale) dichiara di avere raggiunto tutti i livelli della propria catena di fornitura. L’estensione di azioni e iniziative condotte in autonomia sembra quindi avere una portata limitata, sebbene lievemente superiore a quello del campione in generale. In totale, il 45% delle aziende Food & Beverage continua a raggiungere soltanto i fornitori di primo livello (Tier 1).

Il raggio d’azione lungo la catenadi fornitura è ancora limitatoSolo il 7% ha raggiunto tutti i livellidella supply chain

copertura completa

dei fornitoridi tutti i livelli

copertura della maggioranza dei fornitori di 1° livello e interazioni con i fornitori degli altri livelli

copertura della maggior parte dei fornitori di 1° livello

copertura di solo alcuni fornitori di 1° livello

7%

21%

30%

42%

I principali aspetti affrontati per migliorare la sostenibilità della supply chain sono in ogni caso bilanciati e spaziano da fattori come la salute e sicurezza dei lavoratori (53%), o l’utilizzo dell’energia e gestione dei rifiuti (entrambi al 51%, 13 punti percentuali in più rispetto al campione in generale) fino alle iniziative per valutare i rischi nella catena di fornitura (50%).

Come conseguenza, quasi un’azienda Food & Beverage su due ha migliorato la capacità di soddisfare le esigenze dei clienti e le relazioni con gli stakeholder implementando la sostenibilità. In totale, il 39% ha ridotto i rischi sociali o ambientali mentre il 35% ha migliorato la reputazione del marchio.

I principali vantaggi generati dalle azioni1 impresa su 2 ha miglioratola capacità di soddisfarele richieste e i bisognidei propri clienti

49%

41%38%

33%

Miglioramentodella capacitàdi soddisfare lerichieste/necessitàdei clienti

Miglioramentodella capacitàdi relazionecon i propristakeholder

Riduzione deirischi socialie ambientali Rafforzamento

della brandreputation

Nel complesso, il 74% delle aziende Food & Beverage ha riscontrato che i benefici delle azioni implementate sono pari o superiori ai costi. Alla richiesta di valutare il proprio livello di maturità in tema di sostenibilità su un orizzonte a tre anni, i rispondenti si aspettano di migliorare e il 78% prevede che fra tre anni cresceranno anche le pressioni a dimostrare di possedere una supply chain sostenibile. In virtù di tale aumento, il 93% delle aziende manterrà o incrementerà i livelli di investimento in sostenibilità della supply chain.

Il nostro studio rivela che il processo di costruzione di una catena di fornitura sostenibile si è evoluto da iniziative volontarie e non strutturate, ovvero azioni condotte in autonomia, a un approccio più strutturato e formalizzato. Un cambiamento dovuto soprattutto alla combinazione tra leggi e normative più stringenti e iniziative riconosciute a livello internazionale con ambiziosi obiettivi globali, come l’Accordo di Parigi e gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (UN Sustainable Development Goals, SDG) o lo standard ISO 20400 per il procurement sostenibile. Da questo contesto trarranno vantaggio le aziende in grado di agire con un approccio strategico, strutturato olistico, che riusciranno a gestire meglio i rischi connessi alla supply chain e a ottenere performance di sostenibilità che ne raggiungano tutti i livelli.

Per saperne di più su questo argomento:

il report Viewpont integrale è disponibile all’indirizzo https://www.dnvgl.com/assurance/viewpoint

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27VIEWPOINT REPORT

Lo studio di efficacia condotto nel 2014 da Consumer Goods Forum/GFSI* ha offerto spunti ad approfondire l’attività di GFSI per migliorare la sicurezza alimentare e gli impatti sul business del processo di certificazione.

Alcune delle domande presenti nello studio di efficacia CGF/GFSI del 2014 sono state riproposte nella presente survey condotta a fine 2018. Le due indagini hanno seguito protocolli diversi e utilizzato campioni differenti, ma è comunque possibile e utile un confronto tra le risposte. Nel 2018, come nel 2014, i fattori più importanti sono soddisfare i requisiti dei clienti, migliorare i sistemi di gestione della sicurezza alimentare e accrescere la consapevolezza dei lavoratori.

Alla richiesta di indicare se la certificazione del proprio sistema di sicurezza alimentare aggiunga valore per l’organizzazione e gli stakeholder, ha risposto positivamente l’87% tanto nell’indagine 2018 come nel 2014. In entrambi gli anni, tra i vantaggi principali della certificazione si segnalano la capacità di essere conformi alle normative e anticiparne i cambiamenti, mentre la produzione di alimenti più sicuri, che nel 2014 si trovava all’ultimo posto con il 61%, nel 2018 è passata in seconda posizione. Una maggiore quota del settore sembra essersi convinta della capacità della certificazione di favorire la sicurezza alimentare.

Allo stesso modo, in entrambi gli studi la principale conseguenza derivante dalla certificazione era la maggiore coerenza nell’operatività e nella documentazione, che nel 2018 ottiene però un punteggio superiore. Una dinamica simile sembra presentarsi per la conseguenza in seconda posizione, “miglioramento e risparmi di tempo nel processo di audit interno”, che ottiene anch’esso un punteggio più elevato nel 2018. La voce “costi di produzione significativamente più alti” risulta tra le prime tre nel 2018, ma non nel 2014: il cambiamento potrebbe indicare che le aziende sono più intenzionate a intraprendere il percorso di certificazione anche in presenza di maggiori costi perché sono più consapevoli dei benefici.

Il confronto tra risultati sembra inoltre indicare che le aziende utilizzino la certificazione lungo la supply chain in maggior misura oggi rispetto a quattro anni fa. Alla domanda se richiedono ai propri fornitori di essere certificati, nel 2018 ben il 70% dei rispondenti ha confermato di averlo richiesto a tutti o alcuni di loro. Un incremento significativo rispetto alle risposte alla stessa domanda nel 2014, quando soltanto il 40% aveva risposto affermativamente.

Per questa particolare voce i primi tre fattori trainanti appaiono essere gli stessi nel 2018 come nel 2014: “perché migliorerà il nostro sistema di sicurezza”, “perché migliorerà il sistema di sicurezza dei nostri fornitori” e “perché ce lo richiedono i nostri clienti”. Tra le due ricerche si assiste a un’inversione e un riequilibrio tra la seconda e la terza posizione, con il miglioramento del sistema di sicurezza dei fornitori che nel 2018 passa in seconda posizione, precedendo le richieste dei clienti.

In entrambi gli studi, quando interrogati sulla misura in cui la certificazione porta vantaggi all’azienda, le risposte sono state positive, ma in maniera più accentuata nel 2018. Cambia però la sequenza tra i primi tre benefici: nel 2014 in testa al ranking si trovavano i “minori costi degli audit” mentre nel 2018 questa risposta si posiziona molto più in basso mentre “più fiducia nel fornitore/prodotto” è il vantaggio selezionato più di frequente dai rispondenti.

Le tendenze individuate in queste domande potrebbero rappresentare un segnale di maggiore attenzione verso la supply chain e il suo potenziale impatto sulla sicurezza alimentare, oltre che del valore della certificazione nel gestirla lungo la catena del valore.

L’indagine attuale e lo studio di efficacia 2014 di CGF/GFSI: risultati a confronto

Studio di efficacia GFSI 2014: https://www.mygfsi.com/news-resources/information-kit/information-kit-accordion/374-gfsi-efficacy-study-2014.html

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28VIEWPOINT REPORT

0%

10%

20%

30%

40%

50%

Great extent

Today

Some extent Not much Not at all DK / DA

1 year from now 3 years from now

9%

15%

37%

30%

42%

28%

30%

18%

10%

14%

7%

4%

18% 18%

22%

La sicurezza alimentare e le nuove tecnologie digitali

Le aziende Food & Beverage riconoscono l’importanza delle nuove tecnologie digitali per far progredire la sicurezza alimentare, ma non sono ancora certe delle applicazioni pratiche? Un simile approccio potrebbe spiegare l’elevata incidenza di chi risponde che le nuove tecnologie digitali potrebbero migliorare solo in una certa misura la sicurezza alimentare.

Le risposte sembrano indicare che la maggioranza delle aziende Food & Beverage sia ancora in fase esplorativa e stia cercando di comprendere in che modo utilizzare le nuove tecnologie digitali per il miglioramento della sicurezza alimentare, per esempio nell’operatività o lungo la supply chain. Le aziende asiatiche appaiono più propense a intravedere le opportunità rispetto a quelle di altre aree geografiche.

Riguardo ai comparti, i due che appaiono più avanzati sono il food service e lo stoccaggio e distribuzione (v. Appendice, pag. 41).

A livello aggregato, meno di un rispondente su dieci ritiene che le nuove tecnologie digitali contribuiscano a far avanzare la sicurezza alimentare nella sua azienda. Nel quadro da qui a un anno si registra una limitata crescita pari al 15%, mentre fra tre anni lo sviluppo è più significativo, con quasi quattro intervistati su dieci che prevedono che la digitalizzazione supporterà la sicurezza alimentare.

In ogni caso, l’elevata percentuale di rispondenti che non ha risposto alla domanda potrebbe indicare che le aziende non hanno ancora un quadro chiaro di come applicare o combinare nella pratica le nuove tecnologie digitali per migliorare la sicurezza alimentare.

PIÙ POSSIBILITÀI LEADER sembrano disporre di più possibilità riguardo a come applicare le nuove tecnologie digitali per migliorare il loro impegno verso la sicurezza alimentare, tanto oggi quanto fra tre anni.

In quale misura ritenete che le nuove tecnologie digitali (per es. big data analytics, IoT, sensors, Blockchain, smart tag) contribuiscano o contribuiranno a far progredire la sicurezza alimentare nella vostra azienda?

Figura 17: Vista complessiva dell’importanza delle nuove tecnologie digitali

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29VIEWPOINT REPORT

Europe North America

Central & South

AmericaAsia

728 577 37 131

6.5% 9.5% 10.8% 13.7%

30.9% 26.0% 29.7% 35.9%

32.3% 30.0% 27.0% 27.5%

14.4% 16.5% 5.4% 7.6%

15.9% 18.0% 27.1% 15.3%

TOTALn=1,643

TOTALn=1,643

TOTALn=1,643

8.6%

29.6%

30.2%

13.9%

Great extent

Some extent

Not much

Not at all

DK/DA

Great extent

Some extent

Not much

Not at all

DK/DA

Great extent

Some extent

Not much

Not at all

DK/DA

17.7%

GFSI

1,453

8.2%

30.4%

30.8%

13.8%

16.8%

LEADERS

241

17.0%

36.1%

25.3%

8.3%

13.3%

15.3%

41.9%

18.0%

7.1%

Europe North America Asia

728 577 37 131

13.9% 14.9% 24.3% 20.6%

40.1% 43.8% 43.2% 45.8%

20.2% 16.8% 10.8% 13.7%

6.7% 9.2% 2.7% 5.3%

19.1% 15.3% 19.0% 14.6%17.7%

GFSI

1,453

15.1%

42.2%

18.7%

6.7%

17.3%

LEADERS

241

26.1%

40.7%

14.5%

4.1%

14.6%

37.3%

27.5%

9.7%

3.8%

Europe North America Asia

728 577 37 131

32.0% 40.6% 54.1% 46.6%

31.0% 23.6% 24.3% 30.5%

10.2% 10.6% 2.7% 6.1%

3.0% 5.9% 0.0% 3.1%

23.8% 19.3% 18.9% 13.7%21.7%

GFSI

1,453

36.9%

28.6%

10.1%

3.6%

20.8%

LEADERS

241

47.7%

22.4%

7.5%

2.1%

20.3%

Today

1 year from now

3 years from now

Central & South

America

Central & South

America

In quale misura ritenete che le nuove tecnologie digitali (per es. big data analytics, IoT, sensors, Blockchain, smart tag) contribuiscano o contribuiranno a far progredire la sicurezza alimentare nella vostra azienda?

Figura 18: importanza delle nuove tecnologie digitali

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30VIEWPOINT REPORT

Le aziende intervistate indicano sensori e beacon come tecnologie digitali più rilevanti nel supportare la sicurezza alimentare (44%), seguiti dalla blockchain (15%), mentre in terza posizione si trovano le smart tag e smart label. Va sottolineato che, anche se potrebbero essere combinate con altre tecnologie, l’intelligenza artificiale e il machine learning ottengono solo il 2%.

Per quanto riguarda i sensori e beacon, i maggiori utilizzatori sono i produttori di mangimi con il 57%. Il food service, d’altro canto, registra la più alta incidenza della blockchain con il 23% (v. Appendice, pag. 41). Il dato potrebbe essere associato alla forte connessione del comparto food service con il mondo B2C, dove la blockchain sta aprendo molte nuove strade per avvicinare le aziende ai consumatori.

Nello scenario a un anno da oggi non si notano cambiamenti significativi, tranne che per i big data che sostituiscono le smart tag e smart label nelle prime tre posizioni. È interessante rilevare che l’Asia si distingue in tutte le nuove tecnologie digitali, mentre l’Europa sembra ancora più orientata verso i sensori e i beacon.

A tre anni da oggi, l’Asia manterrà tassi elevati di penetrazione. Sensori e beacon saranno ancora in prima posizione con il 57%, ma più bilanciati con la blockchain, al 40%, e i big data al 38%. Nonostante questo, la raccolta dati continuerà a rappresentare una grande sfida per le aziende e, nella pratica, molte devono ancora attrezzarsi per farlo in modo strutturato.

ESPLORARE PIÙ RAPIDAMENTE I LEADER riportano un più elevato tasso di applicazione per quasi tutte le nuove tecnologie digitali tanto fra un anno come fra tre.

Sensors and beacons

Today

Blockchain Smart tags and labels

Big dataanalytics

Artificial intelligenceand machine learning

1 year from now 3 years from now

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

44%

49%

57%

15%

22%

40%

10%

38%

9%

17%

36%

3%

5%

20%

17%

Quale delle seguenti tecnologie digitali sta utilizzando (o utilizzerà) la vostra azienda per supportare la sicurezza alimentare?

Figura 19: Vista complessiva delle nuove tecnologie per la sicurezza alimentare

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31VIEWPOINT REPORT

49.1%

22.1%

16.7%

16.6%

5.4%

44.2%

15.2%

10.0%

8.9%

2.6%

Europe North America

Central & South

AmericaAsia

728 577 37 131

50.7% 36.4% 37.8% 48.1%

18.8% 11.1% 0.0% 22.9%

11.7% 9.2% 0.0% 11.5%

8.5% 8.3% 13.5% 13.0%

2.5% 2.3% 2.7% 4.6%

53.2% 42.5% 40.5% 56.5%

25.4% 17.5% 16.2% 31.3%

15.4% 15.8% 32.4% 25.2%

16.5% 15.6% 10.8% 23.0%

4.6% 5.1% 8.1% 10.7%

TOTALn=1,643

TOTALn=1,643

TOTALn=1,643

Sensors & beacons

Blockchain

Smart tags and labels

Big data analytics

Artificial Intelligence and machine learning

Sensors & beacons

Blockchain

Smart tags and labels

Big data analytics

Artificial Intelligenceand machine learning

Sensors & beacons

Blockchain

Smart tags and labels

Big data analytics

Artificial Intelligenceand machine learning

GFSI

1,453

Europe North America

Central & South

AmericaAsia

728 577 37 131

46.1%

16.0%

10.7%

9.4%

2.8%

50.8%

22.8%

17.1%

17.4%

5.3%

LEADERS

241

GFSI

1,453

LEADERS

241

54.4%

22.8%

13.7%

16.2%

4.6%

61.5%

29.4%

24.9%

24.5%

8.3%

Europe North America

Central & South

AmericaAsia

728 577 37 131

60.2% 50.0% 51.3% 66.4%

42.0% 34.7% 37.8% 57.3%

35.7% 36.4% 64.8% 52.7%

36.4% 33.8% 32.4% 44.4%

18.7% 19.0% 24.3% 30.5%

56.6%

40.2%

38.2%

36.2%

20.3%

GFSI

1,453

58.4%

41.2%

39.1%

37.6%

20.6%

LEADERS

241

66.9%

47.7%

50.6%

46.9%

27.0%

Today

1 year from now

3 years from now

Quale delle seguenti tecnologie digitali sta utilizzando (o utilizzerà) la vostra azienda per supportare la sicurezza alimentare?

Figura 20: nuove tecnologie per la sicurezza alimentare

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32VIEWPOINT REPORT

Le aziende sono state interpellate anche riguardo agli investimenti in soluzioni digitali che effettueranno. Le risposte a questa domanda potrebbero riflettere il quadro già delineato: le aziende Food & Beverage hanno un’idea generale dell’importanza che le nuove tecnologie digitali potrebbero rivestire nel settore, ma non sono ancora certe delle applicazioni pratiche per la sicurezza alimentare.

Ciò pare suggerire che molte aziende stiano ancora esplorando in che modo le nuove tecnologie digitali possano essere utilizzate per rendere la sicurezza alimentare più efficace ed efficiente. In totale, il 27% non sa quanto investirà l’azienda.

MAGGIORE FOCUS SUGLI INVESTIMENTITra i LEADER la percentuale di chi non investirà in soluzioni digitali è circa la metà rispetto al campione in generale, l’8% contro il 14%.

Quale percentuale del vostro investimento complessivo per la sicurezza alimentare nei prossimi 12-18 mesi sarà allocato alle soluzioni digitali volte al suo miglioramento?

Figura 21: investimenti futuri in tecnologie digitali

2.4%

5.3%

18.3%

32.4%

14.5%

Europe North America

Central & South

AmericaAsia

728 577 37 131

1.6% 3.1% 5.4% 3.1%

4.5% 5.7% 10.8% 4.6%

18.8% 19.1% 5.4% 20.6%

34.3% 31.2% 40.5% 24.4%

12.1% 17.9% 5.4% 13.7%

28.7% 23.0% 32.5% 33.6%

More than 50%

30% to 50%

10% to 30%

Less than 10%

No investment in digitalsolutions (0%)

TOTAL n=1,643

DK/DA 27.1%

GFSI

1,453

2.5%

5.7%

18.5%

32.8%

14.0%

26.5%

LEADERS

241

4.1%

8.7%

19.9%

34.0%

7.9%

25.4%

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33VIEWPOINT REPORT

Negli ultimi dieci anni, la fiducia dei consumatori è stata minata da una serie di scandali nel retail a livello mondiale. Che si tratti di prodotti lattiero-caseari, come nel caso dello scandalo del latte alla melamina in Cina nel 2008, o dei prodotti di carne bovina contaminati da carne di cavallo nel 2013, o ancora dello scandalo del falso vino rosé francese e spagnolo dello scorso anno, i consumatori stanno mettendo sempre più spesso in questione la loro fiducia nei prodotti e nei rivenditori in tutto il mondo: queste situazioni hanno rafforzato l’esigenza di conoscere meglio le caratteristiche e l’origine degli alimenti che acquistano e consumano.

Il cloud, sensori e beacon, l’Internet of Things (IoT) e la connettività, gli analytics basati sull’intelligenza artificiale e il machine Learning, o le smart tag e smart label, sono soltanto alcune delle tecnologie che si stanno affermando in modo dirompente in molti settori.

Per non parlare del fatto che, da quando ha fatto una prima apparizione nel FinTech, la blockchain è cresciuta molto ramificandosi in quasi tutti i settori, compreso il Food & Beverage.

La blockchain è una nuova tecnica di data storage che consente agli utenti di creare una “catena” di informazioni rilevanti su qualsiasi cosa. Una “catena” che non si può modificare una volta che l’informazione è stata memorizzata, perché diventa incorruttibile. Per questa ragione la blockchain viene promossa come una tecnologia rivoluzionaria dalle implicazioni di vasta portata.

Tendenze della digitalizzazione nella sicurezza alimentare

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34VIEWPOINT REPORT

IN CHE MODO LE NUOVE TECNOLOGIE POSSONO AIUTARE A GARANTIRE LA SICUREZZA ALIMENTARE?

Tra le tendenze chiave nella sicurezza alimentare spiccano la spinta verso la trasparenza e la crescente consapevolezza nell’opinione pubblica rispetto a questi temi. Si presta sempre più attenzione alle informazioni e molti rivenditori si sentono sempre più spinti a informare adeguatamente i consumatori, dando origine a varie iniziative, spesso svolte insieme ai produttori e ad altri attori della supply chain a monte di questi ultimi.

Sembra che in numerosi Paesi, inoltre, le autorità siano sempre più intenzionate a testare le nuove tecnologie in determinati settori agricoli per verificare se blockchain e tracciabilità possano davvero rendere più efficaci i richiami riducendo al contempo i costi.

In che modo si può utilizzare la blockchain per colmare il divario di fiducia tra consumatore e produttore? Il carattere di incorruttibilità dei sistemi di data storage della blockchain può diventare il modo più adatto a colmare tale divario, specie se verificato da una terza parte indipendente.

La blockchain consente di tracciare lo storico di ogni prodotto “dalla fattoria alla tavola” con una marcatura temporale delle informazioni per ogni passaggio del processo. Il modo unico in cui la blockchain immagazzina i dati comporta che non possano essere manomessi né falsificati.

Il produttore e i suoi fornitori forniscono le informazioni rilevanti sui processi di coltivazione o allevamento e su quelli di trasformazione, fino al momento in cui il prodotto viene confezionato. Si stanno portando avanti test e simulazioni su diverse piattaforme e alcune sono già in produzione. Vengono registrati ingredienti, materie prime utilizzate nella realizzazione dei prodotti ecc. che una volta immagazzinati nella blockchain diventano consultabili dai consumatori attraverso un QR Code univoco e sicuro. Tutto ciò che deve fare il consumatore è visualizzare lo storico del prodotto scansionando il QR Code con uno smartphone.

Digitalizzare i passaggi della produzione rappresenta un’incredibile opportunità tanto per gli attori delle supply chain, quanto per i produttori e i rivenditori oltre che per gli enti governativi, in quanto consente di ottenere una panoramica su tutta la catena di fornitura. Si possono inoltre impiegare sistemi di alert e utilizzare l’intelligenza artificiale per individuare i data set non plausibili.

Si potranno anche mettere a disposizione i risultati dei test e delle certificazioni su grandi database, che diverranno probabilmente l’equivalente più decentralizzato dei registri. Si presenteranno anche sfide da affrontare, ma la possibilità per le varie parti di accedere a database neutri e anonimi consentirà di trarre conclusioni e individuare best practice sulla base delle informazioni disponibili. In caso di incidente di sicurezza, inoltre, sarà più rapido tracciare le comunicazioni e la logistica.

Oggi un richiamo consiste in un avviso emesso dal rivenditore che ha la probabilità di raggiungere non più del 10% del pubblico, a meno che non si tratti di un incidente grave che impatta su un gran numero di soggetti e che quindi ha in qualche modo fatto notizia. Possiamo immaginare che in futuro, invece, i rivenditori saranno in grado di raggiungere i consumatori a livello individuale con una notifica push perché questi ultimi avranno acquistato il prodotto interessato attraverso un’app mobile.

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35VIEWPOINT REPORT

SFIDE E OPPORTUNITÀ

La vera questione è: chi pagherà per i controlli e la trasparenza aggiuntiva volti a costruire questa fiducia?

Gli standard di sicurezza alimentare più severi stabiliti dalle autorità richiederanno di implementare nuove soluzioni. A oggi si può citare ad esempio il caso del governo tedesco che, insieme ai rivenditori locali, ha avviato un sistema di etichettatura a quattro livelli per le carni, in cui quello più basso corrisponde agli standard normativi minimi in fatto di benessere animale. I tre livelli superiori individuano ovviamente condizioni migliori e quello più alto, il quarto, è il livello “Premium” e presenta i punteggi più elevati in termini di trasparenza e benessere animale. Nel breve termine, questo livello sarà probabilmente applicato solo all’offerta “premium”. Per la digitalizzazione, però, la sfida è di diventare mainstream.

Recenti ricerche suggeriscono che certe categorie di consumatori, in particolare i millennial, siano pronte a pagare un extra per avere prodotti sostenibili che offrano più qualità, sicurezza e benefici ambientali ed etici.

Nel settore retail i prodotti contraffatti causano attualmente perdite per miliardi l’anno. Da sola, l’eliminazione di queste perdite potrebbe finanziare i costi di introduzione di molte tecnologie, compresa la blockchain.

Rimane la questione di quanto rapidamente la tecnologia possa essere diffusa a tutti i livelli del retail. L’espansione, tuttavia, è già in corso e sta dimostrando che le tecnologie possono funzionare, si vedano per esempio gli utilizzi di successo della blockchain. Tecnologie come i già menzionati cloud, sensori e beacon, l’Internet of Things (IoT), gli analytics basati sull’intelligenza artificiale, gli smart tag e smart label – continueranno a svilupparsi, magari grazie anche a grandi marchi che intraprenderanno passi decisivi o a nuovi player più propensi a sposare l’innovazione e le nuove tecnologie perché hanno meno processi preesistenti da adattare e possono quindi compiere il salto tecnologico con meno costi rispetto a attori già consolidati.

Il quadro descritto tratteggia solo a grandi linee lo scenario della sicurezza alimentare ed è quindi facile supporre che i progressi nell’engagement dei consumatori e nell’efficienza a livello B2B potrebbero essere ancora maggiori. In ogni caso, non è più possibile tornare indietro: il mondo non girerà mai più lentamente come prima. La concorrenza e gli sforzi per la trasparenza garantiranno che in un modo o nell’altro la digitalizzazione prenda piede. Un’azienda che non sta prendendo in considerazione un investimento in digitalizzazione probabilmente non sarà più sul mercato da qui a dieci anni.

UN FUTURO CONDIVISO

Diversi marchi di produttori e rivenditori offrono già qualche forma di trasparenza sul prodotto. In prospettiva, i processi di elaborazione dei dati permetteranno di estrapolare le informazioni già durante il percorso del prodotto lungo la supply chain e le informazioni saranno quindi caratterizzate da standard di trasparenza più elevati, con vantaggi anche per la sicurezza alimentare. I brand potranno comunicare direttamente con gli utenti e le informazioni non saranno più monodirezionali, dal produttore o marchio verso il consumatore, ma diventeranno interattive, con recensioni e valutazioni che arriveranno ai produttori e ai loro brand in maniera più diretta.

I marchi promuoveranno i loro prodotti migliori e più sostenibili attraverso i social media e i programmi di fidelizzazione, mentre i partner logistici vorranno dimostrare che le loro performance sono superiori alla media. Lato retail, oltre alla possibilità per l’eCommerce di promuovere le caratteristiche di sostenibilità e sicurezza, si affermerà quella di continuare a far aumentare trasparenza e fiducia in risposta alle crescenti richieste ai brand da parte dei consumatori.

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36VIEWPOINT REPORT

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37VIEWPOINT REPORT

La presente indagine sottolinea quanto il settore Food & Beverage si impegni a proteggere la salute dei consumatori e per la compliance con le normative. Le risposte indicano che esistono forti sinergie tra sicurezza alimentare, compliance normativa e certificazione dei sistemi di sicurezza alimentare. Un fatto che testimonia il grande lavoro svolto a livello globale per armonizzare gli standard di sicurezza alimentare sia pubblici, sia privati.

La sicurezza alimentare risulta rilevante per la strategia di business per il 90% delle aziende intervistate. Di queste soltanto il 63% ha affermato che lo è in grande misura, ma da qui a tre anni si prevede che il valore crescerà di 5 punti percentuali. Un incremento ancora limitato, che evidenzia fortemente la necessità per tutti gli stakeholder lungo dal catena del valore del Food & Beverage di mantenere alto il focus sulla sicurezza alimentare. Sebbene il settore nel suo insieme appaia fortemente impegnato, i rispondenti si sono mostrati cauti nel definirsi leader nella sicurezza alimentare. Il tasso di maturità è previsto in aumento nei prossimi tre anni e ciò potrebbe riflettere la complessità e la continua evoluzione delle sfide poste da una gestione della sicurezza alimentare lungo tutta la catena del valore.

I sistemi di sicurezza alimentare e la certificazione sono riconosciuti come strumenti consolidati per la gestione e il miglioramento continuo, accrescendo la maturità. L’esigenza di sviluppare una cultura della sicurezza alimentare è individuata come un’opportunità in crescita, mentre i sistemi di gestione e le procedure HACCP rimangono gli strumenti preferiti dal settore. La diffusione della cultura della sicurezza alimentare è risultata la quarta misura più efficace, un dato che enfatizza il fattore umano quale mezzo per un ulteriore progresso.

La certificazione è percepita per lo più come un ‘pass’ per fare business. In un contesto in cui gli assessment sui fornitori sono più severi che mai e cresce la pressione a gestire la sicurezza alimentare lungo tutta la catena di fornitura, la certificazione è un modo tangibile per migliorare i programmi di sicurezza alimentare oltre alle prestazioni delle supply chain. I risultati mostrano inoltre che per il 79% dei rispondenti i requisiti dei clienti sono il primo, secondo o terzo fattore più importante per ricorrere alla certificazione.

La migliore capacità di essere conformi alle normative (86%) è il vantaggio della certificazione che riceve il punteggio più elevato mentre in seconda posizione si trova il miglioramento della sicurezza alimentare e della qualità. Al terzo posto la consapevolezza dei dipendenti, con il 78%. Le aziende assegnano punteggi elevati a numerosi altri benefici della certificazione, a sottolineare che si tratta di uno strumento efficace ed efficiente per garantire ai consumatori la sicurezza alimentare. Dagli alimenti più sicuri alla reputazione aziendale fino alle opportunità di mercato, tutti gli altri benefici tranne uno (vantaggi con le banche e le assicurazioni) sono stati selezionati da oltre il 60% dei rispondenti.

I requisiti di certificazione si ripercuotono lungo la catena di fornitura e quasi metà del campione (42%) richiede alla maggioranza dei fornitori di essere certificati mentre oltre un quarto (29%) richiede che lo siano tutti.

Quale sarà il prossimo passaggio? Oltre alla sempre maggiore enfasi sulla cultura della sicurezza alimentare, restano ancora da esplorare e valorizzare le nuove tecnologie digitali. Soltanto il 9% indica di ritenere che queste ultime (come i big data analytics, la IoT, i sensori, la blockchain o le smart tag) miglioreranno “in grande misura” la sicurezza alimentare in azienda a breve termine. Il dato però quasi raddoppia al 15% in soltanto un anno e balza al 37% a tre anni da oggi, forse a suggerire che il settore intende cogliere i vantaggi di ulteriori avanzamenti per incrementare l’impegno e le attività per la sicurezza alimentare.

CONSIDERAZIONI FINALI

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38VIEWPOINT REPORT

L’APPROCCIO DEI LEADER ALLA SICUREZZA ALIMENTARE

01

03

05

07

09

02

04

06

08

10

I LEADER utilizzano la certificazione per migliorare i programmi di sicurezza alimentare

Sebbene il contributo delle tecnologie digitali non sia in generale ancora ben compreso, i LEADER appaiono meglio posizionati

I LEADER colgono il valore significativo dalla certificazione nello stimolare il loro miglioramento continuo

I LEADER danno molta importanza alla certificazione dei fornitori

I LEADER continueranno a investire in sicurezza alimentare

La sicurezza alimentare è rilevante nella strategia di business dei LEADER

I LEADER mitigano i rischi potenziando i sistemi di sicurezza alimentare, la cultura e la gestione della supply chain

I LEADER dispongono di programmi avanzati in tema di cultura della sicurezza alimentare

La reputazione è per i LEADER un’importante motivazione per focalizzarsi sulla sicurezza alimentare.

I LEADER danno preminenza assoluta alla salute dei consumatori

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• Anche in Italia, come nel resto del mondo, la principale motivazione per implementare in azienda un sistema di gestione della sicurezza alimentare è la salvaguardia della salute dei consumatori. Nel nostro Paese, comunque, il punteggio per questa risposta è superiore alle medie internazionali – 97,1% contro un 91,9% europeo e un 88,3% globale – probabilmente anche per la presenza nel mercato di una radicata cultura del cibo di qualità, oltre che per l’importanza del settore agroalimentare per l’economia.

• La presenza di una cultura diffusa del cibo di qualità, che in azienda può tradursi in cultura della sicurezza alimentare, è suggerita anche dalla percezione dei rischi: in Italia, esiste il rischio di una mancanza di tale cultura solo per il 24,3% dei rispondenti, circa un punto percentuale in meno della media europea (25,3%) e distante dal 30,9% a livello mondiale. Coerentemente, tra le iniziative di mitigazione del rischio, lo sviluppo di una cultura della Food Safety è considerato uno strumento efficace o molto efficace dal 76,7% contro il 66,1% in Europa e il 63,7% nel mondo.

• Il maggiore rischio percepito rimane comunque quello operativo (73,8% in Italia, 82,4% in Europa e 76,7% nel mondo) che deve essere gestito delineando, implementando e monitorando adeguate procedure: queste sono efficaci o molto efficaci secondo il 79,6% dei rispondenti italiani, il 72,3% di quelli europei e il 68% di quelli mondiali.

• In quest’ottica, rispetto al contesto internazionale le aziende italiane appaiono più consapevoli dell’importanza di una certificazione secondo standard riconosciuti: il 79,6% possiede una certificazione IFS (73,4% in Europa e 36,6% nel mondo), il 60,2% è certificato BRC (43,4% in Europa e 31,7% nel mondo), il 37,9% ha una ISO 9001 (24,6% in Europa e 15,7% nel mondo) e infine il 31,1% ha certificato il sistema HACCP (23,8% in Europa e 30,9% nel mondo). Ben il 94,2% delle aziende italiane intervistate è molto o abbastanza d’accordo che una certificazione crei valore aggiunto per l’organizzazione, rispetto al 91% europeo e l’87,5% globale.

SCHEDA ITALIA

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• Diversi anche i moventi che spingono a certificarsi, che vedono le aziende italiane più proattive rispetto alle medie internazionali: in Italia si certifica su richiesta dei clienti il 46,6% dei rispondenti, molto al di sotto del 57,8% a livello europeo e il 55% mondiale, mentre lo fa per la volontà dell’azienda di migliorare il proprio sistema di gestione della sicurezza un quinto dei rispondenti italiani (20,4%), superiore al 16,9% delle aziende europee e al 17% a livello globale. Per contro, in Italia la percentuale di aziende che richiede alla maggior parte dei fornitori di certificarsi è inferiore alla media europea (44,7% contro 48,4%) ma superiore a quella mondiale (41,5%).

• Rispetto alla rilevanza della sicurezza alimentare per le strategie di business, l’Italia è in linea con le tendenze internazionali: la ritiene molto o abbastanza rilevante il 90,3% dei rispondenti italiani (92,8% in Europa e 90,4% nel mondo). Lo scenario a medio termine suggerisce che le aziende intendano affrontare a breve queste tematiche. Infatti, i rispondenti che vedono la sicurezza alimentare come strategica anche da qui a tre anni scendono all’88,4% (89,2% in Europa e 86,1% nel mondo).

• I dati relativi all’autovalutazione sembrano confermare che secondo le aziende intervistate la gestione strutturata della sicurezza alimentare si diffonderà sempre più nei prossimi anni: infatti, se oggi in Italia si percepiscono come leader il 31,1% delle aziende (sono il 24% in Europa e il 21,5% nel mondo), prevede di diventarlo da qui a tre anni il 46,6% (45,2% in Europa e 48,6% nel mondo).

• Per quanto riguarda infine le nuove tecnologie digitali – come Internet of things, big data, blockchain, etichette intelligenti e sensori – i dati suggeriscono che, tanto in Italia come all’estero, le aziende sono ancora in una fase di valutazione degli effettivi vantaggi. Oggi nel nostro Paese le ritengono molto importanti per migliorare la sicurezza alimentare solo l’8,7% (6,5% in Europa e 8,6% nel mondo), ma abbastanza importanti il 37,9% (30,9% in Europa 29,6% nel mondo) mentre è rilevante la percentuale di chi non si esprime (14,6% in Italia, 12,4% in Europa e 11,7% nel mondo).

• Le aziende italiane si distinguono tuttavia per una maggiore consapevolezza dell’importanza che avrà il digitale nel prossimo futuro: nello scenario a tre anni, il digitale sarà molto importante per il 41,7% dei rispondenti italiani, contro il 32% di quelli europei e il 37,3% a livello globale. Tra le tecnologie, le aziende ritengono che per il momento la più interessante restino i sensori e beacon (47,6%) mentre fra tre anni si segnalano i big data (26,2%), le smart tag (24,3%) e la blockchain (21,4%).

SCHEDA ITALIA

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41VIEWPOINT REPORT

APPENDICEIn un’organizzazione esistono molte possibili ragioni per focalizzarsi sulla sicurezza alimentare. Nella vostra azienda in particolare, perché è importante?

Selezionate le principali aree di rischio per la sicurezza alimentare nella vostra azienda.

Selezionate le azioni pianificate o intraprese finora per valutare o mitigare i rischi sopra individuati e assegnate un punteggio sulla base della scala di valutazione sottostante.

Foodprimary

Foodproduction

Food service

Foodretail/

wholesale

Feed manufacturing

Packaging manufacturing

Storage & distribution Other

245 1.115 43 166 56 182 140 59

80.0% 93.0% 86.0% 89.8% 96.4% 76.4% 90.0% 71.2%

60.0% 72.1% 79.1% 73.5% 71.4% 65.9% 72.1% 71.2%

69.8% 58.1% 55.8% 68.1% 58.9% 74.7% 66.4% 49.2%

47.3% 59.6% 69.8% 52.4% 69.6% 50.5% 54.3% 39.0%

42.0% 42.1% 55.8% 39.8% 46.4% 44.0% 45.0% 35.6%

33.9% 39.6% 44.2% 36.7% 42.9% 48.9% 42.9% 32.2%

31.0% 37.8% 37.2% 36.1% 26.8% 35.7% 45.0% 27.1%

36.7% 35.8% 41.9% 37.3% 35.7% 31.9% 33.6% 27.1%

26.5% 36.7% 51.2% 34.3% 35.7% 32.4% 39.3% 27.1%

28.2% 37.6% 44.2% 36.7% 35.7% 22.5% 40.7% 20.3%

17.1% 21.4% 18.6% 18.1% 19.6% 16.5% 26.4% 15.3%

12.2% 15.8% 20.9% 18.7% 19.6% 13.2% 17.1% 3.4%

0.8% 0.1% 0.0% 0.0% 0.0% 0.0% 0.0% 0.0%

0.8% 0.5% 2.3% 0.6% 0.0% 1.6% 2.1% 1.7%

TOTAL

n=1,643

Safeguarding the health of consumers

Laws and regulations

Needs/requests from customers

Brand reputation

Proactive strategy for demonstrating commitment towards consumers

Competition or competitive advantage

Internal policy (e.g. through corporate requirements or requirements from

owners)

Public concern

Business continuity

Economic (e.g. financial savings. loss prevention)

Safeguarding property/management

Insurance requirements (private/public)

Don't know

Other

88.3

69.3

60.9

55.1

40.5

39.1

35.3

34

34

33.5

19.7

14.5

0.2

0.6

Small Company

LargeCompany

727 269

87.1% 90.0%

67.0% 75.5%

61.3% 57.6%

50.1% 62.8%

36.5% 46.1%

38.5% 41.3%

29.3% 44.2%

31.5% 38.3%

30.0% 38.7%

30.4% 36.4%

18.3% 22.3%

12.1% 16.7%

0.4% 0.0%

0.6% 0.4%

Foodprimary

Foodproduction

Food service

Foodretail/

wholesale

Feed manufacturing

Packaging manufacturing

Storage & distribution Other

245 1.115 43 166 56 182 140 59

74.7% 81.5% 83.7% 76.5% 85.7% 65.9% 75.0% 52.5%

23.3% 33.8% 34.9% 28.9% 32.1% 33.0% 35.0% 22.0%

26.1% 26.0% 37.2% 37.3% 32.1% 29.1% 39.3% 30.5%

11.8% 22.8% 30.2% 29.5% 21.4% 20.3% 27.9% 22.0%

13.5% 21.1% 25.6% 24.7% 26.8% 17.6% 26.4% 16.9%

8.6% 21.9% 23.3% 16.3% 21.4% 20.9% 20.0% 10.2%

8.2% 21.3% 18.6% 19.9% 14.3% 10.4% 24.3% 10.2%

7.3% 10.9% 18.6% 10.2% 8.9% 14.8% 13.6% 15.3%

6.1% 7.0% 9.3% 9.0% 12.5% 5.5% 10.7% 10.2%

2.9% 1.8% 2.3% 3.0% 0.0% 1.6% 4.3% 8.5%

7.8% 1.1% 2.3% 3.6% 0.0% 2.7% 0.0% 1.7%DK/DA 2.4%

76.7%

30.9%

28.0%

21.4%

19.8%

18.7%

18.3%

10.5%

6.5%

2.3%

TOTAL

n=1.643

Operational risks (e.g. chemical, physical, microbiological contamination, allergen cross

contact)

Lack of Food Safety culture

Compliance with statutory and regulatory requirements

Lack of management of the supply chain, incl. low performance of subcontractors

Lack of competence in the Food Safety area

Risks related to development of new products and/or use of new ingredients

Food fraud vulnerability

Risk associated with development of new technologies

Opposition from some influential stakeholder groups (e.g. vegetarian, sustainability oriented

organizations)

Other

Small Company

LargeCompany

727 269

75.4% 81.0%

26.3% 34.6%

28.7% 25.7%

16.6% 28.6%

17.1% 22.7%

16.2% 20.1%

17.6% 17.1%

8.3% 13.8%

5.0% 10.4%

3.2% 1.5%

4.3% 0.7%

Small Company

LargeCompany

727 269

80.9% 88.9%

64.9% 66.2%

61.2% 69.1%

64.4% 62.4%

57.0% 64.6%

51.5% 57.6%

48.8% 55.4%

29.1% 35.7%

Foodprimary

Foodproduction

Food service

Foodretail/

wholesale

Feed manufacturing

Packaging manufacturing

Storage & distribution Other

245 1115 43 166 56 182 140 59

68.5% 89.4% 86.0% 86.1% 96.5% 86.3% 87.2% 83.1%

64.1% 71.2% 72.1% 66.3% 69.6% 69.8% 62.1% 62.7%

48.6% 70.1% 69.7% 62.6% 73.2% 73.1% 63.6% 57.6%

61.2% 65.7% 69.7% 62.7% 82.1% 59.9% 58.6% 62.7%

52.6% 62.0% 83.7% 65.7% 75.0% 62.7% 62.9% 62.7%

48.2% 54.0% 62.8% 60.9% 58.9% 55.5% 60.0% 59.3%

45.7% 53.4% 69.7% 48.2% 66.1% 51.1% 53.6% 57.6%

31.0% 33.9% 55.8% 43.3% 39.3% 33.5% 42.1% 42.4%

Definition and implementation of a HACCP-based system

Issuance of procedures aimed to ensure Food Safety as from the design phase of a

product

A management system (e.g. ISO 22000) covering the production requirements and

achieving

Development of a Food Safety culture program intended to promote behavior-

based food safe

Development of a risk-based supply chain management program

Defining procedure/ technical specification for subcontractor(s)

Identification of specific technical competences and development of programs

to grow or to recruit people

Other mitigation actions

% Top 2 BoxesHighly effective + Effective

TOTAL

n=1,643

85.0%

68.0%

66.2%

63.7%

60.0%

53.5%

51.6%

32.7%

Page 42: BUSINESS ASSURANCE VIEWPOINT REPORT GL_GFSI Viewpoint report - FSM... · tematiche e supportare i miglioramenti, DNV GL – Business Assurance e The Global Food Safety Initiative

42VIEWPOINT REPORT

Quali vantaggi ha ottenuto la vostra azienda dalle azioni di mitigazione dei rischi intraprese?

In che misura le problematiche di sicurezza alimentare sono rilevanti nella strategia di business complessiva della vostra azienda?

Dal punto di vista della maturità nella gestione della sicurezza alimentare, dove posizionereste la vostra aziende in una scala da 1 a 5?

Small Company

LargeCompany

727 269

78.4% 83.6%

45.0% 52.0%

38.1% 39.4%

32.7% 40.9%

31.9% 31.6%

20.8% 26.0%

23.2% 17.5%

15.3% 19.0%

13.5% 19.0%

7.3% 13.8%

5.0% 2.2%

Foodprimary

Foodproduction

Food service

Foodretail/

wholesale

Feed manufacturing

Packaging manufacturing

Storage & distribution Other

245 1115 43 166 56 182 140 59

74.7% 85.3% 93.0% 81.3% 83.9% 77.5% 82.1% 72.9%

38.4% 53.4% 60.5% 56.0% 48.2% 40.1% 50.7% 40.7%

37.1% 40.0% 44.2% 38.6% 41.1% 41.8% 46.4% 40.7%

36.7% 38.7% 44.2% 37.3% 48.2% 18.7% 38.6% 33.9%

34.7% 33.0% 23.3% 26.5% 44.6% 44.0% 36.4% 39.0%

22.4% 23.5% 25.6% 30.7% 26.8% 18.7% 35.0% 23.7%

26.9% 22.7% 27.9% 25.9% 33.9% 26.4% 25.0% 13.6%

16.3% 18.7% 23.3% 15.7% 23.2% 15.4% 22.1% 20.3%

13.9% 17.3% 32.6% 18.1% 23.2% 8.2% 20.0% 6.8%

9.4% 10.1% 14.0% 10.8% 12.5% 11.0% 18.6% 18.6%

6.5% 2.6% 4.7% 3.0% 3.6% 2.2% 5.7% 3.4%

81.1%

48.8%

39.7%

35.4%

33.7%

23.1%

22.4%

17.2%

15.2%

9.6%

3.3%

Improved ability to comply with legal requirements and to ensure regulatory

compliance

Decrease of incidents/recalls

Improved public image/brand reputation

Improved relations with authorities (e.g. regulatory bodies)

Competitive advantage

Improved relations with other stakeholders (e.g. contractors)

Market (e.g. increase in market share)

Shareholders’ satisfaction

Financial savings

Other benefits

No benefits achieved

TOTAL

n=1.643

Foodprimary

Foodproduction

Food service

Foodretail/

Wholesale

Feed manufacturing

Packaging manufacturing

Storage & distribution Other

245 1,115 43 166 56 182 140 59

62.0% 66.1% 79.1% 61.4% 67.9% 60.4% 61.4% 59.3%

27.3% 25.9% 16.3% 30.1% 23.2% 30.2% 32.1% 22.0%

5.7% 4.9% 4.7% 6.6% 5.4% 7.1% 2.9% 11.9%

2.9% 0.7% 0.0% 0.0% 1.8% 0.5% 1.4% 0.0%

2.1% 2.4% 0.0% 1.9% 1.7% 1.8% 2.2% 6.8%

60.8% 72.2% 79.1% 72.3% 67.9% 66.5% 70.0% 72.9%

18.4% 15.9% 16.3% 17.5% 10.7% 22.5% 16.4% 13.6%

4.1% 2.7% 0.0% 3.0% 7.1% 3.3% 4.3% 5.1%

2.4% 0.6% 0.0% 0.0% 1.8% 1.1% 0.0% 0.0%

14.3% 8.6% 4.6% 7.2% 12.5% 6.6% 9.3% 8.4%

TOTAL

n=1,643

62.8%

27.6%

5.7%

1.0%

Great extent

Some extent

Not much

Not at all

Great extent

Some extent

Not much

Not at all

DK/DA 2.9%

DK/DA 9.6%

68.6%

17.5%

3.6%

0.7%

Small Company

LargeCompany

727 269

61.2% 63.6%

28.5% 29.0%

6.6% 4.8%

1.4% 0.4%

2.3% 2.2%

65.7% 73.2%

18.8% 16.7%

4.7% 3.3%

0.8% 0.4%

10.0% 6.4%

TODAY

3 YEARS FROM NOW

48.6%

33.6%

6.6%

1.1%

0.20%

21.5%

47.3%

21.3%

5.4%

1.30%

Foodprimary

Foodproduction

Food service

Foodretail/

wholesale

Feed manufacturing

Packaging manufacturing

Storage & distribution Other

245 1,115 43 166 56 182 140 59

26.1% 21.7% 27.9% 18.7% 23.2% 19.2% 21.4% 18.6%

46.9% 48.0% 39.5% 48.2% 50.0% 50.0% 50.0% 45.8%

19.6% 21.0% 16.3% 23.5% 17.9% 21.4% 20.7% 23.7%

4.9% 5.1% 11.6% 6.0% 3.6% 7.1% 5.0% 3.4%

0.0% 1.4% 2.3% 1.2% 1.8% 1.1% 1.4% 5.1%

2.5% 2.8% 2.4% 2.4% 3.5% 1.2% 1.5% 3.4%

46.9% 51.1% 62.8% 45.8% 50.0% 51.6% 52.9% 50.8%

30.2% 33.7% 23.3% 35.5% 25.0% 32.4% 30.0% 33.9%

7.3% 5.7% 9.3% 7.8% 5.4% 7.7% 5.0% 3.4%

0.4% 1.2% 0.0% 0.0% 1.8% 0.5% 0.0% 5.1%

0.0% 0.1% 0.0% 0.0% 0.0% 1.1% 0.7% 1.7%

15.2% 8.2% 4.6% 10.9% 17.8% 6.7% 11.4% 5.1%

Leading

Developing

Building

Starting

Discovering

Leading

Developing

Building

Starting

Discovering

TOTAL

n=1,643

DK/DA 3.2%

DK/DA 9.9%

Small Company

LargeCompany

727 269

18.8% 26.8%

47.9% 46.5%

23.8% 15.2%

6.1% 7.4%

1.2% 1.5%

2.2% 2.6%

43.6% 56.5%

35.6% 33.5%

8.5% 4.8%

1.5% 0.7%

0.1% 0.7%

10.7% 3.8%

TODAY

3 YEARS FROM NOW

Page 43: BUSINESS ASSURANCE VIEWPOINT REPORT GL_GFSI Viewpoint report - FSM... · tematiche e supportare i miglioramenti, DNV GL – Business Assurance e The Global Food Safety Initiative

43VIEWPOINT REPORT

Prevede che la vostra azienda investirà di più in sicurezza alimentare nei prossimi tre anni?

Indicate i primi tre fattori che hanno portato alla certificazione del vostro sistema di sicurezza alimentare (o sistema di gestione).

47.9%

41.6%

1.8%

0.9%

Foodprimary

Foodproduction Food service

Foodretail/

wholesale

Feed manufacturing

Packaging manufacturing

Storage & distribution Other

245 1,115 43 166 56 182 140 59

44.5% 50.4% 62.8% 47.0% 60.7% 47.3% 48.6% 57.6%

42.9% 40.1% 27.9% 44.6% 28.6% 47.3% 37.9% 32.2%

2.4% 2.1% 2.3% 0.0% 0.0% 0.0% 2.9% 0.0%

2.0% 0.5% 0.0% 1.2% 1.8% 0.5% 0.0% 0.0%

8.2% 6.9% 7.0% 7.2% 8.9% 4.9% 10.6% 10.2%

More than today

Same as today

Less than today

No investments at all

DK/DA 7.8

TOTAL

n=1,643

Small Company

LargeCompany

727 269

45.8% 50.2%

43.5% 40.1%

2.1% 1.5%

1.1% 1.1%

7.5% 7.1%

Foodprimary

Foodproduction

Food service

Foodretail/

wholesale

Feed manufacturing

Packaging manufacturing

Storage & distribution Other

245 1115 43 166 56 182 140 59

86.6% 80.3% 65.1% 75.9% 69.7% 86.2% 72.9% 66.2%

52.7% 58.4% 65.1% 51.2% 57.2% 39.5% 55.0% 32.3%

48.2% 46.5% 39.5% 42.2% 50.0% 57.7% 46.4% 40.7%

27.8% 27.2% 21.0% 26.5% 17.8% 26.3% 29.3% 28.9%

23.2% 22.2% 20.9% 23.4% 25.0% 22.5% 19.3% 18.7%

13.0% 17.6% 11.7% 8.4% 16.1% 20.8% 13.6% 17.0%

10.6% 15.1% 25.7% 19.2% 7.2% 14.2% 12.9% 11.9%

15.5% 13.3% 16.3% 19.2% 17.8% 10.9% 15.7% 17.0%

3.3% 1.6% 4.6% 4.2% 3.6% 2.7% 2.8% 1.7%

I most important

I + II + III most important

79.4%

53.6%

46.2%

27.0%

22.5%

16.1%

14.2%

14.2%

2.2%

55.0%

17.0%

6.9%

4.4%

2.9%

1.9%

1.8%

1.9%

1.0%

Existing customer requirement, to continue doing business with them

To improve our Food Safety program

Potential new customer requirement, to start doing

business with them

To help drive continuous business improvement

To improve our business reputation generally

To reduce the number of 3rd party Food Safety audits done on us

To improve the documentation of our Food Safety management

system

To improve our operational efficiency

Other

TOTAL n=1,643

Small Company

LargeCompany

727 269

79.0% 75.5%

52.2% 58.0%

50.0% 37.1%

26.8% 29.4%

23.6% 22.3%

11.6% 21.2%

14.7% 15.0%

15.2% 14.1%

2.3% 3.3%

Small Company

LargeCompany

727 269

86.3% 84.1%

75.8% 79.6%

74.7% 77.4%

69.9% 77.7%

65.6% 68.4%

61.7% 67.6%

66.0% 58.7%

63.0% 57.6%

58.2% 64.7%

61.5% 53.2%

21.4% 23.8%

Foodprimary

Foodproduction

Food service

Foodretail/

wholesale

Feed manufacturing

Packaging manufacturing

Storage & distribution Other

245 1,115 43 166 56 182 140 59

84.5% 89.3% 88.4% 88.0% 85.7% 88.5% 87.8% 71.2%

73.5% 83.9% 76.8% 72.9% 76.8% 85.7% 73.6% 71.2%

74.3% 79.5% 79.1% 72.9% 78.6% 86.2% 77.8% 69.5%

69.4% 78.6% 81.4% 69.9% 67.9% 78.1% 77.8% 61.0%

71.4% 72.7% 67.4% 65.1% 67.9% 64.2% 67.2% 52.5%

52.6% 72.3% 65.1% 63.3% 58.9% 69.8% 69.3% 55.9%

62.4% 68.4% 65.1% 57.8% 50.0% 72.6% 68.6% 52.5%

60.0% 65.9% 58.1% 56.0% 60.7% 75.8% 64.3% 61.0%

59.2% 66.2% 65.1% 57.9% 64.2% 65.4% 60.0% 47.5%

59.6% 63.0% 51.2% 55.4% 58.9% 72.0% 61.5% 55.9%

24.4% 27.4% 32.5% 16.2% 26.8% 24.7% 30.0% 22.1%

86.3%

79.4%

77.7%

74.8%

68.9%

67.0%

65.3%

63.8%

62.6%

60.8%

24.7%

% Top 2 BoxesAgree Strongly + Agree

Improved ability to comply with legal requirements and ensure regulatory

complianceImproved product quality/safer food

Better employee awareness and engagement

Enhanced management commitment

Improved relations with relevant authorities

Decrease in incidents/loss reduction

Improved public image/brand reputation

Obtain a competitive advantage

Improved relations with other stakeholders

Market opportunities (e.g. increase in market share)

Advantages with banks and insurance companies (e.g. lower insurance

rates)

TOTAL

n=1,643

Un’azienda può ottenete diversi vantaggi dalla certificazione del proprio sistema di sicurezza alimentare. Riguardo alla vostra azienda, quanto siete d’accordo sui vantaggi elencati di seguito?

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44VIEWPOINT REPORT

In quale misura la certificazione del vostro sistema di sicurezza alimentare aggiunge valore alla vostra organizzazione e ai vostri stakeholder?

Richiedete che i vostri fornitori siano certificati?

Indicare le prime tre motivazioni o fattori per i quali la vostra aziende richiede che i fornitori siano certificati.

Foodprimary

Foodproduction

Food service

Foodretail/

wholesale

Feed manufacturing

Packaging manufacturing

Storage & distribution Other

245 1,115 43 166 56 182 140 59

50.2% 53.7% 48.8% 42.8% 51.8% 61.5% 55.7% 44.1%

33.5% 37.7% 39.5% 42.2% 28.6% 30.8% 32.1% 23.7%

9.4% 3.0% 0.0% 4.2% 1.8% 2.7% 3.6% 13.6%

4.1% 0.2% 0.0% 0.6% 1.8% 0.0% 0.7% 0.0%

2.8% 5.4% 11.7% 10.2% 16.0% 5.0% 7.9% 18.6%

Very much

To some extent

Not really

Not at all

DK/DA 7.2%

TOTAL

n=1,643

51.3%

36.2%

4.4%

0.9%

Small Company

LargeCompany

727 269

48.1% 46.1%

36.5% 42.4%

6.6% 3.7%

1.5% 0.4%

7.3% 7.4%

28.8%

41.5%

4.5%

12.5%

9.6%

Foodprimary

Foodproduction Food service

Foodretail/

wholesale

Feed manufacturing

Packaging manufacturing

Storage & distribution Other

245 1,115 43 166 56 182 140 59

31.0% 30.9% 41.9% 38.6% 19.6% 14.8% 31.4% 15.3%

30.2% 45.2% 48.8% 38.6% 48.2% 42.3% 40.7% 28.8%

3.7% 4.6% 0.0% 4.8% 3.6% 4.9% 3.6% 1.7%

15.1% 11.4% 4.7% 7.8% 16.1% 18.7% 10.0% 20.3%

13.1% 6.6% 4.7% 9.0% 12.5% 17.0% 9.3% 27.1%

6.9% 1.3% 0.0% 1.2% 0.0% 2.3% 5.0% 6.8%

All of them

Most of them

Half and half

A few

None

TOTAL

n=1,643

DK/DA 3.1%

Small Company

LargeCompany

727 269

28.5% 33.5%

40.7% 39.8%

4.0% 3.7%

14.3% 9.3%

9.8% 11.2%

2.7% 2.5%

Foodprimary

Foodproduction

Food service

Foodretail/

wholesale

Feed manufacturing

Packaging manufacturing

Storage & distribution Other

245 1,115 43 166 56 182 140 59

73.9% 87.0% 93.0% 81.3% 85.7% 74.2% 80.0% 59.3%

43.6% 56.8% 53.6% 55.4% 60.7% 45.5% 50.7% 44.1%

58.8% 51.2% 46.6% 59.7% 55.4% 49.4% 57.2% 39.0%

39.2% 50.0% 53.5% 49.4% 44.6% 41.2% 45.7% 32.2%

14.3% 16.2% 18.6% 12.0% 10.7% 18.6% 12.1% 18.7%

9.7% 7.7% 9.3% 4.8% 3.6% 8.2% 11.4% 17.0%

81.3%

53.0%

51.2%

45.9%

16.1%

8.4%

48.8%

9.8%

19.2%

5.3%

2.0%

2.0%

Because it will improve our Food Safety system

Because it will improve our suppliers' own Food Safety

system

Because our customers require this

operational effectiveness

Because it will improve our

Because it will improve our

suppliers' own operational effectiveness

Other

I + II + III most important

I most important

TOTAL n=1,643

Small Company

LargeCompany

727 269

80.1% 82.5%

50.7% 61.4%

50.4% 46.5%

46.5% 43.0%

17.5% 13.4%

8.7% 10.4%

Page 45: BUSINESS ASSURANCE VIEWPOINT REPORT GL_GFSI Viewpoint report - FSM... · tematiche e supportare i miglioramenti, DNV GL – Business Assurance e The Global Food Safety Initiative

45VIEWPOINT REPORT

In che misura la certificazione dei fornitori porta vantaggi alla vostra azienda?

Quali sono per la vostra azienda i principali vantaggi di certificare i fornitori?

Foodprimary

Foodproduction

Food service

Foodretail/

wholesale

Feed manufacturing

Packaging manufacturing

Storage & distribution Other

245 1,115 43 166 56 182 140 59

40.4% 56.5% 69.8% 64.5% 57.1% 47.3% 61.4% 30.5%

38.4% 37.7% 25.6% 28.3% 33.9% 42.3% 25.0% 42.4%

8.2% 3.2% 2.3% 3.6% 5.4% 7.1% 5.7% 15.3%

8.6% 1.2% 0.0% 1.2% 0.0% 1.6% 5.7% 6.8%

4.4% 1.4% 2.3% 2.4% 3.6% 1.7% 2.2% 5.0%

51.7%

37.7%

5.2%

2.6%

Very much

To some extent

Not really

Not at all

DK/DA 2.8%

TOTAL

n=1,643

Small Company

LargeCompany

727 269

49.8% 55.4%

37.4% 34.9%

6.3% 6.3%

4.5% 1.1%

2.0% 2.3%

Foodprimary

Foodproduction

Food service

Foodretail/

wholesale

Feed manufacturing

Packaging manufacturing

Storage & distribution Other

245 1,115 43 166 56 182 140 59

58.4% 76.4% 76.7% 79.5% 82.1% 72.0% 72.9% 59.3%

58.4% 70.1% 83.7% 73.5% 66.1% 68.7% 72.1% 49.2%

60.8% 67.7% 62.8% 66.9% 67.9% 67.6% 68.6% 57.6%

36.7% 59.2% 60.5% 51.8% 66.1% 56.0% 59.3% 40.7%

37.6% 46.8% 46.5% 51.8% 53.6% 48.9% 55.0% 40.7%

35.5% 44.7% 55.8% 48.2% 50.0% 44.5% 53.6% 35.6%

30.6% 46.2% 46.5% 39.8% 53.6% 51.1% 43.6% 28.8%

32.2% 44.4% 51.2% 42.2% 37.5% 43.4% 52.9% 35.6%

33.9% 44.8% 48.8% 43.4% 41.1% 40.7% 45.0% 33.9%

0.0% 0.9% 0.0% 0.0% 1.8% 1.1% 1.4% 8.5%

4.9% 0.5% 0.0% 0.6% 0.0% 3.8% 1.4% 1.7%

72.6%

66.9%

64.8%

53.7%

45.6%

42.7%

42.5%

41.8%

41.3%

1.0%

More confidence in the supplier / products

Safer products

Compliance to specifications / meet our requirements

Supplier approval process / verification of suppliers / vendors

Certified to a recognized standard

Good documentation

Reduces audit time / cost / fewer audits

Better quality

Fewer issues with suppliers / products

Other

DK/DA 1.6%

TOTAL n=1,643

Small Company

LargeCompany

727 269

70.6% 73.2%

65.5% 69.5%

63.1% 66.2%

48.6% 58.7%

44.0% 49.8%

42.9% 43.9%

36.3% 49.8%

39.9% 45.0%

37.8% 44.6%

0.8% 0.4%

1.9% 2.6%

8.6%

29.6%

30.2%

13.9%

Foodprimary

Foodproduction

Food service

Foodretail/

wholesale

Feed manufacturing

Packaging manufacturing

Storage & distribution Other

245 1,115 43 166 56 182 140 59

11.0% 8.3% 20.9% 7.2% 14.3% 7.1% 10.7% 11.9%

26.9% 30.1% 44.2% 28.9% 26.8% 33.0% 42.1% 32.2%

26.5% 31.7% 20.9% 34.3% 28.6% 29.1% 23.6% 18.6%

18.0% 13.5% 4.7% 12.0% 8.9% 14.8% 12.9% 20.3%

Great extent

Some extent

Not much

Not at all

Great extent

Some extent

Not much

Not at all

Great extent

Some extent

Not much

Not at all

TOTAL n=1,643

Small Company

LargeCompany

727 269

7.6% 8.2%

27.2% 31.6%

30.5% 31.6%

15.4% 12.3%

TODAY

1 YEAR

3 YEARS

15.3%

41.9%

18.0%

7.1%

Foodprimary

Foodproduction Food service

Foodretail/

wholesale

Feed manufacturing

Packaging manufacturing

Storage & distribution Other

245 1,115 43 166 56 182 140 59

16.3% 15.0% 30.2% 15.1% 14.3% 14.3% 22.1% 25.4%

35.5% 44.2% 51.2% 41.6% 51.8% 42.3% 45.7% 37.3%

17.6% 18.2% 11.6% 21.7% 8.9% 18.7% 16.4% 11.9%

10.2% 6.0% 2.3% 4.2% 3.6% 11.0% 4.3% 15.3%

TOTAL n=1,643

Small Company

LargeCompany

727 269

13.2% 19.0%

39.1% 42.8%

19.1% 20.1%

8.7% 5.2%

37.3%

27.5%

9.7%

3.8%

Foodprimary

Foodproduction Food service

Foodretail/

wholesale

Feed manufacturing

Packaging manufacturing

Storage & distribution Other

245 1,115 43 166 56 182 140 59

31.4% 39.2% 62.8% 33.7% 39.3% 36.8% 52.9% 44.1%

23.7% 29.2% 23.3% 30.1% 25.0% 28.0% 23.6% 22.0%

14.3% 8.5% 0.0% 12.0% 7.1% 11.5% 5.7% 10.2%

7.3% 2.7% 2.3% 1.2% 1.8% 4.9% 1.4% 10.2%

TOTAL n=1,643

Small Company

LargeCompany

727 269

31.8% 41.6%

26.3% 33.1%

11.3% 7.4%

5.5% 1.9%

In quale misura ritenete che le nuove tecnologie digitali (per es. big data analytics, IoT, sensors, Blockchain, smart tag) contribuiscano o contribuiranno a far progredire la sicurezza alimentare nella vostra azienda?

Page 46: BUSINESS ASSURANCE VIEWPOINT REPORT GL_GFSI Viewpoint report - FSM... · tematiche e supportare i miglioramenti, DNV GL – Business Assurance e The Global Food Safety Initiative

46VIEWPOINT REPORT

Quale delle seguenti tecnologie digitali sta utilizzando (o utilizzerà) la vostra azienda per supportare la sicurezza alimentare?

Quale percentuale del vostro investimento complessivo per la sicurezza alimentare nei prossimi 12-18 mesi sarà allocato alle soluzioni digitali volte al suo miglioramento?

8.6%

29.6%

30.2%

13.9%

Foodprimary

Foodproduction

Food service

Foodretail/

wholesale

Feed manufacturing

Packaging manufacturing

Storage & distribution Other

245 1,115 43 166 56 182 140 59

11.0% 8.3% 20.9% 7.2% 14.3% 7.1% 10.7% 11.9%

26.9% 30.1% 44.2% 28.9% 26.8% 33.0% 42.1% 32.2%

26.5% 31.7% 20.9% 34.3% 28.6% 29.1% 23.6% 18.6%

18.0% 13.5% 4.7% 12.0% 8.9% 14.8% 12.9% 20.3%

Great extent

Some extent

Not much

Not at all

Great extent

Some extent

Not much

Not at all

Great extent

Some extent

Not much

Not at all

TOTAL n=1,643

Small Company

LargeCompany

727 269

7.6% 8.2%

27.2% 31.6%

30.5% 31.6%

15.4% 12.3%

TODAY

1 YEAR

3 YEARS

15.3%

41.9%

18.0%

7.1%

Foodprimary

Foodproduction Food service

Foodretail/

wholesale

Feed manufacturing

Packaging manufacturing

Storage & distribution Other

245 1,115 43 166 56 182 140 59

16.3% 15.0% 30.2% 15.1% 14.3% 14.3% 22.1% 25.4%

35.5% 44.2% 51.2% 41.6% 51.8% 42.3% 45.7% 37.3%

17.6% 18.2% 11.6% 21.7% 8.9% 18.7% 16.4% 11.9%

10.2% 6.0% 2.3% 4.2% 3.6% 11.0% 4.3% 15.3%

TOTAL n=1,643

Small Company

LargeCompany

727 269

13.2% 19.0%

39.1% 42.8%

19.1% 20.1%

8.7% 5.2%

37.3%

27.5%

9.7%

3.8%

Foodprimary

Foodproduction Food service

Foodretail/

wholesale

Feed manufacturing

Packaging manufacturing

Storage & distribution Other

245 1,115 43 166 56 182 140 59

31.4% 39.2% 62.8% 33.7% 39.3% 36.8% 52.9% 44.1%

23.7% 29.2% 23.3% 30.1% 25.0% 28.0% 23.6% 22.0%

14.3% 8.5% 0.0% 12.0% 7.1% 11.5% 5.7% 10.2%

7.3% 2.7% 2.3% 1.2% 1.8% 4.9% 1.4% 10.2%

TOTAL n=1,643

Small Company

LargeCompany

727 269

31.8% 41.6%

26.3% 33.1%

11.3% 7.4%

5.5% 1.9%

49.1%

22.1%

16.7%

16.6%

5.4%

44.2%

15.2%

10.0%

8.9%

2.6%

Foodprimary

Foodproduction

Food service

Foodretail/

wholesale

Feed manufacturing

Packaging manufacturing

Storage & distribution Other

245 1,115 43 166 56 182 140 59

42.0% 49.1% 55.8% 41.0% 57.1% 42.3% 50.7% 33.9%

18.0% 14.8% 23.3% 18.1% 16.1% 19.2% 17.1% 13.6%

15.1% 9.1% 16.3% 15.1% 16.1% 17.6% 16.4% 6.8%

8.6% 9.0% 16.3% 8.4% 8.9% 13.7% 10.0% 8.5%

3.7% 2.5% 2.3% 3.6% 5.4% 4.9% 2.1% 3.4%

45.3% 54.1% 58.1% 47.6% 57.1% 45.6% 57.1% 40.7%

25.8% 22.0% 28.0% 23.5% 26.8% 29.1% 23.5% 20.4%

16.8% 17.8% 27.9% 17.4% 16.0% 23.0% 17.9% 13.6%

20.8% 16.2% 27.9% 22.9% 21.5% 23.1% 25.7% 11.9%

6.6% 4.8% 4.6% 6.6% 5.4% 12.6% 5.0% 6.8%

Sensors & beacons

Blockchain

Smart tags and labels

Big data analytics

Artificial Intelligence and machine

Sensors & beacons

Blockchain

Big data analytics

Smart tags and labels

Artificial Intelligence and machine

Sensors & beacons

Blockchain

Big data analytics

Smart tags and labels

Artificial Intelligence and machine

TOTAL n=1,643

Small Company

LargeCompany

727 269

39.8% 54.6%

14.2% 16.4%

8.5% 13.8%

5.4% 14.5%

2.1% 3.7%

44.1% 58.7%

20.0% 26.1%

10.4% 28.3%

15.0% 23.1%

4.2% 10.8%

56.6%

40.2%

38.2%

36.2%

20.3%

Foodprimary

Foodproduction

Food service

Foodretail/

wholesale

Feed manufacturing

Packaging manufacturing

Storage & distribution Other

245 1.115 43 166 56 182 140 59

52.6% 62.1% 60.4% 53.0% 67.8% 52.2% 64.2% 49.2%

38.0% 41.3% 48.9% 44.6% 51.8% 46.1% 45.6% 37.3%

34.4% 40.8% 62.8% 34.3% 46.4% 43.3% 40.0% 39.0%

39.2% 37.6% 48.8% 42.2% 46.5% 40.1% 42.8% 27.2%

21.3% 20.0% 34.8% 18.6% 23.3% 27.4% 20.7% 27.1%

TOTAL n=1,643

Small Company

LargeCompany

727 269

51.4% 67.3%

35.8% 49.9%

29.8% 54.7%

33.4% 44.7%

16.9% 32.0%

TODAY

1 YEAR FROM NOW

3 YEARS FROM NOW

2.4%

5.3%

18.3%

32.4%

14.5%

Foodprimary

Foodproduction Food service

Foodretail/

wholesale

Feed manufacturing

Packaging manufacturing

Storage & distribution Other

245 1,115 43 166 56 182 140 59

2.9% 2.7% 7.0% 1.8% 0.0% 2.2% 3.6% 3.4%

8.6% 6.1% 4.7% 4.8% 5.4% 4.4% 3.6% 3.4%

11.8% 20.0% 18.6% 18.1% 14.3% 13.2% 21.4% 22.0%

29.4% 33.1% 37.2% 39.2% 37.5% 34.6% 37.1% 25.4%

23.3% 11.8% 7.0% 7.8% 7.1% 14.8% 8.6% 27.1%

24.0% 26.3% 25.5% 28.3% 35.7% 30.8% 25.7% 18.7%DK/DA 27.1%

More than 50%

30% to 50%

10% to 30%

Less than 10%

No investment indigital solutions (0%)

TOTAL

n=1,643

Small Company

LargeCompany

727 269

2.2% 1.1%

4.5% 6.3%

18.7% 16.4%

33.1% 34.9%

19.3% 10.0%

22.2% 31.3%

Page 47: BUSINESS ASSURANCE VIEWPOINT REPORT GL_GFSI Viewpoint report - FSM... · tematiche e supportare i miglioramenti, DNV GL – Business Assurance e The Global Food Safety Initiative

47VIEWPOINT REPORT

■ Sille Sjøbakk Allum ■ Sander Buijs ■ Stefano Cardinali ■ Mauro Crippa ■ Ingunn Midttun Godal ■ Cecilie Løne

■ Veronique Discours-Buhot ■ Lisa Prevert ■ Marie-Claude Quentin ■ Lalaina Randria

■ Silvia Colleoni, Cohn & Wolfe ■ Daniele Novello, GFK

Team di progetto DNV GL

Team di progetto Consumer Goods Forum / GFSI

Titolari dei programmi di certificazione riconosciuti da GFSI

Esperti esterni

CREDITI

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48VIEWPOINT REPORT

NOTES

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The trademarks DNV GL®, DNV®, the Horizon Graphic and Det Norske Veritas® are the properties of companies in the Det Norske Veritas group. All rights reserved.© DNV GL AS 02/2019.

DNV GL è un’azienda globale di controllo qualità e gestione dei rischi. Guidati dal nostro scopo di salvaguardare la vita, la proprietà e l’ambiente, facilitiamo i nostri clienti che vogliono promuovere la sicurezza e la sostenibilità della propria attività. Con una storia che risale al 1864 e operazioni in più di 100 paesi, i nostri professionisti si dedica-no ad aiutare i clienti nei settori marittimo, petrolifero e del gas, dell’energia e delle energie rinnovabili e in altre industrie per rendere il mondo più sicuro, più intelligente e più verde.

Siamo tra gli enti di certificazione leader a livello mondiale e aiutiamo le aziende a garantire le performance del-le loro organizzazioni, prodotti, persone, strutture e catene di fornitura attraverso servizi di certificazione, verifica, assessment e formazione. Coniughiamo competenze tecniche, digitali e di settore per abilitare le decisioni e le azioni delle aziende. Siamo partner dei nostri clienti nel costruire un business sostenibile e creare la fiducia negli stakeholder in tutti i settori. dnvgl.com/viewpoint

GFSILa Global food safety Initiative (GFSI) riunisce attori chiave del settore alimentare per guidare in modo collaborativo il miglioramento continuo della sicurezza alimentare in tutto il mondo. Con una visione orientata a garantire ai consumatori alimenti sicuri dovunque si trovino, i leader del settore alimentare hanno creato GFSI nel 2000 per trovare soluzioni collaborative alle preoccupazioni collettive e, in particolare, per ridurre i rischi per la sicurezza alimentare e monitorare duplicazioni e costi costruendo al contempo la fiducia lungo la supply chain. La comunità GFSI opera su base volontaria ed è composta dai maggiori esperti mondiali di sicurezza alimentare di aziende del retail, della trasformazione e del food service, oltre a organizzazioni internazionali, governi, università e fornitori di servizi all’industria alimentare globale.

La FSI è sostenuta dal The Consumer Goods Forum (CGF), un network di settore globale che supporta Better Lives Through Better Business. www.mygfsi.com

FEBRUARY 2019VIEWPOINT REPORT