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BOLLETT INO MENS I L ED I CEMBRE 2008

Nel 2008 tuttele pubblicazioni della BCE

saranno caratterizzate da un motivo tratto

dalla banconota da 10 euro

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© Banca Centrale Europea, 2008

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Questo Bollettino è stato predisposto sotto la responsabilità del Comitato esecutivo della BCE.

Traduzione e pubblicazionea cura della Banca d’Italia.Tutti i diritti riservati.

È consentita la riproduzionea fini didattici e non commerciali,a condizione che venga citata la fonte.

Le statistiche contenutein questo numero sono aggiornateal 3 dicembre 2008.

ISSN 1561-0276 (stampa)ISSN 1725-2997 (online)

Stampato nel mese di dicembre 2008 presso il Centro Stampa della Banca d’Italia in Roma.

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BCEBollettino mensile

Dicembre 2008 �

EDITORIALE 5

ANDAMENTIECONOMICIEMONETARI

Il contesto esterno all’area dell’euro 9

Gli andamenti monetari e finanziari 20

Prezzi e costi 60

La produzione, la domanda e il mercato del lavoro 69

La finanza pubblica 85

Proiezioni macroeconomiche per l’area dell’euro formulate dagli esperti dell’Eurosistema 89

I tassi di cambio e la bilancia dei pagamenti 94

Riquadri:

1 Gli indici dei prezzi delle materie prime non energetiche nell’area dell’euro compilati dalla BCE 15

2 Andamenti recenti dei bilanci degli enti creditizi nell’area dell’euro 26

3 Condizioni di liquidità e operazioni di politica monetaria nel periodo dal 13 agosto all’11 novembre 2008 36

4 Calcolo delle ipotesi relative ai tassi di interesse a lungo termine a partire dalla curva dei rendimenti dell’area dell’euro 42

5 Implicazioni delle tensioni sui mercati monetari per la trasmissione dei tassi di interesse delle IFM 49

6 Andamenti recenti e futuri dell’inflazione armonizzata: il ruolo degli effetti base 66

7 Andamenti del prodotto potenziale alla luce delle variazioni dei corsi petroliferi e dei premi per il rischio di credito 74

IND ICE

8 Le politiche strutturali durante una crisi 80

9 Ipotesi tecniche riguardanti i tassi di interesse, i tassi di cambio, i prezzi delle materie prime e le politiche di bilancio 89

10 Previsioni formulate da altre organizzazioni 93

11 I nuovi indici dei prezzi dei prodotti industriali importati e dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali esportati dell’area dell’euro 99

STATISTIChEDELL’AREADELL’EuRO S1

ALLEGATI

Cronologia delle misure di politica monetaria dell’Eurosistema I

Il sistema Target (sistema trans-europeo automatizzato di trasferimento espresso con regolamento lordo in tempo reale) V

Documenti pubblicati dalla Banca centrale europea dal 2007 VII

Glossario XV

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BCEBollettino mensileDicembre 2008�

ALTREBCE Banca centrale europeaBCN Banche centrali nazionalib.d.p. bilancia dei pagamentiBRI Banca dei regolamenti internazionaliCD Certificati di depositoCLUPM Costo del lavoro per unità di prodotto nell’industria manifatturierac.i.f. costo, assicurazione e nolo al confine del paese dell’importatoreECU Unità monetaria europeaEUR euroFMI Fondo monetario internazionalef.o.b. franco a bordo al confine del paese dell’esportatoreHWWI Istituto per l’economia internazionale di AmburgoIAPC Indice armonizzato dei prezzi al consumoIFM Istituzioni finanziarie monetarieILO Organizzazione internazionale del lavoroIME Istituto monetario europeoIPC Indice dei prezzi al consumoIPP Indice dei prezzi alla produzioneMBP5 Manuale del FMI sulla bilancia dei pagamenti (5ª edizione)NACE rev. 1 Classificazione statistica delle attività economiche nella Comunità europea (1a revisione)OCSE Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economicoPIL Prodotto interno lordoSEBC Sistema europeo di banche centraliSEC 95 Sistema europeo dei conti nazionali 1995SITC rev. 4 Standard International Trade Classification (4a revisione)TCE Tasso di cambio effettivoUE Unione europeaUEM Unione economica e monetaria

Secondo la consuetudine della Comunità, i paesi UE sono elencati in questo Bollettino utiliz-zando l’ordine alfabetico dei nomi dei paesi nelle rispettive lingue nazionali.

S IGLAR IOPAESI

BE BelgioBG BulgariaCZ Repubblica CecaDK DanimarcaDE GermaniaEE EstoniaIE IrlandaGR GreciaES SpagnaFR FranciaIT ItaliaCY CiproLV LettoniaLT LituaniaLU Lussemburgo

HU UngheriaMT MaltaNL Paesi BassiAT AustriaPL PoloniaPT PortogalloRO RomaniaSI SloveniaSK SlovacchiaFI FinlandiaSE SveziaUK Regno UnitoJP GiapponeUS Stati Uniti

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Dicembre 2008 �

ED ITOR IALENella riunione del 4 dicembre 2008, sulla base della consueta analisi economica e monetaria il Consiglio direttivo ha deciso di ridurre ulte-riormente i tassi d’interesse di riferimento della BCE di 75 punti base. Pertanto, il tasso di inte-resse sulle operazioni di rifinanziamento princi-pali dell’Eurosistema è stato portato al 2,50 per cento e quelli sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale, rispettivamente, al 3,00 e al 2,00 per cento con ef-fetto il 10 dicembre. Questo intervento fa seguito alle due riduzioni di 50 punti base annunciate l’8 ottobre e il 6 novembre scorsi. Nel complesso, dopo l’ultima riunione il Consiglio direttivo ha riscontrato maggiori indicazioni sull’ulterio-re attenuarsi delle pressioni inflazionistiche; in prospettiva, ci si attende che il tasso di inflazio-ne si collochi su livelli in linea con la stabilità dei prezzi nell’orizzonte rilevante per la politica monetaria, sostenendo il potere di acquisto dei redditi e dei risparmi. Il calo dell’inflazione è ri-conducibile in prevalenza al ribasso dei prezzi delle materie prime e al sensibile rallentamento dell’attività economica. Gli effetti dell’acuirsi e del diffondersi delle turbolenze dei mercati finanziari, in particolare, freneranno probabil-mente la domanda su scala mondiale e nell’area dell’euro per un periodo di tempo prolungato. Al tempo stesso, il Consiglio direttivo rileva che il ritmo dell’espansione di fondo della moneta, seppure ancora sostenuto, ha continuato a dimi-nuire ulteriormente. Nel complesso, il Consiglio direttivo sottolinea che il livello di incertezza resta eccezionalmente elevato. Esso seguiterà a preservare il saldo ancoraggio delle aspettative di inflazione in linea con il proprio obiettivo di medio termine, al fine di favorire la crescita sostenibile e l’occupazione e di contribuire alla stabilità finanziaria. Il Consiglio direttivo conti-nuerà dunque a seguire con molta attenzione tutti gli andamenti nel prossimo periodo.

Per quanto riguarda l’analisi economica, da settembre le turbolenze nei mercati finanzia-ri si sono intensificate e diffuse. Le tensioni si sono propagate in misura crescente dal settore finanziario all’economia reale e nel suo insie-me l’economia mondiale risente dei loro effetti avversi. Nell’area dell’euro si sono manifestati

diversi rischi al ribasso per l’attività economi-ca, individuati in precedenza, determinando nel terzo trimestre una flessione dello 0,2 per cento della crescita del PIL in termini reali sul periodo precedente, in base alla stima preliminare del-l’Eurostat. I risultati delle indagini disponibili e gli indicatori mensili per ottobre e novembre suggeriscono che l’attività economica si è in-debolita ulteriormente nel quarto trimestre del-l’anno.

Su orizzonti più lunghi, sulla base delle anali-si e delle valutazioni del Consiglio direttivo, si ravvisa per i prossimi trimestri il perdurare della debolezza dell’economia mondiale e del forte ri-stagno della domanda interna. Secondo le proie-zioni macroeconomiche per l’area dell’euro di dicembre 2008 elaborate dagli esperti dell’Eu-rosistema, l’attività dovrebbe segnare successi-vamente una graduale ripresa, sostenuta dal calo delle quotazioni delle materie prime, nell’ipote-si di un miglioramento del contesto esterno e di un allentamento delle tensioni finanziarie. Gli esperti dell’Eurosistema prevedono un tasso di crescita annuo del PIL in termini reali compreso in un intervallo tra lo 0,8 e l’1,2 per cento nel 2008, tra il -1,0 e lo 0,0 nel 2009 e tra lo 0,5 e l’1,5 nel 2010. Questi dati rappresentano una consistente revisione verso il basso rispetto alle precedenti proiezioni per il 2008 e il 2009 degli esperti della BCE, pubblicate a settembre. Le previsioni delle organizzazioni internazionali sono state, del pari, corrette verso il basso e ri-sultano essenzialmente in linea con le proiezioni di dicembre degli esperti dell’Eurosistema.

Il Consiglio direttivo ritiene che l’incertezza riguardo alle prospettive economiche permanga eccezionalmente elevata. I rischi per la crescita economica sono orientati verso il basso e sono connessi principalmente alla possibilità di un maggiore impatto sull’economia reale delle tur-bolenze nei mercati finanziari, nonché ai timori di spinte protezionistiche e a eventuali sviluppi disordinati legati agli squilibri mondiali.

È fondamentale che tutte le parti coinvolte con-tribuiscano a gettare solide basi per una ripresa durevole e, affinché questa si concretizzi al più

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presto, è di primaria importanza mantenere un atteggiamento disciplinato e una prospettiva a medio termine nella conduzione delle politiche macroeconomiche. Questo rappresenta il modo migliore di sostenere la fiducia. Le significati-ve misure annunciate dai governi per far fronte alle turbolenze finanziarie dovrebbero essere attuate rapidamente in modo da contribuire ad assicurare l’affidabilità del sistema finanziario e da evitare limitazioni nell’offerta di credito alle imprese e alle famiglie.

Passando ai prezzi, il tasso di inflazione sui do-dici mesi misurato sullo IAPC registra da luglio una flessione significativa; secondo la stima ra-pida dell’Eurostat, a novembre è stato pari al 2,1 per cento, dopo il 3,2 di ottobre e il 4,0 di luglio. Il netto calo dell’inflazione complessiva osser-vato dall’estate riflette in gran parte il marcato arretramento dei prezzi internazionali delle ma-terie prime negli ultimi mesi, il quale ha più che compensato l’impatto del brusco rialzo del costo del lavoro per unità di prodotto nella prima metà dell’anno.

In prospettiva, la contrazione dei corsi delle materie prime e l’indebolimento della domanda indicano che le pressioni inflazionistiche stanno ulteriormente attenuandosi. Il tasso di inflazione armonizzata dovrebbe continuare a ridursi nei prossimi mesi, per poi raggiungere livelli in linea con la stabilità dei prezzi nell’orizzonte rilevante per la politica monetaria. Di riflesso, in partico-lare, al futuro andamento dei prezzi del petrolio e delle altre materie prime, non si può escludere un più rapido rientro dell’inflazione intorno alla metà del prossimo anno, riconducibile soprattut-to a effetti base. Tuttavia, il tasso di inflazione potrebbe tornare ad aumentare nella seconda metà dell’anno, anche a seguito di effetti base, e quindi i bruschi cali dell’inflazione dovrebbero essere di breve durata e pertanto non rilevanti nella prospettiva della politica monetaria.

Coerentemente con questa valutazione, le proie-zioni di dicembre 2008 degli esperti dell’Euro-sistema riportano un tasso di inflazione annuo misurato sullo IAPC compreso in un intervallo tra il 3,2 e il 3,4 per cento nel 2008, che si ridur-

rebbe all’1,1-1,7 nel 2009, situandosi tra l’1,5 e il 2,1 l’anno seguente. Le proiezioni di inflazio-ne per il 2008 e il 2009 hanno subito una netta revisione al ribasso rispetto a quelle di settem-bre formulate dagli esperti della BCE, di riflesso soprattutto al notevole calo dei corsi delle mate-rie prime e all’impatto dell’indebolimento della domanda sull’andamento dei prezzi. In tale con-testo, è importante sottolineare la natura stessa di questi esercizi previsivi, che sono soggetti a una serie di ipotesi tecniche, tra cui le aspetta-tive del mercato sui tassi di interesse a breve e lungo termine nonché i prezzi impliciti nei con-tratti future sul petrolio e sulle materie prime non energetiche. Inoltre, le proiezioni si basano sull’attesa di un allentamento delle pressioni sa-lariali nell’orizzonte considerato. Le previsioni diffuse da organizzazioni internazionali traccia-no un quadro pressoché analogo.

Guardando oltre la volatilità di breve periodo del tasso di inflazione complessiva, i rischi per la stabilità dei prezzi nell’orizzonte pertinente ai fini della politica monetaria sono più equili-brati che in passato. Ulteriori riduzioni inattese delle quotazioni delle materie prime potrebbero esercitare spinte al ribasso sull’inflazione, men-tre potrebbero concretizzarsi rischi al rialzo per la stabilità dei prezzi, in particolare se la recente flessione dei corsi delle materie prime dovesse registrare un’inversione di tendenza oppure se le pressioni interne sui prezzi dovessero risulta-re più forti di quanto ipotizzato. È pertanto in-dispensabile che gli operatori che determinano i prezzi e i salari agiscano con pieno senso di responsabilità.

Per quanto riguarda l’analisi monetaria, diverse stime della crescita di fondo dell’aggregato mo-netario ampio indicano un tasso di espansione elevato ma in diminuzione nell’area dell’euro. Gli andamenti della moneta inducono quindi a ritenere che le spinte inflazionistiche si stiano attenuando ulteriormente, in presenza di alcuni rischi che permangono orientati al rialzo nel me-dio-lungo periodo.

Va rilevato che l’intensificarsi delle turbolenze sui mercati finanziari dalla metà di settembre

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segna una possibile linea di demarcazione ne-gli andamenti monetari. I dati più recenti sulla moneta e sul credito indicano che l’acuirsi delle turbolenze ha influito in maniera significativa sul comportamento degli operatori di mercato. Finora, questi sviluppi si sono manifestati so-prattutto nella sostituzione fra strumenti com-presi nell’aggregato monetario ampio M3, in-vece che in repentini mutamenti dell’evoluzione dell’aggregato stesso.

Gli ultimi dati disponibili, aggiornati a fine ot-tobre, evidenziano una protratta moderazione del tasso di crescita dei prestiti al settore privato non finanziario. Allo stesso tempo, per l’insie-me dell’area dell’euro non sono emerse eviden-ze significative del prosciugarsi dell’offerta di prestiti. Anche il tasso di incremento sui dodici mesi dei prestiti alle famiglie ha continuato a diminuire, in linea con il deteriorarsi delle pro-spettive per l’economia e per i mercati delle abitazioni e con l’inasprimento delle condizioni di finanziamento. I dati segnalano che l’accen-tuarsi delle turbolenze finanziarie influenza il comportamento delle banche. In prospettiva, è necessario disporre di ulteriori dati e analisi per poter formulare un giudizio fondato.

In sintesi, pervengono maggiori indicazioni sull’ulteriore attenuarsi delle pressioni inflazio-nistiche e ci si attende che il tasso di inflazione si collochi su livelli in linea con la stabilità dei prezzi nell’orizzonte rilevante per la politica monetaria, sostenendo il potere di acquisto dei redditi e dei risparmi. Il calo dell’inflazione è riconducibile in prevalenza al ribasso dei prezzi delle materie prime e al sensibile rallentamento dell’attività economica, ampiamente connesso agli effetti su scala mondiale delle turbolenze finanziarie. La verifica incrociata dei risultati dell’analisi economica con quelli dell’analisi monetaria conforta questa valutazione. Il ritmo dell’espansione di fondo della moneta, seppu-re ancora sostenuto, ha continuato a diminui-re ulteriormente. Pertanto, dopo aver vagliato tutte le informazioni e le analisi disponibili, il Consiglio direttivo ha deciso di ridurre ulterior-mente i tassi d’interesse di riferimento della BCE di 75 punti base. Nel complesso, il livel-

lo di incertezza resta eccezionalmente elevato. Il Consiglio direttivo seguiterà a preservare il saldo ancoraggio delle aspettative di inflazione in linea con il proprio obiettivo di medio termi-ne, al fine di favorire la crescita sostenibile e l’occupazione e di contribuire alla stabilità fi-nanziaria. Esso continuerà dunque a seguire con molta attenzione tutti gli andamenti nel prossi-mo periodo.

Sul fronte delle politiche fiscali, il Consiglio direttivo considera d’importanza cruciale man-tenere la disciplina di bilancio e una prospetti-va di medio termine, tenendo conto di tutte le conseguenze di ogni intervento di breve periodo sulla sostenibilità dei conti pubblici. Assume la massima rilevanza preservare la fiducia del pub-blico nella solidità delle politiche di bilancio, applicando integralmente l’assetto dell’UE per i conti pubblici, basato su regole, e mantenendone appieno l’integrità. Le disposizioni del Trattato di Nizza e del Patto di stabilità e crescita richie-dono una prospettiva di medio periodo e consen-tono la necessaria flessibilità. Gli stabilizzatori automatici sono relativamente ampi nell’area dell’euro e rappresentano un valido strumento di sostegno fiscale a un’economia in fase di ral-lentamento. In presenza di margini di manovra, le misure di bilancio aggiuntive potrebbero ope-rare con efficacia se attuate in modo tempestivo, mirato e temporaneo.

Passando alle politiche strutturali, l’attuale pe-riodo di debolezza dell’attività e di notevole incertezza riguardo alle prospettive economi-che rende necessario rafforzare la capacità di tenuta e la flessibilità dell’economia dell’area dell’euro. Le riforme dei mercati dei beni e ser-vizi dovrebbero promuovere la concorrenza e accelerare un’efficace ristrutturazione, mentre quelle dei mercati del lavoro dovrebbero con-tribuire ad agevolare un adeguato processo di negoziazione dei salari, nonché la mobilità del lavoro a livello settoriale e regionale. Nella si-tuazione corrente dovrebbe pertanto essere rav-visata la possibilità di catalizzare l’attuazione delle necessarie riforme interne in linea con il principio di un’economia di mercato aperta e in libera concorrenza.

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Dicembre 2008

ANDAMENTIECONOMICI

EMONETARI

Il contestoesterno

all’area dell’euroANDAMENT I ECONOMIC I E MONETAR I

1 I L CONTESTOESTERNOALL’AREA DELL’EuRONell’ultimo trimestre la congiuntura internazionale ha registrato un ulteriore indebolimento, in un contesto in cui le turbolenze finanziarie si sono intensificate e le loro ripercussioni si sono diffuse in tutto il mondo. Il peggioramento delle condizioni economiche sembra influire in misura sempre maggiore sui mercati emergenti, che negli ultimi anni hanno costituito un importante pilastro della crescita mondiale. Le spinte inflazionistiche si sono attenuate a livello internazionale, per il forte calo dei prezzi delle materie prime e il rallentamento della domanda mondiale, ma l’inflazione complessiva è rimasta elevata in diverse regioni. Nel contempo la volatilità è aumentata notevol-mente in tutti i principali mercati finanziari, a significare che la valutazione delle prospettive per l’economia mondiale è attualmente contraddistinta da un grado molto alto di incertezza.

1 .1 ANDAMENT I DELL’ECONOMIA MONDIALE

Nell’ultimo trimestre la congiuntura internazio-nale ha registrato un ulteriore indebolimento; le spinte inflazionistiche a livello mondiale si sono invece attenuate, per il forte calo dei prez-zi delle materie prime e il rallentamento della domanda mondiale. Nel contempo la volatilità è aumentata notevolmente su tutti i principali mercati finanziari, a significare che la valutazio-ne delle prospettive economiche internazionali è attualmente contraddistinta da un grado molto alto di incertezza.

L’intensificazione delle turbolenze finanziarie su scala mondiale ha generato gravi tensioni nei sistemi bancari. Ciò si è tradotto in un ina-sprimento dei criteri di erogazione del credito a livello internazionale, un rapido deterioramen-to del clima di fiducia delle imprese e dei con-sumatori e un crollo dei valori di borsa. Ne è conseguito un pronunciato peggioramento delle condizioni economiche mondiali, poiché le ri-percussioni delle turbolenze si sono diffuse rapidamente ovunque. Il rallentamento dell’economia mondiale sembra influire in misura sempre maggiore sui mercati emergenti, che negli ultimi anni hanno costituito un importante pilastro della crescita internazionale. In linea con questa valutazio-ne, i riscontri congiunturali provenienti dall’indice mondiale dei responsabili degli acquisti segna-lano che le imprese del settore manifatturiero e di quello dei servizi hanno ridimensionato la loro operatività in risposta al calo della domanda di mercato. Se nei mesi precedenti si era mantenuto lievemente inferiore a 50 punti, valore soglia tra espansione e contrazione dell’economia, in no-vembre tale indice è sceso sul livello più basso dall’inizio dell’indagine congiunturale nel 1998 (cfr. figura 1). Questo risultato segnala il perdurante peggioramento delle condizioni di mercato sia nel settore manifatturiero sia in quello dei servizi a livello mondiale e indica pertanto che il contesto esterno all’area dell’euro si è deteriorato ulteriormente.

Le pressioni inflazionistiche su scala internazionale si sono notevolmente attenuate nell’ultimo trimestre, grazie al consistente calo dei prezzi delle materie prime e al rallentamento dell’economia mondiale. L’inflazione a livello internazionale ha superato il suo punto massimo in estate e da allora

F igura 1 Ind ic i mondia l i de i responsab i l ideg l i acqu i s t i (PMI )

(dati mensili; settore manufatturiero e dei servizi; indice di diffusione)

200830

35

40

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30

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80

indice del prodottoindice dei prezzi degli input

2000 2001 2003 2005 20071999 2002 2004 2006

Fonte: Markit.

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ha seguito una traiettoria discendente. Nei paesi dell’OCSE l’inflazione al consumo complessiva è stata pari al 3,7 per cento in ottobre, inferiore al massimo del 4,8 per cento di luglio, e quella calcolata al netto della componente alimentare ed energetica è scesa al 2,2 per cento (dal 2,4 per cento di settembre). L’allentamento delle pressioni sui costi a livello mondiale trova un ulteriore riscontro nei risultati delle indagini congiunturali. Il Global PMI Input Price Index – che evidenzia una forte correlazione con i tassi di inflazione a livello mondiale – ha subito un calo pronunciato negli ultimi mesi, scendendo sul suo livello minimo dall’inizio dell’indagine congiunturale nel 1998 (cfr. figura 1).

STAT I uN IT INegli Stati Uniti, l’attività economica rimane molto debole e le pressioni inflazionistiche si at-tenuano. Stime preliminari segnalano una contrazione del PIL in termini reali pari allo 0,5 per cento in ragione d’anno nel terzo trimestre del 2008, contro un’espansione del 2,8 per cento nel trimestre precedente. Questo marcato rallentamento riflette in larga misura il contributo negativo della spesa per consumi personali per il venir meno degli effetti del pacchetto di stimolo fiscale introdotto dal governo statunitense, la correzione in atto sul mercato immobiliare e la debolez-za degli investimenti in attrezzature e softwa-re. Nonostante il rallentamento della domanda estera, l’interscambio netto ha continuato a fornire un contributo positivo alla crescita nel terzo trimestre.

Per quanto riguarda i prezzi, l’inflazione al con-sumo sui dodici mesi ha subito un calo pronun-ciato e nell’ottobre 2008 è risultata pari al 3,7 per cento, inferiore sia al massimo del 5,6 per cento di luglio sia alla media del 4,5 per cento del 2008 (cfr. figura 2). La moderazione delle spinte inflazionistiche riflette il calo dei costi dei beni energetici e la debolezza della domanda interna. Il tasso calcolato al netto della compo-nente alimentare ed energetica è sceso al 2,2 per cento in ottobre, il livello più basso del 2008.

Le prospettive per l’economia statunitense si sono notevolmente deteriorate dopo l’aumento delle tensioni sui mercati finanziari a metà set-tembre e questo indica che l’attività reale po-trebbe rallentare ulteriormente rispetto ai tassi di crescita osservati nei trimestri recenti. La spesa delle famiglie e delle imprese risente dei criteri restrittivi di erogazione del credito, delle deboli condizioni dell’occupazione, del peggio-ramento dei bilanci societari e dell’incertezza circa le prospettive di crescita. La contrazione in atto sul mercato immobiliare e il rallenta-mento della domanda estera costituiscono ulte-riori rischi per le prospettive economiche. Le recenti misure di stimolo fiscale e monetario,

F igura 2 I pr inc ipa l i andament ide l l e magg ior i economie industr ia l i zzate

area dell'euroGiappone

Stati UnitiRegno Unito

Crescita del PIL 1)

(variazioni percentuali sul periodo precedente; dati trimestrali)

Tassi di inflazione 2)

(prezzi al consumo; variazioni percentuali sui dodici mesi;dati mensili)

-1,5

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0,0

0,5

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2,0

-1,5

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20082000 2002 2004 2006

-2

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20082000 2002 2004 2006

Fonti: dati nazionali, BRI, Eurostat ed elaborazioni della BCE.1) Per l’area dell’euro e il Regno Unito sono stati utilizzati dati di fonte Eurostat; per gli Stati Uniti e il Giappone, dati di fonti nazionali. I dati relativi al PIL sono destagionalizzati.2) Misurata sullo IAPC per l’area dell’euro e il Regno Unito, sull’indi-ce dei prezzi al consumo per gli Stati Uniti e il Giappone.

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ANDAMENTIECONOMICI

EMONETARI

11

Il contestoesterno

all’area dell’euro

assieme all’attenuarsi delle pressioni dal lato dei costi dei beni energetici, dovrebbero tuttavia mitigare in qualche misura gli effetti di questi fattori. I recenti andamenti dei corsi delle materie prime e la debolezza dell’attività economica rendono probabile un ulteriore allentamento delle spinte sui prezzi.

Nelle riunioni dell’8 e 29 ottobre, il Federal Open Market Committee ha ridotto ulteriormente il tasso obiettivo sui federal funds per un totale di 100 punti base (all’1 per cento). Tali decisioni sono state adottate alla luce dell’indebolimento economico e della moderazione delle spinte infla-zionistiche. Inoltre il Federal Reserve System, in collaborazione con altre agenzie statunitensi di emanazione governativa e alcune banche centrali estere, ha annunciato una serie di provvedimenti straordinari per rafforzare la liquidità e fornire sostegno ai mercati finanziari alla luce del peggio-ramento delle condizioni.

GIAPPONEIn Giappone la situazione economica ha continuato a peggiorare nell’ultimo trimestre, a segui-to del ristagno della domanda interna e dell’ulteriore rallentamento delle esportazioni. L’inaspri-mento dei criteri di erogazione del credito è stato tuttavia inferiore rispetto alle altre economie avanzate. Secondo la prima stima preliminare del Cabinet Office, nel terzo trimestre il PIL in termini reali è diminuito dello 0,1 per cento sul trimestre precedente, registrando perciò, per la prima volta dal 2001, due trimestri consecutivi di crescita negativa, visto il calo dello 0,9 per cento nel trimestre precedente. La contrazione del terzo trimestre va ricondotta principalmente alla perdurante flessione degli investimenti privati non residenziali, che fa seguito all’ulterio-re deterioramento delle condizioni economiche. I consumi privati sono aumentati di appena lo 0,3 per cento sul periodo precedente, dopo essere diminuiti dello 0,6 per cento nel secondo tri-mestre. A causa dell’ulteriore indebolimento della domanda estera, le esportazioni nette – che negli ultimi anni avevano costituito la determinante principale dell’espansione giapponese – hanno fornito un contributo negativo alla crescita del PIL (-0,2 punti percentuali) per la prima volta dal 2004.

L’inflazione sui dodici mesi misurata sull’indice dei prezzi al consumo (IPC) è scesa all’1,7 per cento in ottobre, dal 2,1 di settembre. La moderazione delle spinte inflazionistiche dopo il picco di luglio riflette il calo dei costi delle materie prime e l’indebolimento dell’attività economica. Il tasso calcolato al netto dei prodotti alimentari e dei beni energetici era invariato in ottobre, allo 0,2 per cento. Dopo aver abbassato l’obiettivo per il call rate sui depositi overnight non garantiti da colla-terale il 31 ottobre, la Banca del Giappone ha deciso nel corso dei meeting successivi di lasciare il tasso di riferimento ufficiale invariato allo 0,3 per cento.

In prospettiva, l’attività economica giapponese dovrebbe mantenersi modesta nel quarto trimestre del 2008 e agli inizi del 2009. I consumi privati dovrebbero mantenersi deboli, in un contesto in cui peggiorano le condizioni dell’occupazione. Si prevede inoltre che le esportazioni diminuiscano ulteriormente a causa delle debolezza della domanda estera.

REGNOuN ITONel Regno Unito la crescita del PIL in termini reali ha rallentato durante gli ultimi trimestri e l’in-flazione si è mantenuta relativamente elevata. Nel terzo trimestre il tasso di crescita del prodotto in termini reali è stato negativo (-0,5 per cento) per la prima volta in sedici anni. La flessione dell’attività economica è stata generalizzata ma soprattutto riconducibile all’attuale moderazione della crescita dei consumi privati, in presenza di un ristagno delle vendite al dettaglio rispetto al trimestre precedente. Alla luce dei recenti indicatori del clima di fiducia, che hanno seguito una

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tendenza generalmente discendente mantenendosi ben al di sotto delle medie di lungo periodo, il prodotto dovrebbe calare ulteriormente nei prossimi trimestri. La correzione nel mercato degli im-mobili residenziali è proseguita negli ultimi mesi. In novembre i prezzi delle abitazioni (misurati in base all’indice Nationwide) sono scesi di circa il 13,9 per cento sui dodici mesi. Gli osservatori del mercato si attendono che le quotazioni immobiliari continuino a diminuire e che arrivino a stabiliz-zarsi solo nel 2010. Dopo essere aumentata per diversi mesi, l’inflazione sui dodici mesi misurata sull’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IAPC) è scesa al 4,5 per cento in ottobre, a seguito di un calo generalizzato delle sue componenti.

Dall’inizio di ottobre, il Monetary Policy Committee della Bank of England ha deciso di abbassare il tasso di riferimento ufficiale in tre occasioni. L’8 ottobre lo ha abbassato di 50 punti base (al 4,5 per cento), in coordinamento con altre banche centrali. Ciò è stato seguito da una riduzione di 150 punti base (al 3,0 per cento) il 6 novembre. Quest’ultima decisione è stata adottata nel contesto di un mutamento sostanziale al ribasso delle prospettive inflazionistiche nel Regno Unito e di un de-terioramento molto pronunciato di quelle per l’attività economica interna e internazionale. Infine, il 4 dicembre il Monetary Policy Committee ha abbassato il tasso di altri 100 punti base, in vista di un ulteriore indebolimento della situazione economica.

ALTR I PAES I EuROPE IIn gran parte degli altri Stati membri dell’UE non appartenenti all’area dell’euro, i segnali di inde-bolimento dell’economia si sono accompagnati a un calo dell’inflazione.

In Svezia la crescita sul periodo precedente ha continuato a diminuire negli ultimi trimestri e nel terzo trimestre è stata pari a –0,1 per cento. In Danimarca la crescita del PIL in termini reali sul periodo precedente è risalita allo 0,4 per cento nel secondo trimestre, da -0.6% nel primo. Gli indi-catori del clima di fiducia dei consumatori e delle imprese del commercio al dettaglio hanno conti-nuato a diminuire in entrambi i paesi, a indicare un’ulteriore debolezza dell’attività economica nei trimestri a venire. Sia in Danimarca sia in Svezia, l’inflazione al consumo è salita fino a settembre e si è invece lievemente ridotta in ottobre (scendendo rispettivamente al 3,8 e 3,4 per cento). Essa dovrebbe calare ulteriormente nei due paesi, in linea con l’indebolimento economico e il calo dei corsi delle materie prime. Dopo aver innalzato il tasso di riferimento principale in due riprese per un totale di 90 punti base (al 5,5 per cento) in ottobre, il 6 novembre e il 5 dicembre la Danmarks Nationalbank ha abbassato il tasso per un totale di 125 punti base (al 4,25 per cento). A ottobre e dicembre la Sveriges Riksbank ha ridotto il proprio tasso di riferimento principale in tre occasioni, per un totale di 275 punti base, portandolo al 2.0 per cento.

Nei principali Stati membri dell’UE dell’Europa centrale e orientale, la crescita è rimasta sostan-zialmente stabile durante la prima metà del 2008. Alcuni di questi paesi hanno tuttavia evidenziato segnali di indebolimento nella seconda parte dell’anno. I dati recenti sulla crescita del PIL rispetto al periodo precedente in Ungheria mostrano un’inversione di tendenza rispetto alla ripresa della prima metà del 2008 e per il terzo trimestre evidenziano di fatto una contrazione dello 0,1 per cento. Il sensibile peggioramento degli indicatori del clima di fiducia delle imprese industriali e dei consumatori nella Repubblica Ceca mostrano che anche in questo paese l’attività economica ha rallentato nel terzo trimestre. Altrove, tuttavia, l’economia ha continuato a dare prova di una buona tenuta nel terzo trimestre: il PIL in termini reali è salito dell’1,2 per cento sul periodo precedente in Polonia e del 9,1 per cento sul periodo corrispondente in Romania. Negli ultimi mesi le prospettive macroeconomiche di tutte e quattro le economie sono peggiorate notevolmente a causa della mag-giore avversione al rischio verso la regione, dell’inasprimento delle condizioni di finanziamento e dell’indebolimento dell’interscambio internazionale. L’inflazione misurata sullo IAPC si è mode-

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BCEBollettino mensile

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ANDAMENTIECONOMICI

EMONETARI

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all’area dell’euro

rata in tutti e quatttro i paesi negli ultimi mesi, riflettendo soprattutto il venir meno degli effetti dei precedenti rincari dei beni alimentari e dei prodotti energetici. In prospettiva, l’inflazione dovrebbe scendere sensibilmente in Ungheria, nella Repubblica Ceca e – in misura inferiore – in Romania. Anche per la Polonia si prevede un calo, seppur lievemente meno accentuato. Il 22 ottobre, dopo aver esaminato gli andamenti finanziari più recenti, la Magyar Nemzeti Bank ha innalzato il suo tasso di riferimento principale di 300 punti base (all’11,5 per cento). Il 24 novembre, tuttavia, a seguito dello stabilizzarsi in certa misura della situazione sui mercati finanziari, l’ha ridotto di 50 punti base (all’11 per cento). Il 6 novembre la Česká národní banka ha abbassato il suo tasso di ri-ferimento principale di 75 punti base, al 2,75 per cento, e il 26 dello stesso mese la Naradowy Bank Polski ha deciso di ridurre il proprio di 25 punti base, al 5,75 per cento.

Nelle economie più piccole dell’UE non appartenenti all’area dell’euro la crescita ha seguito anda-menti diversi durante gli ultimi trimestri. In Slovacchia e Bulgaria l’attività economica è rimasta vigorosa, mentre negli Stati baltici evidenzia un sostanziale indebolimento. Nella prima metà del 2008 la crescita del PIL si è pressoché arrestata in Lettonia ed è diventata negativa in Estonia. Gli indicatori disponibili segnalano che l’attività economica dovrebbe moderarsi anche in Slovacchia, mentre nel breve periodo potrebbe rimanere robusta in Bulgaria. L’inflazione sui dodici mesi mi-surata sullo IAPC è diminuita in tutti e cinque i paesi. Rimane tuttavia elevata negli Stati baltici e in Bulgaria, dove in ottobre ha oscillato tra il 10,1 e il 13,7 per cento; in Slovacchia era pari al 4,2 per cento. Sia in ottobre sia in novembre la Národná banka Slovenska ha abbassato il suo tasso di riferimento principale per un totale di 100 punti base, portandolo al 3,25 per cento.

In Russia la crescita del PIL si è moderata nel secondo trimestre, scendendo al 7,5 per cento sul pe-riodo corrispondente (dall’8,5 per cento del primo trimestre). Gli indicatori anticipatori segnalano una prosecuzione di questo indebolimento graduale anche nel terzo trimestre. Il minor prezzo del petrolio, le tensioni nel settore bancario, gli effetti ricchezza negativi derivanti dal calo dei valori di borsa e i deflussi di capitali dovrebbero in prospettiva deprimere ulteriormente e considerevolmente l’attività economica.

PAES I EMERGENT I DELL’AS IANei paesi emergenti dell’Asia l’attività economica ha decelerato bruscamente durante il terzo tri-mestre del 2008, soprattutto nelle piccole economie aperte della regione. Anche se il rallentamento economico mondiale si è esteso e intensificato negli ultimi mesi, la crescita delle esportazioni ha re-gistrato nell’insieme un calo solo moderato. La decelerazione complessiva dell’economia dipende in larga misura dall’indebolimento della domanda interna, che è in parte riconducibile al deteriora-mento del clima di fiducia dei consumatori e delle imprese. L’inflazione al consumo è diminuita in gran parte dei paesi in ottobre, pur mantenendosi su livelli elevati. In presenza di un inasprimento delle condizioni finanziarie e di un peggioramento delle prospettive per l’economia mondiale, da metà ottobre le autorità monetarie di diversi paesi hanno proceduto ad abbassare i rispettivi tassi di riferimento ufficiali.

In Cina la crescita del PIL è scesa al 9 per cento sul periodo corrispondente nel terzo trimestre (dal 10,6 e 10,1 per cento, rispettivamente, del primo e secondo trimestre). L’attività economica ha decelerato per il ristagno della domanda estera, l’effetto ritardato delle politiche macroeco-nomiche restrittive attuate nella prima metà dell’anno e il rallentamento del settore delle costru-zioni connesso alla debolezza del mercato immobiliare. La crescita delle esportazioni in termini nominali è scesa al 19,1 per cento in ottobre, dal 21,5 del mese precedente. Nel terzo trimestre, l’avanzo della bilancia commerciale è cresciuto gradualmente fino a raggiungere un massimo storico mensile a 35 miliardi di dollari. L’inflazione al consumo è andata calando negli ultimi tre

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mesi, raggiungendo il 4 per cento in ottobre, soprattutto per il venir meno degli shock dal lato dei prezzi interni delle carni e per la diminuzione dei corsi delle materie prime. Allo scopo di fron-teggiare le crescenti sfide poste dalla più debole domanda sia estera sia interna, il 9 novembre le autorità cinesi hanno annunciato un pacchetto di stimolo fiscale di 4.000 miliardi di renminbi per il periodo 2009-10. La decisione si è aggiunta ad altre misure intese a promuovere la crescita del credito e dell’attività economica. La banca centrale della Repubblica popolare cinese in novembre ha deciso di abbassare di 108 punti base il tasso di riferimento sui depositi e quello sui prestiti in renminbi e di ridurre l’aliquota della riserva obbligatoria per le grandi banche e per quelle piccole rispettivamente di 100 e 200 punti base.

In Corea la crescita del PIL in termini reali è stata pari al 3,9 per cento sul periodo corrispondente nel terzo trimestre, in calo rispetto al 4,8 per cento del trimestre precedente. La flessione è prin-cipalmente riconducibile al rallentamento dei consumi privati e delle costruzioni. L’inflazione sui dodici mesi misurata sull’IPC è scesa al 4,8 per cento in ottobre, rispetto al 5,9 di luglio. Anche in India l’attività economica ha decelerato e il tasso di crescita del PIL è passato dall’8,8 per cento del primo trimestre al 7,9 del secondo. L’inflazione dei prezzi all’ingrosso – utilizzata come misura principale dell’inflazione dalla Reserve Bank of India – è scesa al 10,7 per cento in ottobre, dal picco del 12,5 per cento di luglio.

La diffusione del rallentamento economico, le condizioni di finanziamento restrittive, la debolez-za del mercato immobiliare e l’impatto ritardato delle politiche restrittive adottate in precedenza dovrebbero in prospettiva determinare un’ulteriore moderazione della crescita nei paesi emergenti dell’Asia. Ciò nonostante, le politiche espansive perseguite in alcune economie possono contribuire ad attenuare il calo della domanda.

AMER ICA LAT INADa alcuni mesi in America latina l’attività economica evidenzia dei segnali di rallentamento in alcuni paesi, mentre continua a mostrare una certa tenuta in altri. Al contempo, le spinte inflazio-nistiche si mantengono elevate, in Messico in particolare, la crescita del PIL in termini reali sul periodo corrispondente è stata pari all’1,6 per cento nel terzo trimestre, contro il 2,1 del secondo, e la produzione industriale ha subìto una contrazione nell’ultimo trimestre (sul periodo precedente). L’inflazione sui dodici mesi è passata dal 4,9 per cento del secondo trimestre al 5,5 per cento del terzo. In Brasile, la produzione industriale è cresciuta del 6,8 per cento sul periodo corrispondente nel terzo trimestre, contro il 6,3 del secondo. L’inflazione sui dodici mesi misurata sull’IPC è sali-ta al 6,3 per cento nel terzo trimestre, dal 5,6 di quello precedente. In Argentina il ritmo di crescita della produzione industriale si è portato al 6,2 per cento nel terzo trimestre, dal 5,6 del secondo. L’inflazione misurata sull’IPC è rimasta elevata e nel terzo trimestre era pari all’8,9 per cento, inferiore solo di poco al livello del periodo precedente. Il Venezuela registra un tasso di inflazione estremamente elevato e attualmente pari al 35 per cento circa.

I tassi ufficiali sono rimasti piuttosto stabili nella regione. Solo le banche centrali del Brasile e del Cile hanno preceduto a un aumento nel terzo trimestre, pari in entrambi i casi a 150 punti base, por-tando i rispettivi tassi al 13,75 e 8,25 per cento. Come risposta alle accresciute tensioni finanziarie dopo la metà di settembre, diverse banche centrali della regione hanno adottato una serie di misure intese a migliorare le condizioni di liquidità in moneta locale e in dollari nei rispettivi paesi.

In prospettiva, la crescita del prodotto della regione dovrebbe rallentare nel 2009 a causa della più debole domanda estera. Le suddette misure di politica monetaria dovrebbero tuttavia favorire la domanda interna.

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ANDAMENTIECONOMICI

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Il contestoesterno

all’area dell’euro

1 .2 MERCAT I DELLE MATER IE PR IME

I prezzi del petrolio e delle materie prime non energetiche hanno subito un forte calo negli ultimi tre mesi. La flessione dei corsi petro-liferi è connessa principalmente alla recente turbolenza finanziaria e al peggioramento del-le prospettive economiche mondiali, che han-no determinato anche una riduzione della leva finanziaria e la liquidazione delle posizioni in futures sulle materie prime. Il 3 dicembre il greggio di qualità Brent era quotato a 47,2 dollari al barile, in sostanziale calo rispetto al massimo di 147 dollari osservato in luglio e inferiore del 50 per cento al livello degli ini-zi dell’anno (il calo espresso in euro è pari a circa il 42 per cento). I ribassi del greggio sa-rebbero riconducibili soprattutto al sostanziale deterioramento delle prospettive di domanda di petrolio da parte dei paesi appartenenti al-l’OCSE, non interamente controbilanciato dal-la tenuta ancora discreta della domanda delle economie emergenti. I paesi dell’OPEC hanno quindi visto aumentare l’eccesso di capacità, nonostante l’abbassamento degli obiettivi di produzione dell’OPEC in ottobre e il fatto che la produzione nei paesi non OPEC resta inferiore alle attese.

Le quotazioni delle materie prime non energetiche sono anch’esse diminuite. Quelle dei metalli hanno risentito particolarmente dei timori circa l’impatto del rallentamento economico mondiale sulla domanda e di alcuni segnali di contrazione della domanda delle economie emergenti. La flessione dei corsi delle materie prime alimentari è stata meno pronunciata. In termini aggregati, alla fine di novembre l’indice dei prezzi delle materie prime non energetiche e quello dei prodotti alimentari e le bevande tropicali (entrambi denominati in dollari) erano inferiori di quasi il 20 per cento rispetto a un anno prima. Il riquadro 1 analizza in maggiore dettaglio l’evoluzione degli indici dei prezzi delle materie prime non energetiche.

F igura 3 Pr inc ipa l i andament i de i mercat ide l l e mater ie pr ime

Brent (dollari USA per barile; scala di sinistra)materie prime non energetiche (dollari USA;indice: 2000 = 100; scala di destra)

200830

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2005 2006 2007

Fonti: Bloomberg e HWWI.

GL I IND IC I DE I PREzz I DELLE MATER IE PR IMENONENERGET IChE NELL’AREA DELL’EuROCOMPILAT I DALLA BCE

Negli ultimi anni i prezzi mondiali delle materie prime sono stati contraddistinti da ampie oscil-lazioni, che hanno esercitato un impatto significativo sull’inflazione al consumo sia nell’area dell’euro sia a livello internazionale. Questo riquadro prende le mosse da tale contesto per pre-sentare e analizzare gli andamenti recenti di due indici di prezzo delle materie prime non energe-tiche elaborati dalla BCE, ponderati rispettivamente in base alle importazioni e all’“utilizzo”.

Tra gennaio 2003 e il massimo del marzo 2008, l’indice dei prezzi in dollari delle materie prime non energetiche nell’area dell’euro calcolato dalla BCE con un sistema di ponderazio-

R iquadro 1

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ne che si basa sulle importazioni è aumentato del 167 per cento (cfr. figura A). L’aumento delle quotazioni delle materie prime è stato re-lativamente generalizzato. Quelle dei metalli hanno avuto un aumento ancora maggiore (di oltre il 250 per cento), mentre i corsi dei beni alimentari e delle derrate agricole non alimen-tari sono pressoché raddoppiati nel periodo. Successivamente, al peggiorare delle prospet-tive per l’economia mondiale, i prezzi delle materie prime non energetiche sono diminuiti e nel novembre 2008 risultavano inferiori di circa il 35 per cento ai livelli di marzo. L’indi-ce misurato in euro ha evidenziato oscillazioni lievemente meno pronunciate, salendo di circa l’83 per cento nella fase di espansione e ca-lando del 21 per cento in quella di contrazione dei prezzi fino a novembre.

Questi indici di prezzo di tipo Laspeyres (cfr. figura A) sono ponderati in base alla quota di ciascuna materia prima sul totale delle impor-tazioni dell’area dell’euro provenienti dall’esterno dell’area, vale a dire al netto dell’interscam-bio interno. Concepiti con l’obiettivo principale di valutare gli andamenti dei corsi delle materie prime importate, tali indici servono anche a elaborare le previsioni sull’interscambio con l’estero (in termini di volumi e prezzi). La loro ponderazione è stata definita a partire dal valore delle im-portazioni dell’area di 34 materie prime (18 alimentari e 16 non alimentari, queste ultime com-prendenti derrate agricole e metalli), calcolato utilizzando le statistiche Eurostat sul commercio estero (banca dati COMEXT). Le ponderazioni fisse si riferiscono attualmente alla media per il periodo 2004-06 e sono aggiornate con frequenza quinquennale. I prezzi delle 34 materie prime corrispondono alle quotazioni di mercato mondiali espresse in dollari e sono convertiti in euro al cambio medio mensile della moneta unica europea con la divisa statunitense.

Un sistema di ponderazione basato sulle importazioni costituisce un modo concettualmente subottimale di valutare l’impatto degli andamenti dei corsi mondiali delle materie prime sull’at-tività economica e i prezzi al consumo nell’area dell’euro. Ad esempio, nell’indice ponderato in base alle importazioni, il peso del frumento è pari ad appena la metà di quello del caffè (cfr. la tavola) anche se il frumento svolge un ruolo molto più importante del caffè quale input nel pro-cesso di produzione interno e nei consumi finali. Tale discrepanza va ricondotta principalmente al fatto che, nell’area dell’euro, talune materie prime (quali il frumento) sono prodotte in quan-tità significative mentre altre (per esempio il caffè o il cacao) sono esclusivamente importate. Nel contempo, gli andamenti delle quotazioni mondiali delle materie prime possono influire sui prezzi di quelle prodotte all’interno dell’area.

Su tale sfondo è stato elaborato anche un indice di prezzo delle materie prime non energetiche ponderato in base all’utilizzo delle stesse. Il sistema di ponderazione impiegato in questo caso si basa sul valore della domanda o dell’utilizzo all’interno dell’area dell’euro di ciascuna ma-teria prima inclusa nell’indice. Nello specifico, si prendono in considerazione importazioni,

FiguraAIndicideiprezzidellematerieprimenonenergetichedell ’areadell ’euro(ponderatisulleimportazioni)(indici, 2000=100; dati mensili)

50

100

150

200

250

300

50

100

150

200

250

300

2000 2002 2004 200620052001 2003 2007 2008

dollari USAeuro

Fonte: elaborazioni della BCE.

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esportazioni e produzione di ogni materia prima 1). Come indicato nella tavola, la ponderazione assegnata alle varie categorie di materie prime differisce notevolmente rispetto all’altro indice. Il peso dei beni alimentari è posto pari al 44,3 per cento, contro il 35,2 per cento dell’indice ponderato in base alle importazioni. Quello dei metalli è invece sensibilmente inferiore. Dif-ferenze particolarmente pronunciate si rilevano nella categoria delle materie prime alimentari. Nell’indice basato sull’utilizzo, le derrate per le quali l’area dell’euro evidenzia una produzione significativa ricevono una ponderazione superiore e quelle che sono invece prodotte in quan-titativi molto limitati (ad esempio caffè o soia) ne hanno una inferiore. A titolo di esempio, in questo indice il frumento pesa oltre il doppio del caffè e della soia 2). Tale sistema di pondera-zione riflette meglio il profilo dei consumi delle materie prime mondiali nell’area dell’euro e fornisce ragguagli in merito alle pressioni sui prezzi al consumo che derivano dai movimenti dei corsi mondiali delle materie prime (ipotizzando che le quotazioni delle materie prime pro-dotte nell’area dell’euro si muovano in parallelo con quelle del mercato mondiale).

2) Inoltre, al fine di evitare duplicazioni nel calcolo dei cereali nell’area dell’euro, il peso iniziale attribuito a queste derrate nell’indice ponderato in base all’utilizzo è stato ridotto poiché i cereali sono impiegati in parte nell’alimentazione dei bovini (utilizzati per la produzione di carne). Un’analoga correzione è stata applicata ai semi di girasole, quasi interamente impiegati nella produzione di olio di semi di girasole.

Ind i c i de i prezz i de l l e mater ie pr imenonenerget i che de l l a BCE :coe f f i c i ent i d i ponderaz ione(dati percentuali: sulla base dei dati per il periodo 2004-2006)

Indice ponderato sulle importazioni Indice ponderato in base all’utilizzo

Indice totale delle materie non energetiche 100,0 100,0

Alimentari 35,2 44,3Mais 1,6 1,2Grano 3,0 7,4Soia 6,1 3,1Cacao 3,3 1,7Caffè 6,0 3,1Zucchero 1,8 4,2Manzo 0,7 8,5Suino 0,4 5,8Altri alimentari 12,3 9,2

Materie prime agricole 18,4 17,2Legno e pasta di legno 12,3 13,7Altre materie prime agricole 6,1 3,5

Metalli 46,4 38,5Alluminio 16,6 16,8Rame 5,8 4,4Niche 4,6 2,7Zinco 3,3 4,1Minerali ferrosi e rottami di acciaio 11,8 7,8Altri metalli 4,3 2,8

Fonte: elaborazioni della BCE.Nota: la voce “Altri alimentari” comprende orzo, riso, semi di girasole, olio di cocco, olio di palma, olio di semi di girasole, tè, tabacco, banane e arance. La voce “Altri metalli” comprende stagno, argento, platino e piombo. La voce “Altri prodotti agricoli” comprende cotone, pellami, gomma e lana.

1) Fonti dei dati: statistiche agricole, sul commercio estero (COMEXT) e sulla produzione di beni manufatti (PRODCOM) elaborate da Eurostat; statistiche FAOSTAT compilate dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Food and Agriculture Organization, FAO). Per semplificare, oltre che per l’assenza di fonti di dati adeguate e complete, le scorte sono ipotiz-zate stabili.

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1 .3 PROSPETT IVE PER I L CONTESTOESTERNO

Il rallentamento dell’economia mondiale comporta un crescente indebolimento delle prospettive per l’interscambio internazionale e la domanda estera dell’area dell’euro. Gli indicatori più recenti dell’attività commerciale internazionale segnalano un peggioramento significativo della domanda di importazioni, soprattutto nelle economie avanzate. A titolo di esempio il Baltic Dry Index, che misura il costo dei noli marittimi per il trasporto delle materie prime a livello mondiale e funge da indicatore anticipatore della crescita dell’interscambio internazionale, è diminuito di oltre il 90 per cento negli ultimi mesi pur partendo da livelli molto elevati. Con riferimento alle prospettive per l’attività economica, l’indicatore anticipatore composito (CLI) dell’OCSE relativo a settembre con-ferma un deterioramento relativamente pronunciato delle prospettive economiche di tutti i principali paesi industriali e un indebolimento delle stesse per le principali economie non appartenenti all’OC-

Da un raffronto tra gli andamenti dell’indice ponderato in base all’utilizzo e quelli dell’indice calcolato utilizzando i dati relativi alle importa-zioni emerge come, negli ultimi anni, il primo sia cresciuto in misura lievemente inferiore al secondo (cfr. figura B). Tra gennaio 2003 e il massimo del marzo 2008, l’aumento è stato ri-spettivamente pari al 143 e 167 per cento. Ciò riflette in larga misura il rincaro particolarmen-te pronunciato dei prezzi dei metalli, ai quali il primo indice attribuisce una ponderazione più bassa, nel periodo in questione. Dopo il recen-te calo delle quotazioni delle materie prime, a novembre 2008 l’indice basato sull’utilizzo era superiore di quasi il 58 per cento al livello di gennaio 2003, mentre quello basato sulle im-portazioni lo era di circa il 73 per cento.

Nel valutare la trasmissione degli shock dal lato dei prezzi mondiali delle materie prime all’atti-vità e all’inflazione nell’area dell’euro, risulta altresì opportuno tenere conto di fattori aggiuntivi quali i prezzi minimi imposti dalla politica agricola comune (PAC) dell’UE e i regimi fiscali vigenti nei vari paesi. In particolare, la PAC può determinare uno sganciamento delle quotazioni delle materie prime dell’area rispetto a quelle mondiali. In prospettiva, esiste l’intenzione di stu-diare la fattibilità di un indice che rifletta anche questi fattori. Saranno inoltre studiati ulteriori miglioramenti all’indice ponderato in base all’utilizzo.

Gli indici di prezzo delle materie prime non energetiche ponderati in base alle importazioni e all’utilizzo sono presentati per la prima volta nella tavola 5.1 della sezione statistica di questo numero del Bollettino mensile. Il primo sostituisce l’indice di prezzo delle materie prime non energetiche elaborato dall’Istituto per l’economia internazionale di Amburgo (Hamburgische WeltWirtschafsInstitut, HWWI). I nuovi indici saranno calcolati con cadenza mensile e aggior-nati il terzo giorno lavorativo di ciascun mese nello Statistical Data Warehouse della BCE. Le serie temporali iniziano dal gennaio 1996 e sono fornite come indici calcolati sulla base dei prezzi in euro e in dollari delle materie prime.

F igura B Ind ic i de i prezz i de l l e mater iepr imenonenerget i che de l l ’ a rea de l l ’ euro

(indici: 2000=100, dati mensili)

70

100

130

160

190

220

250

280

70

100

130

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190

220

250

280

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

ponderati in base all’utilizzoponderati in base alle importazioni

Fonte: elaborazioni della BCE.

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SE quali la Cina, l’India e la Russia (cfr. figura 4). Tale quadro è in linea con i riscontri presen-tati in novembre dal World Economic Climate Survey dell’Ifo, che ha registrato un ulteriore indebolimento generalizzato nel quarto trimestre del 2008. L’indice è sceso su un minimo non più osservato da oltre vent’anni.

L’incertezza circa le prospettive per l’economia mondiale è straordinariamente elevata. La vola-tilità sui mercati finanziari è aumentata notevol-mente, a indicare che la valutazione delle prospet-tive per l’economia mondiale è contraddistinta da un grado di incertezza estremamente alto. I rischi per la crescita sono complessivamente orientati verso il basso. Essi si riferiscono prevalentemen-te alla possibilità che le turbolenze sui mercati finanziari possano avere un impatto più significa-tivo sull’economia reale. L’entità e la durata del rallentamento economico mondiale dipenderan-no in misura fondamentale dai tempi di soluzione della crisi finanziaria. Altri rischi provengono da preoccupazioni circa l’insorgere di spinte prote-zionistiche e dalla possibilità di andamenti disor-dinati dovuti agli squilibri mondiali.

F igura 4 Ind icatore ant i c ipatore compos i tode l l ’OCSE

(dati mensili; corretti per l’ampiezza)

OCSEmercati emergenti

94

96

98

100

102

104

106

94

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98

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102

104

106

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

Fonte: OCSE.Nota: l’indicatore relativo ai mercati emergenti è la media ponderata dell’indicatore anticipatore composito relativo al Brasile, alla Cina e alla Russia.

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BCEBollettino mensileDicembre 200820

2 GL I ANDAMENT I MONETAR I E F INANz IAR I2.1 MONETA E CRED ITODELLE I FM

Secondo gli ultimi dati, la crescita di fondo registrata dall’aggregato monetario ampio dell’area del-l’euro negli ultimi trimestri è continuata a un ritmo sostenuto, ancorché discendente. Le tendenze di fondo della moneta suffragano pertanto l’ipotesi di un ulteriore attenuamento delle pressioni infla-zionistiche, benché rischi al rialzo continuino a sussistere nel medio-lungo periodo. Al contempo, specifiche voci di bilancio delle IFM hanno risentito fortemente dell’intensificarsi delle turbolenze sui mercati finanziari, che hanno determinato significativi spostamenti di fondi fra le componenti di M3, senza tuttavia esercitare per ora un impatto rilevante sull’aggregato nel suo complesso. Ad oggi non vi sono indicazioni del fatto che le aumentate tensioni nei mercati abbiano ridotto in misura significativa la disponibilità di prestiti al settore privato non finanziario nel suo complesso, anche se l’impatto su specifici comparti potrebbe essere stato maggiormente negativo. Le IFM hanno liquidato titoli per evi-tare che il deterioramento delle condizioni di finanziamento delle banche da metà settembre limitasse la disponibilità di prestiti. In prospettiva, l’acuirsi della crisi finanziaria da metà settembre potrebbe costituire una linea di demarcazione nell’evoluzione delle dinamiche monetarie.

AGGREGATOMONETAR IO AMP IO M3Il tasso di variazione sul periodo corrispondente dell’aggregato monetario ampio M3 è diminuito ulteriormente nel terzo trimestre del 2008, al 9,0 per cento dal 10,1 del trimestre precedente (cfr. figura 5). Questo andamento conferma la moderazione che negli ultimi trimestri ha caratterizzato la crescita di M3 e degli aggregati creditizi, sulla quale hanno a loro volta inciso le condizioni di finanziamento più restrittive e il rallentamento economico.

Sebbene in diminuzione, la crescita di M3 sul periodo corrispondente è rimasta tuttavia robusta nel terzo trimestre. In parte ciò ha continuato a riflettere l’assenza di inclinazione della curva dei rendi-menti, la quale ha favorito le ricomposizioni di portafoglio da attività a più lunga scadenza a strumenti monetari che offrivano remunerazioni analoghe presentando al contempo maggiore liquidità e rischi minori. Tali riallocazioni hanno sospinto al rialzo la crescita dell’aggregato complessivo M3. Non-dimeno, anche tenendo conto di tali effetti, l’espansione di fondo dell’aggregato monetario ampio è rimasta forte durante tutto il terzo trimestre.

L’intensificarsi delle turbolenze finanziarie da metà settembre potrebbe tuttavia segnare una linea di demarcazione nell’evoluzione delle dinamiche monetarie. Sebbene ciò possa non trasparire dal tasso di crescita sui dodici mesi di M3, mantenutosi all’8,7 per cento in ottobre, specifiche voci di bilancio delle IFM sono state notevolmente interessate. Inoltre, riallocazioni di portafoglio sono avvenute fra componenti di M3. In particolare, l’espansione di quest’ultima in ottobre è stata alimentata dalla forte domanda di circolante, ascrivibile in parte alla domanda di banconote in euro di non residenti. L’aggravarsi della crisi finanziaria da metà set-tembre potrebbe, in potenza, avere un impatto significativo sulle dinamiche monetarie. I dati

F igura 5 Cresc i ta d i M3

(variazioni percentuali; dati destagionalizzati e correttiper gli effetti di calendario)

M3 (tasso di crescita sui dodici mesi)M3 (media mobile centrata a tre terminidel tasso di crescita sui dodici mesi)M3 (tasso di crescita semestrale annualizzato)

0

2

4

6

8

10

12

14

20080

2

4

6

8

10

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14

1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Fonte: BCE.

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BCEBollettino mensile

Dicembre 2008

ANDAMENTIECONOMICI

EMONETARI

Gli andamentimonetari

e finanziari

21

di ottobre non danno indicazioni dirette di una sostanziale variazione degli andamenti di M3 o dei prestiti al settore privato non finanziario. Al tempo stesso, considerati gli effetti più rilevanti su altre voci di bilancio delle IFM e le riallocazioni fra le componenti di M3, si configura la possibilità che in futuro le dinamiche monetarie siano interessate da ripercussioni più sostanziali.

PR INC IPAL I COMPONENT I D I M3Nel terzo trimestre, il perdurare della moderazione della crescita annua di M3 va ricondotto ai mi-nori contributi forniti da M1 e dagli strumenti negoziabili (M3-M2), mentre l’apporto dei depositi a breve termine diversi dai depositi overnight (M2-M1) è rimasto essenzialmente invariato (cfr. tavola 1). A fronte dell’accrescersi delle turbolenze finanziarie, i dati più recenti tuttavia paiono indicare un cambiamento di questi profili, evidenziando, da un lato, un’accelerazione di M1 in settembre e ottobre e, dall’altro, una minore crescita sia dei depositi a breve termine diversi dai depositi overnight, sia degli strumenti negoziabili.

Nel terzo trimestre il tasso di incremento sul periodo corrispondente di M1 è ulteriormente di-minuito, portandosi allo 0,6 per cento dal 2,3 del secondo trimestre. Questa decelerazione ha rispecchiato principalmente l’andamento dei depositi overnight, il cui tasso di variazione è dive-nuto leggermente negativo a -0,7 per cento, contro l’1,2 del secondo trimestre. Il rallentamento dei depositi overnight è largamente ascrivibile al rialzo dei tassi di interesse a breve termine da dicembre del 2005, che ha determinato un costante aumento del costo opportunità di detenere tali strumenti.

In ottobre il tasso di crescita sui dodici mesi di M1 ha segnato un deciso aumento per il secondo mese consecutivo, portandosi al 3,7 per cento dall’1,2 di settembre e dallo 0,2 di agosto. Questi incrementi vanno ricondotti ai maggiori flussi mensili di circolante e di depositi overnight, che hanno in parte riflesso un aumento della domanda di banconote nei paesi confinanti con l’area dell’euro.

Tavo la 1 Tavo la r i ep i logat iva de l l e var iab i l i monetar ie

(valori medi per le frequenze trimestrali; dati destagionalizzati e corretti per gli effetti di calendario)

Consistenze in essere

in percentuale di M3 1)

Tassi di crescita sul periodo corrispondente

2007 2008 2008 2008 2008 20084° trim. 1° trim. 2° trim. 3° trim. set. ott.

M1 42,7 5,9 3,8 2,3 0,6 1,2 3,7 Banconote e monete in circolazione 7,5 8,0 7,8 7,8 7,5 8,2 13,0 Depositi overnight 35,2 5,5 3,0 1,2 -0,7 -0,1 1,9

M2 - M1 (= altri depositi a breve termine) 42,8 16,8 18,4 19,3 18,9 17,7 15,5 Depositi con durata prestabilita fino a due anni 26,5 40,6 41,4 40,4 37,6 34,4 29,2 Depositi rimborsabili con preavviso fino a tre mesi 16,3 -3,9 -3,3 -2,3 -2,0 -2,0 -1,4

M2 85,5 10,7 10,3 10,0 9,1 8,9 9,3 M3 - M2 (= strumenti negoziabili) 14,5 19,6 16,3 10,3 8,9 7,3 5,3 M3 100,0 12,0 11,2 10,1 9,0 8,7 8,7

Credito a residenti nell’area dell’euro 9,2 10,0 9,6 9,1 8,5 7,3 Credito alle amministrazioni pubbliche -4,1 -2,5 -1,2 0,6 0,8 0,7 Prestiti alle amministrazioni pubbliche -1,8 -0,9 0,8 2,1 2,9 3,4

Credito al settore privato 12,2 12,7 11,9 10,8 10,1 8,6 Prestiti al settore privato 11,1 11,1 10,5 9,1 8,5 7,8

Passività finanziarie a lungo termine (esclusi capitale e riserve) 8,5 6,8 4,5 3,3 2,7 0,5

Fonte: BCE.1) Alla fine dell’ultimo mese disponibile. Eventuali mancate quadrature nei totali sono attribuibili ad arrotondamenti.

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BCEBollettino mensileDicembre 200822

Il principale contributo all’espansione di M3 nel terzo trimestre è nuovamente provenuto dai depositi a breve termine diversi dai deposi-ti overnight, il cui tasso di crescita sul periodo corrispondente ha tuttavia segnato una lieve di-minuzione, portandosi al 18,9 per cento dal 19,3 del trimestre precedente (cfr. figura 6). Questo profilo discendente è stato confermato dal dato di ottobre, che mostra un ulteriore calo del tasso di variazione sui dodici mesi al 15,5 per cento, dal 17,7 di settembre.

Questi andamenti rispecchiano in larga misura una decelerazione della domanda di depositi con durata prestabilita fino a due anni (depositi a termine a breve scadenza). Il tasso di crescita sul periodo corrispondente di questi depositi è rimasto comunque molto robusto, collocandosi al 29,2 per cento in ottobre, contro il 37,6 e il 40,4 per cento rispettivamente nel terzo e nel secondo trimestre. Sempre in ottobre i depositi rimborsabili con preavviso fino a tre mesi (de-positi a risparmio a breve termine) sono dimi-nuiti sui dodici mesi dell’1,4 per cento.

Negli ultimi mesi il profilo della curva dei rendimenti e la struttura dei tassi di interesse sui depositi bancari hanno reso i depositi a termine a breve scadenza particolarmente interessanti rispetto ad altri strumenti inclusi in M3 e alle attività a più lunga scadenza. In particolare, la remunerazione dei depositi a termine a breve scadenza – diversamente da quella dei depositi overnight e dei depositi a risparmio a breve termine – ha seguito alquanto da vicino l’aumento dei tassi del mercato mone-tario; ciò potrebbe essere connesso agli sforzi aggiuntivi posti in essere dalle banche per attirare questi depositi, date le loro difficoltà a reperire fondi nei mercati monetari all’ingrosso in una fase di crescenti tensioni finanziarie.

Il tasso di variazione sul periodo corrispondente degli strumenti negoziabili inclusi in M3 ha con-tinuato a diminuire, collocandosi al 5,3 per cento in ottobre, dall’8,9 e dal 10,3 per cento registrati rispettivamente nel terzo e nel secondo trimestre. All’origine dell’andamento vi è la pronunciata decelerazione delle quote e partecipazioni in fondi comuni monetari (la componente di maggior ri-lievo) e dei titoli di debito con scadenza originaria fino a due anni. Per contro, il tasso di crescita sul periodo corrispondente dei contratti pronti contro termine (che rappresentano la terza componente) è ulteriormente aumentato, sia nel terzo trimestre, sia in ottobre, dopo essersi mantenuto invariato nel secondo trimestre.

A seguito dell’intensificarsi delle turbolenze finanziarie a metà settembre e dei rinnovati timori degli investitori riguardo alla solidità di alcuni fondi, le quote e partecipazioni in fondi comuni monetari hanno registrato notevoli deflussi, riconducibili in gran parte a soggetti non residenti nell’area dell’euro. Nondimeno, i dati di ottobre segnalano un progressivo venir meno di questi deflussi, suggerendo che, più di recente, i timori emersi dopo il fallimento di Lehman Brothers circa una possibile insolvenza dei fondi comuni monetari si siano attenuati.

F igura 6 Pr inc ipa l i component i d i M3

(variazioni percentuali sui dodici mesi; dati destagionalizzati e corretti per gli effetti di calendario)

M1altri depositi a breve terminestrumenti negoziabili

0

2

4

6

8

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16

18

20

22

0

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2004 2005 2006 2007 2008

Fonte: BCE.

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BCEBollettino mensile

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ANDAMENTIECONOMICI

EMONETARI

Gli andamentimonetari

e finanziari

2�

La scomposizione settoriale dell’espansione monetaria si basa su dati relativi ai depositi a breve termine e ai contratti pronti contro ter-mine (“depositi di M3”). Il tasso di incremento sul periodo corrispondente di tale aggregato (il più ampio per cui siano disponibili informazioni settoriali attendibili) ha seguito sostanzialmente l’andamento complessivo di M3 nel terzo tri-mestre, calando ulteriormente al 10,2 per cento dall’11,0 del trimestre precedente. Il rallenta-mento è proseguito in ottobre, con un calo del tasso di crescita sui dodici mesi dei depositi di M3 al 9,6 per cento, dal 9,7 di settembre.

Il tasso di variazione sul periodo corrisponden-te dei depositi delle famiglie, che forniscono il contributo principale alla crescita complessiva dei depositi di M3, è sceso dal 9,2 al 9,0 per cento tra il secondo e il terzo trimestre. Ha inve-ce segnato un aumento significativo in ottobre, portandosi al 9,7 per cento, dall’8,6 di settembre (cfr. figura 7).

Nel terzo trimestre e in ottobre è proseguita la decelerazione dei depositi di M3 detenuti da società non finanziarie. A questo ulteriore calo potrebbe aver contribuito la perdurante moderazione della crescita degli utili delle società non finanziarie, ma è anche possibile che il deterioramento delle condizioni di finanziamento abbia spinto le imprese, soprattutto quelle di dimensioni minori, a utilizzare gli utili non distribuiti e i depositi disponibili per finanziare gli investimenti fissi e il capitale circolante.

Il tasso di variazione sul periodo corrispondente dei depositi di M3 detenuti da intermediari fi-nanziari non monetari (AIF) è diminuito sia nel terzo trimestre che in ottobre. Nonostante questa moderazione, il tasso resta notevolmente più elevato che per altri settori. Considerato il contesto prevalente nei mercati finanziari, ciò potrebbe tradurre l’accresciuta necessità da parte dei fondi di investimento di mantenere riserve di liquidità per far fronte a eventuali rimborsi, come evidenziato dai dati del secondo trimestre relativi a questi fondi.

PR INC IPAL I CONTROPART ITE D I M3Per quanto concerne le contropartite di M3, il tasso di variazione sul periodo corrispondente del credito totale erogato dalle IFM ai residenti dell’area dell’euro ha continuato a diminuire nel terzo trimestre, al 9,1 per cento dal 9,6 del secondo trimestre, per poi segnare un ulteriore calo in ottobre al 7,3 per cento (cfr. tavola 1). L’andamento va soprattutto ricondotto alla significativa decelerazio-ne del credito delle IFM al settore privato dell’area, imputabile in gran parte alla vendita di titoli emessi da quest’ultimo.

Il tasso di incremento del credito delle IFM alle amministrazioni pubbliche è aumentato lievemente, collocandosi allo 0,6 per cento nel terzo trimestre, da -1,2 per cento nel trimestre precedente; si è poi mantenuto sostanzialmente invariato in ottobre, allo 0,7 per cento. Quest’ultimo dato cela il decremento dei titoli di Stato detenuti dalle IFM in settembre e ottobre, che emerge chiaramente dai

F igura 7 Depos i t i a breve terminee operaz ion i pront i contro termine

(variazioni percentuali sul periodo corrispondente, dati non corretti per la stagionalità e gli effetti di calendario)

società non finanziariefamiglieintermediari finanziari

0

5

10

15

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25

30

0

5

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30

2004 2005 2006 2007 2008

Fonte: BCE. Nota: settore delle IFM escluso l’Eurosistema.

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flussi mensili negativi registrati in entrambi i mesi. È probabile che questo andamento sia connesso alla riduzione del livello di indebitamento (deleveraging) delle istituzioni creditizie in un contesto di liquidità dei mercati dei titoli di Stato e di evoluzione positiva dei prezzi (per un’analisi più dettagliata, cfr. il riquadro Andamenti recenti dei bilanci degli enti creditizi nell’area dell’euro). Sull’andamento potrebbe aver influito anche la liquidazione di queste attività da parte dei fondi comuni monetari per far fronte a rimborsi.

Il tasso di variazione del credito delle IFM al settore privato ha continuato a diminuire nel terzo tri-mestre, portandosi al 10,8 per cento dall’11,9 del trimestre precedente, per poi ridursi ulteriormente in ottobre, all’8,6 per cento. All’origine del calo del terzo trimestre vi sono andamenti difformi delle diverse componenti. Le consistenze in titoli del settore privato diversi da azioni detenute dalle IFM hanno registrato nel terzo trimestre un tasso di variazione sul periodo corrispondente del 36,5 per cento, in calo rispetto al 39,7 per cento del secondo trimestre; in ottobre il tasso è ulteriormen-te sceso, al 27,9 per cento. Nonostante questo rallentamento, la crescita ha continuato ad essere vigorosa, soprattutto per effetto degli acquisti di titoli emessi da AIF che le IFM hanno effettuato nei trimestri precedenti in connessione con attività di cartolarizzazione. In settembre le IFM hanno ridotto le loro consistenze di titoli del settore privato diversi da azioni, come risulta dal sensibile flusso mensile negativo registrato quel mese. Il flusso mensile di ottobre, tuttavia, è tornato ad es-sere significativamente positivo, per lo più per effetto delle acquisizioni di titoli emessi da AIF da parte di IFM nel contesto di operazioni di cartolarizzazione.

Il tasso di crescita sul periodo corrispondente delle azioni e altri titoli di capitale detenuti dalle IFM è aumentato dal 3,7 per cento nel secondo trimestre al 6,0 per cento nel terzo, per poi tornare a scendere in ottobre a -1,4 per cento. Il significativo calo di ottobre è connesso probabilmente all’esigenza delle banche di abbassare il proprio livello di indebitamento, considerate le sempre più forti pressioni sulle loro posizioni di bilancio risultanti dall’acuirsi delle tensioni nei mercati finanziari. Pertanto, la capacità delle IFM di ridurre le loro consistenze di titoli – sia di titoli diversi da azioni, sia di azioni e altri titoli di capitale – ha consentito loro di salvaguardare la crescita dei prestiti bancari al settore privato dagli effetti diretti che la crisi finanziaria ha avuto sulle condizioni di finanziamento delle banche.

Tra il secondo e il terzo trimestre, il tasso di variazione sul periodo corrispondente dei prestiti delle IFM al settore privato (che rappresenta la maggiore componente del credito a tale settore) ha continuato a calare, portandosi dal 10,5 al 9,1 per cento, per poi scendere ulteriormente in ottobre, al 7,8 per cento (cfr. tavola 1). Questa moderazione è ascrivibile alla minore crescita dei prestiti sia al settore privato non finanziario, sia agli intermediari finanziari non monetari. Nel caso dei prestiti al settore privato, il rallentamento è da ricondurre a una costante flessione del tasso di crescita sia dei prestiti alle società non finanziarie (sceso al 12,8 per cento nel terzo trimestre e all’11,9 per cento in ottobre, contro il 14,5 per cento del secondo trimestre), sia dei prestiti alle famiglie (collocatosi al 4,0 per cento nel terzo tri-mestre e al 3,3 per cento in ottobre, in calo rispetto al 5,0 per cento del secondo trimestre). La recente dinamica della crescita dei prestiti è in linea con l’esperienza storica, riflettendo l’impatto degli incre-menti dei tassi sui prestiti bancari da fine 2005, il rallentamento del mercato degli immobili residenzia-li, l’inasprimento dei criteri di concessione del credito (per via principalmente del deterioramento delle aspettative in merito all’attività economica generale e delle prospettive per il mercato immobiliare residenziale), nonché il ciclo economico complessivo (cfr. le sezioni 2.6 e 2.7 per un’analisi più det-tagliata dei flussi finanziari e della posizione finanziaria delle società non finanziarie e delle famiglie).

Fra le altre contropartite di M3, il tasso di crescita delle passività finanziarie a più lungo ter-mine delle IFM (al netto di capitale e riserve) è ulteriormente calato negli ultimi trimestri (cfr.

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ANDAMENTIECONOMICI

EMONETARI

Gli andamentimonetari

e finanziari

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figura 8), riflettendo un rallentamento di tutte le componenti. In particolare, la decelerazione dei depositi a lungo termine rispecchia il profilo della curva dei rendimenti e l’intensificarsi delle tensioni sui mercati finanziari, che incoraggiano spostamenti di fondi dai depositi a lungo termi-ne a quelli a più breve termine. I dati di ottobre sui titoli di debito a lungo termine emessi dalle IFM indicano che le banche non sono state in grado di ottenere fondi tramite questo canale. Negli ultimi mesi si è per contro accresciuto il tasso di incremento sul periodo corrispondente di capitale e riserve. Ciò può essere spiegato dal capitale azionario aggiuntivo raccolto mediante collocamenti privati e immissioni di capitale pubblico, finalizzati a rafforzare i bilanci delle istituzioni creditizie.

Infine, le attività nette sull’estero delle IFM hanno registrato in ottobre il terzo aumento mensile successivo (pari a 37 miliardi di euro). L’andamento è connesso al fatto che negli ultimi mesi le pas-sività sull’estero sono diminuite in misura maggiore rispetto alle attività, in un contesto di generale contrazione da entrambi i lati del bilancio. Grazie a questi afflussi netti, il calo sui dodici mesi delle attività nette sull’estero delle IFM è sceso a 149 miliardi di euro in ottobre, da 188 miliardi in set-tembre (cfr. figura 9). Il fatto che la posizione netta sull’estero delle IFM resti ampiamente negativa riflette il processo di riequilibrio dei portafogli internazionali in atto, che include la liquidazione di titoli dell’area dell’euro a fronte del deteriorarsi delle prospettive di crescita di quest’ultima, nonché il rimpatrio di fondi da parte di non residenti soggetti a vincoli di liquidità nei loro paesi di origine.

In sintesi, i dati monetari più recenti, che coprono il periodo fino alla fine di ottobre, confermano il perdurare della moderazione della crescita dei prestiti delle IFM al settore privato non finanziario. Ciò

F igura 8 M3e pass iv i tà f inanz iar iea p iù lungoterminede l l e I FM

(variazioni percentuali sui dodici mesi; dati destagionalizzati e corretti per gli effetti di calendario)

M3passività finanziarie a più lungo termine(esclusi capitale e riserve)

0

2

4

6

8

10

12

14

20080

2

4

6

8

10

12

14

2002 2003 2004 2005 2006 2007

Fonte: BCE.

F igura 9 Contropar t i te d i M3

(flussi sui dodici mesi; in miliardi di euro; dati destagionalizzati e corretti per gli effetti di calendario)

credito al settore privato (1)credito alle amministrazioni pubbliche (2)attività nette sull’estero (3)passività finanziarie a più lungo termine(esclusi capitale e riserve) (4)altre contropartite (inclusi capitale e riserve) (5)M3

-800

-600

-400

-200

0

200

400

600

800

1.000

1.200

1.400

1.600

-800

-600

-400

-200

0

200

400

600

800

1.000

1.200

1.400

1.600

2002 200820072006200520042003

Fonte: BCE.Note: M3 è riportata come riferimento (M3 = 1+2+3–4+5). Le pas-sività finanziarie a più lungo termine (esclusi capitale e riserve) sono riportate con il segno opposto in quanto costituiscono passività del settore delle IFM.

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R iquadro 2

rispecchia ampiamente gli effetti congiunti esercitati sulla domanda di prestiti dai passati aumenti dei tassi di interesse a breve termine, dalle condizioni di finanziamento più restrittive e dal rallentamento dell’attività economica. I dati di ottobre non evidenziano turbative dei flussi creditizi al settore privato. I flussi mensili relativi ai prestiti erogati sia alle società non finanziarie, sia alle famiglie restano difatti sostenuti quando i dati riferiti alle famiglie vengono corretti per gli effetti delle cartolarizzazioni (positi-vi in ottobre). Nonostante ciò, le regolarità storiche e gli andamenti attesi delle determinanti fondamen-tali, uniti al perdurante deterioramento del clima di fiducia delle imprese e dei consumatori negli ultimi mesi, paiono indicare un’ulteriore moderazione della dinamica dei prestiti nei prossimi trimestri.

Benché al momento non sussistano evidenze di una restrizione del credito disponibile per il settore privato, non è possibile escludere che in futuro l’accesso al credito risulti maggiormente ostacola-to. Finora, le IFM sono state in grado di ridurre le proprie consistenze di titoli, salvaguardando la crescita dei prestiti alle società non finanziarie e alle famiglie dagli effetti diretti delle condizioni di finanziamento più restrittive cui le banche hanno dovuto far fronte per via delle crescenti tensioni finanziarie. La sostenibilità di questa strategia d’azione resta incerta. Sarà comunque necessario di-sporre di maggiori informazioni, dati e analisi per poter valutare l’impatto che l’intensificarsi della turbolenza finanziaria sta avendo sull’offerta di credito e di prestiti bancari.

ANDAMENT I RECENT I DE I B I LANC I DEGL I ENT I CRED IT Iz I NELL’AREA DELL’EuRO

Dall’inizio delle turbolenze finanziarie nell’estate del 2007, nell’area dell’euro, come nel resto del mondo, gli enti creditizi hanno dovuto far fronte a crescenti pressioni riguardo alle dimensioni dei loro bilanci. Tali pressioni originano, sostanzialmente, da due fattori. Da un lato, alcuni enti han-no risentito di un’erosione della loro base patrimoniale, ad esempio a seguito di perdite su crediti o di andamenti sfavorevoli dei prezzi delle attività. Ciò potrebbe costringerli a ridimensionare le proprie posizioni di bilancio, al fine di riportare il rapporto fra il totale dell’attivo e la base patri-moniale sul livello richiesto o auspicato 1). Dall’altro, le tensioni nei mercati monetari e l’appren-sione degli investitori nei mercati su cui gli enti creditizi provvedono tipicamente alla raccolta, quali i mercati dei covered bond, della cartolarizzazione e dei prestiti non garantiti, implicano che almeno alcuni enti sono soggetti a vincoli di finanziamento che limitano la loro capacità di espandere, o persino di mantenere, il livello delle loro posizioni di bilancio. A seconda di come gli enti creditizi opereranno le eventuali riduzioni dei loro bilanci, potrebbero esservi implicazioni per l’accesso al finanziamento di imprese e famiglie nell’area dell’euro. Questo riquadro prende in esame gli andamenti recenti dei bilanci statistici degli enti creditizi, analizzando in particolare l’evoluzione delle attività scomposte per strumento e settore controparte.

Bilanci degli enti creditizi nell’area dell’euro: un approccio aggregato

La tematica affrontata richiede di analizzare le statistiche sui bilanci delle IFM in una prospet-tiva diversa rispetto a quella solitamente applicata nell’analisi monetaria. In primo luogo, per valutare in che misura le pressioni su capitale e raccolta abbiano inciso sui bilanci degli enti creditizi, occorre esaminare anche le attività nei confronti di altre IFM. Poiché queste sono

1) Gli enti creditizi dispongono di diverse strategie per ripristinare la voluta relazione fra attività totali e base patrimoniale. In termini generali, queste includono una riduzione dell’ammontare totale di attività detenute, un aumento della base patrimoniale, ovvero una combinazione di entrambe. La capitalizzazione può invece essere aumentata tramite l’apporto di nuovi capitali e/o la riduzione dei dividendi distribuiti.

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ANDAMENTIECONOMICI

EMONETARI

Gli andamentimonetari

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2�

compensate nella situazione contabile consolidata delle IFM – che rappresenta la base delle stati-stiche monetarie – è necessario considerare la situazione contabile aggregata. In secondo luogo, dato che lo scopo è quello di identificare i potenziali effetti sull’accesso ai prestiti di famiglie e imprese, l’analisi è incentrata sui bilanci degli enti creditizi, anziché dell’intero settore delle IFM, escludendo di conseguenza il comparto dei fondi comuni monetari e l’Eurosistema. Questa scomposizione del settore delle IFM è disponibile solo su base trimestrale.

Le attività totali degli enti creditizi dell’area dell’euro hanno continuato a crescere durante tutta la fase di turbolenza finanziaria iniziata nell’estate del 2007, registrando notevoli flussi trime-strali (di particolare rilievo è stato quello relativo al terzo trimestre del 2008; cfr. figura A). Questi flussi tuttavia includono ampi contributi provenienti da un aumento dei crediti verso lo stesso settore delle IFM (specie nel quarto trimestre del 2007 e nel terzo trimestre del 2008), in ampia misura riconducibili all’incremento delle attività verso le banche centrali risultante dalle operazioni straordinarie condotte dall’Eurosistema. L’espansione dei crediti verso il settore pri-vato dell’area dell’euro è andata rallentando, dopo il massimo raggiunto nel quarto trimestre del 2007, ma continua a collocarsi su un livello relativamente robusto. Dopo aver registrato flussi particolarmente ampi alla fine del 2006 e agli inizi del 2007, gli enti creditizi hanno notevol-mente ridotto le attività verso non residenti dell’area, di riflesso, almeno in una certa misura, al-l’abbandono di strategie di investimento dimostratesi poco remunerative in seguito allo scoppio delle tensioni finanziarie. Inoltre, durante tutta la fase di turbolenza gli enti creditizi paiono aver ridotto le proprie esposizioni in titoli di Stato, probabilmente in connessione con la “fuga verso la sicurezza” degli investitori che, avendo fatto aumentare il valore di tali attività, ha permesso agli enti creditizi di realizzare considerevoli guadagni con la loro liquidazione.

F igura A Att iv i tà detenute da l l e i s t i tuz ion ic red i t i z i e per settore

(flussi trimestrali; miliardi di euro; dati destagionalizzati)

-200

0

200

400

600

800

1.000

-200

0

200

400

600

800

1.000

crediti nei confronti dell’Eurosistemaaltre attività 2)crediti nei confronti di altre IFM 1)attività sull’esterocrediti nei confronti delle amministrazioni pubblichecrediti nei confronti del settore privato

2003 20082007200620052004

Fonte: BCE.1) Crediti nei confronti delle IFM, escluso l’Eurosistema.2) Le “altre attività” comprendono le attività immobilizzate, le quote o partecipazioni di fondi del mercato monetario delle istituzioni crediti-zie e le “attività residuali”.

F igura BAtt iv i tà detenute da l l e i s t i tuz ion ic red i t i z i e per s t rumento

(flussi trimestrali; miliardi di euro; dati destagionalizzati)

-150

0

150

300

450

600

750

900

1.050

-150

0

150

300

450

600

750

900

1.050

2003 20082007200620052004

altre attività 2)azioni e altre partecipazioni emesse dalle IFMazioni e altre partecipazioni emesse da non-IFMtitoli non azionari emessi dalle IFMtitoli non azionari emessi da non-IFMprestiti alle IFM 1)prestiti a non-IFM

Fonte: BCE.1) Include i depositi presso l’Eurosistema.2) Le “altre attività” comprendono le attività immobilizzate, le quote o partecipazioni di fondi del mercato monetario creditizie e le “attività residuali”.

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BCEBollettino mensileDicembre 200828

La scomposizione delle attività degli enti creditizi per tipologia di strumento mostra che i prestiti continuano a rappresentare la principale determinante della crescita delle attività totali. Inizial-mente, le tensioni sui mercati finanziari hanno avuto un impatto positivo sui titoli di debito, che hanno registrato un flusso trimestrale particolarmente ampio nel quarto trimestre del 2007, nonché flussi minori, ancorché relativamente sostenuti, nel corso del 2008 (cfr. figura B). In lar-ga misura ciò riflette la cartolarizzazione di quote del portafoglio prestiti da parte di alcuni enti creditizi, i quali hanno poi “trattenuto” i titoli risultanti.

Andamenti mensili più recenti

Poiché l’acuirsi della crisi finanziaria innescato dal collasso di Lehman Brothers è intervenuto solo nella seconda metà di settembre, alla fine quasi del terzo trimestre del 2008, i flussi trime-strali esprimono solo in misura marginale gli effetti di questi ultimi sviluppi. È pertanto utile analizzare i recenti andamenti mensili delle consistenze di titoli di debito, anche se questo è possibile solo per il settore delle IFM nel suo insieme (cfr. figura C). L’analisi evidenzia note-voli vendite di titoli di debito in settembre, per tutte le tipologie di emittente. La contrazione è proseguita in ottobre per i titoli emessi da non residenti dell’area dell’euro e dal settore delle amministrazioni pubbliche. Nello stesso mese invece le IFM hanno acquistato titoli di debito emessi da altre IFM e dal settore privato. Tuttavia, vi sono indicazioni del fatto che gli acquisti di titoli di debito del settore privato siano da ricondurre principalmente al protrarsi del processo di cartolarizzazione dei prestiti a questo settore, dal momento che i titoli risultanti da tale processo sono stati trattenuti nei bilanci degli enti che detenevano originariamente il prestito.

FiguraCTitolinonazionaridetenuti dalleIFM

(flussi mensili; miliardi di euro; dati destagionalizzati)

-150

-100

-50

0

50

100

150

gen. apr. lug. ott. gen. apr. lug. ott.-150

-100

-50

0

50

100

150

emessi da non residenti nell'area dell'euroemessi dalle amministarzioni pubblicheemessi dalle IFMemessi dal settore privato

2007 2008

Fonti: BCE.

F igura DEmiss ionee cons i s tenze detenuteda l l e I FMd i t i to l i d i deb i to de l l e I FMconscadenza in fer iore a dueann i(flussi mensili; miliardi di euro; dati destagionalizzati)

-80

-60

-40

-20

0

20

40

60

80

-80

-60

-40

-20

0

20

40

60

80

gen. apr. lug. ott. ott.20082007

gen. apr. lug.

titoli di debito a breve termine delle IFM detenuti da non residenti (scala inversa)

titoli di debito a breve termine delle IFM detenuti da IFM (scala inversa)

emissione di titoli di debito a breve termine delle IFM

titoli di debito a breve termine delle IFM detenuti dal settore detentore di moneta

Fonte: BCE.Nota: i titoli di debito a breve termine delle IFM detenuti da non residenti e quelli detenuti dalle IFM sono riportati con segno inverso in quanto essi vengono dedotti dalle emissioni nette al fine di determinare le consi-stenze di tali strumenti da parte del settore detentore di moneta.

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BCEBollettino mensile

Dicembre 2008

ANDAMENTIECONOMICI

EMONETARI

Gli andamentimonetari

e finanziari

2�

Gli andamenti delle disponibilità di titoli di debito delle IFM in settembre e ottobre suggeriscono pertanto che specifiche voci di bilancio hanno risentito in modo alquanto marcato dell’intensifi-carsi delle tensioni finanziarie. A riguardo, è interessante il caso dei titoli di debito a breve termine emessi dalle IFM, in riferimento ai quali un ridimensionamento è riscontrabile non solo dal lato dell’attivo, ma anche da quello del passivo. In particolare, le emissioni nette di questi strumenti sono state negative in settembre e ottobre, e le IFM hanno ridotto al contempo le quantità di tali titoli all’attivo dei propri bilanci (cfr. figura D). Da notare che il ridimensionamento ha interessato soprattutto le posizioni tra IFM, nonché le quantità di questi strumenti detenuti da non residenti nell’area, ma non le consistenze dei settori detentori di moneta.

Nel complesso, gli andamenti osservati finora non indicano una contrazione del bilancio aggregato degli enti creditizi dell’area dell’euro, sebbene la crescita delle loro attività totali abbia segnato una lieve moderazione negli ultimi trimestri, quando considerate al netto delle attività verso le IFM. Ciò tuttavia non esclude che singoli o gruppi specifici di enti creditizi dell’area abbiano ridotto le proprie posizioni di bilancio a fronte degli sviluppi nei mercati finanziari dall’estate del 2007. Né significa che non vi siano segnali di un ridimensionamento in specifiche tipologie di attività. I dati di settembre e ottobre mostrano infatti che le IFM hanno ridotto le quote di titoli di debito detenute in portafoglio, in particolare quelle di titoli emessi dal settore delle amministrazioni pubbliche e da non residenti dell’area. Questi andamenti forniscono indicazioni preliminari del fatto che gli enti creditizi hanno utilizzato le attività più liquide come margine di riserva per assorbire le pressioni su posizione patrimoniale e raccolta, allo scopo di salvaguardare l’erogazione di prestiti a fami-glie e imprese e tutelare così il fulcro della loro attività operativa e la relazione con la clientela. Nondimeno, occorrerà disporre di informazioni maggiori prima di poter effettuare una valutazione definitiva riguardo alla capacità di tali margini di attenuare le ripercussioni che gli andamenti dei mercati finanziari stanno avendo sull’offerta di finanziamento al settore privato.

VALuTAz IONECOMPLESS IVA DELLE CONDIz ION I D I L Iqu ID ITà NELL’AREA DELL’EuROSulla base degli andamenti delle misure dei gap monetari nominale e reale, l’accumulo di liquidità monetaria nell’area dell’euro è tornata da aumentare nel terzo trimestre, dopo aver mostrato segni di stabilizzazione nella prima metà dell’anno (cfr. figure 10 e 11). Tali misure delle condizioni di liquidità vanno interpretate con cautela, poiché si basano su una stima della quantità di moneta detenuta in equilibrio, la quale ha sempre carattere incerto e ancor più nelle condizioni attuali. Di fatto, le differenze tra le varie misure dei gap monetari possono essere considerate un’indicazione della considerevole incertezza che, nella fase attuale, caratterizza la valutazione delle condizioni di liquidità nell’area dell’euro. Nonostante questi motivi di cautela, nel complesso le evidenze metto-no chiaramente in luce un accumulo di liquidità negli ultimi anni. In sintesi, i dati relativi al periodo fino alla fine di ottobre continuano a mostrare che la crescita monetaria di fondo nell’area dell’euro prosegue a un ritmo sostenuto, ancorché discendente. Le ten-dente di fondo della moneta pertanto suffragano l’ipotesi di un ulteriore allentamento delle pressioni inflazionistiche, nonostante il permanere di alcuni rischi al rialzo nel medio-lungo periodo. D’altra parte, l’intensificarsi delle turbolenze finanziarie dalla metà di settembre potrebbe segnare una linea di demarcazione nell’evoluzione delle dinamiche monetarie. Se da un lato i dati più recenti non segnalano variazioni marcate della crescita dell’aggregato monetario ampio, né un prosciugamento della disponibilità di prestiti per le famiglie e le società non finanziarie, dall’altro essi mostrano che l’acuirsi della crisi finanziaria sta influendo sul comportamento delle banche e dei detentori di mo-neta. Come avvenuto nel periodo 2001-03, è possibile che le riallocazioni di portafoglio a favore di attività monetarie durante le fasi di accresciuta incertezza nei mercati finanziari rafforzino la crescita

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BCEBollettino mensileDicembre 2008�0

dell’aggregato monetario ampio, senza tuttavia generare rilevanti rischi di spinte inflazionistiche, almeno nel breve-medio periodo 1). Allo stesso tempo, le banche potrebbero essere confrontate a pressioni crescenti per ridurre le proprie posizioni di bilancio e limitare quindi la disponibilità di pre-stiti. Nella complessità e incertezza del momento attuale, sarà necessario disporre di dati aggiuntivi e analisi più dettagliate degli andamenti della moneta e del credito per formulare un giudizio fondato.

2.2 INVESTIMENTIFINANzIARIDEISETTORINONFINANzIARIEDEGLIINVESTITORIISTITuzIONALI

Nel secondo trimestre del 2008 il tasso di crescita sul periodo corrispondente degli investimenti finan-ziari complessivi dei settori non finanziari è ulteriormente diminuito. L’andamento è stato generalizzato nei comparti delle famiglie, delle società non finanziarie e delle amministrazioni pubbliche. Nello stes-so trimestre, i deflussi annuali dai fondi di investimento si sono fortemente accresciuti, in ragione degli ingenti prelievi dai fondi sia azionari che obbligazionari. Anche il tasso di crescita degli investimenti finanziari da parte di compagnie di assicurazione e fondi pensione è diminuito nel secondo trimestre.

1) I movimenti a carattere straordinario registrati di recente dai dati monetari potrebbero non rispondere alla definizione di “ricomposizione di portafoglio” applicata nel periodo 2001-03. Uno dei motivi è dato dal fatto che le recenti pressioni al rialzo sulle dinamiche monetarie rispecchiano in larga misura il ritiro da parte di non residenti di fondi dal settore delle IFM dell’area dell’euro, risultando ad esempio in una forte domanda di banconote. Un altro è il fatto che sia difficile distinguere attualmente tra le riallocazioni che potrebbero essere mo-tivate da un cambiamento del grado di avversione al rischio e le ricomposizioni da attività non monetarie a componenti di M3 innescate dalle condizioni relativamente favorevoli dei depositi delle IFM.

F igura 10St imede l gap monetar ionomina le 1)

(in percentuale rispetto allo stock di M3; dati destagionalizzatie corretti per gli effetti di calendario; dicembre 1998 = 0)

gap monetario nominale basato sulla serie ufficialedi M3gap monetario nominale basato su M3 corretta perl’impatto stimato delle riallocazioni di portafoglio 2)

-2-202468101214161820222426

02468

101214161820222426

20081999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Fonte: BCE.1) La misura del gap monetario nominale è definita come la diffe-renza tra il livello effettivo di M3 e il livello che sarebbe risultato da una crescita di M3 costante e in linea con il valore di riferimento del 4½ per cento dal dicembre 1998 (utilizzato come periodo base).2) Le stime dell’ampiezza delle riallocazioni di portafoglio verso M3 sono calcolate sulla base dell’approccio discusso nella sezione 4 dell’articolo Analisi monetaria in tempo reale, nel numero di ot-tobre 2004 di questo Bollettino.

F igura 11St imede l gapmonetar io rea le 1)

(in percentuale rispetto allo stock di M3 in termini reali;dati destagionalizzati e corretti per gli effetti di calendario;dicembre 1998 = 0)

gap monetario reale basato su M3 corretta perl’impatto stimato delle riallocazioni di portafoglio 2)

gap monetario reale basato sulla serie ufficialedi M3

-202468

101214161820222426

-202468101214161820222426

20081999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Fonte: BCE.1) La misura del gap monetario reale è definita come la differenza tra il livello effettivo di M3 deflazionato con l’indice armonizzato dei prez-zi al consumo (IAPC) e il livello di M3 in termini reali che sarebbe risultato da una crescita nominale di M3 costante e pari al valore di ri-ferimento del 4½ per cento e da una inflazione al consumo in linea con la definizione di stabilità dei prezzi della BCE (utilizzando dicembre 1998 come periodo base).2) Le stime dell’ampiezza delle riallocazioni di portafoglio verso M3 sono calcolate sulla base dell’approccio discusso nella sezione 4 del-l’articolo Analisi monetaria in tempo reale, nel numero di ottobre 2004 di questo Bollettino.

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BCEBollettino mensile

Dicembre 2008

ANDAMENTIECONOMICI

EMONETARI

Gli andamentimonetari

e finanziari

�1

SETTOR I NONF INANz IAR INel secondo trimestre (il periodo più recente per il quale sono disponibili i dati) il tasso di varia-zione sul periodo corrispondente degli investimenti finanziari complessivi dei settori non finan-ziari ha continuato a diminuire, collocandosi al 3,2 per cento dal 3,9 del trimestre precedente (cfr. tavola 2). Pur essendo riconducibile a tutti gli strumenti di investimento, la flessione riflette in particolare i cali registrati dai tassi di crescita degli investimenti in circolante e depositi e di quelli in “altri” strumenti finanziari (che comprendono ad esempio prodotti derivati e crediti commer-ciali); queste due componenti rappresentano congiuntamente oltre il 40 per cento delle consistenze totali in essere relative alle attività finanziarie dei settori non finanziari. Anche i titoli di debito, le quote di fondi comuni e le riserve tecniche delle assicurazioni hanno registrato un ulteriore calo del tasso di variazione. Essi tuttavia hanno contribuito in misura minore al generale rallentamento degli investimenti finanziari, poiché rappresentano una quota più modesta del totale. Per contro, l’incremento degli investimenti in azioni e altre partecipazioni (escluse le quote di fondi comuni) è rimasto invariato.

Anche la scomposizione per settori non finanziari mostra che all’origine della decelerazione degli investimenti finanziari complessivi nel secondo trimestre vi sono stati sostanzialmente tutti i set-tori (cfr. figura 12). Il contributo maggiore è provenuto dal tasso di variazione degli investimenti finanziari delle società non finanziarie, che ha registrato un ulteriore forte decremento, al 4,1 per cento. Un’ulteriore diminuzione ha interessato anche il tasso relativo agli investimenti finanziari delle famiglie, sceso al 3,0 per cento, il livello minimo dall’inizio della Terza fase dell’UEM (per informazioni più dettagliate sugli andamenti degli investimenti finanziari del settore privato, cfr. le sezioni 2.6 e 2.7). Il tasso di incremento sul periodo corrispondente degli investimenti finanziari delle amministrazioni pubbliche è divenuto lievemente negativo.

Tavo la 2 Invest iment i f inanz iar i de i settor i non f inanz iar i ne l l ’ a rea de l l ’ euro

Consistenze in essere in

percentuale del totale 1)

Tassi di crescita sul periodo corrispondente2006

1° trim.2006

2°trim.2006

3° trim.2006

4° trim.2007

1° trim.2007

2° trim.2007

3° trim.2007

4° trim.2008

1° trim.2008

2° trim.

Totale 100 4,8 4,9 4,8 4,9 5,0 5,3 5,0 4,5 3,9 3,2

Circolante e depositi 24 6,3 6,3 7,0 6,9 7,4 8,0 7,4 6,9 6,5 5,4

Titoli di debito, esclusi i prodotti finanziari derivati 6 0,5 2,0 4,3 6,4 4,9 3,4 2,3 3,2 2,4 0,7

di cui: a breve termine 1 6,7 4,7 8,2 18,3 13,1 15,4 26,4 31,4 23,7 3,3 a lungo termine 5 -0,1 1,8 4,0 5,4 4,1 2,3 0,0 0,7 0,3 0,5

Azioni e altri titoli di capitale, escluse le quote di fondi comuni 31 2,7 3,0 2,2 2,0 2,2 2,5 2,9 3,2 3,3 3,3

di cui: azioni quotate 8 -1,0 0,0 0,7 -0,1 1,1 1,7 1,9 3,1 3,6 3,7 azioni non quotate e altri titoli di capitale 23 4,0 4,1 2,8 2,9 2,6 2,7 3,3 3,3 3,2 3,1

Quote di fondi comuni 6 3,3 2,3 0,4 -0,1 0,3 0,4 -1,7 -3,5 -5,2 -6,5

Riserve tecniche di assicurazione 15 7,5 7,4 7,2 6,6 6,3 6,2 5,8 5,4 5,1 4,8

Altre attività finanziarie 2) 19 6,6 6,5 6,7 7,4 8,4 8,8 8,6 6,7 4,5 3,3

M3 3) 8,4 8,4 8,5 10,0 11,0 10,9 11,4 11,5 10,0 9,6

Fonte: BCE.1) Dati relativi alla fine dell’ultimo trimestre per cui i dati sono disponibili. Eventuali mancate quadrature nei totali sono dovute ad arrotondamenti.2) Le altre attività finanziarie comprendono i prestiti, i prodotti finanziari derivati e altri conti attivi, che a loro volta includono, fra l’altro, i crediti al commercio concessi da società non finanziarie.3) Dati di fine trimestre. L’aggregato monetario M3 comprende strumenti monetari detenuti dalle istituzioni diverse dalle IFM (ossia il settore non finanziario e le istituzioni finanziarie non monetarie) presso le IFM e le amministrazioni centrali dell’area dell’euro.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008�2

INVEST ITOR I I ST ITuz IONAL IIl valore delle attività totali dei fondi di inve-stimento dell’area dell’euro (esclusi i fondi monetari) è sceso sensibilmente nel secondo trimestre, registrando un calo del 16,3 per cento sul periodo corrispondente e segnando così una diminuzione nettamente più forte di quella del trimestre precedente. Ponendo questi andamen-ti in prospettiva, la riduzione della prima metà del 2008 è stata di entità analoga a quella del periodo 2001-03. Il calo osservato nel secondo trimestre del 2008 va ricondotto soprattutto alla riduzione di valore di azioni e altre partecipa-zioni possedute dai fondi di investimento, ma anche, seppure in misura minore, alla diminu-zione di valore di titoli diversi da azioni e di quote di fondi di investimento nei loro porta-fogli. Benché i dati sulle transazioni indichino che la diminuzione del valore delle attività to-tali dei fondi di investimento nel secondo tri-mestre vada principalmente ascritta a effetti di valutazione, essi evidenziano altresì deflussi netti annuali.

I dati forniti dall’EFAMA 2) sulle vendite nette di varie tipologie di fondi di investimento sugge-riscono che nel secondo trimestre del 2008 sono stati nuovamente osservati significativi deflussi netti annuali sia dai fondi azionari sia dai fondi obbligazionari. Rispetto al primo trimestre i deflussi dai fondi azionari sono rimasti sostanzialmente invariati, mentre quelli dai fondi ob-bligazionari sono aumentati considerevolmente (cfr. figura 13). I fondi misti/bilanciati, che nel primo trimestre avevano continuato a registrare notevoli afflussi, hanno fatto osservare deflussi marginali nel secondo trimestre. Dal canto loro, i fondi monetari hanno continuato a registrare af-flussi, seppur di entità sensibilmente minore rispetto ai trimestri precedenti. Nel complesso, questi andamenti recenti implicano che l’inversione degli afflussi relativamente sostenuti nei fondi di investimento del 2005 e 2006 è proseguita nel 2008.

Il tasso di crescita sul periodo corrispondente degli investimenti finanziari complessivi delle com-pagnie di assicurazione e fondi pensione nell’area dell’euro è sceso al 4,4 per cento nel secondo tri-mestre, dal 4,9 per cento del trimestre precedente, confermando la tendenza discendente segnata dal primo trimestre del 2007 (cfr. figura 14). Alla moderazione del secondo trimestre hanno contribuito tutti i diversi strumenti di investimento, ma in particolare essa è riconducibile agli investimenti in quote di fondi comuni e in circolante e depositi (compresi nella voce “altri” investimenti finan-ziari). Nel complesso dunque i recenti deflussi dai fondi di investimento riflettono l’apprensione non solo del settore non finanziario, ma anche degli investitori istituzionali, come le compagnie di assicurazione e i fondi pensione.

2) La European Fund and Asset Management Association (EFAMA) fornisce informazioni sulle vendite nette (o flussi netti) di fondi azionari e obbligazionari aperti sottoposti a offerta pubblica per Germania, Grecia, Spagna, Francia, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Austria, Portogallo e Finlandia. Per ulteriori informazioni cfr. il riquadro Il recente andamento dei flussi netti relativi ai fondi azionari e obbligazionari dell’area dell’euro nel numero di giugno 2004 di questo Bollettino.

F igura 12 Invest iment i f inanz iar ide i settor i non f inanz iar i

(variazioni percentuali sui dodici mesi; contributi in punti percentuali)

società non finanziarie

settori non finanziariamministrazioni pubbliche

famiglie

-1

0

1

2

3

4

5

6

7

8

-1

0

1

2

3

4

5

6

7

8

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Fonte: BCE.

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BCEBollettino mensile

Dicembre 2008

ANDAMENTIECONOMICI

EMONETARI

Gli andamentimonetari

e finanziari

��

2 .3 TASS I D I INTERESSE DEL MERCATOMONETAR IO

Con l’acuirsi delle tensioni finanziarie nel corso del trimestre precedente, i tassi di interesse del mercato monetario sui depositi privi di garanzia si sono mostrati relativamente volatili. In parti-colare, essi sono aumentati sensibilmente tra metà settembre e metà ottobre allorché i premi per il rischio di credito e di liquidità – e quindi anche i differenziali fra i tassi sui depositi non garantiti e garantiti – sono cresciuti notevolmente, prima di registrare una diminuzione alquanto netta, sulla scorta di aspettative di una riduzione dei tassi di interesse di riferimento della BCE e di significa-tivi interventi dei governi a sostegno della solvibilità delle banche. Nel complesso, l’inclinazione della curva dei rendimenti del mercato monetario ricavata sulla base dei tassi sui depositi privi di garanzia si è ridotta da settembre, portando il differenziale fra i tassi a dodici mesi e a un mese a 44 punti base il 3 dicembre, ossia a un livello significativamente inferiore a quello osservato a inizio settembre.

I tassi di interesse del mercato monetario sui depositi privi di garanzia hanno evidenziato una relativa volatilità dall’inizio dello scorso settembre. Essi sono aumentati nettamente dopo il falli-mento di Lehman Brothers a metà settembre, quando le tensioni sui mercati si sono intensificate in misura significativa e i premi per il rischio di credito sono saliti a livelli superiori a quelli os-servati precedentemente durante questo protratto periodo di turbolenza finanziaria. Tali tassi sono

F igura 14 Invest iment i f inanz iar ide l l e soc ietà d i ass i curaz ioneede i fond i pens ione(variazioni percentuali sul periodo corrispondente;contributi in punti percentuali)

titoli di debito, esclusi i prodotti finanziari derivatiazioni quotateazioni non quotate e partecipazioniquote di fondi comunialtro 1)

totale

-1

0

1

2

3

4

5

6

7

8

9

-1

0

1

2

3

4

5

6

7

8

9

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Fonte: BCE.1) Comprende prestiti, depositi, riserve tecniche di assicurazione, altri conti attivi e prodotti finanziari derivati.

F igura 13F luss i nett i annua l i versoi fond i d ’ invest imento (per categor ia )

(in miliardi di euro)

fondi monetarifondi azionari 1)

fondi bilanciati 1)

fondi obbligazionari 1)

-160

-140

-120

-100

-80

-60

-40

-20

0

20

40

60

80

100

120

140

160

-160

-140

-120

-100

-80

-60

-40

-20

0

20

40

60

80

100

120

140

160

20082002 2003 2004 2005 2006 2007

Fonti: BCE ed EFAMA.1) Elaborazioni della BCE basate su dati nazionali forniti dall’EFAMA.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008��

poi calati sensibilmente, a valori inferiori rispetto all’inizio di settembre, rispecchiando in larga misura le aspettative di mercato di allentamenti monetari da parte della BCE nei mesi a venire. Il 3 dicembre 2008 i tassi Euribor a uno, tre, sei e dodici mesi si collocavano rispettivamente al 3,47, 3,79, 3,83 e 3,90 per cento, in ribasso di 110, 122, 138 e 147 punti base rispetto al 3 settembre (cfr. figura 15).

Il differenziale fra i tassi Euribor a dodici mesi e quelli a un mese si collocava a 44 punti base il 3 dicembre, da 81 a inizio giugno (cfr. figura 15). Tale appiattimento della curva dei rendimen-ti del mercato monetario si è osservato principalmente nel periodo tra metà settembre e metà ottobre e ha rispecchiato gli incrementi nei tassi sulle scadenze a più breve termine, che hanno risentito maggiormente dell’acuirsi delle turbolenze finanziarie dopo il fallimento di Lehman Brothers.

I differenziali fra i tassi Euribor sui depositi privi di garanzia e quelli con garanzia (come quelli ri-cavati dall’Eonia Swap Index o l’Eurepo) si sono ampliati in misura significativa dall’inizio di set-tembre. Sulla scadenza a tre mesi, essi hanno raggiunto un massimo a 186 punti base il 30 ottobre, prima di diminuire, portandosi a 158 punti base il 3 dicembre. Tali livelli sono considerevolmente superiori a quello del 3 settembre, pari a 59 punti base (cfr. figura 16).

Il 3 dicembre i tassi di interesse impliciti nei prezzi dei contratti future sull’Euribor a tre mesi con scadenza nel dicembre 2008 e in marzo e giugno 2009 si situavano rispettivamente al 3,405, 2,545 e 2,280 per cento, in calo di 165, 222 e 228 punti base rispetto al 3 settembre (cfr. figura 17). La volatilità implicita ricavata dai prezzi delle opzioni sui contratti future sull’Euribor a

F igura 15Tass i d i interesse de l mercatomonetar io

(valori percentuali in ragione d’anno; dati giornalieri)

Euribor a 1 mese (scala di sinistra)Euribor a 3 mesi (scala di sinistra)Euribor a 12 mesi (scala di sinistra)differenziale tra Euribor a 12 mesi e a 1 mese(scala di destra)

3,03,33,63,94,24,54,85,15,45,76,0

-0,3

0,0

0,3

0,6

0,9

1,2

1,5

1,8

2,1

2,4

2,7

lug. ott.2007

gen.2008

apr. lug. ott.

Fonti: BCE e Reuters.

F igura 16Eurepo,Eur ibor e swapsu l l ’ ind i ce overn ight a t re mes i

(valori percentuali in ragione d’anno; dati giornalieri)

Eurepo a tre mesiswap sull’indice overnight a tre mesiEuribor a tre mesi

2,002,252,502,753,003,253,503,754,004,254,504,755,005,255,50

2,002,252,502,753,003,253,503,754,004,254,504,755,005,255,50

ott. gen. apr. ott.lug.2007 2008

Fonti: BCE, Bloomberg e Reuters.

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BCEBollettino mensile

Dicembre 2008

ANDAMENTIECONOMICI

E MONETARI

Gli andamentimonetari

e finanziari

35

tre mesi è cresciuta nettamente nel periodo in rassegna all’aumentare dell’incertezza, regi-strando massimi nella seconda metà di ottobre (cfr. figura 18).

Per quanto riguarda i tassi di interesse a brevissi-mo termine, l’EONIA è diminuito costantemen-te dall’inizio dell’acuirsi delle tensioni a metà settembre. La sua tendenza al ribasso rispecchia in larga misura sia la decisione del Consiglio direttivo di abbassare i tassi della BCE di 50 punti base tanto l’8 ottobre quanto il 6 novem-bre, sia l’offerta di grandi quantità di liquidità nell’Eurosistema, in particolare dopo che il 15 ottobre le operazioni di rifinanziamento princi-pali settimanali sono state modificate in opera-zioni condotte mediante asta a tasso fisso con piena aggiudicazione (per maggiori dettagli su questi andamenti e sulle operazioni di politica monetaria effettuate dalla BCE, cfr. il riquadro 3). Nel complesso, l’EONIA è sceso collocando-si al 2,919 per cento il 3 dicembre, dal 4,308 per cento del 3 settembre (cfr. figura 19).

F igura 17 Tasso d i interesse a t re mes i e tass i future ne l l ’ a rea de l l ’ euro

(valori percentuali in ragione d’anno; dati giornalieri)

Euribor a 3 mesitassi future al 3 settembre 2008tassi future al 3 dicembre 2008

2,0

2,5

3,0

3,5

4,0

4,5

5,0

5,5

6,0

2008 2009

2,0

2,5

3,0

3,5

4,0

4,5

5,0

5,5

6,0

mar. giu. set. dic. mar. giu. set.

Fonte: Reuters.Nota: quotazioni Liffe dei contratti future a tre mesi con consegna alla fine del trimestre corrente e dei successivi tre trimestri.

F igura 18 Vo lat i l i tà impl i c i ta r i cavatada i prezz i de l l e opz ion i su i contratt i future su i tass i Eur ibor a t re mes icon scadenza a marzo 2009(valori percentuali in ragione d’anno; punti base; dati giornalieri)

valori percentuali (scala di sinistra)punti base (scala di destra)

2008giu. lug. ago. set. nov.ott.

05

1015202530354045505560

0102030405060708090100110120130140150160170180190200210

Fonti: Bloomberg, Reuters ed elaborazioni della BCE.Nota: la misura della volatilità espressa in termini di punti base è otte-nuta come prodotto della volatilità implicita in valori percentuali e il corrispondente livello del tasso d’interesse (cfr. anche il riquadro Le misure di volatilità implicita desunte dai prezzi delle opzioni sui con-tratti future sui tassi di interesse a breve termine nel numero di maggio 2002 di questo Bollettino).

F igura 19 Tass i d i interesse de l l a BCE e tasso d i interesse overn ight

(valori percentuali in ragione d’anno; dati giornalieri)

tasso minimo di offerta nelle operazionidi rifinanziamento principalitasso sui depositi overnight presso la banca centraletasso overnight (EONIA)tasso marginale nelle operazioni di rifinanziamentoprincipalitasso di rifinanziamento marginale

1,0

1,5

2,0

2,5

3,0

3,5

4,0

4,5

5,0

5,5

1,0

1,5

2,0

2,5

3,0

3,5

4,0

4,5

5,0

5,5

gen. apr. lug. ott. gen. apr. lug ott. gen. apr. lug. ott.2006 2007 2008

Fonti: BCE e Reuters.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008��

R iquadro 3

CONDIz ION I D I L Iqu ID ITà E OPERAz ION I D I POL IT ICA MONETAR IA NEL PER IODODAL 13 AGOSTOALL’11 NOVEMBRE2008

Il presente riquadro esamina la gestione della liquidità della BCE durante i tre periodi di mante-nimento delle riserve terminati rispettivamente il 9 settembre, il 7 ottobre e l’11 novembre 2008. All’indomani del fallimento di Lehman Brothers a metà settembre la turbolenza finanziaria si è ulteriormente acutizzata, causando nuovi disordini al funzionamento dei mercati monetari. In conseguenza di ciò, l’Eurosistema ha adottato misure aggiuntive volte a garantire alle banche solvibili l’accesso alla liquidità e pertanto la possibilità di rimanere operative.

Nella seconda metà di settembre la BCE ha accresciuto il rifornimento anticipato di liquidità nell’ambito delle operazioni di rifinanziamento principali (ORP), attraverso l’aggiudicazione di importi superiori a quello di riferimento. L’8 ottobre la banca centrale ha annunciato, sulla scorta della decisione presa in merito dal Con-siglio direttivo, che da quel momento in poi le ORP sarebbero state condotte mediante aste a tasso fisso con aggiudicazione piena e che il corridoio formato dai tassi di interesse sulle operazioni attivabili su iniziativa delle contro-parti (ossia le operazioni di rifinanziamento marginale e i depositi presso la banca centrale) sarebbe stato ridotto simmetricamente da 200 a 100 punti base. Entrambe queste misure sa-rebbero rimaste in vigore per la durata neces-saria e almeno fino alla fine del primo perio-do di mantenimento delle riserve del 2009. Il 15 ottobre il Consiglio direttivo della BCE ha inoltre deciso di estendere a tutte le operazioni di rifinanziamento a più lungo termine (ORLT) la procedura di asta a tasso fisso con aggiudi-cazione piena, e ciò sino a fine marzo 2009. Per lo stesso periodo, il Consiglio ha parimenti aumentato la frequenza di queste operazioni, decidendo di condurne mensilmente due a tre mesi, una a sei mesi e una con scadenza cor-rispondente alla durata del periodo di mante-nimento. A queste iniziative di potenziamento della fornitura di rifinanziamento a più lungo termine è andata ad aggiungersi la decisio-ne, comunicata lo stesso giorno, di ampliare l’elenco delle garanzie stanziabili. La BCE ha altresì provveduto ad ampliare la linea di swap con la Federal Reserve al fine di poter fornire alle controparti maggiori finanziamenti in dol-lari USA mediante l’offerta con aggiudicazio-

F igura A Fabb i sognod i l iqu id i tàde l s i s temabancar io e o f fe r ta d i l iqu id i tà

(miliardi di euro; in corrispondenza di ciascuna voce sono riportate le medie giornaliere per l’intero periodo)

-900-800-700-600-500-400-300-200-100

0100200300400500600700800900

-900-800-700-600-500-400-300-200-100

0100200300400500600700800900 Offerta

di liquidità

Fabbisognodi liquidità

13 ago. 10 set.2008

8 ott. 11 nov.

operazioni di rifinanziamento principali:219,9 miliardi di eurooperazioni di rifinanziamento a più lungo termine:368,8 miliardi di euroriserve detenute in conto corrente:212,6 miliardi di euro(riserve in eccesso: 1,8 miliardi di euro)fattori autonomi: 279,1 miliardi di eurooperazione di regolazione puntuale: 11,7 miliardi di euroricorso netto ai depositi presso la banca centrale:81,3 miliardi di euro

Fonte: BCE.

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BCEBollettino mensile

Dicembre 2008

ANDAMENTIECONOMICI

EMONETARI

Gli andamentimonetari

e finanziari

��

ne piena dell’importo per varie scadenze sia si swap sul tasso di cambio euro/dollaro, sia di contratti di pronti contro termine.

Fabbisogno di liquidità del sistema bancario

Nei tre periodi di mantenimento in esame il fabbisogno giornaliero medio di liquidità del-le banche – definito come la somma di fatto-ri autonomi, riserva obbligatoria e riserve in eccesso (ossia i depositi in conto corrente che eccedono la riserva obbligatoria) – è stato pari a 495,7 miliardi di euro, in rialzo di 33,8 mi-liardi rispetto al livello di 461,9 miliardi dei tre periodi precedenti. Ciò riflette gli incrementi di 29,3, 3,5 e 1,0 miliardi di euro registrati ri-spettivamente da fattori autonomi, riserva ob-bligatoria e riserve in eccesso. Il fabbisogno medio giornaliero di liquidità risultante dalle riserve obbligatorie si è collocato a 214,8 mi-liardi di euro e quello derivante dai fattori au-tonomi a 279,1 miliardi. I fattori autonomi ricomprendono anche l’effetto di liquidità scaturito dagli swap sul tasso di cambio attualmente condotti nell’ambio delle linee di swap fra la BCE e altre banche centrali (cfr. figura A). Le riserve in eccesso si sono situate in media a 1,8 miliardi di euro (cfr. figura B).

A causa delle tensioni nei mercati monetari e del calo dell’attività interbancaria, le banche hanno cercato di procurarsi liquidità per coprire le loro posizioni interbancarie lorde, facendo aumenta-re la domanda di liquidità a fronte delle posizioni interbancarie nette. Considerate le disfunzioni del mercato interbancario, la BCE ha deciso di accrescere il proprio ruolo di intermediazione soddisfacendo il 100 per cento delle richieste formulate dalle controparti in occasione di tutte le operazioni di rifinanziamento condotte a partire dal 15 ottobre 2008. Ciò ha indotto un eccesso di liquidità e il ricorso massiccio a entrambe le tipologie di operazioni su iniziativa delle contropar-ti, in particolare nell’ultimo periodo di mantenimento in esame. Nel complesso, il ricorso netto ai depositi presso la banca centrale nei tre periodi considerati è stato in media di 81,3 miliardi, a fronte di un importo trascurabile nei tre periodi precedenti (cfr. figura A).

Offerta di liquidità e tassi di interesse

L’adozione della procedura d’asta a tasso fisso con piena aggiudicazione per l’insieme delle operazioni di rifinanziamento condotte a partire dal 15 ottobre 2008 ha accresciuto notevolmen-te il volume totale delle operazioni di mercato aperto in essere denominate in euro, ma non ha influito sulle quote di ORLT e ORP, rimaste per lo più invariate rispettivamente al 60 e 40 per cento circa.

L’8 ottobre il Consiglio direttivo della BCE ha deciso di ridurre di 50 punti base, al 3,75 per cento, il tasso di riferimento principale (ossia, attualmente, il tasso fisso applicato nelle ORP) a decorrere dal 15 ottobre. Alla stessa stregua, i tassi sulle operazioni di rifinanziamento mar-

F igura BR i ser ve in eccesso

(miliardi di euro; livelli medi in ciascun periodo di mantenimento)

2,50

2,30

2,10

1,90

1,70

1,50

1,30

1,10

0,90

0,70

0,50

2,50

2,30

2,10

1,90

1,70

1,50

1,30

1,10

0,90

0,70

0,502004 2005 2006 2007 2008

Fonte: BCE.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008�8

ginali e sui depositi presso la banca centrale sono stati ridotti in misura analoga, con effetto immediato.

Nel periodo di mantenimento terminato il 9 settembre (ossia prima dell’intensificarsi delle tensioni sui mercati) l’Eonia è rimasto stabile in prossimità del tasso minimo di offerta, pur evidenziando la solita volatilità di fine mese e ha segnato una brusca riduzione a fine periodo (cfr. figura C). Nel periodo di mantenimento successivo la volatilità dell’Eonia si è fatta più pronunciata a causa dei gravi problemi di fun-zionamento che hanno colpito i mercati mone-tari con l’aggravarsi della turbolenza. L’Eonia è inizialmente aumentato, portandosi al di so-pra del tasso minimo di offerta, per poi tornare a scendere al di sotto di tale tasso dopo che la BCE aveva immesso nel mercato un volu-me significativo di liquidità aggiuntiva. L’as-sorbimento di parte della liquidità attraverso operazioni di fine-tuning ha tuttavia riportato l’Eonia al di sopra del tasso minimo di offerta negli ultimi giorni del periodo di mantenimen-to. Quanto all’ultimo periodo in esame, termi-nato l’11 novembre, la liquidità è stata abbondante, in conseguenza dell’accresciuta domanda di liquidità delle banche e la messa in atto della politica di aggiudicazione piena da parte della BCE. Ciò nonostante, il surplus di liquidità è stato riassorbito soprattutto tramite il ricorso delle banche ai depositi presso la banca centrale, che corrispondevano un tasso inferiore di appena 50 punti base a quello di riferimento (rispetto allo scarto di 100 punti base applicato in precedenza). Di conseguenza, l’Eonia è rimasto leggermente al di sotto del tasso sulle operazioni di rifinan-ziamento principali.

F igura C L’Eon ia e i tass i d i interessede l l a BCE

(tassi d’interesse giornalieri in percentuale)

2,5

3,0

3,5

4,0

4,5

5,0

5,5

2,5

3,0

3,5

4,0

4,5

5,0

5,5

Eoniatasso minimo di offerta sulle operazionidi rifinanziamento principaletasso marginale sulle operazionidi rifinanziamento principalecorridoio fissato tra i tassi di interessesulle operazioni di rifinanziamento marginalee sulle operazioni di deposito

13 ago. 8 ott. 11 nov.10 set.2008

Fonte: BCE.

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BCEBollettino mensile

Dicembre 2008

ANDAMENTIECONOMICI

EMONETARI

Gli andamentimonetari

e finanziari

��

2 .4 MERCAT I OBBL IGAz IONAR I

Negli ultimi tre mesi i mercati obbligazionari hanno mostrato un’elevata volatilità in un contesto sia di rinnovati disordini nei mercati finanziari, sia di crescenti preoccupazioni sulle prospettive macroeconomiche mondiali. Nell’insieme, nel periodo tra fine agosto e inizio dicembre, i ren-dimenti dei titoli di Stato a lungo termine sono diminuiti nell’area dell’euro e negli Stati Uniti, rimanendo invece sostanzialmente invariati in Giappone. La volatilità implicita è aumentata si-gnificativamente in tutti i principali mercati. Le attese degli operatori riguardo all’inflazione a medio e lungo termine nell’area dell’euro (e i connessi premi per il rischio), rispecchiate nei tassi di inflazione di pareggio, sono diminuite notevolmente, di riflesso al calo dei prezzi del petrolio e al peggioramento delle prospettive per l’attività economica mondiale. Tuttavia, le tensioni sui mercati delle obbligazioni e degli swap indicizzati all’inflazione hanno reso difficile l’interpretazione degli indicatori per le attese di inflazione derivati dai mercati. Infine, con l’intensificarsi delle tensioni sui mercati finanziari, i differenziali di rendimento sulle obbligazioni societarie dell’area dell’euro si sono ampliati significativamente.

Tra la fine di agosto e il 3 dicembre i rendimenti dei titoli di Stato a dieci anni sono diminuiti nel-l’area dell’euro e negli Stati Uniti rispettivamente di circa 83 e circa 111 punti base. Alla fine del periodo in rassegna essi si collocavano al 3,5 per cento nell’area dell’euro e al 2,7 per cento negli Stati Uniti (cfr. figura 20). Si è di conseguenza ampliato di circa 30 punti base il differenziale fra i tassi di interesse nominali sui titoli decennali di queste due aree che il 3 dicembre si collocava a -75 punti base. In Giappone i rendimenti dei titoli di Stato decennali sono rimasti sostanzialmente invariati, situandosi a fine periodo all’1,4 per cento.

Con l’intensificarsi delle tensioni sui mercati finanziari mondiali, l’incertezza degli operatori sull’andamento a breve termine dei rendimenti obbligazionari, misurata dalla volatilità implici-ta del comparto, è aumentata considerevolmente in tutti i principali mercati. Sia nell’area del-l’euro che negli Stati Uniti le volatilità implicite hanno raggiunto punte massime superiori ai li-velli più elevati osservati agli inizi del duemila.

Dalla fine di agosto i mercati finanziari mon-diali sono stati caratterizzati da gravi disordini e incertezza che hanno reso molto volatili i ren-dimenti dei titoli di Stato statunitensi e dell’area dell’euro. Durante il mese di settembre, tale vo-latilità è stata particolarmente pronunciata negli Stati Uniti, in seguito al crollo di numerosi im-portanti operatori del sistema finanziario e alla raggiunta consapevolezza che fosse necessario un maggiore sostegno del governo per stabiliz-zare il sistema. In particolare, l’incertezza nei mercati obbligazionari statunitensi ha registra-to un’impennata dopo il fallimento di Lehman Brothers a metà settembre e alla fine del mese il propagarsi dell’instabilità dei mercati verso

Figura20Rendimentideit itol i diStatoa lungotermine

(valori percentuali in ragione d’anno; dati giornalieri)

area dell'euro (scala di sinistra)Stati Uniti (scala di sinistra)Giappone (scala di destra)

dic. feb. apr. giu. ago. ott.2,50

3,00

3,50

4,00

4,50

5,00

1,00

1,50

2,00

2,50

3,00

3,50

20082007

Fonti: Bloomberg e Reuters.Nota: i rendimenti dei titoli di Stato a lungo termine si riferiscono a titoli a 10 anni o alla scadenza disponibile più vicina a 10 anni.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008�0

l’Europa e altri paesi sviluppati è divenuto sempre più evidente, sospingendo verso l’alto la volati-lità in questo comparto anche nell’area dell’euro. In tale contesto, la volatilità nei mercati obbliga-zionari potrebbe essere stata acuita da comportamenti di fuga verso la sicurezza e la liquidità, che hanno portato gli investitori ad acquistare titoli di Stato e hanno spinto pertanto al rialzo i prezzi e al ribasso i rendimenti. Benché gli interventi di sostegno dei governi attuati in ottobre siano serviti a stabilizzare in un certo qual modo il sistema finanziario, i dati macroeconomici più recenti indicano un rallentamento pronunciato della crescita mondiale. In particolare, i rendimenti dei titoli di Stato statunitensi sono diminuiti in misura significativa in novembre, in seguito al forte peggioramento delle prospettive macroeconomiche e alla dichiarazione del National Bureau of Economic Resear-ch secondo cui l’economia degli Stati Uniti sta attraversando una fase di recessione dal dicembre 2007. Alla fine di novembre, il governo statunitense e quelli europei hanno annunciato misure volte a rafforzare la fiducia dei consumatori, sostenere l’attività economica e garantire la disponibilità di credito per le famiglie e le imprese. Sebbene inizialmente tali misure siano state accolte positiva-mente dai mercati, l’incertezza continua a dominare poichè l’attuazione e l’impatto economico dei piani sono costantemente riesaminati. Inoltre, i rischi potenziali per il bilancio derivanti da questi interventi hanno fatto aumentare i rischi di credito per i governi, attenuando il calo dei tassi di in-teresse (cfr. anche il riquadro 4).

Nell’area dell’euro i rendimenti a lungo termine dei titoli di Stato indicizzati all’inflazione sono au-mentati negli ultimi tre mesi, nonostante il deterioramento dello stato di salute dell’economia mon-diale. Tale andamento è stato particolarmente pronunciato in settembre e in ottobre, mesi durante i quali la bassa liquidità e alcuni fattori tecnici nel mercato delle obbligazioni indicizzate all’infla-zione hanno fatto impennare i rendimenti reali (cfr. figura 21). In novembre, quando le preoccupa-zioni sulle prospettive macroeconomiche incidevano molto negativamente sui mercati finanziari, i rendimenti reali sono scesi, annullando alcuni dei balzi registrati nei due mesi precedenti.

Negli ultimi tre mesi l’effetto netto dei minori rendimenti obbligazionari nominali e dei mag-giori rendimenti reali è stato quello di una for-te flessione dei tassi di inflazione di pareggio. I tassi di inflazione di pareggio impliciti a termi-ne dell’area dell’euro – in condizioni normali, un indicatore piuttosto affidabile delle aspetta-tive di inflazione a lungo termine degli opera-tori di mercato e dei corrispondenti premi per il rischio – sono calati di 56 punti base tra la fine di agosto e il 3 dicembre. Alla fine del periodo in rassegna il tasso di inflazione di pareggio a termine a cinque anni su un orizzonte quinquen-nale si collocava all’1,8 per cento (cfr. figura 22). Il calo dei tassi di inflazione di pareggio è stato ancora più pronunciato se si considerano i tassi a pronti. Nel periodo in esame, i tassi di inflazione di pareggio a pronti a cinque e dieci anni sono diminuiti rispettivamente di 157 e 107 punti base. La flessione dei prezzi del petrolio e le preoccupazioni sulle prospettive dell’eco-nomia reale hanno contribuito a spingere al ri-basso le attese di inflazione. Tuttavia, come già

Figura21Rendimentireal i del leobbl igazioni

(valori percentuali in ragione d’anno; medie mobili di cinque giorni di dati giornalieri; dati destagionalizzati)

rendimenti delle obbligazioni indicizzate a terminea cinque anni su un orizzonte di cinque annirendimenti delle obbligazioni indicizzate a prontia cinque annirendimenti delle obbligazioni indicizzate a prontia dieci anni

1,2

1,4

1,6

1,8

2,0

2,2

2,4

2,6

2,8

3,0

3,2

1,2

1,4

1,6

1,8

2,0

2,2

2,4

2,6

2,8

3,0

3,2

dic. feb. apr. giu. ago. ott.20082007

Fonti: Reuters ed elaborazioni della BCE.

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BCEBollettino mensile

Dicembre 2008

ANDAMENTIECONOMICI

EMONETARI

Gli andamentimonetari

e finanziari

�1

evidenziato, gli andamenti delle misure dell’inflazione di pareggio riflettono in parte anche fattori tecnici che causano tensioni sui mercati delle obbligazioni indicizzate.

Tra la fine di agosto e il 3 dicembre la curva dei tassi di interesse overnight a termine impliciti per i titoli di Stato dell’area dell’euro ha evidenziato un generale spostamento verso il basso più pro-nunciato sugli orizzonti a breve-medio termine (cfr. figura 23). Tale spostamento potrebbe essere connesso ad anticipazioni di un rallentamento dell’attività economica, e più in generale, a variazio-ni nelle aspettative degli investitori riguardo all’andamento dei tassi di interesse a breve termine su orizzonti medio-brevi.

In seguito al fallimento di Lehman Brothers a metà settembre, i differenziali delle obbligazioni societarie dell’area dell’euro si sono ampliati sensibilmente, in linea con la ridefinizione del prezzo del rischio a livello mondiale. Tale tendenza si è protratta nella parte restante del periodo in ras-segna per le obbligazioni societarie con rating inferiore, mentre l’incremento dei differenziali di quelle a doppia e tripla A si è stabilizzato. Tra la fine di agosto e il 3 dicembre i differenziali delle obbligazioni societarie con rating BBB e ad alto rendimento sono cresciuti rispettivamente di circa 334 e 1362 punti base. Per quanto riguarda la distinzione tra i settori finanziari e non finanziari, l’aumento dei differenziali delle obbligazioni societarie con rating BBB nel periodo in esame è stato pari rispettivamente a circa 850 e 280 punti base. Ciò ha riflesso l’incertezza del mercato sulla situazione nel settore finanziario, nonché il crescente impatto delle turbolenze dei mercati finan-ziari sulle prospettive macroeconomiche. Per le obbligazioni societarie con rating più elevato, lo stabilizzarsi dell’incremento dei differenziali ha fatto seguito all’introduzione di una serie di piani di salvataggio governativi durante il periodo.

F igura 22 In f l az ioned i paregg io,a pront ie a termine , r i cavata da rend iment izero coupon ne l l ’ a rea de l l ’ euro(valori percentuali in ragione d’anno; medie mobili di cinque giorni di dati giornalieri; dati destagionalizzati)

tasso di inflazione di pareggio a termine a cinque annisu un orizzonte di cinque annitasso di inflazione di pareggio a pronti a cinque annitasso di inflazione di pareggio a pronti a dieci anni

0,40,60,81,01,21,41,61,82,02,22,42,62,8

0,40,60,81,01,21,41,61,82,02,22,42,62,8

3,0 3,0

dic. giu. dic. giu. dic. giu. dic. dic.giu.2005 2006 2007 2008

Fonti: Reuters ed elaborazioni della BCE.

Figura23Tassidi interesseovernightimplic it i aterminenel l ’areadel l ’euro

(valori percentuali in ragione d’anno; dati giornalieri)

3 dicembre 200831 ottobre 200831 luglio 2008

20182008 2010 2012 2014 20161,5

2,0

2,5

3,0

3,5

4,0

4,5

5,0

5,5

1,5

2,0

2,5

3,0

3,5

4,0

4,5

5,0

5,5

Fonti: BCE, su dati EuroMT e rating di Fitch Rating.Note: la curva dei tassi a termine impliciti, che è derivata dalla struttura per scadenza dei tassi di interesse di mercato osservati, riflette le aspettative del mercato riguardo ai futuri livelli dei tassi di interesse a breve termine. Il metodo utilizzato per calcolare le curve dei tassi a termine impliciti è descritto nella sezione Euro area yield curve del sito Internet della BCE. I dati utilizzati per le stime sono rendimenti di titoli di stato con rating AAA.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008�2

R iquadro 4

CALCOLODELLE IPOTES I RELAT IVE A I TASS I D I INTERESSE A LuNGOTERMINEA PART IRE DALLA CuRVADE I RENDIMENT I DELL’AREA DELL’EuRO

Le proiezioni macroeconomiche degli esperti dell’Eurosistema 1) si basano su una serie di ipotesi tecniche riguardo al valore futuro di diverse variabili, fra cui i tassi di interesse a lungo termine nell’area dell’euro, intesi come rendimenti decennali dei titoli di Stato. Il presente riquadro descrive la procedura di calcolo delle ipotesi relative a questi tassi adottata nell’ambito delle proiezioni dell’Eurosistema.

A partire dalle proiezioni macroeconomiche generali di giugno del 2008 le ipotesi in merito ai tassi di interesse a lungo termine si basano sulle statistiche relative alla curva dei rendimenti dei titoli di Stato dell’area dell’euro, pubblicate quotidianamente sul sito Internet della BCE 2). In precedenza l’andamento ipotizzato dei rendimenti dei titoli pubblici decennali era inferito indirettamente dalla struttura per scadenze stimata per i tassi di interesse degli swap corretti in base alle osservazioni più recenti sul differenziale fra i tassi swap e quelli dei titoli di Stato a dieci anni nell’area dell’eu-ro. Grazie alla pubblicazione di statistiche sulla curva dei rendimenti sui titoli di Stato per l’area dell’euro la qualità e la disponibilità dei dati sulla curva dei rendimenti nominali dei titoli di Stato dell’area sono notevolmente migliorate, il che ha permesso di migliorare a sua volta la metodologia sottostante il calcolo delle ipotesi tecniche relative ai tassi di interesse a lungo termine.

Nell’ambito delle proiezioni macroeconomiche degli esperti dell’Eurosistema si ipotizza che i rendimenti dei titoli di Stato decennali si muovano in linea con le aspettative di mercato preva-lenti. Queste ultime sono a loro volta misurate, per ciascun trimestre futuro dell’orizzonte previ-sionale (al massimo tre anni), sulla base dei valori di metà trimestre dei rendimenti a termine dei titoli di Stato decennali alla pari impliciti nella struttura per scadenze dei tassi di interesse rilevati alla data limite generalmente stabilita per l’insieme delle ipotesi tecniche 3). Le ipotesi relative al primo trimestre dell’orizzonte previsionale (trimestre corrente) sono poste pari alla media ponde-rata in base al tempo dei rendimenti obbligazionari medi a dieci anni realizzati nell’area dell’euro durante il trimestre fino alla data limite e del rendimento alla pari a termine di fine trimestre anti-cipato in base alla struttura per scadenze dei rendimenti dell’area dell’euro alla data limite.

I valori dei tassi di interesse a lungo termine per i singoli paesi dell’area dell’euro sono ottenuti som-mando o sottraendo i differenziali di rendimento in vigore rispetto ai rendimenti dell’area dell’euro. Tali differenziali, posti costanti per l’intero orizzonte previsionale, sono ricavati come media dei dif-ferenziali osservati per ciascun paese dell’area durante le due settimane precedenti la data limite.

Come accennato, per elaborare le ipotesi relative ai tassi di interesse a lungo termine si impiega-no i rendimenti alla pari a termine. La nuova curva dei rendimenti dell’area dell’euro fornita dal-la BCE permette di calcolare i rendimenti alla pari, i quali concettualmente si avvicinano molto

1) Per maggiori dettagli sulle proiezioni macroeconomiche degli esperti dell’Eurosistema, cfr. la sezione 6 in questo numero del Bol-lettino.

2) Per maggiori informazioni sulle statistiche relative alla curva dei rendimenti dei titoli di Stato dell’area dell’euro, cfr. l’articolo “Le nuove curve dei rendimenti dell’area dell’euro” nel numero di febbraio 2008 di questo Bollettino. Gli ultimi dati e le informazioni basilari al riguardo sono reperibili all’indirizzo http://www.ecb.europa.eu/stats/money/yc/html/index.en.html.

3) Equiparare le aspettative di mercato sui tassi di interesse a lungo termine ai tassi a termine corrispondenti permette di fare astrazione dall’eventuale impatto di premi a termine specifici a determinate scadenze.

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BCEBollettino mensile

Dicembre 2008

ANDAMENTIECONOMICI

EMONETARI

Gli andamentimonetari

e finanziari

��

ai rendimenti a scadenza. Per rendimento alla pari si intende in fatti il rendimento a scadenza di un ipotetico titolo obbligazionario emesso o scambiato alla pari (ossia a un valore corrente ugua-le a quello di rimborso). Data una certa struttura per scadenze dei tassi di interesse, il valore del titolo ipotetico può sempre essere ricondotto alla pari aggiustando opportunamente la cedola.

L’impiego dei rendimenti alla pari consente di determinare endogenamente le cedole. Anziché utilizzare la cedola arbitraria di un certo titolo di riferimento e ipotizzare che essa resti costante nell’arco dell’intero orizzonte previsionale, viene implicitamente ipotizzata una serie di cedole coerente con la curva dei rendimenti. Inoltre, i calcoli necessari per ricavare i rendimenti alla pari a termine sono relativamente semplici, trasparenti e facilmente replicabili. A partire della curva dei rendimenti della BCE relativa a tutti i titoli delle amministrazioni centrali con rating compreso fra A meno e tripla A (e non unicamente per i titoli tripla A), si calcolano pertanto i rendimenti alla pari, i quali sono quantitativamente e concettualmente più prossimi alle serie storiche dei rendimenti obbligazionari medi a dieci anni 4).

In base alla nuova curva dei rendimenti della BCE è possibile calcolare direttamente l’andamen-to dei rendimenti alla pari a termine nel modo seguente:

Rt (h) =Dt (h) Dt (h +10)

Dt (h +m)10

m=1

dove h corrisponde alla differenza fra la metà del trimestre di calendario per il quale si calcola il rendimento alla pari a termine e la data limite delle proiezioni, espressa in anni. Dt è il fattore di sconto, calcolato a partire dal rendimento privo di cedola ricavato dai parametri della curva dei rendimenti stimata 5).

La figura riporta le ipotesi formulate relativamente ai tassi di interesse a lungo termine nel-l’ambito delle proiezioni macroeconomiche degli esperti dell’Eurosistema del dicembre 2008, illustrate nella sezione 6 di questo numero del Bollettino mensile.

In base ai dati del 14 novembre 2008 (data limite per le proiezioni di dicembre 2008) si ipotizza che i tassi di interesse a lungo termine aumentino leggermente, dal 4,2 per cento in tale data, al 4,5 e 4,7 per cento rispettivamente nel 2009 e 2010. Al confronto con le proiezioni di giugno del 2008, le ipotesi relative al 2009 sono state riviste al ribasso di mediamente 15 punti base circa. L’en-

4) Le serie storiche sui rendimenti dei titoli di Stato decennali per l’area dell’euro nel suo insieme sono calcolate a partire dai rendimen-ti obbligazionari nazionali armonizzati ponderati in base al PIL (fino al dicembre 1998) e dalle consistenze nominali in essere di titoli di Stato nella fascia di scadenza decennale (dal gennaio 1999 in poi). La differenza media fra questa serie e quella dei rendimenti decennali alla pari basata sulla curva dei rendimenti di tutti i titoli di Stato dell’area dell’euro è pari ad appena 4 punti base per l’intero campione di dati giornalieri disponibili (con inizio il 1° gennaio 2007) e risultava di 3 punti base il 14 novembre 2008 (data limite per le proiezioni macroeconomiche di dicembre del 2008).

5) Il rendimento privo di cedola per una data scadenza m è calcolato come segue:

y(m) = 0+ 1 m1

1 exp m1 exp m

1m1

1 exp m1+ 2 exp m

2m2

1 exp m2+ 3

dove β0, β1, β2, β3, τ1, τ2 sono i parametri stimati della curva dei rendimenti dell’area dell’euro. Il tasso di sconto è dato da: Dt (m)= exp y (m)

100m .

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BCEBollettino mensileDicembre 2008��

tità relativamente modesta di queste correzioni contrasta con quella, considerevole, delle cor-rezioni al ribasso apportate dagli operatori alle aspettative riguardo alla crescita e all’inflazione nel breve-medio periodo fra giugno e dicembre. Tali revisioni sembrano a loro volta riflettere in qualche misura gli aumenti della componente di rischio di credito incorporata nei rendimenti ob-bligazionari a lungo termine dei paesi dell’area dell’euro in considerazione dei potenziali rischi per le finanze pubbliche associati agli interventi messi in atto dai governi per contrastare l’aggra-varsi della crisi finanziaria 6).

In conclusione, l’uso dei rendimenti alla pari a termine ricavati dalla curva dei rendimenti della BCE fornisce una soluzione coerente e trasparente per il calcolo delle ipotesi relative ai tassi di interesse a lungo termine nell’ambito delle proiezioni macroeconomiche degli esper-ti dell’Eurosistema.

6) Cfr. il riquadro intitolato “Il recente ampliamento dei differenziali di rendimento delle obbligazioni sovrane nell’area dell’euro” nel numero di novembre del 2008 di questo Bollettino.

2 .5 MERCAT I Az IONAR I

Negli ultimi tre mesi, gli indici dei corsi azionari sono diminuiti significativamente in tutto il mon-do. Nell’area dell’euro e negli Stati Uniti i listini sono calati del 32 per cento, mentre i mercati giapponesi hanno subito una flessione del 39 per cento. Questi andamenti riflettono in larga misura le accresciute preoccupazioni del mercato sullo stato di salute del settore bancario e sulla stabilità del sistema finanziario. I timori in merito alle ripercussioni dell’attuale crisi sull’economia reale hanno altresì inciso pesantemente sulle valutazioni delle azioni. In tale contesto, l’incertezza dei mercati azionari, misurata dalla volatilità implicita, ha raggiunto livelli non più osservati dal crol-lo dei mercati azionari del 1987.

Tra la fine di agosto e il 3 dicembre, la tendenza al ribasso dei mercati azionari osservata da metà 2007 ha registrato un’accelerazione e i listini hanno toccato nuovi minimi. Nell’area dell’euro e negli Stati Uniti gli indici dei corsi azionari, misurati dal Dow Jones Euro Stoxx e dallo Standard & Poor’s 500, sono diminuiti del 32 per cento a fronte dell’intensificarsi della turbolenza dei mercati finanziari (cfr. figura 24). Nello stesso periodo, le quotazioni azionarie in Giappone, misurate dal-l’indice Nikkei 225, sono calate del 39 per cento.

Nel periodo in esame i mercati azionari sono stati caratterizzati da un elevato livello di incertezza, misurata sia dalla volatilità implicita nei prezzi delle opzioni sulle azioni (cfr. figura 25), sia dai movimenti giornalieri nelle quotazioni azionarie. La volatilità delle azioni si è innalzata da valori già elevati, raggiungendo in ottobre punte massime a livelli non più osservati dal crollo dei mercati

Ipotesisultassod’interessealungoteminenelleproiezionimacroeconomicheformulatedagliespertidell’Eurosistema(valori percentuali in ragione d’anno, dati trimnestrali)

3,0

3,5

4,0

4,5

5,0

5,5

6,0

3,0

3,5

4,0

4,5

5,0

5,5

6,0

2000 2002 2004 2006 2008 2010

valori storici effettiviproiezioni di giugno 2008proiezioni di dicembre 2008

Fonti: EuroMTS, Reuters, BCE.Nota: la serie dei valori storici effettivi fino alla data di aggiornamento dei dati rappresenta la media ponderata dei rendimenti armonizzati a scadenza di titoli di stato dei paesi appartenenti all’area dell’euro con scadenza di circa dieci anni. Come coefficienti di ponderazione si sono utilizzate le consistenze di titoli di stato nel rispettivo intervallo di scadenza.

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ANDAMENTIECONOMICI

EMONETARI

Gli andamentimonetari

e finanziari

��

azionari del 1987. In tale contesto, i premi per il rischio in tutti i principali mercati azionari sem-brano essere aumentati, contribuendo a far diminuire le quotazioni azionarie. Pur avendo mostrato una lieve moderazione agli inizi di novembre, le volatilità implicite nei mercati azionari si sono nuovamente impennate alla fine del periodo in rassegna.

La tendenza al ribasso nei mercati azionari ha registrato un’accelerazione alla fine di settembre e all’inizio di ottobre, dopo essersi protratta per molto tempo. L’incertezza sulla stabilità del siste-ma finanziario è aumentata sensibilmente dopo la nazionalizzazione delle agenzie statunitensi di emanazione governativa Fannie Mae e Freddie Mac, il fallimento di Lehman Brothers e le preoccu-pazioni sulla sopravvivenza di AIG e di altri istituti finanziari. Sebbene siano state avviate misure governative per contribuire a stabilizzare il sistema finanziario, l’incertezza sulla loro approvazione e attuazione ha continuato a influenzare negativamente i mercati. Nei mesi di ottobre e novem-bre, l’impatto negativo della turbolenza finanziaria sulla fiducia dei consumatori e delle imprese e sull’economia reale è divenuta una preoccupazione crescente degli operatori. Benché i governi e le banche centrali abbiano adottato misure per sostenere il sistema finanziario e l’economia più in generale, l’incertezza e il clima di sfiducia in merito agli andamenti futuri hanno continuato a dominare il mercato azionario.

La tendenza negativa dei mercati azionari negli ultimi tre mesi è stata aggravata dagli andamenti degli utili. La crescita sui dodici mesi degli utili effettivi, calcolati in termini di utili per azione delle società comprese nell’indice Dow Jones Euro Stoxx, è stata negativa per tutti e tre i mesi

Figura25Volati l ità impl ic itadeimercatiazionari

(valori percentuali in ragione d’anno; medie mobili a cinque giorni, calcolate su dati giornalieri)

area dell’euroStati UnitiGiappone

10

20

30

40

50

60

70

80

90

10

20

30

40

50

60

70

80

90

mar.2008

apr.gen. feb.dic.2007

lug. ago.mag. giu. nov.set. ott.

Fonte: Bloomberg.Note: la serie della volatilità implicita riflette la deviazione standard attesa di variazioni percentuali dei prezzi delle azioni per un perio-do fino a tre mesi, come implicito nei prezzi delle opzioni su indici azionari. Gli indici azionari a cui si riferiscono le volatilità implicite sono il Dow Jones Euro Stoxx 50 per l’area dell’euro, lo Standard & Poor’s 500 per gli Stati Uniti e il Nikkei 225 per il Giappone.

Figura24Indic i deicorsiazionari

(indice: 3 dicembre 2007 = 100; dati giornalieri)

area dell’euroStati UnitiGiappone

40

50

60

70

80

90

100

110

40

50

60

70

80

90

100

110

dic. gen. feb. mar. apr. mag. giu. lug. ago. set. ott. nov.2007 2008

Fonti: Reuters e Thomson Financial Datastream.Nota: indice ampio Dow Jones Euro Stoxx per l’area dell’euro, Standard & Poor’s 500 per gli Stati Uniti e Nikkei 225 per il Giappone.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008��

in esame, calando al -10 per cento sull’anno precedente in novembre, e le aspettative sugli utili sono state riviste gradualmente al ribasso. Gli utili riportati in bilancio per le società com-prese nell’indice Dow Jones Euro Stoxx sono risultati, in media, dell’8 per cento inferiori alle attese per il secondo trimestre, mentre gli utili effettivi sono stati finora solo lievemente al di sotto delle attese per il terzo. Il tasso di crescita degli utili per azione atteso a 12 mesi è dimi-nuito dall’8 al 3 per cento da fine agosto a fine novembre, mentre sul più lungo termine è sceso dal 7 al 5 per cento nello stesso periodo (cfr. figura 26).

Nell’area dell’euro e negli Stati Uniti, le per-dite maggiori sono state osservate nel settore finanziario, sebbene anche quello non finanzia-rio abbia registrato significative flessioni. Nel complesso, tra la fine di agosto e il 3 dicembre il settore finanziario negli Stati Uniti e nell’area dell’euro ha ceduto rispettivamente attorno al 39 e 44 per cento, mentre le quotazioni azionarie del settore non finanziario sono diminuite di circa il 32 per cento negli Stati Uniti e del 29 per cento nell’area dell’euro. Fra i settori non finanziari, le quotazioni dei comparti industriale, tecnologico e delle materie prime sono calate di oltre il 35 per cento nell’area dell’euro, evidenziando l’impatto del calo dei prezzi delle materie prime e del rallentamento economico mondiale sui mercati azionari (cfr. tavola 3).

Tavo la 3 Var iaz ion i de i prezz i deg l i ind i c i settor ia l i Dow Jones EuroStoxx

(variazioni dei prezzi in percentuale di fine periodo)

Materie prime

Servizi di con-

sumo

Beni di con-

sumo

Petrolio e gas

naturale

Finan-ziari

Servizi sanitari

Indu- striali

Alta tecno-

logia

Tele-comu-

nica- zioni

Servizi di

pubblica utilità

Euro Stoxx

Quota del settore nella capitalizzazione del mercato 7,1 7,0 12,0 8,3 24,2 4,2 11,1 4,8 10,0 11,4 100,0 (dati di fine periodo)

Variazioni dei prezzi (dati di fine periodo)

2007 3° trimestre 0,1 -5,0 -0,8 -4,1 -7,5 -2,7 -10,4 7,7 9,1 2,1 -3,4 4° trimestre -1,2 -3,3 -1,6 -1,8 -4,9 2,1 0,1 -7,8 7,1 8,5 -1,2

2008 1° trimestre -9,1 -16,2 -13,7 -15,2 -16,6 -17,9 -18,1 -22,2 -20,8 -16,5 -16,4 2° trimestre 7,9 -13,9 -14,7 12,7 -14,8 -0,2 -7,0 -10,7 -5,8 0,6 -7,3 3° trimestre -25,0 -5,9 0,1 -22,9 -11,1 -6,3 -17,4 -9,9 -1,3 -14,6 -12,1

ottobre -22,2 -8,1 -5,0 -8,9 -26,3 -1,1 -21,6 -14,5 -5,6 -12,3 -15,9 novembre -5,4 -1,0 -15,0 -4,4 -10,9 -9,6 0,6 -8,4 4,2 -4,4 -6,4 29 agosto - 3 dicembre -43,7 -18,8 -22,4 -30,2 -43,9 -16,4 -35,5 -38,3 -3,9 -28,6 -32,2

Fonti: Thomson Financial Datastream ed elaborazioni della BCE.

Figura26Crescitaattesadegl i uti l iperazionenegl i Statiunit ienel l ’areadel l ’euro(valori percentuali in ragione d’anno; dati mensili)

area dell’euro, a breve termine 1)

area dell’euro, a lungo termine 2)

Stati Uniti, a breve termine 1)

Stati Uniti, a lungo termine 2)

0

5

10

15

20

0

5

10

15

20

2004 2005 2006 2007 2008dic. dic. dic. dic. dic.

Fonti: Thomson Financial Datastream ed elaborazioni della BCE.Nota: per l’area dell’euro, indice Dow Jones Euro Stoxx; per gli Stati Uniti, indice Standard & Poor’s 500.1) Aspettative degli analisti sugli utili su un orizzonte di dodici mesi (variazioni sui dodici mesi).2) Aspettative degli analisti sugli utili su un orizzonte da tre a cinque anni (variazioni sui dodici mesi).

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ANDAMENTIECONOMICI

E MONETARI

Gli andamentimonetari

e finanziari

47

2.6 flussI fINANzIARI E pOsIzIONE fINANzIARIA DEllE sOCIETà NON fINANzIARIE

Il costo in termini reali del finanziamento esterno delle società non finanziarie dell’area dell’euro è aumentato ulteriormente nel terzo trimestre del 2008. Gran parte dell’incremento è riconducibi-le a un rialzo dei costi di finanziamento tramite titoli di debito emessi sul mercato e di quelli del finanziamento con capitale di rischio a seguito delle perduranti tensioni sui mercati finanziari. Nel periodo in esame la crescita del finanziamento esterno ha continuato ad attenuarsi per effetto della minore espansione dei prestiti delle IFM alle società non finanziarie, mantenutasi comunque su livelli molto sostenuti. È proseguita la tendenza al rialzo, osservata nei precedenti trimestri, dei rapporti di indebitamento delle società non finanziarie.

CONDIz ION I D I f INANz IAMENTOIl costo in termini reali del finanziamento esterno delle società non finanziarie dell’area dell’euro, cal-colato ponderando il costo di diverse fonti di finanziamento sulla base delle rispettive consistenze in essere corrette per gli effetti di valutazione 3), è aumentato di 33 punti base nel terzo trimestre del 2008 (cfr. figura 27). Le crescenti preoccupazioni in merito alla crescita economica dell’area dell’euro, cui si sono aggiunte le incertezze circa ulteriori perdite del settore bancario, hanno determinato un incremen-to dei rendimenti delle obbligazioni societarie e dei premi richiesti dagli investitori per detenere titoli azionari dell’area. Nel terzo trimestre il co-sto reale del finanziamento tramite titoli di debito emessi sul mercato è salito moderatamente, di cir-ca 10 punti base, mentre i costi del finanziamento con capitale di rischio hanno registrato un brusco aumento, di circa 70 punti base. In ottobre il costo di entrambe tali fonti di finanziamento si è im-pennato rispettivamente di 120 e 90 punti base. I costi del finanziamento bancario delle imprese dell’area dell’euro sono saliti leggermente in ter-mini reali nel terzo trimestre, come evidenziato da un incremento di 7 punti base dei tassi reali appli-cati dalle IFM ai prestiti con scadenze più brevi e di 10 punti base dei tassi sui prestiti a più lungo termine. In una prospettiva di più lungo periodo, dall’avvio delle turbolenze finanziarie iniziate nel luglio 2007, l’aumento del costo reale complessi-vo del finanziamento per le società non finanziarie dell’area è stato pari a poco più di 70 punti base. Le maggiori attese di inflazione fino al settembre 2008 hanno frenato l’incremento complessivo dei costi reali di finanziamento.

Per quanto riguarda i tassi di interesse bancari no-minali, il grado di propagazione delle variazioni dei tassi di interesse monetari a quelli sui prestiti bancari rappresenta un importante collegamento

3) Per una descrizione dettagliata della misurazione del costo in termini reali del finanziamento esterno delle società non finanziarie del-l’area dell’euro si veda il riquadro 4 nel numero di marzo 2005 di questo Bollettino.

figura 27 Costo in termini real i del f inanziamento esterno del le società non f inanziarie del l ’area del l ’euro(valori percentuali in ragione d’anno)

costo totale del finanziamentotassi sui prestiti a breve terminedelle IFM in termini realitassi sui prestiti a lungo terminedelle IFM in termini realicosto in termini reali del debito di mercatocosto in termini reali delle azioni quotate

1,0

2,0

3,0

4,0

5,0

6,0

7,0

8,0

9,0

1,0

2,0

3,0

4,0

5,0

6,0

7,0

8,0

9,0

20081999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Fonti: BCE, Thomson Financial Datastream, Merrill Lynch e Consensus Economics Forecasts.Note: il costo in termini reali del finanziamento esterno delle società non finanziarie è calcolato come media ponderata del costo dei prestiti bancari, dei titoli di debito e delle azioni, basata sui rispettivi ammontari in essere e deflazionata con le aspettative di inflazione (cfr. il riquadro 4 del numero di marzo 2005 di questo Bollettino). L’introduzione all’inizio del 2003 dei tassi sui prestiti delle IFM armonizzati ha indotto una discontinuità strutturale nella serie.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008�8

nel processo di trasmissione degli impulsi di politica monetaria. Tale effetto di propagazione misura di quanto le variazioni dei tassi di riferimento riflesse nei mercati monetari influiscono sia sui tassi di mercato a lungo termine, sia sui tassi bancari al dettaglio (cfr. anche il riquadro 5 di questo Bollettino, Implicazioni delle tensioni dei mercati monetari per la trasmissione dei tassi di interesse delle IFM).

Per quanto riguarda gli andamenti dei tassi bancari al dettaglio, tutti i tassi di interesse nominali appli-cati dalle IFM ai prestiti concessi alle società non finanziarie sono aumentati durante il terzo trimestre del 2008 (cfr. tavola 4). Più specificatamente, i tassi sui prestiti a breve termine delle IFM alle società non finanziarie con periodo di determinazione iniziale del tasso fino a un anno sono saliti di 18-27 punti base, a seconda dell’entità del prestito. I tassi di interesse delle IFM sui prestiti a lungo termine (con periodo di determinazione iniziale del tasso di oltre cinque anni) sono aumentati in misura analoga per i prestiti fino a 1 milione di euro e di poco meno di 6 punti base per quelli oltre 1 milione di euro.

Gli andamenti dei tassi bancari a breve termine risentono principalmente delle variazioni dell’Euri-bor a tre mesi, mentre i tassi bancari a più lungo termine di norma riflettono in certa misura l’evo-luzione dei rendimenti dei titoli di Stato a due-cinque anni. Nel terzo trimestre sia l’Euribor che i tassi bancari a breve termine sono aumentati, e la maggior parte dei tassi sui prestiti bancari a breve termine ha fatto registrare incrementi più elevati di quelli dell’Euribor a tre mesi, contrastando la tendenza dei trimestri precedenti, quando i rialzi dell’Euribor erano stati trasmessi solo in parte. Nel-lo stesso periodo i rendimenti dei titoli di Stato sono calati marcatamente sia sulle scadenze biennali che quinquennali, rispettivamente di circa 63 e 54 punti base, nel contesto di un allentamento delle preoccupazioni di mercato sulle prospettive dell’inflazione e di una fuga verso la qualità nelle ricom-posizioni di portafoglio degli investitori. Di conseguenza, i differenziali fra i tassi sui prestiti a lungo termine e i rendimenti dei titoli di Stato si sono significativamente ampliati nel terzo trimestre.

L’indagine sul credito bancario nell’area dell’euro fornisce informazioni aggiuntive sull’offerta di prestiti bancari al settore non finanziario. Nell’indagine di ottobre, riferita al terzo trimestre del 2008, le banche hanno segnalato un maggiore inasprimento netto dei criteri per la concessione di prestiti alle imprese rispetto all’indagine relativa al secondo trimestre. Di fatto, il numero di ban-

Tavo la 4 Tass i d i interesse de l l e I FMsu i nuov i prest i t i a l l e soc ietà non f inanz iar ie

(valori percentuali in ragione d’anno; punti base)Variazione in punti base fino a settembre 2008 2)

2007 3° trim.

2007 4° trim.

2008 1° trim.

2008 2° trim.

2008 ago.

2008 set.

2007 giu.

2008 giu.

2008 ago.

Tassi di interesse delle IFM sui prestitiConti correnti attivi detenuti dalle società non finanziarie 6,49 6,62 6,56 6,67 6,77 6,91 74 24 14 Prestiti fino a 1 milione di euro a società non finanziarie

con tasso variabile e determinazione iniziale del tasso fino a un anno 5,93 6,08 5,91 6,16 6,27 6,34 81 18 7 con determinazione iniziale del tasso oltre cinque anni 5,23 5,30 5,23 5,43 5,49 5,67 64 24 18

Prestiti oltre 1 milione di euro a società non finanziariecon tasso variabile e determinazione iniziale del tasso fino a un anno 5,20 5,35 5,19 5,35 5,45 5,62 73 27 17 con determinazione iniziale del tasso oltre cinque anni 5,41 5,48 5,34 5,52 5,56 5,58 41 6 2

Per memoriaTasso del mercato monetario a tre mesi 4,74 4,85 4,60 4,94 4,97 5,02 87 8 5 Rendimenti dei titoli di stato a due anni 4,10 4,06 3,54 4,72 4,26 4,09 -36 -63 -17 Rendimenti dei titoli di stato a cinque anni 4,19 4,14 3,65 4,75 4,28 4,21 -36 -54 -7

Fonte: BCE.1) Eventuali discrepanze sono da attribuire ad arrotondamenti.

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BCEBollettino mensile

Dicembre 2008

ANDAMENTIECONOMICI

EMONETARI

Gli andamentimonetari

e finanziari

��

che che ha indicato un inasprimento è risultato il più elevato dall’introduzione dell’indagine sul credito bancario nel 2003. All’origine dell’ina-sprimento netto continua a esservi soprattutto il deterioramento delle aspettative sull’attività economica futura e sulle prospettive di specifici settori e imprese. Nel contempo, l’impatto del costo della raccolta e dei vincoli di bilancio delle banche è cresciuto considerevolmente e, insieme al limitato accesso al finanziamento all’ingros-so segnalato nell’indagine sul credito bancario, contribuisce a spiegare l’andamento dei tassi sui prestiti bancari.

Nel terzo trimestre il costo in termini reali del finanziamento tramite l’emissione di debito sul mercato è salito di 9 punti base, mentre il dif-ferenziale di credito (misurato dalla differenza di rendimento fra le obbligazioni societarie e i titoli di Stato) è aumentato marcatamente su tutte le scadenze (cfr. figura 28). Ad esempio, nel terzo trimestre i differenziali creditizi delle obbligazioni con merito di credito A e BBB sono aumentati rispettivamente di 55 e 95 punti base. In novembre i differenziali sono aumentati rispet-tivamente di quasi 170 e 290 punti base.

Dopo una lieve stabilizzazione in agosto, il costo del capitale di rischio è andato aumentando nell’ulti-mo periodo del terzo trimestre. In settembre la crescente incertezza riguardo alla crescita economica ha indotto gli investitori a richiedere premi più elevati sui titoli azionari dell’area dell’euro, mentre il costo reale delle azioni quotate è salito di circa 50 punti base. Il clima prevalente sul mercato azionario si è ul-teriormente deteriorato in ottobre e il costo del capitale di rischio è cresciuto di ulteriori 25 punti base.

Figura28Dif ferenzial i direndimentodel leobbl igazionisocietariedel lesocietànonf inanziarie(punti base; medie mensili)

AA non finanziarie denominate in euro (scala di sinistra)A non finanziarie denominate in euro (scala di sinistra)BBB non finanziarie denominate in euro (scala di sinistra)ad alto rendimento denominate in euro (scala di destra)

1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 20080

50

100

150

200

250

300

350

400

450

500

0

500

1,000

1,500

2,000

2,500

3,000

Fonti: Thomson Financial Datastream ed elaborazioni della BCE.Nota: i differenziali sulle obbligazioni non finanziarie sono calcolati rispetto a rendimenti su titoli di Stato con rating AAA.

R iquadro 5

IMPL ICAz ION I DELLE TENS ION I Su I MERCAT I MONETAR I PER LA TRASMISS IONEDE I TASS I D I INTERESSE DELLE I FM

Di fronte alle problematiche poste dalla crisi finanziaria in atto è importante chiedersi in che modo le tensioni nei mercati monetari interbancari stiano influenzando le condizioni finanziarie di società non finanziarie e famiglie. La risposta a questa domanda è fondamentale per capire quale sia stato l’impatto della turbolenza finanziaria sulla trasmissione della politica monetaria all’economia nel suo complesso. Sulla base di queste premesse, nel presente riquadro si esamina in che misura le tensioni osservate nel mercato monetario nel 2007 e 2008 abbiano influito sulla trasmissione dei tassi ufficiali a quelli a breve termine delle IFM.

In circostanze normali il mercato monetario svolge un ruolo centrale nella trasmissione della poli-tica monetaria nell’area dell’euro. Considerata la struttura banco-centrica del sistema finanziario dell’area, il costo marginale del finanziamento dei prestiti bancari (dato dai tassi di interesse non

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BCEBollettino mensileDicembre 2008�0

garantiti del mercato monetario interbancario) rappresenta una determinante fondamentale dei tassi applicati ai prestiti e ai depositi bancari a breve termine, e quindi delle condizioni di fi-nanziamento. Manovrando i tassi di interesse del mercato monetario a brevissimo termine mediante le sue regolari operazioni di politica monetaria, la BCE è in grado di influenzare i tassi del mercato monetario a termine, i quali determinano a loro volta i tassi bancari a breve. Tuttavia, a partire dallo scoppio della turbolen-za nei mercati creditizi a metà 2007 la stretta relazione normalmente intercorrente fra i tassi del mercato monetario overnight – sui quali la politica monetaria esercita un certo controllo – e i tassi del mercato monetario a termine si è interrotta (cfr. figura A).

Tali sviluppi portano pertanto a chiedersi in che misura la trasmissione della politica monetaria ne abbia risentito. L’Euribor è generalmente utilizzato per determinare i tassi di interesse bancari al dettaglio a breve termine, e spesso costituisce addirittura il parametro di indicizzazione dei tassi sui mutui ipotecari. Pertanto, poiché da quando si sono manifestate le tensioni sul mercato finan-ziario la relazione fra i tassi ufficiali e quelli bancari al dettaglio si è modificata, c’è ragione di attendersi che quantomeno i tassi di interesse bancari al dettaglio sui contratti esistenti di prestito e di deposito abbiano rispecchiato la protratta tendenza al rialzo dei tassi del mercato monetario a termine osservata da metà 2007 al settembre del 2008, piuttosto che la concomitante stabilizzazio-ne dell’Eonia. Per quanto riguarda invece i nuovi contratti, è possibile che le forze concorrenziali inducano nel tempo le banche a indicizzare i tassi all’Eonia anziché all’Euribor, ripristinando così il legame stretto fra i tassi della politica monetaria e quelli al dettaglio a breve termine. Va altresì notato, in prospettiva, che attualmente i mercati si attendono un lieve restringimento degli spread fra l’Euribor e l’Eonia, come indicato dai tassi Eonia a termine e dai futures sull’Euribor.

Per determinare se nell’anno trascorso i tassi di interesse al dettaglio a breve termine nell’area dell’euro abbiano seguito più da vicino l’Eonia o l’Euribor è possibile utilizzare un modello standard vettoriale a correzione d’errore della trasmissione ai tassi di interesse bancari in cui si regrediscono i tassi bancari attivi e passivi a breve termine sull’Eonia oppure su un tasso del mercato monetario a termine 1). È normale riscontrare che le banche aggiustano i tassi di interesse al dettaglio in misura pressoché pari alle variazioni dei corrispondenti tassi di mercato, benché spesso in maniera non immediata ma solo graduale, per cui la trasmissione completa può durare, a seconda del tipo di prodotto, da alcuni mesi fino a oltre un anno. Basandosi su una previsione fuori campione per il periodo luglio 2007-settembre 2008, le oscillazioni effettive dei tassi di in-teresse bancari al dettaglio vengono messe a confronto con previsioni ricavate in base all’Eonia e all’Euribor del caso 2).

1) Lo schema di modellizzazione e i risultati recenti relativi all’area dell’euro sono descritti da G. de Bondt, “Interest rate pass-through: Empirical results for the euro area”, German Economic Review, vol. 6 (1), febbraio 2005; e da C. Kok Sørensen e T. Werner, Bank interest rate pass-through in the euro area: A cross-country comparison, Working Paper della BCE n. 580, 2006.

2) Alla data di definizione dell’esercizio le statistiche sui tassi di interesse delle IFM si estendevano soltanto fino al settembre 2008. Di conseguenza, il campione non tiene conto dell’impatto della recente riduzione dei tassi di interesse di riferimento della BCE.

FiguraATassoEuriboratremesietassoswapsull ’Eoniaatremesi

(Valori percentuali in ragione d’anno; dati giornalieri)

1

2

3

4

5

6

1

2

3

4

5

6

20022000 20011999 2003 2004 2005 2006 2007 2008

tasso Euribor a 3 mesitasso swap sull'Eonia a 3 mesi

Fonti: Reuters e BCE.Nota: l’ultima osservazione si riferisce al 27 novembre 2008.

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BCEBollettino mensile

Dicembre 2008

ANDAMENTIECONOMICI

EMONETARI

Gli andamentimonetari

e finanziari

�1

Esaminando dapprima la trasmissione dei tassi del mercato monetario a quelli corrisposti sui depositi a scadenza a breve termine, la figura B riporta gli andamenti dei tassi effettivi e previsti sui depositi (calcolati rispettivamen-te sulla base dell’Eonia e dell’Euribor a tre mesi) a partire dal luglio 2007. Dalla figura emerge chiaramente che dalla metà del 2007 i tassi sui depositi a scadenza a breve termine hanno avuto tendenza a seguire più da vicino i tassi del mercato monetario a termine che non l’Eonia. Va inoltre notato che le banche hanno alzato i tassi sui depositi a scadenza a breve termine in misura persino maggiore di quanto ci si poteva attendere sulla base dei movimenti dell’Euribor a tre mesi, a se-gnalare forse la forte concorrenza fra istituti bancari in questo periodo nella raccolta di depositi, considerata la situazione di scarsa liquidità.

Per quanto riguarda i tassi sui prestiti, le fi-gure C e D illustrano che a partire dal luglio 2007 sia i tassi ipotecari a breve termine sia quelli sui prestiti a breve termine alle società non finanziarie hanno rispecchiato molto da vicino gli andamenti dell’Euribor a tre mesi.

FiguraCPrevisionianperiodideltassoabreveterminesuiprestitial lefamiglieperl ’acquistodiabitazioni(Valori percentuali in ragione d’anno; dati giornalieri)

tasso a breve sui prestiti alle famiglie per l’acquistodi abitazioni (effettivo)tasso a breve sui prestiti alle famiglie per l’acquisto diabitazioni (previsione basata sull’Euribor a 3 mesi)limite inferiore (previsione basata sull’Euribora 3 mesi)limite superiore (previsione basata sull’Euribora 3 mesi)tasso a breve sui depositi a termine (previsione basatasull’Eonia)

3,0

3,5

4,0

4,5

5,0

5,5

6,0

6,5

3,0

3,5

4,0

4,5

5,0

5,5

6,0

6,5

2005 2006 2007 2008

Fonti: BCE ed elaborazioni della BCE.Nota: l’ultima osservazione si riferisce a settembre 2008.

FiguraDPrevisionianperiodideltassoabreveterminesuiprestitidiammontareelevatoallesocietànonfinanziarie(Valori percentuali in ragione d’anno; dati giornalieri)

2,0

2,5

3,0

3,5

4,0

4,5

5,0

5,5

6,0

2,0

2,5

3,0

3,5

4,0

4,5

5,0

5,5

6,0

2005 2006 2007 2008

tasso a breve termine sui prestiti societari di ammontareelevato (effettivo)tasso a breve termine sui prestiti societari di ammontareelevato (previsione basata sull’Euribor a 3 mesi)limite inferiore (previsione basata sull’Euribora 3 mesi)limite superiore (previsione basata sull’Euribora 3 mesi)tasso a breve termine sui prestiti societari di ammontareelevato (previsione basata sull’Eonia)

Fonti: BCE ed elaborazioni della BCE.Nota: l’ultima osservazione si riferisce a settembre 2008.

FiguraBPrevisionianperiodideltassoabrevesuidepositiatermine

(Valori percentuali in ragione d’anno; dati giornalieri)

1,5

2,0

2,5

3,0

3,5

4,0

4,5

5,0

1,5

2,0

2,5

3,0

3,5

4,0

4,5

5,0

20082005 2006 2007

tasso a breve sui depositi a termine (effettivo)tasso a breve sui depositi a termine (previsione basatasul tasso Euribor a 3 mesi)limite inferiore (previsione basata sul tasso Euribora 3 mesi)limite superiore (previsione basata sul tasso Euribora 3 mesi)tasso a breve sui depositi a termine (previsione basatasul tasso Eonia)

Fonti: BCE ed elaborazioni della BCE.Nota: l’ultima osservazione si riferisce al 27 novembre 2008.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008�2

FLuSS I F INANz IAR ILa maggior parte degli indicatori della redditività delle imprese dell’area dell’euro segnala un de-terioramento nel terzo trimestre, suggerendo che la turbolenza dei mercati finanziari ha cominciato a incidere negativamente sulla redditività delle imprese. Come mostra la figura 29, gli utili per azione sul periodo corrispondente delle società non finanziarie quotate sono diminuiti significati-vamente nel terzo trimestre, portandosi dal 5,6 per cento di settembre al 3,3 per cento in ottobre. Più di recente, tale tasso ha subito un ulteriore notevole calo in novembre, diventando negativo e collocandosi attorno al -3 per cento. In prospettiva, e malgrado l’atteso rallentamento graduale dell’attività economica all’interno e all’esterno dell’area dell’euro, i dati disponibili sulle attese di utili delle società quotate suggeriscono che gli utili per azione delle società non finanziarie saran-no pressoché piatti. Ciò rappresenta una significativa correzione al ribasso delle aspettative sulla redditività delle imprese.

La crescita del finanziamento esterno in termini reali è rimasta sostanzialmente stabile nel terzo tri-mestre. Il tasso di variazione sul periodo corrispondente del finanziamento esterno delle società non finanziarie (che ricomprende i prestiti delle IFM, i titoli di debito e le azioni quotate) è sceso legger-mente in termini reali a circa il 3,9 per cento nel terzo trimestre, contro il 4 per cento nel secondo (cfr. figura 30). Il principale contributo al finanziamento esterno è provenuto come di consueto dai prestiti delle IFM, che hanno registrato un tasso di incremento del 3,4 per cento nel terzo trimestre, con un calo di circa 0,3 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.

Figura30Scomposizionedeltassodicrescitarealesulperiodocorrispondentedelfinanziamentoallesocietànonfinanziarie(variazioni percentuali sul periodo corrispondente)

-2,0

-1,0

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

5,0

6,0

-2,0

-1,0

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

5,0

6,0

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

azioni quotatetitoli a debitoprestiti alle IFM

Fonte: BCE.Nota: il tasso di crescita reale sul periodo corrispondente è definito come la differenza fra il tasso di crescita sul periodo corrispondente del valore corrente e il tasso di crescita del deflatore del PIL.

F i gura 29 ut i l i pe r az ione de l l e soc i e tànon f i nanz i a r i e quotate ne l l ’ a reade l l ’ eu ro(medie mobili di dodici mesi di dati mensili)

effettiviattesi

-10

0

10

20

-10

0

10

20

20092006 2007 2008

Fonte: Thomson Financial Datastream.

Nel complesso queste evidenze indicano che, malgrado le tensioni sul mercato monetario non garantito e il conseguente ampliamento del differenziale fra Euribor ed Eonia sino alla fine dello scorso settembre, le banche dell’area dell’euro sembrano aver finora continuato ad aggiustare i tassi al dettaglio a breve termine in base alle variazioni dei tassi del mercato monetario a termine.

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BCEBollettino mensile

Dicembre 2008

ANDAMENTIECONOMICI

EMONETARI

Gli andamentimonetari

e finanziari

��

Gli aggregati più ampi inclusi nei conti dell’area dell’euro confermano la minore crescita del finan-ziamento esterno. I dati disponibili fino al secondo trimestre del 2008 mostrano che il tasso di varia-zione sul periodo corrispondente del finanziamento alle società non finanziarie – che comprende tra le fonti di finanziamento anche azioni non quotate, riserve dei fondi pensione e altri conti passivi – è sceso al 3 per cento in termini nominali, dal 3,8 del primo trimestre (cfr. tavola 5). Il tasso di crescita di questa misura più ampia è stato notevolmente inferiore al tasso di espansione dei prestiti negli ultimi anni, poiché la dinamica delle azioni quotate e non quotate è stata molto più contenuta. Ciò è ulteriormente illustrato nella figura 31, che include le componenti del risparmio, del finanzia-mento e degli investimenti delle imprese dell’area dell’euro iscritte nei conti dell’area.

Questo indicatore ampio mostra che, in termini aggregati, gli esborsi delle imprese per investimenti reali e finanziari sono stati maggiori di quanto coperto dai fondi generati internamente. Questo saldo netto, definito solitamente “fabbisogno finanziario”, si è sostanzialmente accresciuto dalla metà del 2004. A metà 2008 rappresentava il 5,6 per cento del valore aggiunto totale del settore non finan-ziario. Come si desume dalla figura, la maggior parte dei fondi disponibili, sia interni che esterni, è stata utilizzata per finanziare investimenti reali, e solo in misura minore investimenti finanziari. Questi ultimi hanno segnato un ulteriore calo nel secondo trimestre, imputabile sia a un decremento delle disponibilità di circolante e depositi, sia al contributo negativo fornito dagli investimenti in titoli di debito. Gli investimenti in azioni e altre partecipazioni sono rimasti sostanzialmente stabili nello stesso periodo, mentre quelli in azioni quotate hanno continuato ad aumentare.

Come già menzionato, i prestiti delle IFM rappresentano il grosso del finanziamento esterno e hanno continuato a crescere a un ritmo sostenuto nel terzo trimestre, a un tasso complessivo del 12,2 per cento rispetto al periodo corrispondente, dopo il 13,7 per cento del secondo trimestre (cfr. tavola 5). I vigorosi tassi di crescita suggeriscono che la turbolenza dei mercati finanziari non ha avuto un

Tavo la 5 F inanz iamentode l l e soc ietà non f inanz iar ie

(variazioni percentuali; dati di fine trimestre)Tassi di crescita sul periodo corrispondente

20073° trim.

20074° trim.

20081° trim.

20082° trim.

20083° trim.

Prestiti delle IFM 14,0 14,5 15,0 13,7 12,2 fino a un anno 12,6 12,7 14,0 11,9 10,1 da uno a cinque anni 20,3 22,0 22,3 20,0 17,5 oltre cinque anni 12,5 12,8 12,9 12,4 11,4

Emissioni di obbligazioni 8,2 8,9 8,0 3,7 9,5 a breve termine 22,2 30,4 26,4 11,9 11,7 a lungo termine, di cui: 1) 5,8 5,3 4,6 2,0 9,1

a tasso fisso 3,7 4,4 3,1 2,3 4,8 a tasso variabile 18,6 10,9 12,5 2,7 26,2

Emissioni di azioni quotate 1,2 1,3 1,2 0,3 0,2

Per memoria 2)

Finanziamento totale 5,0 4,8 4,4 3,8 -Prestiti a società non finanziarie 11,1 10,9 10,6 9,5 -Riserve tecniche di assicurazione 3) 1,4 0,5 0,1 0,4 -

Fonti: BCE, Eurostat ed elaborazioni della BCE.Note: i dati riportati in tavola (con l’eccezione di quelli per memoria) derivano dalle statistiche monetarie e bancarie e dalle statistiche relative alle emissioni di titoli. Piccole differenze con i dati delle statistiche sui conti finanziari sono principalmente dovute a differenze nei metodi di valutazione.1) La somma delle obbligazioni a tasso fisso e a tasso variabile può non corrispondere al totale delle obbligazioni a lungo termine a causa delle obbligazioni a lungo termine a cedola zero, che includono effetti di valutazione e non sono riportate separatamente in tavola.2) I dati riportati derivano dalle statistiche sui conti finanziari. Il finanziamento totale delle società non finanziarie comprende i prestiti, le emissioni di obbligazioni, le emissioni di azioni quotate, le riserve tecniche e di assicurazione, altri conti attivi e strumenti finanziari derivati. I prestiti alle società non finanziarie comprendono i prestiti concessi dalle IFM e dalle altre società finanziarie. 3) Incluse le riserve dei fondi pensione.

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BCEBollettino mensileDicembre 200854

impatto significativo sulla disponibilità dei prestiti per le imprese dell’area dell’euro, benché i tassi di crescita siano costantemente calati dal livello massimo del 15 per cento circa raggiunto nel marzo 2008. Quanto ai tassi di crescita per le scadenze più brevi, nel terzo trimestre si è osservato un ral-lentamento più pronunciato delle dinamiche dei prestiti alle società non finanziarie, come illustrato dal tasso annualizzato a tre mesi, che si è collocato a circa il 9,5 per cento in settembre dopo che in gennaio aveva sfiorato il picco del 16 per cento.

La forte crescita dei prestiti delle IFM alle società non finanziarie dovrebbe rallentare nella parte restante dell’anno. Una minore espansione futura è coerente con l’impatto dell’inasprimento delle condizioni di finanziamento e con l’attesa moderazione della crescita economica. è inoltre possibi-le che parte della tenuta dei prestiti bancari alle società non finanziarie sia riconducibile al fatto che le imprese hanno continuato ad attingere a linee di credito che erano state negoziate in un contesto di mercato più favorevole. La misura in cui tali linee di credito saranno rinegoziate a condizioni meno favorevoli in futuro potrebbe avere un impatto frenante sulla crescita del credito.

I risultati dell’indagine di ottobre sul credito bancario nell’area dell’euro hanno evidenziato un inasprimento netto dei criteri per la concessione di prestiti alle imprese. L’evidenza empirica indi-ca che la dinamica della crescita dei prestiti reagisce in genere con un ritardo di circa tre-quattro trimestri alle variazioni dei criteri di concessione del credito. Per quanto concerne la domanda di prestiti, la figura 32 illustra che tre fattori (investimenti fissi, attività di fusione e acquisizione e finanziamento interno) hanno contribuito alla sua riduzione. A causa sia dell’inasprimento netto

figura 31 Risparmio, f inanziamento e investimenti del le società non f inanziarie

(totali mobili di quattro trimestri; in percentuale del PIL)

acquisizione netta di azioniacquisizione netta di attività finanziarie escluse le azioniinvestimenti fissi lordiemissioni di azioni non quotateemissione di azioni quotatedebiti finanziaririsparmio lordo e trasferimenti netti in conto capitalefabbisogno finanziario (scala di destra)

-80

-60

-40

-20

0

20

40

60

80

-8,0

-6,0

-4,0

-2,0

0,0

2,0

4,0

6,0

8,0

20072006200520042003200220012000

altro

Fonte: Conti dell’area dell’euro.Note: i debiti finanziari comprendono prestiti, titoli di debito e riserve di fondi pensione. “Altro” comprende prodotti finanziari derivati, altri conti attivi/passivi e arrotondamenti. Il fabbisogno finanziario è pari all’indebitamento o accreditamento netto, so-stanzialmente equivalente alla differenza tra risparmio lordo e gli investimenti fissi lordi.

figura 32 Crescita dei prestiti e fattori che hanno contribuito alla domanda di prestiti delle società non finanziarie (variazioni percentuali sul periodo corrispondente; saldi percentuali)

investimenti fissi (scala di destra)scorte e capitale circolante (scala di destra)attività di fusione e acquisizione e ristrutturazioni societarie (scala di destra)ristrutturazione del debito (scala di destra)finanziamenti interni (scala di destra)prestiti alle società non finanziarie (scala di sinistra)

-30

-20

-10

0

10

20

30

20082007200620050

2

4

6

8

10

12

14

16

Fonte: BCE.Note: i saldi percentuali sono ottenuti come differenza tra la percentuale di banche che considerano il fattore in questione un contributo alla crescita della domanda e la percentuale di quelle che lo considerano un contributo alla diminuzione; cfr. anche l’indagine sul credito bancario di ottobre 2008.

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ANDAMENTIECONOMICI

E MONETARI

Gli andamentimonetari

e finanziari

55

sia della minore domanda, la crescita dei prestiti dovrebbe calare di diversi punti percentuali nel prossimo trimestre.

Oltre che dalle IFM, le imprese possono altresì ottenere fondi direttamente sui mercati finanzia-ri. Dati recenti sull’emissione di titoli di debito di società non finanziarie segnalano un marcato aumento di questa forma di finanziamento, con un tasso di variazione sul periodo corrispondente salito al 9,5 per cento nel terzo trimestre dal 4 per cento del secondo 4).

Il tasso di crescita sul periodo corrispondente delle azioni quotate emesse da società non finanziarie è rimasto sostanzialmente stabile nel terzo trimestre allo 0,2 per cento. Sulla dinamica di queste emissioni hanno inciso negativamente il deterioramento del clima di fiducia degli investitori e i risultati negativi dei mercati azionari.

pOs Iz IONE f INANz IAR IALa perdurante espansione del finanziamento mediante ricorso al credito delle società non finan-ziarie ha determinato un ulteriore aumento del rapporto fra debito e PIL e di quello fra debito e margine operativo lordo delle imprese nel secondo trimestre del 2008 (cfr. figura 33). Per via del-l’effetto congiunto dell’aumento dei tassi di interesse e dei livelli del debito, gli oneri per interessi delle società non finanziarie sono saliti nel terzo trimestre (cfr. figura 34). In generale, la turbolenza finanziaria, le revisioni al ribasso delle prospettive della crescita economica, l’accumulazione di debito e i crescenti oneri per interessi hanno congiuntamente accresciuto la vulnerabilità delle so-cietà non finanziarie agli shock futuri.

4) I dati sull’emissione di titoli di debito potrebbero essere rivisti al ribasso nel trimestre.

figura 33 Rapporti di indebitamento nel settore del le società non f inanziarie

(valori percentuali)

rapporto fra debito e margine operativo lordo(scala di sinistra)rapporto fra debito e PIL (scala di destra)

290

310

330

350

370

390

410

60

65

70

75

80

85

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

Fonti: BCE, Eurostat ed elaborazioni della BCE.Nota: i dati sul debito sono tratti dai conti settoriali europei trime-strali. Fanno parte del debito: i prestiti, i titoli di debito e le riserve di fondi pensione. Per il trimestre più recente i dati sono stimati.

figura 34 Onere netto per interessi bancari del le società non f inanziarie

(punti base)

100

120

140

160

180

200

220

240

0

100

200

300

400

500

600

700

800

20042003 2005 2006 2007 2008

onere netto per interessi bancari (scala di sinistra)media ponderata dei tassi sui prestiti (scala di destra)media ponderata dei tassi sui depositi (scala di destra)

Fonte: BCE.Nota: l’onere netto per interessi bancari è definito come la diffe-renza fra la media ponderata dei tassi sui prestiti bancari e quella sui depositi applicati alle società non finanziarie, con la pondera-zione basata sulle consistenze.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008��

2 .7 FLuSS I F INANz IAR I E POS Iz IONE F INANz IAR IA DELLE FAMIGL IE

Nel terzo trimestre del 2008 le condizioni di finanziamento applicate alle famiglie sono state carat-terizzate da un ulteriore aumento dei tassi bancari sui mutui per l’acquisto di abitazioni, nonché da un maggiore inasprimento netto dei criteri di concessione del credito. La dinamica dell’inde-bitamento delle famiglie ha continuato ad attenuarsi nel terzo trimestre, mostrando segni di sta-bilizzazione. La minore crescita dei prestiti bancari alle famiglie è sostanzialmente in linea con la tendenza osservata dal primo trimestre del 2006 e non suggerisce alcun ulteriore impatto frenante delle restrizioni all’offerta di credito connesse con le tensioni nei mercati finanziari.

CONDIz ION I D I F INANz IAMENTONel terzo trimestre del 2008 i tassi di interesse sui prestiti delle IFM alle famiglie per l’acquisto di abitazioni sono lievemente aumentati rispetto alla media del secondo trimestre (cfr. figura 35). Tale incremento ha interessato tutte le scadenze, ma è stato leggermente maggiore per i prestiti con periodo di determinazione iniziale del tasso fino a un anno e tra uno e cinque anni rispetto a quello registrato per i prestiti con determinazione iniziale del tasso tra cinque e dieci anni e oltre dieci anni. Di conse-guenza, la struttura per scadenze dei tassi di interesse applicati ai mutui per l’acquisto di abitazioni ha continuato a evidenziare una lieve inclinazione negativa nel terzo trimestre, con un differenziale medio di circa 40 punti base fra il tasso sui prestiti con scadenza a breve per la determinazione ini-ziale del tasso (fino a un anno) e il tasso su quelli con scadenza a lunga (oltre dieci anni), un livello doppio rispetto al trimestre precedente.

I tassi medi sui prestiti delle IFM sono aumentati leggermente anche nel caso del credito al consu-mo nel terzo trimestre del 2008 rispetto al trimestre precedente, interessando tutte le scadenze. Analo-gamente a quanto osservato per i mutui per l’acqui-sto di abitazioni, l’incremento è stato lievemente maggiore per i prestiti con determinazione iniziale del tasso fino a un anno rispetto a quello dei prestiti con determinazione iniziale tra uno e cinque anni e oltre cinque anni. Di conseguenza, anche la struttu-ra per scadenze dei tassi sui prestiti per consumi ha mantenuto la sua inclinazione negativa, con i tassi più elevati ancora per i prestiti con i periodi di de-terminazione iniziale del tasso più brevi.

Il differenziale fra i tassi sui prestiti per l’acqui-sto di abitazioni e un tasso di mercato di riferi-mento con scadenza comparabile (il rendimento sui titoli di Stato a dieci anni) è aumentato leg-germente nel terzo trimestre rispetto al secondo. Per contro, il differenziale tra i tassi sui prestiti per consumi e un rilevante tasso di mercato con scadenza comparabile (il tasso del mercato mo-netario a dodici mesi) è leggermente calato, ri-specchiando il fatto che il tasso di riferimento è aumentato più nettamente di quello sui prestiti.

Figura35Tassidi interessedel le IFMsuiprestit i a l le famigl ieper l ’acquistodiabitazioni(valori percentuali in ragione d’anno escluse le spese;tassi sulle nuove operazioni; tassi ponderati 1))

prestiti con tasso variabile e determinazione iniziale del tasso fino a un anno prestiti con determinazione iniziale del tasso compresa fra uno e cinque anni prestiti con determinazione iniziale del tasso compresa tra cinque e dieci anni prestiti con determinazione iniziale del tasso di oltre dieci anni

3,0

4,0

5,0

6,0

3,0

4,0

5,0

6,0

20082003 2004 2005 2006 2007

Fonte: BCE.1) Per il periodo a partire da dicembre 2003 i tassi di interesse delle IFM ponderati sono calcolati usando per ciascun paese pesi basati sulla media mobile a dodici mesi dei volumi delle nuove operazioni. Per il periodo precedente, da gennaio a novembre 2003, i tassi di interesse delle IFM ponderati sono ottenuti usando pesi basati sui volumi medi delle nuove operazioni nel 2003. Per ulteriori informazioni, cfr. il riquadro Analisi dei tassi di interesse delle IFM nell’area dell’euro nel numero di agosto 2004 di questo Bollettino.

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BCEBollettino mensile

Dicembre 2008

ANDAMENTIECONOMICI

EMONETARI

Gli andamentimonetari

e finanziari

��

Nell’indagine sul credito bancario di ottobre, le banche hanno indicato un inasprimento netto dei criteri applicati alla concessione di prestiti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni e per il credito al consumo leggermente maggiore rispetto a quello dell’indagine di luglio. L’ulteriore inasprimento del terzo trimestre è stato attuato tramite l’ampliamento dei margini sia sui prestiti medi che sui prestiti più rischiosi. Al contrario, l’inasprimento di termini e condizioni diversi dal prezzo (quali minori rapporti tra l’ammontare del prestito e il valore delle garanzie) non sono aumentati e sono rimasti su livelli analoghi a quelli del trimestre precedente. Secondo quanto riportato nell’indagine di ottobre, uno dei fattori all’origine dell’ulteriore inasprimento che ha interessato i prestiti per acquisto di abitazioni è stato il deterioramento delle prospettive del mercato degli immobili resi-denziali e l’aumento dei costi di finanziamento e dei vincoli di bilancio delle banche. Nel caso del credito al consumo, l’ulteriore inasprimento degli standard è stato causato dal peggioramento delle aspettative sull’attività economica generale.

FLuSS I F INANz IAR IIl tasso di crescita sul periodo corrispondente dei prestiti totali concessi alle famiglie è sceso al 5,3 per cento nel secondo trimestre del 2008 (il periodo più recente per il quale sono disponibili i dati dei conti integrati dell’area dell’euro), dal 6,0 per cento del trimestre precedente. Questo tasso di espansione continua a collocarsi su un livello superiore a quello dei prestiti delle IFM alle famiglie, a indicazione della dinamica più vivace dei prestiti concessi da istituzioni diverse dalle IFM, che hanno registrato un tasso di crescita del 14,1 per cento nel secondo trimestre del 2008, contro il 10,7 del trimestre precedente. Questa differenza delle dinamiche di crescita risulta in parte dalle cartolarizzazioni pro soluto, nel-l’ambito delle quali i prestiti vengono stralciati dai bilanci delle IFM e successivamente iscritti come prestiti erogati da AIF. Nel contempo, i dati disponibili sui prestiti delle IFM indicano che la tendenza calante del tasso di crescita dei prestiti totali alle famiglie è proseguita nel ter-zo trimestre (cfr. figura 36).

Il tasso di crescita sul periodo corrispondente dei prestiti delle IFM alle famiglie è diminuito al 3,3 per cento in ottobre, dal 4,0 e 5,0 rispettivamente del terzo e secondo trimestre. Il calo di questo tasso negli ultimi mesi continua a essere in linea con la tendenza al ribasso osservata dagli inizi del 2006, ascrivibile in gran parte all’impatto dei passati aumenti dei tassi di interesse, dell’ina-sprimento delle condizioni di finanziamento, della perdurante moderazione della dinamica del mercato degli immobili residenziali e dell’in-debolimento delle prospettive economiche. La dinamica di breve termine misurata dal tasso di crescita annualizzato a tre mesi si è significativa-mente attenuata in ottobre dopo il forte rafforza-mento di settembre. Tuttavia, questo andamento dovrebbe essere interpretato con cautela, poiché riflette i cambiamenti osservati negli ultimi mesi nella misura in cui i prestiti vengono stralciati a

Figura36Prestit i total i concessial le famigl ie

(tassi di variazione percentuali sul periodo corrispondente;contributi in punti percentuali; dati di fine trimestre)

prestiti delle IFM per il credito al consumoprestiti delle IFM per l’acquisto di abitazioni altri prestiti delle IFMprestiti totali delle IFMprestiti totali

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008-1

0

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

-1

0

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

Fonte: BCE.Nota: i prestiti totali includono i prestiti concessi alle famiglie da tutti gli altri settori istituzionali, compreso il resto del mondo. Per il secondo trimestre 2008, i prestiti concessi alle famiglie sono stati stimati sulla base dei dati sulle transazioni riportati nelle statistiche bancarie e monetarie. Per ulteriori informazioni sulle differenze tra i prestiti delle IFM e i prestiti totali con riferimento al calcolo dei tassi di crescita, cfr. le relative Note tecniche.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008�8

causa della cartolarizzazione. Tenendo conto di ciò, i dati per il periodo fino a ottobre non forniscono evidenza che, a livello di area dell’euro, l’intensificazione delle tensioni sui mercati finanziari abbia determinato una brusca ripercussione sul flusso dei prestiti bancari alle famiglie.

La moderazione della crescita sul periodo corrispondente dei prestiti delle IFM alle famiglie è attri-buibile prevalentemente al calo del tasso di crescita dell’indebitamento per l’acquisto di abitazioni, che è la maggiore componente dei prestiti alle famiglie, ma anche, seppur in misura minore, alla flessione del tasso di espansione del credito al consumo. Il tasso di crescita sul periodo corrispon-dente dei mutui per l’acquisto di abitazioni è diminuito al 3,5 per cento in ottobre, dal 4,2 e 5,6 rispettivamente del terzo e secondo trimestre, mentre quello dei prestiti per il credito al consumo è sceso al 3,3 per cento in ottobre, dal 4,0 e 5,0 rispettivamente del terzo e secondo trimestre.

Quanto al lato delle attività nel bilancio del settore delle famiglie dell’area dell’euro, il tasso di incremento sul periodo corrispondente degli investimenti finanziari totali è diminuito ulteriormente nel secondo trimestre, al 3,0 per cento dal 3,3 del trimestre precedente (cfr. figura 37). Tale flessione è riconducibile principalmente al contributo più negativo delle azioni e altre partecipazioni, nonché delle altre attività finanziarie. Questi minori contributi hanno più che compensato il maggiore contri-buto degli investimenti in titoli di debito. L’apporto degli investimenti in circolante e depositi è rima-sto vigoroso, rispecchiando il profilo della curva dei rendimenti e gli accresciuti sforzi delle banche tesi ad attirare fondi nel contesto della turbolenza finanziaria. Questa categoria di investimenti rap-presenta ora due terzi del tasso di crescita totale degli investimenti finanziari delle famiglie.

Figura37Investimenti f inanziaridel le famigl ie

(variazioni percentuali sul periodo corrispondente; contributi in punti percentuali)

banconote, monete e depositititoli di debito, esclusi i prodotti finanziari derivatiazioni ed altre partecipazioniriserve tecniche delle assicurazionialtro 1)

attività finanziarie totali

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007-1

0

1

2

3

4

5

6

-1

0

1

2

3

4

5

6

Fonti: BCE ed Eurostat.1) Comprende prestiti, altri conti attivi e prodotti finanziari derivati.

Figura38Debitodel le famigl ieepagamentiper interessi

(in percentuale)

oneri per pagamento di interessi in percentualedel reddito lordo disponibile (scala di destra)

rapporto fra debito delle famigliee reddito lordo disponibile (scala di sinistra)

rapporto fra debito delle famiglie e PIL (scala di sinistra)

2001 2002 2003 2004 2005 2006 20072000 200845

55

65

75

85

95

1,5

2,0

2,5

3,0

3,5

4,0

Fonti: BCE ed Eurostat.Note: il debito delle famiglie comprende i prestiti totali alle famiglie da tutti i settori istituzionali, incluso il resto del mondo. I pagamenti per interessi non includono i costi complessivi di finanziamento pa-gati dalle famiglie, in quanto escludono le commissioni per i servizi finanziari.I dati relativi all’ultimo trimestre riportato sono in parte stimati.

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BCEBollettino mensile

Dicembre 2008

ANDAMENTIECONOMICI

EMONETARI

Gli andamentimonetari

e finanziari

��

POS Iz IONE F INANz IAR IADi riflesso al minore ritmo di indebitamento delle famiglie, il loro livello di indebitamento sembra essersi stabilizzato negli ultimi trimestri. Il rapporto tra debito e reddito è stimato essere rimasto so-stanzialmente invariato, al 93 per cento, sia nel secondo che nel terzo trimestre del 2008 (cfr. figura 38). Anche il rapporto tra debito e PIL si è stabilizzato nei recenti trimestri, collocandosi attorno al 61 per cento nel terzo trimestre. L’onere per interessi delle famiglie è aumentato portandosi al 3,7 per cento del reddito disponibile nel secondo trimestre ed è stimato essere salito ancora leggermente nel terzo, rispecchiando in gran parte gli incrementi dei tassi nominali sui prestiti bancari.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008�0

3 PREzz I E COST IA partire dall’estate l’inflazione dell’area dell’euro misurata sullo IAPC è diminuita considerevolmente, scendendo in novembre al 2,1 per cento (seconda la stima rapida dell’Eurostat) ovvero a un livello note-volmente inferiore al massimo storico del 4,0 per cento toccato nel luglio di quest’anno. Il marcato calo dell’inflazione complessiva in atto dall’estate va ricondotto principalmente alla notevole flessione negli ultimi mesi dei prezzi delle materie prime sui mercati internazionali, la quale più che compensa l’impatto del marcato incremento del costo del lavoro per unità di prodotto della prima metà dell’anno. I prezzi più contenuti delle materie prime e l’indebolimento della domanda suggeriscono che i tassi di inflazione armonizzata sul periodo corrispondente continueranno a scendere nei prossimi mesi. Secondo le più recenti proiezioni macroeconomiche formulate dagli esperti dell’Eurosistema, l’inflazione media annua dovrebbe collocarsi fra l’1,1 e l’1,7 per cento nel 2009 e fra l’1,5 e il 2,1 per cento nel 2010. In base so-prattutto ai futuri andamenti dei prezzi del petrolio e di altre materie prime, non si può escludere un calo più rapido dell’inflazione armonizzata verso la metà del prossimo anno, soprattutto a causa di effetti base. Tuttavia, sempre per questi effetti, i tassi di inflazione potrebbero nuovamente aumentare nella se-conda metà dell’anno, per cui eventuali flessioni rilevanti dell’inflazione armonizzata dovrebbero essere di breve durata. Al di là di questa volatilità, i rischi per la stabilità dei prezzi nel medio termine sono più equilibrati che in passato. Ulteriori cali inattesi dei prezzi delle materie prime potrebbero esercitare una pressione al ribasso sull’inflazione, mentre i rischi al rialzo per la stabilità dei prezzi potrebbero concre-tizzarsi soprattutto se la recente flessione dei prezzi delle materie prime dovesse segnare un’inversione di tendenza o se le pressioni interne sui prezzi si rivelassero più vigorose di quanto ipotizzato.

3 .1 PREzz I AL CONSuMO

A partire dall’estate di quest’anno l’inflazione dell’area dell’euro misurata sullo IAPC ha segnato un costante e marcato calo. L’ultima stima rapida dell’Eurostat relativa all’inflazione dell’area, pari al 2,1 per cento in novembre, è considerevolmente inferiore al massimo storico del 4,0 per cento toccato in luglio (cfr. tavola 6). Le informazioni disponibili suggeriscono che la più recente flessione è riconduci-bile perlopiù all’andamento dei prezzi delle materie prime.

Più in generale, durante l’anno passato la volatilità dei prezzi delle materie prime è stata la principale determinante delle pronunciate variazioni dell’inflazione dell’area dell’euro misurata sullo IAPC. Il

Tavo la 6 Andament i de i prezz i

(variazioni percentuali sul periodo corrispondente, salvo diversa indicazione)

2006 2007 2008

giu.2008lug.

2008ago.

2008set.

2008ott.

2008nov.

Indice armonizzato dei prezzi al consumo (IAPC) e sue componentiIndice complessivo 1) 2,2 2,1 4,0 4,0 3,8 3,6 3,2 2,1

Beni energetici 7,7 2,6 16,1 17,1 14,6 13,5 9,6 .Alimentari non trasformati 2,8 3,0 4,0 4,4 3,7 3,6 3,4 .Alimentari trasformati 2,1 2,8 7,0 7,2 6,8 6,2 5,1 .Beni industriali non energetici 0,6 1,0 0,8 0,5 0,7 0,9 1,0 .Servizi 2,0 2,5 2,5 2,6 2,7 2,6 2,6 .

Altri indicatori di prezzi e costiPrezzi alla produzione nell’industria 5,1 2,8 8,0 9,2 8,6 7,9 6,3 .Prezzo del petrolio (euro per barile) 52,9 52,8 85,9 85,3 77,0 70,0 55,2 43,1Prezzi delle materie primenon energetiche 24,8 9,2 9,6 9,8 10,5 5,5 -7,4 -7,7

Fonti: Eurostat, HWWI ed elaborazioni della BCE basate su dati Thomson Financial Datastream.1) Il dato sullo IAPC di novembre 2008 si riferisce alla stima rapida dell’Eurostat.

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BCEBollettino mensile

Dicembre 2008

ANDAMENTIECONOMICI

EMONETARI

�1

Prezzie costi

costante calo di quest’ultima a partire dalla metà dell’anno è stato determinato da una rapida flessione delle quotazioni del greggio, nonché da decrementi dei prezzi sui mercati mondiali di altre materie prime, come quelle alimentari. Questo rapido rallentamento dei prezzi delle materie prime a livello internazionale segue un incremento senza precedenti delle pressioni inflative esterne che ha avuto un forte impatto sull’inflazione armonizzata nell’area dell’euro fino a luglio di quest’anno.

A livello settoriale, la volatilità dei prezzi delle materie prime sui mercati internazionali si è rispec-chiata nella componente energetica e in quella alimentare dell’inflazione armonizzata dell’area del-l’euro. La marcata variazione della prima di queste due componenti ha rispecchiato la combinazione delle brusche variazioni dei prezzi dei beni energetici derivati dal petrolio (come benzina, gasolio per autotrazione e il carburante per riscaldamento), sospinte dai prezzi del greggio a livello mondiale, e della risposta ritardata delle altre componenti energetiche dello IAPC non derivate dal petrolio (come i prezzi di elettricità e gas), che tendono a seguire le variazioni delle quotazioni del greggio con un certo ritardo. Le più recenti informazioni sulle componenti dello IAPC suggeriscono, infatti, che in ottobre si sia avuto un marcato incremento della crescita dei prezzi del gas sul periodo corrispondente, nonostante la rapida flessione dei corsi petroliferi. Il tasso di espansione sul periodo corrispondente della componente dello IAPC dell’area dell’euro costituita dagli alimentari trasformati ha seguito un andamento molto simile a quello della componente energetica che, dopo il considerevole incremento dell’autunno del 2007, è notevolmente diminuita a partire dalla metà del 2008. La minor crescita sul periodo corrispondente dei prezzi degli alimentari trasformati è imputabile in gran parte alle compo-nenti che risentono particolarmente dei prezzi delle materie prime agricole a livello mondiale, come pane e cereali, prodotti caseari, nonché olii e grassi. Contrariamente alla generale esperienza storica dell’area dell’euro, i prezzi degli alimentari freschi hanno esibito variazioni di gran lunga meno pro-nunciate rispetto a quelli degli alimentari trasformati per gran parte del 2008.

Al netto dei beni energetici e alimentari (sia freschi che trasformati), l’inflazione misurata sullo IAPC è rimasta relativamente stabile nell’ultimo anno (cfr. figura 39). Tale andamento si è rispecchiato nel tas-so di espansione sul periodo corrispondente dei prezzi dei servizi, che è rimasto relativamente costante per gran parte del 2008. Benché gli impatti indiretti connessi ai passati incrementi dei prezzi delle materie prime a livello mondiale abbiano avuto un effetto persistente e notevole su alcune componenti

Figura39Dinamicadel leprincipal i componentidel lo IAPC

(variazioni percentuali sui dodici mesi; dati mensili)

IAPC complessivo (scala di sinistra)alimentari freschi (scala di destra)beni energetici (scala di destra)

IAPC complessivo esclusi beni energetici e alimentari freschi (scala di sinistra)alimentari trasformati (scala di destra)beni industriali non energetici (scala di sinistra)servizi (scala di sinistra)

-1

0

1

2

3

4

5

-4

0

4

8

12

16

20

2004 2005 2006 2007 2008-1

0

1

2

3

4

-2

0

2

4

6

8

2004 2005 2006 2007 2008

Fonte: Eurostat.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008�2

dei servizi (come i servizi di trasporto e della ristorazione), il fenomeno è stato controbilanciato in lar-ga misura dalla dinamica dei prezzi di altre componenti di questo settore, come le comunicazioni, che hanno registrato flessioni pronunciate. Il tasso di crescita dei prezzi dei beni industriali non energetici ha continuato la sua generale moderazione nella prima metà del 2008, per poi riguadagnare lievemente terreno a partire da luglio. L’andamento potrebbe ascriversi in parte alle variazioni del tasso di cam-bio in questo periodo: in particolare, il deprezzamento dell’euro, soprattutto nei confronti del dollaro statunitense, nella seconda metà dell’anno potrebbe spiegare parte del recente incremento del tasso di espansione dei beni industriali non energetici. Nel contempo sembrerebbe che nei mesi estivi i prezzi dei prodotti tessili siano stati interessati da straordinari ribassi stagionali, che probabilmente vanno ricondotti in qualche misura ad un mutamento delle condizioni della domanda.

3 .2 PREzz I ALLA PRODuz IONENELL’ INDuSTR IA

Le spinte inflative lungo la filiera produttiva hanno segnato un costante regresso dopo aver toccato livelli molto elevati nell’estate di quest’anno. La crescita sul periodo corrispondente dei prezzi alla produzione nell’industria (al netto delle costruzioni) è diminuita in ottobre al 6,3 per cento, collo-candosi su un livello che, benché inferiore al massimo storico del 9,2 per cento di luglio, è rimasto elevato (cfr. figura 40). Come per lo IAPC, questo livello elevato e il recente calo in atto sono in lar-ga misura connessi all’andamento dei prezzi dei beni energetici e alimentari. Anche l’inflazione alla produzione nell’industria al netto di beni energetici e costruzioni è diminuita a partire dall’estate, scendendo in ottobre al 3,2 per cento dal 4,4 di luglio. La flessione ha interessato indistintamente i beni intermedi, di investimento e di consumo ed è probabile che rifletta un allentamento delle spinte inflative indirette lungo la filiera produttiva connesse ai precedenti rincari delle materie prime.

Il generale indebolimento dell’attività economi-ca nell’area dell’euro durante gli ultimi mesi po-trebbe aver indotto le imprese a incentrarsi mag-giormente sulla competitività di prezzo nei vari stadi della filiera produttiva. Informazioni più recenti provenienti dalle indagini suggeriscono che le spinte inflative lungo la filiera produttiva si sono attenuate rapidamente nell’autunno di quest’anno (cfr. figura 41). Secondo l’indice dei responsabili degli acquisti, l’indice dei prezzi degli input per il settore manifatturiero è note-volmente diminuito in novembre per collocarsi, per la prima volta dal settembre 2003, su un li-vello che segnala in questo settore una flessione delle pressioni sui prezzi dei fattori produttivi. Nel comparto dei servizi, l’indice dei prezzi de-gli input è sceso al livello più basso dal mar-zo 2004, pur segnalando ancora il protrarsi di un aumento delle pressioni sui prezzi di questo comparto. Gli indici dei prezzi di vendita sono diminuiti in maniera analoga nei mesi recenti, sia nel settore manifatturiero sia in quello dei servizi, collocandosi su livelli che indicano at-tualmente un calo delle spinte inflative.

Figura40Scomposizionedeiprezzial laproduzionenel l ’ industria

(variazioni percentuali sui dodici mesi; dati mensili)

industria escluse le costruzioni (scala di sinistra)beni intermedi (scala di sinistra)beni di investimento (scala di sinistra)beni di consumo (scala di sinistra)beni energetici (scala di destra)

-1

0

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

-5

0

5

10

15

20

25

30

35

40

45

2004 2005 2006 2007 2008

Fonti: Eurostat ed elaborazioni della BCE.

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BCEBollettino mensile

Dicembre 2008

ANDAMENTIECONOMICI

EMONETARI

��

Prezzie costi

3 .3 IND ICATOR I DEL COSTODEL LAVORO

Gli indicatori disponibili del costo del lavoro suggeriscono che i salari hanno continuato ad aumen-tare a un ritmo sostenuto per gran parte del 2008. Per la prima metà dell’anno tutti gli indicatori salariali disponibili hanno segnalato un’intensificazione delle pressioni salariali: le retribuzioni con-trattuali, i redditi per occupato e il costo orario del lavoro sono tutti rimasti elevati in questo periodo (cfr. figura 42). Sia i redditi per occupato sia le retribuzioni contrattuali hanno esibito un tasso di crescita sostenuto in entrambi i trimestri, mentre l’andamento trimestrale delle retribuzioni orarie ha risentito della cadenza anticipata delle feste pasquali nel 2008, che ha limitato il numero di ore lavorate nel primo trimestre. Dato il rallentamento della crescita della produttività connessa almeno in parte al ciclo economico, il ritmo di crescita del costo del lavoro per unità di prodotto è aumentato nel secondo trimestre dell’anno al livello più elevato in oltre dieci anni. Più di recente, il tasso di crescita sul periodo corrispondente delle retribuzioni contrattuali ha continuato ad aumentare vigo-rosamente nel terzo trimestre dell’anno (cfr. tavola 7).

Figura41Indaginisuiprezzidegl i inputedel l ’output

(indici di diffusione; dati mensili)

settore manifatturiero; prezzi degli inputsettore manifatturiero; prezzi applicati alla clientelasettore dei servizi; prezzi degli inputsettore dei servizi; prezzi applicati alla clientela

30

40

50

60

70

80

30

40

50

60

70

80

20082004 2005 2006 2007

Fonte: Markit.Nota: un valore dell’indice superiore a 50 indica un incremento dei prezzi, mentre un valore inferiore a tale soglia ne indica un decremento.

Figura42Indicatoridelcostodel lavoro

(variazioni percentuali sul periodo corrispondente; dati trimestrali)

redditi per occupatoretribuzioni contrattualicosto orario del lavoro

20081,5

2,0

2,5

3,0

3,5

4,0

1,5

2,0

2,5

3,0

3,5

4,0

2002 2003 2004 2005 2006 2007

Fonti: Eurostat, dati nazionali ed elaborazioni della BCE.

Tavo la 7 Ind icator i de l costo de l l avoro

(variazioni percentuali sul periodo corrispondente, salvo diversa indicazione)

2006 2007 2007

3° trim.2007

4° trim.2008

1° trim.2008

2° trim.2008

3° trim.

Retribuzioni contrattuali 2,3 2,2 2,2 2,1 2,9 2,8 3,4Costo orario complessivo del lavoro 2,5 2,6 2,5 2,9 3,5 2,7 .Redditi per occupato 2,2 2,5 2,3 2,9 3,1 3,5 .Per memoria:Produttività del lavoro 1,2 0,8 0,7 0,4 0,6 0,3 .Costo del lavoro per unità di prodotto 1,0 1,7 1,6 2,6 2,6 3,2 .

Fonti: Eurostat, dati nazionali ed elaborazioni della BCE.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008��

La vivace crescita dei salari nella prima metà dell’anno è stata probabilmente influenzata dalle pas-sate condizioni tese sul mercato del lavoro nonché da effetti di secondo impatto derivanti dall’in-dicizzazione ai tassi di inflazione temporaneamente elevati. In prospettiva, sussiste il rischio di un protrarsi della crescita sostenuta del costo del lavoro in un momento di rallentamento dell’attività economica specialmente in quei paesi dell’area dell’euro in cui esistono forme di indicizzazione automatica delle retribuzioni ai prezzi. Tuttavia, è molto probabile che le imprese cercheranno di attuare misure volte a contenere i costi del lavoro in considerazione dell’incertezza che caratterizza le prospettive di crescita dell’area. Infatti, il recente rapido deterioramento dei mercati del lavoro dovrebbe contribuire in futuro alla moderazione della dinamica salariale.

I dati disaggregati sull’andamento del costo del lavoro indicano contributi eterogenei fra settori alla vigorosa crescita del costo del lavoro registrata nella prima metà dell’anno, sebbene la dinamica del costo orario del lavoro possa aver subito una lieve distorsione dovuta alla cadenza anticipata delle festività pasquali (cfr. figura 43). Tutti gli indicatori del costo del lavoro per settore segnalano un tasso di incremento sul periodo corrispondente particolarmente elevato nel settore delle costru-zioni e anche i redditi per occupato nel settore dei servizi hanno accelerato considerevolmente. La crescita del costo del lavoro nell’industria, invece, ha esibito un grado di volatilità molto alto negli ultimi trimestri (cfr. figura 43).

3 .4 ANDAMENTODEGL I uT IL I SOC IETAR I

Secondo i dati di contabilità nazionale disponibili fino al secondo trimestre, la crescita sul periodo corrispondente degli utili dell’area dell’euro ha ripreso la flessione osservata dal secondo trimestre del 2007, dopo un lieve recupero nel primo trimestre di quest’anno. L’andamento è riconducibile alla combinazione di una crescita più contenuta dell’attività e di una minor espansione degli utili per unità di prodotto (cfr. figura 44). La crescita sul periodo corrispondente degli utili nell’area dell’euro, al 3,5 per cento nel secondo trimestre, è stata la più bassa osservata negli ultimi cinque anni e si è collocata su un livello inferiore alla media dal 1996.

Figura43Andamentidelcostodel lavoropersettore

(variazioni percentuali sul periodo corrispondente; dati trimestrali)

industria escluse le costruzionicostruzioniservizi di mercatoservizi

industria escluse le costruzioni

costruzioniservizi di mercato

Redditi per occupato Indice del costo orario del lavoro

0

1

2

3

4

5

0

1

2

3

4

5

20082002 2003 2004 2005 2006 20070

1

2

3

4

5

0

1

2

3

4

5

2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

Fonti: Eurostat ed elaborazioni della BCE.

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BCEBollettino mensile

Dicembre 2008

ANDAMENTIECONOMICI

EMONETARI

��

Prezzie costi

Alla riduzione dei margini di profitto hanno contribuito fattori economici sia esterni sia interni. La crescita del costo del lavoro per unità di prodotto nel secondo trimestre, al 3,2 per cento, ha segnato il tasso più elevato registrato dal 1993. Le spinte inflative esterne sui costi degli input hanno con-tinuato ad aumentare nel secondo trimestre, per effetto principalmente degli andamenti dei prezzi dei beni energetici e del tasso di cambio. La flessione osservata nella crescita degli utili è stata più marcata nell’industria che nei servizi a causa del maggior calo dell’attività industriale e della più elevata esposizione di questo settore alle pressioni esterne sui prezzi.

È probabile che il rallentamento in atto dell’attività economica eserciti ulteriori pressioni al ribasso sugli utili, che potrebbero essere attenuate in qualche misura solo da una riduzione dei prezzi delle materie prime e da un recupero dei tassi di cambio. Pertanto, guardando oltre il periodo coperto dai dati disponibili, è prevedibile che il tasso di crescita sul periodo corrispondente degli utili diminui-sca ulteriormente nella seconda metà del 2008 e nel 2009. La figura 45 mostra che i partecipanti alle indagini di Consensus Economics in novembre hanno rivisto la valutazione delle prospettive per gli utili nel 2008 e nel 2009 in netto ribasso rispetto all’indagine di maggio. Eventuali miglioramenti successivi dipenderanno principalmente dalla ripresa della crescita dell’attività economica.

3 .5 LE PROSPETT IVE PER L’ INFLAz IONE

A partire dall’estate l’inflazione sul periodo corrispondente misurata sullo IAPC è diminuita net-tamente, scendendo in novembre al 2,1 per cento (secondo la stima rapida dell’Eurostat) ovvero a un livello considerevolmente inferiore al massimo storico del 4,0 per cento toccato nel luglio di quest’anno. La significativa flessione dell’inflazione complessiva riflette principalmente la mar-cata riduzione dei prezzi delle materie prime a livello mondiale negli ultimi mesi, la quale più che compensa l’impatto dell’incremento del costo del lavoro per unità di prodotto nella prima metà dell’anno.

Figura44Scomposizionedel lacrescitadeiprof itt i inprodottoeprof ittoperunitàdiprodotto(variazioni percentuali; dati trimestrali)

profitti (margine operativo lordo)prodotto (crescita del PIL)profitto per unità di prodotto

2

4

6

8

00

2

4

6

8

20082002 2003 2004 2005 2006 2007

Fonti: Eurostat ed elaborazioni della BCE.

Figura45Prof itt i societariattesidesuntidaConsensusEconomics

(valori percentuali; dati annuali)

Indagini di Consensus Economics (Novembre 2008)Indagini di Consensus Economics (Maggio 2008)Indagini di Consensus Economics (Maggio 2007)

-1

0

1

2

3

4

5

6

7

-1

0

1

2

3

4

5

6

7

20102007 2008 2009

Fonti: Consensus Economics ed elaborazioni della BCE.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008��

In prospettiva, i prezzi più contenuti delle materie prime, nonché l’indebolimento della domanda, suggeriscono che il tasso di inflazione armonizzata sul periodo corrispondente continuerà a dimi-nuire nei prossimi mesi. Secondo le più recenti proiezioni macroeconomiche degli esperti dell’Eu-rosistema, l’inflazione annua si dovrebbe collocare in media fra l’1,1 e l’1,7 per cento nel 2009 e fra l’1,5 e il 2,1 per cento nel 2010. In base soprattutto all’evoluzione futura dei prezzi del petrolio e di altre materie prime, non si possono escludere flessioni ancora più marcate dell’inflazione armonizzata verso la metà del prossimo anno, considerati in particolare i notevoli effetti base (cfr. riquadro 6). Tuttavia, sempre per questo tipo di effetti, i tassi di inflazione potrebbero nuovamente aumentare nella seconda metà dell’anno, per cui eventuali flessioni rilevanti dell’inflazione ar-monizzata dovrebbero essere di breve durata. Al di là di questa volatilità, i rischi per la stabilità dei prezzi nel medio termine sono più equilibrati che in passato. Ulteriori cali inattesi dei prezzi delle materie prime potrebbero esercitare una pressione al ribasso sull’inflazione, mentre i rischi al rialzo per la stabilità dei prezzi potrebbero concretizzarsi soprattutto se la recente flessione dei prezzi delle materie prime dovesse segnare un’inversione di tendenza o se le pressioni interne sui prezzi si rivelassero più vigorose di quanto ipotizzato.

ANDAMENT I RECENT I E FuTuR I DELL’ INFLAz IONEARMONIzzATA : I L RuOLODEGL I EFFETT I BASE

Durante la prima metà del 2008 si sono verificati notevoli incrementi dei prezzi dei beni ener-getici e alimentari. Per contro, durante la seconda metà dell’anno si è avuta una moderazione dei rincari dei prodotti alimentari, mentre i prezzi dei beni energetici sono diminuiti in maniera considerevole. Questi andamenti hanno avuto un forte impatto sulla dinamica dell’inflazione nel corso del 2008, che ha toccato un picco del 4,0 per cento in giugno e luglio, per poi diminuire notevolmente in tempi più recenti. Il presente riquadro illustra in che misura, a causa dei cosid-detti effetti base, questo andamento interesserà anche il profilo del tasso di inflazione sul periodo corrispondente nel corso del 2009.

Nel considerare le variazioni sul periodo corrispondente da un mese all’altro è di fondamentale importanza stabilire in che misura queste variazioni riflettono dinamiche dei prezzi nell’anno in corso (ovvero le “novità” effettive da un mese a quello successivo), che rientrano nel calcolo sul periodo corrispondente, e in che misura esse riflettono invece un trascinamento dell’evoluzione dei prezzi nell’anno precedente che “fuoriesce” dal calcolo del tasso sul periodo corrispondente, ovvero il cosiddetto effetto base 1). Non esiste una definizione comunemente condivisa di effetto base. Nel presente riquadro per effetto base si intende il contributo alla variazione dell’inflazio-ne sul periodo corrispondente in un determinato mese derivante da una deviazione del tasso di variazione sul mese precedente nel mese base (ovvero lo stesso mese un anno prima) dal suo profilo consueto o normale, considerate le oscillazioni stagionali 2). Nel valutare gli andamenti dei prezzi e le pressioni inflazionistiche occorre analizzare il contributo degli effetti base al tasso di inflazione armonizzata complessiva sul periodo corrispondente.

R iquadro 6

1) Cfr. il riquadro Effetti base e loro impatto sull’inflazione al consumo agli inizi del 2005 nel numero di gennaio 2005 di questo Bol-lettino. Cfr. anche il riquadro Il ruolo degli effetti base nel determinare gli andamenti recenti e futuri dell’inflazione armonizzata nel numero di gennaio 2007 di questo Bollettino.

2) Il metodo utilizzato per calcolare queste variazioni sul mese precedente consuete o normali dello IAPC è chiaramente arbitrario. Ai fini del presente riquadro, esse sono state calcolate considerando la variazione media sul mese precedente (destagionalizzata) per ciascun mese osservato dal gennaio 1995.

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BCEBollettino mensile

Dicembre 2008

ANDAMENTIECONOMICI

EMONETARI

��

Prezzie costi

Non è però così semplice individuare e interpretare gli effetti base. È importante osservare che il tasso di incremento sui dodici mesi può risentire delle variazioni negli andamenti stagionali dei prezzi tra anni successivi. Inoltre, benché sia possibile individuare gli effetti base in an-ticipo, la variazione mensile in corso può far sì che l’inflazione complessiva segua un anda-mento diverso. Va altresì ricordato che gli effetti base non implicano che il tasso di inflazione sul periodo corrispondente subisca una distorsione al rialzo o al ribasso. Il tasso di inflazione sul periodo corrispondente misura sempre correttamente la variazione percentuale dei prezzi rispetto all’anno precedente. L’effetto base contribuisce solo a spiegare in che misura la varia-zione da un mese a quello successivo sia riconducibile ad andamenti passati che fuoriescono dal calcolo.

Analizzando il passato recente, la figura A mostra che durante i primi sette mesi del 2008 si sono avute forti pressioni al rialzo sull’inflazione, determinate prevalentemente dalla dinamica dei prezzi dei beni energetici e alimentari. Nella seconda metà del 2008, l’inflazione è nuovamente diminuita per effetto dei ribassi delle materie prime.

Impatto degli effetti base sul profilo dell’inflazione dell’area dell’euro nel 2009

La figura B mostra il contributo degli effetti base (derivanti da componenti energetiche e non) alla variazione del tasso di inflazione sul periodo corrispondente nel corso dei prossimi dodici mesi. Gli effetti base della componente energetica esercitano l’impatto più forte, sebbene ab-biano un’influenza anche quelli della componente non energetica (prevalentemente prodotti alimentari). Per i rincari eccezionalmente sostenuti dei beni energetici e alimentari nel corso della prima metà del 2008 che fuoriescono dal calcolo del tasso sul periodo corrispondente, gli effetti base eserciteranno un marcato impulso al ribasso nella prima metà del 2009 (per 1,2 punti percentuali cumulati fra dicembre 2008 e luglio 2009, cfr. figura C). Essi agiranno poi in senso contrario nella seconda metà del 2009, esercitando un impatto al rialzo cumulato di 1,2 punti percentuali fino a novembre (principalmente per la flessione dei corsi petroliferi osser-vata nella seconda metà del 2008). Pertanto, gli effetti base negativi fino a metà del prossimo

FiguraAAreadell ’euro:inflazionemisuratasulloIAPCnegliultimi12mesi

(variazioni percentuali)

variazione sul mese precedentevariazione equivalente al 2 per cento sui dodici mesi

-0,5-0,4-0,3-0,2-0,10,00,10,20,30,40,50,6

-0,5-0,4-0,3-0,2-0,10,00,10,20,30,40,50,6

dic. feb. apr. giu. ago. ott.20092008

Fonti: Eurostat ed elaborazioni della BCE.

FiguraBImpattodeglieffettibasesull ’ inflazionedell ’areadell ’euromisuratasulloIAPCneiprossimi12mesi(punti percentuali)

dic. feb. apr. giu. ago. ott.

effetti base della componente energeticaeffetti base della componente non energetica

20092008

-0,4-0,3-0,2-0,10,00,10,20,30,40,50,6

-0,4-0,3-0,2-0,10,00,10,20,30,40,50,6

Fonti: Eurostat ed elaborazioni della BCE.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008�8

anno e la loro successiva inversione, in assen-za di altri fattori, tenderanno a imprimere un andamento a U al tasso di inflazione dell’area dell’euro nel 2009.

Nel complesso, la misura in cui questi ef-fetti base saranno effettivamente prevalenti nel determinare l’andamento dell’inflazione misurata sullo IAPC nel 2009 dipende fon-damentalmente da una serie di fattori. Fra questi si annoverano gli andamenti delle componenti più volatili (beni alimentari ed energetici) ma anche più in generale le spinte inflative. Pertanto, l’evoluzione futura del-l’inflazione nel 2009 non può essere valutata meccanicamente solo considerando gli effetti base.

FiguraCImpattocumulatodeglieffettibase

(punti percentuali)

nov. gen. mar. mag. lug. set. nov.

effetti base della componente energeticaeffetti base della componente non energeticaeffetti base cumulati

2008 2009

-1,4-1,2-1,0-0,8-0,6-0,4-0,20,00,20,40,6

-1,4-1,2-1,0-0,8-0,6-0,4-0,20,00,20,40,6

Fonti: Eurostat ed elaborazioni della BCE.

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BCEBollettino mensile

Dicembre 2008

ANDAMENTIECONOMICI

EMONETARI

��

La produzione,la domandae il mercato

del lavoro4 LA PRODuz IONE , LA DOMANDA E I L MERCATODEL LAVORODa settembre si è manifestato un intensificarsi e diffondersi delle turbolenze nei mercati finanziari. Le tensioni si sono trasmesse in misura crescente dal settore finanziario all’economia reale. Alcuni rischi al ribasso per l’attività economica identificati in precedenza si sono concretizzati, determi-nando un declino del ritmo di crescita dell’area dell’euro nel corso del 2008. Le indagini segnalano un consistente deterioramento dell’attività verso la fine dell’anno. A fronte della modesta crescita del reddito reale, del calo della ricchezza finanziaria, dell’inasprirsi delle condizioni creditizie e del peggioramento delle prospettive per il mercato del lavoro, le famiglie hanno ridotto i livelli di spesa. Gli investimenti delle imprese hanno segnato un calo, poichè la redditività è diminuita, le pressioni sulla capacità produttiva si sono attenuate e l’inasprimento dei criteri per la concessione dei prestiti ha reso più costosi e meno disponibili i finanziamenti. Anche gli investimenti nell’edili-zia residenziale hanno subito una moderazione in seguito al rallentamento del mercato immobiliare in diversi paesi dell’area. La domanda estera si è indebolita allorché le economie avanzate hanno subito un rallentamento e i mercati emergenti hanno risentito in misura crescente delle tensioni finanziarie. La contrazione del prodotto ha attenuato le pressioni sulla capacità produttiva delle imprese e le condizioni sul mercato del lavoro sembrano essersi rilassate. Il tasso di disoccupazio-ne è aumentato e le indagini segnalano che le aspettative sull’occupazione si sono ridimensionate. In base alle proiezioni macroeconomiche di dicembre formulate dagli esperti dell’Eurosistema il tasso di crescita sui dodici mesi del PIL reale si collocherebbe in media tra lo 0,8 e 1’1,2 per cento nel 2008, tra il -1,0 e lo 0,0 per cento nel 2009 e fra lo 0,5 e l’1,5 per cento nel 2010. Le prospettive per l’attività economica continuano a essere contraddistinte da estrema incertezza; i rischi per la crescita economica sono orientati verso il basso.

4 .1 COMPONENT I DEL P I L E DELLA DOMANDA

In seguito al rallentamento dell’economia mon-diale e alla flessione della domanda interna, il ritmo dell’attività nell’area dell’euro è diminui-to nettamente nel 2008. La crescita del PIL reale è stata del -0,2 per cento in termini congiuntura-li sia nel secondo che nel terzo trimestre dell’an-no (cfr. figura 46). Le prospettive per l’attività sono incerte, in quanto gli effetti dell’intensifi-carsi e del diffondersi delle turbolenze nei mer-cati finanziari rimangono difficili da valutare. Tuttavia, le indagini sugli andamenti futuri se-gnalano un ulteriore indebolimento dell’attività sul finire dell’anno.

La flessione della domanda nel semestre scorso è stata generalizzata a tutte le componenti. La domanda estera si è indebolita, allorchè l’atti-vità nelle economie avanzate ha segnato un ral-lentamento e i mercati emergenti hanno risenti-to sempre più delle tensioni finanziarie. Anche la domanda interna si è attenuata. Nei primi mesi dell’anno i rincari delle materie prime hanno compresso il reddito e la spesa delle fa-miglie. L’inasprirsi delle condizioni finanziarie

F igura46Cresc itade l PIL intermini rea l ie contr ibut i

(tasso di crescita sul trimestre precedente e contributi in punti percentuali trimestrali; dati destagionalizzati)

domanda interna (escluse le scorte)variazione delle scorteesportazioni nettePIL complessivo (tasso di crescita)

3° trim.2007 2008

3° trim. 4° trim. 1° trim. 2° trim.-0,6

-0,4

-0,2

0,0

0,2

0,4

0,6

0,8

-0,6

-0,4

-0,2

0,0

0,2

0,4

0,6

0,8

Fonti: Eurostat ed elaborazioni della BCE.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008�0

e il calo della redditività, oltre al rallentamento dei prezzi delle abitazioni in diversi paesi, han-no determinato una moderazione degli investi-menti. La scomposizione della spesa per il terzo trimestre indica che la domanda finale interna è rimasta alquanto debole, con una modesta dinamica dei consumi privati e un calo degli investimenti compensati in parte dall’aumento della spesa pubblica. L’interscambio netto ha contribuito negativamente alla crescita, poi-chè le esportazioni sono rimaste deboli mentre le importazioni hanno segnato una ripresa. Le scorte hanno fornito un apporto positivo alla crescita complessiva. Le seguenti sottosezioni esaminano più in dettaglio gli andamenti della domanda.

CONSuMI PR IVAT IA fronte della modesta crescita del reddito reale, del calo della ricchezza finanziaria, dell’inaspri-mento delle condizioni creditizie e del peggiora-mento delle prospettive per il mercato del lavoro, la spesa delle famiglie ha subito una netta mode-razione nel 2008. I consumi privati sono calati nel secondo trimestre dell’anno, rimanendo in-variati nel terzo. La crescita sul periodo corri-spondente è scesa al livello più basso dal 1993. I dati disponibili suggeriscono una dinamica della spesa ancora debole nel quarto trimestre. Il volume delle vendite al dettaglio è calato dello 0,8 per cento e le immatricolazioni di nuove autovetture sono diminuite del 3,7 per cento in ottobre rispetto al mese precedente (cfr. figura 47). La fiducia dei consumatori è nettamente peggiorata in ottobre e novembre, toccando il livello più basso dal 1993.

Le decisioni di spesa delle famiglie sono motivate da diversi fattori, ma una determinante fonda-mentale è il reddito. Lo scorso anno la crescita del reddito reale delle famiglie ha subito un drastico ridimensionamento. I forti rincari delle materie prime, in particolare degli alimentari e dell’energia, hanno innalzato il costo del paniere di consumi tipico delle famiglie. Nel secondo trimestre del 2008 l’incremento sul periodo corrispondente del reddito disponibile reale delle famiglie è sceso sui livelli minimi dal 2003.

Il recente calo generalizzato dei prezzi delle materie prime contribuirà ad alleviare le pressioni sul reddito delle famiglie e in ultima analisi dovrebbe sostenere la ripresa dei consumi privati. L’infla-zione misurata dall’IAPC è scesa dopo il picco segnato in luglio e dovrebbe calare ulteriormente nella prima metà del 2009 (cfr. sezione 3). Secondo l’indagine della Commissione europea presso le famiglie, dalla seconda metà dell’anno sono diminuiti anche i timori delle famiglie circa l’anda-mento dei prezzi.

Tuttavia, gli effetti a breve termine del recente calo dei prezzi sui consumi privati dipenderanno dal-la misura in cui l’accresciuto potere di acquisto indurrà le famiglie ad aumentare la spesa piuttosto che il risparmio. Come discusso nel riquadro 5 del numero di luglio 2008 del Bollettino, il recente

F i gura 47 Vend i t e a l de t tag l i o e c l imad i f i duc i a ne i s e t to r i de l commerc ioa l de t tag l i o e de l l e f amig l i e(dati mensili)

vendite al dettaglio totali 1) (scala di sinistra)clima di fiducia dei consumatori 2)

(scala di destra)clima di fiducia nel commercio al dettaglio 2)

(scala di destra)

-2,5

-2,0

-1,5

-1,0

-0,5

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

-15

-12

-9

-6

-3

0

3

6

9

12

15

20082004 2005 2006 2007

Fonti: indagini congiunturali della Commissione europea presso le famiglie e le imprese ed Eurostat.1) Variazioni percentuali sul periodo corrispondente; medie mobili centrate a tre mesi; dati corretti per il numero di giornate lavorative.2) Saldi percentuali; dati destagionalizzati e al netto della media.

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BCEBollettino mensile

Dicembre 2008

ANDAMENTIECONOMICI

EMONETARI

�1

La produzione,la domandae il mercato

del lavoro

ciclo economico è stato caratterizzato dalla spesa relativamente contenuta delle famiglie, con una dinamica dell’attività economica che complessivamente ha sopravanzato quella dei consumi priva-ti. Gli andamenti più recenti suggeriscono che i consumatori nell’area dell’euro hanno mantenuto un atteggiamento di cautela. In corrispondenza dell’aumento dell’inflazione tra la fine del 2007 e l’inizio del 2008, invece di ridurre l’impatto sui consumi riducendo i risparmi, le famiglie hanno preferito contrarre il livelli di spesa. I conti dell’area dell’euro per settore istituzionale, infatti, in-dicano che il tasso di risparmio è salito per tutto il 2007 fino al secondo trimestre del 2008.

È probabile che un fattore all’origine della riluttanza alla spesa delle famiglie sia stato il protrarsi delle turbolenze finanziarie. La ricchezza finanziaria delle famiglie è diminuita a causa delle forti flessioni dei mercati azionari nel 2008. Nella misura in cui tali flessioni sono state ritenute durature, le famiglie potrebbero aver deciso di ridimensionare la spesa. Inoltre, le tensioni finanziarie hanno probabilmente acuito l’incertezza delle famiglie circa le prospettive economiche, inducendole ad accrescere il risparmio a scopo precauzionale in previsione di una possibile riduzione del reddito in futuro.

È altresì probabile che il deteriorarsi delle prospettive per il mercato del lavoro abbia inciso nega-tivamente sulla fiducia dei consumatori e quindi sulla spesa. Le indagini sulle intenzioni di assun-zione delle imprese segnalano un sensibile rallentamento dell’occupazione per il prossimo anno (cfr. sezione 4.2 in basso). Tale andamento dovrebbe deprimere il reddito da lavoro, anche se gli stabilizzatori fiscali automatici, in particolare attraverso i trasferimenti sociali come i sussidi di disoccupazione, dovrebbero attutire in parte l’impatto sulle famiglie. Anche l’incremento della di-soccupazione dall’inizio del 2008 potrebbe aver acuito l’incertezza delle famiglie sulle prospettive di occupazione. L’indagine della Commissione europea presso i consumatori evidenzia i crescenti timori delle famiglie circa le prospettive del mercato del lavoro.

INVEST IMENT IAnche la dinamica degli investimenti ha rallentato negli ultimi trimestri. Nel primo trimestre del-l’anno la crescita degli investimenti sul periodo precedente ha evidenziato una certa tenuta, in parte perché l’inverno eccezionalmente mite ha sospinto le attività di costruzione in varie regioni europee, ma ha subito un brusco calo nel secondo e terzo trimestre dell’anno, segnando le prime flessioni su base trimestrale degli ultimi cinque anni.

La moderazione della crescita degli investimenti rispecchia in parte un rallentamento degli investi-menti nelle costruzioni, sia nell’edilizia residenziale che in quella commerciale. Negli ultimi due anni la dinamica dei prezzi delle abitazioni in diversi paesi dell’area si è attenuata (cfr. riquadro 4 nel numero di luglio 2008 di questo Bollettino), frenando gli incentivi per gli investimenti nell’edi-lizia residenziale. L’indagine della BCE sul credito bancario indica che dall’inizio delle turbolenze finanziarie nell’estate del 2007 le condizioni creditizie sui mutui per l’acquisto delle abitazioni hanno subito un sostanziale inasprimento, che potrebbe aver ridotto l’accesso delle famiglie ai fi-nanziamenti e, di conseguenza, la domanda di alloggi. Tenuto conto della perdurante debolezza del reddito disponibile delle famiglie e del deteriorarsi della fiducia dei consumatori, è probabile che l’attuale indebolimento del mercato immobiliare persista per qualche tempo e che gli investimenti in costruzioni contribuiscano in misura minore alla crescita.

Di recente anche gli investimenti in beni diversi dalle costruzioni hanno registrato un rallentamen-to, allorché l’andamento fiacco della domanda ha ridotto la redditività, le pressioni sulla capacità produttiva si sono affievolite e l’inasprimento dei criteri per la concessione del credito hanno au-mentato i costi dei finanziamenti e ne hanno ridotto la disponibilità. Dopo i forti tassi di crescita

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BCEBollettino mensileDicembre 2008�2

trimestrali registrati per gran parte del 2007, gli investimenti in beni diversi dalle costruzioni hanno rallentato nel primo trimestre del 2008 e sono diminuiti nel secondo. Gli indicatori disponibili sug-geriscono che gli investimenti delle imprese continueranno a indebolirsi nel terzo trimestre, con un calo della produzione di beni di investimento (cfr. sezione 4.2).

Due fattori che influenzano le spese in conto capitale sono il costo e la disponibilità dei finan-ziamenti. Dall’inizio delle turbolenze finanziarie, le condizioni creditizie per le imprese si sono inasprite. Il costo reale complessivo dei finanziamenti, una misura che combina i costi dei fondi raccolti tramite l’emissione sul mercato di titoli di debito e azionari e i costi dei finanziamenti bancari (cfr. sezione 2), è aumentato. L’inasprimento dei criteri di erogazione del credito tende a disincentivare la crescita degli investimenti, anche se gli effetti possono comparire con un certo ritardo. Le società tendono a procurarsi nuovi prestiti per gli investimenti con scarsa frequenza e potrebbero aver utilizzato i fondi concessi in precedenza dagli istituti finanziari. Inoltre, sebbene in termini aggregati le società non finanziarie siano prenditori netti, le imprese che cercano di in-vestire ricorrono in larga misura ai fondi generati internamente, che sono rimasti ragionevolmente consistenti nonostante un calo della redditività nel 2008. Ciò potrebbe essere un motivo per cui, se-condo l’indagine della Commissione europea presso le società, il numero di imprese che ha indicato la disponibilità di fondi come un fattore limitante la produzione è rimasto relativamente contenuto fino al luglio 2008. Tuttavia, dall’indagine di ottobre risulta un incremento dei timori espressi dalle imprese dei servizi riguardo ai fattori finanziari, per cui le condizioni finanziarie potrebbero avere in futuro effetti più pronunciati sugli investimenti.

Un altro fattore importante che ha influito sulla recente flessione delle intenzioni di investimento delle società è stato probabilmente il deteriorarsi della domanda. La contrazione della domanda ha allentato i vincoli sulle risorse delle imprese, potenzialmente mitigando la necessità di ampliare la capacità produttiva. Secondo l’indagine della Commissione europea presso le imprese, in ottobre il grado di utilizzo della capacità produttiva nel settore industriale è sceso al di sotto della sua media di lungo periodo. È diminuito bruscamente anche il numero di imprese che indicano la carenza di attrezzature o spazio come un vincolo alla produzione, dopo il picco raggiunto nel terzo trimestre del 2007.

È probabile che il calo della domanda freni anche la redditività, disincentivando le spese in conto capitale. In corrispondenza dell’indebolimento della domanda nel 2008, la redditività delle imprese ha segnato un rallentamento (cfr. sezione 3). La crescita sul periodo corrispondente del reddito im-prenditoriale lordo delle società non finanziarie è calata nei primi due trimestri dell’anno, toccando il livello minimo da cinque anni. Indicatori di redditività più tempestivi basati sui mercati azionari segnalano un ulteriore rallentamento della redditività delle imprese nella seconda metà dell’anno (cfr. sezione 2).

È probabile che il prossimo anno le prospettive pessimistiche per la domanda e la redditività rap-presentino un fattore significativo in grado di frenare la dinamica degli investimenti. Tuttavia, le imprese potrebbero anche mostrarsi più riluttanti a impegnare spese in conto capitale in caso di maggiore incertezza sulle prospettive economiche. In un contesto caratterizzato da incertezza, le imprese potrebbero trovare più vantaggioso attendere e rinviare le decisioni di investimento finché le prospettive non sono più chiare. Vari indicatori suggeriscono che le turbolenze nei mercati finan-ziari rinnovatesi dopo metà settembre hanno acuito l’incertezza sulle prospettive economiche. Le misure della volatilità implicita ricavate dalle opzioni finanziarie sono nettamente aumentate dalla metà di settembre (cfr. sezione 2). Anche i risultati della recente Survey of Professional Forecasters della BCE hanno evidenziato un grado di disaccordo più ampio del solito tra i previsori professio-nisti per quanto concerne le prospettive di crescita del PIL nel prossimo anno.

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BCEBollettino mensile

Dicembre 2008

ANDAMENTIECONOMICI

EMONETARI

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La produzione,la domandae il mercato

del lavoro

Nel complesso, gli investimenti delle imprese dovrebbero rimanere molto contenuti per tutta la par-te restante del 2008 e nel 2009. Un indicatore della possibile entità del rallentamento dell’attività è l’indagine semestrale della Commissione europea sugli investimenti nel settore manifatturiero, da cui risulta che le imprese prevedono per il 2009 una riduzione delle spese in conto capitale di quasi il 5 per cento.

ESPORTAz ION I NETTEIl contesto esterno ha subito un sensibile deterioramento, aggravato dalla crisi finanziaria e dalle gra-vi tensioni sul sistema bancario e sulle condizioni creditizie a livello mondiale (cfr. sezione 1). Nelle economie avanzate la crescita ha subito una decelerazione e i mercati emergenti hanno risentito sem-pre più delle turbolenze. Tale andamento ha rallentato la domanda di beni e servizi dell’area dell’eu-ro. Nel secondo trimestre del 2008 le esportazioni dell’area dell’euro sono calate e hanno recuperato terreno solo parzialmente nel terzo trimestre; al contempo la crescita sul periodo corrispondente ha toccato nel terzo trimestre il livello più basso dal 2003. Le indagini congiunturali presso le imprese segnalano che la dinamica delle esportazioni rimarrà debole nel quarto trimestre.

Guardando al futuro, le prospettive a breve termine per le esportazioni dell’area dell’euro rimango-no deboli, in quanto l’attività su scala mondiale dovrebbe mantenersi su valori di crescita contenuti. Il PMI (indice dei responsabili degli acquisti) e l’indice relativo agli ordini esteri delle imprese in-dustriali dell’indagine della Commissione europea sono calati sensibilmente dalla metà dell’anno. Il PMI relativo al clima di fiducia sulle esportazioni nei paesi più grandi dell’area è sceso ai livelli minimi dal 2001. Tuttavia, le esportazioni potrebbero essere sostenute in parte dal deprezzamento del tasso di cambio effettivo nominale dell’euro registrato da luglio (cfr. sezione 7), che dovrebbe migliorare la competitività degli esportatori nell’area dell’euro.

In linea con il rallentato delle esportazioni e della domanda interna, le importazioni dell’area del-l’euro hanno segnato una flessione nel secondo trimestre del 2008. Coerentemente con le attese che la domanda si mantenga debole, sembra probabile che la dinamica delle importazioni rimanga fiacca nel breve periodo. Tuttavia, nel terzo trimestre la crescita delle importazioni ha evidenzia-to una vigorosa ripresa che, insieme al modesto incremento delle esportazioni, ha determinato il consistente contributo negativo delle esportazioni nette alla crescita del PIL. Poiché nello stesso periodo la domanda interna finale ha segnato un rallentamento, la crescita delle importazioni si è rispecchiata in un accumulo delle scorte. In passato i contributi trimestrali delle esportazioni nette e delle scorte hanno evidenziato un forte correlazione negativa.

4 .2 ANDAMENT I DEL PRODOTTO,DELL’OFFERTA E DEL MERCATODEL LAVORO

Una determinante fondamentale delle pressioni inflazionistiche nel breve periodo è l’equilibrio tra il prodotto aggregato e il potenziale di offerta. Le pressioni della domanda sulle risorse (ossia l’intensità con cui le società impegnano il personale e il capitale disponibili e il livello di tensione sul mercato del lavoro) influenzano i costi di produzione delle imprese e quindi le loro politiche di prezzo. La dinamica della produzione nell’area dell’euro ha rallentato a metà dell’anno e dovrebbe mantenersi su livelli molto contenuti nel breve periodo (cfr. la sezione in basso sul prodotto per settore). Le pressioni sulla capacità produttiva nelle imprese si sarebbero già affievolite. Il grado di utilizzo della capacità produttiva nel settore industriale è diminuito. L’indice PMI segnala una con-trazione dei tempi di consegna dei fornitori nel settore manifatturiero e una riduzione dell’attività inevasa o degli arretrati di lavoro delle imprese sia nei servizi che nell’industria. Inoltre si sarebbe registrato un allentamento delle tensioni sul mercato del lavoro (cfr. la sezione in basso sul mercato

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BCEBollettino mensileDicembre 2008��

del lavoro). Dall’inizio dell’anno la disoccupazione è aumentata, mentre è diminuito il numero di aziende che segnalano carenze di manodopera, secondo l’indagine della Commissione europea sulle imprese diffusa in ottobre.

In prospettiva, la misura in cui la protratta debolezza della domanda contribuisce ad acuire ulterior-mente il rallentamento dell’attività economica (il prodotto effettivo rispetto al potenziale) dipende dagli effetti dei recenti andamenti sul potenziale di offerta dell’economia. È probabile che la cresci-ta potenziale si sia contratta per effetto di alcuni shock che attualmente influenzano l’attività eco-nomica nell’area. Nonostante la recente flessione dei prezzi, i rincari del greggio, che costituisce un input fondamentale per il processo produttivo, hanno determinato un innalzamento dei costi di produzione e potrebbero aver reso non remunerative alcune tecnologie. Le imprese, poiché incon-trano notevoli difficoltà, almeno nel breve periodo, nel sostituire il petrolio con altri input (capitale o lavoro), potrebbero decidere di liberarsi dei macchinari che hanno un consumo particolarmente elevato di energia, riducendo quindi la crescita potenziale. In aggiunta, l’incremento dei premi per il rischio nei mercati finanziari ha innalzato i costi di finanziamento, determinando un calo degli investimenti e una riduzione dello stock di capitale (cfr. riquadro 7). Di conseguenza, le imprese potrebbero trovarsi nell’impossibilità di finanziare alcuni progetti di investimento o essere costrette a posporre i piani in atto. Inoltre, potrebbe limitarsi l’accesso al capitale circolante, con ulteriori conseguenze negative per la produzione. Nel complesso, questi fattori suggeriscono che negli ulti-mi tempi la crescita del prodotto potenziale potrebbe essere calata. Inoltre, se i differenziali di cre-dito e i corsi petroliferi dovessero rimanere persistentemente elevati per un certo periodo di tempo, l’offerta potenziale potrebbe mantenersi su livelli contenuti nel medio termine.

R iquadro 7

ANDAMENT I DEL PRODOTTOPOTENz IALE ALLA LuCE DELLE VAR IAz ION I DE I CORS IPETROL I FER I E DE I PREMI PER I L R I SCh IO D I CRED ITO

In un contesto caratterizzato dagli importanti shock che hanno interessato l’economia dell’area dell’euro, è ampiamente previsto un marcato rallentamento dell’attività economica. Per valutare però in che misura tale rallentamento sarà affiancato da una riduzione dell’impiego di risorse nell’economia, occorre considerare possibili variazioni del prodotto potenziale. Dal momento che una parte del rallentamento dell’attività può riflettere l’impatto negativo di fattori dal lato dell’offerta, questi possono ridurre anche il prodotto potenziale, per cui l’emergere di capacità inutilizzata nell’economia può essere più modesto rispetto al caso di un rallentamento ciclico originato solo dal lato della domanda.

Com’è noto, vi sono difficoltà considerevoli nel misurare il prodotto potenziale in tempo reale. La Commissione europea stima che la crescita del prodotto potenziale diminuisca dal 2,0 per cento del 2007 all’1,5 per cento del 2009, mentre l’OCSE considera un calo dal 2,1 all’1,9 per cento (cfr. tavola).

Il prodotto potenziale dipende dai fattori dal lato dell’offerta relativi agli input della produzione, come capitale, lavoro e beni energetici, nonché produttività. Le variazioni della crescita del pro-dotto potenziale, che riflettono l’evoluzione di questi fattori, possono tuttavia essere determinate da andamenti ciclici o strutturali. Esempi del primo caso comprendono variazioni cicliche degli investimenti o della partecipazione alle forze di lavoro. Ai mutamenti strutturali possono invece ricondursi le tendenze demografiche, le riforme istituzionali, l’innovazione tecnologica o cam-

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BCEBollettino mensile

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ANDAMENTIECONOMICI

EMONETARI

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La produzione,la domandae il mercato

del lavoro

biamenti persistenti dei costi dei fattori produttivi. È molto difficile distinguere i fattori ciclici da quelli strutturali in tempo reale. In linea di principio, solo questi ultimi rivestono importanza per la stima del trend di crescita del prodotto potenziale 1).

Fra i possibili fattori strutturali che concorrono a un calo della crescita del prodotto potenziale allo stato attuale, il presente riquadro si incentra sull’effetto di due shock che hanno colpito l’area dell’euro, ovvero i rincari petroliferi e gli aumenti dei premi per il rischio di credito. I cor-si petroliferi hanno esibito una considerevole volatilità negli anni recenti, segnando incrementi considerevoli fino a metà estate del 2008 e marcate diminuzioni in seguito. Dal momento che il petrolio è impiegato nella produzione, corsi petroliferi più elevati determinano costi marginali più alti a parità di livello di produzione. La corrispondenza fra costi marginali e prodotti margi-nali nell’economia è quindi ripristinata attraverso un utilizzo inferiore dei fattori di produzione che, a sua volta, determinerà un contrazione del prodotto. Inoltre, anche i costi di finanziamento sono aumentati dalla metà del 2007, a seguito di un ampliamento dei differenziali di credito. Se questi ultimi dovessero mantenersi più elevati per un periodo di tempo prolungato, si avrebbe una riduzione di più lunga durata della domanda di capitale e, quindi, un prodotto potenziale inferiore.

Per illustrare la possibile entità di questi effetti si può ricorrere a un approccio basato sulla funzio-ne di produzione. Un aumento del prezzo di un input nel processo di produzione rispetto al prezzo dell’output risulterà in un incremento del suo costo marginale in termini reali. In una situazione di equilibrio, ciò richiede un incremento della produttività marginale, che è ottenuta diminuendo il ricorso a questo input, riducendo quindi l’output. A sua volta, una riduzione dell’impiego di que-sto input comporta un peggioramento della produttività marginale di altri input. Si può dimostrare che la misura con cui questo fenomeno incide sulla crescita del prodotto potenziale dipende dalla flessibilità dei prezzi degli input e dal tasso di rimpiazzo del capitale. È importante osservare che quanto meno sono flessibili i prezzi, tanto più marcata sarà la correzione al ribasso del prodotto potenziale. Analogamente, quanto più elevato è il tasso di rimpiazzo del capitale, tanto più forti saranno le ripercussioni a breve termine sulla crescita potenziale.

In giugno l’OCSE (2008) 2) ha utilizzato un approccio basato sulla funzione di produzione per stimare l’impatto sul prodotto potenziale del persistere di premi al rischio e corsi petroliferi più elevati. Le stime dell’OCSE si basano sull’ipotesi che i corsi petroliferi in termini reali si collo-chino su un livello superiore del 170 per cento alla media ventennale per l’area dell’euro (il che corrisponde a corsi petroliferi pari a 120 dollari statunitensi al barile). Con i numerosi motivi di cautela implicati, come documentato dall’OCSE, i corsi petroliferi più elevati potrebbero ridurre

1) Cfr. i riquadri La (scarsa) affidabilità delle stime in tempo reale dell’output gap ed Evoluzione della crescita del prodotto potenziale nell’area dell’euro rispettivamente nei numeri di febbraio e luglio 2005 di questo Bollettino.

2) OCSE, “The implications of supply-side uncertainties for economic policy”, Economic Outlook, n. 83, giugno 2008.

St imede l l a c resc i ta su i dod ic i mes i de l prodottopotenz ia le ne l l ’ a rea de l l ’ euro

(variazioni percentuali sui dodici mesi)2007 2008 2009

Commissione europea 2,0 1,7 1,5OCSE 2,1 2,0 1,9

Fonti: basate sulle previsioni economiche di autunno 2008 della Commissione europea, Economic Outlook dell’OCSE, n. 83 giugno 2008.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008��

PRODOTTOPER SETTOREIn passato i comparti industriali (manifatturiero e costruzioni) hanno mostrato di norma mag-giore sensibilità al ciclo economico rispetto ad altri settori. È stato così anche quest’anno: seb-bene il calo dell’attività sia stato generalizzato, il settore industriale è stato quello che ha ri-sentito maggiormente del recente rallentamen-to dell’economia. Il valore aggiunto nell’in-dustria (al netto delle costruzioni) è diminuito nel secondo e terzo trimestre del 2008. Tutti i principali sottosettori del comparto manifat-turiero hanno subito un calo della produzione, ma la recente flessione registrata dai beni di investimento è stata particolarmente marcata (cfr. figura 48). All’inizio dell’anno, la crescita di questo settore è stata sostenuta dalla doman-da estera, in particolare quella proveniente dai paesi emergenti. In aggiunta, l’elevato numero di ordini accumulatisi ha mantenuto la produ-zione su alti livelli. Tuttavia, i nuovi ordini di beni di investimento sono diminuiti, allorché la domanda di investimenti è calata a livello mon-diale e i mercati emergenti sono stati progres-sivamente interessati dalle tensioni finanziarie in corso. Il rallentamento della produzione di

la crescita del prodotto potenziale di 0,1-0,2 punti percentuali su base annua nei primi anni di adeguamento. Dal momento che le quotazioni del greggio sono considerevolmente diminuite dal picco toccato a metà dell’estate, è probabile che sia molto più contenuto l’eventuale effetto calcolabile presumendo che tali quotazioni si mantengano sul livello attuale.

Quanto ai differenziali di credito, fra il secondo trimestre del 2007 (ovvero prima che iniziassero le turbolenze finanziarie) e il terzo trimestre del 2008, tali premi per l’attività di prestito delle IFM alle società non finanziarie sono aumentati di circa 50 punti base. Le stime dell’OCSE, basate su incrementi strutturali di analoga entità dei costi di finanziamento in termini reali, com-porterebbero una flessione della crescita del prodotto potenziale compresa fra -0,2 e -0,3 punti percentuali all’anno nei primi anni di adeguamento.

Si potrebbe pertanto prevedere che il persistere di differenziali di credito più elevati che si con-cretizzano in un costo strutturalmente più elevato del capitale nonché di prezzi petroliferi più alti determini una riduzione della crescita del prodotto potenziale. Va tuttavia ricordato che, quando si tratta di stimare la portata di tale effetto, è necessario formulare varie ipotesi e che l’impatto ottenuto è caratterizzato da un grado elevato di incertezza. Ciò nonostante, se l’attuale livello elevato di premi al rischio dovesse prevalere per un periodo di tempo più lungo o se i corsi pe-troliferi dovessero toccare nuovamente livelli significativamente più elevati, nei prossimi anni si dovrebbe avere un impatto negativo sul trend di crescita del prodotto potenziale dell’area dell’euro.

F i gura 48 C re s c i t a de l l a p roduz ionei ndus t r i a l e e cont r ibut i

(tasso di crescita e contributi in punti percentuali; dati mensili destagionalizzati)

beni di investimentobeni di consumobeni intermedienergiatotale escluse le costruzioni (tasso di crescita)

-2,0

-1,5

-1,0

-0,5

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

-2,0

-1,5

-1,0

-0,5

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

2004 2008200720062005

Fonti: Eurostat ed elaborazioni della BCE.Nota: i dati riportati sono calcolati come medie mobili centrate a tre mesi rispetto all’analoga media dei tre mesi precedenti.

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BCEBollettino mensile

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ANDAMENTIECONOMICI

EMONETARI

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La produzione,la domandae il mercato

del lavoro

beni di investimento registrato ultimamente potrebbe rispecchiare l’esaurirsi degli ordini prece-dentemente accumulatisi.

L’attività nel settore delle costruzioni è calata in seguito alla flessione del mercato degli immobili residenziali. Nel secondo trimestre dell’anno il valore aggiunto nel settore delle costruzioni è sceso bruscamente. Come discusso nei precedenti numeri di questo Bollettino, tale andamento è in parte riconducibile a una reazione alla dinamica eccezionalmente vivace nei primi mesi dell’anno, quando le condizioni climatiche miti in alcune regioni europee hanno sostenuto le costruzioni. Tuttavia, il settore delle costruzioni ha mostrato una tendenza generalmente negativa: l’attività è diminuita an-che nel terzo trimestre, in agosto i permessi di costruzione per i nuovi edifici residenziali sono calati bruscamente sui dodici mesi e le indagini sul comparto indicano il protrarsi della debolezza anche nell’ultima parte dell’anno.

L’attività nel settore dei servizi ha evidenziato una maggiore tenuta rispetto ad altri comparti, sebbene il ritmo di espansione sia stato il più contenuto dall’inizio del 2004, con tassi di incremento dello 0,3 e dello 0,2 per cento sul periodo precedente nel secondo e terzo trimestre del 2008 rispettivamente. Le indagini suggeriscono che la moderazione delle attività nei servizi si protrarrà nella parte restante dell’anno. In questo comparto il rallentamento è stato relativamente generalizzato. A seguito della con-trazione della spesa delle famiglie e dei rincari degli alimentari all’inizio dell’anno, i servizi alberghieri e di ristorazione hanno registrato un rallentamento delle attività. Anche i settori dei trasporti e delle comunicazioni hanno risentito della flessione nell’industria manifatturiera, un importante utilizzatore intermedio dei loro servizi.

Per contro, nel secondo trimestre la crescita nei servizi alle imprese e nel settore finanziario è sta-ta vigorosa ed è rimasta positiva nel terzo trime-stre. Alla luce delle turbolenze in atto nei mercati finanziari, che probabilmente hanno influenzato i servizi di intermediazione finanziaria, le attività in questo comparto avrebbero potuto far registra-re un calo più pronunciato. Questo settore tutta-via comprende un’ampia gamma di attività, quali i servizi legali, contabili, fiscali, di consulenza o connessi ai beni immobili, non tutte direttamente interessate dalle turbolenze. Nondimeno, le in-dagini indicano un calo generalizzato di questi sottosettori durante lo scorso anno, suggerendo che il valore aggiunto dei servizi alle imprese po-trebbe presto diminuire ulteriormente.

Per quanto riguarda gli andamenti futuri, le pro-spettive a breve termine per l’attività complessiva sono nettamente peggiorate negli ultimi mesi. Nel settore industriale i nuovi ordini sono diminuiti bruscamente nel terzo trimestre. In novembre l’in-dice PMI composito ha segnato il calo mensile più pronunciato, raggiungendo il livello più basso dal-l’avvio dell’indagine nel 1998 (cfr. figura 49). Sia nel settore dei servizi che in quello dell’industria

F i gura 49 Produz ione i ndus t r i a l e , c l imad i f i duc i a de l l e imprese man i f at tu r i e ree i nd i ce de i re sponsab i l i deg l i a cqu i s t i(dati mensili destagionalizzati)

produzione industriale 1) (scala di sinistra)clima di fiducia delle imprese industriali 2)

(scala di destra)indice dei responsabili degli acquisti 3)

(scala di destra)

2008-6

-5

-4

-3

-2

-1

0

1

2

3

-18

-15

-12

-9

-6

-3

0

3

6

9

2004 2005 2006 2007

Fonti: Eurostat, indagini congiunturali della Commissione europea presso le famiglie e le imprese, Markit Economics ed elaborazioni della BCE.Nota: tutte le serie si riferiscono al settore manifatturiero.1) Variazioni percentuali della media mobile a tre mesi rispetto al trimestre precedente.2) Saldi percentuali; variazioni rispetto a tre mesi prima.3) Purchasing Managers’ Index; scostamenti dal valore 50.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008�8

l’attività è diminuita più rapidamente di quanto abbia fatto in precedenza. Anche l’indagine della Com-missione europea diffusa in novembre ha evidenziato che la fiducia delle imprese è ai livelli minimi dal 1993. Queste indagini rappresentano di norma un buon indicatore degli andamenti dell’attività nell’area dell’euro, ma è possibile che al momento non rispecchino fedelmente gli andamenti effettivi, forse perché il clima di fiducia ha risentito indebitamente delle recenti tensioni finanziarie e dei numerosi resoconti pessimistici apparsi sui mezzi di comunicazione. Tuttavia, come discusso nel riquadro 6 del Bollettino di novembre 2008, queste indagini hanno continuato a fornire un quadro abbastanza fedele degli andamenti a livello settoriale almeno fino al terzo trimestre dell’anno. Pertanto, la brusca flessione registrata in novem-bre indicherebbe che l’andamento della crescita nell’area si sta ulteriormente deteriorando, con prospettive particolarmente avverse per il settore industriale. Conferme in tal senso vengono da riscontri aneddotici, con la chiusura prolungata degli impianti in alcuni settori durante il periodo natalizio, la cancellazione di ordini e i crescenti timori per gli effetti dell’inasprimento delle condizioni di credito alla produzione. Nel complesso, l’attività dovrebbe calare ulteriormente nel quarto trimestre del 2008 e rimanere su livelli molto contenuti all’inizio del 2009.

MERCATODEL LAVORONegli ultimi anni il mercato del lavoro nell’area dell’euro ha registrato un netto miglioramento. L’oc-cupazione è cresciuta sensibilmente, il tasso di partecipazione è aumentato e all’inizio del 2008 la disoccupazione è scesa ai livelli minimi dall’inizio degli anni ottanta. Pertanto, verso la fine del 2007 sussistevano tensioni sul mercato del lavoro e le pressioni salariali erano aumentate (cfr. sezione 3). Più di recente, tuttavia, le prospettive per il mercato del lavoro sono nettamente peggiorate. Il tasso di disoccupazione è aumentato dall’inizio del 2008 e, nonostante la crescita dell’occupazione sia rimasta positiva nei primi mesi dell’anno, le indagini hanno evidenziato in seguito un ridimensiona-mento delle aspettative di occupazione. La domanda di lavoro è diminuita più rapidamente dell’of-ferta disponibile e tale andamento dovrebbe protrarsi. Di conseguenza, le pressioni sul mercato del lavoro dovrebbero attenuarsi nei prossimi trimestri.

La crescita dell’occupazione, pur non mantenendo il ritmo osservato nel 2007, rispetto all’espan-sione del prodotto, ha mostrato una relativa tenuta nella prima metà del 2008. L’occupazione ha rallentato leggermente, aumentando dello 0,3 per cento sul periodo precedente nel primo trimestre e dello 0,2 nei tre mesi successivi (tavola 8). Lo sfasamento temporale tra le variazioni dell’occu-pazione e quelle dell’attività economica non è inusuale. Le assunzioni e i licenziamenti comportano notevoli costi per le imprese, in particolare nel caso dei dipendenti con contratti a tempo indeter-

Tavo la 8 C re s c i t a de l l ’ o c cupaz ione

(variazioni percentuali sul periodo precedente; dati destagionalizzati)

Variazioni annuali Variazioni trimestrali

2006 2007 2007 2007 2007 2008 2008

2° trim. 3° trim. 4° trim. 1° trim. 2° trim.

Totale economia 1,6 1,8 0,5 0,4 0,3 0,3 0,2di cui:Agricoltura e pesca -1,9 -1,2 -0,4 -1,2 -0,5 0,5 -1,0Industria 0,5 1,4 0,2 0,0 0,1 0,2 -0,3Escluse le costruzioni -0,4 0,3 0,1 0,0 0,1 0,2 0,0Costruzioni 2,6 3,9 0,5 0,0 0,0 0,1 -1,1

Servizi 2,2 2,1 0,7 0,6 0,4 0,4 0,4Commercio e trasporti 1,6 1,8 0,9 0,7 0,1 0,4 0,4Finanziari e alle imprese 3,9 4,1 1,3 0,8 0,7 0,9 0,4Amministrazione pubblica 1) 1,9 1,3 0,1 0,5 0,4 0,0 0,5

Fonti: Eurostat ed elaborazioni della BCE.1) Comprende anche istruzione, sanità e altri servizi.

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BCEBollettino mensile

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ANDAMENTIECONOMICI

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La produzione,la domandae il mercato

del lavoro

minato. In un primo tempo le imprese potrebbero aver deciso di attendere per valutare la probabile entità del rallentamento dell’espansione prima di sostenere le spese conseguenti a un’ampia ristrut-turazione del personale. Se inizialmente la flessione era ritenuta di lieve entità o di durata relativa-mente breve, le imprese potrebbero aver scelto semplicemente di mantenere il personale, riducendo invece i ritmi di lavoro dei dipendenti in servizio. Tale politica emergerebbe dalla riduzione del numero di ore lavorate e da un calo del prodotto per dipendente. In effetti, la produttività nell’area dell’euro, misurata in termini di valore aggiunto per dipendente, è aumentata molto più lentamente nel secondo trimestre rispetto ai periodi precedenti (cfr. figura 51) e la crescita annuale delle ore lavorate nella prima metà del 2008 è diminuita in media rispetto al 2007. In alternativa, le imprese potrebbero aver scelto inizialmente di ridurre il personale, evitando di rimpiazzare i lavoratori in mobilità o in pensionamento, o riducendo il numero di lavoratori temporanei, un’operazione che comporta costi ridotti per l’azienda. I dati statistici desunti dalle indagini sulle forze di lavoro indi-cano che nel secondo trimestre del 2008 la crescita sul periodo corrispondente del lavoro a tempo determinato ha rallentato molto più rapidamente rispetto a quella del lavoro a tempo indeterminato. Tale andamento potrebbe anche aver rispecchiato la brusca contrazione dell’attività nel settore delle costruzioni, che si avvale prevalentemente dell’occupazione temporanea.

Guardando al futuro, le prospettive a breve termine per la domanda di lavoro dipendono da come le imprese hanno rivisto le loro valutazioni sull’evoluzione economica in seguito al deteriorarsi della situazione. Le indagini suggeriscono che, con l’acuirsi del rallentamento e la crescente possibilità che il periodo di ridotta attività si protragga, le imprese hanno ridimensionato le loro intenzioni di assunzione e le prospettive per la domanda di lavoro sono peggiorate nettamente. In novembre sia il PMI che i risultati delle indagini della Commissione europea sulle intenzioni di assunzione si sono collocati su livelli prossimi a quelli minimi dal 2003 (cfr. figura 50).

Le conseguenze dell’atteso contenimento della domanda di lavoro dipendono in parte dall’anda-mento dell’offerta di lavoro. L’aumento delle forze di lavoro rispecchia le variazioni della popola-

Figura50Crescitadel l ’occupazioneeattesesul l ’occupazione

(variazioni percentuali sul periodo corrispondente; saldi percentuali; dati destagionalizzati)

crescita dell’occupazione nell’industria al nettodelle costruzioni (scala di sinistra)aspettative sull’occupazione nell’industria manifatturiera(scala di destra)

aspettative sull’occupazione nel settore delle costruzioniaspettative sull’occupazione nel settore del commercioal dettaglioaspettative sull’occupazione nel settore dei servizi

-2,0

-1,5

-1,0

-0,5

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

-20

-15

-10

-5

0

5

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20

20082002 2003 2004 2005 2006 2007-15

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20

20082002 2003 2004 2005 2006 2007

Fonti: Eurostat e indagini congiunturali della Commissione europea presso le famiglie e le imprese.Nota: i saldi percentuali sono espressi come scarti dalla media.

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BCEBollettino mensileDicembre 200880

zione in età lavorativa e della disponibilità dei singoli individui a far parte delle forze di lavoro. A fronte di una domanda di lavoro rimasta rela-tivamente vigorosa fino a metà dell’anno, anche la crescita dell’offerta di lavoro è stata sostenu-ta. La popolazione in età lavorativa è aumentata costantemente e il tasso di partecipazione è mi-gliorato. La crescita sul periodo corrispondente delle forze di lavoro nel secondo trimestre del 2008 è stata prossima a quella registrata in me-dia negli ultimi due anni.

In seguito al rallentamento dell’economia, è probabile che l’offerta potenziale di lavoro cre-sca meno rapidamente. Diminuendo il numero di impieghi disponibili, gli individui potrebbe-ro rinunciare a cercare un lavoro. Ciò farebbe diminuire i tassi di partecipazione. Nel medio termine potrebbero diminuire anche le forze di lavoro disponibili se i lavoratori dovessero ri-manere disoccupati per un lungo periodo di tem-po. È probabile che le competenze degli individui senza lavoro perdano rilevanza o non rispondano ai requisiti dei datori di lavoro. Tali individui quindi possono incontrare crescenti difficoltà nel trovare lavoro anche in presenza di una ripresa dell’attività economica. Come spiega il riquadro 8, è necessario pertanto che i governi nell’area dell’euro continuino ad attuare le misure per il mercato del lavoro che possono contrastare il rischio di un peggioramento strutturale dei tassi di disoccupa-zione e di partecipazione.

F i gura 51 Produt t i v i t à de l l avoro

(variazioni percentuali sui dodici mesi)intera economiaindustria, escluse le costruzioniservizi

-1

0

1

2

3

4

5

-1

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1

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2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

Fonti: Eurostat ed elaborazioni della BCE.

R iquadro 8

LE POL IT IChE STRuTTuRAL I DuRANTE uNACR I S I

In considerazione della crisi in atto nei mercati finanziari e della contrazione dell’attività eco-nomica nell’area dell’euro, il presente riquadro delinea gli interventi di bilancio e di politica strutturale atti ad accrescere la capacità di tenuta dell’economia e a stimolare la produttività e l’innovazione per sostenere la ripresa e la crescita economica nel lungo periodo. La politica mo-netaria, assicurando che le aspettative di inflazione rimangano saldamente ancorate in linea con la definizione della BCE di stabilità dei prezzi che prevede una variazione dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo inferiore ma prossima al 2 per cento nel medio periodo, favorisce un clima di fiducia e contribuisce alla ripresa economica. È chiaro, però, che la politica monetaria non può fronteggiare la situazione di singole regioni o settori oppure creare le condizioni strutturali per un’efficiente ripartizione delle forze di lavoro e la ristrutturazione delle imprese. È probabile che i paesi che presentano mercati del lavoro e dei beni e servizi strutturalmente rigidi, nonché squilibri di bilancio relativamente importanti e amministrazioni pubbliche inefficienti, abbiano una minor capacità di tenuta alla crisi e siano più esposti al rallentamento mondiale. Nel più lungo periodo, la crescita del prodotto di un paese dipenderà, fra l’altro, anche dal grado in cui la crisi e il ral-lentamento economico influiscono sul prodotto potenziale attraverso le ristrutturazioni societarie, l’adeguamento del mercato del lavoro e la qualità dell’attività del settore pubblico.

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BCEBollettino mensile

Dicembre 2008

ANDAMENTIECONOMICI

EMONETARI

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La produzione,la domandae il mercato

del lavoro

Allo stato attuale, è fondamentale che i governi non ritardino, bensì al contrario intraprendano azioni incisive per attuare le necessarie riforme strutturali nei paesi e migliorare la qualità delle finanze pubbliche in linea con la strategia di Lisbona. Tali misure sono preferibili a una gestione di breve termine della domanda in quanto gettano solide fondamenta per la ripresa, nonché per la crescita e l’occupazione nel medio e più lungo periodo. In una recente comunicazione 1), sottopo-sta al Consiglio europeo come base per un piano europeo di ripresa economica, la Commissione europea ha proposto anche una serie di interventi di bilancio e di politica strutturale. A questo riguardo, è importante mantenere la disciplina e una prospettiva di medio termine nel processo decisionale a livello macroeconomico. L’esperienza ha dimostrato che l’attivismo in politica economica ha solo comportato l’accumulo di squilibri di bilancio e non ha contribuito a risolvere i problemi economici e strutturali di fondo.

Misure intese a stimolare il mercato del lavoro e la crescita della produttività 2)

Nel mercato del lavoro occorrono interventi che concorrano a contenere l’impatto della crisi finanziaria e ad assicurare che la ripresa economica prenda avvio senza un peggioramento strut-turale del livello di disoccupazione e una riduzione dei tassi di partecipazione alle forze di lavoro nel più lungo termine. In particolare occorrono:

a) Misure volte a sostenere la flessibilità dei salari e a moderare la dinamica salariale. Fra queste si annoverano l’abolizione dei meccanismi di indicizzazione salariale che, contribuendo a ridurre le pressioni al rialzo di salari e costi sulle imprese, agevola la competitività e sostiene l’occupazione. In un contesto in cui i settori sono interessati in maniera differenziata dalla crisi, sarebbero utili caratteristiche istituzionali del sistema di contrattazione salariale che possano concorrere ad assicurare che i salari riflettano l’andamento della produttività a livello locale, la disoccupazione e la competitività a livello di impresa. In particolare, nei comparti e nei paesi che sono più gravemente colpiti dalla crisi, il contenimento dei prezzi e dei costi per unità di prodotto sostiene la domanda e l’occupazione. Inoltre, nei dibattiti sulla legislazione relativa al salario minimo, l’attenzione deve incentrarsi sul fatto che va sostenuta l’occupa-zione ed evitata la perdita di posti di lavoro, in quanto questo fenomeno colpirebbe principal-mente le fasce sociali scarsamente qualificate e più deboli.

b) Misure a sostegno della (ri)occupazione. Le riforme volte ad aumentare l’efficacia e l’efficienza delle politiche attive del mercato del lavoro e degli uffici pubblici di collocamento concorrereb-bero alla (ri)qualificazione dei disoccupati e li aiuterebbero a trovare nuovi posti di lavoro. Per i lavoratori occupati, una maggior flessibilità nell’orario di lavoro potrebbe fornire alle imprese il margine aggiuntivo della riduzione dell’orario di lavoro in determinati periodi in linea con le esigenze di produzione, evitando di perdere mediante licenziamenti prezioso capitale umano a livello specifico di impresa. Anche una maggiore flessibilità nel rinnovo dei contratti di lavoro a tempo determinato potrebbe contribuire a favorire l’occupazione durante la crisi.

c) Misure volte ad agevolare i meccanismi di riequilibrio economico nel medio termine. Altri interventi possono aiutare a promuovere la capacità di adeguamento dell’economia nel me-dio periodo e a creare le premesse per la ripresa, evitando un aumento della disoccupazione strutturale. Fra queste si annoverano misure per incrementare la mobilità del lavoro in ter-

1) Comunicazione della Commissione al Consiglio europeo – Un piano europeo di ripresa economica, 26 novembre 2008.2) Cfr., ad esempio, BCE (2008), Labour Supply and Employment in the Euro Area Countries - 2008 Structural Issues Report.

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mini geografici (sia tra i paesi che al loro interno) e occupazionali, come l’assicurazione della portabilità delle pensioni e il riconoscimento internazionale del grado di istruzione, che favorirebbero la ridistribuzione dell’attività fra settori. Le riforme al sistema di sussidi alla disoccupazione che sanciscono il livello appropriato e/o la durata dei sussidi evitano i disin-centivi ad accrescere l’offerta di lavoro e ulteriori pressioni al rialzo sul costo del lavoro. Una riduzione del cuneo fiscale sull’occupazione attraverso uno spostamento delle imposte e dei contributi previdenziali potrebbe contribuire a sostenere l’offerta di lavoro e l’occupazione riducendo i contributi a carico dei datori di lavoro e il divario fra stipendi e remunerazione netta effettiva dei lavoratori. L’introduzione di una maggiore flessibilità nella legislazione in materia di tutela del posto di lavoro a tempo indeterminato riduce i disincentivi per le imprese ad assumere nuovi dipendenti. Infine, le iniziative per migliorare la trasferibilità delle competenze e modificare la struttura delle qualifiche attraverso una migliore offerta formativa aumenta le possibilità di occupazione nel medio e lungo termine.

Nei mercati dei beni e servizi servono misure che attenuino l’onere della regolamentazione sulle attività economiche esistenti, accrescano la concorrenza e stimolino l’innovazione. Esse com-prendono:

a) Misure volte ad accrescere ulteriormente la capacità di tenuta dell’economia. Le politiche che riducono la regolamentazione sulle attività economiche esistenti e aumentano la con-correnza favoriscono i consumatori grazie a prezzi più contenuti, aumentando così il potere di acquisto delle famiglie. È questo il caso soprattutto del settore dei servizi (come i servizi di rete e il settore del commercio al dettaglio) e di quello agricolo. Congiuntamente agli incrementi di produttività associati, derivanti dallo spostamento dell’offerta a favore delle imprese più efficienti, tali misure stimolerebbero probabilmente la domanda aggregata nel medio termine e aumenterebbero la capacità di tenuta dell’economia dell’area dell’euro nel fronteggiare shock avversi.

b) Misure che stimolano la produttività e l’innovazione. Nei paesi che dispongono di margini di manovra nelle finanze pubbliche, potrebbe essere sollecitata una maggiore spesa pub-blica in ricerca e sviluppo (R&S) per stimolare la domanda aggregata e la produttività di lungo periodo nonché la concorrenza attraverso l’attività di innovazione. Inoltre, in un so-lido contesto regolamentare, un mercato adeguato per il capitale di rischio (venture capital) assicura che le start-up e le piccole e medie imprese (PMI) trovino fonti di finanziamento appropriate. Anche le partecipazioni miste pubblico-privato possono essere utili nel caso di progetti particolarmente complessi o finanziariamente onerosi. Le barriere all’ingresso nonché le barriere normative alla costituzione di nuove imprese andrebbero attenuate o eli-minate per agevolare la ristrutturazione del settore societario attraverso l’emergere di nuove imprese.

Misure di bilancio che promuovono la qualità e la crescita

Le misure volte a migliorare la qualità delle finanze pubbliche, e che interessano sia il livello sia la composizione delle entrate e delle spese pubbliche, mirano a conseguire vantaggi economici di più lungo termine da un’allocazione e un impiego più efficaci ed efficienti delle risorse di bilancio per determinate priorità strategiche. La spesa produttiva ha un effetto positivo sul po-tenziale di crescita di un’economia incrementando la produttività marginale del capitale e/o del lavoro oppure la produttività totale dei fattori. A questo riguardo, la spesa pubblica “essenziale”

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ANDAMENTIECONOMICI

EMONETARI

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La produzione,la domandae il mercato

del lavoro

Nel complesso, il contenimento della domanda di lavoro insieme alla crescita più sostenuta dell’of-ferta potenziale di lavoro segnalano che le tensioni sul mercato del lavoro cominciano ad attenuarsi. Pur rimanendo abbastanza contenuto in termini storici, il tasso di disoccupazione nell’area dell’eu-ro è salito bruscamente dall’inizio dell’anno, passando dal 7,2 per cento nel primo trimestre al 7,7 in ottobre. Sempre in ottobre il numero di disoccupati è aumentato, per il settimo mese consecutivo, di 225.000 unità, l’incremento mensile più cospicuo dal 1993 (cfr. figura 52). Inoltre, l’indagine della Commissione europea sulle imprese indica che in ottobre è diminuito il numero di imprese che hanno segnalato la carenza di manodopera come un vincolo alla produzione. Diminuendo la domanda di lavoro delle imprese, le pressioni sul mercato del lavoro dovrebbero continuare ad attenuarsi nel corso del prossimo anno.

può essere importante per la crescita del prodotto nel più lungo termine quanto il capitale privato e il lavoro 3). Essa può innalzare, direttamente o indirettamente, lo stock di capitale umano e fisi-co e il progresso tecnico nell’economia creando sinergie per le attività private. Inoltre, i servizi pubblici devono essere erogati con attenzione all’efficenza di costo. Infine, una volta assicurato un determinato livello di spesa pubblica di “elevata qualità”, è importante che la struttura finan-ziaria corrispondente minimizzi le distorsioni fiscali e preveda semplicità e trasparenza nella normativa e nel sistema tributari.

Le evidenze disponibili indicano effetti negativi sulla crescita di un maggiore intervento pub-blico, in particolare se associato a elevati oneri fiscali sul lavoro e sul capitale e a una spesa inefficiente 4). Inoltre, gli studi empirici sull’efficienza della spesa pubblica rilevano anche ampi margini di miglioramento nell’area dell’euro e in Europa in genere 5). Buone prassi di governan-ce della finanza pubblica (ad esempio per quanto concerne la normativa in materia di bilancio), oltre a promuovere la disciplina e la sostenibilità dei conti pubblici, possono anche contribuire a riorientare la spesa a favore di voci maggiormente intese a promuovere la crescita attraverso l’impiego di minori risorse di bilancio per altri scopi.

Nel complesso, le politiche di bilancio sono di elevata qualità e sostengono la crescita se soddi-sfano i seguenti requisiti:

• forniscono un contesto istituzionale favorevole alla crescita e a solide finanze pubbliche;• limitano gli impegni al ruolo essenziale del governo nel fornire beni e servizi;• costituiscono incentivi che promuovono la crescita e l’occupazione nel settore privato;• impiegano con efficienza le risorse pubbliche;• finanziano le attività pubbliche e, laddove opportuno, le attività del settore privato con un siste-

ma tributario efficiente e stabile;• sostengono la stabilità macroeconomica attraverso conti pubblici solidi e sostenibili.

Tali misure dovrebbero essere in linea con il principio di un’economia di mercato aperta e in libera concorrenza per evitare una situazione in cui il sostegno pubblico alle società nazionali sia discriminatorio nei confronti delle imprese straniere.

3) La spesa essenziale può annoverare la spesa per la sicurezza interna ed esterna, i servizi amministrativi essenziali e la giustizia, la ricerca di base, l’istruzione e la sanità di base, la previdenza e l’assistenza sociale minima, le infrastrutture pubbliche.

4) Afonso, A., W. Ebert, L. Schuknecht e M. Thöne (2005), Quality of Public Finances and Growth, Working Paper della BCE, n. 438, e Commissione europea, “Public finances in EMU – 2008”, European Economy, 4 luglio 2008.

5) Deroose, S. e C. Kastrop (a cura di) (2008), The Quality of Public Finances: Findings of the Economic Policy Committee-Working Group (2004-2007), Occasional Paper della Commissione europea, n. 37.

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4.3PROSPETTIVEPERL’ATTIVITàECONOMICA

Da settembre si è manifestato un intensificarsi e diffondersi delle turbolenze nei mercati finan-ziari. Le tensioni si sono trasmesse in misura crescente dal settore finanziario all’economia reale. Alcuni rischi al ribasso per l’attività eco-nomica identificati in precedenza si sono con-cretizzati, determinando un declino del ritmo di crescita dell’area dell’euro nel corso del 2008. Le indagini segnalano un consistente deterio-ramento dell’attività verso la fine dell’anno. A fronte della modesta crescita del reddito reale, del calo della ricchezza finanziaria, dell’ina-sprirsi delle condizioni creditizie e del peggio-ramento delle prospettive per il mercato del la-voro, le famiglie hanno ridotto i livelli di spesa. Gli investimenti delle imprese hanno segnato un calo, poichè la redditività è diminuita, le pres-sioni sulla capacità produttiva si sono attenuate e l’inasprimento dei criteri per la concessione dei prestiti hanno reso più costosi e meno dispo-nibili i finanziamenti. Anche gli investimenti in edilizia residenziale hanno subito una moderazione in seguito al rallentamento del mercato immobiliare in diversi paesi nell’area. La domanda estera si è indebolita allorché le economie avanzate hanno subito un rallentamento e i mercati emergenti hanno risentito in misura crescente delle tensioni finanziarie. La contrazione del prodotto ha at-tenuato le pressioni sulla capacità produttiva delle imprese e le condizioni del mercato del lavoro sembrano essersi rilassate. Il tasso di disoccupazione è aumentato e le aspettative di occupazione si sono ridimensionate.

Le prospettive per l’attività economica sono caratterizzate da uno straordinario livello di incertezza, riconducibile in gran parte all’intensificarsi e al diffondersi delle turbolenze nei mercati finanziari. La debolezza dell’economia mondiale e la fiacchezza della domanda interna dovrebbero protrarsi nei prossimi trimestri. Secondo le proiezioni macroeconomiche di dicembre formulate dagli esperti dell’Eurosistema, si verificherebbe in seguito una graduale ripresa sostenuta dal calo dei prezzi del-le materie prime, purché il contesto esterno migliori e le tensioni finanziarie diminuiscano. In base a tali proiezioni il tasso di crescita sui dodici mesi del PIL reale si collocherebbe in media fra lo 0,8 e l’1,2 per cento nel 2008, fra -1,0 e lo 0,0 per cento nel 2009 e fra lo 0,5 e l’1,5 per cento nel 2010. Questi dati costituiscono una sensibile revisione al ribasso delle proiezioni elaborate in settembre.

I rischi per la crescita economica sono orientati verso il basso, connessi principalmente alla possi-bilità che le turbolenze nei mercati finanziari abbiano un impatto più marcato sull’economia reale, nonché ai timori di spinte protezionistiche e a possibili sviluppi disordinati dovuti agli squilibri mondiali.

Figura52Disoccupazione

(dati mensili destagionalizzati)

variazioni mensile in migliaia (scala di sinistra)in percentuale delle forze di lavoro (scala di destra)

-300

-200

-100

0

100

200

300

6,0

6,5

7,0

7,5

8,0

8,5

9,0

20082004 2005 2006 2007

Fonte: Eurostat.

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ANDAMENTIECONOMICI

EMONETARI

8�

La finanza pubblica

5LAFINANzAPuBBLICALe attuali prospettive per i conti pubblici indicano un forte deterioramento dei saldi di bilancio nell’area dell’euro e vi è il rischio di un ulteriore peggioramento. In base alle previsioni economi-che elaborate dalla Commissione europea nell’autunno 2008, che non riflettono del tutto il recen-te rallentamento macroeconomico, il disavanzo medio delle Amministrazioni pubbliche dell’area dell’euro in rapporto al PIL aumenterebbe considerevolmente nel 2008 e nel 2009. Si prevede che nel 2008 tre paesi dell’area registrino un disavanzo pari o superiore al valore di riferimento del 3 per cento del PIL. Il deterioramento delle prospettive di bilancio è causato dal peggioramento del contesto macroeconomico, nonché da riduzioni delle imposte in alcuni paesi. Questo scenario per i saldi di bilancio è soggetto al rischio di un ulteriore peggioramento, a causa delle incerte prospettive macroeconomiche, dell’impatto esercitato sui conti pubblici dalla crisi finanziaria e delle misure di stimolo fiscale programmate. Per preservare la fiducia nella solidità delle politiche di bilancio, è essenziale che tutte le parti interessate rispettino l’impegno assunto di applicare appieno le disposizioni del Patto di stabilità e crescita.

ANDAMENT I DE I CONT I PuBBL IC I NEL 2008

Le prospettive per i conti pubblici dell’area dell’euro evidenziano un forte deterioramento dei sal-di di bilancio. Secondo le previsioni economiche autunnali della Commissione europea pubblicate il 3 novembre, il disavanzo medio delle Amministrazioni pubbliche dell’area dell’euro rispetto al PIL aumenterebbe nel 2008 all’1,3 per cento (cfr. tavola 9) dallo 0,6 per cento del 2007, ponendo fine alla costante flessione osservata negli ultimi anni. Se confrontato con gli aggiornamenti dei programmi di stabilità di fine 2007, il valore previsto dalla Commissione evidenzia a livello del-l’area dell’euro un deterioramento di 0,4 punti percentuali rispetto agli obiettivi iniziali e va ricon-

Tavo la 9 Evo luz ionede l l a f inanzapubbl i ca ne l l ’ a rea de l l ’ euro

(in percentuale del PIL)

2004 2005 2006 2007 2008 2009

Commissione europea, previsioni economiche dell’autunno 2008a. Entrate totali 44,6 44,8 45,3 45,5 45,0 45,0b. Spese totali 47,5 47,3 46,6 46,1 46,3 46,9 di cui: c. interessi 3,1 2,9 2,9 3,0 3,0 2,9 d. spese primarie (b - c) 44,4 44,4 43,8 43,1 43,3 43,9Saldo di bilancio (a - b) -2,9 -2,5 -1,3 -0,6 -1,3 -1,8Saldo primario (a - d) 0,2 0,4 1,6 2,3 1,6 1,1Saldo corretto per gli effetti del ciclo -2,7 -2,2 -1,5 -1,2 -1,6 -1,4Debito lordo 69,5 70,0 68,3 66,1 66,6 67,2

Per memoria: PIL in termini reali (variazione percentuale annua) 2,2 1,7 2,9 2,7 1,2 0,1

Programmi di stabilità, medie per l’area dell’eurobasate sulle informazioni contenute negli aggiornamenti dei Programmi di stabilità 2007-2008

Saldo di bilancio -1,5 -0,8 -0,9 -0,4Saldo primario 1,5 2,2 2,1 2,3Saldo corretto per gli effetti del ciclo -1,4 -1,0 -0,9 -0,5Debito lordo 68,4 66,4 64,9 63,3

Per memoria: PIL in termini reali (variazione percentuale annua) 3,0 2,7 2,3 2,2

Fonti: Commissione europea, aggiornamenti dei Programmi di stabilità 2007-2008 ed elaborazioni della BCE.Note: i dati non includono i ricavi dalla vendita delle licenze UMTS. Eventuali mancate quadrature sono dovute all’arrotondamento delle cifre decimali. I dati della Commissione europea includono Cipro, Malta e la Slovacchia per tutti gli anni riportati.

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dotto a sgravi fiscali, a entrate inferiori alle attese e a una spesa primaria più elevata. La Commissio-ne prevede un rapporto disavanzo/PIL pari o su-periore al valore di riferimento del 3 per cento del PIL per Francia, Irlanda e Malta nel 2008, mentre nel 2007 solo la Grecia ha registrato un disavanzo superiore al 3 per cento del PIL. In Grecia il disa-vanzo delle Amministrazioni pubbliche nel 2007 è stato rivisto al rialzo al 3,5 per cento del PIL in occasione della notifica autunnale all’Eurostat, contro il 2,8 per cento riportato nella notifica di primavera. L’Eurostat ha rimosso le riserve alla notifica della primavera del 2008, dopo la corretta contabilizzazione delle sovvenzioni dell’UE e il miglioramento della rilevazione dei fondi fuori bilancio nonché di quelli delle amministrazioni locali e degli enti di previdenza e assistenza so-ciale.

Anche se non si prendono in considerazione gli effetti di interventi pubblici su larga scala volti a stabilizzare le istituzioni finanziarie, la Commissione prevede che il rapporto fra debito lordo delle Amministrazioni pubbliche dell’area dell’euro e PIL aumenti dal 66,1 per cento del 2007 al 66,6 per cento nel 2008 1). Per assicurare un approccio coerente, il trattamento statistico della maggior parte delle operazioni di salva-taggio è attualmente oggetto di analisi da parte dell’Eurostat.

FATTOR I ALLA BASE DEGL I ANDAMENT IDE I CONT I PuBBL IC I NEL 2008Il deterioramento del saldo di bilancio del-l’area dell’euro è determinato in parte dal calo del tasso di crescita medio annuo del PIL in termini reali (cfr. figura 53). In particolare, il rallentamento economico ha avuto un impatto negativo sul rapporto entrate/PIL per effetto della base imponibile più contenuta e della riduzione della crescita di salari e stipendi e dei consumi privati (nominali), caratterizzati da un elevato gettito fiscale, a vantaggio della domanda esterna soggetta a minori imposte.

Figura53Determinantidegl i andamentidibi lancionel l ’areadel l ’euro

(in punti percentuali del PIL; variazioni percentuali)

b) Variazioni annue nel saldo corretto per gli effetti del ciclo e nella componente ciclica del saldo effettivo

variazione della componente ciclica del saldo effettivovariazione del saldo corretto per gli effetti del ciclo

c) Variazioni annue delle determinanti del saldo corretto per gli effetti del ciclo

variazione delle entrate totalicorrette per gli effetti del ciclovariazione delle spese primariecorrette per gli effetti del ciclo

a) Tasso di crescita del PIL e variazioni annue del saldo di bilancio

variazione del saldo di bilanciotasso di crescita del PILtasso di crescita del PIL potenziale

0,0

0,8

1,6

2,4

3,2

0,0

0,8

1,6

2,4

3,2

-0,820092005 2006 2007 2008

-0,8

-0,6

-0,4

-0,20,0

0,2

0,4

0,6

0,8

-0,8

-0,6

-0,4

-0,20,0

0,2

0,4

0,6

0,8

20092005 2006 2007 2008

-0,8

-0,6

-0,4

-0,2

0,0

0,2

0,4

0,6

0,8

-0,8

-0,6

-0,4

-0,2

0,0

0,2

0,4

0,6

0,8

2005 2006 2007 2008 2009

Fonti: Commissione Europea (Economic forecasts, autunno 2008) ed elaborazioni della BCE.Nota: Cipro, Malta e Slovacchia sono incluse nell’aggregato dell’area dell’euro.

1) È estremamente difficile valutare gli oneri di bilancio degli interventi pubblici a sostegno del settore finanziario. Alla fine di novembre, il potenziale effetto diretto dei salvataggi annunciati sul debito delle Amministrazioni pubbliche dell’area dell’euro era stimato pari a 288,6 miliardi di euro (circa il 3 per cento del PIL dell’area dell’euro); l’impatto sul disavanzo pubblico dell’area delle misure adottate è stato stimato pari a 2,5 miliardi di euro (circa lo 0,03 per cento del PIL dell’area) e l’impatto sulle passività pubbliche potenziali è stato stimato pari a 2.000 miliardi di euro (circa il 21 per cento del PIL dell’area).

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La finanza pubblica

In alcuni paesi la riduzione degli introiti è in parte connessa ai prezzi delle attività, per esempio i diritti sui valori bollati. Il rapporto spese/PIL è aumentato per effetto dell’espan-sione prevalentemente ciclica di prestazioni e trasferimenti sociali. Oltre all’impatto del de-terioramento macroeconomico, il disavanzo in rapporto al PIL è aumentato per le riduzioni delle imposte in alcuni paesi dell’area dell’eu-ro. Il più elevato disavanzo corretto per gli ef-fetti del ciclo economico riflette pertanto tali interventi discrezionali, nonché gli effetti del venir meno di entrate superiori alle attese.

Il deterioramento del saldo di bilancio aggrega-to nell’area dell’euro cela notevoli divergenze fra paesi. Rispetto alle previsioni della Com-missione della primavera 2008, le prospettive per i conti pubblici sono considerevolmente peggiorate in Irlanda, Spagna e Malta, dove si è registrata una revisione al ribasso del rappor-to disavanzo/PIL rispettivamente di 4,1, 2,2 e 2,2 punti percentuali. La Commissione europea ha invece rivisto al rialzo la sua proiezione del saldo delle Amministrazioni pubbliche in Ger-mania, Lussemburgo, Slovenia e Finlandia.

I dati trimestrali disponibili fino al secondo trimestre del 2008 mostrano che la crescita delle entrate totali è diminuita rispetto ai livelli precedentemente elevati, mentre il tasso di crescita della spesa è aumentato, soprattutto se corretto per l’effetto di fattori straordinari in Italia (cfr. figura 54). In prospettiva, si prevede che il tasso di crescita annualizzato delle entrate continui a ridursi ulteriormente per collocarsi su un livello considerevolmente inferiore al tasso di crescita della spesa nell’intero orizzonte di previsione.

PROSPETT IVE PER LA F INANzA PuBBL ICA NEL 2009Per il 2009, sulla base delle informazioni disponibili fino all’autunno, la Commissione prevede che il disavanzo medio dell’area dell’euro peggiori ulteriormente, aumentando all’1,8 per cento del PIL. Il deterioramento previsto è riconducibile prevalentemente alle condizioni macroeco-nomiche meno favorevoli, mentre il saldo di bilancio effettivo corretto per gli effetti del ciclo economico registrerebbe un lieve miglioramento. Si prevede che tutti i paesi dell’area dell’euro, ad eccezione di Grecia, Malta e Slovacchia, osservino un peggioramento delle posizioni di bi-lancio. In Irlanda e Francia, il disavanzo delle Amministrazioni pubbliche rimarrebbe superiore al valore di riferimento del 3 per cento del PIL. I rischi per le prospettive dei saldi di bilancio sono decisamente al ribasso a causa delle incerte prospettive macroeconomiche, dell’impatto sulle finanze pubbliche della crisi finanziaria e delle misure di stimolo fiscale programmate in Europa. Secondo gli indicatori macroeconomici pubblicati di recente e le ultime proiezioni degli esperti dell’Eurosistema (cfr. la sezione 6), alcuni di questi rischi si sono concretizzati, per cui le prospettive per le finanze pubbliche nel 2009 sarebbero considerevolmente peggiori di quanto ipotizzato dalla Commissione nelle previsioni dell’autunno 2008.

Figura54Statist ichetr imestral i suicontipubbl ic i eprevis ioni ,areadel l ’euro

(crescita percentuale anno su anno in termini nominali delle somme mobili di quattro trimestri)

1,0

2,0

3,0

4,0

5,0

1,0

2,0

3,0

4,0

5,0

entrate totali

spese totali (dati trimestrali, esclusii fattori straordinari in Italia)

spese totali

entrate totali (dati trimestrali)spese totali (dati trimestrali)spese totali (dati trimestrali, esclusi i fattoristraordinari in Italia)entrate totali (dati annuali, previsionidella Commissione europea)spese totali (dati annuali, previsionidella Commissione europea)

2006 2007 2008 2009

Fonti: elaborazioni della BCE basate su dati Eurostat e dati nazionali, esercizio preciso della primavera 2008 della Commissione europea.Note: la figura mostra l’andamento delle entrate e delle spese totali in termini di somme mobili di quattro trimestri per il periodo che va dal primo trimestre del 2006 al secondo trimestre del 2008, e le previsioni per il 2008 e il 2009 desunte dall’esercizio previsivo dell’autunno 2008 della Commissione europea. Nel caso dell’Italia, i fattori straordinari esclusi dal computo della spesa nella seconda metà del 2006 erano pari allo 0,3 per cento del PIL dell’area dell’euro ed erano connessi alla iscrizione in bilancio del debito delle ferrovie.

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BCEBollettino mensileDicembre 200888

In ragione del netto deterioramento macroeconomico sono state sollecitate manovre di bilancio concertate da parte dei governi europei per stimolare la domanda aggregata. Il 26 novembre la Commissione europea ha proposto un pacchetto di misure fiscali per 200 miliardi di euro (pari all’1,5 per cento del PIL dell’UE), di cui 170 miliardi (ovvero l’1,2 per cento del PIL) proverranno da misure nazionali e 30 miliardi dal bilancio dell’UE e da quello della BEI. Il pacchetto propone una combinazione di misure concernenti le entrate e la spesa che gli Stati membri possono adottare a seconda delle esigenze dell’economica nazionale e della situazione di partenza delle rispettive finanze pubbliche. Le misure proposte comprendono: (i) un incremento temporaneo della spesa pubblica (come trasferimenti alle famiglie, sussidi di disoccupazione e investimenti pubblici); (ii) garanzie e agevolazioni sui prestiti a società con scarso accesso al credito; (iii) incentivi finanziari accuratamente studiati per imprese che operano in settori specifici (ad esempio per promuovere l’efficienza energetica e l’adattamento al cambiamento climatico); (iv) un’imposizione fiscale più contenuta sui redditi da lavoro e minori contributi sociali a carico dei lavoratori; (v) una riduzione temporanea del livello dell’aliquota standard dell’IVA. Entro la fine del dicembre 2008 gli Stati membri che adottano misure di bilancio anticicliche devono presentare un aggiornamento del pro-gramma di stabilità o di convergenza. Il contributo dell’UE dovrebbe essere finanziato dal bilancio comunitario per gli anni 2007-2013.

CONS IDERAz ION I SuLLE POL IT IChE D I B I LANC IONell’attuale contesto, caratterizzato da un elevato grado di incertezza circa l’impatto macroeco-nomico della crisi finanziaria, le politiche di bilancio dovrebbero essere guidate da una serie di principi e considerazioni di base. Prima di tutto, deve essere preservata la fiducia nella solidità delle finanze pubbliche, in particolare in un periodo di bassa fiducia nel settore bancario. A tal fine un presupposto è mantenere sia la fiducia dei cittadini nella sostenibilità delle politiche di bilancio sia l’integrità del quadro di riferimento dell’UE basato su regole per i conti pubblici. È essenziale che tutte le parti coinvolte rispettino l’impegno assunto di applicare appieno le disposizioni del Patto di stabilità e crescita, che fornisce la flessibilità necessaria.

In secondo luogo, va presa in considerazione la forza degli stabilizzatori automatici di bilancio. Essi rivestono infatti un ruolo importante nell’area e, quindi, dovrebbero costituire la prima linea di sostegno da parte del bilancio pubblico per un’economia che si indebolisce. Inoltre, i governi hanno già impegnato importi considerevoli a sostegno del sistema bancario, mirando dunque alla base dei problemi attuali. Benché la maggior parte degli impegni non sia considerata nel calcolo del disavanzo o del debito, essi avranno un impatto diretto su entrambi se e quando si realizzeranno. In terzo luogo, laddove vi è margine di manovra, potrebbero essere quanto mai efficaci misure di bilancio aggiuntive se tempestive, mirate e temporanee. Risulteranno particolarmente utili misure che siano contemporaneamente in grado di porre solide basi per la ripresa e per una maggiore cre-scita potenziale, migliorare la qualità delle finanze pubbliche e promuovere riforme strutturali (cfr. riquadro 8). Occorre che i paesi perseverino nelle appropriate riforme al fine di sfruttare appieno i benefici offerti dai crescenti scambi commerciali internazionali e dall’integrazione dei mercati, in linea con il principio di un’economia di mercato aperta e in libera concorrenza.

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BCEBollettino mensile

Dicembre 2008

ANDAMENTIECONOMICI

EMONETARI

8�

Proiezioni macroeconomiche

per l’area dell’euro formulate

dagli esperti dell’Eurosistema

Sulla base delle informazioni disponibili al 20 novembre 2008, gli esperti dell’Eurosistema hanno elaborato le proiezioni relative agli andamenti macroeconomici nell’area dell’euro 1). Per quanto riguarda il PIL in termini reali, si prevede un tasso di crescita medio annuo compreso in un inter-vallo dello 0,8-1,2 per cento nel 2008, del -1,0-0,0 nel 2009 e dello 0,5-1,5 nel 2010. Il tasso di incremento dello IAPC complessivo si porterebbe in media al 3,2-3,4 per cento nel 2008, all’1,1-1,7 nel 2009 e all’1,5-2,1 l’anno seguente.

I POTES I TECN IChE R IGuARDANT I I TASS I D I INTERESSE , I TASS I D I CAMBIO, I PREzz IDELLE MATER IE PR IMEE LE POL IT IChE D I B I LANC IO

Le ipotesi tecniche concernenti i tassi di interesse e le quotazioni delle materie prime energeti-che e non energetiche sono basate sulle aspettative di mercato al 14 novembre 2008 1). Per i tassi di interesse a breve termine viene formulata un’ipotesi puramente tecnica. Questi tassi sono misurati dall’Euribor a tre mesi. Le aspettative del mercato sono state derivate dai tassi future. Questa metodologia conduce a un livello medio complessivo dei tassi a breve del 4,7 per cento nel 2008, del 2,8 nel 2009 e del 3,2 nel 2010. Le aspettative sui rendimenti nominali dei titoli di Stato a dieci anni dell’area dell’euro comportano un lieve incremento, da una media del 4,4 per cento nel 2008 al 4,5 per cento nel 2009 e al 4,7 nel 2010 2). Lo scenario di riferimento delineato dalle proiezioni tiene conto inoltre dell’ipotesi di un ulteriore ampliamento dei differenziali dei tassi sui prestiti bancari, rispetto al livello attuale, derivante dalla maggiore consapevolezza del rischio osservata nei mercati finanziari. Quanto alle materie prime, in base al profilo dei prezzi impliciti nei contratti future nelle due settimane fino al 14 novembre, si assume che le quota-zioni del petrolio siano pari in media a 99,9 dollari al barile nel 2008, a 67,3 nel 2009 e a 76,6 nel 2010. I corsi delle materie prime alimentari sui mercati internazionali crescerebbero sensi-bilmente, del 28,9 per cento, nel 2008, per poi ridursi del 9,7 nel 2009 e tornare ad aumentare del 4,9 nel 2010. I prezzi in dollari delle altre materie prime (non energetiche e non alimentari) dovrebbero crescere del 3,5 per cento nel 2008, contrarsi marcatamente, del 22,9, nel 2009 e aumentare del 5,4 l’anno seguente.

Viene inoltre formulata l’ipotesi tecnica secondo cui i tassi di cambio bilaterali si manterrebbe-ro invariati nell’orizzonte considerato sui livelli medi osservati nelle due settimane fino al 14 novembre. Tale ipotesi implica che il cambio euro/dollaro si collochi a 1,27 e il tasso di cambio effettivo dell’euro risulti nella media del 2008 superiore del 4,1 per cento rispetto a quella del 2007 e nel 2009 inferiore del 5,5 per cento rispetto alla media del 2008.

R iquadro 9

6 PRO IEz ION I MACROECONOMIChE PER L’AREA DELL’EuROFORMuLATE DAGL I ESPERT I DELL’EuROS I STEMA

1) Le ipotesi concernenti i corsi del petrolio e delle materie prime alimentari si basano sui prezzi dei contratti future fino al termine del 2010; per le altre materie prime si assume che le quotazioni seguano i prezzi dei future fino alla fine del 2009 ed evolvano poi in linea con l’attività economica mondiale.

2) Cfr. il riquadro 4 nella sezione 2 del numero di dicembre 2008 del Bollettino.

1) Le proiezioni macroeconomiche degli esperti dell’Eurosistema, elaborate congiuntamente dai servizi della BCE e delle BCN dell’area dell’euro, rappresentano un contributo fornito con cadenza semestrale alla valutazione degli andamenti economici e dei rischi per la stabilità dei prezzi effettuata dal Consiglio direttivo. Ulteriori informazioni sulle procedure e sulle tecniche adottate sono contenute in A guide to Eurosystem staff macroeconomic projection exercises, pubblicata dalla BCE nel giugno 2001 e disponibile nel suo sito Internet. Per evidenziare l’incertezza che circonda le proiezioni, i risultati per ciascuna variabile e ciascun orizzonte temporale sono presentati come intervalli di valori. Secondo la metodologia adottata, gli intervalli di confidenza hanno un’ampiezza del 75 per cento e sono basati su modelli probabilistici, come illustrato in New procedure for constructing ECB staff projection ranges, pubblicata dalla BCE nel settembre 2008 e reperibile nel suo sito Internet. Tenuto conto delle circostanze economiche e finanziarie eccezionali, l’incertezza che circonda le proiezioni risulta al momento più elevata.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008�0

I L CONTESTO INTERNAz IONALELe prospettive per l’economia mondiale risentono in misura considerevole di un rallentamento del-l’attività che interessa tutti i paesi avanzati. L’aumento delle tensioni finanziarie, l’aggiustamento in atto nei mercati degli immobili residenziali e la maggiore propagazione degli andamenti economici negli Stati Uniti agli altri paesi hanno determinato un significativo deterioramento dello scenario per la crescita mondiale. In base alle proiezioni, nel breve periodo il rallentamento ciclico dell’economia mondiale sarebbe indotto principalmente da prospettive di crescita contenuta negli Stati Uniti e negli altri paesi avanzati, ma una decelerazione dell’attività è attesa anche per le economie emergenti a fronte della più debole domanda estera e delle ricadute negative dei mercati finanziari.

Secondo le proiezioni, l’espansione economica all’esterno dell’area dell’euro risulterebbe contenu-ta fino agli inizi del 2009, per poi recuperare solo gradualmente, sostenuta da politiche macroeco-nomiche accomodanti, da un atteso graduale allentamento delle tensioni finanziarie e dal calo dei prezzi delle materie prime. Di riflesso alla dinamica molto fiacca dell’interscambio mondiale, la domanda esterna dell’area dell’euro dovrebbe mostrare un’evoluzione moderata fino alla metà del 2009, per poi recuperare molto lentamente. Il maggiore contributo alla domanda esterna dell’area dovrebbe provenire dai mercati emergenti e dai paesi esportatori di petrolio, mentre l’apporto delle economie avanzate continuerebbe a essere più modesto.

Nel complesso, le proiezioni indicano che il tasso di incremento del PIL mondiale in termini reali all’esterno dell’area dell’euro si collocherà in media al 3,9 per cento nel 2008, al 2,4 nel 2009 e al 3,6 nel 2010, mentre la crescita della domanda nei mercati di esportazione dell’area si porterà al 4,7 per cento nel 2008, al 2,5 nel 2009 e al 5,0 l’anno seguente.

PROIEz ION I SuLLA CRESC ITA DEL P I LTenuto conto del prolungato periodo di debolezza economica mondiale e di condizioni di finanzia-mento restrittive, ci si attende per l’area dell’euro un tasso di variazione del PIL negativo su base trimestrale fino a metà del 2009. Il successivo recupero, molto modesto, rifletterebbe un graduale mi-glioramento del contesto esterno – in particolare, si assume una marcata attenuazione delle pressioni sui prezzi delle materie prime – nonché l’ipotizzata riduzione dei tassi di interesse a breve termine e il graduale venir meno delle ricadute negative dei mercati finanziari nell’area dell’euro. Pertanto, il tasso di variazione del PIL si collocherebbe, in media d’anno, in un intervallo dello 0,8-1,2 per cento nel 2008, del -1,0-0,0 nel 2009 e dello 0,5-1,5 nel 2010. Il debole profilo di crescita nell’area dell’euro rispecchia sia la modesta attività mondiale, sia la domanda interna molto contenuta.

In particolare, si prevede che nel breve periodo le esportazioni dell’area dell’euro riflettano il rallentamento dell’economia mondiale, ma anche gli effetti ritardati delle precedenti perdite di competitività di prezzo dell’area. La ripresa delle esportazioni attesa per il 2009 è riconducibile alla maggiore espansione della domanda esterna come pure all’accresciuta competitività di prezzo, dovute soprattutto al recente deprezzamento dell’euro.

Tra le componenti interne del PIL, gli investimenti totali dovrebbero risentire in misura partico-larmente significativa delle condizioni di finanziamento restrittive e della debolezza dell’attività

Le ipotesi relative alle politiche di bilancio si fondano sui programmi di finanza pubblica dei singoli paesi dell’area dell’euro disponibili al 20 novembre e includono tutte le misure già ap-provate dai parlamenti nazionali, o che sono state definite in dettaglio dai governi e supereranno probabilmente l’iter legislativo.

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ANDAMENTIECONOMICI

EMONETARI

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Proiezioni macroeconomiche

per l’area dell’euro formulate

dagli esperti dell’Eurosistema

mondiale in tutto l’arco temporale della proiezione. Gli investimenti privati esclusi quelli nell’edi-lizia residenziale sarebbero inoltre frenati dal calo dei margini di profitto, mentre le proiezioni sugli investimenti nell’edilizia residenziale rispecchiano anche gli aggiustamenti in atto nei mercati im-mobiliari di alcuni paesi dell’area dell’euro. Per contro, dopo la flessione registrata nella maggior parte del 2008, la crescita degli investimenti pubblici dovrebbe recuperare nel 2009, sostenendo così gli investimenti totali. Nel complesso, per gli investimenti fissi totali le proiezioni indicano un tasso annuo di incremento compreso fra lo 0,2 e l’1,2 per cento nel 2008, fra il -6,0 e il -3,0 nel 2009 e fra il -2,4 e l’1,0 l’anno seguente.

Anche per la crescita dei consumi privati ci si attende un andamento contenuto nel prossimo fu-turo. Il profilo previsto riflette in ampia misura l’evoluzione del reddito disponibile reale, che a sua volta dovrebbe risentire della flessione dell’occupazione. La modesta espansione attesa per i consumi rispecchia inoltre un ulteriore incremento del risparmio a scopo precauzionale nel biennio 2008-2009 ascrivibile all’elevata incertezza economica, alla crescente disoccupazione e al calo dei prezzi di azioni e abitazioni. I consumi collettivi dovrebbero aumentare a un ritmo più sostenuto nell’orizzonte di proiezione.

In linea con il profilo della domanda interna e delle esportazioni, le importazioni dell’area dell’euro dovrebbero decelerare sia nel 2008, sia nel 2009. Tenuto conto dell’attesa di una minore crescita delle importazioni rispetto alle esportazioni, l’interscambio netto fornirebbe un contributo positivo all’espansione del PIL nell’orizzonte considerato.

A seguito della prevista debolezza dell’attività economica, ci si attende un calo dell’occupazione in tutto l’arco temporale di riferimento. Nel 2009 anche la domanda di lavoro sarebbe frenata da-gli aumenti dei salari reali, di riflesso ai passati rinnovi contrattuali. Inoltre, le prospettive per gli investimenti nell’edilizia residenziale implicano che il settore delle costruzioni contribuisca nega-tivamente all’espansione dell’occupazione. Si assume che nel periodo 2009-2010 le forze di lavoro crescano a un ritmo nettamente inferiore a quello osservato dal 2002, dato soprattutto l’effetto dei “lavoratori scoraggiati” indotto dal rallentamento ciclico dell’economia, ma anche dal previsto minore incremento della popolazione in età lavorativa. Di riflesso alle proiezioni sull’occupazione e alle ipotesi sulle forze di lavoro, il tasso di disoccupazione dovrebbe aumentare in misura signi-ficativa nell’orizzonte di proiezione.

PROIEz ION I RELAT IVE ALL’EVOLuz IONEDE I PREzz I E DE I COST IIl tasso di inflazione complessiva sui dodici mesi misurato sullo IAPC ha toccato il livello massimo del 4,0 per cento lo scorso luglio. A causa del calo dei prezzi delle materie prime e del deteriorarsi

Tavo la 10 Pro iez ion i macroeconomicheper l ’ a rea de l l ’ euro

(variazioni percentuali; medie annue) 1), 2)

2007 2008 2009 2010

IAPC 2,1 3,2-3,4 1,1-1,7 1,5-2,1PIL in termini reali 2,6 0,8-1,2 -1,0-0,0 0,5-1,5

Consumi privati 1,6 0,1-0,5 -0,3-0,7 0,6-1,8Consumi collettivi 2,3 1,9-2,3 1,3-1,9 1,3-1,9Investimenti fissi lordi 4,4 0,2-1,2 -6,0--3,0 -2,4-1,0Esportazioni (beni e servizi) 6,1 2,4-3,4 -1,4-1,0 2,3-4,9Importazioni (beni e servizi) 5,4 2,0-3,0 -1,9-1,1 1,4-5,2

1) Le proiezioni sul PIL e sulle sue componenti si basano su dati corretti per il numero di giornate lavorative; quelle sulle esportazioni e sulle importazioni comprendono l’interscambio nell’area dell’euro.2) Le proiezioni per il 2009 includono la Slovacchia quale paese partecipante all’area dell’euro. Le variazioni percentuali per il 2009 si basano su una composizione dell’area comprendente la Slovacchia già nel 2008.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008�2

delle prospettive per l’economia, il tasso di inflazione dovrebbe ridursi nettamente in media d’anno, passando dal 3,2-3,4 per cento nel 2008 all’1,1-1,7 nel 2009, per poi risalire all’1,5-2,1 nel 2010. Il profilo a U dell’inflazione riflette soprattutto gli effetti dei passati incrementi dei prezzi delle mate-rie prime (cfr. il riquadro 6 nella sezione 3 del numero di dicembre 2008 del Bollettino). Lo IAPC al netto dell’energia dovrebbe evidenziare un andamento discendente più regolare nell’orizzonte temporale considerato.

Più precisamente, le pressioni esterne sui prezzi dovrebbero diminuire fino al termine del 2009, rispecchiando in gran parte i passati andamenti dei corsi delle materie prime e le ipotesi sulla loro futura evoluzione. In seguito, dovrebbe prevalere l’effetto di compensazione del recente deprezza-mento dell’euro sui prezzi all’importazione, che registrerebbero quindi aumenti in certa misura più pronunciati nel 2010.

Passando alle spinte interne sui prezzi, la crescita dei redditi per occupato avrebbe registrato, se-condo le stime, un netto aumento nel 2008, che riflette in misura significativa le retribuzioni più elevate stipulate nei contratti collettivi dei settori pubblico e privato. In prospettiva, ci si attende che i redditi per occupato crescano a un ritmo in qualche modo meno sostenuto nel periodo 2009-2010, a fronte della debolezza dei mercati del lavoro e della maggiore concorrenza internazionale. Di riflesso all’accelerazione dei salari e, in misura minore, al rallentamento ciclico della produt-tività, l’incremento del costo del lavoro per unità di prodotto dovrebbe aumentare marcatamente nel 2008, per poi ridursi nei due anni seguenti, con la decelerazione dei salari e la ripresa della produttività. Dopo anni di considerevoli aumenti, i margini di profitto dovrebbero ridursi nel 2008 e nel 2009, riassorbendo parte delle pressioni inflazionistiche derivanti dalla più elevata espansione del costo del lavoro per unità di prodotto e dei prezzi all’importazione, in un contesto caratterizzato dal rafforzamento della competitività e dal rallentamento dell’attività. Secondo le proiezioni, con la ripresa dell’economia e la graduale accelerazione del PIL, i margini di profitto tornerebbero ad aumentare nel 2010.

CONFRONTOCONLE PRO IEz ION I PuBBL ICATE NEL SETTEMBRE2008Per quanto concerne la crescita del PIL in termini reali, gli intervalli di valori previsti per il 2008 e il 2009 hanno subito una netta correzione verso il basso rispetto a quelli pubblicati nel numero di settembre 2008 del Bollettino; la correzione risulta particolarmente marcata per il 2009. Tali modifiche riflettono il sensibile deterioramento delle prospettive economiche di breve periodo e gli ulteriori effetti interni ed esterni delle perduranti turbolenze finanziarie nel periodo in esame.

Quanto all’inflazione misurata sullo IAPC, gli intervalli previsti per i due anni considerati si col-locano su valori inferiori rispetto allo scorso esercizio di proiezione, soprattutto per il 2009, ris-pecchiando principalmente le consistenti revisioni verso il basso dei corsi ipotizzati delle materie prime energetiche e alimentari, nonché l’impatto dell’indebolimento dell’attività economica sul processo di formazione dei salari e dei prezzi.

Tavo la 11Conf rontocon le pro iez ion i d i settembre2008

(variazioni percentuali; medie annue)2007 2008 2009

PIL in termini reali - settembre 2008 2,6 1,1-1,7 0,6-1,8PIL in termini reali - dicembre 2008 2,6 0,8-1,2 -1,0-0,0

IAPC - settembre 2008 2,1 3,4-3,6 2,3-2,9IAPC - dicembre 2008 2,1 3,2-3,4 1,1-1,7

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BCEBollettino mensile

Dicembre 2008

ANDAMENTIECONOMICI

EMONETARI

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Proiezioni macroeconomiche

per l’area dell’euro formulate

dagli esperti dell’Eurosistema

PREV I S ION I FORMuLATE DA ALTRE ORGANIzzAz ION I

Varie organizzazioni, sia internazionali sia del settore privato, hanno pubblicato previsioni rela-tive all’area dell’euro. Tuttavia, tali previsioni non sono perfettamente confrontabili tra loro né con le proiezioni macroeconomiche degli esperti dell’Eurosistema, poiché sono state formulate in momenti differenti. Inoltre, esse si basano su metodi diversi, non del tutto specificati, per defi-nire le ipotesi sulle variabili fiscali, finanziarie ed esterne, inclusi i corsi del petrolio e delle altre materie prime, e presentano differenze metodologiche nella correzione dei dati per il numero di giornate lavorative (cfr. tavola seguente).

Secondo le previsioni attualmente diffuse da altre organizzazioni, il tasso di variazione del PIL in termini reali dell’area dell’euro si porterebbe fra l’1,0 e l’1,2 per cento nel 2008, fra il -0,6 e lo 0,3 nel 2009 e fra lo 0,9 e l’1,6 nel 2010. La maggior parte delle previsioni disponibili sulla crescita economica sono dunque coerenti con le proiezioni dell’Eurosistema.

Quanto all’inflazione misurata sullo IAPC, è riportato un tasso medio annuo compreso fra il 3,4 e il 3,5 per cento nel 2008, fra l’1,4 e il 2,2 nel 2009 e fra l’1,3 e il 2,1 l’anno successivo. Per il 2009, diverse previsioni si collocano al di fuori dell’intervallo delle proiezioni dell’Eurosistema, molto probabilmente perché sono state formulate quando le quotazioni del petrolio erano più alte e sono pertanto basate sull’ipotesi di prezzi più elevati delle materie prime.

R iquadro 10

Confrontotraalcuneprevis ionisul lacrescitadelPILesul l ’ inf lazionenel l ’areadel l ’euro

(variazioni percentuali; medie annue)

Data di pubblicazione

PIL in termini reali IAPC

2008 2009 2010 2008 2009 2010

FMI novembre 2008 1,2 -0,5 n.d. 3,5 1,9 n.d.Commissione europea ottobre 2008 1,2 0,1 0,9 3,5 2,2 2,1Survey of Professional Forecasters ottobre 2008 1,2 0,3 1,4 3,4 2,2 2,0Consensus Economics Forecasts novembre 2008 1,0 -0,2 1,6 3,4 1,8 2,0OCSE novembre 2008 1,0 -0,6 1,2 3,4 1,4 1,3

Proiezioni degli esperti dell’Eurosistema dicembre 2008 0,8-1,2 -1,0-0,0 0,5-1,5 3,2-3,4 1,1-1,7 1,5-2,1

Fonti: Economic Forecasts della Commissione europea, autunno 2008; nota di aggiornamento al World Economic Outlook dell’FMI, novembre 2008, per il PIL e World Economic Outlook, ottobre 2008, per lo IAPC; Economic Outlook dell’OCSE, n. 84, novembre 2008 – versione preliminare; Consensus Economics Forecasts; Survey of Professional Forecasters della BCE.Nota: i tassi di crescita indicati nelle proiezioni macroeconomiche degli esperti dell’Eurosistema e nelle previsioni dell’OCSE sono corretti per il numero di giornate lavorative, diversamente da quelli riportati dalla Commissione europea e dall’FMI. Per quanto riguarda le altre previsioni, non viene fornita alcuna precisazione in merito.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008��

7ITASSIDICAMBIOELABILANCIADEIPAGAMENTI7.1 TASS I D I CAMBIO

Le condizioni dei mercati valutari sono mutate in misura piuttosto significativa negli ultimi tre mesi, in presenza di una notevole volatilità. Il tasso di cambio effettivo dell’euro, che si era andato rafforzando nella prima metà dell’anno, ha subito un indebolimento sensibile a partire da agosto e il 3 dicembre era inferiore del 14,3 per cento rispetto agli inizi del 2008.

TASSOD I CAMBIO EFFETT IVODELL’EuROLe condizioni dei mercati valutari sono cambiate in misura significativa negli ultimi tre mesi, in presenza di una notevole volatilità connessa alla perdurante turbolenza finanziaria mondiale. Il tasso di cambio effettivo dell’euro, che si era raf-forzato nella prima metà dell’anno, ha iniziato a indebolirsi da agosto. Le spinte al ribasso si sono intensificate in ottobre, riflettendo in larga misu-ra una rivalutazione della situazione economica dell’area dell’euro in rapporto alle altre aree eco-nomiche. Il deprezzamento della moneta unica è stato altresì associato a un aumento della volati-lità attesa del cambio, salita a massimi storici nel contesto dell’accresciuta avversione mondiale al rischio. Più di recente, in novembre l’euro ha re-gistrato un apprezzamento moderato nei confronti di gran parte delle valute principali e in particola-re della sterlina britannica, del franco svizzero e delle divise di alcuni dei più recenti Stati membri dell’UE, anche se tale evoluzione è stata in parte controbilanciata da un deprezzamento della mo-neta unica rispetto allo yen giapponese.

Il 3 dicembre il tasso di cambio effettivo nomina-le dell’euro – misurato rispetto alle divise di 22 importanti partner commerciali dell’area – era in-feriore del 5,3 per cento al livello di fine agosto e dello 0,4 per cento alla sua media del 2007. L’in-debolimento va ricondotto a un deprezzamento generalizzato e cospicuo in termini nominali bilaterali rispetto al dollaro statunitense, lo yen giapponese, il renminbi cinese, il dollaro di Hong Kong e il franco svizzero. Tali movimenti sono stati in parte compensati da un apprezzamento dell’euro sulla sterlina britannica, il won corea-no, la corona svedese e le valute di alcuni dei più recenti Stati membri dell’UE (cfr. figura 55).

In termini degli indicatori di competitività internazionale di prezzo e di costo dell’area dell’euro, basati sull’andamento dei prezzi al consumo e di quelli alla produzione, in novembre il tasso di

F i gura 55 Ta s so d i camb io e f f e t t i vode l l ’ eu ro e sue component i 1 )

(dati giornalieri)

Contributi alle variazioni del tassodi cambio effettivo nominale 2)

Dal 29 agosto 2008 al 3 dicembre 2008(in punti percentuali)

Indice: 1° trim, 1999 = 100

8084889296

100104108112116120

8084889296100104108112116120

20082000 2002 2004 2006

TCE-22Altri

USD JPY CHF AMSGBP CNY SEK

-5,5-5,0-4,5-4,0-3,5-3,0-2,5-2,0-1,5-1,0-0,50,00,51,01,5

-5,5-5,0-4,5-4,0-3,5-3,0-2,5-2,0-1,5-1,0-0,50,00,51,01,5

Fonte: BCE.1) Un aumento dell’indice rappresenta un apprezzamento del tasso di cambio effettivo dell’euro nei confronti dei più importanti part-ner commerciali dell’area e di tutti gli Stati membri dell’UE non appartenenti all’area dell’euro.2) I contributi alle variazioni del TCE-22 sono riportati singolar-mente per le valute dei sei principali partner commerciali dell’area dell’euro. La categoria “Altri Stati Membri (ASM)” si riferisce al contributo aggregato delle valute degli Stati membri dell’UE non appartenenti all’area dell’euro (eccetto la sterlina britannica e la corona svedese). La categoria “Altri” si riferisce al contributo ag-gregato dei rimanenti sei partner commerciali dell’area dell’euro nell’indice TCE-22. Le variazioni sono calcolate utilizzando i pesi basati sull’interscambio commerciale complessivo relativi a cia-scun paese nell’indice TCE-22.

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BCEBollettino mensile

Dicembre 2008

ANDAMENTIECONOMICI

EMONETARI

��

I tassi di cambio e la bilancia

dei pagamenti

cambio effettivo reale dell’euro era mediamente inferiore del 3 per cento alla propria media del 2007 (cfr. figura 56).

DOLLAROSTATuNITENSE /EuRORispetto al dollaro statunitense, l’euro si è ap-prezzato agli inizi dell’anno fino ai massimi storici di aprile e luglio e ha iniziato a indebo-lirsi piuttosto bruscamente ai primi di agosto. L’apprezzamento è stato generalmente associato alle attese di un ampliamento dei differenziali di tasso di interesse a favore delle attività dell’area dell’euro, mentre il successivo deprezzamento va ricondotto in larga misura alla rivalutazione delle prospettive economiche degli Stati Uniti rispetto a quelle dell’area dell’euro.

Più nello specifico, fatta eccezione per un episo-dio di temporaneo apprezzamento nella seconda metà di settembre, l’euro si è notevolmente inde-bolito negli ultimi tre mesi e in ottobre è sceso su un minimo non più osservato da oltre due anni. Allo stesso tempo la volatilità attesa è salita su massimi storici. Il cospicuo deprezzamento della moneta unica europea in ottobre potrebbe essere in parte riconducibile alle maggiori disponibilità di dollari statunitensi nei centri finanziari al di fuori degli Stati Uniti, oltre che al rimpatrio di fondi negli Stati Uniti nel contesto dell’attuale riduzione della leva finanziaria. Fattori tecnici nei mercati valutari potrebbero avere anch’essi contribuito a sostenere il dollaro. A novembre l’euro ha smesso di deprezzarsi e si è generalmente stabilizzato, di riflesso al deterioramento delle attese circa la crescita economica sia negli Stati Uniti sia nell’area dell’euro. Il 3 dicembre l’euro è stato scambiato a 1,26 dollari, un livello inferiore del 14,3 per cento a quello di fine agosto e del 7,9 per cento alla media del 2007 (cfr. figura 57).

yENG IAPPONESE /EuRONegli ultimi tre mesi l’euro si è deprezzato notevolmente anche nei confronti dello yen giapponese, dopo un graduale rafforzamento durante la prima metà dell’anno. Nell’insieme, nel 2008 il tasso di cambio della moneta europea con quella nipponica ha oscillato entro un intervallo insolitamente ampio di circa 116-170 yen. Il forte indebolimento dell’euro negli ultimi tre mesi è principalmente associato al fatto che la volatilità implicita del cambio – rilevata dagli indicatori basati sui prezzi delle opzioni – è salita su massimi storici. Ciò ha sorretto lo yen, poiché ne ha ridotto l’attrattiva quale moneta di finanziamento delle posizioni in carry trade, operazioni che consistono nell’indebitarsi in una divisa a basso rendimento (ad esempio lo yen) per investire in una moneta con un livello di remunerazione ele-vato. Sul cambio yen/euro avrebbe inoltre influito la rivalutazione delle prospettive di crescita relative delle varie aree economiche. Nell’insieme, il cambio bilaterale dell’euro con lo yen si è deprezzato in misura molto più significativa di quello con il dollaro. Il 27 ottobre i governatori delle banche centrali e i ministri finanziari del G7 hanno diffuso una dichiarazione in cui sollevavano timori connessi alla volatilità eccessiva del tasso di cambio dello yen osservata nel periodo recente e alle possibili implica-zioni negative della stessa per la stabilità economica e finanziaria. L’euro ha continuato a deprezzarsi in novembre, seppur a un ritmo inferiore rispetto a ottobre, e il 3 dicembre era scambiato a 117,39 yen, un livello inferiore del 26,7 per cento a quello di fine agosto (cfr. figura 57).

Figura56 Tassodicambioef fett ivodel l ’euronominaleereale 1)

(valori mensili/trimestrali; numeri indice: 1° trim. 1999 = 100)

nominalereale (basato sui prezzi al consumo)reale (basato sui prezzi alla produzione)reale (basato sul CLUPM)

90

95

100

105

110

115

120

90

95

100

105

110

115

120

2003 2004 2005 2006 2007 2008

Fonte: BCE.1) Un aumento dell’indice TCE-22 rappresenta un apprezzamento dell’euro. Le ultime osservazioni relative ai dati mensili si riferisco-no ad agosto 2008. Per il TCE-22 reale basato sul CLUPM, l’ultima osservazione si riferisce al primo trimestre del 2008 ed è parzial-mente basata su stime.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008��

VALuTE DEGL I STAT I MEMBR I DELL’uENegli ultimi tre mesi gran parte delle valute all’interno degli AEC II si è mantenuta stabile rispetto all’euro, su livelli prossimi o corrispon-denti alle rispettive parità centrali (cfr. figura 58). Costituisce un’eccezione la corona slovacca che, dalla rivalutazione della sua parità centrale all’interno degli AEC II a decorrere dal 29 mag-gio 2008, si è mantenuta lievemente al di sotto della sua nuova parità centrale di 30,1260 corone e il 3 dicembre era inferiore dello 0,3 per cen-to a questo livello. Il lat lettone, che nei primi mesi dell’anno era rimasto nella fascia superiore della sua banda di oscillazione, si è leggermente indebolito e il 3 dicembre era scambiato a un li-vello inferiore dello 0,9 per cento alla sua parità centrale.

Con riferimento alle divise degli altri Stati membri dell’UE che non partecipano agli AEC II, in novembre l’euro si è apprezzato abba-stanza bruscamente sulla sterlina britannica dopo essersi mantenuto generalmente stabile nel secondo e terzo trimestre. Dopo la decisio-ne del Monetary Policy Committee della Bank of England di abbassare il tasso di riferimento principale di 150 punti base (al 3,0 per cento) il 6 novembre, l’euro ha toccato la quotazione massima dalla sua introduzione. Tra la fine di agosto e il 3 dicembre la moneta unica euro-pea ha guadagnato il 6,2 per cento nei confronti di quella britannica. Nello stesso periodo si è apprezzata rispettivamente del 14,9 per cento sullo zloty polacco e del 10,4 per cento sul fio-rino ungherese, in un contesto in cui i mercati continuavano a esprimere preoccupazione per la vulnerabilità esterna dell’economia unghere-se in presenza della perdurante turbolenza fi-nanziaria e dell’abbassamento di alcuni rating creditizi del paese. L’euro si è rafforzato anche sulla corona svedese e il leu romeno, rispettiva-mente del 10,8 e 8,7 per cento.

ALTRE VALuTEIn ottobre l’euro ha registrato un brusco deprezzamento rispetto al franco svizzero, un andamento che potrebbe essere connesso anche alla crescente volatilità attesa del cambio e alla liquidazione di carry trade. La valuta elvetica è stata inoltre utilizzata come moneta rifugio nell’attuale turbolenza finanziaria. Di conseguenza, tra la fine di agosto e il 3 dicembre la moneta unica europea ha perso il 5,1 per cento sul franco. Nello stesso periodo si è anche deprezzata di circa il 15 e il 14 per cento

Figura57Tassidicambio

(dati giornalieri)

USD/EUR

JPY/EUR (scala di sinistra)JPY/USD (scala di destra)

GBP/EUR (scala di sinistra)GBP/USD (scala di destra)

1,241,281,321,361,401,441,481,521,561,60

1,241,281,321,361,401,441,481,521,561,60

2007 2008

122

130

138

146

154

162

170

92

96

100

104

108

112

116

120

114

2007 2008

0,68

0,71

0,74

0,77

0,80

0,83

0,86

0,89

0,47

0,50

0,53

0,56

0,59

0,62

0,65

0,68

2007 2008

4° trim. 1° trim. 2° trim. 3° trim. 4° trim.

4° trim. 1° trim. 2° trim. 3° trim. 4° trim.

4° trim. 1° trim. 2° trim. 3° trim. 4° trim.

Fonte: BCE.Nota: L’area ombreggiata si riferisce al periodo 29 agosto - 3 dicembre 2008.

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BCEBollettino mensile

Dicembre 2008

ANDAMENTIECONOMICI

EMONETARI

��

I tassi di cambio e la bilancia

dei pagamenti

rispettivamente sul dollaro di Hong Kong e sul renminbi, che sono agganciati al dollaro statuni-tense, e di circa il 7 per cento sul dollaro di Singapore. Ha inoltre guadagnato circa il 15 per cento rispetto al won coreano e al dollaro australiano, approssimativamente il 12 per cento nei confronti della corona norvegese e circa il 2 per cento sul dollaro canadese.

7 .2 B I LANC IA DE I PAGAMENT I

In settembre il saldo cumulato su dodici mesi del conto corrente dell’area dell’euro ha registrato un disavanzo di 35,8 miliardi di euro (pari allo 0,3 per cento del PIL), a fronte di un avanzo di 48,7 miliardi un anno prima. Ciò si deve in larga misura alla contrazione dell’avanzo nei beni, prin-cipalmente riconducibile a effetti di prezzo più che di volume. Sia le esportazioni in volume sia le importazioni sono calate nel contesto del rallentamento economico mondiale, mentre i prezzi delle importazioni sono aumentati sensibilmente a causa del rincaro delle materie prime. Per quanto ri-guarda il conto finanziario, nei dodici mesi fino a settembre gli investimenti diretti e di portafoglio hanno registrato nel loro insieme deflussi netti cumulati per 107 miliardi di euro, contro afflussi netti per 166 miliardi un anno prima. Il mutamento di direzione dei flussi ha tratto origine soprat-tutto dai minori acquisti netti di titoli dell’area, nel corso del 2008, da parte di investitori non residenti, oltre che dalle consistenti vendite di titoli azionari dell’area da parte di soggetti esteri in concomitanza con le turbolenze finanziarie di settembre 2008.

INTERSCAMBIO COMMERC IALE E CONTOCORRENTEIl disavanzo cumulato su dodici mesi del conto corrente dell’area, espresso in termini destagionaliz-zati e corretti per il numero di giorni lavorativi, è aumentato negli ultimi quattro mesi e in settembre è risultato pari a 35,8 miliardi di euro (0,3 per cento del PIL). Prosegue la tendenza negativa iniziata nell’ottobre 2007, quando il surplus corrente ha raggiunto un massimo a 48,9 miliardi di euro, ri-conducibile alla forte contrazione dell’avanzo dei beni (cfr. figura 59).

Figura58Tassidicambionegl i AECI I

(dati giornalieri; deviazione dalla parità centrale in punti percentuali)

4° trim. 1° trim. 2° trim. 3° trim. 4° trim.2007 2008

LTL/EURLVL/EUR

-15-12

-9-6-30369

1215

-15-12-9-6-303691215

EEK/EURDKK/EURSKK/EUR 1)

4° trim. 1° trim. 2° trim. 3° trim. 4° trim.2007 2008

-15-12

-9-6-30369

1215

-15-12-9-6-303691215

Fonte: BCE.Note: un valore superiore (inferiore) alla parità centrale implica che la valuta è, all’interno dei margini di oscillazione, relativamente “debole” (“forte”). Per la corona danese i margini di oscillazione sono ±2,25 per cento; per tutte le altre valute si applicano i margini standard di ±15 per cento.1) La linea verticale indica la data del 29 maggio 2008 allorché la parità centrale della corona slovacca nei confronti dell’euro è stata rivalutata da SKK 35,4424 a SKK 30,1260.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008�8

Il calo dell’avanzo nel conto dei beni (pari a 56,8 miliardi nei dodici mesi fino a settembre 2008 rispetto allo stesso periodo un anno prima) è principalmente ascrivibile all’effetto congiun-to dell’indebolimento delle esportazioni e della robusta crescita delle importazioni in valore. Nell’ultimo anno sia le esportazioni in volume sia le importazioni sono diminuite sensibilmen-te, rispettivamente a causa di un indebolimento della domanda estera e di quella interna, mentre i prezzi delle importazioni sono notevolmente aumentati per il rincaro delle materie prime.

Più di recente, sullo sfondo del rallentamento della domanda estera, l’incremento del valore delle esportazioni di beni è sceso rispettivamen-te allo 0,8 e 0,9 per cento nel secondo e nel ter-zo trimestre, dal livello eccezionalmente elevato del 4,6 per cento raggiunto nel primo (cfr. tavola 12). La più lenta espansione delle esportazioni di beni riflette in larga misura gli andamenti del-la domanda mondiale. In particolare, dopo una temporanea ripresa nel primo trimestre 2008, le esportazioni dell’area dell’euro verso gli Stati Uniti e gli altri paesi dell’OCSE – oltre che nei confronti della Cina e degli Stati membri che hanno aderito all’UE dal 2004 – si sono sensi-bilmente indebolite nel secondo e terzo trimestre allorché la domanda da queste economie perdeva slancio. Nel contempo, le esportazioni verso i paesi dell’OPEC hanno continuato a crescere a ritmi sostenuti. Nell’estate del 2008, il calo dei volumi esportati è stato nel complesso lievemente infe-riore all’aumento dei prezzi all’esportazione: i due andamenti si sono pressoché bilanciati quanto al loro effetto sulle esportazioni in valore.

Nonostante il calo durante l’estate, i corsi petroliferi sono stati superiori a 70 euro in settembre. Gli elevati prezzi del petrolio e delle materie prime non petrolifere sono alla base della forte crescita delle importazioni in termini di valore. In particolare, su base cumulata su dodici mesi, il disavan-zo petrolifero è stato pari a 223 miliardi di euro ad agosto 2008, in crescita costante dall’ultimo trimestre del 2002.

La scomposizione dell’interscambio di beni in volumi e prezzi, disponibile fino ad agosto 2008, se-gnala un costante aumento dei prezzi delle importazioni dal quarto trimestre 2007. Le importazioni in volume hanno invece continuato a scendere, soprattutto quelle di beni intermedi. Il riquadro 11 presenta i nuovi indici dei prezzi dei prodotti industriali importati e dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali esportati.

Per quanto riguarda le altre voci del conto corrente, in termini cumulati su dodici mesi l’avanzo dei servizi è aumentato lievemente in settembre (a 54,2 miliardi di euro, dai 50,1 di un anno prima). Il saldo dei redditi è passato da un avanzo di 15,5 miliardi a un disavanzo di 7,8 miliardi, mentre nei trasferimenti correnti il disavanzo è salito da 81,6 a 90,1 miliardi.

Figura59Saldodicontocorrenteesaldodel labi lanciacommercialedel l ’areadel l ’euro(in miliardi di euro; dati mensili destagionalizzati)

saldo di conto corrente (saldi cumulati sui dodici mesi;scala di sinistra)saldo della bilancia commerciale (saldi cumulatisui dodici mesi; scala di sinistra)esportazioni di beni e servizi (media mobiledi 3 mesi; scala di destra)importazioni di beni e servizi (media mobiledi 3 mesi; scala di destra)

2008-100

-50

0

50

100

150

200

100

110

120

130

140

150

160

170

180

2005 2006 20072004

Fonte: BCE.

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ANDAMENTIECONOMICI

EMONETARI

��

I tassi di cambio e la bilancia

dei pagamenti

Tavola12 Principal i componentidel labi lanciadeipagamentidel l ’areadel l ’euro

(dati destagionalizzati, salvo diversa indicazione)

2008 ago.

2008 set.

Medie mobili di 3 mesi dati a fine

Dati cumulati sui 12 mesi a fine

2007 dic.

2008 mar.

2008 giu.

2008 set.

2007 set.

2008 set.

Miliardi di euro

Conto corrente (saldo) -5,3 -10,6 -1,2 -2,2 -2,3 -6,3 48,7 -35,8 Beni (saldo) -1,9 -5,6 2,0 2,0 1,2 -2,6 64,7 7,9 Esportazioni 137,1 131,6 126,5 132,3 133,3 134,6 1.492,5 1.580,2 Importazioni 138,9 137,2 124,5 130,3 132,1 137,2 1.427,8 1.572,4 Servizi (saldo) 4,7 2,1 4,4 5,4 4,4 3,9 50,1 54,2 Esportazioni 43,0 42,4 41,8 42,0 41,9 42,1 474,9 503,3 Importazioni 38,3 40,3 37,3 36,6 37,5 38,3 424,8 449,1 Redditi (saldo) -1,3 -0,4 0,1 -0,9 -0,9 -0,8 15,5 -7,8 Trasferimenti correnti (saldo) -6,9 -6,6 -7,7 -8,7 -6,9 -6,8 -81,6 -90,1

Conto finanziario (saldo) 1) -29,6 10,5 -24,4 -1,5 29,1 -8,3 72,4 -15,2 Investimenti diretti e di portafoglio -28,0 38,6 -16,1 -11,1 -4,9 -3,5 166,5 -106,8 Investimenti diretti -9,8 -18,5 8,3 -35,7 -16,4 -13,5 -175,2 -171,8 Investimenti di portafoglio -18,2 57,1 -24,4 24,6 11,4 10,0 341,6 65,0 Azioni -1,8 -59,6 -17,1 30,2 -17,2 -20,7 117,1 -74,6 Strumenti di debito -16,5 116,7 -7,3 -5,5 28,6 30,7 224,6 139,6 Obbligazioni e notes 17,7 40,5 5,8 13,0 25,3 19,3 255,4 190,4 Strumenti del mercato monetario -34,2 76,2 -13,1 -18,6 3,3 11,4 -30,8 -50,8

Variazioni percentuali sul periodo precedente

Beni e servizi Esportazioni 2,2 -3,4 -0,9 3,6 0,5 0,9 10,7 5,9 Importazioni 3,2 0,2 1,5 3,1 1,6 3,5 7,4 9,1

BeniEsportazioni 1,5 -4,0 -1,5 4,6 0,8 0,9 11,0 5,9 Importazioni 2,5 -1,2 1,4 4,6 1,4 3,9 6,7 10,1

ServiziEsportazioni 4,8 -1,4 0,9 0,4 -0,3 0,7 9,8 6,0 Importazioni 5,8 5,4 1,9 -1,9 2,3 2,1 9,8 5,7

Fonte: BCE.Nota: eventuali mancate quadrature nei totali possono derivare da arrotondamenti.1) I dati riportati sono saldi (flussi netti). Un segno positivo (negativo) sta a indicare un afflusso (deflusso) netto. Dati non destagionalizzati.

I NuOV I IND IC I DE I PREzz I DE I PRODOTT I INDuSTR IAL I IMPORTAT I E DE I PREzz IALLA PRODuz IONEDE I PRODOTT I INDuSTR IAL I ESPORTAT I DELL’AREA DELL’EuRO

La sezione Statistiche dell’area dell’euro di questo Bollettino includerà d’ora in avanti due nuo-vi indici di prezzo per l’area dell’euro pubblicati di recente da Eurostat e riguardanti rispettiva-mente i prezzi dei prodotti industriali importati e i prezzi alla produzione dei prodotti industriali esportati. Questo riquadro presenta i nuovi dati assieme al relativo ambito statistico e prende in esame gli andamenti recenti dei prezzi dell’interscambio dell’area dell’euro.

I prezzi all’importazione costituiscono un indicatore prezioso delle spinte inflazionistiche prove-nienti dall’estero, in quanto possono influire sull’inflazione al consumo sia direttamente (attraverso i beni di consumo importati) sia indirettamente (tramite l’utilizzo dei prodotti di base e intermedi importati come input per i processi produttivi delle imprese dell’area). I prezzi all’esportazione sono utili per valutare la competitività dell’economia dell’area. Entrambi questi indici di prezzo

R iquadro 11

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BCEBollettino mensileDicembre 2008100

possono essere impiegati anche per elaborare altre statistiche, ad esempio nella costruzione di mi-sure attendibili per l’interscambio transfrontaliero in volume nella contabilità nazionale.

Raffronto con gli indici di valore medio unitario e ambito statistico

I nuovi indici di prezzo sostituiscono quelli di valore medio unitario nelle statistiche sul commer-cio estero e sono inclusi nella tavola 7.5 della sezione Statistiche dell’area dell’euro. Essi sono più adatti per valutare le variazioni di prezzo, poiché gli indici di valore medio unitario risentono non soltanto di queste ultime ma anche dei cambiamenti nella composizione e nella qualità dei beni scambiati 1). Se ad esempio da un periodo all’altro le importazioni in volume di televisori co-stosi a schermo piatto aumentano e quelle di apparecchi tradizionali più economici diminuiscono, l’indice di valore medio unitario dei televisori evidenzia un rincaro anche se i prezzi delle due tipologie di prodotto sono rimasti invariati. Pertanto, un aumento/calo della qualità dei prodotti determina una distorsione verso l’alto/il basso dell’indice di valore medio unitario. Gli indici di prezzo di tipo Laspeyres si ispirano invece al principio dei “matched models”, cioè definiscono un paniere di beni nel periodo base e ricalcolano il prezzo di questo stesso paniere nei periodi successivi. Se mutano le caratteristiche dei prodotti, gli statistici tentano di quantificare questa variazione della qualità in modo che l’indice rifletta soltanto la pura variazione di prezzo.

A seguito della revisione, nel 2005, del regolamento del Consiglio dell’Unione europea relativo alle statistiche congiunturali 2), gli istituti nazionali di statistica dei paesi appartenenti all’area dell’euro sono tenuti a calcolare gli indici di prezzo delle importazioni di prodotti industriali e gli indici dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali esportati, operando una distinzione tra l’interscambio internazionale interno all’area e quello con l’esterno della stessa. Tali statistiche confluiscono a loro volta nel calcolo degli indici per l’area dell’euro, che si riferiscono ai soli beni scambiati tra operatori dell’area e operatori extra-area. Gli indici riguardano i prezzi dei beni in-dustriali, vale a dire di tutti i beni a eccezione dei prodotti dell’agricoltura e della silvicoltura, ma non quelli dei servizi. L’indice dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali esportati costi-tuisce un’approssimazione di quello dei prezzi delle esportazioni complessive. Esso comprende le esportazioni effettuate dai produttori ma esclude quelle realizzate dai grossisti e le riesportazioni. I prezzi registrati nei due nuovi indici sono espressi in euro e tengono quindi conto dei movimenti valutari. Gli indici di prezzo sono pubblicati da Eurostat con frequenza mensile.

L’indice dei prezzi dei prodotti industriali importati è disponibile approssimativamente 45 gior-ni dopo la fine del periodo di riferimento. Per alleviare l’onere di segnalazione, agli istituti di statistica nazionali viene chiesto di fornire soltanto i dati relativi alle categorie di prodotti per le quali lo Stato membro di appartenenza rappresenta una quota significativa delle importazioni totali dell’area. Ne consegue che, ad esempio, la Francia è tenuta a comunicare le statistiche riguardanti 92 categorie di prodotti e la Slovenia solo una. Tale approccio garantisce una qualità sufficiente agli aggregati per l’area dell’euro; non viene fornita una scomposizione completa a livello nazionale. Poiché alcuni paesi, in particolare l’Italia, non hanno ancora segnalato i pro-

1) I nuovi indici si differenziano da quelli di valore medio unitario anche in termini di copertura dei dati e classificazioni utilizzate. Mentre le statistiche sul commercio con l’estero riguardano tutti i beni oggetto di interscambio, quelle utilizzate per il calcolo dei nuovi indici di prezzo si limitano ai beni industriali. Inoltre, i nuovi indici sono pubblicati in base alla suddivisione nei “Raggruppamenti principali di industrie”, che è diversa da quella per “Ampie categorie economiche” utilizzata nelle statistiche sul commercio estero. La differenza principale consiste nel fatto che i prodotti energetici rientrano in una categoria separata all’interno dei Raggruppamenti principali di industrie, mentre nelle Ampie categorie economiche rientrano in parte tra i beni di consumo e in parte tra i beni intermedi.

2) Cfr. il regolamento (CE) n. 1158/2005 del Parlamento europeo e del Consiglio del 6 luglio 2005, che modifica il regolamento (CE) n. 1165/98 del Consiglio relativo alle statistiche congiunturali.

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BCEBollettino mensile

Dicembre 2008

ANDAMENTIECONOMICI

EMONETARI

101

I tassi di cambio e la bilancia

dei pagamenti

pri dati a Eurostat, gli indici dell’area dell’euro coprono attualmente il 70 per cento circa delle importazioni di beni industriali provenienti dall’esterno dell’area. Quando tutti i paesi avranno ottemperato ai loro obblighi di legge, la copertura salirà approssimativamente all’85 per cento. L’indice è ponderato in base alla quota nelle importazioni e inizia dal 2005. L’indice dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali esportati è invece disponibile circa 30 giorni dopo la fine del periodo di riferimento e offre una copertura di oltre il 90 per cento. Esso è ponderato in base alla quota sul fatturato dei prodotti spediti a clienti esterni all’area e inizia dal 2000.

Andamenti dei prezzi dei prodotti industriali importati e dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali esportati

A livello aggregato, i nuovi indici di prezzo delle esportazioni e delle importazioni dipingono un quadro analogo a quello fornito dagli indici di valore medio unitario. L’inflazione dei prezzi del-le esportazioni totali dell’area dell’euro (escluso il settore delle costruzioni) è recentemente au-mentata, fino a raggiungere il 2,9 per cento nell’ottobre 2008, dopo che il tasso annuo di crescita era sceso da circa il 2 per cento a meno dell’1,5 per cento tra gli inizi del 2006 e la fine del 2007 (cfr. figura A). Benché l’aumento sia stato generalizzato, i rincari dei prezzi all’esportazione dei beni energetici ne hanno costituito una determinante fondamentale, che ha contribuito anche alla crescita dei costi degli input energetici. In aggiunta, negli ultimi mesi le pressioni competitive si sono lievemente allentate grazie al deprezzamento dell’euro e all’aumento dei prezzi (in euro) all’esportazione dei concorrenti dell’area. Gli esportatori dell’area potrebbero pertanto tentare di accrescere i loro margini di profitto aumentando i prezzi (in euro) delle loro esportazioni.

Il rincaro dei beni energetici e delle materie prime ha contribuito in misura preponderante anche al forte aumento dei prezzi delle importazioni totali dell’area dell’euro, che ha raggiunto un mas-simo al 13,3 per cento nel giugno 2008 (cfr. figura B). La marcata flessione dei corsi petroliferi nel periodo recente ha fatto scendere lievemente l’inflazione dei prezzi delle importazioni totali, portandola all’8,5 per cento sui dodici mesi nel settembre 2008. I prezzi di tutte le altre categorie di beni sono invece risultati stabili o in calo negli ultimi anni, principalmente a causa di fattori

F igura A Prezz i a l l a produz ionede l l e espor taz ion i de i ben i industr ia l i

(variazioni percentuali sui dodici mesi)

-4,0

-2,0

0,0

2,0

4,0

6,0

2003 2004 2005 2006 2007 2008-4,0

-2,0

0,0

2,0

4,0

6,0

totale (escluse le costruzioni)totale (escluse costruzioni ed energia)industria manifatturierabeni intermedibeni di consumobeni di investimento

Fonte: Eurostat.

F igura BPrezz i a l l ’ impor taz ionede i ben iindustr ia l i

(variazioni percentuali sui dodici mesi)

-4-202468

10121416

-20-1001020304050607080

2006 2007 2008

totale (escluse le costruzioni)industria manifatturierabeni intermedibeni di investimentobeni di consumobeni energetici (scala di destra)

Fonte: Eurostat.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008102

CONTOF INANz IAR IONei dodici mesi fino a settembre gli investimenti diretti e di portafoglio dell’area dell’euro han-no registrato nel loro insieme deflussi netti per 106,8 miliardi di euro, contro afflussi netti per 166,5 miliardi un anno prima. Questa inversio-ne di segno è riconducibile agli investimenti di portafoglio, i cui afflussi netti sono scesi di 276,6 miliardi di euro. Nello stesso periodo i flussi netti in uscita per investimenti diretti sono rimasti so-stanzialmente stabili, a circa 170 miliardi di euro (cfr. figura 60).

Le turbolenze finanziarie iniziate ai primi di ago-sto del 2007 a seguito della crisi dei mutui sub-prime statunitensi hanno creato una situazione di incertezza nei mercati finanziari e un calo della liquidità in alcuni dei principali segmenti di que-sti mercati. Le scelte di portafoglio globali che ne sono conseguite hanno influito sui flussi interna-zionali per investimenti di portafoglio dell’area dell’euro. Gli investitori internazionali hanno ri-dotto gli investimenti in titoli azionari dell’area dell’euro sia per il deterioramento delle prospetti-ve sugli utili societari dell’area sia – secondo report di mercato – per le attese tra gli operatori di un de-prezzamento della moneta unica. Nel terzo trimestre 2008 gli investitori internazionali hanno venduto titoli azionari dell’area e accresciuto le loro posizioni in strumenti a reddito fisso, riflettendo strategie di fuga verso la qualità determinate dalle incertezze nei mercati finanziari. In particolare, a settembre la volatilità si è impennata su tutti i principali mercati e questo ha acuito le incertezze riguardo alle prospettive mondiali. In questo contesto, a settembre il conto finanziario ha registrato vendite nette di azioni dell’area da parte di soggetti esteri per importi insolitamente alti (86,3 miliardi di euro) e vendite nette di azioni estere effettuate da residenti dell’area (26,7 miliardi di euro).

Nel secondo e terzo trimestre 2008 gli investimenti di portafoglio dell’area dell’euro hanno registra-to afflussi netti per strumenti di debito, in parte controbilanciati dai deflussi netti per titoli azionari. Gli investimenti diretti all’estero sono rimasti cospicui. I livelli elevati del tasso di cambio dell’euro hanno avuto l’effetto di aumentare il costo degli investimenti in capitale azionario dell’area da parte di soggetti esteri e di favorire gli investimenti dell’area all’estero.

strutturali. In particolare, la globalizzazione è stata accompagnata da un aumento della quota dei paesi con bassi costi di produzione sul totale delle importazioni dell’area di beni manufatti. Fino a poco tempo fa, ciò ha esercitato pressioni al ribasso sui prezzi delle importazioni complessive del-l’area 3). La crescente concorrenza internazionale potrebbe anche spiegare la costante diminuzione dei prezzi all’importazione dei beni di investimento. In prospettiva, tali fattori strutturali rafforze-ranno l’impatto dei minori corsi delle materie prime sull’inflazione dei prezzi all’importazione.

3) Cfr. anche il riquadro Il possibile venir meno dell’effetto al ribasso esercitato dalla globalizzazione sui prezzi all’importazione nel numero di giugno 2007 di questo Bollettino.

Figura60Investimentidirett iediportafogl iodel l ’areadel l ’euro

(miliardi di euro; dati mensili; flussi netti cumulati sui 12 mesi)

investimenti diretti e di portafoglioinvestimenti diretti esteristrumenti di debitoflussi in titoli azionari

-300

-225

-150

-75

0

75

150

225

300

-300

-225

-150

-75

0

75

150

225

300

20082005 2006 20072004

Fonte: BCE.

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BCEBollettino mensile

Dicembre 2008 �S

STATISTICHE DELL’AREA DELL’EURO

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BCEBollettino mensileDicembre 2008S 2

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BCEBollettino mensile

Dicembre 2008 �S

INDICE 1)

TAVOLA RIASSUNTIVA SULL’AREA DELL’EUROPrincipali indicatori economici per l’area dell’euro S5

1 STATISTICHE SULLA POLITICA MONETARIA 1.1 Situazione contabile consolidata dell’Eurosistema S6 1.2 Tassi di interesse di riferimento della BCE S7 1.3 Operazioni di politica monetaria dell’Eurosistema effettuate mediante asta S8 1.4 Statistiche sulla riserva obbligatoria e sulla liquidità S9

2 MONETA, BANCHE E FONDI DI INVESTIMENTO 2.1 Bilancio aggregato delle IFM dell’area dell’euro S10 2.2 Bilancio consolidato delle IFM dell’area dell’euro S11 2.3 Statistiche monetarie S12 2.4 Scomposizione dei prestiti delle IFM S14 2.5 Scomposizione dei depositi presso le IFM S17 2.6 Scomposizione delle disponibilità in titoli delle IFM S20 2.7 Rivalutazioni di voci di bilancio delle IFM S21 2.8 Scomposizione per valuta di alcune voci di bilancio delle IFM S22 2.9 Bilancio aggregato dei fondi di investimento dell’area dell’euro S24 2.10 Attività dei fondi di investimento suddivisi per strategia di investimento e tipologia di investitore S25

3 CONTI DELL’AREA DELL’EURO 3.1 Conti economici e finanziari integrati per settore istituzionale S26 3.2 Conti non finanziari dell’area dell’euro S30 3.3 Famiglie S32 3.4 Società non finanziarie S33 3.5 Società di assicurazione e fondi pensione S34

4 MERCATI FINANZIARI 4.1 Titoli non azionari, distinti per scadenza originaria, residenza dell’emittente e valuta di denominazione S35 4.2 Titoli non azionari emessi da residenti nell’area dell’euro distinti per settore emittente e per tipo di strumento S36 4.3 Tassi di crescita dei titoli non azionari emessi da residenti nell’area dell’euro S38 4.4 Azioni quotate emesse da residenti nell’area dell’euro S40 4.5 Tassi di interesse su depositi e prestiti, denominati in euro, dei residenti nell’area dell’euro S42 4.6 Tassi di interesse del mercato monetario S44 4.7 Curve dei rendimenti dell’area dell’euro S45 4.8 Indici del mercato azionario S46

5 PREZZI, PRODUZIONE, DOMANDA E MERCATO DEL LAVORO 5.1 IAPC, altri prezzi e costi S47 5.2 Produzione e domanda S50 5.3 Mercato del lavoro S54

1) Per ulteriori informazioni è possibile contattarci all’indirizzo di posta elettronica [email protected]. Per serie temporali più dettagliate e più lunghe si rimanda allo Statistical Datawarehouse della BCE nella sezione Statistics del sito della BCE (sdw.ecb.europa.eu).

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BCEBollettino mensileDicembre 2008S �

6 FINANZA PUBBLICA 6.1 Entrate, spese e disavanzo/avanzo S55 6.2 Debito S56 6.3 Variazione del debito S57 6.4 Entrate, spese e disavanzo/avanzo trimestrali S58

6.5 Debito e variazione del debito trimestrali S59

7 TRANSAZIONI E POSIZIONI CON L’ESTERO 7.1 Bilancia dei pagamenti S60 7.2 Conto corrente e conto capitale S65 7.3 Conto finanziario S66 7.4 Presentazione monetaria della bilancia dei pagamenti S68 7.5 Commercio di beni S70

8 TASSI DI CAMBIO 8.1 Tassi di cambio effettivi S72 8.2 Tassi di cambio bilaterali S73

9 INDICATORI PER I PAESI NON APPARTENENTI ALL’AREA DELL’EURO 9.1 Altri Stati membri dell’UE S74 9.2 Stati Uniti e Giappone S75

LISTA DELLE FIGURE S76

NOTE TECNICHE S77

NOTE GENERALI S83

Segni convenzionali nelle tavole

“-” dati inesistenti / non applicabili“.” dati non ancora disponibili“...” zero o valore trascurabile“miliardi” 109

(p) dati provvisoridest. dati destagionalizzatinon dest. dati non destagionalizzati

ALLARGAMENTO DELL’AREA DELL’EURO DAL 1° GENNAIO 2008 PER L’INGRESSO DI CIPRO E MALTATutti i dati relativi al 2008 si riferiscono agli Euro 15 (area dell’euro, inclusi Cipro e Malta) per tutte le serie, salvo diversa indicazione. Per i tassi di interesse, le statistiche monetarie e l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IAPC) – nonché, per ragioni di coerenza, per le componenti e controparti di M3 e per le componenti dello IAPC – le serie statistiche relative all’area dell’euro coprono gli Stati membri dell’UE che hanno adottato l’euro relativamente al periodo al quale esse si riferiscono. Ove necessario, ciò è indicato in note a piè di pagina nelle tavole. In tali casi, ove i dati sottostanti siano disponibili, le variazioni assolute e in percentuale per il 2001, 2007 e 2008, calcolate rispettivamente su basi nel 2000, 2006 e 2007, utilizzano serie che tengono conto dell’impatto dovuto all’ingresso, nell’ordine, della Grecia, della Slovenia e di Cipro e Malta nell’area dell’euro. Dati storici relativi all’area dell’euro anteriori all’ingresso di Cipro e Malta sono disponibili sul sito Internet della BCE all’indirizzo: http://www.ecb.europa.eu/stats/services/downloads/html/index.en.html.

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BCEBollettino mensile

Dicembre 2008 �S

TAVOLA RIASSUNTIVA SULL’AREA DELL’EUROPrinc ipa l i ind i cator i economic i per l ’ a rea de l l ’ euro(variazioni percentuali sul periodo corrispondente, salvo diversa indicazione)

1. Andamenti monetari e tassi di interesseM1 1) M2 1) M3 1) 2) M3 1) 2)

mediamobile

centrata di tre mesi

Prestiti delle IFMa residenti

nell’area dell’euro, escluse IFM

e Amministrazioni pubbliche 1)

Titolinon azionari in euro

emessi da societàdiverse dalle IFM 1)

Tasso d’interesse a 3 mesi (Euribor,

valori percentuali in ragione d’anno,

valori medi)

Tassi a pronti a 10 anni

(valori percentuali in ragione d’anno

di fine periodo)

1 2 3 4 5 6 7 82006 8,6 8,7 8,4 - 10,9 15,3 3,08 3,91 2007 6,4 9,9 11,1 - 10,8 18,6 4,28 4,38 2007 4° trim. 5,9 10,7 12,0 - 11,1 19,5 4,72 4,38 2008 1° trim. 3,8 10,3 11,2 - 11,1 20,4 4,48 4,13 2° trim. 2,3 10,0 10,1 - 10,5 17,8 4,86 4,73 3° trim. 0,6 9,1 9,0 - 9,1 18,9 4,98 4,34 2008 giu. 1,5 9,5 9,6 9,6 9,9 18,0 4,94 4,73 lug. 0,3 9,1 9,2 9,2 9,3 17,1 4,96 4,53 ago. 0,2 8,9 8,8 8,9 8,8 20,2 4,97 4,34 set. 1,2 8,9 8,7 8,7 8,5 20,5 5,02 4,34 ott. 3,7 9,3 8,7 . 7,8 . 5,11 4,25 nov. . . . . . . 4,24 3,77

2. Prezzi, produzione, domanda e mercato del lavoroIAPC Prezzi alla

produzione dei beni

industriali

Costo orario del lavoro

PIL Produzione industriale

(escluse costruzioni)

Utilizzo della capacità produttiva nell’industria mani-fatturiera (in perc.)

Occupazione Disoccupazione (in perc. delle

forze di lavoro)

1 2 3 4 5 6 7 82006 2,2 5,1 2,5 2,9 4,0 83,2 1,6 8,3 2007 2,1 2,8 2,6 2,6 3,4 84,2 1,8 7,4 2008 1° trim. 3,4 5,4 3,5 2,1 2,5 83,9 1,5 7,2 2° trim. 3,6 7,1 2,7 1,4 1,1 83,3 1,2 7,4 3° trim. 3,8 8,5 . 0,6 -1,6 82,2 . 7,5 2008 giu. 4,0 8,0 - - -0,4 - - 7,4 lug. 4,0 9,2 - - -1,1 82,8 - 7,5 ago. 3,8 8,6 - - -0,7 - - 7,5 set. 3,6 7,9 - - -2,7 - - 7,6 ott. 3,2 6,3 - - . 81,6 - 7,7 nov. 2,1 . - - . - - .

3. Bilancia dei pagamenti, riserve ufficiali e tassi di cambio (miliardi di euro, salvo diversa indicazione)

Bilancia dei pagamenti (flussi netti) Riserve ufficiali (posizioni

di fine periodo)

Tasso di cambio effettivo dell’euro: TCE-23 3) (1° trim. 1999 = 100)

Tasso di cambio USD/EUR

Contocorrente e contocapitale

Investimenti diretti

Investimenti di portafoglio

Beni Nominale Reale (IPC)

1 2 3 4 5 6 7 82006 17,9 19,8 -156,7 290,4 325,8 103,6 104,6 1,2556 2007 51,8 57,5 -90,4 137,7 347,4 107,7 108,3 1,3705 2007 4° trim. 15,8 10,3 25,0 -73,2 347,4 110,5 111,2 1,4486 2008 1° trim. -2,4 -1,5 -107,1 73,8 356,3 112,7 113,1 1,4976 2° trim. -21,4 6,2 -49,2 34,3 353,9 115,7 115,7 1,5622 3° trim. -8,9 -6,9 -40,5 30,0 370,9 113,7 113,3 1,5050 2008 giu. 2,8 2,6 -19,6 41,0 353,9 115,4 115,4 1,5553 lug. 2,0 2,3 -12,3 -8,8 355,6 115,8 115,5 1,5770 ago. -5,5 -5,2 -9,8 -18,2 350,7 113,5 113,2 1,4975 set. -5,4 -3,9 -18,5 57,1 370,9 111,6 111,2 1,4370 ott. . . . . 368,0 107,6 107,4 1,3322 nov. . . . . . 106,8 106,6 1,2732

Fonti: BCE, Commissione europea (Eurostat e DG Affari economici e finanziari) e Reuters.Nota: per ulteriori informazioni sui dati utilizzati, cfr. le rispettive tavole successive della presente sezione.1) Le variazioni sul periodo corrispondente di dati mensili sono calcolate con riferimento ai dati di fine mese, mentre quelle di dati trimestrali e annuali sono calcolate con riferimento alla

variazione sui dodici mesi della media della serie nel periodo. Cfr. le Note tecniche per i dettagli.2) M3 e le sue componenti non comprendono le quote e partecipazioni in fondi comuni monetari e le obbligazioni con scadenza fino a 2 anni detenute da non residenti nell’area dell’euro.3) Basati sulle curve dei rendimenti dei titoli di Stato dell’area dell’euro con rating AAA. Cfr. la Tavola 4.7 per i dettagli.4) Per la definizione dei gruppi di paesi partner commerciali e per altre informazioni, cfr. le Note generali.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008S �

STATISTICHE SULLA POLITICA MONETARIA1.1 S i tuaz ione contab i l e conso l idata de l l ’Euros i s tema

(milioni di euro)

1. Attività7 novembre 2008 14 novembre 2008 21 novembre 2008 28 novembre 2008

Oro e crediti in oro 220.193 220.183 220.126 220.011 Attività in valuta verso non residenti nell’area dell’euro 155.783 160.230 163.037 159.670 Attività in valuta verso residenti nell’area dell’euro 226.525 227.511 198.446 208.202 Attività in euro verso non residenti nell’area dell’euro 11.426 11.557 10.707 10.277 Prestiti in euro a istituzioni creditizie dell’area dell’euro 723.410 800.711 803.487 794.921 Operazioni di rifinanziamento principali 312.790 335.184 338.720 335.166 Operazioni di rifinanziamento a più lungo termine 402.168 462.835 462.836 455.319 Operazioni temporanee di fine-tuning 0 0 0 0 Operazioni temporanee di tipo strutturale 0 0 0 0 Operazioni di rifinanziamento marginale 8.441 2.654 1.892 4.375 Crediti connessi a scarti di garanzia 12 37 38 60 Altri crediti in euro verso istituzioni creditizie dell’area dell’euro 67.356 43.587 44.149 49.487 Titoli in euro emessi da residenti nell’area dell’euro 118.661 118.795 119.349 120.502 Crediti in euro verso le amministrazioni pubbliche 37.442 37.442 37.491 37.491 Altre attività 379.570 378.704 377.190 378.490 Attività totali 1.940.367 1.998.720 1.973.981 1.979.051

2. Passività7 novembre 2008 14 novembre 2008 21 novembre 2008 28 novembre 2008

Banconote in circolazione 729.294 728.554 726.683 731.454 Passività in euro verso istituzioni creditizie dell’area dell’euro 377.887 444.043 429.106 401.159 Conti correnti (inclusa la riserva obbligatoria) 152.351 280.171 204.905 197.203 Depositi overnight 225.500 163.842 224.193 203.888 Depositi a tempo determinato 0 0 0 0 Operazioni temporanee di fine tuning 0 0 0 0 Depositi connessi a scarti di garanzia 36 30 8 69 Altre passività in euro verso istituzioni creditizie dell’area dell’euro 273 247 142 177 Certificati di debito 0 0 0 0 Passività in euro verso altri residenti nell’area dell’euro 86.873 89.376 120.054 142.095 Passività in euro verso non residenti nell’area dell’euro 315.863 306.175 268.851 278.357 Passività in valuta verso residenti nell’area dell’euro -880 -1.391 -1.575 -1.546 Passività in valuta verso non residenti nell’area dell’euro 16.746 17.000 16.799 14.517 Contropartite dei DSP dell’FMI 5.384 5.384 5.384 5.384 Altre passività 168.559 168.963 168.168 167.081 Rivalutazioni 168.685 168.685 168.685 168.685 Capitale e riserve 71.683 71.684 71.686 71.687 Passività totali 1.940.367 1.998.720 1.973.981 1.979.051

Fonte: BCE.

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Dicembre 2008 �S

STATISTICHEDELL’AREADELL’EURO

Statistichesulla politica

monetaria

1 .2 Tass i d i interesse d i r i f e r imento de l l a BCE (valori percentuali in ragione d’anno per i livelli; punti percentuali per le variazioni)

Con effetto dal 1) Depositi overnight presso l’Eurosistema Operazioni di rifinanziamento principali Operazioni di rifinanziamento marginale

Aste a tasso fisso Aste a tasso variabile

Variazione

Tasso fisso Tasso minimo di offerta

Livello Variazione Livello Livello Livello Variazione1 2 3 4 5 6 7

1999 1 gen. 2,00 - 3,00 - - 4,50 - 4 2) 2,75 0,75 3,00 - ... 3,25 -1,25 22 2,00 -0,75 3,00 - ... 4,50 1,25 9 apr. 1,50 -0,50 2,50 - -0,50 3,50 -1,00 5 nov. 2,00 0,50 3,00 - 0,50 4,00 0,50 2000 4 feb. 2,25 0,25 3,25 - 0,25 4,25 0,25 17 mar. 2,50 0,25 3,50 - 0,25 4,50 0,25 28 apr. 2,75 0,25 3,75 - 0,25 4,75 0,25 9 giu. 3,25 0,50 4,25 - 0,50 5,25 0,50 28 3) 3,25 ... - 4,25 ... 5,25 ... 1 set. 3,50 0,25 - 4,50 0,25 5,50 0,25 6 ott. 3,75 0,25 - 4,75 0,25 5,75 0,25 2001 11 mag. 3,50 -0,25 - 4,50 -0,25 5,50 -0,25 31 ago. 3,25 -0,25 - 4,25 -0,25 5,25 -0,25 18 set. 2,75 -0,50 - 3,75 -0,50 4,75 -0,50 9 nov. 2,25 -0,50 - 3,25 -0,50 4,25 -0,50 2002 6 dic. 1,75 -0,50 - 2,75 -0,50 3,75 -0,50 2003 7 mar. 1,50 -0,25 - 2,50 -0,25 3,50 -0,25 6 giu. 1,00 -0,50 - 2,00 -0,50 3,00 -0,50 2005 6 dic. 1,25 0,25 - 2,25 0,25 3,25 0,25 2006 8 mar. 1,50 0,25 - 2,50 0,25 3,50 0,25 15 giu. 1,75 0,25 - 2,75 0,25 3,75 0,25 9 ago. 2,00 0,25 - 3,00 0,25 4,00 0,25 11 ott. 2,25 0,25 - 3,25 0,25 4,25 0,25 13 dic. 2,50 0,25 - 3,50 0,25 4,50 0,25 2007 14 mar. 2,75 0,25 - 3,75 0,25 4,75 0,25 13 giu. 3,00 0,25 - 4,00 0,25 5,00 0,25 2008 9 lug. 3,25 0,25 - 4,25 0,25 5,25 0,25 8 ott. 2,75 -0,50 - - - 4,75 -0,50 9 4) 3,25 0,50 - - - 4,25 -0,50 15 5) 3,25 ... 3,75 - -0,50 4,25 ... 12 nov. 2,75 -0,50 3,25 - -0,50 3,75 -0,50 10 dic. 2,00 -0,75 2,50 - -0,75 3,00 -0,75

Fonte: BCE.1) Dal 1° gennaio 1999 al 9 marzo 2004 la data si riferisce ai depositi presso l’Eurosistema e alle operazioni di rifinanziamento marginale. Per le operazioni di rifinanziamento principali, le

variazioni del tasso hanno effetto dalla prima operazione successiva alla data indicata. La variazione decisa il 18 settembre 2001 ha avuto effetto dallo stesso giorno. Dal 10 marzo 2004 in poi, se non diversamente indicato, la data si riferisce ai depositi presso l’Eurosistema, alle operazioni di rifinanziamento marginale e alle operazioni di rifinanziamento principali (le variazioni avranno effetto dalla operazione di rifinanziamento principale che segue la discussione del Consiglio Direttivo).

2) Il 22 dicembre 1998 la BCE ha fissato a 50 punti base l’ampiezza del corridoio tra il tasso di interesse sui depositi overnight presso il SEBC e quello sulle operazioni di rifinanziamento marginale per il periodo 4-21 gennaio 1999. Tale provvedimento, a carattere eccezionale, mirava ad agevolare la transizione al nuovo regime da parte degli operatori di mercato.

3) L’8 giugno 2000 la BCE ha annunciato che, a partire dall’operazione con regolamento 28 giugno 2000, le operazioni di rifinanziamento principali sarebbero state condotte con procedura d’asta a tasso variabile. Il tasso minimo di offerta si riferisce al tasso d’interesse più basso al quale possono essere presentate le richieste delle controparti.

4) Dal 9 ottobre 2008 la BCE ha ridotto da 200 a 100 punti base il corridoio formato dai tassi di interesse sulle operazioni attivabili su iniziativa delle controparti intorno al tasso applicato alle operazioni di rifinanziamento principali.

5) L’8 ottobre 2008 la BCE ha annunciato che, a partire dall’operazione con regolamento 15 ottobre, le operazioni di rifinanziamento principali settimanali sarebbero state condotte mediante asta a tasso fisso, con piena aggiudicazione dell’importo al tasso di interesse applicato alle operazioni di rifinanziamento principali. Questa modifica sostituisce la decisione precedente (assunta lo stesso giorno) di ridurre di 50 punti base il tasso minimo d’offerta sulle operazioni di rifinanziamento principali condotte mediante asta a tasso fisso.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008S 8

1 .3 Operaz ion i d i po l i t i ca monetar ia de l l ’Euros i s tema e f fe t tuate med iante asta 1) , 2 )

(milioni di euro; tassi di interesse in valori percentuali su base annua)

1. Operazioni di rifinanziamento principali e a lungo termine 3)

Data di regolamento Importi richiesti

Numero di partecipanti

Importi aggiudicati

Aste a tasso fisso Aste a tasso variabile Durata della operazione

(giorni)Tasso fisso Tasso minimo di offerta

Tasso marginale 4)

Tasso medio ponderato

1 2 3 4 5 6 7 8Operazioni di rifinanziamento principali

2008 6 ago. 241.886 424 160.000 - 4,25 4,38 4,41 7 13 233.394 430 176.000 - 4,25 4,37 4,40 7 20 228.735 454 151.000 - 4,25 4,38 4,40 7 27 226.453 424 167.000 - 4,25 4,39 4,42 7 3 set. 226.254 411 160.000 - 4,25 4,39 4,41 7 10 223.273 422 176.500 - 4,25 4,39 4,41 7 17 328.662 533 150.000 - 4,25 4,53 4,58 7 24 334.044 506 180.000 - 4,25 4,73 4,78 7 1 ott. 228.012 419 190.000 - 4,25 4,65 4,96 7 8 271.271 436 250.000 - 4,25 4,70 4,99 7 15 5) 310.412 604 310.412 3,75 - - - 7 22 305.421 703 305.421 3,75 - - - 7 29 325.112 736 325.112 3,75 - - - 7 5 nov. 311.991 756 311.991 3,75 - - - 7 12 334.413 848 334.413 3,25 - - - 7 19 338.018 851 338.018 3,25 - - - 7 26 334.461 836 334.461 3,25 - - - 7 3 dic. 339.520 787 339.520 3,25 - - - 7

Operazioni di rifinanziamento a più lungo termine2008 10 lug. 74.579 141 25.000 - - 4,93 5,03 182 31 107.684 189 50.000 - - 4,70 4,76 91 14 ago. 78.920 124 50.000 - - 4,61 4,74 91 28 77.216 191 50.000 - - 4,60 4,74 91 11 set. 69.500 114 50.000 - - 4,45 4,66 91 25 154.577 246 50.000 - - 4,98 5,11 84 30 141.683 210 120.000 - - 4,36 4,88 38 9 ott. 113.793 181 50.000 - - 5,36 5,57 182 30 5) 103.108 223 103.108 3,75 - - - 91 7 nov. 20.416 55 20.416 3,75 - - - 33 13 41.558 127 41.558 3,25 - - - 182 13 66.807 139 66.807 3,25 - - - 91 27 42.185 161 42.185 3,25 - - - 91

2. Altre operazioni effettuate mediante astaData di regolamento Tipo

di operazioneImportirichiesti

Numero di partecipanti

Importiaggiudicati

Astea tasso fisso

Aste a tasso variabile Durata della

operazione(giorni)Tasso fisso Tasso

minimo di offerta

Tassomassimo di offerta

Tassomarginale 4)

Tassomedio

ponderato1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

2008 10 giu. Raccolta di depositi a tempo determinato 18.505 15 14.000 4,00 - - - - 1 8 lug. Raccolta di depositi a tempo determinato 14.585 12 14.585 4,00 - - - - 1 12 ago. Raccolta di depositi a tempo determinato 22.630 10 21.000 4,25 - - - - 1 9 set. Raccolta di depositi a tempo determinato 20.145 17 20.145 4,25 - - - - 1 15 Operazione temporanea 90.270 51 30.000 - 4,25 - 4,30 4,39 1 16 Operazione temporanea 102.480 56 70.000 - 4,25 - 4,32 4,40 1 18 Operazione temporanea 49.330 43 25.000 - 4,25 - 4,30 4,39 1 24 Operazione temporanea 50.335 36 40.000 - 4,25 - 4,25 4,35 1 1 ott. Raccolta di depositi a tempo determinato 173.047 52 173.047 4,25 - - - - 1

2 Raccolta di depositi a tempo determinato 216.051 65 200.000 4,25 - - - - 1 3 Raccolta di depositi a tempo determinato 193.844 54 193.844 4,25 - - - - 3 6 Raccolta di depositi a tempo determinato 171.947 111 171.947 4,25 - - - - 1 7 Raccolta di depositi a tempo determinato 147.491 97 147.491 4,25 - - - - 1 9 Operazione temporanea 24.682 99 24.682 3,75 - - - - 6 11 nov. Raccolta di depositi a tempo determinato 149.656 117 79.940 - - 3,75 3,60 3,51 1

Fonte: BCE.1) Gli ammontari riportati potrebbero differire leggermente da quelli della sezione 1.1 per effetto di operazioni aggiudicate ma non regolate.2) Con effetto a partire da aprile 2002, le operazioni di split tender, ovvero quelle operazioni aventi scadenza a una settimana ed effettuate mediante aste standard parallelamente a una operazione

di rifinanziamento principale, vengono classificate come operazioni di rifinanziamento principale. Per le operazioni di split tender condotte prima di tale mese, cfr. tavola 2 della sezione 1.3.3) L’8 giugno 2000 la BCE ha annunciato che, a partire dall’operazione con regolamento 28 giugno 2000, le operazioni di rifinanziamento principali sarebbero state condotte con procedura

d’asta a tasso variabile. Il tasso minimo di offerta si riferisce al tasso d’interesse più basso al quale possono essere presentate le richieste delle controparti.4) Nelle operazioni di creazione (assorbimento) di liquidità, il tasso marginale si riferisce al tasso più basso (più alto) al quale le richieste sono state accettate.5) L’8 ottobre 2008 la BCE ha annunciato che, a partire dall’operazione con regolamento 15 ottobre, le operazioni di rifinanziamento principali settimanali sarebbero state condotte mediante

asta a tasso fisso, con piena aggiudicazione dell’importo al tasso di interesse applicato alle operazioni di rifinanziamento principali.

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BCEBollettino mensile

Dicembre 2008 �S

1 .4 Stat i s t i che su l l a r i ser va obbl igator ia e su l l a l iqu id i tà (miliardi di euro; media dei valori giornalieri nel periodo, se non diversamente indicato; tassi d’interesse in valori percentuali in ragione d’anno)

1. Passività delle istituzioni creditizie soggette a obbligo di riservaPeriodo 1) Totale

passivitàsoggette

Passività soggette al coefficiente di riserva del 2 per cento

Passività soggette al coefficiente di riserva dello 0 per cento

Depositi (a vista; con durata prestabilita fino a 2 anni; rimborsabili con

preavvisofino a 2 anni)

Obbligazionicon scadenzafino a 2 anni

Depositi (con durataprestabilita oltre 2 anni;

rimorsabili con preavvisooltre 2 anni)

Operazionipronti contro termine

Obbligazionicon scadenza

oltre 2 anni

1 2 3 4 5 62006 15.648,3 8.411,7 601,9 1.968,4 1.180,3 3.486,1 2007 17.394,7 9.438,8 815,0 2.143,1 1.364,0 3.633,9 2008 1° trim 17.703,3 9.551,7 840,2 2.126,0 1.558,4 3.627,1 2008 2° trim 17.971,8 9.775,4 916,3 2.172,4 1.439,4 3.668,1 2008 lug. 18.035,4 9.825,2 938,2 2.175,7 1.407,4 3.689,0 ago. 18.165,4 9.888,1 948,6 2.184,4 1.438,7 3.705,6 set. 18.231,6 9.969,2 917,1 2.186,7 1.457,1 3.701,5

2. Assolvimento dell’obbligo di riservaPeriodo di mantenimento

terminante nelRiserve dovute Conti correnti

delle istituzioni creditizieRiserve in eccesso Inadempienze Tasso

di remunerazione della riserva obbligatoria

1 2 3 4 52006 172,5 173,2 0,7 0,0 3,30 2007 195,9 196,8 1,0 0,0 4,17 2008 15 gen.2) 199,8 200,9 1,1 0,0 4,20 12 feb. 201,6 202,4 0,8 0,0 4,17 11 mar. 204,6 205,3 0,7 0,0 4,10 15 apr. 206,9 207,5 0,6 0,0 4,19 13 mag. 207,8 208,6 0,8 0,0 4,24 10 giu. 207,3 208,1 0,8 0,0 4,17 8 lug. 211,9 212,7 0,8 0,0 4,06 12 ago. 214,1 214,8 0,7 0,0 4,35 9 set. 213,3 214,0 0,7 0,0 4,38 7 ott. 214,8 216,8 2,0 0,0 4,58 11 nov. 216,1 218,6 2,4 0,0 3,94 9 dic. 217,2 . . . .

3. LiquiditàPeriodo

di mante- nimento

terminante nel

Fattori di creazione di liquidità Fattori di assorbimento di liquidità Conti correnti

delle istituzioni creditizie

Base monetaria

Operazioni di politica monetaria dell’Eurosistema

Attività nettedell’Euro-

sistema in oro ein valuta estera

Operazionidi rifinan-ziamentoprincipali

Operazionidi rifinanzia-mento a più

lungo termine

Operazionidi rifinanzia-

mento marginale

Altreoperazioni di liquidità

Depositiovernight

presso l’Eu-rosistema

Altreoperazioni di assorbimentodi liquidità 3)

Banconotein circola-

zione

Contidelle Amm.ni

centrali presso l’Eurosistema

Altrifattori(netto)

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 122006 327,0 313,1 120,0 0,1 0,1 0,1 0,0 598,6 54,9 -66,4 173,2 771,8 2007 327,5 173,0 278,6 0,3 0,0 0,4 2,2 644,6 61,9 -126,6 196,8 841,9 2008 15 gen. 343,8 255,7 268,8 0,3 0,0 1,1 68,4 668,2 46,4 -116,4 200,9 870,2 12 feb. 353,6 173,8 268,5 0,2 0,0 0,4 0,6 651,7 51,7 -110,7 202,4 854,5 11 mar. 343,3 181,3 268,5 0,1 0,3 0,3 0,0 653,2 59,7 -125,0 205,3 858,7 15 apr. 349,4 181,5 278,6 0,1 2,6 0,6 0,4 662,1 66,4 -124,8 207,5 870,3 13 mag. 364,5 174,4 295,0 0,1 0,0 0,3 0,8 667,6 68,8 -112,2 208,6 876,6 10 giu. 375,0 172,8 287,9 0,3 0,0 0,2 0,5 671,4 67,3 -111,5 208,1 879,7 8 lug. 376,4 185,4 275,4 0,1 0,0 0,4 0,5 677,2 64,9 -118,3 212,7 890,3 12 ago. 374,5 166,3 299,3 0,1 0,0 0,3 0,6 686,1 61,3 -123,0 214,8 901,2 9 set. 376,6 163,5 300,0 0,1 0,0 0,6 0,7 685,0 61,1 -121,2 214,0 899,5 7 ott. 417,3 174,1 334,3 7,5 5,9 19,9 45,5 684,3 55,2 -82,6 216,8 921,0 11 nov. 549,0 301,6 452,5 12,7 4,2 213,7 2,3 722,1 85,0 78,2 218,6 1.154,4

Fonte: BCE.1) Fine periodo.2) A partire dal 1° gennaio 2008, include le operazioni di politica monetaria condotte mediante raccolta di depositi a scadenza fissa dalla Central Bank of Malta e dalla Banca Centrale di Cipro

prima del 1° gennaio 2008 e ancora in essere successivamente a tale data.3) In conseguenza dell’adozione dell’euro da parte di Cipro e Malta dal 1° gennaio 2008 l’aggregato soggetto a riserva è una media ponderata per il numero di giorni di calendario degli

aggregati dei 13 paesi dell’area dell’euro per il periodo 12-31 dicembre 2007 e di quelli dei 15 paesi attualmente nell’area per il periodo dal 1° al 15 gennaio 2008.

STATISTICHEDELL’AREADELL’EURO

Statistichesulla politica

monetaria

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BCEBollettino mensileDicembre 2008S �0

2 .1 B i l anc io aggregato de l l e I FM de l l ’ a rea de l l ’ euro 1)

(miliardi di euro; consistenze di fine periodo)

MONETA, BANCHE E FONDI DI INVESTIMENTO

1. AttivitàTotale Prestiti a residenti nell’area dell’euro Titoli non azionari

emessi da residenti nell’area dell’euroQuote

e parte-cipazioni

in fondi comuni

monetari 2)

Azioni e altri titoli di capitale emessi da residenti nell’area dell’euro

Attività verso non residenti nell’area dell’euro

Capitale fisso

Altre attività

Totale Ammi-nistrazioni pubbliche

Altri residenti

IFM Totale Ammini-strazioni

pubbliche

Altri residenti

IFM

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14Eurosistema

2006 1.558,2 695,7 19,7 0,6 675,3 217,0 187,5 2,5 27,0 - 17,2 351,4 14,7 262,4 2007 2.046,1 1.031,7 17,8 0,6 1.013,3 268,6 225,1 1,9 41,6 - 17,4 373,7 15,2 339,6 2008 2° trim. 2.098,5 1.010,6 18,5 0,7 991,5 277,5 234,7 2,4 40,4 - 15,7 381,5 15,9 397,3 2008 lug. 2.098,8 1.004,4 18,4 0,7 985,4 277,1 234,9 2,5 39,8 - 15,4 385,6 16,1 400,1 ago. 2.147,2 1.048,3 18,4 0,7 1.029,2 279,0 236,8 2,4 39,8 - 15,5 456,5 16,1 331,8 set. 2.473,4 1.342,5 18,5 0,7 1.323,3 278,9 237,4 2,4 39,1 - 14,7 482,4 16,0 338,9 ott. (p) 2.781,2 1.632,6 18,5 0,6 1.613,5 283,8 242,5 2,4 38,9 - 13,9 478,7 16,0 356,1

IFM escluso l’Eurosistema2006 25.950,2 14.904,3 810,5 9.160,3 4.933,5 3.555,4 1.276,5 645,9 1.632,9 83,5 1.171,4 4.329,0 172,6 1.733,9 2007 29.446,8 16.904,8 956,1 10.159,8 5.788,9 3.880,6 1.194,1 949,8 1.736,6 93,5 1.296,2 4.873,3 206,0 2.192,4 2008 2° trim. 30.759,9 17.638,7 975,8 10.661,4 6.001,5 4.192,5 1.219,3 1.079,4 1.893,9 98,4 1.309,8 4.895,0 201,3 2.424,2 2008 lug. 30.769,4 17.695,3 977,3 10.714,6 6.003,5 4.239,4 1.226,2 1.096,5 1.916,7 97,9 1.329,4 4.933,0 201,6 2.272,7 ago. 31.032,0 17.741,6 970,1 10.723,0 6.048,4 4.287,7 1.228,1 1.125,9 1.933,7 98,5 1.325,2 5.040,1 202,1 2.336,9 set. 31.529,7 18.146,5 979,4 10.819,6 6.347,5 4.188,7 1.190,8 1.099,0 1.898,9 100,4 1.318,5 5.118,5 203,4 2.453,7 ott. (p) 32.450,9 18.445,2 980,2 10.877,6 6.587,3 4.237,4 1.183,1 1.123,8 1.930,5 95,6 1.264,8 5.311,0 204,3 2.892,6

2. PassivitàTotale Banconote

e monete in circolazione

Depositi di residenti nell’area dell’euro Quote e partecipa-

zioni in fondi comuni

monetari 3)

Obbligazioni 4) Capitale e riserve

Passività verso non residentinell’areadell’euro

Altre passività

Totale Ammini- strazioni centrali

Altre Ammi- nistrazioni

pubbliche/altri residenti

IFM

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11Eurosistema

2006 1.558,2 647,0 431,6 33,7 15,9 382,0 - 0,1 208,6 35,3 235,6 2007 2.046,1 697,0 714,7 23,9 19,1 671,8 - 0,1 238,0 66,0 330,3 2008 2° trim. 2.098,5 699,6 733,2 55,2 24,6 653,3 - 0,1 240,7 98,7 326,2 2008 lug. 2.098,8 707,8 720,9 61,3 17,5 642,1 - 0,1 242,5 102,1 325,5 ago. 2.147,2 704,8 766,9 67,5 14,8 684,7 - 0,1 243,9 178,8 252,7 set. 2.473,4 705,4 932,3 51,3 17,7 863,3 - 0,1 264,4 285,0 286,2 ott. (p) 2.781,2 749,1 1.026,0 78,9 29,8 917,3 - 0,1 262,0 401,9 342,1

IFM escluso l’Eurosistema2006 25.950,2 - 13.257,2 124,2 7.890,6 5.242,4 698,3 4.247,6 1.449,7 3.991,1 2.306,2 2007 29.446,8 - 15.082,4 127,1 8.865,9 6.089,4 754,1 4.645,2 1.678,9 4.533,2 2.753,0 2008 2° trim. 30.759,9 - 15.660,0 155,9 9.216,7 6.287,4 831,7 4.808,3 1.713,8 4.790,2 2.955,8 2008 lug. 30.769,4 - 15.649,2 119,6 9.232,3 6.297,3 841,5 4.852,2 1.734,9 4.829,0 2.862,6 ago. 31.032,0 - 15.727,0 119,3 9.256,4 6.351,3 856,7 4.880,4 1.739,4 4.939,4 2.889,0 set. 31.529,7 - 16.214,5 140,1 9.325,6 6.748,7 828,2 4.864,9 1.749,2 4.884,0 2.988,8 ott. (p) 32.450,9 - 16.806,2 179,5 9.404,9 7.221,8 822,0 4.878,4 1.743,8 4.887,2 3.313,2

Fonte: BCE.1) I dati si riferiscono alla composizione evolutiva dell’area dell’euro. Per ulteriori dettagli, cfr. le Note generali.2) Consistenze di titoli emessi da residenti nell’area dell’euro. Le consistenze di titoli emessi da non residenti nell’area dell’euro sono incluse nelle attività verso non residenti nell’area

dell’euro.3) Consistenze detenute da residenti nell’area dell’euro.4) Le consistenze di titoli con scadenza fino a due anni detenute da non residenti nell’area dell’euro sono incluse nelle passività verso non residenti nell’area dell’euro.

2

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STATISTICHEDELL’AREADELL’EURO

Moneta, banche e fondi

di investimento

BCEBollettino mensile

Dicembre 2008 ��S

2 .2 B i l anc io conso l idato de l l e I FM de l l ’ a rea de l l ’ euro 1)

(miliardi di euro; dati di fine periodo per le consistenze; transazioni nel periodo)

1. AttivitàTotale Prestiti a residenti

nell’area dell’euroTitoli non azionari emessi

da residenti nell’area dell’euroAzioni

e altri titoli di capitale

emessi da altri

residentinell’areadell’euro

Attività verso non residenti

nell’areadell’euro

Capitale fisso Altre attività

Totale Ammini-strazioni

pubbliche

Altri residenti

Totale Ammini-strazioni

pubbliche

Altri residenti

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11Consistenze

2006 19.723,8 9.991,1 830,2 9.161,0 2.112,4 1.464,0 648,4 811,2 4.680,4 187,3 1.941,4 2007 22.331,2 11.134,3 973,9 10.160,4 2.371,0 1.419,2 951,8 884,3 5.247,0 221,1 2.473,5 2008 2° trim. 23.320,2 11.656,3 994,2 10.662,1 2.535,8 1.454,0 1.081,8 860,5 5.276,5 217,2 2.773,9 2008 lug. 23.310,0 11.711,0 995,7 10.715,2 2.560,1 1.461,1 1.098,9 878,9 5.318,6 217,7 2.623,7 ago. 23.520,0 11.712,2 988,6 10.723,6 2.593,2 1.464,9 1.128,4 880,0 5.496,6 218,2 2.619,9 set. 23.787,9 11.818,1 997,9 10.820,2 2.529,6 1.428,3 1.101,4 875,6 5.600,9 219,4 2.744,3 ott. (p) 24.474,3 11.877,0 998,7 10.878,3 2.551,8 1.425,6 1.126,2 837,0 5.789,7 220,3 3.198,4

Transazioni2006 1.997,5 877,3 -14,4 891,6 10,7 -96,8 107,5 97,7 801,9 6,4 203,5 2007 2.594,2 1.016,7 -9,7 1.026,4 229,5 -46,8 276,3 60,1 792,9 -0,5 495,4 2008 2° trim. 355,0 233,0 16,8 216,2 94,5 15,8 78,7 -3,7 -72,9 3,7 100,4 3° trim. 271,0 145,4 3,4 142,0 -17,7 -35,9 18,3 22,5 77,1 2,1 41,6 2008 lug. -20,7 57,4 1,5 55,9 20,0 3,4 16,6 19,5 33,1 0,5 -151,2 ago. 112,1 -9,7 -7,4 -2,3 26,5 -0,1 26,7 0,4 20,8 0,4 73,6 set. 179,6 97,7 9,3 88,4 -64,1 -39,2 -24,9 2,6 23,1 1,1 119,2 ott. (p) 421,3 18,6 0,0 18,5 16,5 -6,0 22,5 -31,8 -31,7 1,0 448,8

2. PassivitàTotale Banconote

e monete in circolazione

Depositi delle Ammi-

nistrazioni centrali

Depositi di altre Am-

ministrazioni pubbliche/altri

residentinell’area dell’euro

Quote e par-tecipazioni

in fondi comuni

monetari 2)

Obbligazioni 3) Capitale e riserve

Passività verso non residenti nell’area dell’euro

Altre passività

Eccessodi passività

tra IFM

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10Consistenze

2006 19.723,8 592,2 158,0 7.906,5 614,6 2.587,8 1.280,8 4.026,5 2.541,8 15,6 2007 22.331,2 638,5 151,0 8.885,0 660,4 2.867,1 1.487,6 4.599,2 3.083,3 -41,1 2008 2° trim. 23.320,2 652,0 211,2 9.241,2 733,0 2.874,1 1.489,5 4.889,0 3.282,0 -52,2 2008 lug. 23.310,0 658,7 180,9 9.249,8 743,2 2.895,9 1.511,3 4.931,1 3.188,1 -49,5 ago. 23.520,0 656,0 186,8 9.271,2 757,9 2.907,0 1.522,6 5.118,3 3.141,7 -41,7 set. 23.787,9 657,1 191,4 9.343,3 727,4 2.927,0 1.555,9 5.169,1 3.275,0 -58,8 ott. (p) 24.474,3 698,8 258,4 9.434,7 726,1 2.909,0 1.564,2 5.289,1 3.655,3 -61,6

Transazioni2006 1.997,5 59,4 -15,2 683,7 27,6 285,5 57,4 601,6 252,2 45,3 2007 2.594,2 45,8 -13,3 835,1 54,5 270,5 163,1 778,8 467,6 -8,0 2008 2° trim. 355,0 19,2 10,8 207,3 -9,2 51,9 7,8 54,0 47,9 -34,8 3° trim. 271,0 5,1 -19,8 74,1 -7,5 16,5 69,1 48,7 127,0 -42,2 2008 lug. -20,7 6,7 -30,2 3,2 8,8 22,1 22,8 34,5 -92,1 3,5 ago. 112,1 -2,7 5,9 8,9 14,6 -7,8 12,5 27,5 65,6 -12,4 set. 179,6 1,1 4,6 62,0 -30,9 2,2 33,8 -13,3 153,5 -33,3 ott. (p) 421,3 41,7 67,0 58,3 -1,1 -74,6 17,2 -83,5 467,4 -71,0

Fonte: BCE.1) I dati si riferiscono alla composizione evolutiva dell’area dell’euro. Per ulteriori dettagli, cfr. le Note generali.2) Consistenze detenute da residenti nell’area dell’euro.3) Le consistenze di titoli con scadenza fino a due anni detenute da non residenti nell’area dell’euro sono incluse nelle passività verso non residenti nell’area dell’euro.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008S �2

2 .3 Stat i s t i che monetar ie 1)

(miliardi di euro e variazioni percentuali sul periodo corrispondente; dati destagionalizzati; dati di fine periodo per le consistenze e le variazioni percentuali; transazioni nel periodo)

F1 Aggregat i monetar i 1)

(variazioni percentuali sul periodo corrispondente; dati destagionalizzati)F2 Contropar t i te 1)

(variazioni percentuali sul periodo corrispondente; dati destagionalizzati)

M1M3

0

2

4

6

8

10

12

14

16

1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 20070

2

4

6

8

10

12

14

16

2008

passività finanziarie a lungo termine credito alle amministrazioni pubbliche prestiti ad altri residenti nell'area dell'euro

-10

-5

0

5

10

15

1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007-10

-5

0

5

10

15

2008

Fonte: BCE.1) I dati si riferiscono alla composizione evolutiva dell’area dell’euro. Per ulteriori dettagli, cfr. le Note generali.2) Gli aggregati monetari comprendono le passività monetarie delle IFM e delle amministrazioni centrali (Poste e Tesoro) nei confronti dei residenti nell’area dell’euro diversi dalle

IFM e dalle amministrazioni centrali (per M1, M2 e M3 cfr. il Glossario). 3) I valori nella sezione “variazioni percentuali” sono somme delle transazioni avvenute durante i 12 mesi terminanti nel periodo indicato.

1. Aggregati monetari 2) e loro contropartite M3 M3

mediamobile

centrata di tre mesi

Passivitàfinanziarie

a lungotermine

Credito alle ammini-

strazionipubbliche

Credito ad altri residenti nell’area dell’euro

Attività nette sull’estero 3)

M2 M3-M2 Prestiti

M1 M2-M11 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11

Consistenze2006 3.685,4 2.954,2 6.639,6 1.101,5 7.741,1 - 5.434,1 2.321,3 10.644,4 9.171,5 634,3 2007 3.832,7 3.507,2 7.339,9 1.310,5 8.650,4 - 5.977,8 2.417,2 12.027,2 10.176,4 627,5 2008 2° trim. 3.843,3 3.826,0 7.669,4 1.355,9 9.025,3 - 6.007,0 2.432,2 12.564,6 10.633,0 378,9 2008 lug. 3.832,1 3.904,1 7.736,2 1.364,3 9.100,5 - 6.046,7 2.450,3 12.660,1 10.680,9 373,2 ago. 3.844,5 3.949,1 7.793,6 1.363,8 9.157,4 - 6.098,6 2.466,3 12.794,0 10.754,6 384,8 set. 3.879,6 3.977,3 7.856,9 1.369,9 9.226,8 - 6.131,2 2.440,1 12.823,7 10.818,3 428,3 ott. (p) 4.002,3 4.008,7 8.011,0 1.362,7 9.373,7 - 6.118,6 2.433,0 12.861,5 10.887,4 481,8

Transazioni2006 261,2 310,5 571,7 130,9 702,6 - 427,7 -114,7 1.105,8 898,6 200,6 2007 145,4 525,4 670,7 220,3 891,0 - 489,5 -60,1 1.369,9 1.031,7 13,5 2008 2° trim. -2,2 153,0 150,8 21,8 172,7 - 56,3 24,8 249,8 183,6 -153,5 3° trim. 27,3 136,8 164,1 16,3 180,4 - 81,6 -2,6 249,3 169,1 33,5 2008 lug. -13,0 74,9 62,0 8,4 70,4 - 39,1 14,4 98,9 50,7 -7,1 ago. 8,3 38,9 47,2 0,5 47,6 - 31,0 11,9 119,7 62,9 14,1 set. 31,9 23,0 55,0 7,5 62,5 - 11,4 -29,0 30,7 55,5 26,4 ott. (p) 111,4 15,2 126,6 -4,4 122,2 - -68,4 -11,2 2,7 29,6 36,6

Variazioni percentuali2006 dic. 7,6 11,7 9,4 13,3 10,0 9,8 8,5 -4,7 11,6 10,8 200,6 2007 dic. 3,9 17,7 10,1 20,0 11,5 11,8 9,0 -2,6 12,8 11,2 13,52008 giu. 1,5 19,0 9,5 9,8 9,6 9,6 5,4 -0,8 11,2 9,9 -287,1 2008 lug. 0,3 19,4 9,1 9,6 9,2 9,2 5,2 0,2 10,9 9,3 -298,0 ago. 0,2 19,0 8,9 8,5 8,8 8,9 5,2 1,6 10,8 8,8 -249,5 set. 1,2 17,7 8,9 7,3 8,7 8,7 5,2 0,8 10,1 8,5 -187,9 ott. (p) 3,7 15,5 9,3 5,3 8,7 . 3,0 0,7 8,6 7,8 -149,3

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STATISTICHEDELL’AREADELL’EURO

Moneta, banche e fondi

di investimento

BCEBollettino mensile

Dicembre 2008 ��S

F3 Componenti degli aggregati monetari 1)

(variazioni percentuali sul periodo corrispondente; dati destagionalizzati)F4 Componenti delle passività finanziarie a lungo termine 1)

(variazioni percentuali sul periodo corrispondente; dati destagionalizzati)

banconote e monete in circolazione depositi a vista depositi rimborsabili con preavviso fino a 3 mesi

-40

-20

0

20

40

60

1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007-40

-20

0

20

40

60

2008

obbligazioni con scadenza oltre 2 annidepositi con durata prestabilita oltre 2 annicapitale e riserve

-5

0

5

10

15

20

1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007-5

0

5

10

15

20

2008

Fonte: BCE. 1) I dati si riferiscono alla composizione evolutiva dell’area dell’euro. Per ulteriori dettagli, cfr. le Note generali.

2 .3 Stat i s t i che monetar ie 1)

(miliardi di euro e variazioni percentuali sul periodo corrispondente; dati destagionalizzati; dati di fine periodo per le consistenze e le variazioni percentuali; transazioni nel periodo)

2. Componenti degli aggregati monetari e passività finanziarie a lungo termineBanconote

e monete in circolazione

Depositi a vista

Depositi con durata prestabilita

fino a 2 anni

Depositi rim-borsabili con

preavviso fino a 3 mesi

Pronti contro

termine

Quote e partecipazio-

ni in fondi comuni

monetari

Obbliga- zioni con sca-

denzafino a 2 anni

Obbliga- zioni con sca-

denza oltre 2 anni

Depositi rim-borsabili con

preavviso oltre 3 mesi

Depositi con durata

prestabilita oltre 2 anni

Capitale e riserve

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11Consistenze

2006 578,4 3.107,0 1.402,2 1.552,0 266,1 636,9 198,5 2.399,6 102,2 1.655,0 1.277,3 2007 625,8 3.206,9 1.971,8 1.535,3 307,4 686,6 316,6 2.561,0 119,6 1.813,5 1.483,7 2008 2° trim. 649,6 3.193,7 2.289,3 1.536,7 340,6 728,0 287,3 2.570,4 116,9 1.832,8 1.486,9 2008 lug. 649,7 3.182,5 2.374,0 1.530,1 346,4 727,5 290,4 2.592,5 116,4 1.833,3 1.504,5 ago. 653,7 3.190,8 2.421,2 1.527,8 336,6 745,6 281,6 2.619,2 115,4 1.841,1 1.523,0 set. 662,9 3.216,7 2.455,4 1.521,9 344,5 732,6 292,7 2.630,1 114,2 1.836,6 1.550,3 ott. (p) 698,4 3.303,9 2.484,2 1.524,5 346,0 730,4 286,3 2.614,1 116,3 1.824,2 1.564,0

Transazioni2006 57,3 203,9 301,2 9,3 30,9 30,0 70,0 217,2 15,4 138,1 57,0 2007 46,9 98,4 581,3 -55,9 43,3 58,6 118,3 152,3 9,9 164,5 162,8 2008 2° trim. 11,6 -13,8 157,8 -4,8 31,9 -18,6 8,5 26,6 -2,5 17,6 14,5 3° trim. 13,3 14,0 152,4 -15,6 3,6 2,7 10,1 18,8 -2,7 -0,5 66,0 2008 lug. 0,1 -13,0 82,1 -7,2 5,7 -2,0 4,7 20,9 -0,5 0,2 18,6 ago. 4,0 4,3 41,3 -2,4 -9,9 18,2 -7,8 6,9 -1,1 5,5 19,7 set. 9,2 22,8 29,1 -6,1 7,8 -13,5 13,2 -9,0 -1,2 -6,2 27,7 ott. (p) 35,5 75,9 13,0 2,3 1,2 -2,0 -3,6 -75,3 2,1 -17,9 22,7

Variazioni percentuali2006 dic. 11,0 7,0 27,2 0,6 13,2 4,9 54,4 9,9 17,8 9,1 4,7 2007 dic. 8,1 3,2 41,4 -3,6 16,3 9,2 59,6 6,3 9,6 9,9 12,5 2008 giu. 8,0 0,3 38,8 -2,0 18,4 2,0 21,5 2,7 -0,8 5,5 10,9 2008 lug. 7,1 -1,0 38,9 -2,1 17,2 1,1 25,0 3,1 -2,2 4,6 10,5 ago. 7,2 -1,1 37,3 -1,8 16,7 4,2 10,5 2,7 -3,4 4,6 11,4 set. 8,2 -0,1 34,4 -2,0 16,5 3,6 6,6 2,3 -5,7 4,0 12,9 ott. (p) 13,0 1,9 29,2 -1,4 19,4 1,7 0,0 -0,4 -4,4 2,2 10,8

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BCEBollettino mensileDicembre 2008S ��

2 .4 Scompos iz ione de i prest i t i de l l e I FM 1) , 2 )

(miliardi di euro e variazioni percentuali sul periodo corrispondente; dati di fine periodo per le consistenze e le variazioni percentuali; transazioni nel periodo)

1. Prestiti agli intermediari finanziari e alle società non finanziarie 3)

Società di assicurazionee fondi pensione

Altri intermediari finanziari 4) Società non finanziarie

Totale Totale Totale fino a 1 anno oltre 1e fino a 5 anni

oltre 5 annifino a 1 anno fino a 1 anno

1 2 3 4 5 6 7 8Consistenze

2006 82,8 55,2 696,0 420,6 3.844,5 1.137,9 707,1 1.999,5 2007 95,1 70,6 867,9 526,3 4.388,7 1.276,5 858,9 2.253,3 2008 2° trim. 103,3 79,3 998,0 625,8 4.670,7 1.365,6 925,7 2.379,4 2008 lug. 101,1 78,0 1.000,3 612,3 4.709,0 1.375,8 933,5 2.399,7 ago. 99,9 76,1 987,2 596,6 4.722,1 1.360,9 943,6 2.417,7 set. 100,5 77,0 1.017,9 621,1 4.762,9 1.375,5 952,8 2.434,6 ott. (p) 103,9 81,0 1.016,1 624,3 4.817,9 1.386,6 964,9 2.466,4

Transazioni2006 18,1 13,9 81,9 57,7 446,2 100,5 123,1 222,6 2007 14,0 15,8 175,4 113,5 556,3 144,9 155,7 255,7 2008 2° trim. 0,5 0,2 53,4 29,2 130,5 38,1 31,7 60,7 3° trim. -3,3 -2,6 12,4 -10,2 84,9 7,2 27,1 50,6 2008 lug. -2,3 -1,2 0,7 -14,1 41,5 10,6 8,5 22,5 ago. -1,5 -2,2 -16,2 -18,4 7,0 -16,4 9,8 13,6 set. 0,5 0,8 27,9 22,3 36,4 13,0 8,8 14,5 ott. (p) 3,0 3,8 -14,1 -4,5 33,2 3,5 7,4 22,3

Variazioni percentuali2006 dic. 28,0 33,3 13,3 15,6 13,1 9,7 20,8 12,4 2007 dic. 16,8 28,5 25,0 27,0 14,5 12,7 22,0 12,8 2008 giu. -4,8 -4,6 25,6 26,0 13,7 11,9 20,0 12,3 2008 lug. -7,8 -7,4 24,0 22,2 12,9 11,1 18,8 11,8 ago. -8,5 -10,8 20,8 18,2 12,6 10,8 18,4 11,6 set. -9,2 -12,3 18,9 15,6 12,2 10,1 17,5 11,3 ott. (p) -9,4 -10,7 15,1 15,6 11,9 10,4 16,1 11,1

F5 Prest i t i ag l i intermediar i f inanz iar i e a l l e soc ietà non f inanz iar ie 2)

(variazioni percentuali sul periodo corrispondente)

altri intermediari finanziarisocietà non finanziarie

0

5

10

15

20

25

30

35

1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 20070

5

10

15

20

25

30

35

2008

Fonte: BCE.1) Settore delle IFM escluso l’Eurosistema; la classificazione è basata sul SEC 95.2) I dati si riferiscono alla composizione evolutiva dell’area dell’euro. Per ulteriori dettagli, cfr. le Note generali.3) Prima di gennaio 2003 i dati venivano raccolti ogni anno a marzo, giugno, settembre e dicembre. I dati mensili precedenti a gennaio 2003 sono derivati da dati trimestrali.4) Questa categoria include i fondi di investimento.

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STATISTICHEDELL’AREADELL’EURO

Moneta, banche e fondi

di investimento

BCEBollettino mensile

Dicembre 2008 ��S

2 .4 Scompos iz ione de i prest i t i de l l e I FM 1) , 2 )

(miliardi di euro e variazioni percentuali sul periodo corrispondente; dati di fine periodo per le consistenze e le vaziazioni percentuali; transazioni sul periodo)

2. Prestiti alle famiglie 3)

Totale Credito al consumo Mutui per l’acquisto di abitazioni Altri prestitiTotale fino

a 1 annooltre 1 e fino

a 5 anni

oltre 5 anni

Totale fino a 1 anno

oltre 1 e fino

a 5 anni

oltre 5 anni

Totale fino a 1 anno

oltre 1 e fino

a 5 anni

oltre 5 anni

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13Consistenze

2006 4.537,0 586,5 135,3 202,7 248,5 3.212,1 15,6 72,1 3.124,5 738,4 146,2 101,5 490,7 2007 4.808,1 617,8 137,6 203,7 276,5 3.436,9 15,9 73,8 3.347,2 753,4 147,5 104,0 501,8 2008 2° trim. 4.889,4 635,8 139,8 203,8 292,2 3.485,1 15,8 73,2 3.396,0 768,6 152,7 102,4 513,4 2008 lug. 4.904,2 636,2 139,1 203,0 294,1 3.503,6 15,8 73,4 3.414,5 764,4 146,8 102,2 515,4 ago. 4.913,7 633,5 137,3 202,2 294,0 3.515,9 15,9 72,6 3.427,4 764,3 146,7 100,7 516,8 set. 4.938,2 636,5 140,4 201,3 294,8 3.534,3 16,5 72,7 3.445,1 767,3 149,9 100,3 517,2 ott. (p) 4.939,7 637,1 140,0 200,2 296,9 3.534,7 16,6 72,1 3.446,0 767,9 148,5 99,8 519,6

Transazioni2006 345,3 42,6 8,2 4,8 29,5 281,8 1,5 4,6 275,8 20,9 1,4 3,8 15,7 2007 280,6 31,3 3,6 1,1 26,6 228,6 0,9 2,3 225,3 20,8 1,7 4,4 14,7 2008 2° trim. 31,8 12,0 3,3 1,1 7,6 8,9 -0,3 0,0 9,1 10,9 6,2 -1,8 6,5 3° trim. 48,0 1,1 0,7 -2,4 2,7 47,5 0,6 0,0 46,8 -0,5 -3,0 -1,9 4,4 2008 lug. 16,0 0,8 -0,6 -0,7 2,0 19,1 0,0 0,1 19,0 -3,9 -5,8 -0,3 2,2 ago. 8,5 -2,6 -1,9 -0,8 0,1 11,1 0,1 -0,2 11,2 0,0 -0,2 -1,2 1,4 set. 23,6 3,0 3,2 -0,8 0,6 17,3 0,6 0,1 16,6 3,4 3,0 -0,5 0,8 ott. (p) -3,5 0,2 -0,3 -1,1 1,5 -2,8 0,1 -0,7 -2,3 -0,9 -2,2 -0,6 1,9

Variazioni percentuali2006 dic. 8,2 7,7 6,5 2,4 13,2 9,6 9,7 6,8 9,7 2,9 1,0 3,9 3,3 2007 dic. 6,2 5,3 2,7 0,5 10,7 7,1 6,1 3,2 7,2 2,8 1,2 4,4 3,0 2008 giu. 4,2 4,9 4,0 -0,8 9,9 4,4 -1,0 1,0 4,5 2,8 2,0 0,6 3,4 2008 lug. 4,0 4,3 2,6 -1,3 9,6 4,3 0,0 0,6 4,4 2,4 0,6 -0,2 3,5 ago. 3,9 4,0 2,0 -1,4 9,1 4,1 0,2 0,2 4,2 2,5 2,1 -1,5 3,4 set. 3,8 4,3 4,9 -1,3 8,1 4,1 2,3 0,0 4,2 2,4 2,3 -2,1 3,4 ott. (p) 3,3 3,3 3,2 -2,3 7,6 3,5 3,4 -1,4 3,6 2,3 1,6 -2,9 3,6

F6 Prest i t i a l l e famig l i e 2)

(variazioni percentuali sul periodo corrispondente)

credito al consumomutui per l'acquisto di abitazioni

-2

0

2

4

6

8

10

12

14

1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007-2

0

2

4

6

8

10

12

14

2008

altri prestiti

Fonte: BCE.1) Settore delle IFM escluso l’Eurosistema; la classificazione è basata sul SEC 95.2) I dati si riferiscono alla composizione evolutiva dell’area dell’euro. Per ulteriori dettagli, cfr. le Note generali.3) Comprende le istituzioni senza fini di lucro al servizio delle famiglie. Prima di gennaio 2003 i dati erano rilevati a marzo, giugno, settembre e dicembre. I dati mensili precedenti

a gennaio 2003 sono derivati da dati trimestrali.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008S ��

2 .4 Scompos iz ione de i prest i t i de l l e I FM 1) , 2 )

(miliardi di euro e variazioni percentuali sul periodo corrispondente; dati di fine periodo per le consistenze e le variazioni percentuali; transazioni sul periodo)

3. Prestiti alle Amministrazioni pubbliche e ai non residenti nell’area dell’euroAmministrazioni pubbliche Non residenti nell’area dell’euro

Totale Ammini- strazioni centrali

Altre amministrazioni pubbliche Totale Banche 3) Operatori non bancariAmmini-strazioni

statali

Ammini-strazioni

locali

Enti di previdenza

e assistenzasociale

Totale Ammini-strazioni

pubbliche

Altri

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10Consistenze

2005 826,9 125,1 246,8 425,8 29,2 2.485,2 1.722,1 763,1 66,0 697,1 2006 810,5 104,1 232,5 448,1 25,8 2.924,3 2.061,0 863,4 63,2 800,2 2007 4° trim. 956,1 213,4 217,6 495,7 29,4 3.295,3 2.337,9 957,4 59,8 897,5 2008 1° trim. 958,0 210,6 212,8 497,3 37,2 3.413,9 2.395,5 1.018,4 61,5 956,9 2° trim. 975,8 221,0 215,1 497,6 42,0 3.310,8 2.299,2 1.011,5 63,0 948,5 3° trim. (p) 979,4 223,7 210,0 501,6 44,1 3.518,9 2.459,2 1.059,7 63,4 996,3

Transazioni2006 -13,4 -17,6 -14,3 21,9 -3,4 532,5 402,9 129,5 -0,1 129,6 2007 -7,7 -4,5 -13,0 6,2 3,5 542,1 382,1 160,1 0,3 159,8 2007 4° trim. 8,0 7,1 3,8 9,2 -12,0 56,9 23,3 33,7 -0,1 33,8 2008 1° trim. 0,7 -3,3 -4,8 1,0 7,8 215,8 122,3 93,3 2,9 90,4 2° trim. 17,7 10,3 2,1 0,6 4,8 -100,1 -94,8 -5,2 1,6 -6,7 3° trim. (p) 3,4 2,4 -5,2 4,0 2,1 94,0 83,7 9,8 -1,8 11,6

Variazioni percentuali2005 dic. 1,7 -4,3 -3,2 5,4 22,9 14,8 15,3 13,6 2,0 14,9 2006 dic. -1,6 -14,0 -5,8 5,1 -11,6 21,8 23,7 17,4 -0,1 19,1 2007 dic. -1,0 -4,3 -5,6 1,4 13,7 18,7 18,6 18,8 0,5 20,3 2008 mar. 0,1 0,9 -5,1 1,6 19,5 15,7 12,7 23,2 10,0 24,1 giu. 2,4 7,8 -1,8 2,3 11,8 7,7 4,6 15,4 9,5 15,8 set. (p) 3,3 12,3 -1,9 3,2 6,6 8,2 5,8 14,2 4,3 14,8

F7 Prest i t i a l l e ammin i s t raz ion i pubbl i che e a i non res ident i ne l l ’ a rea de l l ’ euro 2)

(variazioni percentuali sul periodo corrispondente)

amministrazioni pubblichebanche non residentioperatori non bancari non residenti

1999 2008-20

-10

0

10

20

30

40

-20

-10

0

10

20

30

40

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Fonte: BCE.1) Settore delle IFM escluso l’Eurosistema; la classificazione è basata sul SEC 95.2) I dati si riferiscono alla composizione evolutiva dell’area dell’euro. Per ulteriori dettagli, cfr. le Note generali.3) Il termine “banche”, riferito a entità non residenti nell’area dell’euro, viene utilizzato in questa tavola per indicare istituzioni di natura simile alle IFM.

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STATISTICHEDELL’AREADELL’EURO

Moneta, banche e fondi

di investimento

BCEBollettino mensile

Dicembre 2008 ��S

2 .5 Scompos iz ione de i depos i t i presso l e I FM 1) , 2 )

(miliardi di euro e variazioni percentuali sul periodo corrispondente; dati di fine periodo per le consistenze e le variazioni percentuali; transazioni nel periodo)

1. Depositi degli intermediari finanziariSocietà di assicurazione e fondi pensione Altri intermediari finanziari 3)

Totale A vista Con durata prestabilita Rimborsabili con preavviso

Pronti contro

termine

Totale A vista Con durata prestabilita Rimborsabili con preavviso

Pronti contro

terminefino a 2 anni

oltre 2 anni

fino a 3 mesi

oltre 3 mesi

fino a 2 anni

oltre 2 anni

fino a 3 mesi

oltre 3 mesi

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14Consistenze

2006 650,0 70,2 57,1 495,4 1,0 1,4 24,9 1.140,3 283,1 251,8 469,4 10,6 0,2 125,1 2007 687,8 71,1 68,9 525,1 0,8 1,1 20,9 1.472,7 312,3 348,0 652,8 12,2 0,3 147,1 2008 2° trim. 717,5 73,5 83,7 537,5 1,4 1,6 19,8 1.600,7 335,6 387,2 682,5 12,0 0,2 183,2 2008 lug. 716,8 69,6 86,0 538,3 1,3 1,6 20,1 1.604,5 299,9 428,9 683,1 14,1 0,2 178,4 ago. 713,2 66,6 85,5 538,7 1,2 1,6 19,5 1.615,5 287,0 449,1 681,9 12,9 0,1 184,3 set. 727,8 75,6 90,2 538,9 1,2 1,6 20,3 1.643,4 323,2 446,7 674,2 11,7 0,1 187,5 ott. (p) 735,9 83,8 90,2 538,3 1,2 1,5 21,0 1.663,2 337,2 445,0 672,4 12,2 0,1 196,3

Transazioni2006 37,9 2,7 5,5 25,6 -0,2 0,0 4,4 249,2 45,5 67,8 130,5 0,3 0,1 4,9 2007 41,4 0,8 11,7 33,4 -0,2 -0,3 -4,1 341,1 32,7 98,9 183,7 1,7 0,1 24,1 2008 2° trim. -5,9 -8,3 -0,2 4,9 -0,2 0,0 -2,1 76,4 3,3 28,3 32,5 -1,2 0,0 13,6 3° trim. 8,4 1,8 6,0 0,3 -0,2 0,0 0,5 30,5 -16,0 55,1 -12,1 -0,6 -0,1 4,1 2008 lug. -0,8 -3,9 2,2 0,8 -0,1 0,0 0,3 1,7 -36,4 40,6 0,2 2,1 0,0 -4,8 ago. -4,1 -3,1 -0,7 0,4 -0,1 0,0 -0,6 5,2 -14,5 18,4 -3,2 -1,3 0,0 5,8 set. 13,3 8,8 4,5 -0,9 0,0 0,0 0,8 23,5 34,9 -4,0 -9,1 -1,3 0,0 3,1 ott. (p) 6,7 7,7 -0,8 -0,7 0,0 0,0 0,5 5,1 9,5 -6,4 -6,7 0,3 0,0 8,5

Variazioni percentuali2006 dic. 6,2 4,0 10,7 5,4 -16,3 - 21,2 28,2 19,5 36,8 38,9 2,9 - 4,0 2007 dic. 6,4 1,1 20,5 6,8 -22,5 - -16,3 30,0 11,5 39,5 39,1 16,0 - 19,0 2008 giu. 9,6 13,3 42,4 5,7 -10,5 - 3,4 19,8 5,5 35,7 19,7 5,6 - 20,8 2008 lug. 7,1 -4,1 38,3 5,5 -20,6 - -3,2 17,9 -6,3 48,4 16,1 5,8 - 18,4 ago. 7,4 8,4 23,4 5,6 -15,4 - -5,9 18,7 -4,9 48,5 15,7 8,8 - 18,4 set. 7,1 10,9 40,1 3,1 -20,1 - -3,3 17,6 -3,1 45,0 16,0 -11,6 - 16,1 ott. (p) 5,1 12,5 18,0 2,7 -20,0 - -4,3 14,5 2,1 28,4 11,1 -5,8 - 25,2

F8 Depos i t i to ta l i pe r s e t to re 2) (variazioni percentuali sul periodo corrispondente)

F9 Depos i t i to ta l i e depos i t i i n c lu s i i n M3 pe r s e t to re 2)

(variazioni percentuali sul periodo corrispondente)

società di assicurazione e di fondi pensione (totale)altri intermediari finanziari (totale)

1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 20080

5

10

15

20

25

30

35

0

5

10

15

20

25

30

35

società di assicurazione e di fondi pensione (totale)altri intermediari finanziari (totale)società di assicurazione e di fondi pensione (inclusi in M3) 4)

altri intermediari finanziari (inclusi in M3) 5)

2004 2005 2006 2007 2008-10

0

10

20

30

40

-10

0

10

20

30

40

Fonte: BCE.1) Settore delle IFM escluso l’Eurosistema; la classificazione è basata sul SEC 95. 2) I dati si riferiscono alla composizione evolutiva dell’area dell’euro. Per ulteriori dettagli, cfr. le Note generali.3) Questa categoria include i fondi di investimento.4) Ricomprende i depositi nelle colonne 2, 3, 5 e 7.5) Ricomprende i depositi nelle colonne 9, 10, 12 e 14.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008S �8

2 .5 Scompos iz ione de i depos i t i presso l e I FM 1) , 2 )

(miliardi di euro e variazioni percentuali sul periodo corrispondente; dati di fine periodo per le consistenze e le variazioni percentuali; transazioni nel periodo)

2. Depositi di società non finanziarie e famiglieSocietà non finanziarie Famiglie 3)

Totale A vista Con durata prestabilita Rimborsabili con preavviso

Pronti contro

termine

Totale A vista Con durata prestabilita Rimborsabili con preavviso

Pronti contro

terminefino a 2 anni

oltre 2 anni

fino a 3 mesi

oltre 3 mesi

fino a 2 anni

oltre 2 anni

fino a 3 mesi

oltre 3 mesi

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14Consistenze

2006 1.343,1 851,8 355,3 69,4 40,5 1,3 24,8 4.552,6 1.751,2 669,0 606,8 1.355,7 99,8 70,0 2007 1.470,6 882,1 474,6 59,6 29,2 1,4 23,7 4.989,0 1.777,7 994,5 561,1 1.457,6 111,1 87,1 2008 2° trim. 1.481,1 866,2 501,4 61,8 27,3 1,5 23,0 5.162,9 1.784,0 1.179,5 534,8 1.460,4 105,7 98,5 2008 lug. 1.469,0 842,8 511,9 63,2 26,2 1,4 23,4 5.186,8 1.769,0 1.224,6 531,1 1.449,7 105,2 107,1 ago. 1.472,4 839,4 518,7 63,4 25,9 1,4 23,7 5.195,5 1.744,9 1.256,4 530,0 1.449,4 104,1 110,8 set. 1.497,1 873,4 507,7 64,0 25,6 1,4 25,1 5.197,2 1.750,0 1.270,9 523,9 1.441,3 103,1 108,0 ott. (p) 1.500,8 860,9 517,9 66,8 24,9 1,4 29,0 5.252,2 1.758,5 1.331,9 515,4 1.439,2 106,1 101,1

Transazioni2006 141,2 85,7 55,7 3,9 -4,2 0,1 0,2 215,2 65,7 137,5 -23,1 2,5 15,4 17,2 2007 134,5 31,8 123,3 -8,0 -11,0 -0,7 -1,1 280,9 21,7 321,9 -45,4 -45,6 11,2 17,1 2008 2° trim. 27,6 16,3 11,1 1,7 -1,5 0,0 0,1 87,1 26,6 79,9 -13,5 -5,5 -3,3 2,9 3° trim. 3,1 2,5 0,1 0,6 -2,2 -0,1 2,1 33,8 -34,3 89,1 -8,6 -19,2 -2,6 9,5 2008 lug. -15,2 -24,5 9,0 1,4 -1,5 0,0 0,5 23,8 -15,0 45,1 -3,7 -10,7 -0,5 8,6 ago. -0,3 -5,0 4,9 0,0 -0,3 0,0 0,2 6,1 -24,7 29,8 -1,2 -0,4 -1,1 3,6 set. 18,6 32,0 -13,8 -0,7 -0,3 0,0 1,4 3,8 5,3 14,1 -3,8 -8,1 -1,0 -2,7 ott. (p) -5,5 -17,0 5,8 2,4 -0,6 0,0 3,9 47,1 7,0 54,9 -8,5 -2,4 2,9 -6,9

Variazioni percentuali2006 dic. 11,7 11,2 18,4 5,7 -9,4 5,9 0,6 5,0 3,9 25,8 -3,7 0,2 18,2 32,6 2007 dic. 10,0 3,7 34,8 -11,7 -26,9 -31,6 -4,3 6,1 1,2 47,8 -7,5 -3,5 11,2 24,4 2008 giu. 7,2 0,8 28,2 -7,4 -26,5 -6,7 -13,0 6,5 -0,4 44,8 -7,3 -1,6 -1,1 26,8 2008 lug. 6,1 0,4 23,2 -4,9 -28,0 -16,0 -8,3 6,9 -0,2 44,8 -7,2 -1,5 -2,2 29,8 ago. 5,8 1,6 18,8 -5,2 -22,5 -16,9 -11,0 7,1 0,0 43,6 -6,8 -1,3 -3,6 27,4 set. 5,6 2,9 14,3 -2,7 -22,8 -17,3 2,9 6,5 -0,6 40,8 -7,0 -1,3 -5,1 28,6 ott. (p) 4,4 1,8 10,4 1,3 -19,6 -12,8 19,6 7,4 1,2 40,5 -7,7 -0,5 -3,4 17,1

F10 Depos i t i to ta l i pe r s e t to re 2)

(variazioni percentuali sul periodo corrispondente)F11 Depos i t i to ta l i e depos i t i i n c lu s i i n M3 per s e t to re 2)

(variazioni percentuali sul periodo corrispondente)

società non finanziarie (totale)famiglie (totale)

1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 20080

2

4

6

8

10

12

14

0

2

4

6

8

10

12

14

società non finanziarie (totale)famiglie (totale)società non finanziarie (inclusi in M3) 4)

famiglie (inclusi in M3) 5)

2004 2005 2006 2004 20082

4

6

8

10

12

14

16

2

4

6

8

10

12

14

16

Fonte: BCE.1) Settore delle IFM escluso l’Eurosistema; la classificazione è basata sul SEC 95. 2) I dati si riferiscono alla composizione evolutiva dell’area dell’euro. Per ulteriori dettagli, cfr. le Note generali.3) Questa categoria include le istituzioni senza fini di lucro al servizio delle famiglie.4) Ricomprende i depositi nelle colonne 2, 3, 5 e 7.5) Ricomprende i depositi nelle colonne 9, 10, 12 e 14.

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STATISTICHEDELL’AREADELL’EURO

Moneta, banche e fondi

di investimento

BCEBollettino mensile

Dicembre 2008 ��S

2 .5 Scompos iz ione de i depos i t i presso l e I FM 1) , 2 )

(miliardi di euro e variazioni percentuali sul periodo corrispondente; dati di fine periodo per le consistenze e le variazioni percentuali; transazioni nel periodo)

3. Depositi delle amministrazioni pubbliche e dei non residenti nell’area dell’euroAmministrazioni pubbliche Non residenti nell’area dell’euro

Totale Ammini-strazionicentrali

Altre amministrazioni pubbliche Totale Banche 3) Operatori non bancariAmmini-strazioni

statali

Ammini-strazioni

locali

Enti di previdenza

Totale Ammini-strazioni

pubbliche

Altri

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10Consistenze

2005 313,1 149,2 38,3 80,9 44,7 3.050,5 2.250,5 800,0 125,8 674,2 2006 329,0 124,2 45,4 90,8 68,6 3.429,0 2.557,1 871,9 128,6 743,3 2007 4° trim. 372,9 127,1 59,0 106,8 80,1 3.856,2 2.944,2 912,0 143,4 768,6 2008 1° trim. 375,9 139,6 49,6 107,6 79,1 4.039,7 3.075,7 964,1 131,1 833,0 2° trim. 410,3 155,9 56,4 112,0 86,0 4.019,9 3.036,7 983,2 129,3 853,9 3° trim. (p) 400,2 140,1 61,7 113,4 85,0 4.138,4 3.147,5 990,9 139,6 851,3

Transazioni2006 14,2 -24,5 7,0 7,8 23,9 476,6 385,8 90,8 6,6 84,2 2007 30,9 -3,1 13,6 8,9 11,5 614,6 547,2 67,4 20,2 47,2 2007 4° trim. -12,0 -21,9 -1,0 2,8 8,1 50,2 53,2 -3,0 -0,5 -2,5 2008 1° trim. 2,8 12,4 -9,3 0,7 -1,0 279,2 220,4 58,8 -8,5 67,3 2° trim. 34,4 16,0 6,8 4,4 7,2 -17,5 -37,0 19,5 -1,8 21,3 3° trim. (p) -10,4 -15,8 5,2 1,3 -1,1 -22,2 -6,4 -15,8 6,5 -22,3

Variazioni percentuali2005 dic. 10,9 8,1 25,4 16,6 0,6 15,4 16,4 12,7 16,8 12,0 2006 dic. 4,5 -16,5 18,4 9,6 53,5 15,8 17,3 11,5 5,3 12,6 2007 dic. 9,4 -2,3 29,9 9,8 16,7 18,0 21,5 7,8 15,8 6,4 2008 mar. 7,7 -3,7 18,1 13,4 16,5 17,8 19,6 12,2 5,5 13,4 giu. 4,4 -12,2 28,9 10,0 21,0 11,8 12,6 9,4 -0,2 11,0 set. (p) 3,7 -6,7 2,9 9,0 18,3 7,6 7,9 6,5 -2,9 8,3

F12 Depos i t i de l l e ammin i s t raz ion i pubbl i che e de i non res ident i ne l l ’ a rea de l l ’ euro 2)

(variazioni percentuali sul periodo corrispondente)

amministrazioni pubblicheoperatori bancari non residentioperatori non bancari non residenti

1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008-10

-5

0

5

10

15

20

25

30

-10

-5

0

5

10

15

20

25

30

Fonte: BCE.1) Settore delle IFM escluso l’Eurosistema; la classificazione è basata sul SEC 95.2) I dati si riferiscono alla composizione evolutiva dell’area dell’euro. Per ulteriori dettagli, cfr. le Note generali.3) Il termine “banche”, riferito a entità non residenti nell’area dell’euro, viene utilizzato in questa tavola per indicare istituzioni di natura simile alle IFM.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008S 20

2 .6 Scompos iz ione de l l e d i spon ib i l i tà in t i to l i de l l e I FM 1) , 2 )

(miliardi di euro e variazioni percentuali sul periodo corrispondente; dati di fine periodo per le consistenze e le variazioni percentuali; transazioni nel periodo)

Titoli non azionari Azioni e altri titoli di capitale

Totale IFM Amministrazioni pubbliche

Altri residenti dell’area dell’euro

Nonresidenti nell’area dell’euro

Totale IFM Non IFM Nonresidenti nell’area dell’euroEuro Altre

valuteEuro Altre

valuteEuro Altre

valute1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

Consistenze2006 4.664,3 1.560,6 72,3 1.260,4 16,2 615,8 30,1 1.108,9 1.465,9 373,0 798,5 294,4 2007 5.113,7 1.652,6 84,0 1.177,5 16,6 916,5 33,4 1.233,1 1.639,9 424,8 871,4 343,7 2008 2° trim. 5.483,3 1.795,3 98,6 1.204,1 15,1 1.031,4 48,0 1.290,7 1.601,2 460,4 849,3 291,4 2008 lug. 5.547,3 1.813,3 103,3 1.211,2 15,1 1.047,8 48,6 1.307,9 1.621,7 461,4 868,0 292,3 ago. 5.638,3 1.828,2 105,5 1.213,3 14,8 1.075,1 50,9 1.350,6 1.618,9 456,2 869,0 293,7 set. 5.497,1 1.796,9 102,0 1.175,2 15,6 1.048,2 50,8 1.308,4 1.607,7 453,1 865,4 289,3 ott. (p) 5.553,9 1.820,7 109,9 1.163,8 19,3 1.069,0 54,8 1.316,5 1.551,4 437,1 827,7 286,6

Transazioni2006 337,4 122,8 10,6 -122,7 0,5 100,6 6,5 219,0 193,3 58,6 96,2 38,5 2007 541,2 136,3 18,2 -86,7 1,5 267,3 9,5 195,0 164,5 52,0 60,0 52,5 2008 2° trim. 201,1 68,4 11,4 12,7 -0,1 75,9 2,6 30,1 8,1 15,8 -3,7 -4,0 3° trim. -43,3 2,1 -3,0 -34,9 -0,8 19,2 -0,8 -25,2 27,3 1,7 22,7 2,9 2008 lug. 57,7 18,2 4,2 4,7 -0,1 16,1 0,4 14,1 23,2 2,1 19,5 1,6 ago. 56,6 14,4 -0,9 -0,3 -0,9 26,6 0,2 17,6 -2,2 -5,1 0,4 2,5 set. -157,6 -30,5 -6,3 -39,3 0,3 -23,5 -1,4 -56,9 6,3 4,7 2,8 -1,1 ott. (p) -13,1 25,2 -1,0 -11,5 1,8 23,3 -0,8 -50,1 -46,6 -14,9 -31,8 0,0

Variazioni percentuali2006 dic. 7,7 8,5 16,5 -8,9 3,0 19,3 25,7 24,2 15,2 18,6 13,6 15,2 2007 dic. 11,7 8,7 25,6 -6,9 10,5 42,9 33,4 17,7 11,2 13,9 7,5 17,8 2008 giu. 12,0 11,2 36,7 -4,5 9,7 36,3 61,2 12,5 3,6 17,5 2,4 -10,4 2008 lug. 12,2 11,4 26,4 -2,3 9,8 35,7 53,4 11,4 5,7 18,4 5,9 -10,2 ago. 14,4 12,5 33,0 0,2 4,9 37,9 62,9 13,8 6,3 16,1 7,1 -7,7 set. 11,4 11,0 23,9 -1,9 6,6 31,1 45,8 10,3 5,4 13,7 7,7 -10,3 ott. (p) 8,0 9,2 16,6 -3,0 17,2 27,9 30,6 2,1 0,1 11,3 -1,4 -9,8

F13 D i spon ib i l i tà in t i to l i de l l e I FM 2)

(variazioni percentuali sul periodo corrispondente)

titoli non azionariazioni e altri titoli di capitale

1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008-5

0

5

10

15

20

25

30

-5

0

5

10

15

20

25

30

Fonte: BCE.1) Settore delle IFM escluso l’Eurosistema; la classificazione è basata sul SEC 95.2) I dati si riferiscono alla composizione evolutiva dell’area dell’euro. Per ulteriori dettagli, cfr. le Note generali.

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STATISTICHEDELL’AREADELL’EURO

Moneta, banche e fondi

di investimento

BCEBollettino mensile

Dicembre 2008 2�S

2 .7 R iva lutaz ion i d i voc i d i b i l anc io de l l e I FM 1) , 2 )

(miliardi di euro)

1. Cancellazioni/svalutazioni contabili di prestiti alle famiglie 3)

Credito al consumo Mutui per l’acquisto di abitazioni Altri prestiti

Totale fino a 1 anno

oltre 1e fino

a 5 anni

oltre5 anni

Totale fino a 1 anno

oltre 1e fino

a 5 anni

oltre5 anni

Totale fino a 1 anno

oltre 1e fino

a 5 anni

oltre5 anni

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 122006 -3,9 -1,5 -0,9 -1,6 -2,7 -0,1 -0,1 -2,4 -6,7 -1,1 -2,0 -3,6 2007 -4,2 -1,2 -1,4 -1,6 -2,7 -0,2 -0,2 -2,3 -6,9 -0,8 -2,3 -3,7 2008 2° trim. -0,9 -0,2 -0,4 -0,4 -0,4 0,0 0,0 -0,4 -1,9 -0,2 -0,9 -0,8 3° trim. -1,0 -0,2 -0,4 -0,4 -0,4 0,0 0,0 -0,4 -1,3 -0,2 -0,5 -0,7 2008 lug. -0,3 -0,1 -0,1 -0,1 0,0 0,0 0,0 0,0 -0,2 0,0 0,0 -0,2 ago. -0,3 -0,1 -0,1 -0,1 -0,1 0,0 0,0 -0,1 -0,6 0,0 -0,4 -0,2 set. -0,4 -0,1 -0,1 -0,2 -0,3 0,0 0,0 -0,3 -0,5 -0,1 -0,1 -0,3 ott. (p) -0,6 -0,3 -0,2 -0,1 -0,6 0,0 0,0 -0,6 -0,2 0,1 -0,1 -0,2

2. Cancellazioni/svalutazionicontabilidiprestitiasocietànonfinanziarieeanonresidentinell’areadell’euro

Società non finanziarie Non residenti

Totale fino a 1 anno

oltre 1e fino a 5 anni

oltre5 anni

Totale fino a 1 anno

oltre1 anno

1 2 3 4 5 6 72006 -13,2 -3,5 -4,6 -5,1 -0,8 -0,1 -0,7 2007 -12,5 -2,1 -5,4 -4,9 -5,2 -3,4 -1,8 2008 2° trim. -5,4 -0,9 -3,4 -1,1 0,0 -0,1 0,0 3° trim. -4,2 -0,8 -2,3 -1,0 -1,3 -0,7 -0,5 2008 lug. -0,5 -0,2 -0,2 -0,2 -0,5 -0,4 -0,1 ago. -1,9 -0,1 -1,6 -0,2 -0,1 0,0 -0,1 set. -1,8 -0,5 -0,6 -0,6 -0,6 -0,3 -0,3 ott. (p) -0,8 0,0 -0,4 -0,4 -1,0 -0,2 -0,8

3. Rivalutazioni di titoli detenuti dalle IFMTitoli non azionari Azioni e altri titoli di capitale

Totale IFM Amministrazioni pubbliche Altri residenti nell’area dell’euro

Non residentinell’areadell’euro

Totale IFM Non IFM Non residentinell’areadell’euroEuro Non-euro Euro Non-euro Euro Non-euro

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 122006 -8,6 1,2 -0,4 -7,9 -0,2 -0,4 -0,3 -0,7 31,5 7,1 16,3 8,0 2007 -11,8 -2,7 0,0 0,6 -0,2 -2,5 -0,5 -6,5 12,6 3,0 8,8 0,8 2008 2° trim. -18,5 -1,5 -0,1 -8,7 -0,1 -2,5 -0,5 -5,0 -7,8 -2,9 -6,5 1,5 3° trim. -1,7 -1,2 0,2 5,8 0,2 -1,7 0,0 -5,0 -19,4 -7,6 -6,7 -5,1 2008 lug. 1,9 0,1 0,1 2,3 0,0 0,4 0,0 -1,0 -2,0 -0,4 -0,8 -0,7 ago. 4,6 0,9 0,2 2,4 0,1 0,3 0,1 0,8 -0,7 -0,1 0,6 -1,1 set. -8,3 -2,2 0,0 1,1 0,1 -2,3 -0,1 -4,8 -16,7 -7,0 -6,4 -3,3 ott. (p) -5,5 -1,2 0,4 0,0 0,2 -2,4 -0,3 -2,3 -9,7 -1,1 -5,9 -2,7

Fonte: BCE.1) Settore delle IFM escluso l’Eurosistema; la classificazione è basata sul SEC 95.2) I dati si riferiscono alla composizione evolutiva dell’area dell’euro. Per ulteriori dettagli, cfr. le Note generali.3) Comprende le istituzioni senza fini di lucro al servizio delle famiglie.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008S 22

2 .8 Scompos iz ione per va luta d i a l cune voc i d i b i l anc io de l l e I FM 1) , 2 ) (percentuali sul totale; consistenze in miliardi di euro; dati di fine periodo)

1. DepositiIFM 3) Non IFM

Tuttele valute

Euro 4) Altre valute Tuttele valute

Euro 4) Altre valuteTotale Totale

USD JPY CHF GBP USD JPY CHF GBP1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14

Residenti dell’area dell’euro2005 4.851,2 90,9 9,1 5,6 0,4 1,5 1,0 7.361,0 96,8 3,2 1,9 0,3 0,1 0,5 2006 5.242,4 90,7 9,3 5,6 0,4 1,5 1,2 8.014,8 96,4 3,6 2,2 0,3 0,1 0,6 2007 4° trim. 6.089,4 92,1 7,9 4,8 0,4 1,1 1,0 8.993,0 96,4 3,6 2,2 0,4 0,1 0,5 2008 1° trim. 6.147,8 91,8 8,2 4,7 0,5 1,3 1,0 9.151,4 96,4 3,6 2,1 0,4 0,1 0,6 2° trim. 6.287,4 91,6 8,4 5,0 0,4 1,4 1,0 9.372,6 96,4 3,6 2,1 0,5 0,1 0,5 3° trim. (p) 6.748,7 89,4 10,6 6,8 0,4 1,6 1,1 9.465,8 96,2 3,8 2,2 0,5 0,1 0,6

Non residenti dell’area dell’euro2005 2.250,5 46,2 53,8 35,4 2,7 2,8 10,0 800,0 51,8 48,2 32,1 1,7 2,2 9,2 2006 2.557,1 45,3 54,7 35,1 2,3 2,7 11,5 871,9 50,7 49,3 32,0 1,3 2,0 10,4 2007 4° trim. 2.944,2 46,8 53,2 33,6 2,9 2,4 11,1 912,0 50,0 50,0 32,9 1,6 1,8 9,9 2008 1° trim. 3.075,7 48,1 51,9 32,9 3,0 2,6 10,5 964,1 52,3 47,7 31,9 1,4 1,8 8,7 2° trim. 3.036,7 46,5 53,5 33,9 3,0 2,7 10,6 983,2 51,8 48,2 31,8 1,2 1,7 9,3 3° trim. (p) 3.147,5 46,0 54,0 34,8 2,9 2,7 10,2 990,9 51,2 48,8 31,3 1,2 1,6 10,5

2. Titoli di debito emessi dalle IFM dell’area dell’euroTutte

le valuteEuro 4) Altre valute

Totale

USD JPY CHF GBP1 2 3 4 5 6 7

2005 4.051,7 81,2 18,8 9,6 1,8 1,9 3,2 2006 4.485,5 80,5 19,5 10,0 1,6 1,9 3,5 2007 4° trim. 4.948,0 81,4 18,6 9,3 1,7 1,9 3,4 2008 1° trim. 4.993,0 82,1 17,9 8,8 1,8 1,9 3,2 2° trim. 5.146,7 82,0 18,0 8,9 1,7 1,8 3,5 3° trim. (p) 5.182,7 81,8 18,2 8,9 1,8 1,9 3,4

Fonte: BCE.1) Settore delle IFM escluso l’Eurosistema; la classificazione è basata sul SEC 95.2) I dati si riferiscono alla composizione evolutiva dell’area dell’euro. Per ulteriori informazioni, cfr. le Note generali.3) Per i non residenti nell’area dell’euro il termine “IFM” fa riferimento a istituzioni di natura simile alle IFM.4) Inclusi gli strumenti espressi nelle denominazioni nazionali dell’euro.

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STATISTICHEDELL’AREADELL’EURO

Moneta, banche e fondi

di investimento

BCEBollettino mensile

Dicembre 2008 2�S

2 .8 Scompos iz ione per va luta d i a l cune voc i d i b i l anc io de l l e I FM 1) , 2 )

(percentuali sul totale; consistenze in miliardi di euro; dati di fine periodo)

3. PrestitiIFM 3) Non IFM

Tuttele valute

Euro 4) Altre valute Tuttele valute

Euro 4) Altre valuteTotale Totale

USD JPY CHF GBP USD JPY CHF GBP1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14

Residenti nell’area dell’euro2005 4.569,7 - - - - - - 9.112,0 96,3 3,7 1,6 0,2 1,3 0,5 2006 4.933,5 - - - - - - 9.970,8 96,4 3,6 1,6 0,2 1,1 0,5 2007 4° trim. 5.788,9 - - - - - - 11.115,9 96,2 3,8 1,8 0,2 0,9 0,6 2008 1° trim. 5.836,3 - - - - - - 11.415,0 96,1 3,9 1,8 0,2 1,0 0,6 2° trim. 6.001,5 - - - - - - 11.637,2 96,0 4,0 1,9 0,2 1,0 0,6 3° trim. (p) 6.347,5 - - - - - - 11.799,0 95,8 4,2 2,1 0,2 1,0 0,5

Non residenti nell’area dell’euro2005 1.722,1 48,5 51,5 30,5 4,3 2,0 10,1 763,1 38,2 61,8 43,7 1,8 4,1 8,6 2006 2.061,0 50,7 49,3 28,9 2,0 2,3 11,0 863,4 39,3 60,7 43,2 1,1 4,0 8,6 2007 4° trim. 2.337,9 48,0 52,0 28,9 2,3 2,4 12,7 957,4 40,9 59,1 41,3 1,2 3,7 8,2 2008 1° trim. 2.395,5 48,2 51,8 27,9 2,9 2,8 12,4 1.018,4 43,0 57,0 39,1 1,3 4,2 7,8 2° trim. 2.299,2 46,4 53,6 29,3 2,3 2,9 12,7 1.011,5 43,0 57,0 38,4 1,1 4,0 8,6 3° trim. (p) 2.459,2 42,8 57,2 32,6 2,7 2,7 12,8 1.059,7 40,7 59,3 40,5 1,4 3,9 8,5

4. Disponibilità in titoli non azionariEmessi da IFM 3) Emessi da non IFM

Tuttele valute

Euro 4) Altre valute Tutte

le valuteEuro

4) Altre valute

Totale TotaleUSD JPY CHF GBP USD JPY CHF GBP

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14Emessi da residenti nell’area dell’euro

2005 1.517,7 95,6 4,4 2,0 0,3 0,4 1,4 1.980,9 97,8 2,2 1,1 0,3 0,1 0,5 2006 1.632,9 95,6 4,4 2,3 0,2 0,3 1,3 1.922,5 97,6 2,4 1,3 0,3 0,1 0,7 2007 4° trim. 1.736,6 95,2 4,8 2,4 0,3 0,3 1,5 2.144,0 97,7 2,3 1,4 0,2 0,1 0,5 2008 1° trim. 1.816,0 95,2 4,8 2,5 0,3 0,3 1,4 2.219,9 97,2 2,8 1,9 0,3 0,1 0,4 2° trim. 1.893,9 94,8 5,2 2,6 0,4 0,3 1,6 2.298,6 97,3 2,7 1,8 0,3 0,1 0,5 3° trim. (p) 1.898,9 94,6 5,4 2,9 0,4 0,3 1,5 2.289,8 97,1 2,9 1,9 0,3 0,1 0,5

Emessi da non residenti nell’area dell’euro2005 397,5 51,0 49,0 28,5 0,8 0,5 15,7 522,8 38,3 61,7 35,0 7,8 0,8 12,6 2006 514,5 52,2 47,8 28,8 0,7 0,4 14,5 594,4 38,9 61,1 36,5 4,9 0,8 14,2 2007 4° trim. 580,8 53,8 46,2 27,4 0,7 0,4 14,4 652,3 35,8 64,2 39,4 4,5 0,8 12,6 2008 1° trim. 636,2 50,8 49,2 30,2 0,8 0,6 14,4 629,5 38,0 62,0 36,8 5,8 0,9 11,4 2° trim. 663,7 50,2 49,8 30,7 0,7 0,5 14,9 627,0 38,5 61,5 36,9 5,8 0,8 10,4 3° trim. (p) 653,0 51,1 48,9 30,7 0,7 0,4 14,2 655,4 37,2 62,8 38,0 6,0 0,9 10,4

Fonte: BCE.1) Settore delle IFM escluso l’Eurosistema; la classificazione è basata sul SEC 95.2) I dati si riferiscono alla composizione evolutiva dell’area dell’euro. Per ulteriori informazioni, cfr. le Note generali.3) Per i non residenti nell’area dell’euro il termine “IFM” fa riferimento a istituzioni di natura simile alle IFM.4) Inclusi gli strumenti espressi nelle denominazioni nazionali dell’euro.

Page 127: BOLLETTINO MENSILE - Banca d'Italia · delle quotazioni delle materie prime, nell’ipote-si di un miglioramento del contesto esterno e di un allentamento delle tensioni finanziarie.

BCEBollettino mensileDicembre 2008S 2�

2 .9 B i l anc io aggregato de i fond i d i invest imento de l l ’ a rea de l l ’ euro 1)

(miliardi di euro; consistenze di fine periodo)

1. AttivitàTotale Depositi Titoli non azionari Azioni

e altri titolidi capitale

Quotedi fondi

d’investimento

Capitalefisso

Altreattività

Totale fino a 1 anno

oltre1 anno

1 2 3 4 5 6 7 8 92007 1° trim. 5.714,8 332,6 2.032,6 178,1 1.854,5 2.071,7 720,9 186,6 370,5 2° trim. 5.993,1 344,2 2.046,7 191,9 1.854,8 2.219,3 786,1 179,7 417,2 3° trim. 5.892,8 358,3 2.015,0 187,0 1.828,0 2.168,5 773,6 180,6 396,6 4° trim. 5.781,3 353,4 1.993,4 184,1 1.809,3 2.077,4 784,0 189,1 384,0 2008 1° trim. 5.160,6 365,5 1.857,8 164,8 1.693,0 1.670,3 719,8 197,1 350,1 2° trim. (p) 5.014,9 359,3 1.807,2 157,4 1.649,8 1.624,2 690,7 204,8 328,7

2. PassivitàTotale Depositi

e prestiti ricevutiQuote di fondid’invesimento

Altrepassività

1 2 3 42007 1° trim. 5.714,8 80,9 5.351,4 282,6 2° trim. 5.993,1 82,9 5.589,0 321,3 3° trim. 5.892,8 78,5 5.496,8 317,5 4° trim. 5.781,3 76,8 5.411,5 293,0 2008 1° trim. 5.160,6 76,4 4.846,6 237,6 2° trim. (p) 5.014,9 74,8 4.720,6 219,5

3. Totale delle attività e passività per strategia di investimento e tipologia di investitoreTotale Per strategia di investimento Per tipologia di investitore

Fondiazionari

Fondiobbligazionari

Fondimisti

Fondiimmobiliari

Altrifondi

Fondiaperti

al pubblico

Fondi riservatia speciali categorie

di investitori1 2 3 4 5 6 7 8

2007 1° trim. 5.714,8 1.724,3 1.674,1 1.459,9 238,5 618,1 4.374,0 1.340,9 2° trim. 5.993,1 1.826,0 1.692,8 1.541,6 230,8 701,8 4.579,4 1.413,8 3° trim. 5.892,8 1.797,1 1.654,6 1.523,2 236,1 681,7 4.468,3 1.424,5 4° trim. 5.781,3 1.735,5 1.596,8 1.535,4 244,2 669,4 4.344,6 1.436,7 2008 1° trim. 5.160,6 1.362,6 1.483,3 1.427,8 249,6 637,4 3.778,1 1.382,5 2° trim. (p) 5.014,9 1.324,6 1.413,6 1.405,5 256,1 615,3 3.646,8 1.368,1

F14 Att iv i tà tota l i de i fond i d i invest imento (miliardi di euro)

fondi azionarifondi obbligazionarifondi mistifondi immobiliari

1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 20080

500

1000

1500

2000

0

500

1000

1500

2000

Fonte: BCE. 1) Esclusi i fondi comuni monetari. Per ulteriori dettagli, cfr. le Note generali.

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STATISTICHEDELL’AREADELL’EURO

Moneta, banche e fondi

di investimento

BCEBollettino mensile

Dicembre 2008 2�S

2 .10 Att iv i tà de i fond i d i invest imento sudd iv i s i per s t rateg ia d i invest imento e t ipo log ia d i invest i tore (miliardi di euro; consistenze di fine periodo)

1. Fondi distinti per strategia di investimentoTotale Depositi Titoli non azionari Azioni

e altri titolidi capitale

Quotedi fondi

d’investimento

Capitalefisso

Altreattività

Totale fino a1 anno

oltre1 anno

1 2 3 4 5 6 7 8 9Fondi azionari

2007 1° trim. 1.724,3 59,4 65,6 25,4 40,2 1.461,9 78,9 -58,5 2° trim. 1.826,0 61,1 67,7 27,0 40,7 1.546,9 84,5 -65,8 3° trim. 1.797,1 72,0 68,7 26,7 41,9 1.505,5 82,4 -68,5 4° trim. 1.735,5 58,1 71,8 26,5 45,2 1.464,2 79,5 -61,9 2008 1° trim. 1.362,6 51,2 63,0 21,3 41,7 1.130,9 65,7 -51,7 2° trim. (p) 1.324,6 54,1 65,0 22,0 43,0 1.088,5 65,3 -51,6

Fondi obbligazionari2007 1° trim. 1.674,1 112,3 1.357,7 94,0 1.263,7 43,9 52,6 -107,5 2° trim. 1.692,8 115,1 1.347,9 98,3 1.249,6 62,3 55,6 -112,0 3° trim. 1.654,6 109,9 1.318,4 97,0 1.221,5 62,6 53,3 -110,4 4° trim. 1.596,8 116,1 1.273,1 92,7 1.180,4 58,0 49,8 -99,8 2008 1° trim. 1.483,3 124,7 1.167,7 80,3 1.087,5 56,8 45,5 -88,6 2° trim. (p) 1.413,6 116,0 1.118,4 74,6 1.043,8 57,8 42,7 -78,5

Fondi misti2007 1° trim. 1.459,9 73,8 530,1 44,1 486,0 381,0 323,6 0,3 150,9 2° trim. 1.541,6 81,5 530,2 50,8 479,4 399,2 347,9 0,9 181,9 3° trim. 1.523,2 86,2 522,6 46,3 476,3 405,4 345,1 0,5 163,3 4° trim. 1.535,4 89,7 547,0 47,3 499,7 393,1 343,6 0,7 161,4 2008 1° trim. 1.427,8 97,9 528,0 46,4 481,6 339,4 313,9 1,2 147,3 2° trim. (p) 1.405,5 99,1 519,8 42,5 477,3 341,6 308,3 0,8 135,9

Fondi immobiliari2007 1° trim. 238,5 18,9 6,7 1,9 4,8 4,6 9,6 186,1 12,6 2° trim. 230,8 18,8 6,6 1,9 4,7 4,3 10,0 178,1 12,9 3° trim. 236,1 20,7 6,4 1,6 4,8 3,9 13,1 179,2 12,8 4° trim. 244,2 19,7 6,0 1,5 4,5 3,4 12,5 187,9 14,7 2008 1° trim. 249,6 19,9 5,3 1,1 4,2 3,1 11,3 195,4 14,6 2° trim. (p) 256,1 17,9 5,9 1,1 4,8 3,0 10,1 203,4 15,7

2. Fondi distinti per tipologia di investitoreTotale Depositi Titoli

non azionariAzioni

e altri titolidi capitale

Quotedi fondi

d’investimento

Capitalefisso

Altreattività

1 2 3 4 5 6 7Fondi aperti al pubblico

2007 1° trim. 4.374,0 274,4 1.422,4 1.695,8 530,1 153,3 297,9 2° trim. 4.579,4 278,8 1.434,5 1.819,1 577,5 145,0 324,5 3° trim. 4.468,3 287,9 1.375,7 1.791,2 564,1 142,9 306,4 4° trim. 4.344,6 279,9 1.336,9 1.717,4 569,6 149,1 291,8 2008 1° trim. 3.778,1 277,6 1.218,3 1.362,1 514,2 154,1 251,9 2° trim. (p) 3.646,8 264,5 1.177,3 1.326,6 485,5 154,9 238,0

Fondi riservati a speciali categorie di investitori2007 1° trim. 1.340,9 58,2 610,2 375,9 190,7 33,3 72,6 2° trim. 1.413,8 65,4 612,2 400,2 208,6 34,7 92,6 3° trim. 1.424,5 70,4 639,3 377,3 209,5 37,7 90,2 4° trim. 1.436,7 73,4 656,6 360,0 214,5 40,0 92,2 2008 1° trim. 1.382,5 88,0 639,6 308,1 205,6 43,0 98,2 2° trim. (p) 1.368,1 94,8 629,9 297,6 205,2 49,9 90,7

Fonte: BCE.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008S 2�

CONTI DELL’AREA DELL’EURO3.1 Cont i economic i e f inanz iar i integrat i per settore i s t i tuz iona le

(miliardi di euro)

�Impieghi Area dell’euro Famiglie Società

non finanziarieSocietà

finanziarieAmmini-strazioni

pubbliche

Resto del mondo

2° trim. 2008Conti verso l’esteroEsportazioni di beni e servizi 525,8 Saldo commerciale 1) -17,9Formazione del conto dei redditiProdotto interno lordo (a prezzi base)Imposte sul prodotto al netto dei trasferimentiProdotto interno lordo (a prezzi di mercato)Redditi da lavoro dipendente 1.112,2 110,7 712,1 55,3 234,1 Altre imposte sul prodotto al netto dei trasferimenti 40,6 4,4 28,2 4,2 3,7 Consumo di capitale fisso 337,0 91,4 191,3 11,0 43,4 Margine operativo lordo e reddito misto 1) 586,3 304,0 253,6 30,1 -1,4 Allocazione del conto dei redditi primariMargine operativo lordo e reddito mistoRedditi da lavoro dipendente 4,5Imposte sul prodotto al netto dei trasferimentiRedditi da capitale 1.201,5 59,6 514,5 553,8 73,6 166,1

Interessi 561,9 57,2 89,7 341,5 73,5 87,5 Altri redditi da capitale 639,5 2,3 424,8 212,3 0,1 78,6

Reddito nazionale netto 1) 1.947,4 1.690,8 -8,9 32,2 233,3 Distribuzione secondaria del conto dei redditiReddito nazionale nettoImposte correnti sul reddito, patrimonio, etc. 295,1 225,8 53,5 15,5 0,3 5,3 Contributi sociali 413,6 413,6 0,8 Prestazioni sociali diverse dai trasferimenti sociali in natura 407,5 1,4 16,0 28,5 361,5 0,6 Altri trasferimenti correnti 184,4 69,4 25,2 49,2 40,6 8,4

Premi netti per assicurazioni non del ramo vita 47,1 34,5 11,0 0,9 0,7 1,2 Attività nei confronti di assicurazioni non del ramo vita 47,0 47,0 0,8 Altro 90,2 34,9 14,2 1,2 39,9 6,5

Reddito netto disponibile 1) 1.929,3 1.474,7 -75,1 33,2 496,6 Utilizzo del conto dei redditiReddito netto disponibileSpese per consumi finali 1.768,8 1.304,8 464,0

Spese per consumi individuali 1.587,0 1.304,8 282,2 Spese per consumi collettivi 181,7 181,7

Correzione per i diritti fissi delle famiglie sulle riserve dei fondi pensione 18,1 0,0 0,2 17,9 0,0 0,1 Risparmio netto/conto corrente verso l’estero 1) 160,6 188,0 -75,3 15,4 32,6 25,1 Conto capitaleRisparmio netto/conto corrente verso l’esteroInvestimenti lordi 522,7 164,9 288,8 14,7 54,3

Investimenti fissi lordi 521,1 165,3 286,9 14,7 54,2 Variazioni delle scorte e acquisizioni meno cessioni di attività non finanziarie non prodotte 1,6 -0,3 1,9 0,0 0,0

Consumo di capitale fissoAcquisizioni meno cessioni di attività non finanziarie non prodotte 0,3 -1,8 1,9 0,2 0,0 -0,3 Trasferimenti in conto capitale 34,6 9,1 2,1 1,5 21,8 5,1

Imposte in conto capitale 5,9 5,7 0,2 0,0 0,0 Altri trasferimenti in conto capitale 28,7 3,4 1,9 1,5 21,8 5,1

Accreditamento netto (+)/Indebitamento netto (-) (dal conto capitale) 1) -22,4 116,6 -159,0 10,6 9,3 22,4 Discrepanza statistica 0,0 -22,2 22,2 0,0 0,0 0,0

Fonti: BCE ed Eurostat.1) Per il calcolo delle poste di saldo, cfr. le note tecniche.

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STATISTICHEDELL’AREADELL’EURO

Conti dell’area dell’euro

BCEBollettino mensile

Dicembre 2008 2�S

3 .1 Cont i economic i e f inanz iar i integrat i per settore i s t i tuz iona le ( cont inua) (miliardi di euro)

Risorse Area dell’euro Famiglie Società non finanziarie

Società finanziarie

Ammini-strazioni

pubbliche

Resto del mondo

2° trim. 2008Conti verso l’esteroEsportazioni di beni e servizi 507,9Saldo commercialeFormazione del conto dei redditiProdotto interno lordo (a prezzi base) 2.076,0 510,4 1.185,2 100,7 279,7 Imposte sul prodotto al netto dei trasferimenti 233,4 Prodotto interno lordo (a prezzi di mercato) 2) 2.309,4 Redditi da lavoro dipendenteAltre imposte sul prodotto al netto dei trasferimentiConsumo di capitale fissoMargine operativo lordo e reddito mistoAllocazione del conto dei redditi primariMargine operativo lordo e reddito misto 586,3 304,0 253,6 30,1 -1,4 Redditi da lavoro dipendente 1.113,9 1.113,9 2,7 Imposte sul prodotto al netto dei trasferimenti 274,8 274,8 -0,8 Redditi da capitale 1.173,9 332,5 252,0 555,8 33,5 193,7

Interessi 545,7 82,7 49,9 405,1 8,0 103,7 Altri redditi da capitale 628,2 249,8 202,1 150,8 25,5 89,9

Reddito nazionale nettoDistribuzione secondaria del conto dei redditiReddito nazionale netto 1.947,4 1.690,8 -8,9 32,2 233,3 Imposte correnti sul reddito, patrimonio, etc. 299,9 299,9 0,5 Contributi sociali 413,3 1,1 16,8 46,0 349,5 1,1 Prestazioni sociali diverse dai trasferimenti sociali in natura 405,2 405,2 3,0 Altri trasferimenti correnti 164,1 87,8 11,6 48,3 16,4 28,6

Premi netti per assicurazioni non del ramo vita 47,0 47,0 1,2 Attività nei confronti di assicurazioni non del ramo vita 46,4 36,8 8,6 0,7 0,3 1,4 Altro 70,7 51,0 3,0 0,5 16,1 26,0

Reddito netto disponibileUtilizzo del conto dei redditiReddito netto disponibile 1.929,3 1.474,7 -75,1 33,2 496,6 Spese per consumi finali

Spese per consumi individualiSpese per consumi collettivi

Correzione per i diritti fissi delle famiglie sulle riserve dei fondi pensione 18,1 18,1 0,0 Risparmio netto/conto corrente verso l’esteroConto capitaleRisparmio netto/conto corrente verso l’estero 160,6 188,0 -75,3 15,4 32,6 25,1 Investimenti lordi

Investimenti fissi lordiVariazioni delle scorte e acquisizioni meno cessioni di attività non finanziarie non prodotte

Consumo di capitale fisso 337,0 91,4 191,3 11,0 43,4 Acquisizioni meno cessioni di attività non finanziarie non prodotteTrasferimenti in conto capitale 37,5 9,6 17,8 0,6 9,5 2,2

Imposte in conto capitale 5,9 5,9 0,0 Altri trasferimenti in conto capitale 31,6 9,6 17,8 0,6 3,6 2,2

Accreditamento netto (+)/Indebitamento netto (-) (dal conto capitale)Statistical discrepancy

Fonti: BCE ed Eurostat.2) Il prodotto interno lordo è uguale al valore aggiunto lordo di tutti i settori interni più le imposte nette (imposte al netto dei trasferimenti) sulla produzione.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008S 28

3 .1 Cont i economic i e f inanz iar i integrat i per settore i s t i tuz iona le ( cont inua) (miliardi di euro)

Attività Area dell’euro

Famiglie Società non

finanziarie

IFM Altri intermediari

finanziari

Società di assicu-

razione e fondi

pensione

Ammini-strazioni

pubbliche

Resto del mondo

2° trim. 2008Bilancio di apertura: attività finanziarieTotale delle attività finanziarie 17.379,8 14.812,5 22.782,7 10.163,0 6.210,5 2.861,4 15.119,2

Oro monetario e diritti speciali di prelievo (DSP) 212,8 Banconote, monete e depositi 5.763,1 1.747,0 2.486,8 1.580,2 837,3 559,6 4.174,2 Titoli di debito a breve termine 59,3 137,8 136,8 382,8 260,9 27,6 725,3 Titoli di debito a lungo termine 1.392,3 215,9 3.752,4 1.799,7 1.996,1 221,7 2.628,9 Prestiti 39,9 2.275,0 12.458,3 1.753,7 354,3 366,3 1.756,2

di cui a lungo termine 23,2 1.223,7 9.349,6 1.394,1 287,3 330,2 . Azioni e altre partecipazioni 4.674,1 7.371,2 1.867,1 4.431,9 2.271,6 1.114,6 5.023,9

Azioni quotate 914,8 1.697,1 610,6 2.213,4 663,7 362,2 . Azioni non quotate e altre partecipazioni 2.229,4 5.310,1 1.006,6 1.532,6 479,0 608,0 . Quote di fondi di investimento 1.529,9 364,1 249,9 686,0 1.128,8 144,4 .

Riserve tecniche di assicurazione 5.183,2 137,3 2,0 0,0 147,7 3,3 235,8 Altri conti attivi e strumenti finanziari derivati 267,9 2.928,2 1.866,6 214,7 342,6 568,3 575,0

Ricchezza finanziaria nettaConto finanziario, transazioni in attività finanziarieTotale delle transazioni attività finanziarie 134,7 104,3 384,4 204,8 45,7 60,4 138,6

Oro monetario e diritti speciali di prelievo (DSP) -0,4 0,4 Banconote, monete e depositi 110,7 23,5 -99,8 87,7 -9,1 46,1 11,1 Titoli di debito a breve termine -1,3 -26,9 11,9 2,2 19,2 1,9 33,5 Titoli di debito a lungo termine 26,1 -26,7 141,3 15,7 28,5 7,6 159,5 Prestiti 0,4 58,8 228,8 58,0 -1,1 2,5 -24,4

di cui a lungo termine 0,0 11,1 150,5 35,5 3,5 0,7 . Azioni e altre partecipazioni -32,1 117,2 23,2 39,4 4,0 0,8 -44,8

Azioni quotate -18,1 91,4 -7,4 29,8 3,8 0,9 . Azioni non quotate e altre partecipazioni 17,2 30,6 30,6 40,3 1,4 -0,5 . Quote di fondi di investimento -31,2 -4,8 -0,1 -30,8 -1,2 0,5 .

Riserve tecniche di assicurazione 61,5 0,4 0,0 0,0 2,7 0,0 2,9 Altri conti attivi e strumenti finanziari derivati -30,4 -41,9 79,4 1,8 1,6 1,4 0,4

Variazioni nella ricchezza finanziaria nettaConto delle altre variazioni: attività finanziarieTotale delle altre variazioni nelle attività finanziarie -245,9 -306,2 -51,6 -263,1 -100,0 -4,7 -142,1

Oro monetario e diritti speciali di prelievo (DSP) -0,2 Banconote, monete e depositi 0,8 0,8 -1,9 2,4 2,1 0,1 -3,8 Titoli di debito a breve termine -0,3 6,7 -2,9 -1,3 1,1 0,1 -1,8 Titoli di debito a lungo termine -18,3 -0,9 -21,1 -46,2 -26,8 -4,3 -75,2 Prestiti -0,3 -5,0 -13,2 -11,5 0,1 0,0 13,2

di cui a lungo termine -0,1 -4,5 -11,0 -4,0 0,4 0,0 . Azioni e altre partecipazioni -189,4 -340,8 -34,9 -205,8 -74,2 0,1 -57,0

Azioni quotate -71,0 -180,4 -5,6 -176,7 -54,9 2,8 . Azioni non quotate e altre partecipazioni -99,3 -152,9 -24,8 -7,4 -14,5 -2,2 . Quote di fondi di investimento -19,1 -7,5 -4,5 -21,6 -4,8 -0,4 .

Riserve tecniche di assicurazione -37,4 4,1 0,0 0,0 0,5 0,0 -26,6 Altri conti attivi e strumenti finanziari derivati -1,0 29,0 22,5 -0,8 -2,9 -0,8 9,2

Altre variazioni nella ricchezza finanziaria nettaBilancio di chiusura: attività finanziarieTotale delle attività finanziarie 17.268,7 14.610,6 23.115,5 10.104,7 6.156,1 2.917,1 15.115,4

Oro monetario e diritti speciali di prelievo (DSP) 212,2 Banconote, monete e depositi 5.874,6 1.771,3 2.385,0 1.670,3 830,3 605,9 4.181,5 Titoli di debito a breve termine 57,8 117,6 145,8 383,7 281,2 29,6 757,0 Titoli di debito a lungo termine 1.400,0 188,3 3.872,7 1.769,3 1.997,8 225,0 2.713,2 Prestiti 40,1 2.328,7 12.673,8 1.800,2 353,2 368,8 1.745,0

di cui a lungo termine 23,2 1.230,4 9.489,0 1.425,7 291,2 330,9 . Azioni e altre partecipazioni 4.452,6 7.147,6 1.855,4 4.265,5 2.201,4 1.115,6 4.922,1

Azioni quotate 825,7 1.608,1 597,5 2.066,5 612,6 365,9 . Azioni non quotate e altre partecipazioni 2.147,2 5.187,8 1.012,5 1.565,5 466,0 605,2 . Quote di fondi di investimento 1.479,6 351,8 245,4 633,6 1.122,8 144,5 .

Riserve tecniche di assicurazione 5.207,3 141,8 2,0 0,0 150,9 3,4 212,1 Altri conti attivi e strumenti finanziari derivati 236,5 2.915,3 1.968,5 215,7 341,3 568,8 584,7

Ricchezza finanziaria netta

Fonte: BCE.

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STATISTICHEDELL’AREADELL’EURO

Conti dell’area dell’euro

BCEBollettino mensile

Dicembre 2008 2�S

3 .1 Cont i economic i e f inanz iar i integrat i per settore i s t i tuz iona le ( cont inua) (miliardi di euro)

Passività Area dell’euro

Famiglie Società non

finanziarie

IFM Altri intermediari

finanziari

Società di assicu-

razione e fondi

pensione

Ammini-strazioni

pubbliche

Resto del mondo

2° trim. 2008Bilancio di apertura: passività finanziarieTotale delle passività 6.151,0 23.451,4 22.711,1 9.926,6 6.389,6 6.896,8 13.589,9

Oro monetario e diritti speciali di prelievo (DSP)Banconote, monete e depositi 25,0 14.049,0 32,6 2,5 238,2 2.800,8 Titoli di debito a breve termine 285,1 410,7 104,9 0,3 656,5 273,0 Titoli di debito a lungo termine 435,4 2.726,9 1.786,6 25,8 4.435,8 2.596,4 Prestiti 5.450,3 7.605,8 1.662,4 209,6 1.188,6 2.886,9

di cui a lungo termine 5.128,9 5.127,5 777,7 66,8 1.024,6 . Azioni e altre partecipazioni 12.267,3 3.114,0 6.188,1 613,9 5,4 4.565,7

Azioni quotate 4.197,8 856,7 252,3 244,3 0,0 . Azioni non quotate e altre partecipazioni 8.069,5 1.101,0 1.108,2 368,8 5,4 . Quote di fondi di investimento 1.156,4 4.827,6 .

Riserve tecniche di assicurazione 33,1 328,7 56,6 0,6 5.289,8 0,5 Altri conti passivi e strumenti finanziari derivati 667,7 2.504,0 2.353,7 151,5 247,6 371,7 467,2

Ricchezza finanziaria netta 1) -1.316,6 11.228,8 -8.638,9 71,6 236,4 -179,1 -4.035,4 Conto finanziario, transazioni in passivitàTotale delle transazioni in passività 40,3 241,0 359,3 196,8 68,1 51,0 116,2

Oro monetario e diritti speciali di prelievo (DSP)Banconote, monete e depositi -0,2 267,1 1,0 -0,1 0,8 -98,4 Titoli di debito a breve termine 8,3 2,6 5,8 0,0 23,0 0,8 Titoli di debito a lungo termine 3,1 77,6 124,4 0,6 34,8 111,6 Prestiti 67,2 164,5 40,8 -2,0 7,5 45,0

di cui a lungo termine 57,6 84,9 38,4 2,6 -3,3 . Azioni e altre partecipazioni 25,6 20,4 23,7 5,0 0,0 32,8

Azioni quotate -4,3 6,2 0,0 1,3 0,0 . Azioni non quotate e altre partecipazioni 29,9 5,4 22,6 3,7 0,0 . Quote di fondi di investimento 8,8 1,2 .

Riserve tecniche di assicurazione 0,0 0,3 1,6 0,0 65,6 0,0 Altri conti passivi e strumenti finanziari derivati -26,9 39,4 -9,9 1,2 -1,1 -15,0 24,4

Variazioni nella ricchezza finanziaria netta 1) -22,4 94,4 -136,8 25,1 8,0 -22,4 9,3 22,4 Conto delle altre variazioni: passività finanziarieTotale delle altre variazioni nelle passività finanziarie 0,1 -422,1 -174,5 -285,9 -76,2 -119,0 -36,0

Oro monetario e diritti speciali di prelievo (DSP)Banconote, monete e depositi 0,0 -0,6 0,0 0,0 0,0 1,1 Titoli di debito a breve termine 0,1 -1,0 0,0 0,0 -0,2 2,8 Titoli di debito a lungo termine -8,6 -1,6 -15,1 -0,1 -133,9 -33,4 Prestiti -5,4 5,8 -9,4 -0,2 0,1 -7,7

di cui a lungo termine -5,2 7,4 -5,2 0,0 0,1 . Azioni e altre partecipazioni -438,0 -215,1 -220,2 -36,6 0,0 7,9

Azioni quotate -223,6 -199,2 -49,8 -29,6 0,0 . Azioni non quotate e altre partecipazioni -214,4 -15,5 -46,5 -7,0 0,0 . Quote di fondi di investimento -0,4 -123,8 .

Riserve tecniche di assicurazione 0,0 0,0 0,0 0,0 -59,4 0,0 Altri conti passivi e strumenti finanziari derivati 5,5 18,7 43,8 -41,2 20,1 15,1 -6,7

Altre variazioni nella ricchezza finanziaria netta 1) 105,9 -245,9 115,9 122,8 22,7 -23,9 114,2 -106,1 Bilancio di chiusura: passività finanziarieTotale delle passività finanziarie 6.191,5 23.270,4 22.895,9 9.837,6 6.381,5 6.828,9 13.670,1

Oro monetario e diritti speciali di prelievo (DSP)Banconote, monete e depositi 24,8 14.315,5 33,6 2,4 239,0 2.703,5 Titoli di debito a breve termine 293,5 412,3 110,7 0,3 679,3 276,6 Titoli di debito a lungo termine 429,9 2.803,0 1.895,8 26,3 4.336,6 2.674,5 Prestiti 5.512,1 7.776,1 1.693,8 207,4 1.196,3 2.924,2

di cui a lungo termine 5.181,3 5.219,8 810,9 69,4 1.021,3 . Azioni e altre partecipazioni 11.855,0 2.919,4 5.991,7 582,3 5,4 4.606,4

Azioni quotate 3.969,9 663,7 202,5 216,1 0,0 . Azioni non quotate e altre partecipazioni 7.885,0 1.090,9 1.084,2 365,5 5,4 . Quote di fondi di investimento 1.164,8 4.704,9 .

Riserve tecniche di assicurazione 33,1 329,0 58,1 0,6 5.296,1 0,5 Altri conti passivi e strumenti finanziari derivati 646,3 2.562,0 2.387,6 111,5 266,7 371,7 484,9

Ricchezza finanziaria netta 1) -1.233,1 11.077,2 -8.659,8 219,6 267,1 -225,4 -3.911,8

Fonte: BCE.1) Per il calcolo delle poste di saldo, cfr. le note tecniche.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008S �0

3 .2 Cont i non f inanz iar i de l l ’ a rea de l l ’ euro (miliardi di euro, flussi cumulati di quattro trimestri)

Impieghi2004 2005 2006

3° trim. 2006- 2° trim. 2007

4° trim. 2006- 3° trim. 2007

1° trim. 2007- 4° trim. 2007

2° trim. 2007- 1° trim. 2008

3° trim. 2007- 2° trim. 2008

Formazione del conto dei redditiProdotto interno lordo (a prezzi base)Imposte sulla produzione al netto dei trasferimentiProdotto interno lordo (a prezzi di mercato)Redditi da lavoro dipendente 3.777,3 3.891,5 4.050,2 4.138,1 4.178,9 4.231,2 4.280,4 4.331,3 Altre imposte sul prodotto al netto dei trasferimenti 122,9 130,0 128,9 133,5 134,6 136,3 136,4 135,7 Consumo di capitale fisso 1.124,0 1.177,7 1.234,9 1.269,7 1.284,7 1.299,6 1.310,8 1.322,5 Margine operativo lordo e reddito misto 1) 1.989,8 2.060,4 2.165,8 2.232,0 2.271,3 2.298,2 2.318,9 2.341,3 Allocazione del conto dei redditi primariMargine operativo lordo e reddito mistoRedditi da lavoro dipendenteImposte sulla produzione al netto dei trasferimentiRedditi da capitale 2.338,2 2.577,1 2.978,9 3.238,2 3.353,4 3.472,9 3.562,7 3.664,5

Interessi 1.250,3 1.342,7 1.634,5 1.808,7 1.898,8 1.993,9 2.072,0 2.142,2 Altri redditi da capitale 1.087,9 1.234,3 1.344,4 1.429,5 1.454,7 1.479,0 1.490,7 1.522,3

Reddito nazionale netto 1) 6.692,6 6.937,5 7.280,5 7.468,5 7.559,8 7.646,3 7.708,5 7.759,5 Distribuzione secondaria del conto dei redditiReddito nazionale nettoImposte correnti sul reddito, patrimonio, ecc. 883,7 933,3 1.024,6 1.060,6 1.085,2 1.109,0 1.125,0 1.135,3 Contributi sociali 1.430,0 1.472,4 1.534,7 1.564,0 1.576,4 1.593,6 1.610,3 1.626,7 Prestazioni sociali diverse dai trasferimenti sociali in natura 1.455,4 1.499,2 1.549,5 1.567,8 1.578,6 1.594,4 1.606,0 1.619,6 Altri trasferimenti correnti 684,7 707,2 715,0 727,5 731,8 741,5 750,3 756,4

Premi netti per assicurazioni non del ramo vita 178,0 178,3 177,4 180,4 181,4 182,7 183,0 184,4 Attività nei confronti di assicurazioni non del ramo vita 178,7 179,3 177,5 180,5 181,1 182,1 182,5 184,2 Altro 328,0 349,5 360,0 366,7 369,3 376,6 384,7 387,9

Reddito netto disponibile 1) 6.616,5 6.850,3 7.189,0 7.378,0 7.468,9 7.553,3 7.610,3 7.660,2 Utilizzo del conto dei redditiReddito netto disponibileSpese per consumi finali 6.083,3 6.325,9 6.589,3 6.704,5 6.766,5 6.836,7 6.902,3 6.973,6

Spese per consumi individuali 5.437,7 5.665,5 5.911,2 6.015,1 6.070,4 6.133,6 6.193,7 6.256,0 Spese per consumi collettivi 645,6 660,3 678,1 689,3 696,2 703,1 708,6 717,7

Correzione per i diritti fissi delle famiglie sulle riserve dei fondi pensione 58,0 60,4 59,0 57,5 58,0 59,5 60,5 63,2

Risparmio netto 1) 533,4 524,8 599,9 673,7 702,6 716,8 708,2 686,8 Conto capitaleRisparmio netto/conto corrente verso l’esteroInvestimenti lordi 1.613,4 1.704,5 1.848,8 1.921,9 1.951,4 1.987,1 2.010,8 2.034,3

Investimenti fissi lordi 1.602,0 1.698,1 1.835,9 1.912,0 1.939,0 1.967,0 1.987,4 2.006,3 Variazioni delle scorte e acquisizioni nette di oggetti di valore 11,4 6,3 12,8 10,0 12,4 20,1 23,4 28,1

Consumo di capitale fisso -1,1 0,6 0,4 -0,4 -0,6 -0,2 0,1 0,5 Acquisizioni meno cessioni di attività non finanziarie non

prodotte 174,5 180,8 173,8 170,2 169,1 163,9 164,6 167,7 Trasferimenti in conto capitale 29,9 24,4 22,5 23,3 23,8 23,8 23,4 23,5

Imposte in conto capitale 144,7 156,4 151,2 146,9 145,3 140,1 141,2 144,2 Altri trasferimenti in conto capitale 61,0 8,2 -4,5 32,4 46,8 39,6 20,1 -12,1

Accreditamento netto (+)/Indebitamento netto (-) (dal conto capitale) 1) 61,0 8,2 -4,5 32,4 46,8 39,6 20,1 -12,1

Fonti: BCE ed Eurostat.1) Per il calcolo delle poste di saldo, cfr. le note tecniche.

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STATISTICHEDELL’AREADELL’EURO

Conti dell’area dell’euro

BCEBollettino mensile

Dicembre 2008 ��S

3 .2 Cont i non f inanz iar i de l l ’ a rea de l l ’ euro (cont inua) (miliardi di euro, flussi cumulati di quattro trimestri)

Risorse2004 2005 2006

3° trim. 2006- 2° trim. 2007

4° trim. 2006- 3° trim. 2007

1° trim. 2007- 4° trim. 2007

2° trim. 2007- 1° trim. 2008

3° trim. 2007- 2° trim. 2008

Formazione del conto dei redditiProdotto interno lordo (a prezzi base) 7.013,9 7.259,6 7.579,8 7.773,3 7.869,5 7.965,3 8.046,5 8.130,9 Imposte sulla produzione al netto dei trasferimenti 797,5 841,2 910,5 937,1 947,2 953,9 955,6 953,3 Prodotto interno lordo (a prezzi di mercato) 2) 7.811,4 8.100,8 8.490,3 8.710,4 8.816,7 8.919,1 9.002,1 9.084,1 Redditi da lavoro dipendenteAltre imposte sul prodotto al netto dei trasferimentiConsumo di capitale fissoMargine operativo lordo e reddito mistoAllocazione del conto dei redditi primariMargine operativo lordo e reddito misto 1.989,8 2.060,4 2.165,8 2.232,0 2.271,3 2.298,2 2.318,9 2.341,3 Redditi da lavoro dipendente 3.784,8 3.897,9 4.057,0 4.144,9 4.185,8 4.238,1 4.287,7 4.338,7 Imposte sulla produzione al netto dei trasferimenti 935,0 983,8 1.050,4 1.079,1 1.088,7 1.096,8 1.097,0 1.093,7 Redditi da capitale 2.321,3 2.572,4 2.986,2 3.250,6 3.367,4 3.486,0 3.567,6 3.650,2

Interessi 1.216,9 1.315,6 1.608,8 1.781,9 1.868,0 1.958,5 2.028,4 2.090,5 Altri redditi da capitale 1.104,5 1.256,8 1.377,4 1.468,7 1.499,4 1.527,5 1.539,2 1.559,7

Reddito nazionale nettoDistribuzione secondaria del conto dei redditiReddito nazionale netto 6.692,6 6.937,5 7.280,5 7.468,5 7.559,8 7.646,3 7.708,5 7.759,5 Imposte correnti sul reddito, patrimonio, ecc. 886,8 937,1 1.029,6 1.067,7 1.092,9 1.116,6 1.132,3 1.143,0 Contributi sociali 1.429,1 1.471,7 1.533,9 1.563,2 1.575,5 1.592,9 1.609,4 1.625,8 Prestazioni sociali diverse dai trasferimenti sociali in natura 1.447,7 1.491,4 1.541,3 1.558,9 1.569,3 1.585,1 1.596,5 1.610,0 Altri trasferimenti correnti 614,1 624,9 627,5 639,6 643,4 650,9 655,0 659,9

Premi netti per assicurazioni non del ramo vita 178,7 179,3 177,5 180,5 181,1 182,1 182,5 184,2 Attività nei confronti di assicurazioni non del ramo vita 175,8 176,8 174,6 177,7 178,6 179,7 180,0 181,4 Altro 259,6 268,8 275,4 281,5 283,7 289,1 292,5 294,4

Reddito netto disponibileUtilizzo del conto dei redditiReddito netto disponibile 6.616,5 6.850,3 7.189,0 7.378,0 7.468,9 7.553,3 7.610,3 7.660,2 Spese per consumi finali

Spese per consumi individualiSpese per consumi collettivi

Correzione per i diritti fissi delle famiglie sulle riserve dei fondi pensione 58,2 60,7 59,3 57,8 58,2 59,7 60,7 63,4

Risparmio nettoConto capitaleRisparmio netto/conto corrente verso l’estero 533,4 524,8 599,9 673,7 702,6 716,8 708,2 686,8 Investimenti lordi

Investimenti fissi lordiVariazioni delle scorte e acquisizioni nette di oggetti di valore

Consumo di capitale fisso 1.124,0 1.177,7 1.234,9 1.269,7 1.284,7 1.299,6 1.310,8 1.322,5 Acquisizioni meno cessioni di attività non finanziarie non

prodotteTrasferimenti in conto capitale 190,5 191,6 183,7 180,7 179,5 174,0 176,5 181,2

Imposte in conto capitale 29,9 24,4 22,5 23,3 23,8 23,8 23,4 23,5 Altri trasferimenti in conto capitale 160,6 167,2 161,1 157,4 155,7 150,2 153,1 157,7

Accreditamento netto (+)/Indebitamento netto (-) (dal conto capitale)

Fonti: BCE ed Eurostat.2) Il prodotto interno lordo è uguale al valore aggiunto lordo di tutti i settori interni più le imposte nette (imposte al netto dei trasferimenti) sulla produzione.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008S �2

3 .3 Famig l i e (miliardi di euro, flussi cumulati di quattro trimestri, consistenze a fine periodo)

2004 2005 20063° trim. 2006- 2° trim. 2007

4° trim. 2006- 3° trim. 2007

1° trim. 2007- 4° trim. 2007

2° trim. 2007- 1° trim. 2008

3° trim. 2007- 2° trim. 2008

Reddito, risparmio e variazioni nella ricchezza nettaRedditi da lavoro dipendente (+) 3.784,8 3.897,9 4.057,0 4.144,9 4.185,8 4.238,1 4.287,7 4.338,7 Margine operativo lordo e reddito misto (+) 1.286,7 1.338,3 1.415,7 1.459,7 1.481,1 1.499,4 1.518,9 1.538,8 Interessi attivi (+) 233,2 229,8 266,3 282,7 291,5 301,6 310,4 319,7 Interessi passivi (-) 126,2 130,5 164,4 187,3 198,1 208,6 215,2 221,7 Altri redditi da capitali attivi (+) 643,7 691,6 727,0 751,1 758,3 764,8 766,2 768,7 Altri redditi da capitali passivi (-) 9,2 9,5 9,7 9,7 9,6 9,9 9,8 9,9 Imposte correnti sul reddito, patrimonio, etc. (-) 707,3 739,8 792,3 814,7 831,5 851,9 866,3 880,4 Contributi sociali netti (-) 1.426,3 1.468,5 1.530,6 1.559,8 1.572,2 1.589,4 1.606,1 1.622,5 Prestazioni sociali nette (+) 1.442,8 1.486,2 1.535,8 1.553,4 1.563,8 1.579,5 1.590,9 1.604,4 Trasferimenti correnti netti attivi (+) 63,9 66,7 66,8 68,9 68,8 69,4 69,3 72,2 = Reddito lordo disponibile 5.186,0 5.362,4 5.571,7 5.689,3 5.737,8 5.793,1 5.846,0 5.907,9

Spese per consumi finali (-) 4.489,3 4.668,9 4.866,5 4.951,0 4.996,2 5.047,0 5.097,2 5.146,8 Variazione della ricchezza netta in fondi pensione (+) 57,8 60,3 58,9 57,6 58,2 59,7 60,8 63,4

= Risparmio lordo 754,5 753,8 764,0 795,9 799,8 805,8 809,5 824,5 Consumo di capitale fisso (-) 301,5 317,2 334,5 344,3 348,5 352,7 355,8 359,3 Trasferimenti netti di capitale attivi (+) 18,4 22,8 19,9 16,8 15,7 13,3 13,6 14,0 Altre variazioni nella ricchezza netta 1) (+) 327,0 529,5 532,8 635,8 230,7 -37,7 -801,6 -1.133,1 = Variazioni nella ricchezza netta 1) 798,4 989,0 982,3 1.104,2 697,7 428,7 -334,3 -653,9

Investimento, finanziamento e variazioni nella ricchezza nettaAcquisizioni nette di attività non finanziarie (+) 519,9 552,1 605,0 630,5 637,5 640,5 643,0 641,3 Consumo di capitale fisso (-) 301,5 317,2 334,5 344,3 348,5 352,7 355,8 359,3 Investimento finanziario: principali componenti (+)

Attività a breve 214,9 207,5 306,3 382,1 396,8 420,1 441,7 419,7 Banconote, monete e depositi 213,0 247,9 283,8 316,9 328,3 348,0 382,1 382,5 Partecipazioni in fondi comuni monetari -6,4 -20,2 0,7 44,6 44,3 43,4 38,4 16,5 Titoli di debito 2) 8,4 -20,3 21,9 20,6 24,2 28,7 21,3 20,7

Attività a lungo 347,3 426,5 345,7 258,3 212,5 202,7 138,9 145,8 Depositi 32,2 -5,0 0,7 -17,0 -24,7 -30,3 -39,6 -36,3 Titoli di debito 63,9 5,1 78,9 43,5 11,9 36,0 56,6 84,5 Azioni e altre partecipazioni -1,4 133,5 -19,8 -44,9 -41,3 -55,1 -118,2 -134,4

Azioni quotate, non quotate e altre partecipazioni -9,9 63,0 -0,1 14,8 28,3 22,5 -15,0 -18,0 Quote di fondi comuni di investimento 8,5 70,5 -19,7 -59,7 -69,6 -77,6 -103,2 -116,5

Assicurazioni sulla vita e riserve di fondi pensione 252,7 292,9 285,8 276,7 266,7 252,0 240,2 231,9 Finanziamenti: principali componenti (-)

Prestiti 307,7 390,4 392,4 369,0 365,8 350,1 309,1 278,4 di cui da IFM dell’area dell’euro 277,8 358,5 348,3 317,4 303,2 283,2 251,5 198,9

Altre variazioni nelle attività finanziarie (+)Azioni e altre partecipazioni 282,8 451,5 484,3 594,5 226,0 -74,6 -727,2 -1.012,3 Assicurazioni sulla vita e riserve di fondi pensione 48,6 105,6 54,5 58,1 21,6 2,2 -67,5 -121,5

Flussi netti restanti (+) -5,9 -46,5 -86,7 -105,9 -82,3 -59,5 -98,3 -89,3 = Variazioni nella ricchezza netta 1) 798,4 989,0 982,3 1.104,2 697,7 428,7 -334,3 -653,9

Bilancio finanziarioAttività finanziarie (+)

Attività a breve 4.276,1 4.493,4 4.754,4 4.972,5 5.020,1 5.208,4 5.362,1 5.479,8 Banconote, monete e depositi 3.926,0 4.176,7 4.456,5 4.613,3 4.653,9 4.844,7 4.935,1 5.051,8 Partecipazioni in fondi comuni monetari 313,9 300,5 261,7 304,9 304,1 303,5 356,2 357,2 Titoli di debito 2) 36,1 16,2 36,2 54,3 62,2 60,2 70,7 70,8

Attività a lungo 9.938,2 10.947,0 11.898,0 12.246,1 12.071,6 11.995,3 11.362,6 11.163,8 Depositi 894,2 946,2 946,1 920,4 920,1 880,9 828,0 822,8 Titoli di debito 1.226,1 1.206,3 1.312,9 1.299,6 1.300,9 1.349,3 1.380,9 1.387,0 Azioni e altre partecipazioni 3.967,8 4.546,0 5.050,0 5.277,9 5.057,4 4.921,9 4.317,8 4.095,4

Azioni quotate, non quotate e altre partecipazioni 2.802,2 3.208,3 3.632,0 3.854,0 3.674,0 3.572,2 3.144,2 2.973,0 Quote di fondi di investimento 1.165,6 1.337,7 1.418,0 1.423,9 1.383,4 1.349,7 1.173,7 1.122,4

Assicurazioni sulla vita e riserve di fondi pensione 3.850,1 4.248,6 4.588,9 4.748,2 4.793,1 4.843,2 4.835,8 4.858,6 Restanti attività finanziarie (+) 112,1 67,0 18,9 9,8 5,6 -14,1 -45,5 -54,2 Passività (-)

Prestiti 4.287,4 4.693,7 5.095,1 5.262,1 5.333,7 5.415,8 5.450,3 5.512,1 di cui da IFM dell’area dell’euro 3.812,5 4.210,4 4.559,5 4.708,9 4.769,8 4.827,8 4.863,3 4.889,7

= Ricchezza finanziaria netta 10.038,9 10.813,7 11.576,2 11.966,3 11.763,6 11.773,8 11.228,8 11.077,2

Fonti: BCE ed Eurostat.1) Titoli con scadenza inferiore a due anni emessi dalle IFM e titoli con scadenza inferiore all’anno emessi da altri settori.2) Passività monetarie delle IFM e delle amministrazioni centrali (ad esempio, Poste o Tesoro) verso le famiglie, incluse in M3 (cfr. Glossario).

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STATISTICHEDELL’AREADELL’EURO

Conti dell’area dell’euro

BCEBollettino mensile

Dicembre 2008 ��S

3 .4 Soc ietà non f inanz iar ie (miliardi di euro, flussi cumulati di quattro trimestri, consistenze a fine periodo)

2004 2005 20063° trim. 2006- 2° trim. 2007

4° trim. 2006- 3° trim. 2007

1° trim. 2007- 4° trim. 2007

2° trim. 2007- 1° trim. 2008

3° trim. 2007- 2° trim. 2008

Reddito e risparmioValore aggiunto lordo (+) 3.990,1 4.128,9 4.318,5 4.440,4 4.499,5 4.554,8 4.598,8 4.641,2 Redditi da lavoro dipendente (-) 2.388,1 2.459,7 2.569,3 2.630,5 2.659,3 2.693,3 2.727,9 2.759,7 Altre imposte sulla produzione al netto dei trasferimenti (-) 65,6 72,8 75,1 79,2 79,9 80,7 80,8 80,0 = Margine operativo lordo (+) 1.536,4 1.596,4 1.674,1 1.730,7 1.760,3 1.780,8 1.790,1 1.801,6

Consumo di capitale fisso (-) 636,9 667,3 698,0 718,3 726,9 735,6 742,1 748,6 = Margine operativo netto (+) 899,5 929,1 976,2 1.012,5 1.033,4 1.045,2 1.048,0 1.053,0

Redditi da capitale attivi (+) 373,1 436,4 499,1 541,1 557,3 572,2 581,0 587,6 Interessi attivi 125,1 136,1 158,3 170,1 177,5 184,6 189,9 195,0 Altri redditi da capitale 248,0 300,4 340,9 371,0 379,8 387,6 391,0 392,5

Interest and rents payable (-) 226,3 236,4 278,5 303,7 317,3 331,4 344,9 357,0 = Reddito lordo di impresa (+) 1.046,3 1.129,2 1.196,8 1.249,8 1.273,4 1.286,0 1.284,1 1.283,5

Utili distribuiti (-) 744,0 843,4 904,1 937,2 952,1 963,2 972,5 988,5 Imposte sul reddito e sulla ricchezza da versare (-) 135,4 148,6 187,5 198,1 205,0 208,7 209,6 206,9 Contributi sociali da riscuotere (+) 73,5 72,7 77,1 72,0 68,9 66,8 65,8 66,2 Prestazioni sociali da erogare (-) 60,4 60,6 62,5 63,4 64,0 64,5 64,5 64,4 Trasferimenti correnti netti passivi (-) 59,9 61,5 64,3 58,8 55,9 54,9 54,8 56,7 = Risparmio netto 120,1 87,8 55,5 64,4 65,2 61,5 48,5 33,1

Investimento, finanziamento e risparmioAcquisizioni nette di attività non finanziarie (+) 218,1 245,0 289,6 310,7 321,0 341,9 352,8 364,5

Investimenti fissi lordi (+) 847,9 903,6 971,6 1.016,7 1.034,3 1.055,4 1.069,0 1.081,4 Consumo di capitale fisso (-) 636,9 667,3 698,0 718,3 726,9 735,6 742,1 748,6 Acquisizione netta di altre attività non finanziarie (+) 7,1 8,6 15,9 12,3 13,6 22,1 25,9 31,8

Investimento finanziario: principali componenti (+)Attività a breve 103,3 127,6 154,5 200,7 171,8 168,6 157,7 120,1

Banconote, monete e depositi 88,9 112,9 144,5 163,4 157,6 148,3 116,3 110,8 Partecipazioni in fondi comuni monetari 16,5 8,6 3,7 23,5 -9,2 -18,8 -7,5 -9,0 Titoli di debito -2,1 6,1 6,3 13,8 23,4 39,2 48,9 18,3

Attività a lungo 197,7 380,1 410,2 434,8 476,1 468,7 475,6 443,9 Depositi 0,8 25,2 26,6 40,3 30,3 26,0 3,2 -19,1 Titoli di debito -52,3 -32,6 -22,5 -45,7 -58,8 -74,1 -88,7 -115,9 Azioni e altre partecipazioni 190,1 244,6 231,0 244,8 289,1 323,4 367,7 383,9 Altri prestiti, in prevalenza intragruppo 59,1 142,8 175,1 195,4 215,5 193,5 193,3 195,0

Restanti attività nette (+) 70,8 88,1 201,8 180,2 199,3 160,1 105,4 30,8 Investimento finanziario: principali componenti (-)

Debito 202,2 433,2 701,8 731,4 757,1 766,6 766,6 685,6 di cui prestiti delle IFM dell’area dell’euro 164,8 264,5 449,8 484,2 522,4 559,5 593,3 563,3

di cui titoli di debito 7,7 10,7 37,5 48,5 28,7 34,7 36,1 11,1 Azioni e altre partecipazioni 201,8 260,6 230,2 256,7 271,6 247,8 210,0 173,1

Azioni quotate 11,6 101,3 38,6 68,5 82,5 42,3 21,8 -12,6 Azioni non quotate e altre partecipazioni 190,2 159,2 191,6 188,2 189,0 205,5 188,2 185,7

Trasferimenti netti di capitali attivi (-) 65,7 59,3 68,6 71,7 72,0 64,3 67,1 71,0 = Risparmio netto 120,1 87,8 55,5 64,4 65,2 61,5 48,5 33,1 Bilancio finanziarioAttività finanziarie

Attività a breve 1.376,8 1.506,4 1.654,2 1.740,2 1.754,5 1.823,9 1.838,2 1.851,6 Banconote, monete e depositi 1.102,6 1.220,7 1.356,8 1.405,0 1.429,0 1.499,7 1.478,9 1.513,1 Partecipazioni in fondi comuni monetari 163,7 176,3 185,9 205,2 185,8 162,3 186,9 185,7 Titoli di debito 1) 110,5 109,5 111,5 130,0 139,8 161,9 172,3 152,7

Attività a lungo 7.563,9 8.586,4 9.842,1 10.570,6 10.464,0 10.564,9 9.908,9 9.701,9 Depositi 154,0 196,6 227,7 284,5 276,2 274,1 268,1 258,1 Titoli di debito 322,8 279,1 270,6 240,5 197,8 196,0 181,4 153,1 Azioni e altre partecipazioni 5.389,6 6.266,3 7.319,0 7.900,9 7.798,5 7.855,0 7.184,3 6.961,9 Altri prestiti, in prevalenza intragruppo 1.697,5 1.844,3 2.024,8 2.144,7 2.191,4 2.239,8 2.275,0 2.328,7

Restanti attività nette 298,8 374,3 473,1 543,5 538,1 571,3 586,6 519,9 Passività

Debito 6.547,0 7.030,7 7.732,9 8.170,8 8.298,4 8.488,8 8.655,1 8.828,6 di cui prestiti delle IFM dell’area dell’euro 3.160,8 3.433,0 3.872,5 4.122,6 4.247,9 4.407,4 4.547,6 4.671,0

di cui titoli di debito 651,5 671,3 688,9 725,7 709,8 714,9 720,5 723,4 Azioni e altre partecipazioni 9.580,4 10.924,1 12.720,3 13.810,3 13.626,5 13.640,3 12.267,3 11.855,0

Azioni quotate 2.992,7 3.689,3 4.464,6 5.040,7 4.960,8 4.981,0 4.197,8 3.969,9 Azioni non quotate e altre partecipazioni 6.587,7 7.234,8 8.255,7 8.769,5 8.665,8 8.659,3 8.069,5 7.885,0

Fonti: BCE ed Eurostat.1) Titoli con scadenza inferiore a due anni emessi dalle IFM e titoli con scadenza inferiore all’anno emessi da altri settori.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008S ��

2004 2005 20063° trim. 2006- 2° trim. 2007

4° trim. 2006- 3° trim. 2007

1° trim. 2007- 4° trim. 2007

2° trim. 2007- 1° trim. 2008

3° trim. 2007- 2° trim. 2008

Conto finanziario, transazioni finanziarieInvestimento finanziario: principali componenti (+)

Attività a breve 40,1 26,1 50,9 54,0 47,1 41,4 61,5 73,4 Banconote, monete e depositi 13,2 7,2 12,4 2,4 8,9 7,8 32,5 34,1 Partecipazioni in fondi comuni monetari 2,7 0,4 3,7 3,6 0,3 0,0 10,6 8,9 Titoli di debito 1) 24,2 18,5 34,8 48,0 37,9 33,6 18,4 30,3

Attività a lungo 222,1 293,9 326,2 286,0 267,9 241,1 232,4 189,2 Depositi 36,7 16,5 76,6 66,6 66,6 52,8 29,7 16,8 Titoli di debito 131,9 132,4 132,5 154,1 153,6 131,3 110,2 94,0 Prestiti 7,4 -4,0 1,5 -16,2 -21,7 -17,5 16,6 16,7 Azioni quotate 12,7 32,5 2,4 5,3 3,4 -1,4 2,9 1,1 Azioni non quotate e altre partecipazioni 2,6 30,2 29,3 20,2 23,8 23,6 42,7 38,9 Quote di fondi comuni di investimento 30,8 86,3 83,8 55,9 42,2 52,2 30,3 21,7

Restanti attività finanziarie (+) 10,4 11,8 21,2 28,4 31,3 1,7 -3,1 -0,4 Investimento finanziario: principali componenti (-)

Titoli di debito -1,7 -0,4 5,2 3,9 3,0 1,1 1,0 2,0 Prestiti 4,6 17,4 40,3 27,8 22,2 7,2 31,7 17,8 Azioni e altre partecipazioni 12,3 13,9 10,7 12,8 9,2 1,5 1,7 4,2 Riserve tecniche di assicurazione 262,6 334,3 332,4 337,0 324,5 304,7 286,8 272,8

Correzione per i diritti fissi delle famiglie sulle riserve delle assicurazioni sulla vita e dei fondi pensione 231,0 292,1 282,7 280,3 277,2 267,0 255,5 241,1

Riserve premi e riserve sinistri 31,6 42,2 49,7 56,7 47,3 37,6 31,2 31,7 = Variazioni nella ricchezza finanziaria netta dovute

a transazioni -5,1 -33,4 9,6 -13,0 -12,7 -30,3 -30,3 -34,6 Conto delle altre variazioniAltre variazioni nelle attività finanziarie (+)

Azioni e altre partecipazioni 111,0 182,1 177,3 237,9 124,9 -2,8 -186,4 -321,1 Altre attività nette 142,0 70,8 -34,6 -78,8 -101,2 -50,2 0,2 -5,6

Altre variazioni nelle passività (-)Azioni e altre partecipazioni 21,2 118,3 47,2 98,5 14,8 -20,9 -91,9 -153,1 Riserve tecniche di assicurazione 83,7 137,9 52,7 62,6 24,7 15,2 -58,3 -135,3

Correzione per i diritti fissi delle famiglie sulle riserve delle assicurazioni sulla vita e dei fondi pensione 63,9 147,0 56,0 61,7 25,0 1,3 -70,9 -147,1

Riserve premi e riserve sinistri 19,8 -9,1 -3,3 0,8 -0,3 13,9 12,6 11,9 = Altre variazioni nella ricchezza finanziaria netta 148,0 -3,2 42,7 -2,0 -15,8 -47,3 -36,0 -38,2 Bilancio finanziarioAttività finanziarie (+)

Attività a breve 401,7 432,5 484,4 511,5 515,7 521,1 562,8 580,2 Banconote, monete e depositi 133,6 142,7 154,6 144,4 154,0 163,2 190,9 179,9 Partecipazioni in fondi comuni monetari 72,2 74,3 80,4 84,2 81,0 78,2 88,0 87,4 Titoli di debito 1) 195,8 215,5 249,4 282,9 280,7 279,8 283,9 312,8

Attività a lungo 4.097,8 4.611,7 5.051,3 5.232,0 5.256,8 5.240,5 5.157,5 5.083,8 Depositi 500,6 520,8 598,0 637,2 647,0 647,8 646,4 650,4 Titoli di debito 1.617,1 1.776,4 1.851,2 1.892,4 1.931,8 1.939,5 1.973,2 1.966,2 Prestiti 348,2 353,2 350,3 335,0 332,7 327,7 354,3 353,2 Azioni quotate 590,3 649,6 729,4 775,5 766,3 735,0 663,7 612,6 Azioni non quotate e altre partecipazioni 350,3 403,3 474,6 493,7 484,3 497,4 479,0 466,0 Quote di fondi comuni di investimento 691,3 908,5 1.047,7 1.098,3 1.094,8 1.093,1 1.040,8 1.035,4

Restanti attività finanziarie (+) 138,2 178,5 223,5 211,1 220,8 224,7 240,1 223,1 Passività (-)

Titoli di debito 22,3 21,3 26,7 26,5 26,1 27,1 26,1 26,6 Prestiti 118,0 136,2 171,8 190,9 195,1 175,9 209,6 207,4 Azioni e altre partecipazioni 497,7 629,9 687,8 731,3 697,6 668,3 613,9 582,3 Riserve tecniche di assicurazione 4.106,9 4.579,2 4.964,3 5.158,5 5.216,3 5.284,2 5.289,8 5.296,1

Correzione per i diritti fissi delle famiglie sulle riserve delle assicurazioni sulla vita e dei fondi pensione 3.474,5 3.913,5 4.252,3 4.419,8 4.471,8 4.520,7 4.515,2 4.513,8

Riserve premi e riserve sinistri 632,5 665,6 712,0 738,7 744,5 763,5 774,6 782,2 = Ricchezza finanziaria netta -107,1 -143,8 -91,5 -152,5 -141,8 -169,2 -179,1 -225,4

Fonte: BCE.1) Titoli con scadenza inferiore a due anni emessi dalle IFM e titoli con scadenza inferiore all’anno emessi da altri settori.

3 .5 Soc ietà d i ass i curaz ione e fond i pens ione (miliardi di euro; flussi cumulati di quattro trimestri, consistenze a fine periodo)

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BCEBollettino mensile

Dicembre 2008

BCEBollettino mensileDicembre 2008S TM ��S

MERCATI FINANZIARI �4 .1 T i to l i non az ionar i , d i s t int i per scadenza or ig inar ia , res idenza de l l ’ emittente e va luta d i denominaz ione

(miliardi di euro e tassi di crescita nel periodo; dati destagionalizzati; transazioni nel mese e consistenze di fine periodo; valori nominali)

Totale in euro 1) Residenti nell’area dell’euro

In euro In tutte le valuteConsistenze Emissioni

lordeEmissioni

netteConsistenze Emissioni

lordeEmissioni

netteConsistenze Emissioni

lorde Emissioni

netteTassi

di crescita sui dodici

mesi

Dati destagionalizzati 2)

Emissioni nette

Tassi di crescita

sui sei mesi1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

Totale2007 set. 12.653,3 1.243,6 88,5 10.565,6 1.154,1 53,5 11.877,7 1.201,8 43,6 9,0 63,9 8,0 ott. 12.762,9 1.350,5 108,3 10.696,1 1.279,0 129,4 12.024,0 1.348,2 147,0 9,1 115,1 9,0 nov. 12.851,8 1.176,4 87,0 10.767,2 1.108,1 69,1 12.068,9 1.160,3 64,0 8,6 52,1 7,5 dic. 12.877,0 1.039,8 28,3 10.763,7 958,2 -0,5 12.049,6 1.001,4 -17,8 9,0 97,8 8,2 2008 gen. 12.910,8 1.199,8 37,7 10.818,1 1.130,1 58,4 12.117,8 1.195,9 68,0 8,5 27,7 7,5 feb. 12.993,0 1.024,8 82,4 10.890,4 966,2 72,5 12.178,7 1.034,3 75,7 8,0 45,0 6,9 mar. 13.099,1 1.071,3 106,0 10.937,6 966,9 46,9 12.196,2 1.022,4 44,7 7,1 20,2 6,1 apr. 13.149,7 1.159,0 50,7 11.003,5 1.067,4 66,0 12.274,9 1.132,3 78,0 7,1 58,9 5,1 mag. 13.326,9 1.123,8 177,2 11.141,3 1.034,0 137,8 12.436,4 1.107,9 152,7 6,7 97,0 5,8 giu. 13.463,3 1.152,8 134,6 11.216,5 1.037,5 73,7 12.508,0 1.109,8 79,9 6,9 87,3 5,6 lug. 13.479,0 1.135,0 10,0 11.277,6 1.069,6 54,9 12.585,9 1.156,5 74,2 7,1 96,4 6,8 ago. 13.600,7 877,8 123,2 11.381,6 813,4 105,6 12.713,3 887,4 112,3 7,8 163,4 8,8 set. 13.604,2 1.018,5 0,9 11.350,1 927,2 -33,9 12.675,9 999,7 -40,8 7,1 -12,8 8,2

A lungo termine2007 set. 11.408,8 157,6 21,5 9.487,9 132,2 13,7 10.624,6 146,6 12,3 8,0 20,6 6,1 ott. 11.485,7 237,0 78,0 9.551,8 200,8 65,2 10.687,0 225,2 72,3 7,7 69,6 6,6 nov. 11.566,2 175,4 78,9 9.612,1 141,8 58,6 10.729,3 156,7 55,5 7,1 38,3 5,3 dic. 11.622,3 198,1 56,7 9.659,4 164,1 47,9 10.763,6 175,4 36,8 7,4 72,6 5,7 2008 gen. 11.621,2 194,5 2,2 9.652,2 166,3 -3,8 10.760,8 190,1 1,5 6,7 15,9 5,1 feb. 11.668,0 181,7 46,8 9.701,2 162,4 49,0 10.803,0 186,8 51,3 6,1 28,9 4,7 mar. 11.704,0 179,3 36,1 9.726,8 144,5 25,5 10.801,7 159,6 22,4 5,3 12,8 4,5 apr. 11.790,8 258,2 86,9 9.789,9 207,0 63,2 10.874,7 224,8 68,5 5,5 64,2 4,4 mag. 11.943,2 289,5 152,6 9.902,5 233,7 112,8 10.997,6 256,3 122,0 5,2 68,4 5,0 giu. 12.057,0 281,9 114,0 9.989,7 228,4 87,4 11.083,6 251,5 94,7 5,3 67,8 4,8 lug. 12.086,0 205,7 24,1 10.024,2 175,7 29,3 11.125,9 194,0 35,0 5,4 59,9 5,7 ago. 12.172,0 157,6 87,3 10.099,3 131,6 76,4 11.221,9 147,3 78,2 6,2 133,7 7,7 set. 12.161,6 181,2 -10,6 10.078,3 143,5 -21,1 11.208,9 157,9 -29,1 5,8 -15,4 7,1

F15 Cons i s tenze tota l i ed emiss ion i lorde d i t i to l i non az ionar i d i res ident i ne l l ’ a rea de l l ’ euro (miliardi di euro)

emissioni lorde totali (scala di destra)consistenze totali (scala di sinistra)consistenze in euro (scala di sinistra)

3.000

4.000

5.000

6.000

7.000

8.000

9.000

10.000

11.000

12.000

13.000

1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 20070

200

400

600

800

1.000

1.200

1.400

1.600

1.800

2.000

2008

Fonti: BCE e BRI (per le emissioni di non residenti nell’area dell’euro).1) Totale dei titoli non azionari denominati in euro emessi da residenti e non residenti nell’area dell’euro.2) Per il calcolo dei tassi di crescita cfr. le Note tecniche. I tassi di crescita sui sei mesi sono annualizzati.

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BCEBollettino mensile

Dicembre 2008

BCEBollettino mensileDicembre 2008S �� ��S

BCEBollettino mensile

Dicembre 2008

BCEBollettino mensileDicembre 2008S �� ��S

4.2 Titol i non azionari emessi da residenti nel l ’area del l ’euro dist inti per settore emittente e per t ipo di strumento (miliardi di euro; transazioni nel mese e consistenze di fine periodo; valori nominali)

1. Consistenze ed emissioni lordeConsistenze Emissioni lorde 1)

Totale IFM (incluso l’Euro-

sistema)

Società diverse dalle IFM

Amministrazioni pubbliche

Totale IFM (incluso l’Euro-

sistema)

Società diverse dalle IFM

Amministrazioni pubbliche

Società finanziarie

diverse dalle IFM

Società non finan-

ziarie

Amministra-zioni centrali

Altreammini-strazioni

pubbliche

Società finanziarie

diverse dalle IFM

Società non finan-

ziarie

Amministra-zioni centrali

Altreammini-strazioni

pubbliche1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

Totale2006 11.088 4.573 1.166 626 4.419 304 947 700 36 93 112 7 2007 12.050 5.054 1.474 676 4.531 315 1.136 841 46 122 121 7 2007 4° trim. 12.050 5.054 1.474 676 4.531 315 1.170 888 65 109 101 7 2008 1° trim. 12.196 5.095 1.491 681 4.616 313 1.084 786 24 106 159 9 2° trim. 12.508 5.236 1.597 693 4.666 317 1.117 786 52 119 153 7 3° trim. 12.676 5.276 1.639 727 4.716 318 1.015 691 28 122 167 7 2008 giu. 12.508 5.236 1.597 693 4.666 317 1.110 775 69 117 143 7 lug. 12.586 5.287 1.613 695 4.672 319 1.157 812 32 114 190 9 ago. 12.713 5.319 1.638 725 4.711 321 887 586 32 136 128 6 set. 12.676 5.276 1.639 727 4.716 318 1.000 674 21 115 183 7

A breve termine2006 1.014 575 16 89 330 4 766 616 5 85 57 3 2007 1.286 787 19 117 357 6 946 754 5 113 69 3 2007 4° trim. 1.286 787 19 117 357 6 984 809 7 101 64 3 2008 1° trim. 1.394 817 32 128 411 6 905 700 7 102 93 4 2° trim. 1.424 833 36 129 418 8 872 665 5 109 89 5 3° trim. 1.467 824 49 125 462 8 848 614 9 108 114 4 2008 giu. 1.424 833 36 129 418 8 858 650 7 109 88 4 lug. 1.460 845 44 131 432 7 963 719 11 109 120 3 ago. 1.491 859 50 129 445 8 740 521 9 105 102 3 set. 1.467 824 49 125 462 8 842 602 5 110 120 4

A lungo termine 2)

2006 10.074 3.998 1.150 536 4.089 301 181 84 30 8 54 5 2007 10.764 4.267 1.455 559 4.174 309 190 86 41 8 52 3 2007 4° trim. 10.764 4.267 1.455 559 4.174 309 186 79 58 9 37 4 2008 1° trim. 10.802 4.278 1.460 552 4.205 306 179 86 17 4 67 5 2° trim. 11.084 4.403 1.561 564 4.247 309 244 121 47 10 64 3 3° trim. 11.209 4.452 1.590 602 4.255 311 166 77 19 14 53 3 2008 giu. 11.084 4.403 1.561 564 4.247 309 252 125 61 7 55 3 lug. 11.126 4.442 1.569 564 4.239 311 194 93 20 5 71 6 ago. 11.222 4.460 1.588 595 4.266 313 147 66 23 31 26 2 set. 11.209 4.452 1.590 602 4.255 311 158 72 15 5 63 3

Di cui a lungo termine con tasso fisso2006 7.058 2.135 544 410 3.731 237 108 40 12 5 48 3 2007 7.322 2.272 588 423 3.788 250 107 44 10 5 45 3 2007 4° trim. 7.322 2.272 588 423 3.788 250 93 43 8 6 33 3 2008 1° trim. 7.302 2.270 582 415 3.789 246 110 43 4 3 56 3 2° trim. 7.469 2.357 600 427 3.836 248 145 66 11 9 56 2 3° trim. 7.528 2.383 614 434 3.849 248 101 42 7 3 47 2 2008 giu. 7.469 2.357 600 427 3.836 248 147 78 13 6 48 2 lug. 7.479 2.383 598 427 3.822 250 124 52 2 3 64 3 ago. 7.517 2.386 606 430 3.844 251 66 32 9 2 21 1 set. 7.528 2.383 614 434 3.849 248 112 42 10 4 55 2

Di cui a lungo termine con tasso variabile 2006 2.596 1.513 594 113 312 64 60 34 18 3 4 1 2007 2.985 1.617 848 125 338 58 69 31 30 3 4 0 2007 4° trim. 2.985 1.617 848 125 338 58 80 25 49 2 3 1 2008 1° trim. 3.028 1.629 856 126 357 60 53 32 11 1 7 2 2° trim. 3.158 1.676 936 126 360 60 87 46 35 1 4 1 3° trim. 3.208 1.693 949 158 345 61 51 24 11 11 4 1 2008 giu. 3.158 1.676 936 126 360 60 92 39 47 2 5 0 lug. 3.179 1.682 945 128 363 61 52 26 17 2 4 2 ago. 3.236 1.696 956 156 366 62 72 27 13 29 3 1 set. 3.208 1.693 949 158 345 61 29 19 5 2 4 1

Fonte: BCE.1) Medie mensili o dati mensili per le transazioni del periodo considerato.2) La differenza residua fra il totale dei titoli di debito a lungo termine e i titoli di debito a lungo termine con tasso fisso e variabile consiste in obbligazioni a cedola zero e in effetti

di rivalutazione.

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BCEBollettino mensile

Dicembre 2008

BCEBollettino mensileDicembre 2008S �� ��S

STATISTICHEDELL’AREADELL’EURO

Mercatifinanziari

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Dicembre 2008

BCEBollettino mensileDicembre 2008S �� ��S

4.2 Titol i non azionari emessi da residenti nel l ’area del l ’euro dist inti per settore emittente e per t ipo di strumento (miliardi di euro salvo diversa indicazione; transazioni nel periodo; valori nominali)

2. Emissioni nette Dati non destagionalizzati 1) Dati destagionalizzati 1)

Totale IFM (incluso l’Euro-

sistema)

Società diverse dalle IFM

Amministrazioni pubbliche

Totale IFM (incluso l’Euro-

sistema)

Società diverse dalle IFM

Amministrazioni pubbliche

Società finanziarie

diverse dalle IFM

Società non finan-

ziarie

Ammini- strazioni centrali

Altreammini-strazioni

pubbliche

Società finanziarie

diverse dalle IFM

Società non finan-

ziarie

Ammini- strazioni centrali

Altreammini-strazioni

pubbliche1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

Totale2006 67,3 35,2 20,2 2,4 7,5 1,9 67,3 35,5 19,9 2,4 7,5 1,9 2007 83,5 40,4 27,5 4,6 10,0 0,9 84,1 41,0 27,0 4,8 10,4 0,9 2007 4° trim. 64,4 31,9 47,9 4,0 -21,0 1,6 88,3 42,5 31,8 6,0 7,1 0,9 2008 1° trim. 62,8 23,1 8,0 2,8 29,6 -0,6 31,0 3,9 17,4 1,7 8,7 -0,8 2° trim. 103,5 46,2 35,3 4,3 16,5 1,3 81,1 48,1 31,2 0,1 0,7 1,0 3° trim. 48,6 12,6 11,0 10,0 14,6 0,4 82,3 20,5 23,9 13,4 22,9 1,6 2008 giu. 79,9 13,2 52,3 -1,9 16,1 0,2 87,3 48,8 42,6 -2,8 -0,3 -0,9 lug. 74,2 49,0 15,7 2,0 5,7 1,9 96,4 47,4 17,2 1,8 27,1 2,9 ago. 112,3 26,0 20,9 28,0 35,3 2,1 163,4 40,1 39,4 33,1 47,1 3,7 set. -40,8 -37,1 -3,4 -0,1 2,8 -2,9 -12,8 -26,0 15,2 5,5 -5,6 -1,9

A lungo termine2006 63,0 29,0 19,7 2,2 10,1 1,9 62,9 29,1 19,4 2,2 10,2 1,9 2007 61,7 23,8 27,2 2,4 7,7 0,7 61,3 23,9 26,7 2,3 7,7 0,7 2007 4° trim. 54,9 9,5 44,9 2,4 -3,7 1,6 60,2 17,6 29,1 2,0 10,7 0,8 2008 1° trim. 25,0 11,5 3,8 -1,0 11,4 -0,7 19,2 2,4 13,1 1,5 2,9 -0,8 2° trim. 95,1 42,6 33,7 4,0 14,0 0,8 66,8 36,2 29,7 0,4 -0,2 0,7 3° trim. 28,0 8,8 7,0 11,3 0,6 0,5 59,4 16,6 19,3 12,9 9,0 1,6 2008 giu. 94,7 35,3 47,9 -0,8 11,7 0,6 67,8 39,1 38,7 -5,9 -3,4 -0,7 lug. 35,0 32,4 8,1 0,4 -8,2 2,3 59,9 32,9 9,2 0,4 13,7 3,7 ago. 78,2 9,3 14,6 29,2 23,1 2,0 133,7 27,2 34,1 32,0 36,9 3,5 set. -29,1 -15,4 -1,7 4,2 -13,1 -3,0 -15,4 -10,4 14,7 6,3 -23,6 -2,4

F16 Emiss ion i nette d i t i to l i non az ionar i , dat i destag iona l i zzat i e non destag iona l i zzat i (miliardi di euro, transazioni nel mese, valori nominali)

emissioni netteemissioni nette, dati destagionalizzati

-100

-50

0

50

100

150

200

2003-100

-50

0

50

100

150

200

20082004 200720062005

Fonte: BCE.1) Medie mensili o dati mensili per le transazioni nel periodo considerato.

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Dicembre 2008

BCEBollettino mensileDicembre 2008S �8 ��S

BCEBollettino mensile

Dicembre 2008

BCEBollettino mensileDicembre 2008S �8 ��S

4 .3 Tass i d i c resc i ta de i t i to l i non az ionar i emess i da res ident i ne l l ’ a rea de l l ’ euro 1) (variazioni percentuali)

Tassi di crescita sui dodici mesi (non destagionalizzati) Tassi di crescita sui sei mesi (destagionalizzati)

Totale IFM (incluso

l’Eurosi- stema)

Società diverse dalle IFM Amministrazioni pubbliche Totale IFM (incluso

l’Eurosi- stema)

Società diverse dalle IFM Amministrazioni pubbliche

Società finanziarie

diverse dalle IFM

Società non

finanziarie

Ammini- strazioni centrali

Altre ammini- strazioni

pubbliche

Società finanziarie

diverse dalle IFM

Società non

finanziarie

Ammini- strazioni centrali

Altre ammini- strazioni

pubbliche

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12Totale

2007 set. 9,0 10,9 27,0 8,2 3,2 4,2 8,0 9,7 18,6 9,0 3,5 3,2 ott. 9,1 11,0 26,9 8,9 3,0 5,4 9,0 10,4 25,9 9,1 3,4 4,5 nov. 8,6 10,4 25,6 9,0 2,7 4,2 7,5 9,3 22,7 8,8 1,6 5,2 dic. 9,0 10,6 28,4 8,9 2,7 3,6 8,2 10,4 26,6 5,7 1,5 5,5 2008 gen. 8,5 10,0 27,0 10,7 2,2 3,1 7,5 9,8 24,0 5,9 0,9 4,8 feb. 8,0 8,7 24,4 10,1 2,9 2,8 6,9 7,5 22,2 8,1 2,1 2,4 mar. 7,1 7,7 20,8 8,1 2,8 1,7 6,1 5,7 23,0 7,1 2,1 0,2 apr. 7,1 7,2 23,0 6,7 2,9 1,1 5,1 4,1 20,0 4,2 2,4 -2,2 mag. 6,7 7,9 21,9 6,4 1,6 3,0 5,8 6,3 20,9 3,7 1,6 0,8 giu. 6,9 8,2 23,8 3,7 1,4 2,9 5,6 6,2 21,2 1,6 1,2 0,5 lug. 7,1 8,5 22,6 2,7 2,0 3,9 6,8 7,4 21,2 -0,3 3,1 2,9 ago. 7,8 8,3 23,2 8,7 2,9 4,4 8,8 9,2 24,0 9,5 3,7 6,2 set. 7,1 6,9 23,0 9,5 2,6 2,5 8,2 8,2 23,4 12,2 3,1 5,1

A lungo termine2007 set. 8,0 9,1 27,9 5,8 2,4 3,5 6,1 5,8 19,6 5,4 2,9 1,7 ott. 7,7 8,9 27,0 5,7 2,0 4,6 6,6 5,6 25,6 4,9 2,7 2,8 nov. 7,1 7,7 25,8 6,1 1,9 3,1 5,3 4,6 21,9 5,5 1,4 3,2 dic. 7,4 7,1 28,6 5,3 2,3 2,7 5,7 4,2 25,6 1,9 2,0 4,1 2008 gen. 6,7 6,6 27,1 6,0 1,6 2,2 5,1 4,1 23,0 3,7 1,0 3,1 feb. 6,1 5,3 23,3 5,9 2,3 1,9 4,7 2,9 19,1 4,5 2,3 0,9 mar. 5,3 4,3 19,7 4,6 2,4 0,9 4,5 2,9 19,7 3,8 2,0 0,1 apr. 5,5 4,2 21,8 4,5 2,5 0,5 4,4 2,7 18,2 4,1 2,3 -1,9 mag. 5,2 4,5 20,5 4,9 1,4 1,8 5,0 4,5 18,9 4,3 1,4 0,6 giu. 5,3 4,9 22,1 2,0 1,2 1,9 4,8 5,5 18,9 2,0 0,4 -0,1 lug. 5,4 5,2 20,2 1,9 1,5 3,1 5,7 6,2 17,6 0,2 2,1 3,0 ago. 6,2 5,3 20,4 7,8 2,4 3,5 7,7 7,8 21,8 11,3 2,5 6,2 set. 5,8 5,1 20,3 9,1 1,6 2,2 7,1 7,5 21,1 14,8 1,3 4,5

F17 Tass i d i c resc i ta su i dod ic i mes i de i t i to l i d i deb i to a lungo termine emess i in tutte l e va lute d i s t int i per settore de l l ’ emittente

(variazioni percentuali sui dodici mesi)

amministrazioni pubblicheIFM (incluso l'Eurosistema)società diverse dalle IFM

0

5

10

15

20

25

30

35

1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 20070

5

10

15

20

25

30

35

2008

Fonte: BCE.1) Per il calcolo dei tassi di crescita cfr. le Note tecniche. I tassi di crescita sui sei mesi sono stati annualizzati.

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BCEBollettino mensile

Dicembre 2008

BCEBollettino mensileDicembre 2008S �8 ��S

STATISTICHEDELL’AREADELL’EURO

Mercatifinanziari

BCEBollettino mensile

Dicembre 2008

BCEBollettino mensileDicembre 2008S �8 ��S

F18 Tass i d i c resc i ta su i dod ic i mes i de i t i to l i d i deb i to a breve termine emess i in tutte l e va lute d i s t int i per settore de l l ’ emittente

(variazioni percentuali sui dodici mesi)

amministrazioni pubblicheIFM (incluso l'Eurosistema)società diverse dalle IFM

-20

-10

0

10

20

30

40

50

60

1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007-20

-10

0

10

20

30

40

50

60

2008

Fonte: BCE.1) Per il calcolo dei tassi di crescita cfr. le Note tecniche.

4 .3 Tass i d i c resc i ta de i t i to l i non az ionar i emess i da res ident i ne l l ’ a rea de l l ’ euro 1) (variazioni percentuali)

A lungo termine con tasso fisso A lungo termine con tasso variabile

Totale IFM (incluso

l’Eurosi- stema)

Società diverse dalle IFM Amministrazioni pubbliche Totale IFM (incluso

l’Eurosi- stema)

Società diverse dalle IFM Amministrazioni pubblicheSocietà

finanziarie diverse

dalle IFM

Società non

finanziarie

Ammini- strazioni centrali

Altre ammini- strazioni

pubbliche

Società finanziarie

diverse dalle IFM

Società non

finanziarie

Ammini- strazioni centrali

Altre ammini- strazioni

pubbliche13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24

Tutte le valute2006 4,5 4,7 14,1 0,3 3,2 13,5 16,1 11,9 40,2 25,6 5,0 4,3 2007 5,1 7,1 17,4 3,8 2,4 6,6 15,7 11,1 37,9 18,0 3,8 -1,8 2007 4° trim. 4,5 6,7 13,1 4,7 1,8 6,3 15,1 9,1 39,4 14,2 4,8 -6,5 2008 1° trim. 3,3 5,3 8,4 4,4 1,3 3,3 14,3 6,0 38,6 12,6 11,4 -3,2 2° trim. 2,7 4,3 5,2 3,7 1,3 1,4 12,2 5,0 33,5 8,5 7,6 0,4 3° trim. 3,1 5,6 5,1 3,2 1,4 1,9 12,5 5,3 32,0 14,1 6,3 6,0 2008 apr. 2,7 3,7 5,0 3,8 1,7 0,8 12,4 4,6 35,6 9,7 7,2 -1,0 mag. 2,6 4,7 4,6 4,7 1,0 1,7 12,3 5,4 32,6 8,4 6,9 2,0 giu. 2,8 5,3 6,2 2,3 0,9 1,9 12,0 4,9 34,0 2,7 5,4 1,6 lug. 3,0 5,7 4,8 2,6 1,2 2,1 11,7 5,1 31,3 2,2 5,7 6,6 ago. 3,4 5,6 4,4 3,4 1,9 2,4 13,7 5,7 32,2 25,7 9,3 7,0 set. 3,1 5,6 5,8 4,8 1,1 0,7 12,4 5,1 31,0 26,2 2,6 7,4

Euro2006 3,8 3,1 11,5 -0,4 3,2 13,7 14,9 10,2 36,6 27,9 5,2 3,5 2007 4,5 6,4 14,1 2,0 2,7 6,7 15,0 10,3 35,5 17,7 3,9 -2,4 2007 4° trim. 4,0 6,2 10,8 3,1 2,1 6,6 14,8 8,7 37,8 12,8 4,9 -7,1 2008 1° trim. 2,9 4,9 7,1 2,9 1,5 3,5 14,8 5,8 39,0 11,8 11,7 -4,0 2° trim. 2,4 3,9 4,6 1,7 1,5 1,4 13,4 5,6 34,9 8,2 8,0 -1,2 3° trim. 3,0 5,5 6,1 0,8 1,6 1,8 14,4 6,7 33,9 15,7 6,7 4,6 2008 apr. 2,4 3,3 4,0 1,7 1,9 0,8 13,5 5,0 37,2 9,1 7,6 -2,6 mag. 2,3 4,3 4,1 2,8 1,1 1,8 13,6 6,4 33,9 8,2 7,2 0,5 giu. 2,5 5,1 6,6 -0,2 1,1 1,9 13,6 6,3 35,1 3,1 5,8 0,1 lug. 2,8 5,6 5,3 0,2 1,5 2,0 13,5 6,5 33,4 2,8 6,1 5,2 ago. 3,3 5,5 6,0 0,9 2,2 2,1 15,7 7,1 34,3 28,4 9,8 5,6 set. 3,0 5,7 7,5 2,7 1,4 0,4 14,4 6,8 33,2 28,8 2,9 6,3

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BCEBollettino mensileDicembre 2008S �0

F19 Var iaz ion i percentua l i su i dod ic i mes i d i az ion i quotate emesse da res ident i ne l l ’ a rea de l l ’ euro (variazioni percentuali sui dodici mesi)

IFMsocietà finanziarie diverse dalle IFM

-0,5

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

3,0

3,5

4,0

4,5

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008-0,5

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

3,0

3,5

4,0

4,5società non finanziarie

Fonte: BCE.1) Per il calcolo dei numeri indice e dei tassi di crescita cfr. le Note tecniche.

4 .4 Az ion i quotate emesse da res ident i ne l l ’ a rea de l l ’ euro 1)

(miliardi di euro; salvo diversa indicazione; valori di mercato)

1. Consistenze e variazioni percentuali sui dodici mesi(consistenze a fine periodo)

Totale IFM Società finanziarie diverse dalle IFM

Società non finanziarie

Totale Indice dic. 01 = 100

Variazioni percentuali

sui dodici mesi

Totale Variazioni percentuali

sui dodici mesi

Totale Variazioni percentuali

sui dodici mesi

Totale Variazioni percentuali

sui dodici mesi 1 2 3 4 5 6 7 8 9

2006 set. 5.728,5 103,6 1,1 991,8 1,7 616,7 1,5 4.120,0 0,9 ott. 5.917,6 103,6 1,1 1.022,4 2,0 623,8 1,0 4.271,4 0,8 nov. 5.972,2 103,7 0,9 1.031,8 2,0 613,6 0,9 4.326,8 0,6 dic. 6.190,9 103,9 1,0 1.063,9 2,4 633,2 0,7 4.493,7 0,7 2007 gen. 6.369,9 104,0 1,0 1.123,5 2,4 646,2 0,8 4.600,2 0,7 feb. 6.283,9 104,1 1,1 1.092,8 2,8 637,8 0,9 4.553,3 0,7 mar. 6.510,1 104,1 1,1 1.111,4 2,2 649,3 0,9 4.749,4 0,8 apr. 6.760,5 104,3 1,2 1.168,6 2,2 675,5 0,9 4.916,3 0,9 mag. 7.040,4 104,4 1,1 1.174,5 2,1 688,8 0,9 5.177,0 0,9 giu. 6.961,9 104,7 1,3 1.128,6 2,1 677,1 1,0 5.156,1 1,2 lug. 6.731,4 104,9 1,4 1.099,8 1,7 608,8 1,0 5.022,7 1,4 ago. 6.618,1 104,9 1,3 1.060,2 1,6 583,8 0,9 4.974,1 1,3 set. 6.682,2 104,9 1,3 1.048,8 1,9 597,2 0,7 5.036,1 1,2 ott. 6.936,7 105,2 1,5 1.072,8 1,3 629,2 3,2 5.234,7 1,3 nov. 6.622,4 105,3 1,5 1.032,7 1,1 579,2 3,1 5.010,5 1,4 dic. 6.578,8 105,4 1,4 1.017,2 1,2 579,0 2,8 4.982,7 1,3 2008 gen. 5.756,8 105,4 1,4 887,9 0,8 497,3 2,6 4.371,5 1,3 feb. 5.811,0 105,5 1,3 858,2 0,5 492,4 2,5 4.460,5 1,3 mar. 5.557,5 105,5 1,3 858,5 1,1 501,3 2,3 4.197,7 1,2 apr. 5.738,4 105,5 1,1 835,2 1,3 519,4 2,2 4.383,7 0,9 mag. 5.712,3 105,5 1,0 768,9 1,8 497,1 2,4 4.446,3 0,7 giu. 5.069,5 105,5 0,7 663,2 1,8 435,8 2,4 3.970,6 0,3 lug. 4.962,2 105,7 0,7 689,5 2,8 428,2 2,5 3.844,5 0,1 ago. 5.038,0 105,7 0,8 663,5 2,8 438,4 2,6 3.936,1 0,2 set. 4.423,5 105,8 0,8 610,1 3,7 382,2 2,6 3.431,3 0,2

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STATISTICHEDELL’AREADELL’EURO

Mercatifinanziari

BCEBollettino mensile

Dicembre 2008 ��S

4 .4 Az ion i quotate emesse da res ident i ne l l ’ a rea de l l ’ euro 1)

(miliardi di euro; valori di mercato)

2. Transazioni nel meseTotale IFM Società finanziarie diverse dalle IFM Società non finanziarie

Emissioni lorde

Rimborsi Emissioni nette

Emissioni lorde

Rimborsi Emissioni nette

Emissioni lorde

Rimborsi Emissioni nette

Emissioni lorde

Rimborsi Emissioni nette

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 122006 set. 4,2 0,5 3,7 0,0 0,0 0,0 1,5 0,0 1,4 2,7 0,5 2,2 ott. 5,7 1,2 4,5 2,5 0,0 2,5 0,5 0,0 0,5 2,7 1,2 1,5 nov. 6,5 2,0 4,5 3,1 0,0 3,1 0,5 0,2 0,3 2,9 1,8 1,1 dic. 17,7 5,1 12,6 0,9 0,3 0,6 0,5 0,0 0,5 16,3 4,7 11,6 2007 gen. 8,5 3,9 4,6 4,0 0,1 3,8 0,4 0,0 0,4 4,1 3,8 0,3 feb. 8,4 2,0 6,3 5,0 0,0 5,0 0,9 0,0 0,9 2,5 2,0 0,5 mar. 3,2 1,7 1,5 0,2 0,0 0,2 0,6 0,4 0,2 2,4 1,4 1,0 apr. 12,9 0,4 12,5 0,1 0,3 -0,2 0,2 0,0 0,1 12,7 0,2 12,5 mag. 6,6 1,9 4,7 0,1 0,0 0,1 0,5 0,0 0,5 6,0 1,9 4,2 giu. 22,6 1,6 21,0 1,1 0,0 1,1 0,7 0,0 0,7 20,8 1,6 19,3 lug. 15,8 1,8 13,9 1,2 0,0 1,2 1,3 0,3 1,0 13,3 1,5 11,8 ago. 2,5 6,6 -4,2 0,0 0,1 -0,1 1,0 1,4 -0,5 1,5 5,1 -3,6 set. 4,5 2,5 2,0 2,6 0,0 2,6 0,3 0,3 -0,1 1,6 2,1 -0,5 ott. 27,2 8,0 19,1 0,3 3,2 -2,9 16,1 0,5 15,5 10,8 4,3 6,5 nov. 7,0 3,3 3,6 0,9 0,0 0,9 1,0 1,3 -0,3 5,0 2,0 3,0 dic. 13,2 4,6 8,6 0,9 0,0 0,9 0,7 2,2 -1,5 11,6 2,5 9,2 2008 gen. 4,0 1,4 2,7 0,1 0,0 0,1 0,4 0,7 -0,3 3,5 0,7 2,8 feb. 2,7 1,9 0,9 1,0 0,0 1,0 0,1 0,3 -0,2 1,6 1,6 0,1 mar. 6,5 5,8 0,6 5,9 0,0 5,9 0,0 0,5 -0,4 0,6 5,4 -4,8 apr. 2,1 3,0 -0,9 1,1 0,0 1,1 0,1 0,5 -0,3 0,9 2,5 -1,7 mag. 8,7 5,9 2,8 4,1 0,1 4,1 1,5 0,3 1,2 3,1 5,6 -2,5 giu. 4,2 4,8 -0,6 1,3 0,0 1,3 0,5 0,1 0,4 2,4 4,7 -2,3 lug. 12,7 3,4 9,4 6,7 0,0 6,7 1,5 0,5 1,0 4,5 2,9 1,6 ago. 1,7 1,5 0,1 0,3 0,0 0,3 0,1 0,0 0,1 1,2 1,5 -0,4 set. 7,8 2,8 5,0 7,0 0,0 7,0 0,0 0,1 -0,1 0,8 2,8 -1,9

F20 Emiss ion i lorde d i az ion i quotate d i s t inte per settore de l l ’ emittente (miliardi di euro; transazioni del mese; valori di mercato)

società non finanziarieIFMsocietà finanziarie diverse dalle IFM

0

5

10

15

20

25

30

35

40

1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 20070

5

10

15

20

25

30

35

40

2008

Fonte: BCE.1) Per il calcolo dell’indice e dei tassi di crescita, cfr. le Note tecniche.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008S �2

1. Tassi di interesse sui depositi (nuove operazioni)

Depositi da famiglie Depositi da società non finanziarie Operazioni di pronti

contro termine

A vista 2) Con durata prestabilita Rimborsabili con preavviso 2) 3)

A vista 2) Con durata prestabilita

fino a 1 anno

oltre 1 e fino

a 2 anni

oltre 2 anni

fino a 3 mesi

oltre 3 mesi

fino a 1 anno

oltre 1 e fino

a 2 anni

oltre 2 anni

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 112007 ott. 1,17 4,11 4,16 3,31 2,53 3,57 1,97 4,07 4,37 4,63 3,93 nov. 1,18 4,08 4,22 3,20 2,54 3,64 2,01 4,10 4,41 4,04 3,98 dic. 1,18 4,28 4,14 3,18 2,57 3,68 1,95 4,26 4,40 4,03 3,95 2008 gen. 1,20 4,19 4,32 3,43 2,57 3,75 2,01 4,13 4,38 4,68 3,95 feb. 1,21 4,10 4,18 3,22 2,65 3,77 2,01 4,07 4,18 4,36 3,93 mar. 1,22 4,14 3,97 3,08 2,69 3,78 2,03 4,20 4,23 4,07 3,96 apr. 1,22 4,28 4,16 3,14 2,72 3,81 2,05 4,27 4,56 4,64 4,00 mag. 1,23 4,32 4,27 3,17 2,73 3,84 2,07 4,26 4,68 4,48 4,03 giu. 1,24 4,43 4,62 3,28 2,74 3,88 2,06 4,28 4,72 4,01 4,11 lug. 1,26 4,61 4,83 3,37 2,81 3,94 2,14 4,46 5,06 4,57 4,26 ago. 1,29 4,59 4,84 3,45 2,87 3,98 2,17 4,46 5,34 4,55 4,30 set. 1,32 4,65 4,85 3,35 2,97 4,01 2,20 4,51 5,19 4,67 4,27

2. Tassi di interesse sui prestiti alle famiglie (nuove operazioni)Conti

correnti attivi 2)

Credito al consumo Prestiti per acquisto di abitazione Altri prestiti per periodo iniziale di determinazione del tasso

Periodo inizialedi determinazione del tasso

Tasso annuo effettivo globale

(TAEG) 4)

Periodo iniziale di determinazione del tasso

Tasso annuo effettivo globale

(TAEG) 4)Tasso variabile

e finoa 1 anno

oltre 1 e fino

a 5 anni

oltre 5 anni

Tasso variabile

e finoa 1 anno

oltre 1 e fino

a 5 anni

oltre 5 e fino

a 10 anni

oltre 10 anni

Tasso variabile

e finoa 1 anno

oltre 1 e fino

a 5 anni

oltre 5 anni

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 132007 ott. 10,64 8,10 6,88 8,40 8,38 5,29 5,07 5,08 5,11 5,38 5,63 6,05 5,59 nov. 10,50 8,39 6,90 8,36 8,47 5,28 5,03 5,10 5,11 5,38 5,60 5,95 5,49 dic. 10,46 8,05 6,93 8,17 8,26 5,32 5,03 5,07 5,18 5,40 5,67 5,83 5,43 2008 gen. 10,46 8,12 7,00 8,47 8,48 5,32 5,02 5,07 5,14 5,37 5,59 5,93 5,49 feb. 10,45 8,55 7,24 8,44 8,70 5,26 4,97 5,02 5,11 5,35 5,55 5,87 5,55 mar. 10,52 8,43 7,05 8,42 8,56 5,20 4,89 4,96 5,11 5,28 5,65 5,79 5,46 apr. 10,53 8,33 7,02 8,46 8,55 5,23 4,91 4,95 5,12 5,29 5,83 5,80 5,45 mag. 10,57 8,70 7,02 8,44 8,64 5,34 4,96 4,98 5,13 5,36 5,99 5,87 5,59 giu. 10,63 8,61 6,94 8,44 8,57 5,48 5,11 5,08 5,20 5,46 6,03 6,12 5,67 lug. 10,66 8,82 7,15 8,58 8,80 5,67 5,27 5,22 5,34 5,62 6,08 6,21 5,82 ago. 10,77 8,86 7,22 8,69 8,95 5,77 5,37 5,29 5,26 5,69 6,05 6,28 5,70 set. 10,82 8,79 7,20 8,68 8,85 5,80 5,43 5,28 5,37 5,71 6,26 6,35 5,74

3. Tassi di interesse sui prestiti a società non finanziarie (nuove operazioni)Conti

correnti attivi 2)

Altri prestiti fino a 1 milione di euro (per periodo iniziale

di determinazione del tasso)

Altri prestiti oltre 1 milione di euro (per periodo iniziale

di determinazione del tasso)

Tasso variabile e fino

a 1 anno

oltre 1 e fino

a 5 anni

oltre 5 anni

Tasso variabile e fino

a 1 anno

oltre 1 e fino

a 5 anni

oltre 5 anni

1 2 3 4 5 6 72007 ott. 6,53 5,96 6,00 5,26 5,11 5,19 5,31 nov. 6,50 5,96 5,90 5,29 5,08 5,28 5,36 dic. 6,62 6,08 5,96 5,30 5,35 5,62 5,48 2008 gen. 6,62 5,93 5,92 5,27 5,12 5,35 5,23 feb. 6,56 5,84 5,86 5,24 5,04 5,43 5,14 mar. 6,56 5,91 5,77 5,23 5,19 5,44 5,34 apr. 6,54 6,03 5,77 5,20 5,30 5,42 5,39 mag. 6,57 6,10 5,93 5,25 5,27 5,70 5,38 giu. 6,67 6,16 6,09 5,43 5,35 5,68 5,52 lug. 6,74 6,26 6,29 5,53 5,45 5,82 5,55 ago. 6,77 6,27 6,34 5,49 5,45 5,60 5,56 set. 6,91 6,34 6,36 5,67 5,62 5,86 5,58

Fonte: BCE.1) I dati si riferiscono alla composizione evolutiva dell’area dell’euro. Per ulteriori dettagli, cfr. le Note generali.2) Per questa categoria di strumenti, le nuove operazioni e le consistenze coincidono. Dati di fine periodo.3) Per questa categoria di strumenti, i dati relativi alle famiglie e alle società finanziarie devono essere uniti e attribuiti al settore famiglie, dato che le consistenze relative alle società

finanziarie sono trascurabili rispetto a quelle del settore delle famiglie nell’insieme degli Stati membri partecipanti.4) Il tasso annuo effettivo globale copre il costo totale del prestito. Quest’ultimo comprende una componente relativa al tasso d’interesse e una componente relativa ad altre spese

(accessorie) come i costi d’istruttoria, d’amministrazione, per la preparazione dei documenti per le garanzie, ecc.

4 .5 Tass i d i interesse su depos i t i e prest i t i , denominat i in euro, de i res ident i ne l l ’ a rea de l l ’ euro 1)

(valori percentuali su base annua; dati di fine periodo per le consistenze, medie nel periodo per le nuove operazioni salvo diversa indicazione)

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STATISTICHEDELL’AREADELL’EURO

Mercatifinanziari

BCEBollettino mensile

Dicembre 2008 ��S

4 .5 Tass i d i interesse su depos i t i e prest i t i , denominat i in euro, de i res ident i ne l l ’ a rea de l l ’ euro (valori percentuali su base annua; dati di fine periodo per le consistenze, medie nel periodo per le nuove operazioni salvo diversa indicazione)

4. Tassi di interesse sui depositi (consistenze)Depositi da famiglie Depositi da società non finanziarie Operazioni

di pronti contro

termineA vista 1) Con durata prestabilita Rimborsabili con preavviso 1) 2) A vista 1) Con durata prestabilita

fino a 2 anni oltre 2 anni fino a 3 mesi oltre 3 mesi fino a 2 anni oltre 2 anni1 2 3 4 5 6 7 8 9

2007 ott. 1,17 3,79 3,04 2,53 3,57 1,97 4,18 4,11 3,93 nov. 1,18 3,85 3,06 2,54 3,64 2,01 4,21 4,18 3,97 dic. 1,18 3,95 3,03 2,57 3,68 1,95 4,33 4,17 4,01 2008 gen. 1,20 3,98 3,06 2,57 3,75 2,01 4,27 4,21 4,01 feb. 1,21 3,99 3,11 2,65 3,77 2,01 4,23 4,24 3,97 mar. 1,22 4,01 3,07 2,69 3,78 2,03 4,29 4,24 3,96 apr. 1,22 4,07 3,07 2,72 3,81 2,05 4,37 4,29 3,91 mag. 1,23 4,13 3,06 2,73 3,84 2,07 4,43 4,27 4,04 giu. 1,24 4,20 3,08 2,74 3,88 2,06 4,47 4,31 4,12 lug. 1,26 4,31 3,07 2,81 3,94 2,14 4,59 4,39 4,24 ago. 1,29 4,38 3,09 2,87 3,98 2,17 4,65 4,38 4,23 set. 1,32 4,45 3,10 2,97 4,01 2,20 4,75 4,44 4,32

5. Tassi di interesse sui prestiti (consistenze)Prestiti alle famiglie Prestiti a società non finanziarie

Prestiti per acquisto di abitazione con durata prestabilita

Credito al consumo e altri prestiti con durata prestabilita

Con durata prestabilita

fino a 1 anno

oltre 1e fino a 5 anni

oltre5 anni

fino a 1 anno

oltre 1e fino a 5 anni

oltre5 anni

fino a 1 anno

oltre 1e fino a 5 anni

oltre5 anni

1 2 3 4 5 6 7 8 92007 ott. 5,49 4,68 4,98 9,02 7,10 6,16 5,96 5,44 5,22 nov. 5,48 4,72 4,99 8,86 7,12 6,21 5,96 5,49 5,22 dic. 5,54 4,75 5,00 8,97 7,13 6,22 6,08 5,57 5,28 2008 gen. 5,62 4,75 5,01 8,99 7,15 6,24 6,06 5,55 5,27 feb. 5,60 4,82 5,03 9,05 7,21 6,26 5,99 5,52 5,30 mar. 5,61 4,80 5,02 9,06 7,19 6,25 5,99 5,51 5,27 apr. 5,59 4,85 5,03 9,07 7,22 6,28 6,04 5,54 5,29 mag. 5,61 4,85 5,05 9,08 7,22 6,27 6,09 5,59 5,32 giu. 5,68 4,89 5,07 9,11 7,29 6,35 6,18 5,68 5,39 lug. 5,72 4,93 5,11 9,19 7,34 6,37 6,25 5,76 5,44 ago. 5,78 4,97 5,11 9,26 7,38 6,41 6,28 5,79 5,46 set. 5,81 5,03 5,15 9,40 7,45 6,50 6,39 5,90 5,54

F21 Nuov i depos i t i con durata prestab i l i ta (valori percentuali su base annua, spese escluse; medie nel periodo)

F22 Nuov i prest i t i a tasso var iab i l e e determinaz ione in i z ia le de l tasso f ino a 1 anno (valori percentuali su base annua, spese escluse; medie nel periodo)

di famiglie, fino a 1 annodi società non finanziarie, fino a 1 annodi famiglie, oltre 2 annidi società non finanziarie, oltre 2 anni

1,50

2,00

2,50

3,00

3,50

4,00

4,50

5,00

2003 2004 2005 2006 20071,50

2,00

2,50

3,00

3,50

4,00

4,50

5,00

2008

a famiglie, crediti al consumoa famiglie, per acquisto di abitazionea società non finanziarie, fino a 1 milione di euroa società non finanziarie, oltre 1 milione di euro

2,00

3,00

4,00

5,00

6,00

7,00

8,00

9,00

2003 2004 2005 2006 2007 20082,00

3,00

4,00

5,00

6,00

7,00

8,00

9,00

Fonte: BCE.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008S ��

Area dell’euro 1) 2) Stati Uniti Giappone

Depositi overnight

(Eonia)

Depositi a 1 mese(Euribor)

Depositi a 3 mesi

(Euribor)

Depositi a 6 mesi

(Euribor)

Depositi a 12 mesi(Euribor)

Depositi a 3 mesi(Libor)

Depositi a 3 mesi(Libor)

1 2 3 4 5 6 72005 2,09 2,14 2,18 2,23 2,33 3,56 0,06 2006 2,83 2,94 3,08 3,23 3,44 5,19 0,30 2007 3,87 4,08 4,28 4,35 4,45 5,30 0,79 2007 3° trim. 4,05 4,28 4,49 4,56 4,65 5,45 0,89 4° trim. 3,95 4,37 4,72 4,70 4,68 5,02 0,96 2008 1° trim. 4,05 4,23 4,48 4,48 4,48 3,26 0,92 2° trim. 4,00 4,41 4,86 4,93 5,05 2,75 0,92 3° trim. 4,25 4,54 4,98 5,18 5,37 2,91 0,90 2007 nov. 4,02 4,22 4,64 4,63 4,61 4,96 0,91 dic. 3,88 4,71 4,85 4,82 4,79 4,97 0,99 2008 gen. 4,02 4,20 4,48 4,50 4,50 3,92 0,89 feb. 4,03 4,18 4,36 4,36 4,35 3,09 0,90 mar. 4,09 4,30 4,60 4,59 4,59 2,78 0,97 apr. 3,99 4,37 4,78 4,80 4,82 2,79 0,92 mag. 4,01 4,39 4,86 4,90 4,99 2,69 0,92 giu. 4,01 4,47 4,94 5,09 5,36 2,77 0,92 lug. 4,19 4,47 4,96 5,15 5,39 2,79 0,92 ago. 4,30 4,49 4,97 5,16 5,32 2,81 0,89 set. 4,27 4,66 5,02 5,22 5,38 3,12 0,91 ott. 3,82 4,83 5,11 5,18 5,25 4,06 1,04 nov. 3,15 3,84 4,24 4,29 4,35 2,28 0,91

F23 Tass i d i interesse de l mercato monetar io ne l l ’ a rea de l l ’ euro 2)

(dati mensili; valori percentuali in ragione d’anno)

F24 Tassi di interesse del mercato monetario a 3 mesi (dati mensili; valori percentuali in ragione d’anno)

a 1 mesea 3 mesia 12 mesi

0,00

1,00

2,00

3,00

4,00

5,00

6,00

7,00

8,00

9,00

1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 20080,00

1,00

2,00

3,00

4,00

5,00

6,00

7,00

8,00

9,00

area dell'euro 2)

GiapponeStati Uniti

0,00

1,00

2,00

3,00

4,00

5,00

6,00

7,00

8,00

9,00

1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 20080,00

1,00

2,00

3,00

4,00

5,00

6,00

7,00

8,00

9,00

Fonte: BCE.1) Per i periodi precedenti al gennaio 1999, i tassi sintetici dell’area dell’euro sono calcolati sulla base dei tassi di interesse nazionali ponderati con il PIL. Per ulteriori dettagli, cfr.

le Note generali.2) I dati si riferiscono alla composizione evolutiva dell’area dell’euro. Per ulteriori dettagli, cfr. le Note generali.

4 .6 Tass i d i interesse de l mercato monetar io (valori percentuali in ragione d’anno; medie nel periodo)

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STATISTICHEDELL’AREADELL’EURO

Mercatifinanziari

BCEBollettino mensile

Dicembre 2008 ��S

4 .7 Cur ve de i rend iment i de l l ’ a rea de l l ’ euro 1)

(titoli di debito con rating AAA emessi dalle amministrazioni centrali; fine periodo; tassi in valori percentuali su base annua; spread in punti percentuali)

Tassi a pronti Tassi istantanei a termine

3 mesi 1 anno 2 anni 5 anni 7 anni 10 anni 10 anni- 3 mesi

(spread)

10 anni- 2 anni

(spread)

1 anno 2 anni 5 anni 10 anni

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 122006 dic. 3,44 3,76 3,82 3,83 3,86 3,91 0,47 0,09 3,92 3,85 3,88 4,08 2007 gen. 3,54 3,84 3,92 3,96 4,00 4,06 0,53 0,15 4,01 3,97 4,05 4,25 feb. 3,63 3,79 3,80 3,81 3,85 3,92 0,29 0,12 3,85 3,77 3,90 4,13 mar. 3,70 3,92 3,95 3,93 3,96 4,02 0,33 0,08 4,03 3,93 3,97 4,25 apr. 3,81 4,01 4,06 4,06 4,08 4,13 0,32 0,07 4,14 4,08 4,08 4,33 mag. 3,86 4,21 4,31 4,32 4,33 4,37 0,51 0,06 4,44 4,37 4,33 4,51 giu. 3,90 4,26 4,38 4,43 4,46 4,51 0,61 0,13 4,51 4,48 4,49 4,68 lug. 3,98 4,23 4,28 4,28 4,30 4,36 0,38 0,08 4,36 4,28 4,32 4,53 ago. 3,86 3,98 4,03 4,12 4,20 4,32 0,47 0,29 4,07 4,09 4,32 4,67 set. 3,80 3,96 4,03 4,15 4,25 4,38 0,57 0,35 4,08 4,13 4,39 4,75 ott. 3,87 4,01 4,06 4,10 4,17 4,29 0,42 0,23 4,11 4,08 4,25 4,63 nov. 3,86 3,84 3,82 3,91 4,03 4,21 0,35 0,39 3,81 3,80 4,19 4,76 dic. 3,85 4,00 4,01 4,11 4,23 4,38 0,52 0,36 4,06 4,02 4,40 4,78 2008 gen. 3,81 3,55 3,42 3,59 3,79 4,05 0,24 0,62 3,32 3,34 4,08 4,80 feb. 3,83 3,42 3,20 3,43 3,72 4,06 0,23 0,86 3,04 3,03 4,16 4,99 mar. 3,87 3,70 3,60 3,70 3,87 4,13 0,26 0,54 3,53 3,49 4,10 4,91 apr. 3,90 3,89 3,86 3,95 4,10 4,32 0,42 0,46 3,86 3,81 4,29 4,95 mag. 3,88 4,20 4,28 4,27 4,35 4,52 0,64 0,24 4,41 4,29 4,40 5,03 giu. 4,21 4,49 4,62 4,63 4,65 4,73 0,52 0,11 4,73 4,72 4,64 5,00 lug. 4,20 4,31 4,31 4,31 4,39 4,53 0,33 0,21 4,36 4,27 4,46 4,93 ago. 4,24 4,20 4,13 4,11 4,19 4,34 0,10 0,21 4,13 4,02 4,26 4,82 set. 3,71 3,60 3,59 3,88 4,09 4,34 0,63 0,75 3,52 3,67 4,45 5,00 ott. 2,52 2,86 2,68 3,58 3,95 4,25 1,74 1,58 2,27 2,99 4,80 4,97 nov. 2,00 2,10 2,38 3,16 3,49 3,77 1,78 1,40 2,33 2,97 4,16 4,48

F25 Cur ve de i rend iment i a pront i de l l ’ a rea de l l ’ euro (valori percentuali su base annua; fine periodo)

F26 Spread e tassi di interesse a breve dell’area dell’euro (dati giornalieri; tassi in valori percentuali su base annua; spread in punti percentuali)

novembre 2008ottobre 2008settembre 2008

1,5

2,0

2,5

3,0

3,5

4,0

4,5

5,0

0 5Y 10Y 15Y 20Y 25Y 30Y

tasso a 1 anno (scala di sinistra)tasso a 10 anni (scala di sinistra)spread 10 anni - 3 mesi (scala di destra)spread 10 anni - 2 anni (scala di destra)

1° trim.20082007

2° trim. 3° trim. 4° trim. 1° trim. 2° trim. 3° trim.1,4

1,8

2,2

2,6

3,0

3,4

3,8

4,2

4,6

5,0

0,0

0,2

0,4

0,7

0,9

1,1

1,3

1,6

1,8

2,0

4° trim.

Fonte: BCE; i dati utilizzati sono stati forniti da Euro MTS; rating di Fitch Ratings.1) I dati si riferiscono alla composizione evolutiva dell’area dell’euro. Per ulteriori dettagli, cfr. le Note generali.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008S ��

4 .8 Ind ic i de l mercato az ionar io (livelli dell’indice; medie nel periodo)

F27 Dow Jones Euro Stoxx (de f in i z ione ampia) , S&P 500 e N ikke i 225 (base: gennaio 1994 = 100; medie mensili)

Dow Jones Euro Stoxx ampio 1)

Standard & Poor’s 500Nikkei 225

0

50

100

150

200

250

300

350

1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 20070

50

100

150

200

250

300

350

2008

Fonte: BCE.1) I dati si riferiscono alla composizione evolutiva dell’area dell’euro. Per ulteriori dettagli, cfr. le Note generali.

Indici Dow Jones Euro Stoxx 1) Stati Uniti Giappone

Valore di riferimento Principali indici per settore industrialeDefinizione

ampiaPrimi

50 titoliMaterie

primeServizi

di consumo

Beni di

consumo

Petrolifero e

estrattivo

Finan-ziari Indu- striali

Alta tecno-logia

Servizi pubblici

Telecomu- nicazioni

Servizi sanitari

Standard & Poor’s 500

Nikkei 225

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 142005 293,8 3.208,6 307,0 181,3 245,1 378,6 287,7 307,3 297,2 334,1 433,1 457,0 1.207,4 12.421,3 2006 357,3 3.795,4 402,3 205,0 293,7 419,8 370,3 391,3 345,3 440,0 416,8 530,2 1.310,5 16.124,0 2007 416,4 4.315,8 543,8 235,4 366,5 449,6 408,3 488,4 383,4 561,4 492,7 519,2 1.476,5 16.984,4 2007 3° trim. 416,4 4.317,6 568,3 233,5 373,3 465,6 399,8 494,4 400,9 556,3 476,7 503,8 1.489,8 16.907,5 4° trim. 417,8 4.377,9 567,3 228,3 383,8 455,7 381,2 484,1 406,3 620,0 544,8 509,2 1.494,6 16.002,5 2008 1° trim. 361,8 3.809,4 520,9 194,0 327,1 412,0 318,1 413,3 339,2 573,3 490,1 454,4 1.351,7 13.372,7 2° trim. 355,9 3.705,6 576,2 185,0 317,8 442,8 313,7 408,2 306,5 557,1 437,7 427,1 1.371,7 13.818,3 3° trim. 309,7 3.278,8 506,0 162,2 282,2 382,8 260,5 345,7 285,6 494,8 412,4 407,4 1.252,7 12.758,7 2007 nov. 411,4 4.314,9 549,1 225,3 380,2 450,3 369,1 477,1 400,8 624,1 555,0 501,9 1.461,3 15.514,0 dic. 414,5 4.386,0 564,0 224,1 375,8 452,5 374,0 481,8 397,8 634,9 552,6 518,6 1.480,0 15.520,1 2008 gen. 380,2 4.042,1 529,7 202,3 338,7 431,4 339,7 426,3 351,2 602,9 528,4 492,9 1.380,3 13.953,4 feb. 360,6 3.776,6 520,7 194,0 323,8 407,6 311,9 417,7 356,2 573,9 493,2 452,6 1.354,6 13.522,6 mar. 342,9 3.587,3 511,4 184,7 317,6 395,2 300,8 394,7 308,9 540,2 444,9 414,1 1.317,5 12.586,6 apr. 359,6 3.768,1 553,9 189,3 324,6 423,2 326,5 406,2 312,8 550,2 449,3 429,6 1.370,5 13.382,1 mag. 367,1 3.812,8 588,9 189,2 328,2 462,5 325,8 424,3 313,2 567,2 447,5 436,3 1.402,0 14.000,2 giu. 340,2 3.527,8 586,2 176,1 299,6 442,6 287,6 393,5 292,8 553,8 415,3 414,7 1.341,3 14.084,6 lug. 311,9 3.298,7 529,0 158,2 272,7 401,5 260,0 348,6 281,7 513,7 412,7 418,1 1.257,6 13.153,0 ago. 316,1 3.346,0 513,7 167,1 287,0 388,1 266,0 356,6 304,4 504,4 411,2 403,0 1.281,5 12.989,4 set. 301,3 3.193,7 474,6 161,8 287,4 358,2 255,8 332,2 271,8 465,8 413,2 400,6 1.220,0 12.126,2 ott. 241,5 2.627,3 342,1 135,6 249,1 287,9 195,0 245,1 212,8 392,4 378,2 363,7 968,8 9.080,5 nov. 225,0 2.452,9 315,2 136,2 237,6 294,8 159,0 229,5 197,7 393,6 386,0 361,7 883,3 8.502,7

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BCEBollettino mensile

Dicembre 2008 ��S

5 .1 IAPC , a l t r i prezz i e cost i (variazioni percentuali sul periodo corrispondente, salvo diversa indicazione)

PREZZI, PRODUZIONE, DOMANDA E MERCATO DEL LAVORO

Fonti: Eurostat ed elaborazioni della BCE.1) I dati si riferiscono alla composizione evolutiva dell’area dell’euro. Per ulteriori dettagli, cfr. le Note generali.2) Stime della BCE basate su dati Eurostat; queste statistiche a carattere sperimentale forniscono solo una misura approssimata dei prezzi amministrati dato che le variazioni dei prezzi

amministrati non possono essere completamente depurate da altri influssi. Si prega di consultare all’indirizzo http://www.ecb.europa.eu/stats/prices/hicp/html/index.en.html una nota esplicativa sulla metodologia utilizzata nella compilazione di questo indicatore.

3) Con riferimento al 2008.4) Stime basate su dati nazionali provvisori che coprono il 95 per cento dell’area dell’euro nonché su anticipazioni relative ai prezzi dei beni energetici.

1. Indice armonizzato dei prezzi al consumo (IAPC) 1)

Totale Totale (dest., variazioni percentuali sul periodo precedente) Per memoria: prezzi amministrati 2)

Indice2005 = 100

Totale Beni Servizi Totale Benialimentari

trasformati

Benialimentari

non trasformati

Beniindustriali

non energetici

Benienergetici

(non dest.)

Servizi IAPC complessivo

al netto dei prezzi

amministrati

Prezzi amministratiTotale al netto

dei prodotti alimentari non

trasformati e dei beni energetici

in perc. del totale 3) 100,0 100,0 82,6 59,1 40,9 100,0 11,9 7,6 29,8 9,8 40,9 88,8 11,21 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13

2004 97,9 2,1 2,1 1,8 2,6 - - - - - - 1,9 3,6 2005 100,0 2,2 1,5 2,1 2,3 - - - - - - 2,1 2,5 2006 102,2 2,2 1,5 2,3 2,0 - - - - - - 2,1 2,7 2007 104,4 2,1 2,0 1,9 2,5 - - - - - - 2,1 2,1 2007 4° trim. 105,7 2,9 2,3 3,2 2,5 1,0 2,6 1,2 0,3 2,9 0,6 3,0 1,9 2008 1° trim. 106,4 3,4 2,5 3,9 2,6 1,0 2,0 0,5 0,2 3,4 0,7 3,5 2,5 2° trim. 108,1 3,6 2,5 4,5 2,4 1,1 1,1 1,1 0,2 6,0 0,6 3,7 2,7 3° trim. 108,4 3,8 2,5 4,7 2,6 0,7 0,9 1,0 0,1 2,1 0,7 3,9 3,3 4° trim. . . . . . . . . . . . . . 2008 giu. 108,6 4,0 2,5 5,0 2,5 0,5 0,3 0,4 0,1 2,6 0,2 4,1 2,9 lug. 108,5 4,0 2,5 5,1 2,6 0,3 0,3 0,7 -0,2 1,3 0,2 4,2 3,2 ago. 108,3 3,8 2,6 4,6 2,7 -0,1 0,3 -0,4 0,3 -3,0 0,3 3,9 3,3 set. 108,5 3,6 2,5 4,4 2,6 0,1 0,1 0,2 0,2 -0,4 0,0 3,7 3,4 ott. 108,6 3,2 2,4 3,5 2,6 -0,1 0,1 0,5 0,2 -2,9 0,2 3,1 3,4 nov. 4) . 2,1 . . . . . . . . . . .

Beni Servizi

Alimentari(incluse le bevande alcoliche e i tabacchi)

Beni industriali Abitativi Ditrasporto

Dicomu-

nicazione

Ricreativi e personali

Vari

Dilocazione

Totale Trasformati Non trasformati

Totale Non energetici

Energetici

in perc. del totale 3) 19,5 11,9 7,6 39,6 29,8 9,8 10,1 6,0 6,1 3,3 14,7 6,814 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25

2004 2,3 3,4 0,6 1,6 0,8 4,5 2,4 1,9 2,8 -2,0 2,4 5,1 2005 1,6 2,0 0,8 2,4 0,3 10,1 2,6 2,0 2,7 -2,2 2,3 3,1 2006 2,4 2,1 2,8 2,3 0,6 7,7 2,5 2,1 2,5 -3,3 2,3 2,3 2007 2,8 2,8 3,0 1,4 1,0 2,6 2,7 2,0 2,6 -1,9 2,9 3,2 2007 4° trim. 3,9 4,5 3,1 2,8 1,0 8,1 2,7 2,0 2,6 -2,1 3,0 3,2 2008 1° trim. 5,2 6,4 3,5 3,2 0,8 10,7 2,5 1,9 3,1 -2,5 3,2 3,2 2° trim. 5,7 6,9 3,7 3,9 0,8 13,6 2,3 1,9 3,6 -1,8 3,0 2,2 3° trim. 5,6 6,7 3,9 4,2 0,7 15,1 2,3 1,9 4,4 -2,4 3,4 2,3 4° trim. . . . . . . . . . . . . 2008 mag. 5,8 6,9 3,9 3,9 0,7 13,7 2,3 1,9 3,8 -1,7 3,1 2,2 giu. 5,8 7,0 4,0 4,5 0,8 16,1 2,3 1,9 4,0 -1,9 3,2 2,2 lug. 6,1 7,2 4,4 4,6 0,5 17,1 2,3 1,9 4,1 -2,2 3,4 2,2 ago. 5,6 6,8 3,7 4,2 0,7 14,6 2,2 1,9 4,8 -2,5 3,5 2,3 set. 5,2 6,2 3,6 4,0 0,9 13,5 2,3 1,9 4,5 -2,6 3,3 2,3 ott. 4,4 5,1 3,4 3,1 1,0 9,6 2,3 1,9 4,6 -2,1 3,3 2,3

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BCEBollettino mensileDicembre 2008S �8

5 .1 IAPC , a l t r i prezz i e cost i (variazioni percentuali sul periodo corrispondente, salvo diversa indicazione)

2. Prezzi dei prodotti industriali, delle costruzioni e degli immobili residenzialiPrezzi alla produzione dei beni industriali Prezzi

delle costru- zioni 1)

Prezzi degli

immobili residen-

ziali 2)

Industria escluse le costruzioniTotale (in-

dice 2000 = 100)

Totale Industria escluse le costruzioni e l’energia Beni energeticiIndustria

manifattu-riera

Totale Beni intermedi

Beni di inve-stimento

Beni di consumoTotale Durevoli Non

durevoliin perc. del totale 3) 100,0 100,0 89,5 82,4 31,6 21,2 29,6 4,0 25,6 17,6

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 3)

2004 105,8 2,3 2,6 2,0 3,5 0,7 1,3 0,7 1,4 4,0 4,1 7,2 3)

2005 110,1 4,1 3,2 1,9 2,9 1,4 1,1 1,3 1,1 13,6 2,8 7,6 3)

2006 115,8 5,1 3,4 2,8 4,8 1,4 1,6 1,6 1,7 13,3 4,1 6,4 3)

2007 119,1 2,8 3,1 3,2 4,8 1,8 2,3 1,9 2,4 1,7 4,0 4,2 3)

2007 3° trim. 119,3 2,1 2,7 3,0 4,3 1,6 2,4 1,8 2,5 -0,7 3,7 - 3)

4° trim. 121,2 4,0 4,5 3,2 3,7 1,5 3,6 1,9 3,9 7,0 3,3 3,7 4) 2008 1° trim. 123,6 5,4 5,4 3,6 4,2 1,5 4,4 2,3 4,8 11,7 3,1 - 3)

2° trim. 127,0 7,1 6,3 3,8 4,5 1,8 4,4 2,3 4,8 18,0 4,0 . 3)

3° trim. 129,5 8,5 6,5 4,3 5,9 2,2 3,8 2,5 4,0 22,7 . - 3)

2008 mag. 127,1 7,1 6,4 3,8 4,3 1,8 4,4 2,3 4,8 18,2 - - 3)

giu. 128,3 8,0 6,9 4,0 4,9 2,0 4,5 2,3 4,8 21,5 - - 3)

lug. 130,0 9,2 7,3 4,4 5,8 2,1 4,2 2,5 4,5 25,0 - - 3)

ago. 129,4 8,6 6,6 4,3 6,0 2,2 3,8 2,4 4,1 22,8 - - 3)

set. 129,1 7,9 5,6 4,1 5,8 2,3 3,3 2,5 3,4 20,4 - - 3)

ott. 128,1 6,3 3,5 3,2 4,4 2,2 2,7 2,7 2,7 15,8 - - 3)

3. Prezzi delle materie prime e deflatori del PILPrezzo

del petrolio5) (euro

per barile)

Prezzi delle materie prime non energetiche Deflatori del PIL

Ponderati in base alle importazioni 6) Ponderati in base all’utilizzo 7) Totale (indice

destagio- nalizzato

2000=100)

Totale Domanda interna Esporta- zioni 8)

Importa-zioni 8)

Totale Alimentari Non alimentari

Totale Alimentari Non alimentari

Totale Consumi privati

Consumi collettivi

Investi- menti

fissi lordi

in perc. del totale 3) 100,0 35,2 64,8 100,0 44,3 55,71 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15

2004 30,5 11,6 2,3 17,5 10,3 2,1 17,8 109,4 1,9 2,1 2,1 2,0 2,5 1,0 1,5 2005 44,6 11,5 0,8 17,4 9,3 2,6 14,8 111,6 2,0 2,3 2,1 2,4 2,5 2,4 3,3 2006 52,9 27,4 5,6 37,7 24,4 5,6 37,9 113,7 1,9 2,4 2,2 2,0 2,9 2,7 3,9 2007 52,8 7,6 14,3 5,1 5,1 9,4 2,8 116,3 2,3 2,2 2,2 1,6 2,7 1,5 1,3 2007 3° trim. 54,2 3,4 26,4 -4,0 4,1 20,9 -4,4 116,7 2,3 2,2 2,1 1,5 2,5 1,3 1,0 4° trim. 61,0 -2,2 22,9 -10,9 -2,9 17,8 -13,6 117,1 2,3 2,9 2,8 2,3 2,6 1,4 2,8 2008 1° trim. 64,2 7,8 35,6 -1,9 6,9 31,0 -5,4 117,9 2,1 2,9 3,0 2,0 2,3 2,2 4,1 2° trim. 78,5 2,3 33,4 -8,2 -0,2 20,8 -10,8 118,8 2,3 3,2 3,3 3,2 2,5 2,4 4,7 3° trim. 77,6 6,7 16,9 2,3 1,0 4,6 -1,3 119,3 2,3 3,3 3,6 2,1 2,6 2,9 5,4 2008 giu. 85,9 3,4 29,8 -6,4 -0,1 17,5 -9,7 - - - - - - - - lug. 85,3 6,9 25,3 -0,4 1,7 12,1 -4,4 - - - - - - - - ago. 77,0 8,0 19,0 3,3 2,7 7,9 -0,6 - - - - - - - - set. 70,0 5,2 7,0 4,3 -1,4 -5,3 1,3 - - - - - - - - ott. 55,2 -6,2 -3,7 -7,3 -10,8 -11,9 -10,1 - - - - - - - - nov. 43,1 -7,5 -4,3 -9,0 -10,2 -7,4 -12,1 - - - - - - - -

Fonti: Eurostat, elaborazioni della BCE sulla base di dati Eurostat (colonna 6 nella tavola 2 della sezione 5.1 e colonne 8-15 nella tavola 3 della sezione 5.1), elaborazioni della BCE basate su dati Thomson Financial Datastream (colonna 1 nella tavola 3 della sezione 5.1) ed elaborazioni della BCE (colonna 12 nella tavola 2 della sezione 5.1 e colonne 2-7 nella tavola 3 della sezione 5.1).1) Prezzi degli input delle costruzioni residenziali.2) Dati a carattere sperimentale basati su fonti nazionali non armonizzate (per ulteriori informazioni consultare il sito Internet della BCE).3) Nel 2000.4) I dati trimestrali per il secondo (quarto) trimestre si riferiscono a medie semestrali per la prima (seconda) metà dell’anno rispettivamente. Alcuni dati nazionali sono disponibili solo a

frequenza annuale, pertanto la stima del dato semestrale essendo parzialmente derivata da quello annuale risulta meno accurata di quest’ultimo.5) Qualità Brent (per consegne a termine di un mese).6) Si riferisce a prezzi espressi in euro. Ponderati in base alla struttura delle importazioni dell’area dell’euro nel periodo 2004-06.7) Si riferisce a prezzi espressi in euro. Ponderati sulla base della domanda interna (prodotto interno al lordo delle importazioni e al netto delle esportazioni) dell’area dell’euro nel periodo

2004-06. Dati a carattere sperimentale (per ulteriori informazioni consultare il sito Internet della BCE).8) I deflatori delle importazioni e delle esportazioni si riferiscono a beni e servizi e includono il commercio tra i paesi dell’area dell’euro.

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STATISTICHEDELL’AREADELL’EURO

Prezzi, produzione,

domanda e mercato del lavoro

BCEBollettino mensile

Dicembre 2008 ��S

5 .1 IAPC , a l t r i prezz i e cost i (variazioni percentuali sul periodo corrispondente, salvo diversa indicazione)

4. Costo del lavoro per unità di prodotto, redditi per occupato e produttività del lavoro(dati destagionalizzati)

Totale (indice

2000 = 100)

Totale Per settore di attività

Agricoltura,caccia,

silvicolturae pesca

Settoremanifatturiero,

estrattivoe dei benienergetici

Costruzioni Commercio e servizi

di riparazione,alberghieri,

di ristorazione,di trasporto

e di comunicazione

Servizi finanziari,

immobiliari,di locazione

e alle imprese

Amministrazionipubbliche,istruzione,

sanitàe altri servizi

1 2 3 4 5 6 7 8Costo del lavoro per unità di prodotto 1)

2004 107,6 0,8 -11,3 -1,2 3,0 -0,1 2,4 2,0 2005 108,8 1,2 8,3 -1,0 3,0 1,3 2,0 2,0 2006 109,9 1,0 3,2 -0,4 3,3 0,0 2,6 2,1 2007 111,7 1,7 0,4 -0,4 3,6 1,5 2,5 2,1 2007 2° trim. 111,6 1,5 0,9 0,2 4,3 1,0 2,7 1,2 3° trim. 111,8 1,6 0,5 -1,0 4,6 2,0 2,3 2,1 4° trim. 112,9 2,6 0,4 0,3 3,9 2,8 3,0 2,9 2008 1° trim. 113,5 2,6 0,9 1,3 1,8 2,4 3,8 2,9 2° trim. 115,1 3,2 -0,3 2,2 2,2 3,6 2,6 4,5

Redditi per occupato2004 110,0 2,1 1,6 2,9 2,9 1,4 1,7 2,3 2005 112,1 1,9 2,2 1,8 2,0 2,1 2,4 1,8 2006 114,6 2,2 3,1 3,6 3,4 1,5 2,3 1,5 2007 117,5 2,5 2,4 2,8 3,0 2,2 2,1 2,6 2007 2° trim. 117,2 2,3 3,0 3,2 2,5 2,3 1,9 1,9 3° trim. 117,6 2,3 2,2 2,4 2,9 2,4 1,8 2,4 4° trim. 118,9 2,9 2,5 3,2 3,3 2,3 2,4 3,4 2008 1° trim. 120,0 3,1 3,7 3,5 4,1 2,4 2,8 3,1 2° trim. 121,2 3,5 3,9 3,2 4,9 2,8 2,3 4,4

Produttività del lavoro 2)

2004 102,3 1,3 14,6 4,2 -0,2 1,5 -0,7 0,3 2005 103,0 0,7 -5,6 2,8 -0,9 0,7 0,4 -0,1 2006 104,3 1,2 -0,1 3,9 0,1 1,5 -0,2 -0,6 2007 105,2 0,8 2,0 3,2 -0,6 0,8 -0,4 0,4 2007 2° trim. 105,0 0,9 2,1 3,0 -1,7 1,3 -0,8 0,7 3° trim. 105,2 0,7 1,7 3,4 -1,6 0,4 -0,5 0,3 4° trim. 105,3 0,4 2,1 2,9 -0,6 -0,5 -0,6 0,5 2008 1° trim. 105,7 0,6 2,9 2,2 2,3 0,0 -1,0 0,2 2° trim. 105,3 0,3 4,2 0,9 2,6 -0,8 -0,3 -0,2

5. Costo orario del lavoro 3)

Totale(indice dest.)

2000 = 100)

Totale Per componente Per settore di attività Per memoria:indicatoredei salari

contrattuali 4)Salari e stipendi Contributi sociali

dei datori di lavoroSettore

manifatturiero,estrattivo

e dei beni energetici

Costruzioni Servizi

in perc. del totale 5) 100,0 100,0 73,1 26,9 34,6 9,1 56,31 2 3 4 5 6 7 8

2004 113,7 2,6 2,4 3,2 2,9 2,7 2,3 2,1 2005 116,4 2,4 2,5 2,2 2,4 2,0 2,5 2,1 2006 119,2 2,5 2,6 2,1 3,4 1,6 2,0 2,3 2007 122,3 2,6 2,8 2,2 2,6 3,1 2,6 2,2 2007 3° trim. 122,7 2,5 2,6 2,3 2,1 3,5 2,6 2,2 4° trim. 123,7 2,9 3,2 2,0 2,9 3,8 2,7 2,1 2008 1° trim. 124,7 3,5 3,7 2,7 4,3 4,1 2,9 2,9 2° trim. 125,4 2,7 2,8 2,2 3,0 3,8 2,3 2,8 3° trim. . . . . . . . 3,4

Fonti: Eurostat, elaborazioni della BCE basate su dati Eurostat (tavola 4 della sezione 5.1 e colonna 7 nella tavola 5 della sezione 5.1) ed elaborazioni della BCE (colonna 8 nella tavola 5 della sezione 5.1).1) Rapporto tra i redditi (a prezzi correnti) per occupato e il valore aggiunto (in volume) per occupato.2) Valore aggiunto (in volume) per occupato.3) Costo orario del lavoro nell’intera economia, al netto di agricoltura, amministraizoni pubbliche, istruzione, sanità e altri servizi. A causa della diversa definizione dei settori compresi, le stime

delle componenti potrebbero non essere coerenti con il totale.4) Dati a carattere sperimentale (per ulteriori informazioni consultare il sito Internet della BCE).5) Nel 2000.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008S �0

5 .2 Produz ione e domanda

1. PIL e componenti della domandaPIL

Totale Domanda interna Bilancia commerciale 1)

Totale Consumiprivati

Consumicollettivi

Investimentifissi lordi

Variazionedelle scorte 2)

Totale Esportazioni 1) Importazioni 1)

1 2 3 4 5 6 7 8 9A prezzi correnti (miliardi di euro; dati destagionalizzati)

2004 7.808,0 7.651,3 4.470,3 1.594,5 1.578,3 8,2 156,7 2.863,5 2.706,8 2005 8.104,6 7.982,0 4.644,6 1.657,6 1.673,5 6,3 122,6 3.083,7 2.961,2 2006 8.508,4 8.403,9 4.843,6 1.723,6 1.823,0 13,7 104,5 3.435,5 3.331,0 2007 8.931,0 8.793,4 5.030,4 1.790,8 1.951,0 21,2 137,6 3.692,9 3.555,2 2007 3° trim. 2.246,4 2.213,3 1.264,9 449,5 489,7 9,2 33,1 934,9 901,9 4° trim. 2.262,4 2.231,4 1.278,7 454,1 498,0 0,5 31,1 942,3 911,2 2008 1° trim. 2.292,3 2.262,2 1.288,3 457,3 508,7 7,8 30,1 968,0 937,9 2° trim. 2.306,2 2.279,3 1.297,7 468,1 508,4 5,1 26,9 973,8 946,9 3° trim. 2.312,0 2.301,4 1.309,7 469,2 506,7 15,7 10,6 985,3 974,6

in percentuale del PIL2007 100,0 98,5 56,3 20,1 21,8 0,2 1,5 - -

Volumi calcolati su indici a catena (a prezzi dell’anno precedente; dati destagionalizzati 3))variazioni percentuali sul trimestre precedente

2007 3° trim. 0,6 0,7 0,4 0,5 1,0 - - 1,8 2,2 4° trim. 0,3 0,0 0,2 0,3 1,0 - - 0,4 -0,3 2008 1° trim. 0,7 0,6 0,0 0,3 1,4 - - 1,7 1,6 2° trim. -0,2 -0,3 -0,2 0,8 -0,9 - - -0,1 -0,4 3° trim. -0,2 0,3 0,0 0,8 -0,6 - - 0,4 1,7

variazioni percentuali sul periodo corrispondente2004 2,1 1,9 1,6 1,6 2,3 - - 7,4 7,0 2005 1,7 1,9 1,7 1,5 3,2 - - 5,0 5,6 2006 2,9 2,7 2,0 1,9 5,5 - - 8,3 8,2 2007 2,6 2,4 1,6 2,3 4,3 - - 5,9 5,4 2007 3° trim. 2,6 2,2 1,8 2,4 3,6 - - 7,2 6,3 4° trim. 2,1 2,1 1,2 2,1 3,2 - - 3,9 3,8 2008 1° trim. 2,1 1,6 1,2 1,4 3,7 - - 5,3 4,3 2° trim. 1,4 1,0 0,4 2,0 2,6 - - 3,9 3,0 3° trim. 0,6 0,6 0,0 2,3 0,9 - - 2,4 2,5

contributi alla variazione percentuale del PIL sul trimestre precedente in punti percentuali2007 3° trim. 0,6 0,7 0,2 0,1 0,2 0,2 -0,1 - - 4° trim. 0,3 0,0 0,1 0,1 0,2 -0,3 0,3 - -2008 1° trim. 0,7 0,6 0,0 0,1 0,3 0,2 0,1 - - 2° trim. -0,2 -0,3 -0,1 0,2 -0,2 -0,1 0,1 - - 3° trim. -0,2 0,3 0,0 0,2 -0,1 0,3 -0,5 - -

contributi alla variazione percentuale del PIL sul periodo corrispondente in punti percentuali2004 2,1 1,9 0,9 0,3 0,5 0,2 0,3 - -2005 1,7 1,8 1,0 0,3 0,7 -0,1 -0,1 - -2006 2,9 2,7 1,1 0,4 1,1 0,0 0,2 - -2007 2,6 2,3 0,9 0,5 0,9 0,1 0,3 - -2007 3° trim. 2,6 2,2 1,0 0,5 0,8 -0,1 0,4 - - 4° trim. 2,1 2,0 0,7 0,4 0,7 0,2 0,1 - -2008 1° trim. 2,1 1,6 0,7 0,3 0,8 -0,2 0,5 - - 2° trim. 1,4 1,0 0,2 0,4 0,6 -0,1 0,4 - - 3° trim. 0,6 0,6 0,0 0,5 0,2 0,0 0,0 - -

Fonti: Eurostat ed elaborazioni della BCE.1) Le esportazioni e le importazioni si riferiscono a beni e servizi e includono anche gli scambi commerciali tra i paesi dell’area dell’euro. I dati non sono del tutto coerenti con quelli riportati

nelle tavole 7.1.2 e 7.3.1.2) Incluse le acquisizioni nette di oggetti di valore.3) I dati sul periodo corrispondente non sono corretti per le variazioni nel numero di giornate lavorative.

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STATISTICHEDELL’AREADELL’EURO

Prezzi, produzione,

domanda e mercato del lavoro

BCEBollettino mensile

Dicembre 2008 ��S

5 .2 Produz ione e domanda

2. Valore aggiunto per branca di attività economicaValore aggiunto lordo (a prezzi base) Imposte

meno sussidialla produzioneTotale Agricoltura,

silvicoltura,caccia

e pesca

Industria mineraria, manifatturiera ed energetica

Costruzioni Commercio e servizi

di riparazione,alberghieri,

di ristorazione,di trasporto

e di comunicazione

Servizifinanziari,

immobiliari,di noleggio

e alle imprese

Amministrazioni pubbliche,istruzione,

sanità e altri servizi

1 2 3 4 5 6 7 8A prezzi correnti (miliardi di euro; dati destagionalizzati)

2004 7.011,1 154,4 1.434,7 412,5 1.491,9 1.916,7 1.600,8 796,9 2005 7.263,9 142,7 1.472,0 439,6 1.530,7 2.015,6 1.663,4 840,7 2006 7.598,3 139,6 1.540,0 476,2 1.593,1 2.130,9 1.718,5 910,1 2007 7.978,1 149,6 1.616,4 516,0 1.655,5 2.252,2 1.788,4 953,0 2007 3° trim. 2.007,9 38,0 407,4 129,4 416,9 567,3 448,8 238,5 4° trim. 2.025,9 38,7 409,2 132,3 418,7 573,0 454,0 236,5 2008 1° trim. 2.051,7 39,9 416,1 136,3 423,8 579,1 456,4 240,6 2° trim. 2.069,3 39,5 417,0 136,3 424,6 587,2 464,6 236,9 3° trim. 2.075,2 39,1 411,9 136,7 428,9 594,1 464,6 236,8

in percentuale del valore aggiunto2007 100,0 1,9 20,3 6,5 20,8 28,2 22,4 -

Volumi calcolati su indici a catena (a prezzi dell’anno precedente; dati destagionalizzati 1))variazioni percentuali sul trimestre precedente

2007 3° trim. 0,6 -1,0 1,0 -0,1 0,5 0,8 0,4 0,7 4° trim. 0,5 1,3 0,5 0,9 0,2 0,6 0,3 -0,7 2008 1° trim. 0,6 1,5 0,3 2,6 0,6 0,6 0,1 1,7 2° trim. 0,0 0,1 -0,6 -1,8 -0,4 0,7 0,4 -1,2 3° trim. -0,2 -0,5 -1,4 -1,4 -0,2 0,2 0,6 0,0

variazioni percentuali sul periodo corrispondente2004 2,3 11,9 2,8 1,1 2,8 1,6 1,5 0,8 2005 1,7 -6,5 1,7 1,8 1,4 2,8 1,4 1,7 2006 2,8 -2,0 3,5 2,7 3,1 3,7 1,3 3,3 2007 2,9 0,8 3,4 3,3 2,6 3,7 1,7 0,6 2007 3° trim. 2,8 0,3 3,6 2,2 2,6 3,5 1,7 1,2 4° trim. 2,5 0,6 3,2 1,7 1,7 3,4 1,8 -0,8 2008 1° trim. 2,3 1,2 2,7 2,8 2,3 2,8 1,2 0,5 2° trim. 1,6 2,0 1,2 1,6 0,9 2,6 1,2 0,4 3° trim. 0,7 2,5 -1,2 0,2 0,2 2,0 1,4 -0,3

contributi alla variazione percentuale del valore aggiunto sul trimestre precedente in punti percentuali2007 3° trim. 0,6 0,0 0,2 0,0 0,1 0,2 0,1 - 4° trim. 0,5 0,0 0,1 0,1 0,0 0,2 0,1 -2008 1° trim. 0,6 0,0 0,1 0,2 0,1 0,2 0,0 - 2° trim. 0,0 0,0 -0,1 -0,1 -0,1 0,2 0,1 - 3° trim. -0,2 0,0 -0,3 -0,1 0,0 0,1 0,1 -

contributi alla variazione percentuale del valore aggiunto sul periodo corrispondente in punti percentuali2004 2,3 0,3 0,6 0,1 0,6 0,4 0,4 -2005 1,7 -0,1 0,4 0,1 0,3 0,8 0,3 -2006 2,8 0,0 0,7 0,2 0,7 1,0 0,3 -2007 2,9 0,0 0,7 0,2 0,6 1,0 0,4 -2007 3° trim. 2,8 0,0 0,7 0,1 0,6 1,0 0,4 - 4° trim. 2,5 0,0 0,6 0,1 0,4 1,0 0,4 -2008 1° trim. 2,3 0,0 0,5 0,2 0,5 0,8 0,3 - 2° trim. 1,6 0,0 0,2 0,1 0,2 0,7 0,3 - 3° trim. 0,7 0,0 -0,2 0,0 0,0 0,6 0,3 -

Fonti: Eurostat ed elaborazioni della BCE.1) I dati sul periodo corrispondente non sono corretti per le variazioni nel numero delle giornate lavorative.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008S �2

5 .2 Produz ione e domanda (variazioni percentuali sul periodo corrispondente, salvo diversa indicazione)

3. Produzione industrialeTotale Industria escluse le costruzioni Costruzioni

Totale(indice dest.)2000 = 100)

Totale Industria escluse le costruzioni e i beni energetici BenienergeticiIndustria

manifattu-riera

Totale Beniintermedi

Benid’inve-

stimento

Beni di consumoTotale Durevoli Non

durevoli

in perc. del totale 1) 100,0 82,8 82,8 74,8 73,7 29,9 22,2 21,6 3,6 18,0 9,0 17,21 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

2005 1,4 104,0 1,4 1,4 1,2 0,9 3,0 0,5 -0,7 0,7 1,4 0,7 2006 4,0 108,2 4,0 4,4 4,4 4,9 5,9 2,5 4,4 2,2 0,7 3,9 2007 3,5 111,9 3,4 4,0 3,7 3,9 6,0 2,3 1,1 2,5 -0,6 3,2 2007 4° trim. 2,6 113,0 3,0 2,6 2,0 1,9 5,3 0,6 -2,7 1,2 5,5 -0,5 2008 1° trim. 2,4 113,1 2,5 1,9 1,8 1,5 5,1 0,3 -1,5 0,6 4,4 1,3 2° trim. 0,7 112,4 1,1 1,3 1,0 0,5 3,9 -1,2 -2,7 -1,0 1,6 -2,2 3° trim. -1,9 111,3 -1,6 -1,7 -2,1 -2,0 -0,3 -2,7 -6,4 -2,1 0,1 -3,2 2008 apr. 3,4 113,9 4,3 4,7 4,7 3,0 7,8 0,9 1,4 0,8 6,4 -1,8 mag. -0,5 111,7 -0,3 -0,3 -0,9 -0,4 2,6 -3,3 -5,1 -3,0 -0,6 -1,8 giu. -0,8 111,6 -0,4 -0,4 -0,7 -0,9 1,6 -1,3 -4,1 -0,8 -0,9 -2,8 lug. -1,5 111,3 -1,1 -1,2 -1,3 -1,7 -0,2 -1,5 -5,4 -0,9 0,4 -3,3 ago. -0,9 112,3 -0,7 -0,9 -1,5 0,0 0,8 -3,6 -6,4 -3,3 0,4 -1,9 set. -3,0 110,3 -2,7 -2,7 -3,3 -3,9 -1,2 -3,0 -7,4 -2,3 -0,5 -4,1

variazioni percentuali sul mese precedente (dest.)2008 apr. 0,8 - 1,1 0,5 2,1 0,6 2,3 0,5 2,1 0,3 -1,0 -0,5 mag. -1,8 - -2,0 -1,6 -2,5 -1,6 -2,3 -1,8 -3,4 -1,5 -2,2 -0,3 giu. -0,2 - -0,1 -0,1 0,0 -0,2 -0,3 0,7 0,5 0,7 0,4 -0,8 lug. -0,1 - -0,2 -0,2 -0,3 -0,3 -0,4 -0,3 -1,0 -0,1 0,9 0,0 ago. 0,7 - 0,9 0,8 0,9 1,4 1,4 -0,2 0,9 -0,3 1,1 0,3 set. -1,7 - -1,7 -1,8 -2,2 -2,9 -1,9 -0,8 -2,7 -0,5 -1,0 -1,4

4. Nuovi ordinativi e fatturato nell’industria, vendite al dettaglio e immatricolazioni di nuove autovettureNuovi ordinativi

nell’industriaFatturato nell’industria Vendite al dettaglio Immatricolazioni

di nuove autovetture

Industria manifatturiera 2)

(a prezzi correnti)Industria manifatturiera

(a prezzi correnti)A prezzi correnti

Prezzi costanti

Totale(indice

2000 = 100)

Totale Totale(indice

2000 = 100)

Totale Totale Totale(indice

2000 = 100)

Totale Alimentari, bevande

e tabacco

Non alimentari Migliaia(dest.) 3)

TotaleTessili,

vestiario,calzature

Elettro-domestici

in perc. del totale 1) 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 43,7 56,3 10,6 14,8

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 132005 109,2 3,9 110,8 3,6 2,3 106,8 1,4 0,8 1,8 2,6 1,4 939 0,9 2006 119,3 9,3 118,9 7,3 2,9 108,5 1,6 0,3 2,5 2,7 4,4 968 3,0 2007 128,9 8,3 126,2 6,3 2,4 109,5 0,9 -0,3 1,8 3,3 2,0 964 -0,4 2007 4° trim. 131,6 8,3 127,2 5,3 2,1 109,2 -0,3 -0,8 0,1 0,3 -1,3 980 0,4 2008 1° trim. 130,6 3,7 131,1 4,3 3,1 108,9 -0,2 -1,5 0,6 0,1 -1,3 945 -0,6 2° trim. 128,7 0,1 132,0 6,2 1,9 108,0 -1,5 -2,4 -0,9 -2,4 -2,2 904 -5,0 3° trim. 125,9 -1,4 130,7 3,9 2,1 108,0 -1,5 -2,2 -1,0 -1,0 -3,5 891 -9,0 2008 mag. 126,8 -4,5 130,8 0,8 3,8 108,5 0,3 -0,8 0,7 5,4 -0,8 891 -9,9 giu. 126,6 -6,8 132,5 4,0 0,9 107,6 -3,2 -4,2 -2,4 -3,2 -4,7 885 -6,6 lug. 129,1 3,2 131,7 6,3 2,1 107,9 -1,5 -2,2 -0,8 0,0 -3,0 886 -8,6 ago. 127,0 -6,7 132,1 -2,4 2,1 108,0 -1,7 -2,1 -1,5 -2,9 -4,0 901 -8,6 set. 121,7 -1,8 128,3 6,8 2,0 108,1 -1,4 -2,2 -0,7 -0,5 -3,5 886 -9,7 ott. . . . . 1,1 107,2 -2,1 -2,1 -2,2 . . 854 -14,2

variazioni percentuali sul mese precedente (dest.)2008 mag. - -4,3 - -1,3 0,8 - 0,6 0,1 1,0 6,1 0,1 - -4,9 giu. - -0,1 - 1,3 -0,6 - -0,8 -0,7 -0,8 -2,8 -1,7 - -0,7 lug. - 1,9 - -0,6 0,6 - 0,3 -0,2 0,6 2,4 1,1 - 0,1 ago. - -1,6 - 0,4 0,2 - 0,1 0,4 -0,1 -1,7 -0,3 - 1,7 set. - -4,1 - -2,9 0,2 - 0,0 0,1 0,0 2,6 -0,8 - -1,6 ott. - . - . -0,5 - -0,8 -0,5 -0,9 . . - -3,7

Fonti: Eurostat, eccetto le colonne 12 e 13 nella tavola 4 della sezione 5.2 (elaborazioni della BCE basate sui dati di fonte ACEA, Associazione europea dei costruttori di automobili).1) Nel 2000.2) Comprende le industrie del settore manifatturiero che lavorano principalmente sulla base di ordinativi; esse costituivano il 62,6 per cento dell’intero settore nel 2000.3) I dati annuali e trimestrali sono medie di quelli mensili.

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STATISTICHEDELL’AREADELL’EURO

Prezzi, produzione,

domanda e mercato del lavoro

BCEBollettino mensile

Dicembre 2008 ��S

5 .2 Produz ione e domanda (saldi percentuali 1), salvo diversa indicazione; dati destagionalizzati)

5. Indagini congiunturali presso le famiglie e le impreseIndice

del climaeconomico 2)

(media di lungo periodo

= 100)

Industria manifatturiera Clima di fiducia delle famiglie

Clima di fiducia Capacitàutilizzata 3)

(in perc.)

Totale 4) Situazionefinanziaria

nei prossimi12 mesi

Situazioneeconomica

nei prossimi12 mesi

Aspettativedi disoc-

cupazionenei prossimi

12 mesi

Capacitàdi risparmionei prossimi

12 mesiTotale 4) Ordini

totaliScorte

di prodottifiniti

Aspettativedi produzione

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 112004 98,7 -5 -15 8 10 81,4 -14 -4 -14 30 -9 2005 97,4 -7 -17 11 6 81,2 -14 -4 -15 28 -9 2006 106,3 2 0 6 13 83,2 -9 -3 -9 15 -9 2007 108,4 4 5 5 13 84,2 -5 -2 -4 5 -8 2007 3° trim. 108,7 4 5 6 13 84,0 -4 -2 -3 3 -7 4° trim. 104,3 2 1 7 11 84,0 -8 -4 -10 7 -10 2008 1° trim. 100,5 0 -1 7 10 83,9 -12 -7 -17 11 -12 2° trim. 96,5 -3 -6 9 7 83,3 -15 -10 -22 13 -14 3° trim. 88,5 -10 -15 12 -2 82,2 -19 -12 -28 23 -15 2008 giu. 94,8 -5 -9 10 5 - -17 -12 -25 14 -16 lug. 89,5 -8 -13 11 1 82,8 -20 -13 -30 20 -16 ago. 88,5 -9 -13 12 -3 - -19 -12 -28 23 -14 set. 87,5 -12 -20 13 -4 - -19 -11 -26 24 -15 ott. 80,0 -18 -26 15 -13 81,6 -24 -12 -33 34 -15 nov. 74,9 -25 -35 17 -22 - -25 -11 -32 44 -15

Clima di fiducia nel settore delle costruzioni

Clima di fiducia nel settore delle vendite al dettaglio

Indice di fiducia nel settore dei servizi

Totale 4) Ordinitotali

Aspettativedi occupazione

Totale 4) Situazionecorrente

Livellodelle scorte

Situazioneattesa

Totale 4) Climadi fiducia

Domandanei mesi

recenti

Domandanei mesi

successivi12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22

2004 -12 -19 -4 -8 -12 14 2 11 6 8 18 2005 -7 -11 -2 -7 -12 13 4 11 5 10 18 2006 1 -4 5 1 3 14 13 18 13 18 24 2007 -1 -8 7 1 4 15 12 19 16 19 23 2007 3° trim. 0 -8 7 1 7 14 11 20 16 20 24 4° trim. -3 -11 4 0 4 16 13 15 11 14 20 2008 1° trim. -7 -14 -1 -1 2 16 12 10 4 12 15 2° trim. -11 -17 -4 -3 -1 16 7 8 3 9 13 3° trim. -14 -21 -7 -9 -10 17 -1 1 -7 3 6 2008 giu. -11 -19 -4 -4 -3 17 7 9 4 10 14 lug. -14 -23 -6 -9 -10 17 1 1 -8 4 7 ago. -13 -20 -6 -10 -8 19 -4 1 -7 4 5 set. -16 -22 -10 -8 -11 14 0 0 -7 2 6 ott. -20 -27 -14 -13 -14 17 -9 -7 -13 -4 -3 nov. -24 -31 -16 -13 -11 16 -12 -12 -20 -8 -7

Fonte: Commissione europea (DG Affari economici e finanziari).1) Differenza fra la percentuale di risposte positive e quella di risposte negative.2) L’indice del clima economico viene ottenuto per composizione dei rispettivi indicatori di fiducia delle imprese industriali, dei servizi, delle famiglie, del settore delle costruzioni e del settore

delle vendite al dettaglio. I pesi attribuiti a tali indicatori di fiducia sono: 40 per cento per quello delle imprese industriali, 30 per cento per quello dei servizi, 20 per cento per quello delle famiglie e 5 per cento rispettivamente per ciascuno dei restanti indicatori. Valori dell’indice del clima economico superiori (inferiori) a 100 indicano un clima economico al di sopra (al di sotto) della media calcolata per il periodo dal 1990 al 2007.

3) I dati sono raccolti in gennaio, aprile, luglio e ottobre. I dati trimestrali riportati sono medie di due indagini successive. I dati annuali sono derivati dai dati trimestrali.4) Gli indicatori di fiducia sono calcolati come medie semplici delle componenti presenti nella tavola; le valutazioni sulle scorte (colonne 4 e 17) e sulla disoccupazione (colonna 10) vengono

utilizzate con segno invertito per il calcolo degli indicatori di fiducia.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008S ��

5 .3 Mercato de l l avoro 1)

(variazioni percentuali sul periodo corrispondente, salvo diversa indicazione)

1. OccupazioneIntera economia Per status occupazionale Per settore di attività

Milioni(dest.)

Occupati dipendenti

Occupati autonomi

Agricultura, caccia,

silvicoltura e pesca

Settore estrattivo,

manifatturiero e dei beni energetici

Costruzioni Commercioe servizi

di riparazione alberghieri,

di ristorazione, di trasporto e

di comunicazione

Servizi finanziari, immobiliari, di locazione

e alle imprese

Amministrazioni pubbliche, istruzione,

sanitàe altri servizi

in perc. del totale 2) 100,0 100,0 85,0 15,0 3,9 17,1 7,8 25,4 15,8 30,01 2 3 4 5 6 7 8 9 10

2004 138,410 0,8 0,7 1,2 -2,3 -1,4 1,3 1,3 2,3 1,3 2005 139,733 1,0 1,1 0,3 -1,0 -1,1 2,7 0,7 2,4 1,5 2006 141,992 1,6 1,8 0,7 -1,9 -0,4 2,6 1,6 3,9 1,9 2007 144,502 1,8 1,9 0,8 -1,2 0,3 3,9 1,8 4,1 1,3 2007 2° trim. 144,298 1,7 1,9 0,7 -1,5 0,4 4,6 1,5 4,4 0,9 3° trim. 144,879 1,9 1,9 1,5 -1,4 0,2 3,6 2,3 3,9 1,4 4° trim. 145,269 1,7 2,0 0,5 -1,7 0,2 2,3 2,3 3,9 1,3 2008 1° trim. 145,715 1,5 1,7 0,7 -1,5 0,5 0,8 2,3 3,7 1,0 2° trim. 145,985 1,2 1,4 0,1 -2,0 0,3 -1,2 1,7 2,9 1,4

variazioni percentuali sul trimestre precedente (dest.)2007 2° trim. 0,737 0,5 0,5 0,5 -0,4 0,1 0,5 0,9 1,3 0,1 3° trim. 0,580 0,4 0,4 0,3 -1,2 0,0 0,0 0,7 0,8 0,5 4° trim. 0,391 0,3 0,5 -0,8 -0,5 0,1 0,0 0,1 0,7 0,4 2008 1° trim. 0,446 0,3 0,3 0,5 0,5 0,2 0,1 0,4 0,9 0,0 2° trim. 0,270 0,2 0,2 0,0 -1,0 0,0 -1,1 0,4 0,4 0,5

2. Disoccupazione (dati destagionalizzati)

Totale Per età 3) Per genere 4)

Milioni in perc. delleforze di lavoro

Adulti Giovani Maschi FemmineMilioni in perc. delle

forze di lavoroMilioni in perc. delle

forze di lavoroMilioni in perc. delle

forze di lavoroMilioni in perc. delle

forze di lavoroin perc. del totale 2) 100,0 78,2 21,8 49,6 50,4

1 2 3 4 5 6 7 8 9 102004 13,100 8,8 10,160 7,7 2,941 17,1 6,555 7,9 6,546 10,0 2005 13,283 8,8 10,339 7,8 2,944 17,2 6,698 8,0 6,585 9,9 2006 12,512 8,2 9,774 7,3 2,738 16,2 6,213 7,4 6,299 9,3 2007 11,361 7,4 8,884 6,5 2,477 14,8 5,587 6,6 5,774 8,4 2007 3° trim. 11,308 7,4 8,836 6,5 2,472 14,7 5,579 6,6 5,728 8,3 4° trim. 11,135 7,2 8,697 6,3 2,438 14,6 5,493 6,5 5,642 8,2 2008 1° trim. 11,147 7,2 8,702 6,3 2,446 14,5 5,506 6,5 5,641 8,1 2° trim. 11,380 7,4 8,859 6,4 2,521 15,0 5,700 6,7 5,680 8,2 3° trim. 11,684 7,5 9,109 6,6 2,575 15,3 5,909 6,9 5,775 8,3 2008 mag. 11,399 7,4 8,871 6,4 2,529 15,1 5,711 6,7 5,688 8,2 giu. 11,465 7,4 8,928 6,5 2,536 15,1 5,767 6,8 5,698 8,2 lug. 11,577 7,5 9,032 6,5 2,545 15,1 5,829 6,8 5,748 8,2 ago. 11,698 7,5 9,136 6,6 2,562 15,2 5,894 6,9 5,804 8,3 set. 11,778 7,6 9,160 6,6 2,618 15,5 6,005 7,0 5,773 8,3 ott. 12,003 7,7 9,303 6,7 2,700 15,9 6,162 7,2 5,841 8,3

Fonte: Eurostat.1) I dati di occupazione e disoccupazione si riferiscono a persone; i primi sono basati sul SEC 95, i secondi sono calcolati in base alla metodologia raccomandata dall’ILO.2) Nel 2005 per l’occupazione, nel 2006 per la disoccupazione.3) Adulti: 25 anni e oltre. Giovani: sotto i 25 anni. I dati sono espressi in percentuale delle forze di lavoro per ciascuna classe di età.4) I dati sono espressi in percentuale delle forze di lavoro per ciascuna classe di genere.

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BCEBollettino mensile

Dicembre 2008 ��S

FINANZA PUBBLICA

6.1 Entrate , spese e d i savanzo /avanzo 1)

(in percentuale del PIL)

1. Area dell’euro: entrateTotale Entrate correnti Entrate in conto capitale Per

memoria: pressione

fiscale 2)Imposte

diretteImposte indirette

Contributi sociali

Vendite di beni

e servizi

Imposte in conto capitaleFamiglie Imprese Riscosse da

istituzioni dell’UEDatori

di lavoroLavoratori dipendenti

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 141999 47,0 46,7 12,5 9,3 2,9 14,1 0,6 16,1 8,3 4,9 2,3 0,3 0,3 43,0 2000 46,5 46,2 12,7 9,4 3,0 13,9 0,6 15,8 8,2 4,8 2,2 0,3 0,3 42,6 2001 45,7 45,5 12,3 9,2 2,7 13,6 0,5 15,6 8,1 4,7 2,2 0,2 0,3 41,7 2002 45,2 44,9 11,8 9,1 2,5 13,5 0,4 15,6 8,2 4,6 2,1 0,3 0,3 41,2 2003 45,0 44,4 11,4 8,8 2,3 13,5 0,4 15,8 8,2 4,6 2,1 0,6 0,5 41,2 2004 44,6 44,1 11,3 8,5 2,5 13,5 0,3 15,6 8,1 4,5 2,1 0,5 0,4 40,8 2005 44,9 44,4 11,6 8,6 2,7 13,7 0,3 15,4 8,1 4,5 2,2 0,5 0,3 41,0 2006 45,5 45,1 12,1 8,8 3,0 13,9 0,3 15,3 8,1 4,5 2,1 0,3 0,3 41,6 2007 45,6 45,3 12,5 9,0 3,2 13,8 0,3 15,2 8,0 4,4 2,1 0,3 0,3 41,8

2. Area dell’euro: speseTotale Spese correnti Spese in conto capitale Per

memoria: spese

primarie 3)Totale Redditi

da lavorodipendente

Consumiintermedi

Interessi Trasfe-rimenti correnti

Investi-menti

Trasferimentiin conto capitale

Pagamentisociali

Sussidi A carico delle istituzioni

dell’UEA carico

delle istituzioni dell’UE

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 141999 48,4 44,5 10,6 4,8 4,1 25,1 22,1 2,1 0,5 3,9 2,5 1,4 0,1 44,3 2000 46,5 43,8 10,4 4,8 3,9 24,7 21,7 2,0 0,5 2,8 2,5 1,3 0,0 42,6 2001 47,6 43,7 10,3 4,8 3,8 24,8 21,7 1,9 0,5 3,9 2,5 1,4 0,0 43,8 2002 47,8 44,0 10,4 4,9 3,5 25,1 22,2 1,9 0,5 3,8 2,4 1,4 0,0 44,2 2003 48,1 44,2 10,5 4,9 3,3 25,4 22,6 1,9 0,5 4,0 2,5 1,4 0,1 44,8 2004 47,5 43,6 10,4 5,0 3,1 25,1 22,4 1,8 0,5 3,9 2,5 1,5 0,1 44,4 2005 47,4 43,5 10,4 5,0 3,0 25,1 22,3 1,7 0,5 3,9 2,5 1,4 0,1 44,4 2006 46,8 42,9 10,2 5,0 2,9 24,8 22,1 1,7 0,5 3,8 2,5 1,4 0,0 43,8 2007 46,2 42,4 10,0 5,0 3,0 24,4 21,7 1,6 0,4 3,9 2,5 1,3 0,0 43,3

3. Area dell’euro: disavanzo/avanzo, disavanzo/avanzo primario e consumi pubblici

Disavanzo (-)/avanzo (+) Disavanzo (-)/

avanzo (+)primario

Consumi pubblici 4)

Totale Ammini-strazionicentrali

Ammini-strazioni

statali

Ammini-strazioni

locali

Entidi previ-denza e

assistenza sociale

Totale Consumipubblici

collettivi

Consumi pubblici

individualiRedditi

da lavoro dipendente

Consumiintermedi

Prestazioni in natura

attraverso unitàdi mercato

Consumidi capitale

fisso

Vendite di beni

e servizi (segno meno)

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 141999 -1,4 -1,7 -0,1 0,1 0,4 2,6 19,9 10,6 4,8 4,9 1,8 2,3 8,3 11,6 2000 0,0 -0,4 -0,1 0,1 0,5 3,9 19,7 10,4 4,8 4,9 1,8 2,2 8,2 11,6 2001 -1,9 -1,7 -0,4 -0,1 0,3 2,0 19,8 10,3 4,8 5,0 1,8 2,2 8,1 11,7 2002 -2,6 -2,1 -0,5 -0,2 0,2 0,9 20,2 10,4 4,9 5,1 1,8 2,1 8,2 12,0 2003 -3,1 -2,4 -0,5 -0,2 0,0 0,2 20,5 10,5 4,9 5,2 1,8 2,1 8,3 12,2 2004 -3,0 -2,5 -0,4 -0,3 0,2 0,2 20,4 10,4 5,0 5,1 1,9 2,1 8,3 12,1 2005 -2,6 -2,2 -0,3 -0,2 0,2 0,4 20,4 10,4 5,0 5,2 1,9 2,2 8,1 12,3 2006 -1,3 -1,4 -0,1 -0,2 0,4 1,6 20,3 10,2 5,0 5,2 1,9 2,1 8,0 12,3 2007 -0,6 -1,2 0,0 0,0 0,5 2,3 20,1 10,0 5,0 5,2 1,9 2,1 7,9 12,2

4. Paesi dell’area dell’euro: disavanzo (-)/avanzo (+) 5)

BE DE IE GR ES FR IT CY LU MT NL AT PT SI FI1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15

2004 -0,2 -3,8 1,4 -7,5 -0,3 -3,6 -3,5 -4,1 -1,2 -4,7 -1,7 -4,4 -3,4 -2,2 2,4 2005 -2,6 -3,3 1,7 -5,1 1,0 -2,9 -4,3 -2,4 -0,1 -2,8 -0,3 -1,5 -6,1 -1,4 2,9 2006 0,3 -1,5 3,0 -2,8 2,0 -2,4 -3,4 -1,2 1,3 -2,3 0,6 -1,5 -3,9 -1,2 4,1 2007 -0,3 -0,2 0,2 -3,5 2,2 -2,7 -1,6 3,5 3,2 -1,8 0,3 -0,4 -2,6 0,5 5,3

Fonti: BCE per i dati aggregati relativi all’area dell’euro; Commissione europea per i dati relativi al disavanzo/avanzo dei singoli paesi.1) Dati relativi agli Euro 15. I dati relativi alle entrate, alle spese e al disavanzo/avanzo sono basati sul SEC 95. Le transazioni fra i paesi membri dell’area e il bilancio comunitario sono incluse

e consolidate; quelle tra le amministrazioni pubbliche dei paesi membri non sono consolidate.2) Comprende le imposte e i contributi sociali.3) Spese totali meno spese per interessi.4) Corrisponde alle spese per consumi finali (P.3) delle amministrazioni pubbliche nel SEC 95.5) Sono inclusi i proventi della vendita delle licenze UMTS e i regolamenti collegati agli accordi sui tassi swap e a termine.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008S ��

6 .2 Deb i to 1)

(in percentuale del PIL)

1. Area dell’euro: per strumento finanziario e settore detentoreTotale Strumenti finanziari Detentori

Banconote,monete

e depositi

Prestiti Titolia brevetermine

Titolia lungotermine

Creditori nazionali 2) Altricreditori 3)

Totale IFM Altreimprese

finanziarie

Altrisettori

1 2 3 4 5 6 7 8 9 101998 72,9 2,8 15,2 5,3 49,6 52,5 26,5 14,5 11,4 20,4 1999 72,0 2,9 14,4 4,3 50,5 48,8 25,4 13,8 9,7 23,2 2000 69,3 2,7 13,1 3,7 49,7 44,2 22,0 12,4 9,7 25,1 2001 68,2 2,8 12,4 4,0 49,1 42,0 20,6 11,1 10,3 26,2 2002 68,1 2,7 11,8 4,5 49,0 40,1 19,4 10,7 10,1 27,9 2003 69,2 2,1 12,4 5,0 49,7 39,4 19,5 11,2 8,7 29,8 2004 69,6 2,2 12,0 5,0 50,5 37,5 18,4 10,8 8,2 32,1 2005 70,2 2,4 11,8 4,7 51,3 35,4 17,2 11,2 7,0 34,8 2006 68,5 2,5 11,4 4,1 50,4 33,8 17,6 9,4 6,8 34,7 2007 66,3 2,2 10,8 4,3 49,0 32,6 17,0 8,7 6,9 33,7

2. Area dell’euro: per emittente, scadenza e valuta di denominazioneTotale Emesso da 4) Scadenza all’emissione Scadenza residua Valuta

Ammini-strazionicentrali

Ammini-strazioni

statali

Ammini-strazioni

locali

Entidi previ-denza e

assistenza sociale

fino a 1 anno

oltre 1 anno fino a 1 anno

oltre 1e fino

a 5 anni

oltre5 anni

Euro o valute dei

paesi membri 5)

AltrevaluteTasso

di interessevariabile

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 131998 72,9 61,2 6,1 5,2 0,3 8,2 64,7 8,0 15,5 26,3 31,0 71,1 1,8 1999 72,0 60,5 6,0 5,1 0,4 7,3 64,7 7,0 13,6 27,8 30,7 70,0 2,0 2000 69,3 58,1 5,9 4,9 0,4 6,5 62,8 6,3 13,4 27,8 28,1 67,5 1,8 2001 68,2 57,1 6,1 4,7 0,4 7,0 61,2 5,3 13,7 26,6 27,9 66,7 1,5 2002 68,1 56,7 6,3 4,7 0,4 7,6 60,4 5,2 15,5 25,3 27,2 66,8 1,3 2003 69,2 57,0 6,5 5,0 0,6 7,8 61,4 5,1 14,9 26,0 28,3 68,3 0,9 2004 69,6 57,4 6,6 5,1 0,4 7,8 61,7 4,8 14,9 26,2 28,5 68,7 0,9 2005 70,2 57,7 6,7 5,2 0,5 7,9 62,3 4,7 14,9 25,6 29,7 69,2 1,0 2006 68,5 56,0 6,5 5,4 0,5 7,5 61,0 4,5 14,5 24,1 29,9 67,8 0,7 2007 66,3 54,2 6,3 5,3 0,6 7,5 58,8 4,2 14,2 22,6 29,5 65,8 0,5

3. Paesi dell’area dell’euroBE DE IE GR ES FR IT CY LU MT NL AT PT SI FI

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 152004 94,3 65,6 29,4 98,6 46,2 64,9 103,8 70,2 6,3 72,1 52,4 64,8 58,3 27,2 44,1 2005 92,1 67,8 27,3 98,8 43,0 66,4 105,9 69,1 6,1 69,9 51,8 63,7 63,6 27,0 41,3 2006 87,8 67,6 24,7 95,9 39,6 63,6 106,9 64,6 6,6 63,8 47,4 62,0 64,7 26,7 39,2 2007 83,9 65,1 24,8 94,8 36,2 63,9 104,1 59,5 7,0 62,2 45,7 59,5 63,6 23,4 35,1

Fonti: BCE per i dati aggregati relativi all’area dell’euro; Commissione europea per i dati relativi al debito dei singoli paesi.1) Dati relativi agli Euro 15. Debito lordo delle amministrazioni pubbliche in valore nominale consolidato tra sottosettori dell’amministrazione. Le quote detenute da amministrazioni

pubbliche non residenti non sono consolidate. Dati parzialmente stimati.2) Detentori residenti nel paese il cui governo ha emesso il debito.3) Comprende i residenti di paesi dell’area dell’euro diversi da quello il cui governo ha emesso il debito.4) Esclude il debito detenuto dalle amministrazioni pubbliche del paese il cui governo ha emesso il debito stesso.5) Prima del 1999 comprende il debito in ECU, in valuta nazionale e nelle valute degli altri Stati membri che hanno adottato l’euro.

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STATISTICHEDELL’AREADELL’EURO

Finanzapubblica

BCEBollettino mensile

Dicembre 2008 ��S

6 .3 Var iaz ione de l deb i to 1)

(in percentuale del PIL)

1. Area dell’euro: per fonte, strumento finanziario e settore detentoreTotale Fonte della variazione Strumenti finanziari Detentori

Fabbi-sogno 2)

3)

Effetti di rivalu- tazione 3)

Altrevariazioni

in volume 4)

Effetto di aggre- gazione 5)

Banconote,monete

e depositi

Prestiti Titolia brevetermine

Titolia lungotermine

Creditorinazionali 6)

Altricreditori 7)

IFM Altreimprese

finanziarie1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13

1999 2,0 1,6 0,4 0,0 -0,1 0,2 -0,2 -0,9 2,8 -1,6 -0,2 -0,2 3,6 2000 1,0 1,1 0,0 -0,1 0,0 0,0 -0,5 -0,3 1,9 -2,1 -2,0 -0,6 3,1 2001 1,8 1,9 -0,1 0,1 0,0 0,2 -0,2 0,4 1,4 -0,3 -0,5 -0,8 2,2 2002 2,1 2,7 -0,5 0,0 0,0 0,0 -0,2 0,7 1,6 -0,5 -0,5 -0,1 2,6 2003 3,1 3,3 -0,2 0,0 0,0 -0,6 0,9 0,6 2,1 0,4 0,7 0,8 2,7 2004 3,1 3,2 -0,1 0,0 0,0 0,2 0,1 0,1 2,7 -0,3 -0,3 0,1 3,4 2005 3,1 3,1 0,0 0,0 0,0 0,3 0,3 -0,1 2,6 -0,8 -0,6 0,8 3,9 2006 1,5 1,4 0,1 0,0 0,0 0,2 0,2 -0,4 1,5 0,1 1,2 -1,3 1,5 2007 1,1 1,1 0,0 0,0 0,0 -0,1 -0,1 0,4 0,9 0,4 0,3 -0,2 0,7

2. Area dell’euro: raccordo disavanzo-debitoVariazione

deldebito

Disavanzo (-)/avanzo (+) 8)

Raccordo disavanzo-debito 9)

Totale Transazioni nelle principali attività finanziarie detenutedalle amministrazioni pubbliche

Effetti di rivalu-

tazione

Altrevariazioniin volume

Altro 10)

Effetti di cambioTotale Banconote,

monete e depositi

Prestiti Titoli 11) Azioni e altri titolidi capitale Dismis-

sioniApporti

di capitale1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14

1999 2,0 -1,4 0,6 0,0 0,5 0,1 0,0 -0,5 -0,8 0,0 0,4 0,3 0,0 0,2 2000 1,0 0,0 1,0 1,0 0,7 0,2 0,2 0,0 -0,4 0,2 0,0 0,1 -0,1 0,1 2001 1,8 -1,9 0,0 -0,5 -0,6 0,1 0,1 -0,1 -0,3 0,1 -0,1 0,0 0,1 0,6 2002 2,1 -2,6 -0,5 0,1 0,1 0,0 0,0 0,0 -0,3 0,1 -0,5 -0,1 0,0 0,0 2003 3,1 -3,1 0,0 0,1 0,1 0,0 0,0 0,1 -0,2 0,1 -0,2 -0,1 0,0 0,1 2004 3,1 -3,0 0,1 0,2 0,2 0,0 0,1 0,0 -0,5 0,2 -0,1 0,0 0,0 0,0 2005 3,1 -2,6 0,5 0,7 0,4 0,1 0,2 0,1 -0,3 0,2 0,0 0,0 0,0 -0,2 2006 1,5 -1,3 0,2 0,3 0,3 -0,2 0,3 -0,1 -0,3 0,1 0,1 0,0 0,0 -0,2 2007 1,1 -0,6 0,5 0,6 0,2 0,0 0,2 0,1 -0,2 0,2 0,0 0,0 0,0 -0,1

Fonte: BCE. 1) Dati relativi agli Euro 15 e parzialmente stimati. La variazione annua del debito lordo è espressa in percentuale del PIL [debito (t) - debito (t-1)] ÷ PIL (t). 2) Il fabbisogno è per definizione uguale alle transazioni che riguardano strumenti finanziari inclusi nel debito pubblico. 3) Include, oltre all’impatto delle variazioni dei tassi di cambio, gli effetti derivanti dalla misurazione al valore nominale (per esempio premi o sconti sui titoli emessi). 4) Comprende, in particolare, la riclassificazione delle unità e di alcune operazioni di assunzione di debito. 5) Le differenze tra le variazioni del debito aggregato, ottenuto come aggregazione del debito dei singoli paesi, e l’aggregazione delle variazioni del debito nei singoli paesi sono dovute alle

variazioni dei tassi di cambio utilizzati per l’aggregazione prima del 2001. 6) Detentori residenti nel paese il cui governo ha emesso il debito. 7) Include i residenti in paesi dell’area dell’euro diversi da quello il cui governo ha emesso il debito. 8) Inclusi i proventi della vendita delle licenze UMTS. 9) Differenza tra la variazione annuale del debito lordo e il disavanzo, in percentuale del PIL.10) Comprende principalmente le transazioni in altre attività e passività (crediti al commercio, residui attivi e passivi, strumenti finanziari derivati).11) Esclusi gli strumenti finanziari derivati.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008S �8

6 .4 Entrate , spese e d i savanzo /avanzo tr imestra l i 1)

(in percentuale del PIL)

1. Area dell’euro: entrate trimestraliTotale Entrate correnti Entrate in conto capitale Per memoria:

pressione fiscale 2)Imposte dirette Imposte indirette Contributi

socialiVendite di

beni e serviziRedditi

da capitaleImposte

in conto capitale1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

2002 2° trim. 45,5 45,0 12,4 12,7 15,4 1,9 1,7 0,5 0,3 40,9 3° trim. 43,5 43,1 11,2 12,8 15,5 1,9 0,7 0,4 0,3 39,7 4° trim. 49,0 48,4 13,4 14,1 16,2 2,9 0,9 0,6 0,3 44,0 2003 1° trim. 41,9 41,4 9,8 12,8 15,5 1,7 0,7 0,5 0,2 38,4 2° trim. 46,0 44,6 12,0 12,9 15,7 2,0 1,4 1,4 1,2 41,7 3° trim. 42,6 42,1 10,8 12,5 15,5 1,9 0,6 0,5 0,2 39,1 4° trim. 49,2 48,2 13,1 14,2 16,2 2,9 0,8 1,0 0,3 43,8 2004 1° trim. 41,3 40,9 9,6 12,8 15,3 1,7 0,6 0,4 0,3 38,0 2° trim. 45,0 44,2 12,1 13,0 15,3 2,0 1,0 0,8 0,6 41,0 3° trim. 42,7 42,2 10,6 12,7 15,4 1,9 0,6 0,5 0,3 39,0 4° trim. 49,1 48,1 12,9 14,3 16,2 2,9 0,7 1,0 0,4 43,9 2005 1° trim. 42,0 41,5 9,9 13,0 15,3 1,7 0,6 0,5 0,3 38,4 2° trim. 44,6 44,0 11,8 13,2 15,1 2,0 1,1 0,6 0,3 40,4 3° trim. 43,3 42,6 11,0 12,9 15,2 2,0 0,7 0,7 0,3 39,4 4° trim. 49,2 48,4 13,4 14,3 16,1 2,9 0,8 0,8 0,3 44,0 2006 1° trim. 42,4 42,0 10,2 13,3 15,1 1,7 0,8 0,5 0,3 38,9 2° trim. 45,7 45,3 12,5 13,6 15,1 2,0 1,3 0,5 0,3 41,4 3° trim. 43,6 43,2 11,5 12,9 15,2 1,9 0,8 0,5 0,3 39,9 4° trim. 49,5 48,9 14,1 14,3 15,9 2,9 0,8 0,6 0,3 44,6 2007 1° trim. 42,2 41,8 10,3 13,4 14,8 1,7 0,8 0,4 0,3 38,8 2° trim. 46,2 45,8 13,0 13,6 15,1 2,0 1,4 0,4 0,3 41,9 3° trim. 43,7 43,3 12,1 12,8 15,0 1,9 0,8 0,4 0,3 40,1 4° trim. 49,7 49,2 14,5 14,2 15,8 2,9 0,9 0,6 0,3 44,8 2008 1° trim. 42,3 41,9 10,6 13,0 14,9 1,7 0,9 0,4 0,2 38,8 2° trim. 45,5 45,1 12,9 12,9 15,1 1,9 1,4 0,4 0,3 41,2

2. Area dell’euro: spese e disavanzo/avanzo trimestraliTotale Spese correnti Spese in conto capitale Disavanzo (-)/

avanzo (+)Disavanzo (-)/

avanzo (+)primarioTotale Redditi

da lavorodipendente

Consumiintermedi

Interessi Trasfe-rimenticorrenti

Investimenti Trasferimenti in contocapitale

Pagamentisociali

Sussidi

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 132002 2° trim. 46,4 43,0 10,3 4,8 3,5 24,3 21,1 1,3 3,4 2,3 1,1 -0,9 2,7 3° trim. 46,9 43,2 10,1 4,7 3,5 24,9 21,4 1,4 3,7 2,5 1,2 -3,4 0,1 4° trim. 50,8 46,4 11,1 5,6 3,3 26,4 22,7 1,6 4,4 2,8 1,6 -1,8 1,6 2003 1° trim. 46,8 43,3 10,3 4,6 3,5 25,0 21,4 1,3 3,5 1,9 1,6 -5,0 -1,5 2° trim. 47,1 43,6 10,4 4,7 3,4 25,1 21,7 1,3 3,5 2,3 1,2 -1,1 2,3 3° trim. 47,1 43,4 10,3 4,8 3,3 25,1 21,6 1,3 3,7 2,5 1,2 -4,5 -1,2 4° trim. 51,2 46,3 11,0 5,6 3,1 26,5 22,9 1,5 4,8 3,3 1,6 -1,9 1,2 2004 1° trim. 46,4 43,0 10,3 4,6 3,2 25,0 21,4 1,2 3,4 1,9 1,5 -5,1 -1,9 2° trim. 46,6 43,2 10,4 4,8 3,3 24,8 21,4 1,3 3,4 2,3 1,1 -1,6 1,6 3° trim. 46,1 42,7 10,0 4,7 3,1 24,9 21,5 1,3 3,4 2,4 1,0 -3,4 -0,3 4° trim. 50,9 45,7 11,0 5,7 2,9 26,1 22,6 1,4 5,2 3,1 2,1 -1,8 1,1 2005 1° trim. 46,9 43,1 10,2 4,6 3,1 25,2 21,4 1,2 3,7 1,9 1,8 -4,9 -1,8 2° trim. 46,1 42,8 10,2 4,9 3,2 24,5 21,3 1,1 3,4 2,3 1,1 -1,5 1,6 3° trim. 45,8 42,4 9,9 4,8 3,0 24,7 21,3 1,2 3,4 2,5 1,0 -2,6 0,4 4° trim. 50,6 45,8 11,1 5,8 2,8 26,1 22,5 1,3 4,8 3,1 1,6 -1,4 1,4 2006 1° trim. 45,3 42,2 10,0 4,6 2,9 24,7 21,1 1,1 3,1 1,9 1,2 -2,9 0,1 2° trim. 45,5 42,3 10,2 4,9 3,1 24,1 21,1 1,1 3,2 2,3 0,9 0,2 3,3 3° trim. 45,4 42,0 9,8 4,7 2,9 24,5 21,1 1,2 3,4 2,5 1,0 -1,7 1,2 4° trim. 50,4 45,1 10,7 5,8 2,7 25,9 22,3 1,3 5,3 3,2 2,2 -0,9 1,8 2007 1° trim. 44,4 41,3 9,8 4,6 3,0 24,0 20,5 1,1 3,2 2,0 1,2 -2,2 0,7 2° trim. 44,7 41,6 9,9 4,8 3,2 23,7 20,7 1,1 3,2 2,3 0,8 1,5 4,6 3° trim. 44,8 41,4 9,7 4,7 3,0 24,0 20,7 1,2 3,4 2,5 0,9 -1,0 2,0 4° trim. 50,5 45,1 10,7 5,8 2,8 25,9 22,1 1,4 5,4 3,3 2,1 -0,8 2,0 2008 1° trim. 44,6 41,4 9,8 4,6 3,0 24,1 20,4 1,2 3,2 2,0 1,2 -2,2 0,7 2° trim. 45,1 41,8 10,1 4,8 3,2 23,7 20,6 1,1 3,3 2,3 0,9 0,4 3,6

Fonti: elaborazioni della BCE basate su dati Eurostat e dati nazionali.1) Dati relativi agli Euro 15. I dati relativi alle entrate, alle spese e al disavanzo/avanzo sono basati sul SEC 95. Le transazioni fra il bilancio comunitario e soggetti non facenti parte delle amministrazioni

pubbliche non sono incluse. I dati trimestrali, invece, a meno di scadenze diverse per la trasmissione dei dati, sono coerenti con quelli annuali. I dati non sono destagionalizzati.2) Comprende le imposte e i contributi sociali.

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STATISTICHEDELL’AREADELL’EURO

Finanzapubblica

BCEBollettino mensile

Dicembre 2008 ��S

1. Area dell’euro: debito (definizione di Maastricht) per strumento finanziario 2)

Totale Strumento finanziario

Banconote, monete e depositi Prestiti Titoli a breve termine Titoli a lungo termine1 2 3 4 5

2005 3° trim. 71,0 2,4 11,8 5,2 51,8 4° trim. 70,2 2,4 11,8 4,7 51,3 2006 1° trim. 70,5 2,5 11,7 4,9 51,3 2° trim. 70,6 2,5 11,6 4,9 51,6 3° trim. 70,1 2,5 11,6 4,7 51,2 4° trim. 68,5 2,5 11,4 4,1 50,4 2007 1° trim. 68,8 2,4 11,5 4,8 50,1 2° trim. 68,9 2,2 11,2 5,1 50,4 3° trim. 68,0 2,1 11,1 5,2 49,6 4° trim. 66,3 2,2 10,8 4,3 49,0 2008 1° trim. 67,1 2,2 10,9 5,0 49,0 2° trim. 67,1 2,1 10,9 5,0 49,1

2. Area dell’euro: raccordo disavanzo-debitoVariazione

deldebito

Disavanzo (-) avanzo (+)

Raccordo disavanzo-debito Per memoria: fabbisogno

Totale Transazioni nelle principali attività finanziarie detenutedalle amministrazioni pubbliche

Effetti di rivalutazione

e altre variazioni in volume

Altro

Totale Banconote,monete

e depositi

Prestiti Titoli Azioni e altri titolidi capitale

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 112005 3° trim. 0,6 -2,6 -2,0 -2,4 -2,3 0,0 0,3 -0,4 0,0 0,4 0,5 4° trim. -0,5 -1,4 -2,0 -0,4 0,0 0,0 -0,3 -0,1 0,0 -1,5 -0,5 2006 1° trim. 4,8 -2,9 1,9 1,2 1,0 0,1 0,6 -0,5 -0,4 1,0 5,2 2° trim. 3,3 0,2 3,5 3,2 2,5 0,0 0,4 0,2 0,6 -0,3 2,6 3° trim. 1,2 -1,7 -0,5 -0,8 -0,7 -0,1 0,2 -0,1 0,2 0,1 1,0 4° trim. -2,9 -0,9 -3,8 -2,2 -1,4 -0,6 -0,2 -0,2 -0,1 -1,4 -2,7 2007 1° trim. 4,9 -2,2 2,7 2,1 1,0 0,1 0,6 0,3 -0,1 0,7 5,0 2° trim. 3,6 1,5 5,1 4,8 4,1 0,0 0,5 0,2 0,1 0,2 3,5 3° trim. -0,4 -1,0 -1,5 -1,6 -2,1 0,2 0,4 0,0 0,0 0,1 -0,5 4° trim. -3,4 -0,8 -4,2 -2,9 -2,2 -0,1 -0,6 0,0 -0,1 -1,3 -3,4 2008 1° trim. 5,4 -2,2 3,1 2,2 1,9 0,0 0,1 0,3 -0,1 1,0 5,4 2° trim. 2,8 0,4 3,2 2,4 2,0 0,2 0,1 0,0 0,1 0,7 2,7

F28 D i savanzo, fabb i sogno e var iaz ione de l deb i to (somma mobile di quattro trimestri in percentuale del PIL)

F29 Deb i to (de f in i z ione d i Maastr i cht ) (variazione annua nel rapporto debito/PIL e fattori sottostanti)

disavanzovariazione del debitofabbisogno

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

3,0

3,5

4,0

4,5

2001 2002 2003 2004 2005 2006 20070,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

3,0

3,5

4,0

4,5

2008

raccordo disavanzo-debitodisavanzo/avanzo primariodifferenziale crescita del PIL/onere medio del debitovariazione del rapporto debito/PIL

2008-4,0

-3,0

-2,0

-1,0

0,0

1,0

2,0

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007-4,0

-3,0

-2,0

-1,0

0,0

1,0

2,0

Fonte: elaborazioni della BCE basate su dati Eurostat e dati nazionali.1) Dati relativi agli Euro 15. 2) I dati sulle consistenze nel trimestre t sono espressi in percentuale della somma del PIL nel trimestre t e nei tre trimestri precedenti.

6 .5 Deb i to e var iaz ione de l deb i to t r imestra l i 1)

(in percentuale del PIL)

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BCEBollettino mensile

Dicembre 2008

BCEBollettino mensileDicembre 2008S �0 ��S

BCEBollettino mensile

Dicembre 2008

BCEBollettino mensileDicembre 2008S �0 ��S

7 .1 B i l anc ia de i pagament i 1)

(miliardi di euro; transazioni nette)

TRANSAZIONI E POSIZIONI CON L’ESTERO

Conto corrente Conto capitale

Posizione creditoria/

debitoria netta

da/verso il resto

del mondo (colonne

1+6)

Conto finanziario Errori eomissioni

Totale Beni Servizi Redditi Trasferi- menti

correnti

Totale Investi- menti diretti

Investi- menti di

portafoglio

Strumenti finanziari

derivati

Altri investi-

menti

Riserve ufficiali

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 142005 13,0 47,0 38,2 1,4 -73,5 11,4 24,4 10,8 -207,4 129,2 -17,3 88,6 17,7 -35,2 2006 8,5 19,8 44,1 23,8 -79,2 9,3 17,9 137,8 -156,7 290,4 3,0 1,9 -0,9 -155,6 2007 37,8 57,5 53,2 11,1 -84,0 14,0 51,8 29,4 -90,4 137,7 -53,9 41,1 -5,1 -81,3 2007 3° trim. 17,3 17,7 17,8 7,6 -25,9 1,7 19,0 104,8 -34,1 46,7 -15,3 111,9 -4,4 -123,8 4° trim. 10,6 10,3 11,2 9,4 -20,3 5,2 15,8 -73,2 25,0 -73,2 -19,1 -10,6 4,7 57,4 2008 1° trim. -8,6 -1,5 11,9 8,0 -26,9 6,1 -2,4 -4,4 -107,1 73,8 -21,0 55,0 -5,1 6,8 2° trim. -24,4 6,2 15,7 -29,2 -17,1 3,0 -21,4 87,2 -49,2 34,3 -9,1 111,1 0,0 -65,7 3° trim. -10,8 -6,9 15,2 3,5 -22,7 2,0 -8,9 -24,8 -40,5 30,0 1,6 -18,1 2,2 33,7 2007 set. 7,4 6,0 7,3 3,6 -9,5 0,5 7,8 -2,4 -33,3 42,5 -3,0 -6,3 -2,3 -5,4 ott. 4,4 7,3 4,4 2,8 -10,2 1,2 5,6 -46,8 31,6 -48,2 -2,7 -27,6 0,0 41,2 nov. 2,6 5,1 3,4 0,7 -6,6 0,9 3,5 -0,8 4,5 0,9 -11,2 4,8 0,2 -2,7 dic. 3,7 -2,1 3,4 5,8 -3,5 3,0 6,7 -25,6 -11,1 -25,9 -5,3 12,2 4,5 18,9 2008 gen. -15,0 -8,1 3,5 0,0 -10,4 2,5 -12,4 5,5 -64,2 58,7 -26,9 44,2 -6,4 7,0 feb. 9,8 4,8 4,5 4,8 -4,4 2,4 12,2 -25,3 -21,4 0,3 2,5 -11,3 4,5 13,1 mar. -3,3 1,8 3,8 3,1 -12,1 1,2 -2,2 15,4 -21,6 14,8 3,4 22,1 -3,2 -13,3 apr. -4,9 5,4 4,4 -6,9 -7,8 0,7 -4,3 29,8 -22,6 -16,9 -2,8 75,2 -3,3 -25,5 mag. -21,8 -1,8 4,9 -19,7 -5,1 1,8 -20,0 43,6 -7,0 10,2 -9,9 47,5 2,7 -23,7 giu. 2,2 2,6 6,5 -2,6 -4,2 0,5 2,8 13,8 -19,6 41,0 3,5 -11,6 0,5 -16,6 lug. 1,1 2,3 6,4 -0,1 -7,5 0,9 2,0 -5,7 -12,3 -8,8 2,0 15,1 -1,7 3,7 ago. -6,0 -5,2 4,6 1,9 -7,3 0,5 -5,5 -29,6 -9,8 -18,2 -5,9 1,8 2,4 35,1 set. -6,0 -3,9 4,2 1,7 -7,9 0,5 -5,4 10,5 -18,5 57,1 5,4 -35,0 1,4 -5,1

flussi cumulati sui 12 mesi2008 set. -33,2 8,1 54,0 -8,4 -86,9 16,3 -16,9 -15,2 -171,8 65,0 -47,6 137,4 1,8 32,1

F30 Sa ld i d i conto corrente (miliardi di euro)

flussi trimestraliflussi cumulati sui 12 mesi

20082001 2002 2003 2004 2005 2006 2007-120

-100

-80

-60

-40

-20

0

20

40

60

80

-120

-100

-80

-60

-40

-20

0

20

40

60

80

Fonte: BCE1) L’utilizzo convenzionale dei segni è descritto nelle Note Generali.

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BCEBollettino mensile

Dicembre 2008

BCEBollettino mensileDicembre 2008S �0 ��S

STATISTICHEDELL’AREADELL’EURO

Transazioni e posizionicon l’estero

BCEBollettino mensile

Dicembre 2008

BCEBollettino mensileDicembre 2008S �0 ��S

7 .2 Conto corrente e conto cap i ta le (miliardi di euro; transazioni)

F31 Conto de i ben i (miliardi di euro; dati destagionalizzati; media mobile di tre mesi)

F32 Conto de i ser v i z i (miliardi di euro; dati destagionalizzati; media mobile di tre mesi)

esportazioni (crediti)importazioni (debiti)

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 200860

80

100

120

140

60

80

100

120

140

esportazioni (crediti)importazioni (debiti)

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 200820

25

30

35

40

45

20

25

30

35

40

45

Fonte: BCE.

1. Conto corrente e conto capitale: principali vociConto corrente Conto capitale

Totale Beni Servizi Redditi Trasferimenti correntiCrediti Debiti Saldo Crediti Debiti Crediti Debiti Crediti Debiti Crediti Debiti Crediti Debiti

Rimesse dei

lavoratori

Rimesse dei

lavoratori1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15

2005 2.098,1 2.085,0 13,0 1.221,9 1.174,9 403,8 365,6 387,1 385,7 85,2 5,0 158,7 14,5 24,4 13,0 2006 2.422,9 2.414,4 8,5 1.391,5 1.371,7 438,8 394,7 504,0 480,2 88,7 5,3 167,8 17,2 23,9 14,5 2007 2.685,8 2.648,0 37,8 1.506,7 1.449,2 488,3 435,1 601,8 590,7 89,0 6,3 173,0 20,2 25,9 11,9 2007 3° trim. 675,6 658,3 17,3 377,0 359,3 133,7 115,8 148,9 141,3 16,0 1,7 41,9 5,2 4,5 2,9 4° trim. 702,8 692,2 10,6 394,0 383,7 126,2 115,0 156,0 146,6 26,6 1,6 46,9 5,5 8,7 3,5 2008 1° trim. 684,7 693,2 -8,6 389,0 390,5 115,7 103,9 153,6 145,6 26,4 1,5 53,3 5,0 9,0 2,9 2° trim. 710,3 734,8 -24,4 403,6 397,4 125,7 109,9 159,4 188,7 21,7 1,5 38,8 5,2 7,3 4,2 3° trim. 695,2 706,0 -10,8 398,9 405,8 136,4 121,1 145,5 142,0 14,4 - 37,1 - 4,7 2,7 2008 lug. 240,6 239,4 1,1 141,0 138,8 46,5 40,1 48,4 48,5 4,6 . 12,1 . 1,8 0,9 ago. 215,8 221,8 -6,0 119,8 125,0 44,8 40,2 46,8 44,9 4,4 . 11,7 . 1,5 0,9 set. 238,8 244,7 -6,0 138,1 142,0 45,0 40,8 50,3 48,6 5,4 . 13,3 . 1,4 0,9

Dati destagionalizzati2007 3° trim. 684,6 674,3 10,2 385,1 368,2 124,3 109,9 155,8 153,4 19,4 . 42,8 . . . 4° trim. 680,5 684,0 -3,5 379,5 373,5 125,4 112,0 154,5 154,4 21,1 . 44,1 . . . 2008 1° trim. 700,7 707,3 -6,6 396,9 390,8 125,9 109,9 155,6 158,4 22,2 . 48,2 . . . 2° trim. 703,4 710,2 -6,8 400,0 396,3 125,6 112,4 153,2 156,1 24,6 . 45,4 . . . 3° trim. 698,9 717,8 -18,9 403,8 411,7 126,4 114,8 151,1 153,5 17,6 . 37,9 . . . 2008 apr. 237,3 235,0 2,3 135,2 130,0 42,1 37,2 50,7 51,5 9,3 . 16,3 . . . mag. 234,6 238,3 -3,7 132,0 132,2 41,8 37,5 53,4 54,6 7,3 . 14,0 . . . giu. 231,5 236,9 -5,4 132,8 134,1 41,6 37,7 49,1 49,9 8,0 . 15,1 . . . lug. 232,5 235,5 -3,0 135,1 135,5 41,0 36,2 50,5 51,1 5,9 . 12,7 . . . ago. 235,7 241,1 -5,3 137,1 138,9 43,0 38,3 50,7 52,0 5,0 . 11,8 . . . set. 230,6 241,2 -10,6 131,6 137,2 42,4 40,3 49,9 50,3 6,8 . 13,4 . . .

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BCEBollettino mensile

Dicembre 2008

BCEBollettino mensileDicembre 2008S �2 ��S

BCEBollettino mensile

Dicembre 2008

BCEBollettino mensileDicembre 2008S �2 ��S

7 .2 Conto corrente e conto cap i ta le (miliardi di euro)

2. Conto dei redditi (transazioni)

Redditi da lavoro dipendente

Redditi da capitale

Crediti Debiti Totale Investimenti diretti Investimenti di portafoglio Altri investimentiSu azioni e altre partecipazioni Su debito Dividendi Interessi

Crediti Debiti Crediti Debiti Crediti Debiti Crediti Debiti Crediti Debiti Crediti DebitiUtili

reinvestitiUtili

reinvestiti1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16

2005 16,2 9,5 370,9 376,2 147,3 40,2 106,2 -13,3 16,0 16,8 31,5 70,2 82,3 80,9 93,8 102,12006 16,8 10,0 487,1 470,2 186,2 44,2 108,2 34,5 20,5 20,0 39,6 99,6 103,5 91,0 137,4 151,42007 17,6 10,5 584,3 580,2 210,4 81,2 127,5 34,7 25,9 23,4 45,5 116,5 118,7 114,4 183,8 198,32007 2° trim. 4,3 2,6 153,1 173,6 57,7 13,9 37,4 6,8 6,6 6,2 15,3 53,5 28,7 28,0 44,8 48,5 3° trim. 4,3 3,2 144,6 138,1 49,5 24,0 28,9 14,5 6,2 5,5 11,0 24,1 30,1 28,5 47,8 51,1 4° trim. 4,6 2,7 151,4 143,9 52,9 16,5 30,8 5,4 7,3 6,3 9,2 20,7 32,0 32,4 50,0 53,62008 1° trim. 4,6 2,0 149,0 143,6 53,6 25,9 30,2 14,3 6,6 6,0 9,6 20,9 31,4 33,3 47,9 53,2 2° trim. 4,3 2,7 155,1 186,0 55,1 16,9 35,6 8,4 7,5 6,5 14,3 58,2 31,5 32,7 46,7 53,1

3. Scomposizione per area geografica (transazioni cumulate)

dal 3° trim. 2007 al 2° trim. 2008

Totale Unione europea 27 (paesi e istituzioni esterni all’area dell’euro) Brasile Canada Cina India Giappone Russia Svizzera Stati Uniti Altri

Totale Danimarca Svezia Regno Unito

Altri paesi

dell’UE

Istituzioni dell’UE

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16Crediti

Conto corrente 2.773,5 1.036,5 59,2 86,6 540,4 289,4 60,9 37,5 37,9 84,7 32,3 56,4 95,0 183,1 409,8 800,2 Beni 1.563,6 561,3 35,7 55,9 240,8 228,9 0,0 19,9 18,5 64,4 24,2 33,5 73,4 88,6 194,2 485,6 Servizi 501,3 179,3 12,4 13,6 118,4 29,4 5,5 6,2 6,8 15,6 6,2 10,8 12,7 49,0 80,1 134,6 Redditi 617,9 228,9 10,4 15,6 167,8 28,2 6,8 11,2 12,0 4,4 1,8 11,7 8,7 39,4 128,9 170,9

Redditi da capitale 600,0 222,4 10,3 15,5 165,6 28,0 3,0 11,2 11,9 4,4 1,8 11,6 8,6 32,7 127,4 168,0

Trasferimenti correnti 90,7 67,0 0,7 1,4 13,4 2,9 48,5 0,2 0,7 0,3 0,1 0,4 0,2 6,1 6,7 9,0

Conto capitale 29,5 26,0 0,0 0,1 0,9 0,1 24,9 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,4 1,7 1,3Debiti

Conto corrente 2.778,6 934,1 47,2 84,7 470,0 226,7 105,6 - 29,9 - - 102,1 - 176,3 367,7 -Beni 1.530,9 441,9 29,0 52,2 179,4 181,4 0,0 26,5 13,2 168,6 19,6 55,9 101,2 76,6 138,5 489,0 Servizi 444,7 139,2 9,1 10,8 88,6 30,6 0,2 4,8 7,0 11,0 4,3 8,0 9,1 38,0 89,4 133,8 Redditi 622,1 238,2 8,5 20,3 190,7 10,5 8,2 - 7,8 - - 37,8 - 55,9 133,6 -

Redditi da capitale 611,5 231,9 8,4 20,2 189,2 5,8 8,2 - 7,7 - - 37,7 - 55,3 132,6 -

Trasferimenti correnti 180,8 114,8 0,7 1,4 11,3 4,2 97,1 1,5 1,8 2,5 0,6 0,4 0,6 5,8 6,2 46,6

Conto capitale 13,5 2,6 0,0 0,1 1,4 0,3 0,7 0,2 1,1 0,1 0,2 0,1 0,1 0,6 1,4 7,3Saldo

Conto corrente -5,1 102,4 12,0 1,9 70,5 62,7 -44,7 - 8,1 - - -45,7 - 6,8 42,1 -Beni 32,7 119,4 6,8 3,7 61,4 47,5 0,0 -6,5 5,3 -104,2 4,6 -22,4 -27,8 11,9 55,6 -3,4 Servizi 56,6 40,1 3,3 2,8 29,8 -1,2 5,4 1,4 -0,2 4,6 1,9 2,8 3,6 10,9 -9,3 0,8 Redditi -4,2 -9,3 2,0 -4,7 -22,8 17,7 -1,5 - 4,1 - - -26,1 - -16,4 -4,7 -

Redditi da capitale -11,5 -9,4 1,9 -4,7 -23,6 22,2 -5,3 - 4,2 - - -26,1 - -22,7 -5,2 -

Trasferimenti correnti -90,1 -47,8 0,0 0,0 2,1 -1,3 -48,6 -1,3 -1,1 -2,2 -0,6 -0,1 -0,3 0,3 0,5 -37,5

Conto capitale 16,0 23,4 0,0 -0,1 -0,5 -0,2 24,2 -0,1 -1,0 0,0 -0,2 -0,1 0,0 -0,2 0,3 -6,0

Fonte: BCE.

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Dicembre 2008

BCEBollettino mensileDicembre 2008S �2 ��S

STATISTICHEDELL’AREADELL’EURO

Transazioni e posizionicon l’estero

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7 .3 Conto f inanz iar io (miliardi di euro e tassi di crescita sui dodici mesi; consistenze e tassi di crescita a fine periodo, transazioni e altre variazioni del periodo)

1. Conto finanziario: principali vociTotale 1) Totale in perc. del PIL Investimenti diretti Investimenti

di portafoglioPosizione

netta in strumenti finanziari

derivati

Altri investimenti Riserve ufficiali

Attività Passività Saldo Attività Passività Saldo Attività Passività Attività Passività Attività Passività

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14Consistenze (posizioni patrimoniali sull’estero)

2004 8.609,6 9.507,7 -898,1 110,1 121,6 -11,5 2.276,0 2.229,8 3.043,1 4.078,8 -37,3 3.046,9 3.199,1 281,0 2005 10.795,0 11.593,7 -798,7 133,1 143,0 -9,8 2.800,9 2.438,7 3.883,8 5.107,9 -21,4 3.809,2 4.047,1 322,5 2006 12.272,5 13.292,9 -1.020,4 144,3 156,3 -12,0 3.143,7 2.721,3 4.370,2 5.864,9 -20,9 4.451,8 4.706,8 327,7 2007 13.773,8 14.904,4 -1.130,7 154,3 166,9 -12,7 3.542,2 3.084,5 4.653,3 6.339,5 -10,3 5.241,2 5.480,5 347,4 2008 1° trim. 13.732,4 14.836,7 -1.104,3 152,4 164,7 -12,3 3.613,0 3.074,5 4.352,1 6.078,9 8,1 5.402,8 5.683,3 356,3 2° trim. 13.773,0 14.820,6 -1.047,6 151,3 162,8 -11,5 3.644,5 3.048,8 4.484,8 6.072,1 4,5 5.285,4 5.699,6 353,9

Variazioni nelle consistenze2004 748,0 878,1 -130,2 9,6 11,2 -1,7 106,5 145,6 387,4 492,7 -17,3 297,1 239,8 -25,7 2005 2.185,4 2.086,0 99,4 26,9 25,7 1,2 524,9 208,9 840,7 1.029,0 15,9 762,3 848,0 41,5 2006 1.477,5 1.699,2 -221,7 17,4 20,0 -2,6 342,8 282,5 486,4 757,0 0,5 642,6 659,7 5,2 2007 1.501,3 1.611,5 -110,2 16,8 18,1 -1,2 398,5 363,2 283,1 474,6 10,7 789,4 773,7 19,7 2008 1° trim. -41,4 -67,8 26,4 -1,8 -3,0 1,2 70,8 -10,0 -301,2 -260,6 18,4 161,7 202,8 9,0 2° trim. 40,7 -16,1 56,7 1,8 -0,7 2,4 31,5 -25,7 132,7 -6,7 -3,6 -117,5 16,3 -2,5

Transazioni2004 821,2 794,2 27,0 10,5 10,2 0,3 169,6 88,6 346,2 417,7 8,5 309,4 287,9 -12,5 2005 1.330,7 1.341,4 -10,8 16,4 16,5 -0,1 359,8 152,3 414,4 543,6 17,3 556,8 645,5 -17,7 2006 1.686,4 1.824,1 -137,8 19,8 21,4 -1,6 415,6 258,9 533,9 824,2 -3,0 739,1 741,0 0,9 2007 1.873,1 1.902,5 -29,4 21,0 21,3 -0,3 455,3 364,9 440,6 578,3 53,9 918,3 959,3 5,1 2008 1° trim. 537,8 533,4 4,4 23,9 23,7 0,2 151,6 44,4 69,4 143,2 21,0 290,8 345,8 5,1 2° trim. 59,5 146,7 -87,2 2,6 6,3 -3,8 24,9 -24,2 137,6 172,0 9,1 -112,1 -1,0 0,0 3° trim. 94,2 69,3 24,8 4,1 3,1 1,1 71,7 31,3 -49,6 -19,6 -1,6 75,8 57,7 -2,2 2008 mag. 62,5 106,1 -43,6 . . . 11,8 4,9 70,3 80,5 9,9 -26,8 20,7 -2,7 giu. -85,4 -71,6 -13,8 . . . 30,4 10,8 20,7 61,7 -3,5 -132,4 -144,1 -0,5 lug. 55,3 49,6 5,7 . . . 25,6 13,3 19,2 10,4 -2,0 10,9 25,9 1,7 ago. 25,2 -4,4 29,6 . . . 11,0 1,2 17,9 -0,3 5,9 -7,2 -5,3 -2,4 set. 13,7 24,2 -10,5 . . . 35,2 16,7 -86,7 -29,7 -5,4 72,1 37,1 -1,4

Altre variazioni2004 -73,3 83,9 -157,2 -0,9 1,1 -2,0 -63,1 57,0 41,3 75,0 -25,8 -12,4 -48,1 -13,3 2005 854,7 744,6 110,1 10,5 9,2 1,4 165,1 56,6 426,3 485,4 -1,4 205,5 202,5 59,2 2006 -208,9 -125,0 -84,0 -2,5 -1,5 -1,0 -72,8 23,6 -47,5 -67,2 3,5 -96,5 -81,4 4,3 2007 -371,8 -291,0 -80,8 -4,2 -3,3 -0,9 -56,8 -1,7 -157,5 -103,7 -43,2 -128,9 -185,6 14,6

Altre variazioni dovute a fluttuazioni del tasso di cambio2004 -174,7 -97,2 -77,5 -2,2 -1,2 -1,0 -37,3 8,9 -66,7 -52,8 . -61,4 -53,3 -9,3 2005 389,8 210,0 179,8 4,8 2,6 2,2 90,2 -22,2 153,4 118,2 . 127,5 114,0 18,7 2006 -346,4 -203,8 -142,6 -4,1 -2,4 -1,7 -73,2 14,2 -152,8 -116,8 . -105,2 -101,1 -15,2 2007 -534,8 -238,8 -296,0 -6,0 -2,7 -3,3 -114,3 33,6 -222,3 -125,8 . -183,3 -146,5 -14,9

Altre variazioni dovute a oscillazioni dei prezzi2004 113,1 222,1 -109,0 1,4 2,8 -1,4 34,4 26,4 107,5 195,7 -25,8 . . -3,1 2005 304,8 333,8 -29,0 3,8 4,1 -0,4 67,0 51,4 197,1 282,4 -1,4 . . 42,1 2006 319,1 296,3 22,8 3,8 3,5 0,3 67,7 41,7 231,7 254,6 3,5 . . 16,2 2007 179,4 -63,3 242,8 2,0 -0,7 2,7 32,3 13,0 158,7 -76,3 -43,2 . . 31,7

Altre variazioni dovute ad altre rettifiche2004 -11,6 -40,9 29,3 -0,1 -0,5 0,4 -60,3 21,7 0,4 -67,8 . 49,1 5,2 -0,8 2005 159,4 200,8 -41,4 2,0 2,5 -0,5 8,0 27,4 75,7 84,8 . 77,9 88,5 -2,2 2006 -181,3 -217,5 36,3 -2,1 -2,6 0,4 -67,3 -32,3 -126,3 -205,0 . 8,6 19,8 3,7 2007 -16,1 11,1 -27,2 -0,2 0,1 -0,3 25,2 -48,3 -93,8 98,5 . 54,4 -39,1 -1,9

Tassi di crescita delle consistenze2004 10,3 9,1 - . . . 7,8 4,2 12,8 11,5 . 11,2 9,7 -4,1 2005 14,9 13,7 - . . . 15,2 6,8 13,1 12,8 . 17,7 19,6 -5,8 2006 15,8 15,9 - . . . 14,9 10,6 14,0 16,3 . 19,5 18,4 0,2 2007 15,3 14,2 - . . . 14,5 13,4 10,1 9,8 . 20,7 20,4 1,6 2008 1° trim. 13,7 12,8 - . . . 15,5 11,3 8,0 7,6 . 17,2 20,4 2,6 2° trim. 9,8 9,8 - . . . 11,6 7,8 7,8 7,0 . 9,8 14,7 1,4 3° trim. 7,5 6,8 . . . . 10,2 6,0 5,7 5,2 . 6,8 9,1 -0,6

Fonte: BCE.1) Le attività comprendono la posizione netta in strumenti finanziari derivati.

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Dicembre 2008

BCEBollettino mensileDicembre 2008S �� ��S

BCEBollettino mensile

Dicembre 2008

BCEBollettino mensileDicembre 2008S �� ��S

2. Investimenti direttiAll’estero da residenti Nell’area dell’euro da non residenti

Totale Azioni, altre partecipazioni e utili reinvestiti

Debito (principalmenteprestiti intersocietari)

Totale Azioni, altre partecipazioni e utili reinvestiti

Debito (principalmente prestiti intersocietari)

Totale IFMescluso l’euro-

sistema

Non IFM Totale IFM Non IFM Totale IFM Non IFM Totale IFM Non IFM

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14Consistenze (posizione patrimoniale sull’estero)

2006 3.143,7 2.551,1 219,1 2.332,0 592,6 2,3 590,4 2.721,3 2.085,7 65,1 2.020,6 635,5 9,7 625,9 2007 3.542,2 2.858,8 248,4 2.610,3 683,4 6,4 677,1 3.084,5 2.338,4 68,4 2.270,0 746,1 14,9 731,1 2008 1° trim. 3.613,0 2.900,5 250,3 2.650,2 712,5 8,4 704,1 3.074,5 2.322,1 65,6 2.256,5 752,4 14,6 737,8 2° trim. 3.644,5 2.905,3 259,4 2.645,9 739,2 6,6 732,6 3.048,8 2.288,2 64,0 2.224,2 760,7 15,2 745,5

Transazioni2006 415,6 325,7 40,2 285,5 89,9 0,0 89,9 258,9 224,0 5,7 218,3 34,9 0,0 34,9 2007 455,3 354,4 28,4 326,1 100,9 -0,6 101,5 364,9 250,7 4,4 246,4 114,2 1,4 112,7 2008 1° trim. 151,6 113,8 10,0 103,8 37,8 2,3 35,4 44,4 37,9 0,0 37,9 6,6 0,1 6,4 2° trim. 24,9 1,8 8,9 -7,1 23,1 -1,8 25,0 -24,2 -27,6 -2,2 -25,4 3,4 1,0 2,3 3° trim. 71,7 62,9 -7,4 70,3 8,8 -0,2 9,0 31,3 21,5 1,3 20,2 9,7 1,2 8,6 2008 mag. 11,8 11,4 2,4 9,1 0,4 -1,8 2,2 4,9 5,7 -2,2 7,9 -0,9 0,3 -1,2 giu. 30,4 14,6 2,0 12,7 15,8 0,0 15,8 10,8 -1,2 -0,9 -0,3 12,0 0,5 11,5 lug. 25,6 22,4 -14,2 36,6 3,2 1,6 1,6 13,3 7,3 0,7 6,7 6,0 0,9 5,1 ago. 11,0 18,8 2,4 16,4 -7,8 -1,2 -6,6 1,2 4,6 0,3 4,3 -3,4 0,0 -3,4 set. 35,2 21,7 4,4 17,4 13,4 -0,6 14,0 16,7 9,6 0,3 9,2 7,2 0,3 6,9

Tassi di crescita2006 14,9 14,4 22,1 13,7 17,3 -2,9 17,4 10,6 12,2 9,5 12,3 5,8 -1,0 5,9 2007 14,5 13,9 12,7 14,0 17,0 -88,7 17,3 13,4 12,0 7,0 12,2 18,0 8,7 18,1 2008 1° trim. 15,5 15,0 13,9 15,1 17,2 106,6 16,8 11,3 10,7 5,6 10,9 13,2 17,2 13,1 2° trim. 11,6 10,4 13,9 10,1 16,8 6,1 16,9 7,8 6,1 1,4 6,2 13,2 16,9 13,1 3° trim. 10,2 9,4 2,9 10,0 13,8 12,0 13,8 6,0 4,6 1,3 4,7 10,8 23,0 10,5

7 .3 Conto f inanz iar io (miliardi di euro e tassi di crescita sui dodici mesi; consistenze e tassi di crescita a fine periodo, transazioni nel periodo)

F33 Invest iment i d i rett i e d i por ta fog l io (miliardi di euro)

investimenti diretti (flussi trimestrali)investimenti di portafoglio (flussi trimestrali)investimenti diretti (flussi cumulati sui 12 mesi)investimenti di portafoglio (flussi cumulati sui 12 mesi)

20082001 2002 2003 2004 2005 2006 2007-300

-200

-100

0

100

200

300

400

-300

-200

-100

0

100

200

300

400

Fonte: BCE.

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BCEBollettino mensile

Dicembre 2008

BCEBollettino mensileDicembre 2008S �� ��S

STATISTICHEDELL’AREADELL’EURO

Transazioni e posizionicon l’estero

BCEBollettino mensile

Dicembre 2008

BCEBollettino mensileDicembre 2008S �� ��S

7 .3 Conto f inanz iar io

(miliardi di euro e tassi di crescita sui dodici mesi; consistenze e tassi di crescita a fine periodo, transazioni del periodo)

3. Investimenti di portafoglio: attivitàTotale Azioni e altre partecipazioni Strumenti di debito

Obbligazioni e note Strumenti di mercato monetarioTotale IFM non IFM Totale IFM non IFM Totale IFM non IFM

Euro- sistema

Ammini- strazioni

pubbliche

Euro- sistema

Ammini- strazioni

pubbliche

Euro- sistema

Ammini- strazioni

pubbliche1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16

Consistenze (posizione patrimoniale sull’estero)2006 4.370,2 1.936,0 127,7 2,8 1.808,2 37,0 2.056,7 875,1 11,2 1.181,6 14,1 377,5 309,9 9,2 67,7 0,2 2007 4.653,3 1.984,2 145,1 2,4 1.839,1 44,6 2.232,5 937,9 13,9 1.294,6 17,0 436,6 349,5 32,6 87,1 0,5 2008 1° trim. 4.352,1 1.668,4 123,2 2,7 1.545,2 38,8 2.207,3 960,0 26,2 1.247,4 17,0 476,3 383,9 28,3 92,4 0,8 2° trim. 4.484,8 1.712,7 121,9 2,7 1.590,7 40,1 2.279,2 996,2 33,8 1.283,0 18,4 492,9 403,8 47,7 89,2 0,8

Transazioni2006 533,9 153,2 18,2 0,0 135,0 6,1 313,1 172,8 2,4 140,4 1,1 67,5 56,5 8,0 11,1 -0,1 2007 440,6 81,1 36,2 -0,4 44,8 5,4 283,3 154,0 3,5 129,3 2,2 76,2 67,3 23,7 8,8 0,3 2008 1° trim. 69,4 -44,4 -40,9 0,1 -3,5 -0,6 39,2 29,8 3,4 9,4 0,5 74,6 59,2 7,1 15,3 0,1 2° trim. 137,6 30,8 -5,1 0,1 36,0 0,8 96,0 37,0 8,3 59,0 1,6 10,8 18,3 20,9 -7,5 0,1 3° trim. -49,6 -27,8 -11,7 0,1 -16,1 - 7,3 -3,0 0,0 10,2 - -29,1 -26,7 0,1 -2,4 -2008 mag. 70,3 16,0 3,5 0,1 12,5 . 46,0 12,0 3,2 34,0 . 8,3 10,3 7,0 -2,1 . giu. 20,7 8,1 -9,3 0,0 17,4 . 15,7 11,1 2,3 4,6 . -3,1 -3,0 6,9 -0,1 . lug. 19,2 6,0 3,7 0,1 2,3 . 1,3 -5,6 0,2 6,9 . 11,9 15,2 0,1 -3,4 . ago. 17,9 -7,1 -4,0 0,0 -3,1 . 12,6 8,6 0,3 4,0 . 12,4 11,4 -0,1 1,0 . set. -86,7 -26,7 -11,5 0,0 -15,2 . -6,7 -6,0 -0,5 -0,6 . -53,4 -53,3 0,1 -0,1 .

Tassi di crescita2006 14,0 9,0 17,5 0,9 8,4 22,1 17,4 24,3 26,1 12,9 9,4 21,6 22,5 1.019,8 20,4 -27,3 2007 10,1 4,1 29,2 -13,1 2,4 14,0 13,8 17,9 32,5 10,8 15,9 20,5 22,2 251,2 12,8 173,4 2008 1° trim. 8,0 0,6 -18,0 -4,8 1,8 9,8 11,1 14,6 48,5 8,6 12,5 27,7 32,8 173,5 7,5 -90,0 2° trim. 7,8 1,4 -27,0 0,6 3,7 8,0 10,7 11,4 83,6 10,1 20,7 21,8 29,8 236,0 -7,8 -93,6 3° trim. 5,7 -1,1 -29,3 6,2 1,2 - 9,4 10,3 73,2 8,9 - 17,5 24,9 163,9 -10,1 -

4. Investimenti di portafoglio: passività Totale Azioni e altre partecipazioni Strumenti di debito

Obbligazioni e note Strumenti di mercato monetarioTotale IFM non IFM Totale IFM non IFM Totale IFM non IFM

Ammini- strazioni

pubbliche

Ammini- strazioni

pubbliche1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

Consistenze (posizione patrimoniale sull’estero)2006 5.864,9 2.910,7 657,5 2.253,2 2.655,3 955,2 1.702,4 1.015,4 298,9 125,8 173,3 138,0 2007 6.339,5 3.103,1 754,7 2.348,4 2.916,8 1.129,5 1.787,2 1.109,3 319,6 153,3 166,2 142,5 2008 1° trim. 6.078,9 2.776,1 733,2 2.042,9 2.937,6 1.115,7 1.821,8 1.153,6 365,2 178,2 187,0 164,2 2° trim. 6.072,1 2.690,7 737,2 1.953,5 3.003,8 1.136,2 1.867,6 1.153,0 377,6 173,6 204,0 172,5

Transazioni2006 824,2 299,9 94,5 205,4 521,6 212,7 308,8 137,3 2,7 21,4 -18,7 -19,6 2007 578,3 96,0 76,1 19,6 446,4 232,6 213,8 152,0 35,9 37,6 -1,8 3,2 2008 1° trim. 143,2 46,1 73,1 -27,0 78,3 23,1 55,2 65,2 18,8 4,4 14,4 27,6 2° trim. 172,0 -20,7 17,1 -37,8 171,8 66,9 104,9 46,4 20,8 -0,1 21,0 11,1 3° trim. -19,6 -90,0 -36,1 -53,9 65,2 22,4 42,8 - 5,1 -38,3 43,4 -2008 mag. 80,5 13,7 . . 80,9 . . . -14,1 . . . giu. 61,7 -6,0 . . 48,4 . . . 19,3 . . . lug. 10,4 5,2 . . 1,1 . . . 4,1 . . . ago. -0,3 -8,9 . . 30,3 . . . -21,8 . . . set. -29,7 -86,3 . . 33,8 . . . 22,8 . . .

Tassi di crescita2006 16,3 12,2 17,3 10,8 23,1 25,9 21,4 15,1 0,9 18,7 -9,6 -12,1 2007 9,8 3,3 11,3 0,9 16,9 24,6 12,6 15,0 11,8 30,5 0,3 3,8 2008 1° trim. 7,6 2,2 11,9 -1,0 12,9 16,7 10,8 17,4 13,5 31,5 2,8 8,8 2° trim. 7,0 0,0 11,4 -3,6 14,1 16,0 13,0 16,5 7,8 19,8 1,7 3,2 3° trim. 5,2 -3,6 2,4 -5,6 14,0 13,4 14,3 - 6,8 -6,9 19,0 -

Fonte: BCE.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008S ��

7 .3 Conto f inanz iar io (miliardi di euro e tassi di crescita sui dodici mesi; consistenze e tassi di crescita a fine periodo, transazioni nel periodo)

5. Altri investimenti: attivitàTotale Eurosistema IFM (escluso l’Eurosistema) Amministrazioni pubbliche Altri settori

Totale Prestiti/banconote,

monete e depositi

Altre attività

Totale Prestiti/banconote,

monete e depositi

Altre attività

Totale Crediti commer-

ciali

Prestiti/banconote, monete e depositi

Totale Crediti commer-

ciali

Prestiti/banconote, monete e depositi

Banconote, monete

e depositi

Banconote, monete

e depositi1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15

Consistenze (posizione patrimoniale sull’estero)2006 4.451,8 13,4 12,6 0,7 2.941,2 2.878,3 62,8 119,6 14,2 57,8 15,4 1.377,7 187,6 1.062,7 395,8 2007 5.241,2 38,2 37,6 0,7 3.350,5 3.279,1 71,4 106,7 12,7 47,7 13,5 1.745,7 190,8 1.388,4 441,9 2008 1° trim. 5.402,8 46,4 46,1 0,3 3.463,3 3.393,8 69,6 99,3 12,5 41,5 11,2 1.793,8 192,5 1.417,8 453,7 2° trim. 5.285,4 36,7 36,4 0,3 3.363,4 3.287,2 76,2 105,6 12,4 47,4 17,0 1.779,7 200,3 1.388,3 407,8

Transazioni2006 739,1 -8,7 -8,7 0,0 521,9 516,1 5,8 -7,2 -5,2 -2,7 3,1 233,1 6,3 211,5 30,9 2007 918,3 21,9 22,0 0,0 555,0 547,6 7,4 -7,6 -1,4 -7,1 -2,0 348,9 13,5 293,5 37,5 2008 1° trim. 290,8 9,3 9,3 0,0 218,5 214,4 4,1 -4,9 -0,3 -4,9 -1,3 67,9 6,4 34,5 12,8 2° trim. -112,1 -9,4 -9,4 0,0 -105,2 -106,1 0,9 6,2 -0,4 5,9 5,6 -3,7 11,0 -22,0 -47,8 3° trim. 75,8 -1,9 - - 82,2 - - -8,5 - - -8,5 4,0 - - -2,6 2008 mag. -26,8 -2,1 . . -32,9 . . 3,6 . . 3,5 4,6 . . -9,5 giu. -132,4 -2,5 . . -124,1 . . 1,0 . . 0,8 -6,8 . . -19,9 lug. 10,9 -0,6 . . 7,1 . . -8,9 . . -9,3 13,3 . . 4,9 ago. -7,2 -1,2 . . 1,6 . . -1,2 . . -0,2 -6,4 . . -3,1 set. 72,1 -0,1 . . 73,4 . . 1,6 . . 1,0 -2,9 . . -4,4

Tassi di crescita2006 19,5 -39,4 -40,8 3,1 21,1 21,3 10,5 -5,6 -26,1 -4,6 24,4 20,0 3,4 24,5 8,6 2007 20,7 165,6 174,8 -3,4 19,0 19,1 11,7 -6,4 -9,8 -12,4 -13,1 25,2 7,3 27,4 9,5 2008 1° trim. 17,2 113,1 116,8 -4,8 15,6 15,5 18,3 -4,5 -10,3 -9,7 17,7 20,8 7,8 21,8 2,0 2° trim. 9,8 29,0 30,0 -4,1 7,5 7,5 6,2 -12,1 -10,0 -23,1 -34,1 16,2 12,5 16,1 -9,3 3° trim. 6,8 4,5 - - 7,6 - - -5,7 - - -33,2 6,2 - - -11,4

6. Altri investimenti: passivitàTotale Eurosistema IFM (escluso l’Eurosistema) Amministrazioni pubbliche Altri settori

Totale Prestiti/banconote,

monete e depositi

Altre passività

Totale Prestiti/banconote,

monete e depositi

Altre passività

Totale Crediti commer-

ciali

Prestiti Altre passività

Totale Crediti commer-

ciali

Prestiti Altre passività

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15Consistenze (posizione patrimoniale sull’estero)

2006 4.706,8 115,9 115,6 0,2 3.483,9 3.429,5 54,4 50,7 0,0 46,6 4,1 1.056,2 146,1 818,3 91,8 2007 5.480,5 201,2 201,0 0,2 3.938,2 3.871,1 67,1 50,9 0,0 45,7 5,2 1.290,2 157,6 1.023,2 109,4 2008 1° trim. 5.683,3 217,3 216,9 0,4 4.101,6 4.032,5 69,0 49,8 0,0 46,5 3,2 1.314,6 157,4 1.043,9 113,3 2° trim. 5.699,6 258,9 258,6 0,3 4.082,1 4.010,3 71,9 48,6 0,0 45,6 3,1 1.310,0 166,3 1.035,4 108,3

Transazioni2006 741,0 20,4 20,4 0,0 497,0 490,6 6,4 1,9 0,0 2,1 -0,1 221,7 12,7 197,2 11,8 2007 959,3 91,4 91,4 0,0 635,8 631,0 4,8 -1,2 0,0 -2,0 0,8 233,4 9,7 227,5 -3,9 2008 1° trim. 345,8 21,3 21,2 0,2 283,7 281,1 2,7 -1,0 0,0 0,9 -1,9 41,7 3,3 34,9 3,6 2° trim. -1,0 41,3 41,5 -0,1 -25,3 -23,2 -2,1 -0,6 0,0 -1,4 0,7 -16,4 6,3 -15,8 -6,9 3° trim. 57,7 106,2 - - -29,9 - - 2,9 - - - -21,5 - - -2008 mag. 20,7 18,9 . . 1,6 . . -1,3 . . . 1,5 . . . giu. -144,1 6,2 . . -145,4 . . 0,3 . . . -5,2 . . . lug. 25,9 -1,2 . . 15,1 . . 2,6 . . . 9,4 . . . ago. -5,3 2,0 . . 1,8 . . -1,7 . . . -7,4 . . . set. 37,1 105,5 . . -46,9 . . 2,0 . . . -23,5 . . .

Tassi di crescita2006 18,4 22,7 22,7 5,7 16,2 16,2 13,3 4,0 -24,1 4,7 -3,2 26,9 9,5 31,6 17,5 2007 20,4 79,6 79,8 -6,9 18,4 18,5 8,8 -2,3 29,4 -4,2 16,4 21,6 6,7 27,9 -2,3 2008 1° trim. 20,4 70,9 71,1 15,6 17,8 17,9 10,8 -6,3 21,2 -5,7 -15,3 24,2 10,3 31,0 -4,8 2° trim. 14,7 72,6 72,7 -6,3 11,8 11,9 3,1 -8,7 26,7 -7,0 -24,5 18,1 10,4 23,1 -8,8 3° trim. 9,1 126,6 - - 7,1 - - -8,6 - - - 0,8 - - -

Fonte: BCE.

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STATISTICHEDELL’AREADELL’EURO

Transazioni e posizionicon l’estero

BCEBollettino mensile

Dicembre 2008 ��S

7 .3 Conto f inanz iar io (miliardi di euro e tassi di crescita sui dodici mesi; consistenze e tassi di crescita a fine periodo, transazioni nel periodo)

7. Altri investimenti: attivitàRiserve ufficiali Per memoria

Attività PassivitàTotale Oro monetario Diritti

speciali di prelievo

Posizione di riserva nell’FMI

Valuta estera Altre attività

Attività in valuta

estera presso

residenti dell’area dell’euro

Deflussi previsti a breve termine

di valuta estera

in miliardi di euro

in milioni di once

Totale Banconote, monete e depositi

Titoli Strumenti finanziari

derivatiPresso autorità

monetarie e la BRI

Presso banche

Totale Azioni Obbliga-zioni

e note

Strumenti di mercato monetario

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16Consistenze (posizione patrimoniale sull’estero)

2005 281,0 125,4 389,998 3,9 18,6 133,0 12,5 25,5 94,7 0,5 56,6 37,6 0,4 0,0 19,1 -12,8 2006 320,1 163,4 375,861 4,3 10,6 141,7 12,6 21,4 107,9 0,6 69,4 38,0 -0,2 0,0 25,6 -17,9 2007 325,8 176,3 365,213 4,6 5,2 139,7 6,3 22,5 110,7 0,5 79,3 30,8 0,3 0,0 24,6 -21,5 2007 4° trim. 347,4 201,0 353,688 4,6 3,6 138,2 7,2 22,0 108,5 0,4 87,8 20,3 0,5 0,0 44,1 -38,5 2008 1° trim. 356,3 208,4 353,060 4,3 3,4 140,1 6,6 26,8 105,9 0,5 89,8 15,6 0,9 0,1 36,7 -37,3 2° trim. 353,9 207,9 352,314 4,3 4,0 137,7 7,4 24,1 105,6 0,5 89,9 15,2 0,6 0,0 59,4 -59,2 2008 ago. 350,7 198,4 350,916 4,5 3,9 143,9 6,7 25,8 112,2 - - - -0,8 0,0 62,0 -61,9 set. 370,9 216,8 350,634 4,6 4,0 145,4 11,6 18,1 117,8 - - - -2,1 0,0 188,9 -185,3 ott. 368,0 200,5 350,021 5,0 4,3 158,3 9,9 18,3 137,5 - - - -7,4 0,0 253,7 -250,1

Transazioni2005 -17,7 -3,9 - 0,2 -8,6 -5,4 -0,2 -6,8 1,6 0,0 4,8 -3,2 0,0 0,0 - -2006 0,9 -4,2 - 0,5 -5,2 9,8 -6,1 2,4 13,6 0,0 19,3 -5,7 0,0 0,0 - -2007 5,1 -3,2 - 0,3 -0,9 8,8 1,0 1,6 6,2 0,0 14,5 -8,3 0,0 0,0 - -2008 1° trim. 5,1 -0,6 - -0,3 0,0 5,9 -0,7 5,7 0,9 0,1 6,1 -5,3 0,1 0,1 - - 2° trim. 0,0 -0,4 - 0,0 0,7 -0,2 0,7 -2,9 2,0 0,0 1,7 0,3 -0,1 -0,1 - - 3° trim. -2,2 - - - - - - - - - - - - - - -

Tassi di crescita2005 -5,8 -2,8 - 4,4 -44,7 -3,8 -2,0 -23,7 1,6 2,2 6,9 -7,9 20,5 - - -2006 0,2 -2,4 - 11,6 -48,8 7,2 -48,4 10,6 13,1 0,0 28,4 -15,3 -73,2 - - -2007 1,6 -1,7 - 7,3 -18,2 6,3 15,0 6,2 5,7 1,1 18,5 -27,5 -59,1 - - -2008 1° trim. 2,6 -1,8 - 0,4 -3,3 8,5 33,2 9,3 7,3 406,6 18,3 -33,3 -43,6 - - - 2° trim. 1,4 -1,4 - -2,4 2,7 5,3 27,2 -3,6 6,4 165,8 17,3 -33,7 -45,0 - - - 3° trim. -0,6 - - - - - - - - - - - - - - -

Fonte: BCE.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008S �8

7.3 Conto f inanziario (miliardi di euro,consistenze a fine periodo, transazioni nel periodo)

8. Scomposizione geograficaTotale Unione europea 27 (paesi non appartenenti all’area dell’euro) Canada Cina Giappone Svizzera Stati

UnitiCentri finan-

ziari offshore

Organiz- zazioni

interna- zionali

Altri paesi

Totale Danimarca Svezia Regno Unito

Altri paesi

dell’UE

Istituzioni dell’UE

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 152007 Consistenze (posizione patrimoniale sull’estero)

Investimenti diretti 457,7 -77,0 -3,7 -32,7 -277,5 237,2 -0,3 23,7 27,1 -10,8 113,1 -66,7 -37,3 -0,2 485,7 All’estero 3.542,2 1.302,0 37,1 82,5 916,1 266,2 0,0 91,6 30,7 69,1 350,1 684,4 391,6 0,0 622,6

Azioni/utili reinvestiti 2.858,8 1.027,4 32,3 55,2 709,9 230,0 0,0 67,8 24,1 57,8 292,5 525,9 366,1 0,0 497,3 Debito 683,4 274,7 4,9 27,3 206,2 36,3 0,0 23,8 6,6 11,4 57,6 158,6 25,5 0,0 125,3

Nell’area dell’euro 3.084,5 1.379,0 40,8 115,2 1.193,6 29,0 0,3 67,9 3,7 79,9 236,9 751,1 428,8 0,2 136,9 Azioni/utili reinvestiti 2.338,4 1.124,2 33,4 93,6 987,8 9,2 0,2 56,6 0,9 65,7 181,3 552,1 267,6 0,0 90,0 Debito 746,1 254,8 7,4 21,6 205,8 19,9 0,1 11,3 2,7 14,3 55,6 199,0 161,2 0,2 46,9

Investimenti di portafoglio: attività 4.653,3 1.374,6 68,2 139,3 995,2 101,4 70,5 82,5 42,0 241,9 132,3 1.489,3 630,2 26,8 633,8 Azioni 1.984,2 415,2 11,4 45,9 335,3 22,0 0,5 20,2 39,5 141,6 115,7 634,9 285,3 0,9 330,9 Strumenti di debito 2.669,0 959,4 56,8 93,4 659,9 79,4 70,0 62,3 2,5 100,2 16,6 854,4 344,9 25,9 302,8

Obbligazioni e note 2.232,5 784,2 52,7 78,2 505,4 78,5 69,4 58,6 2,2 63,5 12,9 710,7 303,1 24,8 272,5 Strumenti di mercato monetario 436,6 175,2 4,0 15,1 154,5 0,8 0,7 3,6 0,3 36,7 3,8 143,8 41,8 1,1 30,4

Altri investimenti -239,3 -152,6 -8,7 121,7 54,4 -164,6 -66,0 -45,2 -31,5 -54,7 -73,1 -91,2 -23,3 298,3 Attività 5.241,2 2.581,4 104,4 72,2 2.241,7 152,3 10,8 23,5 35,0 81,3 266,1 838,0 516,8 57,5 841,7

Amministrazioni pubbliche 106,7 21,6 0,8 0,1 10,3 1,2 9,2 0,0 1,8 0,2 0,1 3,1 1,4 38,3 40,4

IFM 3.388,7 1.924,7 86,7 52,1 1.663,2 121,9 0,8 15,0 15,3 45,0 157,5 409,6 353,5 18,7 449,4 Altri settori 1.745,7 635,2 16,9 20,0 568,2 29,2 0,9 8,5 17,9 36,1 108,5 425,3 161,9 0,5 351,9

Passività 5.480,5 2.734,0 259,8 80,9 2.120,0 97,9 175,5 89,5 80,2 112,8 320,7 911,0 608,0 80,8 543,4 Amministrazioni pubbliche 50,9 28,4 0,0 0,3 2,4 0,0 25,6 0,0 0,0 0,5 0,8 6,3 0,3 11,5 3,1

IFM 4.139,4 2.142,0 249,6 58,3 1.659,9 72,4 101,8 81,5 62,2 89,0 247,6 525,1 523,7 66,7 401,7 Altri settori 1.290,2 563,6 10,2 22,3 457,7 25,5 48,0 8,0 18,0 23,3 72,3 379,7 84,0 2,6 138,6

dal 3° trim. 2007 al 2° trim. 2008 Transazioni cumulate

Investimenti diretti 165,4 25,6 2,8 -3,1 7,2 18,7 0,0 -7,2 5,0 6,4 34,3 -18,3 54,9 0,0 64,8 All’estero 389,6 61,2 3,0 -2,2 34,3 26,1 0,0 -3,4 4,6 13,4 43,7 70,3 100,8 0,0 99,1

Azioni/utili reinvestiti 282,5 33,2 1,9 -2,9 18,3 15,9 0,0 -4,4 2,6 5,1 25,6 61,5 92,2 0,0 66,7 Debito 107,2 28,0 1,2 0,6 16,0 10,2 0,0 1,0 1,9 8,4 18,1 8,8 8,6 0,0 32,4

Nell’area dell’euro 224,2 35,6 0,2 0,8 27,2 7,3 0,0 3,9 -0,4 7,1 9,4 88,6 45,9 0,0 34,3 Azioni/utili reinvestiti 135,9 32,9 -0,8 -1,6 34,6 0,7 0,0 1,4 0,1 9,3 4,7 46,1 28,4 0,0 13,0 Debito 88,3 2,7 1,0 2,5 -7,4 6,6 0,0 2,5 -0,5 -2,2 4,7 42,5 17,4 0,0 21,3

Investimenti di portafoglio: attività 345,1 116,1 -0,6 1,7 102,4 8,8 3,7 11,8 -0,4 21,2 -18,8 86,6 17,2 1,1 110,3 Azioni 24,5 -3,4 -1,2 -3,9 0,3 1,1 0,1 4,0 -1,4 -23,3 -18,9 7,6 32,6 -0,2 27,4 Strumenti di debito 320,6 119,5 0,6 5,6 102,1 7,7 3,6 7,8 0,9 44,5 0,1 79,0 -15,4 1,3 82,9

Obbligazioni e note 227,9 69,8 0,8 1,0 58,5 7,1 2,4 8,5 0,4 6,8 1,3 59,2 -5,9 1,3 86,5 Strumenti di mercato monetario 92,7 49,8 -0,2 4,6 43,6 0,6 1,2 -0,7 0,5 37,7 -1,2 19,8 -9,5 0,0 -3,6

Altri investimenti -267,4 -252,0 55,1 3,9 -358,2 50,7 -3,4 0,5 20,3 0,4 -62,8 -165,0 60,6 30,4 100,1 Attività 491,9 24,7 26,4 4,7 -78,6 66,0 6,2 5,0 5,2 14,8 -42,8 189,2 132,9 9,7 153,2

Amministrazioni pubbliche -15,7 -12,0 -1,4 0,1 -11,4 -0,5 1,1 -0,2 0,0 0,0 0,0 0,1 0,0 0,8 -4,4

IFM 256,6 4,5 27,1 4,9 -95,0 62,6 4,9 4,6 1,3 17,0 -45,8 50,5 102,1 8,9 113,4 Altri settori 251,1 32,1 0,6 -0,3 27,8 3,8 0,1 0,6 3,9 -2,2 3,0 138,6 30,8 0,0 44,1

Passività 759,3 276,6 -28,7 0,8 279,6 15,3 9,6 4,5 -15,1 14,4 20,0 354,2 72,2 -20,7 53,2 Amministrazioni pubbliche -4,7 -2,7 0,0 0,0 -1,9 0,0 -0,7 0,0 0,0 0,0 0,1 -0,6 0,1 -1,1 -0,5

IFM 558,9 259,9 -29,4 -1,6 274,9 9,9 6,1 5,1 -15,8 16,1 9,8 213,9 58,2 -19,6 31,4 Altri settori 205,0 19,4 0,7 2,4 6,7 5,4 4,3 -0,5 0,8 -1,7 10,2 140,8 14,0 0,0 22,2

Fonte: BCE.

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STATISTICHEDELL’AREADELL’EURO

Transazioni e posizionicon l’estero

BCEBollettino mensile

Dicembre 2008 ��S

7 .4 Presentaz ione monetar ia de l l a b i l anc ia de i pagament i 1)

(miliardi di euro; transazioni)

Voci di bilancia dei pagamenti che controbilanciano le variazioni nella controparte estera di M3 Permemoria:

transazioninella

controparteesteradi M3

Saldo di contocorrentee contocapitale

Investimenti diretti Investimenti di portafoglio Altri investimenti Strumentifinanziari

derivati

Errorie omissioni

Totaledelle colonne

da 1 a 10All’estero

da residenti(istituzioni

diverse dalle IFM)

Nell’areadell’euro

da nonresidenti

Attività Passività Attività Passivitàistituzioni

diversedalle IFM

Azioni 2) Strumentidi debito 3)

istituzionidiverse

dalle IFM

istituzionidiverse

dalle IFM1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

2005 24,7 -344,2 153,6 -266,4 212,6 265,4 -155,8 151,0 -17,3 -30,4 -6,7 -0,1 2006 19,8 -381,6 264,2 -286,6 239,7 469,7 -225,9 223,7 3,2 -150,5 175,6 200,3 2007 53,2 -428,5 363,4 -184,1 50,3 399,5 -341,3 232,3 -54,1 -77,6 13,2 14,1 2007 3° trim. 18,8 -94,6 78,1 -51,2 1,7 58,8 -130,7 176,2 -15,4 -118,8 -77,1 -67,2 4° trim. 17,3 -107,6 126,1 -19,4 -40,8 33,2 -39,2 0,4 -19,2 61,9 12,7 -6,6 2008 1° trim. -2,4 -139,2 44,3 -21,3 4,8 75,3 -63,0 40,7 -21,0 6,8 -75,0 -84,7 2° trim. -21,4 -17,9 -25,3 -87,5 -36,8 166,1 -2,4 -17,0 -9,1 -65,7 -117,0 -126,9 3° trim. -8,9 -79,3 30,1 8,3 -86,0 105,9 4,4 -18,6 1,6 33,7 -8,8 28,4 2007 set. 7,9 -39,6 18,0 -14,6 3,4 12,2 -152,1 139,0 -3,1 -1,3 -30,2 -24,4 ott. 5,9 -43,1 63,4 -12,5 -24,8 7,7 -26,2 3,6 -2,7 42,4 13,8 11,9 nov. 3,9 -41,3 49,0 -1,2 -7,9 55,5 -15,9 3,4 -11,2 -0,9 33,5 28,6 dic. 7,4 -23,2 13,7 -5,6 -8,1 -30,1 2,9 -6,6 -5,3 20,4 -34,6 -47,1 2008 gen. -12,4 -86,5 28,3 6,4 -9,7 52,8 0,2 26,6 -26,9 7,0 -14,2 -18,1 feb. 12,2 -34,1 15,8 -4,6 18,9 4,2 -36,1 -9,3 2,5 13,1 -17,4 -18,3 mar. -2,2 -18,6 0,2 -23,0 -4,4 18,3 -27,0 23,4 3,4 -13,3 -43,4 -48,2 apr. -4,3 21,8 -40,1 -21,1 -43,1 53,3 -0,1 -12,3 -2,8 -25,5 -74,2 -72,2 mag. -20,0 -11,3 4,5 -44,5 -1,1 48,1 -8,2 0,2 -9,9 -23,7 -65,6 -70,1 giu. 2,8 -28,4 10,4 -21,9 7,4 64,7 5,8 -4,9 3,5 -16,6 22,7 15,4 lug. 2,0 -38,2 12,4 -5,8 -9,5 5,5 -4,4 12,1 2,0 3,7 -20,1 -1,3 ago. -5,5 -9,7 1,2 -1,9 -26,6 7,3 7,6 -9,1 -5,9 35,1 -7,6 -6,7 set. -5,4 -31,4 16,5 16,0 -49,9 93,1 1,2 -21,5 5,4 -5,1 18,9 36,4

transazioni cumulate sui dodici mesi2008 set. -15,5 -344,0 175,2 -119,8 -158,8 380,4 -100,2 5,5 -47,7 36,7 -188,1 -189,8

F34 Principali transazioni di bilancia dei pagamenti sottostanti gli andamenti delle attività nette con l’estero delle IFM 1)

(miliardi di euro; transazioni cumulate sui dodici mesi)

attività nette sull'estero delle IFM saldo di conto corrente e conto capitaleinvestimenti azionari diretti e di portafoglio all'estero effettuati da settori diversi dalle IFMpassività degli investimenti di portafoglio sotto forma di strumenti di debito 3)

-800

-600

-400

-200

0

200

400

600

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008-800

-600

-400

-200

0

200

400

600

Fonte: BCE.1) I dati si riferiscono alla composizione evolutiva dell’area dell’euro. Per ulteriori dettagli, cfr. le Note generali. 2) Escluse le quote e partecipazioni in fondi comuni monetari.3) Esclusi i titoli di debito emessi dalle IFM dell’area dell’euro con scadenza fino a due anni.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008S �0

7.5 Commerc io d i beni

1. Esportazioni e importazioni in valore e in volume, per categoria merceologica 1)

(dati destagionalizzati, salvo diversa indicazione)

Totale (non dest.) Esportazioni (f.o.b.) Importazioni (c.i.f.)

Totale Per memoria: Manufatti

Totale Per memoria:Esporta-zioni

Importa-zioni Beni

intermediBeni

di investi-mento

Beni di consumo

Beniintermedi

Beni di investi-

mento

Beni di consumo

Manufatti Petrolio

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13Valore (miliardi di euro; variazioni percentuali sul periodo corrispondente per le colonne 1 e 2)

2005 7,8 13,4 1.237,7 604,5 271,1 328,6 1.068,3 1.226,9 723,6 210,4 272,9 846,1 187,0 2006 11,7 13,7 1.384,7 687,0 296,4 365,0 1.183,0 1.397,8 856,8 216,5 304,4 943,4 224,6 2007 8,6 6,4 1.504,4 740,6 327,1 395,8 1.277,0 1.484,0 904,4 232,0 326,1 1.016,1 225,4 2007 4° trim. 5,6 7,8 382,0 188,1 82,8 100,3 321,7 381,7 235,2 57,5 82,7 252,1 65,1 2008 1° trim. 6,5 8,4 394,7 194,1 84,0 104,0 331,4 396,3 246,8 57,3 81,6 255,8 70,1 2° trim. 7,4 10,4 395,5 195,7 83,6 102,5 330,9 400,6 254,6 54,3 80,8 252,7 75,2 3° trim. 5,1 12,1 400,4 . . . 329,5 418,2 . . . 259,2 . 2008 apr. 16,3 15,0 135,9 67,5 28,7 35,7 112,7 135,0 84,7 18,6 27,4 84,4 24,0 mag. 2,6 6,3 129,4 63,8 27,2 33,3 108,2 131,3 83,8 17,8 26,6 83,4 24,3 giu. 3,9 10,1 130,3 64,4 27,7 33,5 110,0 134,2 86,1 17,9 26,8 84,9 26,9 lug. 8,9 14,4 134,4 67,2 28,4 34,2 110,3 140,8 90,4 19,3 27,5 86,4 30,6 ago. -3,3 5,5 131,5 65,7 26,5 32,8 110,2 137,2 88,2 18,2 27,0 86,9 28,0 set. 9,1 16,2 134,4 . . . 108,9 140,2 . . . 85,9 .

Indici di volume (non dest.; 2000 = 100; variazioni percentuali sul periodo corrispondente per le colonne 1 e 2)2005 4,7 4,9 123,5 122,7 130,8 121,7 124,6 114,0 110,3 124,8 121,8 117,0 110,6 2006 7,9 6,0 133,5 133,7 140,3 131,2 134,4 121,0 117,9 128,4 131,2 126,1 110,0 2007 6,3 4,9 141,8 139,6 152,7 140,5 142,3 126,7 120,7 141,6 139,6 134,7 108,4 2007 4° trim. 3,5 2,1 143,7 141,5 154,8 142,4 143,9 126,8 119,9 141,1 141,2 134,5 108,4 2008 1° trim. 3,6 -1,8 146,0 142,7 154,3 146,0 146,9 126,1 119,4 139,0 137,4 134,4 109,5 2° trim. 4,9 -1,8 145,3 141,7 154,3 143,6 146,7 123,1 116,3 133,4 138,5 133,3 102,9 3° trim. . . . . . . . . . . . . . 2008 apr. 13,9 4,5 150,6 147,7 158,8 150,2 149,9 127,8 120,7 137,5 141,1 134,1 107,2 mag. 0,8 -5,6 143,3 139,0 151,2 141,4 144,8 121,5 115,3 131,9 137,6 132,6 100,3 giu. 0,5 -4,1 142,0 138,3 152,8 139,2 145,3 120,0 112,9 131,0 137,0 133,4 101,3 lug. 4,7 -2,3 145,3 142,0 155,1 142,4 144,5 121,5 113,7 142,1 137,8 133,5 107,9 ago. -6,9 -10,3 143,0 139,1 146,3 137,9 144,9 118,9 111,9 133,0 134,7 133,1 105,6 set. . . . . . . . . . . . . .

2. Prezzi 2)

(variazioni percentuali sul periodo corrispondente, salvo diversa indicazione)

Prezzi alla produzione nell’industria per le esportazioni (f.o.b.) 3) Prezzi all’importazione dei prodotti industriali (c.i.f.)

Totale (indice

2005=100)

Totale Per memoria: Manufatti

Totale (indice

2005=100)

Totale Per memoria: ManufattiBeni

intermediBeni

di investi-mento

Beni di consumo

Beni energetici

Beni intermedi

Beni di investi-

mento

Beni di consumo

Beni energetici

in perc. del totale 100.0 100,0 32,2 44,2 20,4 3,2 99,5 100,0 100,0 28,4 27,6 23,7 20,4 81,21 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14

Valore (miliardi di euro; variazioni percentuali sul periodo corrispondente per le colonne 1 e 2)2006 102,1 2,1 3,9 0,1 1,1 17,4 2,0 107,3 7,3 7,2 -1,3 1,4 21,0 2,7 2007 103,6 1,4 2,8 1,3 1,3 2,8 1,5 108,4 1,0 2,5 -2,5 0,4 2,2 0,4 2008 1° trim. 105,0 2,0 1,3 0,5 2,3 32,8 1,8 113,9 8,7 0,8 -2,7 1,1 39,1 0,9 2° trim. 106,1 2,4 1,7 0,2 2,8 30,6 2,3 119,7 11,1 0,6 -2,8 1,0 46,8 1,0 3° trim. 107,3 3,3 3,1 0,6 2,7 33,5 3,1 121,6 11,3 3,1 -2,7 1,5 41,8 1,8 2008 mag. 106,2 2,5 1,6 0,5 2,7 29,4 2,4 120,0 11,6 0,4 -2,7 1,0 49,5 1,0 giu. 106,7 2,8 2,2 -0,2 2,7 35,2 2,6 122,9 13,3 1,3 -2,5 1,0 52,9 1,6 lug. 107,5 3,5 3,0 0,6 2,7 38,1 3,2 123,9 13,2 2,0 -2,7 1,1 50,9 1,8 ago. 107,1 3,2 2,9 0,4 2,9 34,6 2,9 121,8 12,1 3,3 -2,9 1,5 46,3 1,8 set. 107,2 3,3 3,3 0,9 2,5 27,8 3,1 119,0 8,5 4,1 -2,3 1,9 28,6 1,9 ott. 106,7 2,9 3,2 1,4 3,2 8,4 2,7 . . . . . . .

Fonte: Eurostat.1) I raggruppamenti dei prodotti seguono la classificazione per destinazione economica (Broad Economic Categories - BEC). A differenza dei raggruppamenti della tavola 1, i beni

intermedi e i beni di consumo comprendono i prodotti agricoli ed energetici.2) I raggruppamenti di prodotti seguono la classificazione delle “principali categorie di prodotti industriali”. A differenza dei raggruppamenti della tavola 1, i beni intermedi e di

consumo non includono i prodotti agricoli ed energetici. Il settore manifatturiero ha una composizione diversa rispetto ai dati indicati nelle colonne 7 e 12 della tavola 1. I dati riportati sono indici dei prezzi che indicano variazioni pure dei prezzi per un paniere di prodotti e non sono semplici rapporti dei valori e dei volumi indicati nella tavola 1, i quali risentono delle variazioni della composizione e della qualità dei beni scambiati. Questi indici differiscono dai deflatori del PIL per le importazioni ed esportazioni (cfr. tavola 3 della sezione 5.1), poichè questi ultimi comprendono tutti i beni e i servizi nonchè anche il commercio transfrontaliero all’interno dell’area dell’euro.

3) I prezzi alla produzione nell’industria per le esportazioni si riferiscono agli scambi diretti tra produttori interni e clienti non-nazionali. A differenza dei dati riportati nella tavola 1 per i valori e i volumi, non sono incluse le esportazioni da parte di grossisti e le reimportazioni.

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STATISTICHEDELL’AREADELL’EURO

Transazioni e posizionicon l’estero

BCEBollettino mensile

Dicembre 2008 ��S

7.5 Commerc io d i beni (miliardi di euro, salvo diversa indicazione; dati destagionalizzati)

3. Scomposizione per area geograficaTotale Unione Europea 27

(paesi esterni all’area dell’euro)Russia Svizzera Turchia Stati

UnitiAsia Africa America

LatinaAltri paesi

Cina GiapponeDanimarca Svezia Regno Unito

Altri paesi

dell’UE1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15

Esportazioni (f.o.b.)2004 1.144,2 25,8 42,1 204,4 133,9 35,9 66,6 31,8 172,7 225,7 40,4 33,3 64,5 40,7 100,1 2005 1.237,7 29,0 45,2 203,3 153,2 43,5 70,7 34,7 185,1 244,2 43,3 34,2 73,4 46,9 108,4 2006 1.384,7 31,7 49,9 216,8 189,9 55,2 77,3 38,8 199,8 271,7 53,7 34,6 77,7 54,4 121,5 2007 1.504,4 33,8 55,2 229,0 221,4 67,1 82,1 41,0 195,0 296,2 60,3 34,2 87,5 61,6 134,5 2007 2° trim. 371,2 8,4 13,8 55,8 54,2 16,7 20,0 9,9 48,8 73,1 14,8 8,8 21,5 15,5 33,5 3° trim. 382,9 8,5 14,2 58,8 56,8 17,3 20,7 10,4 49,4 75,3 15,6 8,5 22,2 15,6 33,7 4° trim. 382,0 8,5 13,7 57,7 57,5 17,5 20,8 10,5 47,3 75,9 15,7 8,2 22,3 15,6 34,6 2008 1° trim. 394,7 8,8 13,9 57,4 60,2 19,2 20,8 11,8 48,4 78,3 16,7 8,5 23,8 16,0 35,9 2° trim. 395,5 8,9 14,1 57,5 61,1 19,4 21,8 11,0 46,5 77,3 16,8 8,4 24,6 16,2 37,2 3° trim. 400,4 . . . . 20,1 21,6 10,7 45,9 76,5 15,9 8,3 26,5 17,9 . 2008 apr. 135,9 2,9 4,6 20,2 20,8 6,5 7,3 3,9 16,4 26,1 5,8 2,8 8,1 5,3 13,8 mag. 129,4 3,0 4,7 18,6 20,0 6,4 7,2 3,6 14,8 25,6 5,4 2,8 8,1 5,4 12,1 giu. 130,3 3,0 4,7 18,8 20,3 6,5 7,3 3,6 15,3 25,6 5,5 2,8 8,4 5,5 11,4 lug. 134,4 3,0 4,7 19,1 20,8 6,7 7,2 3,7 15,0 25,6 5,6 2,8 8,7 5,9 14,0 ago. 131,5 3,0 4,6 18,6 20,6 6,6 7,2 3,5 15,3 25,3 5,2 2,7 8,8 5,8 12,4 set. 134,4 . . . . 6,8 7,3 3,5 15,7 25,6 5,2 2,8 9,0 6,2 .

percentuale delle esportazioni totali2007 100,0 2,2 3,7 15,2 14,7 4,5 5,5 2,7 13,0 19,7 4,0 2,3 5,8 4,1 8,9

Importazioni (c.i.f.)2004 1.075,7 25,4 39,8 144,8 115,5 56,6 53,3 23,2 113,4 309,1 92,4 54,1 72,9 45,2 76,3 2005 1.226,9 26,5 42,3 153,2 127,8 76,2 58,1 25,5 119,8 363,4 118,1 53,2 96,0 53,8 84,1 2006 1.397,8 28,6 47,9 167,2 152,3 95,6 62,3 29,4 125,9 418,6 144,5 57,0 110,5 66,3 93,3 2007 1.484,0 28,5 52,0 168,6 174,8 97,9 67,2 32,4 131,5 450,4 171,2 58,7 114,2 75,0 91,6 2007 2° trim. 363,6 7,2 12,9 42,1 42,8 24,0 16,5 7,9 32,3 109,5 40,5 14,5 27,5 18,4 22,6 3° trim. 376,5 7,4 13,0 43,0 45,0 23,7 17,2 8,2 33,3 114,8 44,5 14,9 28,3 18,9 23,8 4° trim. 381,7 6,9 13,3 42,7 45,2 27,4 16,5 8,3 32,4 113,9 43,4 14,5 31,4 19,5 24,2 2008 1° trim. 396,3 7,2 13,8 43,6 47,6 28,0 16,9 8,3 34,0 116,6 43,5 14,6 33,9 19,6 26,8 2° trim. 400,6 7,7 13,2 41,5 48,4 29,1 17,1 8,3 33,3 116,1 43,8 14,0 36,5 20,5 28,9 3° trim. 418,2 . . . . 32,0 17,7 8,1 34,6 121,8 47,3 14,0 37,7 21,0 . 2008 apr. 135,0 2,7 4,5 14,2 16,5 10,0 5,7 2,8 11,1 38,8 14,6 4,9 12,3 6,9 9,4 mag. 131,3 2,6 4,4 13,5 15,9 9,8 5,6 2,8 11,0 37,9 14,5 4,5 11,6 6,9 9,4 giu. 134,2 2,4 4,3 13,8 16,0 9,3 5,8 2,7 11,2 39,3 14,6 4,6 12,5 6,7 10,0 lug. 140,8 3,0 4,4 14,1 16,1 11,5 6,0 2,7 12,0 40,9 15,6 4,6 12,5 6,8 10,7 ago. 137,2 2,4 4,4 14,1 16,6 10,0 5,8 2,7 11,1 40,8 15,9 4,8 13,2 7,0 9,2 set. 140,2 . . . . 10,5 5,8 2,7 11,5 40,1 15,8 4,6 12,0 7,1 .

percentuale delle importazioni totali2007 100,0 1,9 3,5 11,4 11,8 6,6 4,5 2,2 8,9 30,4 11,5 4,0 7,7 5,1 6,2

Saldo2004 68,5 0,3 2,3 59,6 18,4 -20,7 13,3 8,6 59,3 -83,4 -52,0 -20,8 -8,4 -4,5 23,7 2005 10,7 2,5 2,9 50,0 25,4 -32,7 12,7 9,2 65,2 -119,3 -74,8 -19,1 -22,6 -6,9 24,3 2006 -13,0 3,2 2,0 49,7 37,6 -40,4 15,0 9,4 73,9 -146,8 -90,8 -22,4 -32,7 -11,9 28,2 2007 20,4 5,3 3,2 60,4 46,7 -30,8 14,9 8,6 63,5 -154,2 -110,9 -24,5 -26,7 -13,3 42,8 2007 2° trim. 7,6 1,2 0,9 13,8 11,3 -7,3 3,5 2,0 16,5 -36,4 -25,7 -5,7 -6,0 -2,9 10,9 3° trim. 6,3 1,2 1,2 15,8 11,9 -6,4 3,5 2,1 16,1 -39,5 -28,9 -6,4 -6,1 -3,3 9,9 4° trim. 0,3 1,7 0,5 15,0 12,3 -9,9 4,3 2,2 14,8 -38,0 -27,7 -6,3 -9,1 -3,9 10,4 2008 1° trim. -1,6 1,6 0,1 13,8 12,6 -8,8 3,9 3,5 14,5 -38,3 -26,8 -6,1 -10,1 -3,6 9,1 2° trim. -5,0 1,2 0,8 16,0 12,7 -9,7 4,6 2,7 13,2 -38,8 -27,0 -5,6 -11,9 -4,2 8,4 3° trim. -17,8 . . . . -12,0 3,9 2,6 11,4 -45,3 -31,3 -5,8 -11,2 -3,1 . 2008 apr. 0,8 0,2 0,1 6,0 4,3 -3,5 1,5 1,0 5,2 -12,8 -8,8 -2,1 -4,2 -1,5 4,4 mag. -1,9 0,4 0,3 5,1 4,1 -3,3 1,7 0,8 3,8 -12,4 -9,1 -1,7 -3,6 -1,5 2,7 giu. -3,9 0,6 0,4 4,9 4,3 -2,8 1,4 0,8 4,1 -13,7 -9,1 -1,8 -4,1 -1,2 1,3 lug. -6,4 0,0 0,3 5,0 4,7 -4,8 1,1 1,0 3,0 -15,4 -10,0 -1,9 -3,8 -0,9 3,3 ago. -5,7 0,6 0,2 4,5 4,0 -3,4 1,4 0,8 4,2 -15,4 -10,7 -2,0 -4,4 -1,3 3,2 set. -5,7 . . . . -3,7 1,4 0,8 4,2 -14,5 -10,6 -1,9 -3,0 -0,9 .

Fonte: Eurostat.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008S �2

TASSI DI CAMBIO

TCE-22 TCE-42

Nominale Reale IPC

Reale IPP

Reale deflatore

del PIL

Reale CLUPM

Reale CLUPT

Nominale Reale IPC

1 2 3 4 5 6 7 82005 103,3 104,2 102,5 102,2 102,8 101,1 109,7 103,7 2006 103,6 104,6 103,0 102,1 102,5 100,7 110,0 103,4 2007 107,7 108,3 106,9 106,0 105,3 103,9 114,2 106,6 2007 3° trim. 107,6 108,2 106,8 106,1 105,2 104,0 114,1 106,4 4° trim. 110,5 111,2 109,7 108,6 107,6 106,5 117,0 109,0 2008 1° trim. 112,7 113,1 111,3 110,9 110,7 108,8 119,4 110,8 2° trim. 115,7 115,7 113,2 113,9 114,8 112,3 122,6 113,2 3° trim. 113,7 113,3 110,2 . . . 120,4 110,7 2007 nov. 111,0 111,7 110,0 - - - 117,6 109,6 dic. 111,2 111,7 110,1 - - - 117,6 109,4 2008 gen. 112,0 112,3 110,5 - - - 118,3 109,9 feb. 111,8 111,9 110,5 - - - 118,2 109,5 mar. 114,6 115,0 112,9 - - - 121,5 112,8 apr. 116,0 116,1 114,0 - - - 123,1 113,8 mag. 115,5 115,5 113,0 - - - 122,4 113,0 giu. 115,4 115,4 112,4 - - - 122,4 112,9 lug. 115,8 115,5 112,4 - - - 122,8 113,0 ago. 113,5 113,2 110,1 - - - 120,0 110,3 set. 111,6 111,2 108,0 - - - 118,3 108,6 ott. 107,6 107,4 103,7 - - - 115,1 105,7 nov. 106,8 106,6 102,3 - - - 114,2 104,9

variazione percentuale sul mese precedente2008 nov. -0,8 -0,8 -1,4 - - - -0,7 -0,8

variazione percentuale sull’anno precedente2008 nov. -3,8 -4,6 -7,1 - - - -2,9 -4,3

F35 Tass i d i cambio e f f e t t iv i (medie mensili; indice: 1° trim. 1999 = 100)

F36 Tass i d i cambio b i l atera l i (medie mensili; indice: 1° trim. 1999 = 100)

TCE-22 nominaleTCE-22 reale IPC

70

80

90

100

110

120

130

140

150

1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 200870

80

90

100

110

120

130

140

150

USD/EURJPY/EUR

1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

GBP/EUR

70

80

90

100

110

120

130

140

150

70

80

90

100

110

120

130

140

150

Fonte: BCE.1) Per la definizione dei gruppi di paesi partner commerciali e per altre informazioni, cfr. le Note generali.

88 .1 Tass i d i cambio e f f e t t iv i 1)

(valori medi nel periodo indicato; indice: 1° trim. 1999 = 100)

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STATISTICHEDELL’AREADELL’EURO

Tassi di cambio

BCEBollettino mensile

Dicembre 2008 S ��

8 .2 Tass i d i cambio b i l atera l i (medie nel periodo indicato; unità di valuta nazionale per euro)

Corona danese

Corona svedese

Sterlina britannica

Dollaro statunitense

Yen giapponese

Franco svizzero

Won sud coreano

Dollarodi Hong

Kong

Dollarodi

Singapore

Dollaro canadese

Corona norvegese

Dollaro australiano

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 122005 7,4518 9,2822 0,68380 1,2441 136,85 1,5483 1.273,61 9,6768 2,0702 1,5087 8,0092 1,6320 2006 7,4591 9,2544 0,68173 1,2556 146,02 1,5729 1.198,58 9,7545 1,9941 1,4237 8,0472 1,6668 2007 7,4506 9,2501 0,68434 1,3705 161,25 1,6427 1.272,99 10,6912 2,0636 1,4678 8,0165 1,6348 2008 1° trim. 7,4534 9,3996 0,75698 1,4976 157,80 1,6014 1.430,84 11,6737 2,1107 1,5022 7,9583 1,6533 2° trim. 7,4599 9,3517 0,79286 1,5622 163,35 1,6114 1.590,82 12,1845 2,1346 1,5769 7,9401 1,6559 3° trim. 7,4592 9,4738 0,79504 1,5050 161,83 1,6115 1.600,93 11,7372 2,1010 1,5650 8,0604 1,6955 2008 mag. 7,4609 9,3106 0,79209 1,5557 162,31 1,6247 1.613,18 12,1341 2,1259 1,5530 7,8648 1,6382 giu. 7,4586 9,3739 0,79152 1,5553 166,26 1,6139 1.604,95 12,1425 2,1278 1,5803 7,9915 1,6343 lug. 7,4599 9,4566 0,79308 1,5770 168,45 1,6193 1.604,58 12,3004 2,1438 1,5974 8,0487 1,6386 ago. 7,4595 9,3984 0,79279 1,4975 163,63 1,6212 1.566,23 11,6932 2,1024 1,5765 7,9723 1,6961 set. 7,4583 9,5637 0,79924 1,4370 153,20 1,5942 1.630,26 11,1905 2,0549 1,5201 8,1566 1,7543 ott. 7,4545 9,8506 0,78668 1,3322 133,52 1,5194 1.759,07 10,3368 1,9666 1,5646 8,5928 1,9345 nov. 7,4485 10,1275 0,83063 1,2732 123,28 1,5162 1.783,12 9,8687 1,9183 1,5509 8,8094 1,9381

variazione percentuale sul mese precedente2008 nov. -0,1 2,8 5,6 -4,4 -7,7 -0,2 1,4 -4,5 -2,5 -0,9 2,5 0,2

variazione percentuale sull’anno precedente2008 nov. -0,1 9,0 17,2 -13,3 -24,3 -8,0 32,2 -13,6 -9,7 9,5 10,8 18,4

Corona ceca

Corona estone

Lat lettone

Litas lituano

Fiorino ungherese

Zloty polacco

Corona slovacca

Lev bulgaro

Nuovo leu romeno

Kunacroata

Nuovalira turca

13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 232005 29,782 15,6466 0,6962 3,4528 248,05 4,0230 38,599 1,9558 3,6209 7,4008 1,6771 2006 28,342 15,6466 0,6962 3,4528 264,26 3,8959 37,234 1,9558 3,5258 7,3247 1,8090 2007 27,766 15,6466 0,7001 3,4528 251,35 3,7837 33,775 1,9558 3,3353 7,3376 1,7865 2008 1° trim. 25,564 15,6466 0,6973 3,4528 259,30 3,5759 33,069 1,9558 3,6887 7,2852 1,8036 2° trim. 24,830 15,6466 0,6997 3,4528 248,04 3,4070 31,403 1,9558 3,6521 7,2556 1,9717 3° trim. 24,093 15,6466 0,7045 3,4528 236,07 3,3081 30,312 1,9558 3,5768 7,1827 1,8235 2008 mag. 25,100 15,6466 0,6987 3,4528 247,69 3,4038 31,466 1,9558 3,6583 7,2539 1,9408 giu. 24,316 15,6466 0,7032 3,4528 242,42 3,3736 30,322 1,9558 3,6556 7,2469 1,9206 lug. 23,528 15,6466 0,7035 3,4528 231,82 3,2591 30,319 1,9558 3,5764 7,2297 1,9128 ago. 24,287 15,6466 0,7039 3,4528 235,88 3,2920 30,334 1,9558 3,5271 7,1947 1,7669 set. 24,497 15,6466 0,7060 3,4528 240,68 3,3747 30,283 1,9558 3,6248 7,1223 1,7843 ott. 24,768 15,6466 0,7093 3,4528 260,15 3,5767 30,459 1,9558 3,7479 7,1639 1,9612 nov. 25,193 15,6466 0,7092 3,4528 265,32 3,7326 30,385 1,9558 3,7838 7,1366 2,0342

variazione percentuale sul mese precedente2008 nov. 1,7 0,0 0,0 0,0 2,0 4,4 -0,2 0,0 1,0 -0,4 3,7

variazione percentuale sull’anno precedente2008 nov. -5,8 0,0 1,2 0,0 4,2 2,1 -8,6 0,0 8,9 -2,7 16,3

Real brasiliano 1)

Yuan renmimbi

cinese

Corona islandese

Rupia indonesiana

Ringgit malese

Peso messicano 1)

Dollaro neozelandese

Pesofilippino

Rublorusso

Randsud africano

Bath tailandese

24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 342005 3,0360 10,1955 78,23 12.072,83 4,7119 13,5643 1,7660 68,494 35,1884 7,9183 50,068 2006 2,7333 10,0096 87,76 11.512,37 4,6044 13,6936 1,9373 64,379 34,1117 8,5312 47,594 2007 2,6594 10,4178 87,63 12.528,33 4,7076 14,9743 1,8627 63,026 35,0183 9,6596 44,214 2008 1° trim. 2,6012 10,7268 101,09 13.861,78 4,8325 16,1862 1,8960 61,211 36,3097 11,2736 46,461 2° trim. 2,5882 10,8687 119,09 14.460,45 5,0183 16,2919 2,0129 67,174 36,9108 12,1648 50,437 3° trim. 2,4986 10,2969 125,69 13.868,99 5,0209 15,5214 2,1094 68,422 36,4917 11,7055 50,959 2008 mag. 2,5824 10,8462 117,46 14.436,99 5,0081 16,2402 2,0011 66,895 36,9042 11,8696 49,942 giu. 2,5185 10,7287 123,28 14.445,41 5,0666 16,0617 2,0424 68,903 36,7723 12,3467 51,649 lug. 2,5097 10,7809 123,61 14.442,77 5,1258 16,1119 2,0900 70,694 36,8261 12,0328 52,821 ago. 2,4103 10,2609 122,07 13.700,21 4,9843 15,1269 2,1097 67,307 36,2502 11,4680 50,697 set. 2,5712 9,8252 131,33 13.430,23 4,9461 15,2805 2,1293 67,113 36,3727 11,5899 49,264 ott. 2,9112 9,1071 274,64 13.283,63 4,6895 16,8177 2,1891 63,882 35,2144 12,9341 45,872 nov. 2,8967 8,6950 242,95 14.984,85 4,5682 16,6735 2,2554 62,496 34,7964 12,8785 44,677

variazione percentuale sul mese precedente2008 nov. -0,5 -4,5 -11,5 12,8 -2,6 -0,9 3,0 -2,2 -1,2 -0,4 -2,6

variazione percentuale sull’anno precedente2008 nov. 11,8 -20,2 171,9 10,1 -7,3 4,4 17,3 -1,2 -3,1 30,7 -3,1

Fonte: BCE.1) Per queste valute la BCE calcola e pubblica tassi di cambio di riferimento per l’euro dal 1° gennaio 2008. I dati precedenti vanno intesi come indicativi.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008S ��

INDICATORI PER I PAESI NON APPARTENENTI ALL’AREA DELL’EURO

1. Indicatori economici e finanziariBulgaria Repubblica

CecaDanimarca Estonia Lettonia Lituania Ungheria Polonia Romania Slovacchia Svezia Regno

Unito1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

IACP2006 7,4 2,1 1,9 4,4 6,6 3,8 4,0 1,3 6,6 4,3 1,5 2,3 2007 7,6 3,0 1,7 6,7 10,1 5,8 7,9 2,6 4,9 1,9 1,7 2,3 2008 1° trim. 12,4 7,6 3,2 11,3 16,3 10,8 6,9 4,5 8,0 3,4 3,1 2,4 2° trim. 14,0 6,7 3,7 11,5 17,5 12,3 6,8 4,3 8,6 4,0 3,6 3,4 3° trim. 12,5 6,5 4,6 11,0 15,6 12,0 6,3 4,4 8,2 4,5 4,0 4,8 2008 giu. 14,7 6,6 4,2 11,5 17,5 12,7 6,6 4,3 8,7 4,3 4,0 3,8 lug. 14,4 6,8 4,4 11,2 16,5 12,4 7,0 4,5 9,1 4,4 3,8 4,4 ago. 11,8 6,2 4,8 11,1 15,6 12,2 6,4 4,4 8,1 4,4 4,1 4,7 set. 11,4 6,4 4,5 10,8 14,7 11,3 5,6 4,1 7,3 4,5 4,2 5,2 ott. 11,2 5,7 3,8 10,1 13,7 10,7 5,1 4,0 7,4 4,2 3,4 4,5

Disavanzo (-) o avanzo (+) delle amministrazioni pubbliche, in percentuale del PIL2005 1,9 -3,6 5,2 1,5 -0,4 -0,5 -7,8 -4,3 -1,2 -2,8 2,4 -3,4 2006 3,0 -2,7 5,1 2,9 -0,2 -0,4 -9,3 -3,8 -2,2 -3,5 2,3 -2,7 2007 0,1 -1,0 4,9 2,7 0,1 -1,2 -5,0 -2,0 -2,6 -1,9 3,6 -2,8

Disavanzo (-) o avanzo (+) delle amministrazioni pubbliche, in percentuale del PIL2005 29,2 29,8 36,4 4,5 12,4 18,4 61,7 47,1 15,8 34,2 50,9 42,3 2006 22,7 29,6 30,5 4,3 10,7 18,0 65,6 47,7 12,4 30,4 45,9 43,4 2007 18,2 28,9 26,2 3,5 9,5 17,0 65,8 44,9 12,9 29,4 40,4 44,2

Rendimento dei titoli di Stato a lungo termine, espresso in ragione d’anno, media nel periodo2008 mag. 4,95 4,84 4,42 - 5,93 4,80 8,08 6,10 7,26 4,52 4,18 4,84 giu. 5,17 5,13 4,82 - 6,25 5,33 8,50 6,42 7,15 4,94 4,43 5,16 lug. 5,17 4,90 4,78 - 6,57 5,49 8,11 6,45 7,28 5,06 4,37 5,00 ago. 5,17 4,47 4,49 - 6,60 5,47 7,77 6,11 8,20 4,95 4,11 4,67 set. 5,17 4,42 4,37 - 6,60 5,45 7,99 5,89 8,32 4,98 3,90 4,58 ott. 5,17 4,53 4,43 - 6,60 5,40 9,57 6,35 8,27 4,95 3,57 4,52

Tasso d’interesse a 3 mesi in ragione d’anno, media nel periodo2008 mag. 6,88 4,14 5,14 6,39 5,74 5,17 8,40 6,41 10,87 4,32 4,96 5,83 giu. 7,02 4,21 5,32 6,41 6,15 5,45 8,87 6,58 11,29 4,34 5,02 5,93 lug. 7,19 4,11 5,38 6,37 6,23 5,77 8,99 6,62 11,41 4,33 5,09 5,83 ago. 7,31 3,81 5,38 6,35 6,26 5,75 8,33 6,52 12,11 4,31 5,12 5,77 set. 7,32 3,81 5,42 6,34 6,35 5,80 8,62 6,56 13,00 4,25 5,33 5,91 ott. 7,69 4,19 5,99 6,69 10,03 7,00 8,95 6,80 18,21 4,21 5,27 6,13

PIL a prezzi costanti2006 6,3 6,8 3,3 10,4 12,2 7,8 4,1 6,2 7,9 8,5 4,2 2,8 2007 6,2 6,6 1,6 6,3 10,3 8,9 1,1 6,7 6,0 10,4 2,5 3,0 2008 1° trim. 7,0 5,4 -0,8 0,2 3,3 6,9 1,1 6,1 8,2 9,3 1,7 2,3 2° trim. 7,1 4,6 0,6 -1,1 0,1 5,2 1,6 5,8 9,3 7,9 0,7 1,5 3° trim. . 4,7 -1,4 -3,3 . 2,9 1,0 5,6 9,1 7,0 0,3 .

Saldo della bilancia dei pagamenti in percentuale del PIL2006 -17,1 -2,3 2,9 -14,6 -21,3 -9,5 -7,1 -2,1 -10,5 -7,1 7,8 -3,3 2007 -20,6 -1,2 0,7 -16,9 -21,8 -12,8 -5,1 -3,6 -13,1 -4,7 8,4 -3,6 2008 1° trim. -25,1 4,0 -1,9 -11,2 -17,2 -15,2 -3,2 -3,6 -13,5 -0,5 10,1 -1,3 2° trim. -27,0 -5,0 3,5 -9,3 -12,5 -15,1 -6,1 -3,4 -14,7 -7,6 5,0 -3,2 3° trim. . . 3,7 . . -6,1 . -4,1 -10,3 -3,7 8,1 .

Costo del lavoro per unità di prodotto2006 4,4 1,2 2,2 8,7 15,6 10,2 1,3 0,1 4,8 1,5 -0,4 2,2 2007 14,2 3,1 4,2 19,8 25,0 10,6 4,9 3,1 14,8 0,6 4,7 1,3 2008 1° trim. 16,8 5,2 7,1 19,4 23,5 10,9 - - - 4,4 2,2 1,3 2° trim. 17,7 3,7 3,8 13,8 20,4 11,4 - - - 5,3 0,8 2,2 3° trim. . . . . . . - - - 5,4 2,2 .

Tasso di disoccupazione standardizzato in percentuale della forza lavoro (dest.)2006 9,0 7,2 3,9 5,9 6,8 5,6 7,5 13,9 7,3 13,3 7,0 5,4 2007 6,9 5,3 3,8 4,6 6,0 4,3 7,4 9,6 6,4 11,2 6,1 5,3 2008 1° trim. 6,3 4,5 3,2 4,6 6,3 4,5 7,7 7,8 5,8 10,4 5,9 5,2 2° trim. 5,9 4,4 3,2 4,5 6,2 4,7 7,8 7,3 5,9 10,2 5,8 5,3 3° trim. 5,6 4,4 3,0 6,2 6,6 4,9 7,8 6,7 . 10,1 6,1 . 2008 giu. 5,8 4,4 3,1 4,7 6,2 4,8 7,8 7,1 5,9 10,1 5,8 5,5 lug. 5,7 4,4 3,0 5,6 6,3 5,0 7,7 6,9 . 10,1 5,8 5,6 ago. 5,6 4,3 2,9 6,2 6,6 5,0 7,8 6,7 . 10,1 6,1 5,7 set. 5,6 4,4 3,0 6,8 6,9 4,6 7,9 6,5 . 10,0 6,3 . ott. 5,6 4,4 3,2 7,5 7,2 4,7 8,1 6,4 . 10,0 6,6 .

Fonti: Commissione europea (DG Affari economici e finanziari ed Eurostat); dati nazionali, Reuters ed elaborazioni della BCE.

9 .1 A l t r i S tat i membr i de l l ’UE (variazioni percentuali sul periodo corrispondente, salvo diversa indicazione)

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STATISTICHEDELL’AREADELL’EURO

Indicatori per i paesi

non appartenenti all’area dell’euro

BCEBollettino mensile

Dicembre 2008 ��S

1. Indicatori economici e finanziariIndice

dei prezzi al consumo

Costo del lavoro per unità

di prodotto 1)

(industria manifat- turiera)

PIL a prezzi costanti

Indice della produzione industriale (industria

manifatturiera)

Tasso di disoccupazione standardizzato,

in percentuale della forza

lavoro (dest.)

Aggregato monetario

ampio 2)

Tassosui depositi

interbancari a 3 mesi 3)

Rendimento sui titoli di Stato

decennali a cedola zero

(dati di fine periodo)

Tassodi cambio 4)

(unitàdi valuta

nazionale per euro)

Disavanzo (-)/ Avanzo (+)

di bilancio in percentuale

del PIL

Debito pubblico lordo 5) in

percentuale del PIL

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11Stati Uniti

2004 2,7 0,8 3,6 3,1 5,5 4,7 1,62 4,80 1,2439 -4,4 48,9 2005 3,4 2,2 2,9 4,2 5,1 4,3 3,56 5,05 1,2441 -3,3 49,1 2006 3,2 2,8 2,8 2,8 4,6 5,0 5,19 5,26 1,2556 -2,2 48,5 2007 2,9 2,7 2,0 1,8 4,6 5,7 5,30 4,81 1,3705 -2,9 49,3 2007 3° trim. 2,4 2,0 2,8 2,2 4,7 6,0 5,45 5,34 1,3738 -3,0 48,8 4° trim. 4,0 0,9 2,3 2,5 4,8 5,7 5,02 4,81 1,4486 -3,2 49,3 2008 1° trim. 4,1 0,0 2,5 2,0 4,9 6,3 3,26 4,24 1,4976 -4,0 50,4 2° trim. 4,4 0,7 2,1 -0,2 5,3 6,2 2,75 4,81 1,5622 -5,7 49,6 3° trim. 5,3 2,3 0,7 -3,2 6,0 5,9 2,91 4,58 1,5050 . . 2008 lug. 5,6 - - -1,5 5,7 6,2 2,79 4,80 1,5770 - - ago. 5,4 - - -2,1 6,1 5,3 2,81 4,63 1,4975 - - set. 4,9 - - -6,2 6,1 6,2 3,12 4,58 1,4370 - - ott. 3,7 - - -5,2 6,5 7,4 4,06 4,61 1,3322 - - nov. . - - . . . 2,28 3,23 1,2732 - -

Giappone2004 0,0 -3,2 2,7 4,8 4,7 . 0,05 1,53 134,44 -6,2 156,8 2005 -0,3 -2,1 1,9 1,4 4,4 1,8 0,06 1,66 136,85 -6,7 163,2 2006 0,2 -0,6 2,4 4,5 4,1 1,0 0,30 1,85 146,02 -1,4 159,5 2007 0,1 -1,6 2,1 2,8 3,8 1,6 0,79 1,70 161,25 . . 2007 3° trim. -0,1 -1,4 2,0 2,6 3,8 1,9 0,89 1,88 161,90 . . 4° trim. 0,5 -1,4 1,6 3,4 3,8 2,0 0,96 1,70 163,83 . . 2008 1° trim. 1,0 0,0 1,3 2,3 3,9 2,2 0,92 1,48 157,80 . . 2° trim. 1,4 -0,3 0,7 1,0 4,0 2,0 0,92 1,88 163,35 . . 3° trim. 2,2 . 0,0 -1,3 4,1 2,2 0,90 1,72 161,83 . . 2008 lug. 2,3 - - 2,4 4,0 2,1 0,92 1,77 168,45 - - ago. 2,1 - - -6,9 4,2 2,4 0,89 1,70 163,63 - - set. 2,1 - - 0,2 4,0 2,2 0,91 1,72 153,20 - - ott. 1,7 - - -7,0 . 1,8 1,04 1,59 133,52 - - nov. . - - . . . 0,91 1,45 123,28 - -

F37 P IL a prezz i costant i (variazioni percentuali sul periodo corrispondente; dati trimestrali)

F38 Ind ic i de i prezz i a l consumo (variazioni percentuali sul periodo corrispondente; dati mensili)

area dell'euroStati UnitiGiappone

-2

-1

0

1

2

3

4

5

1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007-2

-1

0

1

2

3

4

5

2008

area dell'euro 6)

Stati UnitiGiappone

-2

-1

0

1

2

3

4

5

6

-2

-1

0

1

2

3

4

5

6

1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

Fonti: dati nazionali (colonne 1, 2 (Stati Uniti), 3, 4, 5 (Stati Uniti), 6, 9 e 10); OCSE (colonna 2 (Giappone)); Eurostat (colonna 5 (Giappone), grafico area dell’euro), Reuters (colonne 7 e 8); elaborazioni della BCE (colonna 11).1) Per gli Stati Uniti, dati destagionalizzati.2) Valori medi; M3 per gli Stati Uniti, M2 + CD per il Giappone.3) Percentuali in ragione d’anno. Per ulteriori informazioni sul tasso sui depositi interbancari a 3 mesi cfr. la sezione 4.6.

4) Per ulteriori informazioni, cfr. sezione 8.2.5) Debito lordo consolidato delle amministrazioni pubbliche (dati di fine periodo).6) I dati si riferiscono alla composizione evolutiva dell’area dell’euro. Per ulteriori dettagli, cfr. le Note generali.

9 .2 Stat i Un i t i e G iappone (variazioni percentuali sul periodo corrispondente, salvo diversa indicazione)

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BCEBollettino mensileDicembre 2008S ��

F1 Aggregati monetari S12 F2 Contropartite S12 F3 Componenti degli aggregati monetari S13 F4 Componenti delle passività finanziarie a lungo termine S13 F5 Prestiti agli intermediari finanziari e alle società non finanziarie S14 F6 Prestiti alle famiglie S15 F7 Prestiti alle amministrazioni pubbliche e ai non residenti nell’area dell’euro S16 F8 Depositi totali per settore (intermediari finanziari) S17 F9 Depositi totali e depositi inclusi in M3 per settore (intermediari finanziari) S17

F10 Depositi totali per settore (società non finanziarie e famiglie) S18 F11 Depositi totali e depositi inclusi in M3 per settore (società non finanziarie e famiglie) S18 F12 Depositi delle amministrazioni pubbliche e dei non residenti nell’area dell’euro S19

F13 Disponibilità in titoli delle IFM S20 F14 Attività totali dei fondi di investimento S24

F15 Consistenze totali ed emissioni lorde di titoli non azionari di residenti nell’area dell’euro S35 F16 Emissioni nette di titoli non azionari, dati destagionalizzati e non destagionalizzati S37 F17 Tassi di crescita sui dodici mesi dei titoli di debito a lungo termine emessi in tutte le valute distinti per settore dell’emittente S38 F18 Tassi di crescita sui dodici mesi dei titoli di debito a breve termine emessi in tutte le valute distinti per settore dell’emittente S39 F19 Variazioni percentuali sui dodici mesi di azioni quotate emesse da residenti nell’area dell’euro S40 F20 Emissioni lorde di azioni quotate distinte per settore dell’emittente S41 F21 Nuovi depositi con durata prestabilita S43 F22 Nuovi prestiti a tasso variabile e determinazione iniziale del tasso fino a 1 anno S43 F23 Tassi di interesse del mercato monetario nell’area dell’euro S44 F24 Tassi di interesse del mercato monetario a 3 mesi S44

F25 Curve dei rendimenti a pronti dell’area dell’euro S45 F26 Spread e tassi di interesse a breve dell’area dell’euro S45 F27 Dow Jones Euro Stoxx (definizione ampia), S&P 500 e Nikkei 225 S46 F28 Disavanzo, fabbisogno e variazione del debito S59 F29 Debito (definizione di Maastricht) S59 F30 Saldi di conto corrente S60 F31 Conto dei beni S60 F32 Conto dei servizi S61 F33 Investimenti diretti e di portafoglio S61 F34 Principali transazioni di bilancia dei pagamenti sottostanti gli andamenti delle attività nette

con l’estero delle IFM S69 F35 Tassi di cambio effettivi S72 F36 Tassi di cambio bilaterali S72 F37 PIL a prezzi costanti S75 F38 Indici dei prezzi al consumo S75

LISTA DELLE FIGURE

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esempio, CtQ è la correzione dovuta a riclassifi-

cazione nel trimestre che termina nel mese t.

Per quelle serie trimestrali per le quali sono ora disponibili dati mensili (vedi la nota suc-cessiva) le transazioni trimestrali possono es-sere derivate come somma delle tre transazioni mensili nel trimestre.

CALCOLO DE I TASS I D I CRESC ITA PER LE SER IE MENS IL I

I tassi di crescita possono essere calcolati, alter-nativamente, dalle transazioni o dai numeri indice delle consistenze corrette. Utilizzando per Ft

M e Lt le definizioni fornite in precedenza, l’indice It delle consistenze corrette nel mese t è definito come:

(e)

La base dell’indice (delle serie non destagionaliz-zate) è attualmente uguale a 100 nel dicembre 2001. Serie storiche dell’indice delle consistenze corrette sono disponibili sul sito Internet della BCE (www.ecb.europa.eu) nella sottosezione Money, banking and financial markets della sezione statistica.

Il tasso di crescita sui dodici mesi at – ovvero la variazione nei dodici mesi che termina nel mese t – può essere calcolata utilizzando alter-nativamente una delle due formule seguenti:

(f)

(g)

Salvo diversa indicazione, i tassi di crescita sui dodici mesi si riferiscono alla fine del periodo indicato. Per esempio, la variazione percentua-le sui dodici mesi per il 2002 è calcolata in (g) dividendo il valore dell’indice in dicembre 2002 per quello in dicembre 2006.

I tassi di crescita su periodi infra-annuali posso-no essere ottenuti mediante un adattamento della

NOTE TECN ICHE

RELAT IVE ALLA TAVOLA R IASSUNT IVA SULL’AREA DELL’EURO

CALCOLO DE I TASS I D I CRESC ITA PER GL I ANDAMENT I MONETAR I

Il tasso medio di crescita per il trimestre che ter-mina nel mese t è calcolato come:

(a)

dove It è l’indice delle consistenze corrette al mese t (cfr. parte seguente). Analogamente, per l’anno che termina nel mese t, il tasso medio di crescita è calcolato come:

(b)

RELAT IVE ALLE TAVOLE DA 2 .1 A 2 .6

CALCOLO DELLE TRANSAZ ION I

Le transazioni mensili sono calcolate come dif-ferenze mensili nelle consistenze corrette per te-nere conto di riclassificazioni, altre rivalutazioni, variazioni dei tassi di cambio e ogni altra varia-zione che non tragga origine da transazioni.

Indicando con Lt le consistenze alla fine del mese t, con Ct

M la correzione dovuta a riclassificazione alla fine del mese t, con Et

M la correzione per la variazione del tasso di cambio e con Vt

M gli ag-giustamenti per le ulteriori rivalutazioni, le tran-sazioni Ft

M nel mese t sono definite come:

(c) Analogamente, le transazioni trimestrali Ft

Q per il tri-mestre che termina nel mese t sono definite come:

(d)

dove Lt–3 rappresenta le consistenze alla fine del mese t–3 (la fine del trimestre precedente) e, ad

10015,05,0

5,05,0

15

2

11212

3

2

1 ×

++

++

−=

−−−

−=

��

���

��

���

���

���

10015,05,0

5,05,0

24

11

11212

12

11

1 ×

++

++

−=

−−−

−=

��

���

��

���

���

���

( ) ��

��

����

�� ������ −−−−= −1

( ) ��

��

����

�� ������ −−−−= −3

+1×=

−−

1

1

��� �

���

100×

+= ∏

= −−

− 1111

0 1� ��

���

� ���

100×

−=−

112�

�� �

��

BCEBollettino mensile

Dicembre 2008 ��S

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formula (g). Ad esempio il tasso di crescita sul mese precedente at

M può essere calcolato come:

(h)

Infine, la media mobile (centrata) su tre mesi del tasso di crescita sui dodici mesi di M3 viene ottenuta come (at+1+at+at–1)/3 dove at è definito come nelle precedenti punti (f) o (g).

CALCOLO DE I TASS I D I CRESC ITA PER LE SER IE TR IMESTRAL I

Definendo FtQ e Lt–3 come in precedenza, l’indi-

ce It delle consistenze corrette riferito al trime-stre che termina nel mese t è definito come:

(i)

Il tasso di crescita sui quattro trimestri che ter-minano nel mese t, cioè at, può essere calcolato utilizzando la formula (g).

DESTAG IONAL IZZAZ IONE DELLE STAT I ST ICHE MONETAR IE PER L’AREA DELL’EURO 1)

La metodologia utilizzata si basa su una scompo-sizione moltiplicativa ottenuta utilizzando X-12-ARIMA 2). La destagionalizzazione può includere una correzione per tenere conto del giorno della settimana con cui termina il mese ed é effettuata, per alcune serie, in maniera indiretta mediante una combinazione lineare di componenti. Questo è il caso, in particolare, di M3, ottenuta median-te aggregazione delle serie destagionalizzate di M1, M2 meno M1 e M3 meno M2.

Le procedure di destagionalizzazione vengono prima applicate all’indice delle consistenze cor-rette 3). Le stime ottenute dai fattori stagionali vengono poi applicate ai livelli e alle correzioni derivanti da riclassificazioni e rivalutazioni per ottenere conseguentemente transazioni destagio-nalizzate. I fattori stagionali (e di correzione per il numero delle giornate di apertura dei mercati)

vengono rivisti con frequenza annuale o qualora ritenuto necessario.

RELAT IVE ALLE SEZ ION I DA 3 .1 A 3 .5

UGUAGL IANZA D I IMP IEGH I E R I SORSE

Nella tavola 3.1 i dati sono conformi a una identità contabile elementare. Per ciò che at-tiene alle transazioni non finanziarie il totale degli impieghi è pari al totale delle risorse per ciascuna categoria di transazioni. Analogamen-te questa identità contabile si riflette anche nel conto finanziario, ovvero per ogni categoria di strumento finanziario, così il totale delle transazioni nelle attività finanziarie è uguale a quello delle transazioni nelle passività. Nel conto delle altre variazioni e nel bilancio finan-ziario, il totale delle attività finanziarie risulta pari al totale delle passività per ciascuna cate-goria di strumento finanziario, con la sola ec-cezione dell’oro monetario e dei diritti speciali di prelievo che, per definizione, non sono una passività per alcun settore.

CALCOLO DE I SALD I

I saldi alla fine di ciascun conto nelle tavole 3.1 e 3.2 sono calcolati nei modi seguenti.

Il saldo commerciale è pari alle importazioni meno le esportazioni di beni e servizi nei con-fronti del resto del mondo relativamente all’area dell’euro.

1) Per ulteriori dettagli, cfr. la pubblicazione della BCE Seasonal adjustment of monetary aggregates and HICP for the euro area dell’agosto 2000 e la sezione statistica del sito Internet della BCE (www.ecb.europa.eu) nella sottosezione Money, banking and financial markets.

2) Per dettagli cfr. D. Findley, B. Monsell, W. Bell, M. Otto e B. C. Chen, New Capabilities and Methods of the X-12-ARIMA Seasonal Adjustment Program, Journal of Business and Economic Statistics, vol. 16, n. 2, 1998, pagg. 127-152, oppure X-12-ARIMA Reference Manual Version 0.2.2, (December 1998), Time Series Staff, Bureau of the Census, Washington, D.C. Per fini interni viene utilizzata anche la metodologia model-based di TRAMO-SEATS. Per dettagli su TRAMO-SEATS, cfr. V. Gomez, e A. Maravall Programs TRAMO and SEATS: Instructions for the User, Banco de España, Working Paper n. 9628 (1996), Madrid.

3) Di conseguenza, per le serie destagionalizzate il livello dell’indice per il periodo base (ad es. dicembre 2001) generalmente non è pari a 100 in quanto incorpora gli effetti stagionali di quel mese.

100×

−=−

11�

��� �

��

+1×=

−−

3

3

��

�� ��

��

BCEBollettino mensileDicembre 2008S �8

Page 182: BOLLETTINO MENSILE - Banca d'Italia · delle quotazioni delle materie prime, nell’ipote-si di un miglioramento del contesto esterno e di un allentamento delle tensioni finanziarie.

tali saldi calcolati a partire rispettivamente dal conto capitale e dal conto finanziario.

Le variazioni nella ricchezza netta sono calcola-te come variazioni nella ricchhezza netta dovute a risparmi e a trasferimenti di capitale più altre variazioni nella ricchezza finanziaria netta. Tale saldo attualmente esclude le altre variazioni nel-le attività non finanziarie a causa della indispo-nibilità di dati.

La ricchezza finanziaria netta è calcolata come totale delle attività finanziarie meno totale delle passività, laddove le variazioni nella ricchez-za finanziaria netta sono pari alla somma delle variazioni nella ricchezza finanziaria dovute a transazione (accreditamento/indebitamento net-to dal conto finanziario) e delle altre variazioni nella ricchezza finanziaria netta.

Infine, le variazioni nella ricchezza finanziaria dovute a transazioni sono calcolate come totale delle transazioni nelle attività finanziarie meno totale delle transazioni nelle passività; le altre variazioni nella ricchezza finanziaria netta sono calcolate come il totale delle altre variazioni nelle attività finanziarie meno il totale delle al-tre variazioni nella passività.

RELAT IVE ALLE SEZ ION I 4 .3 E 4 .4

CALCOLO DE I TASS I D I CRESC ITA PER I T I TOL I D I DEB ITO E LE AZ ION I QUOTATE

I tassi di crescita sono calcolati sulla base delle transazioni finanziarie e non includono, dunque, riclassificazioni, rivalutazioni, variazioni dei tassi di cambio e ogni altra variazione che non tragga origine da transazioni. Essi possono es-sere calcolati, alternativamente, dalle transazioni o dai numeri indice delle consistenze nozionali. Indicando con Nt

M le transazioni (emissioni net-te) nel mese t e con Lt il livello delle consisten-ze nozionali alla fine del mese t, l’indice It delle consistenze corrette nel mese t è definito come:

(j)

Il margine operativo lordo e reddito misto è de-finito solo per i settori residenti e viene calcola-to come valore aggiunto lordo (prodotto interno lordo a prezzi di mercato per l’area dell’euro) meno redditi da lavoro dipendente (impieghi( meno altre imposte sulla produzione al netto dei trasferimenti (impieghi) meno consumo di capi-tale fisso (impieghi).

Il reddito nazionale netto è definito solo per i set-tori residenti. È calcolato come somma di mar-gine operativo lordo e reddito misto più i redditi da lavoro dipendente (risorse) più imposte sulla produzione al netto dei trasferimenti più i reddi-ti da capitale (risorse meno impieghi).

Anche il reddito netto disponibile è definito solo per i settori residenti ed è pari al reddito naziona-le netto più imposte correnti sul reddito e sul pa-trimonio (risorse meno impieghi) più i contributi sociali netti (risorse meno impieghi) più le presta-zioni sociali nette diverse dai trasferimenti sociali in natura (risorse meno impieghi) più gli altri tra-sferimenti correnti netti (risorse meno impieghi).

Il risparmio netto è definito solo per i settori residenti ed è calcolato come il reddito netto di-sponibile più la correzione per i diritti fissi delle famiglie sulle riserve dei fondi pensione (risorse meno impieghi) meno le spese per consumi fi-nali (impieghi). Per il resto del mondo, il conto corrente verso l’estero viene compilato come somma del saldo commerciale più tutti i redditi netti (risorse meno impieghi).

L’accreditamento netto/indebitamento netto vie-ne calcolato a partire dal conto capitale come risparmio netto più trasferimenti netti in conto capitale (risorse meno impieghi) meno i inve-stimenti fissi lordi meno le acquisizioni al netto delle cessioni di attività non finanziarie non pro-dotte (impieghi) più il consumo di capitale fisso (risorse). Esso può risultare anche dal conto fi-nanziario come saldo fra totale delle transazio-ni nelle attività finanziarie meno il totale delle passività (noto anche come variazione della ric-chezza finanziaria netta dovuta a transazioni). Per i settori delle famiglie e delle società non finanziarie esiste una discrepanza statistica fra

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Dicembre 2008 ��S

STATISTICHEDELL’AREADELL’EURO

Notetecniche

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DESTAGIONALIZZAZIONE DELLE STATISTICHE SULLE EMISS ION I D I T I TOL I 4)

La metodologia utilizzata si basa su una scom-posizione moltiplicativa ottenuta utilizzando X-12-ARIMA 2). La destagionalizzazione è effet-tuata, per le emissioni totali di titoli, in maniera indiretta mediante una combinazione lineare di componenti per settore e per scadenza.

Le procedure di destagionalizzazione vengono prima applicate all’indice delle consistenze no-zionali. Le stime ottenute dai fattori stagionali vengono poi applicate alle consistenze, dalle quali si derivano le emissioni nette destagiona-lizzate. I fattori stagionali vengono rivisti con frequenza annuale o qualora ritenuto necessario.

Similmente a quanto riportato nelle formule l) e M), il tasso di crescita per il mese t – ovvero, la variazione intervenuta nei sei mesi che terminano nel mese t – può essere calcolata utilizzando alter-nativamente una delle due formule seguenti:

(o)

(p)

RELAT IVE ALLA TAVOLA 1 DELLA SEZ IONE 5 .1

DESTAG IONAL IZZAZ IONE DELLO IAPC 4)

La metodologia utilizzata si basa su una scom-posizione moltiplicativa ottenuta utilizzando X-12-ARIMA (cfr. nota 2 alla pag. S72). La de-stagionalizzazione dello IAPC complessivo per l’area dell’euro viene effettuata indirettamente aggregando le serie destagionalizzate per l’area dell’euro relative agli alimentari trasformati, agli alimentari non trasformati, ai beni industria-

Come base, l’indice è posto uguale a 100 nel dicembre 2001. Il tasso di crescita per il mese t – ovvero, la variazione intervenuta nei dodi-ci mesi che terminano nel mese t – può essere calcolata utilizzando alternativamente una delle due formule seguenti:

(k)

(l)

Il metodo per calcolare i tassi di crescita per i titoli diversi dalle azioni è identico a quel-lo utilizzato per gli aggregati monetari con la sola differenza che, nel caso in questione, si utilizza “N” anziché “F”. Tale differenza è motivata dalla necessità di distinguere i diver-si modi di ottenere le “emissioni nette” e le equivalenti “transazioni” utilizzate per gli ag-gregati monetari.

Il tasso medio di crescita per il trimestre che ter-mina nel mese t è calcolato come:

(m)

dove It è l’indice delle consistenze nozionali al mese t. Analogamente, per l’anno che termina nel mese t, il tasso medio di crescita è calcolato come:

(n)

La formula di calcolo adoperata per la Sezione 4.3 viene usata anche per la Sezione 4.4 ed è parimenti basata su quella utilizzata per gli ag-gregati monetari. La Sezione 4.4 si riferisce a valori di mercato ed effettua i calcoli sulla base delle transazioni finanziarie, che escludono ri-classificazioni, rivalutazioni ed ogni altra varia-zione non riconducibile a transazioni. Le varia-zioni del tasso di cambio non vengono incluse in quanto tutte le azioni quotate cui ci si riferisce sono denominate in euro.

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4) Per ulteriori dettagli, cfr. la pubblicazione della BCE Seasonal adjustment of monetary aggregates and HICP for the euro area dell’agosto 2000 e la sezione statistica del sito Internet della BCE (www.ecb.europa.eu) nella sottosezione Money, banking and financial markets.

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BCEBollettino mensile

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li non energetici e ai servizi. La componente dei beni energetici viene aggiunta come serie grezza in quanto non vi è evidenza di un andamento sta-gionale. I fattori stagionali vengono rivisti con frequenza annuale o qualora ritenuto necessario.

RELAT IVE ALLA TAVOLA 2 DELLA SEZ IONE 7 .1

DESTAGIONALIZZAZ IONE DEL CONTO CORRENTE DELLA B ILANCIA DE I PAGAMENTI

La metodologia utilizzata si basa su una scom-posizione moltiplicativa ottenuta utilizzando X-12-ARIMA (cfr. nota 2 alla pag. S72). I dati grezzi sui beni, sui servizi e sui redditi vengono preliminarmente corretti per tener conto degli effetti del numero delle giornate lavorative. La correzione per il numero di giornate lavorative nel conto corrente dei beni e in quello dei servizi tiene conto delle festività nazionali dei singoli paesi. La destagionalizzazione per queste voci viene effettuata utilizzando tali serie preliminar-mente corrette. La destagionalizzazione del con-

to corrente totale viene effettuata aggregando le serie destagionalizzate relative ai beni, ai servizi, ai redditi e ai trasferimenti correnti dell’area del-l’euro. I fattori stagionali (e quelli relativi alle giornate lavorative) vengono rivisti con frequen-za semestrale o qualora ritenuto necessario.

RELAT IVE ALLA SEZ IONE 7 .3

CALCOLO DEI TASS I D I CRESC ITA PER LE SERIE TR IMESTRAL I E ANNUALI

Il tasso di crescita sui dodici mesi per il trime-stre t si calcola sulla base delle posizioni (Lt) e delle transazioni trimestrali (Ft), utilizzando la seguente formula:

(q)

Il tasso di crescita per le serie annuali equiva-le al tasso di crescita dell’ultimo quadrimestre dell’anno.

STATISTICHEDELL’AREADELL’EURO

Notetecniche

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NOTE GENERAL I

La sezione Statistiche dell’area dell’euro del Bol-lettino mensile contiene statistiche riguardanti l’area dell’euro nel suo insieme. Serie temporali più dettagliate e più lunghe, con ulteriori note espli-cative, sono disponibili nella sezione “Statistics” del sito Internet della BCE (www.ecb.europa.eu). Sul sito è possibile avere facilmente accesso ai dati mediante il Data Warehouse statistico del-la BCE (http://sdw.ecb.europa.eu/), predisposto con strumenti di ricerca e di download. Ulterio-ri strumenti sono disponibili nella sottosezione “Data services”, fra i quali l’abbonamento a di-versi set di dati e un archivio di file compressi in formato Comma Separated Value (CSV). Per ulteriori informazioni è possibile contattarci al-l’indirizzo di posta elettronica [email protected].

In generale, le statistiche riportate nel Bollettino mensile sono aggiornate al giorno precedente la prima riunione del mese del Consiglio direttivo della BCE. Per la presente edizione, esse sono aggiornate al 3 dicembre 2008.

Tutti i dati relativi al 2008 si riferiscono agli Euro 15 (ovvero all’area dell’euro, inclusi Cipro e Malta) per tutte le serie, salvo diversa indica-zione. Per i tassi di interesse, le statistiche mo-netarie e l’indice armonizzato dei prezzi al con-sumo (IAPC) – nonché, per ragioni di coerenza, per le componenti e controparti di M3 e per le componenti dello IAPC – le serie statistiche si riferiscono all’area dell’euro nella sua composi-zione evolutiva. Ove necessario, ciò è indicato in note a piè di pagina nelle tavole. In tali casi, ove i dati sottostanti siano disponibili, le varia-zioni assolute e in percentuale per il 2001, 2007 e 2008, calcolate rispettivamente su basi nel 2000, 2006 e 2007, utilizzano serie che tengono conto dell’impatto dovuto all’ingresso, nell’or-dine, della Grecia, della Slovenia e di Cipro e Malta nell’area dell’euro. Dati storici relativi all’area dell’euro anteriori all’ingresso di Cipro e Malta sono disponibili sul sito Internet della BCE all’indirizzo: http://www.ecb.europa.eu/ stats/services/downloads/html/index.en.html.

Le serie statistiche che fanno riferimento alla composizione evolutiva dell’area dell’euro si

basano sulla quella che era la composizione del-l’area nel periodo al quale le stesse si riferiscono. Pertanto, i dati antecedenti il 2001 si riferiscono agli Euro 11, ovvero, ai seguenti 11 stati mem-bri dell’UE: Belgio, Germania, Irlanda, Spagna, Francia, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Au-stria, Portogallo e Finlandia. I dati dal 2001 al 2006, si riferiscono agli Euro 12, ovvero gli Euro 11 più la Grecia. I dati del 2007 si riferiscono agli Euro 13, ovvero gli Euro 12 più la Slovenia, mentre i dati a partire dal 2008 si riferiscono agli Euro 15, ovvero gli Euro 13 più Cipro e Malta.

Poiché la composizione dell’ECU include mo-nete di Stati membri che non hanno adottato la moneta unica, gli importi riferiti a periodi pre-cedenti il 1999 – originariamente espressi nelle monete nazionali dei paesi partecipanti e conver-titi in ECU utilizzando i tassi di cambio corren-ti – sono influenzati dalle variazioni dei tassi di cambio di mercato dei paesi non partecipanti. Per evitare tale effetto sulle statistiche monetarie, i dati anteriori al 1999 nelle sezioni dalla 2.1 alla 2.8 sono espressi in unità convertite dalle monete nazionali ai tassi di cambio fissi irrevocabili con l’euro adottati il 31 dicembre 1998. Salvo diversa indicazione, le statistiche relative ai prezzi e ai costi anteriori al 1999 si basano su dati espressi in termini di moneta nazionale.

Laddove necessario, sono stati utilizzati metodi di aggregazione e/o consolidamento (compreso il consolidamento tra paesi).

I dati più recenti sono in molti casi provvisori e potranno essere rivisti in futuro. Eventuali di-screpanze tra i totali e la somma delle loro com-ponenti possono derivare da arrotondamenti.

Il gruppo “Altri Stati membri dell’UE” è costi-tuito da: Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Lettonia, Lituania, Ungheria, Polonia, Romania, Slovacchia, Svezia e Regno Unito.

Nella maggioranza dei casi, la terminologia im-piegata nelle tavole è coerente con gli standard definiti a livello internazionale, come quelli del Sistema europeo di contabilità nazionale del 1995 (SEC 95) e il Manuale di bilancia dei pa-

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gamenti dell’FMI. Le transazioni fanno riferi-mento a scambi volontari (misurati direttamente o derivati), mentre i flussi includono anche va-riazioni delle consistenze dovuti a cambiamenti di prezzo o tasso di cambio, rivalutazioni e altre variazioni.

Nelle tavole, la locuzione “fino a n anni” equivale a “non superiore a n anni”.

PR INC IPAL I IND ICATOR I

L’andamento dei principali indicatori economici per l’area dell’euro è sintetizzato in una tavola riassuntiva.

STAT I ST ICHE SULLA POL IT ICA MONETAR IA

La sezione 1.4 riporta le statistiche riguardanti ri-serva obbligatoria e fattori di liquidità. I periodi di mantenimento della riserva iniziano il giorno di regolamento della prima operazione di rifi-nanziamento principale successiva alla riunio-ne mensile in cui il Consiglio valuta la politica monetaria, per concludersi il giorno precedente la corrispondente data di regolamento del mese successivo. Le osservazioni a cadenza annuale e trimestrale si riferiscono ai valori medi dell’ultimo periodo di mantenimento delle riserve dell’anno/trimestre.

La tavola 1 nella sezione 1.4 mostra le compo-nenti delle passività delle istituzioni creditizie soggette a obbligo di riserva. Le passività ver-so altre istituzioni creditizie dell’area dell’euro soggette all’obbligo di riserva, verso la BCE e le banche centrali nazionali (BCN) partecipanti sono escluse dall’aggregato soggetto a riserva. Se una istituzione creditizia non è in grado di fornire evidenza dell’ammontare delle proprie emissioni di obbligazioni con scadenza fino a 2 anni detenu-te dalle istituzioni indicate, può dedurre una cer-ta percentuale di queste passività dall’aggregato soggetto a riserva. La percentuale per il calcolo delle passività soggette a riserva era pari al 10 per cento fino a novembre 1999, al 30 per cento nei mesi successivi.

La tavola 2 riporta i dati medi relativi ai perio-di di mantenimento già terminati. L’ammontare della riserva dovuta da ogni istituzione crediti-zia è calcolato, in primo luogo, applicando alle passività soggette il corrispondente coefficiente di riserva, usando i dati di bilancio di fine mese. Successivamente, ogni istituzione creditizia sot-trae da tale ammontare una franchigia fissa di 100.000 euro. Gli ammontari positivi delle riser-ve dovute sono poi aggregati per il complesso dell’area dell’euro (colonna 1). I saldi di conto corrente si riferiscono alla media giornaliera ag-gregata dei saldi di conto corrente delle istitu-zioni creditizie, comprensivi di quelli necessari al rispetto degli obblighi di riserva (colonna 2). Le riserve in eccesso sono pari alla media nel periodo dei saldi di conto corrente nel periodo di mantenimento in eccesso delle riserve dovute (colonna 3). Le inadempienze sono calcolate per le istituzioni creditizie che non hanno rispettato i loro obblighi di riserva come differenza media tra i saldi di conto corrente e le riserve dovu-te nel periodo di mantenimento (colonna 4). Il tasso di remunerazione della riserva obbligato-ria (colonna 5) è pari alla media, nel periodo di mantenimento, del tasso della BCE (ponderato secondo il numero dei giorni di calendario) sulle operazioni principali di rifinanziamento dell’Eu-rosistema (ORP) (cfr. sezione 1.3).

La tavola 3 mostra la posizione di liquidità del sistema bancario, definita come il saldo dei conti correnti in euro detenuti dalle istituzioni credi-tizie situate nell’area dell’euro presso l’Eurosi-stema. Gli ammontari sono derivati dal bilancio consolidato dell’Eurosistema. Le altre operazio-ni di assorbimento della liquidità non includono l’emissione di certificati di debito da parte del-le BCN iniziata nella Seconda fase dell’UEM (colonna 7). Gli altri fattori netti (colonna 10) rappresentano il saldo delle rimanenti voci del bilancio consolidato dell’Eurosistema. I conti correnti delle istituzioni creditizie (colonna 11) sono pari alla somma dei fattori di creazione di liquidità (colonne da 1 a 5) meno la somma dei fattori di assorbimento di liquidità (colonne da 6 a 10). La base monetaria (colonna 12) è calco-lata come somma dei depositi overnight presso la banca centrale (colonna 6), delle banconote

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e monete in circolazione (colonna 8) e dei sal-di di conto corrente delle istituzioni creditizie (colonna 11).

MONETA, BANCHE E FONDI D’ INVESTIMENTO

La sezione 2.1 riporta il bilancio aggregato del settore delle istituzioni monetarie e finanziarie (IFM), ovvero la somma dei bilanci armonizza-ti di tutte le IFM residenti nell’area dell’euro. Le IFM includono le banche centrali, le istitu-zioni creditizie come definite nella legislazione comunitaria, i fondi comuni monetari e le altre istituzioni la cui attività consista nel ricevere da soggetti diversi dalle IFM depositi e/o strumenti facilmente sostituibili a essi e nel concedere cre-diti e/o effettuare investimenti in titoli per conto proprio (almeno in termini economici). Un elenco completo delle IFM viene pubblicato sul sito In-ternet della BCE.

La sezione 2.2 presenta il bilancio consolidato del settore delle IFM che è ottenuto nettando il bilancio aggregato dalle posizioni fra IFM del-l’area dell’euro. In conseguenza di alcune diso-mogeneità nelle prassi di registrazione conta-bile la somma delle posizioni fra IFM può non risultare necessariamente pari a zero; il saldo si trova nella colonna 10 dal lato delle passivi-tà della sezione 2.2. La sezione 2.3 presenta gli aggregati monetari e le contropartite dell’area dell’euro. Questi dati sono derivati dal bilancio consolidato delle IFM e includono le posizioni delle istituzioni diverse dalle IFM residenti nel-l’area dell’euro nei confronti delle IFM residenti nell’area; essi tengono anche conto di talune atti-vità/passività delle amministrazioni centrali. Le statistiche sugli aggregati monetari e sulle con-tropartite sono presentate con riferimento a dati destagionalizzati e corretti per i giorni di aper-tura dei mercati. Nelle passività verso l’esterno dell’area, riportate nelle sezioni 2.1 e 2.2, sono inserite le posizioni detenute dai non residenti nell’area dell’euro di i) quote/unità emesse da fondi di mercato monetario dell’area dell’euro e di ii) titoli di debito emessi con scadenza fino a 2 anni da IFM site nell’area dell’euro. Nella se-zione 2.3 queste poste sono tuttavia escluse dagli

aggregati monetari e confluiscono nella voce “at-tività nette verso l’estero”.

La sezione 2.4 fornisce un’analisi per settore, per tipo e per scadenza originaria dei prestiti concessi da IFM diverse dall’Eurosistema (il si-stema bancario) residenti nell’area dell’euro. La sezione 2.5 presenta un’analisi settoriale e per tipo di strumento dei depositi detenuti presso il sistema bancario dell’area dell’euro. La sezione 2.6 riporta i titoli detenuti dal sistema bancario dell’area dell’euro per tipo di emittente.

Le sezioni da 2.2 a 2.6 comprendono transazio-ni corrette per tenere conto di riclassificazioni, rivalutazioni, variazioni dei tassi di cambio e di ogni altra variazione non derivante da transazio-ni. La sezione 2.7 presenta alcuni tipi di rivaluta-zioni utilizzati nella derivazione delle transazio-ni. Le tavole da 2.2 a 2.6 forniscono anche tassi di crescita in termini di variazioni percentuali sui dodici mesi basate sulle transazioni. La sezione 2.8 presenta una scomposizione trimestrale per valuta di alcune voci del bilancio delle IFM.

I dettagli delle definizioni di settore sono forniti nella pubblicazione: Money and Banking Statistics Sector Manual – Guidance for the statistical classification of customers (BCE, novembre 1999). Nel documento: Guidance Notes to the Regulation ECB/2001/13 on the MFI Balance Sheet Statistics (BCE, novembre 2002) sono il-lustrate le procedure suggerite alle BCN per la compilazione dei dati. Dal 1° gennaio 1999 le in-formazioni statistiche vengono raccolte e compi-late sulla base del Regolamento della BCE con-cernente il bilancio consolidato del settore delle istituzioni finanziarie monetarie 1) (BCE/1998/16) e delle ultime integrazioni, contenute nel Rego-lamento BCE/2003/10 2).

In accordo con tale Regolamento, la voce del bi-lancio “titoli del mercato monetario” è stata fusa con la voce “obbligazioni” per le attività e per le passività del bilancio delle IFM.

1) G.U. L. 356 del 30.12.1998, pag. 7.2) G.U. L. 250 del 2.10.2003, pag. 19.

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STATISTICHEDELL’AREADELL’EURO

Notegenerali

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La sezione 2.9 riporta le consistenze in essere a fine trimestre relative al bilancio dei fondi di in-vestimento dell’eurosistema (esclusi i fondi co-muni monetari). Il bilancio è in forma aggregata e include pertanto fra le passività le quote/parteci-pazioni detenute dai fondi di investimento in altri fondi di investimento. Le attività/passività totali sono disaggregate per strategia d’investimento (fondi azionari, fondi obbligazionari, fondi misti, fondi immobiliari e altri fondi) e per tipo di inve-stitore (fondi aperti al pubblico e fondi riservati a investitori specializzati). La sezione 2.10 riporta il bilancio aggregato per ciascun settore di fondo per politica d’investimento e tipo di investitore.

CONT I DELL’AREA DELL’EURO

Nella Sezione 3.1 vengono riportati i conti trime-strali aggregati per l’area dell’euro. Questi forni-scono informazioni esaustive sull’attività econo-mica di famiglie (incluse le istituzioni non a fini di lucro a servizio delle famiglie), società non finanziarie e pubbliche amministrazioni nonché sulle interazioni fra tali settori, l’area dell’euro e il resto del mondo. I dati riportati, non destagio-nalizzati e a prezzi correnti, si riferiscono all’ul-timo trimestre disponibile e vengono presentati in base ad una sequenza semplificata di conti conforme al quadro di riferimento metodologico del Sistema Europeo dei Conti 1995 (SEC 95).

In breve, la sequenza di conti (transazioni) inclu-de: 1) la formazione del conto dei redditi, che dà conto di come l’attività produttiva si trasforma in varie categorie di reddito; 2) l’allocazione del conto dei redditi primari, che registra entrate e spese relative a varie forme di reddito da capita-le (per l’economia nel suo insieme, il saldo del conto dei redditi primari e il reddito nazionale); 3) la distribuzione secondaria del conto dei red-diti, che illustra come il reddito nazionale di un settore istituzionale subisca variazioni a causa dei trasferimenti correnti; 4) l’utilizzo del conto dei redditi, che dà conto di come il reddito di-sponibile viene speso per consumi o risparmiato; 5) il conto capitale, che presenta come i risparmi e i trasferimenti netti di capitale vengano spesi nell’acquisizione di attività non finanziarie (il

saldo del conto capitale è l’accreditamento netto/indebitamento netto); 6) il conto finanziario che registra le acquisizioni nette di attività finanzia-rie e la variazione netta delle passività. Dal mo-mento che ciascuna transazione non finanziaria si riflette in una transazione finanziaria, il saldo del conto finanziario concettualmente è anch’es-so pari all’accreditamento netto / indebitamento netto che risulta dal conto capitale.

Inoltre, vengono presentati i bilanci di apertura e di chiusura che forniscono una istantanea della ricchezza finanziaria di ciascun singolo settore in un preciso momento. Infine, vengono riportate anche le altre variazioni nelle attività e passività finanziarie (ad esempio, quelle risultanti dall’ef-fetto delle variazioni dei prezzi delle attività).

La copertura per settore del conto finanziario e del bilancio finanziario e più dettagliata per le società finanziarie, per le quali è presente una scomposizione fra IFM, altri intermediari finan-ziari (che include gli ausiliari finanziari) e so-cietà di assicurazione e fondi pensione.

La sezione 3.2 riporta i flussi cumulati di quat-tro trimestri (transazioni) per i cosiddetti con-ti non finanziari dell’area dell’euro (ovvero, i conti precedentemente identificati con i numeri da 1) a 5) sempre in base alla sequenza di conti semplificata.

La sezione 3.3 contiene i flussi cumulati di quat-tro trimestri (transazioni e altre variazioni) per i redditi delle famiglie, per i conti della spesa e dell’accumulazione e le consistenze in essere per i conti del bilancio finanziario, presentati in uno schema più analitico. Le transazione specifiche del settore e i saldi sono disposti in maniera tale da fornire una visione più chiaramente interpre-tabile delle decisioni di finanziamento e di inve-stimento delle famiglie, pur rispettando le identi-tà contabili riportate nelle sezioni 3.1 e 3.2.

La sezione 3.4 riporta flussi cumulati di quattro trimestri (transazioni) per i redditi e i conti del-l’accumulazione delle società non finanziarie, e le consistenze in essere per i conti del bilancio finanziario, presentati in maggiore analisi.

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La sezione 3.5 contiene i flussi cumulati di quattro trimestri (transazioni e altre variazioni) e consistenze in esserre pre i bilanci finanziari e per le società di assicurazione e fondi pensione.

MERCAT I F INANZ IAR I

Le serie statistiche sui mercati finanziari per l’area dell’euro coprono gli stati membri della UE che hanno adottato l’euro relativamente al periodo al quale esse si riferiscono (composizio-ne evolutiva); fanno eccezione le statistiche sulle emissioni di titoli per le quali i dati si riferiscono agli Euro 13 (ovvero, gli Euro 15 più Cipro e Malta) per l’intera serie (composizione fissa).

Le statistiche sui titoli non azionari e sulle azio-ni quotate (sezioni da 4.1 a 4.4) sono realizzate dalla BCE mediante dati provenienti dal SEBC e dalla BRI. La sezione 4.5 riporta i tassi di inte-resse applicati dalle IFM sui depositi e i prestiti denominati in euro a soggetti residenti nell’area. Le statistiche sui tassi di interesse del mercato monetario, sui rendimenti dei titoli di Stato a lungo termine e sugli indici del mercato azio-nario (sezioni da 4.6 a 4.8) sono prodotte dalla BCE con dati tratti dai servizi di informazione su rete telematica.

Le statistiche sulle emissioni di titoli includono i titoli non azionari (titoli di debito) che sono ri-portate nelle tavole 4.1, 4.2 e 4.3 nonché le azio-ni quotate che sono riportate nella sezione 4.4. I titoli di debito sono suddivisi in titoli a breve e a lungo termine. I titoli “a breve termine” com-prendono quelli con scadenza originaria fino a un anno (fino a due anni in casi eccezionali). Le emissioni di titoli di debito a lungo termine sono ulteriormente suddivise fra tasso fisso e tasso va-riabile. Quelle a tasso fisso si riferiscono a titoli per i quali il tasso della cedola non varia per tutta la vita degli stessi. Quelle a tasso variabile inclu-dono tutti i titoli per i quali il valore della cedola viene periodicamente rideterminato in base a un indice o a un tasso di interesse di riferimento in-dipendente. Sono classificati come “a lungo ter-mine”: i titoli con scadenza originaria superiore a un anno; quelli con date di scadenza opzionali,

la più lontana delle quali eccede un anno; quelli con scadenza indefinita. Si stima che tali statisti-che coprano circa il 95 per cento delle emissioni totali da parte di residenti nell’area dell’euro. I titoli denominati in euro indicati nelle sezioni 4.1, 4.2 e 4.3 includono anche voci espresse nel-le denominazioni nazionali dell’euro.

La sezione 4.1 riporta i titoli non azionari distinti per scadenza originaria, residenza dell’emittente e valuta di denominazione. Essa contiene i dati sulle consistenze, sulle emissioni lorde e nette di titoli non azionari denominati in euro non ché di quelli emessi da residenti nell’area dell’euro, in euro e in tutte le altre valute, sia per il totale dei titoli sia per quelli a lungo termine. Le emissioni nette differiscono dalla variazione delle consi-stenze per effetto di rivalutazioni, riclassificazio-ni e altri aggiustamenti. Questa sezione presenta anche statistiche destagionalizzate, fra cui i tassi di crescita sui sei mesi annualizzati per il totale dei titoli e per quelli a lungo termine. Questi ul-timi sono calcolati sull’indice destagionalizzato delle consistenze nozionali che è stato depurato dagli effetti della stagionalità. Per dettagli, cfr. le note tecniche.

La sezione 4.2 contiene una scomposizione per settore di appartenenza di consistenze in essere, emissioni lorde e emissioni nette di emittenti residenti nell’area dell’euro, come previsto dal SEC 95. La BCE è inclusa nell’Eurosistema.

I totali sulle consistenze in essere per il totale dei titoli e per quelli a lungo termine nella colonna 1 della tavola 1 della sezione 4.2 corrispondono ai dati per le emissioni di titoli totali e a lungo termine da parte di residenti nell’area dell’euro riportati nella colonna 7 della sezione 4.1. Le consistenze per i titoli di debito emessi da IFM (colonna 2 nella tavola 1 della sezione 4.2) sono in linea di massima confrontabili con i dati rela-tivi ai titoli di debito emessi dalle IFM che com-paiono fra le passività nel bilancio consolidato delle IFM (tavola 2 della sezione 2.1, colonna 8). Il totale delle emissioni nette relativo al to-tale dei titoli di debito, riportato nella colonna 1 della tavola 2 della sezione 4.2, corrisponde al totale delle emissioni nette da parte di residenti

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STATISTICHEDELL’AREADELL’EURO

Notegenerali

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nell’area dell’euro nella colonna 9 nella sezione 4.1. La differenza residua fra i titoli di debito a lungo termine e il totale dei titoli di debito a tas-so fisso e variabile nella tavola 1 della sezione 4.2 è attribuibile alle obbligazioni a “zero coupon” e ad effetti di rivalutazione.

La sezione 4.3 riporta i tassi di crescita sui do-dici mesi, corretti e non corretti per la stagio-nalità, per i titoli di debito emessi dai residenti nell’area dell’euro (suddivisi per scadenza, tipo di strumento, settore emittente e valuta di deno-minazione). Essi sono basati sulle transazioni finanziarie che avvengono quando un sogget-to istituzionale contrae o redime una passivi-tà. I tassi di crescita sui dodici mesi, dunque, non includono riclassificazioni, rivalutazioni, variazioni dei tassi di cambio e ogni altra va-riazione che non trae origine da transazioni. I tassi di crescita corretti sono stati annualizzati a scopo di presentazione. Per dettagli, cfr. le note tecniche.

La sezione 4.4 riporta, alle colonne 1, 4, 6 e 8, le consistenze in essere di azioni quotate emesse da residenti nell’area dell’euro suddivise per setto-re emittente. I dati mensili per le azioni quotate emesse da società non finanziarie corrispondono alle serie trimestrali riportate nella sezione 3.4 (bilancio finanziario e azioni quotate).

Alle colonne 3, 5, 7 e 9 della sezione 4.4 sono riportati i tassi di crescita sui dodici mesi delle consistenze in essere di azioni quotate emesse da residenti nell’area dell’euro suddivise per setto-re emittente. Essi sono basati sulle transazioni finanziarie che avvengono quando un soggetto emittente emette o rimborsa azioni per cassa, ad esclusione degli investimenti in azioni proprie. Il calcolo dei tassi di crescita sui dodici mesi non tiene conto di riclassificazioni, rivalutazioni, e ogni altra variazione che non trae origine da transazioni.

La sezione 4.5 presenta statistiche su tutti i tassi d’interesse che le IFM residenti nell’area dell’eu-ro applicano sui depositi e sui prestiti denominati in euro alle famiglie e alle società non finanziarie residenti nell’area. I tassi di interesse delle IFM

dell’area dell’euro sono calcolati come media ponderata (in base al relativo volume di attività) dei tassi di interesse dei paesi dell’area dell’euro per ciascuna categoria.

Le statistiche sui tassi di interesse delle IFM sono distinte per tipo di operazioni, per settore, per categoria e scadenza dello strumento, per periodo di preavviso o per periodo di determi-nazione iniziale del tasso di interesse. Le nuove statistiche sui tassi di interesse delle IFM sosti-tuiscono le dieci serie statistiche transitorie sui tassi di interesse al dettaglio nell’area dell’euro pubblicate nel Bollettino mensile dal gennaio 1999.

La sezione 4.6 riporta i tassi di interesse del mercato monetario per l’area dell’euro, gli Stati Uniti e il Giappone. Per l’area dell’euro è coperta un’ampia gamma di tassi di interesse del mercato monetario, da quelli sui depositi a vista a quelli sui depositi a dodici mesi. Per i periodi precedenti al gennaio 1999, i tassi sin-tetici dell’area dell’euro sono calcolati sulla base dei tassi di interesse nazionali ponderati con il PIL. Ad eccezione del tasso overnight fino a dicembre 1998, i dati mensili, trimestra-li e annuali sono medie nel periodo indicato. I tassi sui depositi a vista sono rappresentati dai tassi di interesse del mercato interbancario fino a dicembre 1998. Dal gennaio 1999, la colon-na 1 riporta l’indice medio overnight dell’euro (Eonia). Questi sono dati di fine periodo fino al dicembre 1998; medie nel periodo indicato per i periodi successivi. I tassi sui depositi a uno, tre, sei e dodici mesi sono rappresentati dai tassi in-terbancari lettera (Euribor) dal gennaio 1999; fino al dicembre 1998, dai tassi interbancari lettera sul mercato di Londra (Libor), laddove disponibili. Per gli Stati Uniti e il Giappone i tassi di interesse sui depositi a tre mesi sono rappresentati dal Libor.

La sezione 4.7 presenta i tassi di fine periodo stimati sulla base della curva dei rendimenti no-minali a breve dei titoli di debito denominati in euro con rating AAA emessi dalle amministra-zioni centrali dell’area dell’euro. Le curve dei rendimenti sono stimate sulla base del modello

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di Svensson 3). Sono disponibili anche gli spreads tra i tassi a dieci anni e i tassi a tre mesi e a due anni. Ulteriori curve dei rendimenti (pubblicate giornalmente e corredate di figure e tavole) sono disponibili all’indirizzo internet http://www.ecb.europa.eu/stats/money/yc/html/index.en.html, presso il quale è altresì possibile scaricare i dati giornalieri.

La sezione 4.8 riporta gli indici dei mercati azionari dell’area dell’euro, degli Stati Uniti e del Giappone.

I PREZZ I , LA PRODUZ IONE , LA DOMANDA E I L MERCATO DEL LAVORO

La maggior parte dei dati descritti in questa se-zione sono prodotti dalla Commissione europea (principalmente Eurostat) e dalle autorità nazio-nali in campo statistico. I dati relativi all’insieme dell’area dell’euro sono il risultato dell’aggrega-zione dei dati dei singoli paesi. Per quanto pos-sibile, i dati sono armonizzati e comparabili. Le statistiche sul costo orario del lavoro, sul PIL e sulle componenti della spesa, sul valore aggiunto per branca di attività economica, sulla produzione industriale, sulle vendite al dettaglio e sulle im-matricolazioni di nuove autovetture sono corretti per tenere conto del numero delle giornate lavo-rative.

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IAPC) per l’area dell’euro (tavola 1 della sezio-ne 5.1) è disponibile a partire dal 1995. L’indice è basato sugli IAPC nazionali, costruiti secondo la stessa metodologia in tutti i paesi dell’area dell’euro. La scomposizione per categorie di beni e servizi è derivata dalla classificazione dei consumi individuali per finalità (Coicop/IAPC). Lo IAPC comprende anche le spese in consumi di famiglie sul territorio dell’area dell’euro. La sezione comprende anche dati relativi allo IAPC destagionalizzato e stime provvisorie dei prezzi amministrati basate sullo IAPC, entrambi com-pilati dalla BCE.

I prezzi alla produzione (sezione 5.1 – tavola 2), la produzione industriale e le vendite al dettaglio

(sezione 5.2 sono coperte dal Regolamento del Consiglio (CE) n.1165/98 del 19 maggio 1998 riguardante le statistiche a breve termine 4). La scomposizione in base all’utilizzo finale dei pro-dotti, adottata per i prezzi alla produzione e la produzione industriale, corrisponde alla suddi-visione armonizzata dell’industria escluse le co-struzioni (NACE, sezioni da C a E) nelle “Princi-pali categorie di prodotti industriali”, conforme-mente al Regolamento della Commissione (CE) n. 586/2001 del 26 marzo 2001 5). I prezzi alla produzione riflettono i prezzi ex-fabrica e sono comprensivi di imposte indirette a esclusione dell’IVA e di altre imposte con soggetto passivo differente dal produttore ma pagate da quest’ul-timo. La produzione industriale riflette il valore aggiunto delle industrie interessate.

I due indici dei prezzi delle materie prime non energetiche presentati nella tavola 1, sezione 5.1 sono redatti utilizzando lo stesso insieme di materie prime, ma avvalendosi di due diver-si schemi di ponderazione: uno basato sulle ri-spettive importazioni di materie prime dell’area dell’euro (colonne 2-4) e l’altro (colonne 5-7) basato su una stima della domanda interna del-l’area dell’euro, o “utilizzo”, tenendo conto del-le informazioni sulle importazioni, esportazioni e della produzione interna di ciascuna materia prima (ignorando, per semplificare, le scorte ritenute relativamente stabili nel periodo osser-vato). L’indice dei prezzi delle materie prime ponderato in base alle importazioni è adeguato all’analisi degli sviluppi esterni, mentre quello ponderato in base all’utilizzo è adatto allo scopo specifico dell’analisi delle pressioni internazio-nali dei prezzi delle materie prime sull’inflazio-ne dell’area dell’euro. Gli indici delle materie prime ponderati in base all’utilizzo rappresenta-no dati sperimentali. Per maggiori dettagli sulla compilazione degli indici dei prezzi delle ma-terie prime della BCE, cfr. il Riquadro 10 nel numero di dicembre 2008 di questo Bollettino.

3) Svensson, L. E., 1994, Estimating and Interpreting Forward Interest Rates: Sweden 1992-1994, Centre for Economic Policy Research, Discussion Paper n. 1051.

4) G.U. L. 162 del 5.6.1998, pag. 1.5) G.U. L. 86 del 27.3.2001, pag. 11.

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STATISTICHEDELL’AREADELL’EURO

Notegenerali

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Gli indicatori di costo del lavoro (tavola 5 della sezione 5.1) misurano le variazioni dei costi del lavoro per ora lavorata nell’industria (incluse le costruzioni) e nei servizi di mercato. La relativa metodologia è descritta nel Regolamento (CE) n. 450/2003 del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 febbraio 2003 concernente l’indice del co-sto del lavoro 6) e nel Regolamento di attuazione della Commissione (CE) n. 1216/2003 del 7 lu-glio 2003 7). Una scomposizione dei costi orari del lavoro per l’area dell’euro è disponibile per com-ponente di costo del lavoro (retribuzioni e salari, e contributi sociali a carico dei datori di lavoro più tasse connesse all’impiego da loro pagate meno i sussidi ricevuti) e per attività economica. La BCE calcola l’indicatore delle retribuzioni contrattuali (cfr. tavola 3 nella sezione 5.1) sulla base di dati a definizione nazionale non armonizzati.

I dati relativi alle componenti del costo del lavoro per unità di prodotto (tavola 4 della sezione 5.1), al PIL e alle sue componenti (tavole 1 e 2 nella sezione 5.2), ai deflatori del PIL (tavola 3 nella sezione 5.1) e le statistiche sull’occupazione (ta-vola 1 nella sezione 5.3) sono ricavate dai conti nazionali trimestrali del SEC 95.

I dati sugli ordinativi nell’industria (cfr. tavola 4 nella sezione 5.2) misurano gli ordini ricevuti durante il periodo di riferimento e coprono quei settori industriali che lavorano prevalentemente sulla base di ordinativi, in particolare: quello tes-sile, della produzione di pasta-carta e carta, chi-mico, della produzione di metalli, dei beni d’inve-stimento e dei beni durevoli. I dati sono calcolati sulla base dei prezzi correnti.

Gli indici sul fatturato nell’industria e sulle ven-dite al dettaglio (cfr. tavola 4 nella sezione 5.2) si riferiscono al fatturato generatosi nel periodo di riferimento, comprensivo di tasse e oneri ad ecce-zione dell’IVA. Per quanto attiene alle vendite al dettaglio i dati sul fatturato coprono tutto il com-mercio al dettaglio (ad esclusione delle vendite di veicoli a motore e motocicli), al netto delle ripa-razioni. Le immatricolazioni di nuove autovetture si riferiscono alle immatricolazioni di autovetture sia private che commerciali. La serie per l’area dell’euro non include Cipro e Malta.

I dati relativi alle inchieste congiunturali su con-sumatori e imprese (cfr. tavola 2 nella sezione 5.2) derivano da indagini svolte dalla Commissio-ne europea.

I tassi di disoccupazione (cfr. tavola 2 nella sezio-ne 5.3) sono rilevati in modo conforme alle rac-comandazioni dell’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO). Essi fanno riferimento alle per-sone in cerca di lavoro in rapporto alla forza lavo-ro, sulla base di criteri e definizioni armonizzate. Le stime della forza lavoro sottostanti il tasso di disoccupazione non sono uguali alla somma dei livelli di occupazione e disoccupazione riportati nella sezione 5.3.

F INANZA PUBBL ICA

Le sezioni da 6.1 a 6.5 riportano le posizioni di bi-lancio delle amministrazioni pubbliche nell’area dell’euro. I dati, in genere consolidati, si basano sulla metodologia SEC 95. Gli aggregati annuali per l’area dell’euro, riportati nelle sezioni da 6.1 a 6.3, sono compilati dalla BCE sulla base di dati armonizzati forniti dalle banche centrali nazionali e aggiornati regolarmente. I dati sui disavanzi e sul debito per i paesi dell’area dell’euro possono pertanto differire da quelli utilizzati dalla Com-missione europea nell’ambito della procedura per i disavanzi eccessivi. Gli aggregati trimestrali per l’area dell’euro, riportati nella sezione 6.5, sono compilati dalla BCE sulla base di dati forniti dal-l’Eurostat e di dati nazionali.

Nella sezione 6.1 vengono presentati i dati annuali sulle entrate e le spese delle amministrazioni pub-bliche, basate sulle definizioni stabilite nel regola-mento della Commissione europea n. 1500/2000 del 10 luglio 2000 8), che emenda il SEC 95. La sezione 6.2 riporta il debito lordo consolidato del-le amministrazioni pubbliche, al valore nominale in accordo con le norme del Trattato relative alla procedura per i disavanzi eccessivi. Le sezioni

6) G.U. L. 69 del 13.3.2003, pag. 1.7) G.U. L. 169 dell’8.7.2003, pag. 37.8) G.U. L. 172 del 12.7.2000, pag. 3.

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6.1 e 6.2 comprendono anche dati sintetici per i singoli paesi dell’area dell’euro, data la loro rile-vanza nell’ambito del Patto di stabilità e crescita. I disavanzi/avanzi riportati per i singoli paesi del-l’area dell’euro corrispondono alla voce B.9 del-la procedura per i disavanzi eccessivi così come definita nel Regolamento (CE) n. 351/2002 della Commissione, del 25 febbraio 2002, che ha emen-dato il Regolamento (CE) n. 3605/93 del Consi-glio per quanto riguarda i riferimenti al SEC95. La sezione 6.3 presenta le variazioni del debito delle amministrazioni pubbliche. La differenza tra la variazione del debito pubblico e il disavanzo pubblico – il cosiddetto raccordo disavanzo-debi-to – è da attribuire principalmente alle transazioni delle amministrazioni pubbliche in attività finan-ziarie e a effetti di valutazione dovuti al cambio. Nella sezione 6.4 vengono presentati i dati trime-strali sulle entrate e le spese delle amministrazio-ni pubbliche, basate sulle definizioni stabilite nel Regolamento (CE) n. 1221/2002, del Parlamento europeo e del Consiglio, del 10 giugno 2002 sui conti trimestrali non finanziari delle Ammini-strazioni pubbliche 9). Nella sezione 6.5 vengono presentati i dati trimestrali sul debito lordo delle amministrazioni pubbliche, sul raccordo disavan-zo-debito e sul fabbisogno delle amministrazioni pubbliche. Queste statistiche vengono compilate utilizzando i dati forniti dagli Stati membri in base ai Regolamenti (CE) n. 501/2004 e n. 1222/2004 e quelli forniti dalle BCN.

TRANSAZ ION I E POS IZ ION I CON L’ESTERO

Nella compilazione delle statistiche relative alla bilancia dei pagamenti (b.d.p.) e alla posizio-ne patrimoniale verso l’estero (p.p.e.; sezioni da 7.1, a 7.4) vengono generalmente utilizzati con-cetti e definizioni in linea con il Manuale del-l’FMI sulla bilancia dei pagamenti (5ª edizione, ottobre 1993), con l’indirizzo della BCE del 16 luglio 2004 sugli obblighi di informazione stati-stica della BCE (BCE/2004/15) 10), con l’indirizzo della BCE del 31 maggio 2007 (BCE/2007/3) 11). Ulteriore documentazione sulle metodologie e le fonti utilizzate nelle statistiche relative a b.d.p e p.p.e. è contenuta nella pubblicazione della BCE European Union balance of paymen-

ts/ international investment position statistical methods (maggio 2007) e nei rapporti delle rispettive Task Force su Portfolio investment collection systems (giugno 2002), su Portfolio investment income (agosto 2003) e su Foreign direct investment (marzo 2004), che possono es-sere scaricati dal sito Internet della BCE. Inoltre, è disponibile sul sito Internet del Comitato delle statistiche monetarie, finanziarie e della bilancia dei pagamenti (www.cmfb.org) il rapporto della Task Force congiunta BCE/Commissione europea (Eurostat) su Quality of balance of payments and international investment position statistics (giu-gno 2004). Il rapporto annuale sulla qualità delle statistiche sulla b.d.p/p.p.e. dell’area, basato sulle raccomandazioni della Task force, è disponibile sul sito Internet della BCE.

Le tavole delle sezioni 7.1 e 7.4 seguono le con-venzioni del Manuale dell’FMI sulla bilancia dei pagamenti: avanzi nel conto corrente e nel con-to capitale sono riportati con un segno positivo, mentre un segno positivo nel conto finanziario indica un incremento delle passività o un decre-mento delle attività. Nelle tavole della sezione 7.2 sia le transazioni a credito sia quelle a debito sono presentate con un segno positivo. Inoltre, a partire dal numero di febbraio 2008 di questo bollettino, la struttura delle tavole della sezione 7.3 è stata modificata al fine di consentire una presentazione contestuale dei dati sulla bilancia dei pagamenti, della posizione patrimoniale sull’estero e dei re-lativi tassi di crescita; nelle nuove tavole, le tran-sazioni in attività e passività che producono un incremento delle posizioni sono indicati con un segno positivo.

Le statistiche sulla b.d.p. dell’area dell’euro sono compilate dalla BCE. I dati mensili relativi ai pe-riodi più recenti sono da considerarsi provvisori; essi vengono rivisti al momento dell’uscita del dato relativo al mese successivo e/o della pubbli-cazione dei dati trimestrali dettagliati di b.d.p. I dati precedenti vengono rivisti periodicamente o

9) G.U. L. 179 del 9.7.2002, pag. 1.10) G.U. L. 354 del 30.11.2004, pag. 34.11) G.U. L. 159 del 20.6.2007, pag. 48.

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STATISTICHEDELL’AREADELL’EURO

Notegenerali

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in conseguenza di cambiamenti nella metodolo-gia di compilazione del dato alla fonte.

Nella sezione 7.2, la tavola 1 riporta anche dati di conto corrente corretti per la stagionalità. Laddove necessario, i dati sono corretti per te-nere conto anche degli effetti del numero delle giornate lavorative, degli anni bisestili e della Pasqua. La tavola 3 della sezione 7.2 e la tavo-la 8 della sezione 7.3 forniscono una scomposi-zione della b.p.d. e della posizione patrimoniale sull’estero dell’area dell’euro nei confronti dei principali paesi partner, presi singolarmente o come gruppo, operando una distinzione tra stati membri dell’UE esterni all’euro e aree o paesi esterni all’Unione europea. La scomposizione ri-porta inoltre le transazioni e le posizioni nei con-fronti delle istituzioni dell’UE (le quali, a parte la BCE, vengono trattate statisticamente come poste al di fuori dell’area dell’euro a prescindere dalla loro collocazione fisica) e, per determinate finalità, anche nei confronti di centri offshore e organizzazioni internazionali. Le transazioni e le posizioni relative alle passività negli investimen-ti di portafoglio, ai derivati finanziari e alle riser-ve ufficiali non sono incluse nella scomposizio-ne. Non sono inoltre riportati dati separati per i redditi da capitale che fanno capo al Brasile, alla Cina continentale, all’India e alla Russia. Una introduzione alla scomposizione geografica vie-ne riportata nell’articolo Bilancia dei pagamenti e posizione patrimoniale sull’estero dell’area dell’euro: principali controparti nel numero di febbraio 2005 del Bollettino mensile.

Le statistiche relative alla b.d.p e alla p.p.e. dell’area dell’euro nella sezione 7.3 sono redat-te sulla base delle transazioni e delle posizioni nei confronti dei non residenti dell’area dell’eu-ro, considerando l’area dell’euro considerando l’area dell’euro come una singola entità economi-ca (cfr. riquadro 9 del numero di dicembre 2002 del Bollettino mensile, il riquadro 5 del Bollet-tino mensile di gennaio 2007 e il riquadro 6 del numero di gennaio 2008). La p.p.e. è valutata ai prezzi di mercato correnti, con l’eccezione delle consistenze degli investimenti diretti, per le quali si utilizzano prevalentemente i valori di bilancio per le azioni non quotate e altri investimenti (ad

esempio, prestiti e depositi). La p.p.e. trimestrale viene compilata sulla base dello stesso schema metodologico utilizzato per quella annuale. Dato che alcune fonti di dati non sono disponibili a ca-denza trimestrale (oppure disponibili in ritardo), la p.p.e. trimestrale viene parzialmente stimata sulla base delle transazioni finanziarie e degli an-damenti delle attività e dei tassi di cambio.

La tavola 1 nella sezione 7.3 fornisce una sintesi della p.p.e. e delle transazioni finanziarie per la bilancia dei pagamenti dell’area dell’euro. La scomposizione della varazione nella p.p.e. an-nuale si ottiene applicando un modello statistico alle variazioni della p.p.e., diverse dalle transa-zioni, sulla base di informazioni derivate dalla scomposizione geografica, dalla composizione valutaria delle attività e delle passività, nonché dagli indici dei prezzi delle diverse attività fi-nanziarie. Le colonne 5 e 6 dei questa tavola si riferiscono agli investimenti diretti da parte di unità residenti all’estero e all’investimento di-retto da unità non residenti nell’area dell’euro. Inoltre, il totale delle attività e delle passività include le consistenze degli strumenti finanziari derivati; per convenzione, il valore netto degli strumenti finanziari derivati è incluso nell’at-tivo totale delle transazioni, dal momento che nella bilancia dei pagamenti dell’area dell’euro non è possibile distinguere attività e passività.

Nella tavole 5 della sezione 7.3 la scomposizio-ne in “prestiti” e “banconote, monete e depositi” è basata sul settore della controparte non resi-dente, ovvero le attività nei confronti di banche non residenti vengono classificate come deposi-ti mentre le attività nei confronti di altri settori non residenti vengono classificate come prestiti. Questa scomposizione segue la distinzione già effettuata in altre statistiche, come il bilancio consolidato delle IFM, ed è conforme al Manua-le dell’FMI sulla bilancia dei pagamenti.

Le consistenze delle riserve ufficiali e di altre attività e passività connesse dell’Eurosistema sono riportate nella tavola 7 della sezione 7.3. Tali dati non sono pienamente confrontabili con quelli della valutazione finanziaria settimanale dell’Eurosistema, a causa di differenze nella co-

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pertura e nella classificazione. I dati contenuti nella sezione 7 sono conformi allo schema di riferimento sulle riserve internazionali e le atti-vità liquide in valuta. Le variazioni delle riserve auree dell’Eurosistema (colonna 3) sono dovute a transazioni in oro nell’ambito dei termini del-l’Accordo tra le banche centrali sull’oro del 26 settembre 1999, che è stato aggiornato l’8 marzo 2004. Maggiori informazioni sulla rilevazione ai fini statistici delle riserve ufficiali dell’Euro-sistema possono essere ricavate dalla pubblica-zione della BCE Trattamento statistico delle ri-serve ufficiali dell’Eurosistema (ottobre 2000), disponibile sul sito Internet della BCE, dove è anche possibile trovare informazioni più detta-gliate, secondo lo schema di riferimento per le riserve ufficiali e la liquidità in valuta estera.

La sezione 7.4 contiene una presentazione mone-taria della b.d.p dell’area dell’euro, nella quale le transazioni di b.d.p. riflettono le transazioni nella contropartita estera di M3. Tra le passivi-tà degli investimenti di portafoglio (colonne 5 e 6), le transazioni includono acquisti e vendi-te di azioni e titoli di debito emessi dalle IFM nell’area dell’euro, ad eccezione delle quote di fondi comuni monetari e dei titoli di debito con scadenza fino a due anni. Una nota metodologica sulla presentazione monetaria della bilancia dei pagamenti dell’area dell’euro è disponibile nella sezione “Statistics” del sito Internet della BCE. Si veda anche il Riquadro 1 nel numero di giu-gno 2003 del Bollettino mensile.

La sezione 7.5 riporta i dati sul commercio este-ro (in beni) dell’area dell’euro. La principale fonte dei dati è l’Eurostat. I prezzi all’impor-tazione dei prodotti industriali e i prezzi alla produzione nell’industria per le esportazioni (o prezzi industriali dell’output per il mercato non interno) riportati nella tavola 2, sezione 7.5 sono stati introdotti dal Regolamento (CE) n. 1158/2005 del Parlamento europeo e del Con-siglio del 6 luglio 2005 che modifica il regola-mento (CE) n. 1165/98 del Consiglio, e che rap-presenta il principale riferimento normativo per le statistiche a breve termine. L’indice dei prezzi all’importazione dei beni industriali include i beni industriali importati dall’esterno dell’area

dell’euro ricompresi nelle sezioni C ed E della Classificazione statistica delle attività economi-che nella Comunità europea e tutti i settori isti-tuzionali degli importatori, fatta eccezione per le famiglie, le pubbliche amministrazioni e le isti-tuzioni senza fini di lucro. Riflette il prezzo di costo, assicurazione e nolo al confine del paese dell’importatore (c.i.f.) al netto di dazi e impo-ste, e si riferisce alle effettive transazioni in euro registrate una volta trasferita la proprietà dei beni. I prezzi alla produzione nell’industria per le esportazioni si riferiscono a tutti i prodotti in-dustriali esportati direttamente da produttori del-l’area dell’euro verso il mercato esterno all’area dell’euro inclusi nelle sezioni C ed E del NACE. Non sono incluse le esportazioni e le riesporta-zioni da parte di grossisti. Gli indici riflettono il prezzo f.o.b. (free on board) espresso in euro e calcolato ai confini dell’area dell’euro, incluso le imposte indirette e fatta eccezione per l’IVA e altre imposte deducibili. I prezzi dei prodot-ti industriali all’importazione e alla produzione seguono la classificazione nelle “Principali ca-tegorie di prodotti industriali”, conformemente al Regolamento (CE) n. 586/2001 (G.U. L. 86 del 27.3.2001, pag. 11) della Commissione. Per maggiori dettagli, cfr. il Riquadro 10 nel numero di dicembre 2008 di questo Bollettino. I dati in valore e gli indici di volume sono destagionaliz-zati e corretti per il numero di giornate lavorati-ve. La scomposizione per categoria merceologi-ca alle colonne da 4 a 6 e da 9 a 11 della tavola 1 nella sezione 7.5 è coerente con la classificazio-ne per destinazione economica (Broad economic categories – BEC) e corrisponde alla classifica-zione elementare dei beni. Le definizioni di beni manufatti (colonne 7 e 12) e di petrolio (colonna 13) sono coerenti con la definizione del SITC rev. 4. Nella scomposizione geografica (tavola 3 nella sezione 7.5) sono riportati i principali part-ner commerciali, individualmente o per gruppi regionali. La Cina non comprende Hong Kong. Per effetto di differenze riguardanti definizioni, classificazione, copertura e tempi di rilevazione, i dati relativi al commercio estero, e in partico-lare alle importazioni, non sono del tutto con-frontabili con la voce “beni” delle statistiche di bilancia dei pagamenti (cfr. sezioni da 7.1 a 7.2). Una parte della discrepanza è attribuibile, nei

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Notegenerali

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dati relativi al commercio estero, all’inclusione dei servizi di assicurazione e trasporto nei dati relativi ai beni importati.

TASS I D I CAMBIO

Nella sezione 8.1 sono riportati indici dei tassi di cambio effettivi (TCE) nominali dell’euro, calco-lati dalla BCE sulla base di medie ponderate dei tassi di cambio bilaterali dell’euro nei confronti delle valute dei partner commerciali dell’area del-l’euro. Una variazione positiva indica un apprez-zamento dell’euro. I pesi sono basati sul commer-cio di beni manufatti con i paesi partner commer-ciali nei periodi 1995-1997 e 1999-2001 e sono calcolati in modo da tenere conto della concorren-za sui mercati terzi. Gli indici TCE sono ottenuti concatenando all’inizio del 1999 gli indici basati sui pesi del periodo 1995-1997 con quelli i cui pesi sono basati sul periodo 1999-2001. Il gruppo di partner commerciali del TCE-22 è composto dai 12 Stati membri non appartenenti all’area dell’euro e da Australia, Canada, Cina, Corea del Sud, Giappone, Hong Kong, Norvegia, Singapo-re, Stati Uniti e Svizzera. Il gruppo del TCE-42 comprende quelli del TCE-22 e i seguenti paesi: Algeria, Argentina, Brasile, Cile, Croazia, Islan-da, Filippine, India, Indonesia, Israele, Malesia, Marocco, Messico, Nuova Zelanda, Russia, Sud Africa, Tailandia, Taiwan, Turchia e Venezuela.

I TCE reali sono calcolati utilizzando gli indici dei prezzi al consumo, gli indici dei prezzi alla produzione, i deflatori del prodotto interno lordo e i costi del lavoro per unità di prodotto nell’indu-stria manifatturiera e nel totale dell’economia.

Per informazioni più dettagliate sul calcolo dei TCE, cfr. il riquadro 8 I tassi di cambio effetti-vi dell’euro dopo il recente allargamento del-l’area dell’euro e dell’UE, nel numero di marzo 2007 di questo Bollettino, e l’Occasional Paper della BCE n. 2 (The effective exchange rates of the euro, Luca Buldorini, Stelios Makrydakis e Christian Thimann, febbraio 2002), che può es-sere scaricato dal sito Internet della BCE.

I tassi di cambio bilaterali riportati nella sezione 8.2 sono medie mensili di quelli pubblicati gior-nalmente come tassi di riferimento per queste valute.

EVOLUZ IONE ALL’ESTERNO DELL’AREA DELL’EURO

Le statistiche sugli altri Stati membri della UE (cfr. sezione 9.1) seguono gli stessi principi dei dati relativi all’area dell’euro. I dati per gli Stati Uniti e per il Giappone (cfr. sezione 9.2) sono ottenuti da fonti nazionali.

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BCEBollettino mensile

Dicembre 2008 I

CRONOLOGIA DELLE M ISURE D I POL IT ICA MONETAR IA DELL’EUROS I STEMA 1)

12 GENNA IO E 2 FEBBRA IO 2006

Il Consiglio direttivo della BCE decide che il tasso minimo di offerta sulle operazioni di rifinanzia-mento principali e i tassi di interesse sulle opera-zioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rimarranno invariati al 2,25, al 3,25 e all’1,25 per cento, rispettivamente.

2 MARZO 2006

Il Consiglio direttivo della BCE decide di aumen-tare il tasso minimo di offerta sulle operazioni di rifinanziamento principali di 25 punti base, al 2,50 per cento, con effetto dall’operazione con regolamento l’8 marzo 2006. In aggiunta, decide di aumentare sia il tasso di interesse sulle ope-razioni di rifinanziamento marginale, sia quello sui depositi presso la banca centrale di 25 punti base, rispettivamente al 3,50 e all’1,50 per cento, a decorrere dall’8 marzo 2006.

6 APR ILE E 4 MAGGIO 2006

Il Consiglio direttivo della BCE decide che il tasso minimo di offerta sulle operazioni di rifinanzia-mento principali e i tassi di interesse sulle opera-zioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rimarranno invariati al 2,50, al 3,50 e all’1,50 per cento, rispettivamente.

8 G IUGNO 2006

Il Consiglio direttivo della BCE decide di aumen-tare il tasso minimo di offerta sulle operazioni di rifinanziamento principali di 25 punti base, al 2,75 per cento, con effetto dall’operazione con regolamento l’8 marzo 2006. In aggiunta, decide di aumentare sia il tasso di interesse sulle opera-zioni di rifinanziamento marginale, sia quello sui depositi presso la banca centrale di 25 punti base, rispettivamente al 3,75 e all’1,75 per cento, a de-correre dal 15 giugno 2006.

6 LUGL IO 2006

Il Consiglio direttivo della BCE decide che il tasso minimo di offerta sulle operazioni di rifinanziamen-

to principali e i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rimarranno invariati al 2,75, al 3,75 e all’1,75 per cento, rispettivamente.

3 AGOSTO 2006

Il Consiglio direttivo della BCE decide di aumen-tare il tasso minimo di offerta sulle operazioni di rifinanziamento principali di 25 punti base, al 3,0 per cento, con effetto dall’operazione con regola-mento il 9 agosto 2006. In aggiunta, decide di au-mentare sia il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale, sia quello sui depositi presso la banca centrale di 25 punti base, rispetti-vamente al 4,0 e al 2,0 per cento, a decorrere dal 9 agosto 2006.

31 AGOSTO 2006

Il Consiglio direttivo della BCE decide che il tas-so minimo di offerta sulle operazioni di rifinan-ziamento principali e i tassi di interesse sulle ope-razioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rimarranno invariati al 3,0, al 4,0 e al 2,0 per cento, rispettivamente.

5 OTTOBRE 2006

Il Consiglio direttivo della BCE decide di aumen-tare il tasso minimo di offerta sulle operazioni di rifinanziamento principali di 25 punti base, al 3,25 per cento, con effetto dall’operazione con re-golamento l’11 ottobre 2006. In aggiunta, decide di aumentare sia il tasso di interesse sulle opera-zioni di rifinanziamento marginale, sia quello sui depositi presso la banca centrale di 25 punti base, rispettivamente al 4,25 e al 2,25 per cento, a de-correre dall’11 ottobre 2006.

2 NOVEMBRE 2006

Il Consiglio direttivo della BCE decide che il tasso minimo di offerta sulle operazioni di ri-

1) La cronologia delle misure di politica monetaria dell’Eurosiste-ma adottate dal 1999 al 2005 è consultabile, per ciascun anno di tale periodo, nel rispettivo Rapporto Annuale della BCE.

ALLEGAT I

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BCEBollettino mensileDicembre 2008II

finanziamento principali e i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rimarranno invariati al 3,25, al 4,25 e al 2,25 per cento, ri-spettivamente.

7 D ICEMBRE 2006

Il Consiglio direttivo della BCE decide di aumen-tare il tasso minimo di offerta sulle operazioni di rifinanziamento principali di 25 punti base, al 3,50 per cento, con effetto dall’operazione con regolamento il 13 dicembre 2006. In aggiunta, decide di aumentare sia il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale, sia quel-lo sui depositi presso la banca centrale di 25 punti base, rispettivamente al 4,50 e al 2,50 per cento, a decorrere dal 13 dicembre 2006.

21 D ICEMBRE 2006

Il Consiglio direttivo della BCE ha deciso di au-mentare, da 40 a 50 miliardi di euro, l’importo da aggiudicare tramite ciascuna operazione di rifinanziamento a più lungo termine che sarà condotta nell’anno 2007. Tale incremento tiene conto dei seguenti aspetti: le esigenze di liquidi-tà del sistema bancario dell’area dell’euro sono cresciute marcatamente negli ultimi anni e ci si attende che aumentino ulteriormente nel 2007. L’Eurosistema, pertanto, ha deciso di aumentare lievemente la quota di fabbisogno di fondi sod-disfatta tramite operazioni di rifinanziamento a più lungo termine. L’Eurosistema continuerà, tut-tavia, a erogare la maggior parte della liquidità attraverso le operazioni di rifinanziamento prin-cipali. Il Consiglio direttivo si riserva la facoltà di adeguare nuovamente il volume di aggiudica-zione agli inizi del 2008.

11 GENNA IO E 8 FEBBRA IO 2007

Il Consiglio direttivo della BCE decide che il tasso minimo di offerta sulle operazioni di ri-finanziamento principali e i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rimarranno invariati al 3,50, al 4,50 e al 2,50 per cento, ri-spettivamente.

8 MARZO 2007

Il Consiglio direttivo della BCE decide di au-mentare il tasso minimo di offerta sulle opera-zioni di rifinanziamento principali di 25 punti base, al 3,75 per cento, con effetto dall’ope-razione con regolamento il 14 marzo 2007. In aggiunta, decide di aumentare sia il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamen-to marginale, sia quello sui depositi presso la banca centrale di 25 punti base, rispettivamente al 4,75 e al 2,75 per cento, a decorrere dal 14 marzo 2007.

12 APR ILE E 10 MAGGIO 2007

Il Consiglio direttivo della BCE decide che il tasso minimo di offerta sulle operazioni di ri-finanziamento principali e i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rimarranno invariati al 3,75, al 4,75 e al 2,75 per cento, ri-spettivamente.

6 G IUGNO 2007

Il Consiglio direttivo della BCE decide di au-mentare il tasso minimo di offerta sulle opera-zioni di rifinanziamento principali di 25 punti base, al 4,0 per cento, con effetto dall’operazione con regolamento il 13 giugno 2007. In aggiunta, decide di aumentare di 25 punti base sia il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale, sia quello sui depositi presso la banca centrale, rispettivamente al 5,0 e al 3,0 per cento, a decorrere dal 13 giugno 2007.

5 LUGLIO, 2 AGOSTO, 6 SETTEMBRE, 4 OTTOBRE, 8 NOVEMBRE, 6 DICEMBRE 2007, 10 GENNAIO, 7 FEBBRAIO, 6 MARZO, 10 APRILE, 8 MAGGIO E 5 GIUGNO 2008

Il Consiglio direttivo della BCE decide che il tasso minimo di offerta sulle operazioni di ri-finanziamento principali e i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rimarranno invariati al 4,0, al 5,0 e al 3,0 per cento, rispet-tivamente.

II

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Dicembre 2008 III

3 LUGL IO 2008

Il Consiglio direttivo della BCE decide di au-mentare il tasso minimo di offerta sulle opera-zioni di rifinanziamento principali di 25 punti base, al 4,25 per cento, con effetto dall’opera-zione con regolamento il 9 giugno 2008. In ag-giunta, decide di aumentare di 25 punti base sia il tasso di interesse sulle operazioni di rifinan-ziamento marginale, sia quello sui depositi pres-so la banca centrale, rispettivamente al 5,25 e al 3,25 per cento, a decorrere dal 9 luglio 2007.

7 AGOSTO, 4 SETTEMBRE E 2 OTTOBRE 2008

Il Consiglio direttivo della BCE decide che il tasso minimo di offerta sulle operazioni di ri-finanziamento principali e i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rimarranno invariati al 4,25, al 5,25 e al 3,25 per cento, ri-spettivamente.

8 OTTOBRE 2008

Il Consiglio direttivo della BCE decide di ri-durre il tasso minimo di offerta sulle operazioni di rifinanziamento principali dell’Eurosistema di 50 punti base, al 3,75 per cento, con effetto dall’operazione con regolamento il 15 ottobre 2008. In aggiunta, decide di ridurre di 50 punti base sia il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale, sia quello sui depo-siti presso la banca centrale, rispettivamente al 4,75 e al 2,75 per cento, con effetto immediato. Inoltre il Consiglio direttivo decide che, a parti-re dall’operazione con regolamento il 15 ottobre, le operazioni di rifinanziamento principali setti-manali saranno condotte mediante asta a tasso fisso, con piena aggiudicazione dell’importo al tasso di interesse applicato alle operazioni di ri-finanziamento principali. Inoltre, dal 9 ottobre la BCE riduce da 200 a 100 punti base il corridoio formato dai tassi di interesse sulle operazioni at-tivabili su iniziativa delle controparti intorno al

tasso applicato alle operazioni di rifinanziamen-to principali. Le due misure resteranno in vigore per la durata necessaria e almeno fino alla fine del primo periodo di mantenimento delle riserve del 2009, il 20 gennaio.

15 OTTOBRE 2008

Il Consiglio direttivo della BCE decide di am-pliare ulteriormente lo schema delle garanzie e di accrescere l’erogazione di liquidità. A tal fi-ne, il Consiglio direttivo decide di: a) ampliare la lista di attività stanziabili in garanzia nelle operazioni di credito dell’Eurosistema fino alla fine del 2009; b) di accrescere l’erogazione di rifinanziamento a più lungo termine, con effetto dal 30 ottobre 2008 e fino alla fine del primo trimestre 2009; c) di fornire liquidità in dollari statunitensi mediante swap in valuta.

6 NOVEMBRE 2008

Il Consiglio direttivo della BCE decide di ridur-re il tasso minimo di offerta sulle operazioni di rifinanziamento principali di 50 punti base, al 3,25 per cento, con effetto dall’operazione con regolamento il 12 novembre 2008. In aggiunta, decide di ridurre sia il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale, sia quello sui depositi presso la banca centrale di 50 punti base, rispettivamente al 3,75 e al 2,75 per cento, a decorrere dal 12 novembre 2008.

4 D ICEMBRE 2008

Il Consiglio direttivo della BCE decide di ridur-re il tasso minimo di offerta sulle operazioni di rifinanziamento principali di 75 punti base, al 2,50 per cento, con effetto dall’operazione con regolamento il 10 dicembre 2008. In aggiunta, decide di ridurre sia il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale, sia quello sui depositi presso la banca centrale di 75 punti base, rispettivamente al 3,00 e al 2,00 per cento, a decorrere dal 10 dicembre 2008.

STATISTICHEDELL’AREADELL’EURO

Cronologia

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Dicembre 2008 V

IL S ISTEMA TARGET (S ISTEMA TRANS-EUROPEOAUTOMATIZZATO DI TRASFERIMENTO ESPRESSOCON REGOLAMENTO LORDO IN TEMPO REALE)I FLUSS I D I PAGAMENTO IN TARGETNel terzo trimestre del 2008 il sistema Target ha regolato in media giornaliera 349.559 paga-menti, per un valore totale medio giornaliero di 2.491 miliardi di euro. Rispetto al trimestre precedente ciò ha rappresentato una diminuzio-ne del 7 per cento in termini di volume e del 4 per cento di valore, mentre nel confronto con il corrispondente periodo dello scorso anno c’è stata un calo del 3 per cento in termini di volume ma un incremento del 2 per cento in termini di valore. L’ultimo decremento sul periodo corri-spondente si era osservato fra il 2003 e il 2004, comunque la quota di mercato complessiva di Target è rimasta stabile al 90 per cento in termi-ni di valore, mentre quella in termini di volume ha raggiunto il 59 per cento. Il maggiore traffico si è osservato il 30 settembre, l’ultimo giorno del trimestre, quando sono stati trattati in totale 453.937 pagamenti.

PAGAMENTI ALL’INTERNO DEGLI STATI MEMBRI Nel terzo trimestre del 2008 Target ha gestito un numero medio giornaliero di 250.082 pagamenti interni agli Stati membri, per un valore medio

Tavo la 1 Pagament i gest i t i da Target e dag l i a l t r i pr inc ipa l i s i s temi d i t ras fer imento d i fond i interbancar i : vo lume de l l e t ransaz ion i(numero dei pagamenti)

2007 2007 2008 2008 20083 trim. 4° trim. 1° trim. 2° trim. 3° trim.

Target

Totale pagamenti Targetvolume totale 23.473.483 24.951.015 23.519.667 24.144.809 23.070.898media giornaliera 361.130 389.859 379.349 377.263 349.559

Pagamenti Target all’interno degli Stati membrivolume totale 18.261.887 19.493.777 17.750.292 17.628.682 16.501.826media giornaliera 280.952 304.590 286.295 275.448 250.028

Pagamenti Target tra Stati membrivolume totale 5.211.596 5.457.238 5.799.637 6.516.127 6.569.072media giornaliera 80.178 85.269 93.543 101.814 99.531

Altri sistemi

Euro1 (EBA)volume totale 13.210.577 14.856.086 15.718.422 16.594.531 16.162.525media giornaliera 203.240 232.126 253.523 259.290 244.887

Paris Net Settlement (PNS)volume totale 1.636.102 1.454.570 398.081media giornaliera 25.171 22.728 12.063

Pankkien On-line Pikasiirrot ja Sekit-järiestelmä (POPS)volume totale 150.046 141.813 136.266 193.593 155.809media giornaliera 2.308 2.216 2.194 3.025 2.361

giornaliero di 1.688 miliardi di euro, facendo segnare, rispetto al trimestre precedente, una diminuzione del 9 e del 4 per cento in termini rispettivamente di volume e di valore. Nel con-fronto con lo stesso periodo del 2007, il volu-me dei pagamenti si è ridotto dell’11 per cento mentre il valore é aumentato del 10 per cento. Le operazioni interne agli Stati membri hanno rappresentato il 72 e il 68 per cento del totale regolato in Target, rispettivamente in volume e in valore. Il loro valore unitario medio è aumen-tato a 6,7 milioni di euro. Il 65 per cento di tali pagamenti è stato di importo unitario inferiore ai 50.000 euro, mentre il 10 per cento è stato di importo superiore al milione di euro. Su ba-se media giornaliera, 163 pagamenti all’interno degli Stati membri hanno superato il valore di un miliardo di euro. Il giorno del trimestre di maggiore traffico per questo tipo di pagamenti è stato il 30 settembre, quando ne sono stati trat-tati in totale 320.608.

PAGAMENT I TRA STAT I MEMBR INel secondo trimestre del 2008 il numero me-dio giornaliero di pagamenti fra Stati membri

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BCEBollettino mensileDicembre 2008VI

Tavo la 2 Pagament i ge s t i t i da Ta rge t e dag l i a l t r i p r in c ipa l i s i s t emi d i t r a s f e r imento d i f ond i i n te rbancar i : va lo re de l l e t r ansaz ion i(miliardi di euro)

2007 2007 2007 2008 2008

2° trim. 3° trim. 4° trim. 1° trim. 2° trim.

Target

Totale pagamenti Targetammontare totale 158.305 164.686 163.420 166.793 164.384media giornaliera 2.436 2.573 2.636 2.606 2.491

Pagamenti Target all’interno degli Stati membriammontare totale 99.826 105.905 108.340 112.221 111.429media giornaliera 1.536 1.655 1.747 1.753 1.688

Pagamenti Target tra Stati membriammontare totale 58.478 58.782 55.998 54.573 52.955media giornaliera 900 918 903 853 802

Altri sistemi

Euro1 (EBA)ammontare totale 15.112 15.766 16.541 17.944 18.504media giornaliera 233 246 267 280 280

Paris Net Settlement (PNS)ammontare totale 4,571 3,352 746media giornaliera 70 52 23

Pankkien On-line Pikasiirrot ja Sekit-järiestelmä (POPS)ammontare totale 111 114 108 107 109media giornaliera 2 2 2 2 2

regolati in Target è stato pari a 99.531, per un valore medio giornaliero di 802 miliardi; rispet-to al trimestre precedente, ciò rappresenta un calo del 2 e del 6 per cento rispettivamente in volume e in valore. Nel confronto con il corri-spondente periodo del 2007, c’è stato un incre-mento del 24 per cento in termini di volume ma una diminuzione dell’11 per cento in termini di valore. In rapporto al numero medio giornaliero di pagamenti tra Stati membri, la componente interbancaria ha rappresentato il 41 per cento in termini di volume e il 93 per cento in termini di valore. Il valore unitario medio delle operazioni interbancarie è aumentato, rispetto al trimestre precedente, da 13,2 a 22,3 milioni di euro, men-tre quello dei pagamenti per conto della cliente-la si è ridotto da 1,4 a 1,1 milioni di euro. Il 64 per cento dei pagamenti fra Stati membri è stato di importo inferiore a 50.000 euro, mentre il 14 per cento ha superato il milione di euro. In me-dia giornaliera, 72 pagamenti tra Stati membri

hanno ecceduto il miliardo di euro. Il maggiore traffico per questo tipo di pagamenti nel terzo trimestre si è verificato il 22 settembre, quando ne sono stati trattati in totale 134.065.

DISPONIB IL I TÀ OPERAT IVA E PERFORMANCE D I TARGETNel terzo trimestre del 2008 il sistema ha re-gistrato una disponibilità complessiva del 100 per cento (99,97 nel trimestre precedente). Nel periodo in esame non vi sono stati incidenti che hanno prodotto effetti sulla disponibilità di Target. Gli incidenti presi in considerazione per calcolare la disponibilità di Target sono quelli che impediscono l’esecuzione dei pagamenti per un intervallo pari o superiore a dieci minuti. Di riflesso alla completa disponibilità di Target, nel trimestre in esame il 99,99 per cento dei paga-menti tra Stati membri è stato regolato in meno di cinque minuti, il restante 0,01 per cento in un intervallo compreso fra 5 e 15 minuti.

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Dicembre 2008 VII

DOCUMENT I PUBBL ICAT I DALLA BANCA CENTRALE EUROPEA DAL 2007Scopo di questo elenco è informare i lettori sui principali documenti pubblicati dalla Banca centrale europea dal gennaio 2007. Per i Working Paper, la lista si riferisce soltanto alle pubblicazioni dif-fuse fra settembre e novembre 2008. Salvo diversa indicazione, è possibile ricevere gratuitamente copia delle pubblicazioni, su richiesta o in abbonamento e fino a esaurimento delle scorte, contat-tando l’indirizzo di posta elettronica [email protected].

Per l’elenco completo dei documenti pubblicati dalla BCE e dall’Istituto monetario europeo, si prega di consultare il sito Internet della BCE (http://www.ecb.europa.eu).

RAPPORTO ANNUALERapporto annuale 2006, aprile 2007.Rapporto annuale 2007, aprile 2008.

RAPPORTO SULLA CONVERGENZARapporto sulla convergenza maggio 2007.Rapporto sulla convergenza maggio 2008.

ED IZ IONE SPEC IALE DEL BOLLETT INO MENS ILE10° Anniversario della BCE, maggio 2008.

ART ICOL I DEL BOLLETT INO MENS ILEL’ampliamento dell’economia dell’UE e dell’area dell’euro, gennaio 2007.Evoluzione delle caratteristiche strutturali nei mercati del lavoro nell’area dell’euro nell’ultimo decennio, gennaio 2007.L’espansione economica cinese nella giusta prospettiva, gennaio 2007.Sfide per la sostenibilità dei conti pubblici nell’area dell’euro, febbraio 2007.Gli accordi dell’UE per la gestione delle crisi finanziarie, febbraio 2007.Le rimesse degli emigrati verso le regioni confinanti con l’UE, febbraio 2007.La comunicazione della politica monetaria ai mercati finanziari, aprile 2007.Origini e implicazioni dei differenziali di crescita del prodotto nell’area dell’euro, aprile 2007.Il raccordo disavanzo-debito delle amministrazioni pubbliche, aprile 2007.Inflazione misurata e percepita nell’area dell’euro, maggio 2007.Concorrenza e performance economica del settore dei servizi nell’area dell’euro, maggio 2007.Determinanti della crescita negli Stati membri dell’UE in Europa centrale e orientale, maggio 2007.Operazioni di riacquisto di azioni proprie nell’area dell’euro, maggio 2007.L’interpretazione degli andamenti monetari dalla metà del 2004, luglio 2007.Caratteristiche strutturali salienti, andamenti economici e reimpiego dei proventi petroliferi nei paesi esportatori di petrolio, luglio 2007.La correzione degli squilibri mondiali in un contesto di crescente integrazione finanziaria interna-zionale, agosto 2007.Il finanziamento delle piccole e medie imprese nell’area dell’euro, agosto 2007.I leveraged buyout e la stabilità finanziaria, agosto 2007.Andamenti a lungo termine dei prestiti delle IFM alle famiglie nell’area dell’euro: principali profili e determinanti, ottobre 2007.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008VIII

Il sistema delle garanzie del Federal Reserve System, della Banca del Giappone e dell’Eurosiste-ma, ottobre 2007.La circolazione e l’offerta di banconote in euro. I lavori preparatori per la seconda serie di ban-conote, ottobre 2007.Cambiamenti strutturali e concentrazione del mercato azionario: implicazioni per l’efficienza del sistema finanziario e per la politica monetaria, novembre 2007.L’introduzione di statistiche sui conti trimestrali per settore relative all’area dell’euro, novembre 2007.Andamento della produttività e politica monetaria, gennaio 2008. Globalizzazione, interscambio e contesto macroeconomico dell’area dell’euro, gennaio 2008. L’esperienza dell’Eurosistema riguardo alle previsioni dei fattori autonomi e delle riserve in ec-cesso, gennaio 2008.L’analisi del mercato monetario in euro in una prospettiva di politica monetaria, febbraio 2008.La cartolarizzazione nell’area dell’euro, febbraio 2008.Le nuove curve dei rendimenti dell’area dell’euro, febbraio 2008.Attività di investimento delle imprese dell’area dell’euro e ruolo della loro situazione finanziaria, aprile 2008.Previsioni a breve termine dell’attività economica nell’area dell’euro, aprile 2008.Sviluppi degli accordi comunitari in materia di stabilità finanziaria, aprile 2008. Stabilità dei prezzi e crescita economica, maggio 2008. Le operazioni di mercato aperto dell’Eurosistema durante la recente fase di volatilità sui mercati finanziari, maggio 2008.Una sola politica monetaria e numerose politiche di bilancio: come assicurare il regolare funzio-namento dell’UEM, luglio 2008.Interscambio di servizi dell’area dell’euro: alcuni importanti fatti stilizzati, luglio 2008.L’assistenza tecnica dell’Eurosistema alle regioni limitrofe all’UE, luglio 2008.La dimensione esterna dell’analisi monetaria, agosto 2008.Il ruolo delle banche nel meccanismo di trasmissione della politica monetaria, agosto 2008.I dieci anni del Patto di stabilità e crescita, ottobre 2008.Le fusioni e acquisizioni bancarie transfrontaliere e il ruolo degli investitori istituzionali, ottobre 2008. Il monitoraggio dell’andamento del costo del lavoro nei paesi dell’area dell’euro, novembre 2008. Valutazione dei mercati azionari e premio per il rischio azionario, novembre 2008. I dieci anni di Target e l’avvio di Target2, novembre 2008.

STAT I ST ICS POCKET BOOKPubblicazione mensile disponibile da agosto 2003.

LEGAL WORKING PAPER SER IES 4 Privileges and immunities of the European Central Bank, di G. Gruber e M. Benisch, giugno

2007. 5 Legal and institutional aspects of the currency changeover following the restoration of

the independence of the Baltic States, di K. Drçviňa, K. Laurinavičius e A. Tupits, luglio 2007.

6 The legal implications of the prudential supervisory assessment of bank mergers and acquisitions under EU law, giugno 2008.

7 Electronic money institutions: current trends, regulatory issues and future prospects, di P. Athanassiou e N. Max-Guix, luglio 2008.

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BCEBollettino mensile

Dicembre 2008 IX

OCCAS IONAL PAPER SER IES 55 Globalisation and euro area trade – Interactions and challenger, di U. Baumann e F. Di

Mauro, marzo 2007. 56 Assessing fiscal soundness: theory and practice, di N. Giammarioli, C. Nickel, P. C. Rother e

J. P. Vidal, marzo 2007. 57 Understanding price developments and consumer price indices in south-eastern Europe,

di S. Herrmann e E. Katalin Polgar, marzo 2007. 58 Long-term growth prospects for the Russian economy, di R. Beck, A. Kamps e E. Mileva,

marzo 2007. 59 The ECB Survey of Professional Forecasters (SPF) – A review after eight years’ experience,

di C. Bowles, R. Friz, V. Genre, G. Kenny, A. Meyler e T. Rautanen, aprile 2007. 60 Commodity price fluctuations and their impact on monetary and fiscal policies in Western

and Central Africa, di U. Böwer, A. Geis e A. Winkler, aprile 2007. 61 Determinants of growth in the central and eastern European EU Member States – A production

function approach, di O. Arratibel, F. Heinz, R. Martin, M. Przybyla, L. Rawdanowicz, R. Serafini e T. Zumer, aprile 2007.

62 Inflation-linked bonds from a Central Bank perspective, di J. A. Garcia e A. van Rixtel, giugno 2007.

63 Corporate finance in the euro area – including background material, a cura della Task Force del Monetary Policy Committee del SEBC, giugno 2007.

64 The use of portfolio credit risk models in central banks, prodotto dalla Task force del Comitato per le operazioni di mercato del SEBC, luglio 2007.

65 The performance of credit rating systems in the assessment of collateral used in Eurosystem monetary policy operations, di F. Coppens, F. González e G. Winkler, luglio 2007.

66 Structural reforms in EMU and the role of monetary policy – a survey of the literature, di N. Leiner-Killinger, V. López Pérez, R. Stiegert e G. Vitale, luglio 2007.

67 Towards harmonised balance of payments and international investment position statistics – the experience of the European compilers, di J. M. Israël e C. Sánchez Muñoz, luglio 2007.

68 The securities custody industry, di D. Chan, F. Fontan, S. Rosati e D. Russo, agosto 2007. 69 Fiscal policy in Mediterranean countries – developments, structures and implications for

monetary policy, di M. Sturm e F. Gurtner, agosto 2007. 70 The search for Columbus’ egg: finding a new formula to determine quotas at the IMF, di

M. Skala, C. Thimann e R. Wölfinger, agosto 2007. 71 The economic impact of the Single Euro Payments Area, di H. Schmiedel, agosto 2007. 72 The role of financial markets and innovation in productivity and growth in Europe,

di P. Hartmann, F. Heider, E. Papaioannou, M. Lo Duca e L. Søndergaard, settembre 2007. 73 Reserve accumulation: objective or by-product?, di J. O. de Beaufort Wijnholds e

L. Søndergaard, settembre 2007. 74 Analysis of revisions to general economic statistics, di H. C. Dieden e A. Kanutin, settembre

2007. 75 The role of other financial intermediaries in monetary and credit developments in the euro

area, a cura di P. Moutot e con il coordinamento di D. Gerdesmeier, A. Lojschová and J. von Landesberger, ottobre 2007.

76 Prudential and oversight requirements for securities settlement, di D. Russo, G. Caviglia, C. Papathanassiou e S. Rosati, dicembre 2007.

77 Oil market structure, network effects and the choice of currency for oil invoicing, di E. Mileva e N. Siegfried, dicembre 2007.

78 A framework for assessing global imbalances, di T. Bracke, M. Bussière, M. Fidora e R. Straub, gennaio 2008.

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DAL GENNAIO 2007

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BCEBollettino mensileDicembre 2008IIX

79 The workings of the Eurosystem: monetary policy preparations and decision-making – selected issues, di P. Moutot, A. Jung e F. P. Mongelli, gennaio 2008.

80 China’s and India’s roles in global trade and finance: twin titans for the new millennium, di M. Bussière e A. Mehl, gennaio 2008.

81 Measuring financial integration in new EU Member States, di M. Baltzer, L. Cappiello, R. A. De Santis e S. Manganelli, marzo 2008.

82 The sustainability of China’s exchange rate policy and capital account liberalisation, di L. Cappiello e G. Ferrucci, marzo 2008.

83 The predictability of monetary policy, di T. Blattner, M. Catenaro, M. Ehrmann, R. Strauch e J. Turunen, marzo 2008.

84 Short-term forecasting of GDP using large monthly datasets: a pseudo real-time forecast evaluation exercise, di G. Rünstler, K. Barhoumi, R. Cristadoro, A. Den Reijer, A. Jakaitiene, P. Jelonek, A. Rua, K. Ruth, S. Benk e C. Van Nieuwenhuyze, maggio 2008.

85 Benchmarking the Lisbon strategy, di D. Ioannou, M. Ferdinandusse, M. Lo Duca e W. Coussens, maggio 2008.

86 Real convergence and the determinants of growth in EU candidate and potential candidate countries: a panel data approach, di M. M. Borys, É. K. Polgár e A. Zlate, giugno 2008.

87 Labour supply and employment in the euro area countries: developments and challenges, a cura di una Task Force del Comitato per la Politica Monetaria del Sistema Europeo di Banche Centrali, giugno 2008.

88 Real convergence, financial markets, and the current account – emerging Europe versus emerging Asia, di S. Herrmann e A. Winkler, giugno 2008.

89 An analysis of youth unemployment in the euro area, di R. Gomez-Salvador e N. Leiner-Killinger, giugno 2008.

90 Wage growth dispersion across the euro area countries: some stylised facts, di M. Andersson, A. Gieseck, B. Pierluigi e N. Vidalis, luglio 2008.

91 The impact of sovereign wealth funds on global financial markets, di R. Beck e M. Fidora, luglio 2008.

92 The Gulf Cooperation Council countries: economic structures, recent developments and role in the global economy, di M. Sturm, J. Strasky, P. Adolf e D. Peschel, luglio 2008.

93 Russia, EU enlargement and the euro, di Z. Polański e A. Winkler, agosto 2008. 94 The changing role of the exchange rate in a globalised economy, di F. di Mauro, R. Rüffer e

I. Bunda, settembre 2008. 95 Financial stability challenges in candidate countries managing the transition to deeper and

more market-oriented financial systems, del gruppo di esperti del Comitato per le relazioni internazionali sulle sfide per la stabilità finanziaria nei paesi candidati, settembre 2008.

96 The monetary presentation of the euro area balance of payments, di L. Bê Duc, F. Mayerlen e P. Sola, settembre 2008.

97 Globalisation and the competitiveness of the euro area, di F. di Mauro e K. Forster, settem-bre 2008.

98 Will oil prices decline over the long run?, di R. Kaufmann, P. Karadeloglou e F. di Mauro, ottobre 2008.

99 The ECB and IMF indicators for the macro-prudential analysis of the banking sector: a comparison of the two approaches, di A. M. Agresti, P. Baudino e P. Poloni, novembre 2008.

RESEARCH BULLET INResearch Bulletin n. 6, giugno 2007.Research Bulletin n. 7, giugno 2008.

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BCEBollettino mensile

Dicembre 2008 XI

WORKING PAPER SER IES929 Real convergence in central and eastern European EU Member States: which role for

exchange rate volatility, di O. Arratibel, D. Furceri e R. Martin, settembre 2008.930 Sticky information Phillips curves: European evidence, di J. Döpke, J. Dovern, U. Fritsche e

J. Slacalek, settembre 2008.931 International stock return comovements, di G. Bekaert, R. J. Hodrick e X. Zhang, settembre 2008.932 How does competition affect efficiency and soundness in banking? New empirical evidence,

di K. Schaeck e M. Čihák, settmebre 2008.933 Import price dynamics in major advanced economies and heterogeneity in exchange rate

pass-through, di S. Dées, M. Burgert e N. Parent, settembre 2008.934 Bank mergers and lending relationships, di J. Montoriol-Garriga, settembre 2008.935 Fiscal policies, the current account and Ricardian equivalence, di C. Nickel e I. Vansteenkiste,

settembre 2008.936 Sparse and stable Markowitz portfolios, di J. Brodie, I. Daubechies, C. De Mol, D. Giannone

e I. Loris, settembre 2008. 937 Should quarterly government finance statistics be used for fiscal surveillance in Europe?, di

D. J. Pedregal e J. J. Pérez, settembre 2008.938 Channels of international risk-sharing: capital gains versus income flows, di T. Bracke e

M. Schmitz, settembre 2008.939 An application of index numbers theory to interest rates, di J. Huerga e L. Steklacova,

settembre 2008.940 The effect of durable goods and ICT on euro area productivity growth, di J. Jalava e

I. K. Kavonius, settembre 2008.941 The euro’s influence upon trade: Rose effect versus border effect, di G. Cafiso, settembre 2008.942 Towards a monetary policy evaluation framework, di S. Adjemian, M. Darracq Pariès e

S. Moyen, settembre 2008.943 The impact of financial position on investment: an analysis for non-financial corporations

in the euro area, di C. Martinez-Carrascal e A. Ferrando, settembre 2008.944 The New Area-Wide Model of the euro area: a micro-founded open-economy model for

forecasting and policy analysis, di K. Christoffel, G. Coenen e A. Warne, ottobre 2008.945 Wage and price dynamics in Portugal, di C. Robalo Marques, ottobre 2008.946 Macroeconomic adjustment to Monetary Union, di G. Fagan e V. Gaspar, ottobre 2008.947 Foreign-currency bonds: currency choice and the role of uncovered and covered interest

parity, di M. M. Habib e M. Joy, ottobre 2008.948 Clustering techniques applied to outlier detection of financial market series using a moving

window filtering algorithm, di J. M. Puigvert Gutiérrez e J. Fortiana Gregori, ottobre 2008.949 Short-term forecasts of euro area GDP growth, di E. Angelini, G. Camba-Méndez, D. Giannone,

L. Reichlin e G. Rünstler, ottobre 2008.950 Is forecasting with large models informative? Assessing the role of judgement in

macroeconomic forecasts, di R. Mestre e P. McAdam, ottobre 2008.951 Exchange rate pass-through in the global economy: the role of emerging market economies,

di M. Bussière e T. Peltonen, ottobre 2008.952 How successful is the G7 in managing exchange rates?, di M. Fratzscher, ottobre 2008.953 Estimating and forecasting the euro area monthly national accounts from a dynamic factor

model, di E. Angelini, M. Bańbura e G. Rünstler, ottobre 2008.954 Fiscal policy responsiveness, persistence and discretion, di A. Afonso, L. Agnello e D. Furceri,

ottobre 2008.955 Monetary policy and stock market boom-bust cycles, di L. Christiano, C. Ilut, R. Motto e

M. Rostagno, ottobre 2008.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008XII

956 The political economy under Monetary Union: has the euro made a difference?, di M. Fratzscher e L. Stracca, novembre 2008.

957 Modelling autoregressive conditional skewness and kurtosis with multi-quantile CAViaR, di H. White, T.-H. Kim e S. Manganelli, novembre 2008.

958 Oil exporters: in search of an external anchor, di M. M. Habib e J. Stráský, novembre 2008.

959 What drives US current account fluctuations?, di A. Barnett e R. Straub, novembre 2008.960 On implications of micro price data for macro models, di B. Maćkowiak e F. Smets, novem-

bre 2008.961 Budgetary and external imbalances relationship: a panel data diagnostic, di A. Afonso e

C. Rault, novembre 2008.962 Optimal monetary policy and the transmission of oil-supply shocks to the euro area under

rational expectations, di S. Adjemian e M. Darracq Pariès, novembre 2008.963 Public and private sector wages: co-movement and causality, di A. Lamo, J. J. Pérez e

L. Schuknecht, novembre 2008.964 Do firms provide wage insurance against shocks? Evidence from Hungary, by G. Kátay,

novembre 2008.965 IMF lending and geopolitics, di J. Reynaud e J. Vauday, novembre 2008.966 Large Bayesian VARs, di M. Bańbura, D. Giannone e L. Reichlin, novembre 2008.967 Central bank misperceptions and the role of money in interest rate rules, di V. Wieland e

G. W. Beck, novembre 2008.968 A value at risk analysis of credit default swaps, di B. Raunig e M. Scheicher, novembre

2008.969 Comparing and evaluating Bayesian predictive distributions of asset returns, di J. Geweke

e G. Amisano, novembre 2008.970 Responses to monetary policy shocks in the east and west of Europe, di M. Jarociński,

novembre 2008.971 Interactions between private and public sector wages, di A. Afonso e P. Gomes, novembre

2008.972 Monetary policy and housing prices in an estimated DSGE for the United States and the euro

area, di M. Darracq Pariès e A. Notarpietro, novembre 2008.

ALTRE PUBBL ICAZ ION IGovernment finance statistics guide, gennaio 2007.Letter from the ECB President to Ms Pervenche Berès, Chairwoman of the Committee on Economic and Monetary Affairs, European Parliament, gennaio 2007.Letter from the ECB President to Mr Jean-Marie Cavada, Chairman of the Committee on Civil Liberties, Justice and Home Affairs, European Parliament, gennaio 2007.Euro area balance of payments and international investment position statistics - Annual quality report, febbraio 2007.List of monetary financial institutions and institutions subject to minimum reserves, febbraio 2007 (disponibile solo online).Financial statistics for a global economy - Proceedings of the 3rd ECB Conference on statistics, febbraio 2007.Euro Money Market Study 2006, febbraio 2007 (disponibile solo online).Letter from the ECB President to Ms Pervenche Berès, Chairwoman of the Committee on Economic and Monetary Affairs, European Parliament, febbraio 2007.Monetary financial institutions and markets statistics sector manual, marzo 2007.

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Dicembre 2008 XIII

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Financial Integration in Europe, marzo 2007.TARGET2-Securities – The blueprint, marzo 2007 (disponibile solo online). TARGET2-Securities – Technical feasibility, marzo 2007 (disponibile solo online).TARGET2-Securities – Operational feasibility, marzo 2007 (disponibile solo online).TARGET2-Securities – Legal feasibility, marzo 2007 (disponibile solo online).TARGET2-Securities – Economic feasibility, marzo 2007 (disponibile solo online).Risk measurement and systemic risk. Fourth Joint Central Bank Research Conference, 8-9 November 2005. In cooperation with the Committee on the Global Financial System, aprile 2007. How the euro became our money. A short history of the euro banknotes and coins, aprile 2007.Large banks and private equity-sponsored leveraged buyouts in the EU, aprile 2007.TARGET Annual Report 2006, maggio 2007 (disponibile solo online).European Union balance of payments: international investment position statistical methods, maggio 2007.Bond markets and long-term interest rates in non-euro area Member States of the European Union: statistical tables, maggio 2007 (disponibile solo online).The euro bonds and derivatives markets, giugno 2007 (disponibile solo online).Review of the international role of the euro, giugno 2007.Fourth Progress Report on TARGET2, General Functional Specifications, giugno 2007.Financial Stability Review, giugno 2007.Monetary policy: A journey from theory to practice, giugno 2007.The Eurosystem policy principles on the location and operation of infrastructures settling euro denominated payment transactions, luglio 2007 (disponibile solo online).5th SEPA progress report, luglio 2007 (disponibile solo online).Potential impact of solvency II on financial stability”, luglio 2007.The role of central counterparties, issues related to central counterparty clearing, ECB-Fed Chicago conference, 3-4 April 2006, luglio 2007.European legislation on financial markets, Settlement Finality Directive, Financial Collateral Directive, Winding-Up Directive for Credit Institutions, luglio 2007.Payment and securities settlement systems in the European Union (Blue Book). Vol. 1: euro area countries, Vol. 2: non-euro area countries, agosto 2007.EU banking structures, ottobre 2007 (disponibile solo online).TARGET2-Securities progress report, ottobre 2007 (disponibile solo online).Fifth progress report on TARGET2 e relativi allegati; All.1: Information guide for TARGET2 users (version 1.0), All. 2: User information guide to TARGET2 pricing e All. 3: TARGET2 compensation scheme, claim form, ottobre 2007 (disponibile solo online).EU banking sector stability, novembre 2007 (disponibile solo online).Euro money market survey, novembre 2007 (disponibile solo online).Review of the Lamfalussy framework: Eurosystem contribution, novembre 2007 (disponibile solo online).Correspondent central banking model (CCBM): procedures for Eurosystem counterparts, dicembre 2007.Financial Stability Review, dicembre 2007.Bond markets and long-term interest rates in non-euro area Member States of the European Union, gennaio 2008 (disponibile solo online).Oversight framework for card payment schemes – standards, gennaio 2008 (disponibile solo online).The role of money – money and monetary policy in the twenty-first century – proceedings of the Fourth ECB Central Banking Conference 2006, febbraio 2008. Euro area balance of payments and international investment position statistics – Annual quality report, marzo 2008 (disponibile solo online).ECB statistics quality framework (SQF), aprile 2008 (disponibile solo online).

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BCEBollettino mensileDicembre 2008XIV

Quality assurance procedures within the ECB statistical function, aprile 2008 (disponibile solo online).ECB statistics – an overview, aprile 2008 (disponibile solo online).TARGET Annual Report 2007, aprile 2008 (disponibile solo online).Financial integration in Europe, aprile 2008.Financial Stability Review, giugno 2008.Labour supply and employment in the euro area countries: developments and challenges, giugno 2008.The international role of the euro, luglio 2008 (disponibile solo online). Payment systems and market infrastructure oversight report, luglio 2008 (disponibile solo online).Letter from the ECB President to Mr Dimitrios Papadimoulis, Member of the European Parliament, luglio 2008 (disponibile solo online). Letter from the ECB President to Mr Ashley Mote, Member of the European Parliament, luglio 2008 (disponibile solo online).Legal framework of the Eurosystem and the ESCB. ECB legal acts and instruments, luglio 2008.CCBM2 User Requirements 4.1, luglio 2008 (disponibile solo online).Simulating financial instability – conference on stress testing and financial crisis simulation exercises, 12-13 July 2007, settembre 2008.New procedure for constructing ECB staff projection ranges, settembre 2008 (disponibile solo online).Commission’s draft directive/regulation on credit rating agencies – Eurosystem contribution to the public consultation, settembre 2008 (disponibile solo online).Euro money market survey, settembre 2008 (disponibile solo online).EU banking structures, ottobre 2008 (disponibile solo online). Letter from the ECB President to Mr Mario Borghezio, Member of the European Parliament, ottobre 2008 (disponibile solo online).Letter from the ECB President to Mr Ashley Mote, Member of the European Parliament, ottobre 2008 (disponibile solo online).A strategic vision for statistics: challenges for the next 10 years – Fourth ECB Conference on Statistics, 24 and 25 April 2008, novembre 2008. The implementation of monetary policy in the euro area: General documentation on Eurosystem monetary policy instruments and procedures, novembre 2008. The Eurosystem policy principles on the location and operation of infrastructures settling euro-denominated payment transactions: specification of ‘legally and operationally located in the euro area, novembre 2008 (disponibile solo online).Single Euro Payments Area – sixth progress report, novembre 2008 (disponibile solo online).EU banks’ liquidity stress-testing and contingency funding plans, novembre 2008 (disponibile solo online).

OPUSCOL I INFORMAT IV IA single currency – an integrated market infrastructure, settembre 2007.The European Central Bank, the Eurosystem, the European System of Central Banks, seconda edizione, aprile 2008.La stabilità dei prezzi: perché è importante per te, giugno 2008.A single currency – an integrated market infrastructure, settembre 2008.

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BCEBollettino mensile

Dicembre 2008 XV

Il presente glossario contiene alcune voci utilizzate frequentemente nel Bollettino mensile. Un glossario più esaustivo e dettagliato è consultabile sul sito Internet della BCE (www.ecb.europa.eu/home/glossary/html/index.en.html).

Altri investimenti [other investment]: voce della bilancia dei pagamenti e della posizione patrimo-niale sull’estero nella quale confluiscono le transazioni/posizioni finanziarie nei confronti di non residenti relative a crediti commerciali, depositi e prestiti e altri conti attivi e passivi.

Amministrazioni pubbliche [general government]: in base alla definizione del SEC 95, il settore comprende gli enti residenti primariamente impegnati nella produzione di beni e servizi non di mercato fruibili dal singolo individuo e dalla collettività e/o nella redistribuzione del reddito e della ricchezza nazionali. Vi sono inclusi le amministrazioni centrali, quelle regionali e locali, nonché gli enti di previdenza e assistenza sociale, mentre sono esclusi gli enti di proprietà statale che svolgono operazioni commerciali, quali le aziende pubbliche.

Area dell’euro [euro area]: l’area costituita dagli Stati membri dell’UE che hanno introdotto l’eu-ro come moneta unica, conformemente al Trattato che istituisce la Comunità europea.

Asta a tasso fisso [fixed rate tender]: procedura d’asta in cui il tasso di interesse viene stabilito in anticipo dalla banca centrale e in cui le controparti presentano richiesta degli importi che intendono aggiudicarsi al tasso di interesse predefinito.

Asta a tasso variabile [variable rate tender]: procedura d’asta in cui le controparti presentano un’offerta relativa sia all’importo sia al tasso di interesse che saranno oggetto della transazione con la banca centrale.

Attività nette sull’estero delle IFM [MFI net external assets]: le attività sull’estero del settore delle IFM dell’area dell’euro (quali oro, banconote e monete in valuta estera, titoli emessi da non residenti nell’area e prestiti concessi a non residenti nell’area) al netto delle passività sull’estero del settore delle IFM dell’area dell’euro (quali depositi detenuti da non residenti nell’area, operazioni pronti contro termine, quote e partecipazioni in fondi comuni monetari e titoli di debito emessi dalle IFM con scadenza non superiore a due anni).

Azioni [equities]: titoli che rappresentano la proprietà di una quota societaria. Comprendono le azioni scambiate in borsa (azioni quotate), le azioni non quotate e altre partecipazioni. Le azioni di norma producono un reddito sotto forma di dividendi.

Bilancia dei pagamenti (b.d.p.) [balance of payments (b.o.p.)]: prospetto statistico che riepiloga le tran-sazioni economiche avvenute fra un’economia e il resto del mondo in un determinato periodo di tempo.

Bilancio consolidato del settore delle IFM [consolidated balance sheet of the MFI sector]: bilan-cio aggregato delle IFM al netto delle posizioni fra le IFM stesse (ad esempio, prestiti e depositi tra IFM). Fornisce informazioni statistiche sulle attività e passività di questo settore nei confronti dei residenti nell’area dell’euro che non ne fanno parte (amministrazioni pubbliche e altri soggetti) e dei non residenti. Il bilancio consolidato costituisce la principale fonte statistica per il calcolo degli aggregati monetari, nonché la base per l’analisi periodica delle contropartite di M3.

Cancellazione [write-off]: rimozione del valore di un prestito dal bilancio di una IFM, quando si reputa che tale prestito sia divenuto interamente irrecuperabile.

GLOSSAR IO

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BCEBollettino mensileDicembre 2008XVI

Commercio con l’estero in beni [external trade in goods]: esportazioni e importazioni di beni con i paesi non appartenenti all’area dell’euro, misurate in termini di valore e come indici di volume e valore unitario. Le statistiche sul commercio con l’estero non sono comparabili con le esportazioni e importazioni rilevate nei dati di contabilità nazionale, in quanto queste ultime includono sia le tran-sazioni fra i paesi dell’area sia quelle con il resto del mondo e, inoltre, combinano beni e servizi. Tali statistiche non sono neppure pienamente comparabili con la voce beni delle statistiche della bilancia dei pagamenti. Al di là degli aggiustamenti metodologici, la differenza principale è che nelle statisti-che sul commercio estero le importazioni comprendono i servizi di assicurazione e di nolo, mentre sono riportate franco a bordo nella voce beni delle statistiche della bilancia dei pagamenti.

Conto capitale [capital account]: un conto della b.d.p. su cui confluiscono tutti i trasferimenti di capitale e le acquisizioni/dismissioni di attività non prodotte e non finanziarie fra residenti e non residenti.

Conto corrente [current account]: un conto della b.d.p. su cui confluiscono tutte le transazioni relative a beni e servizi, redditi e trasferimenti correnti fra residenti e non residenti.

Conto finanziario [financial account]: un conto della b.d.p. su cui confluiscono tutte le transa-zioni relative a investimenti diretti e di portafoglio, altri investimenti, prodotti finanziari derivati e attività di riserva fra residenti e non residenti.

Costo del lavoro per unità di prodotto [unit labour costs]: indice del costo totale del lavoro per unità di prodotto calcolato per l’area dell’euro come rapporto fra l’insieme dei redditi per occupato e la produttività del lavoro (definito come PIL a prezzi costanti per persona occupata).

Credito delle IFM ai residenti nell’area dell’euro [MFI credit to euro area residents]: prestiti delle IFM concessi ai residenti nell’area dell’euro diversi dalle IFM (compresi le amministrazioni pubbliche e il settore privato) e i titoli detenuti dalle IFM (azioni, altri titoli di capitale e titoli di debito) emessi dai residenti nell’area dell’euro diversi dalle IFM.

Curva dei rendimenti [yield curve]: rappresentazione grafica della relazione esistente, a una certa data, fra il tasso di interesse o il rendimento e la vita residua di titoli di debito con pari rischio di credito ma con differenti scadenze. L’inclinazione della curva può essere misurata come differenza fra i tassi di interesse o rendimenti per coppia di scadenze.

Debito (conti finanziari) [debt (financial accounts)]: i prestiti, le passività, i titoli di debito emes-si e le riserve dei fondi pensione delle società non finanziarie (risultanti dagli impegni assunti dai datori di lavoro nei confronti dei propri dipendenti finalizzati all’erogazione della pensione), valu-tati ai prezzi di mercato di fine periodo. Tuttavia, a causa di limitazioni nei dati, il debito indicato nei conti finanziari trimestrali non comprende i prestiti concessi da società dei settori non finanziari (per esempio, i prestiti intersocietari) e/o da banche esterne all’area dell’euro, componenti invece incluse nei più ampi conti finanziari annuali.

Debito (riferito alle amministrazioni pubbliche) [debt (general government)]: il debito lordo (depositi, prestiti e titoli di debito esclusi i prodotti finanziari derivati) al valore nominale in essere alla fine dell’esercizio e consolidato tra e nei settori delle amministrazioni pubbliche.

Deflazione [deflation]: calo del livello complessivo dei prezzi, per esempio dell’indice dei prezzi al consumo.

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BCEBollettino mensile

Dicembre 2008 XVII

GLOSSARIO

Depositi presso la banca centrale [deposit facility]: categoria di operazioni attivabili su iniziativa delle controparti messa a disposizione dall’Eurosistema. Le controparti possono farvi ricorso per effettuare depositi a vista presso una BCN, remunerati a un tasso di interesse prestabilito.

Disavanzo (riferito alle amministrazioni pubbliche) [deficit (general government)]: l’indebita-mento netto delle amministrazioni pubbliche, vale a dire la differenza fra le entrate e le spese totali delle amministrazioni pubbliche.

Eonia [Eonia (euro overnight index average)]: misura del tasso di interesse effettivo per il mer-cato interbancario overnight in euro. Si calcola come media ponderata dei tassi di interesse sulle operazioni di prestito overnight non coperte da garanzie denominate in euro, sulla base delle segna-lazioni di un gruppo selezionato di banche.

Euribor [EURIBOR (euro interbank offered rate)]: tasso applicato ai prestiti in euro tra banche con elevato merito di credito; viene calcolato quotidianamente per depositi interbancari con scaden-ze varie, non superiori a dodici mesi.

Eurosistema [Eurosystem]: il sistema di banche centrali costituito dalla BCE e dalle BCN degli Stati membri dell’UE che hanno già introdotto l’euro.

Fabbisogno (riferito alle amministrazioni pubbliche) [borrowing requirement (general govern-ment)]: assunzione netta di debito da parte delle amministrazioni pubbliche.

Fattori autonomi di liquidità [autonomous liquidity factors]: fattori di liquidità che normalmen-te non derivano dall’uso degli strumenti di politica monetaria, quali, ad esempio, le banconote in circolazione, i depositi delle Amministrazioni pubbliche presso la banca centrale e le attività nette sull’estero della banca centrale.

Forze di lavoro [labour force]: il totale risultante dalla somma degli occupati e dei disoccupati.

IFM (istituzioni finanziarie monetarie) [MFIs (monetary financial institutions)]: istituzioni fi-nanziarie che insieme costituiscono il settore emittente moneta nell’area dell’euro. Esse includono l’Eurosistema, gli enti creditizi residenti (come definiti nella legislazione comunitaria) e tutte le altre istituzioni finanziarie residenti la cui attività consiste nel ricevere depositi e/o altre forme di raccolta equiparabili ai depositi da enti diversi dalle IFM e, per proprio conto (almeno in termini economici), nel concedere credito e/o investire in titoli. Questi ultimi sono composti principalmente da fondi comuni monetari.

Impieghi disponibili [job vacancies]: termine collettivo che comprende i nuovi impieghi, gli im-pieghi liberi e quelli che si renderanno disponibili a breve scadenza, per i quali il datore di lavoro ha cercato attivamente e di recente di trovare un candidato idoneo.

Indagini della Commissione europea [European Commission surveys]: indagini armonizzate del clima di fiducia delle imprese e/o dei consumatori condotte per conto della Commissione europea in ciascuno degli Stati membri dell’UE. Le indagini si basano su questionari e sono rivolte ai dirigenti di aziende del settore manifatturiero, delle costruzioni, del commercio al dettaglio e dei servizi nonché ai consumatori. Da ciascuna indagine mensile sono calcolati degli indicatori compositi che riassumono in un unico indicatore le risposte date a diverse domande (indicatori del clima di fiducia).

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BCEBollettino mensileDicembre 2008XVIII

Indagine sul credito bancario [Bank lending survey (BLS)]: indagine trimestrale sulle politiche di erogazione del credito che viene condotta dall’Eurosistema a partire da gennaio 2003. Nell’ambito di tale indagine vengono poste a un campione predefinito di banche dell’area dell’euro alcune domande qualitative riguardanti i criteri per la concessione del credito, i termini e le condizioni praticate e la domanda di prestiti, con riferimento sia alle imprese sia alle famiglie.

Indagini presso i responsabili degli acquisti nell’area dell’euro [Eurozone purchasing mana-gers’ surveys]: indagini sulle condizioni dei settori manufatturiero e dei servizi condotte in diversi paesi dell’area dell’euro e i cui risultati vengono utilizzati per compilare degli indici. L’indice dei responsabili degli acquisti del settore manifatturiero (Manufacturing Purchasing Managers’ Index – PMI) dell’area dell’euro è un indicatore ponderato calcolato in base agli indici di produzione, nuovi ordinativi, occupazione, tempi di consegna dei fornitori e scorte di prodotti acquistati. L’indagine presso il settore dei servizi consiste in questionari riguardanti l’attività corrente, le aspettative di attività futura, l’ammontare di attività inevasa, le commesse in entrata, l’occupazione, i prezzi degli input e i prezzi applicati alla clientela. L’indice composito per l’area dell’euro viene calcolato com-binando i risultati delle indagini sul settore manifatturiero e su quello dei servizi BCE.

Indice armonizzato dei prezzi al consumo (IAPC) [Harmonised Index of Consumer Prices (HICP)]: indice dei prezzi al consumo calcolato dall’Eurostat e armonizzato per tutti gli Stati membri dell’UE.

Indice del costo orario del lavoro [hourly labour cost index]: indice dei costi del lavoro compren-dente gli stipendi e i salari lordi (in denaro e in altra natura, comprese le gratifiche) e altri costi del lavoro (contributi previdenziali a carico del datore di lavoro più le imposte relative all’occupazione corrisposti dal datore, al netto dei sussidi ricevuti) per ora effettivamente lavorata (comprese le prestazioni straordinarie).

Indice delle retribuzioni contrattuali [index of negotiated wages]: misura dei risultati diretti del-la contrattazione collettiva in termini di retribuzione di base (cioè escluse le gratifiche) a livello di area dell’euro. Si riferisce alla variazione media implicita dei salari e degli stipendi mensili.

Inflazione [inflation]: aumento del livello complessivo dei prezzi, per esempio dell’indice dei prezzi al consumo.

Investimenti di portafoglio [portfolio investment]: transazioni e/o posizioni nette dei residenti nell’area dell’euro in titoli emessi dai non residenti (“attività) e transazioni e/o posizioni nette dei non residenti nell’area dell’euro in titoli emessi dai residenti (“passività”). Sono inclusi i titoli azionari e i titoli di debito (obbligazioni e notes, e strumenti di mercato monetario). Le transazioni sono rilevate al prezzo effettivo pagato o ricevuto, al netto di commissioni e spese. Per poter essere considerata come attività di portafoglio, la quota di partecipazione in una società deve essere equi-valente a meno del 10 per cento delle azioni ordinarie o del potere di voto.

Investimenti diretti [direct investment]: investimenti internazionali effettuati allo scopo di ottene-re un interesse durevole in una società residente in un altro paese (con ciò si intende, in pratica, una partecipazione non inferiore al 10 per cento delle quote ordinarie o dei diritti di voto). Sono inclusi le azioni, gli utili reinvestiti e il debito collegato ad operazioni intersocietarie. Il conto degli inve-stimenti diretti rileva le transazioni/posizioni nette in attività estere da parte di residenti nell’area dell’euro (“investimenti diretti all’estero”) e le transazioni/posizioni nette in attività dell’area del-l’euro da parte di non residenti (“investimenti diretti nell’area dell’euro”).

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BCEBollettino mensile

Dicembre 2008 XIX

GLOSSARIO

M1: aggregato monetario ristretto che include le banconote e monete in circolazione e i depo-siti a vista detenuti presso le IFM e le amministrazioni centrali (ad esempio, presso le Poste o il Tesoro).

M2: aggregato monetario intermedio. Comprende M1, i depositi rimborsabili su preavviso non superiore a tre mesi (cioè i depositi a risparmio a breve termine) e i depositi con durata prestabilita non superiore a due anni (cioè i depositi a termine a breve scadenza) detenuti presso le IFM e le amministrazioni centrali.

M3: aggregato monetario ampio che ci compone di M2 più gli strumenti negoziabili, in particolare le operazioni pronti contro termine, le quote e partecipazioni in fondi comuni monetari e i titoli di debito con scadenza non superiore a due anni emessi dalle IFM.

Nuovi accordi europei di cambio AEC II [ERM II (exchange rate mechanism II)]: accordi che definiscono l’assetto per la cooperazione nel settore delle politiche del cambio tra i paesi dell’area dell’euro e gli Stati membri dell’UE non partecipanti alla Terza fase dell’UEM BCE.

Operazione di rifinanziamento a più lungo termine [longer-term refinancing operation]: rego-lare operazione di mercato aperto eseguita dall’Eurosistema sotto forma di operazioni temporanee. Le operazioni di rifinanziamento a più lungo termine sono effettuate tramite un’asta standard men-sile, solitamente con scadenza a tre mesi.

Operazioni di rifinanziamento marginale [marginal lending facility]: tipo di operazione attiva-bile su iniziativa delle controparti messo a disposizione dall’Eurosistema, attraverso cui le contro-parti possono ottenere da una BCN, a un tasso di interesse predefinito, credito overnight a fronte di attività idonee.

Operazione di rifinanziamento principale [main refinancing operation]: regolare operazione di mercato aperto eseguita dall’Eurosistema sotto forma di operazioni temporanee. Le operazioni di rifinanziamento principale sono effettuate tramite un’asta standard settimanale, solitamente con scadenza a una settimana.

Parità centrale (o tasso centrale) [central parity (or central rate)]: tassi di cambio di ciascuna valuta partecipante agli AEC II nei confronti dell’euro, intorno ai quali sono definiti i margini di oscillazione previsti dagli AEC II.

Parità di potere d’acquisto (p.p.a.) [purchasing power parity (p.p.p.)]: tasso di conversione di una valuta in un’altra tale da rendere identico il potere d’acquisto delle due divise eliminando le diffe-renze dovute al livello dei prezzi prevalente in ciascun paese. Nella sua forma più semplice, la p.p.a. rappresenta il rapporto di prezzo in valuta nazionale dello stesso bene o servizio in diversi paesi.

Passività finanziarie a lungo termine delle IFM [MFI longer-term financial liabilities]: depositi con durata prestabilita superiore a due anni, depositi rimborsabili con preavviso superiore a tre mesi, titoli di debito emessi dalle IFM dell’area dell’euro con scadenza originaria superiore a due anni nonché capitale e riserve del settore delle IFM dell’area dell’euro.

Prezzi alla produzione nell’industria [industrial producer prices]: i prezzi di fabbrica (i costi di trasporto non sono inclusi) di tutti i prodotti venduti dall’industria, escluse le costruzioni, sul mercato interno dei paesi dell’area dell’euro, escluse le importazioni.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008XX

Prodotto interno lordo (PIL) [gross domestic product (GDP)]: il valore della produzione totale di beni e servizi di un’economia al netto dei consumi intermedi, più le imposte nette sui prodotti e sulle importazioni. Il PIL può essere scomposto per componenti di prodotto, di spesa e di reddito. I principali aggregati di spesa che compongono il PIL sono i consumi finali delle famiglie, i consumi finali collettivi, gli investimenti fissi lordi, la variazione delle scorte e le importazioni ed esporta-zioni di beni e servizi (compreso il commercio fra i paesi dell’area dell’euro).

Produttività del lavoro [labour productivity]: la produzione che può essere ottenuta con un dato input di lavoro. Essa si può misurare in diversi modi, ma di solito la misurazione viene effettuata dividendo il PIL a prezzi costanti o per l’occupazione totale oppure per il totale delle ore lavorate.

Produzione industriale [industrial production]: il valore aggiunto lordo creato dall’industria a prezzi costanti.

Raccordo disavanzo-debito (riferito alle amministrazioni pubbliche) [deficit-debt adjustment (general government)]: la differenza tra il disavanzo e la variazione del debito delle amministra-zioni pubbliche BCE.

Rapporto debito pubblico/PIL (riferito alle amministrazioni pubbliche) [debt-to-GDP ratio (general government)]: il rapporto tra il debito pubblico e il PIL ai prezzi di mercato correnti. Esso è oggetto di uno dei criteri di finanza pubblica previsti dall’articolo 104, paragrafo 2, del Trattato che istituisce la Comunità europea al fine di definire l’esistenza di un disavanzo eccessivo.

Rapporto disavanzo pubblico/PIL (riferito alle amministrazioni pubbliche) [deficit ratio (ge-neral government)]: il rapporto tra il disavanzo delle amministrazioni pubbliche e il PIL ai prezzi di mercato correnti. Esso è oggetto di uno dei criteri di finanza pubblica previsti dall’articolo 104, paragrafo 2, del Trattato che istituisce la Comunità europea al fine di definire l’esistenza di un di-savanzo eccessivo. Viene anche definito rapporto disavanzo dei conti pubblici/PIL oppure saldo di bilancio in rapporto al PIL.

Redditi per occupato [compensation per employee]: la remunerazione totale, in denaro o in altra natura, che è pagabile dai datori di lavoro agli occupati, vale a dire i salari e gli stipendi lordi non-ché le gratifiche, il pagamento degli straordinari e i contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro, divisa per il numero totale degli occupati.

Riserva obbligatoria [reserve requirement]: ammontare minimo che un ente creditizio deve dete-nere a titolo di riserva presso l’Eurosistema. L’ottemperanza a tale obbligo viene valutata sulla base della media dei saldi giornalieri su un periodo di mantenimento di circa un mese.

Riserve ufficiali [international reserves]: attività sull’estero con disponibilità immediata e sot-to il controllo delle autorità monetarie allo scopo di finanziare e regolare direttamente squilibri nei pagamenti attraverso interventi sui mercati dei cambi. Le riserve ufficiali dell’area dell’euro comprendono i crediti verso non residenti denominati in valuta diversa dall’euro, le riserve auree nonché i diritti speciali di prelievo e le posizioni di riserva presso il Fondo monetario internazionale detenuti dall’Eurosistema.

Stabilità dei prezzi [price stability]: il mantenimento della stabilità dei prezzi è l’obiettivo prima-rio dell’Eurosistema. Il Consiglio direttivo definisce la stabilità dei prezzi come un aumento sui dodici mesi dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IAPC) per l’area dell’euro inferiore

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BCEBollettino mensile

Dicembre 2008 XXI

GLOSSARIO

al 2 per cento. Il Consiglio ha inoltre chiarito che, nel perseguimento della stabilità dei prezzi, si prefigge lo scopo di mantenere i tassi di inflazione su livelli inferiori ma prossimi al 2 per cento su un orizzonte di medio periodo.

Survey of Professional Forecasters (SPF): indagine trimestrale condotta dalla BCE sin dal 1999 presso un gruppo selezionato di esperti appartenenti a organismi del settore finanziario e non finan-ziario aventi sede nell’UE, finalizzata alla raccolta di previsioni macroeconomiche sull’inflazione, sulla crescita del PIL in termini reali e sulla disoccupazione nell’area dell’euro.

Svalutazione [write-down]: correzione al ribasso del valore di un prestito registrato nel bilancio di una IFM, quando si reputa che tale prestito sia divenuto parzialmente irrecuperabile.

Tassi di cambio effettivi (TCE) dell’euro (nominali/reali) [effective exchange rates (EERs) of the euro (nominal/real)]: medie ponderate dei tassi di cambio bilaterali dell’euro nei confronti delle valute dei principali partner commerciali dell’area. La BCE pubblica gli indici del TCE no-minale dell’euro nei confronti di due gruppi di paesi partner: il TCE-22 (comprendente i 12 Stati membri dell’UE non appartenenti all’area dell’euro e i 10 principali partner commerciali al di fuori dell’UE) e il TCE-42 (composto dal TCE-22 più altri 20 paesi). I coefficienti di ponderazione ri-flettono la quota di ciascun partner nel commercio dell’area e tengono conto della concorrenza sui mercati terzi. I TCE reali si ottengono dai TCE nominali corretti per la differenza tra l’andamento di un indice ponderato di prezzo o di costo estero e quello del corrispondente indice interno; essi misurano pertanto la competitività di prezzo o di costo.

Tassi di interesse delle IFM [MFI interest rates]: i tassi di interesse praticati dagli enti creditizi residenti e da altre IFM, escluse le banche centrali e i fondi comuni monetari, sui depositi deno-minati in euro e sui prestiti nei confronti delle famiglie e delle società non finanziarie residenti nell’area dell’euro.

Tassi di interesse di riferimento della BCE [key ECB interest rates]: tassi di interesse fissati dal Consiglio direttivo, che riflettono l’orientamento di politica monetaria della BCE. Attualmente com-prendono il tasso minimo di offerta sulle operazioni di rifinanziamento principali, il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginali e quello sui depositi presso la banca centrale.

Tasso minimo di offerta [minimum bid rate]: limite inferiore fissato per i tassi di interesse a cui le controparti possono presentare le proprie offerte nelle aste a tasso variabile.

Titoli di stato indicizzati all’inflazione [inflation-indexed government bonds]: titoli di debito emessi dalle amministrazioni pubbliche, i pagamenti delle cui cedole e capitale sono collegati a uno specifico indice dei prezzi al consumo.

Titolo di debito [debt security]: promessa da parte dell’emittente (prenditore) a effettuare uno o più pagamenti al detentore (prestatore) a una determinata data o a determinate date future. Questi titoli recano solitamente uno specifico tasso di interesse (cedola) e/o sono collocati con uno sconto rispetto all’ammontare dovuto alla scadenza. I titoli di debito con scadenza originaria superiore a un anno sono classificati come titoli a lungo termine.

Valore di riferimento per la crescita di M3 [reference value for M3 growth]: tasso di crescita sui dodici mesi di M3 nel medio periodo che risulta coerente con il mantenimento della stabilità dei prezzi. Attualmente è fissato al 4½ per cento.

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BCEBollettino mensileDicembre 2008XXII

Volatilità implicita [implied volatility]: la volatilità attesa (cioè la deviazione standard) dei tassi di variazione dei prezzi di un’attività (ad es., un’azione o un’obbligazione). Può essere desunta dal prezzo dell’attività, dalla data di scadenza e dal prezzo di esercizio delle relative opzioni, nonché da un rendimento privo di rischio, utilizzando un modello per il calcolo dei prezzi delle opzioni, quale il modello Black-Scholes.