Bollettino Salesiano - Marzo 1901biesseonline.sdb.org/1901/190103.pdf · LA NOSTRA PREGHIER A A S....

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LA NOSTRA PREGHIER A A S. GIUSEPPE

FIN da bambini siamo stati av-vezzi a sorridere all'immaginebuona di S. Giuseppe, il qualementre accarezza amoroso Gesù ;pare lo presenti a noi ; ma fattiadulti, all'affetto istintivo chegli abbiam votato si aggiunge

una venerazione nuova, un affetto più in-tenso. Pensando a quanto ha sofferto, pen-sando all'umiltà ed al lavoro costante incui trascorse la sua vita e confrontandolicol lusso e coll'esagerata mollezza della etàmoderna, si sente il bisogno di ritornare aLui come all'ideale della vera vita cristiana,e riverenti ascoltiamo la voce del SantoPontefice che lo proclama Protettore dellaChiesa e della Società .

S. Giuseppe, modello dei padri di famigliae modello degli operai, interceda da Dionovella forza al Nocchiero della navicella diPietro e salvezza alla società, scossa fin daisuoi cardini dalla rivolta e dalla smaniasfrenata di godere . Egli ripeta che solo nel-l'amor di Dio e nell'osservanza delle Sueleggi si trova la pace vera

Nella cripta di Fourvières, nella splen-dida Basilica che la pietà di Lione ha ele-vato a Maria, 300 operai in ginocchiodavanti a S . Giuseppe, divotamente effigiato,ripetevano : « Noi vogliamo Dio ! lo vo-gliamo nelle scuole dove è stato strappato,lo vogliamo negli ospitali, donde è statobandito, lo vogliamo nelle famiglie, dovedeve essere il Re! » Forti di invitta fede

ANNO XXV N. 3 .

Esce una volta al mese.

MARZO 1901 .

BOLLETTINO SALESIANO

SOMMARIO - TESTO : La nostra preghiera a S . Giu-seppe pag. 61

I grandi benefattori dell'umanità

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62Il cuore paterno del S . Padre verso gli Italiani . » 64Il Rappresentante del Successore di D . Bosco in America » 66Pro familia » 68D. Domenico Belmonte » 69Triste anniversario . . » 71Cronaca del movimento Salesiano : - Trieste - Lisbona -Sondrio - Palermo - Milano - Savona - Torino -Firenze .

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. » 72MISSIONI : - PATAgoNIA MERIDIONALE : Due mesi di Mis-sione per la campagna - EQUATORE : Dall'esilio allapatria » 76

IN FASCIO : Nichteroy - Viedma pag. 80Grazie di Maria Ausiliatrice » 82Gli indigeni delle colonie all'Esposizione di Parigi » 85NECROLOGIA : - Sac. Andrea Martinengo - Mons. Giu-

seppe Divina - Mons. Bertolini

. » 86NOTIZIE VARIE : - Una buona iniziativa dei Salesiani diParma - La vita di D . Bosco del Francesia - Le Suoredi Maria Ausiliatrice a Todi » 88

Cooperatori defunti . . . . » 89ILLUSTRAZIONI : San Giuseppe, pag . 63 - L'Addolorata, 65 -D. Domenico Belmonte, 69 - La visita di D . Albera a Mon.tevideo, 73 - Monumento a Maria Ausiliatrice nel CollegioS. Rosa di Nichteroy nel Brasile, 75 - Missionario che vi-sita una capanna di Indi, 77 .

quei generosi se ne partirono, portando neifocolari insidiati, nelle officine corrotte nuovaforza e nuovo ardore .

Noi al pari degli operai lionesi ripetiamoa S. Giuseppe l'energico grido, e sia questogrido la nostra bandiera, pel ventesimo se-colo : Noi vogliamo Dio !

O Gesù, del futuro Arbitro eternoarridi al corso dell'età novella !

Jesus, futuri temporis arbiterSurgentis agivi cursibus annue .

LEONE XIII .

È questa la preghiera che, uniti al Pastordelle Somme Chiavi, a Te leviamo interpo-nendo la potente mediazione di Chi sullaterra Ti fu Padre nutrizio e custode inte-merato .

Benefattori e dell'umanitàOGGItutta Italia piange la repen-tina e inaspettata scomparsa d'unGrande, e con l'Italia piange com-mossa ogni gente d'oltralpe ed'oltremare per quanto lontana,

ogni gente civile che ha senso d'arte e sen-timento d'umanità . Senso d'arte, perchè Giu-seppe Verdi, rapito ieri l'altro all'amore e allavenerazione di tutti, fu tal sovrano sacerdotedell'arte da dubitare assai, per non dir dispe-rare, che possa mai sorgere tale che ancheda lontano ne calchi le orme gloriose ; sensod'umanità, perchè egli fu altresì un grandeBenefattore .

A tutti è noto come egli, edificata non lungida Milano una casa per gli artisti poveri,pochi giorni prima che spuntasse quel chefu l'ultimo della sua vita, legasse al pio Isti-tuto tal somma cospicua che maggiore nonavrebbe potuto darla un principe regalmentemunifico e generoso .È noto come a Villanova d'Arda, non lon-

tano dalla sua villa di Sant'Agata, asilo a

* Coi sensi della più viva compiacenza riferiamo ilmagnifico parallelo che l'illustre Prof . Italo Pizzidell'Università di Torino ha stabilito fra D . Boscoe GIUSEPPE VERDI, gloria della musica italiana,morto in Milano la mattina del 27 gennaio scorso .Questo prezioso ed eloquente parallelo, letto dall'au-tore il giorno di S . Francesco di Sales, 29 gennaio,durante l'agape fraterna che in detto dì suol darsi inValdocco agli amici ed ammiratori dell'Opera Sale-siana e pubblicato sull'Italia Reale-Corriere Nazionale,è tanto più significante ed autorevole in quanto chel'egregio uomo che con tanto amore lo traccia, ha lagloria di poter ricordare vent'anni di relazione d'ami-cizia con Verdi, mentre può allietarsi di una rela-zione d'amicizia imperitura coll'immortale Opera diD. Bosco .

lui di pace e di riposo nei giorni estivi, edi-ficasse, or son pochi anni, un ospedale per ipoveri infermi di quel modesto Comune, ab-bandonato laggiù nelle malinconiche pianure,che si estendono tra Padova, Piacenza e Cre-mona, lontano da' commerci e dalla vita e dalmoto delle città.

Ma non è noto a tutti quanto di bene eglifacesse nascostamente, celatamente, nella ri-gida stagione d'inverno, nei tempi di raccoltoscarso, a Sant'Agata e a Busseto, a Genova,a Milano, a Parma. Chi parla ora, ebbe l'o-nore d'esser stato con lui per quasi ventianni in relazione di amicizia, e perchè è na-tivo della stessa provincia, a Parma, a Bus-seto, a Sant'Agata, quante volte senti parlarecon vera commozione d'animo grato, ora digiovanetti poveri soccorsi dal Maestro neglistudi intrapresi, ora di vecchi famigliari ca-duti nella indigenza e da lui provvisti di so-stentamento, ora di affittuari suoi, perchè eglipossedeva tratto vastissimo di terreno daquelle parti ed era egli stesso abile agrico l -tore, condonati di buona parte della dovutapigione quando correva scarsa annata, ora divecchi artisti largamente soccorsi di denaro .Ai poveri di Sant'Agata abiti e calzatureeran provvisti da lui. Egli pure era nato po-vero, e dei poveri sentiva gli affanni e cono-sceva i bisogni. Grandezza adunque nell'artee grandezza nel beneficare, è questa la du-plice virtù che gli cinge di duplice aureolala fronte immortale .

Di lui, come sovrano autore di melodie,altri dirà, anzi molti. diranno degnamente,perchè la fama sua è andata quanto mai lon-tana; e vi sarà chi potrà confrontare il ma-

gistero dell'opera sua artistica con quello dialtri celebri maestri italiani e stranieri . Maio oggi, in questo giorno che è il terzo chesplende sulla sua tomba, in questo giorno cheè sacro ad un altro grande Benefattore dellacui morte appunto ora ricorre l'anniversario,intendo di parlar di lui come di Benefattoree compararlo, poichè ne è degno veramente,a quest'altro Grande .

Sì, egregi signori, Giovanni Bosco o Giu-seppe Verdi, nella grande opera benefattrice,stanno degnamente l'uno accanto dell'altro,anche se l'opera rigeneratrice e riparatricedel grande Fondatore della Pia Società Sa-lesiana è gìunta negli effetti suoi ad assai piùvasti confini. Sono due fulgide glorie d'Italianostra, e, cosa degna di nota, si assomigliano,anche, nella via percorsa, sebbene e l'una el'altra via siano fra loro disparatissime .Ma è pur vero che nacquero ambedue po-veri, ambedue umili, di gente contadinescadata al lavoro dei campi e a traffici minuti .Sentirono potente impulso per raggiungere

un'alta meta, e quell'impulso potente segui-rono e quella meta raggiunsero, superando imille ostacoli che l'invidia, l'accidia, l'indif-ferenza altrui, congiurate sovente con la for-tuna avversa, apprestano ad ogni generosoche s'avanza, tanto più s'egli è povero e di-spetto .Ambedue ebbero corona di vittoria, ma non

subito veramente, sì bene soltanto quando l'in-vidia fu fatta tacere dalmerito eloquente , quandol'accidia fu scossa dall'esem-pio poderoso, quando l'in-differenza fa volta in ammi-razione dall'effetto inatteso .Se all'uno e all'altro mancò,sul principio, l'approvazionedei potenti e degli uominidi dottrina posata e fondatae petrificata, li seguì plau-dente il plebiscito di mi-gliaia di voci popolari ; e allaloro morte, da tutti gli an-goli della terra, migliaia divoci lamentose si levarono,e si levano tuttora e si leve-ranno sempre a piangerne laperdita. Più tardi, ebberoonori come principi, ma simantennero umili ; ebberoabbondanza, ma vissero po-veri, e del soverchio fecerolarghezza altrui, e furongenerosi in morte più chenon poterono essere in vita .E vollero, infine, umile lasepoltura, cristianamente u-mile, oggi, in tanto schia-mazzo di tali che si procla-mano da se stessi e super-uomini e geni e prodigi . Se,come si legge, la spogliamortale di Giuseppe Verdisarà portata al sepolcro pre-ceduta da una semplice croce

conforme a desiderio già espresso da lui, seGiovanni Bosco mori umile nella sua umilecella come l'antico poverello di Dio, all'unoe all'altro, tanto simili nella carità del bene,si può degnamente applicar la terzina deldivino Poeta quando, raccontando la mortedi San Francesco, diceva che dal grembodella povertà, da lui disposata,

l'anima preclaraMuover si volle tornando al suo regno

Ed al suo corpo non volle altra bara .

IL C UORE PATERNO DEL SANTO PADRE

verso gli Italiani *

II .

Per la preservazione della fedein Italia .

IL Santo Padre in questo secondo documento,diretto al suo Vicario Generale il Card . Pietro

Respighi, quantunque in modo speciale parli solodella necessità di preservare la fede nel cuoredel popolo Romano, insidiata da numerosissimesètte, tuttavia, si vede chiaro che intende get-tare un grido d'allarme in mezzo a tutti i cat-tolici d'Italia perchè da per tutto si va notandonegli adepti alle moltiformi sètte protestanti unforte lavorìo per far dei proseliti . Noi, per oraci limitiamo a riferire solo la parola del Papa,dicendo ai nostri Cooperatori di prendere in seriaconsiderazione il pericolo additato dal vigilantePontefice e di mettere in attuazione i sapientis-simi ammaestramenti .

Signor Cardinale,

Già fin dagli esordii del Nostro Pontificato Noidovemmo additare come uno dei danni più deplore-voli che il mutato ordine di cose portò a questaCapitale del mondo cattolico, l'attivo proselitismodell'eresia ed il conseguente pericolo a cui venivaesposta la fede del Nostro popolo . E su tale pro-posito rivolgendoci al Nostro Cardinale Vicario (1)venimmo ripetutamente impartendo ai fedeli esorta-zioni, consigli ed avvertimenti, ponendoli in guardiacontro i molteplici tentativi, che sètte di ogni genere,venute da estranee contrade andavano qui facendo,sotto la tutela delle pubbliche leggi, per spargerenelle anime credenti il veleno della negazione e del-l'errore .Ma se da un lato siamo lieti di riconoscere, che

la Nostra parola, avvalorata da cure non interrotte,non fu priva di buoni risultati ; dall'altro siamocostretti di confessare, che, raddoppiata, pei potentiaiuti che loro giungono dal di fuori, la pertinaciadei nemici della cattolica religione, il male, lungidal diminuire, andò aumentando, specialmente inquesti ultimi tempi. Ci è quindi necessario, SignorCardinale, di tornare su questo penoso ed impor-

(*) V . Bollettino di febbraio .(1) Si allude alle Lettere Pontificie al Card. Vicario 26 giugno

1878 e 25 marzo 1879 .

tante argomento, che si connette tanto intimamentecoi diritti e coi doveri del nostro Apostolico Mini-stero e coll'amore tenero e paterno che portiamoalla nostra popolazione di Roma .

È ormai noto ad ognuno, per l'evidenza dei fatti,che il disegno concepito da sètte eretiche, emana-zione multiforme del protestantesimo, è quello dipiantare il vessillo della discordia e della ribellionereligiosa nella Penisola, ma sopratutto in quest'almaCittà, nella quale Dio stesso, con ammirabile dispo-sizione di avvenimenti, fondò il centro di quellafeconda e sublime unità, che fu l'oggetto della pre-ghiera rivolta dal nostro Divin Salvatore al suoPadre celeste (Ioann. XVII, 11, 21) e che i Papiconservarono gelosamente anche a prezzo della lorovita, e malgrado le opposizioni degli uomini e levicende del tempo .

Dopo aver distrutto nelle rispettive loro patrie,con discordi ed opposti sistemi, antiche e veneratecredenze, che formavano parte del sacro depositodella rivelazione ; dopo aver infuso nelle anime dealoro seguaci l'alito glaciale del dubbio, della divi-sione e dell'incredulità ; rovina immensa, che noideploriamo e compassioniamo dal fondo del cuore,ravvisando in tutte quelle creature i figli dell'istessoPadre ed i redenti coll'istesso Sangue : le sètte anzi-dette si sono introdotte in questa Vigna eletta delSignore allo scopo di continuarvi la loro operadistruggitrice e funesta . Nè potendo contare sullaforza della verità, esse traggono profitto per spe-gnere od almeno comprimere nello anime la fedecattolica, dalla indifesa tenerezza degli anni, dallainsufficienza della coltura, dalle distretto dell'indi-genza, dalla semplicità di molti, accessibile alle lu-singhe, agli allettamenti, alle seduzioni .

Di fronte a questo fatto, Noi sentiamo, innanzitutto, il bisogno di dichiarare pubblicamente, comegià facemmo altra volta, quanto sia penosa la con-dizione fatta al Capo della Chiesa Cattolica, co-stretto a rimirare il libero e progressivo sviluppodell'eresia in questa Città santa, dalla quale devespandersi in tutto il mondo la luce della verità edell'esempio e che pure dovrebbe essere la sede ri-spettata del Vicario di Gesù Cristo . Come non ba-stasse a corrompere la mente ed il cuore del popoloil torrente di malsane dottrine e di depravazione,che irrompe giornalmente ed impunemente dai libri,dalle cattedre, dai teatri, dai giornali, doveva ag-giungersi a tutte queste cause di pervertimento l'in-sidioso lavorio di uomini eretici, i quali in lotta fraloro, si trovano solamente d'accordo nel vilipendereil supremo _Magistero pontificio, il Clero cattolico ei dommi della nostra santa religione, dei quali noncomprendono il significato e molto meno l'augusta

bellezza . Ond'è che i fedeli, i quali da tutte le re-gioni, anche più remote, affluiscono peregrinando inRoma per trovarvi conforto alla loro pietà ed allaloro fede, debbono rimanere profondamente rattri-stati nel vedere invaso questo suolo, bagnato dalsangue dei martiri, da sètte di ogni specie, intenteunicamente a svellere dall'anima del popolo quellareligione, che pur venne dichiarata religione delloStato, e che forma l'oggetto precipuo del loro amoree del loro culto .

Ella comprenderà facilmente, signor Cardinale,quanto siffatto stato di cose sia doloroso al Nostro

cuore, e quanto vivo il nostro desiderio di vedereadottati opportuni rimedii, che valgano, se non atogliere interamente il male, almeno a mitigare lagravità e l'asprezza . Ed è perciò che Ci furono dinoli lieve conforto la fondazione di un'Opera egregia,a cui Noi stessi demmo ispirazione ed impulso, chesi intitola dalla Preservazione della Fede e più an-cora i soddisfacenti risultati ch' essa ha incominciatoad ottenere mediante lo zelo infaticabile di quei chela dirigono e che ne fanno parte .Noi vogliamo, signor Cardinale, contando sulla

Sua nota e solerte operosità, che quest'Opera salu-tare, tanto adatta al presente bisogno, si sostenga,si rafforzi e si propaghi fino a costituire una difesaefficace e gagliarda contro l'indicato pericolo. Adessa deve arrecare un valido e costante appoggio,in primo luogo il Clero parrocchiale di Roma, quelClero laborioso, zelante e modesto, al quale incombe

principalmente la cura e la responsabilità della sa-lute delle 'anime; ad essa deve pure aggiungere vi-talità , forza ed estensione il laicato cattolico diquesta città, il quale è sempre pronto ad apportareil suo intelligente e caritatevole concorso ovunquelo richieda l'interesse della religione e il bene mo-rale e materiale del prossimo .

A tutti poi sia cura di corroborare il caratteredel popolo cattolico, ispirandogli nobili e santi pro-positi e prevenendo in pari tempo gl'incauti, chesotto le innocue apparenze di convitti per giovanetti,di educatorii per fanciulle, di scuole di lingue estere,

di aumento di coltura, di sussidii a fa-miglie indigenti si cela il reo disegno diinsinuare nelle menti e nei cuori le massiine riprovate della eresia . Che tutti ifedeli sieno penetrati di questa verità ,che nulla vi può essere di più grande e dipiù prezioso che il tesoro di quella fede,per la quale i loro padri affrontarono im-pavidi, non solo privazioni e miserie, maspesso persecuzioni violente e la stessamorte . E tale sentimento di fortezza nonpuò essere che naturale e profondo nell'a-mo di questa Nostra popolazione, la

quale ben sa, che la Chiesa cattolica nonsolo possiede note divine, che la distin-guono come l'unica vera, l'unica che haricevuto le promesse di vita immortale ;ma ha pure versato, in ogni tempo, be-neficii incomparabili su Roma, sull'Italiae sul mondo, domando la barbarie con lagiustizia delle leggi e la mitezza dei co-stumi, estendendo, come ben dice San LeoneMagno (Serm. I, in Natali SS . Petri etPauli), il dominio della pace cristianamolto al di là dei confini esplorati dalleaquile romane, salvando le lettere, le bi-blioteche, la coltura, i monumenti ; ispi-rando ogni ordine di scienze e di arti ;venendo in aiuto dei deboli, dei poveri,degli oppressi colla generosità degli affetti,e colla magnanimità del sacrifizio e del-l'eroismo .Nutriamo pertanto fiducia che ninno dei

romani, che sono i figli più privilegiatidella Chiesa cattolica , vorrà mai, per

qualsiasi umano interesse, separarsi da questa madretenerissima, che dopo averlo partorito alla grazia,non ha cessato di circondarlo colle sue affettuose sol-lecitudini : come siamo altresì persuasi che quei ge-nerosi cattolici, i quali fondarono e promosserol'Opera mentovata della Preservazione della Fedenon si daranno nè tregua, nè riposo finchè può pe-ricolare la salute eterna anche di un'anima sola,mostrando così col fatto, che se i nemici della reli-gione sono pia potenti per copia di ricchezze, essili vincono per l'ampiezza della carità .Auspice intanto del divino favore per ben con-

durre la gravissima impresa, impartiamo di tuttocuore a Lei, signor Cardinale, ai Promotori dellapia Opera o a quanti la favoriranno l'Apostolicabenedizione .

Dal Vaticano, li 19 agosto 1900 .LEO PP. XIII .

Accademia e visita alle scuole - Come sistudia la geografia-Al banchetto dellenazioni - Una dichiarazione - Quesito mo-rale - Lavoro e preghiera - Un brevettolinguistico - I preparativi del 2° CongressoSalesiano - A Barracas - Quanta povertà :- Il premio della costanza - Conferenza aLa Plata - Commovente episodio.

Torno a D . Milano, il quale volle con unaindovinatissima accademia onorare D . Albera efare un po' di bene ai suoi giovanetti. Le ac-cludo il programma . Vedrà da esso come quiabbia voga e nomea musicale il nostro D . Pe-drolini, compositore facile e delicato a un tempo .Quanto di lui ho finora udito ani piacque assai .Non aggiungo altro perchè non sono affatto dellamateria e non vorrei sentire a mio riguardo ilsutor ne ultra crepidam . Il sig. D. Albera an-che qui visitò le scuole . I programmi sono vastie intesi a preparare nei giovani i futuri com-mercianti ; quindi matematica a bizzeffe . La geo-grafia la studiano in modo diverso da noi, maforse con più utilità . In una scuola elementareD . Albera domandò i confini dell'Argentina ; ilmaestro rispose che gli allievi non li sapevano,ma che però eran tenuti a dire qual è la prin-cipale via di Buenos Aires, quante parrocchieconta la città e simili cose locali .

Dovrò anche dirle per fedeltà di cronaca chedopo la visita alle scuole si andò a pigliare unboccone insieme coi più insigni benefattori dellaCasa? Stavolta sì, perchè il nostro fu un vero . . .banchetto delle Nazioni . V'erano Italiani, Argen-tini, Spagnuoli, ecc,, tutti però uniti, a pranzoora solo, nelle opere di carità sempre e dovunquesotto la bandiera santa di D . Bosco, della qualetutti vanno orgogliosi come dichiarò uno deinostri commensali . Discorrendosi sul caratteredelle varie nazioni venne egli interrogato dellasua patria . Rispose : son Cooperatore Salesiano ;e questo è il miglior titolo per me, per tuttinoi che dobbiamo preporlo al vanto di qualsiasinazionalità . Fu un'espressione enfatica, ma inbocca a quel caro signore, dotto, ricco e gene-

(I) Ved . Bollettini precedenti .

roso verso i Figli di D . Bosco stava bene e di-mostrava quanto l'Opera del nostro buon Padresia qui amata e riverita . Raccontava dopo questonostro benefattore che in tempi addietro solevagiuocare frequentemente al lotto destinando lasomma che avrebbe potuto vincere ora ad unoora ad un altro ordine religioso . Domandavaquindi : - Ho vinto un giorno una forte sommaper un dato ordine ; quei religiosi non ne hannotanto bisogno : qui i Salesiani stanno fabbricandouna chiesa, fanno molto bene, potrei cambiardestinazione al mio danaro e darlo a D. Milano?- Il quesito pruriva e si lasciò insoluto . Vi-deant theologi!

Che cronaca lunga quella di questa giornata ;e non ho finito! Prima di sera si visitarono leFiglie di Maria Ausiliatrice di questo quartiere,ricche di alunne e povere di locale . Tengono inaffitto per una grossa somma una Casa tantomeschina che è d'uopo facciano dello stesso lo-cale chiesa e laboratorio per le 300 giovinetteche si esercitano nei lavori domestici e nel ri-camo : un tramezzo durante il giorno chiude ilpresbitero . Il Signore sarà certamente contento,perche quel lavoro è santificato dalla preghiera,ed è preghiera esso stesso .

Il 21 settembre D . Albera lo passò a MaterMisericordiae . Vi sono appena cinque confra-telli. Quattro, compreso il direttore interinaleD. Curotto Giovanni, fanno scuola, D . Dompieriattende alla parrocchia . Del castigliano che parlapotrebbe a buon diritto chiedere il brevetto d'in-venzione ; ma intanto lavora assai e tiene qual-che minuto allegri i confratelli colla narrazioneun po' in italiano, un po' in ispagnuolo e buonaparte in veneto dei non pochi curiosi episodiidella sua vita di gioventù . I giovani che fre-quentano le scuole, compresi i semi-interni, sonoun' ottantina. La casa è graziosa. D. Caprio-glio non potendosi allargare si è sollevatoverso il cielo : tre piani non è cosa ordinariain Buenos Aires . Il resto può raccontarlo eglistesso, mentre io metto in carta qualche notiziasui preparativi del prossimo Congresso .

IL RAPPRESENTANTE DEL SUCCESSORE Di DON BOSCO

in America *

Benedetti e incoraggiati con bellissime letteredi approvazione di Mons . Sabatucci internunzio,di Mons. Duprat Vicario Capitolare, di Mons .Espinosa Arcivescovo eletto di Buenos Aires sitenne oggi in Mater Misericordiae la primaadunanza per formare le varie commissioni Mons .Alberti, Vescovo coadiutore della Plata, venne ap-positamente per presiederla. Egli è un AnticoAllievo di Mater Misericordiae dove ha fattala sua prima Comunione ; conosce l'opera di DonBosco e l'ama sinceramente . All'invito di D. Ve-spignani risposero tutti, e si radunò un'eletta dipersone fra le più illustri di Buenos Aires. DonVespignani espose l'oggetto della riunione, cioèlo scopo del Congresso dei Cooperatori che nonsarebbe stato altro che far conoscere l'Opera diD. Bosco e stringere sempre più l'unione deiCooperatori e delle Cooperatrici Salesiane affinchèaiutino i figli di D . Bosco a fare quel bene chela Divina Provvidenza desidera da loro. Parlaronoquindi altri con fine acume e molto interesseper l'Opera nostra, e si venne alla formazionedelle varie Commissioni che dovranno radunarsiogni due giorni e anche più spesso . Fu così sta-bilito : il sig . D. Albera, come rappresentante diD . Rua, Presidente effettivo ; gli Arcivescovi ei Vescovi elie interverranno Presidenti onorarii .Per la Commissione esecutiva : Mons. Alberti,presidente ; il Dottor Abele Bazan, membro dellaSuprema Corte, e l'Ingegnere Ayezza Romolo,vice-presidente del Consiglio Superiore della Con-ferenza di S . Vincenzo , vice-presidenti ; Mons.Villanova Sanz, direttore del Messaggero delSacro Cuore e il Sac. Jani Giuseppe, direttoredel Circolo operaio della Concezione, segretarii .Taccio per ora delle altre Commissioni che tuttes'agitano in un lavoro febbrile e ordinato, nonesclusi i nostri D . Tomatis, D. Foglino e D. Rota .Speriamo che questo 2 ° Congresso riesca così dasostenere degnamente il confronto con quello diBologna, al quale cerca di modellarsi quantopiù è possibile (1) .

Sono le 19 e Mons . Alberti deve ritornarealla Plata . Si scioglie l'adunanza e noi torniamoa S. Carlo. Il tempo è cattivo, la vettura s'in-garbuglia in un binario di tramway e ci dà unforte trabalzo ; i nostri cappelli rompono tuttii vetri, ma ci difendono la testa . Si è dovutodiscendere e sentire se la pioggia in America

(1) I lettori possono aver un'idea dell'esito splen-dido di questo Congresso, nella relazione del Sig .D. Albera pubblicata nel Bollettino di febbraio .(n. d. r .)

bagna ; ma aggiustate le cose alla meglio risa-liamo e s'arriva a S . Carlo senz'altri inconve-nienti. Ciò fa vedere che il sig . D. Albera habisogno delle preghiere di tutti i Confratelli peril suo lungo viaggio, poichè è così facile incor-rere in qualche pericolo, e sarebbe una vera di-sgrazia se non potesse compire interamente lasua missione che tanto bene dovrà apportare allanostra Pia Società. Egli è qui accetto a tutti ;anche personalmente, incontra, come si dice ;ma sa in modo mirabile volgere da sè il pen-siero a D . Rua traendo da ogni piccola occasioneargomento per crescere nei confratelli e nei Coo-peratori il concetto della santità del nostro RettorMaggiore che già hanno grandissima : ne ricordae illustra la vita di lavoro, di sacrificio, di ab-negazione ; narra le cure per i figli d'America el'amore e la stima che per essi nutre . In unlungo e penoso viaggio di vettura durante la vi-sita di Terra Santa D . Rua esclamava : Oh comesono contento ! così capisco qualche cosa di quantosoffrono i miei figli in America

Ora un po' di cronaca per i fatti più salienti .Il 22 settembre viene a far visita al sig. D. Al-bera Mons . Terrero giunto poche ore prima incittà. Ricorda egli come cinque mesi or sono,trovandosi a pranzo nel refettorio del Capitoloil sig. D. Rua gli abbia detto indicando D . Al-bera : Ecco chi mi rappresenterà alle feste diBuenos Aires . Il 25 dello stesso mese si va avedere la Casa delle Suore di Barracas. Barra-cas è un quartiere di Buenos Aires, ma ci vuolequasi un'ora di vettura per arrivarvi . Ho dettoche le Suore a S. Catalina hanno una povera cap-pella, ma quella è reggia a confronto di questequattro assi mal connesse e foderate internamentedi carta. Il pavimento è sempre umido, attra-verso le fessure soffia il vento e penetra como-damente l'acqua . Dalla chiesa argomenti il resto .Eppure son dieci anni che vi dimorano facendoun bene immenso in quel quartiere abbandonatoe senza una Chiesa ; e son pur dieci anni cheda S. Catalina va a Barracas ogni giorno DonBellingeri, nonostante la scuola regolare che po-trebbe assorbire da sola l'attività di un confra-tello. Di più la domenica per il numero straor-dinario delle ragazze dice Messa due volte e duevolte predica . Il Signore ha premiato tantavirtù, e tutte le Suore unitamente all'Ispettoredei Salesiani si sono messe d'accordo per soccor-rere quella Casa, ed ora hanno innalzato partodi un nuovo edificio e quasi coperta la gran-diosa e bellissima Chiesa che sarà una vera rie-

chezza per quel borgo . Anche la Società Operaiadella contrada volle fare la sua offerta presen-tando una colletta di 500 nazionali .

Lasciamo Buenos Aires il 26 per recarci aLa Plata. D. Zaninetti ci accompagna e narrafra l'altro, durante il viaggio, come 23 anni faper non avere calzoni da cambiarsi, fece vestizionechiericale sul bastimento ; veste che, presa alloraper necessità, non depose più . A La Plata D . Al-bera fa la sua prima conferenza in castigliano ;e invita quindi Mons . Alberti a continuare conmaggior vigoria e facilità di quanto a lui per-metteva la poca conoscenza della lingua spagnuola .Monsignore accetta . Ricorda la fortuna che ave-vano i Platensi nell'ospitare il rappresentante diD. Rua, parla del prossimo Congresso di BuenosAires accennandone lo scopo e il modo di con-correre alla sua buona riuscita, e rievoca com-mosso un episodio del tempo in cui egli tenevala parrocchia di S. Isidro . Andava allora ad eser-citare alcune volte il suo ministero nella vicinacasa delle Figlie di Maria Ausiliatrice . Un giornos'incontrò in una povera donna che piangendos'allontanava dalla Casa delle Suore traendo permano una sua figliuoletta . - Non era mia parroc-chiana, narra Monsignore, tuttavia mi feci a do-mandarle perchè piangesse così amaramente . Trale lagrime e interrotta continuamente da sin-ghiozzi accennò alla sua figliuola e disse chepregate e ripregate le Suore non l'avevan volutoricevere . Confesso che sono entrato in Collegiocoll'intenzione di muoverne lamento alla diret-trice perchè mi pareva che il caso meritassedavvero la carità delle Figlie di Maria Ausilia-trice . - Nel parlatorio una Suora piangevaera la direttrice che mi venne incontro e minarrò col cuore straziato come aveva dovuto ri-mandare una ragazza che chiedeva ricovero per-chè non aveva neppure il pane per sfamare l'in-domani le giovinette che già teneva in Collegio .-Tacqui, continua Mons . Alberti, ma compresiallora quanto sia necessario che la nostra ele-mosina sia generosa perchè i figli di D . Bosco ele Suore di Maria Ausiliatrice possano soccorrerealmeno in parte alle miserie che da loro atten-dono un sollievo .

L'oratore non parlò invano . Nell'invito nons'era parlato di colletta, era giorno di lavoro ;eppur si fecero cento pesos . Monsignore finì in-vitando D . Albera a benedire tutti i presenti, aripetere in quella Chiesa la benedizione che letante volte avrà ricevuto dall'Apostolo della gio-ventù, D . Bosco, alle cui virtù augurò presto

l'onore degli altari. Fu giuocoforza rassegnarsi evedersi inginocchiato dinanzi Monsignore . Allafunzione di Chiesa seguì un'accademia onorata daMonsignore e da molti illustri Signori .

Il 25 settembre si passa dalle Suore. Che su-perba casa hanno esse a La Plata! Un sontuosopalazzo profuso di marmi. Quando gli Americanihanno fondata nel 1884 la città di La Plata perfarne la capitale federale innalzarono tutti gliedifizi contemporaneamente . Quello tenuto at-tualmente dalle Suore non fu pagato da colui chelo fabbricò ; i creditori quindi lo espropriarono ven-dendolo poco dopo ai nostri per 35 .000 nazionali :davvero un nulla se si ha riguardo al fabbri-cato ! Le Suore ne approfittano per tenere ungran laboratorio di ricamo dove s'esercitano circa200 ragazze, e la Visitatrice vi manda tutte leammalate .

È arrivato Monsignor Espinosa, e Don Al-bera si reca tosto a fargli visita . L'Arcivescovoè pieno di bontà verso i Salesiani, si dice a lorodisposizione e li ringrazia del gran bene chefanno ai suoi diocesani . Come segno del suo af-fetto ha invitato Mons . Cagliero e Costamagnaper l'imposizione del pallio .

Alle 15 dobbiamo partire per Bernal . Alle14 1 /2 una vettura si ferma alla porta di casanostra : è Mons. Espinosa che vuole accompa-gnare D . Albera alla stazione colla sua carrozzae con lui si trattiene nell'interno della stazionesino all'ora della partenza . Quanta degnazione !E tutto ciò, ripete D . Albera, perchè son figliodi D. Bosco!

(Continua.)

Pro familia.Questa Rivista settimanale illustrata prosegue

le sue pubblicazioni educando, istruendo edilettando . Per le famiglie è un vero tesoroe si può avere per sole sei lire all'anno op-pure dieci in edizione di lusso . Splendide esvariatissime sono le illustrazioni e pieni diinteresse e modernità gli scritti . Noi racco-mandiamo ben di cuore ai nostri lettoriquest'importante periodico . - Rivolgersi allaSocietà PRO FAMILIA in BERGAMO oppurealla LIBRERIA S . GIOVANNI EVANGELISTAin ToRiNo .

D. DOMENICO BELMONTE

Prefetto Generale della Pia Società Salesiana .

QUESTOpio, umile ed infaticabile mo-dello di sacerdote e di religioso, figlio

divoto ed amoroso di D. Bosco, dopo unavita passata tra il lavoro e la pietà, ces-sava di vivere la mattina del 18 febbraioscorso, nella modesta sua cameretta di Val-docco, assistito da D. Rua e tra le lagrimee le preghiere dei suoi confratelli. La suamorte è una gravissima perdita per la no-stra Pia Società nella quale, da ben quin-dici anni, sosteneva, ai fianchi di D . Boscoprima e poi del suo Successore, l'alto edelicato incarico di Prefetto Generale .

Non è cosa di poche righe (e noi nep-pur pretendiamo farlo) il descrivere la vitaoperosa di questo nostro desideratissimoSuperiore e Confratello, che, cercando dioccultarsi a tutti, brillava invece semprepiù agli occhi nostri modello di ogni piùeletta virtù . Nato a Genola il 18 settembre

1843, ed entrato il 13 aprile 1860 nell'Oratorio di S . Francesco di Sales, sottola savia regola di D . Bosco, egli si unì tosto con ammirabile slancio alla PiaSocietà Salesiana . Già conosceva la musica e sapeva suonar bene il piano,ed anche mentre ancor percorreva il ginnasio rendette un bel servizio all'Ora-torio sia in casa, sia in molte novene e solennità, andando a suonare in variistituti religiosi di Torino . Da chierico subito si diè a conoscere per abilitàed operosità non comune. Fu dapprima maestro di musica ed assistente a Mi-rabello, poi Prefetto ivi stesso ed a Borgo S . Martino, e, distinguendosi semprepiù in virtù e scienza, il 16 aprile 1870, venne ordinato sacerdote . L'anno dopolo troviamo ad Alassio quale professore di scienze fisiche e naturali in quelCollegio Municipale e nel settembre del 1877 Direttore a Borgo S . Martinodove stette fino al 1881 facendo ben prosperare quel Collegio .

Nell'anno 1881, traslocato a San Pier d'Arena, potè dar corso all'immensa suaoperosità sia dirigendo quell'importantissima e complicata Casa, sia attendendoalla Parrocchia di S. Gaetano ; ed ivi stette finchè nel 1886, eletto il vene-rando D. Rua, allora Prefetto Generale, a Vicario di D . Bosco, i suoi confra-telli, raccolti in Capitolo a Valsalice, posero l'occhio sopra di lui, giudicandolodegno di prendere il posto lasciato vuoto da chi era stato collocato più vicinoal nostro buon Padre e Fondatore . Perciò in quell'anno tornò all'Oratorio diValdocco dove per due anni sostenne pure la carica di Direttore .

Se il Successore di D . Bosco era ed è la mente sagace e vigilante, il buonD. Belmonte era il braccio della nostra Pia Società . Egli si sapeva moltipli-care con ogni maniera pur di trovarsi al posto che gli assegnava la Provvi-denza per mezzo del suo Superiore . La sua natural bontà, le sue virtù, la suamirabile operosità son note a tutti i suoi confratelli, i quali piangeranno in-consolabili la perdita di un così, perfetto modello di pio religioso ed ottimoSuperiore. E quanti ebbero a fare con lui, ricorderanno sempre il dolce sor-riso con cui li accoglieva, e la mansuetudine inalterabile anche fra le piùmoleste occupazioni . Pareva che senza dirlo avesse preso per sè il generosomotto di S. Francesco Zaverio : Plus ultra, Domine! Non diceva mai basta ;sempre voleva lavorare e mai cessare dall'occuparsi del suo altissimo uffizio .

Fu sempre appassionato cultore della musica, e con intelligenza ed amoreriusciva a raccogliere fiori non dispregievoli : sacerdote poi predicava con

vantaggio ed affetto tutto particolare . Quanti lo sentivano, erano desiderosidi riudirlo . Fece per più anni le istruzioni domenicali ai numerosi giovanettidell'Oratorio festivo di S. Francesco di Sales, e con tanto profitto che queigiovani, oggi uomini fatti, non cessano, dopo tanti anni, dal ricordare con af-fetto e praticare con costanza gli utili e sodi ammaestramenti di lui . Noi ab-biamo potuto constatare questo durante il mesto accompagnamento dellasalma di lui all'ultima sua dimora, poichè abbiamo sentito molti a ram-mentare la penetrazione nella sua parola viva ed efficace . Inimitabili poi rimnarranno i sermoncini con cui tutte le sere soleva, dopo le preghiere reci-tate nel. coro del caro Santuario di Maria Ausiliatrice, dare la buona notteai confratelli dell'Oratorio di Valdocco. Tanta era l'unzione della sua parolache sembrava nato fatto per la vita apostolica e certo avrebbe riportato i piùbei trionfi sulle anime, anche più restie, se l'ubbidienza l'avesse gettato nelcampo della predicazione . Ma le tante occupazioni non gli permisero di con-sacrarsi a questo per lui sì geniale ministero ; ed egli, lasciò ogni più di-letta cosa per colei, che chiamava la sua madre, cioè l'ubbidienza . Ammi-rabile esempio !

Da qualche tempo era minacciato da grave malore, però ultimamente parevaristabilito, quando la domenica 17 febbraio scorso, fu sorpreso da un disturbo,che parve dapprima leggero . Accompagnato tosto in camera subito si manife-starono i sintomi di una catastrofe vicina . Erano le 21 e 20 minuti, e, chiamatod'urgenza un perito dell'arte, gli si usarono tutte le cure possibili, ma non sipotè arrestare l'irruenza del male . Gli si amministrarono in fretta gli ultimiSacramenti e, conservando fino all'ultimo piena conoscenza, rassegnato e dispo-sto si riposava in Dio alla prima ora del giorno 18 .

I suoi funerali, onorati da uomini d'ogni età e condizione, furono la piùsplendida prova dell'immensa eredità d'affetti lasciata quaggiù dall'amatoestinto. Il feretro - preceduto da tutti i mille e più giovani e superiori del-l'Oratorio : dalla banda interna e da quella dell' Oratorio festivo che face-vano risuonare i vasti cortili di mestissime sinfonie ; dalle rappresentanzedegli altri istituti salesiani di Torino ; da numeroso clero e dal Rev .mo DonRua in piviale con assistenza di diacono e suddiacono - veniva portatoda sacerdoti salesiani i quali si disputavano l'onore di tributargli quest'ultimoatto di stima ed affetto. Dopo venivano con torcie accese i parenti, i SuperioriMaggiori della nostra Pia Società e numeroso clero della città ; la rappresen-tanza dell'Istituto della Consolata ; quella, assai numerosa, dell'Unione OperaiaCattolica, Sezione S . Gioachino, della quale D . Belmonte era membro ono-rario, col proprio vessillo abbrunato ; i vesilli e le relative rappresentanze delleCompagnie dell'Oratorio festivo ; la rappresentanza del Seminario delle Mis-sioni estere di Valsalice ; quelle delle Suore di Maria Ausiliatrice della CasaMadre di Nizza Monferrato e dell'Oratorio S . Angela Merici di Torino ; quelledelle Case di S. Benigno, Mathi, Chieri, Milano ecc .; infine più altre rap-presentanze di numerose famiglie torinesi coi relativi stemmi sulle torcie.Il Santuario di Maria Ausiliatrice venne letteralmente gremito e le precidell'assoluzione al feretro, cantate e recitate a voce di popolo, ritraevanosì vivamente il comune cordoglio che a stento si potevano rattenere le la-grime. Compiuto il mestissimo rito, la lagrimata salina del venerato Superiore,confidente ed amico venne da molte delle stesse rappresentanze accompagnatoal camposanto, dove venne calata nella tomba della Famiglia Salesiana, al-l'ombra del quadro dell'Ausiliatrice di D . Bosco, a tener compagnia aglialtri Superiori e Confratelli che lo precedettero nella via del cielo .

Così passò il sacerdote fervente e l'esemplare religioso che fu D . DomenicoBelmonte; passò, amato, benedetto da tutti ; a lui la pace eterna, a lui la fe-licità del paradiso : a noi l'esempio imitabile delle sue virtù e belle qualità ;a noi il ricordo soave dei suoi santi consigli e dei suoi benefizi . E quest'esempioe questo ricordo sempre vivo in noi addolcisca le amarezze e i travagli dellavita, e ci faccia degni della grazia del Signore, onde rivederlo e goderlo persempre in quella pace senza fine pura, senza fine bella, senza più desideriisenza più timori, con gaudio eterno e con speranza grande che ognun si salvi,

Triste anniVersario *ILmio stato presente è degno di tuttala compassione : però sottraendomi, perbrevi istanti, alla sanguinosa manodel dolore che internamente mi rode,faccio ritorno col pensiero alla no-

bile Quito, dove cominciò la felicità che mi siconvertì in sventura . Colà in quella amata capi-tale, mansione di persone amabili, delicate e ge-nerose, provai, in compenso delle mie sofferenzeofficiali, godimenti positivi, intensi e puri cheversarono alcune goccie di mìele nell'amaro tor-rente della mia vita.

Era de' miei piaceri il principale quello divedermi circondato dai fanciulli, in quei giardinidi fiori umani, che si sviluppano al calore dellaReligione e della Scienza. Collegi, scuole, labo-ratorio, erano per me altrettante oasi nel de-serto ardente della politica . Io li amava tuttiquesti istituti, ma ve n'era uno che godeva lamia speciale predilezione . In esso, duecento otrecento neofiti del lavoro addestravansi nellearti più utili . Il suo nome era : Scuole Sale-siane di Arti e Mestieri, ma io nelle mie fre-quenti visite alle diligenti api di quei laboratoriiamava chiamarlo : L'Alveare Sociale . Che at-tività portentosa ! Che varietà di occupazioni !Che movimento di braccia, di macchine, di or-digni ! Che spettacolo commovente quello di questioperai fanciulli, dinanzi ai quali avrebbero do-vuto vergognarsi tanti operai adulti!

Le feste più solenni di quello stabilimentoerano quelle dell'industria moderna protetta efomentata dal Cattolicismo . I suoi prodotti for-mavano una copiosa e brillante collezione am-mirata dagli stessi avversarii dei Religiosi . Ederano Religiosi quelli che dirigevano l'Istituto,

* Crediamo far cosa grata ai nostri lettori, pub-blicando in questo numero , la traduzione delcommovente articolo, che l'Ecc .m° Luigi Cordero,già presidente della Repubblica dell'Equatore,scrisse in memoria dell'indimenticabile nostro con-fratello D. Luigi Calcagno, morto a S . Tecla diSan Salvador il 13 aprile 1899 .

e dei più competenti e benefici, veri padri diuna turba di giovanetti, ai quali insegnavanocolla dottrina e coll'esempio il modo di vivereonoratamente in società senza esser di peso adalcuno .

E chi n'era il Superiore?... Bisognava ve-derlo, attivo, zelante, infaticabile, svelto, al-legro, espansivo, passar di sala in sala, di gruppoin gruppo, spargendo consigli e carezze in mezzoa' suoi figli spirituali . Era bello vederlo special-mente quando si circondava di ragazzetti indi-geni, che egli educava con cura speciale perrestituirli un giorno ai loro paesi come semi diciviltà e di religione .

Quelli che non hanno conosciuto l'illustresacerdote Don Luigi Calcagno aprano alla pa-gina 99 l'opera che a per titolo L'Equatore aChicago e vedranno la splendida figura chegli fanno fare scrittori, che non gli erano nep-pur amici. In questa medesima figura di filan-tropo lo deve far passare ai posteri la Storiadell'Equatore .O mio caro e venerando amico, emulo di LasCasas, imitatore di S . Vincenzo de' Paoli, tunon ritornerai più alla mia patria... La terraospitale di San Salvador ti ha tributato onori eti ha offerto un sepolcro... Molto ho deploratoe deploro ancora la tua morte . Se un torrentedi lagrime non avessi versato già sopra la tuatomba, questo anniversario della tua morte, sa-rebbe il giorno in cui vorrei innaffiarla di pianti .Riposino le tue ceneri nella pace di Dio! Ri-compensi Egli i tuoi meriti grandi ! E tu pre-galo, col tuo fervore di sacerdote, per quelli chein questo terreno esilio vanno ancora errando frapianti e sepolcri!

Cuenca (Equatore), 23 aprile 1900 .

LUIGI CORDERO

Ex presidente della Repubblica .

CRONACA

INTRAPRENDIAMO questa rubrica nell'in-tento di dare a quando a quando qualchebrevissimo riassunto di quanto si fa nellediverse parti del mondo dai Salesianie dai loro Cooperatori per l'attuazione

pratica del loro Regolamento, il quale rac-chiude in sè uno scopo eminentemente socialee proprio dei nostri tempi . Non è già questauna novità pel nostro periodico, perchè findai suoi inizii ha sempre procurato di regi-strare i fatti più salienti dell'azione e vitasalesiana ; ma ciò si faceva alla spicciolata efra le notizie varie oppure nelle relazioni dellaConferenza prescritta per S . Francesco di Sa-les e per Maria SS. Ausiliatrice. Ora peròcrescendo sempre più il movimento salesiano,ci vediamo costretti a raccogliere con qualcheordine quanto si va facendo dai nostri con-fratelli ed amici, sia per evitare inutili ripe-tizioni come per tentare almeno di acconten-tare tutti nel loro giusto desiderio che cioè gliannali della nostra Pia Unione facciano cennodei frutti del loro zelo e della loro carità.Non rechi perciò meraviglia se ci siamo pre-fissi la massima brevità e se molte cose omet-teremo le quali, particolarmente prese, benmeriterebbero di esser pubblicate a comuneedificazione ed eccitamento ; tanto più che lospirito dei nostri tempi abborrisce delle lun-gaggini, preferendo in tutto lo stile telegraficodella cronaca che dice molto in poco. Comin-ciamo a dar la preferenza alle notizie rimastein arretrato e poscia un po' per volta accen-neremo alle numerosissime feste e conferenzequa e là celebratesi ad onore del nostro Pa-trono .

TRIESTE. - Esposizione e conferenze . -Lo scorso novembre a Trieste, dove l'Opera Sale-siana prendo sempre maggior sviluppo, nei localidel Circolo S . Giusto, venne fatta l'inaugurazionedi una esposizione di oggetti in vendita . La di-stinta signora Enenkel, alla presenza di Mons .Vescovo e di numerosi visitatori, con appropriatodiscorso e colla sua solita elegante e nell'istessotempo vibrata parola, cercò di destare nei pre-senti l'amore per l'Opera Salesiana . Esaltò prin-cipalmente il merito di tutti coloro, che in qua-lunque, maniera contribuiscono per educare l'animodi tanti giovanetti e salvarli alla religione edalla patria, che altrimenti con ogni probabilitàandrebbero perduti. Ed invitò tutti, ma special-mente i ricchi - considerato che in gran parteerano esposti oggetti di valore artistico - a farne

DEL MOVIMENTO SALESIANO

acquisto, non soltanto per aggiungere un orna-mento alle loro abitazioni, ma sopratutto per coo-perare all'opera santa, oggidì così urgentementenecessaria .L'esposizione constava non tanto di oggetti nu-

merosi, quanto piuttosto di ricchi . Alcuni eranogli avanzi della fiera di beneficenza dell'annoscorso, altri invece nuovi . Sopratutto erano rap-presentati quadri artistici, lavori di pittori con-cittadini, moltissime bambole, che attiravano spe-cialmente l'attenzione del mondo piccino . Oltredi ciò oggetti di cancelleria, di chincaglierie ecc .La sala del Circolo San Giusto splendidamenteaddobbata, attirò gran numero di visitatori ecompratori, allettati anche dai concerti dellabanda dell'Oratorio Salesiano, che in diverse seresi produsse con ottimo successo .Contemporaneamente ebbero luogo due confe-

renze, la prima nella Chiesa dei Cappuccini e l'al-tra in quella della B . V. del Soccorso, ambeduedinnanzi a numeroso uditorio . Fu conferenziereil Direttore del nostro Collegio d'Este, D . PietroGallo, il quale parlò da pari suo dell'Opera Sa-lesiana e dell'educazione della gioventù .LISBONA (PORTOGALLO)-Onorificenza Pon-

tificia a due benemerite nostre Cooperatrici .- Il S. Padre Leone XIII, in seguito a specialiinformazioni, degnavasi concedere l'onorificenzaPro Ecclesia et Pontifice alla Signora Marchesad'Unhào, dama di corte di S . Maestà la ReginaD. Maria Pia, ed alla signora D . Maria da Con-ceicãs d'Alarcão moglie di D . Giovanni d'Alarcãoex-Governatore civile di Lisbona . Queste duenobili dame della capitale Portoghese, informateda quello spirito di carità disinteressata che operaprodigi di eroismo, si trovano dappertutto ci siaqualche misero da sollevare, qualche povero daaiutare, e sono una vera Provvidenza per le no-stre Case Portoghesi . Percio il nostro D . Cogliolo,il 15 scorso dicembre, fu ben lieto di potere conimprovvisata festicciuola consegnare alle suddetteesimie nostre Cooperatrici i diplomi della Ponti-ficia onorificenza, cogliendo la propizia occasioneper dichiarare una volta più tutta la vivezza dellagratitudine che i Salesiani nutrono verso le lorobenefattrici .SONDRIO - Un bel pensiero. - Le buone

educande del Collegio femminile di San Lorenzohanno voluto nelle feste del. Santo Natale u . s.ricordarsi delle nostre Missioni d'America . Colpermesso delle loro RR.de Suore raccolsero fra diloro la somma di Lire dieci, togliendosi così quellepiccole soddisfazioni che con quell'obolo avreb-bero potuto procurarsi . Il bambino Gesù, che pernoi volle pur tanto patire e mortificarsi, benedicaquelle buone educande e le faccia crescere sem-pre virtuose e da essere la consolazione delle lorofamiglie . Che il loro esempio trovi molti imitatori!

PALERMO - I Chierici e le nostre Mis-sioni . - Segnaliamo pure con viva gratitudinel'ottimo esempio dato dai Venerandi Chierici delSeminario di Palermo che fecero l'offerta di Lirequaranta per le Missioni Salesiane . Ai generosifuturi ministri del Signore auguriamo tutta l'ab-bondanza delle celesti benedizioni nel campo cheDio affiderà alle loro cure.

MILANO . - Inaugurazione dell'Opera diS. Agostino. - Anche la giornata del 3 gennaio

1901 sarà delle più memorabili nel nostro Istitutodi Milano per l'inaugurazione fattasi dell'Operadi S. Agostino, di cui il Bollettino diede già con-tezza nel numero di settembre .Ricordiamo che detta Opera venne escogitata

come omaggio dei Salesiani a Gesù Redentore alprincipio del nuovo secolo . Il suo fine è duplice :la preservazione dei giovani ancora innocenti ela conversione dei traviati . Gli ascritti si divi-dono in due classi, cioè di Socii zelatori e Sociiprotetti. Alla Ia classe può associarsi qualunquepersona d'ogni condizione e sesso allo scopo dipregare ed adoperarsi, come ognuno può, pel benedella gioventù, alla 2a appartengono i giovaniinnocenti ancora o già pervertiti, i quali ultimiponno iscriversi anche a loro insaputa e controloro voglia. Gli oneri consistono per gli inscrittiin una preghiera qualunque (anche un solo Gloria)

per la gioventù pericolante o pericolata e nel pre-starle aiuto e consiglio, quando se ne fosse ingrado ; tali impegni non obbligano alcuno sottopena di colpa. V'è pure l'obbligo dell'offertaper una sola volta di una lira per sopperire allespese delle funzioni settimanali, che hanno luogonell'Istituto di S. Ambrogio, cioè una Messa eBenedizione con Rosario ed altre preghiere ap-posite nel giovedì d'ogní settimana . Questa è laparte sostanziale dello Statuto, che viene conse-gnato per intero agli associati nella Pagella d'iscri-

zione, ed in un opportunissimo manualetto di soli20 centesimi, nel quale è narrata la storia del-l'Opera ed illustrata con espressive immagini, conun largo cenno sulla vita e conversione del Pro-tettore S . Agostino, seguito da una raccolta dìpreghiere dettate secondo lo spirito dell'Opera elargamente indulgenziate . A tutto ciò sono pro-messi varii preziosi documenti cioè 1 .° l'atto dicanonica erezione del pio Sodalizio per mano delCard . Ferrari : 2.° il Breve, con cui Sua SantitàLeone XIII concede Indulgenze plenario e par-ziali agli associati : 3.° una raccomandazione del-l'Opera fatta dal Rev .mo Sig. D. Rua, Superioredella Pia Società Salesiana .

S . Eminenza il Card . Ferrari volle riserbare asè la funzione inaugurale d'un'Opera, a cui subitoconcesse tutto il suo appoggio appena n'ebbeun'idea, e fissava per questo il giorno 3 gennaio .

Alla cara cerimonia, preannunziata dai giornalie dalle ottime signore del Comitato, accorse unnumeroso e sceltissimo pubblico. S'incominciò conuna accademia riuscita con vero splendore primaper parte dell'orchestra allestita dall'esimio M .°Cervi, e che nel ricco suo programma regalò agliuditori in tutta la sua finezza quel vero capola-voro, che è il 1° Salmo del Principe della musica,Benedetto Marcello. Ma non minore soddisfazionerecarono agli astanti anche i lavori letterarii inprosa e poesia, in italiano, latino e francese, chetutti, ispirandosi al concetto dell'Opera di S . Ago-stino, variamente la commentarono ed illustra-rono. In sul finire, all'E .mo Arcivescovo, come aprimo associato venne presentata, in una splen-dida pergamena dettata dall'aurea penna di DonFrancesia in un classico latino, la pagella d'iscri-zione. Chiuse l'accademia il Cardinale con unacordialissima allocuzione, in cui riprotestò l'ar-dente suo affetto a quei cari fanciulli, ai qualiper ringraziamento ad un lavoretto tipograficopresentatogli a Natale aveva qualche giorno primascritta tutta di suo pugno un'affettuosissima let-terina.

Si discese poi in cappella e colla Benedizionedel SS . l'amatissimo Arcivescovo poneva suggelloall'inaugurazione dell'Opera di S . Agostino .Noi facciamo voti che quest'Opera venga pre-

stamente e largamente diffusa per tanta gioventùbisognosa di tale aiuto . Contiamo all'uopo moltosullo zelo de' nostri confratelli, che, mossi spe-cialmente dalla raccomandazione del veneratis-simo nostro Superiore, la promuoveranno neinumerosi nostri Collegi ed Oratorii maschili efemminili, ove s'addensa tanta gioventù . Racco-mandiamo parimenti la diffusione dell'Opera diS. Agostino a tutti i nostri cari Cooperatori, chevorranno iscrivervi tutti i loro figli e parenti, emassime facciamo appello ai Cooperatori Sacerdoti,che iscrivano le figlie di Maria, i Luigini ed ingenere tutti i giovani commessi alle loro cure,spronando i genitori ad usufruire per la loroprole di quest'altro mezzo efficacissimo di tutelae di riparazione . - Il Direttore di qualunqueCasa Salesiana è autorizzato a ricevere le iscri-zioni ed a rilasciare la relativa pagella ed il ma-nualetto .

SAVONA . - L'Oratorio Salesiano a GesùCristo Redentore . - La domenica 6 scorso gen-naio, ebbe luogo in quel nostro Oratorio unagrandiosa e solenne accademia per celebrare lelodi ed i trionfi di G . C . vincitore dei secoli edel suo Vicario Leone XIII . La chiesina dell'Ora-torio, elegantemente addobbata e sfarzosamenteilluminata presentava uno spettacolo stupendo edattraente. Nel fondo, in alto, sotto un magnificopadiglione, in mezzo alla luce ed al profumo cam-peggiava mite e soave, la figura del Redentore,e dall'un dei lati la bianca figura del Vegliardodel Vaticano, illuminata da un celeste sorriso,sembrava precorresse col pensiero i trionfi diCristo nel nuovo secolo . Malgrado il freddo ecces-sivamente pungente, la Chiesina dell'Oratoriotrasformata in vasto salone, radunava quanto dipiù eletto ha Savona cattolica .Il programma attraentissimo ebbe ottima ese-

cuzione. Parlarono il M. R. Direttore dell'Ora-torio, lo studente Cuneo Gustavo, D . Luigi Ca-sanova. D. Roccia, D . Cavasin, Mario Badano,Cuneo Filippo e vari giovani operai .L'accademia. si scioglieva fra gli evviva entu-

siastici e le allegre note di una briosa marcia,

mentre, uscendo dalla Chiesa, una bella illumi-nazione attendeva gli invitati .E così Savona cattolica, mercè l'azione Sale-

siana, onorò degnamente Gesù Redentore sovranoe padrone dei secoli .

TORINO. - Solennità di S. Francesco diSales . - Venne celebrata nel Santuario di MariaAusiliatrice il 29 gennaio coll'intervento di nu-meroso popolo e delle LL . EE. RR.m° Mons . LuigiSpandre, Ausiliare del Card . Arcivescovo, checelebrò la Messa della Comunione Generale eMons. Giacinto Arcangeli, Vescovo d'Asti, chetenne il solenne pontificale . Alla sera dopo i Ve-spri disse il panegirico del nostro Patrono ilR.mo Can. Bonnet Prof. Amedeo Comm . e Prefettodella Real Basilica di Superga . Il suo dire fuuna ispirazione . Dalla Basilica di Superga ei videla Chiesa di Maria Ausiliatrice ove D. Bosco feceprodigi di valore cristiano, avendo dinanzi a sestesso, come uno specchio, la dolce e mite figuradel Salesio da cui intitolò il suo primo Oratorio .E fu lampo di genio pel Can . Bonnet . Egli di-scese da quella sì memoranda collina e salito ilpulpito di Maria Ausiliatrice, commosso fino al-l'entusiasmo, con ampio e rapido volo colse ilraffronto fra il Salesio e D . Bosco, inneggiandoall'Ausiliatrice, che dal Salesio come modello eda D. Bosco come strumento degnossi cavare laPia Società Salesiana del cui nome omai risuonatutta la terra . Impartì la benedizione Mons . Ve-scovo d'Asti .

- Anniversario di D . Bosco e Conferenzadi S. Francesco di Sales . - Il 31 gennaio perl'anniversario di D . Bosco il Santuario di MariaAusiliatrice fu affollatissimo di cooperatori e fe-deli. Si cantò la magistrale Messa funebre che ilnostro Missionario D . Pietro Rota, compose perlamorte di Mons . Lasagna . - Alla sera nella Chiesadi S. Giovanni Evangelista ebbe luogo la pre-scritta conferenza. Consolante il concorso dei coo-peratori e delle cooperatrici . Conferenziere fu ilMissionario D . Guido Rocca, giunto pochi dì primadall'Equatore . Dato un rapido cenno delle nostreMissioni in genere e dell'avvenire che loro è ri-servato, si fermò specialmente a parlare dell'Equa-tore. Riepilogò i fatti precedenti la rivoluzioneche col nuovo Governo atterrò e distrusse quantodi bene avevano fatto colà i Salesiani . Descrissele angoscia, le trepidazioni e gli orrori dellaguerra civile ; e quella notte fatale in cui undrappello d'inumani soldati, circondata, invasala Casa dei Missionari intimò loro il bando per-petuo da eseguirsi all'istante . . . Il conferenziereal ricordo di quei giorni in cui era strascinato perimpraticabili foreste, coi piedi laceri dagli sterpi,insultato, minacciato, sospinto brutalmente, nonpuò a meno di sentirsene tuttor commosso . Narròdi D . Calcagno, già antecedentemente ammalato,che sembrava ad ogni passo soccombere e infinel'infame attentato di annegarli facendoli imbar-care sopra una misera e sdruscita barca... LaProvvidenza però diresse il cammino ed arriva-rono a destinazione : ma fu un vero miracolo .Assistette alla commovente Conferenza ancheMons. Arcangeli il quale impartì pure la benedi-zione col SS . Sacramento .

- Una nobile iniziativa . - Il Comitato Pro-motore dell'Omaggio Internazionale all'Opera diD. Bosco, avvicinandosi il tempo della solenneinaugurazione e consacrazione della Chiesa mo-

numentale di S . Francesco di Sales in Valsalice,promosse con ardore un ciclo di conferenze sa-lesiane in varie le Parrocchie di Torino, invitandoall'uopo i migliori conferenzieri, amici ed ammi-ratori dell'Opera Salesiana. La nobile iniziativaarreca già i suoi frutti, ma di questi parleremoaltrove .

FIRENZE . - Conferenza Salesiana . - Scriveil periodico la Stella Cattolica di Firenze : « La be-nevolenza dei fiorentini verso l'opera salesiana, el'avviso che avrebbe tenuto la conferenza quellaillustrazione dell'Ordine Domenicano, che è PadreAntonino Luddi, trasse la domenica 10 febbraio

vers modi e con istituzioni diverse mira ad ununico scopo : la salvezza della gioventù .

» Questo il tema, questi i concetti fondamentaliche svolse l'illustre Oratore . Ma chi potrebbe direle emozioni che suscitarono nel pubblico gli ac-centi ispirati, la parola vibrante di apostolico zelodi P . Antonino ? Egli parlò un' ora : ma quell'orafu un lampo, e quando pose fine al suo dire, ilcuore sentì una pena, come al rompersi improv-viso di un incanto : sentì il bisogno di raccogliersidentro di sè per custodire più a lungo l'eco diquella voce così dolce e del pari così potente esublime .» Con rara semplicità e con molta praticità di

intenti parlò poi l'egregio direttore del Collegio,il Sac. Dott. Alessandro Luchelli . Portò innanzitutto il saluto riverente e affettuoso del Rmo Su-periore della Congregazione Salesiana, il Sac . Mi-chele Rua . A motivo della cambiata numerazionenelle abitazioni della Città pregò i Cooperatori eCooperatrici Salesiane di mandare all'Istituto illoro biglietto da visita per avere l'indirizzo pre-ciso di coloro che appartengono alla Pia Asso-ciazione .» Diede poi informazioni interessanti riguardo

alla erigenda Chiesa della S . Famiglia . Se la ca-rità fiorentina, disse a un dipresso, potesse soste-nere, da sola, le ingenti spese della costruzione,niun dubbio che i superiori permetterebbero dimetter mano al lavoro anche subito . Ma perchèsarà indispensabile anche il concorso della PiaSocietà Salesiana, così è necessario aspettare chesiano finite le Chiese di Spezia e di Valsalice,nella costruzione delle quali si trova la stessa PiaSocietà attualmente impegnata. Il ritardo però nonsarà di lunga durata . Entro il corrente anno ledue Chiese saranno indubbiamente condotto a ter-mine e consacrate al culto ; tutto adunque fa spe-rare che l'anno venturo si potrà dar principio algrandioso lavoro . Fece in ultimo un caldo appelloai presenti, perchè fossero larghi di carità versol'istituto, sia per soddisfare ai gravi debiti dacui è onerato, sia per soddisfare a qualcuna al-meno delle numerose domande d'accettazione gra-tuita che tutti i giorni gli pervengono .

Dopo le parole del Direttore venne, previo ilcanto di classici mottetti e del Tantum ergo, im-partita solennemente la Benedizione col Santissimodal R.mo Vicario Generale , Mons. MassimilianoNovelli Così ebbe fine la funzione, una certo dellepiù belle, delle più care, delle meglio riuscite acui abbia assistito. Oh ! perchè funzioni simili,che tanta luce spirituale aggiungono alla mente, etanta fiamma di carità accendono nel cuore, nonsi fanno più sovente ? ». - Fin qui la Stella Cat-tolica . Noi, da parte del R .mo nostro Superiore,rendiamo le più vive azioni di grazie, al R.moVicario Generale, Mon . Novelli, al Rmo . P. Luddie ai R.R. P.P. Filippini, i quali in modo vario,ma ugualmente efficace tanto contribuirono allafelice riuscita della conferenza .

a S. Firenze, insieme coi cooperatori e le coope-peratrici salesiane, un' immensa folla di popolo .Si diè principio col canto del mottetto Sit nomenDomini benedictum di Mons . Cagliero, eseguito conrara perizia dagli allievi dell'Istituto .

» Salì poi al pulpito P . Antonino . Dopo aver pa-gato un ben giusto tributo di lode e di ammira-zione a D. Bosco ed alla Congregazione da luifondata, parlò a lungo delle tristissime condizionireligiose e morali della gioventù dell'oggi che,nelle scuole laiche, più che il sapere, beve alunghi sorsi l'ateismo, l'empietà, la corruzione .Da questo fatto, quanto innegabile altrettanto do-loroso, dedusse l' imprescindibile dovere che siimpone ai buoni d'accordare il più valido appog-gio possibile all'Opera Salesiana, la quale in di-

PATAGONIA MERIDIONALE

Due mesi di missione per la campagna.

(Relazione di D. Maggiorino Borgatello*)

Progressi del paese Santa Croce - Chi hatempo non aspetti tempo - Una famigliamodello -Escursioni sul Rio Santa Cruz eRio Chico - In un pollaio - La mano dellaProvvidenza - Laghi e fiumi - TelegrafoPatagonico - Conclusione.

In Santa Croce e dintorni vi sono cinquantafamiglie e circa duecento lavoranti, non am-mogliati; cioè un totale di circa cinquecentopersone. Nel paese che da due anni a questaparte ha progredito assai vi è un grande ne-gozio di primo ordine, e quattro altri di se-condo ; sei alberghi e varie bettole, due pa-natterie, due macelli, un sotto-prefetto delporto, un delegato di pulizia con alcuni sol-dati, un giudice conciliatore che tiene ancheil registro civile e un medico, il dott . GiulioLarauri, antico allievo del nostro Collegio diPaysandù, che sempre conserva buoni ricordidei Salesiani e loro vuole molto bene .Vi è una scuola mista elementare ed una

maestra italiana da lezioni private in suacasa. La chiesa, che aveva benedetta due annifa, ora si trova senza tetto . Un forte ura-gano nell'inverno passato le portò via il tettoe ne fece screpolare talmente le pareti cheora è inservibile . Meglio così, perchè era qual-che cosa di orribile . Chi fece quella poverachiesa forse non aveva mai visto edifizi disorta, perchè non avrebbe potuto far peggio .Basta dire che l'avevano costrutta due ma-rinai col materiale di una tettoia disfatta .Gli abitanti di S . Croce ne sono in certomodo contenti perchè hanno speranza chepresto se ne faccia un'altra migliore e collanuova chiesa vada colà a stabilirsi definiti-vamente un sacerdote per ufficiarla . Altri-menti a che servirebbe una chiesa senza sa-cerdote? Tutti mi domandavano : Quando verràanche qui un sacerdote stabile? Lasciai intutti buona speranza che fra un anno sarebbeandato un Salesiano per rimanervi definitiva-mente. Sarà una realtà?! . . . Il governo argen-tino ha buona volontà che progredisca que-sto paese ed è disposto a fare anche gravi

*) Ved . Bollettini precedenti .

sacrifizi . L'attuale Presidente Roca, che vi-sitò l'anno scorso S . Croce e vide la neces-sità di fabbricarvi una chiesa, più decentedella catapecchia d'allora, darebbe il neces-sario per la costruzione di una modesta chie-sina qualora si sollecitasse, come già diedeper Gallegos. Mons. Fagnano vi ha già pen-sato, e sono certo che l'otterrà . Rimane aprovvedersi il sacerdote e spero che anchequesto a suo tempo si troverà.

È cosa mille volte provata e confermata, checolui il quale trascura di ricevere i Sacramentiin vita potendo, difficilmente li potrà, anche vo-lendolo, ricevere in punto di morte . Così capitò,durante la mia missione tra Santa Cruz e SanJulian, a due uomini che ben conoscevo, per-chè negli anni precedenti era solito recarmipresso di loro per esortarli a ricevere i SantiSacramenti della Confessione e Comunione,essendo già avanzati negli aurei e trovandosilontani da ogni possibilità di avere un sa-cerdote in caso di pericolo. Essi però fecerosempre il sordo. Ora, pochi giorni prima cheio arrivassi alle loro abitazioni infermaronotutti e due gravemente. E perchè si vedessee si toccasse proprio con mano che chi di-sprezza i Sacramenti in vita non li avrà inmorte, Iddio dispose che io, nulla sapendodella loro malattia, per circostanze impre-viste ritardassi di alcuni giorni il mio ar-rivo alle loro case. Nel frattempo essi mori-rono e quando vi giunsi erano già sepolti .Chi ha tempo non aspetti tempo .In mezzo al deserto della Patagonia, lon-

tano da tutti i disordini delle città trovaiuna famiglia felice, degna di esser propostaa modello delle famiglie cristiane . Essa è diorigine irlandese, cattolica, e la compongonoil padre, la madre e nove figli, dei quali cin-que maschi . Non è ricca, ma lavorando comefa, ha abbastanza per campare onestamentela vita. In casa regna grande pace e tran-quillità fra tutti i membri, e si amano recipro-camente con amore desinteressato e forte .Non si odono mai parole forti o scomposte ;i comandi sono dati con carità. e grazia esi ubbidisce non solo reciprocamente, mal'uno fa di tutto per prevenire il desideriodell'altro . Dappertutto regna pulizia e ordinee benchè confinati in un deserto vestono an-che con certa eleganza, non però con lusso .Pare addirittura un piccolo paradiso! Letre figlie maggiori si sono diviso il lavoro inquesto modo . La prima attende colla madre

MISSIONI

ai lavori domestici, fa cucina, lava la bian-cheria, ed accudisce i fratellini ; la secondaè una vera pastora : essa va a cavallo tuttoil giorno guìdando al pascolo le due milapecore in compagnia del padre ; la terza at-tende coi fratelli ai cavalli, alle vacche edall'agricoltura . La sera si radunano tutti in-sieme intorno al fuoco e leggono un buonlibro, pregano e poi vanno a dormire prestoper alzarsi per tempo . L'innocenza e sempli-cità di vita è il segreto della loro felicità .Dai volti di tutti spira candore e semplicità .Il Signore li conservi sempre nella loro in-nocenza!A diciotto leghe dalla foce transitammo

sopra una barchetta il Rio Santa Cruz, pren-dendo con noi due soli cavalli perchè all'al-tra sponda ne potevamo avere ad imprestito .Gli altri li abbiamo lasciati in sorveglianzaad un nostro giovane, perchè si riposasseroquindici giorni dove vi era in abbondanza erbaed acqua. Più di quindici volte guadammo ilRio Chico che misura in media da cinquanta aottanta metri di larghezza, ed in alcuni luoghiè molto pericoloso . Più in su verso la Cordi-gliera questo fiume si divide in due, chia-mandosi l'uno Chalia e l'altro Séhuel. Si per-corse il Chalia fino a cinquanta e più legheverso la sorgente visitando indii Tehuelchesaccampati sulle sue sponde, in particolarepresso l'azienda del Sig . Giacomo Sebatier,detta comunemente di Giovanni Frischon, suomaggiordomo, perchè questi solo risiede inquel luogo. Ambidue sono francesi . Di là at-traversammo un campo estesissimo, o per dirmeglio, un vero deserto, per poter gìungeredi quel giorno, che era sabato, sulle rive delSehuel e così dar comodità di ascoltare laS. Messa alle molte persone che colà si tro-vano .Lunghesso il Rio Sehuel si vedono magni-

fici monticelli di pietra che somigliano al-cuni a vere fortificazioni, altri a castelli me

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dioevali. Ve n'è uno detto il cerro de la ven-

tana (il monte della finestra) che pare unatorre con una finestra nel mezzo . Sembranofatti ad arte, tanto sono curiosi, e la naturasola si incaricò di quei giuochi e capricci .Discendemmo di poi fin presso San Julian .Durante queste escursioni, non avendo piùcon noi la tenda, perchè lasciata al giovaneche era rimasto coi cavalli, dovemmo allog-giare come si poteva. Una volta ci toccò al-loggiare in un pollaio senza porta insieme conle galline. La padrona fece di tutto per al-lontanare dal pollaio le galline per quellasera, ma le poverette erano accostumate aquel luogo e loro pareva una ingiustizia ilrelegarle a dormire a cielo aperto ; per cui

non essendovi porta cheloro privasse l'entrata, tan-te volte come erano scac-ciate altrettante ritorna-vano. Una chiocciola co'suoi pulcini, stette tran-quilla nel cantuccio piùappartato del pollaio tuttala notte, ma appena videun raggio di luce, impa-ziente tosto cercò l'uscita,passando sgarbatamentesulle nostre faccie. Po-chissime volte abbiamotrovato un letto nelle case .Ma oramai già siamo as-suefatti a questa vita enon ci pare molta priva-zione ; e poi la Provvi-denza è sempre lì per aiu-tarci. Essa ci protesse

sempre in modo meraviglioso che non lafinìrei più se volessi anche solamente accen-narne le volte.

Quante volte mentre già ci credevamosmarriti in qualche deserto essa improv-visamente accorse in nostro aìuto or inun modo ed ora in un altro ! Quante voltetoccammo proprio con mano la sua maternatenerezza! Ne sia mille volte benedetta e rin-graziata! Alcune volte facevamo traversatelunghissime di giorni intieri per deserti, sologuidati dalla bussola come il marinaio nelvasto oceano, senza mai incontrare personaviva ; eppure arrivavamo con precisione alluogo da noi cercato, tanto che la gente praticadi quei luoghi si meravigliava essendo laprima volta che facevamo quella strada esenza alcuna guida . La Provvidenza guidavai nostri passi . La cosa più pericolosa per noiera la traversata dei fiumi . Ebbene, chi locrederebbe? Senza che mai avessimo pensatoa cercare una persona pratica dei passi, con-fidati unicamente nella Provvidenza, sempreabbiamo trovato nel momento stesso di tran-sitarli una persona amica che non solo ce liinsegnava, ma vi passava essa prima innanziper ispirarci confidenza ! ....Come non ringra-zìare mille volte la divina Provvidenza?Causa le molteplici pioggie cadute l'inverno

scorso stavolta non abbiamo sofferto la pri-vazione dell'acqua. Abbiamo trovato duecentocinquanta laghi, alcuni vastissimi perchè il mi-nore non misurava meno di un chilometrodi circonferenza, e molti fiumi e torrenti .Da tempo immemorabile nei vasti deserti

della Patagonia e Terra del Fuoco si usa untelegrafo di nuovo conio . Quando uno si perde,fa un gran falò con legna ed erbe per moltotempo in un luogo, e se riesce a vederloun'altra persona di lontano accende un altrofuoco per rispondergli e perchè si diriga daquella parte. Quando una tribù tehuelchacambia luogo, vanno innanzi varii indii e ditratto in tratto accendono varii fuochi persegnare il cammino al rimanente della caro-vana affinchè non sbagli strada . Nelle isoledella Terra del Fuoco, il fare due o tre fuochivicini contemporaneamente per molto tempovuol dire che in quell'isola si trova gente laquale desidera che qualcuno vada a prenderla,ed i pruni che riescono a vedere quei fuochirispondono con altrettanti fuochi . Subito ces-sano i primi fuochi nell'isola per far cono-scere che hanno compresa la risposta . E cosìin mille casi questo telegrafo patagonico tras-mette a meraviglia i desideri dei lontani .

Infine durante questa nostra escursione tro-vammo qua e là varie famiglie emigrate daBahia Blanca e da Buenos Ayres . Alcune diqueste avevano fatto educare i loro figli neinostri Collegi di Bahia, i quali conservanoanche presentemente ottimi ricordi dei loroprecettori . In Punta Arenas un giorno feciattenzione ad un giovane sui sedici anni cheentrava in chiesa con molta modestia, facevabene la genuflessione e quel ch'è più si accostòai Santi Sacramenti con molta divozione . Di-ceva tra me : Pare proprio un figlio di DonBosco. Chi sa ancora che non venga da qual-che Collegio Salesiano! Mi volli accertare eseppi che era stato educato nel nostro Col-legio Salesiano di Valparaiso . Ora è impie-gato in un negozio di questa città ; ma nonpassa domenica che non venga alla Messa, equando può fa la S . Comunione . I nostri Col-legi danno buoni frutti .

Ora è tempo di ammainar le vele. Mi accorgoche sono stato troppo prolisso, ma a toglìerec'è sempre tempo. I luoghi toccati sono piùo meno quelli degli armi passati, per cui noncredo dover ripetere tutti quei nomi che perlo più sono indiani Seebaike, Korpenkaike,Ottehaike e via dicendo con questi aike .

Dovrei ancor dire che il Ch. Mosso caddetre volte da cavallo, senza però essersi fattomale, e che il mio cavallo un giorno si spro-fondò in un terreno mobile (tembladero) efu un vero miracolo che mi sia riuscito a ri-trarvelo. Ma sono piccole avventure, insepa-rabili da questi viaggi, che non vale neppurpiù la pena di raccontare. Ci imprestaronoventi cavalli ; ne abbiamo stancati diciotto, eritornammo a casa con diciasette per averlasciati gli altri ai nostri confratelli di Gal-

legos. Feci un centinaio di battesimi, altret-tante cresime ed una sessantina di Comunioni .Tutto questo in 63 giorni di missione, per-correndo 705 leghe a cavallo ossia 3 .525 Km .!Salutandola rispettosamente, Le chiedo, amatoPadre, la sua benedizione e, baciandole lamano godo professarmi con stima e ricono-scenza

Della S. V. Rev.maUmiliss.mo ed obb .mo figlio

Sac. MAGGIORINO RORGATELLO

EQUATORE

Dall'esilio alla Patria .(Relazione di D. Guido Rocca)

REVERENDISSIMO SIG . DON RUA,

Quito, 24 maggio 1900:

In questi momenti in cui dispongo d'unpo' di tempo, mi occuperò nel darle partico-lareggiate notizie della Casa di Quito, e ditutte le peripezie che accompagnarono il mioviaggìo e la mia permanenza fino al presentenella Capitale della Repubblica del S . Cuore.Sono certo che saranno lette con interessenel Bollettino Salesiano, mentre serviranno abenedire una volta di più la Divina Provvi-denza, che dirige sempre gli avvenimenti aisuoi imperscrutabili fini .Partenza da Santiago del Chilí - In Iquique- Il giovane elegante per necessità-InArequiipa - Santuario a Maria Ausiliatrice

Il giorno 4 di ottobre dell'anno 1899, dopovarie settimane di dubbi ed incertezze, mi fupartecipato da Mons. Giacomo Costamagna,che per ordine di V. S . R. doveva prepararmia ritornare in Quito per assumervi la dire-zione della nuova nostra Casa che si edificavain Tola. Questa notizia, quantunque m'im-pressionasse per le gravi difficoltà che sipresentavano, mi ricolmò di gioia, giacchè,dopo l'Italia mia patria, nessun' altra nazioneamai più dell'Equatore per l'immenso suocampo di lavoro e perchè consacrata in modospeciale al Divin Cuore di Gesù. Mi fu as-segnato un compagno di viaggio e si fissò lapartenza da Santiago del Chilì pel 16 ottobre .

Nulla Le dirò, Rmo . Padre, dei preparatividel viaggio che consistevano specialmente nelprocurarmi il corredo conveniente pel trave-stimento con cui io doveva viaggiare, e menoancora della piccola festa di commiato, chesalesiani, alunni e signori dell'alta societàSantiaguena mi offrirono alla vigilia delviaggio. Solo Le accenno di volo la modestafunzione che si celebrò nella Chiesa di Maria

Ausiliatrice del Collegio di N. S. del Car-mine. Di buon mattino insieme col mio compagno lasciai la casa del Patrocinio di S . Josè ; vicelebrai la Messa della Comunità e dopo diaver ascoltato gli ultimi consigli di Monsi-gnor Costamagna, ricevemmo la sua specialebenedizione, il più prezioso dono che porta-vamo per il nostro viaggio . Egli ebbe la bontàd'accompagnarci fino alla vettura che dovevatrasportarci alla stazìone ferroviaria, e li ful'ultimo abbraccio e l'ultimo addio, tanto piùtenero quanto più incerto era l'avvenire chela Provvidenza ci preparava . Ci accompagna-vano bensì sin da quel momento le preghieredei salesiani e degli alunni di tutte le casedel Chilì, ai quali ardentemente aveaci rac-comandati Monsignore, finchè giungessero no-tizie del felice nostro arrivo .Sommamente necessarie erano per noi le

preghiere dei nostri confratelli e dei giova-netti, giacchè il nostro viaggio e ritorno al-l'Equatore presentava serie difficoltà, a ca-gione delle condizioni politiche di quel paese .Dominava ancora nella Repubblica del SacroCuore di Gesù, la persecuzione al Clero el'odio alla religione, personificato nel partito ra-dicale ; occupavano ancora le prime magistra-ture gli stessi che avevano espulso da Quitoi figli di D. Bosco, decretando il loro viaggiod'esilio attraverso lo foreste del Pailon ; ilnome salesiano si udiva ancora in quella Re-pubblica con rabbia ; aggiungasi la recentepromulgazione dell'iniqua legge del Patronato,attentato terribile contro la libertà dellaChiesa, e tornerà facile immaginare qualefosse la prospettiva della nostra impresa . Nonstavano lungi da noi i pericoli d'una nuovaprigionia, d'un secondo esilio ; senza la pro-tezione speciale della Divina Provvidenza nonci sarebbero mancate serie ostilità, che avreb-bero potuto impossibilitarci persino l' in-gresso nel porto di quella Repubblica, e re-sterebbe quindi sfruttato tutto il nostro intentodi riaprire quel Collegio. Ma Dio aveva par-lato per mezzo dei Superiori e convenivaobbedire ; tuttavia superiori e confratelli nondissimulavano i loro seri e fondati timori .Nelle 5 ore di ferrovia da Santiago a Val-

paraiso, la mia mente perdevasi tra i soaviricordi che lasciava nel Chilì ed i pericoliche m'attendevano . A Valparaiso fummo ri-cevuti assai cordialmente da' Superiori econfratelli ; molto allegri furono i due giorniche passammo in loro compagnia, mentreio disponeva le ultime cose per il viaggio .Da principio aveva ideato di fare il viaggiodirettamente da Valparaiso a Guayaquil, maragioni di prudenza e consigli di persone di-stinte e amiche mi determinarono a dividerloin tratti, dimorando nelle nostre case di Iqui-que, Arequipa e Lima, .

Così fu ; il 17 salpammo da Valparaiso sulvapore Serena ed il 22 giungemmo ad Iqui-que, non aspettati dai nostri confratelli, i qualiperò ci accolsero molto bene e ci ricolmarono

di cortesie nei tre giorni d'attesa dell'altro va-pore. Ha quel Collegio una bella Chiesa, che,grazie allo zelo del suo Direttore, non lasciadi produrre copiosi frutti di salvezza mediantela divozione a Maria Ausiliatrice, molto ve-nerata dai buoni abitanti di Iquique . Poteisempre celebrare la, mia Messa all'altare dellanostra buona Madre Maria , ricolmandomiquesto di conforto, giacche, conosceva ben ioquanto avrei avuto bisogno dei suoi favori.

Il 25 di ottobre partimmo da Iquique sulvapore alemanno Serapis. Ma qui incomincia-vano la difficoltà. Non era possibile entrarenell'Equatore in veste talare, sia per esserestato esiliato da quel paese in compagnia delcompianto D . Calcagno, sia per le circostanzepolitiche della Repubblica, epperciò convenivaviaggiare in incognito in abito da secolare .Ciò non lascia di essere un grande sacrificio,ed in Iquique dovetti farlo offrendolo al Si-gnore ; così che da questo punto la S. V. mi vedecambiato in un giovane elegante, in un in-gegnere con baffi e barba, con bastone edocchiali, molto lontano dal far sospettare inlui il sacerdote ed il religioso . Così giun-gemmo il 27 a Mollendo, dove ci fermammoun giorno in un albergo per aspettare il trenoche doveva condurci ad Arequipa .

Devo qui raccontare un incidente che provauna volta di più quanto delicata e difficilefosse la mia situazione . Nel giungere un va-pore al porto, una moltitudine di servitori dialberghi circondano i passeggieri come tuttisanno. Così avvenne all'arrivo del nostro Se-rapis. Io per isbrigarmi più presto, mi ac-cordai col primo che si presentò consegnan-dogli lo valigie e col mio compagno mi di-sposi a . seguirlo. Ma quale non fu la miasorpresa, allorchè mi accorsi di venire con-dotto all'albergo medesimo in cui otto mesiprima aveva alloggiato per due volte nel miopassaggio per Arequipa andando al Chilì !Per una di quelle tante casualità che si dannonella vita, fummo introdotti nella stanza me-desima dell'altra volta ; ma il più importantefu l'incontro col proprietario dell'albergo, unitaliano, il quale naturalmente mi dovette ri-conoscere, come sull'istante lo riconobbi purio. Dico che dovette riconoscermi, giacchèsebbene in mia presenza solo avesse osato dimanifestare indirettamente i suoi dubbi col-l'indirizzarmi domande capziose, alle qualinaturalmente risposi con molta franchezza edisinvoltura, seppi di poi che apertamenteebbe a dire ad altra persona che io dovevaessere sacerdote, avendomi egli visto altravolta nel suo albergo coll'abito talare . Perquesto io desiderava di partire quanto prima,ma non c'era alcun treno diretto per Arequipase non il giorno seguente.

Arrivammo a questa città, situata alle faldedel Misti, il 28 verso sera, senza essere at-tesi dai confratelli. Il mio desiderio era difare loro una gradita sorpresa e provare nellostesso tempo se mi avessero riconosciuto ; e

fu ben grande in verità la sorpresa di quel-l'ottimo Direttore e dei Confratelli, i qualinoti tardarono a riconoscermi ed a rallegrarsipel mio passaggio nella loro Casa. Rima-nemmo con essi tre giorni, che trascorserorapidi come rapide sono sempre le ore dellagioia. Questa Casa si può chiamare con ra-gione il trapiantamento del Collegio di Quito,giacchè Superiori e Confratelli tutti apparte-nevano a quello ed alla succursale di Sangol-quì ; per cui noi eravamo l'oggetto della loroaffezione e gratitudine, essendo destinati a ri-tornare all'amata patria. Anzi, volendo essi ma-nifestare in qualche maniera questi sentimenti,alla vigilia del distacco c'improvvisarono unapiccola accademia, nella quale parlò solo ilcuore e si evocarono i ricordi del nostro Equa-tore e del primo loro Superiore D . Calcagno .

Succedette parimenti un'altra cosa che nondevo passare in silenzio . Durante l'esilio siricorderà, R .m° Padre, che D . Calcagno innome di tutti aveva fatto voto di edificareun Santuario a Maria Ausiliatrice se fossimousciti salvi dai pericoli ed in particolare dalnaufragio che ritenevamo certo nelle acquedi Esmeraldas . Trovandomi io di passaggioin questa casa di Arequipa unitamente aglialtri Superiori esiliati, ratificammo la pro-messa, dichiarando che il Santuario di MariaAusiliatrice che si edificherà in Arequipa,sarà il compimento del nostro voto, per cuinell'abside della Chiesa si collocherà unalapide coi nomi degli esiliati, obbligandosiciascuno in particolare di concorrere secondole sue forze al compimento del Santuario .

Il giorno 31 dovemmo abbandonare quellaCasa per seguitare il viaggio verso Guayaquil .C'imbarcammo sul vapore Aconcagua, rima-nendo un giorno e mezzo in Callao, dovepotei visitare quei confratelli e celebrare laMessa nella cappella delle nostre Suore . Nel-l'imbarcarmi col compagno in quel vapore,successe un'altra delle strane casualità chenon mancò di recarmi dispiacere e tenermi unpo' preoccupato . Trovavasi cameriere in quelvapore il medesimo che aveva servito sul va-pore Loa, nel quale pochi mesi prima ioaveva viaggiato da Mollendo a Valparaiso,per la durata di nove giorni . Detto camerieremi riconobbe sull'istante e nel domandargliuna cabina più centrale, con gran sorpresal'udii rispondermi: « Padre, non ve n'è altradisponibile .» All'udire tal titolo (che in quellacircostanza risuonava male alle mie orecchie,giacchè importavaeni molto di essere com-pletamente sconosciuto), procurai ostentarmipiù che mai secolare. Ottenni perciò d'allon-tanare dal cameriere l'idea che io fossi unprete travestito, giacchè più nulla disse inproposito, neppure indirettamente, durante i9 giorni che facemmo il viaggio a bordo del-l'Aconcagua, il quale l'8 di Novembre alle 9del mattino, gettava l'àncora nel fiume Gua-yas di fronte alla perla del pacifico, la cittàdi Guayaquil .

(Continua .)

IN FASCIONictheroy (BRASILE) . - Il Collegio Santa Rosa

all'inaugurazione del monumento dello scopritoredel Brasile . - Ci scrivono e noi benchè un po'in ritardo pubblichiamo, perchè è un fatto degnod'essere ricordato negli annali della nostra PiaUnione. « Ai tre di maggio scorso ricorreva pel Bra-sile una data assai memorabile . Si compivano 400anni dacchè la mano dell' Onnipotente guidava aqueste remote spiaggie le navi dell'Ammiraglio por-toghese Pedro Alvares Cabral. Una tale ricorrenzaha eccitato in modo veramente ammirabile il giàassai noto patriottismo dei Brasiliani ed in tutteparti, specialmente nella capitale, si prepararonofeste straordinarie .» L'amatissimo nostro Direttore, per assecon-dare l'entusiasmo dei ragazzi e specialmente perdimostrare una volta più che i Salesiani educanola mente dei giovani al retto sapere ed il cuoreagli affetti giusti ed ordinati al sommo bene, cifece una gratissima sorpresa. Venne annunziatauna passeggiata generale da darsi nel mattino delgiorno tre. Tutti si prepararono e alle otto emezza uscivamo dal Collegio . Quattrocento gio-vani vestiti nel loro nitido uniforme e precedutidalla banda istrumentale attiravano l'attenzionedi tutti ed un popolo numeroso si agglomeravasulla via per osservare questo spettacolo del tuttonuovo. Verso le nove arrivammo al Ponte dasBarcas . Qui ci aspettava una barca a vapore spe-ciale ; vi salimmo tutti e dopo alcuni istanti que-sta prendeva il largo tra i dolci concenti dellabanda e gli allegri evviva dei giovani .» Il cielo era prima ricoperto di dense nubi ;poi cominciò a rasserenarsi ed in breve il sole_appariva a rendere più incantevole, più ammirabile questa magnifica baia, la più bella forse cheesista. La nostra barca frattanto si avanzava conbastante velocità e dopo circa mezz'ora di viaggio,fissando attentamente lo sguardo davanti a noicome vecchio sartor fa nella cruna, cominciammoa scorgere lontano lontano, sulla spiaggia di Riode Janeiro, un formicolio straordinario di popolo .Allora si comprese la felice idea del nostro caroSuperiore : dal mare noi avremmo potuto assisteremolto bene alla messa campale . Ancora pochi mi-nuti e non ci trovavamo più che a pochissimadistanza dalla spiaggia . La barca si fermò e noipotemmo godere uno spettacolo proprio imponente .» Avevano innalzato un'alta croce con ai latidue palchi : uno per Sua Ecc. R.ma l'Arcivescovodi Rio de Janeiro, l'altro per l'Ill .mo Presidentedella Repubblica . In varii punti campeggiavanomagnifici archi trionfali e da tutto parti svento-lavano bellissimi stendardi ed orifiammi . Appog-giato alla croce spiccava un bellissimo altare ri-coperto di fiori e di corone . Il Superiore dei Fran-cescani in Brasile celebrò il Divino Sacrifizio .All'Elevazione lanciaronsi razzi, scoppiarono mor-taretti mentre tutte le bande della spiaggia e lanostra dal mare facevano echeggiare il festosoinno brasiliano . Fu quello uno spettacolo propriocommovente : da tutte parti festeggiavasi GesùRedentore disceso tra le mani del sacerdote ce-lebrante .

» Finita la Messa tutti si diressero al luogo

dove il patriottico amore dei Brasiliani aveva iinnalzato una statua al coraggioso scopritore dellaTerra di S . Croce. La nostra barca pure si mossee con un largo giro andò a, mettersi proprio da-vanti al monumento che sorge a un duecentometri dalla spiaggia . Di là noi ne potemmo otti-mamente presenziare lo scoprimento . Al caderedel tappeto che nascondeva ai nostri occhi PedroAlvares Cabral , le fortezze e tutti i bastimentida guerra cominciarono a dar tiri di cannone, imolti vaporetti a fischiare con tutta forza mentrele campane delle chiese suonavano a festa e tuttele bande l'inno nazionale. Non ci si capiva propriopiù nulla. Come Dio volle, dopo alcuni minutitacquero cannoni e vaporetti e noi mezzo istupi-diti da quell'indiavolato frastuono, potemmo abell'agio contemplare la statua di colui che fustrumento nelle mani di Dio per rivelare almondo incivilito l'esistenza di questa terra vasta,feliz, fecunda e bella - quasi un segundo Edem doscéos mimosa come si esprime un celebre poetaportoghese . Stringe Cabral colla sinistra la ban-diera nazionale ; ha alla destra un ufficiale dimarina ed alla sinistra frate Enrico di Coimbra,il sacerdote che celebrò la prima Messa su terrabrasiliana .Dopo averci lasciato godere a tutto nostro agio

di sì bella visione, la nostra barca cominciò nuo-vamente a muoversi coronando l'impareggiabilenostra gita col visitare i molti bastimenti daguerra ancorati in quell'immensa baia. Arrivandovicino a ciascuna di queste fortezze ambulanti,la nostra brava banda suonava l'allegro inno na-zionale mentre i nostri giovani dalla tolda si sfo-gavano in gridare evviva, con quanta voce ave-vano in gola, ai marinai, alla flotta brasiliana edal Brasile. Quando si giunse a poca distanza dallacorazzata italiana Etruria, la banda suonò lamarcia reale . Non so che impressione abbia fattoai nostri bravi marinai una tale improvvisata,fatto è che tutti si misero sull'attenti e il Capi-tano stesso ci fece il saluto .

» Finita la visita ai bastimenti, la barca co-minciò ad aumentare la velocità ed a dirigersial Ponte das barcas . Alle tredici sbarcavamo e co-steggiando la magnifica spiaggia di Icarahy rien-trammo nel nostro caro Collegio dopo circa seiore di assenza . Tutti i nostri giovani rimaserosoddisfattissimi e, per molti giorni, il tema pre-diletto delle loro conversazioni, era sempre la gitamarittima. I giornali stessi di Rio de Janeiroparlarono di questa nostra partecipazione a festenazionali-religiose, elogiando assai i figli di DonBosco ed il loro metodo di educazione . »- Monumento a Maria Ausiliatrice nel Collegio

S. Rosa . - Rileviamo dai giornali locali come il5 dicembre scorso in quel nostro Collegio siasiinaugurato un grandioso Monumento, Omaggio aGesù Cristo Redentore e al Suo Augusto Vicariosopra la terra il Sommo Pontefice, nel IV cente-nario della scoperta del Brasile e nel 25 anniver-sario delle nostre Missioni d'America. Ci aspet-tavamo una bella relazione in proposito, ma odessa è andata smarrita nel viaggio od il nostrocorrispondente vorrà, prima di comunicarci l'av-venimento, assicurarsi della durata del monu-mento inaugurato . . . Checchè ne sia, noi per oraci accontentiamo di dare l'incisione di questomonuménto che fu designato e fatto costrurre dalnostro confratello Domenico Delpiano ingegnere,e le seguenti generali informazioni .Il monumento è di solida costruzione, elegante

ed ha 37 metri di altezza : in cima si erge la

statua della Madonna di rame dorato . Fu costruttaa Milano dagli scultori Giudici e Del Bo e puòesser illuminata a luce elettrica . Costò circa 120contos de reis .

Alla cerimonia dell'inaugurazione - che fusemplice ma imponente - assistevano il Vescovodi Rio de Janeiro, Mons. F . do Reo Maia, i rap-presentanti del Presidente della Repubblica, delloStato, del Municipio, dell'esercito, della Camera,della stampa e gran folla di popolo . Allo sco-prirsi dell'immagine di Maria la banda del Col-legio suonò l'inno brasiliano e si accesero deirazzi mentre il popolo prorompeva in entusiasticievviva. Dopo la Messa, durante la quale glialunni eseguirono scelti pezzi di musica, il nostroispettore D. Peretto lesse un telegramma inviatodal Card . Rampolla da Roma, per mezzo dell'In-ternunzio, in cui il S . Padre, elogiando l'inizia-tiva e l'esecuzione di detto monumento, impartival'Apostolica benedizione ai benefattori del Col-legio e a quanti erano presenti alla cerimonia .

Viedma (PATAGONIA). - La febbre tifoidea aConessa e l'opera del nostro medico-chirurgo . - Ilconfratello Giovanni Baccis ci scrive, in data 8settembre 1900, queste consolanti notizie : . Ametà dell'agosto scorso la nostra prospera Mis-sione di Conessa sulla riva dritta del Rio Negro,fu visitata dall'orribile flagello delle febbri ti-foidee. Le Suore di Maria Ausiliatrice fecero pro-digi di carità, ed il nostro D . Franchini procuravadi animare la popolazione caduta nella tristezzadella risorte . Si telegrafò al medico del Governoche ha residenza provvisoria in Choele-Choel, mala distanza di 200 chilometri spaventò il dottore,che rispose non poter prestarsi ai loro bisogni .Allora non vi fu rimedio e telegrafarono al medicoSalesiano D . Evasio Garrone residente in Viedma,distante pure 200 chilometri, descrivendo la lorotriste e disperata situazione . Pertanto il giorno23, di agosto D. Garrone partiva da Viedma nelnostro piccolo brek di missione in compagnia delloscrivente che conduceva i cavalli .

» Durante quei 200 e più chilometri di camminofummo visibilmente protetti dal cielo, poichè ifreddi e gagliardi venti, la pioggia continua, ipiccoli canali e le lagunette straripanti di acquapiù di una volta ci impedirono di andar oltre. Itre giorni di viaggio furono tre giorni di moltosoffrire, ma D . Garrone si rallegrava al pensierodi poter liberare da una imminente catastrofetanta povera gente che gemeva immersa nel piùprofondo dolore . A 12 leghe da Viedma in unpunto chiamato Cabanea furono presentati al no-stro medico non pochi ammalati, dei quali alcuniin uno stato gravissimo : egli dovette vegliaretutta la notte per curarli. Nella piccola coloniaFrías, dimenticandosi di se stesso e facendositutto a tutti, D . Garrone potè pure asciugare moltelagrime ed impedire tante disgrazie nelle famiglie .Compiuta l'opera sua, senza riposare un momento,riprese il viaggio per Conessa .

» Impossibile mi è descrivere l'entusiasmo concui fu ricevuto il medico Salesiano . Appena po-terono vedere in lontananza la piccola vettura,molti gli vennero all'incontro ed il suo ingressonel paese fu un vero trionfo . Gli fu subito offertauna modesta refezione, alla quale non potè rifiu-tarsi, poiché, erano più di 14 ore che non aveapreso cibo di sorta . Finita in fretta la modestacena, fu subito assediato da un gran stuolo dipersone ; ognuno lo voleva in casa sua ; tutti ave-vano infermi da raccomandare . D. Garrone si

mise all'opera quantunque fosse di notte e si tro-vasse assai stanco pel viaggio : solo a tardissimaora potè prendere leggero riposo per ricominciareall'alba seguente la sua missione di medico e disacerdote . Il paese era rinato ed il nome di que-sto figlio di D . Bosco correva di bocca in boccacon accento di venerazione e colle espressionidella più sincera riconoscenza . Le famiglie ed iloro ammalati dissiparono presto dalla loro mentei sinistri presentimenti di abbandono e di dispe-razione e riaprirono il cuore alla speranza, laquale è più forte quando è sorretta dalla reli-gione. D . Garrone non si contentò di visitaregli infermi e distribuire medicine, una aiutato daipiù volenterosi, si accinse anche all'ardua faticadi disinfettare tutte le case ed isolare gli attac-cati dal morbo contagioso . Dopo quattro giorni didimora in Conessa e di lavoro indefesso il me-dico poteva dire di avere quasi circoscritto ilmale : effettivamente gli ammalati andavano mi-gliorando e la mortalità andò sensibilmente di-minuendo. Allora crebbe il giubilo nella popola-zione e mille azioni di grazie si elevarono alcielo . Prima di partire D . Garrone lasciò medicine,avvisi, soccorsi e profondamente commosso perla gratitudine e bontà di quella cara gente partìbenedicendo Iddio pel bene operato .

Salvi per miracolo!Eravamo ai 14 dello scorso novembre ed

io col confratello Bassignana, montati su diuna carrozzella, andavamo alla volta di Forlìper ossequiarvi S. E. R.ma Mons. ScozzoliVescovo eletto di Rimini. Il viaggio era pia-cevole, il cielo sereno e l'aria mite della no-stra Romagna ci accarezzava lietamente . Sidiscorreva di cento diverse cose, quando, enon so neppur io spiegarmi il come, un pen-siero mi attraversò improvviso la mente : nonsi è recitata la preghiera a Maria Ausilia-trice per il buon viaggio. Immantinente neavverto il confratello e come per ripararel'involontaria omissione diciamo la preghieracon fervoroso slancio. Poi come sicuri dellaprotezione di Maria io prendo a leggere, edegli attende a guidare il cavallo che trotte-rellava nella strada sgombra. Giunti in vistadi Forlì a tre chilometri circa, e, precisamentesopra un crocevia, sbuca dietro una siepeun contadino con cappello bianco a larghetese conducente su d'una carriuola alcunisarmenti. A quella improvvisa apparizione,il cavallo impenna, si slancia e con un re-pentino scarto si getta alla parte opposta al-l'orlo dì largo fosso. Il confratello con unatremenda strappata di morso riesce a porloin via, ma non sì tosto che la ruota non urtitremendamente in un termine stradale . Fu

Grazie di Maria Ausiliatrice

» Lungo il viaggio dovette fare molte stazioni,poichè al suo passaggio venivano portati su carriparecchi ammalati affinchè li visitasse e desseloro le opportune medicine. In un punto moltolontano e solitario gli fu sbarrata la strada daun indio, che per carità implorava si portasse avisitare un suo infermo in grave pericolo . Piovevaed il sentiero che conduceva alla povera capannanon permetteva al piccolo brek di passarvi : cosìgli fu giuoco forza che discendesse ed andasse apiedi più di due chilometri . Quivi ebbe la con-solazione di fare tutto il bene desiderato all'animaed al corpo di quel povero indio .» La pioggia ci accompagnò durante tutto il

viaggio che fu continuamente interrotto dallecontinue visite e dalle dimostrazioni della piùviva riconoscenza di tanti poveri indii, sparsi perl'immensa solitudine della Patagonia. Le medi-cine che caritatevolmente si distribuirono supera-rono il valore di 300 pesos argentini . Sfinito diforze per le sostenute fatiche il valoroso D . Gar-rone arrivò fra i cari confratelli di Viedma, be-nedicendo una volta più la bontà infinita di Dio,che tante maraviglie si degna operare per mezzodi questi suoi poveri missionari . »

tale il colpo, che ci sbalzò di peso a terra,e la carrozzella in uno sfasciume di molleed assi infrante ci piombò addosso. Eravamolà sotto come schiacciati, quando il cavalloinfuriato prese nuovamente la corsa trasci-nandosi la carrozzella, che strisciò sui nostripoveri corpi. Noi dovevamo rimanere mortie per tali ci credettero alcune persone prov-videnzialmente accorse in nostro aiuto . MaViva Maria Ausiliatrice! tolto un po' di tra-mortimento ed una leggera scalfittura ad undito della mano destra e alla clavicola delpiede sinistro ne uscimmo tutti e due sanie salvi! Potente Ausiliatrice dei figli di DonBosco, di questa e di mille altre grazie aTe lode in eterno !

Faenza, 26 novembre 1900 .Sac. G. B. RINALDI

Direttore dell'Istituto S . Francesco di Sales .

Gaetanello è guaritoLa sera del 3 agosto scorso ricevo da una

mia sorella un telegramma in questi termini :- Bambino ammalato gravemente ; se desiderivederlo vieni subito . - Poveri sposi! Era laloro gioia, unica gioia, il caro Gaetanello, edora se lo vedevano innanzi morente ! La lun-ghezza del viaggio, gli uffici del mio mini-stero m'impedirono di recarmi a consolarequelle creature . Ma a loro pensava Maria

Raccolsi la mia famiglia : pregammo tantotanto la Madonna Ausiliatrice, ed io nel miosegreto promisi un'offerta e la pubblicazionedella grazia, se ci fosse stata concessa . Tregiorni dopo ricevo dalla sorella queste no-tizie : - Ti telegrafai perchè vedeva oramai ilcaso disperato . Era il povero Gaetanello più dilà che di qua : tutti giudicavano avesse a du-rarla poche ore. Però posso ringraziare la Ma-donna, chè fu come miracolo . In poche ore feceun miglioramento straordinario ed improvvisospererei che ormai fosse fuori pericolo. - Talemiglioramento improvviso era accaduto proprioin quel momento che io faceva la promessaa Maria Ausìliatrice ! Dopo pochi giorni, per-fettamente guarito dalla triplice gravissimamalattia, egli tornava ai vezzi ed ai trastullidi prima. Compreso adunque dalla più pro-fonda gratitudine, invio l'offerta di L. 10chiedendo per me e per i miei la benedizionedi Maria .

Rosà (Vicenza), Novembre 1900 .Sac . GIOVANNI FERRARESE .

Callao (CHILì) . - Da parecchio tempo io stavain letto con febbri gastriche, senza speranza diguarire tanto presto, anzi da qualche giorno, nep-pur di notte poteva prendere assolutamente ri-poso . La domenica delle Palme, i sintomi dellamalattia si manifestarono più allarmanti ed ildottore giudicò grave il caso temendo una con-gestione celebrale . I miei dolori alla testa eranoacutissimi, mi pareva proprio di diventare pazza, e,rassegnata mi preparava già al passo tremendo dellamorte. Però il Signore altrimenti dispose. Veden-domi la mia Superiora in sì doloroso stato, miesorta a raccomandarmi a Maria Ausiliatrice chie-dendogli la guarigione . Tutte le mie sorelle siuniscono meco nella stessa preghiera e la nostrabuona Madre Celeste m'esaudisce . Tosto i miei do-lori si calmano e prendo sonno . Mi sveglio dopocirca un'ora senza febbre : ogni sintomo allar-mante era scomparso ed io ero guarita . O Ver-gine potente, a Te, piena di gratitudine, sacro lavita che mi ridonasti !

19 novembre 1900 .Suor ANGELA CAVALLO .

Milano . - Con l'animo pieno di riconoscenzasento il dovere di deporre ai piedi di Maria Au-siliatrice i miei voti di ringraziamento per segna-lata grazia ricevuta. Nel gennaio dell'anno scorsomi trovava gravemente inferma e soffriva assai .Il male peggiorava sempre di giorno in giorno inmodo che il medico dichiarò doversi ricorrere adun'operazione chirurgica . Io non sapeva risolvermimancandomi il coraggio per sottopormivi . In talefrangente, consigliata da pia persona, cominciaiuna novena alla Vergine Ausiliatrice promettendodi far pubblicare la grazia sul Bollettino Salesianoe di fare una piccola offerta. La grazia non sifece aspettare. Il primo giorno della novena sentiisubito un leggero miglioramento e andò semprecrescendo tanto che al nono giorno io era perfet-tamente guarita. Ora adempio alla promessa man-dando la mia offerta ed esclamo coli viva ricono-scenza : Viva Maria SS. Ausiliatrice .

15 settembre 1900 .ROSA MARIA COLOMBO .

Mombercelli. - I miei cari tutti piangevanointorno al mio letto aspettandosi di vedermi damomento a momento dare il supremo respiro . Inseguito a due forti emorragie non arrestate senon quando era quasi esangue, i medici mi ave-vano disperata della salute, dicendo che per sal-varmi sarebbe necessitata una difficilissima ope-razione, non possibile nello stato in cui mi trovava .Quindi già viaticata aspettava la morte. In queisupremi istanti volai col pensiero a Maria Ausi-liatrice e promisi di fare un'offerta al suo altarese mi avesse ridonata ai miei parenti e special-mente ai miei figli che abbandonava teneri or-fanelli . Cominciai a migliorare un po' ; subii l'ope-razione con una forza ed un coraggio come se maifossi stata ammalata ed ora la mia guarigione èassicurata. Maria Ausiliatrice fu la mia salute .

28 dicembre 1900 .FERRERO MARIA .

Momo (NOVARa) . - Ho avuto la bella sorted'incominciare il secolo xx sotto gli auspizi dellaCeleste Madre Maria Ausiliatrice, e lieto innalzol'inno della mia gratitudine alla sua materna pro-tezione . - Da venti giorni io soffriva atrocementedolori spasmodici all'intestino, in causa di unaforte infiammazione che mi sorprese all'improv-viso. Fin da principio il medico curante mi giu-dicò in gravissimo pericolo, e temeva altre peri-colose complicazioni . Mio padre ed i miei parentigemevano nel più profondo dolore ; io era presoda un furioso delirio . Già trattavasi di chiamarmedici di altre città ; ma appena mi furono ces-sati alquanto i dolori, subito pensai ad un altromedico, ben più dotto e più potente di quelli, aiquali si voleva ricorrere. Il pensiero di darmi to-talmente nelle mani di Maria, d'affidarmi allasua cura materna, e di manifestarle i miei bisogni,tosto prevalse : feci una breve orazione, e quindile promisi che se al principiar del nuovo secoloio avessi ottenuto la guarigione, avrei fatto pub-blicare la grazia insigne sul Bollettino Salesiano .E la grazia tanto aspettata venne . Al presentenon si può dire ch'io sia perfettamente guarito,ma ogni giorno vado migliorando. Ed ora, inadempimento della promessa, rendo pubblica lagrazia a maggior gloria di Maria Ausiliatrice eda conforto dei divoti .

11 gennaio 1901 .Rossi Ch. GIUSEPPE .

Negrar (VERONA) . - Mandiamo questa poveraofferta, quale segno di riconoscenza a Maria Ver-gine Ausiliatrice, per averci ridonata quasi mira-colosamente la nostra bambina Maria . È stataessa assalita da una forte febbre tifoidea che inotto giorni ce la condusse agli estremi . Nellanotte del decimo giorno la bambina dava appenasegno di vita e si aspettava di momento in mo-mento che dovesse rendere l'ultimo respiro . Tuttidi famiglia desolati ci mettemmo ad invocare laMadonna, Aiuto dei Cristiani . La invocammo perben cento volte col titolo : Auxilium Christianorum,ora pro nobis; e la cara Madonna non ci lasciòsenza conforto . Terminata la preghiera, la bam-bina aprì gli occhi, incominciò a migliorare, enel mentre i medici ce l'avevano data ispedita,ora è in piedi, e sana e salva ringrazia con noi laMadonna per la guarigione ottenuta.Voglia ancora la Vergine benedetta farci la

grazia delle grazie, di far cioè crescere tutte lenostre creaturine buone, virtuose, degne figlie diMaria Immacolata.

13 dicembre 1900 .BANTERLE LUIGI e FEDRIGO ELISA .

Ottennero pure grazie da Maria SS . Ausilia-trice, e pieni di riconoscenza inviarono offerteal suo Santuario di Torino, o per la celebrazionedi S. Messe di ringraziamento, o per le MissioniSalesiane, o per le altre Opere di D . Bosco, iseguentiA*)-Albino (Bergamo) : Lavelli Paolo, L . 100 per la

guarigione di sua moglie che era ridotta a fin di vitae disperata da tutti i medici . Tutti i mali si eranodato l'appuntamento nel corpo di quella poveretta :mal di cuore, dilatazione del ventricolo, mal di fegatoinfiammazione intestinale ecc ., Sacramentata e ridottaagli estremi il Sacerdote le raccomandava già l'anima :Maria Ausiliatrice non permise che morisse ed ora èin piena convalescenza e spera di venir presto a rin-graziare la Madonna nel suo Santuario di Torino .- Albenga (Bergamo) : Rota Carlo, 20 in rendimentodi grazie per favori ottenuti e per impetrarne altri .- Agliano d' Asti : Tirello Maria, 3 per grazia -Alice Belcolle : Ottazzi Margherita , 2 per Messa diringraziamento-Asti : Dezani Giuseppe, 5 con Messadi ringraziamento .B) - Belforte Monferrato : Bosio Anna n . Alloisio, 10

con anello d'oro per l'ottenuta guarigione della figliaEmilia - Benevagenna : Ellena Maria, 3 : ContessaDelfino Monti di S . Giorgio, 2 per grazia. - Berca diCanneto Pavese : Repetti Luigia, 6 a nome di pia per-sona per grazia - Binasco (Milano) : Gualchi Don Pie-tro, Rettore Emerito, 20 per le Missioni- Bologna : L . G .V. M . , 200 per grazia ottenuta . - Bolsena (Roma)Marianna Dettarelli, 4 per aver avuto il figlio ora sa-cerdote, liberato dalla leva militare -Bolzaneto Murta :Bordo Angela, 1 per ottenere grazia speciale : Caves-sale Giovanni, 5 per l'ottenuta guarigione d'una suabambina: Parodi Luigia d Giuseppe, zelatrice sale-siana, 2 raccomandando caldamente il figlio Antoniobisognoso di grazia speciale : Mario Cambiaso per ot-tenere più grazie . - Brogliano (Vicenza) : PedonEugenia, maestra, 3 di cui 2 a nome di pia donna delpaese che ebbe il figlio guarito da penosa infermità .- Brookside (Nord America) : Giuseppe Vezzetti, 5 conMessa di ringraziamento per esser stato guarito, dopoche i medici l'avevano dichiarato spedito, da fierapolmonite - Busto Arsizio : Pozzi Bellingardi Caro-lina, 10 di cui 7 da parte di Rosa Galazi per grazia .C) - Callao (Perù) : Una Cooperatrice Salesiana rin -

grazia la Madonna per il felice esito di dolorosa ope-razione subita da suo padre e per il ritorno di luialle pratiche di nostra santa religione . = CaltanisettaLanzirotti Vittoria . - Carpeneto d'Acqui : R . C . , 20per grazia . - Cava Manara ; Uldoni Enrico, avendofatto ricorso alla Madonna venne liberato insperata-mente dalla prigione dove, benchè innocente, era rin-chiuso quale autore di un incendio : - Rissone Leoneringrazia pure la Madonna per uno stesso favore . Egli,quantunque colpevole, per le preghiere innalzate dallasua madre alla Vergine Potente, potè aggiustare ognicosa colla giustizia e riacquistare la sua posizionenella società . - Casale Monferrato : Preda Annetta, 5per grazia. - Castelnuovo Calcea : Allutone Antonioper ottenuta guarigione . - Cefalù : Choggia Giusep-pina, 4 in rendimento di grazie per averlo Maria SS .liberata la madre da parecchi mesi di carcere . -Chiavari (Genova) : Lugaro Bordi Teresa, 5 con Messadi ringraziamento . - Chironico (Canton Ticino) : Cat-terina Pedretti, 10 per grazia . - Codevilla (Pavia)Campanini Camillo 6,30 per promessa fatta . - Colle-sano : Pontani Concetta, 2 e Pontani Flavia, 2 pergrazia - Comete di Ruino (Pavia) : Bisio Nicoletta, 2per Messa di ringraziamento . - Conzano (Alessandria)Scagliotti Maria, levatrice, 3,20 con Messa. La stessainviò pure altra volta L . 4 per altra grazia .- CodognoGrassi Rosina ved ., 10 per ottenuta guarigione - Cre-mona : Zamboni Anna, 5 per grazia ottenuta e per ot-tenerne altra .D) - Diano d'Alba : Stresia Matilde .- Delebio (Son-

(*) L'ordine alfabetico qui segnato è quello delle città e deipaesi, cui appartengono i graziati da Maria Ausiliatrice .

drio) : Mombretti Arialdo, 5 a nome di BernasconiMaria sua madre per grazia-E) -Entraque : Leone Antonino, 5 per grazia .F) - regine : Grasso Francesco, 1per ottenere pronta

guarigione : Grasso Pietro, 1 idem : una pia persona,per preghiere secondo la sua intenzione . - Fezzano :Lucchini Narciso, 5 per la pronta guarigione di unasua figlia e per altra grazia . - Firenze : Un devotodi Maria Ausiliatrice, 1,20 per grazia ottenuta . - Pos-sano : Annetta B.G) - Gallarate : Cattaneo Giuseppina, 5 per grazia .

- Gerra Verzasca (Canton Ticino) : Besimo Teresa, 1per grazia . - Giarola (Pavia) : Draghi Adelaide, 4 perMessa di ringraziamento.- Gordona : Sac. GiacominiBeniamino, 5 per grazia .L) - La Salle (Aosta) : Sac. N. Treves Vicario, 8,20

con Messa di grazie . - Limosano (Campobasso) : Co-vatta Battista,M) - Mazano (Valpolirella) : Lavarini Domenico, 10per Messa di ringraziamento essendo guarito da diu-turna e noiosa gastrite intestinale . - Masero di Scar-magno : Ardissono Teresa, 2 per Messa di grazie . -Mirano (Venezia) : Massuato Luigia, 10 di cui 3 peraltra pia persona pure graziata . - Mondaino (Forlí)Renzi Augusto, 15 per grazie . - Montemagno : FerraroRosina, 3 per due Messe di cui una di grazie .N) - Nevi Ligure : Guassolo Antonio, 2 : Repetto

Clemente, 2 per grazia .O) - Orvieto : M. P., 2,50 per due Messe .P) - Pavia : Depissis Giuseppina guarita perfetta-

mente in pochi giorni : Nicolò Colli per esser statasalvata da imminente catastrofe finanziaria : Grec-chi Maria, guarita prodigiosamente da disperata ne-frite che la travagliava da undici anni e che da oltrenove mesi non le lasciava mai un istante di riposo .Il medico stesso riconobbe la grazia straordinaria .-Padola : Demartin Rosina, 5 per grazia . - Passerano :Gay Carlo 1,50 per grazia .- Fiasco (Cuneo) : Barale Bar-tolomeo per sei .Messe di grazie . - Poggio Berni (Forlì) :Carlini Maria, 5 per Messa di grazie . - Puja (Udine) :Poletti Pujatti Maria, 4 per grazia . - Palermo : Lafamiglia di Nicolò Colli per esser stata salvata daimminente catostrofe finanziaria .R)-Riccovolto (Modena) : Vanni D. Giovanni, 7 per

grazie ottenute da lui e da altre pie persone . - Ro-bella di Trino Vercellese : D . R. G. B. R. P- a nomedel padre di Barzano Eugenio, bambino di cinquemesi, guarito miracolosamente da diuturna broncopolmonite . - Romentino (Novara) : Groppetti Mar-gherita per la guarigione del figlio .S) - Saliceto (Cuneo) : Muzio Roddolo Rosa, 15 per

grazia . - S. Carlo : Botti Bartolomeo e Vicenzone Ma-ria, 5 per grazia . - S . Giorgio di Mantova : PolettiLuciano, 5 per grazia. - S . Vittoria d' Alba : MeusioConcetta, 3 per grazia . - Siracusa : Licitra Giovannisuddiacono, 5 per grazia . - S. Martino d'Albaro :Grasso Vincenzo, 1.T) - Torino : Bodoira Lorenzo, 1,20 per grazia : Mar-

tinengo Clara . - Trieste : G, D. ringrazia per la in-sperata guarigione della moglie ridotta agli estremida crudel morbo .V) - Valnegra (Bergamo):Gervasoni Luigia, 5 per

grazia e per ottenerne un' altra . - Vaprio d'Agogna(Novara) : Franzi Tomaso e consorte, 5 per due Messedi ringraziamento . - Varese (Como) Canipiotti Gina,5 per voto fatto . - Verona : Perusi Chiarina .Z) - Zafferana Etnea : Barbagallo G, 10 con Messa di

ringraziamento per aver vinto una causa disperata .X) - Chiarla Caterina, 10 per grazia . - Lovett

Maria, a mezzo del suo consorte, ringrazia la Madonnaperchè trovandosi agli estremi, confortata dai SS . Sa-cramenti, la richiamò miracolosamente da morte a vitadonandole perfetta guarigione . - Grimaldi Aniceto5 per l'ottenuta guarigione di sua moglie . - D. R . ,50 per prodigiosa guarigione del suo figlio, già padredi tre bimbi e caduto dall'altezza di quattro metri .

Il piccone demolitore continua a far l'operasua.Le rive della Senna, quest'estate così

ridenti, sono ora tristi e melanconiche, manon silenziose, perchè squadre di operai si affac-cendano a distruggere quel che altri edificò contanta cura . Un senso di sgomento e di tristezzainvade a questa vista, come dinanzi a tutto ciòche finisceLa grande .Esposizione ormai appartiene alla

storia, ed ora si possono fare le considerazioniche prima potevano essere non solo sgradite, mainopportune .Questo grande avvenimento, che doveva se-

gnare il trionfo del Ministero democratico-socialistafu da tutti - i francesi pei primi - trovato unadelusione, ma non tutti partono nei loro apprez-zamenti da giusti principi . Alcuni dissero chel'Esposizione era una grande fiera ; ma che deb-bono essere le esposizioni, se non sono la mostradi quanto si è fatto, operato, prodotto dalle varienazioni nelle singole arti, scienze, industrie? Nonè questo a mio avviso il torto dell'Esposizione diParigi ; essa fu essenzialmente pagana, ed ebbetutti i torti, tutte le colpe che derivano dal pa-ganesimo .Per la Francia l'Esposizione era un momento

solenne e tale da poter imprimere nella storia unsuggello indelebile . Le ferrovie che ormai solcanole piaghe più deserte ; i battelli che gareggianodi velocità, i moltiplicati mezzi di trasporto po-tevano quasi, per pochi mesi, rendere la capitalefrancese capitale del mondo intero . Ma per irra-diare di tal luce, Parigi avrebbe dovuto ricordarsidi essere la capitale della Figlia Primogenita dellaChiesa : invece abdicò da questa sua grandezza etutti gli altri splendori non potevano essere cheeffimeri .L'Esposizione continuò senza la benedizione di

Dio, e i Francesi meravigliarono che Belgio eSpagna volessero pei loro padiglioni la benedizionedella Chiesa. Allora si disse dagli stessi giornalibuoni : « La grande mostra avrà un successo com-merciale : non ha voluto Iddio per voler solo lamateria, avrà il denaro che è il compenso delleopere terrene . . . » Non ebbe neppur questo, e finda principio si potè ripetere che Iddio : quos vultperdere dementat .

I biglietti d'entrata vennero emessi in tal quan-tità che neppure in un anno avrebbero potutoessere smerciati , donde il disprezzamento e laperdita immediata degli azionisti ; uguale molti-plicazione si fece pei caffè, pei teatri, pei padi-glioni a pagamento , che colla concorrenza sidistruggevano gli uni cogli altri ; le così dette at-

(*) I nostri Cooperatori e Cooperatrici leggeranno con dilettoe profitto queste riflessioni postume scritte intorno alla famosaEsposizione di Parigi dalla Donna Amalia Capello, Dama delS. M . O. Gerosolimitano e nostra benemerita Cooperatrice . Noile riportiamo dal Torneo, giornale della Nobiltà cattolica diFirenze (abbon . annuo L . 5) tanto più perchè provano una voltapiù come la sola religione di G. C . sia la vera fattrice dellaciviltà e progresso

GLI INDIGENI DELLE COLONIE

tractions, erano una sconcezza, e i fallimenti di-sastrosi fecero giustizia della maggior parte diesse. Ma la parte più dolorosa si osservò nellecolonie .

I visitatori serii, dopo aver ammirato i prodottidelle varie nazioni ed essersi estasiati nella R uedes Nations sui loro padiglioni veramente bellis-simi, si dirigevano con interesse verso le colonie,le quali rappresentavano per molti la parte ignotae la più curiosa. Qui cominciava la maggiore delledelusioni . . . . E vero che alcuni fabbricati eranoriprodotti con rara esattezza e precisione ; è veroche sopratutto nell'Indo-Cina si potevano osservarerari tesori ; tuttavia quando uno si rivolgeva allaparte, dirò così, animata delle colonie, si sentivastringere il cuore .

Esseri abbietti cui nessuno cercava rialzare, es-seri brutali venuti in Francia colla sola idea dilucro, impresari di carne umana che avevano ailoro cenni degli infelici, i quali, sia che atten-dessero a qualche lavoro, sia che dessero dei lu-ridi spettacoli avevano sempre l'aspetto di bestieferoci in una gabbia. Ad essi si avvicinava lagente con curiosità, ma non con amore

Vidi più volte quei disgraziati accostare qualchebimbo, che cogli occhi sgranati li osservava at-tento, ma il fanciullo al loro appressarsi si ritiravaatterrito, e le mammine compiacenti davano ra-gione, dicendo : « Viens, vien, ne regarde plus levilain homme! » Il roteare selvaggio delle pupille,il fremito delle labbra tumide dimostravano quantol'insulto e la ripulsa avevano ferito l'indigenosfortunato, ed io pensavo quasi involontariamenteall'Esposizione di Arte Sacra di Torino ove gliindigeni erano trattati come fratelli, dove mis-sionari e suore s'occupavano di essi, vegliandocon cure affettuose : dove ogni visitatore avevaper loro una parola gentile, dettata dalla carità ;che se qualche bimbo impaurito dalle faccie neresi ritraeva con moto istintivo, subito una vocepietosa susurrava : « guardalo è un tuo fratello! »e il roseo visino si avvicinava e cercava di unirsicon una carezza al bruno fratello che veniva dalontano !Oh ! facendo tale raffronto, come si vede che

sotto il benedetto albero di senapa di N . S. GesùCristo prosperano e vivificano quelli che vengonoraccolti, mentre sotto l'acacia settaria isterilisconoquanti son rifugiati !

Di tutti quegli infelici che vennero per l'Espo-sizione il governo ufficiale non curò se avessero

o no un'anima : li radunò in un locale dove pochie insufficienti guardiani dovevano sorvegliarli, edove le donne si abbandonavano a ogni eccesso,mentre gli uomini gozzovigliavano talvolta l'in-tera notte, pur tacendo di repente quando il guar-diano si avvicinava a loro!Il Ministero democratico-socialista li aveva ri-

chiesti per divertire e interessare i loro visitatori :la loro venuta non aveva altro scopo, e la pretesafratellanza non poteva stringere dei vincoli con

all' Esposizione di P arigi *

quei diseredati . Che importa se ai nativi viziavrebbero aggiunto quelli della Francia incivilita?E ricordavo la società pagana in cui Aristotile

stesso vede nello schiavo : lo strumento vivo dell'uomo libero .. . Tanti secoli di cristianesimo, tantisforzi di missionari, erano frustati dai modernipaganeggianti!. . . Verso i primi d'ottobre, oppressi dai primifreddi partivano i poveri indigeni . Malgasci, Su-danesi, Siamesi, Indiani, Chinesi erano stivati neicarrozzoni : dalle finestre delle vetture sporgevano

NECROLOGIAIN questo mese molti sono i be-

nemeriti nostri Cooperatori eCooperatrici di cui dovremmodare breve necrologia, ma latirannia dello spazio ci obbligaa rimandarne alcune ad un al-tro numero. Facciamo però ilpossibile per rendere a tutti il

meritato tributo della nostra gratitudine ;anzi facciamo caldo appello ai nostri Di-rettori, Decurioni e Zelatori a voler essersolleciti in comunicarci tosto, appena lamorte ci rapisce qualcuno di questi ze-lanti nostri Cooperatori o Cooperatrici,meritevoli di speciale menzione, i dati ele notizie più salienti per poterlo pubbli-care in tempo opportuno e senza tropporitardo. Dalla loro puntualità dipende ingran parte la nostra, e quelli che ci pos-sono favorire le necrologie già compilateper la pubblicazione avranno la prefe-renza su quelle che siamo costretti acompilare su semplici dati raccolti dalettere o giornali locali . La buona vo-lontà è cosa ottima, ma non sempre sup-plisce la mancanza di tempo e la dispo-sizione d'animo necessario per vergarenotizie meste e dolorose che meglio siscrivono sotto l'impressione del doloreprovato da chi ha più viva parte nellaperdita di qualche persona cara e bene-merita. Cogliamo intanto l'occasione perraccomandare a tutti i nostri benevolilettori e lettrici di offrire a Dio miseri-cordioso abbondanti suffragi per i con-fratelli e le consorelle defunte della no-stra Pia Unione . Ciò che facciamo aglialtri ci sarà generosamente retribuito allanostra morte dai superstiti. La misurailei suffragi che desideriamo avere dopola nostra morte sarà, nei disegni delladivina Provvidenza, quella medesima che

le loro teste curiose : le donne coi grandi occhineri sbarrati gettavano gli ultimi sguardi su Pa-rigi : alcuni palpavano con gioia le poche lire cheavevano raccolto, ed io pensavo invece ai tristigermi che portavano nel cuore, per aver vistoquanta irreligione vi è in Francia e per esserestati testimoni e vittime della moderna corru-zione pagana .Le mie labbra mormoravano : Dio perdoni alla

Francia questo nuovo delitto : Dio salvi la Francia!

noi usiamo verso quelli che ci precedononel gran viaggio della eternità. Non siamoperciò mai scarsi di suffragi in pro delleanime dei nostri defunti, anzi siamo ge-nerosi con esse dell'atto eroico di ca-rità, il quale è semplicemente uno deimezzi più potenti che la Santa MadreChiesa mette a nostra disposizione permeritarci più prontamente la liberazionedalle fiamme del Purgatorio . Nel numerodello scorso novembre abbiamo trattatodiffusamente di quest'atto eroico, e chidesiderasse averne precisa e dettagliatanotizia non ha che a rileggere quel no-stro articolo, il quale ben meditato èatto a togliere qualsiasi dubbio in pro-posito e a far piovere sulle fiamme delPurgatorio una copiosissima benedizionedi suffragi .

Il Sac. Andrea MartinengoDirettore Diocesano del nostri Cooperatori di Savona

QUEST'ANIMA eletta e nostro fervente Coo-peratore Savonese veniva dall'Angelo

della morte rapito al nostro affetto ed allanostra gratitudine lo scorso dicembre . Sacer-dote colto e pio, Andrea Martinengo passòsulla terra come un'ombra mite e benefica,come un angelo sorridente, come un fulgidoraggio di sole .

Assediato da molteplici e gravi occupazioni,travagliato senza tregua da inesorabile morbo,sempre lieto, sempre sorridente abbracciavacon entusiasmo qualunque causa che potessegiovare alla Relìgione, alla Società, allaPatria, ne mai negò la parola e l'opera sua achi nell'ora del bisogno gli si presentasse .Instancabile propugnatore e Apostolo dei

santi principi cattolici, spinse con un tattoveramente mirabile l'Opera Cattolica Savo-nese a consolanti trionfi, e il suo lavoro mo-

rale e materiale fu seguito da un largo egeneroso sovvenimento di mezzi.

Amante della sua città e della patria gio-ventù, vedendone con dolore il deperimentomorale, si unì a Mons . Ponzone e chiamò aSavona i Figli di D. Bosco, i quali assicu-rati e sostenuti dal suo indefettibile appoggio,incoraggiati dalla sua parola e sovvenuti dallagenerosità del suo cuore munifico, poteronocompiere in mezzo alla gioventù Savonesequel grande bene, di cui quella città cominciaora a raccogliere il frutto. Si fece tutto atutti : la sventura, il bisogno, le difficoltà tro-varono sempre nel suo cuore immenso il bal-samo, il consiglio, l'aiuto, il riparo . Ed oraamato dai buoni, amato e sinceramente sti-mato per l'indole sua mite e conciliante an-che dagli avversari, egli è rivolato al Cielo,e lassù trova ora la meta dei suoi sospiri, ilpremio ben meritato delle elette virtù e delleopere sante, la corona invocata col sospirodel cuore sul letto delle acerbe e lunghe sof-ferenze della vita .Noi non avendolo potuto fare prima d'ora,

per cause indipendenti dal nostro buon vo-lere, raccomandiamo ora alle comuni preghierel'anima di questo nostro insigne benefattoree deponiamo sulla sua venerata tomba l'umilefiore della nostra gratitudine .

Mons. Giuseppe DivinaParroco della Chiesa dei SS . Apostoli

e Canonico onorario della Cattedrale di Trento .

IL giorno 8 scorso febbraio si spegneva aTrento questo zelantissimo nostro Coo-peratore. Contava appena 60 anni di vita .

Era uomo di saldi principi e di zelo ardentee instancabile nella cura d'anime . Istruivacon grande cura i suoi parrocchiani che ac-correvano in folla alle sue dottrine ed eraassiduo al confessionale e al letto degli . in-fermi. Curò in modo speciale il lustro dellaCasa di Dio, promovendo ristauri nella suachiesa e provvedendola di arredi sacri . Lasua attività si estese anche all'azione catto-lica nella quale si distinse sopratutto per unperfetto ed incrollabile attaccamento ai suoisuperiori . Per i suoi meriti fu decorato daLeone XIII colla croce Pro Ecelesia et Pon-tifice. Mons. Divina fu pure delegato ecclesia-stico nel Consiglio scolastico e nella Congre-gazione di Carità della città di Trento . Fuil primo amico e benefattore delle nostre Casedi Trento. Il suo elogio è compendiato nel-l'espressione che alla sua morte si sentivanella bocca di tutti : era lo zelo personificato!Tre anni fa cominciò a manifestarsi in luiquel malore che dopo lunghe e acute soffe-renze lo trasse alla tomba. Egli vi resistettecon tutta l'energia della sua volontà e neimomenti in cui si sentiva un po' sollevato oanche solo meno aggravato del solito, tor-

nana ai lavori del suo ministero e vi atten-deva con tutto zelo . A questo modo affrettòla sua fine. Confortato dai SS. Sacramenti epurificato dai dolori, morì lasciando esempiodi non comuni virtù .I suoi funerali furono un trionfo, prova

palmare dell'immenso desiderio che ha la-sciato di sè l'illustre estinto. Stragrande ilnumero dei cittadini ; numerose le bandiereabbrunate dei vari Oratori, Orfanotrofi, Ri-coveri, Istituti, Confraternite e fabbriceriedella città ; come pure le rappresentanze tracui (come rileviamo dai giornali locali) quelledella Curia, del Capitolo, del Seminario, delConsiglio scolastico cittadino, della Congre-gazione di carità, del Collegio dei Sordomuti,degli Artigianelli, dei Salesiani con tutti iloro alunni, del Comitato Diocesano, del Cir-colo Cattolico ecc. Anche S. A. il PrincipeVescovo assistette dal presbiterio della chiesadi S. Pietro messa a lutto, alle esequie, com-piute le quali il corteo si mosse alla volta delcimitero. Non vi furono nè corone né discorsi,ma ben si può dire che non di frequente unaintera città si trova così d'accordo nel tribu-tare omaggio alla memoria d'un sacerdote .

Mons. Filippo Bar. Bertolinl.

Morì a Trento la notte sopra l'8 febbraioscorso, lasciando dietro di sè un'im-

mensa eredità d'affetti e di buone opere chelo perpetueranno ai posteri . Era nato a Pa-dova nel 1825 e fu ordinato sacerdote nel1849. Dopo di aver speso i primi anni di sa-cerdozio nella cura d'anìme e nell'assistenzadegli ammalati al civico ospedale, sempreinfermo e cagionevole di salute, dovette ri-tirarsi a vita privata, dove continuò ad eser-citare la sua vocazione sacerdotale, aiutandocolle preghiere, col consiglio e coi mezzi difortuna, di cui disponeva, non potendolo collasua attività, ogni opera buona.

Era sacerdote di vero spirito ecclesiastico,pio, semplice, retto, caritatevole, attaccatis-simo alla Chiesa, pieno di affetto verso l'azionee le opere cattoliche, cui non negava mai ilsuo appoggio. Compreso dell'importanza edella necessità della stampa cattolica ai no-stri giorni, seppe rendersene benemerito inmomenti difficili. Per la sua abnegazione edi servigi prestati nell'epidemia del 1855 fudecorato della croce d'oro al merito, e nel1863 fa creato da Pio IX di s . m. suo Came-riere secreto d'onore, per l'amore dimostratoalla Chiesa .Solerte e generoso benefattore verso le

opere Salesiane durante tutta la sua vita nonle volle neppur dimenticare in morte e noilo raccomandiamo in modo particolare allepreghiere dei membri della nostra Pia So-cietà ed Unione. Dio accolga nella sua pacel'anima del servo buono e fedele .

Una buona iniziativa dei Salesiani di Parma.

Sotto questo titolo il D. Bosco di Milano delloscorso novembre riportava dall'Osservatore Cat-tolico quanto segue .La Direzione dell'Istituto salesiano S . Bene-

detto in Parma ha largamente diffuso fra il cleroe le famiglie dei proprietari rurali del parmigianouna circolare annunziante che nel prossimo annoscolastico, alle classi elementari di quel fiorenteistituto verrà aggiunto un corso complementare,nel quale, oltre l' insegnamento della lingua ita-liana, dell'aritmetica e geografia , saranno datelezioni speciali sui primi elementi di agricolturae di computisteria agraria . Con tale corso cuisaranno ammessi i giovanetti che hanno ottenutala licenza elementare o l'ammissione alle scuolesecondarie, si è inteso di soddisfare al desiderioripetutamente espresso da varii genitori, che nonintendendo far percorrere la carriera degli studiai propri figli, vogliono tuttavia vederli fornitidi un' istruzione conveniente pei bisogni dellavita .

Abbiamo accolto quest'annunzio colla più vivasoddisfazione, e ben volentieri richiamiamo l'at-tenzione sulla nuova istituzione, poichè nulla cisembra più atto a promuovere gli interessi delleclassi rurali .

La modesta circolare rivela troppo bene il sensopratico che la ispirò, mirando a conseguire il du-plice vantaggio di contribuire alla riduzione delnumero sempre crescente degli spostati nelle no-stre campagne e di indirizzare le giovani energiead un lavoro razionale della terra . Sanno i reve-rendi parroci e i padri di famiglia quale danno mo-rale e finanziario sia per loro la presenza in paesedi quei poveri giovani che per incapacità o mala-voglia, troncati a metà i loro studii, portano consè dalla città gli effetti di una istruzione incom-pleta e miscredente ; anche uno solo di questispostati è non poche volte l'origine di mali grandinelle parrocchie e nelle famiglie .Bisogna riconoscere che, dati i moderni pro-

gressi dell'agricoltura, l'istruzione come vieneimpartita oggi nei corsi elementari non rispondea' bisogni veri delle famiglie specialmente agri-cole, nelle quali si sente vivo il bisogno di seguirei progressi dell'agricoltura, combattendo errori epregiudizi, propagando pratiche razionali e rial-zando agli occhi stessi del più rozzo lavoratoredella terra il suo importantissimo ministero .Inutile il dire che a questo non risponde in

alcun modo il corso tecnico e meno ancora ilcorso ginnasiale. Sonvi le scuole di agricultura :ma queste, mantenendosi troppo elevate e teo-riche, finiscono spesso per riuscir vane, o perchedanno gli agenti delle grandi tenute, al che certonon aspirano i nostri padri di famiglia, o perchedanno dei professori, o perchè rare volte, mal-grado tutta la buona intenzione, finiscono anch'esseper dare degli spostati .

Se bene quindi abbiamo compreso il concettodella nuova scuola, pare a noi che nulla megliorisponda ai desideri ed ai bisogni dei nostri pro-prietari, i quali dopo tutto desiderano che i lorofigliuoli sappiano tenere correttamente la propriacorrispondenza, i conti della famiglia, e sianomessi in caso di comprendere la razionalità dellenuove pratiche agronomiche e di applicarle neipossedimenti di casa .

Questa iniziativa tanto opportuna e tanto pra-tica che han preso i Salesiani di Parma ci sembrache meriti ogni più seria considerazione ; e nelsegnalarla nutriamo la fiducia di veder presto elargamente imitato l'intelligente e fecondo e-sempio .

La vita di Don Bosco del Francesia

e il commento di un politico .

Non abbiamo mancato, scrive l'Italia Reale del13 febbraio, di segnalare, appena comparve, lamirabile opera del Francesia : « Joannis BaptistaeFrancesiae Sacerdotis - Brevis Narratio - DeJoanne Bosco - Sacerdote Taurinensi, » che sivende a una lira la copia presso le Librerie Sa-lesiane .

Ora ci piace riferire la seguente notevole let-tera che su questo riuscitissimo lavoro dell'aureapenna del Francesia un alto personaggio politicoscriveva non ha guari all'autore :

« Ch.mo Signore,» La ringrazio con particolari sensi . Fu una

lettura graditissima per me la Vita nella sempli-cità santa, operosa, benefica, nella quale si vedol'apostolo e si sente l'alunno . Una lingua tersa,sobria, con eleganza, che attrae, che è veste ac-concia alla narrazione pia ed eletta di pensieriora amorevoli, ora severi, sempre schietti .» Intorno alla figura insigne ben convengono imedaglioni soavi, il Savio, il Magone, Torino colValdocco, asilo di malandrini, e il Valdocco dellarigenerazione ; Roma, coi fanciulli fervidi alla ri-chiesta e col Papa e col Bresciani ecc .

» È curioso il vedere come Ella discorre lati-namente del bigliardo, dei deputati (ne definiscel'opera essenziale), di uomini e di fatti politici(circa i quali tuttavia potremmo in qualche puntonon trovarci d'accordo senza temperamenti) .» Nell'opera del suo maestro si raccolse molto diquello che è lo spirito dei tempi, congiunto a ciòche è eterno . L'Enciclica di questi giorni è ispi-rata a quelli intenti cui il suo istitutore diedel'anima e i fatti . Nel suo libro i di lui figli neritroveranno la storia, come ne portano nel cuorele tradizioni .

» È una mirabile famiglia la loro, e tanto si dif-fonde perché mira al cielo e ha affetto consola-tore per le miserie della terra . »

NOTIZIE VARIE

Le Suore di Maria Ausiliatrice a Todi.Ci scrivono : « Il 12 novembre scorso si apriva

un nuovo Istituto nella vetusta Todi patria delBeato Jacopone . Lo zelantissimo Vescovo di quellacittà, Mons . Giuseppe Ridolfi, che in pochi anniinfuse tanta vita religiosa nella sua diocesi e avarie opere buone diede principio, chiamò a la-vorare tra le fanciulle della sua città le Suore diDon Bosco. Per esse acquistò una casa, l'adattò,la fornì del suppellettile necessario, affinchè tantole giovanette del ceto signorile, come le figlie delpopolo avessero modo di conseguire l'istruzionemorale e civile conveniente . Già si avviarono lescuole e si aprì l'Oratorio festivo con vera sod-disfazione della cittadinanza .

» Vi è tutto a credere che i frutti rispondanoall'aspettazione, tanto più che a ben sperare ciconforta la speciale benedizione che il S . Padre .da tempo informato di tale fondazione, si degnòinviare per mezzo del suo Segretario particolare .

Ecco il dispaccio ricevuto da Mons. Vescovo:-Sua Santità benedice di cuore Istituto Provvidenzache inaugurasi oggi costì - ANGELI . Questa be-nedizione scenda copiosa sopra le Suore colàdestinate, sopra le persone che concorsero a fon-dare l'opera e ora la proteggono, e specialmentesull'ottimo Vescovo, che con tanti sacrifizi laideò e la condusse a termine . »

Cooperatori defunti dal 15 Novembre al 15 Gennaio 1900.

1 . Actis Grosso Gaspera - Rodallo(Torino) .

2. Actis Caporale Annunziata - Re-dallo (Torino) .

3 . Bartoli Maddalena ved. Vespignani- Torino .

4. Belcredi Antonietta maritata Dezza

-Broni (Pavia).

5 . Bottini Ch . Remigio - Como.6 . Biagi Luisa - Lucca .7 . Borgna Padre Teodoreto, Curato

Madonna degli Angeli - Torino .8 . Brayda Can. Giuseppe, Priore -

S. Didero (Torino) .9 . Bruno Seconda ved . - Torino .

10 . Caderis Gabriella - Mondovì (Cu-neo) .

11 . Caprini Luisa vedova Pellegrini -Beinetto (Cuneo) .

12 . Caris Giuseppe - Trieste (Austria) .13 . Cerino Don Pietro - Torino .14. Clausen Carlotta - S. Michele Ep-

pan (Trentino) .15. Corio Maria fu Giuseppe - Chi-

vasso (Torino)16. D'Angelo Francesco di Val . - Al-

camo (Trapani) .17. De Carli D . Gio. Battista - Gemona

(Udine) .18 . Demagistris Giacomo - Pollenzo

(Cuneo).19 . Dotta Giuseppe fu Emanuele - Be-

nevagienna (Cuneo) .20 . Gandolfo Valentina - Castiglione

Tinella (Cuneo).21 . Marchisio Lorenzo - Nizza Monf.

(Alessandria) .22 . Martinengo Don Andrea - Savona

(Genova) .23 . Merlanti Luigi - Portomaggiore

(Ferrara) .24 . Nadin Chions Nicolò - Vigonovo

Pordenone (Udine).25 . Oesola Isabella - Rodallo (Torino).26 . Parboni Maria - Roma .27 . Piva Don Leonardo - Udine .28 . Polidoro Margherita - Desenzano

sul Lago (Brescia) .29. Porcu Marianna - Isili (Cagliari) .30. Quaglia Battista - Falicetto (Cu-

neo) .31. Raggi Maria - Castrocaro (Firenze) .32 . Rainero Antonia n . Tartaglino -

Mongardino (Alessandria) .33. Righini Bar . Maria di S. Giorgio n .

Ferrari di Castelnnovo - Torino .34 . Rinaudo Don Emanuole, Arciprete

- Comiso (Siracusa) .85 . Taliercio Raliaele, Maestro privato

- Lacco Ameno (Napoli) .

36 . Tremignon Don Marco, CooperatoreParr . S . Canciano - Venezia .

37 . Ubaldini Maria - Esanatolia (Ma-cerata) .

38 . Vianello Don Antonio - Cavarzere(Venezia) .

39 . Zanone Carlo - Zamaglia (Novara)

1. Albuzzi Ercole - S. Pietro Martire(Milano) .

2. Armando Catterina - Demonte (Cu-neo).

3 . Balestrero Pietro Consig . - Fubine(Alessandria) .

4 . Battaglia Rosa - Acqui (Alessan-dria) .

5 . Battaglino Domenico - Corneglianod'Alba (Cuneo) .

6 . Bianchi Gerolamo - Mornese (A-lessandria) .

7 . Boccardo Maria - Bosco Marengo(Alessandria) .

8 . Bonisolli D . Antonio - Arco (Au-stria) .

9 . Bruno Ferrero Maria - S. Vittoriad'Alba (Cuneo) .

10 . Camusso Carolina - Bosco Marengo(Alessandria) .

11 . Cantù vedova Adelaide - Varese(Coma) .

12 . Cocchia Mons. Rocco, Arcivescovo-Chieti .

13 . Colognesi Camillo - Fiesso Umber-tiano (Rovigo) .

14. Cortelezzi D. Gaetano, Parroco -Volate-Varesino (Como) .

15 . Cortellazzo Don Carlo, Parroco -Borgo S . Zeno (Padova) .

16. Folli Maria Ved . Marengo-Acqui(Alessandria) .

17 . Gallina Angela n . Zucotti - BoscoMarengo (Alessandria) .

18 . Gallina Secondina -Bosco Marengo(Alessandria) .

19 . Gambino Teresa - Lerce (Genova) .20 . Gentile Velis Agatina - Catania.21 . Gerusa Carlo - Paderno d'Adda

(Como) .22 . Gioanetti Pietro - Montaldo Dora

(Torino) .23 . Giustiniani march . Teresa vedova

Cambiaso - Genova.24. Grossino Michele fu Antonio -

Strambino (Torino) .25 . Guzzini D. Francesco - Verzuno .26 . Lardi Teresa n . Bondolfi - Po-

schiavo (Svizzera).

27 . Lodi Maria - Bagolino (Brescia) .28 . Lupo Adelaide - Chivasso .29 . Marini D . Vincenzo - Chiesanuova

(Macerata) .30 . Melilli D. Raimondo, Arciprete -

Poggio Moiano (Perugia) .31 . Lucrezia Monti ved. Faliercio -

Lacco Ameno (Napoli) .32. Noli Dattarini v . Teresa - Lodi(Milano).33 . Orlandi Brambilla v. Maria - Pa-

via .34 . Ottolini Luigi - Bardolino (Verona) .35 . Paganelli D . Luigi, Parroco - Tre-

scorre (Bergamo) .36 . Panelli Faustino - Bagolino (Bre-scia) .37 . Pastorino Carlo - Mesone-Borgo

Nuovo (Genova) .38 . Pellegrino A ostino Biagio fu Luigi

Boves Cuneo) .39 . Ponto Carlo - Borgata Capp . del

Bosco (Torino) .40 . Ragonese Gaetano fu Francesco -

Cesarò (Messina) .41 . Reginotti Carolina ved. Ottone -

Torino .42 . Ricciardi D . Michele, Can . V . F . -

Arpino (Caserta) .43. Rosponi D . Giacomo, Arciprete -

Caldogno (Vicenza) .44. Sartorari Lucia - Negrar (Verona).45 . Scarsi Giuseppina - Acqui (Ales-

sandria) .46 . Senzadonari D . Giovanni, Arc. Far .

Can. Coll . - Anguillara (Roma).47 . Serra Giuseppina ved . Prato - Ca-

sale (Alessandria).48. Sorini Mons. Macario, Arcivescovo

- Roma .49. Spezia Antonio - Filmore Co . (S.U. d'America),50. Tha Tommaso, Capitano riserva

d'Artiglieria - Valperga (Torino).51 . Tosana Giulia - Capo di Ponte

(Brescia) .52 . Toscano Cav . Luigi - Cuneo .53 . Vanni Ing . Dott . Giuseppe - Siena.54. Verga Giovanni - Foglizzo (To-

rino) .55 . Vianello D. Antonio - Cavarzere

(Venezia).56 . Viano Giuseppe fu Giacomo - S .

Sebastiano da Po (Torino) .57 . Vico D . Alessandro, Prev . - Ces .

sole (Alessandria) .58. Viglione Giuseppe, Geometra -

Busca (Cuneo),

Sac . LUIGI NICOLIS di ROBILANT . - Unprete di ieri, il Canonico Stanislao Gazellidi Rossana e S . Sebastiano, con Documentiinediti . - Tipografia Salesiana, Torino . -Un elegantissimo volume in-12, di pagi-ne gli-460 con ritratto : L . 4,50 (A) .Ho conosciuto il Gazelli fin dai miei più te-

neri anni. Che se fanciullo, chierico, sacerdote, evescovo io ho ammirato la pietà, la dolcezza, lo zelodel buon Canonico, fatto Arcivescovo di Torino nelmio Vicario Generale ho dovuto riconoscere i vericaratteri del prelato cattolico formato alla scuoladi Gesù Cristo » . Così si esprime l'Em .mo CardinaleRichelmy, nella lettera di congratulazione all'Au-tore, che sta in fronte al bel volume . E tale infattici si rivela il Gazelli nei XXI capitoli della suacosì interessante e devota storia ; sette di questisono interamente consecrati alle suo relazioni conla Corte di Savoia, a cui appartenne come Limo-siniere dal 1841 fino al 1860 . Destituito in quell'e-poca per un indirizzo di devozione spedito al Papa,continuò ad essere ad un tempo l'amico fedeledei suoi Principi e del gran Pio IX, che per luinutriva speciale affezione ; funse anzi più volte daintermediario tra l'uno e gli altri in missioni chefinora s'ignoravano dal pubblico . La narrazionebrillante, densa di pensieri, interessantissima sem-pre che di tutto ci fa il chiaro Autore, è fondatasopra un cumulo di memorie e di documenti ine-diti, tra cui moltissime lettere di Re Umberto, delprincipe Amedeo e delle principesse Clotilde eMaria Vittoria duchessa d'Aosta .

Benefattore insigne dei poveri e di tutte le operebuone il Gazelli non dimenticò le opere di DonBosco, che col nostro D . Rua nutriva per lui grandevenerazione.Questo libro mentre riesco una soave lettura

per le anime pio ed un vero direttorio per gli ec-clesiastici aventi cura di anime, per i nuovi e po-tenti raggi di luce che porta sulle ancor così poconote relazioni tra la S. Sede e il Governo d'Italia,sarà avidamente ricercato da ogni cultore di pa-tria storia .

L'elegante edizione Elzeviriana di xii-460 paginein-8, con ritratto, fa onore alla Tipografia dondeè uscita, ed aggiunge novello pregio ai tanti, dicui per merito intrinseco rifulge il volume

Sac. Teol. Prof. FRANCESCO PAGLIA . - BrevisTheologiae speculativae Cursus . TomusSecundus : De Locis Theologicis . - Tip. e Lib .Salesiana, Torino. - Un volume in-8, dipag. VIII-348 (2° edizione) L . 2,50 (E) .Questo 2° torno contiene la 2° parte della Teo-

logia fondamentale del Prof . Paglia, ossia il trattatodei Luoghi Teologici propriamente detti, dopo d'a-ver stabilito sopra solidi fondamenti nel tomo 1° legrandi verità relative alla Religione in genere ealla Rivelazione in ispecie . - Questo tomo è degnofratello del primo, di cui abbiamo pubblicato ungiudizio nel numero del 5 febbraio 1900 e chedobbiamo qui ripetere, riconoscendo una volta dipiù il merito del sapiente autore ; che così mae-strevolmente s'industriò di costringere in un'o-pera di non grande mole un trattato completo diTeologia fondamentale, cen tanta esattezza e chia-

rezza di concetti, correttezza e bontà sì di metodoche di dottrina. Il volume comprende i quattrotrattati seguenti : 1°) De vera Ecclesia ; 2°) DeSacra Scriptura ; 3°) Do divina Traditione ; 4° ) Deratione humana .

RIVISTA BIBLIOGRAFICA

(Tradotto dalla Ciudad de Dios di Madrid,5 Dicembre 1900).

Nove Uffizi del Sacro Cuore di Gesù, conM essa, Confessione, Comunione e pie pra-tiche in suo onore . - Scuola tip. SalesianaS. Benigno Canavese. - In-18 oblungo (cen-timetri 8 1 /2X 15 1/ 2)di p. 128 con 15 finissimeincisioni in nero : L. 0,20 (E) .Mancava ancora in Italia un'edizione dei Nove

Uffizi che all'eleganza accoppiasse un altro requi-sito che la rendesse accessibile a tutti, vale a direla modicità di prezzo. A tale mancanza (che di-remmo vera lacuna se questo vocabolo non fossegià stato usato a sproposito) ha provvisto di re-cente la Libreria Salesiana Editrice di S . BenignoCanavese colla presente sua indovinatissima pub-blicazione.I RR. Parroci, gli Ecclesiastici, i Direttori di

Istituti Cattolici e tutte le pie persone ci saprannogrado di questo caro opuscoletto, perche avrannoin esso un piccolo manuale divenuto oggi popo-lare che, mentre sarà tanto gradito per sè, potràloro servire di scelto regalo e di propaganda .Sac. D. PIETRO MAGRI . - Responsoriachori ad cantum Passionis D . N. JesuChristi, vocum disparium (Libreria Sale-siana Editrice, Torino) .Pro Dominica in Palmis (Passio se-

cundum Matthaeum) . . . . E » 1. 60Pro Feria VI in Parasceve (Passio se-

cundum Joannem)

E » 1 60- Ad finem Laudum Tridui sacri : An-

tiph. Christus factus est, quatuor vocum,et Ps. L. Miserere, trium disparium (Li-breria Salesiana Editrice, Torino) E » 1 60Non sono poche le Cappelle musicali in Italia,

che composte di discrete masse corali, ambisconoconcorrere alla solennità delle Funzioni nella Set-timana Santa con eseguire in canto figurato quelleparti che altrove si eseguiscono in Canto fermocome è notato nel Graduale e nell'Antifonario . Ilch. D. Pietro Magri, conscio di questa propensioneper essersi trovato nell'occasione ed averne avutorichieste, inteso provvedere colle sovra annun-ziate composizioni al comune desiderio . Qualunqueschola cantorum, che disponga anche di scarsi ele-menti, può giovarsi di questi tre nuovi lavori, fa-cili, di assoluta praticità nell'esecuzione, e neiquali, considerata la condizione attuale di moltecappelle, le voci puerili (alto) non passano il re .La melodia gregoriana poi è sostenuta da una se-vera ed elegante armonizzazione affidata all'har-monium. Il nome dell'Autore, allievo del Perosiin S . Marco di Venezia, ed oramai noto ai cultoridella musica sacra, le cui composizioni scevre dileziosaggini e pedanteria, commendevoli per pregiintrinseci, rivelano il buon gusto, il genio e lostudio dei classici, ci dispensa da ogni elogio .