Bullismo discriminante Bullismo F e pedagogia ...sia essa frutto di un sapere ingenuo, sia essa...

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Ricerche F RANCOANGELI F C LE SCIENZE DELL’APPRENDIMENTO C ognizione e F ormazione Bullismo discriminante e pedagogia interculturale Esoh Elamé

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FrancoAngeliLa passione per le conoscenze

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Bullismodiscriminantee pedagogiainterculturaleEsoh Elamé

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Bullismo discriminantee pedagogia interculturale

Il volume delinea le premesse teoriche e gli esiti di una ricerca centrata su unadeclinazione particolare e in parte poco esplorata del fenomeno “bullismo”: il bulli-smo discriminante.

La ricerca si distingue per alcuni tratti innovativi: nasce da un progetto europeo nel-l’ambito del programma generale “Diritti fondamentali e giustizia” (Daphne III) chepersegue l’obiettivo specifico di contribuire alla prevenzione e alla lotta contro tutte leforme di violenza, pubblica o privata, contro i bambini, i giovani e le donne, compre-si lo sfruttamento sessuale e la tratta degli esseri umani, adottando misure di preven-zione e fornendo sostegno e protezione alle vittime e ai gruppi a rischio; considera uncampione misto di bambini immigrati e Rom e bambini nativi/autoctoni europei; ha unrespiro internazionale; indaga la relazione interattiva tra bullismo e discriminazione,guardando al possibile sviluppo di prassi e percorsi innovativi da intraprendere a scuo-la come strumento di contrasto; interroga infine la pedagogia interculturale, chiaman-dola a promuovere atteggiamenti e comportamenti orientati al rispetto della libertà edei diritti umani.

Esoh Elamé è dottore di ricerca in geografia dello sviluppo sostenibile. Collabora alle atti-vità di ricerca e formative del CISRE (Centro Internazionale di Studi sulla Ricerca Educativae la formazione avanzata), Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali, Università Ca’ Foscaridi Venezia in materia di Pedagogia postcoloniale, Pedagogia interculturale e Geografia dellosviluppo sostenibile. Coordina le attività didattiche del Master in Management ambientale einterculturale promosso dal CISRE e quelle del Master en Coopération internationelle, Actionhumanitaire et Développement durable attivato dalla Ecole des Relations Internationales duCamerun (IRIC) dell'Università di Yaoundé II. È professore invitato presso l'ENSTP (EcoleNazionale des Travaux Publics) Camerun (Yaoundé), l’IRIC, l’ESSTIC (Ecole Superieure del’Information et la Communication) Camerun (Universié de Yaoundé II), nonché pressol’Università di Koudougou (Burkina Faso).

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LE SCIENZE DELL’APPRENDIMENTOCognizione e Formazione

Collana diretta da Umberto MargiottaFCLe scienze dell’apprendimento costituiscono ormai la nuova frontiera internazionale della formazione.

Del resto la Pedagogia non è mai innocente, scrivevano Olson e Bruner nel lontano 1996. Ogni suo discorsoo linguaggio o azione rinvia sempre ad un’idea di soggetto, di apprendimento, di mente, di società.

Le pratiche formative, tutte, (sia quelle del genitore, o dell’adulto, dell’insegnante o del formatore)sono animate e guidate da insiemi di credenze e di teorie circa il funzionamento della mente del soggettoche apprende. Ogni forma di pedagogia sottende una diversa interpretazione del soggetto che apprende,sia essa frutto di un sapere ingenuo, sia essa frutto di un paradigma interpretativo. L’educazione ela formazione si configurano, ormai, come la radice meta-biologica strutturale del farsi uomo.

Siffatta consapevolezza obbliga ad allargare e ad incrociare le analisi e gli studi secondo logiche escale via via più complesse e intrecciate. Ma l’angolo prospettico di questa collana è proprio nell’intercettarequelle forme di ibridazione tra cognizione e formazione che fanno della pedagogia un irrinunciabilediscorso sulla libertà del farsi uomo, e sulla sua creatività morfogenetica. Sviluppando sistematicamenteun approccio evidence based research, e fruendo di un sistema di referee rigoroso e internazionale, i volumipubblicati perseguono l’ambizione di rendere la ricerca pedagogica italiana comparabile con quella europeae internazionale.

L’orizzonte della pedagogia così si allarga, e sempre più si fa idoneo a promuovere uno spazio apertoe fecondo di confronto e di discussione delle pratiche formative ed educative che consenta, anchein sede di alta formazione o di formazione dei giovani ricercatori, di assicurare un continuo processodi contestualizzazione internazionale, di confronto rigoroso, e di apertura mentale dei loro studi.Tutto ciò non potrà che corroborare la qualità degli insegnamenti nei Corsi di Laurea in Scienze della forma-zione o della Formazione primaria.

Ciò che, infatti, è cambiato, nelle attuali pedagogie rispetto a quelle precedenti, è il punto di osser-vazione prospettica: soggettivo per quel che concerne i processi di qualificazione dell’apprendimento ei modi per analizzarlo e valutarlo; ma insieme culturale e sociale per quel che concerne la formazionedelle esperienze educative e formative e delle relative teorie e politiche. Ciò che è cambiato è il mododi intendere la relazione formativa, non più centrata sul bambino come fulcro del firmamento educativo;non più univoca, nella trasmissione e nella gestione delle conoscenze, come nella esplorazione esperienzialedi esse ma, invece, specializzata e differenziata, attraverso l’indagine anche empirica delle categoriedella molteplicità (funzionale, prospettica, interpretativa), della reciprocità (la formazione è bidirezionale,interrelata, interdipendente), della modificabilità e della formatività (la costruzione della conoscenzaavviene attraverso processi di negoziazione, di conversazione, di trasformazione, di innovazione).

Comitato scientificoUmberto Margiotta (coordinatore, Università di Venezia), Giuseppe Albarea (Università di Udine),

Giuditta Alessandrini (Università di RomaTre), Massimo Baldacci (Università di Urbino), Monica Banzato(Università di Venezia), Luigino Binanti (Università del Salento, Lecce), Massimiliano Costa(Università di Venezia), Rosemary Dore (Universidade Federal de Minas Gerais, Belo Horizonte,Brasile), Liliana Dozza (Libera Università di Bolzano), Loderana Perla (Università di Bari), Fran-cesca Pinto Minerva (Università di Foggia), John Polesel (University of Melbourne, Australia),Jan Rasmussen (Città di Copenhagen), Pier Cesare Rivoltella (Università Cattolica del Sacro Cuore, Mi-lano), Giancarlo Tanucci (Università di Bari), Massimiliano Tarozzi (Università di Trento), Fiorino Tes-saro (Università di Venezia)

Tutti i volumi pubblicati sono sottoposti a referaggio a doppio cieco. Il comitato scientifico svolgeanche le funzioni di comitato di referaggio

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Il Progetto europeo “Méthodes Actives et socioconstructivistes pour combattre le Boulisme sexué, homophobe, et ethnique à l’Ecole (metodologie attive e socio costruttiviste per combattere il bullismo sessuale, omofobo, ed etnico a scuola) - MABE” (ref. JLS/2008/DAP3/AG/1340) è finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma generale “Diritti fondamentali e giustizia” (Daphne III). La responsabilità del materiale appartiene al suo autore. Esso non rappresenta l'opinione della Commissione Europea. La Commissione Europea non è responsabile dell'uso che sarà fatto delle informazioni contenute in questo documento.

Grafica della copertina: Elena Pellegrini

Copyright © 2013 by FrancoAngeli s.r.l., Milano, Italy.

L’opera, comprese tutte le sue parti, è tutelata dalla legge sul diritto d’autore. L’Utente nel momento in cui effettua il download dell’opera accetta tutte le condizioni della licenza d’uso dell’opera previste e

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Indice

Introduzione

Parte primaIl bullismo discriminante: le premesse teoriche

1. Il bullismo discriminante1.Bullismo:definizione,caratterizzazione,vittimizzazione2.Breveaccennosullostatodellaricercainternazionalesul

bullismo3.Ilbullismodiscriminante

2. Pedagogia interculturale e bullismo discriminante1.Preambolo2.Pedagogiasocialeebullismo3.Pedagogiainterculturaleebullismo4.Bullismodiscriminante: lanuova frontieradellapedago-giainterculturale

3. Metodologia e organizzazione della ricerca1.Obiettivodellaricerca2.Iconcettichiavedellaricerca3.Progettodiricerca4.Campionedellaricerca5.Strumentidiricerca

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Parte secondaIl bullismo etnico: percezioni dei bambini

non europei e Rom

4. L’analisi del contesto d’indagine (Chi sono i bambini immigrati e rom intervistati?)1. Introduzione2.RealtàmigratoriadeiPaesicoinvoltinell’indagine3.Chisonoibambiniintervistati?4.Dinamicheinterculturalidigruppo

5. Rappresentazioni sociali degli alunni immigrati/Rom sul bullismo etnicoIntroduzione1.Bullismoeproblemiinterculturali2.Bullismoesituazioniconflittuali3.Difendersidalbullismo:qualilefiguredisupportosigni-ficative?

4.Conclusioni

Parte terzaIl bullismo etnico: percezioni dei bambini nativi europei

6. Bullismo etnico e bambini nativi europei: il contesto della ricerca1.Chisonoibambiniautoctoniintervistati?2.Etàdeglistudentiintervistati3.Caratteristichedellefamigliedeibambiniintervistati4.Caratteristichedell’ambientescolasticodeibambiniinter-vistati

5.Dinamicheinterculturalidigruppo

7. Rappresentazioni sociali degli alunni nativi europei sul bullismo etnico1.Bullismoeproblemiinterculturali2.Bullismoesituazioniconflittuali3.Difendersidalbullismo:qualilefiguredisupportosigni-ficative?

4.Conclusioni

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Parte quartaIl bullismo discriminante: uno studio qualitativo

8. Indicazioni metodologiche 1.Preambolo2.Materialiemetodologia

9. I principali risultati della ricerca qualitativa “Narrazio-ne del bullismo discriminante”1.Bullismoeorigineetnica2.Bullismoediscriminazionesull’orientamentosessuale3.Bullismoediscriminazioneversoidisabili4.Bullismodiscriminantemultiplo5.Iluoghidelbullismodiscriminante6.Iprotagonistidelbullismodiscriminante7.Conclusioni

Parte quintaDal bullismo discriminante alla pedagogia interculturale

10. Il bullismo discriminante: una realtà della scuola euro-pea1.Preambolo2.Bullismodiscriminanteascuola3.Risultatisignificativi4.Bullismo, discriminazioni, pedagogia interculturale: ri-pensarel’educazioneinterculturaleascuola

11. Prevenire e lottare contro il bullismo discriminante: raccomandazioni e indicazioni operative

Bibliografia

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Ringraziamenti

La stesura di questo libro non sarebbe stata possibile senza il contributo di diverse persone che hanno avuto un ruolo importante nella ricerca, ana-lisi ed elaborazione dei dati.

Desidero ringraziare, pertanto, coloro i quali hanno contribuito in ma-niera determinante alla stesura del libro Bullismo discriminante e pedago-gia interculturale, ovvero il dott. Ruben Bassani per i capitoli 4, 5, 7 e 11, la dott.sa Alessandra Boaretto per i capitoli 9 e 11, le dott.se Valérie Darjo e Emanuela Stefani per i capitoli 5 e 7.

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Introduzione

NelsonMandela(2002)disse:“Ilventesimosecoloverràricordatocomeunsecolosegnatodallaviolenza”.Forsesaràlastessacosaperilventune-simosecolo,dovelaviolenzaèsempremenovisibile,mapiùraffinataear-ticolata,anziprobabilmenteancorapiùdiffusapoichépresentenellasoffe-renzaquotidianaeindividualedellevittime.LestoriedibambinivittimediviolenzanonmancanopertestimoniareilpensierodiMandela.Olweus (1993)presenta il casodi un tranquillo ragazzodi tredici anni,

Johnny,diventatoperalcunideisuoicompagnidiscuolaunveroeproprio“giocattolo umano”.Isuoitorturatorigliestorcevanodenaro,loobbligava-noadingurgitareerbacceolattemescolatoadetersivo,lomalmenavanodisanta ragione tutti i giorninellapalestradella scuoladurante la ricreazio-ne.Arrivarono perfino a portarlo in giro al guinzaglio, come un cagnoli-no.QuandogliaguzzinidiJohnnyfuronointerrogatisuquestiepisodidal-leautoritàscolastiche,risposerodiaverperseguitatolalorovittima“perchélacosa”,cosìdissero,“eradivertente”.Etienne Barral (1999), nella sua operaOtaku, i bambini virtuali, met-

teinevidenzalastoriadiunlicealericattatoemalmenatopiùvoltedatredei suoivecchiamiciche,nelgiugno1994, sigettadal tredicesimopianodiunedificio.Leultimeparolescrittesulsuoquadernoscolasticosono“io non ne posso più di queste angherie. Ogni giorno è un inferno”.Ilsecon-doesempioèquellodi“B.”,14anni,insultatoepicchiatodaisuoicompa-gni,derubatodellescarpeedeisuoimanualiscolasticichevengonotrovatinell’immondizia, coperti di ingiurie come“tutti ti detestano qui, scompa-ri, muori!”.Suamadreinformailprofessoreresponsabiledellaclasse,sen-za successo. B. vede intensificare le persecuzioni dopo aver coinvolto gliadulti inquestastoria.Orasono inquindiciadaccanirsicontrodi lui.Ungiornodi lugliodel1994,6ragazzedellasuaclassemettonodellamarga-rinasulsuotavolo,espargonosullasuasediailgessoelepuntinedadise-gno.B.tornaacasaes’impiccaincamerasua.Eraiscrittoinquell’istitutodaaprile:haresistitosoloquattromesi.

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Francia,7marzo2005,Sebastians’impiccanella suacameradopoave-rericevutounachiamatadiuncompagnodiclassealleore17e20.Muo-repocoprimadimezzanottealCentroospedalierouniversitariodiRouen.Sebastianaveva14anni,eranellaclasse4émeederabalbuziente.Durantelasuasepoltura,il15marzo,vieneconsegnataunaletteraadunimpiegatodellepompefunebri,ilqualeallertaigenitori.UnnipotediSebastiansco-preunblogcheparladiSebastiancomela“testa turca del collegio”.Ven-ne scoperta una casella mail nella sua scuola, con email cariche d’insul-ti.QuandoicompagnidiSebastianvengonoascoltatidalgiudice… hanno precisato d’averlo fatto per gioco.InItalia, il23ottobre2006,èsuccessounepisodiomoltogravedibul-

lismo nell’IstitutoAlbe Steiner di Torino.Un tredicenne è statomarchia-to a fuoco daduesuoicompagnitramiteunpezzodiferroaformadi“M”,cheerastatomontatosopraunabiroeresoincandescente.Ilfattoèsucces-so tra laprimae lasecondaora, sottogliocchidi tutti,comese fosseungioco.NellasuccursaledellostessoIstituto,sièverificatounaltrosconcertan-

te episodio di bullismo dove la vittima era un ragazzodiversamente abi-le didiciassetteanni.Ilragazzo,bersagliodeicompagnicheloderidevano,hasubitounaviolenza lecui immagini sonostate ripreseconunvideofo-ninoe successivamentecaricate suyoutube.Nelvideosivedeun ragazzopicchiareeinsultarelavittima,unsecondocompagnocheriprendelasce-na,edinfine,unultimochescrivesullalavagna“Ss”,mentrelavittimadi-speratacercadiriprenderegliocchialicadutiaterra.Stupiscevedereilre-sto della classe immobile, tutti seduti al loro posto, come se non ci fossenulladimale,nessunochesialza.Tuttiguardano,comesefosseunasce-nanormale.Questi episodi, che non sono affatto casi isolati, ci parlano e ci richia-

manoadunaletturaapprofonditadelbullismo,percapirecomeaffrontarloe superare l’indifferenza dei vari protagonisti. I fatti e comportamenti ag-gressivi di cui tutti questi giovani sono stati vittime, in una situazione di“abusosistematicodipotere” (Smith,Sharp,1994,p.2)ci fornisconoele-mentiperdiscuterloeapprofondirelariflessionescientificasullaquestione.Gli esempipresentati dimostranoquanto c’è ancorada fare in tutti iPae-siperproteggereibambinivittimedelbullismocontroqueicomportamen-ti che si ripetononel tempo,prendendolidimirapiùvolte. Ilbullismo, intutte lesuemanifestazioni,vacombattuto inmodoche ilcoloredellapel-le, ilgenere,qualsiasiformadihandicap, l’apparenzafisica, ledifficoltàdiapprendimento,lareligione,lecompetenzescolastichedeglialunnimiglio-rispessocatalogaticome“secchioni”, l’obesità, lanonconformitàall’idea-leviriledel“macho”,ecc.,manonsolo,sianofattorichenonportinopiùalsuomanifestarsi,néadiscriminazioni.

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Se il primo ad occuparsi del fenomeno, negli anni ’70, fu il norvegeseDanOlweus,oggiilfenomenoèstudiatoalivellointernazionaleeinmodopluridisciplinare.GlistudinelRegnoUnito(Whitney,Smith,1993;Smith,Hayden,1997;Myron-Wilson,1998;Katz,Buchanan,Bream,2001;Smith,2002; Wright, Keetley, 2003; Oliver, Candappa, 2003; Wilson, Lipsey,2006;Hayden,2005;Hayden,2008),Belgio(Deklerck,2009;Vandersmis-sen&Thys,1993;Vandenbosch,VanCleemputet al.,2006),Spagna(Or-tega Ruiz, 1992, 1997; Ortega Ruiz, Mora-Merchan, 1997, 2000), Porto-gallo (SalesCelia, 2007;Almeida, 1999;Almeida, Pereira,Valente, 1995;Pereira, Almeida, Valente, Mendonça, 1996), Francia (Debarbieux, 1996;Debarbieux,Montoya,2002;Debarbieux,2011)eintantialtriPaesidimo-stranocheilfenomenosommerso,eppureincredibilmentediffuso,delbul-lismo, oggi è considerato un tema prioritario di studio nel mondo. Rico-nosciamoalla ricercafinoracondotta ilmeritodiaveredelineato,conunacertaprecisione,ciòcheèenonè ilbullismo, lesuecaratteristiche,eco-me può essere combattuto. Il tema è stato affrontato nelle sue principa-lisfaccettature,fornendofrontierebendelimitatedelconcetto.Ilcontribu-todiquestaricercaèdiesplorareiltemadelbullismodiscriminante,finoranon abbastanza approfondito. Proponiamo riflessioni e spunti sul rappor-tostrettamenteconnessotrabullismoediscriminazione.Idatiraccolticonl’indagine sonoanalizzatiper ricavare informazioniutilipermostrarecheil tema di bullismo discriminante non va sottovalutato, anzimerita un’at-tenzioneparticolareinquantoilbullismodiscriminanteèunprocessoeunprodottodelbullismoedelladiscriminazione.Èunprocessoperchéicomportamentiaggressivifisici,verbali,nonver-

bali, cibernetici, che sono in grado portare, con una certa ripetitività, albullismodiscriminante,possonoderivaredaunattodibullismoe/odidi-scriminazionediretto,indirettoomultiplo.Èunprodotto perchéun atto di bullismodiscriminante simaterializza

concretamente solo se si sono verificati comportamenti aggressivi che netestimoniano lasuaesistenza. Insintesi,glisviluppidellanostra ricercasileganoinmodorilevanteacinquecaratteristiche.•Ilprimoaspettoriguardalatipologiadellaricerca.Èilprodottodiun

progetto europeo intolatoMéthodes Actives et socioconstructivistes pour combattre le Boulisme sexué, homophobe, et ethnique à l’Ecole - MA-BEcofinanziatodall’UE,nell’ambitodelprogrammagenerale“Diritti fon-damentali e giustizia” (Daphne III”1),chepersegue l’obiettivospecificodi

1. Il Programma è realizzato mediante le seguenti azioni transnazionali: a) assisten-doe incoraggiandoleorganizzazioninongovernative(ONG)ealtreorganizzazioniattiveinquestosettore;b)sviluppandoeattuandoazionidisensibilizzazionedestinateapubblicispecifici,qualiprofessionispecifiche,autoritàcompetenti,determinatisettoridelpubblico

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contribuire alla prevenzione e alla lotta contro tutte le forme di violenzache siverificanonella sferapubblicaoprivata contro ibambini, i giovanie ledonne,compresi lo sfruttamentosessualee la trattadegliesseriuma-ni, adottandomisure di prevenzione e fornendo sostegno e protezione al-levittimeeaigruppiarischio.L’UniversitàCa’FoscaridiVeneziaèstatoil capofiladel progetto che avevaunpartenariato compostodalLaborato-rioCittà dei bambini del Comune di Fano (Italia), l’Università di Ioanni-na(Grecia)edall’AsociatiaalternativepedagogiceNGOnoprofitrumena.• Il secondo aspetto riguarda le caratteristiche del campione: l’indagi-

nehacoinvoltouncampionedicircadiecimilabambinidicui1.352bam-biniimmigratieRome7.465bambininativi/autoctonieuropei.Èstataunasceltadeliberataquelladi raccogliere il pareredegli adolescenti immigra-tipercapirecomepercepisconolaquestione.Lastessacosaèvalsapergliadolescenti nativi europei. Ci si è anche preoccupati del caso dei bambi-niRom,considerandolicomeminoranzeetnicheeincludendoli,quindi,trai bambini immigrati.Ciò è stato fatto perchémolti studi (Formoso, 1986,Auzias, 2002;Mayal, 2003; Asseo, 2004; Asseo, 2005; Bordigoni, 2007)dimostranoche iRomsonovittimedidiscriminazioninonsoloneglialtriPaesieuropei,maancheneiPaesidell’Unionedovelapopolazioneènatu-ralmentecostituitaanchediminoranzeetnicheRom,comelaBulgariaelaRomania.•Ilterzoaspetto,riguardailcontestointernazionaledellaricerca.Ilno-

strocampioneèdistribuito inbendieciPaesieuropei tracuiItalia(Fano),

generaleegruppia rischio,alfinesiadimigliorare lacomprensioneepromuovere l’ado-zionediunapoliticaditolleranzazeroneiconfrontidellaviolenza,siadiincoraggiarel’as-sistenzaallevittimeeladenunciadegliepisodidiviolenzaalleautoritàcompetenti;c)dif-fondendo i risultati ottenuti nell’ambito dei programmiDaphne eDaphne II, compreso illoroadeguamento,trasferimentoeusodapartedialtribeneficiarioinaltreareegeografi-che;d)individuandoerafforzandoleazionichecontribuisconoaltrattamentopositivodel-lepersonevulnerabili allaviolenza,ossia seguendounapproccioche favorisca il rispettoneiloroconfrontienepromuovailbenessereel’autorealizzazione;e)costituendoesoste-nendoretimultidisciplinari,alfinedirafforzare lacooperazionetra leONGelealtreor-ganizzazioniattiveinquestosettore;f)assicurandolosviluppodiinformazionifondatesudatidi fattoedellabasedelleconoscenze, lo scambio, l’individuazionee ladiffusionediinformazioniebuonepratiche, ivicompreselaricerca, laformazione, levisitedistudioegliscambidipersonale;g)elaborandoesperimentandomaterialedidatticoedisensibiliz-zazioneperquantoriguardalaprevenzionedellaviolenzacontro ibambini, igiovanie ledonne,eintegrandoeadattandoquellogiàdisponibileperunusoinaltreareegeograficheo per altri gruppi destinatari; h) studiando i fenomeni collegati alla violenza e il relativoimpattosiasullevittimechesullasocietànelsuoinsieme,compresiicostisociali,econo-micie relativiall’assistenzasanitaria,alfinedicombattere leoriginidellaviolenzaa tut-ti i livellidellasocietà; i)sviluppandoeattuandoprogrammidisostegnoper levittimeelepersonearischioeprogrammid’interventopergliautoridelleviolenze,garantendonelcontempolasicurezzadellevittime.

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Grecia(Ioannina,Salonicco,Atene,Patrasso),Romania(Drobeta-TurnuSe-verin), Cipro (Paphos, Limassol, Larnaca, Nicosia), Spagna (Barcellona,Madrid,Gijon,Vigo,Logrono, Saragozza,Aviles), Slovenia (Maribor,Lu-cija,Sežana,Merezige,Izola,Koper,Prade,NovaGorica,Pirano,Dekani),Portogallo(Lagos),Francia(Parigi,Dunkerque,SaintMaurdeFosses,Ver-sailles,LeMee surSein,Noisy leRoi,Campagne surSeine,Tulle,Brive,Limoges,Correze),Bulgaria(Haskovo,Dimitrovgrad,Kostandovo,Rakito-vo),Germania(Oldenburg).•Ilquartoaspettodell’indagineriguardailbullismodiscriminante(pre-

varicazione e vittimizzazione legate all’handicap, l’origine etnica, il gene-re, l’orientamento sessuale, la religione e l’età, come fenomeno realizzato ripetutamente nel tempo attraverso azioni offensive messe in atto da uno o più compagni).La ricerca ci consente, quindi, di indagare la relazione in-terattivatrabullismoediscriminazione,alfinedicapirecometalelegamepuò condurre a sviluppare prassi e percorsi educativi innovativi da intra-prendereascuolacomestrumentodicontrasto.• Il quinto aspetto riguarda la dimensione e la finalità pedagogica del-

lostudio.Siamodifronteaunaricercaeducativae,inmodoparticolare,auna ricercadipedagogia interculturale. Il legame trabullismoediscrimi-nazionerimandaadunripensamentodellapedagogia interculturalestessa,finoranonsufficientementeattentaallenuoveeconsuetetipologiedibulli-smo.Lapedagogiainterculturaleèchiamataincausanonsoloperchéessanonpuòrestarealdifuoridaldibattitosullequestionichehannoachefa-recon lediscriminazioni,maancheperché lasuafinalitàèproprioquelladi proporre nuovi strumenti per un’adeguata educazione al riconoscimen-todell’altroealdialogo,puntandosullanon-violenzaesullosviluppodelleabilitàemotiveesocialinecessarieperfarfronteagliimmancabilimomen-tidi attrito econtrasto.Lapedagogia interculturale,dunque, è chiamataapromuovere atteggiamenti e comportamenti assertivi nel rispetto della li-bertàedeidiritti,siaproprichealtrui,indispensabiligaranzieperunacon-vivenzacivileecostruttiva.

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Parte prima

Il bullismo discriminante:le premesse teoriche

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Definireilquadrodiriferimentoall’internodelqualesièposizionataeavviatalapresentericercasonogliobiettivieicontenutidiquestaprimasezionedeltesto,volta soprattutto a ripercorrere i passaggi storici legati allo studio del fenomenodel bullismo, a partire dalla sua prima “definizione” formale data dallo studiosonorvegeseOlweusnel1931.Concepireilbullismocomecostruttoe,quindi,comeconcettocomplesso,formatodasvariatielementisianellesuecause,chenellesueforme,chenellesueconseguenze,imponeunprogredirediriflessioni,chesiarti-colinoinmodosemprepiùcoerenteconlarealtàstoricadiognipresente,permet-tendone,così,di ritrovare inognunadiqueste lemodalitàmiglioriperaffrontar-loecontrastarlo.

Perfareciòl’organizzazionedellapresentesezioneriportaiseguenticontenuti:• nel capitolo I si possono ritrovare le premesse teoriche a partire dall’indagine

condottadaOlweuschehaprodotto,neidecennisuccessivi,approfondimentiepresediposizionerispettoalbullismo,itempirecentieleultimeriflessioniinmateria;sipuòrivolgerel’attenzioneaciòchedimaggiorerilievoèaccadutoinmeritoall’argomentoinalcunidellepiùimportantirealtàinternazionali,andan-dodallaGranBretagnaallaCina,perpoigiungereafornireuninizialeappro-fondimentorispettoall’oggettotrattato,ilbullismodiscriminante;

• nelcapitoloIIilfocussiorientasulcollegamentotralapedagogiaintercultura-leedilbullismodiscriminante,spiegandoneipuntidicontattoelemotivazioniper lequalièopportunaunapresaincaricodapartediquestofilonescientifi-co,diunodeifenomenipiùattualipresentenelmondogiovanileanchescolasti-co,comeemergedaquestaricerca;

• nel capitolo III, infine, l’indagine si conclude con l’illustrazione del quadro diriferimentoall’internodelqualeessasi inserisce,eriguardail tipodimetodo-logiautilizzata,siaquantitativachequalitativa,esplicitandol’ipotesiprincipalecheconducelaricerca.

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1. Il bullismo discriminante

Da alcuni anni, il tema del bullismo sta diventando nell’Unione Euro-peaun fenomeno importantedi studio, semprepiùpluridisciplinare, coin-volgendopsicologi, sociologi,pedagogisti,pediatri, statistici,geografi,ecc.L’interesse per lo studio del bullismo riguarda, da una parte, le cronacheche lastampaproponeconun’intensitàchenonpuò lasciare indifferentieche aumenta l’interesse scientifico allo studio del fenomeno e, dall’altra, iprogressiraggiuntisullaquestionedallaricercaeuropea,partendodailavo-ridelloscienziatoDanOlweusedialtristudiosichelohannoseguito.Nato nel 1931, professore di psicologia presso l’Università di Bergen

(Norvegia),Olweusè stato ilprimoadaffrontare iproblemidelbullismo,agli inizi degli anni ’70, pubblicando nel 1973Souffre douleur et tyrans: recherche sur le harcèlement scolaire.Ha dato luce alla ricerca applicatasulbullismonon soloconcentrandosi sui fondamenti teoricidellaquestio-ne,maanchesperimentandointerventistrutturatidiprevenzioneall’internodellescuolenorvegesiesvedesi.Laricercainternazionalesulbullismo,og-gi,nonfapiùsoloriferimentoallericerchediOlweus,mapuòcontarean-chesualtristudiosidispessorecomeSmith,Sharp,Debarbieux,etantial-tri.GlistudisulbullismofattiaSheffield,Inghilterra(Smith,Sharp,1994)e in altre città delRegnoUnito, inSpagna (OrtegaRuiz, 1992), e in altriPaesisiaeuropeicheextraeuropeicomel’Australia(Rigby,Slee,1991;Rig-by,1997;Cross,2009), ilGiappone(Moritaecollaboratori,1999;Dogaki-nai,1999;DaultoneAkinori,2000), laCina (OlweusedEkblad,1986), ilNordAmerica(Smith,P.K.et al.,1999;Salmivalli,1999;Twemlowet al.,1996;Twemlow,Sacco, 1999), dimostrano la vitalità della ricerca interna-zionale,edoffronoinformazioniscientifichedialtoprofilocheconsolidanoi risultatifinora raggiuntineldefinireecaratterizzare ilbullismo,sintetiz-zatoinmodoeloquentedaSharpeSmith(1994)comeun“abusotrapari”.Oggi, nessunPaese europeo, nessuna città, nessuna scuola europeapuò

considerarsiimmuneoestraneaallaprevaricazioneeallaviolenzagiovani-

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lefisicaeverbale.Nonè,quindi,eccessivodirecheintuttelescuoleeuro-pee sonoormaidiffuse formedimalesserepsico-sociale costituitedaunacomplessagammadicomportamentiadolescenziali:essivarianodapicco-le,mapersistenti, prevaricazioniquotidiane, passandoattraverso estremiz-zazioni di giochi di forza, con formedi prepotenze chiaramentevisibili epercepibili,chedialtretipologiepiùsubdoleenascoste.Nellascuolaeuro-pea sono riscontrabili svariate forme di prepotenza e prevaricazione: essepossonoesserediretteo indirette,verbaliofisiche,ma indipendentementedalla loro forma, attraversano e segnano profondamente la vita quotidia-nadeibambiniedeiragazzichelesubiscono.Soloperfarealcuniesempi,siachesitrattidiinsulti,vocidiffamatorieefalseaccuse,litigiebattibec-chiconditidabattuteefrecciatine,silenzioostileerazzismoesplicitooce-lato,cosìcomedipiccolifurti,estorsioni,dispettidivariogenereeaggres-sionimascheratedagiochiviolentiedaccompagnatedaformepiùomenoesplicite di esclusione, tali eventi segnano ed attraversano la quotidianitàdell’ambientescolastico.D’altrocanto, ilbullismorappresenta,oggi,unaformadidisagiosocio-

relazionale, in particolare degli adolescenti, ed esige un cambiamento ra-dicaledellarelazioneeducativa.Infatti,moltistudi(OMS,2002;Holderet al.,2001;Reza,Krug,Mercy,2001;Kahnet al.,1999;Gofinet al.,2000)efattidicronacainmoltiPaesidimostranochelesvariateformediprepo-tenza e prevaricazione che alcuni alunni subiscono, possono avere anchedelleconseguenzesullasalutedellevittimeedelbullo.Essendounacom-ponente della violenza giovanile, il bullismo contribuisce notevolmente adeteriorarelasalutementale,enonsolo,dimoltibambini.Gliultimistudidimostranoche

laviolenzagiovaniledanneggiaprofondamentenonsololevittimemaanchelelo-rofamiglie,gliamicielecomunità.Isuoieffettisimisuranononsoltantoinde-cessi,malattiaedisabilità,maanche in terminidiqualitàdellavita.Questo tipodiviolenzacontribuiscenotevolmenteaicostideiservizisanitariesociali,riducelaproduttività,svalutalaproprietà,danneggiadiversiserviziessenzialieingene-raleminailtessutodellasocietà(Mercyet al.,2002).

Le preziose informazioni contenute nel primo Rapporto mondiale suviolenzaesalutedell’OMScicostringono,inuncertomodo,aprendereat-toche, inaggiuntaallamorteealladisabilità, laviolenzacontribuisceadunavarietàdialtreconseguenzesullasalute(ades.alcol,droga,fumo,di-sturbialimentariedelsonno,HIVemalattiesessualmentetrasmesse,ecc.)non solo delle vittime, ma anche dei bulli. Il Rapporto sottolinea che laviolenzanonèunproblemasocialeintrattabileounaparteinevitabiledellacondizioneumana.Laviolenzaèilrisultatodell’interazionedifattoriindi-viduali, familiari, comunitari e strutturali.GroHarlemBrundtland (2002)

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ciricordache“leinformazionioffertedalRapportoOMS,mettonoindub-biol’assunto, inbasealqualegliattidiviolenzasonosemplicementepro-blemifamiliari,disceltaindividualeoinevitabiliaspettidellavita”.Ilpresentescritto,partendodairisultatifinoraraggiuntisullacaratteriz-

zazionedelbullismo,esponeconsiderazioni,riflessioniespunti,chenasco-nodall’analisideidatidiuna ricerca internazionale sul temadelbullismodiscriminante. Dopo un breve e necessario chiarimento concettuale sulbullismo,spiegheremocosasi intendeperbullismodiscriminante,comesimanifestaeperchévaconsideratounfilonediricerca.

1. Bullismo: definizione, caratterizzazione, vittimizzazione

Ilterminebullying,ininglese,bullismoinitaliano,mobbing o mobbning in Scandinavia, harcelement in Francia, intimidation in Canada, Ijime inGiappone,èoggioggettodiuninteresseparticolarenelcampodellaricer-cadellescienzesociali.Ladefinizionediriferimentonellericerchesulbul-lismo, è quella proposta da Olweus (1993): “si parla di bullismo quandouno studente è prevaricato e vittimizzato, esposto ripetutamente nel corsodeltempoalleazionioffensivemesseinattodaunoopiùcompagni”.Nel-lapresentedefinizionesiinsistesull’azioneoffensiva,sulfattodiinfliggereintenzionalmenteundannooundisagioadun’altrapersona,conl’usodellaparola(minacciandolo,offendendolo,prendendoloingiro),oricorrendoallaforzaealcontattofisico(picchiandolo,spingendolo,tormentandolo).Roland(1989),definisceilbullismocome:“Unaformadiviolenzaduratura,fisicaopsicologica,perpetratadaunapersonaodaungruppocontrounterzochenon è in grado di difendersi” (Roland, 1989, p. 143).Una definizione per-spicace,sinteticaechiarificatricecièpropostadaSharpeSmith(1994): ilbullismoè“abusotrapari”,cioèrelazionisocialitracoetaneicheimplicanoruoli di potere e di controllo.Mesenini, invece, propone comedefinizionedel bullismo come un “tipo di comportamento aggressivo particolarmenteinsidiosoepervasivochesibasasull’intenzioneostilediunoopiùragazzi,sulla ripetitività nel tempo dell’azione persecutoria e sulla debolezza dellavittimachedifficilmenteriesceadifendersi”(Menesini,2007).Blaya (2007) dell’Università Victor Segalen di Bordeaux 2, direttrice

dell’Osservatorioeuropeodellaviolenzanellescuole,segnalache

le definizioni sul bullismo tuttavia differiscono perché alcuni autori sottolineanola volontà deliberata del bullo di fare delmale (Olweus, 1973, 1978, 1991, 1993,1999;Smith,Sharp,1994;Tattum,1993)edistinguonoduetipologiedibullismo:quelloreattivo,chescaturisce,cioè,dallareazioneaunafrustrazioneoaggressio-ne, e quello proattivo, volto a conseguire un riconoscimentomateriale o sociale(Roland,Idsoe,2001).