Breve Saggio Sulla Dottrina Eucaristica_Tipologia

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    ELEMENTI DELLA SACRAMENTALIT DELLEUCARESTIA:BANCHETTO,SACRIFICIO,PRESENZA.

    Per quanto riguarda la sacramentalit dellEucaristia occorre partire dallinter-relazione dei tre termini di riferimento: si tratta del1. sacrificio di redenzione;

    2. della presenza del redentore che si sacrifica;3. della comunione fra Dio e gli uomini. il sacrificio di Cristo che si rende presente per ammetterci alla comunione con Lui.

    Studieremo il carattere sacramentale dellEucaristia procedendo innanzituttoattraverso unindagine biblica dei testi fondamentali, per poi effettuare unindagine

    pi propriamente storica e teologica.

    INDAGINE BIBLICA:

    1. IRACCONTI DELLISTITUZIONE;2. TIPOLOGIA BIBLICA ED EUCARISTIA;

    3.

    GLI EVENTI DELLA SALVEZZA E LEUCARISTIA.

    1. IRACCONTI DELLISTITUZIONE.

    1.1 Marco, Matteo, Luca e 1 Cor

    I libri del NT qualificano lE. con due titoli fondamentali: cena del Signore (1 Cor11,20) e frazione del pane (At 2,42.46). I due titoli collegano il mistero eucaristico siaa un avvenimento storico (lultima cena di Ges con i suoi) che a un riunirsicelebrativo (le assemblee eucaristiche della Chiesa apostolica). Il primo titolo rivelacome leucaristia sia stata intesa non come una semplice agape fraterna, ma come un

    rivivere il mistero della Pasqua, dal momento che ci che si celebra la cena delSignore durante la quale si entra in comunione con il suo corpo e il suo sangue e siannuncia la sua morte finch egli venga (1 Cor 10,17). Leucaristia si presentedunque come il memoriale della storia salvifica totale e lattualizzazione vivente nellaChiesa del suo centro, loblazione unica di Cristo al Padre nello Spirito.

    Allorigine dei testi del NT c un dato storico indiscutibile: la cena di Gescome memoria anticipata e profezia in atto dell evento pasquale: Mt 26,20-21.26-29; Mc 14,17-18.22-25; Lc 22,14-20; 1 Cor 11,23-26.

    I racconti concordano nei punti essenziali: 1. si tratta di una cena in uncontesto pasquale; 2. benedizione e distribuzione del pane, offerta del calice aicommensali; 3. il pane in relazione al corpo dato per e il vino al suo sangue

    versato per; 4. legame tra cena e pasqua; 5. carattere liturgico dei testi che supponeuna prassi gi conosciuta.Differenze fra i testi; sui gesti: Paolo mette i gesti sul pane prima della cena e quellisul vino dopo la cena, ossia sul terzo calice, detto calice della benedizione; Mc e Mt limettono insieme; Lc segue Paolo. Sulle parole: Paolo questo il mio corpo che dato per voi. Fate questo in memoria di me; Mc \Mt: questo il sangue dellalleanzache versato per molti; Paolo Lc parlano della nuova alleanza. Lordine di ripeterefate questo in memoria di me di Lc (dopo la benedizione del calice) e di Paolo (loriporta sia sul pane che sul calice).

    Queste differenze permettono di trarre alcune conclusioni:1. esistono due tradizioni indipendenti che tramandano lepisodio dellultima

    cena, quella di Mc\Mt (detta petrina) e quella di Paolo\Lc (detta paolina);2. i racconti rivelano unorigine di tipo cultuale, descrivendo, pi che gesti e

    parole propri di Ges, il culto della comunit primitiva. I testi vengono

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    comunemente suddivisi in due tradizioni: Marco\Matteo che sembra collegarsialla tradizione palestinese primitiva, e Paolo|Luca che recupera la stessatradizione, attraverso per la tradizione antiochena. La tradizione palestinesesembra risalire al 40 d.C. mentre quella antiochena a prima del 45.

    Tradizione palestinese (40) Marco\MatteoCena di GES

    Tradizione antiochena (45) Paolo\LucaLa testimonianza di Paolo

    Fin dagli anni 50 Paolo aveva trasmesso alla comunit di Corinto quanto avevaricevuto prima del 40, epoca della sua conversione e del suo primo contatto con lacomunit di Antiochia e con quella di Gerusalemme. A Corinto la celebrazionedelleucaristia era preceduta da un pasto in comune o agape, destinato anche alladistribuzione di doni ai pi poveri. Paolo mette in relazione la mensa del Signore coni culti idolatrici, portando i discepoli a capire che leucaristia un banchettosacrificale che si richiama alla morte di Ges.

    Se la fraternit non rispettata, non si riconosce in quel che si celebra ci che ilSignore ha detto di fare in sua memoria. Comunicarsi col pane e col calice benedetti entrare in comunione di vita col suo corpo e col suo sangue e diventare un solo corpoin lui. Levento eucaristico un evento ecclesiale; come presenza sacrificale-conviviale di Cristo, si pone in netta contrapposizione ai pasti sacrificali dei pagani, sioffre come grazia che plasma la Chiesa come corpo di Cristo nellunit di un unicoSpirito.

    La testimonianza degli Atti

    Lautore degli Atti indica leucaristia sotto la dizione frazione del pane. La

    riunione avveniva nelle case; il gesto dello spezzare ilpane era il gesto che davainizio al pasto giudaico; esso era preceduto dalla preghiera di benedizione e seguitodalla distribuzione dei pezzi.

    Latto significava comunione di tavola e partecipazione alla benedizione di Dio,il Donatore, ritenuto presente nellatto della mensa comune. Lo scopo del pastodiviene il rivivere levento nuovo della pasqua di Cristo a cui si collega. Dasottolineare la gioia che accompagnava le celebrazioni, animata dalla speranza che ilSignore viene.

    La dottrina eucaristica di Giovanni

    Giovanni non riporta il racconto dellistituzione; sicuramente conosceva gi unaprassi eucaristica affermata, soffermandosi di pi sul comprendere lEucaristia nelcontesto pi ampio di tutta lesistenza di Ges. Tutta lesistenza di Ges come ungrande passaggio pasquale: dal Padre al mondo (lincarnazione), dal mondo al Padre(morte e risurrezione). in virt di questo passaggio che si attua la salvezzadellumanit (Gv 3,13-15).

    Il discorso sul pane di vita (Gv 6,26-66) inscrive leucaristia nel medesimomovimento di discesa e di risalita: essa il pane vivo disceso dal cielo che d la vitaal mondo; questo pane quello che il Padre d a tutti in dono. Di fronte alle obiezionidei giudei, il discorso di Ges si snoda come un progresso continuo, finoallattestazione esplicita di un cibo e di una bevanda qualificate come la sua carne e il

    suo sangue. Il punto di arrivo la proclamazione di Ges come vittima offerta insacrificio (carne e sangue) per la salvezza del mondo. Questa relazione pu essereaccolta solo nella fede.

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    2. LULTIMA CENA NEL RACCONTO DELNT.

    Tra passato e futuro

    Lultima cena va collocata nel quadro dei pasti presi da Ges: con i peccatoridurante la loro esistenza e quelli con gli Undici dopo la resurrezione. Il pasto in

    comune rappresentava un entrare nella corrente di benedizione di Dio e un realizzareuneffettiva comunione di vita fra i commensali. Con un simile comportamento Gesmanifesta concretamente la realizzazione del perdono universale annunciato dai

    profeti per i tempi messianici ed esprime la chiamata di tutti gli uomini allapartecipazione del banchetto escatologico della salvezza.

    Lultima cena in stretta relazione con questi pasti; essa in un certo senso ilcompimento e linterpretazione del comportamento di Ges. Il pane spezzato divienelespressione simbolica di una presenza e di unassenza; la comunit degli apostoliradunandosi attorno alla mensa eucaristica esprime la consapevolezza di essere ilnuovo popolo di Dio nella storia riunito attorno a lui (At 10,40-43).

    Un annuncio di morte e di vita

    Esordio e conclusione dei racconti evidenziano i due poli entro cui si inseriscetutto il racconto; la morte come separazione e assenza del Maestro, la vita oltre lamorte come comunione e presenza nuova di Ges fra i suoi. Memoria nella qualeGes, assente visibilmente continuer a essere presente misteriosamente, per dare lavita ai suoi, fino al compimento ultimo della storia.

    Latto con cui si dona Ges nellultima cena costituisce unazione profetica cheanticipa il mistero di morte e di vita della sua pasqua: egli si consegnavolontariamente alla croce, facendo della sua vita un dono per tutti coloro checrederanno in lui; il pane spezzato equivale al suo corpo donato, il vino distribuito al

    suo sangue versato. Leucaristia appare come un banchetto di addio, il testamento ditutta lesistenza di Ges, il cui mistero un mistero di morte e di vita, di morte pernoi, perch possiamo vivere per lui come risorti.

    Banchetto pasquale e istituzione eucaristica.

    Vi sono molti elementi che danno a quella cena unambientazione tipicamentepasquale. Paolo richiama la notte in cui Ges veniva tradito; ora si sapeva chequesto fatto era avvenuto nei giorni della pasqua ebraica. La celebrazione della

    pasqua ebraica orientava il pensiero degli ebrei verso una doppia liberazione: laliberazione vissuta nel passato da Israele; lirruzione messianica e la manifestazione

    della nuova alleanza.Immolando la sua vita sulla croce e risorgendo da morte, Ges introduce la storia

    nellescatologia e lescatologia nella storia e offre a tutti la possibilit di rivivere ilmedesimo passaggio pasquale. Ges presenta la sua morte come unimmolazionevicaria: egli si offre per i suoi; il banchetto pasquale che cristo celebra rappresentalanticipazione sacramentale delloblazione cruenta sulla croce e delle risurrezione elinaugurazione dellalleanza dei tempi messianici. Cos, se la pasqua di Cristonellultima cena inserita nella cornice della pasqua antica, essa esorbitaassolutamente da questa cornice dal momento che il suo contesto Cristo stesso,nostra pasqua (1 Cor 5,7).

    3.

    TIPOLOGIA BIBLICA ED EUCARISTIA

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    La tipologia lo studio delle corrispondenze tra le meraviglie della salvezza aidiversi livelli dellhistoria salutis; essa permette di mostrare come Cristo e le sueopere siano la realizzazione delle figure dellantica legge e come entrambi sidispieghino nella realt della Chiesa e dei sacramenti. LEucaristia non costituisceuna meraviglia isolata e senza alcun riferimento al passato; si pone invece come

    punto di convergenza di una vasta serie di accadimenti biblici che ne formano ilcontesto ermeneutica proprio e imprescindibile. Tali sono: 1. la pasqua di liberazione;

    2. il sacrificio dellAlleanza; 3. il banchetto di comunione; 4. la dimora di Dio inmezzo al suo popolo.

    3.1 La pasqua di liberazione

    In origine la pasqua era la festa della primavera, legata alle prime spighe dorzo eallofferta dei pani azzimi. Dopo la liberazione dallEgitto, diventa il ricordo del

    passaggio dalla schiavit alla libert. Questo passaggio costituisce levento centraledella storia di Israele, ricordato di anno in anno; celebrare la pasqua significa perlebreo commemorare lesodo, con le meraviglie che laccompagnano, e rinnovarea ogni svolta della storia la propria fede nella potenza salvatrice del Signore.

    La nuova pasqua il passaggio di Cristo da questo mondo al Padre, dopo averdato il suo corpo e versato il suo sangue per la redenzione dellumanit. Il sanguedellagnello immolato aveva preservato gli ebrei dal passaggio dellangelosterminatore e aveva inaugurato lesodo. Il pane azzimo era il simbolo della partenzae del cammino da percorrere. Cristo presentato come il nuovo agnello di Dio. Le

    parole sul pane e sul vino mostrano come la morte in croce di Cristo costituiscalimmolazione del vero agnello che salva lumanit dalla condizione di peccato,introducendola nella libert dei figli di Dio. Lingresso nella terra promessa vede per

    protagonista da una parte Dio che dona la terra, e dallaltra il popolo che la conquistafaticosamente. Cos leucaristia il segno della vittoria del cristiano, perch ogni

    battezzato in gradi di trionfare sul peccato e sulla morte ed entrare cos in possesso

    della grazia del Regno.

    3.2 Il sacrificio dellAlleanza

    Lalleanza una delle opere costanti di Dio nelleconomia biblica; il suo caratterefondamentale lirrevocabilit: Dio stringe un patto col suo popolo e vi restairrevocabilmente fedele. Il rito con cui lalleanza si compie un rito di sangue. Ilsangue rappresenta la vita; quando viene asperso fra due parti come segno di alleanza,esso crea una comunione nuova che le impegna ad essere fedeli, luna allaltra. Gesanticipa nellultima cena, il suo sacrificio redentivo e mostra come il suo corpo dato eil suo sangue versato costituiscano i segni dellalleanza escatologica offerta a tutta

    lumanit. Il suo sangue il sangue che d la vita al mondo; in esso si manifesta losposalizio di Dio con lumanit. Celebrare leucaristia significa far memoria delmistero dellalleanza definitiva, stabilita dal Padre nel dono del Figlio e del suoSpirito con la Chiesa.

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    2.3 Il banchetto di comunione

    In relazione con i temi della pasqua e dellalleanza, va collocato il tema delbanchetto e il suo significato di comunione. Gi la pasqua celebrata in occasionedelluscita dallEgitto era contemporaneamente un sacrificio e un banchetto. Lostesso accade ai piedi del Sinai: Mos, Aronne e i 70 anziani si riuniscono perconsumare un banchetto che esprime lunione con JHWH. Leucaristia si trova infatti

    nel tempo intermedio che va dallultima cena al banchetto escatologico: il banchettodi Cristo con i suoi nel quale egli si fa presente in mezzo a coloro che sono riuniti nelsuo nome. la fede in questa presenza che spiega la gioia incontenibile dellacomunit primitiva. Alla fede si unisce la speranza; se il Signore Ges presente, egli anche atteso come colui che torner a portare compimento il suo regno.

    La dimora (shekinah) di Dio

    Il banchetto di comunione rimanda a un altro tema biblico di fondamentaleimportanza: quello della dimora di JHWH in mezzo al suo popolo, la shekinah. A tutti

    i livelli della storia della salvezza, Dio si fa presente fra i suoi; ha posto la sua tendain Cristo, abita in mezzo a noi nella sua Chiesa. Leucaristia si pone in continuit conle profezie messianiche: Ez 37,27 in mezzo a loro sar la mia dimora: Io sar il loroDio ed essi saranno il mio popolo. La dimora eucaristica di Cristo si inquadra cosnel seguito delle grandi opere di Dio nella storia e costituisce essa stessa una di questegrandi opere nel tempo attuale. Leucaristia la shekinah del tempo attuale,anticipazione e preparazione della shekinah escatologica preannunziatadallApocalisse (21,3).

    4. GLI EVENTI DELLA SALVEZZA E LEUCARISTIA

    LEucaristia appare fin dallinizio, come unazione di grazie in risposta alleconomia delle meraviglie della salvezza: anamnesi di queste meraviglie e suaattualizzazione nella liturgia della Chiesa.

    Dalla berakah allEucaristia

    La berakah, la benedizione cultuale, rappresenta un atteggiamento biblicofondamentale, in una relazione costante con le grandi opere di Dio. Si tratta di un attodi rendimento di grazie in risposta ai benefici, i mirabilia, operati da JHWH in favoredel suo popolo. La berakah biblica anzitutto un grido di ammirazione davanti alcarattere meraviglioso delle opere divine; per conseguenza una confessione di fede,una proclamazione del Dio unico che ha eletto Israele, liberandolo dalla condizione dischiavit e che continua a operare con potenza meraviglie di salvezza.

    Allo stesso tempo per, la berakah implica un riconoscimento delle infedeltallalleanza divina ed quindi una domanda di perdono e di abbandono fiduciosoallimmensa misericordia del Signore. La benedizione prima di esprimere unmovimento ascendente (dalluomo a Dio), manifesta un movimento discendente (daDio alluomo). Nata fuori dal culto, la benedizione entra ben presto nella liturgia deltempio dove viene sviluppata.

    La benedizione cultuale comprende 3 elementi fondamentali: 1. La benedizionepropriamente detta; 2. Il memoriale, o anamnesi dei mirabilia Dei; 3. il ritorno alla

    benedizione iniziale. Il rendimento di grazie si fonda sul ricordo delle grandi opere diDio. La parte pi sviluppata soprattutto quella centrale: il ricordo che attualizza e fapartecipare nel presente alle meraviglie della salvezza del passato e prepara a quelledel futuro. Il rendimento di grazie abbraccia in un solo sguardo tutta la storia.

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    Cena pasquale e haggadah

    Lavvenimento chiave fondamentale che sintetizza in s tutti gli interventidella storia della salvezza fino a costituirne il centro e il Kerygma la liberazionedall Egittoe il passaggio del Mar Rosso. Il cuore della berakah vetero-testamentaria

    costituito da questo avvenimento. in questo contesto che viene istituita la festa e ilrito della Pasqua.Questa prescrizione biblica prende la forma della narrazione rituale nel Sder

    della haggadah di pesah, ossia nel rito della pasqua della liturgia ebraica. Tutto il rito pieno di simboli che spiegano lavvenimento pasquale: il pane considerato ilsegno della liberazione, al tempo delluscita dallEgitto; il vino come il segnodellagiatezza e della terra conquistata: il vino del regno della consolazione. Iquattro calici, secondo il Talmud, sono simboli delle 4 espressioni adoperate dall Es

    per indicare la liberazione Vi sottrarr, vi salver, vi liberer, vi prender. In ognigenerazione ciascuno ha il dovere di considerarsi come se egli stesso fosse uscitodallEgitto.

    Ognuna delle azioni di Cristo che gli evangelisti menzionano trova riscontroin altrettante azioni rituali del banchetto ebraico, alle quali viene conferito unsignificato nuovo. Alla benedizione del pane Ges ha aggiunto laffermazionefondamentale: Prendete, questo il mio corpo; e alla benedizione sul vino: Questo il sangue della nuova alleanza sparso per voi . Il pane e il vino si presentan o diconseguenza, come il segno anticipatore del suo sacrificio e quindi di unalleanzanuova che si sta realizzando nel suo sangue.

    Comunicare con quel pane non sar pi celebrare il ricordo delluscitadallEgitto, ma comunicare con il corpo di Cristo, dato per tutti. Lo stesso per il vino.Eucharistesas: ha reso grazie, perch la pasqua ha cessato in quel momento diessere una figura ed diventata una realt. Con la cena e con la croce, inseparabili, il

    popolo di Dio entrato nel possesso delle antiche promesse. Tutto trova compimento.

    LEucaristia come memoriale

    Proclamare le grandi azioni di Dio significa anzitutto ricordare a Dio la suapromessa e lalleanza stretta una volta per sempre col suo popolo. Un atto che altempo stesso un ricordare a Israele gli interventi divini di cui stato beneficiario esuscitare al suo interno il rendimento di grazie e la fede nella continuit di questointerventi. La celebrazione della pasqua il memoriale per eccellenza. Il memorialefa presente a Dio la sua promessa, i suoi interventi e la sua fedelt, ma fa anche

    presenti al popolo le esigenze che lalleanza comporta. Lefficacia del memoriale condizionata non tanto da fattori esterni, ma dalle conseguenti esigenze esistenzialiche scaturiscono dallalleanza.

    Il rito eucaristico istituito da Cristo si inserisce in pieno in questo contesto, maesorbita in ragione del suo contenuto unico: Cristo stesso, nostra pasqua, come

    proclamer Paolo (1 Cor 5,7). Per i cristiani la storia della salvezza sintetizzata nellapasqua di Cristo di cui leucaristia il memoriale nella Chiesa. Il racconto dellultimacena caratterizzato da una duplice coordinata: e la coordinata verticale, per la qualeGes partendo dai doni della creazione guarda al Padre a cui si offre, e la coordinataorizzontale, in forza della quale Ges si rivolge ai discepoli nei quali intravede laChiesa, come comunit escatologica per eccellenza

    Ges, la creazione e il Padre. Pane e vino rappresentano la terra che altermine del viaggio nel deserto, doveva offrire agli ebrei grano e uva. Prendere il panee il vino e pronunciare su di essi la benedizione riconoscere che tutto di Dio ericevere quindi questi doni dalle sue mani. Ges collega questi doni al Padre, fonte

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    della creazione e della vita divina; nello stesso tempo, ponendo questi doni con la suapersona, indica come attraverso il pane e il vino venga annunciato e comunicato unaltro dono, immensamente pi grande che il Padre sta facendo allumanit intera: ildono della sua persona per il perdono dei peccati.

    Levento pasquale, come espressione della benevolenza del Padre versolumanit, dunque gi preannunciato nei gesti dello spezzare il pane e del distribuireil vino con le parole che li accompagnano. Pane e vino, come corpo-donato e sangue-

    versato appaiono come unanticipazione sacramentale della morte cui Gesvolontariamente sta andando incontro. Va tenuto ovviamente presente il contestodella pasqua ebraica: il pane ricorda la bont di JHWH verso il suo popolo e quindi lasua continua presenza. Ges il nuovo cibo, quello vero, che il Padre ha dato agliuomini per la vita del mondo. Il vino a sua volta esprime la gioia della vita, lamore,lamicizia e la felicit: nellultima cena fa riferimento al sacrificio di ringraziamentodi cui pi volte parlano i salmi, quale espressione dellalleanza di JHWH con il suo

    popolo.Nei testi dellistituzione si parla di sangue dellalleanza (Mc\Mt) o di

    nuova alleanza nel sangue di Cristo (Paolo, Luca) collegandosi esplicitamente alsacrificio del Sinai mediante il quale Mos aveva espresso lalleanza del Signore col

    suo popolo. Il fatto poi che questo sangue sia versato, non solo evoca laspettosacrificale del patto, ma richiama nello stesso tempo la sorte dei giusti e dei profeti, ilcui sangue era stato ingiustamente versato.

    Ges, i discepoli e la Chiesa. I testi dellistituzione, se esprimono il rapportounico di Ges col Padre, manifestano allo stesso tempo il riferimento radicale di Gesai discepoli e alla comunit che nascerda loro. Lultima cena appare inserita in uncontesto relazionale, riservata al gruppo dei discepoli, e presenta una strutturarelazionale. Gli stessi gesti del dare e i pronomi personali usati (mio corpo, miosangue, per voi) esprimono la volont di Ges di fare di questo gruppo la suacomunit, la comunit escatologica del suo regno.

    In questa nuova comunit Ges in persona sar presente quale cibo di vita e

    bevanda di salvezza. Tale presenza sar legata alla memoria che i discepoli farannodella sua pasqua. Fate questo come mio memoriale: nel momento in cui Ges siincammina verso la croce, come Signore del futuro, lascia in anticipo la sua presenzache si compir ogni volta che i discepoli faranno memoria del suo evento pasquale. Il

    pane e il vino sono inseparabilmente collegati alla persona di Ges e al mistero dellaChiesa che sgorga dallevento della sua morte e risurrezione. Corpo nel linguaggio

    biblico indica la totalit della persona, interamente donata; sangue dellalleanzaesprime e richiama sia il sacrificio di morte cui Ges va incontro, sia il fruttouniversale che da esso scaturisce.

    Celebrando il ricordo della nuova pasqua, i discepoli celebreranno eincontreranno proprio lui, al punto che la sua dipartita solo la condizione della suanuova presenza. E come per Ges celebrare la sua pasqua significa passare dallamorte alla vita, cos anche per i suoi discepoli celebrare la memoria pasqualenellazione eucaristica sar passare incessantemente dalla morte alla vita e proclamarela sua venuta nel mondo. Fate questo come mio memoriale: il memoriale rende

    presente il Signore, richiama in ricordo dinanzi al Padre il sacrificio unico del Figlioche lo attualizza, nella presentazione sacramentale del suo unico sacrifico al Padre.La messa proclama San Leone Magno una nuova presenza, un nuovo aspettodellunico sacrificio; nuovo per la Chiesa che celebra, ma non per limpegno di

    Cristo.

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    INDAGINE STORICO-TEOLOGICA:

    1. LEUCARISTIA COME PRESENZA DI CRISTO;2.

    LEUCARISTIA COME SACRIFICIO SACRAMENTALE;3. LEUCARISTIA COME BANCHETTO DI COMUNIONE.

    1. LA PRESENZA SACRAMENTALE DI CRISTO.

    Il significato proprio dellazione eucaristica consiste nel fatto che loggetto materiale(pane e vino), mediante le parole pronunciate su esso, diviene un segno valido edefficace della presenza reale di Cristo e della sua opera redentrice.1.1 I racconti dellistituzione: interpretazione letterale o allegorica.

    Il punto ovvio di partenza dato dai racconti dellistituzione e dalla loro

    interpretazione. Si tratta di stabilire il significato esatto che Ges diede alle sue paroleQuesto il mio corpo, questo il mio sangue . Lodierna interpretazione dellaparola dellistituzione deve prendere le mosse dal dato di fatto che nel cenacoloCristo ha parlato nella sua lingua materna, laramaico. In aramaico Ges deve averofferto il pane e il calice con una parola indicativa ed esplicativa (Ecco, mia carne-ecco mio sangue).

    Se si tiene conto della loro posizione nella liturgia pasquale, questo parolepossono essere intese nel senso che, invece della carne del sacrificio pasquale che sitrova realmente sulla tavola, Ges offre se stesso come la nuova vittima pasqualesotto le specie del pane e del vino, in cui la carne indica il convito sacrificale,mentre il segno della storia della salvezza e liturgico del calice e del vino designa pi

    la stipulazione di un patto mediante leffusione del sangue. Il problema dellesegesidell compare solo nel testo greco e nell ambiente culturale ellenistico. Ilrealismo dellespressione appare innanzitutto in 1 Cor 10,15-17: il pane e il vinovengono indicati come strumenti di comunione al Corpo e al Sangue di Cristo. Ilrealismo del corpo e del sangue eucaristico di Cristo viene ulteriormente confermato echiarito dallaccenno allintima comunione dei cristiani nella Chiesa come corpo diCristo, fino a concludere che chi mangia indegnamente il Corpo e il Sangue delSignore, mangia e beve la propria condanna.

    Laltro testo di riferimento per dedurre il realismo sacramentale dellEucaristia, il discorso della promessa del pane vivo: Gv 6,32 Il pane mio vi d il pane del cielo,quello vero. Gv 6,51 il pane che io vi dar la mia carne per la vita del mondo.

    Questa frase deve essere presa alla lettera:1. a causa dellaccenno allevento futuro:che io vi dar nel cenacolo; 2. a motivo del termine usato da Gv dal versetto 54 in

    poi per indicare latto di mangiare e che letteralmente significa stritolare con i denti(-troghein); 3. perch la metafora mangiare la carne di qualcuno significavanel linguaggio contemporaneo: Odiare qualcuno a morte. Di conseguenza 6,56 e6,57 devono essere intesi solo alla lettera. Nellultimo versetto viene esplicitamentedichiarato che in questo testo carne non indica altro che il corpo vivo del Signore in

    persona.Linterpretazione letterale di questo discorso sta anche alla base della prima

    grande decisione presa nella cristologia del concilio di Efeso del 431, dove si parladella carne di Cristo che d la vita.

    1.2

    Linterpretazione dei Padri

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    1.2.1 La linea realista. Giustino spiega la trasformazione eucaristica facendoriferimento al mistero dellincarnazione: come questa ha reso possibile che il corpo diGes fosse il corpo del Logos, cos lo stesso Logos trasforma pane e vino rendendolicomunicativi della sua presenza. Altre testimonianze in Tertulliano, Ireneo, Cipriano.

    1.2.2 La linea spiritualista soprattutto dei Padri Alessandrini. Il Logosviene visto principalmente come rivelatore, e senza mettere in discussione la presenzadel Signore nellEucaristia, insistono sullimportanza della comunione spirituale.

    Origene lautore pi rappresentativo; il vero cibo eucaristico la parola di Cristo elautentica comunione quella che viene stabilita attraverso la comunicazione dellasua verit. Non lalimento che pu essere motivo di salvezza, ma la comunioneinteriore che il credente stabilisce con la Parola divina; il cristiano perfetto

    progredisce nutrendosi della verit del Logos. Nestorio e Teodoreto di Ciro andrannooltre negando ogni trasformazione di natura del pane e del vino e sostenendo unatrasformazione esclusivamente di tipo linguistico.

    1.2.3 Agostino si muove tra realismo, simbolismo e spiritualismo. Vi sonotesti che testimoniano il suo realismo eucaristico, nei quali Agostino identifica glielementi del pane e del vino con quelli del corpo e del sangue. Altri testi seguono unalinea pi simbolica, definendo i sacramenti come segni sacri, realt quindi che non

    contengono il mistero ma che lo richiamano. Agostino insegna questa veritsoprattutto dove afferma che gli eretici che si comunicano, si cibano soltanto nelsegno, ma non nella verit, solo sacramento, ma non re-vera. Altri testi sviluppanomotivi spiritualistici, innanzitutto sul piano ecclesiologico: leucaristia richiama ilcorpo ecclesiale, sullaltare vi ci che noi siamo, il corpo universale del Cristo(totus Christus caput et corpus). Sul piano della persona Agostino insiste sullacomunione interiore, attenta alle disposizioni del cuore.

    1.3LE CONTROVERSIE EUCARISTICHE

    La prima controversia aperta dallabate Pascasio Radberto (+ 850) che

    compone una prima monografia, Liber de corpore et sanguine Domini. Egli affermalidea di identificazione tra il corpo storico del Signore e la realt sacramentale. Sitratta di uninterpretazione cafarnaitica, letterale per cui il pane e il vino vengonotrasformati nel corpo storico di Ges. Reagiscono a questa interpretazione diversiautori tra cui Rabano Mauro, Ratramno e Scoto Eriugena. Ratramno privilegia ilconcetto di figura, sostenendo lidea della presenza simbolica in modo che latrasformazione eucaristica non avvenga corporalitermaspiritualiter.

    La seconda controversia aperta da Berengario di Tours (+1088) che portaallestremo la posizione di Ratramno, sostenendo in maniera esplicita lidea di

    presenza simbolica. Con la consacrazione, secondo Berengario, gli elementi noncambiano realmente, ma cambiano nel loro significato; in essi vi una forza divina(virtus divina) che porta alla comunione con il Cristo, ma non c veratrasformazione. Il corpo e il sangue sono presenti figuraliter e si raggiungonoattraverso lassenso della fede (comunione spirituale). Il concetto perci che siafferma quello di transustanziazione, che tenta di spiegare il modo in cui si realizzala presenza reale di Ges Cristo. Lanfranco di Canterbury (+1089) e Guitmondo diAnversa (+1095) trovano la soluzione spostando il problema sul piano filosoficodellontologia.

    Entra cos nella teologia dellEucaristia il termine di transustanziazione col qualesi vuole intendere la mutazione delle sostanze del pane e del vino in quelle del corpoe del sangue del Salvatore. Cos sar gi inteso nel IV Concilio Lateranense (1215)

    che consacra ufficialmente il termine (DS 802). Il concetto sar approfondito,cercando di comprendere meglio ci che viene indicato come sostanza, fino adistinguere la sostanza dagli accidenti (Alano da Lilla + 1190). Intervengono diverseteorie: 1. consustanziazione, compresenza del Signore con gli elementi del pane; 2.

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    annichilimento (Occam), per cui vi sarebbe distruzione di una sostanza perpermettere la presenza di unaltra; 3. elevazione, per cui lintervento eucaristicoproduce una conversione (metabol): la sostanza degli elementi viene elevata allivello di sostanza del corpo e sangue del Cristo, permanendo gli accidenti. Tutta lasostanza muta in unaltra; permangono invece gli accidenti, mistero che rimandaovviamente alla fede nellonnipotenza divina.1.4 Per comprendere lidea di transustanziazione occorre chiarire il concetto di

    SOSTANZA, con il quale si intende lessere fondamentale di una cosa, quel nucleoessenziale che ad esempio distingue un tavolo da una pietra, e che comporta una seriedi accidenti i quali non intervengono a definire lessenza della cosa stessa.

    Il concetto di sostanza non appartiene al mondo fisico, ma metafisico; latrasformazione eucaristica avviene in un campo metaempirico, il cambiamento compreso come trasformazione sostanziale e la presenza di Ges nelleucaristia vaintesa nei termini dellessenza o della sostanza. La presenza di Ges una presenzaspeciale, di cui non si ha esperienza. San Tommaso parla di una presenza non sub

    propria specie, masecundum modum sunstantiae, quindi Cristo non presente nellasua forma naturale propria, ma in base ad una presenza che va definita sacramentale.

    Il pane mediatore di una presenza che per supera i suoi confini e dunque

    indefinibile in senso locale. La transustanziazione non elimina la realt del pane e delvino, inerendo la sostanza e non le specie; se cessano le specie, ad esempio se il panediventa polvere o se il vino diventa aceto, la presenza eucaristica scompare.

    1.5 DOTTRINA :

    1. Nell Eucaristia presente il Cristo vivente con lacarne e il sangue, il corpo elanima, la divinit e lumanit;

    2. In virt delle parole, dopo la consacrazione nel pane presente la carne e nelvino il sangue;

    3. Per concomitanza, sotto ciascuna delle due specie presente la corporeit

    vivente di Cristo. Ossia nello stesso tempo la carne e il sangue e il corpo elanima di lui.

    4. in virt dellunione ipostatica, sempre presente tutto il Cristo, lUomo Dio conla sua divinit e umanit;

    5. LEucaristia opera di tutta la Trinit, Padre, Figlio e Spirito Santo.

    Occorre chiarire il concetto di sostanza per poter comprendere appieno il concetto ditransustanziazione.Per sostanza si intende:

    1. Lesclusivo essere-soggetto in opposizione alla molteplicit dei predicati;2. Lidentit e unit del soggetto con se stesso (essentia-);3.

    La permanenza del soggetto di fronte alle forme fenomeniche;4. La funzione di supporto del soggetto rispetto ai fenomeni essenziali e

    accidentali.Lelemento decisivo nel concetto di sostanza che esso sta ad indicare una realt

    categoriale trascendente; questa sostanza non pu appartenere al campo dellosperimentale fisicamente. La dottrina della transustanziazione aggiunge al dogmadella presenza reale 2 nuovi insegnamenti: 1. gli accidenti del pane e del vinorimangono anche se le sostanze naturali non ci sono pi; 2. le sostanze del pane e delvino non sono distrutte e sostituite dal corpo e dal sangue di Cristo, ma subiscono unavera e mirabile conversio.

    La transustanziazione vuole dirimere la verit della presenza eucaristica tralestremo realismo di Pascasio Radberto e il simbolismo spiritualistico di Berengario.Listanza della controversia mirra allesatta comprensione della particolare realt checompete alla storicit del Cristo sacramentale. Si tratta di intendere rettamente la

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    spazialit e la temporalit delle specie. Ci avviene mediante lidea aristotelica disostanza e lo schema sostanza-accidente.

    La conversione della sostanza del pane nella sostanza del Corpo di Cristo noncomporta un incremento del corpo di Cristo in corrispondenza allo spazio occupatodalla sostanza del pane. La transustanziazione consente semplicemente larepraesentatio , la ri-presentazione nella storia della salvezza dellunico e sempreidentico Signore per tutti i luoghi e i tempi nei quali si trovano il pane e il vino

    consacrati. La presenza di Cristo una presenza corrispondente alla sua naturaPERSONALE.Gli accidenti fisici garantiscono la presenza spazio-temporale dellunicoCristo storico e appartenente alla storia della salvezza, e precisamente in grazia delsuo necessario rapporto a una sostanza come soggetto; indicano con la lorosperimentabilit la presenza di un soggetto reale.

    La presenza sacramentale: non solo una questione di fede soggettiva e neancheuna realt sensibile oggettiva, ma una verit storica che ha un riferimento reale ediretto con la nostra spazio-temporalit, anche se comprensibile solo nella fede. La

    presenza di Cristo e lincontro con lui deve essere intesa non in un senso fisico, maveramentepneumatico, nel senso di una presenza misteriosa.

    Per il rapporto sostanza-accidente diviene spiegabile e possibile che Cristo sia

    presente in molti luoghi e sempre senza che si renda necessaria una multilocazione ouna multipresenza. La pluralit data solo dagli accidenti a cui sta di fronte comesoggetto e sostanza il Cristo storico della storia della salvezza.

    NellEucaristia bisogna vedere uninter-relazione di tre termini: un sacrificio diredenzione, la presenza del redentore che si sacrifica, la comunione fra lui e gliuomini. Si tratta di tre realt che vanno armonizzate: il sacrificio possibile perch

    proprio il redentore che si rende presente, ma la presenza sacrificale non fine a sestessa bens per la consumazione e la comunione dei fedeli, per cui lazione non hatermine finch non si compie latto della comunione, intesa come incontrointerpersonale fra il fedele e Cristo. Paolo VI, Mysterium Fidei, afferma: In quel

    sacramento in modo unico presente il Cristo totale, Dio e uomo, sostanzialmente eininterrottamente. Tale presenza di Cristo sotto le specie si dice reale non peresclusione, quasi che le altre non siano reali, ma per antonomasia, perch sostanziale, e in forza di essa Cristo, uomo-Dio, tutto intero si fa presente.

    Si tratta di una presenza reale, quindi, da intendersi non in senso fisicista, benssacramentale. Il dogma parla di presenza vere, realiter, substantialiter, rifiutandolinterpretazione fenomenologia che porta a pensare ad una presenza di tipo materialecome se leucaristia rendesse attuale il Cristo anche nelle sue composizioni fisico-chimiche. Si parla di una modalit di presenza di tipo personale; attraverso unamodalit sacramentale, quindi nel velo e nel segno delle specie del pane e del vino sirende presente la persona di Cristo che compie il sacrificio della sua vita. La personadi cui parliamo, quella del Signore Risorto; il corpo cui ci riferiamo perci uncorpo risuscitato, pneumatico, pienamente trasfigurato dallopera dello Spirito.

    Se Cristo diventato salvezza del mondo perch il suo corpo crocifisso hasuperato i sentieri della morte e del peccato per entrare nella sfera dello Spirito. Perquesto oltre alle parole della consacrazione, per realizzare il mistero occorre anchelinvocazione allo Spirito. Mentre i latini accentuano limportanza della paroleconsacratorie, gli orientali accentuano limportanza dellinvocazione allo Spirito. Le2 realt vanno viste invece come inseparabili. Il Cristo presente nelleucaristia ilCristo che si dona, perch levento pasquale si realizzi e si comunichi il dono

    principale che attraverso la resurrezione si aperto al mondo: lo Spirito Santo.

    Leucaristia non va intesa tanto come apparizione di Cristo, quanto piuttosto comecoinvolgimento e incontro.

    Nella storia:

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    Ges ha rispettato il Tempio e il sacerdozio dellAT, tuttavia si appropriatodella critica profetica contro lesteriorizzazione del sacrificio e la corrispondenteesigenza di interiorit. Ha predetto la rovina del Tempio, ha annunciato la nuovaalleanza nel suo sangue come riscatto per molti. Si designato come il servo di Dio;il suo sacrificio supera tutti i sacrifici veterotestamentari, avvenuto una volta per tutte.Cristo nella sua qualit di Uomo Dio si offerto una volta per tutte come sacrificio

    pienamente gradito di riconciliazione e di redenzione per tutta lumanit.

    Il sacrificio riceve una struttura nuova:1. Cristo si offre da s: vittima e sacerdote coincidono;2. Il sacrificio ancorato in Dio in virt dell unione ipostatica di Ges come

    Uomo-Dio;3. Poich il sacrificio di Cristo un sacrificio di espiazione per il peccato e lo

    stipendio del peccato la morte, il suo sacrificio doveva essere unoblazioneattraverso la morte;

    4. Poich Cristo una realt assolutamente unica dal punto di vista storico,anche il suo sacrificio doveva essere unico;

    5. Il cristianesimo non pu esistere senza sacrificio, attraverso la partecipazionedei membri del corpo di Cristo al sacrificio del loro capo.

    Lintera opera di Ges stata intesa fin dai primi testi cristiani come sacrificio,cio come oblazione al Padre di unesistenza che costituisce motivo di redenzione pertutta lumanit e che ha nella morte il suo momento culminante. Con le parole corpodato per voi e sangue versato per voi Ges attesta il carattere sacrificale della cenaeucaristica e lintenzione di sostituire la tradizionale vittima sacrificale con se stesso,scambiando il vecchio agnello pasquale con la sua persona, precisando che questaofferta fatta per i molti (contesto isaiano che sta per tutti, cf. Is 52,15; 53,12) eche il fine quello di stabilire una nuova alleanza. Il mistero essenziale della salvezzaoperata da Cristo nel sacrificio di s rivissuto, sacramentalmente attraverso lacelebrazione eucaristica. Tutta la tradizione ha inteso lanamnesi come

    attualizzazione e non semplicemente come ricordo soggettivo. La messa non ricorda,ma rende presente il sacrificio totale che Cristo ha offerto al Padre per la salvezzadellumanit. Due concetti sono tra loro legati: il primo riguarda il contenuto edestende il concetto di sacrificio a tutta lopera di Cristo; il secondo puntualizza lacontemporaneit dellidea di memoriale, un memoriale che rende presente e attuale ilsacrificio unico di Cristo nei suoi elementi costitutivi: la stessa vittima, il medesimoofferente e la stessa azione sacrificale, sebbene diversa nel modo incruento di offrire.

    ESISTENZA DEL SACRIFICIO DELLA MESSA:

    1 Cor 11,24-26; Lc 22,29Annunciamo la tua morte Signore, e proclamiamo la tua resurrezione fino al

    tuo ritorno nella gloria. La commemorazione giudaica (sakar) no solo una memoriasoggettiva, ma la ripresentazione liturgica di un evento storico del pasto in vista della

    partecipazione feconda di tutte le et.La messa per la Chiesa un vero e proprio sacrificio (sacramentale) e, rispetto

    allunico sacrificio della croce, un sacrificio (realmente-onticamente) relativo (ossianon indipendente). Anche se lEucaristia non viene mai detta sacrificio nel NT, lecircostanze dellistituzione e le spiegazioni relative alleucaristia indicano in modoinequivocabile il suo carattere essenzialmente sacrificale:

    1. nella cornice del convito pasquale, pasto sacrificale e commemorativo, Cristo

    si offre in pasto al posto della carne sacrificata;2. 1 Cor 11,24 richiama Is 53, 4-6, nel porgere agli apostoli il corpo e il sangue;3. il sangue separato dalla carne, come se ottenuto mediante lo scannamento,

    segno della donazione della vita ed espressione del sacrificio;

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    4. la lettera agli Ebrei sviluppa la dottrina di Cristo unico e nuovo sommosacerdote;

    5. Gv considera lEucaristia come la carne immolata per la vita del mondo.

    Il carattere sacrificale della messa stato ampiamente contestato dai riformatori:

    LUTERO(De captivitate babylonica-1520-; De abroganda missa privata-1523-), vede

    nella messa cattolica il rinnovamento o la ripetizione del sacrificio della croce comeunopera puramente umana. Lutero insegnava che Cristo avrebbe lasciato in eredituna cena come segno e promessa della remissione di peccati. La messa quindi ilmemoriale di questa promessa. Lutero condanna anche la messa privata in cui sicomunica solo il sacerdote, perch in essa si sarebbe perduto il carattere conviviale.MELANTONE (Loci communes) afferma che errano in modo empio tutti coloro cheaccettano la concezine cattolica della messa, poich questa sarebbe solo unacomunione per il consolidamento della fede.ZWINGLI, sostiene che lunico sacrificio sulla croce stato possibile solo con la

    passione, leffusione del sangue e la morte. Adesso Cristo nella gloria, perci nonc alcun sacrificio.

    CALVINO(Institutiones -1536) considera il sacrificio di Cristo come un bestemmiareCristo, uneliminazione della sua passione, un gettare nelloblio la sua morte e undefraudarne i frutti.Trento DS 1738-1759 riafferma linterpretazione sacramentale della messa,sviluppatasi nella tradizione:

    1. Il sacrificio della messa un vero e proprio sacrificio, non solo una cena diCristo e neanche un semplice ringraziamento o lodo o commemorazione delsacrificio della croce;

    2. Il sacrificio della messa non reca alcun pregiudizio o oltraggio allunicosacrifico di Cristo, poich la ripresentazione sacramentale del sacrificio dellacroce.

    Ges volle lasciare alla sua sposa, la Chiesa, un sacrifico visibile, conforme alleesigenze della natura umana, in cui fosse ri-presentato (repraesentaretur) quelsacrificio cruento che doveva essere offerto una volta per tutte sulla croce, se neconservasse la MEMORIA fino alla fine dei tempi e la sua forza salvifica fosseAPPLICATAper la remissione dei peccati che commettiamo quotidianamente.Dottrina: la messa MEMORIA,REPRAESENTATIO E APPLICATIO.

    Lunico sacrificio, reale e indipendente della nuova alleanza il sacrificio diGes sulla croce, reso presente nel sacrificio della messa per la nostrasalvezza;Il sacrificio della messa un sacrificio relativo; diverso il modo dellofferta (incruento);Il sacrificio della croce ci ha portato la redenzione; il sacrificio della messa cela applica;

    Nel sacrificio della messa Cristo si offre sotto le specie del pane e del vino;Nella cena Cristo era anche il sacerdote visibile, nel sacrificio della messa invisibile;

    Nella cena cera listituzione e lordine di compiere il sacrificio, nella messac solo lesecuzione e il compimento.

    IL SACRIFICIO DELLA CHIESA

    La messa coinvolge la chiesa nellazione di Cristo perch essa pure siidentifichi nel gesto del suo Signore. Il sacrificio di Cristo diventa pure il sacrificiodella Chiesa ed proprio questo lelemento principale di novit che distingue sia le

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    molte messe dall evento della croce, sia le molte messe fra di loro. Se ogni messa sempre la stessa in quanto ri-presentazione dellevento della croce, anche nuova inquanto atto della chiesa.

    Il sacrificio di Cristo acquista cos il dono del tempo e degli uomini, siarricchisce del contributo della sua sposa (lacqua unita al vino), affinch ilChristus totus espresso dal sacrificio unico si estenda a tutta lumanit, diventando ilChristus totalis (Rahner-Haussling). NellEucaristia la Chiesa partecipa al sacrificio

    di Cristo in croce, rende attiva la sua appartenenza a Cristo, in modo da entrare nelsuo sacrificio. Diventa quindi essa stessa sacrificante e sacrificata. Agostino sviluppail pensiero per cui nel suo banchetto la Chiesa offre se stessa insieme a Cristo: Eccoil sacrificio dei cristiani: una moltitudine che forme un solo corpo in Cristo. Questo quanto celebra costantemente la Chiesa attraverso il sacramento conosciuto dai fedeli,nel quale essa continua ad apprendere che nellofferta presentata essa stessa vieneofferta(De Civitate Dei).

    Cristo rimane ilsacerdos principalisdellEucaristia, proprio per lidentit checi fra il sacrificio eucaristico e quello della croce, poich per il Cristo invisibile

    perch vi sia un atto visibile occorre un sacerdozio visibile. Secondo il Concilio diTrento la piena attualizzazione del sacrificio di Cristo possibile solo attraverso il

    ministero di un sacerdote, configurato attraverso il sacramento dellordine. In questeversi il sacerdote opera in persona Christi, espressione che indica la funzionestrumentale del sacerdote dinanzi a Cristo che rimane lunico offerente. Il Vaticano IIha ridato importanza al sacerdozio dei fedeli rivalutando il ruolo della comunitchiamata a riconoscere la bont del dono e a farlo proprio mediante le offerte e lamanducazione del dono.

    LEUCARISTIA COME BANCHETTO

    Il sacramento dell eucaristia non si conclude n con il memoriale delsacrificio, n con laffermazione della presenza di cristo, ma trova compimento nella

    comunione dei fedeli espressa dal segno del convito, del mangiare insieme. Ges haidentificato i doni con se stesso, ha precisato la dimensione sacrificale, e ha anchedeterminato la natura conviviale dei suoi gesti (prendete mangiate, prendete bevete).Sono i tre aspetti di un mistero che deve rimanere unico.Con il termine banchetto si intende:

    1. innanzitutto lidea del pasto comune: i cristiani si riuniscono intorno ad unamensa, dove proprio latto conviviale diventa quella modalit teologica che

    porta a proclamare la presenza del Cristo e la sua morte sacrificale. LEucaristiafu istituita nel contesto di una cena, dove diventa determinante osserva re lideadi un pane diviso e di un calice condiviso fra i commensali. Ges offr il calice atutti, consentendo quindi a ciascuno di partecipare a lui e costituendo cos anche

    la Nuova Alleanza. Figura essenziale delleucaristia diventa quella delbanchetto;Ges si lega ad un pane che si divide e ad un calice che passa fra icommensali. La comunione dunque condivisione fra i diversi convitati, sedersialla mensa eucaristica un ritrovarsi in fraternit.

    2. lidea del nutrimento. Leucaristia si conclude con la consumazione dei doni:mangiare e bere. Questo la caratterizza, in quanto la grazia di Cristo, presentenel sacramento come cibo e come bevanda. Se il pane e il vino, pur subendo unmutamento di sostanza non cessano di esistere, vuol dire che rimangono comeveicolo sacramentale del Cristo, al pane che se terminano le caratteristiche dellaloro specie, cessa anche il mistero. I segni del pane e del vino fannocomprendere che lessenza del dono sta nel Cristo che si offre come pane di vita

    e bevanda di salvezza. Una messa senza nutrimento, perci non comunica lasantit del Cristo. Vi un dinamismo essenziale che orienta la consacrazionealla comunione.

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    3. lorientamento escatologico. Riunirsi intorno al banchetto sedersi colRisorto, esperienza di fede, ma anche momento che anima la speranza deidiscepoli. La celebrazione delleucaristia inserisce i credenti nella tensione delcompimento finale, banchetto di fraternit ma anche pasto escatologico.Leucaristia allora celebrata finch egli venga. Ogni eucaristia accelera queltempo definitivo, divenendo seme fecondo di eternit. Per questo leucaristiaviene anche chiamata viatico. il pane che sostiene i pellegrini, che fortifica il

    cammino, che aumenta la speranza. Quando si entrer nel regno cesser ancheleucaristia, non avr pi senso perch la meta sar raggiunta e la comunioneinteriore talmente perfetta da non aver pi bisogno di segni e di veli.

    LE RELAZIONI DELLEUCARISTIA.

    Leucaristia presenta un triplice dinamismo, per cui stringe legamiindissolubili con la Chiesa, con il mondo e con luomo.

    Leucaristia e la Chiesa. La tradizione teologica ci mette di fronte alla realtdi tre corpi: il corpo di Cristo, il corpo della Chiesa e il corpo eucaristico. La lororeciprocit affermata soprattutto dalla teologia paolina che con lidea di corpo,

    sviluppa il tema dellidentificazione fra il Cristo e la Chiesa. Ges non solo presentenella sua comunit, ma abita in essa, immedesimandosi nei suoi discepoli fino alpunto di diventare un corpo solo. Chiesa ed eucaristia formano il mistero di un corpounico e inscindibile. Lidea che entrambe agiscono con mutuo impulso lo testimoniain maniera speciale lantico assioma: la chiesa fa leucaristia, leucaristia fa laChiesa. Leucaristia fa la Chiesa in quanto il corpo di Cristo dato perch il

    popolo dei dispersi si trasformi nel popolo di comunione , abbattendo i muri diseparazione e riconciliandosi con Dio. Lefficacia di grazia del sacramento anzituttoecclesiologica. Il nutrimento eucaristico serve a inserire la persona nella comunioneecclesiale. SantAgostino sostiene che il contenuto stesso del mistero eucaristico ecclesiologico. Sulla mensa vi ci che noi siamo, cio il corpo universale del Cristo

    (Totus Christus caput et corpus). Leucaristia trasforma il cristiano in ci che riceve.La chiesa fa leucaristia. Il concilio ha fatto proprio limportante messaggio delcollegamento fra ecclesiologia ed eucaristia, al punto da affermare che nessunacomunit cristiana pu mai costruirsi senza avere come radice e cardine lacelebrazione della santissima eucaristia (PO 6). Viene indicato il ruolo della chiesain quanto soggetto celebrante; lazione eucaristica esprime la comunit cristiana giesistente, che si riunisce per comunicarsi al sono supremo di Cristo. Il corpo pasqualedel Cristo affidato alla chiesa, perch ne faccia il proprio memoriale fino alla finedei giorni.

    Leucaristia e il mondo. Leucaristia non solo al centro della Chiesa maanche al centro del mondo, lo come sacramento per cui il lavoro del mondo, le

    realt del cosmo, rappresentate dal pane e dal vino, vengono assunte e trasfiguratedalleucaristia. Ci vuol dire che il mondo presenta limpronta di Cristo e il suodestino futuro consiste nellessere assunto da Cristo per il regno celeste.

    Leucaristia e la vita. I sacramenti devono necessariamente plasmare la vita deicredenti, altrimenti corrono il rischio della esteriorizzazione; non si tratta diumanizzare un gesto, quello eucaristico, che innanzitutto opera di Cristo, ma dicoglierne la portata esistenziale. La solidariet del banchetto implica la condivisionedella vita. Leucaristia va colta nellottica del dinamismo che si rivolge alla vita ed orientata alla costruzione del mondo. una questione di identit prima di essere unaquestione di ritualit o di dovere. Tre in particolare sono gli insegnamenti eucaristici:la fraternit, il servizio, la lode. Il pane non solo viene spezzato ma viene anche

    distribuito. Nellatto di comunione conCristo luomo necessariamente rinviato aisuoi fratelli, coinvolgendolo nella solidariet, condivisione, partecipazione.Leucaristia sempre stata vista come il sacramento del servizio; nel gesto del lavare

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    i piedi ai suoi discepoli viene definito lo stile messianico di Cristo e lo stile di vita diquella chiesa che nel mondo segno della sua presenza. Leucaristia esige la lode perle meraviglie compiute dal padre nella redenzione del figlio e la santificazione delloSpirito. Leucaristia un modo di vivere, unanticipazione del Regno che Cristoinstaurer definitivamente al suo ritorno.