Brizzi Esserci.doc p2

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VENERDÌ 6 FEBBRAIO 2015 Camminare in giro per la città con questo senso di pienezza interiore rende la vita meritevole d’essere vissuta. Ti dà la sicurezza necessaria per essere il funambolo che ha teso la sua corda sull’abisso. Nel puro esserci scompare colui che vuole ancora essere qualcosa o qualcuno. L’amore e la serenità – il calore – non sono “di qualcuno”, ma si manifestano liberamente proprio in assenza di qualcuno che se ne attribuisce la paternità. Allora, come direbbe Victoria Ignis: Io guardo il mondo da dove il mondo non può guardare. Io sono la goccia che è traboccata dal vaso. Io accetto la gioia della marcia infinita. Quale dunque potrebbe essere la pratica spirituale? Va bene anche non far niente. Il semplice desiderio profondo, puro ed essenziale, non sporcato dal pensiero, porterà il cercatore alla meta. È la vera motivazione che conta, non la forma. Dalla meta si viene attratti come da un magnete. È d’importanza cruciale il fatto stesso di ricordarsi sempre che si sta compiendo un percorso sacro. Con determinazione e perseveranza, nonostante la noia, la disperazione e, talvolta, la totale mancanza di convinzione. Rammentate che la macchina non vuole svegliarsi e troverà mille scuse. La pratica spirituale è l’intenzione continuamente riaffermata. Chi non è audace non accetterà il reale neppure quando gli verrà offerto. Salvatore Brizzi NON DUCOR DUCO (non vengo condotto, conduco)

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VENERD 6 FEBBRAIO 2015Camminare in giro per la citt con questo senso di pienezza interiore rende la vita meritevole dessere vissuta. Ti d la sicurezza necessaria per essere il funambolo che ha teso la sua corda sullabisso. Nel puro esserci scompare colui che vuole ancora essere qualcosa o qualcuno. Lamore e la serenit il calore non sono di qualcuno, ma si manifestano liberamente proprio in assenza di qualcuno che se ne attribuisce la paternit.Allora, come direbbe Victoria Ignis:Io guardo il mondo da dove il mondo non pu guardare.

Io sono la goccia che traboccata dal vaso.

Io accetto la gioia della marcia infinita.Quale dunque potrebbe essere la pratica spirituale?

Va bene anche non far niente. Il semplice desiderio profondo, puro ed essenziale, non sporcato dal pensiero, porter il cercatore alla meta. la vera motivazione che conta, non la forma. Dalla meta si viene attratti come da un magnete. dimportanza cruciale il fatto stesso di ricordarsi sempre che si sta compiendo un percorso sacro. Con determinazione e perseveranza, nonostante la noia, la disperazione e, talvolta, la totale mancanza di convinzione.Rammentate che lamacchinanon vuole svegliarsi e trover mille scuse.La pratica spirituale lintenzione continuamente riaffermata.

Chi non audace non accetter il reale neppure quando gli verr offerto.Salvatore Brizzi

NON DUCOR DUCO

(non vengo condotto, conduco)