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in primo piano in primo piano sommario Notiziario del Comune di Menaggio - Via Lusardi, 26 - 22017 Menaggio (CO) - Registrazione del Tribunale di Como n. 3/2003 Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento postale - 70% - DCB COMO - Direttore Responsabile: Alberto Bobba - Grafica/Stampa: www.nuovaera.info Anno X - Numero 1 - Dicembre 2012 3 10 7 20 FUSIONE DEI COMUNI FESTA ANZIANI IN DIRITTURA D’ARRIVO IL PGT SPORT, IL MENAGGIO TORNA A CASA continua a pag. 2 Care Concittadine e cari Con- cittadini, come di consueto ci ri- troviamo su queste pagine per fare un’analisi di quanto successo durante l’anno a livello politico- amministrativo ma soprattutto per fare il punto della situazione di come sarà il futuro per quanto riguarda i servizi pubblici in ge- nerale, ed i servizi alla persona in particolare, ciò che l’amministra- zione potrà offrire in questo cli- ma di recessione che speriamo sia solo economico-politica e non di valori o di ideali di libertà. Trovo estremamente pericolose le mani- festazioni studentesche avvenute nel mese di novembre e culmina- te con azioni di guerriglia urbana, coordinate, dirette e svolte in contemporanea in alcune città ita- liane. Come abbiamo accennato, siamo in un periodo economicamente difficile ed anche il giornalino co- munale ha subito un taglio impor- tante. Usciamo per la prima volta nell’anno 2012 ed in forma ridotta ma certamente non dimessa, con- siderando le molteplici attività ed i progetti strutturali che sono stati svolti in questi mesi: li ripor- teremo e condivideremo con voi, cercando di essere chiari ma pur- troppo non completi - anche se esaustivi - per questioni di spazio, su quanto l’amministrazione ha fat- to in questi mesi. Mentre sto scrivendo questo arti- colo, i lavori di completa ristrut- turazione e rifacimento ex novo L'Amministrazione Comunale augura a tutti voi Buone feste

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Notiziario del Comune di Menaggio - Via Lusardi, 26 - 22017 Menaggio (CO) - Registrazione del Tribunale di Como n. 3/2003Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento postale - 70% - DCB COMO - Direttore Responsabile: Alberto Bobba - Grafica/Stampa: www.nuovaera.info

Anno X - Numero 1 - Dicembre 2012

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FUSIONE DEI COMUNI

FESTA ANZIANI

IN DIRITTURA D’ARRIVO IL PGT

SPORT, IL MENAGGIO TORNA A CASA

continua a pag. 2

Care Concittadine e cari Con-cittadini, come di consueto ci ri-troviamo su queste pagine per fare un’analisi di quanto successo durante l’anno a livello politico-amministrativo ma soprattutto per fare il punto della situazione di come sarà il futuro per quanto riguarda i servizi pubblici in ge-nerale, ed i servizi alla persona in particolare, ciò che l’amministra-zione potrà offrire in questo cli-ma di recessione che speriamo sia solo economico-politica e non di valori o di ideali di libertà. Trovo estremamente pericolose le mani-festazioni studentesche avvenute nel mese di novembre e culmina-te con azioni di guerriglia urbana, coordinate, dirette e svolte in contemporanea in alcune città ita-liane. Come abbiamo accennato, siamo in un periodo economicamente difficile ed anche il giornalino co-munale ha subito un taglio impor-tante. Usciamo per la prima volta nell’anno 2012 ed in forma ridotta ma certamente non dimessa, con-siderando le molteplici attività ed i progetti strutturali che sono stati svolti in questi mesi: li ripor-teremo e condivideremo con voi, cercando di essere chiari ma pur-troppo non completi - anche se esaustivi - per questioni di spazio, su quanto l’amministrazione ha fat-to in questi mesi. Mentre sto scrivendo questo arti-colo, i lavori di completa ristrut-turazione e rifacimento ex novo

L'Amministrazione Comunaleaugura a tutti voi

Buone feste

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della scuola elementare sono in fase di completamento. Spero vivamente che quando mi leggerete siano ultima-ti, anche se il fine ultimo dell’ammi-nistrazione è quello di consegnare ai nostri bambini e ragazzi un luogo pri-ma di tutto sicuro, poi “adeguato” alle nuove tecnologie, dove apprendere e sviluppare conoscenza e sapere, aiutati dagli insegnanti; un eventuale piccolo ritardo non potrà mai inficiare quanto di buono è stato fatto.Sostanzialmente l’intervento è consi-stito nella ristrutturazione del corpo frontale e del retro, con manteni-mento della stessa sagoma, mentre il corpo centrale è stato quasi comple-tamente trasformato con un piano in più e con la facciata rivolta a nord, ridisegnata con una vetrata di stile moderno in alternanza col classico di fine ottocento degli altri due blocchi.La costruzione risponde appieno alle nuove regole antisismiche, è all’avan-guardia per quanto riguarda le nuove tecnologie con lavagne multimediali in ogni aula e aule specifiche per l’in-segnamento di materie quali informa-tica, scienze, disegno e laboratorio. Consente l’insegnamento a 250 giova-ni, quindi accessibile anche ai ragazzi dei paesi limitrofi. Sarà allestito un ampio salone con la possibilità di pro-iettare documenti e filmati, nonché di adibire lo spazio stesso a sala civica polifunzionale. La mensa potrà ospitare 150 ragazzi in contemporanea, con pasti caldi cu-cinati presso il “centro cottura” della scuola materna, ed è disponibile anche per l’eventuale tempo pieno della scuola media.La palestra con l’accesso separato potrà servire anche un’utenza extra-scolastica.Molto del nostro tempo e tante ener-gie sono state spese per la redazione della nuova legge urbanistica. Il vec-chio PRG assume un’altra denominazio-ne, in quanto raccoglie anche l’aspetto paesistico-ambientale del territorio,

divenendo Piano di Governo del Ter-ritorio (PGT).Fatti i dovuti raffronti con i PGT di al-tri comuni limitrofi, il nostro risulterà essere in linea, anzi, anche più restrit-tivo negli indici edificatori concessi dalla normativa vigente, a tutto van-taggio della vivibilità e del paesaggio. E’ prevista una sola area di trasforma-zione, a fronte di innumerevoli inter-venti, a risparmio di territorio e di riu-tilizzo di strutture obsolete e non più al passo con i tempi.Adotteremo il nuovo strumento ur-banistico comunale il 31 dicembre, ultimo giorno utile, per tutta una se-rie di problematiche e considerazioni che molte volte esulano dal campo strettamente tecnico. Inutile fare po-lemiche per addossare a qualcuno la “colpa”, importante è rispettare quel-la data; cosa che non potranno fare alcuni comuni della zona anche più grandi di noi ma non certo per impor-tanza economica e culturale. Adot-tando il PGT avremo ancora vigente per il tempo previsto il vecchio Piano Regolatore altrimenti cancellato, con evidenti contraccolpi economici, so-ciali ed istituzionali.Altra discussione in atto con i rappre-sentanti dei comuni limitrofi ma anche di tutto il comprensorio del Centro-lago e delle valli è quella relativa alla forma associativa che gli stessi do-vranno adottare per soddisfare i vari decreti legislativi che nell’ultimo anno si sono succeduti.Come saprete, sono state completa-mente cambiate le funzioni che i co-muni svolgono a servizio dei cittadini. Nove sono le funzioni che, per i co-

muni al di sotto dei 3.000 abitanti, do-vranno essere associate entro il 2013, esclusa l’anagrafe. Esenti dall’associarsi risulterebbero essere i Comuni sopra i 3000 abitanti - caso di Menaggio e Porlezza, per citare il Comune a noi più vicino. Tali risultano essere le mo-tivazioni di ordine sociale, economico e, perché no, anche morale che ci han-no comunque spinto con interesse a questa discussione.Tre sono le forme associative indi-viduate dallo Stato per “associare le funzioni”:a) convenzioni, scartate a priori da tutti perché evidentemente antite-tiche rispetto al patto di stabilità cui dovremo raffrontarci a far data dal 1° gennaio 2013 (pur avendo a dispo-sizioni avanzi e residui non potremo usarli per servizi ed opere alla popo-lazione); le convenzioni saranno sog-gette a verifica dopo 3 anni e dovran-no dimostrare il risparmio economico realizzato, cosa impossibile se non limitandosi alla “normale amministra-zione”;b) Unione di comuni, con creazione, oltre ai consigli comunali dei vari co-muni, di una “giunta con un suo presi-dente” con compiti assoluti in capo alle decisioni assunte e da assumere che potrebbero essere diverse dalla volontà del singolo comune, quindi in ultima ratio unità amministrativa ma non politica, con le evidenti possibili conseguenze che tutti abbiamo visto nelle varie esperienze della zona: pa-esi che si dissociano, Unioni che “salta-no”, nessun beneficio economico.c) Beneficio economico duplice, anzi triplice, per chi invece si fonderà con altri comuni e supererà l’attuale bar-riera dei 5.000 abitanti: fuoriuscita dal patto di stabilità, trasferimento del 20% di quanto ricevuto nel 2010 per 10 anni e, per chi supererà appunto i 5.000 abitanti, invece di versare allo Stato la quota sulla spending review, potrà utilizzare la stessa per diminu-ire il debito comunale, con evidente

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Fusione dei Comuni, l’intervista1. Alberto Bobba: “C’è una sola strada percorribile”

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Il tema della fusione di co-muni è di estrema attualità ed importanza anche per i paesi della nostra zona. Purtroppo molti ammini-stratori locali non sembra-no ancora essersene resi conto.Infatti dai primi incontri che abbiamo tenuto sul tema non arrivano dati positivi. Mentre l’intento mio, del Sindaco di Car-lazzo, Giuliano Cerrano, e del Sindaco di Bene Lario, Mario Fumagalli, è quello di creare un comune allargato, il più ampio possibile - quindi di un

certo peso – gli altri Sindaci con-finanti propendono per fusioni

più piccole o per la crea-zione di aggregazioni di altro tipo.Chiariamo subito che l’unica via possibile, in un’ottica responsabile, è quella della fusione.Essa ha vantaggi enor-mi, in primis dal punto di vista economico. Ba-sti dire che consente di derogare per alcuni anni dal patto di stabilità, che dal 2013 colpirà anche i piccoli comuni, come sono i nostri.

Ovviamente una fusione com-porterà conseguenze non solo

risparmio sugli interessi. Non bisogna avere una grande fantasia politica per capire che il limite di 5.000 abitanti per il singolo Comune sia l’obiettivo minimo che i nostri governanti si sono prefissati perché l’Ente Locale sia fun-zionale e razionale, ma, non avendo la “capacità” politica per farlo, costrin-gono i Comuni a delle scelte obbligate che sono sì prettamente economiche e che molti forse non avrebbero mai preso ma che razionalmente diventa-no assolutamente inevitabili.So di tediarVi con questi tecnicismi ma è importante che tutti abbiano le idee chiare su cosa si sta facen-do e cosa si dovrà fare nel prossimo futuro. Dapprima era giusto che ne parlassero gli amministratori, succes-sivamente si aprirà la discussione con la popolazione, anche se l’indirizzo politico trasversale del governo e del parlamento mi sembra già segnato ed immodificabile.Ci troveremo e ne discuteremo. Qual-

cuno obietterà sul mio interesse per-sonale perché ricandidabile: a costoro, giusto per non avere peli sulla lingua, dico sin d’ora con un pizzico di orgo-glio e autostima che non solo la cosa mi interessa personalmente ma anche per Menaggio e per togliere ad altri l’illusione di poter vincere le pros-sime elezioni. E soprattutto perché me lo chiede la gente. Certo che sì, ci riproverò, e, se i cittadini del nuovo “Comune” mi vorranno, io continue-rò così come sto facendo da 9 anni, dalla mattina alla sera, festivi compre-si. Per chi invece è ragionevole, dico solo che è ancora presto per parlarne e che questa non è la prima ragione che mi spinge a fare certe valutazioni e certe scelte; anzi, se guardassi solo il mio tornaconto soprattutto economi-co, penso debba essere considerata proprio l’ultima soluzione, perché con un “ambulatorio” extra un solo giorno la settimana guadagnerei sicuramente di più che in un mese da sindaco. Ma, come ripeto, non è questo il proble-ma.

Sono già stato lungo e forse noioso, permettetemi un ultimo piccolo inciso su un’iniziativa che a tutti i partecipan-ti è apparsa lodevole e meritevole di menzione. Mi riferisco alla “Festa de-gli anziani”, arrivata alla 35^ edizio-ne. Quest’anno abbiamo fatto ritorno al Lido Giardino per il pranzo che è stato preparato e servito con enco-miabile professionalità dagli studenti della scuola Alberghiera dell’Istituto E. Vanoni di Menaggio, sezione stac-cata di Porlezza. Veramente lodevole il servizio al tavolo, così come molto buone le pietanze servite.Da quanto mi è stato riferito perso-nalmente, ha fatto davvero piacere questa novità, e tutti sono stati posi-tivamente colpiti dalla professionalità dei nostri ragazzi.Concludo ringraziandovi per essere arrivati fino in fondo nella lettura. Vi porgo i miei migliori Auguri per le Fe-ste del S. Natale.

Il Vostro SindacoAlberto Bobba

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economiche ma anche politiche; forse è questo che preoccupa qualcuno.Ma proprio in quanto ammini-stratori locali, abbiamo il dovere di guardare lontano, in prospet-tiva, nell’ottica delle scelte mi-gliori per la nostra gente, senza egoismi, particolarismi o campa-nilismi.Insomma, io, Cerrano e Fuma-galli stiamo lavorando in questo senso; le difficoltà con altri am-ministratori non le nascondiamo ma crediamo ci siano margini di manovra.Innanzitutto noi amministratori dobbiamo convincerci tutti della bontà della scelta “fusione” ri-spetto ad ipotesi di “convenzio-ne” o “unione di comuni”.Analizzando le opzioni sul tavo-lo, l’ipotesi convenzione è subito da scartare.Faccio un solo esempio: visti i tempi che corrono, in caso di convenzione, quali sono i comu-ni che si assumeranno la respon-sabilità di essere enti capofila? Quali i Sindaci?Inoltre, fra 3 anni le convenzioni verranno sottoposte a verifica e, se non risulteranno efficienti ed efficaci, verranno trasformate in unioni.Queste ultime sono anch’esse unioni amministrative e presen-tano i medesimi svantaggi di una convenzione. In ogni caso non costituiscono un’unione politica, e si rivelano per quello che sono, cioè qualcosa di incompleto che necessariamente dovrà ancora modificarsi.Detto in altre parole: si perderà

tempo, si danneggeranno i cit-tadini e alla fine bisognerà co-munque indirizzarsi verso assetti differenti.Noi crediamo che la soluzione ottimale sia una fusione, e che la migliore fusione possibile sia quella in un nuovo comune che si identifichi con l’estensione ter-ritoriale dell’ex Comunità Mon-tana Alpi Lepontine.La proposta, già portata avanti informalmente, sembrava rac-cogliere l’approvazione di tutti i Primi Cittadini interessati ma, al momento di fare un passo con-creto verso questa decisione, sono purtroppo cominciati i di-stinguo.Non dico che siano opinioni ille-gittime, ci mancherebbe, ma di sicuro bisognerebbe sforzarsi e guardare più avanti, al bene del-la nostra gente. Guardare avanti come prospettiva, anche nell’ot-tica del nuovo assetto territoria-le: abbiamo bisogno di un super Comune che possa dialogare con questa nuova super Provincia.Infine, nella scelta della fusione, non dobbiamo dimenticare i ta-gli, ormai insostenibili, a cui sono sottoposti i nostri singoli comuni.Faccio l’esempio di Menaggio: per il 2012 abbiamo avuto un taglio di circa 70.000 euro e, alla luce della spending review, nel 2013 potremmo avere un taglio stimato sui 350.000 euro! Siamo oltre ogni limite sopportabile. Di più, siamo all’assurdo, basti pensare che ci è stato chiesto di tagliare 61 euro sull’affitto della Polizia Locale. Ebbene, visto che gli uffici della Polizia Locale sono ospitati nel palazzo municipale, sede del Comune, e quindi pa-ghiamo zero… !?A questo punto viene spontaneo chiedersi se davvero ci siamo ven-duti e siamo asserviti alla Germa-nia o a qualche altra istituzione internazionale, come qualcuno sostiene.O forse si vuole arrivare a costrin-

gere i Sindaci ad alzare bandiera bianca, affidando l’amministra-zione ad un commissario prefet-tizio?La situazione è grave e, nell’eser-cizio del nostro mandato, si pre-sentano di continuo interrogati-vi angoscianti. Dobbiamo essere sempre noi Sindaci a chiedere soldi ai cittadini? O dobbiamo tagliare loro i servizi essenziali? Come far quadrare i bilanci senza modificare in peggio la qualità della vita delle nostre comunità?Perché non si taglia invece il su-perfluo nei Ministeri o al Quiri-nale o nel numero dei Parlamen-tari?Come Sindaci siamo allo stremo, e la notizia che molti Primi Cit-tadini, in massa, vogliano dimet-tersi è tanto clamorosa quanto sintomatica di un disagio non più sostenibile. Anche se, in questo caso, chi davvero si dimetterà sa-ranno i Sindaci dei piccoli comu-ni o non anche quelli di grandi città, il cui peso specifico è, come ovvio, maggiore?Tornando al discorso “fusione di comuni”, noi siamo davvero con-vinti della bontà di tale scelta. Questa convinzione non è solo di Menaggio, ma di altri ammini-stratori disinteressati e lungimi-ranti che hanno capito a fondo quale sia la reale situazione.Paradossalmente Menaggio po-trebbe ignorare questo campa-nello d’allarme, essendo in una posizione centrale e predomi-nante dal punto di vista turistico e, in generale, paese di riferi-mento per il territorio circostan-te e, ancora, con più di 3000 abi-tanti. Ma ci sono altri comuni che - devono rendersene conto! - con posizioni di immotivato egoismo, andrebbero incontro a “morte si-cura”. E’ bene che ne prendano piena consapevolezza, perché i primi a pagarne le conseguenze concrete saranno i loro cittadini.

Il SindacoAlberto Bobba

Alberto Bobba, sindaco di Menaggio

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Fusione dei Comuni, parla il sindaco di Carlazzo2. Giuliano Cerrano: “Sfuma il grande comune”Credo che alle considerazioni espresse dal Sindaco Alberto Bob-ba ci sia ben poco da aggiungere; è entrato in dettagli talmente chiari-ficatori che solo chi non vuole con-frontasi con la realtà e vuole spe-rare (questa è la mia impressione personale) in un qualche ripensa-mento governativo o altro “mira-colo” che non riesco ad immagina-re - stante la disastrosa situazione economico-finanziaria del nostro Paese - può ignorare.Mi procura sempre grosso imba-razzo evidenziare mie posizioni espresse in tempi lontani e mai ascoltate dal “territorio” ma, già come sindaco eletto nel 2006, ave-vo evidenziato la necessità che si aprissero dibattiti e confronti fra gli amministratori comunali sulle fusioni.Allora la mia era una semplice constatazione di quanti “sprechi” (funzioni, funzionari, etc., doppi o multipli...) avremmo potuto ri-durre, a favore di una diminuibile pressione fiscale sui cittadini e di un miglior coordinamento dell’at-tività amministrativa sul territorio.Mi era stato risposto a più riprese da parecchi Sindaci che l’argomen-to non era capito dalla gente e che

era meglio nemmeno citarlo.Da parte mia ho ribattuto che ho sempre preferito gestire i cam-biamenti piuttosto che subirli, ma l’unica cosa che sono riuscito a fare è stata l’inserimento nello Statuto della “nuova” Comuni-tà Montana che questa si facesse promotrice e sostenitrice di even-tuali Fusioni sul proprio territorio. Forse casualmente, poco dopo si è realizzata la Fusione fra Grave-dona, Germasino e Consiglio di Rumo.Ma veniamo ai nostri giorni: per i motivi che Bobba ha ben espresso e per le mie convinzioni personali - dopo che l’argomento Fusioni ha avuto la prevedibile accelerazione governativa - io ho sempre dichia-rato, in pubblici dibattiti e riunio-ni, di parteggiare per un unico Comune sul territorio della ex Co-munità Montana Alpi Lepontine (circa 20 mila abitanti).E tutti a darmi ragione! Ma poi, come bene ha descritto Bobba, sono iniziati i distinguo, i veti in-crociati soprattutto di chi, dovesse non fondersi, avrebbe gli svantag-gi maggiori! E per svantaggi io in-tendo oneri a carico dei cittadini in termini di qualità dei servizi ed aumento della fiscalità comunale.Già la decisione di Porlezza e Valsolda di annunciare, pubbli-camente, la propria decisione di “fondersi” con Corrido ed Osteno ha diviso il territorio.Anche quella della Valcavargna di voler “stare da sola”, puntan-do ad una unione, ha ridotto il

numero dei comuni “liberi” di valutare, sotto tutti gli aspetti e le possibilità - molteplici - di attuare delle fusioni.Ovviamente ognuno è libero di fare le proprie scelte, anche quando si pongono “veti”, ma nella sostanza il nostro territo-rio ha dimostrato una estrema frammentazione legata (è sem-pre una mia sensazione) più alla simpatia o antipatia fra Ammi-nistrazioni o a meri campanili-smi che a concrete e oggettive ragioni che tenessero in consi-derazione l’interesse delle gen-te.Quindi, nonostante gli sforzi, dobbiamo prendere atto che non si è nelle condizioni per creare nuove realtà che possa-no acquisire “peso” anche in termini politico/amministrativi a livello provinciale e regiona-le ma, soprattutto, a concreto vantaggio dei Cittadini, soprat-tutto in questi tempi (d’altro canto è proprio questo il fine verso il quale ci spingono le de-cisioni governative!).Troppo preminenti le posizioni di chi vuole difendere posizioni ormai indifendibili ed anacro-nistiche!Dobbiamo, nostro malgrado, prendere atto che il territorio andrà incontro a decisioni di basso profilo. E di questo sono profondamente amareggiato.Ringrazio Bobba e Fumagalli, Sindaco di Bene Lario, per l’im-pegno profuso nel prolungato tentativo di far capire in quali contesti socio economici dob-biamo prendere decisioni.E ringrazio “Qui Menaggio” per l’ospitalità concessami. Buon Natale, buon Anno Nuovo.

Giuliano Cerrano Sindaco di Carlazzo

Carlazzo, il Municipio

Giuliano Cerrano, sindaco di Carlazzo

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PGT, uno sguardo al paese che saràFinalmente un vestito nuovo per Menaggio

DALLA CASA COMUNALE

Venerdì 23 novembre 2012 le Commissioni del Territorio, Pae-saggistica ed Edilizia hanno scrit-to una pagina storica per Me-naggio, avviando l’ultima fase consultiva prima dell’adozione del nuovo PGT. Questa giornata di lavoro non ha costituito solo una fase proce-dimentale ma è stata fortemen-te voluta dall’Amministrazione nella sua forma aperta alla citta-dinanza; il PGT ha costituito un momento di grande partecipa-zione democratica per i menag-gini, accorsi numerosi nelle varie fasi, rendendo possibile così un dibattito su un tema tanto de-licato ed essenziale della nuova pianificazione, la VAS (Valutazio-ne Strategica Ambientale). Il nostro Sindaco Alberto Dott. Bobba ha aperto entrambe le se-dute, anticipando le motivazioni che inducono l’Amministrazione a dover discutere la fase finale della VAS al 30 dicembre 2012 e la conseguente adozione in Con-siglio Comunale al 31 dicembre 2012.La scelta di tali date è stata ob-bligata; semplicemente, una bu-rocrazia elefantesca e, per certi versi, ad orologeria ha fatto sì che non fosse possibile anticipa-re, e tanto meno rimandare al 2013, sia le discussioni di VAS che quelle per l’adozione del Piano.Il 10 luglio di quest’anno, i consu-lenti dello studio Lucchesi ed tec-nici comunali hanno consegna-to alla Provincia di Como tutta la documentazione relativa alla prima parte del progetto di PGT. Come previsto dalla procedura, dopo un’opportuna analisi della documentazione ed a seguito dei sopralluoghi sul territorio, i tec-nici provinciali avrebbero dovuto consegnare entro e non oltre il

15 settembre delle stesso anno il documento relativo al “Rap-porto Ambientale”. Purtroppo i tempi non sono stati rispettati dall’ufficio tecnico provinciale; infatti, nonostante i ripetuti sol-leciti miei, del Sig. Sindaco e dei tecnici stessi, il rapporto è stato consegnato alle ore 11.30 del 31 ottobre 2012.A questo punto, dobbiamo con-siderare la Delibera Regionale che recita quanto segue: “In de-roga a quanto previsto dall’art 25, comma 1, primo periodo, nei comuni che entro il 31 dicembre 2012 hanno adottato il PGT si at-tuano le previsioni del vigente PRG, fermo restando quanto di-sposto dagli articoli 13, comma 12, e 26, comma 3 quater. Dal 1 gennaio 2013 i medesimi comu-ni non possono in ogni caso dar corso a procedure di variante al vigente PRG comunque denomi-nate”.

Faccio notare, per coloro che non l’avessero percepito leggendo con attenzione il testo di legge qui sopra esposto, che all’art. 25 si dice chiaramente che chi non andrà in adozione entro il 2013 non potrà esercitare alcun diritto edificatorio fino a quando non verrà deliberata definitivamente in Consiglio Comunale l’adozio-ne del Piano stesso.L’unica strada per salvare quest’immane lavoro era pub-blicare nella stessa giornata - il 31 ottobre - gli elaborati e con-vocare la seduta di VAS per il 30 dicembre 2012, in quanto, a norma di legge, la pubblicazione deve avvenire non meno di 60 giorni prima dalla data di pub-blicazione.Ovviamente, questo periodo di attesa andrà ad aggiungersi a quello dei 120 giorni che si do-vranno attendere dopo il 31 di-cembre 2012, fase di controde-

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7DALLA CASA COMUNALE

PGT, uno sguardo al paese che saràFinalmente un vestito nuovo per Menaggio

duzione previsto per Legge; nel frattempo nessun cittadino po-trà dare inizio a qualsiasi attivi-tà edificatoria, sia nuova che di ristrutturazione.La Minoranza, ahimè, ignoran-do la mole di lavoro che c’è, ha proposto di adottare il PGT nel 2013 per lasciare spazio ad ulte-riori ripensamenti ed eventuali osservazioni su tutti gli elabora-ti presentati. Se questo è quel-lo che vuole la Minoranza per la propria cittadinanza, è bene che si renda conto che, in questo modo, si fornisce un cattivo ser-vizio ai cittadini, creando un’ul-teriore ingessatura per qualsiasi attività di interesse pubblico.In molti avranno pensato che sei anni di lavoro sono stati troppi, ma è altrettanto vero che l’Am-ministrazione non ha voluto impiegare tante risorse econo-miche per dare semplicemente un nuovo nome al vecchio Piano Regolatore.Dare un nuovo vestito, appunto il PGT, ha significato cambiare l’as-setto della gestione del territorio; farlo in maniera adeguata e lun-gimirante ha richiesto tempo.La Provincia di Como ci ha inoltre chiesto, essendo il nostro comu-ne punto nevralgico del centro lago, di sviluppare un modello che per certi aspetti potrà costi-tuire un indirizzo per tutti i paesi della nostra sponda.Risulterà ovvia a questo punto la ragione della lunghezza e tor-tuosità del percorso, molti sono

stati i passaggi davvero impor-tanti e notevole la quantità di documentazione prodotta.I passaggi finali che precederan-no l’approvazione del PGT porte-ranno per coerenza all’adegua-mento del Piano delle Regole, sulla base di documenti già esi-stenti, le NTA (Norme Tecniche Attuative), e del Regolamento Edilizio.Ovviamente, tutti gli ulteriori passaggi e tutte queste norme verranno prima presentate e poi ridiscusse nell’apposita Com-missione del Territorio, così che la Minoranza Consigliare possa dare il suo apporto con ogget-tive ed opportune osservazioni.Nel mese di dicembre il Sig. Sin-daco, in una serata aperta al pubblico, presenterà l’intero piano del Governo del Territo-rio. Con la speranza che ogni cittadino partecipi, sarà data la possibilità a chi interverrà di

Area Speciale AS3

Area Speciale: AS 3 - Bel Faggio AS3

Definizione Corrisponde all'area definita da Via Nazario Sauro e Via Burgatto. Obiettivi e criteri di intervento - Riqualificare un’area molto degradata dai recenti interventi di disboscamento ed edificazione che hanno

trasformato il versante, un tempo destinato a paco di Villa Pensa. - Recuperare il versante dal punto di vista ambientale e pasaggistico Consistenza St - Superficie territoriale: 10.220 mq Sf - Superficie fondiaria: mq Vmax Volume: da Permesso di Costruire vigente mc Slp max Superficie Lorda di pavimento: da Permesso di Costruire vigente mq N° piani Numero di piani da Permesso di Costruire vigente H max - Altezza massima degli edifici: da Permesso di Costruire vigente m Rc - Rapporto di copertura: da Permesso di Costruire vigente % Sc - Superficie coperta: da Permesso di Costruire vigente % Spd - Superficie permeabile: da Permesso di Costruire vigente % It - Indice territoriale ambito edificatorio: da Permesso di Costruire vigente mq/mq If - Indice fondiario: da Permesso di Costruire vigente mq/mq

esprimere liberamente le pro-prie osservazioni, critiche, pro-poste.L’iter si concluderà con la seduta di discussione finale della secon-da VAS domenica 30 dicembre. Il giorno successivo, finalmente, nella seduta di Consiglio Comu-nale verrà adottato il PGT.Avremo quindi un motivo in più per brindare, un vestito tutto nuovo per il 2013.È possibile consultare tutta la do-cumentazione pubblicata sul sito comunale www.menaggio.com nella didascalia “SECONDA VAS DOCUMENTI”, dove si potran-no trovare il Rapporto Ambien-tale, le 23 AS (Aree Speciali), il DpP (Documento di Piano), le 10 cartografie relative alla VAS e le uniche due tavole AT relative alle Aree di Trasformazione.

Francesco GuaitaAssessore Urbanistica, Edilizia

Privata, Viabilità

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8 DALLA CASA COMUNALE

Celebrazioni del 4 novembre, l’Italia è di tuttiLo spirito pubblico prevale sull’interesse privato Care concittadine e cari concitta-dini, è un onore per me porgerVi il saluto al cospetto dei Caduti di tutte le guerre e con Voi rappre-sentare brevemente una rifles-sione sulla situazione politica, sociale ed economica dell’Italia e del mondo, come abbiamo fat-to negli anni passati, senza con-trapposizioni o particolarismi, cercando di essere equanimi nei giudizi, ed anche raccogliendo il pensiero di altri, ben sapendo che la storia futura, dei prossi-mi governi italiani ed europei, è appena stata sottoscritta alcune settimane fa col patto di stabi-lità europeo. Patto prettamen-te economico - finanziario dal quale scaturiranno politiche evi-dentemente ingessate sia econo-micamente ma soprattutto per i risvolti sociali.A noi “popolo” almeno la par-venza di essere ancora sovrano.“Voglio bene davvero all’Italia anche se mi fa male vederLa così. Voglio bene all’Italia anche se è davvero malata, ma questo è un motivo per amarla di più. La vedo tutt’altro che eterna e possente, la vedo fragile e assente, molto invecchiata, la vedo stanca e spa-ventata, la maledico, ma è una ragione di più per darLe il mio fiato. Perché l’Italia non è solo

una Repubblica, l’Italia è mia madre, l’Italia è mio padre, l’Ita-lia è il racconto in cui sono nato, l’Italia è la lingua che parlo, il pa-esaggio che mi nutre, dove sono i miei morti. L’Italia sono le sue piazze, le sue chiese, le sue opere d’arte, chi la onorò. L’Italia è la sua storia, fi-glia di due civiltà, romana e cri-stiana. L’Italia è il mio popolo e non riesco a fare eccezioni, quelli del nord, quelli del sud, quelli di destra o di sinistra, i cattolici o i laici. Ho preferenze anch’io, ma non riesco ad escludere per par-tito preso. Non escludo chi parte e nemmeno chi arriva. L’Italia è il

ragazzo che va all’estero, l’Italia è l’immigrato che si sente italia-no. Ho gerarchie d’amore: amo prima e di più chi mi è più caro e vicino, come è naturale. Voglio che l’Italia premi i migliori e pu-nisca i peggiori, ma voglio che resti Italia. Con l’Europa o senza Europa. E’ bello dire repubblica perché vuol dire che l’Italia è di tutti e lo spirito pubblico prevale sull’interesse privato. Ma dire re-pubblica è troppo poco, c’è una parola più adatta: Patria. L’Italia è la mia casa, è il ritorno, è l’in-fanzia, il cielo e la terra che mi coprirà”Questo passo, tratto dallo scrit-to di un famoso storico, espri-me esattamente ciò che provo e sento personalmente. Questo dovrebbe essere il sentimento di tutti i Cittadini della grande fa-miglia italiana.Ma c’è di più: un verso della pre-ghiera dell’Alpino, udita tante volte e che da qualche tempo mi gira per la testa, là dove recita: “...rendi forti le nostre armi con-tro chiunque minacci la nostra Patria, la nostra Bandiera, la no-stra millenaria Civiltà Cristiana”.

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9DALLA CASA COMUNALE

Celebrazioni del 4 novembre, l’Italia è di tuttiLo spirito pubblico prevale sull’interesse privato

Preso atto, dopo due esperienze indefinibili, che la guerra nulla risolve ed anzi peggiora le situa-zioni e che solo il confronto ed il dialogo possono portare a solu-zioni condivise e convincenti, le armi citate sono oggi metafori-camente individuate da tutti nei valori della Civiltà, della Cultura, dell’Arte, delle Tradizioni, della solidarietà, valori nei quali l’Ita-lia si distingue nel mondo di gran lunga con netta superiorità. Ma di tutto questo siamo consape-voli? E, soprattutto, quanto ne sono convinti i nostri governan-ti? E come usano queste “armi”?Nel confronto poi con un’Europa, in un’Europa che anche noi ab-biamo fortemente voluto ma che si dimostra ancora, a distanza di millenni, terra di “barbari” pre-potenti, presuntuosi, arrogan-ti, che oggi come allora hanno quale unica finalità il “bottino”, la ricchezza, il soldo, ignorando totalmente l’Uomo, i suoi valori, la sua spiritualità.Sviluppare questi concetti sareb-

be troppo lungo e quindi non è cosa possibile in questa occasione.Ma c’è una domanda che mi brucia dentro: è questa nostra situazione d’oggi il risultato per cui tutti coloro che ricordiamo e celebriamo hanno bruciato la loro giovinezza, fra indicibili sof-ferenze, quando non ci hanno ri-messo la salute o, peggio, la vita? La risposta è certamente NO, as-solutamente NO, innegabilmen-te NO!Personalmente provo un po’ di vergogna nell’offrire parte di quest’Italia al Loro ricordo. E sono convinto che se e quando avremo preso consapevolezza di questa situazione e dei prin-cipi in essa contenuti, solo allora avremo avviato a soluzione più di un problema, dei tanti che ci affliggono ed opprimono.Aggiungiamo in quest’occasione affettuosi ricordi di gratitudine a tutti coloro che sono impegnati nel mondo a preservare la pace ed un ricordo particolare ai due Marò, Massimiliano Latorre e Sal-

vatore Girone, ancora prigionieri in India, e purtroppo all’ultimo Caduto, l’Alpino Tiziano Chierot-ti: anche a loro ed alle loro fami-glie un augurio di Speranza.Ringrazio le Autorità politiche, religiose e militari della loro pre-senza, ringrazio le associazioni d’Arma ed Ex-combattenti, la Scuola Primaria e le insegnan-ti, ringrazio la banda di Loveno per l’irrinunciabile presenza e ringrazio tutti Voi per l’attenzio-ne, consapevole che purtroppo poche sono le occasioni come questa, per vivere il ricordo della storia “Magistra vitae”.

CHIUDE UN NEGOZIO STORICO

Dopo trentadue anni di attività commerciale e quarantacinque di lavoro abbiamo chiuso il nego-zio acquistato nel 1980 dalla Famiglia Giacomo Barelli, che desideriamo ringraziare.Detto negozio era stato avviato nel 1880 dai fra-telli Giacomo e Giuseppe Barelli e successivamen-te continuato da Oscar ed Andrea. In questa occasione ringraziamo tutti i Clienti e gli Amici che in questi anni ci hanno dato la loro fi-ducia e la loro solidarietà, soprattutto in momenti difficili e dolorosi per la nostra famiglia.Un ringraziamento particolare lo esprimiamo a tutte le Ditte ed ai Professionisti con cui in questi anni abbiamo lavorato.Un pensiero molto caro va ai Commercianti, agli Artigiani, alle Associazioni ed ai Residenti vecchi e nuovi della Via Leoni ed alle Famiglie della Casa Barelli.

Famiglia Roberto Rocca

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10 INIZ IATIVE

Anziani e Premio Santo StefanoUn successo la 35esima edizione della convivialeGrande successo anche per que-sta edizione 2012 della “Festa degli Anziani”.Domenica 11 novembre si è svol-to il consueto appuntamento conviviale, reso ancor più piace-vole ed interessante dall’altret-tanto consueto “Premio Santo Stefano – Comune di Menag-gio”.Nella bella location del Lido di Menaggio, i circa 170 parteci-panti hanno potuto gustare un ottimo pranzo preparato e ser-vito magistralmente dai ragazzi del Liceo Alberghiero di Menag-gio. L’apprezzamento arriva in primis da Paola Ponte, Presiden-te della Commissione Anziani: “Siamo davvero soddisfatti, i ra-gazzi del Liceo Alberghiero sono stati bravissimi, gentili e compiti. In una parola: professionali”.Al pranzo erano presenti le au-torità amministrative e tutti i sacerdoti di Menaggio. La bel-la mescolanza di giovani e per-sone di una certa età ha reso l’atmosfera ancor più allegra e cordiale, facendo dimenticare ai presenti il clima inclemente all’esterno.Nel corso dell’appuntamento è stato assegnato anche il “Pre-mio Santo Stefano – Comune di

Menaggio”, andato quest’anno a Suor Camilla, Superiora di San Vincenzo, e al signor Franco Sel-va.La Festa degli Anziani per tante persone è anche occasione per rivedersi e chiacchierare dopo molti mesi. E’ giunta in questo 2012 alla trentacinquesima edi-zione; quale migliore occasione per fare un bilancio di tutta l’at-tività della Commissione?“La Commissione Anziani sta funzionando bene – sottolinea Paola Ponte – Quando abbiamo iniziato la nostra attività otto anni fa, con gli incontri all’au-ditorium, la partecipazione era piuttosto scarsa. Insomma, c’e-

ra di che scoraggiarsi. Abbiamo tenuto duro e oggi i partecipan-ti sono abitualmente ben 40/45, provenienti anche da fuori pae-se. C’è da dire che tutta l’attività della Commissione è ben pubbli-cizzata sul territorio, anche tra-mite il cartello luminoso”.La Commissione Anziani, sempre aperta a nuovi partecipanti, si ri-trova tutti i mercoledì pomerig-gio alle ore 15.00. “Nei nostri in-contri si trattano argomenti vari ed interessanti. Per questo dob-biamo ringraziare i relatori che ci donano il loro tempo e la loro cultura. Oltre a queste riunioni, svolgiamo anche momenti fuori sede. Ne ricordo un paio: la gita in battello sul Lago Ceresio, e la visita alla Villa La Collina di Cade-nabbia, già dimora estiva dell’ex cancelliere tedesco Konrad Ade-nauer. Infine vorrei ringraziare tutte le collaboratrici: solo gra-zie al grande lavoro di squadra riusciamo a realizzare tutto que-sto!”La Festa degli Anziani si è chiusa con una gradita sorpresa: tutti i presenti prima di andarsene han-no ricevuto un piccolo dono, ac-quistato grazie ad un fondo pro-prio della Commissione Anziani.

FOTO LANFRANCONI

Premio Santo Stefano assegnato a Suor Camilla, Superiora di San Vincenzo, e Franco Selva.

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Festival Internazionale della ChitarraE’ ottimo il bilancio della sesta edizione

INIZIATIVE

La Sesta edizione del Festival Internazionale della Chitarra di Menaggio ha ribadito che la qualità è una delle prerogative irrinunciabili se si vuole proporre una manifestazione che, nel tem-po, raccolga sempre più spetta-tori ed appassionati. La scelta del direttore artistico Sergio Fabian Lavia di puntare su artisti d’elite del panorama chitarristico inter-nazionale, ormai da 6 anni, fa sì che il nostro Festival possa sicu-ramente essere annoverato tra i più prestigiosi in Italia, al pari di realtà consolidate come quello di Sarzana che ormai ha raggiun-to le 16 edizioni!Con l’appoggio dell’Assessorato alla Cultura e della Pro Loco, il “gruppo” del Festival è compo-sto da Dilene Ferraz, Lia e Clau-dio Ortelli e Bruno Tettamanti che nella due giorni di quest’an-no hanno dato un indispensabi-le contributo alla buona riuscita della manifestazione. Preziosis-sima, inoltre, la collaborazione degli albergatori della zona che, già dalle prime edizioni, non hanno fatto mancare il loro aiu-to e hanno messo a disposizione i locali che ospitano i concerti. Infatti gli appuntamenti del Fe-stival non si limitano ai concerti

serali al PalaMenaggio ma si ar-ticolano tra aperitivi musicali e workshop.Oltre la musica, il Festival veico-la un indotto turistico variegato, richiamando a Menaggio turisti ed appassionati dello strumento. Non a caso l’interesse della stam-pa locale e nazionale, le radio e la TV (la Rai ha dedicato più di un servizio all’interno del TG Re-gionale) danno ampio risalto alla manifestazione.Mai come quest’anno si è voluto puntare su un aspetto innovativo nell’ambito di eventi di questo genere: quello di proporre anche realtà musicali in divenire, qua-li gli allievi dei conservatori di Darfo-Boario Terme e della Sviz-zera Italiana che si sono esibiti nelle Chiese di Santa Marta, San Carlo e di SS. Lorenzo ed Agne-se a Loveno. La scelta si esplica nelle parole di Sergio Lavia: “Gli appassionati di chitarra devono sentirsi parte di un progetto, de-vono poter valorizzare la propria espressività. Gli artisti affermati sono qui anche per loro, per for-nire ispirazione e modelli”.La chitarra barocca di Antonello Lixi ha catalizzato l’attenzione dei presenti nella Chiesa di San-ta Marta nella serata di sabato 25. Invece il tempo inclemen-te ha impedito lo svolgersi del concerto in Piazza Garibaldi del Fabio Colombo Blues Trio feat. Giancarlo Crea. Fortunatamente l’esibizione è stata recuperata il sabato seguente.Un fulgido esempio di come si possa “ispirare” il pubblico con solo sei corde è stato sicuramente il maestro Roland Dyens. Per chi non lo conosceva è stata una ma-gnifica sorpresa: la sua simpatia unita ad una invidiabile musicali-tà sono state mostrate nel work-

shop del pomeriggio di sabato all’Hotel Menaggio, ma ancor di più nell’esibizione della sera al PalaMenaggio (che era sta-ta preceduta dal duo Lavia/Fer-raz, inutile dirlo, semplicemente emozionante). Il frastuono della pioggia che scendeva copiosa sul tendone lo ha costretto a ritar-dare il concerto di 20 minuti ma né lui, né il folto pubblico hanno perso le speranze, poi ripagate con una magistrale performance. La domenica non è stata da meno: il jazz del duo Antonel-lo Iannello (chitarra) e Bruna Mazzucchi (voce) ha allietato gli astanti della Gelateria “Il Gab-biano”, mentre al pub “Il Tana” un altro duo composto da Sabri-na Morganti (voce) e Bruno Tet-tamanti (chitarra) ha spostato il target musicale su territori pop-rock.Gran finale in serata con il duo Andrea Vettoretti/Yagmur Si-vaslioglu e il trio jazz Di Fulvio/Sabatini/Parone che hanno sug-gellato una 2 giorni ricca di mu-sica di alto livello. La chitarra si dimostra uno strumento dalle tante sfaccettature ed il Festival lo vuole sottolineare.La sfida ora è quella di continua-re su questa strada, Menaggio ha un’innata vocazione turistica e questa manifestazione è sicu-ramente un fiore all’occhiello or-mai imprescindibile.

Bruno Tettamanti

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12 INIZ IATIVE

Campus Ponte 2012, che gioia!Un mese intero a diretto contatto con la naturaPasseggiare per i nostri boschi, correre in un prato, fare me-renda all’aria aperta, giocare da mattina a sera, restare incanta-ti da un panorama splendido e soprattutto tanti bambini che si divertono. Ecco gli ingredienti principali del Campus Ponte che anche quest’anno si è svolto con grande successo nella Colonia “Annetta Lusardi” dall’uno al trenta di luglio. Semplicemente un’esperienza fantastica che mi ha permesso di passare un mese insolito ma straordinario da Direttrice della colonia, aiutata da un esperto e instancabile Direttore Spor-tivo, Michele Spaggiari, che da ormai qualche anno coordina e organizza le attività del Campus di ogni singola giornata (giochi, tornei, passeggiate, escursio-ni…). Questo progetto, supportato dal nostro comune, è veramente un’occasione straordinaria che offre ai piccoli ospiti (ma anche ai grandi che ci lavorano!) l’op-portunità di restare per un mese a diretto contatto con la natura e con il nostro bellissimo territorio. Da ormai molti anni, dal lontano 1933, il progetto della colonia estiva continua ed è sempre vivo grazie all’operato del Presidente Umberto Battaglia che da lungo tempo ha a cuore e si occupa di portare avanti questa iniziativa, realmente più unica che rara, vi-sta la meravigliosa location e il panorama suggestivo. La calda estate 2012, con tanto sole e poca pioggia, ha permesso di vivere quasi tutte le giornate di luglio all’aria aperta ai nume-rosi bambini e ragazzi che anche quest’anno hanno scelto di tra-scorrere parte delle vacanze esti-ve a Ponte: chi una settimana,

Escursione all’Alpe Nesdale

chi due... qualcuno, addirittura, dopo un mese non ne aveva an-cora abbastanza e non voleva ri-tornare a casa…I più piccoli avevano 6 anni men-tre i più grandi 14, veterani del-la Colonia, che hanno vissuto l’ultima esperienza del Campus dato che ormai hanno raggiunto il limite d’età. La maggior parte dei giovani ospiti sono ragazzini provenienti dalla zona del lago; i restanti vengono da più lonta-no, da Como o da Milano. L’e-sperienza della Colonia è stata apprezzata da tutti ma in parti-colar modo da questi ultimi che, vivendo in città, hanno meno occasioni di stare così tanto tem-po all’aperto e a contatto con la natura. Lo staff della Colonia è compo-sto da ragazzi giovani che a loro tempo sono stati ospiti del Cam-pus o da chi, come me, ha vissuto questa esperienza da adulto ma ne è stato affascinato ugualmen-te, ha apprezzato pienamente questa bella iniziativa e il suo scopo che si porta avanti da in-numerevoli anni con uno spirito che però non muta mai e che è sempre rivolto ai bambini, al fine di farli stare bene, di farli diverti-

re facendogli passare un periodo di tempo, che sia una settimana o un mese, indimenticabile.

Intervista a Umberto Battaglia, Presidente della Colonia Annet-ta Lusardi

Da quanti anni sei il Presidente della Colonia?Da tempo immemore. Nella car-te della Colonia risulta un ringra-ziamento a mio favore, per il la-voro svolto, datato 1971: quindi sono più di 40 anni! Comunque era già da tempo che ero Presi-dente…Cosa ti spinge ogni anno a porta-re avanti questo progetto?Entusiasmo e passione per i bam-bini che non ho avuto io. Poi te-niamo presente che ho passato in quei luoghi gran parte della mia infanzia: avevo una casa non lontano dalla Colonia dove pas-savo le mie vacanze. Chi ti aiuta in questo progetto?I collaboratori: l’organico della Colonia è formato dalla Direttri-ce (che sei tu), da Michele Spag-giari, Direttore e Coordinatore Sportivo, dal personale assisten-te e inserviente, dal cuoco.Lo staff che lavora responsabil-

Escursione al Monte Grona

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13INIZ IATIVE

Conclusi i lavori alla cucina del “Campus Ponte”

Si sono conclusi in circa due mesi i lavori di manutenzione straordinaria che hanno inte-ressato la cucina della colonia “Annetta Lusardi” di Ponte. I lavori hanno riguardato il rifa-cimento degli intonaci e della piastrellatura della cucina e del locale dispensa che ne-cessitavano di un intervento radicale.Organizzatore del gruppo di lavoro il presidente della colonia, nonché pre-sidente di Confartigianato Como, Umberto Battaglia, che ha potuto contare sulla collaborazione di tre gruppi di volontari: Virgilio Fagioli, presidente degli edili di Confartigianato Como (di Magreglio) con la sua squadra, più gli artigiani locali Piazzoli (di Mezzegra) e Pretti (di Grandola), ognuno con i ri-spettivi operai. Il fatto che gli artigiani coinvolti venissero anche da lontano testimonia dell’importanza e della valenza che il “Campus Ponte” riveste in ambito provinciale e non solo. Preziosa anche la collaborazione del volonta-rio comunale Gianfranco Selva, che si è preoccupato di preparare il pranzo agli operai al lavoro, e del direttore Michele Spaggiari, che è sempre stato presente ai lavori e ha curato gli aspetti logistici.Da parte sua, l’Amministrazione ha messo a disposizione gli operai comunali che hanno collaborato con i volontari per la realizzazione delle finiture e la tinteggiatura. Grazie a questo intervento il “Campus Ponte” è ora dotato di una moderna ed efficiente cucina arredata in parte con i mobili della cucina dell’ex asilo nido.

Dal terrazzo della Colonia…

mente in Colonia e per la Colonia agisce con grande entusiasmo e passione al fine di assicurare a tutti i piccoli ospiti agi e comfort, per rendere il più piacevole pos-sibile il loro periodo di vacanza a Ponte. Inoltre io opero in costan-te collaborazione con l’Ammini-strazione Comunale e, più spe-cificatamente, mi avvalgo della preziosa disponibilità del Sinda-co Alberto Bobba.Quali sono gli interventi che sono stati fatti ultimamente per la struttura?Ogni anno si cerca di intervenire in diverse parti della casa: dalla cucina, alle camerate, alla lavan-deria, all’esterno, con opere di modernizzazione per mettere e mantenere tutta la struttura in condizioni di sicurezza e miglio-rarla. A questo proposito vorrei fare un ringraziamento speciale alla Categoria degli Edili Con-fartigianato Imprese di Como che ho contattato personalmen-te e che proprio in questi giorni hanno terminato delle opere di manutenzione in Colonia. Grazie al Presidente Virgilio Fagioli e al lavoro svolto gratuitamente da una squadra di Capomastri vo-lontari è stato possibile migliora-re gli ambienti della cucina che sono stati sistemati, ridipinti e messi a nuovo. Avrei piacere di ringraziarli perché hanno svolto, ripeto, in maniera disinteressata, un grande lavoro, dando alla cu-cina un aspetto rinnovato.

La colonia è aperta anche duran-te il resto dell’anno?Il Campus Ponte con i bambini e i ragazzi si svolge al mese di lu-glio, tuttavia durante tutto l’an-no la struttura è a disposizione e ospita numerosi gruppi, prove-nienti da tutta la provincia, per soggiorni più o meno brevi di stage, studio, svago. La Colonia può ospitare gruppi anche d’in-verno; infatti è dotata di un siste-ma autonomo di riscaldamento.Ti ricordi la prima volta che sei stato in Colonia?Sì, mi ricordo... Sono stato ospi-te della Colonia negli anni 1941-1943. Erano tempi difficili per-ché l’Italia era in guerra. C’era un regime rigido e molto severo per via del Fascio e sicuramente il soggiorno non era piacevole come ora. Comunque anche un

tempo, come oggi, si potevano godere i vantaggi dati dal clima e del magnifico panorama che la località offre.Qual è il ricordo più bello che hai della Colonia?È troppo difficile trovare un ri-cordo in particolare… Tanti sono stati i bei momenti vissuti, sia da piccolo ospite sia da Presidente. Sicuramente i ricordi dei momen-ti trascorsi lì da bambino sono suggeriti dalla compagnia, dai miei compagni di gioco di quel periodo. E poi mi ricordo la mia zia! Saliva per la strada che va a Palira e si fermava sul cancello della Colonia. Mi portava il pan d’anice per regalarmelo, io la raggiungevo alla staccionata ma non si poteva uscire: altrimenti erano guai!

Federica Scheggia

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BibliotecaL’autore dell’anno… moderatamente Murakami

BIBLIOTECA

“1Q84” (ichi-kew-hachi-yon) è un libro che giunge in Italia, come nel resto del mondo oc-cidentale, a qualche anno dal-la sua prima pubblicazione in Giappone, dove il volume è sta-to suddiviso in tre tomi pubbli-cati tra 2009 e 2010. Il libro, il cui primo tomo italiano comprende i primi due volumi giapponesi, ha ottenuto un grandissimo suc-cesso in patria ed è stato accla-mato come l’opus magnum del-lo scrittore, ottenendo in gran parte dei casi delle critiche posi-tive da recensori professionisti e dai lettori.La mia è dunque una voce parzialmente fuori dal coro; “1Q84” è stato per me una let-tura incredibilmente affascinan-te, ma di un fascino che col tem-po ha lasciato spazio a pesanti consapevolezze, fino a farmi quasi completamente ricredere. Mi spiego. Ho letto altri libri di Murakami: “Kafka sulla spiag-gia”, “Norvegian Wood”, “Dan-ce Dance Dance”, “Tutti i figli di Dio danzano” “Nel segno della pecora”, e tutti questi, in parti-colare il primo, mi hanno lascia-

to esclusivamente sensazioni po-sitive e persistenti. Persistente è stato anche il pensiero di 1Q84, senz’altro il libro più enigmatico di Murakami, eppure, ripensan-do al tutto, ci si imbatte in pas-saggi talmente stonati che non si vorrebbe mai averli letti. Il gran-de scrittore nipponico, infatti, è solito citare nel testo passaggi che, al momento, non trovano concordanza col tutto, ma che poi, nel prosieguo della trama, si incasellano come diademi nel telaio. Qui, alle volte o troppo spesso, no. Compaiono con fre-quenza imbarazzante una serie di inserti pubblicitari così ecces-siva da essere nauseante, per gli “spot” inseriti in maniera vera-mente pedestre. Viene da chie-dersi se la Toyota o il Chivas Re-gal allunghino qualche dollaro per ogni inserto!

“1Q84”, il cui titolo ricorda volu-tamente il “1984” di Orwell, è un romanzo ambientato in Giappo-ne, in un alternativo anno 1984 che differisce solo per pochi ma importanti particolari da quello reale. Il romanzo si snoda a capi-toli alternati attraverso le voci di due protagonisti, entrambi tren-tenni, uniti dal fatto di essersi conosciuti da bambini e di aver condiviso un momento impor-tante del passato, anche se nella vita adulta non si frequentano più in alcun modo: Aomame, una fisioterapista massaggiatri-ce che è diventata killer per com-piere una missione, e Tengo, un insegnante di matematica che aspira a scrivere romanzi.

Il primo capitolo si apre proprio con Aomame che bloccata in taxi su un ponte, nel traffico auto-

stradale, mentre si sta recando ad un impegno come “sicaria”, decide di scendere dalla macchi-na e uscire dall’autostrada pren-dendo una scala di servizio che dal ponte va verso la città. Qui avviene il passaggio dal 1984 al mondo di “1Q84”, come pre-sto Aomame soprannominerà il nuovo universo parallelo, con un gioco di parole che sostituisce al 9 la Q di Question Mark, punto di domanda.In questo spazio parallelo tutto è quasi identico al mondo di ori-gine, ma Aomame si accorge su-bito di un fatto: i poliziotti han-no pistole automatiche nuove di zecca, al posto dei vecchi catorci che erano le classiche pistole di ordinanza. Aomame fa la killer a tempo perso, quindi inizial-mente come lettore, penso che debba essere informata su par-ticolari di questo tipo. Quan-do però Aomame interroga un uomo conosciuto in un bar su questo cambio di armamentario e anche lui sembra un esperto di balistica, e lo stesso dicasi per il cameriere, ho un piccolo mo-mento di sconforto: mi sembra impossibile che tutti i giappone-si siano informati su argomenti tanto tecnici e che la cosa possa essere un argomento da bar, da affrontare con gli sconosciuti. Ma tant’è, non conosco il Giap-pone, mi pongo la domanda e proseguo nella lettura.La seconda cosa di cui Aomame si accorge è che in cielo splen-dono due lune: una grande e luminosa ed una verdognola più piccola che la affianca. E’ un par-ticolare importante, un elemen-to onirico e straordinario tipico della scrittura di Murakami. Ora mi sento di nuovo a casa e deci-do che leggerò d’un fiato anche

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15BIBLIOTECA

questo libro.Nel secondo capitolo viene in-trodotto il personaggio di Ten-go, insegnate di matematica che a tempo perso tenta di scrivere romanzi, puntualmente rifiutati dall’editor Komatsu, che lo ritie-ne ancora immaturo come scrit-tore.Komatsu propone però a Ten-go di riscrivere un romanzo che dovrebbe essere proposto ad un concorso per scrittori emergen-ti. Il libro, intitolato “La crisali-de d’aria”, ha infatti una trama coinvolgente ma è scritto con uno stile che denota una pes-sima padronanza della lingua. L’autrice è la diciassettenne Fukaeri, bellissima ma dislessi-ca e con capacità di linguaggio limitate, occhi sfuggenti e fasci-no a dismisura. La ragazza ha un passato traumatico, è fuggita dalla setta Sakigake, dove vivo-no ancora i suoi genitori, ed ora vive in casa di un tutore. “La cri-salide d’aria” riscritta da Tengo ha un grandissimo successo e Fukaeri vince il premio per gio-vani scrittori. Riscrivere il libro non è però senza conseguenze: anche se tutti i fatti narrati nel volume sembrano frutto di fan-

tasia, tutto quello che Fukaeri ha raccontato parlando dei miste-riosi “Little People”, una sorta di omini in grado di manipolare la realtà, è accaduto davvero men-tre era ospite del Sakigake.Le storie di Aomame e Tengo confluiranno progressivamente l’una verso l’altra, man mano che i personaggi, interrogando-si su sé stessi, capiranno quale è stata la cosa più importante della loro vita. Giungeranno en-trambi alla conclusione che l’at-timo fondamentale delle loro esistenze è stato quello in cui da bambini Aomame ha stretto la mano di Tengo, in un tentativo infantile di esprimere ricono-scenza ed affetto. Quel nucleo di amore infantile è la luce che guida le loro vite: anche se da adulti non si sono mai più rivisti, quel momento illumina le loro esistenze, in una perenne attesa di rincontrarsi.Il parallelo con “1984” di Orwell dovrebbe essere, nelle intenzio-ni di Murakami, nel fatto che “1Q84” è un mondo dove niente può essere nascosto ai “Little Pe-ople”, esattamente come è im-possibile, nella distopia orwellia-na, sfuggire allo psicocontrollo del “Grande Fratello”. Il pensie-ro sotteso a questo modo di im-maginare i Little People e le loro azioni è che “1Q84” sia in real-tà un mondo letterario: infatti quello che Tengo riscrive ne “La crisalide d’aria”, sistemando il li-bro di Fukaeri, diventa realtà nel mondo con due lune. “1Q84” obbedisce a leggi letterarie: tut-to quello che i personaggi pen-sano non si può nascondere, se un particolare viene introdotto nella narrazione, ad esempio una pistola, questo non può es-sere senza importanza, come ci ricorda Murakami citando Ce-chov, scrittore per il quale, se si introduce una pistola in un rac-conto, allora questa prima o poi deve inevitabilmente sparare.

Il volume termina “in media res”, lasciandoci a chiederci dove stavamo andando, cercando una spiegazione sensata ad un fina-le poco definito. Questo libro meriterebbe forse una buona revisione, con l’eliminazione di interi brani che navigano nel su-perfluo.Ogni tanto, soprattutto nel pun-to del libro in cui Murakami cita Cechov, ci sono sprazzi dei lati migliori di questo scrittore, della sua capacità di mostrare davvero un modo alternativo di interpre-tare il significato dell’esistenza umana, che sa nascondere in pic-cole azioni materiali, apparen-temente poco importanti, interi sistemi di pensiero e di vita. Non a caso, quando lessi “Kafka sul-la spiaggia” di Murakami, primo libro che mi capitò tra le mani dello scrittore nipponico, trovai immediatamente un paralleli-smo con la grande scuola lette-raria russa. Forse, inizialmente, più Tolstoij che Checov.Il 24 Ottobre è uscito in Italia il terzo libro di 1Q84, aspettiamo di leggere anche quello prima di azzardare un giudizio definitivo su quest’opera del grande scrit-tore Murakami Haruki. Il mio au-spicio è che tanti di voi vogliano leggere le opere di Murakami, perché autori di questo livello non sono comuni. Quando il tempo è giunto, le farfalle scompaiono da qualche parte, in silenzio. Penso siano morte, ma sebbene le cerchi, non ne trovo mai i resti. Svaniscono senza lasciare traccia, come se si fossero dissolte nell’aria. Le far-falle hanno una grazia incante-vole, ma sono anche le creature più effimere che esistano. Nate chissà dove, cercano dolcemente solo poche cose limitate, e poi scompaiono silenziosamente da qualche parte. Forse in un mon-do diverso da questo. (Muraka-mi Haruki, 1Q84)

Marcel Paolini

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I libri si leggono, non si bruciano...! Rubrica di informazione e critica a cura di Raffaella Catarinicchia e Domenico Rizzi

“IL SANGUE DEL SUD”di GIORDANO BRUNO GUERRI

“…un’Italia che, dopo un secolo e mezzo, continua a portarsi die-tro i malanni della sua infanzia” è il ritratto che Giordano Bruno Guerri – giornalista, opinionista de “Il Giornale” e docente di Sto-ria Contemporanea all’Universi-tà G. Marconi di Roma – traccia del nostro Paese a 150 anni dal compimento dell’unità nel suo libro “Il sangue del Sud. Antisto-ria del Risorgimento e del bri-gantaggio”. Una diagnosi pre-cisa e circostanziata, riccamente documentata e sufficientemente obiettiva, di una pagina di storia che il trionfalismo unitario e la retorica hanno volutamente re-legato in secondo piano. Guerri, un ex sessantottino “non schie-rato”, con una grande compe-tenza sull’epoca fascista, presen-ta in queste pagine la conquista militare – perché di questo si trattò sostanzialmente – del Sud espugnato dai Garibaldini, il de-classamento di una città come Napoli, che era considerata la

quarta d’Europa, e la brutale re-pressione di un fenomeno che i nostri politici liquidarono come “brigantaggio”, come se avesse riguardato poche bande sparse di banditi e ladri da strada. In realtà, quando il Sud soggiogato dalla nuova borghesia, sfruttato dalla stessa nobiltà preesistente all’arrivo di Garibaldi e abbando-nato dal suo re Francesco II, ten-tò di rialzare la testa, lo fece alla maniera di Masaniello, ispiratore e guida della rivolta napoletana del 1647 contro l’eccessiva pres-sione fiscale imposta dagli Spa-gnoli. In pochi mesi, in tutto il Mezzogiorno, esclusa la Sicilia, sorsero bande di cosiddetti “bri-ganti” - termine derivante dal francese “brigand”, che stava ad indicare il prepotente – compo-ste da un numero di uomini (e donne) che oscillava da 50 fino a 3.000. Queste formazioni furo-no addirittura 216 fra l’Abruzzo, il Molise, la Campania, la Basi-licata, la Puglia e la Calabria. I loro capi si chiamarono Carmine Crocco Donatelli, Luigi Alonzi (“Chiavone”) Cosimo Giordano, Pietro Monaco, Giuseppe Summa (“Ninco Nanco”) ma anche alcu-ne figure femminili, quali Miche-lina De Cesare, Filomena De Mar-co, Marianna “Ciccilla” Oliverio. I gregari erano “cafoni” – come venivano chiamati i contadini

meridionali – delinquenti abituali, disoccupati, dise-redati, ex soldati borbonici e perfino ex garibaldini delusi

dalla politica post-unitaria dei Savoia. In pratica, nel momento della sua massima diffusione, il brigantaggio arruolò parecchie migliaia di uomini, ai quali il go-verno italiano oppose un contin-gente pari a due volte e mezza l’esercito statunitense di allora.

Infatti, sotto il comando del ge-nerale Enrico Cialdini operaro-no addirittura 100.000 militari, tra fanti, bersaglieri, carabinieri e truppe di cavalleria e artiglie-ria. Ciò non impedì ai briganti di espugnare un numero incre-dibile di villaggi, mettendo a ri-schio anche città come la stessa Potenza. Per molto tempo questi “insorti” godettero dell’appog-gio dello Stato della Chiesa e dei fuoriusciti borbonici, soprattutto la regina Sofia di Baviera, moglie di “Franceschiello”. La cospirazione giunse ad affian-care ai ribelli un generale spa-gnolo di grande esperienza, quel Josè Borges che non andò mai a genio a Carmine Crocco e ai suoi luogotenenti. La repressione fu attuata nella maniera più bru-tale possibile, perché Carlo Fari-ni, presidente del Consiglio nel 1862-63, aveva chiesto di “fare piazza pulita di garibaldini e borbonici” sottolineando che “i beduini, a confronto di questi cafoni, sono fior di virtù civile”,

Carmine Crocco Donatelli (al centro) con 2 briganti

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17LISTE

concetto ribadito dal deputato pugliese Vito De Bellis: “Qui stia-mo in un Paese di selvaggi e di beduini”. Fin dall’espugnazione della fortezza di Gaeta, ultimo rifugio di re Francesco, erano sta-ti commessi dei crimini da parte delle forze del regio esercito sar-do, autori di una decimazione di massa. Infatti, in una fossa comu-ne vennero ritrovati gli scheletri di 2.000 persone giustiziate som-mariamente dopo la resa: erano tutti accusati di lealtà verso il re borbonico. Ma la repressione fu ancora più aspra dopo che le po-polazioni del Sud manifestarono la loro insofferenza verso “i nuovi padroni”, perché, osserva Guerri “la politica statale rimase anco-rata ad un liberismo inflessibile e dottrinario”, mentre sarebbero stati necessari massicci interventi per fronteggiare disoccupazione e inflazione. Il porto di Napoli di-venne inattivo, le fabbriche chiu-devano per mancanza di materie prime, cessavano di funzionare uffici postali e dogane, scompa-rivano le fiere. La feroce azione repressiva del generale Cialdini diede, in po-

chi mesi, risultati impressionanti: l’ufficiale scrisse infatti che nel Napoletano i suoi uomini ave-vano fucilato 8.968 ribelli – fra i quali 86 religiosi – ferendone 10.604 e deportandone 13.629 dopo avere distrutto e incen-diato 6 interi villaggi e 918 case. Nelle operazioni erano state saccheggiate anche 12 chiese. Nonostante ciò, il brigantaggio continuò a prosperare per alcuni anni e la reazione dei militari - affiancati da una Guardia Nazio-nale costituita nel dicembre 1860 arruolando soprattutto persone dei ceti medi, con esclusione di braccianti e “cafoni” – fu con-trassegnata da ulteriori atroci-tà. Quando Michelina De Cesare venne uccisa il 30 agosto 1868 dalle truppe del generale Emi-lio Pallavicini, il suo corpo subì ogni genere di oltraggio, prima di essere esposto completamente nudo, come documenta una fo-tografia dell’epoca, nella piazza centrale di Mignano (Caserta). Carmine Crocco, a differenza di altri compagni di razzie, non ven-ne giustiziato dopo la cattura, per timore che i ribelli ne faces-sero un martire della loro causa: fu rinchiuso nel penitenziario di Portoferraio, dove morì a 75 anni nel 1905, ormai dimenticato. Nelle azioni militari contro i bri-ganti, l’esercito italiano perse cir-ca 8.000 uomini, cioè un numero superiore a quelli caduti nelle tre guerre d’indipendenza. Tuttavia, di questa nostra “Frontiera” na-zionale, si è sempre parlato poco. Che cosa rappresentò dunque il brigantaggio? Un movimento in-surrezionale contro la conquista sabauda, una rivolta del Sud co-lonizzato, la reazione dei poveri esasperati, oppure un semplice fenomeno criminale? Un po’ di tutto ciò e il neonato Regno d’I-talia riuscì a stroncarlo soltanto adottando le misure più estreme. Con una moderna analisi, sce-vra da partigianerie, si possono

Michelina de Cesare

far emergere le motivazioni che spinsero entrambe le parti ad affrontarsi in quella che fu una vera e propria guerra occulta della nostra storia nazionale. Ma “la ragione”, come sostenne il regista americano Robert Aldrich in un suo celebre film degli Anni Settanta, “non è mai da una par-te sola” come certa retorica post-risorgimentale ha tentato di far credere.

Domenico Rizzi

Anno X n. 1 – Dicembre 2012

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Alla Scuola dell’Infanzia Statale di Menaggio il bambino è attivo pro-tagonista dell’apprendimento e del-lo sviluppo. Le finalità della Scuola dell’Infanzia sono molteplici:- Maturazione dell’identità:• prendere coscienza del proprio sé: bisogni, sentimenti ed emozioni• esprimere pensieri ed opinioni- Conquista dell’autonomia:• avere cura della propria persona e delle proprie cose• rafforzare la fiducia in sé e nelle proprie capacità• compiere scelte autonome nel gioco e nelle attività- Sviluppo delle competenze (sa-pere e fare):• ascoltare, comprendere, interio-rizzare, verbalizzare, rielabora-re, sviluppare capacità manuali e pratiche, intuire, immaginare ed essere creativi- Sviluppo del senso della cittadi-nanza:• scoprire gli altri, i loro bisogni ed accettare il loro punto di vista• scoprire il senso di appartenenza ad un gruppo• acquisire comportamenti rispet-tosi nei confronti di persone, cose ed ambienti• condividere valori e regoleLe insegnanti predispongono di una programmazione annuale sti-lata con tutte le docenti dell’Istitu-to Comprensivo. Si scelgono, poi, gli obiettivi e le attività per svilup-pare il programma annuale ade-guato alle esigenze dei bambini.Le insegnanti per ampliare l’offerta formativa propongono vari labora-tori e progetti, ed in particolare:- progetto “Inglese alla Scuola dell’Infanzia”;- progetto “Psicomotorio, Creati-vo Manipolativo”;- laboratorio “Animazione teatra-le a Natale”;- progetto “Psicopedagogico” e

Scuola dell’Infanzia Statale di MenaggioLa gioia di stare insieme e potere imparare

laboratorio di potenziamento co-gnitivo per avviare la continuità educativa con la scuola primaria;- iniziative varie con le altre scuole dell’infanzia dell’Istituto per sco-prire il piacere dello stare insieme;- uscite sul territorio inerenti lo “Sfondo integratore”.I progetti e i laboratori sono fi-nanziati dal Fondo d’Istituto e dall’Amministrazione comunale.La Scuola dell’Infanzia Statale di Menaggio è costituita da tre se-zioni omogenee: Piccoli (3 anni), Mezzani (4 anni) e Grandi (5 anni).La Scuola possiede una palestra e uno stupendo parco per psico-motricità e momenti di condivisio-ne tra le sezioni. Offre inoltre un servizio mensa con la presenza di

NEL PARCO DELLA NOSTRA SCUOLA DELL’INFANZIA: GLI OLIVIUn giovedì di novembre con i ragazzi del C.R.A. di Ossuccio abbiamo raccolto le olive dagli alberi del nostro bellissimo parco. Abbiamo messo una grande rete intorno agli olivi, “così le olive non si nascondono fra l’erba…”. Poi, con una pertica di bambù abbiamo batacchiato i rami, “adagio per non far male agli olivi…”. Le olive incominciano a cadere, ma per farle ca-dere tutte abbiamo “pettinato” con un grande rastrello i rami, “sempre delicatamente”, ed ora… le nostre olive sono al fran-toio per essere schiacciate… e diventeranno… olio!

I bambini della Scuola dell’Infanzia di Menaggio

una cuoca. Il menù è strutturato su 4 settimane con variazioni in caso di allergie, intolleranze e nel rispetto delle diverse scelte reli-giose. E’ infine possibile usufruire del servizio scuolabus gratuito.Orari: entrata 8 - 9, uscita 15.45 - 16; uscita intermedia 13.15 - 13.30Contatti: Istituto comprensivo di Menaggio tel. 0344 32327Scuola dell’Infanzia di Menaggio, via Lungolago Castelli: tel. 0344 32850 Per l’anno scolastico 2013-2014 le iscrizioni saranno aperte tra gennaio e febbraio 2013 per tutti bambini nati nell’anno 2010; per i bambini nati entro il 30 aprile 2011, con frequenza già da set-tembre 2013.

SCUOLA

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Il Menaggio è tornato a casa Sportivi menaggini accorrete alla “Madonnina”Dopo due anni passati a giocare le partite casalinghe in “trasfer-ta” tra Gravedona e Porlezza, il Menaggio è tornato a casa. Da quest’anno giocherà le partite casalinghe del campionato di Prima Categoria al caro e vec-chio campo della “Madonnina”. La compagine biancoazzurra, retrocessa onorevolmente dal campionato di Promozione, si è presentata ai nastri di partenza della nuova stagione con una rosa quasi completamente rin-novata. I “vecchi senatori” sono stati sostituiti con i giovani pro-venienti dal vivaio, da sempre fiore all’occhiello della società.Unica squadra comasca inserita nel girone C di Prima Categoria, girone che comprende formazio-ni della Valtellina, del Lecchese e della Bergamasca, la formazio-ne menaggina ha avuto un ini-zio di campionato a fasi alterne. L’avventura è cominciata con un pareggio per 2-2 al “Lavello” di Calolziocorte, contro la squadra da molti pronosticata come la Big del girone. Sono poi seguite vittorie e sconfitte, queste ulti-me nate più che altro da episodi e da qualche ingenuità, che han-no determinato una posizione di classifica interlocutoria. L’obiet-tivo della società è comunque quello di disputare un campio-nato tranquillo che permetta ai numerosi giovani in organico (l’età media della squadra è di 23 anni) di acquisire esperienza.Al centro dell’attacco menag-gino si segnala la conferma del bomber Giuliano, che ha dimo-strato di non aver perso il vizio del gol, al suo fianco Andrea Pa-vanello (classe 1992), la passata stagione alla Sestese in serie D. Da segnalare tra i pali l’arrivo di Fabio Crudo, vincitore del pre-

mio come miglior portiere coma-sco della stagione 2011/2012.In panchina è lieto il ritorno di mister Andrea Castellini che, con tutta la sua esperienza ed il suo carisma, sta cercando di plasma-re un nuovo gruppo che possa raggiungere gli stessi traguardi che erano stati raggiunti tre sta-gioni fa.Unica nota dolente di inizio di stagione l’infortunio di Pietro Falotico, la cui assenza si farà sentire.Oltre alla prima squadra ci sono 5 formazioni del settore giovani-le: la Juniores, affidata a Franco Murada, che disputa il campio-

nato regionale; gli Allievi affi-dati al duo Luigi Molli – France-sco Lanfranconi; i Giovanissimi affidati a Giuseppe Biondi; gli Esordienti 2000 a 11 affidati a Michele Spaggiari; gli Esordienti 2001/2002 a 9 affidati a Roberto Pisoni. Rinnovamento anche a livello di-rigenziale con il nuovo presiden-te “Tato” Maurizio Fraquelli, vec-chia gloria menaggina, che, con l’aiuto di tutto il nuovo consiglio direttivo e di tutti i dirigenti ed allenatori, mette sempre in cam-po la sua passione e competenza per il bene dell’A.C. Menaggio.

Rossano Levan

NON CI SARÀ PIÙ IL “CLASSICO” MENAGGIO-DONGOCon la fusione tra le compagini di Dongo e Gravedona, che hanno dato vita ad una nuova società denominata AltoLario Calcio, sono sparite dal panorama del calcio lariano alcune delle partite che più hanno infiammato le tifoserie dei tre paesi rivieraschi. Menaggio – Dongo, Menaggio – Gravedona, Dongo – Gravedona non erano sempli-ci partite di campionato. Se Dongo – Gravedona era il naturale derby dell’altolago e Menaggio – Gravedona era la partita più soft delle tre, Menaggio – Dongo è stata la sfida che, soprattutto negli anni ’50 e ’60, ha animato i campionati di prima categoria. Una sfida che rac-chiudeva in sé aspetti che esulavano dal mondo del calcio. La turistica e commerciale Menaggio opposta all’operaia Dongo, gli alberghi del centrolago contro le ferrerie del paese altolariano. Tutto ciò ha pro-dotto una sana ma acerrima rivalità calcistica che ha trasformato la partita in un “classico” del calcio lariano, con partite che non avranno posto negli annali del calcio ma che resteranno famose nella men-te degli sportivi menaggini e donghesi. Nei ricordi menaggini rimarrà impressa quella vittoria ottenuta in rimonta alla “Madonnina”, con il Dongo in vantaggio a pochi minuti dalla fine ed il Menaggio che, but-tando il cuore oltre l’ostacolo, rimonta e vince per 3 a 1.Nostalgia per non vedere più le maglie biancoazzurre menaggine op-poste alle neroverdi donghesi.

Rossano Levan

SPORT E TEMPO LIBERO

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20 SPORT E TEMPO LIBERO

Campionato Provinciale Calcio C.S.I.Il Croce è Campione ProvincialeUn anno davvero imprevedibi-le, dopo che sia il Fraquelli Et-tore di Croce che la Polisportiva Menaggio erano giunti alle fi-nali nel campionato preceden-te, piazzandosi rispettivamente al secondo e quarto posto con onore. Imprevedibile perché il Menaggio, dopo un discreto gi-rone di andata, è precipitato nelle ultime posizioni, ma anche perché il Croce, contro ogni più ottimistica previsione, ha vinto il titolo provinciale 2011-2012, ag-giungendo il prezioso trofeo ai due campionati e alle due coppe conquistate negli anni preceden-ti. La sua avanzata verso i play off è stata davvero formidabile, concludendo al primo posto con un numero schiacciante di vitto-rie: ciò non bastava, ovviamente, a far sperare in bene per il con-fronto finale, nonostante le due vittorie riportate nei quarti e in semifinale rispettivamente con-tro il caparbio Longone al Segri-no – battuto 7-6 ai rigori dopo il 2-2 dei tempi regolamentari e supplementari – e lo spigoloso Cabiate, sconfitto per 1-0. La finalista AZ Pneumatica, vera corazzata Bismarck della cate-goria A, pareva indistruttibile, almeno sulla carta. Per di più, il Croce si presentava alla finale privo della sua punta di diaman-te Michele Angelinetti, infortu-nato, e con il glorioso portiere Christian Signorini (premiato con il “Guanto d’oro” l’anno prece-dente) in precarie condizioni fi-siche. Un punto a favore, invece, la sede della finale, organizzata per il 18 maggio 2012 presso il campo sportivo “San Rocco” di Croce, dove il pubblico di vari pa-esi circostanti è affluito in misura eccezionale, riempiendo gradi-nate e saturando tutti gli spazi

disponibili. Così, di fronte a cen-tinaia di persone, è iniziata una competizione destinata ad appa-rire nell’albo d’oro della Fraquel-li Ettore. Nonostante le assenze e le im-perfette condizioni di qualche giocatore, il Croce ha dato una dimostrazione di come si impo-sta e si gestisce la partita per-fetta, con una tattica accorta e senza svarioni e con la grinta e la determinazione di chi è consa-pevole di avere dinanzi un avver-sario super-titolato, campione italiano nel 2011. Poco a poco, con una gestione prudente ma non rinunciataria, sapientemen-te guidata dalle direttive della panchina, la squadra locale ha messo nel sacco gli antagoni-sti, mantenendo la parità sullo 0-0 nel primo tempo e riuscen-do nella ripresa a rifilare loro il primo gol con lo sgusciante “ra-gazzo” Maurizio Biacchi. Sorpre-sa e incredulità da parte dell’AZ Pneumatica, avvezza a vincere questo genere di confronti, ma l’offensiva dei canturini appare velleitaria ed appannata, sempre stroncata da Alessio Vitali e dagli altri mastini della difesa crocina. Verso la fine del secondo tempo il Croce chiude il conto, con una punizione dell’”anziano” Ste-fano Salice (“Giua”), il quale in-fligge agli avversari la micidiale rete decisiva. Mentre il tifo del pubblico sale alle stelle, i gioca-tori di Fabrizio Cereghini e Nico

Butti cominciano a credere dav-vero che il miracolo sia avvenuto. Il successo arriva di lì a poco con il fischio finale, mentre si alzano le galvanizzanti note di “We Are the Champions”. La sportivissima AZ Pneumatica si inchina ai vinci-tori, ammettendo di essere stata battuta meritatamente. Inizia-no i festeggiamenti, che si pro-trarranno, data l’eccezionalità dell’evento, fino alle prime luci dell’alba.All’avvio di campionato 2012-2013, la squadra campione si ri-presenta con l’esperto portiere Andrea “Milton” Grandi – sicu-ramente uno dei migliori nel CSI - che subentra al glorioso Signo-rini, con l’attaccante Fabio Costa-relli ed il tenace difensore Mar-co Capelli (“Cape”), provenienti dalla disciolta Polisportiva Laria-na, ai quali si aggiunge un altro fortissimo difensore, quel Mauro Pizzagalli (“Maio”) che, insieme a Capelli e Costarelli, ha già mili-tato nel Croce in passato. L’unica raccomandazione da fare alla squadra è di affrontare la nuova competizione con mode-stia e umiltà, dimenticando sul campo di essere la detentrice del titolo.Infine, una gradita novità: quest’anno riprenderà a svol-gersi anche la Coppa provinciale C.S.I.: un incentivo in più per le squadre comasche.

Domenico Rizzi

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21SPORT E TEMPO LIBERO

Dopo 18 anni di volontariato, di cui 16 da Presidente, Mauro Fraquelli ha deciso di dimetter-si dalla carica.Mauro, come tutti noi, è en-trato a far parte di questa bel-lissima realtà quando i propri figli si sono iscritti alle squadre di pallavolo e di calcio. Ha poi continuato a credere nel C.S.I., mettendo a disposizione molto del suo tempo libero.E’ dunque con grande dispiace-re che perdiamo la sua prezio-sa collaborazione ma gli por-giamo, a nome di tutti, i nostri più sentiti ringraziamenti.A lui subentra il nuovo Presi-dente Antonello Fasoli, a cui

Nuovo Presidente per il C.S.I. Oratorio Lascia Mauro Fraquelli, subentra Antonello Fasoli

facciamo tanti auguri di buon lavoro. Nella nuova stagione sporti-va 2012-2013 i nostri ragazzi e le nostre ragazze sono im-pegnati nelle seguenti attività sportive: Pallavolo, suddivisa in Palla Rilanciata (età di par-tecipazione: 2005/2006) e Mini Volley (2002/2003/2004); Cal-cio, suddiviso in Mini Calcio (2005/2006/2007) e Calcio a 7 (2001/2002/2003/2004/2005); Torneo di Pallacanestro (2001/2002/2003/2004/2005) in ambito C.S.I. Provinciale Como, nuova realtà sportiva C.S.I. che ha riscontrato molti consensi. Il C.S.I. Oratorio Menaggio in-

Pio Galli. Da una parte sola

Pio Galli (Annone Brianza 1926 - Lecco 2011) è nel ricordo con la Sua presenza

discreta, attenta, riservata. Amava soggiornare nella casa di Croce con la moglie

Ambrogina, dove frequentava affezionati amici. Si interessava alle vicende del

nostro paese.

La sua biografia è ricca di storie personali che si intrecciano con la Storia: operaio

siderurgico alle Acciaierie e Ferriere Caleotto di Lecco, fu licenziato nel 1953

per la sua attività sindacale. Ha guidato la Camera del Lavoro di Lecco e la Fiom

di Brescia. Dal 1977 al 1985 è stato Segretario generale della Fiom.

Alcuni anni fa aveva presentato nella Biblioteca di Menaggio il Suo libro “Da una

parte sola: autobiografia di un metalmeccanico” (a cura di Sandro Bianchi, prefa-

zione di Pietro Ingrao, Manifestolibri 1997).

“Si era appena conclusa una vertenza sul salario e ne commentavamo l’esito. Poi il

capo del personale cambiò discorso. “Galli, lei era avviato a diventare operaio specializzato, ha una certa esperienza,

ha frequentato anche la scuola professionale… perché sprecare queste capacità e rinunciare a costruirsi un futuro? E’

proprio convinto di andare avanti a fare il rivoluzionario? Non è il caso di pensare anche alla sua famiglia?” Curioso

di dove volesse andare a parare, non lo interruppi. […] In quel momento non esitai a rispondergli di no. Non mi sono mai

pentito di quella scelta. Ero animato da una grande tensione ideale. Credevo nei valori che avevo abbracciato, nella lotta

per cambiare la realtà sociale e civile dell’Italia. L’impegno mi appagava e occupava tutto il mio tempo. L’idea di abban-

donare tutto, sia pure per riprendere una traiettoria professionale che era stata la mia prima ambizione, mi sembrava un

tradimento, come se avessi sfruttato la mia collocazione per fare carriera. Un anno e mezzo dopo fui licenziato.”

Cristina Redaelli

vita gli interessati a consultare il sito www.csioratoriomenag-gio.it, dove si possono trovare tutte le informazioni necessa-rie.

C.S.I. Oratorio Menaggio

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22 LISTA CIVICA PER MENAGGIO

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23LISTA CIVICA PER MENAGGIO

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Centro di raccolta di Porlezza

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IN BREVE

Cari concittadini, anche quest’anno, in occasione delle festività natalizie, il nume-ro di fine anno del nostro ama-to giornale “Qui Menaggio” è accompagnato dal calendario 2012, “Qui Menaggio giorno per giorno”, utilissimo strumento in cui sono ricordate tutte le ricor-

In regalo il calendario: buon 2013!renze, festività e scadenze della prossima annata. Un prezioso taccuino su cui segnare o sottoli-neare tutti gli appuntamenti im-portanti, mese per mese. Si tratta ormai di due insepara-bili “compagni di viaggio” che da diversi anni tutti i menaggini aspettano con particolare curiosi-tà e attenzione sotto l’albero di Natale. Confezionati insieme e distri-buiti in tutte le case dei residen-ti di Menaggio, nelle sue circa 2000 copie, questi due preziosi strumenti di comunicazione non ospitano quest’anno, a causa del-la pesante situazione che stiamo vivendo, l’immagine e la pubbli-cità di attività commerciali e im-prenditoriali del territorio.L’augurio, peraltro senza troppe speranze nel breve periodo, è che si possa tornare ad una situa-zione di accettabile normalità e quindi anche a quelle sponsoriz-zazioni che hanno rappresentato

un sostegno per l’informazione locale ed insieme un ritorno d’im-magine per l’imprenditore. Certi dell’apprezzamento per il lavoro svolto, inviamo a tutti i migliori AUGURI DI BUON NATA-LE E FELICE ANNO NUOVO

La Redazione:Ercole SpaggiariAlessandro GiniDomenico RizziDavide SpaggiariRaffaella CatarinicchiaVania CatarinicchiaGaia GiossiMarcel PaoliniMarco Venturini

Via San Maurizio, N. 1(Zona Campo Sportivo)22018 PORLEZZA (CO)

Orari di apertura:

LUNEDI’ ore 07:00/13:00

MARTEDI’ ore 07:00/13:00 15:00/17:00

MERCOLEDI’ ore 07:00/13:00

GIOVEDI’ ore 07:00/13:00 15:00/17:00

VENERDI’ ore 07:00/13:00

SABATO ore 07:00/13:00 15:00/17:00

DOMENICA CHIUSO