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L’ incontro di questo mese è con una volontaria giovane, di quelle che rappresentano il futuro di ANVOLT. Valentina Romagnolo ha 28 anni ma già da quattro è una delle componenti più importanti del team dell’as- sociazione in quel di Parma. La incontriamo in un giorno di fine ottobre, dal tempo tri- ste e piovoso che contrasta con il sorriso radioso che lei ci rivolge immediatamente, mentre si accinge a raccon- tare la sua avventura con la nostra associazione. CON ANVOLT DA QUATTRO ANNI Valentina è originaria del Pie- monte, viene dalla città di Biella e la prima cosa che ci racconta è di essersi trasferita a Parma per amore. Un amore molto for- te che l’ha portata ad affrontare una vita nuova, in una città diversa dalla sua, ma carica d’entusiasmo. «All’inizio non è stato per nulla facile» ci raccon- ta oggi «perché con il mio diplo- ma in Liceo Tecnico per la salu- te individuale e collettiva e il solo desiderio di diventare diri- gente di comunità ho trovato qualche ostacolo ad affermar- segue a pag. 4 Poste Italiane S.p.A. Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 Comma 2 – LO/MI - ANNO 33 N° 11-12 Novembre/Dicembre 2018 «C a r i amici, ci apprestia- mo a vivere gli ultimi due intensi mesi del- l’anno, e il periodo del- le feste, ed è arrivato il momento di un bilancio relativo al 2018. Sia- mo molto soddisfatti perché ANVOLT ha saputo, come sempre, tener fede a tutti i pro- positi espressi all’inizio della stagione garantendo, ovun- que, una qualità ottimale dei suoi servizi. Le nostre 28 delegazioni hanno affrontato con grande energia, grazie all’attività instancabile dei volontari, le quotidiane sfide che gli si sono presentate alla porta, nella maggior parte dei casi supe- randole. La ricerca di aiuto o di assistenza in ambito oncologi- co è sempre maggiore da par- te dela cittadinanza e non è facile dare una risposta positi- va a tutti, offrendo una mano tesa a chi è in difficoltà. Riusci- re comunque a farlo è un risul- tato davvero eccellente che, come presidente, mi riempie di orgoglio. La nuova sfida per l’anno alle porte è non solo mantene- re questo standard ma cresce- re ulteriormente, investendo sulle migliori risorse dell’asso- ciazione. Approfitto per augurare un periodo festivo pieno di sere- nità a tutti voi. S a r a Anzanel- lo, palla- volista: la testimo- nianza di questo mese è particolare perché è postuma. Sara infatti se n’è andata qualche settimana fa a causa di un tumore che l’ha portata via in poco tem- po, lasciando orfano il mon- do dello sport e non solo. Ma le parole che ci ha lasciato valgono la pena di essere riportate. «Perché condividere, per essere di supporto a chi, come me, deve superare difficoltà, per far capire che la vita è bella, perché in questo momento ho bisogno di energie posi- tive. Non si sa mai quali e quante sfide la vita ti pone davanti, difficilmente si è abbastanza pronti. Cos’è la cosa che vorresti più di ogni altra, il tuo sogno nel cassetto, il tuo desiderio più grande? Il mio sogno è vive- re. Semplicemente vivere, passeggiare, stare all’aria aperta, un bel bagno in un mare limpido, la sabbia sot- to i piedi, la neve candida che mi circonda in una gior- nata invernale di sole, i miei quadri, la mia cucina, il mio piccolo orto sinergico, una serata con la mia famiglia e con le persone a cui voglio Testimonianza il Presidente Sevuoiaiutarcic.c.b.cod.ibanIT29A0103001663000061266296c/oMontedeiPaschidiNovembre-Dicembre 2018 1 Auguri di buone feste dai volontari ANVOLT!

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L’ incontro di questo mese è con una volontaria giovane,

di quelle che rappresentano il futuro di ANVOLT.

Valentina Romagnolo ha 28 anni ma già da quattro è una delle componenti più importanti del team dell’as-sociazione in quel di Parma. La incontriamo in un giorno di fine ottobre, dal tempo tri-ste e piovoso che contrasta con il sorriso radioso che lei ci rivolge immediatamente, mentre si accinge a raccon-tare la sua avventura con la nostra associazione.

CON ANVOLT DA QUATTRO

ANNI

Valentina è originaria del Pie-monte, viene dalla città di Biella e la prima cosa che ci racconta è di essersi trasferita a Parma per amore. Un amore molto for-te che l’ha portata ad affrontare una vita nuova, in una città diversa dalla sua, ma carica d’entusiasmo. «All’inizio non è stato per nulla facile» ci raccon-ta oggi «perché con il mio diplo-ma in Liceo Tecnico per la salu-te individuale e collettiva e il solo desiderio di diventare diri-gente di comunità ho trovato qualche ostacolo ad affermar-

segue a pag. 4

Poste Italiane S.p.A. Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 Comma 2 – LO/MI - ANNO 33 N° 11-12 Novembre/Dicembre 2018

«Ca r i amici,

ci apprestia-mo a vivere gli ultimi due intensi mesi del-l’anno, e il periodo del-le feste, ed

è arrivato il momento di un bilancio relativo al 2018. Sia-mo molto soddisfatti perché ANVOLT ha saputo, come sempre, tener fede a tutti i pro-positi espressi all’inizio della stagione garantendo, ovun-que, una qualità ottimale dei suoi servizi.

Le nostre 28 delegazioni hanno affrontato con grande energia, grazie all’attività instancabile dei volontari, le

quotidiane sfide che gli si sono presentate alla porta, nella maggior parte dei casi supe-randole. La ricerca di aiuto o di assistenza in ambito oncologi-co è sempre maggiore da par-te dela cittadinanza e non è facile dare una risposta positi-va a tutti, offrendo una mano tesa a chi è in difficoltà. Riusci-re comunque a farlo è un risul-tato davvero eccellente che, come presidente, mi riempie di orgoglio.

La nuova sfida per l’anno alle porte è non solo mantene-re questo standard ma cresce-re ulteriormente, investendo sulle migliori risorse dell’asso-ciazione.

Approfitto per augurare un periodo festivo pieno di sere-nità a tutti voi.

S a r a A n z a n e l -lo, palla-volista: la t e s t i m o -nianza di q u e s t o mese è particolare perché è

postuma. Sara infatti se n’è andata qualche settimana fa a causa di un tumore che l’ha portata via in poco tem-po, lasciando orfano il mon-do dello sport e non solo. Ma le parole che ci ha lasciato valgono la pena di essere riportate. «Perché condividere, per essere di supporto a chi, come me, deve superare difficoltà, per

far capire che la vita è bella, perché in questo momento ho bisogno di energie posi-tive. Non si sa mai quali e quante sfide la vita ti pone davanti, difficilmente si è abbastanza pronti. Cos’è la cosa che vorresti più di ogni altra, il tuo sogno nel cassetto, il tuo desiderio più grande? Il mio sogno è vive-re. Semplicemente vivere, passeggiare, stare all’aria aperta, un bel bagno in un mare limpido, la sabbia sot-to i piedi, la neve candida che mi circonda in una gior-nata invernale di sole, i miei quadri, la mia cucina, il mio picco lo orto sinergico, una serata con la mia famiglia e con le persone a cui voglio

Testimonianzail Presidente

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Auguri di buone feste dai volontari ANVOLT!

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2 Novembre-Dicembre 2018 Se vuoi aiutarci c.c. b. cod. iban IT 29A 01030 01663 000061266296 c/o Monte dei P

Tra poche settimane è Natale e questo è il periodo più importante

per associazioni tipo la nostra, durante il quale si intensifica la raccolta fondi. Nel mese di Dicembre spuntano le più varie iniziative: basta passeg-giare in un centro commercia-le, o in una via del centro e si trovano banchetti nei quali

volontari si danno il cambio per realizzare pacchetti rega-lo, o promuovere i gadget del-l’associazione di appartenen-za. In questo periodo, l’opera dei volontari si diversifica e fra le tante attività si inserisce prepotente la raccolta fondi. Un’attività che serve a rim-pinguare le casse ormai quasi vuote delle associazioni pro-vate dalle spese di un anno di fatiche, anche se sempre pronte allo sprint di fine anno. Perché siamo, e rima-niamo, un paese di donatori. Gli italiani destinano al no profit circa 9 miliardi di euro all’anno. Anche fra i donatori, certe volte, sorge però un

dubbio, alimentato dalle cro-nache degli ultimi tempi: una domanda che ci fanno spesso è quella su come si faccia a sapere che una donazione vada effettivamente a fin di bene. Per rispondere, a partire dal prossimo anno diverrà operativo il registro del terzo settore e nuove leggi daranno rigidi parametri per quanto riguarda la trasparenza. Già questo concede una garanzia, ma vi offriamo anche alcuni consigli per chi vuole devol-vere un contributo, e per la valutazione delle associazioni no profit. Chiamare un nume-ro telefonico e fare domande è lecito e internet ci dà una

mano. Un controllo accurato al sito di un’associazione ci permette di verificarne l’au-tenticità. I pagamenti per le donazioni possono essere fatti con metodi tracciabili come bonifico, carta di credito o PayPal e sempre con ricevuta. I volontari che passano a rac-cogliere le donazioni, per pri-mi quelli ANVOLT, sono sem-pre dotati di tesserino, auto-rizzazione e documentazione adeguata. Speriamo di aver dato una risposta almeno par-ziale alla questione e che, chi lo desidera, possa continuare a sostenere le realtà che si interessano alle difficoltà del-la gente. F/T

editoriale

mi». Valentina si è quindi affidata a uno strumento molto utile come la sua grande tenacia, che l’ha portata ad affrontare, in passato, esperienze molto impegnative come, ad esempio, quella di un intero anno trascorso nell’esercito italiano. Grazie a questa sua dote, e alla forza proveniente dalla persona sempre al suo fianco, la nostra protagonista ha cominciato quindi a ingranare e a fornire qualche assistenza in ospedale come Operatore Socio Sanitario, fino all’in-contro che le ha, un’altra volta, cambia-to la vita. È successo immediatamente dopo, quando ha deciso di rispondere a un semplice annuncio su internet della nostra associazione, che cercava volon-tari nella città di Parma. «Ho provato un po’ timorosa» ci racconta adesso «per-ché comunque, pur avendo studi di carattere sanitario alle spalle, non ave-vo mai approcciato una realtà legata al volontariato. Ma ho parlato con la responsabile Iris e sono qui ancora oggi. Si può dire che quel giorno sia sbocciato un nuovo amore nella mia vita: quello per ANVOLT». UNA COLONNA PORTANTE

Valentina comincia con la mansione classica di telefonista per informare i cittadini di Parma e provincia sui servizi erogati dall’associazione, che sono mol-ti e sempre in crescita. In particolare, è subito coinvolta dalla responsabile Iris

nell’inaugurazione dell’ambulatorio per le visite di prevenzione oncologica nelle sede di via Orazio, fatto che porta, ver-so la delegazione ANVOLT, un grande interesse da parte della cittadinanza, entusiasta di poter contare su un punto fermo in tema di prevenzione. «Da quel momento» racconta adesso-Valentina col suo largo sorriso «infor-mare sulla prevenzione è diventata una delle mie attività più importanti, oltre che tra le mie preferite. La considero, in pratica, una specie di missione da por-tare a termine e che possa fare del bene a molte persone. È questa la cosa in più che ti dà essere volontaria in ANVOLT, la sensazione di essere utile concreta-mente agli altri». Il tempo scorre inesorabile e Valentina viene pian piano coinvolta da Iris, la responsabile di ANVOLT a Parma, in tutte le mansioni dell’ufficio. La sua è una crescita costante, forse perché vie-ne considerata da tutti onesta, puntuale e precisa, persino un po’ pignola, che in certi casi non guasta anche nel volonta-riato. «Con gli anni» ci dice oggi con l’a-ria soddisfatta di chi ha un’esperienza molto positiva da raccontare agli altri «sono diventata una specie di tuttofare di ANVOLT Parma. Mi sono occupata di ogni aspetto e mi mancano in realtà solo le assistenze, e non si sa mai che un giorno non possa cominciare a fare anche quelle! Perché no?».

L’amore di Valentina per ANVOLT Parma

RACCONTIAMO I NOSTRI VOLONTARI

Consigli utili per un paese di donatori

Iris Bortolotto è la responsabile di

ANVOLT a Parma: «Qui a Parma le parole d’ordine sono due: prevenzione e passaparo-la. La prima è una nostra missione, che por-tiamo avanti grazie agli ambulatori delle sedi di via Orazio e di Fidenza. Da quando li abbiamo inaugurati l’afflusso di utenti per le visite di prevenzione è in costante crescita e, grazie a questo trend, stiamo contribuendo a creare una cultura della prevenzione in città e provincia. Il grande afflusso è dovuto princi-palmente al passaparola. Chi si rivolge a noi, nella stragrande maggioranza dei casi, invita conoscenti e amici a fare la stessa cosa, cioè effettuare una visita presso un nostro ambu-latorio. Andiamo avanti poi anche con le assi-stenze, che al momento sono poche ma mol-to sentite, perché quando qualcuno in diffi-coltà si rivolge a noi facciamo davvero di tutto per dargli un po’ di conforto. Devo ringraziare, per questo, una squadra di volontari vera-mente fantastica».

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Rossella Buzzi è una volontaria di

ANVOLT Parma da

quattro anni, dove

svolge varie man-

sioni da ufficio e

anche di accompa-

gnamento dei

pazienti.

Come ha conosciu-

to ANVOLT?

«Sono stata colpita in famiglia dalla malattia, perché mio padre si è ammalato di un tumore al pan-creas che l’ha porta-to via molto veloce-mente. Questa vicenda traumatica mi ha spin-to a cercare un’esperienza nel mondo del volontariato oncologico, che mi facesse sentire utile per chi è coinvolto in questa terribile esperienza. Ho cono-sciuto la responsabile Iris ed eccomi qua ancora oggi».

Ha trovato quello che cercava?

«Sì perché qui la sensazione di dare una mano agli altri è netta e forte. Sia a livello pratico, magari con un’assisten-za, sia al telefono attraverso il conforto delle semplici parole. A volte bastano anche solo quelle».

Com’è il rapporto con Valentina e le

altre volontarie di

ANVOLT Parma?

«Lo definirei davve-ro un rapporto di grande cooperazio-ne, a volte addirittu-ra di amicizia, così come lo è quello con la nostra responsabile Iris. Qui infatti abbiamo tutti ben presente che, se non ci si dà una mano a vicen-da, di strada se ne percorre poca. Cre-do sia uno dei nostri segreti per fare

bene e per continuare a farne in futuro senza pause».

Di che cosa si occupa oggi all’inter-

no della delegazione di ANVOLT Par-

ma?

«Sto molto al telefono, per informare i cittadini sulle nostre attività. Poi effet-tuo anche qualche accompagnamento perché, dopo la brutta esperienza che ho vissuto con la malattia di mio padre, mi sembra un modo ancora più concre-to di dare un aiuto ai pazienti oncologi-ci, spesso in difficoltà fisica e psicologi-ca».

TRA LAVORO DI SQUADRA E FUTU-

RO

Quando le chiediamo, per soddisfare la nostra curiosità, quale sia il segreto della sua lunga militanza in ANVOLT Parma, che dura praticamente dalla sua inaugurazione, Valentina non ha dubbi: il segreto risiede nell’affiatamen-to che esiste tra i volontari dell’associa-zione, e tra loro e la responsabile. «Non avrei potuto affermarmi in questo modo ed essere ancora qui oggi se non fosse per le persone che ho incontrato durante il mio percorso, da Iris a tutti gli altri volontari. Ogni difficoltà che ho incontrato ha avuto il pieno appoggio dell’intera squadra e questo per me è stato importante. Posso davvero affer-mare che siamo amici, perché ci sentia-mo anche nella vita di tutti i giorni, quando siamo al di fuori di questa realtà, e questo è un segnale di amici-zia vera». Un altro segreto, ce ne siamo accorti fin da subito, risiede nell’amore con cui Valentina si affaccia alle cose. Che tra-spare dai suoi gesti e dal suo modo di fare e si esplicita in una voce forte, che trasmette passione al solo sentirla. «L’amore è una componente fonda-mentale di quasi tutto quello che fac-cio» conclude lei «senza il quale non credo potrei andare avanti». Un amore forte sincero, pensiamo, che l’ha portata prima da Biella a Parma e poi nella sede ANVOLT, da dove può essere irradiato verso tutto il territorio circostante per chiunque sia in difficoltà per una patologia oncologica.

«La sensazione di dare una mano agli altri è netta e forte»

RACCONTIAMO I NOSTRI VOLONTARI

PREVENZIONE

GINECOLOGICHE

11.987SENOLOGICHE

7.871

PAP-TEST

9.165

PREVENZIONE

DATI PARZIALI ANNO 2018

PREVENZIONE PREVENZIONE

VISITE DI PREVENZIONE

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Incontriamo Sandra nella sede ANVOLT di Trento. Abbiamo già avuto un approccio con lei quando, la scorsa estate, ha rac-

contato parte della sua storia durante un even-to della nostra delegazione locale. Ora il desti-no ci regala la piacevole occasione di approfondire questa conoscenza. Sandra è nata a Belgrado, proviene da una famiglia di artisti e anche lei, ci racconta, non poteva che intraprendere questa strada e diventa-re pianista. La sua vicenda umana si lega a tutto tondo con l’arte e la musi-ca, e anche con l’Italia tanto che, nonostante i natali in Serbia, appare italiana di indole più di molti connazio-nali che abbiamo conosciuto. Si siede di fianco a noi, con l’aria complice e un’aura luminosa forse aiutata dai vestiti sgargianti che indossa. «La mia storia, in breve, parte dalla Serbia e passa da San Pietroburgo, dove ho compiuto una fetta dei miei studi» ini-zia a raccontare con voce decisa «e arriva a un momento cruciale come quello dell’estate del 1992, quando ho fatto una vacanza in Sicilia». Nell’isola di Pirandello e del Commissario Montalbano Sandra però rimane per via della guerra in cor-so nel suo paese, conosce tante persone tra cui, dopo diversi anni, anche il futuro marito. «Sono andata come turista» dice oggi divertita «ci sono rimasta per vent’anni!». La sua vita scorre tra concerti al teatro Massimo di Cata-nia e manifestazioni in giro per l’Italia, prima a sostegno della pace in Serbia e poi, una volta terminata la guerra, per insegnare la sua cultu-ra a tanti studenti italiani assetati di cultura musicale. Tutto procede fino al termine del suo matrimonio nel 2007, dopo il quale lei accetta di partecipare a un bando per il Conservatorio di Trento, che vince. «Era la mia occasione per qualcosa di nuovo» racconta oggi «e l’ho

accettata di buon grado. Ho iniziato così a fare la pendolare fra Trento e Catania fino al trasfe-rimento finale, qui in Trentino, nel 2011». Per Sandra inizia un periodo stimolante dal punto di vista professionale. «Qui ho incontrato per-sone magnifiche. Sfortunatamente, però, nel 2017 ho cominciato a stare spesso male; mi mancavano le energie anche se, quando effet-tuavo dei controlli, non appariva nulla di stra-

no». I controlli però non vanno bene per sem-pre e, nell’agosto 2017, un seno ingrossato le appare davvero sospetto. La sua intuizione è purtroppo veritiera e dopo una visita le viene detto di operarsi immediatamente.

«Da quel momento la mia vita cambia ancora» dice mentre con la mente scorre i tristi pensieri di quel periodo. «Nel gennaio 2018 inizio la chemioterapia, già sconvolgente di per sé e ancor di più per me che sono sostenitrice della medicina complementare». In mezzo al buio delle difficoltà Sandra scorge finalmente un raggio di luce quando, nel reparto che è costretta suo malgrado a frequentare, incrocia i sorrisi dei nostri Barbara e Martin che le offro-no… una caramella. «“Ma come” ho detto loro

ridendo “qui mi dicono che devo tenere una dieta rigorosa e voi mi offrite una caramel-la”?». I tre scoppiano a ridere e da allora comincia la storia di Sandra con ANVOLT. L’associazione le offre immediatamente il suo aiuto per qualche trasporto e un po’ di soste-gno psicologico, mettendo sul piatto tutti i ser-vizi garantiti dalla nostra delegazione locale. «Mi si è aperto un mondo e i volontari

ANVOLT hanno trasformato quella che era un’atmosfera lugubre in una piena di tante risate». Sandra comincia a frequentare la sede ANVOLT di via della Prepositura. Fa sedute di respiro circolare e riflesso-terapia plantare, frequenta uno degli psicologi dell’associazione e riesce a riprendere a suonare in pubblico, cosa che, per forza di cose, era stata costretta a interrom-pere. «È successo al Festival di Bel-luno, dopo un anno dall’ultima vol-ta» ricorda oggi «ed è andata benis-simo». Chiediamo anche a lei cosa potrebbe fare ANVOLT per migliora-re e la sua risposta è meno scontata

di altre che abbiamo sentito. «Potrebbero atti-vare un servizio di bio-danza, accompagnato dalla musica . È una cosa che troverei interes-sante e utile ed è un servizio che manca». Sandra tiene infine a sottolineare un altro aspetto che ANVOLT le ha permesso di miglio-rare. «Ho ricevuto tanto amore e sostegno e mi sono finalmente sentita di casa a Trento, riscoprendo l’amore che spero di trasmettere e restituire al mondo intero in tutte le sue for-me». Dopo tanto girovagare, Sandra ha trova-to un altro posto dove mettere radici. Senza dimenticare che un artista è pur sempre un artista e, in fondo, non appartiene a nessun luogo ma musica e risate le può portare ovun-que. R/M

Con ANVOLT, tra musica e grandi risate

STORIE DA UN MONDO SENZA PAURA

Martin Inama, 26 anni, attestato di profes-

sionalità di conduttore di respiro circolare,

è volontario presso l’ospedale di Trento

Come mai in ANVOLT? «Ho sempre sentito intensamente una

pulsione per l’altro. A 15 anni mi recavo pres-so una casa di riposo con un’amica per condi-videre con gli anziani il nostro tempo. Così, dopo anni, quest’indole mi ha spronato a farmi avanti in ANVOLT, capendo che il posto adatto a me fosse il contatto con gli ammalati. Abbia-mo creato un’atmosfera accogliente, ricca di punti di riferimento per aiuti concreti nel day hospital e piena di attività ludico riabilitative per alleggerire la tensione creando angoli tisa-ne, una libreria e attività di ricreazione».

Come l’hanno accolta in ospedale?

«Per prima cosa ho parlato con la respon-sabile, si è mostrata entusiasta, poi siamo andati nel reparto di oncologia e ci hanno dato il via libera. È già un anno che sono inserito nel progetto e lo porto avanti con successo, con l’ aiuto delle volontarie Barbara e Sara». In cosa consiste il suo aiuto nelle sedute?

«Sono sedute di 45 minuti, pratichiamo una tecnica di respiro profondo che induce all’iperossigenazione dell’organismo inne-scando un processo profondo e autentico di detossinazione fisica. Finora ho lavorato con più di 20 persone, tra cui Sandra, e sono mol-to soddisfatto dei risultati. Però il bello deve ancora venire perché c’è tanto da fare!».

«Il bello deve ancora venire, perché c’è tanto da fare»

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Sandra in posa appoggiata al pianoforte

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Novembre-Dicembre 2018 5

INTERVISTA

La ricerca è sempre più donna. Lo dimostrano le sempre più frequenti

notizie che riportano di successi “al fem-minile” in questo campo e anche il fatto che le donne siano sempre più spesso nominate a presiedere ruoli chiave in questo settore. Tra le più recenti novità in questo senso, in chiave italiana, da segnalare che le dr.sse Raffaella Giavaz-zi e Ariela Benigni sono state nominate per coordinare la sede dell’Istituto Mario Negri, uno dei più importanti poli di studi anticancro italiani, rispettivamente per le sedi di Milano e di Bergamo e Ranica. Entrambe le ricercatrici sono bergama-sche, laureate in scienze biologiche all’Università degli Studi di Milano. Tutte e due possono vantare una formazione per un periodo all’estero, sia in Europa sia negli Usa, e hanno ricoperto impor-tanti incarichi in ambito internazionale. Tanto che i loro nomi oggi sono inseriti tra le “Top Italian Women Scientists”, elenco all’interno del quale sono inserite scienziate con pubblicazio-ni ad alto impatto. Le due scienziate si sono mosse in questi anni in ambiti diversi tra loro ed entrambe hanno rag-giunto risultati eccellenti tanto da potersi meritare una nomina estremamente pre-stigiosa. Raffaella Giavazzi, per esem-

pio, come riportato da “La Repubblica” ha lavorato sulla biologia e la farmacologia dei tumori. Riportiamo un estratto delle dichiara-zioni della scienziata, che si appresta ora ad affrontare il nuovo cor-so della sua carriera, ricco di stimoli ma anche difficoltà. Su cosa ha lavorato

in particolare?

«In particolare mi sono dedicata allo studio dei

meccanismi che regolano il processo di formazione e diffusione delle metastasi a distanza dal tumore primario. Il mio lavo-ro punta, nello specifico, all’identificazio-ne di farmaci antitumorali convenzionali e innovativi e alla valutazione comparati-va della loro efficacia anche quando ven-gono usati in associazione». Continua Raffaella Giavazzi. «Sono felice per questo nuovo importan-te ruolo. Sono cresciuta al Mario Negri, da studente prima e come capo laborato-rio poi, pertanto conosco questa realtà da moltissimi anni. Nello spirito della missione dell’Istituto, formazione, indi-pendenza e rigore scientifico, il mio impegno principale sarà quello di favorire l’interazione tra i laboratori e i diparti-menti e non solo, con l’obiettivo di garan-tire l’efficienza e, soprattutto, migliorare sempre più la qualità della ricerca tecni-co-scientifica nel campo della farmacolo-gia verso la prevenzione e la cura di alcune malattie. Il mio principale obietti-vo sono i giovani ricercatori, a cui dedi-cherò un’attenzione particolare, miglio-rando gli strumenti per la formazione, uno dei cardini dello statuto del Mario Negri, e valorizzando la loro ricerca ver-so una maggior responsabilità e compe-

titività». Ariela Benigni, dal canto suo, nel corso delle sue ricerche ha studiato soprattutto i meccanismi alla base dell’insorgenza delle malattie renali e il perché della loro pro-gressione. Anche nel suo caso riportiamo alcune dichiarazioni che danno il senso del grande slan-cio con cui si appresta

ad affrontare il nuovo, arduo, compito che le è stato assegnato. Quali sono gli altri suoi ambiti di ricer-

ca? «Mi occupo anche di medicina rigenerati-va con un’attenzione particolare alle cel-lule staminali e alla loro capacità di ripa-rare organi danneggiati. Sono molto ono-rata di questo incarico e un po’ preoccu-pata per la nuova grande responsabilità. Ho dedicato la mia vita alla ricerca, mia passione da sempre, e in questo nuovo ruolo voglio contribuire al futuro dell’Isti-tuto formando giovani che siano orgo-gliosi di portare avanti questo progetto iniziato quasi 60 anni fa. Viviamo in un momento difficile per il nostro Paese, la ricerca ha bisogno di stabilità e certezze, che oggi non abbiamo». Per quale motivo?

«C’è poca attenzione per la ricerca scientifica e per i giovani ricercatori al punto che molti di loro, troppi, scelgono di andare all’estero e quelli che tornano sono pochissimi. Sono certa che l’entu-siasmo e la voglia di fare che ha sempre caratterizzato i ricercatori del Mario Negri ci aiuteranno a superare le diffi-coltà e a preparare un futuro sereno per la ricerca in Italia».

Al Mario Negri la ricerca è sempre più donna

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di Marco Infelise

Istituto Mario Negri

L’Istituto “Mario Negri” è una fon-dazione no profit di Milano, per la ricerca, la formazione e l’informa-zione sulle scienze biomediche. La costituzione dell’istituto, avvenuta nel  1963, fu resa possibile da un apposito lascito testamentario del filantropo milanese Mario Negri e dall’attività del fondatore e primo direttore Silvio Garattini. Il primo gruppo di ricercatori, inizialmente solo 22, è rapidamente cresciuto e, nel 2006, contava 900 ricercatori distribuiti fra le 4 sedi attuali.

Ariela Benigni e Raffaella Giavazzi

Le ricercatrici col direttore del Mario Negri Giuseppe Remuzzi

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NEWS IN PILLOLE NEWS IN PILLOLE NEWS IN PILLOLE

di Edoardo Tesolin

6 Novembre-Dicembre 2018

Due recenti studi hanno confrontato quale tipo di chirurgia fosse più effica-ce nel caso del tumore al colon uterino, il metodo tradizionale o quello

“nuovo”, che ormai fa parte della realtà ospedaliera da quasi una ventina d’an-ni. In entrambi i casi, e nonostante le modalità con cui questi due studi sono stati condotti siano fondamentalmente diverse, il risultato è unanime: la vec-chia chirurgia garantisce una maggiore possibilità di lasciarsi alla spalle la malattia, in confronto a quella minimamente invasiva.

Giovedì 15 novembre, vari monumenti in tutto il mon-

do, dall’opera house di Sidney alle Cascate del Niagara, saranno illuminati di viola in occasione della campagna di sensibilizza-zione “Facciamo luce sul tumore al pancreas”. Questo è il secondo

anno in cui questa manifestazione è presente anche nel nostro paese, promossa sopratutto dall’associa-zione “Nastroviola”, in occasione della Giornata Mondiale per la lotta al Tumore al Pancreas e al successi-vo incontro nazionale delle associa-zioni sul tema, che quest’anno ha

Pembrolizumab per i tumori di testa e collo

Tumore del colon uterino, chirurgia mini-invasiva o tradizionale?

Se vuoi aiutarci c.c. b. cod. iban: IT 29A 01030 01663 000061266296 c/o Monte de di Siena ag. 10 Milano - c.c.postale 28903201

La campionessa di tennis Serena Wiliams ha deciso

di partecipare al progetto “I Touch Myself”, realizzando

un video musicale. La ten-nista si è esibita, senza veli, coperta esclusiva-mente dalle sue mani, can-tando una canzone della scomparsa Chrissy Amph-lett, alla quale è dedicata l’iniziativa. Sul suo profilo Instagram, Serena ha

ricordato come la canzone sia un invito per tutte le donne a porre la propria salute al pri-mo posto.

Finora non si sapeva che cosa avrebbe comportato adottare

l’immunoterapia nel trattare un paziente oncologico affetto anche da HIV. Al recente con-gresso tenutosi a Monaco però la domanda ha trovato una rispo-

sta. Sono stati infatti mostrati i risultati di una sperimentazione indirizzata a rispondere al quesi-to e lo studio ha evidenziato come la terapia sia sicura per i pazienti e non ne indebolisca affatto le difese immunitarie.

è stata recentemente condot-ta una sperimentazione

sull’effetto del farmaco immunoterapico Pem-brolizumab nei malati oncologici dei tumori testa-collo. L’esperimen-to ha mostrato come il farmaco favorisca una m a g g i o r e sopravvivenza nei pazienti. Mar-co Benasso, Direttore della

struttura complessa di oncolo-gia della ASL2 di Savona ha

così commentato: “Era almeno un decennio

che per questi pazienti non avevamo nuovi dati in grado di cambiare la pratica clinica. Il grande valore di questo studio è aver dimostrato come

l’immunoterapia, e in particolare Pembrolizu-

mab, possa entrare a pieno tito-lo tra i trattamenti dei tumori

Serena Williams canta in topless contro il cancro

Tumore del pancreas, i monumenti si colorano di viola

L’immunoterapia è sicura anche per i pazienti con HIV?

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Se vuoi aiutarci c.c. b. cod. iban IT 29A 01030 01663 000061266296 c/o Monte dei Paschi di Novembre-Dicembre 2018 7

anvoltanvoltanvolt VITA DI ASSOCIAZIONE

CUNEO

Continua la crescita esponenziale della nostra dele-gazione piemontese nella provincia Granda. Dopo la serata “Mettitelo in Testa”, legata alla prevenzione delle patologie oncologiche, ANVOLT Cuneo ha infatti ricevuto in dono un ecografo, già attivo presso l’ambulatorio di via Antonio Meucci. Da ora in poi è quindi possi-bile, per le utenti, effet-tuare l’eco-grafia durante la visita gine-cologica. Continuano anche le visi-te con il proc-tologo e il dermatologo.

TRENTO

Tra le tante iniziative della nostra delegazione trentina, a novembre va in scena la “cena di beneficenza autun-nale”. Il giorno 10 presso il ristorante “Da Pino” a San Michele all’Adige, al costo di 30 euro è possibile sedersi a tavola e assag-giare gustose pie-tanze dando una mano alla sede ANVOLT locale, finanziando proget-ti ludico-psico-ria-bilitativi dedicati ai malati oncologici. Oltre che dalla buona cucina, la serata è caratterizzata dalla musica suol e disco funk di Roby, Vale e Sara.

Per i TUOI auguri e regali

solidali pUOI scegliere

tra biglietti, lettere, adesi

cartoncini accompagna-pacchi.

cos� aiuterai concretamente

un malato di tumore.

Per info telefona alla

delegazione pi� vicina!

auguri auguri auguri auguri auguri auguri auguri auguri

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8 Novembre-Dicembre 2018 Se vuoi aiutarci c.c. b. cod. iban IT 29A 01030 01663 000061266296 c/o Monte dei P

Uno degli aspetti spesso meno considerati riguardo alla salute delle persone è costituito dalla

esposizione al rumore. Oggi è piuttosto frequente, soprattutto nelle grandi città, che la soglia di rumore alla quale si è esposti possa raggiungere livelli elevati e tali da poter divenire una minaccia per il benessere psicofisico. Il danno alla salute non si verifica infatti solamente quando il rumore sia così

intenso da ledere effettivamente gli organi dell’udito, ma è possi-bile anche quando la lesione della capacità auditiva avvenga gradatamente per la continua aggressione di stimoli auditivi costanti nel tempo. Inoltre, anche quando non vi sia un danno biologico accertabile, certamente si concretizza come danno alla salute anche il disturbo arrecato dal rumore alle normali attività di vita quotidiana. Una recente sentenza della Corte di Cassazione Civile, Sezione II – sentenza n. 21554 del 3 settembre 2018 – ha

precisato alcuni importanti punti a riguardo. La Suprema Corte ha infatti affermato che se da un lato nell’ambito delle soglie di tollerabilità stabilite per legge vi debba necessariamente essere un contemperamento tra le esigenze del cittadino e quelle pro-duttive e di trasporto – fonte della gran parte dell’inquinamento acustico attuale – quando il rumore si pone invece al di sopra dei limiti di normale tollerabilità, allora qualunque criterio di contem-peramento viene ad essere escluso poiché si entra nell’ambito del danno generato a terzi e tutelato dall’azione di risarcimento di cui all’art. 2043 del codice civile. In proposito, la Cassazione ha rammentato che anche se non vi è un danno biologico accertato, comunque può essere risarcito – qualora provato - il danno non patrimoniale derivante dalle immissioni acustiche illecite e che turbino il normale svolgimento della vita quotidiana del soggetto e della sua famiglia nella propria dimora. Affinché possa essere riconosciuto un risarcimento è comunque sempre necessario documentare oggettivamente il pregiudizio patito a causa del rumore e ciò può essere fatto ricorrendo ai molteplici strumenti tecnici e di legge a disposizione.

Inquinamento acustico e salute

Avv. Marco Pino

PAROLA DI AVVOCATO

Sede amministrativa: 20124 Milano Via Montegrappa, 6 - tel.: 02 6884053 - fax: 02 6880158 Sede nazionale : 20158 Milano via G. Guerzoni, 44 - tel.: 02 66823761 - fax: 02 69002811

Sedi ANVOLT in Italia

AGRIGEN T O Via M. Cimarra, 40/a Tel.: 0922 815800 sede opera tiva: S iculiana: via Roma 3 Tel.: 0922 815800 IT 11 C 02 008 01619 000105213637 (Ag: UNIC REDIT) 60125 ANCONA Via Marini 21 - Tel.:071 54411 - Fax: 071 55243 cod. IBAN IT42 P 01030 02610000063190735 c/o M.P.S.

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Più Prevenzione Meno Cancro rivista di prevenzione e informazione fondata nel 1987 Editore, Redazione e Amministrazione: anvolt-Associazione Nazionale Volontari Lotta Contro I Tumori Fax: 02 6880158 - sito web: www. anvolt.org Direttore Responsabile: Flavio Tesolin Redattore Capo: Romano Michelini Realizzazione grafica: Leonardo Vasco, Flavio Tesolin Fotografie: Romano Michelini, Flavio Tesolin Siti Liberi Internet Comitato Di Redazione: Elisabeth Bortolotto, Osvaldo Previato, Eleonora Sannazzari. Redattori: Marco Infelise, Edoardo Tesolin Tiratura: copie 50.000 Pubblicazione mensi-le Registrazione del Tribunale di Milano n. 642 del 18/09/87 Poste Italiane S.p.A. Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 Comma 2 – LO/MI I dati necessari per l’invio della rivista sono trattati elettronicamen-te e utilizzati dall’editore Associazione Nazionale Volontari Lotta Contro i Tumori per la spedizione della pubblicazione.Ai sensi del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 è possibile in qualsiasi momento chiedere l’annullamento dell’invio e gratuitamente consultare modificare e cancellare i dati, o semplicemente opporsi al loro utilizzo scrivendo a: anvolt - Associazione Nazionale Volontari Lotta Contro i Tumori Via G. Guerzoni, 44 - 20158 Milano - Responsabile dati.

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