Bonomo - Orazione ne' funerali solenni per sua S.R.M. Ferdinando I° - 1825

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    TH E CO LLE CT IO N O F. H.NELSON

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    NE' . FUNERALI. SOLENNIPER SU A s. R. M. FERDINANDO I.

    RE DEL REGNO DELLE DUE SICILIECBLBBBAT r

    .NELLA CAPPELLA DEL TESORO DI S. GENNARO

    Dalla Real Deputazione della medesima a' !l4 Gennajo 1825,

    ORAZIONEDI FRANCESCO BONOMO

    PARROCO PALATINO.

    NAPOLI,D ALL ARE ALE S TAM PER I A.

    -18 ~ 5.

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    H A RV A RD C O LL EG E lIC R AR YH . N ELS ON G AY

    R l SOR 6 11 1 ENTO CO L L EC T IO NC O O L I D G E FUND

    1931

    ,

    Ulula abies , quia cecidit cedrusZAeR. Cap . 11 . v, a.

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    Immortalis est memoria illius , quoniamet apud Deum nota est, et apud homines.

    Sap. Cap. IV. V. 1.

    ,

    E R A io dunque , fiorentissima Nobilta, io era propria-mente serbato a compiere , tra sospiroso e tremante inmezzo avoi, quest' ultimo lamentevol tributo di rico-noscenza obbligata all' immortale memoria del ~empreGrande, e Potente FERDINANDO BoRBONE Re delle dueSicilie; e Padre, e Amico, e Difensore , e Vindice ditutti noi? E dovea pur questa voce; la quale non hagran tempo da questa pergamo stesso innanzi all' Urnadel nostro Martire invitto, per nove giorni continuiprovocava l'intenerita pieta della ragunata gente, per-ehe supplichevole gl' implorasse prosperita , e salute;ora questa voce medesima dal pili. cocente dolor*

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    (4)trasportata , e da accrbissima costcrnazione prcsso citevinta dovea pure al presente, in questo Tempio stes-so cccitare il cordoglio comune per dir piangendo aqnell' Anima Augusta requie , e pace? 0 morte! rapidafuratrice sempre de' Buoni , e lenta pill co'ribaldi, perchenon anzi affretti solamente a costoro i colpi tuoi tremen-di , che itristi in ogni tempo son essi per la tua faleematuri? Ma che vale sfiatarsi con chi non sente ragione,D C di consiglio si briga? Direm piuttosto: 0 lezione didisinganno l0 ingaflnevole vanita della Terra! Noi 10 ve-demmo il giorno prima del suo tramonto come a fosforo.matutino , tutto colmo e brillante di sanita poderosa, chein vegeta e robusta vecchiaja , affin di rendere pill ri-spettabile la virtu ,' agli uomini virtuosi Iddio alcunavolta dispensa. N e si trOVQtra quanti avevano l' onor diconoscerlo e nasionali , e forestieri chi non dicesse ma-ravigliando che Lui, come all' Aquila della Scritturaringiovaniva novellamente da giorno in giorno nella ca-nizie degli anni suoi. Certo, su la Maesta di quella fronte 'serena il presagio si leggeva seolpito del Regno pill lungoche mai vantar potesse la Sicula Monarchia. Ma la pa-rola di morte era uscita irrevocabile dalla bocca eternadi Dio, a cui no, che tornar non potea vota di effetto!N e udi l'accento quella pallida Arciera della strage uni-versale esecutrice ministra., e come fulmine dal Ciel to-nante scoppiato con subitano fragore 0 quercia , 0 torrepercuotc; cosi l' inaspettato colpo fatale rapidamente senvenue, spense la vittima a bersaglio gia. presa, e privo

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    ( 5 ,ad un tratto l'adorato nostro novel Sovrano FRANCESCO Idel migliore di tutt'i Padri ;: il duplice Regno unito delsuo amorevole Benefattore; ela Fede del Protettor piti.deciso, e la Chiesa del piti. rispettoso Figliuolo, l'Eu-ropa fiualmente privo del pill sublime modello de' ReCattolici Cristiani. E deh come furono in un istante de-lusi i voti, gli augurj, e Ie speranze candide uniformidolcissime, che da per tutto muovevano impazienti difesteggiare quest' anuo con insolita straordinaria pompailcominciamento vicin vicino del suo quindicesimo lu-stro ~Ed ora? ahi che l' umano pensiero erra frequen-temente sognando felicita ! Lo squallore , la solitudine ,il silensio d' una gelida tomba tien ora aperte le fauciper ingojarlo, appunto intorno a quel di , in cui la grangala avidamente attendevasi, per l' anniversaria celebritadella sua culla.

    Intanto Voi , Cavalier generosi, ed Ottimati di-stinti, i quali tanto sfoggiatamente vi occupate ad ono-rarne ilnon pensato accidente c~n questa magnifica di-mostrazione di lutto immenso, che vi aspettate presen-temente da me ? Rimpetto a questa sepolcrale pira-mide, a queste opprimenti gramaglie , a quella mu-tola Reale immagine che tanto forte ci addoppia 1'imme-dicabile affanno , non vi sentite proprio a ricordar nellamente, che la grandezza mondana sia per quantunque ele-vata e ingannator fantasima? e che tutta la gloria, di ches'infiorano scettri e corone e un sogno brieve che passa,un fwno che sgombera , leggier' omhra che fugge, pol-

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    ( G )vcre egli e , che poco vento disperde? Ed al cospetto diquell' Altare Santissimo, su cui teste adorammo divenutoperfetto olocausto ilDio della magnificenza, potrei sensacolpa nessuna della terrena caducita , come che sia inter-tenermi con voi? No. Il 'solo merito coronato degli abitivirtuosi deve scuotere innanzi la face, e far corteggio agliEroi, che si vogliono celebrare nelluogo santo. Lungi,lungi dunque di quail prestigio lusinghiero delle pro-fane laudi: e le faconde menzogne, di che si creanoda' Piaggiatori del secolo comunemente gli elogj degliIllustri defunti , deh che non sorgano a intorbidar que-sta volta la formidabile Maesta de' nostri sacri misterj ~L' aceigliata censura non pin rattenuta da alcun riguardonell'epoche sopravvegnenti, si vendicherebbe a ragione dicosi matto artifizio. Poiche piantandosi autorevole , e ar-cigna sul chiuso avello degli adulati Campioni, mettereb-besi a rinfoscar di grand'ombra il mendace bagliore d'unagloria lor non dovuta ; e turpe marchio d' infamia su la.fronte s'imprimerebbe dell' Oratore smentito. Ma non te-mete, Ascoltanti, come io non temo, non dubitate, ch' etutt' altro il carattere glorioso del nostro Re. Anzi iopren ..dendolo con tanta mia confusione a commendar da que-sta Cattedra, se di alcuna cosa temetti doverne esseregiusttnnente rimproverato, e avrei a chiederne la debitasensa, fu che non m'era permesso dall'angustia del tempo,che mi stringeva, comporre a Lui pin abbondevole e degnoil merita to elogio.. Nel che fare seguitero schiettamentel'iJ~parziale giudizio pronunsiato da tutti a favor suo in

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    ( 7 )circostanse Ie men sospette e pili.ree: quando l'amor perLui era un delitto di crimenlese per noi: quando la vitto-ria tutt' ora incerta aleggiava BU l'accampate fazioni:quando i regni dilacerati ed oppressi vacillavano palpi-tanti e sbigottiti sull'incertezza del lor futuro destino; siallora il sospiro solainente, e l'enfasi con cui qui sen ripe-teva il Nome, se n' aspettava l'arrivo, la vista se ne bra-mava, era certamente l'elogio della sua bonta , spiegavaI' indole della sua virtu, l' espressione dir si poteva sin-cera dell'ingenua verita, cui ben di rado concedesi pur difiatare, allorehe trionfano di guerresco lauro cinti i Domi-natori del Mondo. Ma a porre, determinate confineal trop-po vasto disegno de'singolari suoi pregi, io mi limito sensapili. a presentarvelo strettamente nel suo vero e . genuinosembiante di Grande, e Potentissimo Re. Grande: ma chenon penso di essere disdicevole aUa sua Grandezza tenersiumile, circospetto, osservantissimo sotto all' impero , e 1anorma delle rivelate dottrine. Potente: ma che non usoI' efficacissimo influsso del suo potere , se non a scudoperpctuo della sua portentosa clemenza. La grandezzanella sua pieta 10 rese accettevole a Dio, La clemenzanel suo potere 10 rese adorabile agli uomini. Con Iaprima vedrete esaltata e benedetta la sua Religione: conla secouda conso1idato e durevole ilsuo Governo. Tan-toche la dolce memoria sua passando da' nostri labbria' pill tardi nipoti , si rendera aHe nazioni, ed a'secoligloriosa splendidamente , ed eterna: Immortalis est me-moria illiu, quoniam et apud Deum nota est, et apudhomines.

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    (8 )Eccovi l' argomento indica to , e le naturali tracce

    semplicissime della tenue mia Orazione, che io ora in-terprete del vostro acerbo e risentito cordoglio, al Nome,e all' Opere di Sua Maesta , che ci venne per man dimorte rap ito , offro divotamente e consagro.

    PRIMA PARTE.La sola Religione invincibile , perche Divina, dell'

    Evangelic puo imprimere su la vita degli uomini l'im-portante suggello dell'Immortalita onorata. Imonumentimagnifici, che s' ergono dall' orgoglio, non isfuggono ildente vorace del tempo distruggitore: i progetti ste-rili dell' ambizione superba si confondono ravviluppaticolle sue stesse ruine: gli errori politici imaggiormenteesaltati cedono per lungo andare alIa trista impressione de'mali, che sordamente producono: quella specie d' incantofallace che l'illusione prepara, fomenta, rincalza, debbefinir col motivo, che la produsse. Ma la gloria che sorgeda non mentita pieta , non ispegnerassi giammai, e sarasempre degna e maggiore de' nostri elogj. ImpercioccheDio ha promesso propriamente a questa virtu , che lasua memoria non perira in eterno; rna che passeratrionfando da secolo a secolo , da generazione a gene-razione; e dall' oltraggio ritolta della legge comune ~incontrera Bulle colonne dip into della celeste Sionne ,nome e grandezza immortale.

    Si , certamente, per aver nome Iamoso , ed es-

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    (9 )sere di ammirazione alle genti, e piu che bastevoleil nascer grande sotto a tetti dorati. Ma per esseregrande di quella grandezza che l' ingiuria non paventadegli anni, e che sola riesce a Dio piacente e cara, ilnascer grande semplicemente non basta: uopo e dive-nirIo a poco a poco con l'industria di arcano e diu-turno marteIlo sotto la disciplina medesima dello SpiritoSanto. La grandezza che schiude da una culla distinta,e all' ombra cresce di Maesta lusinghiera, e col potereingagliardita si avanza, e scintillando abbarbaglia Ie ri-guardanti pupille e anche dono liberalissimo della Provvi-denza Divina. Ma quella che al Cielo poggia fastosacon I' erta cima, ed oltra Ie nubi torreggiante si estelle,tiene fitte le sue radici unicamente nel podere della spec-chiata virtu, ed e favore parsialissimo sol della Graziache previene, accompagna , coopera a merito prezioso.

    Or appunto ambedue e Provvidenza , e Graziasi videro a gara confederate nel nostro Gran Re.Equi io non parlo della sua Regia Stirpe da' Gran Giglid' Oro, i quali da secoli che si perdono innabissatinella oscurita della storia, crebbero rigogliosi, e cresconotuttavia bellissimi e coronati ne' regni piu temuti epossenti della nostra Europa. 010 d'essa non parlo affatto,che mille splendenti idee mi si raccendono in mente anominarla soltanto; e mille imprese e mille mi si affollanoinnanzi aggruppate , che 10 splendore ricercherebbero diben altre eloquenti parole, che io non ho. Oltre achevoi che saggi siete ed accorti mi concederete di leggieri

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    ( 10 )che sangue , sia pure imperiale , e regio stemm a , e ric-chezze, ed onori , e dominio, e Stati possono anche otti-mamente toccare in patrimonio ad uomini per bonta nesecondi , ne primi: e sapete dalle relazioni dell' Africa,dell' Asia, ed in essa il Giappone, e la Cina, ehe molti for-midabili Imperj, dove mai unginocehio non si vide al veroDio piegato, 0 che dal vero si ribellarono incaparbiti, sonoforse di cosiffatte magnificenze e titoli piu ampiamenteprovveduti , ehe non i Cattolici stessi , iquali si man ten-gono al Cielo tuttodi sottomessi e fedeli. Doveche la mo-derazione, la temperanza, l'amor de'simili, la beneficenza,la carita sono il vero ornamento che illustra e nobilita Ieragionevoli creature: e virtu generose si appellano , esi commendano a Cielo in ogni ordine di persone. Ben-che poi queste virtu medesime, ove spiccassero coldiadema in fronte, con 10 scettro in '}lugno, col tronoche Ie sollevi , virtu rarissime si voglion dire, e dueroltc virtu ; anzi un prodigio pili sorprendente e rarodel roveto di Orebbe , il quale comeche in mezzo ad ar-dentissime fiamme vivaci, tutta nondimeno serbava intattala freschezza, e la pompa delle verdi sue spoglie.

    Dio immortale! quali e quante furono coteste gemmedi raffinate virtu, che l'anima inghirlandavario del nostroEroe defunto! come potrei tutte abbracciarle in una ora-zion solamente senza crear ne disordine colla varieta ,ne colla moltitudinc confusione, ne fastidio col distesoracconto di ciascheduna ? Giil valore , magnauimita, di,rittura , mansuctudine erano le doti del cuore: viva-

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    ( 11 )cita , penetrazione, talento , genio delicatamente sublimeerano le doti dello spirito generoso. Doti pero , che sa..re bbero state mera illusione, se non Ie avesse conditeil senno della cristiana pi eta. Quindi fu sua primiera eprincipale occupazione 10 studio della fede ereditata fe-licemente da'suoi grand'Avi. E qui io posso francamenteaffermsre che pochi Grandi furono Cattolici al par diLui, e con tanto estesa cognizione di ca usa, e contanta persuasione fermissima di cio che credeva. Diquanto si appartenesse a quest' articolo Egli volle istrnir-sene da cristiano , e ancor da savio. Non c pubblicoper Ie stampe in due grandi volumi ilcatalogo ordina-tissimo della sua biblioteca privata? Or quivi ammire-ranno i dotti ogni maniera di libri classici, che la di-vinita della Religione con istriugentissime prove, e. invarie Iingue flssano , difendono, e guarentiscono da qualche si fosse ancor non pensata ingiuria. Con que' vo-lumi Ei fu veduto soventemente aIle mani da' corti-giani, che 10 servivano , e come era di memoria feli-cissimo ne ripeteva de'lunghi tratti squisiti , e si adope-rava con dillgenza eroica a praticarne gclosamente Iemassime. Ed io dicendo cosi non intendo dipingervi lIDPenitente romito, ne di scambiarvelo per un Solitarioalpino. Egii non era nato da cio. Dio 10 volle da prin-cipio Grande, e nella grande religione de'Giusti Grandi:unusquieque in qua oocatione oocatus est, in ea per-maneat, diceva a' Corinti S. Paolo (I). E voglio dire

    (1) I . Corinth. 7. 20.*

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    ( 12 )ch' Egli ebbe tutta Ia perfezion d' un fedele nella con-dizione di Re, sempre attaccato a' proprj doveri, misu-rato nelle sue azioni , padrone di se medesimo , in eser-cizio non interrotto della virtu,

    Giit Egli era immaturo al governo per gli anni teneriin che fioriva: rna attempatissimo e grande per quelle dotiche divisammo fin qui, da formarsene un Principe senzapari; . quando l' invitto Re Carlo III. gli diede pubbli-camente l'investitura di questo Regno. Oh le memorandepa role, che il Genitor profferi in quella cerimonia au-gusta, in quell' atto solenne l Teneva Egli con gelosiapresso di se custodita quella spada medesima, che Lui-gi XIV. avea dato al Duca d' Angio suo Nipote, al-Iorche fecelo potentemente passare col nome di Filip-po V. al trono di Spagna. Brandisce Carlo cotesta spada,l'impugna con amoroso entusiasmo , e ponendola nellemani del fanciul FERDINANDO,prendi , .gli disse , quasicon ispirate parole, e profetiche, e questa 0Figliuol mio,questa ti seroira a difendere oalidamente I' antica no-stra Religione santissima , e i nuooi sudditi cari , sude' quali or in te passa il dominio. Questa adoperatain tal guisa, sul capo ti assodera il diadema , di cui asfaoillare incominci ; e sensa temer l'urto delle opi-nioni , e de' secoli trasmetterailo intatto alta venturanostra posterita benedetta sempre e pacifica. Un lietofremito approvatore di queste voci a bisbigliare si udiper tutta quanta la Reggia; ed al tacere di Carlo, subita-mente scoppio in generale ed aperta acc1amazione. Ne

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    ( 13 )torno vano l' augurio di quelle sagre riferite parole alnostro prode Monarca; che fin d' allora guardo comedovere dell' eminente suo rango, l' esempio di religionebenefica ch' era obbligato di dare a' popoli sottoposti.Allora fece patto a se stesso , che chiamato al Trono ,nulla dovea portarvi che di pieta non sapesse , comequella che il premio forma de' Principi applauditi , ede il pili grato spettacolo che possa dare l'Eterno ad unanazione non indegna d' esser felice. Ed in vero bello fuallora a vederlo in quella bionda stagione dana Patricianohilta vezzeggiato, e da Partenope riverito, e da sud-diti pocOlnen che adorato. "Simileperfettamente al Padredivenne l'idolo del cuor d' ognuno, e da Lui come daperenne fonte inestinguibile attignevano speditamente imeritevoli, onori, cariche ,emolumenti, fortuna. LaCorte che nulla perde di vista, fin da quegli anni primishalordita osservo che tutto era ordine, e legge intornoa Lui: quasi che avendo principiato a regnare sopra ipopoli , a regnare incominciasse primieramente sopra ase stesso. E poiche ogni numero e scarso ad articolarela somma degli affari d' un Re, Egli che d' ogni cosaesser volea pienamente informato, le prime leggi rigo-rosissime leggi Ie pose al tempo nella distribuzione simetodicamente concertato dell'ore, e de'momenti minimidi ciascun giorno. In guisa che passe a Palazzo come unproverbio in bocca a tutti. - Le ore del Re sono in-fallibili come a quelle del Sole.

    AlIa Pieta solamente , ed alIa caritatevole compas-

    . .

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    ( 14 )sione non pose limite, non legge nessuna, perche erainvincibile ilgenio, che di forte stimolo vel trasportavaperennemente. E deh l perche non ho io ingegno, fa..condia , lena sufficiente a salire fin dove 10 conducevanoIe nobili impressioni di questo magnanimo affetto! Ve-ramente, e perdonatemi Signori eccellentissimi , la pie-tosa misericordia e tal virtu da non poter gran fatto en-trare in lega ed acoordarsi co' Grandi, che troppe sonole guardie armate che interdicono alla lercia miseria10 inoltrarsi d' un passo nelle regie stanze. Ed essendoiMaggiorenti, e i Principi usati a non vedere intornoa se , che lusso di forbita grandezza, si annojanonaturalmente infastiditi del sudiciume de'cenci lordi. Maguardi che si fosse m~i cotesta nausea ravvisata per ombranell' anima virtuosa del nostro Regnante! Egli anzi gliricercava siffatti miseri per la Citta , per Ie Provincie,pel Regno tutto gli ricercava sollecito per sollevarli. 10ho presso di me a custodia i libri , dove SOll registratii battesimi degl' Infanti Reali , e quivi di tutti leggesiche il Padrino fu sempre, per comaudo del Re, un po-.vero de' piu spiantati. Lo sa pur egli l'Eminentissimonostro Cardinale Arcivescovo, nelle cui mani come fla-me perenne straordinarie somme si riversavano di ar-gento, e d'oro , che quasi vital sangue benefico innaffiavaIe inaridite membra dello stato , e buona sanita lor con-ciliava, e fiorente colore. Lo sa l' esemplarissimo suoMonsignor Confessore, che periodicamente ogni di unaltro numcro senza numero soccorreva di veechi padri,

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    ( 15 )di madri dolenti , d' intristiti figliuoli , iquali diserti elaceri 0 fuor su Ie strade, 0 dentro ne'casolari di crudafame languivano, e di affiizion si pascevano ancor pili cruda-Lo sanno ibuoni Parrochi di questa Citta , che a quandoa quando .abbondevoli soccorrimenti pecuniarj ne rice-vevano per Ie doti delle pericolanti fanciulle , 0 per laeducazione delle oneste zitelle. Lo sanno Ie clausure dinobilissime Vergini, dove furono per Lui dotate, ondeprofessarvi j sacri voti sceltissime Giovani. Ed oh! per-che non posso io, ne debbo mostrarvi un altro stuolodi poveri necessitosi e gementi , per questo stesso. pilimiseri , perche non possono far vedere la loro miseria!Ma sa ben discoprirli la vigile earita di FERDINANDO, eper. vie inosservate e segrete lor fa pervenire larga edopportuna la provvidenza. Io debbo rispettare ilgran velo,che l'umilta del Re vi gitto sopra a coprirle : ma potreitacere le benedizioni del pupillo , dell' orfano, della ve-dova, che ne porteranno il nome esaltato fino alle stelle?

    .Voi stupite sicuramente , 0 Signori, a questi trattisi luminosi della carita , e tenerezza passionata di FER-DINANDO per I' altrui avversa fortuna. Ma io maravi-glio assai pili a vederlo di tanta sensibilita quasi comeimpastato , regger poi con moderazione e fortezza infi-nita nelle sue proprie terribilissime disavventure. Cheben s'inganna chi avvisa che i Grandi, perche tropp'al-to levati , non debbano alcuna volta spiombare in angu-stie smaniose, in avanie spietate retaggio indispensabiledell' wnana natura. La falangi armate , le faretrate coorti

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    ( 16 )che vegghiano fedelissime a custodire gli appartamentiAugusti, non han valore bastevole che vegliar sappiaben anche a conservare inalterata la pace, e la tran-quillita dello spirito. E passano taciturne, non prevedute,non discoperte passano Ie traversie pin acerbe per attac-car que'Magni. E ilfulgid'oro, e la gemmata porpora J glisfolgoranti broccati nasconder possono, rna Don isvelle-re, e mandar via le acute spine pungenti , ehe interna-mente trafiggono. Benedetto da Dio nelle fauste nozzecon MARIACAROLINAonor del sesso , arbitra del cuor ditutti, Reina nostra di sempre cara memoria, Ei vede-vasi intorno come germogli di fecondo ulivo assai Prin-cipi generosi , e Principesse leggiadrc crescenti. Ma degliuni , deh quanti non vennero nell' aurora degli anni daimmatura morte rapiti! Edell' altre dov' e pin la ve-nustissima figliuola sua l'Imperatrioe d' Austria? Dovela Principessa d' Asturia? La Gran Duchessa della To-scana dov'e? Quante idee, quante memorie , quante op-posizioni atroci , orrihili , dolorosissime congiurar nondovettero in quel frangente a fiaccare la sua fortezza,a scuotere il suo coraggio, a soverchiarne per fino laaofferensa ! ohe pensier tetri e funesti non si fissaronoallora nella mente del Re 101'0 svisceratissimo Genitore!Equal tormento nol macero, quando venuto qua adisfogar secolui con fratellevole confidenza un amore da8 1 gran tempo digiuno Carlo IV suo Augusto Germano,ed aocoltolo con trasporto di sincerissima gioja, se 1 0vide tra poco tetnro suecumbere a violenta e rapidissi-

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    ( 17 )rna malattia? Ma quale fu la sua condotta in si luttuosiaccidenti 1 Certo aIle prime impressioni , Egli che bendi cuore gli amava que' cari pegni, impallidi , si turbo,dirottamente ne pianse , quasi tortore cui venga dal nidostrappata la sua fedele compagna: e fe conoscere d' es-ser anch' Egli, come tutt' altri un uomo, Poi nella co-stanza e rassegnazione a'voleri di Dio , con cui soffrivaquellimmensa jattura, paleso di cssere ancora un Pre-destinato, un Eletto che terge il pianto dagli occhi, ognialtro affetto spegne nel seno, e adora nel tempo stessoin silenzio e bacia la mano disponitrice della vita , edella corona de'Re.

    Augusta Religione !Divina Fede! Cristiana Pieta Isono questi i momenti del tuo vero trionfo! E trion-far non potevi in quell' Anima Grande, se tu non fossistata tu sola madre e nutrice d' ogni altra sua virtu:che virtu senza Religione e ipocrisia pestifera, e orgo-glio vano, Infatti da questa celeste moderatrice ammae-strato, apprese a regolar di buon'ora quegli appetiti, iqualicoperti dal Regio ammanto funesti assai r'iescono al Prin ...cipato , e al Popolo, Da lei gli s' indetto a sperperaredattorno a se alcune piante maligne, che a tempo non cstir...pate rovina divcngon pubblica, e scandalo dello Stato.Da lei fu istruito a distinguer la peste dcgli adulatorisleali cal mcrito degli Amici fedeli: e impaziente d'ogriiritardo , prese il partito di. chiuder l'adito a chi potesserenderlo inaccessibile a' consigli de' saggi onesti , a' ge-miti de'miserabili afflitti. Da lei fu indiritto a provveder

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    ( 1 8 )Ie Pro"incie, Ie Citta , Ie Terre, i Tribunali, l'Escrcitodi scelti uomiui , e sommi , che non servisscro per timoredi pena ne per solo desio di avanzameuto veruuo ; ma permotivi pit'. forti, e piu sacrosanti ; quali SOllO, che ser-vendo al Re, si serve propria mente a quel Dio , a cuie piaciuto di darcelo per Padrone, U di da lei I' utileinsegnameuto di accoppiar la dolcezza al rigore, la tern-pcranza al fasto , alla grandezza l' umanita : di stringercin somma in amichevole compagnia, per quanto fossepermesso, l'umana politica e la Heligioue divina. Eccoperche Egli ebbe a costume di prevenire eziandio i de-siderj de'sudditi suoi , e vederne i bisogni , e udirne lesuppliche , e compensarne i danni: pronto sempre diofferire a Dio , al vangelo, alla legge, a popoli de' piudifficili sacrificj non solo degli agi e piaceri, ma dellavita stessa , della sua persona per terra, per mare, acaldo clima e gelato, ove il bisogno 10 richiedesse perproccurare aUe provincie e al Regno tranquillita , pace,protezione, difesa , ajuto. Dopo cia potremmo non ve-dere in Lui stazionaria la carita , di cui diceva l' Apo-stolo , che e tutta benigna, che tutto patisce , tutto so-sticue , tutto spera, ed aspetta ? E chi mi dice, dovegiugnesse con 10 spirito della Fede, con la confidanzain Dio , col zelo della gloria sua, che 1 0 rendeva ar-dimcntoso e possente ad ogni gran fatto? Simile, diLui avrebbe detto il Salmista t simile ad arbor piantatolungo l' innaffiamento perenne d' una fresca riviera,che aIle stagioni opportlme di fior si veste, e di frutta,

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    ( 19 )e sempre mostra alle prove di esser vivo, e fecondo.

    Santissima Provvidenza! io vi ringrazio che mi econcesso parlare al cospetto di cosiifatti Uditori , cheper natali, per cariche , per dignita , per impieghi eb-bero il grand' onor di servirlo, di stargli soventementea Iato, ed usando della sua invidiabile domestiehezzavederne le opere, udirne i sentimenti , e spiarne ad unoad uno fino i pensieri. Voi dun que sorgete con Iiberta tuttapropria del vostro grado , e date gloria aIle virtu delpill dolce Padrone, del Re pill lealmente Cattolico. Ditese la sua pieta non era egualmente solida davanti a Dio ,ehe edificante ed esemplare davanti agli uomini. Nullane' Grandi e piu raro di cio che dicesi trattamento dellepri vate virtu, le qnali nojano come non sono circondateda applausi , e quando la tromba rifuggono della pubblieafama. Sotto allo splendore del solio , in mezzo a' Cava-lieri frequenti , nelle gale solenni han troppo di che ab-bagliare la vista della moltitudine allo spettacolo radu-nata. Ma nel chiuso del solitario albergo, deposte leinsegne reali , accomiatato il giornaliero corteggio, allorae che l'improntato figuramento finisce; e si discoprel'uomo spogliato d' ogni ornamento non suo. Or voi cidite , non 10 vedeste tremante e pavido innanzi giornonel suo privato oratorio, e sull'imbrunir della seranella Real Cappella, non 10 vedeste penetrato dellapresenza di Dio nel Tabernacolo Santo, spandere aguisa d' aequa il suo eucre umiliato, e chiedere fincolle laerime il convenevole ajuto per non errare .ncl

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    ( iO )malagevole e scabro governo aHe sue mani commesso?Non l' osservaste pur voi in ginocchio e rinconcentratoassistere perternpissimo tutti i di all'Immortal sacrificiodella nostrasalute? E presentarsi frequentemente inqualita di reo confuso al Tribunale della di vina giustizia;ed applicare a se stesso con sentimenti di dolore e diaffanno i gemiti del Re penitente ? E pascersi famelicodelle carni immacolate del Divino Agnello? Ed espiarecon l'opere della salutar penitenza gl'inevitabili tra-soorrimenti , dove piega tratto tratto ed inchina sdruc-ciolevole l'umana fiacchezza ? Voi 10 vedcste voi stessicon qual riverente postura interveniva alIa divina parola,c con qua' segni eli pieta l' ascoltava non come voce diuu uomo, ma come voce e linguaggio della stesso Dio,il quale vuol essere per egual modo ubbidito dalle altotorri de' Re, e da' piu ncgletti abituri de' contadini; da'piu facoltosi rccinti, e dalle spelonche pin ruvide de'rinselvati romiti! Tu pur ci rammenta, 0 fedelissimopopolo , che tu 10 vedesti tantevolte maravigliato e pian-geute , quel profondo rispetto , onde incontrandosi noneli rado con Ia Eucaristia santissima, in atto che siportava a viatico per gl' infermi presso a morire , Egl irapidamente smontava dal regio cocchio, ed ambo Ieginocchia a terra piegando per adorarla di viva fede ,aecompagnavala poscia misto col minuto gentame , fin-che non fosse novellamente riposta d' onde era uscita,E voi 0 sacre mura di questa maestosa Basilica, voici ridite , in quale atteggiamento 10 vedeste prostrato

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    ( ~l )e da quale spmto di profonda divozione compreso trce quattro volte all' anno, e se~pre ne' bisogni pubblicidello stato , appie delle sacre Ampolle conservatrici delsangue del nostro principal Protettore, invitto martireS. Gennaro: e quivi gemere , sospirare , tutta riporre lafiducia sua nel Patrocinio vigilantissimo di unTutelarecosi potente, Ricercate ne' vostri archivj, nobilissimiDeputati , e monumenti ritroverete infallibili, che a'posteri racconteranno la reale munificenza di FERDI-NANDO per questa vostra portentosa Cappella. E quantocon tutti voi adoperasse di grande, 0 Prelati piucchedistinti di questo 'I'empio , 10 tacero per non poternebastantemente parlare, e perche su la fronte vi Ieggoscritta Ia gratitudine.Ma Ie piazze tutte e Ie vie dellanostra Citta non taceranno, che iltumulto, 10 strepito,la vanita , la licenza mai non si videro con Ia Religioneconfuse, presente Lui, a profanare la santita de' nostril\listerj nella Festa maggiore degli Azimi sacrosanti por-tati pubblicamente in' trionfo; e Lui seguace con l'umileesterior portamento ne' riguardanti svegliare idee pillmaestose della divina grandezza. Allora come avviene alpianeta irradiator della notte, a cui d' intorno piu vi-vaci brillan le stelle , quando piu scarso di luce au I'e-misfero sormonta ; cosi la temperata pompa del Re , lachina sua fronte, il maggiore raccoglimento della per-sona meglio accendeva il fervore del popolo circostante,e spiccar lasciava in tutto ilsuo splendore la religiosaordinanza de' Sacerdoti che corteggiavano riverenti al

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    ( ~~ )destinato riposo l'Eucaristico Sacramento. Gran Dio...10 so cite il privato omaggio d' un' anima semplice. evirtuosa e piu accetto a' vostri occhi divini , di quelche sia il vedere tutte le teste coronate del mondoa' piedi umiliate de'vostri altari l Pur pcrdonate alla de-bole immaginazione di tutti noi, cui fa maggior colpol'onnipotenza vostra , allorche vedesi annichilato innanzia voi quanto v' ha di piu grande e maestoso nell' uni-verso.

    E che diro di quel rispetto grandissimo, ond' ebbesempre in onore i Romani Pontefici, Pio Settimo se-gnatamente, da cui De riporto in contraccambio dimostra-zioni autentiche d'amicizia , riconoscenza, e amore? RiTZ-graziate il religioso Re FERDINANDOispose quel Papa"quando S. M. per sottrarlo agli artigli di que'mostridisnaturati che ne minacciavan la vita, offerivagli benagiato un asilo, e custodito il passaggio nella inviolata Si-cilia: ringraziate il Re, e assicuratelo che la gratitudineper questo invito, tutto affatto mi penetra il cuor tri-bolato. Dio /0 ricompensera di questa tratto illustre dellasua SINGOL.4RE PIETA'. E che altro vi aspettate,o signori,dopo queste parole di Pio, e Pio Settimo, per aver quasicome canonizzata la pieta , ch'io presi a commendare diFERDINANDO?orse vorreste che tolti via gli ostacoli con-cordassc reciprocamente ill amiohevole domestichczza con-giunti i diritti , e gl'interessi del Sacerdoaio e dell'Impe-rio? e cite le Chiese p{'r lunga vedovanza squallide , e ste-rilite di novelli Pastori si provvedessero consolate? Si c~n-

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    ( 2 3 )cordo , e le Cattedre furon tutte provvedute, Vorrestc ehequell' ordine voramente cospicuo de'Gesuiti ferventi , chesi pretese dagli Empj di far credere pernicioso alla Re-ligione , ed a' Principi, per potere piu liberamente colPrincipato la Religione distruggere, si richiamasse no-vellamente fra noi a ripigliare i preziosi travagli dell'u-tilissimo suo Apostolato? EccoIo, ch' e richiamato, eondeggia intorno ad esso di spighe immense granite unr iochissimo tremolio. Vorreste che le molte religiose fa-miglie , che una mano prof~na e terr ihile aveva umiliatee disperse per togliere alIa pieta il sostegno , alia re-ligione l'appoggio, I'alimento alla fede, per Lui qui trattotratto rigermogliassero benemerite dello stato, e dellaChiesa? Lecate capita oestra , girate il guardo, e ve-drete, che a tutto pensa e provvede la grandezza nellapieta di FERDINANDO. Un' occhiata a Capodimonte spi-gnete, dove tra Ie delizie di quell' amena boscaglia eper Lui dalle fondamenta innalzato a ritiro de' Cappuc-cini elegante e divotissimo Monistero. Recatevi al largoche spasiava irregolare e deforme una volta innanzialla Reggia, .emirate quale ci sorga ora allo sguardoaltero e bello, e in piu ampio cerchio disteso, eprotetto da coionnato confine, che pili quasi perdessonon si ravvisa, non si conosee per quel di prima.Quivi al fondo nuova mole d' anfiteatro superbo a gran ..deggiare si avanza, con in mezzo gia presso a toccarla meta estrema Tempio maestoso al Taumaturgo diPaola intitolato, il quale all' attonito forestiero dimo-

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    ( i4 )strera ehe l'opera fosse quella di pio, potente, magni-fico Regnatore. E a tal vista non dovremo a tutta golaripetere: Immortalie , immortalis est memoria illiue ,quoniatn apud Deum nota est? ....... 0 caro a Dioper ispirito di traboceante pieta l no, che non fostimeno amato dagH uomini per eccesso di generosa Cle-menza!

    SECONDA PARTE./

    Se i Sovrani volessero minutamente eseguire tuttiad uno ad uno iloro grandi doveri, bisognerebbe daultimo pur confessare che la loro sublime fortuna fossepill ehe d' invidia, degna di altissima compassione. Emi dicono i Sapieuti Politici , cui fann' eeo i Padrie i libri Santi, ehe seduto appena un Potente sul Tron~avito , cessa incontanente per lui ogni altro interesse,che non sia ilpubblieo bene; ne v' ha per esso altroriposo da attendere, ehe la pace de' suoi Dominj, nonaltri piaceri a cercare , che la felicita del Popolo go-verna to. Un Re e l' unto del Signore., 10 scudo deldebole , ilflagello degli empj , l' arhitro delle opinioni,la regola viva de' costumi, un uomo egli e i cui doverisono estesi a misura della potenza, ehe risponde aDio di un popolo , e parteeipa per le sue virtu a tuttigli onori dovuti al geuio. Un uomo ehe si fortifieacol suo stesso potere quando l' impiega a prosperarc isudditi. UIIuomo , di cui Ie azioni sono esempio , Ie

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    ( ! a 5 )parole son grazia, le occhiate steese' Bon' ricompensa,Un uomo il quale non e elevato 80pra degli altri , cheper iscorgere ilmale piti. da lontano, e prevenirlo conefficacia. -I n fine e una vittima onorata della pnbblica.felicita , a cui la Provvidensa ha donato per famigliaIe provincie e 'I Regno, per testimonio l'universo , pergiudice severissimo tutti isecoli. Cio posto siaci per unmomento pennesso di accompagnare ilnostro Monarcanel Gabinetto de'suoi Consigli , in quell'augusta Assem-hlea dove si bilancia ildestino degli uomini, e dove laPotenzae la Maesta brillano phi. scintillanti de' sacri lorodiritti, Guardatelo se nODesprime I' immagine surriferitad' un Sovrano perfetto, e se non anzi profondita di.sapere , raffinata politica , braccio forte e invincibile glifacciano quasi rappresentar sulla Terra l' idea stessa diDio al governo occupato di tutto il mondo. Gli si veg-gono a fianco in amorevole gara sempre a combattersila Giustizia pili.rigorosa, e la pili. clemente Bonta. L' una'e I' altra il proprio partito con mire opposte caldeggia.Ma la Clemenza e poi quella, che riporta nel euor delRe la phi. compiuta vittoria. Intendo che Ie virtu odiateo sconosciute da'malvagi 0 inetti giammai schivar nonpoterono l'amaro dente, gli adunchi artigli dell'arrabbiatacalunnia: quindi spesso con alterata nomenclatura la for-tezza e chiamata ferocia, la pazienza stupidita , ostinazionla costanza, e la clemenza? la clemenza, spregevole vigliac-cheria. Che che debba -dirsi de'Giudizj umani non semprediritti, certo e ehe Iddio solamente e I' infallibile co-

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    ( i6 )noscitore de'cuori , ed egli 'solo pub fissare i limiti dell'innocente virtu. Pero la clemenza misericordiosa sarasempre la piu popolare virtu, la pili. generalmente ap-plaudita , e quella starei per dire, che I' uomo pili. rav-vicina alIa somiglianza di Dio. Qual maraviglia intantoche di questa consolatrice virtu, sensa di cui 'la civilSocieta starebbe in agonia languente, s'invaghisse distrana guisa la dimostrata Pieta di FERDINANDO? Glieneimpresse il nobile istinto nel crearne l'anima virtuosaIndulgentissimo Iddio , fu coltivata dalla fede , feceladivampare l'avversita, Alcuni soverchiamente zelantigiunsero per tal carattere a dir di Lui cio che Pliniodi Cesare ripeteva: e stato clemente a segno di do-versene alcuna jiata ancor peniire. M a roboratur Cle-mentia thronus eius (1) non si espugna, non vacilla,non cade quel Trono che ha Ia clemenza per base, glieloaveva ne' Proverbj detto Iddio per Salomone: ed Eglisi fa un dovere di praticarne il consiglio, poiohe Diomedesimo si reca a gloria di eccedere perdonando coninfinita impercettibile misericordia: superesaltat mise-ricordia iudicium (2).Fredda , gelata, ucciditrice sapienza di molti inge-gni severi , rispettabili tuttavia e rispettati , io t'offro purvolentieri I'onore del debito incenso mio, poiche l' esemplare

    (1) Provo ~O. ~6.(~) Epist. Cath. lac. Ap. s. 15.

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    (~7)giustizia gastigatrice e virtu ancor essa , e a tutti piace,Ma : non ooler essere troppo giusto (1), dice l'Altissimo ;e Ia natural, tenerezza lungi dall' essere sconvenevole adun' Anima Grande, onora anzi meglio la maesta , edingrandisce Ia fama de'piu potenti Re della Terra. Nonper tanto, dove a rendere pin venerabile I' autorita de'Criminali Giudizj, che imalfattori giustamente condan..nano;e a far piu temuta la legge, Ie Citta pili. sicure,e inviolabili i diritti de' cittadini , era Egli necessitatea segnare per gli 'uomini facinorosi la sentenza che alpalco traevali della vendetta, qual violenza far nondovea all' angustiato suo cuore nell' esercizio d' un' auto-rita ripugnante oosi alla sua indole mansueta? Quindi 0Ia pena capitale ordinariamente volgeva in altra pena pinmite, 0 scriveva con tremante mana - muoja - non gill,ehe non era questa espresaione per lui: rna con una for..mola tutta propria sua-corra Ia decretata giustizia. Voifelici, 0 Regnanti, se lID cuore sortito aveste sempre diquesta tempera! E voi 0 suddiri piu felici, che potrestequindi promettervi meno scapitamento delle sostanze vo-stre , e della vita!Con I si valenti prerogative disviluppandosi il cuor delRe , che mai potevasi desiderar di vantaggio per ista-hilir permanente la felieita delle due Sicilie ? Gia con1 0 stabilimento dellaMonarehia independentemente Na-

    (I) Nuli (J88t1 iU~tu8 multum. Eccles. 7 ) 7

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    ( 28 )poletana, e col Monarca nato anch' Egli propriamentefra noi, era sparito fino ilsospetto di aversi a vedermai_pin. insanguinata dalle guerre civili questa popolosa citta,Erano ignoti al Regno di FERDINANDO BoRBONE fino aldechinare del secolo decimottavo i nomi tremendi d'in-terno bisbigliamento, di popolare licenza. I varj ordinidello stato conservati ne'loro antichi diritti, i grandiPatricj decorati di nuove croci, di nuove fasce abbelliti,contenuti discretamente ne' loro limiti, attaccarissimi alPrincipe con inviolabile fedelta , uniti fra se medesiminelle rinomate lor piazze con una concordia inalterabile,vicendevole , invidiata , non conoscevasi altra rivalita tragli uni , e gli altri fuor solamente che Ia nobile emula..zione del pubblico bene. La saggia economia, Ia probitaincorrotta che presiedeva alIe Amministrazioni di alloraarricchiva l'erario, non disertava il popolo. Non cono-scevasi che dir volesse inquietudine nel euor di alcuno:nessun timore, nessun aggravio che I' adito avesse aper-to a lamentosa querela. Napoli in somma uscita dallostato umiliante di Ancella, e di _Provincia era salita allaprimiera grandezza di Metropoli, e Regno. Ed in unclima dove la favola imaginava gli Elisi , e dove Cerereinciviliva ben pasciuti i mortali: dove natura tutti ge-neralmente produce gli uomini industriosi ed attivi, BOttoal Governo saggio, clemente, magnanimo, religioso diun tanto Re, chiamar si poteva d'Italia la Terra pro-messa , Ia Palestina rinata. Le Potenze d' Europa per an..tecedenti trattati , per parentele conchiuse, per diploma..

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    ( i9 )tiche relazioni concordi , e per politico accorgimentotranquille parevano congiurate a ricondurci agiatamentel' eta dell' oro. In que' giorni felici quanto grande nonparve a tutti, quanto caro il nostro Re! Si giunse a chia..marIo Febo, a dargli nome di Sole, soli reduci ; 8' Im-pronto cosi, e leggesi tuttavia su le coniate monete,-quando ritornando dalla Germania, ove era ito a riporresul Trono imperiale de' Cesari Ia Primogenita sua,1'en-tusiasmo Partenopeo frenar non seppe IatraboccanteIetizia nell' accoglierlo infervorato: ne cosi Roma, 0Atene videro fra le lor mura entrar superbo un bellicoTrionfatore di spoglie onusto e di palme; ne di pili al-Iori sparser Ie vie, ne sotto archi pili alteri 10 feceropasseggiare sul cocchio della vittoria, come FERDINANDOnostro in Napoli allora entre col pili. pomposo fasto, esplendente.10 ricordovolentieri , e rimescolotra queste facifuneree 10 splendor di allegrezzadi quell'epoca avventu-rosa; perche se ilplauso tripudiante, e I' obbedienzaspontanea , e'l rispetto ossequioso de' popoli sono undovere saoro indispensabile di che si forma la gloria,e la ricompensa pili dolce alla Sovranita che comanda;I' amore poi di questi popoli stessi e un sentimento Ii-bero, ne non dovuto che a'benefiej, e alla virtu de'So-vrani che dolcemente govemano. Nulla dico del comeI' augusta mano stendesse a -spezzarIe catene dell' avvi-Iito bifolco , rianimando cosi l'agricoltura, Ia pastori- .zia, l' arte serica sorgenti vere e feconde dell' opulensapubblica. 0 come a novella forma di liberta riehiamasee

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    ( 30 )ilcommercio antico, e reepingesse da' nostri lidi la bar ..baresca audacia, fino a vedersi rispettate le nostre ban-.diere dall' ottomana luna J dall' indomito orgoglio dell'Africana pirateria, Ne mi sento capace di annoverare, edescrivere gli .asili moltiplicati alla pitoccante miseria ,e biblioteche, e collegj, e accademie , e studj J e scuole, especule, e musei aggranditi per elevar Ie Sicilie a quella sferadi sapere , di ricchezza J di gloria, a cui dal voto SODdestinate della natura; e spinger la Monarchia a figu-rar Iuculentissima tra le Potenze primarie della coltaEuropa.

    Ma ilcaldo zelo, il tenero amore che avete voi, cheabhiamo tutti per la gloria brillantissima del Principe, di cuipiangiam la morte, non ci possono affatto illudere su l'evi-dente catastrofe , che l'ordine seompiglio del beato suoRegno. 10 gill da un gelido raccapriccio mi sento percorrere 'tutte le vene solamente a pensarlo! Pur non ricuso d'entrartremando in questa campo spinoso , sol quanto basti adaprirmi ilsentiero aIle grandi virtu vie maggiormenteammirate nelI'immortal FBRDIN..umo. L' audaoia scan-dalosa d' inauditi progetti , 1 0 spirito pertinace e intolle-rante d'ogni autorita sia politica, Bia religiosa, i1 capo-giro inf'ernale d' ogni ordine stabilito sovvertitore oru-ento, e novita di maliziosi vocaboli, ed abbaglianti si...stemi , e lusinghiere promesse, e procedimenti spergiu-ri , e tracotate ribalderie sbucaado , chi ilcrederebbe 1.da quel Paese coltissirao , ehe ei chiamava meritamen-te, e sempre si ehiamera il suolo .producitor delle gra-

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    ( !h )sie , del profondo sapere , del gentile costume, dellecortesi maniere , della piacevole galanteria; si sparsetremendamente a flagellare intorno intorno Ie contradee iRegni. Vano fu l' appellarsi alla ragion delle genti,ed implorar delle leggi idiritti pili sacrosanti, percheigoverni pili moderati e pacifici erano trascelti a teatrodel pili sanguignomacello.II delirio sol'era che arruotavain mano a Scherani ilfellonesco accia[o, ed era solo ilcapriccio d'ogni ingiustiziailmantice animatore. A nullavalse che Ie nostre armi avessero riportate insigni vit-torie in Tolone, e ne'campi di Lombardia, dove iprodiNapoletani, quai fulmin di guerra abbagliaron collampodelle loro spade i prepotenti nemici , che in fiera vistasfilavanoper attacarli; e che fuggironfinanchesbigottiti aquel de' nostri non costernatocoraggio.Ma non sempre ilpartito phi. giusto riesce congiuntamente pili fortunatoe invitto: quindi il nostro regno fu colto pure alIa pa-nia , e la vittima sventurata divenne di quell' or-renda vandalica incursione. E Iddio permise che perhen due volte, 0 tre, e la seconda .per due lustriche ci sembrarono eterni , sotto al giogo gemessedell' usurpato potere; affinche si convincesser col fattopur gli ostinati di cio che 3' era perduto , e di cio chesarebbesi riacquistato col ritorno del legittimoPrincipe,dell' immortalFERDINANDO. 0 nome caro! cui non po-terono oscurare i susurri nemici, e la nuvolaglia vene-fica di quelle strane vicende! Anzi dira da maraviglia, eda esultazionecompresala nobile,Reale, e generosaPaler-

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    ( 33 )di giubilo da un cuor tribolato al par del mio: ma av-vicinandoci al sole divino , le angustie si dileguano della-tristessa; accedite ad eum , et illuminamini , etfaciesoestrae non confundentur (I). Tien egli fisso ileorrucciatosuo eiglio su' malignanti nemici , e li punisee per modoche della loro memoria non resti avanzo nessuno Bopra "la terra: oultus autem Domini super facientes mala,ut perdat de terra memoriam eorum(2). Dove che volgesempre a' suoi cari occhio benevolo , ed oreechio porgegratissimo aIle loro preghiere: oculiDomini super iustos,et aureseius in preces eorum (5). Da lui vengono ilpeter,Ie conquiste, isoccorsi meno aspettati: da lui l'auto-rita e Ia forza compartesi a' Regnatori pili grandi, chenulla possono mai senza di lui. E pero se aicuno de'fidimiei palpita e scora alIa vista degl'imminenti pericoli,levi gli occhi a vedere qual fior di Duci e gnerrieri perasta e scudo infrangibili dal ciel combattan per noi. GliAngioli vendicatori della tradita giustizia stanno "a cantodi que' che il temono , le grida ascoltano della soverchiatainnocenza, e diseendono a gara per vendi carla : Immit-tet Angelos Domini in circuitu timentium eum, eteripiet eos (4).

    Divina Fede! Tu sei bene agguerrita a poter tutto(1) Psal. 55. 6.(!l) Psal. 55. 17.(5) Psal. 55. 15.(4) Psal. 55. 8:

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    ( 34 )otten ere Boprala terra! Per te l'Onnipotenza diventa no-stra , allorche l' umile orazione la chiama ad ajuto, E.gli Angioli, bisogna dire che gli Angioli del Dio deglieserciti 10 avesser protetto a salute in que' disperatimomenti. Dal gelato settentrione a torme scendono iministri della divina vendetta, e con essi la Furia sea-tenata degli elementi sconvolti , la forza dell' armi con-federate, il cielo, la terra, gli uomini , Dio si levanonell' eccesso del loro furore, e scompigliano spennac ..chiato 10 stormo di que' rapaci avoltoi. Volgiamo altrove10 sguardo , ehe troppo splende e abbaglia il Iampo diquella mano onnipotente, che governo sugli ammontaticadaveri quell a ferale e deeisiva battaglia. Ed i temuti?iterribili ? i Rodomonti? gl' invitti, ehe la vile adula-zione Don si arrossi di paragonare all' Eterno, dove -sonessi? l' avanzo almeno io eereo, dov' e? qual man-dra imbelle di besti uoli tremanti, che ad un fischio diverga, ad uno scroscio di frondi sbigottiti s' inselvano ,e I' un I' altro a far presto preme ed iucalza , e delloscampo si dan no unicamente pensiero ; cosi que' prodigagliardi sparpagliati dileguansi in un memento,

    Per tal modo Ie indegne maechine ostili rovesciatesul capo de'loro artefici , si rieongiungono gli scettridivisi , la cabala rimane oppressa, si ripoue la sguai-nata spada nel fodero , e da per tutto ogni eosa ri-torna agli antiehi padroni; i quali moderatissimi nullapiu Don domandano che il giuro di fedclta , e ciascuntorna pacifico, donde mossc guorriero. 1\la qui chi J ? O -

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    ( 55 )trebbe 0 narrare la brillantissima glOJa di quella memo..randa giornata, in cui rivenne a questa sua dominantenatia il proprio Rc, non come augel trionfante che ab-bia ghermita la preda; ma quale amorosa colomba chelungo tempo cacciata dallo sparviero , nell' amico nidoripiega ole alfin sicure sue penne. Ed ecco al venir suoritornare agli altari 10 smarrito splendore, ana Chiesal'evangelica liberta, al sacerdozio i suoi onori , al Regnola pace, a' vinti la vita; gloria, ricchezze, felicita a'vincitori. E tutto sempre con un cambiamento tanto pili.singolare , e favorevole, quanto da molti fu meno sperate,o creduto maggiore d'un non pili. visto miracolo. Qualechi stia a seder nel teatro e veggasi per davanti tenebrosaprigione, dove pendano ana rinfusa ceppi e catene ,spade e mannaje, ferrate ruote tremende: poi d' im-provviso volgendo faccia la scena comparisce l' ergastolostesso in ampia reggia cambiato, le ritorte in iscettro,e iminacciati supplicj in un trono sublime d' oro ful-gente e porpora; tale a noi parve d' intervenire in quelfortunatiasimo giorno. II cocchio regale, i superbi cavallicome BU Ie braccia furon veduti portare della gente, che

    preme, 8' urta, ringorga, per vagheggiare la sospiratafronte del Re, BU cui schietto sedeva ed ingenuo l'amor diPadre: e trascorrere in tal atto lungo la nostra marinafra 10 squillo delle trombe guerriere, il rimbombar de'rea-Ii castelli, gli evviva, e 'l giubilo universale ilpili. sinceroe festevole.: E fu notate da tutti che come dopo il ri-gido inverno torna sempre di nuova bellezza la prima,

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    ('56 )vera fiorita; cosi egli dalla Sicilia qui approdando doposi lungo intervallo, mostro che avesse quivi accresciutal'avvenentezza, la grazia, la maesta , la vita.

    Ma che sono quelle grida di gioja che da lontano risuo-nano, e si rinforzano con nuova lena per tutti gli angoli dellacitta , da tutti gli ordini ripetendosi de'cittadini ? Sono leacclamazioni sincere della fuggita, ed ora ricuperata ila-rita: Ie voci sono della riconoscenza confusa per l'ottenutoperdono : i cantici finalmente son essi che narrano, am-mirano , applaudiscono trasecolando la clemensa incom-parabile del nostro Tito, FERDINANDO BORBONE. 0Na-poli! fortunatissima Napoli! leva purda'tuoi colli ~afron-te altera; e mira quale a te si prepari sicurezza, ed or-namento nuovo! Vedi la ne' tuoi recinti dove stranieropotere catene ordiva al tuo piede , e minacciavati inde-lebile e permanente la schiavitu ; come ora passeggiarasserenata e domestica la Maesta, che allarga, e stendeil suo manto ad accogliere fortuna e pace delle securetue piazze abitatrici. Vedi, dove profano incenso fumavamnanzi agl' Idoli menzogneri dell' umana perfidia , co-me ora si apprestauo odorosi timiami santissimi per on-deggiare divotamente in avvenire aHa 801areligione , aUaverita , alIa cristiana virtu.

    Ma ahi! che mi avveggo di avera soverohiamente.anticipati gli augurj! e i focosi trasporti della mia giojada uu improvviso accidente turbati sono e confusi l At.tro inciampo , oime laltro barcollamento; altra roviua laltro ecclissi funesto al nostro sole! l\la gli astrl neUe

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    ( 5 7 )fasi lor tenebrose ehe accadono , non perdono, occultanosemplicemente la beata lor luce , per trionfar poco stan-te viemaggiormente sereni sull'imbrunito orizzonte. Nonaltrimenti il nostro Re a quest'ultimo disertamento ando,e venne dal trionfo accompagnato , e dalla maraviglia '"applaudito delle pin gr andi Potenze. 'I'rionfo da pertutto: trionfo d' ogni ostacolo: trionfo fin di se stesso .e voi sapete quan to, e dove, e come ne trionfasse. S o-Iamente io so, che ilRe nel far grazia a'traviati vas-salli emulo nientemeno che il cuor di Dio , e sorpassodi gran lunga quello di Davide. Davide ilmansuetissimoDavide protesto che tollerato avrebbe con la maggioretranquillita dello Spirito ogni torto che gli venisse dagli av-versarj: Si inimicus meus maledixisset mihi, sustinuissemutique (I). Ma a'torti, che gli venivano da'favoriti, da'premiati, da'protetti prego ad alleggiamento del suo doloreperfin la morte. Tuoero homo unanimis , dux meus, et no-tus meus qui simul mecum dulces capiebas cibos..Yeniatmore super illos (2). II Redentor solamente sul Golgota adar chiaro incontrastabile indizio della sua divinita, fecesohermo e difesa dellinfinita sofferenza sua all' uno, eall' altro genere de' congiurati protervi. FERDINANDO atal Prototipo , a Dio tenne fisso 10 sguardo nelle sue mag-giori strettezze, Del cohno de'suoi dolori: e non ismenti

    (1) Psal. 54- 15.(~)Pal. 6 4 . 14- 16. 16.

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    ( 58 )l'esposto suo carattere di Pieta singolare, di Clemenzaincomparahile, che l'ammirazion gli concilia , e la stimae l i tutti isecoli: Immortalis est memoria illiue, quoniamet apud DeUT/1,nota est, et apud homines.

    Chi puo frenare, Ascoltanti, ad un tratto si lumi ..noso di cotanto fina mansuetudine, l'impeto volonterosodella orazione ammiratrice, e trattenerne gli encomj ,che gia vorrebbero in altro stile traboccare dal labromio per si profusa clemenza? Oh la divina mirahilefilosofia di cui e qui Maestro ilRe! Pilosofia ignota nonche al Peripato, ed alIa Stoa, rna ad ogni altra settapiu accreditata, e solenne di pensatori, perche vegnentedirettamente da Dio,

    Ma chi e l'uomo, Signori miei, l'uomo finalmentechi e? Un pellegrino ambulante: e i suoi giorni dilegua-no, come l'ombra fugace, la quale appena svanita, nonpin. conoscesi dove prima comparve. 0 notte! malaguratanotte , e spaventevole! donde usci tutto ad un trattocome lampo di folgore desolatrice quel grido di orrore:It Re e morto! Grido che ognun senti, come se il pin.tragico degli accidenti avesse funestato la propria par-ticolare famiglia: e divulgatosi appena il caso acerbofra noi , un occhio asciutto non videsi , un volta a do-glia non conformato. Non dissimulo che Lui avvertitoda visione notturna di cotanto irreparabile scempio, vi-desi avvicinare sotto 1'immagine stessa che gli era sempreparuta la pin. terribile, a se vide venire la nera morte.Pure a quest'avviso di Bogno maraviglioso , che tutt' altri

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    ,"( 5 9 )ributtato avrebbe, e schernito, Egli pieno di fede , di ca-rita ~di speme raccoglie tutte Ie forze che un lungo eser-cizio di pi eta gli aveva all' uopo fornito, e si prepara aque 1passo con la confidenza del Giusto. Moltiplica Ie sueIimosine , scrive I' ultima appendice al testamento, rad-doppia Ie divozioni a'Santi, la coscienza purifica nella salu-levole confcssione , e delle carni pin spessamente si pascedell' Agnello divino. Persuaso del vicino tragitto fu uditoda' confidenti a ripetere -- Sentomi, 0 cari, nel cuor rn]sento la morte che si avvicina, e gia imprendo il calle adogni mortale prescritto, ed alle sponde io son dappressofin dove giunse la vita degli Avi augusti , degli Antenatimiei. Son contento pero che lascio nel figliuol mio, inFRANCESCO io 'lascio un Monarca, quale io il voleva, equale il popolo tutto quanto desidera. Religioso, con-fidente , indefesso , popolare , bene fico.... ah tutti cono-sceranno piu da queste virtu, che da qualunque altrosegnale, quanta sia degna la mia posterita di regnare ....Dio grande! V oi che salvate i Re, qui das salutemRegibus (1), non abbandonate un Principe, che ha ripo-8tO in voi la sua "fiducia: quoniam Rex sperat in Do-mino, et in misericordia Altissimi non commooebitur (~).Ei dorme... . e un SOIlDOdorme foriero del maggiorlutto irreparabile non risveglierassi phi mai. .

    (1) Psal. 145. 10 -(~ ) Psa l. ~O. 8.

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    ( 41 )non fallira dal canto di Dio il guiderdon meritato,preghiamo eterna pace e quiete all' anima benedetta diLui, in cosiffatte virtu singolarmente esercitata. L' in-colta chioma, il bruno manto di cui siete vestiti assaimi dimostra l'interno lutto dell' anima appassionata.Ma le lagrime che vi cadon dagli occhi su la tombareale , volgetele colla preghiera ad implorare che glisi rimondi subitamente 10 spirito , se ancor ci resta mac-chia da tergere per colpa del troppo credulo, e incautoprogenitore. Pregate che spariscano tostamente da Luiquell' ombre infauste , che il vero Sol di giustizia nonavesse per aneora e dissipate e vinte. Noi 10 dobbiamodoppiamente, per dovere di cristiani, e per dovere disudditi. Lo dovremmo pure per gratitudine; 'giacchetutti ne riportammo benefieenza, favori, protezione, af-fabile accoglimento. In quanto a me, benche con peri-glioso eimento; pure senza tregua di passo, e senza sostadi mano, l'estrcmo lembo ho raggiunto della sua gloriosacarricra. 'Facer non volli iduri inciampi difficili, da cui10 trasse le tante volte il Signore, aflinche meglio si rile-vassero le memoranda imprese di Lui, e le hrillanti vir-ttl. Ho celebrate quel ehe del tempo non e; bensi cio che alpremio s' iucammina dell'immutabile eternita, Ma , Diomio , mentre l'eloquenza affaticasi di gittar qnalche fioresu Ie freddc ceneri estinte, l'anima de'celehrati Eroi, piunon bada , non curasi di cosiffatte sterili commendazioni,sicno per quantunque forbite e piene, Ella non cerea chele solo calde preghiere. Ascoltatele aduuque , 0 Signore,G

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    le voci ascoltate e igemiti di quest'inclita primaria 'Nobil-ta, che in questo giorno lugubre rende l'ultimo omaggiodi fedel servitu al sospirato e benemerito suo phi padreche Re FERDINANDO. Essa quind'innanzi pill servirlo nonpuo che col suffragio, e i voti : voti suggeriti sol dall'amore,per essi lalla riconoscenza, e dalla pieta consegrati. Si ,ricordatevi, Signor, di Lui, e coronate colla vostra mi-sericordia infinita I' umilta della sua fede , la tenerezzadella sua divozione, l'esercizio delJe sue cristiane vir-tu , delle quali voi stesso ampiamente gli ricohnaste ileuore. Date riposo nella celeste Gerusalemme a un Re ,che del titolo pur si onorava della terrena: a quell'anima finalmente voi 10 date Grande e Potente, di cuici sara. sempre cara la rimembranza. Immortalis est';zemoria illius , quoniam et apud Deum nota est, etapud homines.

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    ISCRIZIONIDEL

    CANONICO FRANCESCO ROSSI.Pro foribus Templi.

    FERDINANDO. ICAROLI. III. CATHOLICI. REGIS. FILIOVTRIVSQVE. SICILIAE. REGIP. F. AVG.FIDE. LIBERALITATE. CONSTANTIAET. IVSTITIAE. C.VLTVCVM. PAVCIS. COMPARANDOQVIPOST. REGNATAM. PER. ANNOS. P. M. LXV.VTRAMQVE. SICILIAM]\-IORTE. INOPINA ..RAPTVS. ESTPRID. NON. JANVARB. ANNO. S. MDCCCXXV.

    ANNOS. NATVS. LXXIII. M. XI. D. XXIII.INGENTI. SVI. DESIDERIO. RELICTOPRINCIPI. OPTIMO. BENEFICENTISSIMOX-VIRI. SACELLI. CVRATORESTEMPORARII. TVMVLI. APPARATIONEET. HOSTIIS. MAIORIBVSSVPRE~IA. PIETATIS. OFFICIA. PERSOLVVNT.

    HEY. QVA~I. VOLVCRI.1\IORTALIA.FVGIVNT. PEDE!

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    In parte Tumuli antica.

    CAROLO. III.VTRIVS QVE. OLIM. SICILIAEDEINDE.HISPANIARVM. REGI. FEL. INVICfOPOPVLORVM. PACATORIQVODIII. NON. SEXTILES. AN. S. MDCCXXXVIII.AVGVSTVM. HOC. SACELLVMMAIESTATE. SVA. COMPLEVERITATQVE. INSIGNEM. EQVITVM. ORDINEMSVB. TITVLO. S. IANVARIIIN. TVTELA. ET. FIDE. REGIA. INSTITVERITX-VIRI. CVRATORES

    TANTI. PRINCIPIS. IMMORTALIBVS. OBSTRICTIBENEFICIIS

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    In kuere Tumuli destrorsum.

    !l'ERDINANDVS. I AVG.IN. PVBLICA. COMMODA. INTENTVSNE. PVERI. EGESTATE. ATTRITIVITIIS. MALO. PVBLICO. ADOLESCERENTNEOTROPHIIS. VEL. AB. INCHOATO.INS'I'ITVTISVEL. AMPLIORI. CENSV. AyeTISAD. OPTIMOS. MORES. ET. DOCTRINASEDVCARI. VOLVITQVO. ARTIBVS. POTISSIMVM. SEDENTARIISINFORMATIDETERIORA. RELINQVERENTMELIORIBVS. DELECTATI.

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    ' . .In parte Tumuli postica.

    FERDINANDVS I.VTRIVSQVE. SICILIAE. REXPATERNAE. GLORIAE. AEMVLATORl\IAGNIS. POPVLORVM. REGNATORIBVS.sr. PRINCIPIBVS. VIRISAVREO. INSIGNI. TORQVE. DONATISORDINEM. EQVITVMSVB. TVTELA. DIVI. IANVARUAVGVSTIOREM. REDDIDITAC. VERE. REGIVM.

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    In latere Tumuli einistroreum.

    FERDINANDO. IFVGIENTIVM. LITTERARVM. STATORIQVODOPTIMAs. ET. INGENV AS. ARTESFOVERIT. AMPLIFICA VERITSCHOLAS. GYMNASIASPLENDIDISSIMO. LITTERARIO. APPARATVINSTRUXERITMVSARVM. ALVMNOS.AD. PRISTINAM. GLORIA~lEXCITAVERITNEAPOLIT ANI. CIVESPRINCIPIS. PROVIDENTIAMADMIRATI

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    Supra oaloas hypogaei.

    HEIC. FERDINANDI. I BORBONII. CINERESQVIESCVNT.

    QVI. ADES. BONAS. PREeES. PRECARE.

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