Brundisium Spa

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“ BRUNDISIUM S.P.A. ”

Non è per rammentare, come sempre sterilmente facciamo, la nostra gloriosa Storia. Non è per citare lo pseudonimo del procedimento penale inerente la scandalosa tangentopoli brindisina. E non è per rievocare l’orgogliosa attività vitivinicola che ci rendeva onore e fierezza, e che invece oggi arranca e annaspa attaccata ad un salvagente sgonfio. Si vuol parlare del nuovo significato da voler imporre a questa biascicata parola. Centrale Termoelettrica “Brundisium”.

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Ma come? Che significa? Ma non era uno Stabilimento Vinicolo quello che si trovava in Area Industriale vicino la Centrale a Carbone Edipower? Non facevano il vino che lo trovavi pure negli alimentari del bel paese? E che era buono? ... Esattamente. Brundisium era quello. Il nostro “nettare degli Dei” così tanto apprezzato finanche dalla Corte di Erode che, per sè, lo ordinava “via Nave” (la credenza voleva acquisisse maggior sapore) con provenienza Brindisi, ove la bevanda veniva estratta da un frutto speciale della natura. Un liquido capace di dare sapore al sapere della storia dei popoli e scorrere nel sangue divenendone sostanza vitale e fonte di antica saggezza. ... Esattamente. Brundisium, era quello.

Poi in abbandono e disuso forzato perchè non si può “stumpisciare” uva e imbottigliare vino nei pressi di carbonili scoperti o di impianti ad olio combustibile, nè vicino zuccherifici dotati di “nastri trasportatori” e di centrale termoelettrica da “biomasse” di pertinenza, capace con i suoi 39 megawatt di alimentare paeselli come Tuturano spruzzando aria malaticcia da dover respirare. ...Biomasse? Cos’è questa nuova parolona? Ce sontu ‘sti biomassi? ...‘Na cosa ca si mangia? Il termine “biomassa” è stato introdotto per indicare tutti quei materiali di origine organica (vegetale o animale) che non hanno subìto alcun processo di fossilizzazione, utilizzabili per la produzione di energia.

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Ovvia esclusione di tutti i combustibili fossili (petrolio, carbone, metano) di cui, tra PetrolChimico e Centrali Termoelettriche (Enipower, Enel BRsud, Edipower BRnord), siamo super alimentati al rigurgito. Legislativamente, le “biomasse” sono “rifiuto agricolo dedicato” e negli impianti termoelettrici, anch’essi “dedicati”, non si fa altro che “incenerire” ricavando corrente elettrica, cenere e polveri. Strano pensare che un rifiuto debba nascere già come una cosa da buttare e bruciare senza mai essere utilizzata diversamente. Questo tipo di produzione di energia elettrica è considerato, molto genericamente, “Eco-compatibile” o “Bio-compatibile” perchè correlato alle cosiddette “fonti rinnovabili”, cioè quelle che per caratteristiche intrinseche si possono rigenerare, rinnovare, reintegrare brevemente in modo naturale; e “non sono esauribili nella scala dei tempi umani”. Per estensione sono quelle il cui utilizzo non pregiudica le risorse naturali per le generazioni future. Sono tipicamente correlate a sole, vento, mare, calore della terra. ...E’ bene chiarire una cosa. Le biomasse sono “ecosostenibili” soltanto quando i l “rifiuto agricolo dedicato” proviene dallo stesso luogo in c ui è destinato ad essere incenerito. E lo sfruttamento d i queste fonti non può mai prescindere da valutazioni comple ssive correlate al rapporto tra energia ottenuta ed energ ia impiegata nella produzione e nel trasporto della materia prim a. Queste sono condizioni essenziali acchè la definizione "energia rinnovabile" possa coincidere con "energia sostenibile" e quindi si possa parlare di “sviluppo sostenibile”. Pertanto, le fonti di energia in argomento dovrebbero essere definite solo “alternative” e, per definizione, non da assommare irrepugnabilmente e sproporzionatamente in un agro (per dire) al collasso ambientale e territoriale perchè costretto a produrre energia elettrica per quasi tutto il sud Italia. Nel bel paese, ogni “aggravante” dovrebbe essere ri tenuta “insostenibile” e giudicata “inammissibile” giusto il disposto della miglior norma di legge che io conosca: ...“la diligenza del buon padre di famiglia”. L’Asino casca sempre nella terra salentina. Ed ogni volta defecandosi addosso.

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Intuitivo ipotizzare infatti che “l’incenerimento” sarà di biomasse ecologicamente “incompatibili” perchè il “rifiuto agricolo dedicato”, considerata l’enorme quantità di Mais/Girasole/Colza o altre essenze per olio combustibile necessarie alla proficuità dell’impianto, molto difficilmente proverrà dalla “terra del sale” bensì, con probabilità e affari “globali” (il che non intende certo di tutti), potrà essere importato da chissà quali porzioni di continenti equatoriali sottosviluppati. Per esagerare, non tralasciamo l’inquinamento mondiale da trasporto che ne deriva e la conseguenza, devastante, che con l’alibi delle piantagioni di palma o barbabietola, vengono disboscati interi patrimoni dell’umanità surrogando le foreste con piantine seminate e destinate all’origine ad essere rifiuto. ...Mi viene da considerare l’ipotesi di uno scarto molto speciale che nasce tale prim’ancora d’ essere utilizzato nell’arco di una vita. Un rifiuto, come quelle colture, da allevare esclusivamente per essere portato al rogo. ...Ma questa è “Energia Verde”!

Quasi dimenticavo: cosa c’entra tutto questo con Brundisium?

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A parte l’intuito, vediamo di ben capire cosa riguarderanno le Autorizzazioni in previsione, visto che con Determina Dirigenziale n°233 del febbraio 2011, la Provincia di Brindisi h a espresso “giudizio favorevole di compatibilità ambientale” al “progetto per la realizzazione di un impianto per la produzio ne, estrazione tramite spremitura, raffinazione, stocca ggio ed utilizzazione di oli vegetali di semi di colza, gir asole, mais, ecc., per l’alimentazione di un impianto di cogener azione da 49,9 MegaWatt... ubicato nell’area A.S.I.” (via Majorana fronte il molo di Costa Morena) ...con prescrizioni. Tra la corposa sequenza entusiasma riportare subito: “devono essere previsti sistemi di bonifica degli pneumatici degli automezzi di trasporto”. Ma parliamo della serietà del corpo della Determina, finalmente prontamente e fortunatamente pubblicata sul farraginoso sito dell’Ente Provinciale. Premesso che: - con nota del 22-07-2008... il Sig.Miccolis Vito... legale rappresentante della Società BRUNDISIUM spa, ha attivato la procedura di Valutazione Impatto Ambientale per il progetto suddetto, allegando lo Studio di Impatto relativo; - le opere previste in progetto sono:

- impianto di stoccaggio oli vegetali (Terminal oli vegetali) con capacità di 40.000 m.cubi collegato tramite condotta sotterranea con il molo di Costa Morena (400m. di vinodotto); - ...ricevimento , stoccaggio e preparazione di semi oleosi, spremitura ed estrazione oli, separazioni glicerine e raffinazione oli vegetali; - un frantoio per la spremitura di semi oleosi di produzione locale prodotti nell’area del Salento... per trattare circa 20.000 tonn.anno di semi oleosi...; - una centrale di cogenerazione alimentata con oli vegetali, in grado di ... produrre energia verde per l’autoconsumo ...e da immettere nella rete elettrica nazionale; - tre linee di trattamento fumi (una per ciascun motore), ...sistema non catalico per l’abbattimento degli NOx (ossidi di Azoto e loro miscele); - tre camini, uno per ogni linea fumi, aventi ciascuno un’altezza pari a m.40;

- con i sistemi adottati per l’abbattimento degli inquinanti presenti nei fumi, si prevede di garantire il rispetto dei valori limite...; - per ridurre quanto più possibile l’impatto sull’ambiente in considerazione del notevole carico inquinante già presente... è stato assunto l’impegno da parte della società proponente, di rispettare... le quantità annue massiche di inquinanti: NOx e CO (monossido di Carbonio);

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- gli effluenti liquidi prodotti dal complesso industriale saranno costituiti da ... acque reflue industriali oleose derivanti da spurghi e drenaggi... o provenienti dallo scarico continuo a recupero...(degasatore condensatore, scaricatori di condensa dalle tubazioni del ciclo), da scarichi da drenaggi frantoio...; - con Determina Dirigenziale n°311 dell’8-10-2010... il Comune di Brindisi -Settore Ambiente- ha approvato la relazione istruttoria espletata dal Servizio Ecologia... ed ha espresso parere favorevole alla compatibilità ambientale dell’intervento fatto salvo il rispetto delle prescrizioni...; - il Consorzio ASI ...conferma la compatibilità urbanistica dell’intervento programmato, con riferimento al Piano Regolatore Territoriale dell’ASI ed all’ area prescelta; - il sito interessato (23.200 mq) è di proprietà della Ditta Ecologica spa... ed attualmente in locazione alla Brundisium spa; - il sito oggetto d’intervento ricade all’interno dell’Area a Rischio di Crisi Ambientale; - il sito rientra all’interno della perimetrazione del Sito Inquinato di Interesse Nazionale di Brindisi (Legge 426/98)... e pertanto, ricadente nel Programma Nazionale di Bonifica. Lo stesso sito è stato oggetto di una Campagna di indagine ambientale eseguita per la caratterizzazione... dalla ditta proprietaria Ecologica spa; ...dalle risultanze il sito è stato definito... “sito contaminato”. Per tale motivo è stato previsto un piano di bonifica che prevede la rimozione della fonte di contaminazione dal suolo superficiale, tramite l’asportazione del terreno contaminato, per una profondità di circa 15-20 cm, che sarà smaltito in discarica per rifiuti pericolosi...; - la Ecologica spa ha sottoscritto l’atto di adesione all’ Accordo di Programma “per la definizione degli interventi di messa in sicurezza e bonifica delle aree comprese nel SIN di Brindisi”... per la bonifica della falda inquinata; Viste tutte le normative possibili e neanche immaginabili; Visto che non sono pervenute osservazioni sul progetto di che trattasi; Considerata la scarsa rilevanza naturalistico-ambientale del contesto in cui il progetto si inserisce, ricadendo in area già ampiamente antropizzata con la presenza di altri impianti industriali anche di notevoli dimensioni e con significativi impatti ambientali in atto; Si esprime “giudizio favorevole di compatibilità ambientale” Consuete obbligazioni su screening e monitoraggi vari dei “ fumi emessi, diossine, furani, metalli, acidi inorganici ” . E magari anche degli “odori”. Ipotizzo l’uso volgare, da sporcaccioni, fatto della luccicante carta a trapunta del “Documento di Scoping” (propedeutico alla Valutazione Ambientale Strategica da corredare al P.U.G. in redazione -

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www.comune.brindisi.it/web/urbanistica) approvato dalla Giunta Comunale nel medesimo febbraio 2011. Un atto che presumo tutti gli Enti debbano conoscere “a dovere” col dovere di non ignorarne il contenuto circa la “capacità di carico cumulativa” del Territorio. Recitiamolo insieme: “Brindisi si configura, in ambito Europeo, come sit o a più alta concentrazione di inquinamento ambientale. Senza op portuni ed immediati correttivi si rischia di pregiudicare in modo irreversibile il futuro della comunità locale” “elevato tasso di consumo del territorio, gravi con dizioni d’inquinamento ambientale, pesante degrado del paes aggio”. Poi, ancora, il documento Provinciale di approvazione preliminare della nuova centrale elettrica, come fosse già pensabile assumere possibili alternative, prescrive anche, stranamente, che “l’Impianto dovrà essere alimentato esclusivamente con oli vege tali”. ...Se fantastico, posso udire un dispiaciuto e sconfidato conduttore televisivo annunciare una notizia di TG Locale echeggiante dal prossimo futuro: stante l’inopportunità di utilizzare le nostre campagne per produrre solo “rifiuti agricoli dedicati” (oltre a colture fotovoltaiche) ed a causa delle variazioni dei Protocolli Internazionali, finalizzate a non continuare la distruzione del Pianeta spostando biomasse di continente in continente, vista la incostante disponibilità delle biomasse durante tutto l’arco dell’anno solare, ci siamo ritrovati sullo stomaco l’ennesimo inceneritori di rifiuti “normali” prodotti dall’ insensato sperpero e smisurato consumo d’ogni cosa, la cui correlata emergenza ambientale è ormai al disastro. Sostanzialmente, in ogni atto in lettura si rimembra una bellezza territoriale straordinaria...svanire. Si sa perchè. A causa di chi. Ed oramai nulla si può più fare. Pericolosamente, potremmo avere altri camini alti 40 metri che gli aerei dovranno schivare. Praticamente, ci procuriamo continuamente nuove Aziende sanguisuga da impiantare su una base già fortemente inquinata.

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Ma c’è qualcosa che incuriosisce, e viene automatico cercare, sul magico web, di una ditta nominata. La Ecologica spa è un’azienda che opera sull’intero territorio nazionale con molteplici esperienze maturate, per oltre un trentennio, nel campo delle pulizie industriali, dei lavaggi idrodinamici e chimici, dei trasporti conto terzi di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, urbani ed assimilabili agli urbani, delle bonifiche ambientali di siti inquinati e delle attività portuali, ... messa in sicurezza discariche. La struttura dispone di personale altamente qualificato (ingegneri, periti chimici, operai specializzati) impegnato prevalentemente presso impianti chimici, siderurgici, raffinerie e centrali termoelettriche. Si è inoltre dotati di un consolidato know-how operativo e tecnologico che pone all’avanguardia tra le principali aziende del settore. Tra i principali clienti: Enel Produzione S.p.A. Edipower S.p.A. Ilva S.p.A. Eni S.p.A. Edison S.p.A. Polimeri Europa S.p.A. Autorità Portuali. ...Una bella tenutaria, alla cui agenda degli appuntamenti non mancheranno certo gli incontri con Consigli di Amministrazioni societari, che non sottende il salutare. Speriamo che tutto il Salento si attrezzi urgentemente a fornire la materia prima in modo da non potersi sbagliare sulla provenienza delle piantine generatrici di oli da impiego nelle fornaci. E che cominci ad incrementare la produzione di fertilizzanti chimici per allevare sane e robuste pannocchie ringalluzzite. ...Chissà se sto prendendo un Granchio. O se stiamo esageratamente esagerando. Una cosa è sicura: che nel Porto del “tosco” non si prendono più neanche crostacei. L’inferno annienta anche le anime. “non era ancor di là nesso arrivato...” Nemmeno “li cauri pilusi” riescono più a sopravvivere in simili alterazioni antropiche da sedere.

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Nessun granchio. La Brundisium, se nessuno, come sempre, come consuetudine, come prassi, si oppone, diventerà ben presto un’altra innovativa “Centrale Termoelettrica da Biomasse” che rutterà 50 MegaWatt di corrente elettrica ricavati termodistruggendo montagne di “rifiuto agricolo dedicato”, la cui provenienza, francamente, interessa relativamente. Se immagino infatti che nella migliore ipotesi l’ “olio vegetale” per le enormi quantità necessarie potrebbe essere veramente ricavato dalle olive dei frantoi provinciali, o che altri “rifiuti agricoli dedicati” perverranno dalle campagne del “Grande Salento”, realizzando filiere non tanto corte, non avremo fatto altro che accrescere ulteriormente l’inquinamento della stessa terra che nutre gli stessi storici alberi di Olivo, monumenti che trapiantando quà e là riduciamo a quadretti mortificanti da sala d’attesa. Tra le “misure di compensazione”, la promessa di “piantumazione di superficie boscata di 16 Ettari” di terreno da localizzare in futuro; e qualche operaio addetto alle pulsantiere della macchina industriale. Al solito, c’è da temere saranno puntualmente ignorati i sensati demandi e prescrizioni varie infilate a forza nel parere comunale: “monitoraggi in continuo” e “necessarie correlazioni alla sostituzione dei combustibili fossili”, a Brindisi, come detto, in abusato uso. Trascuriamo l’auspicio, chiamiamolo simpatico, sull’ “utilizzo delle lampadine a basso consumo”. ...Avrei preferito il “Miscanthus Giganteus”, un’erba graminacea alta 4 m. capace con 60 tonnellate di materia secca per ettaro di equivalere 60 barili di petrolio.

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Invece, persevereremo a guardare Bari suggellare il suo primato di “Capitale Mondiale dell’Olio Biologico” mentre qui spianiamo la terra contaminata per l’ennesima lapide (dopo la SFIR e il Termovalorizzatore del SISRI) posata per produrre corrente elettrica incenerendo piante falciate e abbrustolite per un’intera, piccola, povera, smarrita, cittadina del Mediterraneo. ...Qualcuno sa benissimo che la popolazione di Brindisi agonizza insieme al suo territorio però ritiene non doverla soccorrere, dandole colpi di grazia senza preavviso. Gli omuncoli avranno per sempre sulle loro in“coscienze” lo spettro delle enormi ombre nere che ogni brindisino è obbligato a rivedersi, tutte le sere, prima di dormire. ...Sarà che per uno sviluppo davvero sostenibile siamo tutti noi il vero rifiuto da smaltire all’origine. A proposito, scordavo due particolari importantissimi, chiamiamoli particolari, utili ad ipotizzare il recondito motivo per il quale si abbia tanto interesse a realizzare scempi territoriali ed ambientali sempre a Brindisi, trovando tornaconti prioritari per ciò che nuoce alla salute. 1) Che essendo, erroneamente, questi Impianti inclusi nel calderone, molto caldo, delle cosiddette “energie rinnovabili” (per la normativa Italiana comprendono la trasformazione in energia elettrica dei prodotti vegetali o dei rifiuti organici e inorganici dedicati - dicesi “AgroEnergie”), qualcuno usufruisce di barche e barconi di finanziamenti pubblici, a cascata, che ne consentono la realizzazione. 2) Che questi Impianti , solo “colorati” di verde: - sono stati scacciati dagli abitanti della Provincia di Lecce che, dopo marce di protesta, manifesti pubblici 6x3, fischiettate e sgridate contagiose, hanno ritenuto tali progetti “biomassacratori dell’aria” ed “in contrasto con la vocazione della città”, “riten endo le Centrali a Biomasse inopportune nel territorio salentino, pe rchè metterebbero a rischio la salute dei cittadini”; - sono stati scacciati dagli abitanti della Provincia di Barletta (lì, è stato costituito un coordinamento “No Biomasse” indicendo manifestazioni popolari provinciali), dove hanno espresso decisioni democratiche condivise, promuovendo incontri partecipati con il coinvolgimenti di esperti al fine di approfondire tutti gli aspetti connessi agli impatti ambientali, supportati da elementi concreti, ricerche e studi in materia”.

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Tutte parole e fatti che noi non possiamo e non vogliamo dire ed attuare. Così come non abbiamo avuto nulla di solido sotto la pannocchia per esprimere dissenso riguardo allo Zuccherificio SFIR, lo Zorro mascherato scacciato dagli abitanti della terra di Manfredonia per “buoni motivi”. E così come continuiamo a preferire, per ignoti motivi espliciti, il vergognoso Carbone, rispetto alle biomasse doppiamente calorifico per diverse coppie di gambe. ...Esterno una considerazione, in dialetto, che faccio sempre tra me e me quando sono costretto a valutare la necessità, o meno, di avere nuovi “MegaImpianti” considerando, unitariamente, i possibili risvolti occupazionali, territoriali ed ambientali, compresa la salute della gente, se ancora così la si può definire. Bari ndi l’è sculacchiat’a quài. ... E Lecci l’è fatta rimbalzari. In altre parole, quando arrivano a Brindisi è perchè nessun altro li ha voluti nella sua terra.

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Nota Per una centrale da biomasse prevista nel Comune di S.Cassiano (Lecce), “la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale la legge che la permetteva”. Dalle dichiarazioni del Presidente di Italia Nostra: “industria intollerabile poichè, nutrendosi avidamente di cippi di legno, avrebbe portato rapidamente al disboscamento dei nostri uliveti... Inoltre, queste Centrali, come la tristemente famosa Central e di incenerimento di Maglie, la Copersalento, possono d ivenire facilmente inceneritori di rifiuti urbani o speci ali. Una bomba ecologica speculativa, un’ipoteca sul futuro dei ci ttadini, una fonte di bruttura e malattia, incubo per tutti ”. Da altri articoli di stampa leccese: “Cavallino: il NO di ASL, ARPA e Provincia di Lecce ad HELIANTOS 2... consegnate in Prefettura 6000 firme di protesta... Gli elevati tassi di mortalità per tumore nel Salento non permettono ult eriori pressioni di carattere ambientale ”. “Siamo pronti alla disobbedienza civile” In poche righe il Dott. Serravezza, oncologo dell’Ospedale di Casarano, spiega l’arcano: “Si prende combustibile oleoso da tutto il mondo. Poi lo si porta qui attraverso navi cisterne, e con i tir si porta nei diversi impianti dislocati nel salento. Infine si brucia tutto. Questo sono gli impianti a biomassa per produrre energia.” “Imprese del nord, imprese straniere. Solitamente sono faccendieri, prestanome. Dietro c’è il business dei certificati verdi” “...hanno fatto in modo che venisse inserito, a livello nazionale, oltre alle due vere fonti (fotovoltaico ed eolico), anche le biomasse, che vuol dire bruciare oli”.