BUON VINO Una produzione vitivinicola con molte potenzialità · 2014-04-28 · Il Doc Nuragus di...

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Eventi Lunedì 28 aprile 2014 Focus Sardegna 7 L’intera produzione si aggira intorno agli 800 mila quintali di uva P rodurre un vino buo- no e a prezzi accessibi- li, capace di farsi largo tra un’agguerrita concorrenza mondiale. È la scommessa dei tre Consorzi di tutela che sono nati in Sardegna come risposta alle esigenze di produttori e consumato- ri. Si tratta del Consorzio di tutela dei vini di Sardegna, del Consorzio di tutela vini di Cagliari e del Consorzio di tutela del Carignano del Sulcis. “L’intera produzione vitivi- nicola sarda si aggira attor- no agli 800 mila quintali di uva”, racconta Gigi Picciau, presidente del Consorzio di tutela dei vini di Sardegna, il più grande dei tre e quello che ospita nella propria se- de anche la rappresentanza degli altri due enti consorti- li. Una produzione, quindi, non molto consistente ma con indubbie possibilità di crescita. “La viticoltura è una delle poche possibilità di svilup- po per l’agricoltura sarda - sottolinea Picciau - e per questo la sua crescita deve essere sostenuta con un pro- getto di senso, in grado cioè di dare qualità e potenziali- tà commerciali”. Bianchi o rossi, i vini sar- di sono tutti strutturati, “masticabili” come dicono gli intenditori. Hanno una certa gradazione e il loro gusto e aroma rispecchiano le diverse aree dove sono insediati i vigneti. Ognuno, quindi, è capace di rivelare le proprie sfumature. Obiettivo comune dei Con- sorzi ora è anche quello “in- cidere sul programma viti- vinicolo regionale. Sarebbe auspicabile che la Regione convocasse tutti i Consorzi per giungere poi a predi- sporre un suo programma”. Il presidente Picciau da ope- ratore che vive ogni giorno la materia evidenzia come, per una corretta program- mazione, “sia importante avere una conoscenza annua della produzione sarda dei vari vini, e soprattutto della rimuneratività del venduto, per una linea di indirizzo sulla produzione con un’at- tenzione sulle eventuali ri- manenze”. Carignano del Sulcis: il rosso va all’estero Grazie al progetto del Consorzio di tutela vino Carignano del Sulcis il vino sardo è venduto in cinque continenti L’identità è nel territorio Il Doc Nuragus di Cagliari traina le vendite dei vini del Consorzio di tutela vini di Cagliari Qualità e tutela al 100% Il Consorzio di tutela dei vini di Sardegna vaglia con la massima attenzione le nuove adesioni U n vitigno già presente in Sardegna tra i 3.500 e i 5.000 mila anni fa, il cui “frutto” è un vino robusto, di sa- pore raffinato, da invecchiamento. È il Carignano del Sulcis, che da 5 anni è tutelato dal Consorzio di tutela vino Carignano del Sulcis. Oggi questa realtà consortile riunisce “otto soci, tre cantine sociali e cinque imprenditori singoli - illustra il pre- sidente Antonello Pilloni -, e gli ettari coltivati a Carignano sono 1.500, preci- samente nel basso Sulcis. Si producono circa 3 milioni di bottiglie con tappo di sughero”. Dalla sua costituzione il Con- sorzio ha svolto un “ruolo importante perché ha motivato un accordo fra i produttori al fine di proseguire insieme nel miglioramento continuo della quali- tà del prodotto - prosegue il presidente Pilloni - e da due anni abbiamo avviato un progetto strategico per la vendita del nostro vino nei mercati extra Ue”. Un progetto supportato dal ministero con valenza triennale che “ci ha dato già soddisfazione e che ha facilitato l’espor- tazione delle nostre aziende, ora presen- ti in tutti i cinque continenti”. Il Carignano, che rappresenta la mag- gior parte della produzione delle azien- de del Consorzio, è sempre stato coltiva- to in questa porzione di Sardegna, ma il vino prodotto era venduto sfuso. Tra gli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso è iniziata la conversione da una produzione di quantità a una di quali- tà e con essa il processo di imbottiglia- mento. In questi decenni il Carignano ha raggiunto le vette della vitivinicol- tura italiana, più volte premiato sia in Italia, sia all’estero come miglior vino rosso italiano. “Per il prossimo futuro - aggiunge il presidente Pilloni - inten- diamo proseguire nella nostra attività di controllo e miglioramento della qualità e auspichiamo di poter far proseguire il progetto di supporto per la vendita all’estero. Esso ci aiuta a entrare nella competizione mondiale, dove qualità, prezzo e una giusta promozione sono determinanti per conquistare sempre più quote di consumatori”. N uragus, Moscato, Nasco, Girò e Malvasia tutti con l’aggiunta “di Cagliari” e tutti Doc. Sono i vini sotto l’egida del Consorzio di tutela vini di Cagliari, cui di recente si è aggiunto anche il Cagliari Vermentino. L’ente consortile, nato nel 2007, è presieduto da Sandro Murgia e conta 22 aziende consorziate. “Questa realtà è stata voluta per promuovere l’attività dei produttori e la qualità dei vini del Sud della Sardegna presso i consuma- tori”, afferma il presidente Murgia. Al centro dell’azione promozionale del Consorzio “c’è il racconto del territorio da cui provengono questi vi- ni - sottolinea il presidente -. Il nostro primo obiettivo è che il contesto naturale che riesce a dare alla produzione vini- cola caratteristiche particola- ri non venga in alcun modo snaturato. Se ciò accadesse, infatti, vorrebbe dire incidere negativamente sull’identità dei vini”. In quest’ottica, anche chie- dendo la collaborazione dell’ assessore regionale all’Agri- coltura, il Consorzio di tutela vini di Cagliari ha intenzio- ne di organizzare convegni e appuntamenti informativi in Italia e nel mondo, per far conoscere innanzitutto la ter- ra che produce questi vini e le sue peculiarità. Tra i vini tutelati, il Nuragus di Cagliari è il prodotto che ha maggiore produzione e che sta trainando il resto dei vini di Cagliari. “Non riusciamo nep- pure a soddisfare tutta la do- manda - spiega il presidente -. È quindi un vino che ha par- ticolari possibilità di crescita, ma noi vogliamo che cresca bene. Da qui i puntuali e con- tinui controlli del Consorzio”. Vitigno autoctono della Sar- degna, Nuragus è diventato Doc nel 1973. Accompagna bene dagli antipasti ai primi leggeri, grazie alla sua fre- schezza e al profumo di fiori bianchi. Si produce anche nel- la versione frizzante. C ontrollare la qualità e la tracciabilità dalla terra alla bottiglia finita; tutela- re la produzione e l’uso della denominazione; valorizzare e promuovere i vini tutelati; interlocuzione costante con la pubblica amministrazione. Sono questi i quattro obiet- tivi prioritari che si è dato il Consorzio di tutela dei vini di Sardegna nato nel 2007 co- me desiderio di un gruppo di aziende che, con il contributo fondamentale della Camera di Commercio di Cagliari, hanno deciso di dare corso in forma unitaria a queste finalità. Presieduto da Gigi Picciau, oggi il Consorzio conta co- me soci 24 aziende private, 7 cantine sociali e un Consorzio di secondo grado. Importante il ruolo che in questi anni ha svolto l’ente consortile, in par- ticolare sul fronte dei controlli, dello stimolo per l’innalzamen- to della qualità del prodotto e per la promozione dei vini tutelati. “Si pensi che - sotto- linea il presidente Picciau - la normativa vigente prevede un controllo annuo sul 15% della produzione, mentre noi siamo riusciti a estendere i control- li sul 100 per cento dei nostri vini Doc”. Quattro i vini che sono tu- telati dal Consorzio: il Ver- mentino di Sardegna, un vino bianco secco morbido prodot- to in tutta l’isola dal vitigno omonimo; il Cannonau di Sardegna, il più noto dei rossi della regione, un vino robusto, vigoroso e corroborante dal ti- pico colore rosso; il Monica di Sardegna, un rosso che deriva dal vitigno omonimo integra- to per il 15% da altri vitigni a bacca nera; il Moscato di Sar- degna, il vino giallo paglierino dal profumo ampio e delicato e dal sapore dolce, fruttato e armonico. “Sono i vini che rappresentano la Sardegna nel mondo”, affer- ma il presidente del più gran- de Consorzio sardo di tutela, e perciò “la loro salvaguardia è molto importante. Da qui l’azione di analisi e di filtro esercitata dall’ente consortile nell’accettare nuove adesioni: ogni nuovo socio deve poter rispondere a requisiti che qua- lifichino il suo prodotto come buono, oltreché regolare”. ■■ BUON VINO / Tre consorzi di tutela: Consorzio di tutela dei vini di Sardegna, Consorzio di tutela dei vini di Cagliari e Consorzio di tutela del Carignano del Sulcis Una produzione vitivinicola con molte potenzialità Vini di carattere e ricchi di sfumature, ma occorre un progetto su base regionale davvero capace di valorizzarli Vigneti in Sardegna Cantina di Santadi, nel Sulcis

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EventiLunedì 28 aprile 2014 Focus Sardegna 7

L’intera produzione si aggira intorno agli 800

mila quintali di uva

Produrre un vino buo-no e a prezzi accessibi-

li, capace di farsi largo tra un’agguerrita concorrenza mondiale. È la scommessa dei tre Consorzi di tutela che sono nati in Sardegna come risposta alle esigenze di produttori e consumato-ri. Si tratta del Consorzio di tutela dei vini di Sardegna, del Consorzio di tutela vini di Cagliari e del Consorzio di tutela del Carignano del Sulcis. “L’intera produzione vitivi-nicola sarda si aggira attor-no agli 800 mila quintali di uva”, racconta Gigi Picciau, presidente del Consorzio di tutela dei vini di Sardegna, il più grande dei tre e quello che ospita nella propria se-de anche la rappresentanza degli altri due enti consorti-li. Una produzione, quindi, non molto consistente ma

con indubbie possibilità di crescita. “La viticoltura è una delle poche possibilità di svilup-po per l’agricoltura sarda - sottolinea Picciau - e per questo la sua crescita deve essere sostenuta con un pro-getto di senso, in grado cioè di dare qualità e potenziali-tà commerciali”.Bianchi o rossi, i vini sar-di sono tutti strutturati, “masticabili” come dicono

gli intenditori. Hanno una certa gradazione e il loro gusto e aroma rispecchiano le diverse aree dove sono insediati i vigneti. Ognuno, quindi, è capace di rivelare le proprie sfumature. Obiettivo comune dei Con-sorzi ora è anche quello “in-cidere sul programma viti-vinicolo regionale. Sarebbe auspicabile che la Regione convocasse tutti i Consorzi per giungere poi a predi-

sporre un suo programma”. Il presidente Picciau da ope-ratore che vive ogni giorno la materia evidenzia come, per una corretta program-mazione, “sia importante avere una conoscenza annua della produzione sarda dei vari vini, e soprattutto della rimuneratività del venduto, per una linea di indirizzo sulla produzione con un’at-tenzione sulle eventuali ri-manenze”.

Carignano del Sulcis: il rosso va all’esteroGrazie al progetto del Consorzio di tutela vino Carignano del Sulcis il vino sardo è venduto in cinque continenti

L’identità è nel territorioIl Doc Nuragus di Cagliari traina le vendite dei vini del Consorzio di tutela vini di Cagliari

Qualità e tutela al 100%Il Consorzio di tutela dei vini di Sardegna vaglia con la massima attenzione le nuove adesioni

Un vitigno già presente in Sardegna tra i 3.500 e i 5.000 mila anni fa,

il cui “frutto” è un vino robusto, di sa-pore raffinato, da invecchiamento. È il Carignano del Sulcis, che da 5 anni è tutelato dal Consorzio di tutela vino Carignano del Sulcis. Oggi questa realtà consortile riunisce “otto soci, tre cantine sociali e cinque imprenditori singoli - illustra il pre-sidente Antonello Pilloni -, e gli ettari coltivati a Carignano sono 1.500, preci-samente nel basso Sulcis. Si producono circa 3 milioni di bottiglie con tappo di sughero”. Dalla sua costituzione il Con-

sorzio ha svolto un “ruolo importante perché ha motivato un accordo fra i produttori al fine di proseguire insieme nel miglioramento continuo della quali-tà del prodotto - prosegue il presidente Pilloni - e da due anni abbiamo avviato un progetto strategico per la vendita del nostro vino nei mercati extra Ue”. Un progetto supportato dal ministero con valenza triennale che “ci ha dato già soddisfazione e che ha facilitato l’espor-tazione delle nostre aziende, ora presen-ti in tutti i cinque continenti”. Il Carignano, che rappresenta la mag-gior parte della produzione delle azien-

de del Consorzio, è sempre stato coltiva-to in questa porzione di Sardegna, ma il vino prodotto era venduto sfuso. Tra gli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso è iniziata la conversione da una produzione di quantità a una di quali-tà e con essa il processo di imbottiglia-mento. In questi decenni il Carignano ha raggiunto le vette della vitivinicol-tura italiana, più volte premiato sia in Italia, sia all’estero come miglior vino rosso italiano. “Per il prossimo futuro - aggiunge il presidente Pilloni - inten-diamo proseguire nella nostra attività di controllo e miglioramento della qualità e auspichiamo di poter far proseguire il progetto di supporto per la vendita all’estero. Esso ci aiuta a entrare nella competizione mondiale, dove qualità, prezzo e una giusta promozione sono determinanti per conquistare sempre più quote di consumatori”.

Nuragus, Moscato, Nasco, Girò e Malvasia tutti con

l’aggiunta “di Cagliari” e tutti Doc. Sono i vini sotto l’egida del Consorzio di tutela vini di Cagliari, cui di recente si è aggiunto anche il Cagliari Vermentino. L’ente consortile, nato nel 2007, è presieduto da Sandro Murgia e conta 22 aziende consorziate. “Questa realtà è stata voluta per promuovere l’attività dei produttori e la qualità dei vini del Sud della Sardegna presso i consuma-tori”, afferma il presidente Murgia. Al centro dell’azione promozionale del Consorzio “c’è il racconto del territorio da cui provengono questi vi-ni - sottolinea il presidente -. Il nostro primo obiettivo è che il contesto naturale che riesce a dare alla produzione vini-cola caratteristiche particola-ri non venga in alcun modo snaturato. Se ciò accadesse, infatti, vorrebbe dire incidere negativamente sull’identità dei vini”.

In quest’ottica, anche chie-dendo la collaborazione dell’ assessore regionale all’Agri-coltura, il Consorzio di tutela vini di Cagliari ha intenzio-ne di organizzare convegni e appuntamenti informativi in Italia e nel mondo, per far conoscere innanzitutto la ter-ra che produce questi vini e le sue peculiarità. Tra i vini tutelati, il Nuragus di Cagliari è il prodotto che ha maggiore produzione e che sta trainando il resto dei vini di Cagliari. “Non riusciamo nep-pure a soddisfare tutta la do-manda - spiega il presidente -. È quindi un vino che ha par-ticolari possibilità di crescita, ma noi vogliamo che cresca bene. Da qui i puntuali e con-tinui controlli del Consorzio”. Vitigno autoctono della Sar-degna, Nuragus è diventato Doc nel 1973. Accompagna bene dagli antipasti ai primi leggeri, grazie alla sua fre-schezza e al profumo di fiori bianchi. Si produce anche nel-la versione frizzante.

Controllare la qualità e la tracciabilità dalla terra

alla bottiglia finita; tutela-re la produzione e l’uso della denominazione; valorizzare e promuovere i vini tutelati; interlocuzione costante con la pubblica amministrazione. Sono questi i quattro obiet-tivi prioritari che si è dato il Consorzio di tutela dei vini di Sardegna nato nel 2007 co-me desiderio di un gruppo di aziende che, con il contributo fondamentale della Camera di Commercio di Cagliari, hanno deciso di dare corso in forma unitaria a queste finalità. Presieduto da Gigi Picciau, oggi il Consorzio conta co-me soci 24 aziende private, 7 cantine sociali e un Consorzio di secondo grado. Importante il ruolo che in questi anni ha svolto l’ente consortile, in par-ticolare sul fronte dei controlli, dello stimolo per l’innalzamen-to della qualità del prodotto e per la promozione dei vini tutelati. “Si pensi che - sotto-linea il presidente Picciau - la normativa vigente prevede un controllo annuo sul 15% della produzione, mentre noi siamo

riusciti a estendere i control-li sul 100 per cento dei nostri vini Doc”. Quattro i vini che sono tu-telati dal Consorzio: il Ver-mentino di Sardegna, un vino bianco secco morbido prodot-to in tutta l’isola dal vitigno omonimo; il Cannonau di Sardegna, il più noto dei rossi della regione, un vino robusto, vigoroso e corroborante dal ti-pico colore rosso; il Monica di Sardegna, un rosso che deriva dal vitigno omonimo integra-to per il 15% da altri vitigni a bacca nera; il Moscato di Sar-degna, il vino giallo paglierino dal profumo ampio e delicato e dal sapore dolce, fruttato e armonico. “Sono i vini che rappresentano la Sardegna nel mondo”, affer-ma il presidente del più gran-de Consorzio sardo di tutela, e perciò “la loro salvaguardia è molto importante. Da qui l’azione di analisi e di filtro esercitata dall’ente consortile nell’accettare nuove adesioni: ogni nuovo socio deve poter rispondere a requisiti che qua-lifichino il suo prodotto come buono, oltreché regolare”.

■■■ BUON VINO / Tre consorzi di tutela: Consorzio di tutela dei vini di Sardegna, Consorzio di tutela dei vini di Cagliari e Consorzio di tutela del Carignano del Sulcis

Una produzione vitivinicola con molte potenzialitàVini di carattere e ricchi di sfumature, ma occorre un progetto su base regionale davvero capace di valorizzarli

Vigneti in Sardegna

Cantina di Santadi, nel Sulcis