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Materiale a cura di: Manuela Colombowww.counselingprofessionale.it 3336425399 – [email protected]
Prevenzione e trattamento riabilitativo
patologie del linguaggio orale e scritto
della comunicazione in generale
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g•valutazione e riabilitazione•disturbi di linguaggio•dei disturbi dell’apprendimento•deficit dell’attenzione e iperattività•trattamento•balbuzie,•deglutizione atipicadeglutizione atipica•disfonie infantili e dell’adulto•terapia cognitiva secondo il metodo Feuerstein•terapia dell’adulto afasico e disartrico•terapie compensative tramite l’utilizzo di software per i DSA
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Lo studio è autorizzatodall’ASL di Monza e Brianza(DELIBERA N° 632 DEL 30/1/2014 FOGLIO 16)dall’ASL di Milano
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(DELIBERA N° 1145 DEL 24/9/2013 EQUIPE N°9)
ad effettuarel’attività di prima certificazionee diagnosi deiDisturbi Specifici dell’Apprendimento(equipe multidisciplinare composta daneuropsichiatra infantile – Psicologo ‐ logopedista )
Che cosa sono?
• I DSA, cioè i Disturbi Specifici
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di Apprendimento coinvolgono circa il 5%
degli studenti italiani ed impediscono (o
rallentano) l’automatizzazione delle
capacità di lettura, scrittura e
calcolo.
• Spesso sono caratterizzati da familiarità.
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Che cosa NON sono?
• Indice di pigrizia e/o svogliatezza
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• Indice di scarsa intelligenza o di ritardo mentale
• Causati da un deficit sensoriale
• Causati da un deficit affettivo e/o culturale.
Si tratta di:
• Dislessia: difficoltà ad automatizzare le
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Dislessia: difficoltà ad automatizzare le capacità di lettura
• Disortografia: difficoltà ad automatizzare le regole ortografiche
• Disgrafia: difficoltà ad automatizzare i pattern motori per realizzare i grafemipattern motori per realizzare i grafemi
• Discalculia: difficoltà ad automatizzare le procedure del calcolo.
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Un PICCOLO
passo indietro
• Se paragoniamo la storia dell’universo ad un anno…
L’ è t ll lti d l
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• L’uomo è nato nelle ultime ore del 31 dicembre.
• Il linguaggio verbale alle 23:55
• Il linguaggio scritto (lettura e scrittura) alle 23:58
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Da un punto di vista
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Da un punto di vista evolutivo leggiamo da pochissimop
tempo
Il nostro corpo non si è ancora (completamente) abituato al fatto che da circa 2 milioni di anni ci siamo sollevati sulle zampe posteriori (liberando le mani
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p p (e, sancendo, probabilmente, il nostro successo come specie).
Il parto, l’affaticamento della colonna vertebrale con l’età, sono segnali che noneravamo programmati per la stazione p g peretta, e ci stiamo (lentamente) adattando.
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Come mai il nostro cervello, in “pochissimo” tempo, è diventato così esperto nel compito di lettura?
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esperto nel compito di lettura?
Dehaene sostiene che non solo non siamo nati per leggere, ma anche che questa attività ci è decisamente ostica:
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‐ I nostri occhi non sono adatti al compito; sono due e devono imparare a convergere su puntiravvicinati, devono muoversi con movimenti piccoli, rapidi e precisi. È un meccanismo assai pocoeconomico.
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Nonostante ciò esiste una zona del nostro cervello, nell’emisfero sinistro, che è specializzata nel compito della l tt C è t t ibil
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lettura. Come è stata possibile una specializzazione tanto precisa in tempi evolutivamente così brevi?
Riciclaggio neuronale• È la capacità del nostro cervello di “riutilizzare” per compiti nuovi aree che si occupavano di altro.
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• L’area che nei nostri cervelli si occupa della lettura è una parte di quella deputata al riconoscimento degli oggetti, in particolare delle loro giunzioni.
• Non è un caso che in tutti gli alfabeti i caratteri presentino particolari intersezioni di linee,
hé il ll è “ ”perché il nostro cervello è “programmato” per percepire questi nessi spaziali negli oggetti.
• Quest’area “sensibile” alle giunzioni è presente anche nei macachi. Il cervello dell’homo sapiens l’ha semplicemente “riciclata” per la lettura.
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Il cervello dell’uomo è formato in modo da condensare in uno spazio limitato (la scatola cranica, che non può aumentare ulteriormente di l d i ibil il
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di volume, senza rendere impossibile il parto naturale) il maggior numero possibile di connessioni; questa necessità lo costringe a lavorare in modo economico, sfruttando ogni possibilità di spazio. Quando l’uomo ha “inventato” lettura e scrittura il cervello hainventato lettura e scrittura, il cervello ha convertito a questi compiti alcune aree già esistenti che, semplicemente, facevano altro.
Questa è la prima lettera dell’alfabeto fenicio:
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Nata probabilmente dall’osservazione di una testa bovina
A quel punto il più era fatto e lo scoglio più arduo superato p
La strada che avrebbe portato ad Omero, Dante e Proust era aperta.
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COME SI IMPARA
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A LEGGERE?
Il modello di Uta FrithI modelli di acquisizione della
li i h i
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lingua scritta, che ricevono maggiore consenso, in ambito scientifico, propongono il modello di sviluppo elaborato da Uta Frith, secondo cui lo sviluppo dell’apprendimento della lettura e della scritturadella lettura e della scrittura avviene attraverso quattro stadi, strettamente dipendenti tra loro.
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• La parola viene percepita con un disegno, i d l b l I b bi i ( 4/5 i)
1 Stadio Logografico
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in modo globale. I bambini ( 4/5 anni) associano un disegno ad un significato che viene attribuito dall’adulto
Mamma, guarda la Coca Cola!!
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Coca Cola!!
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Mamma guardaMamma, guarda la Coca Cola!!
Il bambino ha sei anni, va a scuola e comincia
2. Stadio Alfabetico
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,ad imparare ad associare ad ogni grafema (lettera) un fonema (suono).
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L’associazione si fa più veloce e il bambino riesce a leggere prima le sillabe poi le
3. Stadio Ortografico
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riesce a leggere prima le sillabe, poi le parole corte e poi quelle lunghe (senza dover compitare). La lettura si fa più veloce (e piacevole).
E lo stadio del “lettore esperto”.
L l di i N d bbi
4. Stadio Lessicale
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La lettura diventa automatica. Non dobbiamo più decifrare le lettere e neppure le sillabe. Con un’occhiata “fotografiamo” la parola e la riconosciamo.
La lettura diventa un PIACERE, non più una f i i d i bi i lfatica, come camminare, andare in bicicletta, guidare, nuotare sciare… (ovviamente per chi è capace di farlo!)
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Tutti tiriamo ad indovinare!
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… e se qualcosanon funziona?
Nel 5% della popolazione, l’ormai famoso
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gruppo di neuroni del lobo temporale sinistro, si posiziona in modo anomalo già prima della nascita.
In assenza di qualsiasi altra anomalia (cioè senza ritardo mentale senza problemisenza ritardo mentale, senza problemi sensoriali, relazionali od affettivi).
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La dislessiaLa dislessia è un Di t b S ifi d ll’A di t
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Disturbo Specifico dell’Apprendimento, che rende più lento e faticoso il processo di automatizzazione della lettura.
Interessa il 5% della popolazione italiana (il 17% di quella anglosassone).q g )
È caratterizzato da familiarità.
Automatizzare?
• Abbiamo visto come i DSA manifestino diffi ltà d t ti l tt /
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difficoltà ad automatizzare lettura e/o scrittura e/o calcolo.
• L’atto automatico ha tre peculiarità:• È precisoÈ preciso
• È rapido
• Non costa fatica (mentale).
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L’auto, la bici, gli sci…
• Ricordiamo quando abbiamo imparato ad l i i di ti tti
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usare uno qualsiasi di questi oggetti.
• Probabilmente eravamo rigidi, lenti e goffi.
• E i nostri risultati non erano… brillanti!
Ma poi è successo qualcosa…• Abbiamo imparato!
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• Quello che ci costava attenzione, memoria e fatica è diventato facile.
• È diventato automatico.
Presto + bene + senza fatica
=
UN ATTO AUTOMATICO.
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I Dislessici• Hanno difficoltà nell’automatizzare quanto appreso a scuola.
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pp• A parità di intelligenza, impegno, applicazione• Perciò quello che per i compagni diventa presto facile, veloce e preciso per loro resta difficile, faticoso lento e impreciso.
FATICA + LENTEZZA + SCARSA CORRETTEZZAFATICA + LENTEZZA + SCARSA CORRETTEZZA=
Dislessia
E a scuola…
•Più fatica
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•Più tempo a studiare
•Meno tempo a giocare
M tifi i i•Meno gratificazioni e successi
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Definiamo “lentezza”
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Campanelli d’allarme
• Pregresso disturbo del linguaggio
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• Familiarità
• Difficoltà nei giochi e nelle attività metafonologiche proposte durante l’ultimo anno di scuola materna.
• Errori tipici• Errori tipici.
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Attenzione al linguaggio!
• Circa l’80% dei bambini con DSA ha avuto
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Circa l 80% dei bambini con DSA ha avuto problemi nello sviluppo del linguaggio verbale.
• Questo dato è molto importante perché permette di fare (davvero) prevenzione.
• Permette alle maestre della scuola materna di cogliere i campanelli di allarme, e a quelle dellacogliere i campanelli di allarme, e a quelle della scuola elementare di segnalare precocemente i bambini “sospetti.”
La scuola materna• A volta, tuttavia, le difficoltà di linguaggio non vengono riconosciute. Le maestre di scuola
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gmaterna, però, possono segnalare casi di difficoltà metafonologiche.
• La metafonologia è la capacità di manipolare il linguaggio.
• Per realizzare semplici giochi come le rime, il “b ti t ” i bi di li ffi i“bastimento”, i cambi di vocali e affini sono necessarie buone capacità metafonologiche.
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Errori Tipici• Di tipo visivo che portano allo scambio, sostituzione ed inversione di grafemi (cioè di lettere) che presentano somiglianze o
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lettere) che presentano somiglianze o specularità (anche se diversamente orientati nello spazio): m con n, a con e, p con q, b con d, u con n, p con b.
• Di tipo fonologico che riguardano lo scambio di fonemi che hanno suono simile: f con v, t con d, m con n, p con b, c con g,l con r, s con z.
• Di tipo non fonologico anticipazioni lessicali
errate.
• Di decodifica sequenziale che si manifestano per errori di anticipazione o inversione. La lettura
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prichiede di procedere con lo sguardo in direzione sinistra ‐ destra e dall’alto in basso; tale processo, complesso nelle fasi iniziali di apprendimento della lettura si affina nel tempo, fino a diventare automatico. Nel bambino con dislessia questa difficoltà di decodifica sequenziale permane, manifestando errori di anticipazione o inversione, con
f ill b l l di ’ lun grafema o una sillaba letta al posto di un’altra es. talovo con tavolo, il al posto di li, la con al, ni con in.
• Di omissione, aggiunte, ripetizione di grafemi e di sillabe, ad esempio lettura di puma invece di piuma.
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Osserviamo un po’ cosa combinano le lettere, che non sono “oggetti” come tutti gli altri…
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Auto Auto Auto Auto
d q p bd – dado q – quadro p - pancia b - bolle
d q p b
No Panic!
Questi errori sono comuni a TUTTI nella prima fase dell’apprendimento della
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prima fase dell apprendimento della lettura.
I bambini stanno imparando nozioni complesse ed astratte (non è “naturale” anche se a noi lo sembra).
L di i i ò i d ll fiLa diagnosi non si può porre prima della fine della II elementare.
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Disortografia
È la difficoltà specifica ad automatizzare prima le
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regole di conversione fonema (suono) ‐ grafema
(lettera scritta), e poi quelle ortografiche.
In una prima fase prevalgono gli errori di
sostituzione/inversione/omissione di grafemi.
S i t l diffi ltà t llSuccessivamente le difficoltà verteranno sulle
regole ortografiche più complesse (uso di H, di
C/Q, doppie, fusione di parole, accenti…)
Sfatiamo un (altro) mito…
Ormai sappiamo che
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NON SIAMO NATI PER LEGGERE.
MA SICURAMENTE SIAMO NATI PER
CONTARE!
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• Fin dalla nascita il cervello umano è predisposto ad elaborare informazioni di tipo numerico.
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• Questo è un vantaggio dal punto di vista evolutivo.
Competenza innata
• Già a poche ore dalla nascita, un bambino è in grado di discriminare
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ginsiemi formati da diverse quantità(competenza che condividiamo con i primati, molti mammiferi e qualche anfibio).
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La nostra innata competenza
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pper i numeri non è l’unica: siamo anche predisposti a
distinguere i colori
• Anche le competenze innate possono essere deficitarie: come esistono condizioni in cui è alterata la percezione
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condizioni in cui è alterata la percezione del colore (ad esempio nel daltonismo) ne esistono altre in cui si ha una sorta di “cecità” per il riconoscimento della numerosità.
CondizioneCondizione
– fortunatamente –
MOLTO RARA
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Difficoltà di calcolo
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oDisturbo di calcolo
La situazione in Italia Problematiche in matematica
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Scuola elementare•5 bambini per classe con difficoltà di calcolo•5 ‐7 bambini per classe con difficoltà di soluzione dei problemi( i l 25 l i i )(ogni classe 25 alunni circa)
+ 20%‐50%della popolazione scolastica
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Fine scuola superiore:solo il 20% ritiene di avere buone competenze matematiche
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competenze matematiche
Calvin-Hobbes-Matematica
JARLD
(International Academy for Research in LearningDisabilities)
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• 2,5 % della popolazione scolastica presenta difficoltà in matematica in comorbidità con altri disturbi
• Discalculia severa: 2 bambini su 1000
+ del 90% della popolazione inizia il percorso p p pd’apprendimento con un profilo conforme a disturbo specifico dell’apprendimento ( falsi positivi)
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Difficoltà di calcoloDifficoltà di calcoloIl profilo appare simile al disturbo
Modificabilità – intervento di recupero e potenziamento ottiene buoni risultati in breve tempo normalizza il profilo
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Disturbo di calcoloDisturbo di calcoloBasi neurologiche
breve tempo normalizza il profilo
‐Dislessia Appare in condizioni di adeguate
Comorbilità specificità
Difficoltà nella soluzione di problemi
pp gabilità generali e di adeguato apprendimento in altri ambiti
Intervento di recupero e potenziamento che migliora il profilo ma non lo normalizza
Un DSA è un disturbo a patogenesi organicageneticamente determinato
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espressione di una disfunzione cerebrale
La causa non sta nella didattica, nella relazione con l’insegnante, nei modelli significativi che gli adulti rappresentanopp
Ma sta in filamenti di cromosomici che presentano deiezioni o rotture
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L’intelligenza numerica
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L’intelligenza numerica
Conoscere per intervenire ‐ Daniela Lucangeli
I calcoli
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non sono la matematica
“Tra il linguaggio e l’alta alfabetizzazionenon c’è corrispondenzaMa non posso non avere il linguaggio”
Che è la sua struttura
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Noi siamo potenzialmente in grado di “leggere”Ma me lo devono insegnare
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L’incontro tra il processo biologico e l’insegnamento genera la conoscenza
Conosco la musicaHo una buona manualità(Suono il pianoforte)
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(Suo o p a o o te)intelligoHo tutti i processi pronti!
Ma non so suonare la chitarra!
Non c’è stato un meccanismo di potenziamento di sviluppo prossimale
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So suonare il pianoforte ma non la chitarra
Meccanismi di dominio specifico
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Intelligenza numericaCalcoli scritti Risoluzione di problemi
Hanno domini specifici diversi
Adottare una strategia non pertinente alla funzioneserve a pocoe non aiuta il nostro cervello a evolversi
La geometria “raccontata” a paroleforza a mettere tutto nella memoria fonologicache serve per memorizzare una poesia
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che serve per memorizzare una poesia
La memoria fonologica non è fatta per studiare teorie matematiche e numeri
Strategie visuo‐spaziali
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L’intelligenza numericaè innata
Capacità di concepire e pensare al mondo in termini di numeri e quantità numeriche
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è innata
come la capacità di vedere i colori
q
SubtizingSubtizingStimaAcuità numerica
I meccanismi innati per evolvere hanno bisogno di esposizione continua
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Il linguaggio è innatonoi esponiamo al linguaggio i nostri bimbi fin dalla nascita
Ma per fargli imparare a camminarenon li facciamo parlare!
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I meccanismi della quantità non vengono potenziati
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Trova dove ci sono 3 caramelleDai due caramelle a GiovanniDai una caramella a ciascun bambino
Insegnare le strutture di quantità e potenziare già nei g q p gprimi sei anni di vita l’intelligenza numerica, diminuisce dell’80% le difficoltà nelle capacità di intelligenza nelle quantità
Le abilità di conteggio
Contare riveste una funzione importantissima
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Contare riveste una funzione importantissima perché sancisce il passaggio tra le abilità di tipo innato pre‐verbalie le capacità e/o abilità verbali che dipendono dalla cultura e dal contesto di appartenenza
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I cinque principi del processo del conteggio secondo Gelman e Gallistel
Principi Spiegazione
1 O Il bambino deve conoscere le parole numero ("uno" "due" "tre"
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1. Ordine stabile Il bambino deve conoscere le parole-numero ("uno", "due", "tre" ecc.) ed essere in grado di ripeterle seguendo l'ordine esatto.
2. Corrispondenza biunivoca
Il bambino deve far corrispondere ogni elemento dell'insieme che sta contando a una e una sola | parola-numero.
3. CardinalitàIl bambino deve capire che la parola-numero associata all'ultimo elemento contato in un insieme corrisponde alla cardinalità dell'insieme, cioè alla sua numerosità.
4. Astrazione
Il bambino deve comprendere che qualunque cosa può essere contata indipendentemente dalle ca- ratteristiche degli elementi dell'insieme: puntine da disegno, elefanti e automobili possono costituire un insieme bizzarro ma ciò non toglie che possanocostituire un insieme bizzarro, ma ciò non toglie che possano essere contati come elementi.
5. Irrilevanza dell'ordine
Il bambino deve comprendere che l'ordine in cui sono contati gli elementi non ne modifica la car-dinalità. Quando contiamo il numero di persone all'interno di una stanza non è importante se co-minciamo a contare da destra verso sinistra o da sinistra verso destra, il risultato, cioè la cardinalità dell'insieme, sarà sempre il medesimo.
Con il sistema fonologico
se leggo A-P-E esce ape
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gg p
se leggo P-E-A esce pea
Il suono (fono) mi dice il significatoIl sistema verbale della scrittura e della lettura utilizzano il sistema fonologico
Mi si “accende” un semante? Un significato? NOMi si “accende” un semante? Un significato? NOLa P cambia nome? NO
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se leggo 1-2-3 esce centoventitre
se leggo 2-1-3 esce duecentotredici
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Il sistema non è più fonologicoNel secondo caso l’1 diventa trrrrrr-edici
Ha una grammatica chiamatadalla scuola
valore posizionale delle cifredalle scienze cognitive
meccanismo visuo‐spaziale
d d ll l
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A seconda della posizione il numero assumerà un altro significato
Il dominio pertinenterimane quello visuo‐spazialeq pNon quello verbale
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Qualche sollecitazione
Il l l t
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Il calcolo a menteL’uso delle dita per visualizzarloGiochi per il valore posizionale delle cifre……..
Un esempioLa funzione cognitiva che guida l’elaborazione di un compito
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l elaborazione di un compitoè l’attenzione
L’attenzione ha un compito fondamentale: selezionare le informazioni non utili ed eliminarle.“Buttare via tutto quello che non serve al focus cognitivo”
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179 + 98 =h da u1 7 9 +
9 8 =
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Sposta il focus sull’estetica del quaderno…
179 + 98 = 179 + 100 - 2
Strategia di pertinenza: composizione, scomposizione
Potenziamento - Riabilitazione
Disturbo di apprendimento Fattori psicologici
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Impotenza appresaFattorineurobasali
•La causa del DSA va cercata nel sistema di maturazione neurobasale ma ha degli effetti e delle ricadute massivi sul sistema cognitivo e psicologico e sulla rappresentazione di sé•L’impotenza appresa va nella direzione opposta
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Imparo che non sono capacePerché sperimento tanti insuccessiIl meccanismo di memoria e stabilizzazione
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Il meccanismo di memoria e stabilizzazione funziona come negli altri processi
Meccanismo di plasticità di funzione
Prendo consapevolezza di non riuscire e il meccanismo da psicologico diventa neurofunzionale
Un accenno….Come si forma l’immagine di sènell’adulto che ha
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nell adulto che hastrutture organizzate e mature a livello cerebraleLe persone significative sono diverse
a seconda del ruolo specifico
In età evolutivaMamma e papàLa maestraI pari – il leader tra pari
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Il docente è l’elemento significativodell’immagine di sé dell’allievodi come è capace a scuola
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valutazione
Errore e diritto di sbagliareSbagliare per caso 2%
E h i fErrore che informache il meccanismo di apprendimentonon ha funzionato
In caso di discalculia o di difficoltà nel
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calcolo non è sufficiente dire che l’alunno non è in grado di risolvere le operazioni, dobbiamo capire quale aspetto è compromesso per poterlo successivamente aiutare
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2 Discalculie• Discalculia profonda:
difficoltà nell’elaborazione delle competenze numeriche (chi ne ha di più? Chi è più grande?). Condizione RARA.
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• Discalculia procedurale:
• Rappresentazione numerica e codifica
» Processi semantici
» Processi lessicali (7 = “cinque”)
» Processi sintattici (es. h – da – u)
• Sistema del calcolo
» Segni dell’operazione
» Procedure
» Fatti numerici
Processi semantici (significato della quantità)Conoscenza del valore in termini di quantità di ( iti di t i
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di un numero (compiti di conteggio, comparazione di quantità, seriazione)
Processi lessicali (numeri arabi e parole)
Codifica bidirezionale tra numero scritto in cifree in lettere (compiti di lettura e dettato numerico)
P i i t tti iProcessi sintatticiAttiene alla “grammatica” del numero(valore posizionale delle cifre)
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DSAArriva la diagnosi
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Sì, è dislessia...
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Wow!Allora non sono scemo!!
La buona notizia è che la dislessia non è una malattia…ma la cattiva è che non si guarisce.PERÒ SI TROVA UN’ALTRA VIA
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• Famiglia
• Insegnanti BAMBINO
• Terapisti
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Come abbiamo visto…Il bambino dislessico non automatizza il processodi lettura nella maniera facile e "naturale" in cuilo fa un bambino non dislessico, ma la famiglia, lascuola e i terapisti possono aiutarlo a cercare
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scuola e i terapisti possono aiutarlo a cercareun'altra via.
I soggetti dislessici sono intelligenti quanto glialtri, ma per raggiungere i traguardi scolastici, p gg g gpiù comuni, sono costretti a fatiche assai maggiori. Alcuni finiscono per accettare l'idea di sé negativa che
viene loro dal contesto scolastico (e familiare); questi bambini rischiano sia un precoce abbandono
scolastico, sia lo sviluppo di una psicopatologia.
La terapia logopedica nel secondo ciclo elementare (3°‐ 4°‐ 5°)
La 1° e la 2° elementare sono state dedicate ad imparare
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La 1 e la 2 elementare sono state dedicate ad imparare
a leggere e scrivere. Ora queste abilità si considerano
acquisite e leggere e scrivere diventano strumenti per
studiare.
È come chiedere di correre ad un bambino che stia
appena imparando a camminare.appena imparando a camminare.
Fatica e Frustrazione sono sempre in agguato!!
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Non appena si impara che ad un certa lettera corrisponde un certo suono…
SALTANO FUORI LA Q e l’H !!!
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E con loro le complesse e spesso non intuitive regole
della grammatica italiana.
Ecco gli scogli del bambino dislessico nel secondo
ciclo:
Doppie
Inversioni Inversioni
Fusioni
Grafemi omofoni non omografi(ossia che si leggono in un modo e scrivono in un altro)
H
Più nel dettaglio...• Le doppie: si basano su un equivoco di fondo, che spesso
ravvisano gli stessi bambini: per rendere un suono “lungo” si usano due letterine: la pronuncia non corrisponde alla scrittura.
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Avrebbe più senso scrivere “PA A” che “PAL‐LA”. Ma non è possibile, così si propongono ai bambini esercizi di discriminazione uditiva e successivamente di resa grafica delle doppie (molto difficili e faticosi).
Suono “lungo” Suono normale
La “doppia” Suono normale
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• Fusioni illegali: scrivere *lerba invece di “l’erba”, oppure *in sieme al posto di “insieme”. Anche questi errori sono tanto comuni quanto difficili da togliere, perché non legati ad aspetti fonologici.
I ??
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? ?
Si il b bi ifl l di l
In casa ??In macchina ??In sieme ??In vece ??
• Si porta il bambino a riflettere sul numero di parole che compongono la frase, magari con un rinforzo concreto (es “dammi una pallina ad ogni parola che senti”).
• Le omofone non omografe: probabilmente la peggiore è la “Q”; che si legge come C+U, ma per sapere come si scrive una parola, se con C, con Q, o magari con tutte e due bisogna
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imparare molte regole complesse….
• …. Ognuna con la sua brava eccezione.
• Altrimenti non si capirebbe perché “acquisto” voglia C+Q quando non ha assolutamente nulla a che fare con l’acqua!
PS Gli i ti b• P.S. Gli insegnanti sanno bene
che queste difficoltà non sono
assolutamente un’esclusiva
dei bambini dislessici!
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• E per finire l’H…
• Cerchiamo di spiegare ai bambini, che l’H, come la Q e altri nessi grammaticali sono convenzioni, che non hanno una logica.
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• Magari spendiamo due parole per dire, ad esempio, che non abbiamo sempre usato –H per indicare il verbo avere. Ma che lo facevano anche gli antichi romani.
• E poi filastrocche, schemi, tabelle ed esercizi MIRATI.
• Ricordandoci sempre che quello che gli stiamo insegnando non è facile, ma spesso va contro le regole g , p gche hanno appena appreso e con tanta fatica!
Ci mancava solo la maledetta Q!!KUASI KUASI PASSO ALLA K! SONO STANKO!!
Ad esempio, proprio l’H
f l l d ll’h
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• Come verificare se le regole dell’h sono state ben apprese?
• Risposta classica: un bel dettato pieno di H!
• Potrebbe non essere una buona idea• Potrebbe non essere una buona idea.
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Perché ?Perché per fare un dettato le competenze in gioco sono
molte:
• 1 ascoltare quello che l’insegnante detta (impiegando
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• 1. ascoltare quello che l insegnante detta (impiegando risorse attentive)
• 2. ricordarlo (impiegando risorse mnemoniche)
• 3. recuperare le regole di conversione grafema/fonema (risorse attentive e mnemoniche)
• 4. recuperare i pattern motori di realizzazione grafica delle lettere (risorse attentive, mnemoniche e procedurali)( , p )
• 5. scrivere
• 6. recuperare le regole ortografiche (non fonologiche) per usare correttamente l’H.
Che cos’è un dettato?• Con un “semplice” dettato di frasi, stiamo lavorando su
6 competenze; per non parlare della memoria e
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dell’attenzione; la competenza che volevamo veramente allenare, nello specifico, era solo la n°6.
• È molto facile che ad un bambino DSA (ma anche semplicemente un bambino “stanco” alla terza ora di lezione), “sfugga” qualcosa; e ancor più facilmente gli sfuggirà la cosa da fare “per ultima” e la più difficilesfuggirà la cosa da fare per ultima e la più difficile (perché senza aiuto fonologico), cioè “mettere l’H”, proprio la competenza che era l’obiettivo dell’esercizio.
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E allora? Che si fa?• Per rafforzare una competenza specifica, sarebbe meglio
cercare esercizi che si concentrassero il più possibile sull’abilità oggetto di rinforzo. Esercizi di cloze potrebbero essere più utili, perché eliminando il dettato e la scrittura,
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p , p ,permetterebbero una maggiore specificità di esercizio.
• Scegli fra: O/HO A/HA AI/HAI ANNO/HANNO• ……. portato i bambini …… giardini?• Vuoi mangiare pasta ……. riso?• …… scritto una cartolina ……. miei nonni.
Il i l li d ò l Ri i i• Il prossimo ……, …… luglio, andrò al mare …… Rimini.• Per andare …… correre …… messo la mia tuta nuova ……
righe.
PS…
Lasciamo usare le schede e gli schemi in verifica
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verifica.
Chi ha già automatizzato non li userà (farà prima senza).
Chi ne ha bisogno non si sentirà discriminatodiscriminato.
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Magari!!!!
Discalculia• Si presenta con numerose variabili e quindi è molto difficile riassumere quello
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q qche si fa in terapia.
• È comunque molto importante aiutare i bambini a rinforzare i concetti di quantitàe grandezza.
• Ed aiutarli a visualizzare (non impedire di “contare con le dita” anche se sembrano “grandi”).
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Inoltre è bene:• cercare sempre di distinguere fra errori logici, di procedura e di calcolo.
S lifi il t t d i bl i
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• Semplificare il testo dei problemi
• Schematizzare in modo visivo le modalità di svolgimento delle operazioni
• Cercare strategie alternative che favoriscano la memorizzazione dei fatti numerici.
PotenziamentoIl concetto di potenziamento è direttamente derivato da quello di "zona di sviluppo prossimale" di Vygotskij (1965)
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di Vygotskij (1965)
Secondo lo studioso, ogni alunno possiede un livello di sviluppodelle sue capacità attuali, determinato dallivello di prestazione raggiungibile in autonomia senza alcun supporto esterno, e uno potenziale, cioè quel livello di prestazione raggiungibile attra-verso l'interazione con l'adulto o con i compagniraggiungibile attra verso l interazione con l adulto o con i compagni più capaci. Per esempio, un alunno che si trova ad affrontare un nuovo compito di apprendimento da solo riuscirà a com-prendere determinati aspetti raggiungendo un livello sicuramente inferiore a quello che potrebbe raggiungere se fosse seguito e guidato da un adulto competente o da compagni più esperti.
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Emozioni…e difficoltà
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L’emotività«Per me andare a scuola era come scalare il MonteEverest senza vestiti. Non avevo assolutamente fiduciain me stesso, perché tutti mi dicevano che ero pigro,svogliato, stupido e non all’altezza delle mie potenzialità.
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E’ stato davvero molto arduo mettere d’accordo quelloche la gente diceva di me con i sentimenti che avevodentro e che provavo. Non ho mai pensato di esserestupido e, di certo, non volevo esserlo. Ma è stato soloall’età di 31 anni che ho scoperto di essere dislessico,dopo che al mio figliastro Jed era stata diagnosticata la
l i Ri d h l i h hstessa malattia. Ricordo che la prima cosa che hoprovato è stata una grande rabbia, perché ho subitopensato che tutti quei brutti sentimenti che avevoprovato in passato erano stati inutili e che se solo lo avessi saputo prima, avrei potuto dare un nomealla mia condizione».
Cosa dicono i bambini?• "La vedevo [la scuola] come un carcere che chiudeva fuori la luce della mattina"
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chiudeva fuori la luce della mattina .
• “Sai, quando non mi fai fare i compiti, sembri davvero una mamma.”
• "Lei dice che non può credere che io non riesca a scrivere e a leggere come gli altri, non ci crede che io sono dislessico ha detto che sono sc se eche io sono dislessico, ha detto che sono scuse e che io ho solo poca voglia di studiare.
Perché i prof non credono mai ai ragazzi!"
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Come vivono famiglia e fratelli?• “No. Ci sono i compiti.”
• “La grande avventura che doveva essere la scuola,
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diventa un incubo, un girone dantesco nel quale i compagni corrono e il nostro bambino arranca.”
• “Bisogna fare i compiti; hai finito i compiti? Tutto sfuma nei pomeriggi di compiti, che non vanno mai bene, che non sono abbastanza corretti; le
ll l l f l hcancellature, la gomma, il foglio che si stropiccia…Ricomincia e vedi di farlo bene! ”
• “Andare in piscina, giocare a pallone, i Pokemon in televisione… No. Ci sono i compiti da fare.”
Non dimentichiamo che…• I terapisti sono gli esperti del disturbo
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del disturbo
• Gli insegnanti sono gli esperti dell’apprendimento
• I genitori sono gli esperti del bambino
UN GESTO PREZIOSO:
CONDIVIDIAMO LE NOSTRE ESPERIENZE
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Come fare?
• Lavorare insieme• Famiglia
• Insegnanti
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• Insegnanti
• Terapisti
• Mettere al centro il BAMBINO e non la dislessia.
• Chiedere aiuto e sostegno quando ne sentiamo il bisogno (fa bene a noi e ai nostri bambini)
Percezione di competenza davanti al compito.
• Alunno riceve disapprovazione
• Alunno riceve approvazione
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disapprovazione.
• Interiorizza un sistema di giudizio
• Genera ansia
approvazione
• Interiorizza un sistema di fiducia
• Produce piacere e senso di sfida
• Si sente incapace
• MINORE IMPEGNO
Modello di Harter (1978)
• Si sente capace
• MAGGIORE IMPEGNO
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