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ANNOXVIII.N.7 - Esceunavoltaalmese -LUGLIO1894 BOLLETTINO SALESIANO SOMMARIO . pa g . LADIREZIONE delBollettinoaiSignori Cooperatori 137 ILFUTUROCONGRESSOEUCARISTICO di Torino 138 FRANCIA : - L'OratorioSalesianodiS . AntoniodaPadovaaMontpellier . . 110 NOTIZIEDEIMISSIONARIDIDON Bosco : PATAGONIA : InMissione . - MESSICO : UnasecondaCasaSalesiana :leSuoredi M.A .allacapitale .- ARGENTINA : Una secondapallafallita . - URUGUAY Mons .LasagnaallavoltadelMatto Grosso 143 ADONOREDIMARIASS .AUSILIATRICE 149 GRAZIEDIMARIASS .AUSILIATRICE . 152 EsERcizi SPIRITUALI perMaestreedaltre SignoreeCooperatriciSalesiane . . 151 VARIETÀ 155 COOPERATORIDEFUNTIivi

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ANNO XVIII. N. 7 - Esce una volta al mese - LUGLIO 1894

BOLLETTINO

SALESIANO

SOMMARIO.pag .

LA DIREZIONE del Bollettino ai SignoriCooperatori 137

IL FUTURO CONGRESSO EUCARISTICO diTorino 138

FRANCIA : - L'Oratorio Salesiano di S.Antonio da Padova a Montpellier . . 110

NOTIZIE DEI MISSIONARI DI DON Bosco :PATAGONIA : In Missione . - MESSICO :Una seconda Casa Salesiana : le Suore diM. A. alla capitale . - ARGENTINA : Unaseconda palla fallita . - URUGUAYMons. Lasagna alla volta del MattoGrosso 143

AD ONORE DI MARIA SS. AUSILIATRICE

149GRAZIE DI MARIA SS. AUSILIATRICE .

152EsERcizi SPIRITUALI per Maestre ed altre

Signore e Cooperatrici Salesiane . . 151VARIETÀ 155COOPERATORI DEFUNTIivi

LA DIREZIONE

DEL BOLLETTINO SALESIANOai Signori Cooperatori.

CI GIUNGONO sovente da varie partilagni e lettere piuttosto piccanti circala spedizione del Bollettino . Chi lo ri-ceve in ritardo, chi ad intervalli e chirimane del tutto privo per varii mesi .Può essere che il fatto non corri-

sponda al nostro desiderio e ci siaquindi anche colpa da parte nostra .Però siamo anche certi, e di questo nediamo avviso ai nostri lettori, che sonvia questo mondo certi incaricati dellaposta, certi portalettere, che fanno in-cetta del nostro periodico e lo de-positano in armadii aspettando che ildestinatario vada a ritirarlo, oppureche altri si presenti a comperare lacarta fuor d'uso .Noi faremo del nostro meglio per

essere sempre più esatti nello spedireil nostro Bollettino ; ma avvertiamo che

siamo eziandio pronti a ricorrere ognivolta a chi di ragione per togliere que-sti indecenti soprusi . Intanto richia-miamo pur l'attenzione dei nostri let-tori sopra altri inconvenienti, dei qualitroppo spesso è data colpa alla Dire-zione. Vi è qualche distributore, che,per non avere il disturbo di far recapi-tare a chi è diretto il Bollettino, ce lorimanda scrivendovi sopra : respintoo sconosciuto, e persino qualche voltadefunto, dando così facilmente la pa-tente di morto a chi ancor felicementevive e veste panni . - Talvolta trat-tandosi di personaggi altolocati, aiquali la posta non giunge se primanon passa per cento mani più o menofedeli , il respinto viene arbitraria-mente scritto da qualche segretario,che sarebbe lui stesso più da respin-gere che da ritenere . - Talaltra voltapoi la sospensione avviene per causadegli stessi lettori, che non iscrivonochiaramente il loro nome, cognome,e domicilio, colla città di provincia oalmeno di circondario .

Noi porremo sempre maggior studioper prevenire ogni inconveniente dital fatta. Del resto, di chiunque nesia la colpa, noi preghiamo vivamentei nostri lettori, che, se al 20 di ognimese non avessero ricevuto il Bollet-tino corrispondente, vogliano subitodarcene avviso con semplice cartolina ;e se l'indirizzo non fosse esatto, ce nerimandino la fascia corretta entro unabusta con soli due centesimi di affran-camento. Se poi alcuno mancasse diqualche numero e desiderasse com-pletare la raccolta, ce ne avverta, chesarà nostro piacere dì fargliene tostola spedizione .Ove poi qualche Cooperatore fosse

veramente defunto e gli si continuassela spedizione del Bollettino, preghiamochi lo riceve a rimandarcelo senzanuova affrancazione, scrivendo sol-tanto sulla copertina : respinto perchemorto. E chi ne ricevesse due copiesenza bisogno, ne rimandi una collaparola : duplicato .

Infine ringraziamo tutti quelli checolle loro limosine ed offerte vennerofinora in aiuto delle Opere di DonBosco, e ci raccomandiamo agli altridi non volerci rifiutare l'appoggio diloro beneficenza e carità, senza dellaquale non possiamo fare tutto quelbene che ci siamo proposto e che ab-biamo continuamente di mira, qualesi è il sostegno della religione ed ilbenessere della civile società, mediantesoprattutto la buona educazione dellagioventù.

Il FUTURO CONGRESSO EUCARISTICODI TORINO.

DOLCE e consolante riesce al cuore deicattolici il vedere, specialmente in

questi tristissimi tempi, promosso l'amoree la gloria del loro Dio, del loro SovranoSignore. Orbene di somma letizia ci tornail fausto avvenimento che si sta prepa-rando a Torino in onore di Gesù Sacra-mentato, vogliamo dire il Congresso Eu-

caristico che, deliberato dall' EpiscopatoPiemontese lo scorso anno nelle Confe-renze tenute a Vercelli e benedetto daS. S. Papa Leone XIII, avrà luogo dal 2al 6 del venturo settembre, coll'interventodi oltre a cinquanta Vescovi d'Italia edi non meno di duemila Congressisti traecclesiastici e laici. Sarà desso un nuovotrionfo di fede e di amore verso di Gesùbenedetto, che si compirà nella capitaledel Piemonte, la quale specialmente peril miracolo ivi avvenuto nel 1453 è dettaper antonomasia la Città del SS . Sacra-mento.

E bene stanno questi trionfi . « La San-tissima Eucaristia infatti, come si esprimel'Ecc.m° Arcivescovo di Torino nella suasapiente Lettera Pastorale per questa cir-costanza, rappresenta il più eccelso ed ilpiù costante dei prodigi, che si compianonell'universo. Per parte di Dio costituisceil capolavoro della sua onnipotenza, iltermine ultimo dell' amore infinito delVerbo Incarnato per la redenta umanità .Per parte dell'uomo l'Eucaristia è l'ine-sausta sorgente della vita sopranaturale,da cui riceve l'animazione cristiana . Cosìla Chiesa sussiste ed opera per l'Euca-ristia, che incentra in se medesima i suoipensieri, i suoi atti, i suoi sospiri e tuttele parti del suo culto . La Chiesa di fattosta per Gesù Cristo, vive di Gesù Cristo,suo Capo invisibile, ma che essa sa real-mente vivo e presente sotto i veli euca-ristici e da cui perciò attinge la forzasua divina. L'Eucaristia, come sacrificio,è l'agnello senza macchia che s'immolasull'altare per noi, è il legame più strettotra terra e cielo ; è quell'oblazione mondavaticinata dal Profeta Malacchia (1) chedall'orto all'occaso si sacrifica ed offre al-l'Altissimo in tutto l'universo, incessan-temente, migliaia di volte in ciascunadelle 24 ore d'ogni giorno, per cui sempreda questa misera terra sale al trono del-l'eterno Padre la fragranza d'un olocaustod'infinito valore, che fa discendere sul-l'umanità peccatrice una pioggia di pe-renni benedizioni celestiali . Per l'Euca-ristia la pace, la riconciliazione, il per

-

dono, la virtù, la santità . Ogni cristianotrova in essa il pane di sua anima, unpane vivo che discende dal cielo, ed alparo della Chiesa vive dell'Eucaristia ; ènutrito, sostenuto , alimentato da questo

(1) Ab ortu enim solis usque ad occasum, magnum estnomen meum in gentibus ; et in omni loco sacrificatur etoffertur nomini meo oblatio munda. . . (MAL . I, II) .

pane santissimo con reale partecipazionealla vita stessa di Dio ; e ciò a cominciaredal giorno indimenticabile e per semprebenedetto di sua prima Comunione, eprocedendo innanzi anno per anno, meseper mese, ed anche se piace giorno pergiorno, sino a quell' ultimo dì , quandoriceverà il viatico per l'eternità in quellastessa Eucaristia, di cui fu pasciuto e fecesue delizie in vita, pregustandovi il pegnodella beatitudine e della gloria immor-tale .» Gesù, l'Uomo-Dio, è nell'Eucaristia :

vi è vivo, amante, operoso, Redentore eSantificatore nostro . Ma la Eucaristia doveè? Io chiudo gli occhi e mi fisso in mentedi cercar col pensiero i luoghi dove stal'Eucaristia e la trovo a pochi passi dallamia dimora, in una, poi in altra, e poiin altra delle chiese vicine, e quindi nellecento di quelle che sorgono a Torino ; eduscendo collo spirito fuori di città, tra-scorro con l'immaginazione dall' una al-l'altra delle Parocchie e paesi di tutta lavasta Arcidiocesi ed in mille luoghi, da-pertutto, m'incontro in una chiesa, in untabernacolo, dove dimora Gesù benedettoin Sacramento ; e come in questa, cosìnelle altre Diocesi del Piemonte, e poidell'Italia, e poi dell'Europa, e dell'Asia,e dell'Africa, e della Oceania e delle A-meriche . .. Questo universo, questo mondotutto nella sua vasta immensa rotonditàmi apparisce come investito, come pos-seduto ed avviluppato dalla SS . Eucari-stia, da Gesù in Sacramento, da quel Gesùche salvò il mondo, che lo redense, chelo conquistò a prezzo del suo Sangue, acui diede la legge di vita, che lo rigeneròe rigenera perennemente, di cui è il Re,il Dominatore, il Sovrano, il Maestro, laGuida, il Sostegno .» Si fecero in Europa e si fanno ogni

dì Congressi d'ogni maniera, con propo-siti più o meno utili, più o meno nobili .Perchè dai cattolici non si convocherannoCongressi, i quali abbiano per oggetto laSS. Eucaristia , il miracolo più alto chesi compie in terra ogni giorno, il donopiù eletto che il cuor amorosissimo di Diofacesse ai mortali? »

Questo Congresso in onore della SS .Eucaristia che si celebrerà nel venturosettembre sarà il primo per il Piemonte,il secondo per l'Italia e l'undecimo per

tutta la Chiesa (1) . In esso, dietro studiispeciali ed opportune discussioni, si pro-porranno e si sceglieranno i mezzi piùacconci ed efficaci per far meglio cono-scere ed apprezzare questo mistero d'i-neffabile amore e per promuovere semprepiù il culto di adorazione a Gesù Sacra-mentato. In quei giorni poi si praticheràin modo straordinariamente solenne que-sto divin culto, e con divoti omaggi esignificanti dimostrazioni di fede e dipietà si procurerà di glorificare altamentela SS. Eucaristia . Questi sono i propositiconsueti dei Congressi Eucaristici .Ma ai venerandi nostri Pastori con

questo Congresso arride una grande spe-ranza per la patria nostra . Essi confidanoche i cattolici del Piemonte, uniti ai rap-presentanti delle altre parti d'Italia chequi converranno « con il grido potentedelle loro anime associate nell'omaggio enell'amore a Gesù, riusciranno a scuoteree cielo e terra : la terra, perchè si pieghia riconoscere ed adorare il suo Dio, il suoCreatore, il suo Redentore, il suo Sovranovivente nella SS. Eucaristia, ed il Cielo,perchè si muova prontamente a miseri-cordia della povera umanità e la scampidall'abisso, verso cui corre con foga ver-tiginosa .

» Una ristorazione sociale è oggidìuniversalmente invocata, a riparo dell'at-tuale malessere. Tutto il mondo soffre,e noi Italiani più di tutti . Traversiamouna orribile crisi . Come uscirne?

» Noi cattolici, e solamente noi, siamoperfettamente edotti intorno all' originedei malanni che ci opprimono. Siamo ingrado di far vedere con la logica deiprincipii e con la evidenza dei fatti, chela società presente trovasi disorientataper aver voluto detronizzare Gesù Cristo .Si è voluto, e si vuole ancora, fare senzadi Lui, anzi oppostamente a Lui . Si ri-volsero contro di Esso, contro le sue o-pere, contro la sua dottrina, contro le sueistituzioni , tutte le armi : le armi dellascienza, della letteratura, della filosofia,della politica, della economia e quantoloro venne per le mani . Si proclamò GesùCristo, ed in Esso la Chiesa, il Papa, ilSacerdozio, nemico del progresso, dellalibertà, della fratellanza, in somma dellaciviltà. E che ne avvenne? Precisamente

(1) Oltre agli otto da noi accennati nel Bollettinodi Luglio 1893, uno se n'era tenuto a Parigi nel 1888ed un altro si tiene a Reims durante questo stessomese. In Italia il primo fu tenuto a Napoli nel No-vembre del 1891 .

il rovescio di quello a cui si aspirava .Tolto Gesù Cristo, la civiltà da Esso in-trodotta cadde . Non più libertà, ma l'ar-bitrio, la prepotenza, la tirannia : non piùfratellanza, ma l'egoismo : non più il pro-gresso, ma la rovina di ogni ordine so-ciale. Al regno di Gesù Cristo, regno diluce, di amore e di pace, sottentrò il re-gno di Satana, regno di tenebre, di odioe di universale discordia . La società pre-sente è una Babilonia, un caos inestrica-bile ; è il ritorno alla barbarie .

» Come può ristorarsi? Tornando a GesùCristo : non c'è altra via ; per noi cattolicitale soluzione s'impone con la sua evi-denza, sigillata dalla antica storia e dallapresente .

» Fa d'uopo rimettere sul trono GesùCristo . Egli deve tornare ad essere il no-stro Re : Egli solo può salvarci . Ecce Rextuus venit, tibi iustus et salvator, comel'annunciò Zaccaria profeta (ZACH . Ix, 9) ;Re pacifico e mansueto, come ce l'addital'evangelista S . Matteo (xxi, 5) .» Ma purtroppo il mondo è cieco e

chiude superbamente gli occhi alla lucedel sole. Anzichè ricredersi, anzichè tor-nare a Cristo, piuttosto perisce .

» I nostri avversari riconoscono le or-ribili distrette, fra cui si dibatte la poveranostra società. Ma la vera causa, no, nonla ravvisano. Papa Leone XIII, nelleimmortali sue Encicliche discorrendo diquesti malanni, ha posto con mano sicurail dito sovra ogni piaga, proponendovi ilrimedio acconcio. Ma invano. Chiudonogli occhi. Ci vogliono riforme, sì ; occor-rono cambiamenti , lo concedono. Mas'ostinano a proporre e ad usare rimediiche invece di guarire il male, l'aggravanoe l'inaspriscono . Si vuoi battere semprela stessa via ; e così dal liberalismo si vafatalmente al radicalismo , al socialismo,e fra poco all'anarchia .

» Quale cecità! Quale aberrazione! . . .E tuttavia per quanto la prospettiva disiffatto avvenire metta paura, noi ci siamoavviati a gran carriera . Nè ci deve re-care troppo stupore siffatta ostinazionedei nemici di Dio. Essi vivono aggiogatial carro di Satana e veggono con gli oc-chi suoi . Che ci vuole per illuminarli escuoterli? Per svincolarli da Satana oc-corre la potenza di Gesù Cristo, che liirradii di sua luce e sciolga i lacci, ondela loro anima è avvinta : ci. vuole la gra-zia di Gesù Cristo . Dobbiamo implorareuna nuova, straordinaria effusione del suo

spirito : Emitte Spiritum tuum . .. et reno-vabis faciem terrae .

» Gli altri mezzi non bastano . Ci vuoleil soprannaturale , da cui tanto abborreil secolo presente. Senza del soprannatu-rale esso morirebbe asfissiato dallo spiritodi Satana : e il soprannaturale è Gesù Cri-sto , è l'Uomo-Dio, e noi l'abbiamo inmezzo a noi, nell'Eucaristia . Volgiamocia Gesù Sacramentato : adoriamolo . Colle-ghiamoci insieme a migliaia, a milionie tutti concordi proclamiamolo nostro Re,nostro Signore ; Re e Signore delle no-stre anime, dei nostri affetti e delle operenostre, che diriga gli individui, le fami-glie, la società tutta quanta . Insistiamosupplichevoli perchè Egli riprenda il go-verno della patria nostra e ci salvi . Noisiamo ben sicuri che ciò debbe un giornoavverarsi . .. Ma ci preme che al più prestoavvenga . Adveniat Regnum tuum . .. sicutin coelo et in terra. . . Ci preme di non do-ver traversare altre più terribili crisi, cipreme che innanzi di risorgere, non abbiala patria nostra a cadere nel fondo del-l'abisso ; ci preme più che per noi, per inostri miseri fratelli traviati (1). »

Ecco, o cari Cooperatori e CooperatriciSalesiane, la speranza che nutrono i no-stri Eccellentissimi Vescovi . Si, essi spe-rano che il Cuor tenerissimo di GesùSacramentato, commosso per l'unanime,sincera e splendidissima dimostrazionedi fede che gli si porgerà con questoCongresso, s'induca ad affrettare la risto-razione sociale che tutti sospirano . CheGesù Cristo regni e trionfi, e la nostrapatria sarà salva. Associamoci quindiancora noi tutti, almeno in ispirito, aiCongressisti medesimi, ed innalziamo giàfin d' ora speciali preghiere a Dio pelbuon esito di questo santo convegno .

FRANCIA-L'Oratorio Salesiano di S . Antonio da Padova

a Montpellier .Un decreto della Provvidenza .L'Oratorio Salesiano aperto da un anno

circa nella città di Montpellier, di cui par-(1) Pastorale sopracitata .

lammo nel Bollettino di gennaio scorso (1),mercè la grande benevolenza ed il generosoappoggio del Vescovo diocesano, Mons . deCabrières, e l'industriosa carità degli amicidelle Opere di Don Bosco di quella città diS . Rocco, continuò mai sempre a progredire ;ma, per decreto della Divina Provvidenza,

ora è entrato in una novella fase, di cuivogliamo tenere informati anche i lettori delBollettino italiano. Nel gennaio scorso ungiornale di quella città annunciava la trasfor-mazione in questi termini« L'Istituto di Don Bosco , inauguratosi

alcuni mesi addietro in questa città , dovegià alberga quarantacinque giovanetti dellaclasse povera , sta ora prendendo la sua

(1) V . Lettera del Sac . Michele Rua ai Cooperatoried alle Cooperatrici Salesiane .

forma definitiva . Fu desso incominciato nontroppo agevolmente nella villa Boutonnet,una splendida proprietà, assai amena, mapoco confacentesi colla estrema povertà deiSalesiani . La villa non era per intiero acqui-stata ed il prezzo ancor necessario era assaiconsiderevole, per cui sarebbero stati neces-

sarii troppi sacrifizi della carità : d'altronderimaneva ancora tutto da costruire . Quindii figli di Don Bosco non esitarono d'accet-tare con profonda riconoscenza l'offerta ge-nerosa, che loro venne fatta della villa Saint-Antoine , presso Villodève , nella via delPont-Juvènal, dove i Salesiani stanno pertraslocarsi .

» D'ora innanzi le elemosine si trasforme-ranno in belle e buone pietre, le quali ser-viranno a compiere ciò che l'ammirabile ca-rità delle signore Brun-Faulquier e de Gi-

vernis (1) permette di tracciare su solidebasi . Il quartiere del Pont-Juvénal, che ora èprivo affatto di simili Istituti, per tal modoacquisterà scuole elementari, Oratorio festivoper giovanetti, scuole professionali ed ancheecclesiastiche, un istituto per ragazze tenutodalle Suore di Don Bosco ed una cappella, laquale per le sue proporzioni permetterà, spe-riamo, a quella popolazione di potervi rice-vere i soccorsi religiosi , di cui è alquantopriva. Tutto quest'insieme di opere saràposto sotto il titolo di S . Antonio da Pa-dova, di cui la villa porta il nome ; potevasimai trovare per giovani poveri ed abbando-nati un miglior patrono di quest'amico deipiccoli e dei miserabili , ai quali egli fe' di-stribuire tanto pane? (2) » .Collocamento della prima pietra .

Il venerdì 2 febbraio 1894 era stato fissatoper la cerimonia della benedizione e colloca-mento della prima pietra dell'Oratorio indiscorso .« Molto tempo prima dell'ora stabilita, cidice lo stesso giornale di Montpellier, lavilla Saint-Antoine era ripiena di un'im-mensa moltitudine di gente venuta per ma-nifestare la sua simpatia ai figli di DonBosco. Già si sa qual sia lo scopo di questireligiosi : procurare ai giovanetti poveri edabbandonati il beneficio di un'istruzione pro-fessionale e di un'educazione cristiana . Sisa anche quali siano stati finora i loro suc-cessi : Don Bosco, che all'età di sedici anniconduceva ancora l'aratro, ha visto rinno-varsi in suo favore le meraviglie operate nelmedio evo dai Domenichi, dai Franceschi eda altri fondatori di famiglie religiose . Dopola sua morte, Iddio ha continuato a benedirei suoi figli, i quali moltiplicano dappertuttoi prodigi della loro carità . È da pochi mesiche la città di Montpellier possiede questifigli di Don Bosco, e già essi hanno saputoattirarsi la stima universale . E per asso-ciarsi ai sentimenti dei suoi diocesani, Mon-signor de Cabrières aveva promesso di be-nedire egli stesso la prima pietra di questonovello edificio .» Egli arrivava a quella villa alle 2 pom .,preceduto dalla banda musicale dell'OratorioSalesiano di Marsiglia, la quale era andataad attenderlo sul viale del Pont-Juvénal .All'entrata della villa gli fu dato il benve-nuto dal Rev.m° Curato-Decano di N . D. deTables, nella cui parrocchia sta per elevarsiil nuovo Oratorio . Dopo di che, Monsignorecon numeroso seguito s'avanzò verso il luogoove doveva aver luogo la cerimonia.» Era stato preparato un palco coperto dauna tenda ed ornato di drappi ; Monsignorevi prese posto, avendo ai lati l'Arciprete diMontpellier, Rev . sig. Gervais, l'Ispettore

(1) Quest'insigne benefattrice fu già da Dio chia-mata a ricevere il premio della sua carità .(2) L'Éclair di Montpellier.

delle Case Salesiane di Francia, D . Bologna,il Direttore del nuovo Oratorio di Montpel-lier, D . Babled, ed un bel numero di Par-roci e Canonici della città e di SacerdotiSalesiani. Davanti al palco vi era la pietrache doveva essere suggellata. A destra eda sinistra si accalcava una folla immensa ,in mezzo a cui si distinguevano molte nota-bilità dell'aristocrazia di Montpellier .

Dopo di aver lette le preghiere litur-giche, Monsignore asperse coll'acqua santala pietra, e prima di suggellarla prese laparola per indicare il significato della ceri-monia che si compiva. Poi ringraziò la ge--nerosa benefattrice, alla quale è dovuta questanuova foudazione, e lodò tutti i membri delladi lei famiglia . - Essi, tutti, diceva l'Ec-cellentissimo Vescovo, si sono segnalati pelloro amore al lavoro, per la loro onoratezza,pel loro spirito cristiano e soprattutto peravere bena comprese le obbligazioni inerentialla ricchezza ; persuasi che questa dà nonsolo dei diritti, ma impone bensì anche deidoveri, con una fortuna nobilmente acqui-stata si sono impegnati a beneficare i po-veri . - Monsignore fece pure un elogio alDirettore della nuova Casa Salesiana di Mont-pellier ed a tutta la Pia Società Salesiana,così amante degli orfanelli . Infine , ricor-dando quanto il cristianesimo ha fatto perquesta cara porzione del genere umano, percui ha una speciale sollecitudine, fe' vederecome questi poveretti prima del cristianesimoe là dove il cristianesimo non è per ancopenetrato, furono sempre abbandonati . Mon-signore terminò esprimendo la sua conten-tezza nel vedere il nuovo Oratorio posto sottola protezione di un Santo che in Montpelliere specialmente in quella parte di essa haoperato tanti prodigi .

» Dopo quest'allocuzione si stese il pro-cesso verbale della cerimonia , il quale sot-toscritto fa posto con alcune monete in untubo di vetro e suggellato nella pietra daMonsignore stesso . »Dal febbraio fino al momento in cui noi

scriviamo, i lavori per l'Oratorio di Mont-pellier continuano con grande celerità suldisegno che presentiamo . Quando sarà finito,potrà contenere parecchie centinaia di in-terni, senza contare gli esterni che vi po-tranno convenire per le scuole elementari el'Oratorio festivo .

NOTIZIE DEI MISSIONARI DI D. BOSCO

PATAGONIA

In Missione .La seguente narrazione di D . Domenico

Milanesio fu scritta dal Chubut ai primi deinovembre dello scorso anno . È dessa un

complemento alle relazioni già da noi date nelBollettino di novembre 1893 e specialmentepoi in quello di gennaio del corrente anno ,quando riportammo quel lungo articolo dellaVoz de la Iglesia di Buenos Aires. Quisono mescolate molto altre belle cose e molteparticolarità che il giornale suddetto nonaccennava nemmeno e che siamo quindi si-curi faranno piacere ai nostri lettori . La to-gliamo integralmente dal N . 393 degli Annalidella Propagazione della Fede .

Un viaggetto di 900 miglia . - Scarsitàdi mezzi . -- 200 indigeni dippiù

nel grembo della Chiesa .

PER ottemperare ai desiderii dell' amatis-simo Monsignor Cagliero, superiore di

questa Missione, l'otto di giugno, accompa-gnato dal bravo catechista Gregorio Mendez,partiva da Viedma, capitale della Patagonia

dove avvi la Casa-madre della Missione,per andare ad evangelizzare le tribù indigeneche vivono una vita nomade nelle vallateposte ai piedi delle Cordigliere e sulle rivedi qualche fiumicello al sud del territorio delRio Negro ed a nord-ovest del territorio delChubut .La nostra gita doveva essere lunga e fa-

ticosa , dovendo percorrere nientemeno che300 leghe, ossia 900 miglia geografiche . Comeè noto, qui non ci sono ancora le ferrovie,nè si può far uso di carrozze, e non si ha altromezzo di trasporto che i cavalli e qualcheasinello, e siccome la borsa non ci permettedi far grandi spese, così oltre all'aver dovutocontentarci di pochi e magri cavalli, abbiamodovuto eziandio privarci dal portare cose,di cui sogliono provvedersi anche i più onesti

e parchi viaggiatori.Malgrado tutto questo , a metà cammino

fui costretto a comperare altri animali, giac

-

chè i nostri non ne potevano più . Fortunache trovai un buon uomo Italiano che mifece credito ; del resto eravamo obbligati adinterrompere la marcia, se la Divina Prov-videnza non fosse venuta in nostro soccorsocon qualche mezzo straordinario , poichè icavalli stanchi di tanto cammino dimagrivanodi giorno in giorno e minacciavano di lasciarcisu due piedi in mezzo a qualcuno di queideserti. Con quel nuovo acquisto però po-temmo continuare quella lunga nostra Mis-sione che durò tre mesi e otto giorni, andandoqua e là in cerca di selvaggi per evangelizzaree convertire alla fede . E , grazie a Dio edalla B. V. Maria Ausiliatrice, insegnai iprincipali misteri della fede a più di millepersone, quasi tutti indigeni, e ne battezzai200 tra piccoli ed adulti .Le agiatezze nella Missione del Rio-Negro .

Un brutto passo . -Tra la neve finoalla cintura .

Il primo mese l'abbiamo passato meno malesulla costa del Rio-Negro, dove ho visto con

piacere il bene che si va facendo nelle duenostre Case di Pringles e di Conesa . In variipunti non mancarono delle buone famigliagià cristiane e civilizzato che ci diedero al-bergo, ed io in cambio dispensai loro la di-vina parola ed a quelli di buona volontàanche i Sacramenti della Penitenza e dell'Eu-caristia . Con tutto questo non potemmo esen-tarci dal dormire alcune notti a ciel sereno,fare qualche digiuno non comandato e soffrirla molestia di una leggiera pioggia che perdue notti venne a bagnare il nostro poverogiaciglio, disteso al suolo ai piedi di qualchefolto cespuglio .Il viaggiatore non può andare senza una

guida pratica dei passaggi o sentieri trac-ciati ab antico dagl'indigeni, e che conoscadove vi sono posti di riposo . Se non si prendequesta precauzione, si mette in pericolo diperdersi, o perire di sete o di gelare di freddonella neve .

Le valli sono generalmente fertilissime conun buon clima, come lo provano coi fattile valli del Rio-Negro e Neuquen e Chubut,che producono ogni sorta di vegetazione .

Il 14 agosto, vigilia dell'Assunzione, lanostra guida, per accorciare il cammino, cifece valicare una montagna dove non eramai passato ed ignorava che fosse copertadi neve. Non è a dire gli sforzi dei nostripoveri cavalli per andare avanti; per pocola giovin guida, che ci apriva il camminorompendo la neve, non si fratturò una gambacontro un macigno ; mancò quasi niente cheperisse un cavallo entro le paludi, ed io stesso,per evitare cadute e disgrazie, mi vidi obbli-gato a scender giù da cavallo più d'una voltae marciare a piedi con la neve fino alla cin-tura. E le povere mie gambe già affette direuma dovettero sottoporsi anche a questaprova. Ma in mezzo a quelle peripezie ci con-fortava il pensiero che si soffriva per unabuona causa, per portare il Vangelo agli in-fedeli .

Usciti da quel cimento, calati giù nellavalle, si doveva valicare un'altra montagnaper giungere all'alloggiamento, che si trovavaal lato opposto. Nessuno di noi sapeva apunto fisso la distanza che dovevamo percor-rere e le difficoltà da superare .Ma Iddio provvido veglia sopra i suoi .

Egli dispose che avessimo a smarrire il cam-mino, e coll'affanno di trovarlo presto, ca-lando sempre giù per la valle, dopo lungoandare avessimo a trovare un luogo dov'eravidella legna, dell'acqua e del pascolo . È vero,non v'era tanto da godersela nemmeno là,essendo il suolo o fangoso o coperto di neve ;tuttavia avendo legna per riscaldarci eravamoal sicuro ; e pensammo quindi esser prudentepassar la notte colà .

Alla caccia di guanachi . - Il leoneci provvede la carne .

In quelle parti è raro che si trovi una fa-miglia o persona civilizzata : mancando quindi

spesso la carne di vacca o di pecora, dove-vamo fare come gli Indigeni : andare a caccia .I due giovani che m'accompagnavano eranomuniti di laccio (boleadoras), e seguiti da uncane valente e fedele . Cammin facendo , alvedere un branco di guanachi e struzzi, inmen che lo dico ci volarono dietro e non la-sciarono di correre fin che non ebbero lapreda tra le mani . Anche il leone-puma, senzavolerlo, per ben due volte , ci provvide dicarne. Un giorno Gregorio Mendez scorgendoal suolo le pedate della suddetta fiera, la in-seguì. Alla distanza di un tiro da fucile gia-cevano a terra due guanachi uccisi di frescodal leone. Altra volta, la sanguinosa belvaappena finiva di strangolare un altro guanaco,quando accorgendosi della nostra comitivasi affrettò, come se fosse un essere ragione-vole, a coprire la sua vittima con rami e pa-scoli e poi si diede a fuggire a gran corsa .Ma come evitare la vista di questa genteche ha occhi da lince? In questo tratto diviaggio ci accompagnavano altri quattro : duedi costoro seduti su destri corsieri inseguironoil leone-puma coi cani ed in cinque minutil'ebbero raggiunto e strozzato. Anch'io man-giai di questa carne e fu la migliore di quantane abbia gustata .

Industria degli indigeni . - Usi e costumi .Come cambiano i loro prodotti .

Fin qui al Chubut, dove mi trovo scri-vendo questo linee ; nel corso di 900 migliaho predicato la fede a tre classi d'indigeni,cioè ai Manzaneros, oriundi dell' Araucania,ai Pampa, Indii legittimi della Patagonia cen-trale, ed a pochi dei Tehuelches, gente del sud.Tutti vivono una vita nomade, avendo pressoa poco le medesime abitudini, gli stessi co-stumi ed usi, essendo in generale sporchi edinclinati alla pigrizia . Gli uomini procaccianola carne alla famiglia colla caccia, mentre ledonne lavorano le pelli, fanno tessuti conlana di guanaco e di pecora. Le penne dellostruzzo sono pure una fonte principale dellaloro industria miserabile. Non sanno lavorarela terra, ma tutti hanno un certo numero dipecore e di vacche e posseggono cavalli .

Se questi poveri selvaggi conoscessero ivantaggi dell'economia domestica, potrebberoavere tutti qualche cosa . Ma siccome non ar-rivano a comprenderla, sono sempre poveri . . .I negozianti che vanno fra di loro portanoyerba-mate, zucchero, farina e generi per ve-stimenta e cambiano questi articoli coi loroprodotti, facendoseli pagare ben cari . Maciò che più impoverisce la razza indigena eriempie maggiormente le tasche dei negozian-ti sono i liquori, che meriterebbero piuttostoil nome di veleni . Alcuni per altro, già am-maestrati dal passato, si astengono dall'in-trodurre bevande tra i selvaggi pel timoredi essere derubati ed uccisi in mezzo ai di-sordini dell'ubbriachezza .

Tolderia e loro capi-governo .Anch'essi conoscendo che l'uomo è socie-

vole vivono aggregati in gruppi più o menograndi, ed ogni gruppo è governato da uncapo col nome di Cacico e da un piccolocapitano, detto in loro lingua capitanejo ;quegli governa l' intiera tribù e questo unaparte di essa . Prima che il Governo Ar-gentino li conquistasse, il Cacico aveva au-torità assoluta sopra i suoi sudditi, non soloin materia politica, ma anche religiosa . Orache sono sudditi Argentini, sebbene ne ri-conoscano le leggi e le osservino con un certoscrupolo, nondimeno non lasciano di obbe-dire ai comandi del loro Cacico, in cose se-condarie , cioè quando si tratta di alzar letende e cambiar dimora, determinare il tempodi fare la caccia in comune (bolcada), o ce-lebrare alcuna cerimonia religiosa .

Vita nomade degli Indigeni.Come dormono - Gran quantità di cani .

I loro toldi, che essi chiamano rucaenoi diremmo capanne, sono fatte di pelledi guanaco a forma quasi conica . Le pellisono sostenute da alcuni bastoncelli fatti ap-posta e fissi al suolo . Alle donne appartienefare e disfare il toldo quando cambiano di-mora. Ciò si fa assai spesso e con una pre-stezza ammirabile. Nei quindici giorni cheho passato nella tolderia del capitanejo Gio-vanni Cual, ho dovuto anch'io far vita er-rante, cambiando tre volte domicilio . Il toldoè diviso in due parti . In una vi è il lettoche consiste in alcune pelli e poche copertedistese sul nudo suolo ; l'altra serve per ac-cendere il fuoco e far cucina . Le loro sto-viglie sono una pentola ed una pecca, speciedi recipiente che serve per riscaldare l'acquaper il mate. I più benestanti cominciano afar uso di piatti e cucchiaj . Quando nellostesso toldo vi sono due famiglie, il giaciglioè per via ordinaria separato da qualche pelleo coperta di lana. Dormono alla rinfusa edhanno il letto comune coi cani, che sono sem-pre in numero il doppio o il triplo delle per-sone . In un toldo abbiamo contato fino a 35cani . - Ma, dirà qualcuno, a che servonotanti custodi? - Se ne servono per la caccia ;e non si può negare che fanno loro un granservigio. Ma potrebbero averne meno e tenerlimeglio. Più tardi, quando la religione e la ci-viltà avranno ottenuto il loro pieno sviluppo,capiranno che tre cani ben tenuti possonofar loro gli stessi servigi che ora 20 e 30d'ordinario sì macilenti che paiono merluzziambulanti .

Religione.In quanto a religione il loro culto è molto

semplice : ammettono l'esistenza di due prin-cipii, uno buono, creatore e reggitore del-l'universo, cattivo l'altro e causa di tutti imali. Gli Araucani chiamano Dio : Gue-che ;i Pampa l'invocano sotto il nome di Atù-qutzual, e dicono Xualicho o Gualiccio il

genio del male, il demonio . Hanno un' ideavaga ed incerta dell' immortalità dell' anima,del premio e del castigo dopo la morte . Èsentimento comune che prillù, l'anima, soprav-vive al calùl, il corpo ; ed in prova di ciòdepositano sulla tomba dei loro morti carnecome provvigione al viaggio per l'eternità .Al principio buono fanno sacrificii espiatorie propiziatori ed invocano il suo aiuto intempo di guerra, di epidemia e di siccità . AXualicho o genio del male attribuiscono tuttii malanni, non esclusa la stessa morte . Sonoassai superstiziosi e credono facilmente nelleloro infermità esser vittima di qualche male-fizio per opera di stregoneria . Questo pre-giudizio invase talmente i loro animi, chehanno fatto leggi severe contro chiunque nevenisse accusato ; esso era immediatamentecondannato al rogo . Ma bene spesso i parentidel disgraziato ne vendicavano la morte ucci-dendo i calunniatori ; e questo, come natura-le, dava origine ad altre vendette che fini-vano con guerre di sangue e di esterminio .Oh! quanto aveva bisogno questa povera gen-te di essere ammaestrata nei principii della ve-ra religione di Gesù Cristo, la quale, mentre faloro trovare la vita eterna, rimedia ancora atanti mali temporali!Penoso viaggio: disagi e comodità del

deserto .Terminate le nostre visite ai differenti grup-

pi d'Indigeni che abitavano nei dintorni diBalcheta, Cumeco, Tapileuche ed altri puntiin un'estensione di circa 500 miglia, ci traslo-cammo alla tolderia del capitanejo Cual .Essa distava 100 e più miglia e ci costòcinque giorni di penoso viaggio per unatraversata molto alta, fredda e nella mag-gior parte coperta di neve . Io, per evitarel'umidità, ogni sera ammonticchiava unacerta quantità di rami e pascolo e sopra vistendevo le poche pelli e coperte. I nostribenevoli lettori saran pieni di compassioneper noi al sentire queste cose ; ma io possoassicurarli, che godevamo di qualche como-dità che forse non hanno quei che vivononei palazzi delle città . In vero la legna ciera accanto e per il pranzo cucinato bastavainfilzare un pezzo di carne ad un baston-cello ed in breve tempo era bella ed arro-stita . Per bere, oltre alla rinfrescante acquadei freddi rigagnoli che ci scorrevano lì vi-cino, eravamo circondati di neve, la quale eratutta a nostra disposizione fin anco di notte,bastando per averla che stendessimo la mano .

Una Indigena moribonda .Giunti in Choroy-Ruca, che significa luogo

dove albergano i pappagalli, e dove trova-vasi il gruppo degli Indigeni sopra mento-vato, fui chiamato in fretta per visitare unapovera vecchierella infedele che stava inprossima agonia . Quella poveretta era cori-cata su alcune pelli distese al suolo ed attor-

niata da varie persone, tra cui alcuna donnesue parenti, afflitte e dolenti pel suo stato .Io l'aiutai come meglio sapeva e non potendoguari farmi intendere, poich'ella era dellatribù dei Tehuelches, mi valsi d'un inter-prete. Le suggerii qualche parola riguar-dante i principali Misteri di nostra santaFede, le feci baciare il Crocifisso e la bat-tezzai sotto condizione. Quella buona gentech'era attorno aspettavano forse da me qual-che rimedio straordinario . Io che non avevaaltro che un po' di tamarindo, per accon-tentarli gliene diedi in piccola dose scioltonell'acqua, prescrivendo il tempo ed il mododi prenderlo . Ben sapeva che ciò a nullasarebbe giovato, ma pur dovetti sottomet-termi e darlo per togliermi la noia dell'insi-stenza dei parenti e per non essere da lorogiudicato per duro di cuore .Morte della India ed ordine alla tribù di

cambiar domicilio .L'infelice donna morì di quella notte stessa

ed i parenti si affrettarono di buon'ora adabbruciare quanto le apparteneva ; quindiinvolto il suo cadavere in una pelle d'ani-male, lo seppellirono a poca distanza senzaavvisarmi e darmi tempo per farle le ese-quie . Subito si disfece il rancho (capanna)in cui quella poveretta era spirata e lo tra-slocarono in altra parte . Mi pensavo chequeste misure bastassero ; ma m'ingannai .Il capo della tribù diede immediatamenteordine alle varie famiglie di prepararsi, chel'indomani avrebbero abbandonato quel luogoinvaso dal genio malefico, indicando loroallo stesso tempo il posto del nuovo soggiorno .Questo trasloco disturbava un po' la miaMissione, e però tentai di distornali, mainvano. Risposero che in una cosa di tantaimportanza non dovevano e non potevanomancare alla fede dei loro padri ed alle lorotradizioni . Ciò nonostante, per riguardo allamia domanda, simitigò quel comando, permet-tendo a mezza tribù di fermarsi per così darmitempo d' insegnar loro la dottrina e battez-zare e cresimare, se non altri, almeno i bam-bini .Guerriglia dichiarata contro il genio del

male .Ma è da notare che stare un giorno di più

in quel luogo, che essi credevano fosse infe-stato dal demonio, era un gran sacrificio ;e pertanto a scongiurare ogni disgrazia dove-ansi prendere delle precauzioni, e quali? Ipiù anziani si radunarono in consiglio e deter-minarono una specie di guerriglia contro lospirito malefico. Sul far della notte, armatidi fucili e di altre armi da fuoco (acquistatedagli Argentini), montano a cavallo i piùdestri e valorosi, si schierano in ordine, equindi, come chi perseguita e cerca a morteun nemico dichiarato, si mettono a correreprecipitosamente facendo scariche a più ri-

prese. I miei compagni ed io stando aipiedi di un alto cespuglio, seduti vicino alfuoco ed in atto di cenare, all'udire queglispari e non sapendone il motivo, credemmofosse scoppiata tra loro qualche ribellione etemevamo anche per noi ; e non debbo tacereche in quel critico momento mi frullò allaniente che quegl'ignoranti, indotti dalla su-perstizione, si fossero indegnati contro di me,attribuendo alla mia medicina la morte dellavecchia indigena . Fortunatamente però, comeseppi all'indomani, la cosa era tutta diver-samente : per me non avevano che sentimentidi rispetto . La battaglia era stata ingaggiatacontro il genio del male per spaventarlo ecacciarlo da quei luoghi. La lotta durò pochiminuti, dopo i quali credendo averlo vinto odalmeno allontanato, smontarono i loro cavallied andarono a dormire tranquillamente .Ecco la tranquillità che godono i popoli

selvaggi privi dei benefici della nostra santaFede! E si dirà ancora di poca importanzal' opera dei Missionarii cattolici che, a mezzodella predicazione evangelica, liberano tantemigliaja di disgraziati dal giogo di Satana,e li conducouo in seno alla Chiesa cattolica,mettendoli a parte di quella Fede che, men-tre alleggerisco i mali di questo esilio, con-forta nella speranza di una eternità felice?

Arrivai a Rawson, capitale del territoriodetto Chubut, il giorno 16 settembre, vigiliadella festa principale di questa Missione dedi-cata all'Addolorata .

La Missione del Chubut .Questa missione va migliorando poco per

volta. Cose strepitose non ve ne sono perchél'elemento è assai ristretto e difficile, mabenediciamo Iddio che consola anche nel poco .

La scuola pei ragazzi fa progressi ed ingenerale ci possiamo dire soddisfatti ; fannopressoché tutti la loro comunione mensile, edi più grandicelli anche nelle maggiori solen-nità lungo il mese .Presentemente la povertà in questa mis-

sione è grande, più grande di tutte le mis-sioni ch'io ho visto ; ma si va avanti passa-b ilmente limitandoci di qui, privandoci di làdi molte cose anche d'uso più comune .

Mi fermerò un mese in questa Missioneandando a visitare pel campo varie tribù nonancora visitate, e dopo, per altra strada,evangelizzando altre tribù, ritornerò a Vied-ma, dove spero troverò Mons . Cagliero diritorno dall'Europa .

SAC . DomENIco MILANESIO .

MES SICO

Una seconda Casa Salesiana in questa Repubblica

Puebla de los Angeles .È questa città posta a nord-est della ca-

pitale del Messico e conta presentemente piùdi 112,000 abitanti . Vien chiamata la Cittàdegli Angeli od Angelica, perché si vuole che,mentre colà si costruiva la magnifica catte-drale dedicata a Maria, gli Angeli porten-tosamente abbiano cooperato nell'innalzarnele mura. Al sorgere di ogni aurora, i mate-riali ammonticchiati nel recinto della fab-brica si vedevano collocati da mani miste-riose al posto , pel quale erano stati prepa-rati (1) .Ancor vivente l' amatissimo nostro Don

Bosco, si erano chiesti i Salesiani perchèandassero a prendersi cura dei giovanettipoveri ed abbandonati di Puebla . E DonBosco, trovandosi stremato e di personale edi risorse pecuniarie per le continue fonda-zioni d'Europa e dell'America meridionale ,aveva risposto all' Ecc .mo Vescovo di Chi-lapa, Mons . Ibarra, che non a lui, ma al suosuccessore sarebbe toccato di mandare i suoifigli nel Messico .Non erano passati che cinque anni dalla

morte del venerato nostro Fondatore, quandoil suo successore Don Michele Rua, cedendoalle ripetute istanze dei buoni Messicani,nell'ottobre del 1892 si decideva di mandareil primo drappello di Salesiani alla capitaledel Messico, dove coll'appoggio di S . E. R .maquell'Arcivescovo e coll'aiuto di zelanti Coo-peratori Salesiani stanno per compiere unOspizio che conterrà più di cinquecento gio-vanetti .Nel dicembre scorso poi partiva il secondo

drappello di Salesiani per portare aiuto aiprimi ; ma, giunto a Messico , le supplicheper la città angelica si raddoppiarono e fud'uopo dividersi ed andare a Puebla adaprire il secondo Istituto salesiano a van-taggio della gioventù messicana .

Il primo atto di questa fondazione :Il giorno 18 febbraio D. Raffaele Maria

Piperni,primo Direttore di questa nuovaCasa, teneva una Conferenza ai Cooperatoried alle Cooperatrici di Puebla nella sagre-stia della chiesa della Compagnia, ed an-nunziava come finalmente la tanto sospirataCasa salesiana in Puebla era un fatto com-piuto, essendosi scelto pel nuovo Collegiod'arti e mestierì un locale posto in quellaparte della città che si chiama El Alto deSan Francisco, al quale tuttavia bisognavaaggiungere un altro tratto di costruzioneperchè potesse contenere duecento interni .

(1) V. Fernando Cortez o la Scoperta del Messico ,pag. 22, del Sac . G. B. Lemoyne. Torino, TipografiaSalesiana .

Otto giorni dopo, al 26 febbraio, coll' in-tervento del Rev .mo Vicario Generale dellaDiocesi, Caii . D. Giuseppe Vittoriano Co-varrubias, rappresentante l'Ecc .mo Vescovodiocesano, di due Canonici della Cattedrale,del P. Rivere della C . di G . , del Parrocolocale, dei Presidenti della Società e delCircolo Cattolico , Sigg. Ignazio Benitez ee Giuseppe M. Obando, e di un gran numerodi soci appartenenti a questi due corpi e dialtre spettabili persone , si benediceva laprima pietra di questa nuova costruzione .Fecero da padrini i nobili signori GiuseppeM. Botello, Giuseppe de la Luz Trasloshe-

ros ed Edoardo Ovando , e da madrine lesignore donna Dolores Búlnes, donna InésCarillo de Alvarez e donna Concetta E . deOvando .Prima che il Rev.mo Can . Cavarrubias pro-

cedesse alla benedizione della prima pietra,diressero al numeroso pubblico accalorate pa-role di circostanza il Sig . Lic .° D . FrancescoFlores Alatorre ed il nostro Don Piperni ;durante la funzione cantarono alcuni divotiinni le Figlie di Maria della parrocchia dellaS. Croce ; e dopo, il suono giulivo delle cam-pane della vicina chiesa di San GiovanniBattista, lo sparo di razzi e mortaletti e glientusiastici applausi della moltitudine in-tervenuta posero termine alla bella festic-ciuola, che tanto contento portò al cuore ditutti i buoni Pueblani e specialmente del

signor Ignazio Benitez . il promotore princi-pale di questa fondazione, dei membri dellaSocietà Cattolica e di tutto il clero regolaree secolare di Puebla .

Solenne inaugurazione .Dopo questo primo atto fu cura speciale

del Sig. Benitez di far procedere con alacritài lavori delle nuove costruzioni , montare ilaboratori delle macchine e degli attrezzinecessari, e preparare una decente cappel-letta al buon Gesù, che dovea poi discen-dere sacramentalmente a prendere possessodi quella Casa .

Intanto l'Ecc.mo Vescovo Mons . France-sco Melitón Vargas , in data 8 aprile 1894dirigeva al suo clero secolare e regolare eda tutti i fedeli della sua diocesi una letterapastorale da leggersi inter missarum solemnia,nella quale annunziava ufficialmente lo sta-bilimento dei Salesiani nella sua Diocesi,approvava e raccomandava l'Associazionedei Cooperatori e delle Cooperatrici Salesiane,riportando il documento pontificio , ondePio IX di v. m. canonicamente eresse que-st'Associazione, ed infine, dichiarando comeegli commendava, proteggeva e benediceval'Istituto salesiano come quello che ha periscopo ed ottiene di formare buoni, onoraticittadini mediante l'educazione e l'istruzionecattolica della gioventù , lo raccomandavaalla pubblica carità dei suoi Diocesani .

La domenica 22 aprile poi, lo stesso Ec-cellentissimo Vescovo si portò al nuovo Isti-tuto salesiano di Puebla per la solenne inau-gurazione, alla quale intervenne pure il Go-vernatore dello Stato , sig . Generale MucioP . Martinez, in qualità di priore o padrino .Assistevano i membri della Società Catto-lica, varii sacerdoti ed un considerevole nu-mero d'altre rispettabili persone .

Si pronunziarono due eloquenti discorsiuno dal nostro D . Angelo Piccono, Direttoredella Casa di Messico, l'altro (assai bello,pratico e proprio della circostanza) dal so-prannominato P . Rivere, Superiore del Col-legno Pio dei Gesuiti : si declamarono clas-siche poesie ed i giovanetti del detto Colle-gio dei Gesuiti eseguirono scelta musica .Per tal modo si inaugurò solennemente

quella nuova Casa salesiana. Col giorno se-guente, 23 aprile, si aprirono definitiva-mente ed in pieno esercizio i laboratorii difalegnami, calzolai e stampatori, e qualchesettimana dopo quelli dei sarti e dei fabbri-ferrai. I giovanetti accolti come interni findai primi giorni furono una trentina, i qualiora speriamo siano arrivati ad un centinaioavendo terminato un dormitorio capace dialtrettanti letti .

Col Collegio per interni i Salesiani inPuebla hanno pure presa la direzione di unascuola già esistente per gli esterni, la qualeè frequentata da ottanta giovanetti . Cosicchènoi godiamo al pensiero che già fin dal primoanno i nostri fratelli della città angelica pos-sono spezzare il pane dell' arte e della cri-stiana educazione ad un bel drappello dicirca duecento giovanetti .

Le Suore Maria Ausiliatrice nella capitaledel Messico .

Qualche anno addietro nella città di Mes-sico, capitale della Repubblica dello stessonome , una compagnia di nobili ed ottimesignore erano venute nel santo divisamentodi erigere un Ospizio sotto il titolo di AsiloColombo, forse come ricordo del quarto cen-tenario della scoperta dell'America, in realtàperò col fine di accogliervi le fanciulle po-vere della città ed impartire loro una buonaeducazione . A tale scopo diedero principioad un edifizio nella colonia di Santa Giulia,distante un cinque minuti dalla casa dei Sa-lesiani, e frattanto incominciarono a racco-gliere alcune di tali povere ragazze in unacasa presa a pigione, procurando loro dellebuone maestre secolari .Ma, per dare stabilità all' opera loro, ap-

pena giunsero colà le Suore di Maria Ausi-liatrice partite da Torino nello scorso di-cembre , volsero tosto sopra di esse i loropensieri. Col loro Presidente, il P . AntonioIcaza, Parroco di S. Catterina, si presenta-rono alle medesime pregandole a voler ac-cettare l'Asilo Colombo, omai già quasi con-dotto a termìne .

Esitarono dapprima le Suore di Maria Au-siliatrice ; ma poscia avuto per ciò non solol'approvazione, ma ben anche consiglio edincoraggiamento, e diremmo di più, preghiereda quell'Arcivescovo Mons . Prospero MariaAlarcon, si decisero pel sì ed il 24 febbraiodi quest' anno con sessanta allieve entra-vano nel nuovo edifizio , inaugurando cosìsolennemente l'Asilo Colombo di Messico .

ARGENTINA

Una seconda palla fallita !

REv.m° SIG. DON RUA,LA NOSTRA buona Mamma Maria Ausilia-

trice ha dato una seconda prova della suaspeciale protezione inverso di noi . Ella si ri-corderà come l'anno scorso, al Sabbato Santo,un briccone sconosciuto sparava dalla portadella nostra nuova Chiesa di Maria Ausi-liatrice un colpo di rivoltella verso l' altarmaggiore, e poco mancò che non colpisse ilSacerdote che era all'altare (1) .

Quest'anno, proprio nello stesso giorno edalla medesima ora , mentre alla Parrocchiadi S . Rosa suonava il Gloria della Messa enella nostra Chiesa si leggevano le Profezie,quel malvivente, non potendo tirare dallaporta, che era per nostra tranquillità custo-dita dagli agenti di pubblica sicurezza , siprovò dalla via laterale di S. Juan e controdi una finestra che dà nel Sancta Sanctorum .Ma la Vergine Santissima anche stavoltamandò a vuoto quel colpo ; giacchè la palladiede nell'angolo della finestra e cadde aterra insieme coll' arricciatura stessa .

La palla scoccata l'anno scorso forma pre-sentemente un bell'ornamento al collo dell'im-magine di Maria Ausiliatrice che si venerain questa nostra Chiesa tanto osteggiata daldemonio ; quella di quest'anno merita di fre-giarne la bella corona che le circonda il capo .

Viva Maria! Oh! voglia Essa questa nostradolcissima Madre convertire una buona voltaquesti disgraziati, empi e codardi che vivonod'odio contro la Religione nostra santissimaed i suoi ministri ed aspettano il momento,in cui la ragazzaglia spara razzi e mortalettia fin di celebrare la gloria di Gesù risorto,per compiere a man salva i loro nefandi at-tentati .

Ci benedica, o Rev .m° Sig. D . Rua, e pre-ghi sempre per leRosario di S . Fè, 26 Marzo 1891 .

FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICEdi Rosario .

(1) V. Bollettino di Settembre 1893

URUGUAY

Mons. Lasagna .- Mons . Lasagna il giorno 22 aprile benedi-

ceva una nuova cappella dedicata alla Ver-gine Ausiliatrice dei Cristiani, innalzata ac-canto al Collegio salesiano di MercedesOrientale nell'Uruguay .- Lo stesso Monsignor Lasagna il giorno 10

maggio partiva da Buenos Aires col suo se-gretario alla volta del Matto Grosso . Egliha ottenuto dal Presidente dell'Argentinalettere commendatizie pei Governatori di Cor-rientes e di Missiones , nelle quali si insisteacciocchè si provveda una buona volta aquei popoli affatto abbandonati e si pro-mette appoggio ed aiuto per tal fine . Mon-signore, dopo una fermata di quindici giornicirca in Assunción del Paraguay per trat-tare con quel Governo sullo stabilimento divani centri di Missioni tra gli Indii, passòa Matto Grosso, ove si sta per fissare pro-babilmente in Cuyabà una Casa di Missio-narii Salesiani . Difattií alcune settimane doposappiamo che da Villa Colon lo seguironoD . Malan con alcuni altri confratelli . Iddiobenedica questi sforzi a benefizio dei poveriIndii .

che del suo avanzamento . Iddio, mirabile neisanti suoi, altri chiama nei primordi del loro vi-vere, altri nella virilità e chi nell'ultima ora . Sidirebbe che il Signore prevenne l' istitutore diquesta Congregazione, il santo, l' impareggiabileD. Bosco, in benedictionibus dulcedinis ; tanto cre-sceva umile, studioso e divoto . Le cure della piis-sima sua genitrice e più lo spirito del Signore locondussero al sacerdozio . In Torino era preso diamore per i fanciulli, ed a somiglianza del DivinMaestro viveva in mezzo a loro, dopo averli rac-colti abbandonati e vagabondi per le strade .Giuocava, pregava, studiava con loro ; quindi eri-geva una cappella, un piccolo tempio e la DivinaProvvidenza a lui sorrideva. I nemici, che nonmancano mai, col nome di biricchini nomavano ifigli di D . Bosco, e lui come pazzo volevano tra-durre a casa di salute . Come mai? Date tempoal tempo e vedrete l' albero di senapa .

» I figli di D . Bosco, altri laureati in teologia, infilosofia, in belle lettere, altri distinti nella musicae nella composizione, altri nelle arti , e tro-vando nel loro ardore ristretta la città di Torino,si disperdono nel Piemonte, nella Lombardia, nelVeneto, nella Liguria, nelle Romagne, nella Si-cilia e nel centro stesso del cattolicismo, vo' diredire a Roma . Né pago di tanto, Don Bosco volgeancora lo sguardo alla Francia, alla Spagna, al-l'Austria, al Belgio, alla Svizzera, all'Inghilterra,portando loro, per mezzo de' suoi figli , le suecure paterne . Quanti giovani ricevono dai Sale-siani istruzione ed educazione ! quanti figli tolti_al delitto ed alla carcere! quanti orfani man-tenuti» Ma come un tempo Chiara d'Assisi doman-

dava a san Francesco, suo concittadino, un'arcadi salvezza per le figlie, e ne sorgeva l'ordine diS. Chiara, così avvenne a D . Bosco ; ed egli isti-tuiva la Congregazione delle Figlie di Maria Au-siliatrice, le quali col loro zelo e carità procu-rano al sesso debole educazione, sollievo e sa-lute .» Per impulso di Pio IX la Congregazione Sa-lesiana varca l'oceano e si estende nell'America .Da Buenos Aires alla Patagonia, alla Terra delFuoco, al Chilì, al Brasile, all' Equatore, al Mes-sico e chi guida la Missione sono figli di D . Bosco .

» Muoiono anche i santi, e D . Bosco chiude gliocchi alla luce di questo mondo . Morrà anche laCongregazione sua? Come già Eliseo ad Elia, cosìil presente Superiore della Congregazione, l'erededello spirito del fondatore, D . Rua, pregava : Oro,ut fiat in me spiritus tuus duplex. E la Congrega-zione Salesiana collo spirito del suo fondatoretrionfa, perche istituisce altri Collegi, altre Case,altre Missioni ; ed ora infatti si sta dai Missionariisalesiani per entrare tra i selvaggi del Brasilee dell'Equatore . . .

» Ma non si vola senz' ali. Voi, o Cooperatorie Cooperatrici , siete le ali della Pia Società Sa-lesiana. Con la preghiera, con le offerte , con lequote annuali vestite la povera gioventù, mandatei Missionari, li assistete . È un apostolato nuovola cooperazione vostra . Aspettatevi la dovuta mer-cede da Dio . Voi, o genitori, avete figli che pos-sono perdere la fede e naufragare nel buon co-stume : se volete una protezione ai figli vostri .favorite la Congregazione Salesiana . . .» Date et dabitur vobis . -Siete figli di Maria,siate anche figli di D. Bosco ; onorate Maria, sov-venite la Congregazione salesiana e salverete l'a-nima vostra e l'anima di tanti altri . »

Un fortissimo vento costrinse a trasferire ad

(CORRISPONDENZE) .Bordighera (Torrione). -Come negli scorsi

anni in questa parrocchia salesiana del Torrione(Bordighera) si celebrò solennissimamente la festadi Maria SS . Ausiliatrice .Nel dì 27 maggio fin dalle ore 7 del mattino

S . E . Rev . maiMons. Ambrogio Daffra, nostro vene-ratissimo Pastore, vi celebrava la messa dellaComunione generale, che fu numerosa assai, di-stribuendo inoltre il pane degli Angeli per laprima volta ad una quarantina di giovanetti edinfiammando i loro teneri cuori con caldo fervo-rino prima e dopo . Alle 9 1/2 vi amministrò ilSacramento della Cresima. Alle 10 1/2 ebbe prin-cipio la messa solenne, assistita pontificalmente .I giovani del Collegio salesiano di Alassio ese-guirono con vera arte, da attirarsi i comuni ap-plausi, la grandiosa messa del Sacro Cuore aquattro voci del M.° Gounod, durante la qualeS. Ecc. tessè uno stupendo elogio dell'Ausilia-trice dei Cristiani , infervorando tutti i presentialla divozione di questa grande Vergine .Ai Vespri solenni S . E. R.ma tenne pure al

numeroso popolo accorso la conferenza sulle Operedi D. Bosco, applicando il sacro detto : - Simile estregnum coelorum grano sinapis - alla Pia SocietàSalesiana. « E perchè voi, o Cooperatori, continuatel'opera vostra a benefizio di questa Pia Società,proseguiva a dire l'Eccellentissimo Vescovo, nonsgradirete di sentire parlare, sia del suo principio

AD ONOREDI MARIA AUSILIATRICE

altra domenica la solenne e tradizionale proces-clone, a cui ogni anno prende parte immenso nu-m ero di divoti anche dai paesi circonvicini .

La benedizione col SS., a cui presenziava nu-meroso clero, venne impartita da S . E. R.ma esi eseguì il grandioso Tantum ergo a quattro vocidi S . Cecilia di Mons . Cagliero .Compì e chiuse la festa la commovente cerimo-

nia per l'accettazione nella Compagnia delle Fi-glie di Maria di un considerevole numero di gio-vanette, che in sì caro giorno vollero dedicarsiintieramente alla celeste Madre . Fu tenuta dallostesso amato Pastore .O Maria, che ti eleggevi questo luogo per di-fendere dall' eresia questo caro popolo del Tor-rione, dall' alto del tuo trono continua a proteg-gerlo, a benedirlo. Benedici in prima all'Angelodella Diocesi, al nostro zelantissimo Pastore, sucui pare trasfuso lo spirito di san Francesco diSales, nello zelo ardente, nell'infaticabile operare,nella dolcezza e soavità dei modi che tutti a sèattira e vince i cuori . Benedici, o Maria, colla par-rocchia l'annesso Istituto femminile, ora special-mente che mercè la tua grande protezione, fuampliato notabilmente .

(X) .

Genova. - La festa di Maria Ausiliatrice fuqui celebrata con gran pompa sabato 2 Giugno ,nella chiesa di S. Siro, alla presenza di un'elettaschiera di Cooperatori e Cooperatrici, accorsi adascoltare l'accalorata parola del R.mo Mons. Pado,canonico di Finalmarina, il quale volle perorarela causa dei figli di D. Bosco, narrando le gestadi Maria Ausiliatrice, che li ha accolti sotto ilsuo manto, facendoli suoi vessilliferi .I cantori dell' Ospizio Salesiano di Sampierda-

rena, eseguirono, come sempre, scelta musica, inap-puntabilmente, sotto la direzione del maestro No-ceti . Piacque singolarmente il Sanctus e l' AgnusDei della nuova messa del maestro Suttil (1), eun Tantum ergo del maestro Ottonello . Destò poiin tutti un sentimento di tenerezza il piccoloclero, che mostrava, direi così, quali fiori di de-vozione si raccolgano nei campi coltivati dai Sa-lesiani .Funzione cara e riuscita che, speriamo ferma-

mente, apporterà buoni frutti .Avv . CAMILLO BRUNI

Coop. Sales .

Sampierdarena . - Rev .mo Sig. Don Rua . -Donienica 3 Giugno abbiamo celebrato la festa diMaria Ausiliatrice colla massima solennità , inringraziamento dell' aiuto specialissimo accordatoda Maria SS . a quest'Ospizio nei mesi scorsi ,quando per ben due volte fu messo a dure prove .La consolazione maggiore fu quella di vedere

partecipare alla festa il popolo di Sampierdarena,massime i parrocchiani di San Gaetano . Fu unacollana ininterrotta di Comunioni, dalle 4 e mezzodel mattino fino verso le 10. Nel piccolo, parevad'essere a Torino, il giorno della gran festa .Della devozione e dello slancio dei giovani non

ne parlo ; fu quale ella può desiderare : s' imma-

(1) Questa stessa Messa fu eseguita per intiero econ splendido successo nella festa titolare della chiesadel S . Cuore di Gesù in Londra il 3 giugno u . s . Daigiornali apprendiamo che questa nuova composizionedel M . Suttil è piaciuta moltissimo .

gini quindi la consolazione dei nostri superiori,e di tutti. Che Dio ne sia benedetto!

Cantori e musici fecero miracoli , e ne facciouno anch' io, se vuole, nel tenermi breve breveper non rubarle tempo e spazio .

Le bacio con vivissimo affetto la mano .R. d . A .

Pavia . - La Conferenza e la festa di MariaSS. Ausiliatrice fu tenuta in quest'anno il giorno30 Maggio nella mia Chiesa Prepositurale di S . M .del Carmine, con Messa, Comunione generale eDiscorso al mattino, e con altro Discorso d'unmio Curato, il Teol . D. Rodolfo Maiocchi, e Be-nedizione solenne alla sera . Grande fu il con-corso, moltissimi quelli che si accostarono allaSacra Mensa, viva la fede, fervente la pietà deiCooperatori e del popolo, massime nel visitarelungo il giorno l'Immagine dell'Ausiliatrice deiCristiani esposta perla prima volta alla pubblicavenerazione su di un altare splendidamente ad-dobbato. Non poche furono le grazie ottenute inquel dì dai devoti infervorati alla preghiera edalla più fiduciosa speranza da quanto avevanoudito di Maria .

Can . FRaNCESCO MARIANIPrevosto .

Vercelli . - La festa di Maria Ausiliatriceè riuscita benone . Fu celebrata nella mia Parrocchiainaugurandosi il bel quadro della Vergine Aiutodei Cristiani .

D . CARLO SaLAMANODirett. Dioc .

Milano. - Della festa celebratasi in Milano il29 Maggio e già accennata nel Bollettino del mesescorso, desidererei vedere riprodotta la seguenterelazione che un Cooperatore Salesiano fece sul-l'Osservatore Cattolico di questa città . Eccola :

« Scopo di quella solennità era l'inaugurareanche in Milano la festa di M . Ausiliatrice volutacon quella di S . Francesco di Sales dal nostrospeciale Regolamento, e intanto cogliere l'occa-sione per raccomandare l'impresa dell'Istituto Sa-lesiano erigendo in Milano, pel quale anche l'Os-servatore tanto validamente concorre .

« Fu felice pensiero quello del Comitato di chia-marvi lo stesso R .mo D . Rua, successore degnis-simo del grande D . Bosco, e tanto caro a tutti iCooperatori, che finalmente poterono vederne laveneranda figura. Giunse infatti la sera del 28 ac-compagnato dal Sac . D. Stefano Trione e accoltoalla Stazione dal Sac. D. P . Morganti, Direttoredel Comitato Salesiano, e da un gruppo di altriSacerdoti e Signori Cooperatori . Salito in una car-rozza (lasciata poi a sua disposizione in tutto iltempo di sua fermata in Milano da una generosasignora del Sotto-Comitato, che volle anche lafortuna di apprestargli da cena) passò a Santa Sofia,donde poi verso le 10 del dì seguente recossi aS. Maria Segreta . Quivi, benchè stanco del viaggio,volle celebrare la S . Messa, quale Cooperatore Sa-lesiano, Mons . Federico Sala, Arciprete del Duomoe reduce allora da Roma colla nuova e ben me-ritata dignità di Protonotario Apostolico .

« Sedeva all'organo ed accompagnò colla notasua perizia tutta la funzione il Cooperatore Sa-lesiano signor Galli, maestro della Basilica diS . Ambrogio . Terminatala S. Messa, salì il pergamoil Sac. Bignami, pur egli Cooperatore Salesiano,e parlando magistralmente di M . Ausiliatrice, cidiè una novella prova della sua abilità oratoria .

Dimostrò come Maria meriti questo caro e glo-rioso titolo di Ausiliatrice prima dogmaticamentee storicamente poi . Qui specialmente ebbe tocchismaglianti ed efficacissimi, e interessò assai il suouditorio quando accennò ai recenti prodigi di Ma-ria Ausiliatrice nel suo grande araldo D . Bosco enella mirabile sua Congregazione, pigliando cosìil destro per collegare al suo assunto una caldaraccomandazione perchè tutti si adoperino col Co-mitato Salesiano Milanese all'erezione d'una CasaSalesiana in Milano voluta da tutti e voluta daMaria istessa .» Sceso dal pulpito l'oratore, accennò a volerdir pur egli qualche parola il R .mo Sig. D . Rua ;e, uscito dal presbitero, recossi in mezzo alla follaansiosa, a cui dalla predella d'un banco colla suavoce fievole ma limpida disse carissime cose e suMaria Ausiliatrice e su D. Bosco e il suo amoreai Milanesi, eccitando anch'egli alla coadiuvazionedel Comitato . Seguì la benedizione col SS . Sacra-mento, ed indi un po' di refezione presso le Suoredella Visitazione, che vollero, come sempre, dar al-loggio ai Salesiani nel loro quartierino della foreste-ria . Alle 14 3/4 la sala del Comitato Diocesano in viaS . Maurilio rigurgitava di Cooperatori venuti anchedalla campagna, quando vi entravano Don Rua, DonTrione e gli altri della comitiva, ed in mezzo aloro Sua Ecc . Mons . Montegazza, Vicario Dioce-sano, che consacrava così la sua prima comparsain abito episcopale all'Opera Salesiana Milanese .Oh ! i Cooperatori Salesiani, che ne furono sorpresi

e commossi, gliene sono tenutissimi!« Al banco della presidenza sedevano pure di-versi benevoli nostri Patrizi, il Duca Scotti, ilPrincipe Emmanuele Gonzaga, il Conte Belgioioso,diversi membri del Comitato, una rappresentanzadel Sotto-Comitato Salesiano Varesino ed altri Sa-cerdoti e signori, e subito dopo seguivano le nu-merose e zelantissime signore del Sotto-Comitatoe poi Cooperatori e Cooperatrici . Parlò per primoil R.mo signor D . Rua, che sviluppò più largamentele parole dette in Santa Maria Segreta, dopo averprima con nobile disinvoltura felicitato Mons. Mon-tegazza della sua elezione a Vescovo Titolare diSamo, e ringraziatolo di sua benigna degnazionee prestazione verso il nostro sodalizio . E Monsi-gnore alla sua volta, schermitosi delle lodi, peraltro giuste, indirizzategli, disse tornargli carotrovarsi tra i figli del grande D. Bosco e il sapereche prenderanno stabile dimora fra noi . Prese poila parola il Sac. D. Trione, che per quasi unabuona ora intrattenne l'uditorio con una soddi-sfazione trasparente dal volto di tutti . Oh quantecose e tutte belle ci disse questo abilissimo con-ferenziere, rapido, nitido, pratico e concludente!Pur trattando di cose per sè fredde, le seppe in-fiorare di sapidissime lepidezze, senza mai lasciared'esser serio, ed i Cooperatori impararono da luiassai bene la sublimità, il merito ed il campodel loro compito. Ma ci sembrano interessanti assaianche le poche parole del Sacerdote Morganti ,che si limitò (essendo già trascorso molto tempo)a dir solo che le faccende dell'Istituto erigendoprocedono sin qui benissimo; che il locale è giàacquistato ; che un terzo del pagamento è già ver-sato, ma che conviene procurare presto la sommaoccorrente a pagare gli altri due terzi, benchè alpagamento sia accordato un largo comodo . Al-l'uopo raccomandava a tutti i presenti che non siaccontentassero di prestar essi il loro obolo per-sonale, ma che zelassero l'impresa anche pressoi parenti e conoscenti, massime con una attiva ediscreta diffusione dell'Appello del Comitato . Parlò

anche il degnissimo Proposto D . Rodolfo Dossi, acui devonsi tanti ringraziamenti per le sue vo-lonterose prestazioni e, come Vice-Presidente delComitato Diocesano, si rallegrò dell'azione sale-siana, come d'una potente brama di tutto il mo-vimento cattolico . Chiuse i discorsi il Rev .m°Monsignor Arciprete Sala con poche ma vibrate-e sensatissime parole, quali si è soliti udirle dalui, sempre entusiasta pel bene .

« Avvenne poi una gran ressa attorno alla esilee pallida figura di D. Rua; tutti volevano baciar-gli le mani, parlargli, consegnargli offerte . Ei nonpotè contener poi un' espressione, che su quellelabbra parche e dignitose ci fece senso : Oh quantebrave e buone Signore ha Milano! Tornato poi aSanta Sofia fu anche là un andirivieni di perso-naggi, che vollero parlargli e raccomandarsi allesue preghiere, sicchè a stento potè trovare unquarticello per volare in via Commenda e dare unavistata fuggevole al futuro nido de' suoi figli .

« Deo gratias! Oh come son sempre belle lefeste cattoliche! Fortunata Milano che colla tuapronta generosità ti meriti altri sicuri asili peifigli del tuo popolo . »

Dopo questo io aggiungerò colla Lega lombarda,che ha pure dato un lungo resoconto di quellafesta, che il 29 Maggio è riuscito davvero per iMilanesi una giornata cara ed importante . Que-st'ultimo giornale poi additava alle città lombardeil bell' esempio del Comitato salesiano milanesee del Sottocomitato di Signore , che in poco piùd'un anno hanno saputo gettare arditamente lebasi d'un Istituto, di cui è sentito grandementeil bisogno in questa città, e faceva quindi appelloalla generosità dei buoni, perché volessero con of-ferte aiutare il detto Comitato e Sottocomitatoa condurre a termine l'opera incominciata . Iovorrei che queste ultime parole fossero ben com-prese ed ascoltate da tutti i Cooperatori e leCooperatrici della Lombardia, perchè sarà tuttoa loro vantaggio l'erigendo Istituto Salesiano diMilano .

(A) .

Bagnacavallo (Ravenna) - Il 28 Maggiou . s . anche nella nostra città ebbe luogo l'annualeConferenza pei Cooperatori e Cooperatrici sale-siani. La chiesina dei Santi Apostoli Filippo eGiacomo, comunemente detta della Misericordia,fu destinata da Mons . Arciprete, Decurione dei Coo-peratori nostri, per questa riunione privata . ICooperatori intervennero in numero sufficiente,e, premessa la lettura della vita del Sales e lealtre preghiere d'uso, un Sacerdote Cooperatoretrattò l'argomento non troppo facile degli obblighispettanti a questa pia Società, fermandosi special-mente sopra l' azione che i Cooperatori devonospiegare nel proprio paese, sia per se stessi, mapiù per gli altri ; e si estese non poco nella ne-cessità ed utilità di quest'azione salesiana special-mente a pro della gioventù pericolante . Se ilchiaro oratore fu felice in tutto, lo fu in modospeciale nella conclusione, in cui servendosi delletestuali parole, che il regnante Pontefice LeoneXIII volgea al popolo Italiano l'8 dicembre 1892,riuscì all infiammar tutti a manifestarsi aperta-mente cattolici ed a combattere instancabilmentepel bene della patria e della religione .

Prese secondo la parola Mons . Giuseppe Massa-roli Vicario for. di questa città che, in qualitàdi Decurione, presiedeva alla Conferenza . Egli collasua robusta parola e facondia nel dire, disse qualidevono essere i distintivi di un vero Cooperatore

Salesiano, che io riepilogo in questi principali1° La pietà, 2° L'azione e cooperazione di pre-ghiera e di mezzi materiali ; 3° Il coraggio ; 4°L'amore pel Papa e per la Chiesa ; 5° La pietàe specialmente la divozione a M . SS. Ausiliatrice .Poscia ringraziò gli intervenuti ed impartì loro laBenedizione col SS . Sacramento, chiudendosi cosìla funzione della Conferenza .La parola franca e piena di zelo di Mons . Ar-

ciprete ci animò tutti di bel nuovo a muovercompatti verso il campo della lotta e lasciò intutti gli animi la commozione .Sia lode al nostro Arciprete, siano rese grazie

al Sacerdote Cooperatore, che con lui ci parlòe voglia Dio benedire entrambi facendo sì chel'azione dei Cooperatori Salesiani nella nostra Ba-gnacavallo sempre più si accresca e compia quelleopere così magnanime, che la sola carità cri-stiana fa operare .

Un Cooperatore.

Vicenza . -- Come aveva già annunziato, laConferenza Salesiana è stata tenuta il 7 Giugno,in questa chiesa di S . Gaetano dal Rev .mo Mons .Andrea Scotton. Egli ha parlato di D . Bosco edelle sue Opere non solo con piena e perfetta co-noscenza, ma con sentimento di grande riverenzaed amore. La Conferenza ha durato quasi un'ora

e mezzo, seguita sempre colla maggiore attenzionee col maggiore interesse .Il concorso è stato, se non molto numeroso,

certo scelto ; ed anche abbastanza generosa l' of-ferta raccolta per le Opere Salesiane .

Can . Giorgio DE-Lucchi.

Altre Conferenze e feste di Maria Ausiliatricesi celebrarono a Gorizia per cura di Mons .Alpi, a Valdivilla di S. Stefano Belbo per curadel Rev.mo Arciprete D . Sottimano ed in altriluoghi, di cui parleremo nel mese seguente .Oh! Maria SS . benedirà certamente quanti hanno

concorso a propagare la sua divozione e la cono-scenza dell'Opera Salesiana .

GRAZIE DI MARIA AUSILIATRICE

Quanto è buona Maria ! - Dap-poichè sono qui tra noi le venerande Suoredi Maria Ausiliatrice per la direzione diquesto nostro Asilo infantile, pare che MariaSantissima, oltre di aleggiare intorno allesue buone Figlie, abbia pur anco qui innal-zato il trono delle sue materne grazie perquelli che a Lei ricorrono nei loro maggioribisogni. Ed a conferma di quanto io dicovalgano i tre fatti seguenti che hanno vera-mente del prodigioso .

I . Una cotale Paolina Macchia, maritataad Anselmo Carlo, di questa parrocchia, fucolpita da un morbo interno, che la dovevasenza dubbio trascinare alla tomba, essendoimpossibile un'operazione chirurgica . Aggra-vandosi sempre più il male, le vennero am-ministrati tutti i Sacramenti ed impartita labenedizione papale . Senonchè in quel fran-

gente venne allo scrivente la santa ispira-zione di proporre alla moribonda di fare ri-corso a Maria Ausiliatrice con promessa direcarsi dipoi al di Lei santuario di Valdocco,appena sarebbe stata trasportabile . Detto ,fatto. Dopo pochi giorni la nostra infermadalla casa di propria abitazione veniva tras-portata sulle braccia fino alla vettura ; dipoi su questa e col tramvia fino a Torino, ee di nuovo sulle braccia fino alla sagrestiadel santuario di Maria Ausiliatrice, dove fupresentata al Rev.m° Superior Maggiore deiSalesiani, D . Michele Rua, perche le dessela benedizione di Maria Ausiliatrice . Il de-gnissimo successore dell'immortale e com

-

pianto D . Bosco, dopo di aver benedetto epregato per l'ammalata, la consigliò di por-tarsi all'altare della Madonna, recitandoun'Ave M aria alla cara Vergine Ausiliatricee, possibilmente, ascoltando la Messa, chesi faceva celebrare. Così venne fatto. Ap-pena terminata la S . Messa , detta infermadichiarò al proprio marito presente di sen-tirsi assai meglio e con una gran voglia dicamminare e di mangiare, cose che da moltigiorni non aveva più fatto . Ed oh ! pro-digio ! Alla volontà corrispose la forza ; edopo di essere uscita dal santuario cammi-nando senza alcun appoggio e di aver man-giato con eccellente appetito, provò la gioiasoavissima di poter fare ritorno alla propriaabitazione guarita appieno, ed attendere ,come attende colle sue materne cure ,agliaffari domestici ed alla cristiana educazionedella sua giovane famigliuola, con stuporegrande del medico curante e dell' intieropaese. A segno d'imperitura riconoscenza aMaria SS . Ausiliatrice ella presentò una pic-cola offerta pel santuario di Maria e mi pregadi far pubblicare sul Bollettino Salesiano laottenuta grazia .

II. Macagno Domenico fu Antonio, puregli di questa parrocchia, da alcuni anniera molestato da potente angina, la qualeperiodicamente, ed in modo speciale nelcrudo inverno, pareva lo volesse soffocare .Può dirsi che ogni anno andava a toccarele porte eternali . Lo stesso medico curante,che nulla ommetteva per evitare una talecatastrofe ad un povero padre di famiglia,ed aveva già operato con tagli nella goladel sofferente, dichiarò che la secchia sa-rebbe andata tante volte al pozzo, finchè visarebbe rimasta al fondo , perchè poco onulla vi era a sperare per l'avvenire . Il sot-toscritto parroco, che vuol il maggior benea detto Macagno, essendo egli uno dei mi-gliori e più assidui cantori del coro, ungiorno gli fece l'interrogazione seguente« Caro Menico! e non ci hai ancora pensatoche a Torino nel santuario di Valdocco ab-biamo la migliore medichessa Maria Ausi-liatrice, salute degli infermi? Suvvia ! unbuon voto a Lei, e la promessa di andare aquel suo santuario in persona a sentire una

S. Messa e fare colà una buona Comunioneed una abbondante offerta pel detto san-tuario, ed il cuor mi dice che la nostrabuona Mamma ti guarirà assai meglio ditutti i dottori . » Così promise e così fece ;ed ora si sente benissimo . Passò il periododell'apparizione del terribile morbo, ma nonebbe alcun sintomo di esso . Perciò con animograto verso di Maria Ausiliatrice prega eglipure sia pubblicata sul Bollettino Salesianola impetrata grazia .

III. Ora è lo stesso Parroco di Scande-luzza, Prigazzi D . Giovanni Maria, PrevostoV. F. e Cooperatore Salesiano , che devemagnificare e ringraziare corde et animo lacara Madonna di Don Bosco . Nel giorno 13del passato gennaio egli fu colpito da in-fluenza, ma di una intensità veramente spa-ventevole, coll'aggiunta di manifesti sintomidi polmonite doppia. I due medici curanti sistringevano nelle spalle, disperando di potersalvare la vita al povero ammalato . Eh! sìche fecero del loro meglio per ben riuscirvi .Per ben tre giorni il povero infermo fu inlidi ignoti, senza più nulla vedere, nè in-tendere e coi segnali non dubbii di mortevicina. Il precitato Domenico Macagno, cheera uno degli assistenti ed infermieri più in-telligenti ed affezionati al suo Parroco, me-more della grazia già ottenuta da MariaAusiliatrice, disse ai circostanti e parentiche erano nella più grande costernazione« Maria SS . salvò me dalla morte, e perchènon salverà il nostro amato Prevosto ? Orvia, incominciamo subito una novena di pre-ghiere a Maria Ausiliatrice e facciamo anome dell'infermo il seguente voto : che seMaria SS. lo guarirà, egli al più presto sirecherà al santuario di Valdocco per cele-brarvi una Messa in rendimento di grazie efarvi un'offerta . Sono più che persuaso, ag-giungeva, che allorquando il nostro Prevostosi riavrà dall'attuale parossìsmo , di buongrado ratificherà il nostro voto e la nostrapromessa. » Subito tra i circostanti, in paesee fuori, venne incominciata la novena, e trai bambini del nostro Asilo infantile per moltigiorni venne continuata la preghiera diun'Ave Maria colla giaculatoria AuxiliumChristianorum, ora pro eo . La Vergine pie-tosa venne difatto in aiuto . Laus Deo etMariae! In pochi giorni l'ammalato entrònella convalescenza, ed ora può attendereal suo parrocchiale ministero e fare ognigiorno un fervorino all'altare della BeataVergine pel caro Mese Mariano . Però glirimane ancora un po' di raucedine, che speracolla sua venuta al santuario di veder spa-rire, perchè Maria SS. non usa fare le grazieper metà, e ciò che incomincia perficiet, so-lidabitque . A tale scopo il giorno 28 maggio1894 entrava nel santuario di Valdocco incompagnia di sua sorella, pur essa perfetta-mente guarita della stessa malattia, per rin-graziare colle lagrime agli occhi la tauma-

turga Vergine Maria SS . Ausiliatrice, peradempiere alla lettera il fatto voto e presen-tare una offerta pel detto santuario, dolenteche questa non possa essere in quella misurache detterebbe il suo cuore riconoscentis-simo . Però l'avvenire non è ancor passato .Anche questa grazia desidero che sia

pubblicata sul Bollettino Salesiano , perchèda tutti si sappia quanto siano grandi l'a-more e la potenza di Maria verso coloro cheLa invocano ed in Lei mettono tutta la loroconfidenza, quasi sicuri di ottenere anche ifavori temporali, quando questi non sianod'impedimento al maggior bene spirituale .Di nuovo : Laus Deo et Mariae. Evviva lanostra buona Mamma Maria, Aiuto dei Cri-stiani !

Scandeluzza (Monferrato), 28 Maggio 1894.

Sac. Gio . MARIA PRIGAZZIPrev. V. F. e Cooperatore Salesiano .

È finita per loro! - Così dicevanosommessamente fra loro quanti visitaronogiorni sono i due infermi Isidoro Divano,d'anni 10, e Pietro Raineri, settantenne, en-trambi di questo paese. Nè diversamentesentivala il medico . Consigliati però a rivol-gersi a Maria Ausiliatrice, essi prontamentelo fecero, e Maria, sempre buona, pronta-mente salvolli . Riconoscentissimi pertanto digrazia sì segnalata, esultano in poterla ren-dere di pubblica ragione, inviando nel tempostesso al suo santuario di Torino una tenue,ma cordialissima offerta .

Cadepiaggio di Gavi, 22 Maggio 1894.

Sac . ODORICO MALVINOCappellano-curato .

Maria mi ha guarita ! - Nel marzodell'anno corrente fui colpita da polmonite,la quale, aggravandosi di giorno in giorno,in breve mi ridusse a sì deplorevole statodi salute, che i medici ne erano assai im-pensieriti, ed io aveva già fatto a Dio ilsacrifizio della mia vita . Ma che ! Un buonpensiero mi balenò alla mente e si fu di farricorso a Maria SS . Ausiliatrice, e promet-terle un'offerta pel suo Santuario in Torino .Detto, fatto ; ed oh potenza e bontà di Mariada quel punto, con sorpresa di tutti, inco-minciai a migliorare ; ed ora, perfettamenteguarita, col cuore commosso e riconoscenteper tanto favore, ringrazio Maria Santissimae adempio la fatta promessa .

Montechiaro d'Asti, 12 Giugno 1894 .CARLOTTA ROLLA del fu DO MENICO.

Una novena di preghiere a Ma-ria! - Una mia buona parrocchiana, Mad-dalena Bottini nata Pertusi , ridotta a pes-simo stato per un enorme tumore formatosinel basso ventre, fece voto a Maria SS . Au-siliatrice che sarebbesi accostata ai SS . Sa-cramenti ed avrebbe fatta un'offerta per la suachiesa di Torino, ove fosse guarita da sì dolo-rosa e pericolosa infermità ; e intanto comin-ciava una novena di preghiere ad onore di Lei .

Visitata dal medico sul finire della novena,questi giudicò la guarigione possibile, madopo lunga cura. Ebbene, il giorno seguentefiniva la novena, e la paziente si sentivaassai meglio in. forza : il giorno dopo l' en-fiagione era quasi totalmente scomparsa, , ela buona donna poteva ritornare alle facendedomestiche tranquilla e felice. Non appenaglielo permetteranno le cure dei suoi cinquefigliuoletti andrà alla chiesa per la santaComunione, ed ora s'affretta a mandare lasua piccola offerta di lire cinque, che per lesue condizioni valgono certamente assai sullabilancia del Signore .

Casalino Novarese, 23 Aprile 1894 .Sac. PIETRO CURTI

Parroco .

Potenza di Maria! - Ebbi l' annoscorso a ricadere in una broncoraggia cosìostinata, che ormai il medico curante piùnon sapeva a qual mezzo appigliarsi per farcessare l' uscita del sangue, che mi rendevapoco più di un corpo inerte e stremato affattodi forze. In questo sì miserevole stato mi ri-volsi a Maria Ausiliatrice, promettendole che,se ne fossi guarito, avrei pubblicato questoinsigne favore . Non aveva appena concepitatale preghiera che il sangue cessa, le forzeritornano, l' appetito cresce e in men di unmese, potei ritornare alla celebrazione dellaMessa : ed ora continuo a migliorare d' assai .Ne sia dunque lode a questa Vergine po-tentissima, la quale, io spero, non mi vorràabbandonare giammai, ma felicemente micondurrà là, dove eternamente potrò ringra-ziarla .

Torino, 17 Maggio 1894 .Sac . E. CORTINI.

Rendono pur grazie infinite alla VergineAusiliatrice per segnalati favori ottenuti daDio mediante la sua potentissima interces-sione i seguentiLuigi Stucchi, Milano - Alfonsina Fracchia-Bari-

sonzo, CastellazzoBormida-Giovannina LiprandiLucca, Volpiano - D. A. G., Ar lì - Lucia Giudicem. Cometti e Giovanna Giudice m . Cittini, LoveroValtellino - Cesare Barra, Venasca- S . B . A., M.-A gnese G., Bra - B. G ., Torino - D . Nardi per unpio signore (500), Lugo di Romagna - D . LuigiPorta per una pia signora del Torrione di Bordighera

- D. Federico B ., sacerdote, Barcellona - D. LuigiCantimorri, parroco, S . Eufemia (Brisighella) - Vin-cenzo Achino, Igliano (Murazzano) - Maria Brossino,Cavour - Sr. Virginia Solari, Genova - Gugliel-mi Vedona Genda, Pioccapietra - Anna Brondinoved. Boero, maestra, Sanfront - Elisabetta Andreis,Racconigi - Fra Giunipero da S. Martino, Siccomario(Pavia) - Ludovico Trabucchi, segretario contabile ;Villafranca in Lunigiana - Sae. Giuseppe Ballari peri coniugi Isoardi, Savigliano-Laura Audisio, Torino- Carolina Bonetti, Torino - D. Giuseppe Mariani ;Alessandria - Maria Calleri Zucchi, Magliano Alpi -Maddalena Dompè, Brossasio - Teresa Motta, Ron,-dissone - Domenica Bertello, Castagnole - Maria Vi-rone, Savigliano - Cav. Enrico ed Angelo Belli, To-rino - D . Pietro Chiaveri per una persona devota, -Gravesano (Svizzera) - Angela Bertolo, Rubbiana -Maria Emrnanuel, Torino - Seconda Corti, Givasco- Francesco Amandola, Melazzo - Catterina Salim-beni, Gorizia (Austria) - Ermelinda Cassolino, Monte-magno - Giulia Tinelli, Torino - Brigida Orecchia,Montiglio per Carbonero - Alessandro Cena , Chivasso- Giovanna Santa, Castelrosso - Maria Salvetti, Ca-luso - Giacomo Giusiano, Mette (Saluzzo) - Catte-rina Porlo, Caramagna Piemonte - Margherita Moro,Ponto - Elisabetta Grassio, Giovanni Vercellone, An-gelo Grassio, Cigliano - Antonio Filiperta, RomanoCane rese - Sorelle Calderini - Vincenzo e Antonio Ca-stelli, S. Antonio di Susa - Antonio Tesio, TorinoGenarde Chiappusso, Novalesa - Luigi Beneitone -Giovanni Andrini, S . Martino Canavese - TeresaMurgesa, Chiusa di S . Michele - Maria e MargheritaBeiletti, Romano - Michele Soldo, Cervaro (Varallo)- Domenico Ferrero, Carmagnola Borgo S. Bernardo- Giovanni Lamandri, Possano - Teresa Cagnassi,Orbassano - Gio. Batt. Dellacasa - Angela Porti-glietti, Torino - Damiano Marinetti, S. Damianod'Asti - Felicita Vaudero - Nussi Andriana, Cividalc(Udine) - Maria Dellaferrera, Isola Bella di Torino -Ottavia Garbaccio, Torino - Catterina Mantellin_Lombriiasco - Varie pie persone, Settimo-GiuseppinaPinnato, Ponte S. Martino - Sac. Bellagamba, S. P .- Maria Rullino, Sagliano Micca- Antonio Romasso,S. Mauro - D . Giuseppe Ardeado, curato, San Benigno(Cuneo) - Severina Bongiovanni, Brozzolo - Catte-ritta Lazzaro Scassa, Racconigi - Domenica Arman,Piaerolo - Gio. Batt. Bagnasacco, Saluggia -- An-tonio Gobbia, Rivarolo - Teresa Simondi, Dronero -Margherita Robasto, Savigliano - Catterina Agnelli,Torino - Vincenzo Mottino, Rivarolo - Elisa Monta-nari - Annetta Craveri, Airasca - Lucia Gianoglio,Vigone - Teresa Tartara, Torino - Catterina Bru-netti, Caramagna - N . N. Crescentino - MargheritaMattis, Bra - Medina Nata, Torino - GiovanniBotto, Garsigliano - Giulia Rubatto, Chivasso - AngelaVola, Torino- Pietro e Maria Galcano, Carmagnola- Pietro Monaco, Torazza - Gedda Zappata, Torino- Domenico Marchisio . Caramagna- Delfina Martoia,S. Antonino di Susa - Maddalena Rostagni, Torino -Battista Bagnati fu Giacomo - Nicola Avanzati fu Gio .Batt., Castelrosso - Teresa Persiva, Torino - Gio-vanni Gastaldi, Saluggia - Catterina Martinengo,Vinovo - Catterina Acossato, Braleimo - AngiolinaCallino, Poirino . - Giacomo Golzio, Castelrosso .

ESERCIZI SPIRITUALI PER LE MAESTREe per altre pie Signore e Cooperatrici Salesiane

Anche in quest'anno nell'Istituto delleFiglie di Maria Ausiliatrice , in Nizza-Mon-ferrato, avranno luogo alcuni giorni di Eser-cizi Spirituali per le Maestre ed altre pieSignore e Cooperatrici Salesiane, che desi-derassero di attendere colla dovuta tran-quillità di spirito alle cose dell'anima e del-l'eternità .

Un buon numero di esse vi presero partenegli anni scorsi con viva soddisfazione ;speriamo che altrettanto sia per avvenirenell'anno presente .Pertanto, imitando l'esempio del compianto

Don Bosco, il Sac. Michele Rua fa lorocaldo invito ad intervenire numerose ; e qua-lora non potessero recarsi quelle degli annipassati, egli le prega ad inviarvi le propriefigliuole o sorelle, oppure indirizzarvi altrepie donne o donzelle del paese, conoscentiod amiche .

La pensione è fissata a L . 20 ; per le mae-stre a L . 15 .Gli Esercizi comincieranno la sera del

1° agosto e finiranno il mattino del 10 . Essisaranno dettati da Sacerdoti Salesiani .

Chi intende di prendervi parte è pregataa significarlo non più tardi del 27 luglio allaSuperiora delle Figlie di Maria Ausiliatricein Nizza-Monferrato .Per norma di chiunque volesse interve-

nire, Nizza-Monferrato ha stazione propriasulle linee ferroviarie di Alessandria-Caval-lermaggiore e Torino-Asti-Acqui-Ovada-Ge-nova.

VARIE TÀ.Trecate: - Inaugurazione e benedizione del

Collegio e della Chiesa Salesiana . - Da questo

1. Anderloni Giuseppina - Verona .2 . Baccini Antonio - Genova .3 . Beccar! Teresa vedova Celoria -

Casale (Alessandria) .4 . Berta Antonia - Torino .5 . Bogadeo Catterina vedova Bovio -

Bitonto (Bari) .6. Bosio Domenico Cons. - Villanova

d'Asti (Alessandria) .7. Brusca D . Secondo prevosto - Ba-

locco (Novara) .8 . Cao D . Giuseppe Agostino teologo

-- Nurach (Cagliari) .9 . Capretti Mens. Pietro Dott . Teol .

- Brescia .10 . Cogno Gio. Battista - Carmagnola

(Torino) .11 . Colcis Maria - Trento .12 . Colusso Maria - Cimadolmo (Tre-

viso) .13 . Conti Ranieri - Solaio (Siena) .14 . Contini non Giovanni - Massania

(Cagliari) .15. Costanzo Cav. Dottor Giuseppe -

Occimiano (Alessandria) .16 . Crespi D . Agostino rettore - Car-

magnola (Torino) .17 . Della Santina D. Giuseppe curato

- Lucca.18 . Di-Gregorio D . Pietro - Palermo.19 . Fantoni D . Francesco - Bologna .20 . Fcrandi Maria - Saluzzo (Cuneo) .21 . Furrarotti Raffaella nata Lentini -

Catania .22 . Ferrero Maria - Vigevano (Pavia) .23 . Filippini D . Pietro - Bologna.24. Finco Sebastiano - Cologna (Pa-

dova) .25. Fumasoli Paolo - Tesserete (Sviz-

zera).

26. Gazzano Luigia - Moltodo Super .(Porto Maurizio) .

27 . Gog,ia Anna - Biella (Novara) .28 . Gotterer Don Agostino - vezzano

(A ustria) .29 . Guerra D . Paolo - Palermo .30 . Isaia D . Giuseppe prevosto- Busca

(Cuneo) .31. Lanzer Don Francesco - Tramin

(Tirolo) .32 . Laureti Angelo perito agronomo -

Acquasparta (Perugia) .33 . Leuzini D . Giuseppe - Maranello

(Modena) .34 . Levrero Rosa - Bolzaneto(Genova) .35. Livia D . Giuseppe - Venezia .36. Lo-Jacono D . Fortunato - Palermo .37. Mayer D. Joh - Feldhirch (Austria).38. Marengo Luigi - Carmagnola (To-

rino) .39 . Martelli Don Agostino - Levante

(Genova) .40 . Masserdotti Don Giuseppe parroco

Borgo Pile (Brescia).41 . Mior D . Silvestro parroco - Teglio

(Vicenza) .42 . Moraschi-Dotti Anna - Erbusco

(Brescia) .43 . Nani D Leonida - Soave (Verona) .44. Occhiuzzi parroco - Acquappa (Co-

senza) .45. Paterno di Raddusa Don Luigi -

S. Gio . la Punta (Catania) .46. Piombini Battista - Monzone (Mo-

dena) .47. Postiglione Felice -Giovi (Salerno) .48. Postiglione Don Felice parroco -

Giovi (Salerno) .49. Pozza Rosina nata Fratinero - Cor-

nodo (Vicenza) .

paese della Diocesi e Provincia di Novara scri-vono all' Italia Reale di Torino, del 16-17 giugno :

» Il 13 giugno fu giorno di gioia per i figli diDon Bosco e per gli abitanti di questo illustrepaese .Venne inaugurato il nuovo Collegio Salesiano

monumento della carità della pia signora Gero-mina Moro e benedetta la chiesa od oratorio pub-blico dello stesso Istituto .» Sua Eccellenza Rev . ma Monsignor Edoardo

Pulciano, Vescovo di Novara, a cui sta tanto acuore l'educazione della gioventù, volle degnarsidi compire egli stesso la funzione di rito .

Dopo la Messa Monsignor Vescovo rivolse alpopolo un breve discorso di circostanza, tuttocuore e tutta emozione . Disse dover i Trecatesirender vivissime grazie al Signore del favore se

-

gnalato di aver una chiesa salesiana, nella qualesi sarebbe fatto tanto bene dai benemeriti figli diDon Bosco .

» Merita specialissima lode l' insigne benefat-trice sunnominata signora Geromina Moro, laquale, dopo tante difficoltà, vide oggi finalmenteappagati i suoi voti , di dotare la sua patria diuna sì bella istituzione, cioè di un collegio e diun Oratorio festivo per l' educazione della gio-ventù abbandonata » .

AVVISO .Ai nostri abbonati e lettori raccomandiamo la let-

tura e la diffusione del Bollettino della Pia Opera diSan Paolo per la Rigenerazione dell'Africa Occidentale .A titolo di Saggio di tale pubblicazione, si possonoavere copie ricorrendo - con lettera o cartolina -alla Direzione della Pia Opera in Gozo-MALTA (StradaCapuccini 6 Victoria) .

Cooperatori defunti nel Maggio e Giugno del 1894.50 . Pozzi Don Natale - Montetauro

(Porli) .51 . Righetti Edanide nata Cassani -

Acqui (Alessandria) .52 . Riscossi Avv . Daniele - Sozza (A-

lessandria) .53 . Rei Maria - Vicenza .54 . Saccardo Alessandro - Selva (Tre-

viso) .55 . Scaletti Don Battista Arciprete -

Valduggia (Novara) .56 . Secco d'Aragona Conte Fermo -

Erbusco (Brescia) .57 . Senesi D . Mariano parroco - Ca-

versaccio (Como) .58 . Severini Giovanni - San Stefano

d'Arcevia (Ancona) .59 . Silvestri D . Francesco Canonico -

Casanova (Como) .60 . Solieri Don Marcello Arciprete -

Vignola (Modena) .61 . Sommadossi Don Giovanni - Zon

(Tirolo) .62 . Tanganelli Don Francesco - Mon-

teechi (Arezzo).63 . Tarasconi Don Giuseppe rettore -

vizzola (Parma) .64. Tiani Raffaela religiosa - .Firenze .65. Usai Cav . Francesco Luigi Medico

Chirurgo - Monastri (Cagliari) .66. Valentino Giuseppina - Nizza(Ales-

sandria) .67 . Vezzoli D. Gaspare prevosto - Ro-

manengo (Cremona) .68 . Volontè D . Gio . Battista prevosto

- Cermenate (Como) .69 . Zanini Prassede - Negrar (Verona)-70 . Zenone Don Giuseppe Canonico -

Fiorenzuola d'Arda (Piacenza) .