BULLISMO E CYBERBULLISMO · Definizione •Il termine italiano «bullismo» è la traduzione...

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BULLISMO E CYBERBULLISMO 01 Febbraio 2018 Dott.ssa Valentina Bacco Psicologa-Psicoterapeuta

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BULLISMO E

CYBERBULLISMO

01 Febbraio 2018 Dott.ssa Valentina Bacco

Psicologa-Psicoterapeuta

Definizione • Il termine italiano «bullismo» è la traduzione letterale della

parola inglese «bullying» che indica il fenomeno delle prepotenze ripetute tra pari.

• È un’oppressione ripetuta e continuata nel tempo, perpetuata da una persona più potente nei confronti di un’altra percepita come più debole.

• È un atto volontario, intenzionale.

• Tra i protagonisti esiste uno squilibrio di forze (asimmetria), tale per cui chi è oggetto di prevaricazioni è più debole e non è in grado di difendersi da solo.

• Il bullismo è un’aggressione di tipo prevalentemente proattivo (senza provocazione da parte del partner, è rivolta al perseguimento dei fini dell’aggressore)

• Sono prepotenze che possono assumere diverse forme.

BULLISMO

FISICO Atti fisici

(calci, pugni), sottrazioni di

oggetti.

ELETTRONICO (CYBERBULLISMO)

Invio di messaggi molesti tramite sms o chat,

oppure invio di foto e video con lo scopo di

prendere in giro o tormentare o minacciare

PSICOLOGICO Ignorare, escludere completamente dal

gruppo, non coinvolgimento

intenzionale, diffusione di voci/pettegolezzi

VERBALE Prese in giro, uso di epiteti

offensivi, minacce,

insulti, derisioni

DIRETTO INDIRETTO

Cosa non è bullismo? • Conflitti:

• Assenza di fissità nei ruoli chi subisce una volta, in quella successiva attacca

• Assenza di pianificazione le prevaricazioni sono agite in modo improvviso e impulsivo

• Parità tra i soggetti non esiste la componente dell’asimmetria di forza e di potere

• Reato

• Tutto ciò che può essere considerato reato: aggressioni fisiche molto violente, uso di armi, violenze sessuali, furto di oggetti costosi

• È necessario distinguere l’episodio di bullismo da comportamenti goliardici che caratterizzano l’età adolescenziale: i ragazzi sentono la necessità di ribadire la propria identità con atti considerati trasgressivi dagli adulti e dunque si lanciano in bravate.

Attenzione Non tutti i fatti di violenza che accadono nella scuola sono

classificabili come bullismo

Protagonisti del bullismo

BULLO Prova piacere ad umiliare gli altri, non comprende i sentimenti altrui Non accetta le regole o le figure che rappresentano l’autorità Tende ad imporre il proprio punto di vista Ricorre spesso alla menzogna Ritiene che l’aggressività sia la strategia più efficace per la risoluzione dei conflitti

SPETTATORI Il loro comportamento assume valore decisivo rispetto alla possibilità di favorire o inibire il fenomeno

VITTIMA

La vittima si sente isolata ed

esposta, spesso ha molta paura, o ha vergogna, di

riferire gli episodi di bullismo perché teme

rappresaglie e vendette ma anche perché si ritiene

“in colpa” per il non saper reagire.

BULLO

Bullo dominante

• Più forte fisicamente e psicologicamente

• Elevata autostima

• Comportamenti aggressivi, la violenza è una strategia lecita per raggiungere l’autoaffermazione e la dominanza sull’altro

• Discriminazione e sottomissione dei più deboli

Bullo reattivo

• Basso livello di tolleranza delle frustrazioni

• Impulsività e deficit nella regolazione delle emozioni

• stile di interazione di tipo reattivo e aggressivo

Bullo gregario

• Scarsa popolarità sociale • Affianca il bullo per

accrescere la propria autostima. In genere tende a farsi trascinare nel ruolo di aiutante o sostenitore del bullo poiché questo comportamento può dargli un’identità all’interno del gruppo.

• Difficoltà nel rendimento scolastico, insicuro.

Che cosa vuole ottenere il bullo?

Il bullismo è una modalità proattiva, ossia, è un comportamento messo in atto senza

provocazione da parte della vittima ed è agito dall'aggressore al fine di raggiungere il suo

scopo, il dominio e il potere sugli altri. Il bullismo trova la sua motivazione

nell'affermazione di dominanza interpersonale. Il bullo sa affermare se stesso nel gruppo

soltanto attraverso l'uso deliberato della forza.

(L'aggressività, però, non ha solo una valenza negativa, può essere prosociale nel momento in

cui non mira a infliggere un danno ma a conquistare un obiettivo socialmente accettabile. E'

inoltre una funzione centrale al servizio dell'autorealizzazione, ci permette di confrontarci,

reagire, difenderci, avere rapporti con gli altri).

Come sceglie la vittima?

• La "diversità", nelle sue varie declinazioni, è il pretesto che il bullo cerca per poter mettere in atto le sue vessazioni :

• L’aspetto estetico

• La timidezza

• L’essere straniero

• La disabilità

• L’abbigliamento non convenzionale

VITTIMA

Vittima passiva

• Insicura, ansiosa

• subisce le prepotenze senza riuscire a reagire

• Appare vulnerabile, fisicamente più debole, particolarmente impacciata nei movimenti

• Ridotte abilità sociali (ha difficoltà ad affermare se stessa nel gruppo dei coetanei, spesso si rapportano meglio agli adulti che ai coetanei), isolato

Vittima provocatrice

• irrequieto, impulsivo, insicuro, ansioso

• ingaggia duelli serrati con il bullo, stuzzicandolo, fino a che questo non risponde con un’azione di prepotenza.

SPETTATORI

ASSISTERE E MANIFESTARE INTERESSE PER LE AZIONI DEL BULLO

MOSTRARE INDIFFERENZA ALLONTANANDOSI DALLA SITUAZIONE

INTERVENIRE IN DIFESA DELLA VITTIMA

Timore di ritorsioni

Impotenza «tanto non serve a nulla»

Assenza di rapporto con la vittima

La vittima è considerata responsabile della propria sorte

ATTIVI PASSIVI

Il bullismo è quindi un fenomeno di gruppo, in tale contesto vi è un altro fattore che interviene, cioè la diminuzione del senso di responsabilità individuale.

La diffusione di responsabilità all'interno del gruppo è un meccanismo che rende più facile l'azione aggressiva, poiché il senso di responsabilità personale nei confronti dell'azione negativa è minore se si partecipa in tanti.

Conseguenze del bullismo

• Una volta che persecutori e vittime si sono insediati nel loro ruolo, non è facile uscirne. È molto frequente invece che continuino a recitare la stessa parte all’infinito, pena la perdita della propria identità.

• Il bullismo produce effetti a breve termine e nel lungo periodo, riscontrabili nel bullo, negli spettatori e soprattutto nella vittima.

• In generale presenteranno difficoltà relazionali di intensità rilevante

Conseguenze sul bullo

• Scarso rendimento scolastico

• Disturbi della condotta e incapacità a rispettare le regole

• Difficoltà relazionali (mancanza di empatia)

Perché il bullismo fa male a quelli che lo compiono?

• Si illudono di risolvere con la prepotenza tutti i conflitti con gli altri e non utilizzano le parti migliori di sé, che potrebbero portarli a collaborare con i compagni e farsi conoscere per quelli che sono realmente.

• Scambiano la paura che incutono per rispetto e approvazione

• Si fissano nel personaggio del «duro» e si sentono costretti a portarlo avanti anche quando non ne hanno più voglia perché non possono «perdere la faccia».

GLI EFFETTI DEL BULLISMO SULLA VITTIMA

• Sintomi ansiosi: agitazione, incubi notturni, alterazioni nell’appetito, paure diffuse, evitamento dei gruppi o di stare in relazioni con altri, scarso desiderio di andare a scuola

• Sintomi somatici: mal di testa, mal di stomaco, dermatiti

• Tristezza, apatia oppure esplosioni di rabbia, isolamento, calo della concentrazione e del rendimento scolastico.

conseguenza

Bassa autostima e sicurezza

Perché il bullismo fa male a coloro che lo subiscono?

• Hanno paura, si sentono soli, sbagliati, umiliati, indifesi.

• Si vergognano di chiedere aiuto soprattutto fino a quando la sofferenza non è già troppo grande ed è più difficile essere aiutati.

Perché il bullismo fa male a coloro che assistono senza fare niente?

• Alcuni diventano amici del prepotente per non avere problemi, altri hanno paura di essere presi di mira.

• Contestualmente imparano che l’unico valore è farsi i fatti propri, che non si può contare sull’aiuto di nessuno, che l’unica vera legge è quella del più forte, quindi che tutti sono a rischio perché tutti hanno dei punti deboli.

Perché qualche volta i ruoli si ribaltano e le prepotenze si moltiplicano?

Qualche volta coloro che subiscono, soprattutto se non vengono aiutati e sostenuti, possono decidere di riscattarsi diventando a loro volta prepotenti, scariando sugli altri la stessa violenza che per troppo tempo hanno ricevuto, moltiplicando così la catena delle prevaricazioni.

CYBERBULLISMO Definizione

• Il cyberbullismo è il termine che indica atti aggressivi e intenzionali, condotti da un individuo o da un gruppo, attraverso varie forme di contatto elettronico, come l'e-mail, SMS, social network, i blog, i telefoni cellulari, smartphone e/o i siti web, ripetuti nel tempo contro una vittima che non può difendersi.

• Negli ultimi anni, con la veloce evoluzione dei new media, le azioni “concrete” del bullo si sono spostate dai banchi di scuola al mondo virtuale, con una frequenza sempre maggiore.

• Il cyberbullismo può a volte costituire una violazione del Codice civile, del Codice penale e, per quanto riguarda l'ordinamento italiano, del Codice della Privacy.

• Esistono vari tipi di cyberbullismo

CYBERBULLISMO Caratteristiche

INTENZIONALITA’

il comportamento aggressivo viene messo in atto volontariamente ma non ci sono luoghi o momenti più sicuri di altri, le vittime possono temere costantemente di ricevere aggressioni ogni volta che si connettono alla rete o accendono il cellulare

ASIMMETRIA

La vera asimmetria in rete è legata all’anonimato di chi esercita la prepotenza; il potere si esprime nella capacità di utilizzare con efficacia le tecnologie

SISTEMATICITA’

Non c’è bisogno di ripetere nel tempo le minacce o le offese (fatto eccezione per il cyberstalking) perché video o post pubblicati sono sempre a disposizione e gli sms possono essere inoltrati

CYBERBULLISMO Tipologie

• Molestie: Scambio di insulti online, invio di messaggi offensivi ripetuti, oppure foto e/o video

• Esclusione: isolare un compagno (es. gruppi what’s up)

• diffusione di pettegolezzi sulla vittima per rovinarne la reputazione

• diffusione di notizie private o riservate di qualcuno

• Un ragazzo o un gruppo di ragazzi picchiano un coetaneo mentre altri riprendono l’aggressione con il videotelefonino. Le immagini vengono, poi, pubblicate su internet

• Sostituzione di persona: assunzione identità di un’altra persona per compiere atti illeciti o rovinandone la reputazione

• condivisione di informazioni personali riservate e potenzialmente imbarazzanti con un’altra persona di cui ci si fida, la quale le divulga ad altri tradendo la fiducia accordata.

BULLISMO VS CYBERBULLISMO

• Sono coinvolte persone della scuola o della compagnia, solitamente conosciute. Attori ben definiti (bullo, vittima, spettatori)

• La conoscenza degli episodi di bullismo circolano all'interno di un territorio ristretto (classe, scuola, compagnia, gruppo sportivo).

• Le azioni del fenomeno bullismo possono accadere in tempi definiti: pausa ricreazione, tragitto casa-scuola, in classe

• Contenimento del livello di disinibizione del “bullo”, che dipende dalla dinamica di gruppo.

• Qualunque persona può diventare bullo

• Possono essere coinvolte persone di tutto il mondo anche non conosciute

• Il materiale può essere diffuso in tutto il mondo e può permanere sui siti a lungo.

• Alto livello di disinibizione del “bullo” (si fanno cose che nella vita reale sarebbero più contenute).

• Non vi è molta consapevolezza degli effetti delle proprie azioni: Deresponsabilizzazione.

Sottovalutazione degli adulti: molti ragazzi ritengono che gli adulti non comprendono la portata e la pervasività del fenomeno online.

CYBERBULLO Caratteristiche

MANCANZA DI FEEDBACK EMOTIVO: il cyberbullo, non vedendo le reazioni della sua vittima ai suoi comportamenti, non è mai totalmente consapevole del danno che arreca; questo lo rende più disinibito e abbassa i livelli di autocontrollo.

PERVASIVITÀ ED ACCESSIBILITÀ il cyberbullo può raggiungere la sua vittima in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo

Agisce nell’ANONIMATO

MOLTIPLICAZIONE DI CYBERBULLI la natura online del cyber bullismo permette che siano molti quelli che diventano cyberbulli, anche solo condividendo o promuovendo l’episodio di cyber bullismo, che finisce per replicarsi in modo indefinito.

Per quali motivi agisce il cyberbullo?

Il bullo in genere compie azioni di prepotenza per ottenere popolarità all’interno di un

gruppo, per divertimento o semplicemente per noia.

Per il cyberbullismo, in particolare, sono stati definiti alcuni comportamenti specifici che

possono scatenare il fenomeno:

un utilizzo eccessivo di Internet

un accesso alla rete senza controllo da parte degli adulti

partecipazione a gruppi online

utilizzo di webcam e social network

utilizzo molto frequente di videogiochi violenti

LA VITTIMA DEL CYBERBULLISMO

Non sempre conosce il volto dell’aggressore

Può essere particolarmente in ansia quando riceve un messaggio ,

oppure evita l’uso di computer e telefonini

Cambia improvvisamente il suo comportamento a casa

o a scuola o con gli amici Mostra scarsa autostima,

umore cupo e triste, chiusura in sé

Fattori di rischio del bullismo e cyberbullismo

CONTESTO FAMILIARE

AMBIENTE SCOLASTICO

CARATTERISTICHE PERSONALI

DIMENSIONE SOCIALE-

AMBIENTALE

Fattori di rischio Riconducibili al contesto familiare • la qualità dell'interazione familiare

• lo stile educativo dei genitori (stile permissivo, modelli educativi autoritari e violenti, incoerenza tra azioni e comportamenti educativi)

• il clima familiare (conflittualità coniugale, esposizione alla violenza)

• il sistema dei valori della famiglia

• Il contesto familiare come sistema comunicativo-relazionale (affettiva, comunicativa, educativa ed organizzativa)

• Uso coercitivo del potere da parte dei genitori

• Lunghi periodi caratterizzati da assenza di supervisione da parte dei genitori

Fattori di rischio Riconducibili al contesto scolastico • una conduzione troppo debole o troppo autoritaria, o che spinge alla

competizione estrema;

• una scuola dove le regole sono solo una facciata, dove non sono conosciute e capite o dove vengono regolarmente infrante, dai ragazzi e a volte anche dagli adulti;

• una scuola dove non esistono sanzioni riconosciute e applicate in modo certo;

• un ambiente scolastico in cui si mescolano difficoltà preesistenti di tanti ragazzi, di ordine personale, psicologico, familiare, culturale, scolastico e che non ha le risorse, le collaborazioni, le possibilità per farvi fronte;

• una struttura tanto grande e dispersiva in cui è facile agire non visti

Fattori di rischio Riconducibili a caratteristiche personali • Componente emotiva: la capacità empatica, di cui i prepotenti sono generalmente poco

provvisti, ovvero l'essere in grado di riconoscere le emozioni degli altri, di mettersi nei loro panni;

• Componente morale: la conoscenza delle regole, la consapevolezza dei propri atti subiti e agiti, perché ci sono bulli che negano le loro azioni ma anche vittime che cercano un adattamento e sono disposte a difendere i prepotenti pur di non sentirsi nella parte del più debole e non temere ulteriori ritorsioni;

• Componente motivazionale: ricerca di potere e popolarità. Ricerca di maggiore dominanza e visibilità.

• L'autostima e il senso di autoefficacia, che concorrono a dare forza alle persone, a stabilire in loro un atteggiamento equilibrato nel riconoscere i propri bisogni e nel saperli esporre in modo assertivo, cioè senza per questo aggredire o misconoscere gli altri.

Fattori di rischio Dimensione Socio-Ambientale • Un ambiente che racchiude la logica della prevaricazione sul più debole,

perché vincere è l'unica cosa importante o perché bisogna sempre dimostrare qualcosa;

• l'abitudine a luoghi di socializzazione, non solo la scuola, dove la prassi è non interessarsi ai problemi degli altri, non sentirsi uniti, ma liberi battitori (impronta egocentrictica);

• sperimentare che ognuno deve difendersi da solo e, quando ci si trova in difficoltà, si può contare solo su se stessi.

Perché tanta cattiveria? Il disimpegno morale

La realizzazione personale è andare contro la regola.

I meccanismi di disimpegno morale sono delle strategie cognitive con cui i ragazzi

giustificano e legittimano le loro aggressioni.

Questi meccanismi consentono al trasgressore di una norma di lenire il senso di

colpa e la vergogna potenzialmente derivanti dall’atto trasgressivo.

Le forme di disimpegno morale possono strutturarsi, stabilizzarsi e quindi

diventare un modello per il soggetto, che in qualche maniera lo svincolano da

regole e norme.

• Fra i meccanismi del disimpegno morale, quello più utilizzato dal bullo è la

DEUMANIZZAZIONE

Consiste nell’ attribuire alle vittime un’assenza di sentimenti umani che frena

il nascere e lo svilupparsi del senso di colpa di fronte alla loro sofferenza.

Agisce quindi sulla capacità empatica di un individuo: quando una persona

viene "degradata" dal suo stato di essere umano viene meno la

corrispondenza empatica di un secondo soggetto.

Nel Cyberbullismo l’ assenza di un contatto reale tra il bullo e la vittima potrebbe

facilitare la deumanizzazione .

(es. “non è colpa mia, l’abbiamo fatto tutti insieme”; “non sono stato solo io,

c’erano anche degli altri”, “ma non si è fatto niente!”, “è stato lui a provocarmi”)‏

Fattori di protezione

• Sarebbe necessario recuperare l’attenzione su queste manifestazioni di disagio infantile/adolescenziale in un’ottica di prevenzione e di promozione del benessere personale e sociale.

• La prevenzione è infatti possibile, a condizione che esista un sistema (familiare, sociale, istituzionale) attento ai segnali del disagio, ma anche capace di promuovere risorse, potenzialità, competenze.

• rivolgere maggiore attenzione non solo alle conseguenze del bullismo, ma anche alle numerose variabili che aumentano la vulnerabilità del bambino (fattori di rischio) ed alle risorse sulle quali far leva per prevenirne gli effetti negativi (fattori di protezione)

• dedicare sempre maggiori risorse alla prevenzione sensibilizzando e formando genitori e insegnanti ad una precoce presa in carico e ad un efficace intervento in situazioni di bullismo

• dedicare maggior spazio alla ricerca di strumenti conoscitivi e di un confronto sulle possibili risposte ad un disagio che può manifestarsi in forme difficilmente riconoscibili.

LINEE GUIDA PER I GENITORI

prendere consapevolezza del problema,

non minimizzare, ma favorire il dialogo col figlio

Insegnare a mettersi in discussione, autocritica, “Io non sono perfetto”;

• prestare attenzione al vissuto del proprio figlio, invitare il figlio a chiedere aiuto in

caso di prevaricazione,

• controllare con regolarità che cosa faccia il proprio figlio, condividendo con lui

anche le attività sul computer

• Fare attenzione ai campanelli d’allarme: timoroso nell’andare a scuola, chiusura,

ritiro, scarica il nervoso in maniera inappropriata, cambiamenti d’umore, ecc..

• potenziare l’autostima del figlio, dare rinforzi positivi,

• Insegnare loro a saper esprimere la propria rabbia in modo costruttivo e con maturità

• aiutare il figlio a prendere consapevolezza dei suoi atteggiamenti, contrastare il senso di colpa nelle vittime

• potenziare le competenze emotive: migliorare la capacità di riconoscimento delle emozioni e di discriminazione dei propri vissuti emotivi, favorire la comprensione del fatto che una stessa situazione non sempre provoca la stessa emozione in soggetti diversi, riflettere sul concetto di empatia e sulle ripercussioni emotive e cognitive che questo sentimento ha nei protagonisti.

Cosa non bisogna fare

Arrabbiarsi, agitarsi o provare vergogna: il messaggio da veicolare è non devi sentirti responsabile di quanto accaduto: il bullismo non è colpa tua ma di chi aggredisce.

Sminuire l’importanza dell’accaduto: è necessario dare il giusto valore al vissuto dei propri figli

LINEE GUIDA PER GLI INSEGNANTI

• Collaborazione scuola-famiglia

• A scuola è importante allargare il campo di osservazione: non restringere l’attenzione sul binomio vittima-bullo ma analizzare le dinamiche del gruppo;

• Sviluppare nei ragazzi una consapevolezza sul fenomeno del bullismo e del cyberbullismo

• comprendere le situazioni di fragilità, attivare le forze positive, Curare le relazioni e la gestione del gruppo;

• promuovere una cultura di rispetto e solidarietà;

• Favorire un clima di discussione e ascolto in classe;

• Offrire occasioni perché ciascuno possa esprimersi;

• Evitare di attribuire etichette positive o negative degli alunni;

• Potenziare le competenze emotive e le abilità sociali

A scuola i campanelli d’allarme: la possibile vittima

L’allievo viene continuamente schernito dai compagni e anche se essi riferiscono che si tratta solo di un gioco, il giovane mostra segnali di disagio

Reagisce con il ritiro

È spesso escluso anche nei giochi di squadra

Durante i momenti di svago l’allievo rimane solo o accanto ad un adulto

Nelle discussioni in classe non interviene mai e se sollecitato si mostra impacciato e timoroso di intervenire

Il suo rendimento scolastico peggiora senza un apparente motivazione

I campanelli di allarme del possibile bullo

Prende in giro ripetutamente i compagni, denigra, minaccia, intimidisce

Aggredisce i compagni

Danneggia o ruba gli oggetti

Esclude dal gruppo dei pari o fa escludere

È leader di un gruppo selettivo.