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FORGOTTEN PROJECT

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FORGOTTEN PROJECTFacolt� di Architettura

Tesi di laurea triennale in Disegno Industriale A.A. 2015/2016

Relatore:Andrea Casale

Candidato:Beatrice Castaldo

mat. 1559391

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beatrIce castaldo

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INDICE

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INTRODUZIONEI GRAFFITIDAL “GRAFFITI WRITING” ALLA STREET ARTconceptANALISI E RICERCAIL PROGETTO HOME PAGErIFERIMENTISITOGRAFIABIBLIOGRAFIA

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INTRODUZIONE

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Il 14 febbraio 2008, un’opera di Banksy, “Keep It Spotless” (2007, vernice spray su tela, cm 214 x 305, pg.11), viene venduta da Sotheby’s New York a 1.870.000$, a sette volte la stima. Mai prima d’ora uno street artist aveva raggiunto valori così alti.Questo movimento, la Street Art, appartenente alla grande famiglia della cosidetta “Arte Urbana”, termine con la quale si indica ogni tipo di intervento artistico realizzato nel tessuto urbano, è tra le correnti artistiche più rappresentative del periodo a cavallo tra i due secoli. Sviluppatisi sul finire del Novecento, Graffiti Writing e Street Art, stanno dominando i primi decenni degli anni Duemila e possono essere considerate le forme artistico-espressive più attuali dell’arte contemporanea.

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I GRAFFITI

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La storia della Street Art ha inizio in verità con il movimento del “Graffiti Writing”, che si sviluppa negli Stati Uniti sul finire degli anni Sessanta. Fino ad allora ci si limitava a scritte a sfondo politico – ad esempio contro la guerra in Vietnam – o comunque inerenti ad un ambito socio-antropologico. Per la prima volta, verso la fine degli anni Sessanta e ancor più durante i Settanta, vi è una rottura: non si pensa più solo al contenuto, al messaggio da veicolare, ma ci si interessa principalmente alla forma. In questi anni, il graffito si tramuta in una valvola di sfogo per i giovani abitanti dei ghetti delle grandi megalopoli, un mezzo attraverso il quale rivendicare la loro libertà d’espressione.

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Mailer N., “The Faith of Graffiti”, pp. 11-12.

“There was always art in a criminal act, but graffiti writers were somewhat opposite to criminals since they were living through the stages of the crime in order to commit an artistic act – what a doubling of the intensity of the artist’s choice when you steal not only the cans but try for the colors you want, not only the marker and the color, but the width of the tip or the spout, and steal them in double amounts so you don’t run out in the middle of a masterpiece. When the cops are out of sight and a train is coming in, they whip out their stash of paint from its hiding place, conceal it on their bodies, get on the cars to ride to the end of the line, where in some deserted midnight yard they will find their natural canvas which is of course that metal of New York, metal as a surface on which to paint is even better than stone.”

“C’è sempre stata arte nell’atto criminale, ma i writer erano in qualche modo l’opposto dei criminali, dal momento che commettevano crimini allo scopo di compiere un atto artistico. L’intensità è raddoppiata quando rubi non solo le bombolette, ma scegli anche i colori che vuoi, non solo i pennarelli e i colori, ma anche la larghezza della punta o dello spruzzo, e ne rubi in doppia quantità, così da non rischiare di esaurirli nel bel mezzo di un masterpiece. Quando i poliziotti sono lontani e un treno si sta avvicinando, loro tirano fuori le loro scorte di bombolette dai loro nascondigli, le nascondono addosso, salgono sui vagoni per arrivare in fondo alla linea, dove in qualche deposito notturno deserto troveranno la loro tela naturale, che è naturalmente quel metallo di New York, la cui superficie da dipingere è migliore rispetto alla pietra.”

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Nei primi anni Settanta i graffiti iniziano quindi a invadere la città di New York. Si dà il via alla seconda generazione di writer. Questa seconda generazione viene descritta da Stewart così: “The second generation of writers began hitting the subway system during the summer of 1971. The greatest number of famous writers, most of them only thirteen or fourteen years old, came from this generation. Some didn’t even start until 1972. These imaginative writers pioneered the break with traditional graffiti. Using spray paint, they hit the outsides of the subway cars with large masterpieces and grand designs, making many of them legends and changing the meaning of graffiti.

“La seconda generazione di writer iniziò a colpire il sistema metropolitano durante l’estate del 1971. I writer più famosi, quasi tutti tra i tredici e i quattordici anni, appartengono a questa generazione. Alcuni non iniziarono fino al 1972. Questi writer creativi furono i primi a rompere con i graffiti tradizionali. Usando le bombolette, dipingevano sulle pareti esterne dei treni capolavori e grandi disegni, diventando così delle leggende e mutando il significato di graffiti”.

Stewart J., “Street art stories. Roma”, pp. 41.

Inizia quindi una vera e propria ricerca stilistica ed emergono nuovi stili di scrittura. Come si illustra nel volume Writing: storia, linguaggi, arte nei graffiti di strada: “L’apparizione sulla scena di un certo numero di stili identificabili rappresentò una vera e propria rivoluzione per il mondo del writing. Tutto il movimento cominciò a muoversi verso la sperimentazione di forme e tratti che fossero inconsueti e imprevisti il più possibile, la parola d’ordine era: innovare. Esisteva solo la parola, il colore e l’evoluzione dello stile; l’educazione scolastica non era certo discriminante, contavano la creatività e l’ispirazione che si basava sulle immagini prodotte dalla cultura di massa o trovate sulla strada, ma reinterpretate soggettivamente. Il writing era sempre più simile a un gioco, una competizione di lettering, il cui centro era rappresentato dai vagoni della metropolitana.”

Lucchetti D., “Writing: storia, linguaggi, arte nei graffiti di strada”, pp. 22.

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Attorno al 1970 arrivano però le prime lamentele da parte dei viaggiatori e la Metropolitan Transit Authority inizia ad attuare le prime pratiche di buffing, ossia di pulizia. Si dispone di un lavaggio chimico ai vagoni, una volta alla settimana all’interno e una volta ogni tre settimane all’esterno. I risultati però non sono efficaci, la vernice dei vagoni si corrode, ma i pezzi non spariscono totalmente, così l’unico modo per eliminarli è ridipingere i treni.“Graffiti is not an art, is a crime”, questa è una delle frasi di apertura del documentario Style Wars, pronunciate dai detective Jim McHugh e Bernie Jacobs del dipartimento della polizia dei trasporti di New York. Durante gli anni dell’esplosione del Subway Writing, la Metropolitan Transportation Authority (MTA) di New York, insieme ai vari sindaci che si sono succeduti e al dipartimento di polizia della città, hanno cercato con ogni mezzo di arginare e far cessare il fenomeno, con una lunga battaglia durata quasi vent’anni.

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Ma, proprio in seguito ai vari articoli usciti sui giornali nell’estate del 1971 sul deterioramento dei monumenti e dei mezzi pubblici a causa dei graffiti, il fenomeno diventa cosa pubblica, si inizia a parlare dei writer e a conoscere i loro nomi. I writer vogliono farsi riconoscere e cercano così di uscire dal coro attraverso la sperimentazione. I graffiti non sono più delle semplici tag, ma diventano pieces, “pezzi”, derivanti dal termine masterpiece (capolavori). Sono grandi, colorati e complessi. Le firme risultano estremamente decorate, iniziano a comparire figure e personaggi (i puppets) e si raccontano delle storie. I graffiti diventano degli enormi affreschi creati attraverso la vernice spray.Durante tutti gli anni Ottanta la lotta della città di New York contro i graffiti continua con i mezzi più disparati: recinzioni, acido sui treni, utilizzo di cani da guardia, nuovi metodi di pulizia e divieto di vendita delle bombolette spray ai minorenni. La battaglia tra writer e amministrazione cittadina continua per quasi due decadi, fino al 1989, data in cui si chiude ufficialmente il periodo della Subway Art o Mass Transit Art, per trasferire i pezzi sui muri o nelle gallerie.

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Si sviluppa così la cosidetta terza generazione di writer. La terza “ondata”, i cui caratteri esemplificativi si iniziano a notare nell’estate del 1973, rappresenta l’apice del masterpiece. Nel biennio 1973-1974, i pezzi si iniziano a riempire di particolari sempre più accurati, le campiture sono precise, i lavori decisamente più maturi e gli stili diventano sempre più sofisticati. La grande novità di questi anni è l’interesse verso il mondo esterno. I writer sono cresciuti, non sono più ragazzini di dodici o tredici anni e iniziano quindi a interessarsi di attualità, politica e di argomenti di natura sociale. I pezzi di stampo politico sono rari, ma esistono; fa grande scalpore, ad esempio, il pezzo di Mico in cui compare la scritta “hang Nixon!”[al lato]. I writer ora sono attenti a ciò che succede nel mondo, conoscono la storia dell’arte e i pezzi sono ispirati al mondo del cinema e dei fumetti. Ed è da qui che la Street Art comincia a prendere piede.

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DAL “GRAFFITI WRITING” ALLA STREET ART

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“You ask someone: “Do you like birds singing in the morning? Do you think it’s beautiful?” and the person will most probably answer: “Yes”. And then you ask the person: “Well, do you understand them?” and the person will go: “Well, no”. And then you say: “You don’t have to understand something for it to be beautiful.”

Bando in H. Chalfant, J. Prigoff, "Spraycan art", pp. 27.

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Come già asserito nel precedente capitolo, nel corso degli anni il Graffiti Writing ha subito varie mutazioni, evolvendosi sia nella forma, che nei contenuti, ampliandosi anche a livello ricettivo, allargando la cerchia del suo pubblico e dei suoi estimatori. Questo processo ha portato alla comparsa di numerosi sotto-generi e generi paralleli, i quali vengono solitamente accorpati, insieme al Graffiti Writing, entro il termine omnicomprensivo di Street Art. Per Street Art si intende quindi qualsiasi tipo di intervento artistico all’interno del tessuto urbano. Al contrario dei writer che utilizzavano i graffiti come forma di comunicazione tra loro o come mezzo di diffusione della propria firma, e che quindi non creavano opere comprensibili agli spettatori comuni ma solo alle crew del movimento, gli street artist si rivolgono ad un pubblico più ampio, il loro target è chiunque passi nel luogo in cui è localizzata l’opera. Un’opera di Street Art è potenzialmente in grado di comunicare con l’intero insieme demografico urbano, dal bambino, alla famiglia, all’anziano.

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Ciò nonostante, il Graffiti Writing e la Street Art possiedono diversi punti in comune: un rifiuto iniziale del sistema dell’arte, la realizzazione di opere nello spazio urbano, spesso non autorizzate e l’adesione a sotto-culture. Dovendo compiere prevalentemente azioni illegali, sia i writer che gli street artist tendono a rimanere nell’anonimato. Talvolta, gli artisti finiscono per rivelare la loro identità con l’aumentare della fama (Shepard Fairey, l’autore di Obey – foto a fianco – è un artista dal volto noto sia al pubblico che alle forze dell’ordine, avendo all’attivo quattordici arresti); altre volte invece, sfruttano l’anonimato non solo per sfuggire alle autorità, ma come vera e propria strategia di marketing (ne è un esempio l’artista inglese Banksy, che ha creato sulla sua figura e la sua identità un vero e proprio battage pubblicitario, con tanto di caccia all’uomo e raggiungendo quotazioni stellari). Si tratta comunque di un anonimato relativo, poiché anche se non si conosce il volto degli artisti in questione, la loro firma o le loro opere sono riconoscibili e popolari in ogni parte del mondo.

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Con l’avvento del nuovo millennio, quindi, si impongono nello spazio urbano nuove forme artistiche. La Street Art in tutte le sue declinazioni diventa padrona indiscussa delle strade. Il Graffiti Writing e la Street Art diventano le espressioni artistiche più diffuse in tutto il pianeta: risulta quasi impossibile, infatti, trovare delle città urbanizzate totalmente prive di qualche forma di Arte Urbana. Edifici abbandonati, muri periferici, facciate di palazzi, segnali stradali… nell’Arte Urbana, tutto il tessuto cittadino viene considerato come una candida tela su cui dipingere, riuscendo anche nell’intento di trasformare i non-luoghi in luoghi.

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CONCEPT

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Il Graffiti Writing e la Street Art sono quindi i movimenti artistici più influenti degli ultimi trent’anni. Hanno influenzato il mondo dell’arte e molte altre sfere del nostro vivere quotidiano, ma tutt’ora i writer trovano numerose difficoltà nell’esprimersi liberamente, riconoscendo nei luoghi abbandonati e dimenticati la tela più adatta alla loro arte. I graffiti contemporanei e la Street Art sono infatti un grande paradosso.

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Balderi I., Senigalliesi L., “Graffiti Metropolitani - Arte sui muri delle città”, pp. 26.

“Il graffito è contro l’arte, quella ufficialmente conosciuta come tale. È contro Thanatos, quel fantasma di morte che aleggia sull’opera d’arte tradizionale, il quadro, la scultura, l’affresco, destinati a durare e a distribuire godimenti, raffinate estesie, al pubblico, nei secoli. Il graffito non è il surgelato dell’opera da museo, da galleria, da collezione o da esposizione. Se pensiamo che una gran parte della comunicazione artistica ufficiale è uccisa nella misura in cui viene imbalsamata per una eterna sopravvivenza di conservazione, è chiaro che il graffito murale non si preoccupa di vita lunga o breve, e può dare il massimo di sé nell’attimo fuggente. La sua accessibilità totale senza orari è contro il godimento ad ore fisse del museo, è contro quella eutanasia dell’arte che è la museificazione.”

Come superficie per l’esecuzione di queste espressioni artistiche viene utilizzato un supporto resistente e duraturo, eppure il graffito contemporaneo è effimero, transitorio, poichè a causa della sua accessibilità o della sua illegalità, può scomparire anche dopo un breve lasso di tempo, cancellato o coperto. Inoltre i graffiti sono eredi di una grande tradizione di decorazione parietale, ma sono spesso soggetto di fraintendimenti: arte pubblica per alcuni, mero vandalismo per altri; un sentimento idiosincratico verso i graffiti accomuna i cittadini e inizialmente anche il mondo dell’arte. Ma tutto ciò ai creatori di queste opere non importa. La loro produzione è un punto di rottura nell’ordine urbano, sociale e artistico.

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L’obiettivo è ricordare le tracce, le vere e proprie opere d’arte che spesso vengono cancellate, distrutte, nascoste, dimenticate, di restituire una rivitalizzazione artistica e sociale a questo grande movimento che è la Street Art, in espansione e in crescita, creando uno spazio virtuale, un “museo gratuito e aperto a tutti” dove turisti, cittadini e artisti possano scoprire e riscoprire la città.

Un omaggio all’ebbrezza dell’effimero, fra macerie e apparizioni. La liturgia della creazione e quella della distruzione, unite in un cortocircuito. È così che accade quando si dipinge dentro un’architettura in transito o in estinzione, destinata alla voracità di ruspe e picconi. La street art, qualche volta, mette in scena questo teatro malinconico e vitale, con la consapevolezza che niente, lì dentro, avrà un domani. Roba che – nella piena dissacrazione della sacralità dell’opera – per chi arriva dalla strada è pane quotidiano: si consegna un lavoro al cielo, al tempo, alle intemperie, alle persone, e lo si lascia andare,

come un progetto dImentIcato.E c’è proprio quest’idea di dissolvimento e di trasformazione – delle opere, come degli edifici – alla base del mio progetto.

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ANALISI E RICERCA

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I graffiti, gli stencil e i disegni creati con la colla di riso sono, per la loro natura, effimeri. Che siano pianificati oppure nati spontaneamente, commissionati oppure illeciti, i capolavori di street art sono alcune delle opere d'arte più fugaci che esistano. � scaturita così la voglia di catalogare tutti i capolavori dell’arte urbana contemporanea all’interno di un’unica piattaforma virtuale, piattaforma che permettesse non solo di ammirare le opere, ma anche di commentarle, salvarle, condividerle, collegarle tra loro attraverso una rete sociale di utenti e artisti che potessero interagire tra di loro, conoscendosi l’un l’altro e facendosi conoscere. Ma perché creare una piattaforma virtuale di opere di street art quando l’origine di questo ‘movimento’ era proprio il concetto di evasione, di rottura degli schemi dell’arte, di ribellione alla staticità del mondo? La mia ambizione mi porta a pensare che il mio progetto possa non collidere con il concetto stesso di Street Art, se l'obiettivo è di "preservare" la street art, integrarla nella vita quotidiana, rendere l'arte e la cultura più accessibile, dare ai progetti mezzi e risonanza maggiori, e arricchirlo dell’esperienza di un social network in grado di collegare in una rete infinita artisti e utenti di tutto il mondo. Dopotutto, nella nostra epoca siamo perennemente connessi, a casa, in ufficio, per strada, tramite PC, notebook, tablet e smartphone. Internet è praticamente più un’innovazione sociale che un’innovazione tecnica, non limitandosi a connettere macchine ma persone.

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Per questo ho condotto un’intervista su un campione di 50 persone, verificando su un target eterogeneo che comprende sia cittadini comuni, che giovani, che persone dell’ambiente. Quello che è emerso dall’intervista compiuta sono i seguenti desideri degli utenti.

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COINVOLGERE I CITTADINI E GLI STREET ARTIST IN MODO CHE INTERAGISCANO, CON L 'OBIETTIVO COMUNE DI DIFFONDERE L 'ARTE NELL E STRADE

POTER RIQUALIFICARE L E PERIFERIE , GLI EDIFICI DISMESSI E GLI SPAZI URBANI

CERCARE I LUOGHI IN CU I SI TROVANO L E OPERE IN UNA DETERMINATA CITTA’

VEDERE DOVE SI RIUNISCONO GLI STREET ARTIST E A QUALI EVENTI PARTECIPANo

POTER VEDERE QUALI SONO L E OPERE NON PIU ’ ESISTENTI , PERCHE’ NON CI SONO PIU ’ , CHI ERA L ’AUTORE

POTER ORGANIZZARE O PARTECIPARE A TOUR DI SCOPERTA DELL E OPERE A SECONDA DEI QUARTIERI

POTER UTIL IZZARE IL SITO ANCHE COME SOCIAL NETWORK PER RENDERE IL TUTTO PIU ' COINVOLGENTE E ATTIVO ANCHE PER I CITTADINI E PER I CONTRIBUTORS (I NON ARTISTI)

POTER USUFRU IRE DI PROFIL I PERSONALI ANCHE DA PARTE DEGLI STREET ARTIST , CHE SIANO GIA ' A FFERMATI O ANCORA SCONOSCIUTI

POTER CONDIVIDERE L E OPERE ATTRAVERSO CONTENUTI MULTIMEDIALI , FOTO E VIDEO

AVERE UNA MAPPA DI TUTTE L E OPERE , IN CU I OGNUNO PUO ' AGGIUNGERNE DI NUOVE

AVERE UNA MAPPA CHE EVIDENZI LUOGHI DISMESSI O SUPERFICI ROVINATE (MURI , FACCIATE DI PALAZZI ECC .) DA POTER USARE COME 'TELA ' E POTERNE SEGNALARE DI NUOVI

POTER SEGU IRE GLI ARTISTI PER VISUALIZZARNE GLI AGGIORNAMENTI , GLI STATI , L E NUOVE OPERE ECC .

POTER PARTECIPARE O ORGANIZZARE CORSI DI DISEGNO, PITTURA , GRA FFITISMO E TEMI AD ESSI INERENTI

POTERSI INFORMARE RIGUARDO A MOSTRE ED EVENTI PRESENTI O FUTURE

POTER INSERIRE QUESTIONARI DI RICERCA PER SCOPRIRE COSA PENSANO I CITTADINI RIGUARDO UN 'OPERA O UN TEMA SPECIFICO

POTER SEGNALARE OPERE NON PRESENTI NEL SITO , LA SCIARL E ANONIME O INSERIRNE/CERCARNE L 'AUTORE.

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IL PROGETTO

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Da queste premesse ho implementato tutte le caratteristiche che il progetto doveva contenere per migliorare la user experience del fruitore finale.La collezione copre sei continenti, mostrando una forma d'arte che storicamente non è mai stata conservata per sempre. Un murale di Kenny Scharf dipinto a Pasadena in California potrebbe essere ridipinto nella vita reale, cancellato per far posto a qualcosa di nuovo, ma nel reame digitale continuerà a sopravvivere.Ogni artista vede riconosciuta come propria la sua opera sul sito, che non permette di scaricare immagini e data ogni pezzo secondo la data in cui è apparso nella sua location originale. Navigando nel sito si possono trovare i tour da fare in varie città, esibizioni online molto curate, ascoltare le storie originali degli artisti, seguirli e salvare le loro opere in una bacheca personale, caricare le proprie foto e condividerle.

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Tutto questo ho voluto rappresentarlo e racchiuderlo nel simbolo che meglio poteva descrivere questa immensa rete virtuale di persone, di notizie, di parole, di opere e di arte: un microchip.� questo microchip che metaforicamente dà inizio a tutta quella rete di collegamenti che unisce le più svariate peculiarità, curiosità, informazioni e tematiche riguardanti la street art, i suoi artisti, i suoi ammiratori e tutte le persone che inevitabilmente ne entrano in contatto: i cittadini e la città stessa. Nel momento in cui questi collegamenti, questi 'fili', andranno a formarsi e a crescere attraverso la pagina, il disegno che si formerà sarà quello di un cervello, per rispecchiare appunto il punto focale su cui ho incentrato tutta la metafora grafica del sito.

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HOME page

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Per la home page del sito c'è da dedicare un paragrafo a parte. Infatti, considerato il tema del progetto, la creazione di un sito statico e banale mi sembrava il modo meno consono e incisivo per rendere al meglio l'obiettivo della mia tesi. Così ho pensato di creare un home page che rispecchiasse appunto la creatività, l'originalità e la 'stranezza' dell'arte urbana. La home è infatti pensata per essere più grande rispetto alla visualizzazione iniziale dello schermo, e la navigazione deve essere effettuata spostando letteralmente con il mouse la schermata. In questo modo compariranno man mano le sezioni del sito. Inoltre, ho deciso di scegliere font inusuali e creativi per ciascuna delle sezioni, accompagnati da piccoli oggetti o disegni che si muoveranno nella pagina. Per lo sfondo invece mi sono ispirata a un noto fumettista francese, Moebius (vd. pagina successiva), il cui stile etereo e ‘alienato’ rendevano secondo il mio parere l’ambiente della navigazione più particolare e d’effetto.

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RIFERIMENTI

MOEBIUS - per SFONDO

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FIGHTER MONKEY DESIGN STUDIO - per NAVIGAZIONE ALTRI - PER organizzazIone CONTENUTI

www.bigcitylife.itwww.muromuseum.blogspot.itwww.999contemporary.comwww.out-door.it/festivalwww.facemagazine.itwww.ostiensedistrict.itwww.romabbandonata.org

Social network e strumenti:FacebookInstagramPinterestSpotify

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www.blublu.org www-bristol-street-art.co.uk www.brooklynstreetart.com www.c215.com www.culturefor.com www.dispatchwork.info www.einesigns.co.uk www.ericailcane.org www.eron.it www.famefestival.it www.fatcap.com www.frontier.bo.it www.futura2000.com www.gallery.98bowery.com www.goabove.com www.graffart.eu www.graffiti.org www.graffitiartistcornbread.com www.haring.com www.insideoutproject.net www.janvormann.com www.jr-art.net www.k-rimini.it www.lasciailsegno.it www.louisvuitton.com www.lucamaleonte.blogspot.com www.magdasayeg.com www.marcecko.com www.mdefeo.com www.missticinparis.com www.missvan.com www.moma.org

SITOGRAFIA

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www.murodipinto.it www.nytimes.com

ww.obeygiant.com www.orticanoodles.com www.osgemeos.com.br

www.paopao.it www.picturesonwalls.com

www.pignon-ernest.com www.pinksmith.com www.pop-shop.com

www.popup2008.blogspot.com www.popaganda.com

www.realgraffitihistory.com www.riotsound.com www.slinkachu.com

www.stencilrevolution.com www.stillfree.com

www.streetart-urbanlife.com www.streetartnews.net www.streetartnyc.org

www.streetartutopia.com www.swatch.com

www.ted.com www.theartofnickwalker.com

www.theboombox.com www.theguardian.com

www.undo.net www.urban-code.it

www.urbanlegendstheshow.com www.urbantrash.net/graffiti

www.williamblastcordero.com www.woostercollective.com

www.bigcitylife.itwww.muromuseum.blogspot.itwww.999contemporary.comwww.999gallery.com www.out-door.it/festivalwww.facemagazine.itwww.ostiensedistrict.itwww.romabbandonata.orgwww.artsblog.itwww.keblog.itwww.fanpage.itwww.design.fanpage.itwww.chefuturo.itwww.labsus.orgwww.huffingtonpost.itwww.facebook.com/edificiabbandonatiwww.facebook.com/abandonedplaces.wilkinswww.retakeroma.orgwww.issuu.comwww.art-vibes.comwww.5pointz.com www.alicepasquini.com www.allcitystreetart.com www.animalnewyork.com www.arrestedmotion.comwww.art21.org www.associazioneantigraffiti.itwww.at149st.com www.bananensprayer.de www.banksy.co.uk www.bbc.co.uk www.bleklerat.free.fr

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