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Istituto salesiano “Villa Sora” Prof.ssa Cupellini-Prof.ssa Ferrante E’ una scrittura documentata che: affronta in modo competente e rigoroso un tema assegnato sviluppa un ragionamento strutturato e concluso si riferisce a una circostanza precisa o specifico soggetto QUINDI è mirata a un particolare tipo di pubblico è caratterizzata dalla citazione letterale/riferimenti precisi dei documenti forniti nel dossier. Secondo la tipologia del saggio breve possono essere svolte le tracce per gli ambiti: storico-politico, socio-economico, artistico-letterario, tecnico-scientifico il saggio breve può avere IL SAGGIO BREVE funzione informativa il suo fine è quello di fornire informazioni e di offrire spiegazioni, spesso definendo concetti o descrivendo accuratamente stati di cose. Un testo informativo è sufficiente che verta su un argomento interessante e che presenti informazioni complete ed aggiornate, utili per il proprio uditorio. funzione argomentativa il suo fine è quello di convincere il lettore della bontà di una determinata opinione, eventualmente spingendolo ad intraprendere comportamenti specifici. Mentre si può informare su tutto, non si può argomentare che sul discutibile: presupposto per un saggio argomentativo è che riguardi un tema su cui sia possibile disputare e sia chiara la posizione sostenuta nella potenziale controversia.

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te E’ una scrittura documentata che: ➡ affronta in modo competente e rigoroso un tema assegnato➡ sviluppa un ragionamento strutturato e concluso➡ si riferisce a una circostanza precisa o specifico soggetto ➡ QUINDI è mirata a un particolare tipo di pubblico

➡ è caratterizzata dalla citazione letterale/riferimenti precisi dei documenti forniti nel dossier.

Secondo la tipologia del saggio breve possono essere svolte le tracce per gli ambiti:storico-politico, socio-economico, artistico-letterario, tecnico-scientifico

il saggio breve può avere

IL SAGGIO BREVE

funzione informativa il suo fine è quello di fornire informazioni e di offrire spiegazioni, spesso definendo concetti o descrivendo accuratamente stati di cose. Un testo informativo è sufficiente che verta su un argomento interessante e che presenti informazioni complete ed aggiornate, utili per il proprio uditorio.

funzione argomentativail suo fine è quello di convincere il lettore della bontà di una determinata opinione, eventualmente spingendolo ad intraprendere comportamenti specifici. Mentre si può informare su tutto, non si può argomentare che sul discutibile: presupposto per un saggio argomentativo è che riguardi un tema su cui sia possibile disputare e sia chiara la posizione sostenuta nella potenziale controversia.

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Istituto Salesiano”Villa Sora”- Prof.ssa Cupellini e Prof.ssa Ferrante

IL SAGGIO BREVE è l'esposizione di un ragionamento:

che si propone di persuadere il destinatario, convincendolo della validità delle opinioni espresse, facendo appello al ragionamento.

che in forma sintetica presenta dati, notizie, informazioni e documenti , ma soprattutto li interpreta, li discute e li spiega, mettendoli criticamente in discussione.

richiede un registro linguistico, pur risentendo delle scelte peculiari dell'autore, deve connotarsi per il carattere argomentativo e oggettivo della trattazione e includere utilmente anche termini tecnici, purché appropriati ed eventualmente spiegati.

prevede una collocazione e una destinazione editoriale precise

Per effetto della sua impostazione critica e argomentata può anche assumere una struttura chiaramente articolata mediante una eventuale paragrafazione e un corredo di brevi note

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Destinazione editoriale La scelta della destinazione condiziona il registro linguistico, ossia le scelte lessicali e sintattiche

Titolo Nella traccia viene indicato l’argomento, non il titolo, che invece deve essere formulato dallo scrivente. Non deve necessariamente indicare una posizione

Introduzione: Si presenta la situazione o il problema, fornendo gli elementi utili alla sua comprensione

Premessa: presentazione dell’argomento centrale

Tesi presentazione dei dati, l’emittente esprime la propria opinione

ARGOMENTI A FAVORE DELLA TESI Si portano prove a sostegno della tesi, si individuano e sviluppano temi secondari e aspetti problematici, con dati e citazioni

Presentazione di interpretazioni/ ipotesi personali si sostiene la tesi con interpretazioni o ipotesi personali

Conclusione: sintesi o interpretazione complessiva

Saggio breve espositivo - informativo

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ESEMPI DI SVOLGIMENTO

TIPOLOGIA B - REDAZIONE DI UN “SAGGIO BREVE” O DI UN “ARTICOLO DI GIORNALE” (puoi scegliere uno degli argomenti relativi ai quattro ambiti proposti)

CONSEGNE Sviluppa l’argomento scelto o in forma di «saggio breve» o di «articolo di giornale», utilizzando, in tutto o in parte, e nei modi che ritieni opportuni, i documenti e i dati forniti.

Se scegli la forma del «saggio breve» argomenta la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio.

Premetti al saggio un titolo coerente e, se vuoi, suddividilo in paragrafi.

Se scegli la forma dell’«articolo di giornale», indica il titolo dell’articolo e il tipo di giornale sul quale pensi che l’articolo debba essere pubblicato.

Per entrambe le forme di scrittura non superare cinque colonne di metà di foglio protocollo.

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1.    AMBITO   ARTISTICO - LETTERARIO

ARGOMENTO: La percezione dello straniero nella letteratura e nell’arte.

DOCUMENTI

“Non lederai il diritto dello straniero o dell’orfano e non prenderai in pegno la veste dalla vedova; ma ti ricorderai che sei stato schiavo in Egitto e che di là ti ha redento l’Eterno, il tuo Dio; perciò ti comandò di fare questo. Quando fai la mietitura nel tuo campo e dimentichi nel campo un covone, non tornerai indietro a prenderlo; sarà per lo straniero, per l’orfano e per la vedova, affinché l’Eterno, il tuo Dio, ti benedica in tutta l’opera delle tue mani. Quando bacchierai i tuoi ulivi, non tornerai a ripassare sui rami; le olive rimaste saranno per lo straniero, per l’orfano e per la vedova. Quando vendemmierai la tua vigna, non ripasserai una seconda volta; i grappoli rimasti saranno per lo straniero, per l’orfano e per la vedova. E ti ricorderai che sei stato schiavo nel paese d’Egitto; perciò ti comando di fare questo.”

DEUTERONOMIO, 24, 17-22

“Così Odisseo stava per venire in mezzo a fanciulle dalle belle chiome, pur nudo com’era: la dura necessità lo spingeva. Terribile apparve loro, era tutto imbrattato di salsedine. E fuggirono via, chi qua chi là, sulle spiagge dove più sporgevano dentro il mare. Sola restava la figlia di Alcinoo: Atena le mise in cuore ardimento e tolse dalle membra la paura. Rimase ferma di fronte a lui, si tratteneva. Ed egli fu incerto, Odisseo, se supplicare la bella fanciulla e abbracciarle le ginocchia, oppure così di lontano pregarla, con dolci parole, che gl’indicasse la città e gli desse vesti. Questa gli parve, a pensarci, la cosa migliore, pregarla con dolci parole di lontano. Temeva che a toccarle i ginocchi si sdegnasse, la fanciulla. Subito le rivolse la parola:…E a lui rispondeva Nausicaa dalle bianche braccia: «Straniero, non sembri uomo stolto o malvagio, ma Zeus Olimpio, che divide la fortuna tra gli uomini, buoni e cattivi, a ciascuno come lui vuole, a te diede questa sorte, e tu la devi ad ogni modo sopportare.»…Così disse, e diede ordini alle ancelle dalle belle chiome: «Fermatevi, ancelle, per favore. Dove fuggite al veder un uomo? Pensate forse che sia un nemico? Non c’è tra i mortali viventi, né mai ci sarà, un uomo che venga alla terra dei Feaci a portar la guerra: perché noi siamo molto cari agli dei. Abitiamo in disparte, tra le onde del mare, al confine del mondo: e nessun altro dei mortali viene a contatto con noi. Ma questi è un infelice, giunge qui ramingo. Bisogna prendersi cura di lui, ora: ché vengono tutti da Zeus, forestieri e mendichi, e un dono anche piccolo è caro. Su, ancelle, date all’ospite da mangiare e da bere, e lavatelo prima nel fiume, dove c’è un riparo dal vento.»

OMERO, Odissea, VI, vv. 135-148 e vv. 186-209

“Afflitto della nuova, e arrabbiato della maniera, Renzo afferrò ancora il martello, e, così appoggiato alla porta, andava stringendolo e storcendolo, l’alzava per picchiar di nuovo alla disperata, poi lo teneva sospeso. In quest’agitazione, si voltò per vedere se mai ci fosse d’intorno qualche vicino, da cui potesse forse aver qualche informazione più precisa, qualche indizio, qualche lume. Ma la prima, l’unica persona che vide, fu un’altra donna, distante forse un venti passi; la quale, con un viso ch’esprimeva terrore, odio, impazienza e malizia, con cert’occhi stravolti che volevano insieme guardar lui, e guardar lontano, spalancando la bocca come in atto di gridare a più non posso, ma rattenendo anche il respiro, alzando due braccia scarne, allungando e ritirando due mani grinzose e piegate a guisa d’artigli, come se cercasse d’acchiappar qualcosa, si vedeva che voleva chiamar gente, in modo che qualcheduno non se n’accorgesse. Quando s’incontrarono a guardarsi, colei, fattasi ancor più brutta, si riscosse come persona sorpresa…lasciò scappare il grido che aveva rattenuto fin allora: «l’untore, dagli! dagli! dagli all’untore!» Allo strillar della vecchia, accorreva gente di qua e di là;…abbastanza per poter fare d’un uomo solo quel che volessero.”

A. MANZONI, I Promessi Sposi, XXXIV, 1842

 

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Lo straniero“A chi vuoi più bene, enigmatico uomo, di? A tuopadre, a tua madre, a tua sorella o a tuo fratello?”“Non ho né padre, né madre, né sorella, né fratello.”“Ai tuoi amici?”“Adoperate una parola di cui fino a oggi hoignorato il senso.”“Alla tua patria?”  “Non so sotto quale latitudine si trovi.”“Alla bellezza?”“L’amerei volentieri, ma dea e immortale.”“All’oro?”“Lo odio come voi odiate Dio.”“Ma allora che cosa ami, straordinario uomo?”“Amo le nuvole…le nuvole che vanno…laggiù,laggiù…le meravigliose nuvole!”

C. BAUDELAIRE, Poemetti in prosa, 1869

“L’infermo teneva gli occhi chiusi: pareva un Cristo di cera, deposto dalla croce. Dormiva o era morto? Si fecero un po’ più avanti; ma al lieve rumore, l’infermo schiuse gli occhi, quei grandi occhi celesti, attoniti. Le due donne si strinsero vieppiù tra loro; poi, vedendogli sollevare una mano e far cenno di parlare, scapparono via con un grido, a richiudersi in cucina. Sul tardi, sentendo il campanello della porta, corsero ad aprire; ma, invece di don Pietro, si videro davanti quel giovane straniero della mattina. La zitellona corse ranca ranca a rintanarsi di nuovo; ma Venerina, coraggiosamente, lo accompagnò nella camera dell’infermo già quasi al bujo, accese una candela e la porse allo straniero, che la ringraziò chinando il capo con un mesto sorriso; poi stette a guardare, afflitta: vide che egli si chinava su quel letto e posava lieve una mano su la fronte dell’infermo, sentì che lo chiamava con dolcezza: - Cleen…Cleen…Ma era il nome, quello, o una parola affettuosa? L’infermo guardava negli occhi il compagno, come se non lo riconoscesse; e allora ella vide il corpo gigantesco di quel giovane marinajo sussultare, lo sentì piangere, curvo sul letto, e parlare angosciosamente, tra il pianto, in una lingua ignota. Vennero anche a lei le lagrime agli occhi. Poi lo straniero, voltandosi, le fece segno che voleva scrivere qualcosa. Ella chinò il capo per significargli che aveva compreso e corse a prendergli l’occorrente. Quando egli ebbe finito, le consegnò la lettera e una borsetta. Venerina non comprese le parole ch’egli le disse, ma comprese bene dai gesti e dall’espressione del volto, che le raccomandava il povero compagno. Lo vide poi chinarsi di nuovo sul letto a baciare più volte in fronte l’infermo, poi andar via in fretta con un fazzoletto su la bocca per soffocare i singhiozzi irrompenti.”

L. PIRANDELLO, Lontano, in “Novelle per un anno”, 1908

“Un giorno di gennaio dell’anno 1941, un soldato tedesco di passaggio, godendo di un pomeriggio di libertà, si trovava, solo, a girovagare nel quartiere di San Lorenzo, a Roma. Erano circa le due del dopopranzo, e a quell’ora, come d’uso, poca gente circolava per le strade….S’era scordato dell’uniforme; per un buffo interregno sopravvenuto nel mondo, l’estremo arbitrio dei bambini adesso usurpava la legge militare del Reich! Questa legge è una commedia, e Gunther se ne infischia. In quel momento, qualsiasi creatura femminile capitata per prima su quel portone…che lo avesse guardato con occhio appena umano, lui sarebbe stato capace di abbracciarla di prepotenza, magari buttato ai piedi come un innamorato, chiamandola: meine mutter! E allorché di lì a un istante vide arrivare dall’angolo un’inquilina del caseggiato, donnetta d’apparenza dimessa ma civile, che in quel punto rincasava, carica di borse e di sporte, non esitò a gridarle: «Signorina! Signorina!» (era una delle 4 parole italiane che conosceva). E con un salto le si parò davanti risoluto, benché non sapesse, nemmeno lui, cosa pretendere. Colei però, al vedersi affrontata da lui, lo fissò con occhio assolutamente disumano, come davanti all’apparizione propria e riconoscibile dell’orrore.”

E. MORANTE, La Storia, Einaudi, 1974

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“Risate e grida si levarono. «Fuori! Fuori della fontana! Fuori!» Erano anche voci di uomini. La gente, poco prima intorpidita e molle, si era tutta eccitata. Gioia di umiliare quella ragazza spavalda che dalla faccia e dall’accento si capiva ch’era forestiera. «Vigliacchi!» gridò Anna, voltandosi d’un balzo. E con un fazzolettino cercava di togliersi di dosso la fanghiglia. Ma lo scherzo era piaciuto. Un altro schizzo la raggiunse a una spalla, un terzo al collo, all’orlo dell’abito. Era diventata una gara.…Qui Antonio intervenne, facendosi largo…Antonio era forestiero e tutti, là, parlavano in dialetto. Le sue parole ebbero un suono curioso, quasi ridicolo….Niente ormai tratteneva il buttare fuori il fondo dell’animo: il sozzo carico di male che si tiene dentro per anni e nessuno si accorge di avere. D. BUZZATI, Non aspettavamo altro, in “Sessanta racconti”, Mondadori, 1958

“Era bagnato fradicio e coperto di fango e aveva fame e freddo ed era lontano cinquantamila anni-luce da casa…Il primo contatto era avvenuto vicino al centro della Galassia, dopo la lenta e difficile colonizzazione di qualche migliaio di pianeti; ed era stata la guerra, subito;…Stava all’erta, il fucile pronto. Lontano cinquantamila anni-luce dalla patria, a combattere su un mondo straniero e a chiedersi se ce l’avrebbe mai fatta a riportare a casa la pelle. E allora vide uno di loro strisciare verso di lui. Prese la mira e fece fuoco. Il nemico emise quel verso strano, agghiacciante, che tutti loro facevano, poi non si mosse più. Il verso e la vista del cadavere lo fecero rabbrividire. Molti, col passare del tempo, s’erano abituati, non ci facevano più caso; ma lui no. Erano creature troppo schifose, con solo due braccia e due gambe, quella pelle d’un bianco nauseante, e senza squame.”

F. BROWN, Sentinella, in “Tutti i racconti”, Mondadori, 1992Tempo verràin cui, con esultanza,saluterai te stesso arrivatoalla tua porta, nel tuo proprio specchio,e ognun sorriderà al benvenuto dell’altro, e dirà: Siedi qui. Mangia.Amerai di nuovo lo straniero che era il tuo Io.Offri vino. Offri pane. Rendi il cuorea se stesso, allo straniero che ti ha amatoper tutta la vita, che hai ignorato…  

D. WALCOTT, Amore dopo amore, in “Mappa del nuovo Mondo”, trad. it., Adelphi, Milano, 1992  

Galata morente (I secolo a.C.)

È una scultura romana del I secolo a.C., che raffigura un soldato galata morente. Il guerriero, straniero ai Romani, è colto in punto di morte mentre il corpo si accascia sullo scudo, con il quale i Celti si opponevano al nemico celando il corpo nudo. Dallo scudo si staglia il combattente con il torso flesso e ruotato verso destra a far risaltare l’incisione della ferita.

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te Esempio di svolgimento nella forma del SAGGIO BREVE ESPOSITIVO

Stesura Struttura

La percezione dello straniero: dalla società all'espressione artistico-letteraria.

Titolo: Si sintetizza la tesi sostenuta nello sviluppo del saggio.

Il termine "straniero" indica la condizione di chi, per svariati motivi, si trova in un Paese diverso da quello di origine e deve stabilire relazioni con i membri di quella comunità, con le istituzioni sociali, politiche e giuridiche, con un sistema culturale e modelli di vita lontani dai suoi.

Introduzione: Si dà una definizione di straniero, evidenziando i rapporti con i membri e le istituzioni del Paese in cui si trova.

La figura dello straniero nelle sue diverse accezioni ha richiamato da sempre l'attenzione di artisti e letterati, antichi e moderni; così la lettura di un romanzo o la fruizione di una scultura inducono a riflettere sulle molteplici relazioni che si instaurano tra soggetti portatori di tradizioni e valori differenti. A cominciare dalle leggende mitologiche e dalle prime grandi opere classiche, come la Bibbia e l'Odisseo, lo straniero è stato variamente percepito e rappresentato nel corso dei secoli.

Premessa: Si pone in risalto la presenza del tema dello "straniero" in letteratura, sottolineando la molteplicità dei punti di vista con cui è stato rappresentato.

DEST. EDITORIALE

TITOLO INTRODUZIONE PREMESSA TESI ARGOMENTI A FAVORE INTERPRETAZIONI CONCLUSIONI

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Se è vero che le forme attraverso cui si manifesta la cultura mutano nel tempo perché influenzate dal contesto storico, anche i rapporti con lo straniero e i modi in cui sono stati rappresentati dall'arte e dalla letteratura riflettono la pluralità e l'evoluzione dei modelli culturali presenti nelle società. Ogni testo letterario, quando affronta il tema dello straniero, si confronta e si scontra con l'ideologia dominante della società di cui almeno parzialmente è specchio e diviene voce. Lo straniero non è soltanto protagonista di miti e storie o il soggetto di sculture e quadri, ma è anche la proiezione nell'immaginario artistico e letterario della cultura di un popolo, del processo di costruzione di una identità. Le caratteristiche di una comunità, il livello di omogeneità, compattezza e forza strutturale hanno influenzato la percezione e la rappresentazione della "diversità" e ne hanno determinato la varietà dei punti di vista. Le opere di pittori e scultori, così come le parole di poeti e narratori, hanno assolto il compito di trasmettere gli stereotipi, i pregiudizi culturali, ma anche i valori etici, che nel corso del tempo hanno condizionato i comportamenti delle popolazioni autoctone nei confronti di chi è straniero per nascita e cultura. Un primo esempio del legame tra il punto di vista sullo straniero e le peculiarità di un popolo è fornito dalla Bibbia. La posizione geografica che metteva a contatto gli ebrei con altri popoli - la Palestina era terra di passaggio delle vie commerciali - e i lunghi periodi vissuti in terra ostile hanno sicuramente contribuito a determinare l'insistenza con cui nell 'Antico Testamento ricorre il tema dello straniero insieme alla normativa che regola i comportamenti nei suoi confronti: Quando bacchierai i tuoi ulivi, non tornerai a ripassare sui rami; le olive rimaste saranno per lo straniero, per l'orfano e per lo vedova. Quando vendemmierai lo tua vigna, non ripasserai una seconda volta; i grappoli rimasti saranno per lo straniero, per l'orfano e per lo vedova (Deuteronomio, 24).

1° Argomento a favore della tesi Si enuncia il principio generale, largamente condiviso, che il contesto influenzi l'espressione artistico-lettera ria. Tesi Si esprime l'opinione che i punti di vista sullo straniero sono influenzati nelle opere artistiche e letterarie dal contesto, dalle vicende storiche, dalla tradizione culturale e dai modelli di vita dominanti.

DEST. EDITORIALE

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te Più complessa è la posizione della civiltà greca. Nell'Odissea, a Ulisse, straniero e naufrago che approda nell'isola dei Feaci, Nausicaa promette aiuto senza sapere chi egli sia, in nome dei valori religiosi: gli ospiti sono inviati da Zeus e il dovere dell'ospitalità è sacro (Bisogna prendersi cura di lui, ora: ché vengono tutti da Zeus.jorestieri e mendichi, e un dono anche piccolo è caro). Questa, però, è la posizione di un popolo ancora volto alla costruzione di un'identità nazionale e che non ha conosciuto i pericoli provenienti dall'esterno. Ben diverso è, infatti, il rapporto con lo straniero dopo le invasioni persiane. In letteratura, allora, lo straniero viene dipinto come una minaccia inquietante, che per esempio con Euripide si manifesta nel personaggio tragico di Medea, "straniera" crudele e selvaggia, capace di uccidere i figli, e figura emblematica di "barbara". Manifestando la compattezza e la forza della propria identità, i greci affermano la consapevolezza della propria superiorità culturale, fondata su una lingua articolata e comprensibile, nei confronti dei barbari, così chiamati perché incapaci di esprimersi con un linguaggio intellegibile e di produrre un discorso compiuto. Anche nella scultura del Calata morente, la cui copia originale risale alla civiltà ellenistica, possiamo cogliere un atteggiamento di superiorità nei confronti del nemico "barbaro", i galli provenienti dalla Galizia. E' vero che il volto del personaggio denota forza, coraggio, fierezza, pur nel momento estremo della morte, e il soldato sconfitto mostra un atteggiamento composto e armonico. Questo riconoscimento del valore e della forza del nemico barbaro non è, però, da intendere quale rispetto per i vinti ma come motivo che rende maggior gloria ai soldati che hanno sconfitto queste popolazioni bellicose.

2° Argomento a favore della tesi Si sottolinea il legame tra la concezione dello straniero nella Bibbia, il contesto geografico e le vicende storiche del popolo ebraico.

3° Argomento a favore della tesi Si spiega la percezione dello straniero da parte della civiltà greca, evidenziandone i rapporti con l'evoluzione sociale e le vicende belliche.

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Con il suo carico di morte, disperazione e odio, inevitabilmente la guerra ha esasperato la diffidenza nei confronti dello straniero, osservato con orrore e disgusto. Anche se si manifesta con le sembianze di un giovane soldato, goffo e spaesato in un paese straniero, la vista dell'invasore tedesco provoca lo sguardo di orrore della protagonista di La Storia di Elsa Morante (lo fissò con occhio assolutamente disumano, come davanti all'apparizione propria e riconoscibile dell'orrore). E con il suo racconto più noto, Sentinella, Brown sembra suggerirci che laddove c'è guerra, anche in un tempo futuro e in un mondo "altro", non può che esserci disprezzo per lo straniero. Nel disgusto della sentinella aliena per quelle creature troppo schifose, con solo due braccia e due gambe, quella pelle d'un bianco nauseante, e senza squame è sintetizzata la posizione di chi vive una contingenza storica che ha trasformato lo straniero in un nemico armato.

4° Argomento a favore della tesi Attraverso alcuni esempi lette- rari, si rileva l'influenza esercita- ta dalla guerra nella percezione dello straniero.

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La guerra peraltro non è l'unica occasione in cui la consapevolezza della propria debolezza, della precarietà della vita spingono l'uomo a odiare lo straniero. In altri momenti di crisi le società hanno trovato negli stranieri i "capri espiatori" a cui imputare le colpe delle proprie difficoltà. Per esempio, nei Promessi sposi la paura fomentata dalla visione delle morti quotidiane e il clima di sospetto generato dalla diffusione della peste fanno di Renzo, uno sconosciuto nelle vie della città, colpevole del contagio, agli occhi di una vecchia che lo accusa di essere un untore: un viso ch'esprimeva terrore, odio, impazienza e malizia, con cert'occhi stravolti che volevano insieme guardar lui, e guardar lontano, spalancando la bocca come in atto di gridare a più non posso, ma rattenendo anche il respiro, alzando due braccia scarne, allungando e ritirando due mani grinzose e piegate a guisa d'artigli. In questa reazione della donna, in cui la paura si fonde con l'odio, la rabbia e la violenza, si ritrova il meccanismo irrazionale che ha guidato la caccia alle streghe nel Medioevo e che porterà il nazismo ad indicare negli ebrei i colpevoli della grave situazione politica ed economica nella Germania del primo dopoguerra e a dare vita alla tragedia della Shoah. Ed è proprio l'irrazionalità, l'impulso che molto spésso governa i rapporti con lo straniero nella società contemporanea, multietnica ma attraversata anche da nuove inquietudini, paure e minacce. Il titolo emblematico di un racconto di Buzzati, Non aspettavano altro, denuncia con chiarezza il bisogno da parte degli uomini di cercare l'occasione per scatenare contro lo straniero, senza che nulla lo trattenga, il fondo dell'animo. il sozzo carico di male che si tiene dentro per anni e nessuno si accorge di avere.

5° Argomento a favore della tesi Si sostiene che le società in crisi tendono ad assumere nei confronti dello straniero un atteggiamento aggressivo, immotivato e irrazionale, che sfocia nella dinamica del "capro espiatorio" e nella violenza.

DEST. EDITORIALE

TITOLO INTRODUZIONE PREMESSA TESI ARGOMENTI A FAVORE INTERPRETAZIONI CONCLUSIONI

Page 13: IL SAGGIO BREVE - tabuladealbata.files.wordpress.com · Sviluppa l’argomento scelto o in forma di «saggio breve» o di «articolo di giornale», utilizzando, in tutto o in parte,

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te Questo excursus mostra la tendenza delle società umane a creare una immagine della diversità sulla base dei propri modelli culturali e dei vissuti storici, e a trasmettere anche attraverso la letteratura stereotipi e pregiudizi. Le testimonianze illustrano in modo significativo quanto ha fatto e faccia fatica a imporsi nella cultura occidentale l'incontro con l'altro, nel segno del rispetto, della tolleranza e della reciprocità. Eppure nella sensibilità dell'uomo contemporaneo, parallelamente al rifiuto e all'aggressività nei confronti dello straniero, si stanno radicando gli esempi di accettazione e di confronto, nati soprattutto dalla ricerca dell'alterità a partire da se stessi. Questa strada, in un futuro prossimo, è quella suggerita dal premio Nobel Derek Walcott: Tempo verrà in cui, con esultanza, saluterai te stesso arrivato alla tua porta, nel tuo proprio specchio, e ognun sorriderà al benvenuto dell'altro, e dirà: Siedi qui. Mangia. Amerai di nuovo lo straniero che era il tuo lo. Offri vino. Offri pane. Rendi il cuore a se stesso, allo straniero che ti ha amato per tutta la vita, che hai ignorato ...

Conclusione Si ribadisce la tesi.

Si coglie la prevalenza di un atteggiamento conflittuale nei confronti dello straniero nel corso dei secoli, testimoniati dall'arte e dalla letteratura, ma anche la presenza di segnali c possono orientare il rappo con lo straniero verso una nuova direzione.

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