Brani scelti del « magistero »...
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Brani scelti del « magistero » bergogliano1
Miles Christi - 15/01/2015
28 luglio 2013. Nell’aereo di ritorno dalla GMG di Rio, Francesco improvvisa una conferenza stampa:
«Chi sono io per giudicare?2»
Farà due anni che Francesco è stato eletto papa (13 mars 2013). Nel corso dei mesi egli ha
moltiplicato le dichiarazioni ambigue, le piccole frasi inquietanti, le dichiarazioni scioccanti,
le interviste rivoluzionarie, le eccentricità di dubbio gusto, le filippiche acerbe e
volontariamente provocatorie contro il suo clero e la Curia romana, senza parlare degli atti
carichi di conseguenze (nomine di prelati insegni e progressisti, scandali alla GMG di Rio,
« canonizzazioni » fabbricate, sinodi sulfurei Sulla famiglia, condotte giudaizzanti in Terra
Santa, « turcherie » in Turchia, rimostranze politiche al Parlamento Europeo, sconvolgimento
programmato della Curia, etc.).
Adulato dai media per il suo linguaggio e i suoi gesti non conformisti, Francesco è giudicato
da certi3 come fine politico, mentre altri vedono in lui un pericoloso iconoclasta che viola i
limiti. Dopo l’entusiasmo degli inizi, negli ambienti romani hanno incominciato a farsi sentire
delle voci discordanti, e perfino nel Sacro Collegio alcuni cardinali lamentano che questo
«papa» fuori dal comune si allontana dall’insegnamento, non tanto della Roma eterna, ma dei
1 Articolo scritto insieme a Dominicus e pubblicato nella rivista Le Sel de la terre (http://www.seldelaterre.fr/CT-
1145-revue-sel-de-la-terre.aspx) n° 91, inverno 2014-2015, col titolo : Nouvelles de Rome occupée : La papauté
discréditée. Morceaux choisis du « magistère » bergoglien. 2 http://www.romagnanoi.it/gallery/1191007/Conferenza-stampa-improvvisata-in-aereo-per.html
3 « Posso dire che sono un po’ furbo, so muovermi. » Intervista di Francesco con Padre Antonio Spadaro s.j.,
pubblicata nella rivista La Civiltà Cattolica, 19 settembre 2013.
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suoi predecessori Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, divenuti come per incanto dei papi
conservatori e tradizionalisti !
Tuttavia, queste analisi, di cui i giornali sono pieni, restano il più sovente superficiali. La
questione di fondo è che, con degli alti e dei bassi, della avanzate e dei rinculi, la rivoluzione
conciliare continua la sua marcia inarrestabile, adattandosi a tutte le situazioni e giocando su
più registri : tre passi avanti e due indietro, un colpo a destra e uno a sinistra… La Santa
Chiesa e il Papato ne escono ogni giorno un po’ più sfigurati e screditati. Paolo VI, in un
momento di lucidità, parlò una volta di «autodemolizione» della Chiesa. Con Francesco,
l’autodemolizione assume andature vertiginose.
Noi ci siamo ridotti a gemere e a pregare col salmista : « Salvum me fac, Domine, quoniam
defecit sanctus, quoniam diminutæ sunt veritates a filiis hominum - Salvami, Signore, poiché
non c’è più santità, poiché sono diminuite le verità per i figli degli uomini» (Ps 11, 2).
Per illustrare questa diminuzione delle verità – verità di dottrina nell’ordine speculativo, ma
anche verità di vita nell’ordine pratico – ecco alcuni brani scelti del «magistero» bergogliano,
raggruppati per tema e completati da alcuni commenti.
Le Sel de la terre.
I. ANCORA E SEMPRE MAGGIORE APERTURA !
Apertura e dialogo sono forse le parole chiave di questo strano pontificato che si vuole prima
di tutto pratico e rinnovatore.
La cultura del dialogo
Pape Francesco si è fatto promotore incondizionato del dialogo :
La cultura dell’incontro, la cultura del dialogo, questa è l’unica strada per la pace. [Angelus
del 1 settembre 2013.]
Un po’ di tempo prima, durante la GMG di Rio, aveva spiegato che il dialogo è una
condizione necessaria per il progresso :
Quando i leader dei diversi settori mi chiedono un consiglio, la mia risposta sempre è la
stessa: dialogo, dialogo, dialogo. L’unico modo di crescere per una persona, una famiglia,
una società, l’unico modo per far progredire la vita dei popoli è la cultura dell’incontro, una
cultura in cui tutti hanno qualcosa di buono da dare e tutti possono ricevere qualcosa di
buono in cambio. L’altro ha sempre qualcosa da darmi, se sappiamo avvicinarci a lui con
atteggiamento aperto e disponibile, senza pregiudizi. Questo atteggiamento aperto,
disponibile e senza pregiudizi, lo definirei come “umiltà sociale” che è ciò che favorisce il
dialogo. Solo così può crescere una buona intesa fra le culture e le religioni, la stima delle
une per le altre senza precomprensioni gratuite e in un clima di rispetto per i diritti di
ciascuna. [Discorso alla classe dirigente del Brasile, teatro municipale di Rio, 27 luglio 2013].
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Non rinchiudersi nelle interpretazioni dogmatiche invariabili
Ma che significa dialogare ? Francesco risponde :
Dialogare significa essere convinti che l’altro abbia qualcosa di buono da dire, fare spazio al
suo punto di vista, alle sue proposte. Dialogare non significa rinunciare alle proprie idee e
tradizioni, ma alla pretesa che siano uniche ed assolute. [Messaggio per la 48esima Giornata
Mondiale delle Comunicazioni Sociali, 1giugno 2014.]
In che modo, allora, la Chiesa potrebbe rinunciare alla « pretesa » che le verità che essa
predica sono « uniche ed assolute » ? Gesù, non ha detto : « Io sono la via, la verità e la
vita » (Gv 14, 6) ; « Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà
condannato » (Mc 16, 16) ? E quando Nostro Signore parla di credere, vuole dire : credere in
Lui, perché Lui è l’unico Salvatore. E’ ciò che San Pietro affermò al Sinedrio che gli
ingiungeva di tacere il nome di Gesù : « non vi è altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel
quale è stabilito che possiamo essere salvati » (Atti 4, 12).
Ma, per Francesco, i cattolici non dovrebbero attaccarsi a delle formule stabilite e dal
contenuto assolutamente invariabile :
Non si deve pensare che l’annuncio evangelico sia da trasmettere sempre con determinate
formule stabilite, o con parole precise che esprimano un contenuto assolutamente invariabile.
[Evangelii Gaudium, § 129.]
Una tale dichiarazione, non è inconciliabile col seguente canone del concilio Vaticano I : « Se
qualcuno dice che è possibile che ai dogmi [le formule dogmatiche] proposti dalla Chiesa,
con il progresso della scienza, talora debba essere attribuito un senso diverso da quello che
ha riconosciuto e riconosce la Chiesa, sia anátema4» ?
Non solo Francesco attacca l’immutabilità delle verità dogmatiche, ma denigra anche « la
sicurezza dottrinale » e la certezza, come fosse solo una forma di « legalismo » statico,
opposto all’apertura :
Se il cristiano è restaurazionista, legalista, se vuole tutto chiaro e sicuro, allora non trova
niente. La tradizione e la memoria del passato devono aiutarci ad avere il coraggio di aprire
nuovi spazi a Dio. Chi oggi cerca sempre soluzioni disciplinari, chi tende in maniera
esagerata alla “sicurezza” dottrinale, chi cerca ostinatamente di recuperare il passato
perduto, ha una visione statica e involutiva. [Intervista pubblicata dalla rivista La Civiltà
Cattolica il 19 settembre 2013.]
E ancora : Sì, in questo cercare e trovare Dio in tutte le cose resta sempre una zona di
incertezza. Deve esserci. Se una persona dice che ha incontrato Dio con certezza totale e non
è sfiorata da un margine di incertezza, allora non va bene. Per me questa è una chiave
importante. Se uno ha le risposte a tutte le domande, ecco che questa è la prova che Dio non
è con lui. Vuol dire che è un falso profeta, che usa la religione per se stesso. […] Il rischio
4 DS 3043. Vatican I, Costituzione Dei Filius, cap. 4 (De fide et ratione), canone 3.
4
nel cercare e trovare Dio in tutte le cose è dunque la volontà di esplicitare troppo, di dire con
certezza umana e arroganza : “Dio è qui”. Troveremmo solamente un dio a nostra misura.
[Ibid.]
Sicuramente, si possono avere delle false certezze umane: ma il contesto mostra che la
certezza che condanna qui papa Bergoglio è la certezza della fede, che ogni cattolico può e
deve pretendere. Francesco fa quindi l’apologia del relativismo. Del resto, egli lo dichiara
esplicitamente :
Il mondo è cambiato e la Chiesa non può rinchiudersi nelle presunte interpretazioni del
dogma. Noi dobbiamo affrontare i conflitti sociali, vecchi e nuovi, e cercare di dare una
mano per rassicurare, non stigmatizzare, né semplicemente rimproverare. [Intervista al
giornale argentino La Nacion, 5 ottobre 20145.]
Niente proselitismo !
Una delle conseguenze di ciò che precede è il rifiuto di ogni attività missionaria, perché
sarebbe un ostacolo alla libertà altrui, una « ingerenza » insopportabile :
La religione ha il diritto di esprimere la propria opinione a servizio della gente, ma Dio nella
creazione ci ha resi liberi : l’ingerenza spirituale nella vita personale non è possibile.
[Intervista riportata dalla rivista La Civiltà Cattolica6.]
Il proselitismo è una solenne sciocchezza, non ha senso. Bisogna conoscersi, ascoltarsi e far
crescere la conoscenza del mondo che ci circonda. A me capita che dopo un incontro ho
voglia di farne un altro perché nascono nuove idee e si scoprono nuovi bisogni. Questo è
importante: conoscersi, ascoltarsi, ampliare la cerchia dei pensieri. Il mondo è percorso da
strade che riavvicinano e allontanano, ma l’importante è che portino verso il Bene.
[Intervista con Eugenio Scalfari7.]
Quale sarà allora lo scopo, se non bisogna più essere missionari né predicare Gesù Cristo ?
Sarà : ascoltare, condividere le esperienze, accogliere gli esclusi, comunicare, costruire
l’avvenire...
5 Francesco, interrogato sul Sinodo che sarebbe iniziato, ha risposto ad una domanda sul matrimonio e i giovani.
Ecco le sue parole : « I giovani […] non si sposano più, è una caratteristica della cultura del nostro tempo ; […]
molti giovani preferiscono vivere insieme senza sposarsi. Che deve fare la Chiesa ? Espellerli dal suo seno ? O,
al contrario, avvicinarli, abbracciarli e cercare di portar loro la parola di Dio ? Questa è la mia posizione. » E
per spiegare questa posizione, ha aggiunto : « Il mondo è cambiato e la Chiesa non può rinchiudersi nelle
presunte interpretazioni del dogma. » (http://medias-presse.info) 6 http://www.vatican.va/holy_father/francesco/speeches/2013/september/documents/papa-
francesco_20130921_intervista-spadaro_it.html; si veda Le Sel de la terre 87, p. 176. – Si noterà la parola
«opinione» : la religione esprime solo un’opinione – Anche la vera religione ? 7 Intervista con Eugenio Scalfari del 24 settembre 2013, pubblicata sul giornale La Repubblica il 1 ottobre e
ripresa da L’Osservatore Romano : http://www.vatican.va/news_services/or/or_quo/225q01.pdf
5
…il nostro obiettivo non è il proselitismo ma l’ascolto dei bisogni, dei desideri, delle
delusioni, della disperazione, della speranza. Dobbiamo ridare speranza ai giovani, aiutare i
vecchi, aprire verso il futuro, diffondere l’amore. Poveri tra i poveri. Dobbiamo includere gli
esclusi e predicare la pace. [Ibid.]
Questo è anche il programma di vita che Francesco ha esposto nel settembre 2014 ai giovani
studenti connessi con lui dai cinque continenti. Ecco un estratto del « profondo » messaggio
che ha inviato a loro :
Nella vita puoi fare due cose contrarie: o costruire ponti o innalzare muri. I muri separano,
dividono. I ponti avvicinano. Rispondo alla tua domanda: cosa potete fare ? Potete
continuare a comunicare tra voi, comunicare le esperienze, le esperienze che fate. […] … e
con questa comunicazione nessuno comanda, ma tutto funziona. È la spontaneità della vita, è
dire un sì alla vita. […]… comunicare è evitare ogni tipo di discriminazione. Andate avanti
ragazzi. […] … siamo convinti che i giovani hanno bisogno di comunicare tra loro, hanno
bisogno di mostrare i loro valori e di condividere i loro valori. I giovani oggi, hanno bisogno
di tre pilastri fondamentali: istruzione, sport e cultura. […] E lo sport è importante perché
insegna a giocare in squadra. Lo sport salva dall’egoismo, aiuta a non essere egoisti. Perciò
è importante lavorare in gruppo e studiare in gruppo e percorrere il cammino della vita in
gruppo. […] E andate avanti su questo cammino della comunicazione, della costruzione di
ponti, della ricerca della pace, attraverso l’istruzione, lo sport e la cultura. […] Non abbiate
paura, andate avanti, costruite ponti di pace, giocate in squadra e rendete il futuro migliore
perché ricordatevi che il futuro è nelle vostre mani. Sognate il futuro volando, ma non
dimenticate l’eredità culturale, sapienziale e religiosa che gli anziani vi hanno lasciato.
Avanti e con coraggio. Fate il futuro ! [Videoconferenza con studenti aderenti alla rete
Scholas Occurrentes, del 4 settembre 20148.]
Si potrà notare il naturalismo opprimente di queste dichiarazioni, prive di ogni elevazione
soprannaturale e piene di luoghi comuni alla moda.
II. DIALOGO INTERRELIGIOSO E L’ECUMENISMO
L’apertura che Francesco ha posto come il cuore del suo programma (ammesso che abbia un
preciso programma) sfocia evidentemente nell’incremento dello sviluppo del dialogo con le
religioni. Egli lo ha spiegato così ad Eugenio Scalfari :
Il Vaticano II, ispirato da papa Giovanni [XXIII] e da Paolo VI, decise di guardare al futuro
con spirito moderno e di aprire alla cultura moderna9. I padri conciliari sapevano che aprire
alla cultura moderna significava ecumenismo religioso e dialogo con i non credenti. Dopo di
8https://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2014/september/documents/papa-
francesco_20140904_videoconferenza-piattaforma-scholas.html. Si veda Le Sel de la terre 90, p.197. 9 E’ esattamente quello che Pio IX ha condannato nel Syllabus : « Il Romano Pontefice può e deve riconciliarsi e
venire a composizione col progresso, col liberalismo e con la moderna civiltà » (proposizione n° 80).
6
allora fu fatto molto poco in quella direzione10
. Io ho l’umiltà e l’ambizione di volerlo fare.
[Intervista con Eugenio Scalfari.]
Le religioni non-cristiane : canali suscitati dallo Spirito Santo
14 gennaio 2015. Franesco in un tempio buddista nel Sri Lanka: davanti ad un reliquiario
11
Cominciamo con il dialogo con i non-cristiani. Nella logica delle teorie enunciate da Nostra
Ætate12
, Lumen gentium13
e Giovanni Paolo II14
, Francesco non esista a pretendere che
l’azione divina dello Spirito Santo produca nelle religioni non-cristiane dei frutti analoghi agli
effetti che operano i sacramenti nelle anime giuste (cattoliche) :
I non cristiani, per la gratuita iniziativa divina, e fedeli alla loro coscienza, possono vivere
«giustificati mediante la grazia di Dio», e in tal modo «associati al mistero pasquale di Gesù
10
Molto poco ? Assisi I, II, III e IV ; le visite alle sinagoghe e alle moschee ; gli accordi e le cerimonie
ecumeniche con luterani, anglicani e ortodossi ; i pentimenti etc., tutte cose che Giovanni Paolo II e Benedetto
XVI hanno litteralmente moltiplicate : è molto poco ? Che ci sarà dunque in avvenire ? C’è da temere di tutto ! 11
https://www.aciprensa.com/noticias/el-papa-francisco-explica-por-que-visito-un-templo-budista-en-sri-lanka-
95621/ 12
« La Chiesa cattolica nulla rigetta di quanto è vero e santo in queste religioni. Essa considera con sincero
rispetto quei modi di agire e di vivere, quei precetti e quelle dottrine che, … non raramente riflettono un raggio
di quella verità che illumina tutti gli uomini.» (Nostra Ætate 2). 13
« …al di fuori del suo organismo [della Chiesa cattolica] si trovino parecchi elementi di santificazione e di
verità » (Lumen gentium 8), e perfino nelle religioni pagane. 14
Giovanni Paolo II, udienza generale del 9 settembre 1998 : « “i semi del Verbo” presenti e operanti nelle
diverse religioni (cfr Ad gentes, 11; Lumen gentium, 17). … sono un riflesso dell'unico Verbo di Dio, “che
illumina ogni uomo” (cfr Gv 1,9) … Essi sono insieme “effetto dello Spirito di verità operante oltre i confini
visibili del Corpo Mistico” e che “soffia dove vuole” (Gv 3,8) (cfr Redemptor hominis, 6 e 12).»
7
Cristo». Ma, a causa della dimensione sacramentale della grazia santificante, l’azione divina
in loro tende a produrre segni, riti, espressioni sacre, che a loro volta avvicinano altri ad una
esperienza comunitaria di cammino verso Dio. Non hanno il significato e l’efficacia dei
Sacramenti istituiti da Cristo, ma possono essere canali che lo stesso Spirito suscita per
liberare i non cristiani dall’immanentismo ateo o da esperienze religiose meramente
individuali. Lo stesso Spirito suscita in ogni luogo forme di saggezza pratica che aiutano a
sopportare i disagi dell’esistenza e a vivere con più pace e armonia. Anche noi cristiani
possiamo trarre profitto da tale ricchezza consolidata lungo i secoli, che può aiutarci a vivere
meglio le nostre peculiari convinzioni. [Evangelii Gaudium, § 254.]
Se lo Spirito Santo agisce così nelle religioni non-cristiane, non ci si stupirà che tutti gli
uomini siano salvati. Siamo alla redenzione universale – non solo alla volontà salvifica
universale, ma alla redenzione universale effettiva :
Il Signore ci ha creati a sua immagine e a sua somiglianza e ci chiede di fare il bene e di non
fare il male. Il Signore ci ha salvati tutti col sangue di Cristo : tutti, non solo i cattolici. Tutti!
– Ma Padre, anche gli atei ? – Sì, anche loro. Tutti ! [Omelia del 22 maggio 201315
.]
Ruolo delle religioni nella società :
animare la democrazia e costruire la fraternità umana
Qual è, d’altra parte, il ruolo delle religioni nei confronti della società civile ? Uniti in una
perfetta coabitazione, esse devono concordare i loro sforzi per animare spiritualmente la
democrazia e dare una dimensione religiosa (puramente naturale) alla società laica, senza con
questo - horresco referens ! - voler rendere confessionali gli Stati. Si ritorna al MASDU16
denunciato a suo tempo da l’abbé de Nantes.
È impossibile immaginare un futuro per la società senza un forte contributo di energie morali
in una democrazia che rimanga chiusa nella pura logica o nel mero equilibrio di
rappresentanza di interessi costituiti. Considero anche fondamentale in questo dialogo il
contributo delle grandi tradizioni religiose, che svolgono un fecondo ruolo di lievito della vita
sociale e di animazione della democrazia. Favorevole alla pacifica convivenza tra religioni
diverse è la laicità dello Stato, che, senza assumere come propria nessuna posizione
confessionale, rispetta e valorizza la presenza della dimensione religiosa nella società,
favorendone le sue espressioni più concrete. [Discorso alla classe dirigente del Brasile, 27
luglio 201317
.]
15
Il sito del giornale La Vie che riporta a dichiarazione, spiega che essa ha creato una polemica in Vaticano, per
cercare di capire se Francesco avesse voluto dire che solo quelli che fanno il bene andrebbero in paradiso o se
avesse suggerito che anche gli atei potrebbero andare in paradiso. Per quante restrizioni cerchino di apportare
coloro che vogliono difendere il Papa, se si prendono le parole ut sonant, è proprio la seconda interpretazione ad
essere ovvia. 16
Mouvement d’Animation Spirituelle de la Démocratie Universelle. 17
Questa idea di una «sana laicità» che tenga conto dell’apporto delle religioni è stata spesso difesa da Benedetto
XVI (cfr. Le Sel de la terre, n° 85, pp. 63-84 e specialmente 72-77)
8
Francesco s’inchina davanti al laicista e mondialista Ban-Ki-Moon, Segretario Generale delle Nazioni Unite
In più, nel quadro di questa missione di animazione spirituale, le religioni – e la Chiesa
cattolica in primo luogo – sono chiamati a edificare la fraternità universale e l’unità del genere
umano (voluto dalla massoneria). D’altronde, l’ex presidente di Israele, Shimon Peres, ha
rivolto a Papa Francesco una proposta in questo senso, il 4 settembre 2014: costituire una
ONU delle religioni con alla guida il Papa. Francesco ha risposto che ci avrebbe pensato :
Per opporci a questa guerra del tutto nuova, […] abbiamo l’Onu. […] E allora, se l’Onu ha
fatto il suo tempo, ciò che ci serve è un’Organizzazione delle Religioni Unite, una Onu delle
religioni. [Intervista a Shimon Peres del settimanale cattolico italiano Famiglia Cristiana.]
Per Francesco, esiste una vera «vocazione dell’uomo alla fraternità» [Messaggio per la
Giornata mondiale per la pace, 8 dicembre 2013]. Inculcare agli uomini il senso di questa
fraternità sarebbe anche il motivo dell’Incarnazione del Figlio di Dio :
Il Figlio di Dio si è incarnato per infondere nell’anima degli uomini il sentimento della
fratellanza. Tutti fratelli e tutti figli di Dio. [Intervista con E. Scalfari, 1 ottobre 2013].
Gesù è venuto al mondo per imparare ad essere uomo, ed essendo uomo, camminare con gli
uomini. [Omelia del 15 settembre 2014 a Santa Marta]
Questa preoccupazione è così prioritaria per Francesco che in seguito all’assassinio in
Burundi di tre religiose cattoliche, il 7 e l’8 settembre 2014, non ha trovato migliore lezione
da trarne che la costruzione della fraternità tra i popoli :
…il sangue versato diventi seme di speranza per costruire l'autentica fraternità tra i popoli
[Dichiarazione a proposito delle tre suore italiane violentate e uccise in Burundi].
9
E’ per tale ideale massonico che queste religiose hanno consacrato la loro vita a Dio e sono
morte assassinate ?
Dialogo con i musulmani : i frutti dell’islam
Il dialogo interreligioso intrapreso da Papa Francesco è soprattutto rivolto in direzione
dell’islam e del giudaismo. Ecco alcuni esempi di apertura verso l’islam :
- Per la Giornata Mondiale dei Migranti, il 19 gennaio 2014, Francesco si è recato nella
parrocchia romana del Sacro Cuore di Gesù ove si è rivolto a degli immigrati
musulmani. Egli li a inviati a condividere la loro esperienza aiutandosi col Corano e
appoggiandosi alla «fede» (musulmana) inculcata loro dai genitori :
Condividere la nostra esperienza portando la croce per svellere dai nostri cuori la malattia
che avvelena le nostre vite: è importante che voi facciate questo nelle vostre riunioni. Quelli
che sono cristiani con la Bibbia, quelli che sono musulmani con il Corano. La fede che i
vostri genitori vi hanno inculcato vi aiuterà sempre ad andare avanti.
29 novembre 2014. Francesco e il gran mufti in preghiera nella Moschea blu di Istanbul
18
Francesco considera il Corano come autentica parola di Dio, al pari della Bibbia, e la fede
islamica come soprannaturale e salvifica ?
18
http://www.diariodecanoas.com.br/_conteudo/2014/11/noticias/mundo/107143-papa-francisco-medita-na-
mesquita-azul-de-istambul.html
10
- Già l’8 luglio 2013, nel corso del suo viaggio a Lampedusa, nei suoi incoraggiamenti
agli immigrati clandestini musulmani, aveva evocato i «frutti spirituali» del Ramadan :
Un pensiero lo rivolgo ai cari immigrati musulmani che oggi, alla sera, stanno iniziando il
digiuno di Ramadan, con l’augurio di abbondanti frutti spirituali. [Omelia a Lampedusa, 8
luglio 2013].
- Due giorni dopo, egli indirizzava le sue «preghiere» alla comunità musulmana
mondiale, perché glorificasse l’Altissimo col Ramadan :
Vi porgo, infine, i miei migliori auguri e preghiere affinché le vostre vite possano glorificare
l’Altissimo e arrecare gioia a coloro che vi circondano. Buona festa a tutti voi! [Messaggio ai
musulmani del mondo intero per la fine del Ramadan, 10 luglio 2013].
- Del pari, poco tempo dopo, nella Evangelii Gaudium, egli magnificava la preghiera e i
riti dell’islam (rivolti ad Allah!) :
… è ammirevole vedere come giovani e anziani, donne e uomini dell’Islam sono capaci di
dedicare quotidianamente tempo alla preghiera e di partecipare fedelmente ai loro riti
religiosi. (§ 252).
L’islam sarebbe dunque suscettibile di produrre da sé dei frutti spirituali – termine che in
teologia designa la fecondità soprannaturale data dalla grazia -, o anche di glorificare Dio e di
far dire ai suoi adepti delle preghiere a Lui gradite ? La dottrina cattolica, al contrario, insegna
che le false religioni non possono avere, formalmente e di per sé, alcuna fecondità
soprannaturale. I loro frutti sono o naturali o diabolici. E se la grazia si trova ed agisce in un
uomo che appartiene materialmente a una di queste false religioni, è malgrado essa : in realtà,
quest’anima riceve la grazia da Nostro Signore e dal Suo corpo mistico.
Ma il punto culminante della comunione bergogliana con i valori dell’islam è stato il viaggio
in Turchia (28-30 novembre 2014). Resosi «pellegrino» nella moschea blu di Istanbul,
Francesco ha fatto meglio del suo predecessore Benedetto XVI : s’è fatto leggere e spiegare
dei passi del Corano dal gran mufti: poi gli ha proposto di pregare e, insieme, rivolti verso La
Mecca, hanno ostensibilmente pregato per un bel po’ :
Io sono andato lì, in Turchia, sono venuto come pellegrino, non come turista. […] quando
sono andato in Moschea, io non potevo dire: “No, adesso sono turista”. No, era tutto
religioso. E ho visto quella meraviglia! Il muftì mi spiegava bene le cose, con tanta mitezza, e
anche con il Corano, dove si parlava di Maria e di Giovanni il Battista, mi spiegava tutto…
In quel momento ho sentito il bisogno di pregare. E ho detto: “Preghiamo un po’?” – “Sì,
sì”, ha detto lui. E io ho pregato: per la Turchia, per la pace, per il muftì… per tutti… per
me, che ho bisogno… Ho pregato, davvero… E ho pregato per la pace, soprattutto. Ho detto :
“Signore, finiamola con la guerra…”. Così, è stato un momento di preghiera sincera.
[Conferenza stampa nell’aereo di ritorno dalla Turchia, 30 novembre 2014].
11
Dialogo con gli Ebrei : i valori del giudaismo arricchiscono la Chiesa
Il dialogo col giudaismo occupa un posto privilegiato nelle relazioni di Francesco con le altre
religioni. Su questo tema, su cui abbondano le testimonianze, rinviamo alle Éphémérides
pubblicate ne Le Sel de la terre n° 8919
. Come promemoria ricordiamo queste poche parole
particolarmente significative :
L’Onnipotente, che ha liberato il suo popolo dalla schiavitù dell’Egitto per guidarlo alla
Terra Promessa, continui a liberarvi da ogni male e ad accompagnarvi con la sua
benedizione. [Lettera alla comunità ebraica di Roma per la festa di Pesach, 25 marzo 2013 20
.]
Così, si dovrebbe ritenere che Dio continui a benedire il giudaismo posteriore alla venuta di
Gesù Cristo e cioè il giudaismo che rifiuta il Messia e che combatte la Chiesa. E questo
nonostante tale giudaismo non ha alcunché in comune con l’antico giudaismo di prima di
Nostro Signore, che era la vera religione rivelata da Dio.
16 gennaio 2014. Colazione cosher con dei rabbini argentini venuti a visitare Francesco in Vaticano
21
Uno sguardo molto speciale si rivolge al popolo ebreo, la cui Alleanza con Dio non è mai
stata revocata, perché «i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili» (Rm 11,29).»
[Evangelii Gaudium, § 24722
.]
19
« La Rome postconciliaire et ses frères aînés », Le Sel de la terre 89, p. 172-194. 20
Si veda Le Sel de la terre 89, p. 175. 21
http://www.itongadol.com.ar/noticias/val/76213/papa-francisco-una-foto-con-rabinos-que-conmueve-al-
mundo.html 22
Si veda Le Sel de la terre 89, p. 179-180.
12
Questa affermazione secondo la quale l’antica Alleanza (o «prima» Alleanza, come ormai si
dice) non sarebbe stata revocata, è formalmente combattuta da San Paolo (Eb. 8, 6-13). La
nuova teologia si fonda su di essa per pretendere che gli Ebrei di oggi sarebbero i nostri
fratelli maggiori e perfino i nostri padri nella fede, tale che non avrebbero bisogno di
convertirsi. La conseguenza è che la Chiesa dovrebbe mettersi alla scuola di questi fratelli
maggiori, arricchirsi della loro preponderante comprensione della Parola di Dio e raccogliere i
valori della loro tradizione :
Dio continua ad operare nel popolo dell’Antica Alleanza e fa nascere tesori di saggezza che
scaturiscono dal suo incontro con la Parola divina. Per questo anche la Chiesa si arricchisce
quando raccoglie i valori dell’Ebraismo. [Evangelii Gaudium, § 249.]
L’ecumenismo : camminare uniti nelle differenze
Veniamo adesso alla questione dell’ecumenismo propriamente detto e cioè alle relazioni della
Chiesa con i cristiani non cattolici. Anche su questo punto Francesco si sente autorizzato ad
ogni audacia, che attribuisce… allo Spirito Santo !
Nelle relazioni ecumeniche questo è importante : non solo conoscersi meglio, ma anche
riconoscere ciò che lo Spirito ha seminato negli altri come un dono anche per noi. [La Civiltà
Cattolica, 19 settembre 2013].
Francesco offre un calice ad un « pastore » per la celebrazione della « cena luterana
23 »
23
http://religionlavozlibre.blogspot.fr/2015/11/francisco-regala-un-caliz-catolico-para.html -
https://www.youtube.com/watch?v=6dv_HvNuumI
13
Si tratta sempre dello stesso errore : lo Spirito Santo ha posto dei semi di verità al di fuori
delle strutture visibili della Chiesa cattolica; ma nel pensiero di Francesco, questi semi
andrebbero al di là di ciò che si pensa. Ascoltiamolo :
[Il direttore de La Civiltà Cattolica :] Cerco di capire come il Papa veda il futuro dell’unità
della Chiesa. Mi risponde : «dobbiamo camminare uniti nelle differenze: non c’è altra strada
per unirci. Questa è la strada di Gesù». [La Civiltà Cattolica, 19 settembre 2013].
Che significa questo strano camminare «uniti nelle differenze», che sembra voler conciliare i
contrari? Tale conciliazione non è impossibile, ha spiegato Francesco nella sua omelia nella
cattedrale cattolica di Istanbul, il 29 novembre 2014, perché è opera dello Spirito Santo :
Solo lo Spirito Santo può suscitare la diversità, la molteplicità e, nello stesso tempo, operare
l’unità. Quando siamo noi a voler fare la diversità e ci chiudiamo nei nostri particolarismi ed
esclusivismi, portiamo la divisione; e quando siamo noi a voler fare l’unità secondo i nostri
disegni umani, finiamo per portare l’uniformità e l’omologazione. Se invece ci lasciamo
guidare dallo Spirito, la ricchezza, la varietà, la diversità non diventano mai conflitto, perché
Egli ci spinge a vivere la varietà nella comunione della Chiesa. [Omelia nella cattedrale
cattolica di Istanbul, 29 novembre 2014].
Francesco ha fatto dichiarazioni simili nel luglio 2014, in occasione della visita al suo amico
pastore evangelico Giovanni Traettino: rivolgendosi alla sua comunità (pentecostale24
), ha
detto :
Cosa fa lo Spirito Santo? Ho detto che fa un’altra cosa, che forse si può pensare che sia
divisione, ma non lo è. Lo Spirito Santo fa la “diversità” nella Chiesa. La prima Lettera ai
Corinzi, capitolo 12. Lui fa la diversità! E davvero questa diversità è tanto ricca, tanto bella.
Ma poi, lo stesso Spirito Santo fa l’unità, e così la Chiesa è una nella diversità. E, per usare
una parola bella di un evangelico che io amo tanto, una “diversità riconciliata” dallo Spirito
Santo. Lui fa entrambe le cose : fa la diversità dei carismi e poi fa l’armonia dei carismi.
[Visita privata a Caserta, 28 luglio 201425
.]
Dunque, tra i cristiani non vi sarebbe divisione, ma una semplice diversità, e questa diversità
sarebbe unificata dallo Spirito Santo. Infatti, tanto a Istanbul quanto a Caserta – il contesto
mostra che questa diversità unificata non è limitata alla Chiesa cattolica. Lo Spirito Santo
farebbe la diversità (o quanto meno agisce) nelle diverse confessioni cristiane, al fine di
permettere il loro muto arricchimento, e in seguito le riunirebbe in una sola Chiesa (la
24
Nel discorso pronunciato, Francesco ha pensato bene di prevenire una obiezione spontanea: «Qualcuno sarà
stupito: “Ma, il Papa è andato dagli evangelici”. E’ andato a trovare i fratelli! Sì! Perché – e questo che dirò è
verità – sono loro che sono venuti prima a trovare me a Buenos Aires. […] E così è cominciata questa amicizia,
questa vicinanza fra i pastori di Buenos Aires [Traettino e lui]». 25
Francesco aveva già sviluppato questa stessa idea nella sua omelia di Pentecoste del 19 maggio 2013.
14
«Chiesa di Cristo»). Per illustrare questa teoria, Francesco ha usato più volte l’immagine del
poliedro 26
, nel quale egli vede la figura e il modello dell’unità ecumenica :
Noi siamo nell’epoca della globalizzazione, e pensiamo a cos’è la globalizzazione e a cosa
sarebbe l’unità nella Chiesa : forse una sfera, dove tutti i punti sono equidistanti dal centro,
tutti uguali? No! Questa è uniformità. E lo Spirito Santo non fa uniformità! Che figura
possiamo trovare? Pensiamo al poliedro: il poliedro è una unità, ma con tutte le parti
diverse; ognuna ha la sua peculiarità, il suo carisma. Questa è l’unità nella diversità. E’ in
questa strada che noi cristiani facciamo ciò che chiamiamo col nome teologico di
ecumenismo : cerchiamo di far sì che questa diversità sia più armonizzata dallo Spirito Santo
e diventi unità. [Visita privata a Caserta, 28 luglio 2014].
A ben riflettere, questa spiegazione va ben al di là dell’esposizione conciliare classica. La
teologia conciliare vede nelle diverse «chiese» cristiane una differenza di grado (e non più
essenziale o di natura, come fa la dottrina tradizionale) : all’interno della Chiesa di Cristo,
solo la Chiesa cattolica ha la pienezza dei mezzi di salvezza, le altre confessioni hanno solo
una partecipazione decrescente a questa pienezza, a seconda che si allontanino di più dal
cattolicesimo (i famosi semi di verità di cui « Lo Spirito di Cristo infatti non ricusa di servirsi
di esse come di strumenti di salvezza» - Unitatis redintegratio n° 3). Il cardinale Ratzinger
aveva illustrato questa teoria con la figura dei porticati del Tempio, inseriti gli uni negli altri
attorno al santuario, come degli oggetti incastrati. Ma queste sottigliezze non sembrano
interessare Francesco. Nel poliedro che lui propone, tutte le facce sono uguali (se il poliedro è
regolare) o quanto meno in una situazione simile in rapporto al tutto, e si tengono
mutualmente con i loro lati. Non v’è del più e del meno. Questo suggerisce che tutte le
«chiese» sono su un certo piano di uguaglianza e complementari, senza superiore e inferiore.
Si tratta di una visione molto democratica delle cose. Non v’è più differenza di grado, non v’è
più gerarchia, ma una semplice diversità di ricchezze. Indubbiamente, comparazione non è
ragione, ma si vede che la spiegazione di Francesco apre delle prospettive sempre più audaci.
Con gli ortodossi, « siamo in cammino »
Francesco non si accontenta di enunciare le sue teorie sull’ecumenismo; le mette in pratica.
Così, in occasione del suo recente viaggio a Istanbul (28-30 novembre 2014), ha chiesto un
«favore» al «patriarca» ortodosso Bartolomeo I : «Mi benedica e benedica la Chiesa di
Roma». Il «patriarca» non ha esitato un momento davanti al Papa che abbassava la testa e, a
mo’ di benedizione, gli ha baciato il cranio 27
!
26
Si veda Evangelii Gaudium § 236; intervista con il Corriere (marzo 2014); intervista col giornale spagnolo La
Vanguardia (giugno 2014). Si noterà che l’immagine del poliedro serve, non solo ad illustrare l’ecumenismo, ma
anche la «buona» mondializzazione voluta dalla Chiesa : «La globalizzazione a cui pensa la Chiesa assomiglia
non a una sfera, nella quale ogni punto è equidistante dal centro e in cui quindi si perde la peculiarità dei
popoli, ma a un poliedro, con le sue diverse facce, per cui ogni popolo conserva la propria cultura, lingua,
religione, identità.» (Intervista al Corriere). 27
Non è la prima volta che Francesco chiede a questo modo una benedizione a degli eretici o a degli scismatici
(Benedetto XVI s’era perfino fatto benedire da un rabbino!). Il 16 giugno 2014, si è fatto benedire
15
Nell’aereo di ritorno, Francesco ha tenuto una conferenza stampa. Rispondendo alla domanda
di un giornalista, ha espresso il suo pensiero sulle relazioni della Chiesa con l’«ortodossia».
Ecco le sue parole, che sono caratteristiche del suo metodo: porre gli atti, la dottrina seguirà.
Io credo che con l’Ortodossia siamo in cammino. Loro hanno i sacramenti, hanno la
successione apostolica 28
… siamo in cammino. Che cosa dobbiamo aspettare ? Che i teologi
si mettano d’accordo ? Mai arriverà quel giorno, glielo assicuro, sono scettico. Lavorano
bene, i teologi, ma ricordo quello che si diceva che avesse detto Atenagora a Paolo VI : “Noi
andiamo avanti da soli e mettiamo tutti i teologi in un’isola, che pensino!”. […] Non si può
aspettare: l’unità è un cammino, un cammino che si deve fare, che si deve fare insieme. E
questo è l’ecumenismo spirituale: pregare insieme, lavorare insieme, tante opere di carità,
tanto lavoro che c’è… Insegnare insieme… Andare avanti insieme. Questo è l’ecumenismo
spirituale. Poi c’è l’ecumenismo del sangue, quando ammazzano i cristiani; […] ma quelli
[che li hanno uccisi] non hanno detto: “Tu sei cattolico… Tu sei anglicano…”. No: “Tu sei
cristiano”, e il sangue si mischia. Questo è l’ecumenismo del sangue. I nostri martiri ci
stanno gridando: “Siamo uno!” […] Dirò una cosa che forse qualcuno non può capire, ma…
Le Chiese cattoliche orientali hanno diritto di esistere, è vero. Ma l’uniatismo è una parola di
un’altra epoca. Oggi non si può parlare così. Si deve trovare un’altra strada. [Conferenza
stampa durante il volo di ritorno dalla Turchia, 30 novembre 2014].
29 novembre 2014. Il patriarca ortodosso Bartolomeo I « benedice » Francesco baciandolo sulla testa
29
Così, per Francesco la pratica primeggia sulla dottrina. Non bisogna farsi ostacolare dalle
arguzie teologiche, ma «andare avanti». Si tratta di una visione pragmatica, rivoluzionaria,
dall’«arcivescovo» di Canterbury, Justin Welby (un semplice laico) accompagnato da due «pretesse» anglicane.
Si veda Le Sel de la terre n° 90, pp. 193-194. 28
«hanno…» solo materialmente! 29
http://religion-gaulmyn.blogs.la-croix.com/pourquoi-le-patriarche-de-constantinople-na-pas-voulu-benir-le-
pape-francois/2014/12/01/
16
nemica dei princípi e contraria a tutta la tradizione della Chiesa. Si noterà anche il disprezzo
per l’« uniatismo30
», la cui esistenza disturba il diaologo ecumenico con l’«ortodossia».
III. UNA GRANDE CHIESA APERTA
Dopo l’apertura verso l’esterno, in direzione dei non cattolici, ecco adesso l’apertura «ad
intra», all’interno della Chiesa. Che genere di Chiesa vuole Francesco ?
No alla Chiesa «autoreferenziale», né alla «Chiesa da museo»
Il modello voluto da Francesco è nettamente progressista. E’ quello di una Chiesa in marcia,
risolutamente rivolta verso l’esterno, occupata in azioni «che generino della dinamiche
nuove» e non una Chiesa «del potere» fissata nelle tradizioni antiquate o una «Chiesa
mondana che vive ripiegata su se stessa e per se stessa 31
» :
Lo ripeto spesso: tra una Chiesa accidentata che esce per strada, e una Chiesa ammalata di
autoreferenzialità, non ho dubbi nel preferire la prima. [Messaggio per la 48° giornata
mondiale delle comunicazioni sociali, 1 luglio 2014].
Nella sua omelia a Santa Marta del 9 dicembre 2014, Francesco ha spiegato che la Chiesa
diventa feconda solo se ha la gioia di andare a cercare «i fratelli e le sorelle che sono lontani»:
…quando la Chiesa non fa questo, quando si ferma in se stessa, si chiude in se stessa, forse
può essere ben organizzata, con un organigramma perfetto, tutto suo, ciascuno al suo posto,
ma manca la gioia, la festa, la pace. Così la Chiesa diventa una Chiesa sfiduciata, ansiosa,
triste, una Chiesa che ha più di zitella che di madre; e questa Chiesa non serve, è una Chiesa
da museo. [Omelia del 9 dicembre 2014].
Questa idea, il cardinale Bergoglio l’aveva già formulata nell’intervento davanti ai cardinali,
prima del conclave in cui è stato eletto :
La Chiesa è chiamata ad uscire da se stessa e ad andare nelle periferie, le periferie
geografiche, ma anche esistenziali : laddove risiedono il mistero del peccato, il dolore,
l’ingiustizia, l’ignoranza, laddove il religioso, il pensiero, sono disprezzati, laddove sono tutti
i miseri.
Dietro queste concezioni c’è in modo manifesto una visione esistenzialista della Chiesa e
della realtà in generale. Quello che si è ritenuto di poter riassumere dicendo che per Francesco
«il Vangelo passa avanti alla dottrina32
». Cosa che spiega lui stesso nella sua intervista
rilasciata alle riviste gesuite :
30
Gli Uniati sono dei cattolici di rito orientale, ritornati all’unità cattolica tra il XVII e il XX secolo, e che
all’incirca hanno conservato la disciplina e la liturgia che avevano nell’«ortodossia». 31
Intervento del cardinale Bergoglio prima del conclave, rivelato dal cardinale Ortega il 23 marzo 2013 e
pubblicato dall’agenzia Zenit del 27 marzo. 32
Isabelle de Gaulmyn, «Papa Francesco, il Vangelo prima della dottrina», La Croix, 20 settembre 2013.
17
La prima riforma deve essere quella dell’atteggiamento. I ministri del Vangelo devono essere
persone capaci di riscaldare il cuore delle persone, di camminare nella notte con loro, di
saper dialogare e anche di scendere nella loro notte, nel loro buio senza perdersi. [La Civiltà
Cattolica, 19 settembre 2013].
Dio si manifesta in una rivelazione storica, nel tempo. Il tempo inizia i processi, lo spazio li
cristallizza 33
. Dio si trova nel tempo, nei processi in corso. Non bisogna privilegiare gli spazi
di potere rispetto ai tempi, anche lunghi, dei processi. Noi dobbiamo avviare processi, più
che occupare spazi. Dio si manifesta nel tempo ed è presente nei processi della storia. Questo
fa privilegiare le azioni che generano dinamiche nuove. [ibid.].
Le Chiese giovani sviluppano una sintesi di fede, cultura e vita in divenire, e dunque diversa
da quella sviluppata dalle Chiese più antiche. Per me, il rapporto tra le Chiese di più antica
istituzione e quelle più recenti è simile al rapporto tra giovani e anziani in una società :
costruiscono il futuro, ma gli uni con la loro forza e gli altri con la loro saggezza. Si corrono
sempre dei rischi, ovviamente; le Chiese più giovani rischiano di sentirsi autosufficienti,
quelle più antiche rischiano di voler imporre alle più giovani i loro modelli culturali. Ma il
futuro si costruisce insieme. [ibid.].
Questa concezione dinamica spiega i diversi cantieri aperti da Francesco per «aiutare la
Chiesa ad accostarsi alle periferie esistenziali dell’umanità 34
». E prima di tutto nel dominio
della morale.
La morale : il rispetto delle coscienze
Già nell’intervista concessa ad Eugenio Scalfari, Francesco aveva fatto delle dichiarazioni
molto relativiste sul bene e il male, che avevano fatto scandalo :
Ciascuno di noi ha una sua visione del Bene e anche del Male. Noi dobbiamo incitarlo a
procedere verso quello che lui pensa sia il Bene […] E qui lo ripeto. Ciascuno ha una sua
idea del Bene e del Male e deve scegliere di seguire il Bene e combattere il Male come lui li
concepisce. Basterebbe questo per migliorare il mondo [Intervista a Scalfari del 1 ottobre
2013].
33
Nella Evangelii Gaudium, al § 222, Francesco sviluppa tutta una teoria sulla superiorità del tempo sullo spazio
(cioè, in definitiva, del divenire sull’essere). «Vi è una tensione bipolare tra la pienezza e il limite. La pienezza
provoca la volontà di possedere tutto e il limite è la parete che ci si pone davanti. Il “tempo”, considerato in
senso ampio, fa riferimento alla pienezza come espressione dell’orizzonte che ci si apre dinanzi, e il momento è
espressione del limite che si vive in uno spazio circoscritto. I cittadini vivono in tensione tra la congiuntura del
momento e la luce del tempo, dell’orizzonte più grande, dell’utopia che ci apre al futuro come causa finale che
attrae. Da qui emerge un primo principio per progredire nella costruzione di un popolo : il tempo è superiore
allo spazio.» 34
E’ così che il cardinale Bergoglio definiva il Papa ideale nel suo intervento prima del conclave : occorrerebbe
un «uomo che, partendo dalla contemplazione di Gesù Cristo, potesse aiutare la Chiesa ad accostarsi alle
periferie esistenziali dell’umanità».
18
Questo falso rispetto della coscienza individuale eretta a regola assoluta, ha condotto
Francesco, il 16 marzo 2013, a dare una «benedizione silenziosa» ai 5000 giornalisti presenti
nell’aula Paolo VI, per non «urtare» le convinzioni di quelli che non erano cattolici :
Dato che molti di voi non appartengono alla Chiesa cattolica, altri non sono credenti,
imparto di cuore questa benedizione, in silenzio, a ciascuno di voi, rispettando la coscienza di
ciascuno, ma sapendo che ciascuno di voi è figlio di Dio.
Con tali princípi, che può rimanere delle nozioni di morale e di peccato ? Niente di oggettivo :
tutto diventa questione di soggettività. E’ quello che peraltro suggerisce questa piccola frase
buttata lì da Francesco in una delle sue catechesi : «Certuni dicono che il peccato è un’offesa
a Dio35
… » Perché, per lui non è cosi ?
Una pastorale disinibita
Francesco ha precisato la sua linea di condotta in materia di morale in queste risposte al
direttore de La Civiltà Cattolica :
Non possiamo insistere solo sulle questioni legate ad aborto, matrimonio omosessuale e uso
dei metodi contraccettivi. Questo non è possibile. […] Gli insegnamenti, tanto dogmatici
quanto morali, non sono tutti equivalenti. Una pastorale missionaria non è ossessionata dalla
trasmissione disarticolata di una moltitudine di dottrine da imporre con insistenza.
[La Civiltà Cattolica, 19 settembre 2013].
La pastorale «missionaria» a cui allude qui Francesco non è altro che l’apertura a tutto campo
da lui auspicata, col pretesto della «misericordia 36
», fosse anche a detrimento della verità e
della dottrina. Non bisogna «porre ostacoli né chiudere le porte», come dice lui. Si tratta della
stessa forma mentale che lo portò ad avanzare l’assurda idea di conferire il battesimo a dei
marziani, se glielo avessero chiesto :
35
Catechesi del 29 maggio 2013. 36
Di questa «misericordia» che si esercita contro la verità, Francesco trova un eco nelle opere dell’ultra
progressista cardinale Kasper, lo stesso a cui ha chiesto di preparare il questionario delle cose da dibattere al
sinodo per la famiglia. In barba alla disciplina tradizionale della Chiesa, piena di vera misericordia, la falsa
misericordia del cardinale si è apprestata a proporre un largo accesso alla comunione per i divorziati risposati e
un atteggiamento accogliente verso gli omosessuali. Ecco l’elogio di Francesco sulla «misericordia» del
cardinale Kasper : «In questi giorni, ho potuto leggere un libro di un Cardinale – il Cardinale Kasper, un
teologo in gamba, un buon teologo – sulla misericordia. E mi ha fatto tanto bene, quel libro, ma non crediate
che faccia pubblicità ai libri dei miei cardinali! Non è così! Ma mi ha fatto tanto bene, tanto bene … Il
Cardinale Kasper diceva che sentire misericordia, questa parola cambia tutto. E’ il meglio che noi possiamo
sentire : cambia il mondo.» (Angelus del 17 marzo 2013).
19
Se domani venisse una spedizione di marziani verdi, con il naso lungo e le orecchie grandi
come vengono dipinti dai bambini, e se uno di loro dicesse «io voglio il battesimo» cosa
accadrebbe? [Omelia a Santa Marta del 12 maggio 201437
.]
« Chi sono io per giudicare ? »
Le Sel de la terre ha già parlato delle dichiarazioni e dei gesti inverosimili di Francesco a
proposito dell’omosessualità 38
. A titolo di promemoria eccone due :
Una volta una persona, in maniera provocatoria, mi chiese se approvavo l’omosessualità. Io
allora le risposi con un’altra domanda : “Dimmi : Dio, quando guarda a una persona
omosessuale, ne approva l’esistenza con affetto o la respinge condannandola?”. Bisogna
sempre considerare la persona. [La Civiltà Cattolica, 19 settembre 201339
.]
Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, ma chi sono io per giudicarla ?
[28 luglio 2013, conferenza stampa sull’aereo di ritorno dalla GMG di Rio de Janeiro40
.]
Francesco è stato eletto Uomo dell’Anno dalla principale rivista
LGBT degli USA, fin dal suo primo anno di pontificato
37
Si veda Le Sel de la terre 89 : «François, les martiens et la patience de Dieu», p. 195-203.
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV838_Sosa_Francesco_e_i_marziani.html 38
Si veda Le Sel de la terre 89, p. 197. 39
Si veda Le Sel de la terre 87, p. 176-177. 40
Si veda Le Sel de la terre 86, p. 179.
20
Quanto siamo distanti dai solenni avvertimenti di San Paolo ai pagani idolatri !
Perciò Dio li ha abbandonati all’impurità secondo i desideri del loro cuore, sì da disonorare
fra di loro i propri corpi, poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e
hanno venerato e adorato la creatura al posto del creatore […] Per questo Dio li ha
abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti
contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si
sono accesi di passione gli uni per gli altri, […] E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè
gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano
chi le fa. (Rm. 1, 24-27 e 32).
Il sinodo : impregnarsi dell’«odore» degli uomini
Nessuna meraviglia, dunque, se Papa Francesco ha lasciato che nel sinodo sulla famiglia
(4-19 ottobre 2014) si introducesse un così grande relativismo morale (che ormai si camuffa
col nome pudico di «morale della gradualità41
»).
Per sua espressa volontà, malgrado il numero di voti insufficienti, (benché largamente
maggioritari!), il rapporto finale ha mantenuto i tre paragrafi più contestabili sull’accesso dei
divorziati risposati alla santa comunione42
(§ 5243
-5344
) e sull’accoglienza degli omosessuali
(§ 5545
).
41
La legge di gradualità è stata introdotta nella Chiesa da Giovanni Paolo II (esortazione Familiaris consortio
sulla famiglia, 1981). Essa consiste nel non esigere dal cristiano che pratichi tutta la legge morale, interamente e
d’un sol colpo, ma che si muova per tappe successive. Essa intende decolpevolizzare chi, malgrado i suoi sforzi,
non sempre riesce ad evitare il peccato e aiutarlo a distinguere l’ideale da raggiungere (la «tesi») dal bene che
riesce sinceramente a fare (l’«ipotesi»). Questo si chiama liberalismo morale; ed è stato spesso invocato nel
corso del recente sinodo a proposito della contraccezione e della omosessualità. 42
Ci si ricordi che Francesco ha detto ad una donna unita civilmente ad un divorziato e che si lamentava del fatto
che il suo parroco si rifiutava di darle la comunione : «Ci sono certuni che sono più papisti del Papa: vada in
un’altra parrocchia e si confessi, non c’è alcun problema.» Si veda Le Sel de la terre n° 89, p. 197). 43
La riflessione ha condotto alla possibilità per i divorziati risposati di accedere ai sacramenti della Penitenza e
dell’Eucarestia. Diversi Padri sinodali hanno insistito per mantenere la disciplina attuale, in forza del rapporto
costitutivo tra la partecipazione all’Eucarestia e la comunione con la Chiesa e il suo insegnamento sul
matrimonio indissolubile. Altri si sono espressi a favore di una accoglienza non generalizzata al banchetto
eucaristico, in certe situazioni particolari e a condizioni ben precise, soprattutto quando si tratta di casi
irreversibili e legati a degli obblighi morali verso i figli che finirebbero col subire delle ingiuste sofferenze.
L’eventuale accesso ai sacramenti dovrebbe essere preceduto da un percorso penitenziale sotto la responsabilità
del vescovo diocesano. La questione dev’essere ancora approfondita tenendo presente la distinzione tra la
situazione oggettiva di peccato e le circostanze attenuanti, posto che «l’imputabilità e la responsabilità di
un’azione possono essere diminuite o soppresse» da diversi «fattori psichici o sociali». 44
Certi Padri hanno sostenuto che le persone divorziate e risposate o viventi in concubinaggio possono
ricorrere in maniera fruttuosa alla comunione spirituale. Altri Padri si sono chiesti allora perché costoro non
possano accedere alla comunione sacramentale. E’ necessario dunque un approfondimento della tematica al
fine di permettere di mettere in risalto la specificità di queste due forme e i loro rapporti con la teologia del
matrimonio. 45
In certe famiglie, delle persone hanno un orientamento omosessuale. A questo proposito noi ci siamo
interrogati sull’attenzione pastorale da adottare di fronte a queste situazioni riferendoci all’insegnamento della
21
Bisogna aggiungere che molti altri paragrafi, ammessi con la maggioranza richiesta dei due
terzi, sono ugualmente scandalosi, specialmente quelli che trattano della pastorale verso i
concubini :
Esistono degli elementi validi anche in alcune forme esterne al matrimonio cristiano.
(§ 22). Oggi, dotata di una sensibilità nuova, la pastorale si sforza di cercare gli elementi
positivi presenti nel matrimonio civile e, tenuto conto delle differenze, nel concubinaggio.
(§ 41).
Ma Francesco, fedele al suo metodo, aveva già previsto :
Per ricercare ciò che oggi il Signore chiede alla Sua Chiesa, dobbiamo prestare orecchio ai
battiti di questo tempo e percepire l’“odore” degli uomini d’oggi, fino a restare impregnati
delle loro gioie e speranze, delle loro tristezze e angosce. A quel punto sapremo proporre con
credibilità la buona notizia sulla famiglia 46
.
Quando si conosce qual è «l’odore» del mondo attuale, il grado di immoralità che ci circonda,
come si può volere che la Chiesa allinei la sua pastorale su questo «odore» ? Siamo al
livellamento verso il basso, l’inverso di ciò che il magistero ha sempre fatto. Ma Francesco
dirà che si tratta di compassione. E non contento di aver fatto pubblicare il rapporto finale
integralmente, ha convocato una nuova sessione del sinodo per ottobre 2015 e incaricato lo
stesso gruppo progressista per prepararla: affinché «prosegua la riflessione». Fino ad allora gli
spiriti avranno progredito, il martellamento mediatico avrà fatto il suo lavoro e l’opposizione,
addomesticata, si rassicurerà come fa sempre in questi casi: dicendo che lo cose sarebbero
potute andare ancora peggio ! E’ un processo veramente rivoluzionario47
.
« Buttagli una buccia di banana davanti ! »
Non si finirebbe mai se si dovessero segnalare tutte le puntate derisorie e provocatorie di
Francesco avverso la disciplina o gli usi ecclesiastici tradizionali :
Chiesa : «Non v’è alcun fondamento per assimilare o stabilire delle analogie, anche lontane, tra le unioni
omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia.» Nondimeno, gli uomini e le donne che hanno
tendenze omosessuali devono essere accolte con rispetto e delicatezza, «Nei loro confronti si deve evitare ogni
segno di ingiusta discriminazione.» 46
4 ottobre 2014 : https://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2014/october/documents/papa-
francesco_20141004_incontro-per-la-famiglia.html 47
Appoggiato da iniziative sovversive largamente mediatizzate. Così, per sostenere il tempo di riflessione a cui
sono chiamati i cattolici nell’anno a venire prima della ripresa del sinodo, e per contrassegnare la loro unione con
tutti quelli che sono esclusi dalla comunione a motivo della loro situazione matrimoniale non conforme alle
regole della Chiesa, due donne hanno lanciato un «digiuno eucaristico» molto particolare, consistente nell’andare
a Messa rifiutandosi in modo manifesto di comunicarsi (si presentano alla tavola della comunione con le braccia
incrociate e chiedono la benedizione al prete. – Si veda communionpourtous.com).
22
«Hai le mani incollate?» : così ha apostrofato un chierichetto che teneva devotamente le mani
giunte in sua presenza 48
. «Io non amo che si allontanino dalla chiesa i bambini che piangono
durante la Messa. Il loro pianto è la migliore predicazione. Esso non mente. Può essere la
voce di Dio», ha detto recentemente a dei genitori di bambini battezzati nell’anno49
.
Più grave : nella sua omelia a Santa Marta, il 15 dicembre 2014, Francesco ha voluto
denunciare l’ipocrisia dei capi dei sacerdoti del Tempio. A Gesù che apriva il suo cuore ai
bisogni della gente – ha spiegato – i capi dei sacerdoti «rispondevano che la dottrina, la
disciplina, impediva loro di fare lo stesso; secondo loro la legge era sacra50
». E per illustrare
il suo pensiero, Francesco non ha trovato di meglio che schernire la pratica tradizionale del
digiuno eucaristico e deridere i cristiani che vi si attengono :
Certuni di voi forse se ne ricordano: non si poteva bere neanche una goccia d’acqua ! Ma
quando Pio XII ha cambiato la disciplina, tanti farisei hanno gridato all’eresia, si sono
scandalizzati ! In realtà, Pio XII ha fatto come Gesù, aveva visto i bisogni della gente.
[Omelia del 15 dicembre 201451
.]
E Francesco ha aggiunto questo commento pieno di carità per quei farisei che ha anche
trattato come «dottori della legge» : «rigidi nella pelle, ma, come dice Gesù, putrefatti nel
cuore» :
Alcune volte, quando io ho visto un cristiano, una cristiana così, col cuore debole, non fermo,
non saldo sulla roccia e con tanta rigidità fuori, ho chiesto al Signore : «buttagli una buccia
di banana davanti, perché faccia una bella scivolata, si vergogni di essere peccatore e così
incontri te, che sei il Salvatore.» [ibid.].
Qualche tempo prima, in un’altra omelia mattutina a Santa Marta, Francesco se l’era presa
con gli onorari della Messa. Egli ha raccontato prima questo insolito aneddoto :
Una volta, […] una coppia di fidanzati che voleva sposarsi. Erano andati in una parrocchia,
volevano farlo con la messa. E lì, il segretario parrocchiale ha detto : No, no : non si può -
Ma perché non si può con la messa ? […] «No, non si può, perché più di venti minuti non si
può… Perché ci sono altri turni» «Ma noi vogliamo la messa !» «Ma, pagate due turni !».
Così «per sposarsi con la messa hanno dovuto pagare due turni… è peccato di scandalo. E
48
Rivolgendosi ad un chierichetto che stava davanti a lui in atteggiamento devoto nella necropoli papale della
Basilica di San Pietro, il 2 novembre 2013, gli ha separato le mani :
https://www.youtube.com/watch?v=pj47xXuBYX4 49
Incontro con dei genitori di bambini battezzati nell’anno, 13 dicembre 2014, parrocchia San Giuseppe
all’Aurelio, nella periferia di Roma. 50
Dunque non sarebbe più la loro falsa e oltraggiosa interpretazione della legge, ma la legge stessa e la dottrina
che, con le loro esigenze, sarebbero causa della colpevole ipocrisia dei farisei ! 51
In occasione della sua visita a San Giuseppe all’Aurelio, Francesco ha rivolto ridendo ai bambini del
catechismo queste parole sul digiuno eucaristico in vigore al tempo della sua prima comunione (1944) :
«All’epoca non si poteva bere neanche un goccio d’acqua prima di prendere l’ostia. Fortunatamente Pio XII ci
ha liberati da questa dittatura.»
23
noi sappiamo quello che dice Gesù a quelli che sono causa di scandalo : meglio essere buttati
nel mare ! [Omelia a Santa Marta del 21 novembre 2014].
Poi, partendo da questo esempio isolato e stravagante, Francesco ha generalizzato e se l’è
presa con i preti «affaristi» che rendono un culto al denaro e nuocciono alla «gratuità totale
dell’amore di Dio». Il clero italiano che in gran parte vive poveramente non ha apprezzato
molto questa accusa ingiustificata.
Quindici «malattie curiali»
Lo stesso spirito traspare nella diatriba che Francesco ha rivolto ai cardinali il 22 dicembre
2014 a guisa di auguri di Natale. E’ sempre la stessa critica di una «Chiesa mondana che vive
ripiegata su stessa52
» – ciò che egli chiama: «la spiritualità mondana». Secondo Francesco,
quindici malattie affliggono il corpo della Curia, e a queste patologie «curiali» egli ha dato
dei nomi volontariamente taglienti 53
:
La malattia di chi sente «immortale», «immune» o addirittura «indispensabile»; il
«martalismo» o dell’eccessiva operosità [dei pensionanti di Santa Marta]; la malattia
dell’«impietrimento» mentale e spirituale; l’eccessiva pianificazione e il funzionalismo; il
cattivo coordinamento; la malattia dell’«Alzheimer spirituale»; la rivalità e vanagloria; la
schizofrenia esistenziale; le mormorazioni e i pettegolezzi; la divinizzazione dei capi;
l’indifferenza verso gli altri; la faccia funerea; l’accumulo dei beni materiali per colmare il
vuoto esistenziale; la malattia dei circoli chiusi o l’autodistruzione dei commilitoni; la
malattia del profitto mondano e degli esibizionismi che cercano il potere.
Indubbiamente vi è del vero in questi rimproveri (l’attuale Curia non è certo un modello di
virtù e ortodossia), ma, nonostante i riferimenti al Vangelo o a San Paolo che danno una
colorazione cristiana al discorso, Francesco avrebbe potuto dire esattamente la stessa cosa se
si fosse rivolto ai quadri di una qualunque impresa profana. E’ deplorevole vedere colui che il
mondo intero riconosce come Vicario di Cristo non trovare di meglio da dire ai suoi cardinali
se non il metterli in guardia contro il pericolo del divenire «burocrati, formalisti, funzionari,
semplici impiegati». Inoltre, questo sciorinare i panni in pubblico discredita ancor più la
Chiesa.
I cardinali, ripresi come dei bambini, hanno nondimeno applaudito con entusiasmo,
esattamente come avevano fatto, il 25 novembre precedente, i parlamentari europei (con una
«standing ovation» !) quando Francesco aveva finito di dire loro che la loro Europa era una
«nonna che ha perduto la sua fecondità e la sua vivacità», priva di ideali, paralizzata dal
52
Intervento del cardinale Bergoglio prima del conclave; Zenit, 27 marzo 2013. 53
Testo originale italiano ne L’Osservatore Romano del 22-23 dicembre 2014.
http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2014/december/documents/papa-
francesco_20141222_curia-romana.html
24
«tecnicismo burocratico delle sue istituzioni54
». I principi della Chiesa, come i dirigenti
politici, sono diventati dei cani muti, lobotomizzati.
Che presagisce questo discorso ? Quale sarà la riforma della Curia ? Tutto è possibile con
questo papa autoritario, feroce partigiano della collegialità; si parla anche di laici che
potrebbero essere posti alla testa di certi dicasteri. E perché no le donne ? Nella sua intervista
col direttore de La Civiltà Cattolica, Francesco ha spiegato che :
«È necessario ampliare gli spazi di una presenza femminile più incisiva nella Chiesa. […]
Le donne stanno ponendo domande profonde che vanno affrontate. […] Bisogna lavorare di
più per fare una profonda teologia della donna. Solo compiendo questo passaggio si potrà
riflettere meglio sulla funzione della donna all’interno della Chiesa. Il genio femminile è
necessario nei luoghi in cui si prendono le decisioni importanti. La sfida oggi è proprio
questa : riflettere sul posto specifico della donna anche proprio lì dove si esercita l’autorità
nei vari ambiti della Chiesa». [La Civiltà Cattolica, 19 settembre 201355
.]
Papa Bergoglio tiene chiaramente a questa idea, poiché, il 1 luglio del 2014, ha ripetuto
pressoché la stessa cosa ad una giornalista del quotidiano romano Il Messaggero :
Franca Giansoldati : Nella Chiesa, secondo lei, le donne che posto occupano ?
Francesco : Le donne sono la cosa più bella che Dio ha fatto. La Chiesa è donna. Chiesa è
una parola femminile. Non si può fare teologia senza questa femminilità. Di questo, lei ha
ragione, non si parla abbastanza. Sono d’accordo che si debba lavorare di più sulla teologia
della donna. L’ho detto e si sta lavorando in questo senso.
Franca Giansoldati : Non intravede una certa misoginìa di fondo ?
Francesco : Il fatto è che la donna è stata presa da una costola... (ride di gusto). Scherzo, la
mia è una battuta. Sono d'accordo che si debba approfondire di più la questione femminile,
altrimenti non si può capire la Chiesa stessa.
IV. UNA CHIESA POVERA E PER I POVERI !
«Ah ! Come vorrei una Chiesa povera e per i poveri !»
E’ con questo grido lanciato nella sua prima udienza con i giornalisti, il 16 marzo 2013, che
Francesco ha dato inizio al suo pontificato. Questo tema della povertà ritorna continuamente
nelle sue parole e ispira un gran numero dei suoi atti. Ma ciò che è inquietante è il modo
molto naturalista e materialista con cui ne parla.
54
Come uscirà l’Europa dal suo invecchiamento? Costruendo «insieme l’Europa che ruota…intorno alla
sacralità della persona umana.»
https://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2014/november/documents/papa-
francesco_20141125_strasburgo-parlamento-europeo.html 55
Si veda Le Sel de la terre 87, p 176-177.
25
A sentirlo si ha l’impressione che questa questione si limiti a dei problemi di beni e di bisogni
materiali, di economia, di giustizia sociale, di fame, di abitazione, di disoccupazione, di
solitudine… Non si parla mai di Dio, se non per metterlo al servizio della lotta contro gli
abusi sociali. Il soprannaturale è assente da questo discorso. E peraltro sembra che questa
questione sia per lui la questione capitale, più importante della fede, più importante della
salvezza eterna. Nella bocca di un papa, è semplicemente inaudito56
!
Ecco un piccolo florilegio di citazioni bergogliane sul tema :
Se c’è un bambino che ha fame … deve interessarci è che smetta di aver fame e riceva
un’educazione. Non importa se a dargli questa educazione sono i cattolici, i protestanti, gli
ortodossi o gli ebrei. Non m’interessa. M'interessa che l'educhino e lo sfamino. [Intervista
con Gerson Camarotti della televisione brasiliana, 25 luglio 2013, nel corso del viaggio in
Brasile].
I più gravi dei mali che affliggono il mondo in questi anni sono la disoccupazione dei giovani
e la solitudine in cui vengono lasciati i vecchi. [Intervista con Eugenio Scalfari del 24
settembre 2013, pubblicata il 1 ottobre su La Repubblica57
.]
È indispensabile prestare attenzione per essere vicini a nuove forme di povertà e di fragilità
in cui siamo chiamati a riconoscere Cristo sofferente, anche se questo apparentemente non ci
porta vantaggi tangibili e immediati: i senza tetto, i tossicodipendenti, i rifugiati, i popoli
indigeni, gli anziani sempre più soli e abbandonati, ecc. [Evangelli Gaudium, § 210].
Le ho detto : signora, credo che il piccolo abbia fame. […] ma gli dia da mangiare, per
favore ! Lei aveva pudore, non voleva allattarlo in pubblico, mentre passava il Papa. Ecco,
vorrei dire lo stesso all'umanità : date da mangiare ! Quella donna aveva il latte per il suo
bambino, nel mondo abbiamo sufficiente cibo per sfamare tutti. [Intervista con Andrea
Tornielli de La Stampa, del 13 dicembre 2013].
Guardiamoci attorno : quanti sono i bisogni dei poveri, quanto le nostre società devono
ancora trovare cammini verso una giustizia sociale più diffusa, verso uno sviluppo economico
inclusivo ! Quanto l’animo umano ha bisogno di non perdere di vista il senso profondo delle
esperienze della vita e di recuperare speranza! In questi campi di azione, uomini e donne
ispirati dai valori delle proprie tradizioni religiose possono offrire un contributo importante,
anzi insostituibile. È questo un terreno particolarmente fecondo anche per il dialogo
interreligioso. [Discorso ai responsabili religiosi di Albania, 21 settembre 2014].
56
Nella bocca di un vero Successore di San Pietro e di un legittimo Vicario di Nostro Signore Gesù Cristo : sì.
Ma non in quella di un falso papa, di un impostore qual è Bergoglio insieme con i suoi predecessori conciliari,
artefici diabolici di questa pseudo religione umanista e naturalista, mostruosa caricatura del cattolicesimo
concepita nelle logge massoniche, che sarà la religione dell’Anticristo… [Nota aggiunta da Miles Christi]. 57
Si veda Le Sel de la terre n° 87, p. 183.
26
Pastore dei migranti
Tra gli esclusi di cui Francesco si fa l’energico difensore, i migranti godono di una manifesta
predilezione :
I migranti mi pongono una particolare sfida perché sono Pastore di una Chiesa senza
frontiere che si sente madre di tutti. Perciò esorto i Paesi ad una generosa apertura, che
invece di temere la distruzione dell’identità locale sia capace di creare nuove sintesi
culturali. [Evangelli Gaudium, § 210].
8 luglio 2013. Francesco predica a Lampedusa da un ambone fatto con i resti dei battelli naufragati,
che trasportavano dei migranti dall’Africa58
Francesco ha concluso il suo discorso dicendo: «È necessario agire sulle cause e non solo
sugli effetti». Ma la causa non è aver abbandonato all’islam e alla rivoluzione i paesi da dove
affluiscono oggi questi migranti, e di essersi rifiutati di cristianizzarli quand’era possibile ? E’
questo che farebbe piacere sentire dalla bocca del Papa. Un tempo San Pio V, Rosario in
mano, chiamava la Cristianità alla crociata per difendersi dalla minaccia islamica; oggi
Francesco esige, in nome della dignità dell’uomo, che i vecchi paesi cristiani aprano alla
grande le loro frontiere al flusso migratorio musulmano e realizzino una generosa «sintesi
culturale» con questi migranti.
Per aggiungere gli atti alle parole, Francesco si è recato, l’8 luglio 2013, sull’isola italiana di
Lampedusa (al largo della Tunisia) da dove entra clandestinamente in Europa un gran numero
58
http://agrigento.blogsicilia.it/sparito-il-purificatorio-utilizzato-da-papa-francesco-a-lampedusa/209525/
27
di migranti africani. L’obiettivo di questa visita parecchio mediatizzata era di attirare
l’attenzione del mondo sulla situazione di questi migranti e di fustigare «la cultura del
benessere» che rende gli uomini «insensibili alle grida altrui […] e sfocia in una
globalizzazione dell’indifferenza».
Sicuramente, le sorti di questa povera gente è penosa, ma la buona soluzione consiste forse
nel sostenere l’immigrazione clandestina e di reclamare dai paesi d’Europa «una generosa
apertura» delle loro frontiere e delle loro legislazioni 59
a delle popolazioni quasi interamente
musulmane e sempre più numerose ? E tuttavia è proprio questo che Francesco ha chiesto agli
eurodeputati di Strasburgo il 25 novembre 2014 :
Parimenti, è necessario affrontare insieme la questione migratoria. Non si può tollerare che
il Mar Mediterraneo diventi un grande cimitero ! Sui barconi che giungono quotidianamente
sulle coste europee ci sono uomini e donne che necessitano di accoglienza e di aiuto.
L’assenza di un sostegno reciproco all’interno dell’Unione Europea rischia di incentivare
soluzioni particolaristiche al problema, che non tengono conto della dignità umana degli
immigrati, favorendo il lavoro schiavo e continue tensioni sociali. [Discorso al Parlamento
Europeo, 25 novembre 2014].
Un papa marxista ?
Fedele alla sua immagine di protettore dei poveri, Francesco, nella sua esortazione apostolica
Evangelii Gaudium, pubblicata il 24 novembre 2013, ha condannato in maniera molto
sostenuta l’inumanità di un mercato «implacabile» che crea una «cultura dello scarto»60
, che
marginalizza intere popolazioni e che «riduce l’essere umano ad un solo bisogno : il
consumo».
A causa di questa denuncia senza remore del «feticismo del denaro» e della «dittatura
dell’economia senza volto», diversi media argentini, americani ed europei hanno accusato
papa Francesco di essere un «puro marxista» e un «socialista». Egli si è difeso in un’intervista
a La Stampa, dicendo che «l’ideologia marxista è sbagliata», «ma - ha aggiunto - nella mia
vita ho conosciuto tanti marxisti buoni come persone.» Ha poi spiegato che la sua
riprovazione delle ineguaglianze generate dal sistema economico attuale si iscrivono nella
dottrina sociale della Chiesa cattolica, e quindi «questo non significa essere marxista.61
»
59
Bisogna sapere che questi migranti ricevono degli aiuti proporzionalmente superiori a ciò che guadagnano gli
abitanti dell’isola di Lampedusa; beneficiano poi nella maggior parte dei paesi d’Europa degli aiuti sociali di cui
non godono le popolazioni autoctone, ed impongono i loro costumi islamici a casa nostra e a nostro detrimento,
mentre i buonisti (francesi in testa) parlano di coscienza sporca. 60
Questa espressione piace a Francesco, che l’ha utilizzata diverse volte nei suoi tweet e, recentemente nel suo
discorso a Strasburgo. 61
Tuttavia, Francesco auspica un rafforzamento dello Stato nel controllo dell’economia, concezione che si
allontana dalla dottrina della Chiesa che ha sempre promosso la libertà d’impresa. Le citazioni riportate di
seguito mostrano che Francesco intende la dottrina sociale della Chiesa in una maniera molto originale e in un
senso nettamente … socialista!
28
Nell’intervista con Eugenio Scalfari, Francesco aveva già affrontato questa questione. Ecco le
sue parole :
- [Come studente universitario] Ebbi anche una insegnante verso la quale concepii rispetto e
amicizia, era una comunista fervente. Spesso mi leggeva e mi dava da leggere testi del Partito
comunista. Così conobbi anche quella concezione molto materialistica […].
- [Scalfari domanda] Il comunismo la sedusse ?
- Il suo materialismo non ebbe alcuna presa su di me. Ma conoscerlo attraverso una persona
coraggiosa e onesta mi è stato utile, ho capito alcune cose, un aspetto del sociale, che poi
ritrovai nella dottrina sociale della Chiesa.
- La teologia della liberazione, che papa Wojtyla ha scomunicato, era abbastanza presente
nell’America Latina.
- Sì, molti suoi esponenti erano argentini.
- Lei pensa che sia stato giusto che il Papa li combattesse ?
- Certamente davano un seguito politico alla loro teologia, ma molti di loro erano credenti e
con un alto concetto di umanità. [Intervista con Eugenio Scalfari].
8 luglio 2015. Francesco riceve il Cristo communista dalle mani del presidente boliviano, Evo Morales
62
Si sarà notata la restrizione : un buon numero dei teologi della liberazione avevano «un alto
concetto di umanità». Se Francesco prende le distanze da costoro, ne condivide nondimeno il
concetto di umanità, esattamente come ammira la sincerità dei comunisti «onesti»63
.
62
http://cristiadatradicinalista.blogspot.com.ar/2015/09/bienvenue-dans-la-famille-du-pape.html
29
En octobre 2014, dans son discours aux participants de la rencontre mondiale des
Mouvements populaires, François a abordé le thème de la stratégie à employer pour lutter
contre « le scandale de la pauvreté ». Les termes de ce discours passé inaperçu sont un net
encouragement à la révolution :
Non si può affrontare lo scandalo della povertà promuovendo strategie di contenimento che
unicamente tranquillizzano e trasformano i poveri in esseri addomesticati e inoffensivi. Che
triste vedere che, dietro a presunte opere altruistiche, si riduce l’altro alla passività, lo si
nega o, peggio ancora, si nascondono affari e ambizioni personali: Gesù le definirebbe
ipocrite. Che bello invece quando vediamo in movimento popoli e soprattutto i loro membri
più poveri e i giovani. Allora sì, si sente il vento di promessa che ravviva la speranza di un
mondo migliore. Che questo vento si trasformi in uragano di speranza. Questo è il mio
desiderio. Questo nostro incontro risponde a un anelito molto concreto, qualcosa che
qualsiasi padre, qualsiasi madre, vuole per i propri figli; un anelito che dovrebbe essere alla
portata di tutti, ma che oggi vediamo con tristezza sempre più lontano dalla maggioranza
della gente: terra, casa e lavoro. È strano, ma se parlo di questo per alcuni il Papa è
comunista. Non si comprende che l’amore per i poveri è al centro del Vangelo. Terra, casa e
lavoro, quello per cui voi lottate, sono diritti sacri. Esigere ciò non è affatto strano, è la
dottrina sociale della Chiesa. [Discorso ai partecipanti all’incontro mondiale dei Movimenti
popolari, 28 ottobre 2014.]
Tutto questo lascia un senso di grande malessere. Senza neanche parlare delle ferme condanne
espresse dalla Chiesa e delle spaventose persecuzioni comuniste : il carattere intrinsecamente
inconciliabile fra la dottrina cattolica e quella comunista salta agli occhi. Ma per papa
Francesco non sembra che sia così. Egli parla come un marxista per il quale esiste solo la
materia; non dice che per il cristiano il male supremo, la sola alienazione integrale, non è
l’oppressione sociale, ma il peccato; egli guarda agli stessi scopi dei marxisti : combattere
l’ingiustizia sociale, lottare per un mondo più equo, «lavorare per creare questo villaggio
umano, sempre più umano, che offra ai figli un presente di pace e un avvenire di speranza64
»,
mentre invece per il cristiano, pur non disinteressandosi della vita degli uomini qui in terra, la
speranza è rivolta prima di tutto al Regno di Dio.
Francesco è un papa del Concilio, di quel concilio che ha reinterpretato il Vangelo, Gesù
Cristo, la Chiesa e tutto il cattolicesimo alla luce e secondo i criteri dell’umanesimo moderno:
culto dell’uomo, dignità dell’uomo, diritti dell’uomo… ed è lui stesso che lo dice :
Il Vaticano II è stato una rilettura del Vangelo alla luce della cultura contemporanea. Ha
prodotto un movimento di rinnovamento che semplicemente viene dallo stesso Vangelo. I
frutti sono enormi. Basta ricordare la liturgia. Il lavoro della riforma liturgica è stato un
servizio al popolo come rilettura del Vangelo a partire da una situazione storica concreta. Sì, 63
«Sono molto felice di aver incontrato un uomo saggio» ha dichiarato Francesco dopo l’udienza del 1 giugno
2013 accordata al presidente dell’Urugay José Mujica (vecchio terrorista, ateo, comunista, laicista, partigiano
dell’omosessualità e dell’aborto). 64
Discorso alle Scholas Occurrentes, 4 settembre 2014.
30
ci sono linee di ermeneutica di continuità e di discontinuità, tuttavia una cosa è chiara : la
dinamica di lettura del Vangelo attualizzata nell’oggi che è stata propria del Concilio è
assolutamente irreversibile. [La Civiltà Cattolica, 19 settembre 2013].
Così, che si interpreti il Concilio secondo l’ermeneutica della continuità di Benedetto XVI o
della discontinuità dei progressisti, è una questione secondaria che non cambia alcunché : la
rivoluzione conciliare è acquisita è irreversibile; il cattolicesimo del concilio di Trento, del
Syllabus, della Pascendi e la Messa di San Pio V sono definitivamente finite. Almeno questo
ha il merito di essere chiaro…
http://www.unavox.it/Segnalazioni_Rete/Miles_Christi_quattro_lingue.html
http://saint-remi.fr/fr/anti-liberalisme/1464-limpostura-bergogliana-i-cronache-di-un-empio.html
http://novusordowatch.org/2016/12/bergoglian-deceit-miles-christi/