Bollani

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La recensione di M&D Musica e Dischi L’esordio per ECM segna un punto di arrivo importante per il trentaduenne musicista italiano, nuova stella internazionale del piano jazz. A differenza del recente album: I Visionari (Label Bleu), inciso con il suo quintetto più alcuni ospiti, qui Bollani riesce a dare unità poetica e stilistica agli eterogenei materiali che compongono il repertorio scelto, dove si spazia da Prokofiev a composizioni originali, da Scott Joplin a classici evergreen americani. Strumentista eccelso, di vasta cultura musicale, il pianista riesce a dare forma ad un pensiero coerente, ad una sorta di piano jazz “al quadrato” che mai in precedenza aveva realizzato così efficacemente, andando in profondità nella trama musicale ed espressiva e lasciando emergere quella visione di sintesi nell’uso dello strumento che rivela l’influsso di quel grande artista che fu Jaki Byard. Echi classici, la memoria dello stride piano degli anni ’20, la moderna concezione armonica e fraseologica, il senso della storia tipico dell’attualità jazzistica si fondono in un caleidoscopio sonoro lontano da logiche salottiere ed invece articolato come un ampio affresco, ricco di simboli musicali inseriti dentro la filigrana con cui è costruita la musica. In questo magistrale esempio di contemporaneità jazzistica si avvertono la concentrazione, il senso di responsabilità, l’impegno dell’artista di fronte alla sua opera. La recensione di M&D Musica e Dischi L’esordio per ECM segna un punto di arrivo importante per il trentaduenne musicista italiano, nuova stella internazionale del piano jazz. A differenza del recente album: I Visionari (Label Bleu), inciso con il suo quintetto più alcuni ospiti, qui Bollani riesce a dare unità poetica e stilistica agli eterogenei materiali che compongono il repertorio scelto, dove si spazia da Prokofiev a composizioni originali, da Scott Joplin a classici evergreen americani. Strumentista eccelso, di vasta cultura musicale, il pianista riesce a dare forma ad un pensiero coerente, ad una sorta di piano jazz “al quadrato” che mai in precedenza aveva realizzato così efficacemente, andando in profondità nella trama musicale ed espressiva e lasciando emergere quella visione di sintesi nell’uso dello strumento che rivela l’influsso di quel grande artista che fu Jaki Byard. Echi classici, la memoria dello stride piano degli anni ’20, la moderna concezione armonica e fraseologica, il senso della storia tipico dell’attualità jazzistica si fondono in un caleidoscopio sonoro lontano da logiche salottiere ed invece articolato come un ampio affresco, ricco di simboli musicali inseriti dentro la filigrana con cui è costruita la musica. In questo magistrale esempio di contemporaneità jazzistica si avvertono la concentrazione, il senso di responsabilità, l’impegno dell’artista di fronte alla sua opera.

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La recensione di M&D Musica e Dischi

L’esordio per ECM segna un punto di arrivo importante per il trentaduenne musicista italiano, nuova stella internazionale del piano jazz. A differenza del recente album: I Visionari (Label Bleu), inciso con il suo quintetto più alcuni ospiti, qui Bollani riesce a dare unità poetica e stilistica agli eterogenei materiali che compongono il repertorio scelto, dove si spazia da Prokofiev a composizioni originali, da Scott Joplin a classici evergreen americani. Strumentista eccelso, di vasta cultura musicale, il pianista riesce a dare forma ad un pensiero coerente, ad una sorta di piano jazz “al quadrato” che mai in precedenza aveva realizzato così efficacemente, andando in profondità nella trama musicale ed espressiva e lasciando emergere quella visione di sintesi nell’uso dello strumento che rivela l’influsso di quel grande artista che fu Jaki Byard. Echi classici, la memoria dello stride piano degli anni ’20, la moderna concezione armonica e fraseologica, il senso della storia tipico dell’attualità jazzistica si fondono in un caleidoscopio sonoro lontano da logiche salottiere ed invece articolato come un ampio affresco, ricco di simboli musicali inseriti dentro la filigrana con cui è costruita la musica. In questo magistrale esempio di contemporaneità jazzistica si avvertono la concentrazione, il senso di responsabilità, l’impegno dell’artista di fronte alla sua opera.

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L’esordio per ECM segna un punto di arrivo importante per il trentaduenne musicista italiano, nuova stella internazionale del piano jazz. A differenza del recente album: I Visionari (Label Bleu), inciso con il suo quintetto più alcuni ospiti, qui Bollani riesce a dare unità poetica e stilistica agli eterogenei materiali che compongono il repertorio scelto, dove si spazia da Prokofiev a composizioni originali, da Scott Joplin a classici evergreen americani. Strumentista eccelso, di vasta cultura musicale, il pianista riesce a dare forma ad un pensiero coerente, ad una sorta di piano jazz “al quadrato” che mai in precedenza aveva realizzato così efficacemente, andando in profondità nella trama musicale ed espressiva e lasciando emergere quella visione di sintesi nell’uso dello strumento che rivela l’influsso di quel grande artista che fu Jaki Byard. Echi classici, la memoria dello stride piano degli anni ’20, la moderna concezione armonica e fraseologica, il senso della storia tipico dell’attualità jazzistica si fondono in un caleidoscopio sonoro lontano da logiche salottiere ed invece articolato come un ampio affresco, ricco di simboli musicali inseriti dentro la filigrana con cui è costruita la musica. In questo magistrale esempio di contemporaneità jazzistica si avvertono la concentrazione, il senso di responsabilità, l’impegno dell’artista di fronte alla sua opera.