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SHABAT PARASHAT BO’ Shnat Hakhel 5 - 6 Shevat 5776 15 - 16 Gennaio 2016 ב״הPENSIERI DI TORA’ Orari Accensione delle Candele ORARI DI SHABAT Milano 16:47 17:55 Roma 16:45 17:50 Torino 16:55 18:02 Venezia 16:35 17:43 Lugano 16:47 17:55 Tel Aviv 16:36 17:38 Un nome, un progetto futuro DI Gheula Canarutto Nemni Un vagito riempie la stanza. Una nuova anima è appena giunta in questo mondo. I genitori felici, si guardano e promettono: questo bambino avrà solo il meglio. La prima tutina è firmata Burberry, la copertina è una Ralph Lauren, la carrozzina una Bugaboo. Il pediatra è il primario dell’ospedale più importante della città, la tata referenziata dalla Regina in persona. Il latte severamente di mamma, l’acqua minerale in bottiglie di vetro, i pannolini ecologici di cotone riciclabile. Napoleone, il nuovo bebè, si guarda intorno beato. Del suo corpo ci si è presi cura dal primo secondo, questo è evidente. L’unica cosa che non capisce è questo nome, che si porterà dietro per il resto della vita. Questa combinazione di caratteri che forgeranno la sua identità nei prossimi 120 anni. Questo suono che inciderà sulla sua formazione spirituale fin dai primi respiri. Napoleone, pensa tra sé. Napoleone, si ripete preoccupato. Non sanno mamma e papà che il mio nome caratterizzerà la mia anima, i tratti del mio carattere? Non vogliono solo il meglio per me? E allora perché, si domanda Napoleone guardando smarrito il carillon di Swarovski girare sopra la propria testa, invece di darmi questo nome storico così importante non mi hanno chiamato Avraham o Itzchak? Forse non conoscono il potere formidabile di un nome ebraico dato a un bambino. La capacità di una sequenza di lettere di trasformare la vita futura di un individuo. Di questo canale in grado di trasportare le forze spirituali direttamente da D-o all’uomo. Le potenzialità di una persona concentrate in una combinazione di caratteri ebraici. Che possono riportare alla vita piena un uomo privo di sensi. Questo è ciò che un nome ebraico può spiritualmente creare. Lo scopo di una nuova vita in un suono che si ripeterà all’infinito durante gli anni futuri. Mi avessero almeno chiamato Bonaparte, pensa Napoleone perso un po’ d’animo, avrei potuto sperare nello sviluppo positivo di una parte di me… EDITORIALE In memoria di Reizi Rodal z”l Si prega di non trasportare questo opuscolo durante lo Shabat in un luogo pubblico Numero 298 Leilui Nishmat Yosef Buaron ben Rachel ז״לda parte della moglie e dei 2igli Bonaparte Prenota la tua dedica sul sito www.pensieriditora.it oppure al 329.80.44.073 [email protected]

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SHABAT PARASHAT BO’ Shnat Hakhel 5 - 6 Shevat 5776 15 - 16 Gennaio 2016 ב״ה

PENSIERI DI TORA’

OrariAccensionedelleCandele

ORARIDISHABAT

Milano16:4717:55

Roma16:4517:50

Torino16:5518:02

Venezia16:3517:43

Lugano16:4717:55

TelAviv16:3617:38

Unnome,unprogettofuturoDI Gheula Canarutto Nemni

Unvagitoriempie lastanza.Unanuovaanima è appena giunta in questomondo. I genitorifelici, siguardanoepromettono:questobambinoavràsoloil meglio. La prima tutina è firmataBurberry, la copertina è una RalphL a u r e n , l acarrozzina unaB u g a b o o . I lp e d i a t r a è i lp r i m a r i odell’ospedale piùimportante dellac i t t à , l a t a t areferenziata dallaReginainpersona.Il latteseveramentedimamma,l’acquaminerale inbottigliedivetro,ipannoliniecologic i d i cotone r ic ic labi le .Napoleone, il nuovo bebè, si guardaintornobeato.Delsuocorpocisièpresicura dal primo secondo, questo èevidente.L’unicacosachenoncapisceèquestonome,chesiporteràdietroperilrestodellavita.Questacombinazionedicaratteriche forgerannolasua identitàneiprossimi120anni.Questosuonocheinciderà sulla sua formazione spiritualefin dai primi respiri. Napoleone, pensatrasé.Napoleone,siripetepreoccupato.Non sannomamma e papà che ilmionomecaratterizzeràlamiaanima,itratti

delmio carattere?Nonvogliono solo ilmeglio per me? E allora perché, sidomanda Napoleone guardandosmarrito il carillon di Swarovski giraresopra la propria testa, invece di darmiquesto nome storico così importante

n o n m i h a n n ochiamato Avrahamo Itzchak? Forsenon conoscono ilpotere formidabilediunnome ebraicodatoaunbambino.La capacità di unasequenza di letteredi trasformare la

vita futura di un individuo. Di questocanale ingrado di trasportare le forzespirituali direttamenteda D-oall’uomo.Le potenzial ità di una personaconcentrate in una combinazione dicaratteriebraici. Che possonoriportarealla vita piena unuomo privodisensi.Questoèciòcheunnomeebraicopuòspiritualmentecreare. Loscopodiunanuova vita inunsuono che siripeteràall’infinito durante gli anni futuri. Miavessero almeno chiamato Bonaparte,pensaNapoleonepersounpo’d’animo,avrei potuto sperare nello sviluppopositivodiunapartedime…

EDITO

RIA

LE

In memoria di Reizi Rodal z”l

Si prega di non trasportare questo opuscolo durante lo Shabat

in un luogo pubblico

Numero 298LeiluiNishmatYosefBuaronbenRachelז״ל

dapartedellamoglieedei2igli

Bonaparte

Prenota la tua dedica sul sito www.pensieriditora.it

oppure al [email protected]

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Risposta: Comemolte informazionichesileggono in internet, questa asserzione

va presa con la dovuta cautela.Chiariamounpo’ di luoghi comuniriguardoalbianconelmatrimonioebraico.L’usanza precede la reginaVittoria di almeno cinquecentoanni. Infatti, Rabbi Aaron benY a a c ò v h a K o h e n , c h esopravvisse all’espulsione degliebrei dalla Francia nel 1306,scrive nel suo noto testoOrchòt

Chaim che l’usanza èdi copriresiala sposa che lo sposo di bianco.

Troviamo inoltre che Rabbi David ibnZimra, conosciuto come il Radbaz enato

nel 1479,citaun’“anticausanza”nellacomunitàebraicaegiziana,secondolaqualesia lasposachelosposoindossanoilbiancoalmatrimonio.Da notareche l’usanza di vestirsidibianconon riguarda solola sposa;anchelosposoindossaunabitobianco,ilkittel,oppureuntallìt,durantela chuppà. Secondo alcunefonti, in realtà gli abiti bianchi dello spososonol’usanza primaria, operfino l’unica vera usanza,ma dalmomentochealcunicopronoilkittelconuncappotto,ilvestitobiancodellasposaèpiùvisibile.ImotiviOracheabbiamostabilitochel’usanzadiindossareilbiancoaimatrimonihaunastoriaantica,esaminiamoneimotivi:l’OrchòtChaimdicecheilmotivoèbasatosull’accostamentodidueversinel Libro di Ecclesiaste: “In ogni momento, che le tue vesti siano

bianche…” e “Godi la vita con la mogliecheami”.Qualèilnessotra abitibianchiegoderelavitaconlamoglie?I saggidiconoche i vestiti bianchi, puliti e adatti a unbanchetto, sono come le buone azioni chef acc i amo i n ques to mondo , che c iaccompagneranno nel banchetto finale nelmondoavenire.Pertanto,quandosistabilisceunanuovacasaebraica,cisiricordadelbianco,ossiadellebuone azioni. I mobili, l’argenteria e i conti in banca incomune rimarranno in questomondo, ma le nostrebuoneazioniverrannoconnoinelmondofuturo.I nostri saggi spiegano che il giorno del matrimonio èconsiderato come un Yom Kippùr personale, in cui i propri peccativengono perdonati. Per mostrare che i nostri peccati sono statiperdonati, comediYomKippùr, si indossa ilbianco inbaseal versetto:“Seituoipeccatisarannocomecremisi,essidiventerannobianchicomela neve”. Altri spiegano anche che il bianco ricorda i sudari, e alloraessendo il giorno delle nozze come Kippùr, abiti che assomigliano asudari ci ricordano che la vita terrena è limitata e ci inducono allateshuvà.Alcunispieganocheilbiancoèdiauspicioaffinchélacoppiarestiinsiemepertuttalavita.TornandoallareginaVittoria,nonostanteilfattochel’usanzadivestiredibiancoèantecedente,lareginahaavutouneffettosuquestousopoichéalcune spose usano non indossare un abito bianco per non renderlotropposimileaun’usanzanonebraica,eindossanoinveceabitidicoloreavorioocrema.La prossima volta che ti capita di vedereuna sposa vestita di bianco,pensa a YomKippùr,almondoavenireeallalunga catena ditradizioniebraichecherimarràininterrottapertuttiitempi.

Domanda:Pensavochelasposasi

vestissedibiancoseguendoun’anticausanzaebraicalegataallaverginitàeallapurezza.Tuttavia

recentementeholettounarticoloininternetchespiegavachequesta

tradizionerisaleaitempidellareginaVittoria,nellametàdelIXsecolo.Seèeffettivamentecosì,comemai

gliebreisonocosìappassionatidelvestito

bianco?

l dettaglio più importante per lasicurezza della casa vieneda D-o,edè lamezuzà,unpiccolorotolodipergamenachelaToràcomandadi

affiggerea tuttiglistipitidelle portedellacasa.L’ideadimettereinmostrailnostrorapportoconD-o sugli stipiti ha origini molto lontane neltempo, esattamente appena prima dell’esododall’Egitto.In quelfrangenteD-oordinòainostriantenati di uccidere un agnello e aspergerne ilsangue suglistipitidelle lorocase;questoavrebbeidentificato la casa con il sangue come casaebraica e il Signoresarebbepassatooltretuttequeste case durante la piaga della morte deiprimogenitiegizi.Lamitzvàdelsangue suglistipitiquindiprotessegli ebreidallapiaga (Esodo12:7,13:22-23). La mezuzà rappresenta lo stessoconcetto. I nostri Maestri hanno insegnato chequando un ebreo affigge una mezuzà, D-oprotegge la casa da ogni male (vedi Talmùd,AvodàZarà11a),esulretrodellapergamenasonoscrittetrelettereinebraico:“shin”dalet”,“yud”,checompongonounodegliineffabiliNomidiD-o,ma che sono considerate per tradizionel’acronimo di “shomèr daltòt Israèl”, “custode

delle porte ebraiche”. Questaprotezione non è soltanto una

ricompensa per osservareilcomandamento ma faparte integrante delc o m a n d a m e n t ostesso: la mezuzàprotegge le nostrecase letteralmente.Ad esempio, sel ’ e n t r a t a èp r o f o n d a , l apergamena viene

messa nella parteesterna dello stipite, affinchél’aureaprotettivadellamezuzàcopral’interacasa(Talmùd, Menachòt 33b). La mezuzà peròcontiene un messaggio più profondo dellaprotezione in senso letterale. Lo stipiterappresenta l’accesso al “domicilio dell’io”. Pertuttalagiornataabbiamoachefareconglialtri:instrada,neinegozi,inmezzoaltraffico,inufficio…Quandofinalmentearriviamoa casa lasera,nonvediamo l’ora di entrare nel nostro dominioprivato. Qui, non ci sono altri padroni, nondobbiamopreoccuparcidigestirecolleghi,clientie passanti sconosciuti. Qui, siamo noi stessi efacciamo quello che vogliamo. Lo stipite dellanostra porta è l’ingresso del nostro mondointeriore,nostroesclusivodominio.Però,è ancheil luogo dove dobbiamo soffermarci per unmomento su quello che noi siamo. Quando ciintroduciamonelle profonditàdellanostra animaci chiediamo perché la sosteniamo, qual è ilnostro scopo. Per cosa viviamo? Cosa ci dà laforzadiandareavanti?

QuestoeQuestaI Maestri insegnano che la parola stessa“mezuzà”rispondealla domanda; essacontienele dueparole in ebraico“zu”e“ze”.Entrambevogliono dire “questo”, la prima nella formafemminilee la seconda nella forma maschile. Ilrapporto del popolo ebraico con D-o è spessoespresso in terminidisposae sposo; quando laToràparladinoi,usalaformafemminile,come nelverso “am zu yatzàrti li” “Ho formato questopopoloperMe” (Isaia43:21),equandoparladiD-o usa la forma maschi le “ze”, comenell’espressione “ze E-li”, “questo è il mio D-o” (Esodo 15:2). Quando passiamo davanti allamezuzàelabaciamo, cisoffermiamoariflettere

sulle parole scritte nella pergamena. Il primoverso è l’inizio dello Shemà (Ascolta, Israele, ilSign-re è nostro D-o, il Sign-re è uno” –Deuteronomio6:4), cherappresenta lamissionedell’ebreoe dell’umanità:ilSign-reè ilnostroD-o,nonè un’entitàastrattaneicielimaèquiconnoi.Adessoche finalmentesiamoacasa,cirendiamocontochenonsiamomaiveramentesoli,D-oèsempre con noi. Ci ha creati, ci dà la forza diandareavantiedèlanostraragionedivita.SiamovivipercompiereiSuoicomandamenti;abbiamotempo pernoi stessiperpoter studiare laTorà;abbiamodenaroa sufficienzaperpoteraiutareipiùpoveri;abbiamounacasaperpotercrescerviifigli,lagenerazionesuccessivadiebreiosservanti.

LaPorta“Dèlet” inebraicosignifica “porta”, edè legataalla parola “dal”, che può significare sia“impoverito” sia “elevato”. La porta èl’interfacciatra lanostracasaeilmondoesterno,e tra noi e D-o. Si affigge la mezuzà soloall’entrata diundomicilio destinato agli uomini;solo gli uomini infatti possono essere ricettoridella benedizione Divina. Prima di riconoscereilnostro rapporto con D-o siamo spiritualmentepoveri,maunavoltacapacidilegarciallaDivinità,cieleviamoagrandialtezze.E quandol’uomosiinnalza, D-o si abbassa verso di lui. Con laliberazione dall’Egitto si è arrivati alla totaletrascendenza,quandoD-o“passòoltre”leporte.LaportarappresentailpuntodiinterfacciatraD-oel’uomo;passareoltrelaportaèundonocheD-oelargisce di Sua volontà, non richiesto e nonindotto.Nonècommisuratoalnostrosforzoedèal di sopra della nostra portata; è un regalodall’Alto.

LaMezuzà:InterfacciatraD-oel’UomoDi Lazer Gurkow, chabad.org

LA TAVOLA DI SHABAT

BOTTA E RISPOSTA

Perchélesposeebreeindossanounabitobianco?Di Rav Yehuda Shurpin, di Chabad.org

בא

IBo

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STORIA

el 1978 ricevettiu n i n v i t o at e n e r e u n a

conferenza su “Il precettod e l l a c a r i t à ” i n u ncongresso dove tutti ipartecipanti erano vescovie preti. Non sapendo seaccettareomeno,telefonaial segretario del Rebbechiedendo il parere delR e b b e i n m e r i t o . I lsegretario mi richiamòdopo qua lche minutod i cendomi : “ I l Rebbechiedese il congressoha loscopo di confrontarsi trareligioni diverse, oppuresoloperavere varieottichesulla carità”. Risposi cheero convinto che non visarebbe s tato nessunconfronto tra religioni e ilsegretario allora mi disse:”Il Rebbe dice di accettarel’invito, poiché potrebbecapitare che tra il pubblicoci siano degli ebrei ed èimportante che sentano ilparere dell’ebraismo sullaTzedakà. Inoltre il Rebbec o n s i g l i a d i p a r l a r edell’importanza di donaredinascosto,raccontandolafamosa storia del ‘TosfotYom Tov’, Rabbi Yom TovHeller, rabbino capo diPraganel17°secolo”.Misentiimoltosollevatoeamio agio, sapendo che ilRebbe aveva acconsentitoalla mia partecipazione alcongresso suggerendomiaddiritturadicosatrattare.Qual è la storia del ‘TosfotYomTov’?Ve laraccontoinbreve.

Siamonel ghettoebraicodiP r a g a , d o ve s o r ge v au n ' a b i t a z i o n e mo l t olussuosa appartenente aYossele, un uomo moltoricco,forseilpiù riccodellacomunità . Eg l i ven ivaconsiderato da tutti unuomo avaro che non davamai nulla achi gli chiedevaa i u t o ; e r a p e r s i n osoprannominato ‘Yossele iltaccagno’.Un giorno e ‘Yossele iltaccagno’ morì. Nessunoprese a cuore lasuamortee solo poche personeparteciparono al funerale;fu seppellito nell'area delcimitero assieme ai ladri ealle persone che eranostatedisonesteinvita.Una se t t imana dopo ,davanti al la porta delRabbino di Praga - RabbiYom Tov Heller - giunserodecine di persone povereche chiedevano aiuto alRabbino. Rabbi Yom Tovchiese ai poveri come main o n s i f o s s e r o m a ipresentati fino a quelmomento,edessirisposeroche i negozianti avevanosempre accettato di farec r e d i t o , m e n t r eultimamente si stavanos i s t e m a t i c a m e n t erifiutando.ilRabbinosirecòallora all'improvviso dainegozianti per controllarecosa stesse succedendo.Q u ando i n e go z i a n t ispiegaronole lororagioni ilRabbino si fece bianco involto dallo spavento: "EraYossele che di nascosto

p a g a v atutti i lorodebiti, maci ha fattogiurare din o n d i r em a i an e s s u n oche era luiapagarli!"Rabbi YomTov decise

d i radunaret u t t a l acomunità perraccontare chis inascondesser e a l m e n t ed i e t r o a' Y o s s e l e i ltaccagno', eq u a n d o g l ie b r e isentirono leparole del loroRabbi, scoppiarono tutti inlacrime di vergogna per ilmodo in cu i avevanotrattatoYossele.Per rimediare, Rabbi YomTov disse di voler esseres eppe l l i t o a c c an t o aYossele in modo tale dadargliildovutorispetto.Tornando alla mia vicendape r sona le , anda i a l l aconferenza, parlai a lungodellaTzedakàeraccontailastoria di Rabbi Yom Tov alpubblico dei preti, come ilRebbemiavevaconsigliatodifare.Finita la conferenzail pubblico non riusciva asmettere di applaudire e,una volta sceso dal palco,mi si avvicinò un giovanepreteperchiedermi ladataesatta della storia: glirisposi che era ambientatanellaPragadicirca350annifa. Mi ringraziò e tornò asedersi.Quella stessa sera, pocodopo che ero rientrato inalbergo, qualcuno bussòalla porta della mia stanza:era il giovane prete dellaconferenza. Stupito, lo fecie n t r a r e , e s ub i t o m icominciò a fare diversedomande su l la stor ia ,f a c endome l a p e r s i noripetere in tutti i suoidettagli... allafinedisse:"Iosono un pronipote di quelYossele...", dentro di mecominciai a sospettare cheil ragazzo avesse qualcheproblema serio, "....miamadre si sposò con un

cattolicoe iofui allevatoinuna casa cattolica. Miamadreminascoseilfattodiessere ebrea fino al suoultimo giorno. Solo pocoprima dimoriremidisse diessereebreaechelanostrafamiglia discende da unfamoso ebreo ricco che fusepolto vicino al Rabbinocapo di Praga 350 annifa...".Leparoledel giovanepretemipietrificarono.Erotalmentescioccatochenonriuscii a dire una solaparola,eilpreteseneandòsalutandomi.Sette anni dopomi trovavoa l muro de l p ianto aGerusa lemme e m i s iavvicinò un uomo con lakippàe la barba:"Ti ricordidime?"disse.Gli chiesi se fosse sicurodinon essersi confuso conun'altra persona. "Sono ilprete, non ti ricordi?". Mivenne la pe l le d 'oca ;quandopoimiraccontòchequella sera sentendo lastoria del suo antenatodecise di tornare al suoebraismo, comincia i as t u p i rm i p e r q u a n t olontano potesse vedere ilR ebbe d andom i q ue lconsiglio di raccontare lastoriadiRabbiYomTov.A conclusione di tutta lavicenda,qualcheannofahoscoperto di essere unpronipotediRabbiYomTovHeller...

IlpreteebreoeilTosfotYomTov

N

Quella stessa sera, poco dopo che

ero rientrato in albergo, qualcuno

bussò alla porta della mia stanza:

e r a i l g i o vane p r e t e d e l l a

conferenza.

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IN FAMIGLIA

Direttore responsabile:Rav Ronnie Canarutto

Hanno collaborato:Fabio Mieli, Myriam Bentolila, Chani Benjaminson,Sterna Canarutto, Gheula Nemni, Deborah Klagsbald, Biniamin Hanna Canarutto

www.pensieriditora.it [email protected] 329.80.44.073

CarneelatteperipiccoliQuanto tempo devono aspettare ibambini prima del bar Mitzvà tra ilconsumodellacarneequellodellatte?

Risposta:Dipendedall’etàdelbambino:- Finoatreanni: Nonhannol’obbligodiaspettare non essendo ancora arrivatiall’etàdelHinuch.Nonsidevecomunquedarglidamangiarecarneelatteinsiemeeprima di dargli il latte sidevecontrollarebene che la bocca del piccolo sia benpulita da eventuali residui di carne eviceversa.

- Daitreainoveanni:Siiniziaadeducareipiccoliadaspettareleoreche trascorronotraunpasto e l’altro (ad es. se pranzano di carne alle

12:00 e fanno merenda alle 16:00 aspetterannoquattrooreecosìvia).

- Dainoveanniinsu:Siiniziaadeducarliadaspettaresei ore se hannola forzaaltrimenti si inizia almenodaunannoprimadelbarobatmitzvà.

Alcuni fannoattenzione a far attendere i piccoli le sei ore il primapossibile,ovviamente ciònon deve comportare alcun indebolimentofisicoalbimbo.Fonti: Talmud Yevamot 114,a; Chulin 105,a; Rambam maachalot asurotcap.9;Shulh”aYoredea89,a;Yechavedaatvol.3cap.58

SCINTILLE

SehaifiduciacheD-otiaiuterà,cosasonol’ansiael’infelicitàchesileggonosultuovolto?Severamenteseifiducioso,festeggia!

C’èsempresperanza.Anchesehaicombinato

pasticci,nonseiriuscitoastrappareaD-oil

controllodelmondo.Quandoilpolveronesicalmerà,latuasituazionerispecchieràesattamente

quantodaLuipianificatoalprincipiodellacreazione.Perquestomotivoc’èsempresperanza.

Credere non è abbastanza, devi anche avere

fiducia.Un credente può essere un ladro oun

assassino.LafiduciainD-ocambiailmodoincuivivi.

Nella vitanon ci aspettiamoquasi mai garanzie del100%.Abbiamofiduciache ildentistasiaun dentista,che il taxista sia un taxista e così via. Mettiamo lanostra vita nelle loro mani sulla base di una provainconsistente. Se siamo capaci di avere fiducianell’uomovuole direche losiamoancoradipiùconl’Onnipotente.

Fiducia assoluta tratto da “Il Cielo in Terra” della Mamash

CaraRachel,

È garantito che ogni persona abbia la suaanima gemella eche troverà qualcunoche loamiperdavvero?Miècapitatopiùepiùvoltedi avere il cuore infranto e le mie speranzevanificate. La gente mi considera attraente,sonobuonaegenerosa,sensibile,intelligente,calorosaedivertente.Secondotec'èqualcunolàfuoriperme,perognipersonaincerca?

BDSeattle,WA

CaraBD,

È scritto che prima che ognuno di noi fossestato creato, eravamo un'unica anima.Q u a r a n t a g i o r n i p r im a d e l n o s t r oconcepimento, il Sign-re ha preso la nostra'animagrande'e, conleSueanime, l'hadivisain due parti. Il lavoro di trovare la nostraanima gemella è dunque quello di cercare lanostrametàmancante.

Comesifaalloraatrovarla?Ènecessarioprimaperfezionarelanostrametà. Inaltreparole, èbene conoscersiper davvero emigliorare noistessifinoa esserelamigliore'metà'possibile.

La tua anima gemella è là fuori, ma non èquellaladomanda. Ladomandadaporsiè:seidove devi essereper trovarlo? Sei nel postogiusto? Sei riconoscibile per lui? Nondimenticarticheancheluitistacercando.

Per quanto riguarda la garanzia che chiedi,sappicheunadellecosepiùpotentidell'esserecoinvoltiinunrapportoèpropriochenoncisonogaranzie.Èperquestochefedeefiduciasonoparticosìessenzialidiunmatrimonio.EdèancheperquestocheinostriSaggitraggonounparagonetra l'amoredimaritoemoglieeilfuoco. Non è statico, né calmo e neanchecerto. Nondeveesserlo.Èquesta la bellezzadi un rapporto dove c'è l'impegno, ovveropermettere a qualcuno di entrare nelle partipiù segrete del nostro cuore, avendo fiduciache i nostri sentimenti saranno ben accetti ecustoditi.

I Saggi dicono checi sono tre partner in unmatrimonio: ilmarito,lamoglieeHashem,D-o.Finché non incontriamo la nostra animagemella, siamo solo due partner, noi eHashem.Ciòsiapplica anchea quelrapporto.ProprioperchéilSign-renonsiconfidaconnoiriguardo ai Suoi piani, dobbiamo sempre

r i n f o r z a r e i lnostro rapportoconLuiconfedee fi d u c i a .Dobbiamoavereunaprofondafiducia cheEglistia guidando i nostri passi verso il nostroscopo finale, quello di 'completare' lanostraanima.

Un'altra componente importanted e l m a t r i m o n i o è l acomunicazione.Questoèunostrumento essenzialeperognirapportosano.Siccometistaipreparandoa incontrareiltuopartnerperlavita,èimportanteiniziareafarepraticacomunicandoconl'altrotuopartner, ilSign-re.Parlane con Lui. Alcune persone la chiamanopreghiera, ma potrebbe anche esserechiamatacomunicazione.

Iltuo'qualcuno'èlàfuoriincercadite.Tusiilamiglioremetàanimachetupossa essere,e,seD-o vuole, i vostri passi saranno guidati l'unoversol'altroprimachetuteneaccorga.

Benedizioni,Rachel

C'èun'animagemellaperme? Di Beryl Tritel, di chabad.org

.,

L’ANGOLO

DELL’

HALACHA’