Brescia, Teatro Grande Bcc a D aINerI PassIONe. · insieme a pianoforte e archi, ma anche ad...

2
FELIX MENDELSSOHN-BARTHOLDY (1809-1847) Sinfonia n. 4 in la maggiore op. 90 “Italiana” Allegro vivace Andante con moto Con moto moderato Saltarello. Presto R WOLFGANG AMADEUS MOZART (1756-1791) Concerto in mi bemolle maggiore per pianoforte e orchestra K 482 Allegro Andante Allegro – Andantino cantabile – Tempo primo Brescia, Teatro Grande Venerdì 13 maggio 2016, ore 20.45 ORCHESTRA I POMERIGGI MUSICALI ALEXANDER LONQUICH pianista e direttore Brescia, Teatro Grande Venerdì 13 maggio 2016, ore 20.45 ORCHESTRA I POMERIGGI MUSICALI ALEXANDER LONQUICH pianista e direttore Con la collaborazione di SOSTIENE IL TERRITORIO. O RCHESTRA I P OMERIGGI M USICALI ALEXANDER LONQUICH - P IANISTA E DIRETTORE IN CONCERTO VENERDì 13 MAGGIO 2016 BCC A GROBRESCIANO E R AINERI D ESIGN . LA MUSICA HA UNA NUOVA PASSIONE.

Transcript of Brescia, Teatro Grande Bcc a D aINerI PassIONe. · insieme a pianoforte e archi, ma anche ad...

FELIX MENDELSSOHN-BARTHOLDY (1809-1847)Sinfonia n. 4 in la maggiore op. 90 “Italiana” Allegro vivaceAndante con motoCon moto moderatoSaltarello. Presto

RWOLFGANG AMADEUS MOZART (1756-1791)Concerto in mi bemolle maggiore per pianoforte e orchestra K 482AllegroAndanteAllegro – Andantino cantabile – Tempo primo

Brescia, Teatro GrandeVenerdì 13 maggio 2016, ore 20.45

ORCHESTRA I POMERIGGI MUSICALI

ALEXANDER LONQUICHpianista e direttore

Brescia, Teatro GrandeVenerdì 13 maggio 2016, ore 20.45

ORCHESTRA I POMERIGGI MUSICALI

ALEXANDER LONQUICHpianista e direttore

Con la collaborazione di

S O S T I E N E I L T E R R I T O R I O .

O r c h e s t r a I P O m e r I g g I m u s I c a l IaleXaNDer lONQuIch - P I a N I s ta e D I r e t t O r e

I N c O N c e r t O v e N e r D ì 13 m a g g I O 2016

Bcc a g r O B r e s c I a N O e r a I N e r I D e s I g N .l a m u s I c a h a u N a N u O va PassIONe.

bcc_raineri_festival_pianistico_2016_145x210_esec.indd 1 11/04/16 10.42

Al tempo di Mendelssohn, il “viaggio in Italia” era già una consuetudine culturale di lunga data per gli uomini d’oltralpe, fossero essi artisti o filosofi, letterati o musicisti, personaggi di ingegno o semplici studenti, mercanti o appassionati di antichità. Passo obbligato in particolare per la formazione dei pittori – il bel paese con i suoi tesori. Mendelssohn vi giunse nel 1830 quando ormai i pellegrini della nuova arte romantica non obbedivano più al principio dell’imitazione, ma proiettavano la propria luce sentimentale su oggetti e paesaggi che si arricchivano in tal modo di altri sensi. In continuità con certi artisti di stanza allora in Italia, soprattutto a Roma, Mendelssohn, pittore a sua volta, decise di tradurre nei suoni della Quarta Sinfonia le suggestioni letterarie, artistiche e naturali che lo avevano impressionato a Udine, Firenze, Roma e Napoli, senza tuttavia sposare alcuna musica a programma – tanto deprecata d’altronde nella recente Sinfonia fantastica di Berlioz.Il primo movimento della Sinfonia Italiana pare evocare paesaggi solari tramite una grande nettezza di strumentazione e di profili ritmico-melodici: temi danzanti, che già prefigurano il “saltarello” finale, oppure spiccatamente cantabili (il secondo, affidato a fagotti e clarinetti). Un referente extra-musicale ben più esplicito è tuttavia da rintracciare nel secondo movimento, nel tema modale “salmodico” che quasi sicuramente, più che a una matrice popolare, è da ricondurre alle funzioni liturgiche cui Mendelssohn aveva assistito a Roma e alla musica sacra ascoltata varie volte dal coro della Cappella papale nel Quirinale, nella chiesa di S. Carlo e nella Cappella Sistina. Inevitabilmente, tanto la musica gregoriana quanto quella polifonica, da Palestrina a Tomás Luis de Victoria, avevano catturato colui che solo l’anno prima aveva dato il via alla riscoperta della musica di Bach con l’esecuzione della Passione secondo S. Matteo.Nell’Andante con moto, il tema salmodico suonato da viole, fagotti e oboi assume un carattere “responsoriale” nell’alternanza fra i violini, per risuonare addirittura a mo’ di antico discanto nel contrappunto a due voci dei flauti. Il suo ritmo ostinato poi viene sottoposto a procedimenti di accumulazione e di sgonfiamento, strumentale e dinamico, “verosimilmente per raffigurare un qualcosa di solenne che si avvicina e svanisce come una di quelle processioni religiose cui il compositore aveva assistito” – nota Maria Teresa Arfini – ma le processioni religiose caratterizzavano anche i paesaggi italiani dipinti da vari artisti tedeschi a Roma, ad esempio Joseph Anton Koch. Il terzo movimento è un minuetto, danza più contenuta rispetto al “saltarello” del finale. Quest’ultimo venne suggerito a Mendelssohn dalla danza della figlia del pittore Horace Vernet, ammirata a Firenze in Villa Medici. Nel complesso, la Sinfonia ebbe una gestazione lunga e tortuosa. Ultimata nel 1833 venne eseguita il 13 maggio dello stesso anno. In seguito Mendelssohn ritenne di dover apportare molti cambiamenti, ma l’esecuzione che ascolteremo stasera è ancora conforme alla partitura originale, quella del 1833, riesumata dopo la morte del compositore e pubblicata da Breitkopf & Härtel nel 1851.Nuove sperimentazioni timbriche, per Mozart, si aprono con il Concerto K 482 soprattutto per via dell’inserimento dei clarinetti al posto degli oboi. La novità legata al suono dei clarinetti si avverte in particolare nel secondo tema dell’Andante, affidato esclusivamente ai fiati, e nella parte centrale – Andantino cantabile – del Finale. La sperimentazione sul suono è tuttavia una caratteristica generale del Concerto. Ancora nel secondo movimento Mozart si diverte a far risuonare le estremità registriche del fagotto nella sezione conclusiva insieme a pianoforte e archi, ma anche ad accostare in modo inusitato il pianoforte con i fiati nel movimento finale e a fare pizzicare gli archi. Le parti lente acquisiscono il carattere di musica “notturna”. Fu proprio il secondo movimento in do minore forte di tali suggestioni ad essere ripetuto come bis nelle prima esecuzione data da Mozart a Vienna il 23 dicembre 1785.

Carlo Bianchi

27 novembre 1945, ore 17.30: al Teatro Nuovo di Milano debutta l’Orchestra I Pomeriggi Musicali. In programma Mozart e Beethoven accostati a Stravinsky e Prokof ’ev. Nell’immediato dopoguerra, nel pieno fervore della ricostruzione, l’impresario teatrale Remigio Paone e il critico musicale Ferdinando Ballo lanciano la nuova formazione con un progetto di straordinaria attualità: dare alla città un’orchestra da camera con un solido repertorio classico ed una specifica vocazione alla contemporaneità. Il successo è immediato e l’Orchestra contribuisce notevolmente alla

divulgazione popolare in Italia della musica dei grandi del Novecento censurati durante la dittatura fascista: Stravinsky, Hindemith, Webern, Berg, Poulenc, Honegger, Copland, Yves, Français. I Pomeriggi Musicali avviano, inoltre, una tenace attività di commissione musicale. Per I Pomeriggi compongono infatti Casella, Dallapiccola, Ghedini, Gian Francesco Malipiero, Pizzetti, Respighi. Questa scelta programmatica si consolida nel rapporto con i compositori delle leve successive: Berio, Bussotti, Luciano Chailly, Clementi, Donatoni, Hazon, Maderna, Mannino, Manzoni, Margola, Pennisi,

Testi, Tutino, Panni, Fedele, Francesconi, Vacchi. Oggi I Pomeriggi Musicali contano su un vastissimo repertorio che include i capolavori del Barocco, del Classicismo e del primo Romanticismo insieme alla gran parte della musica moderna e contemporanea. Compositori come Honegger e Hindemith, Pizzetti, Dallapiccola, Petrassi e Penderecki hanno diretto la loro musica sul podio de I Pomeriggi Musicali, che diventano trampolino di lancio verso la celebrità di tanti giovani artisti. È il caso di Claudio Abbado, Leonard Bernstein, Rudolf Buchbinder, Pierre Boulez, Michele Campanella,

Giuliano Carmignola, Aldo Ceccato, Sergiu Celibidache, Riccardo Chailly, Daniele Gatti, Gianandrea Gavazzeni, Carlo Maria Giulini, Vittorio Gui, Natalia Gutman, Angela Hewitt, Leonidas Kavakos, Alexander Lonquich, Alexander Igor Markevitch, Zubin Mehta, Carl Melles, Riccardo Muti, Hermann Scherchen, Thomas Schippers, Christian Thielemann, Salvatore Accardo, Antonio Ballista, Arturo Benedetti Michelangeli, Bruno Canino, Dino Ciani, Severino Gazzelloni, Franco Gulli, Nikita Magaloff, Nathan Milstein, Massimo Quarta, Maurizio Pollini, Corrado Rovaris e Uto Ughi. Tra i Direttori stabili dell’Orchestra, ricordiamo Nino Sanzogno, il primo, Gianluigi Gelmetti, Giampiero Taverna e Othmar Maga, per arrivare ai milanesi Daniele Gatti, Antonello Manacorda e Aldo Ceccato, Direttore Emerito dell’Orchestra. In alcuni casi, la direzione musicale è stata affiancata da una direzione artistica; in questa veste: Italo Gomez, Carlo Majer, Marcello Panni, Marco Tutino, Gianni Tangucci, Ivan Fedele, Massimo Collarini e, da luglio 2013, Maurizio Salerno. L’Orchestra I Pomeriggi Musicali svolge la sua attività principalmente a Milano e nelle città lombarde, mentre in autunno contribuisce alle stagioni liriche dei Teatri di Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Mantova, Pavia – all’interno del cartellone di Opera Lombardia – e alla stagione di balletto del Teatro alla Scala. Invitata nelle principali stagioni sinfoniche italiane, l’Orchestra è ospite anche delle maggiori sale da concerto europee. I Pomeriggi Musicali sono una Fondazione costituita dalla Regione Lombardia, dal Comune di Milano, dalla Provincia di Milano, e da enti privati, riconosciuta dallo Stato come istituzione concertistico-orchestrale e dalla Regione Lombardia come ente primario di produzione musicale. Sede dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali è lo storico Teatro Dal Verme, sito nel cuore di Milano.

ORCHESTRA I POMERIGGI MUSICALI

ALEXANDER LONQUICH

Alexander Lonquich è nato a Trier in Germania. Nel 1977 ha vinto il primo premio al Concorso Casagrande dedicato a Schubert. Da allora ha tenuto concerti in Giappone, Stati Uniti e nei principali centri musicali europei. La sua attività lo vede impegnato con direttori d’orchestra quali Claudio Abbado, Kurt Sanderling, Ton Koopman, Emmanuel Krivine, Heinz Holliger, Marc Minkowski. Particolare in tal senso è stato il rapporto mantenuto con Sándor Végh e la Camerata Salzburg, di cui è tuttora regolare ospite nella veste di direttore-solista. Un importante ruolo svolge inoltre la sua attività nell’ambito della musica da camera. Alexander Lonquich, infatti, nel corso degli ultimi anni ha avuto modo di collaborare con artisti del calibro di Christian Tetzlaff, Joshua Bell, Heinrich Schiff, Steven Isserlis, Isabelle Faust, Jörg Widmann, Boris Pergamenschikov, Heinz Holliger, Frank Peter Zimmermann, Nicolas Altstaedt e Carolin Widmann. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti dalla critica internazionale quali il “Diapason d’Or” nel 1992, il “Premio Abbiati” nel 1993 e il “Premio Edison” in Olanda nel 1994. Nel 2003 Alexander Lonquich ha formato, con la moglie Cristina Barbuti, un duo pianistico che si esibisce in Italia, Austria, Svizzera, Germania e Norvegia. Inoltre nei suoi concerti appare spesso nella doppia veste di pianista e fortepianista spaziando da C.Ph.E. Bach a Schumann e Chopin. Nel ruolo di direttore-solista Alexander Lonquich collabora stabilmente con l’Orchestra da Camera di Mantova – con cui in particolare ha svolto un lavoro di ricerca e approfondimento tra il 2004 e 2007 sull’integrale dei Concerti per pianoforte e orchestra di Mozart – e tra le altre con l’Orchestra della Radio di Francoforte, la Royal Philharmonic Orchestra, la Deutsche Kammerphilharmonie, la Camerata Salzburg, la Mahler Chamber Orchestra, l’Orchestre des Champs-Élysées e la Filarmonica della Scala. Si esibisce regolarmente per l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, con la quale dalla stagione 2011/12 collabora anche come direttore-solista. Negli ultimi anni Alexander Lonquich è apparso in tutte le più importanti sale da concerto italiane: il Teatro Carlo Felice di Genova, il

Conservatorio e il Teatro alla Scala di Milano, il Teatro La Fenice di Venezia, il Teatro Regio di Parma, il Conservatorio di Torino, il Parco della Musica di Roma e molti altri. Dopo aver effettuato incisioni per EMI dedicate a Mozart, Schumann e Schubert, ha iniziato una collaborazione con la ECM registrando musiche del compositore israeliano Gideon Lewensohn e un CD di musica pianistica francese dell’inizio del XX secolo con gli Improptus di Fauré, Gaspard de la nuit di Ravel e i Préludes di Messiaen. Recentemente ha inciso, sempre per ECM, la Kreisleriana e la Partita di Holliger. Ai numerosi impegni concertistici, Alexander Lonquich ha affiancato negli anni un intenso lavoro in campo didattico tenendo masterclass in Europa, Stati Uniti ed Australia. Collabora inoltre in forma stabile con l’Accademia Pianistica di Imola, l’Accademia Musicale Chigiana e la Hochschule für Musik di Colonia.Alexander Lonquich, convinto che il sistema educativo in campo musicale sia da integrare e in parte da ripensare, si è impegnato intensamente nella conduzione di laboratori teatrali/musicali avvalendosi della collaborazione di artisti provenienti da linguaggi artistici diversi. Tra le altre, particolarmente cara gli è stata l’esperienza del laboratorio Kinderszenen dedicato all’infanzia.