Boll Ampezzo 59 nat 2009:Boll Ampezzo n.59 nat 2009€¦ · Tra le tante idee teologiche, bibliche,...

44
Dicembre 2009 - n. 59 • Duilio Corgnali - Direttore Responsabile • Aut. Trib. di Udine n.13 del 25.10. 48 • Stampa: Arti Grafiche Friulane / Imoco spa (Ud) • Poste italiane - Sped. in a. p. D. L. 353/2003, (conv. in L. 27. 2. 2004, n. 46) art.1, comma 2 - DCB Udine Tassa pagata - Taxe perçue • E-mail: [email protected] • C. C. P. n° 14001333 intestato a “Parrocchia della B. V. del Rosario e S. Daniele Profeta” - Ampezzo Buon Natale e felice Anno nuovo segue a pag. 2 L L a a l l u u n n a a p p i i e e n n a a Riflessioni con gli occhi della fede sul Natale, sui fatti, sugli uomini e sul mondo Avete mai visto con calma il chiarore della luna piena in una notte serena d’inverno quando il paesaggio è completamente in- nevato? Tutto è illuminato a giorno ma ha un chiarore parti- colare, una luce diversa argen- tea bellissima. I cristalli di neve riflettono tenui bagliori, ogni ombra sembra sprofondare nel buio che sa di mistero, e non di- stingui mai bene se si tratta di qualcosa in rilievo o in profon- dità. In questa stagione la luce proviene da una latitudine che il sole non raggiunge mai qui da noi, viene quasi da nord, e il mondo delle ombre è capovolto. È davvero un ambiente unico, particolare. Nel chiarore e nel silenzio immenso di queste not- ti ho sempre trovato il momento Natività dell’altare di Sauris di Sotto, di Michael Parth (1524).

Transcript of Boll Ampezzo 59 nat 2009:Boll Ampezzo n.59 nat 2009€¦ · Tra le tante idee teologiche, bibliche,...

Page 1: Boll Ampezzo 59 nat 2009:Boll Ampezzo n.59 nat 2009€¦ · Tra le tante idee teologiche, bibliche, tradizionali o comunemente circolanti sulla figura del sacerdote, a me piace ricordarne

Dicembre 2009 - n. 59 • Duilio Corgnali - Direttore Responsabile • Aut. Trib. di Udine n.13 del 25.10. 48 • Stampa: Arti Grafiche Friulane / Imoco spa (Ud) • Poste italiane - Sped. in a. p. D. L. 353/2003, (conv.in L. 27. 2. 2004, n. 46) art.1, comma 2 - DCB Udine Tassa pagata - Taxe perçue • E-mail: [email protected] • C. C. P. n° 14001333 intestato a “Parrocchia della B. V. del Rosario e S. Daniele Profeta” - Ampezzo

BuonNatalee felice

Anno nuovo

segue a pag. 2

LLaa lluunnaappiieennaa

Riflessioni con gli occhi della fede sul Natale, sui fatti,sugli uomini e sul mondo

Avete mai visto con calma ilchiarore della luna piena in unanotte serena d’inverno quando ilpaesaggio è completamente in-nevato? Tutto è illuminato agiorno ma ha un chiarore parti-colare, una luce diversa argen-tea bellissima. I cristalli di neveriflettono tenui bagliori, ogniombra sembra sprofondare nelbuio che sa di mistero, e non di-stingui mai bene se si tratta diqualcosa in rilievo o in profon-dità. In questa stagione la luceproviene da una latitudine che ilsole non raggiunge mai qui danoi, viene quasi da nord, e ilmondo delle ombre è capovolto.È davvero un ambiente unico,particolare. Nel chiarore e nelsilenzio immenso di queste not-ti ho sempre trovato il momento

Natività dell’altare di Sauris di Sotto, di Michael Parth (1524).

Page 2: Boll Ampezzo 59 nat 2009:Boll Ampezzo n.59 nat 2009€¦ · Tra le tante idee teologiche, bibliche, tradizionali o comunemente circolanti sulla figura del sacerdote, a me piace ricordarne

ideale per una preghiera più inten-sa, per una contemplazione che an-che nell’ambiente esteriore ti portaad una interiorità e spiritualità piùgrande. Ho scelto per questo laprossimità della luna piena per ilmomento mensile di ritiro nellamia baita. In dicembre mi accom-pagna sempre quella parola del-l’antifona che ricorda:” mentre lanotte era a metà del suo corso e unimmenso silenzio avvolgeva ognicosa, la tua Parola è discesa dalcielo”. Ci ricorda ad un tempo ilNatale del Signore e il suo conti-nuo scendere nell’anima di chi locerca, di chi si ferma ad ascoltare econcede spazio ,tempo, disponibi-lità. Mercoledì 2 dicembre era unadi quelle notti speciali e io mi tro-vavo lassù nella mia baita, a quota1850 a contemplare. Non sapevoche quella notte, qualche monta-gna più a est, un altro prete, cheavevo conosciuto sulle piste da scidel bellunese, saliva nella notte diluna piena sulla montagna perscendere nella neve fresca al chia-ro di luna. Quella notte, quell’im-menso chiarore bianco lo avrebbeavvolto e portato con sé per sem-pre. Se ne sono accorti solo la seraseguente quando non si presentòper la S. Messa. Lo ritrovarono so-lo due giorni dopo sotto la valanga.Pensando a questo ho abbinato lemie riflessioni di quella notte ai ri-cordi personali legati alla valanga.Io quella notte avevo meditato sul-l’annunciazione e avevo immagi-nato quel momento dell’incontrodi Maria con l’angelo, dove, dopoaver udito una proposta così inau-dita, lei avrà pensato: “adesso cam-bia tutto, entro nel mondo di Dio”;avrà pensato in un attimo alla suavita trascorsa, ai suoi progetti per ilfuturo assieme a Giuseppe, a que-sto irrompere di Dio che ti dischiu-de l’assoluta novità e ti chiede difidarti. Tanti anni fa, quando mitoccò l’esperienza della valanga,proprio questa frase fu al centrodelle mie riflessioni “adesso cam-bia tutto, entro nel mondo di Dio”.Io fui travolto e trascinato per di-

verse centinaia di metri e alla finequando tutto si è fermato ero suffi-cientemente in superficie per po-terne uscire. Gli attacchi erano sta-ti strappati, una racchetta persa euna piegata ad angolo retto, Maquei momenti del viaggio dentrol’immensa forza della neve, li hopresenti tutti e ricordo benissimoquei pensieri che con estrema luci-dità scorrevano la vita e con im-mensa pace si schiudevano a quellafrase: “adesso cambia tutto , entronel mondo di Dio”. Anche nel sen-so dell’avvento, come attesa e desi-derio di Dio viviamo nel ricordodella sua prima venuta l’invocazio-ne del suo ritorno, per cambiare tut-to ed entrare nel mondo di Dio.Questa è dunque la sensazione non

solo dei momenti estremi, ma diogni vero incontro con Dio, di ognivero incontro con lui, è l’atteggia-mento interiore del Cristiano liberoche vive nel Signore risorto. Nel ve-ro Natale, quando è Dio che entranel mondo degli uomini , chi lo ac-coglie ha la sensazione di compi-mento della storia con le sue pro-messe di salvezza, di cambiamentoradicale dell’uomo e del mondo.Tutto questo nella semplicità e tene-rezza di un bambino che nasce e su-scita l’adorazione di quanti, divina-mente avvertiti, vanno a vedere.Questa è una visione alta del Nataleche coniuga l’estrema familiaritàdel presepio, con tutti i sentimentiche suscita, con il senso attuale e ul-timo della nostra vita come incontrocon Dio che salva. Dietro quellaculla rifulge la croce e la gloriosa ri-surrezione che salva il mondo eporta tutti nel mondo di Dio. Nonlasciamoci dunque abbagliare dalleluci e dagli aspetti del Natale con-sumistico, ma contempliamo conocchi semplici e con la profonditàdella storia che ci racconta la fede,quel bambino che ci è donato comeil salvatore del mondo. Solo in que-sto modo gli auguri di buon Nataleportano la gioia e la pace della Pa-squa e ci dicono che né vita e némorte potranno mai separarci dal-l’amore di Gesù, ci dicono che cam-bia tutto perché noi entriamo nelmondo di Dio da quando Dio ha vo-luto entrare come un bambino nelnostro mondo umano per condurci aLui. I pastori se ne tornarono glori-ficando Dio per quello che avevanovisto e udito… I discepoli di Em-maus tornarono indietro a racconta-re che avevano incontrato il Signorerisorto. Due momenti diversi eppu-re uguali, dell’incontro con il Salva-tore del mondo. Coltiviamo dunquea Natale i ricordi belli e familiari diun tempo, viviamo la realtà di oggicon verità e guardiamo con occhinuovi al futuro. Buon Natale a tutti,specialmente a coloro che hanno bi-sogno di cambiare tutto e di entrarenel mondo di Dio, ora e un domani.

Mons. Pietro Piller

DALLA PRIMA DALLA PRIMA DALLA PRIMA DALLA PRIMA

2

Preiere di Nadal

Ven iu Signor dal to biel cil di glorie

Ven a confermà la To storieVen iu Signor

in cheste poare tiere du làche regnin dome bistis, fan e vuere

Ven iu Signor a colmà la pore e il scur

Ven a consolà e intiepidì il nostri cûr

Ven iu Signorcome in chel dì a Betlem

Ven a viodi dal poar e di chel cal gemp

Ven iu Signor in chest mont ca l’è simpri plui forestdome cu la To graciesi podarà meti in sest

Ven iu Signor dal To biel cil stellât

Ven a viodi dal mont c’al è malât

Ven iu Signor fanus il grant regaldal perdon e de pâs come tal prin Nadâl.

Page 3: Boll Ampezzo 59 nat 2009:Boll Ampezzo n.59 nat 2009€¦ · Tra le tante idee teologiche, bibliche, tradizionali o comunemente circolanti sulla figura del sacerdote, a me piace ricordarne

Quando a una persona cara accade qualcosa di straor-dinariamente unico e irripetibile nella vita, per quellospesso dimenticato principio di solidarietà si condivi-dono con lei tutti i gloriosi sentimenti che essa vive.

Si fanno proprie la sua gioia, il suo godimento, le sueconquiste, la sua realizzazione… quasi in un rapportodi simbiotica empatia! In altre parole, si è felici per lasua felicità, ed è per questo che vorrei condividere conchiunque legga questo articolo, una piccola ma signifi-cativa parte della mia vita, visto che molti lettori han-no avuto modo di compartecipare a tale soddisfazione.

Confesso che non mi sono mai trovato in così grandedifficoltà nello scrivere qualcosa di me come in questomomento! Mai infatti prima d’ora m’è capitato di met-tere nero su bianco parole che riguardano il dono in-commensurabile che ha trasformato radicalmente lamia esistenza sulla faccia dell’universo: il sacerdozio!

Già “qualcosa di grande” era successo il 15 di marzoscorso, quando sono entrato nel Duomo di Ampezzo dalaico, e ne sono uscito da ministro ordinato; ero diaco-no con 2000 anni di servizio nella storia della Chiesaper mezzo della successione apostolica sulle mie spal-le: basterebbe leggere gli atti degli Apostoli al capito-lo 6, per farsene un’idea!

Ma il 10 ottobre…!!! Tra le lacrime che facevo faticaa trattenere e la marea di gente intervenuta tra cui mol-tissimi amici di Carlino e parenti, ho fatto il mio in-gresso nel Duomo Cattedrale di Udine e da lì, ancoramolto frastornato, ne sono venuto fuori Presbitero! Ap-parentemente lo stesso di prima, ma da allora il Signo-re per mezzo della Chiesa mi ha dato la facoltà di ren-derLo presente sull’altare per rinfrancare il Suo popo-lo radunato intorno alla mensa sacrificale, di “guarire”le anime col perdono i peccati e rinnovare la vita dichiunque con spirito contrito e fiducioso si affida al tri-bunale della Sua Misericordia, di confortare i cuori af-franti dalla sofferenza fisica e lenire il loro dolore colSacramento dell’Unzione degli infermi!

Tra le tante idee teologiche, bibliche, tradizionali ocomunemente circolanti sulla figura del sacerdote, ame piace ricordarne 5: due dall’AT, due dal NT e unadal Vaticano II:

Il prete, tralasciando tutti gli aspetti burocratici (eumani!) è colui che, partecipando dell’unico Sacerdo-zio di Cristo, è colui che nella persona di Cristo incar-na ciò che di Lui il profeta Isaia dice al capitolo 61, aiversetti 1-3 “Lo spirito del Signore Dio è su di me per-ché il Signore mi ha consacrato con l’unzione; mi hamandato a portare il lieto annunzio ai miseri, a fascia-re le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertàdegli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, a pro-mulgare l’anno di misericordia del Signore, […], perconsolare tutti gli afflitti, per allietare gli afflitti diSion, per dare loro una corona invece della cenere, oliodi letizia invece dell’abito da lutto, canto di lode inve-

ce di un cuore mesto) Il Concilio Vaticano II nella “Lu-men Gentium”, documento fondamentale per capire laChiesa oggi, dice al suo 28° capitolo che “I presbiteri,[…] in virtù del sacramento dell’ordine ad immaginedi Cristo, sommo ed eterno sacerdote (Eb5,1);(Eb7,24); (Eb9,11), sono consacrati per predicare ilVangelo, essere i pastori fedeli e celebrare il culto divi-no, quali veri sacerdoti del Nuovo Testamento. Parteci-pi, nel loro grado di ministero, dell’ufficio dell’unicomediatore, che è il Cristo (1Tm2,5) annunziano a tuttila parola di Dio. Esercitano il loro sacro ministero so-prattutto nel culto eucaristico o sinassi, dove, agendoin persona di Cristo e proclamando il suo mistero, uni-scono le preghiere dei fedeli al sacrificio del loro capoe nel sacrificio della messa rendono presente e appli-

cano fino alla venuta del Signore (1Cor11,26), l’unicosacrificio del Nuovo Testamento, quello cioè di Cristo,il quale una volta per tutte offrì se stesso al Padre qua-le vittima immacolata (Eb9,11). Esercitano inoltre ilministero della riconciliazione e del conforto a favoredei fedeli penitenti o ammalati e portano a Dio Padrele necessità e le preghiere dei fedeli (Eb5,1). Eserci-tando, secondo la loro parte di autorità, l’ufficio diCristo, pastore e capo, raccolgono la famiglia di Dio,quale insieme di fratelli animati da un solo spirito, permezzo di Cristo nello Spirito li portano al Padre e inmezzo al loro gregge lo adorano in spirito e verità(Gv4,24). Si affaticano inoltre nella predicazione e nel-l’insegnamento (1Tm5,17), credendo ciò che hannoletto e meditato nella legge del Signore, insegnando ciòche credono, vivendo ciò che insegnano. […] Nellesingole comunità locali di fedeli rendono in certo mo-do presente il vescovo, cui sono uniti con cuore confi-dente e generoso, ne assumono secondo il loro grado,gli uffici e la sollecitudine e li esercitano con dedizio-ne quotidiana.”

3

IL SACERDOTE, DONODELLA E PER LA CHIESA

segue a pag. 4

Page 4: Boll Ampezzo 59 nat 2009:Boll Ampezzo n.59 nat 2009€¦ · Tra le tante idee teologiche, bibliche, tradizionali o comunemente circolanti sulla figura del sacerdote, a me piace ricordarne

Bello è pensare al Sacerdote come il “Mosè sul mon-te” di Esodo 17,8-14: il popolo di Israele in guerra congli Amaleciti vinceva solo quando Mosè innalzava lebraccia verso il cielo in preghiera! In effetti, il pretenon fa altro, con la recita del breviario, che pregarecon/per la Chiesa e il popolo di Dio (e non per sé stes-so!): Intercede presso Dio come Mosè affinché i cri-stiani possano vincere per il loro battesimo sul maledentro e fuori di loro!

Il ministero sacerdotale è infatti ordinato esclusiva-mente per il sacerdozio comune dei battezzati! Insiemeinfatti, come dice San Pietro nella sua seconda letteraal capitolo 2, versetti4-6 “Stringendovi a lui, pietra vi-va, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davan-ti a Dio, anche voi venite impiegati come pietre viveper la costruzione di un edificio spirituale, per un sa-cerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi aDio, per mezzo di Gesù Cristo”. Di modo che, quindi,come marito e moglie sono vicendevolmente chiamatia santificarsi reciprocamente, così anche il sacerdotediocesano è chiamato a crescere i fedeli nella santità, ea santificarsi per mezzo loro! A tal proposito, semprel’Apostolo Pietro aggiunge nella sua lettera:“Esorto glianziani (i presbiteri) che sono tra voi, quale anzianocome loro, testimone delle sofferenze di Cristo e parte-cipe della gloria che deve manifestarsi: pascete il greg-ge di Dio che vi è affidato, sorvegliandolo non per for-za ma volentieri secondo Dio; non per vile interesse,ma di buon animo; non spadroneggiando sulle personea voi affidate, ma facendovi modelli del gregge. Equando apparirà il pastore supremo, riceverete la co-rona della gloria che non appassisce. Ugualmente, voi,giovani, siate sottomessi agli anziani. Rivestitevi tuttidi umiltà gli uni verso gli altri, perché Dio resiste ai su-perbi, ma dà grazia agli umili. Umiliatevi dunque sot-to la potente mano di Dio, perché vi esalti al tempo op-portuno, gettando in lui ogni vostra preoccupazione,perché egli ha cura di voi. Siate temperanti, vigilate. Ilvostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in gi-ro, cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede”.(1Pt 5, 1-9a)

La mia vita, quindi, dal giorno del mio Battesimo,della mia Cresima, e ancora di più dopo la consacra-

zione presbiterale non mi appartiene più, ma vorrebbeessere donata totalmente al Signore Gesù perché comedice Paolo nella lettera ai Galati (2,20b) “Questa vitanella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, chemi ha amato e ha dato se stesso per me”.

L’amore che Gesù riversa su di me in ogni istante ètale che non posso tacerlo ed egoisticamente appro-priarmene, ed è con questo spirito che sto muovendo iprimi passi e “vagiti sacerdotali” nella forania di Am-pezzo avendo lasciato ufficialmente (ma mai di fatto!)la parrocchia di Carlino e, come ho avuto già modo discrivere da Diacono, ora lo ribadisco da Presbitero:unico mio scopo è quello di far conoscere e amare il Si-gnore Gesù, far sperimentare la sua presenza liberanteda tutto ciò che impedisce all’uomo di essere più uo-mo, e ai giovani di essere più giovani! La fragilità in-fatti è conseguenza di una vita fondata non sulla rocciama sulla sabbia! La gioia vera infatti non è nell’alcol,nelle sballate del sabato sera (quante morti ancora do-vranno esserci per rendersene conto?), o in un ago con-ficcato nel braccio, nel bruciare sempre più precoce-mente le tappe dell’incontro sessuale perché “tutti oggifan così” (risolvendo poi le conseguenze con un abor-to, per la filosofia del “il corpo è mio, e io decido co-sa farne”!!!) nell’andare a donne o uomini perché stan-chi del coniuge, o a far bravate, perché annoiati dellamonotonia della vita, nella bestemmia come sfogo diqualsiasi banalità andata storta! Ciò che può veramen-te riempire la vita, è solo l’attingere dalla sorgente ine-sauribile della vita e della pace: per questo i miei nonsono discorsi puramente moralistici!

Gesù dice “Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Noncome la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato ilvostro cuore e non abbia timore” (Gv 14, 27). Pertantoil mio ministero sacerdotale, non è altro che un portarela pace di Gesù nei cuori affaticati di coloro che anco-ra non lo conoscono, un scaldare i cuori di chi vive nel-la tiepidezza, un alimentare il rapporto tra Lui e chi giàne ha fatto esperienza. Egli ci ha aperto la via per po-ter essere liberi da tutto ciò che ci imprigiona, conse-guenza del peccato, sta a noi ora, percorerla! Il donodel ministero sacerdotale che ho ricevuto, pertanto, nonè per me, ma per chiunque ne abbia bisogno nel cam-mino verso quel Regno che tanto è invocato nel “Padrenostro”.

d. Fabio Filiputti

4

continua da pag. 3

Page 5: Boll Ampezzo 59 nat 2009:Boll Ampezzo n.59 nat 2009€¦ · Tra le tante idee teologiche, bibliche, tradizionali o comunemente circolanti sulla figura del sacerdote, a me piace ricordarne

Laudato si’, mi’ Signore. Per sor’aqua,La quale è molto utile et humile et pretiosa et casta.

La finitezza comunicativa del San-to di Assisi, ricca di trasparenze poe-tiche e spunti iconografici, sottolinea,con innegabile intenzionalità, quantoè preziosa l’acqua e, di riflesso, vuo-le esplicare la sua notevole rilevanzasociale già nel secolo XIII.

Tutti noi sappiamo che l’acqua èquanto mai indispensabile per il no-stro vivere. Non va dimenticato chel’acqua rappresenta il 70% della no-stra massa corporea (sangue 80%,scheletro 20%) ed è, per i viventi, ilmezzo di trasporto degli alimenti edelle sostanze di rifiuto (liquidi fisio-logici). In certi casi estremi l’acqua ècosì preziosa (ad esempio in astro-nautica) che, recentemente, sono sta-ti approntati complicati congegni on-de ricavare l’acqua bevibile anche dailiquidi fisiologici di rifiuto. Eppure,in generale, si è più propensi a scia-lacquare le risorse idriche disponibiliche effettuare un dovuto costruttivorisparmio. Una città di Provincia co-me Udine consuma 228 litri d’acquaper abitante (Padova 308 litri), mentrealcuni acquedotti civici hanno unaperdita idrica notevole come Gorizia,Belluno e Trieste (inmedia il 50% dellacaptazione idrica!).

Da sempre l’uo-mo, per la sua so-pravvivenza, ha ri-cercato l’acqua nelproprio contesto na-turale, sia essa allostato liquido o allostato solido (durantele terribili ere glacia-li). Invero l’uomo pri-mitivo, essenzial-mente cacciatore, be-vendo il sangue deglianimali uccisi, com-pensava, in si tuazionidifficili, il propriodeficit idrico corpo-reo.

Solo nel 1783 siriuscì a capire cheuna molecola d’ac-qua è costituita da

due atomi di idrogeno e di un atomodi ossigeno e, ciò, per merito delloscienziato Antoine – Laurent Lavoi-sier (1743-1794) che determinò pure,nella composizione dell’aria, oltre al-l’anidride carbonica già definita dal-l’inglese Black, la presenza di ossige-no ed azoto. Ovviamente le acque na-turali che sgorgano dalle nostresorgenti contengono Sali allo statodissociato, nella maggior parte deicasi trattasi di Sali di calcio-magne-sio. Ed è propriamente in base allapercentuale dei Sali disciolti che leacque sono classificate dolci, dure edurissime. I nostri Avi conoscevano,per intuitive osservazioni, le qualitàdelle acque di risorgiva. Decisamenterifiutate le acque contenenti Sali disolfato di calcio, le acque selenitose,meglio conosciute come “aga discaiola”. In sintonia con il rifiuto diutilizzare queste acque gessose il ri-volo di derivazione veniva, spesso,denominato “Aga dalla gosa”.

Sull’orizzonte vernacolare la ri-cerca attenta delle sorgenti è stata,per i nostri Avi, un encomiabile im-pegno operativo, delicato ed attentocon sequenze di piccole e grandiopere ed accostamenti materici, iltutto completato con l’uso creativodi manufatti lignei e lapidei idoneiper l’attingere le acque in ordine al-

le esigenze del tempo. Il nostro Ter-ritorio è connotato dalla presenza disorgenti, storicamente e culturalmen-te legate al nostro passato, sorgenti dapercepirsi, quindi, come valenze si-gnificative onde dialogare con quan-to ricordiamo delle nostre tradizioni,usi e costumi, più delle volte emble-matici, che, poi, in sostanza, rendepossibile condensare il tutto nellememorie storiche della Comunità.Purtroppo, in molti casi, la valenzapaesaggistica ed il pregio ambientaledi alcune note ed importanti sorgentisono stati, in qualche modo, modifi-cati e alterati a causa di managementgestionale sovracomunale delle deri-vate risorse idriche.

In molti casi, le strutture storiche eambientali, strettamente legate allasorgente, possono essere salvaguar-date e rafforzate. In questi casi il mo-dello vernacolare ed iconograficononché i riferimenti lessicali dell’in-sieme della sorgente vanno riscattatedall’abbandono con restauri attenti evalidi sul profilo culturale e storico(esempio significativo, meritorio diplauso, l’attento recupero restaurativodelle vecchie fontane, a caverna, diTrava).

Sulla base di una elencazione, ela-borata, su profili di una memoria pie-namente vissuta, dal nostro concitta-

Incamminiamoci alla ricerca delle nostre sorgenti d’acqua

5

segue a pag. 6

Page 6: Boll Ampezzo 59 nat 2009:Boll Ampezzo n.59 nat 2009€¦ · Tra le tante idee teologiche, bibliche, tradizionali o comunemente circolanti sulla figura del sacerdote, a me piace ricordarne

dino Zatti Giovanni, riconosciuto cu-stode del patrimonio conoscitivo del-la nostra Comunità, siamo in grado diricordare le sotto descritte sorgenti,da considerarsi identità sedimentatenel corso di secolari vicende, senzatrascurare, in sotto inteso, qualchecenno di attenzione alla Storia locale.

Da tener presente, in generale, su-perando l’odierno concetto di dema-nialità, che le sorgenti venivano uti-lizzate coniugando la conservazionedel patrimonio idrico con una pru-dente strategia d’uso collettivo. Dasecoli la popolazione montana è sta-ta forgiata per istituire congegni diadattamento alle difficili condizioniambientali ed è per questo che l’usodelle acque, non solo per uso potabi-le, ma anche per forza idraulica permulini e segherie, era reso possibilecon interventi collettivi sapienti e ri-solutivi.

Svolgendo attente e distensive rico-gnizioni nel nostro territorio è possi-bile trovare, riscoprire e visitare lesotto richiamate sorgenti:

nel contesto del “Rio da la Mado-na” (sopra Nemboluzza) troveremodifficoltà ubicare il sito della sorgen-te in quanto vi sono accumuli di fo-gliame e ramaglie. Il recupero può es-sere effettuato solo con la dovuta at-tenzione e delicatezza, asserisce ZattiGiovanni, adoperando soprattutto lemani, al massimo utilizzando piccoliattrezzi di giardinaggio escludendo,sempre, utensili pesanti e dirompenti.

Nel “Rio Fontana” la sorgente iviubicata ha, oggi, una portata idrica ri-dotta, a volte subisce forte riduzionedi deflusso.

Gli eventi sismici, in certi casi, mo-dificando, in negativo, la portata del-le sorgenti causando poi, con il tem-po, l’essiccamento della stessa (comenel caso della sorgente del “Stali daiLis”).

La sorgente di “Sedret”, in località“Ludan”, era, un tempo, molto ricer-cata ed apprezzata durante lo sfalciodei prati sotto il solleone. Le sue ac-que erano un valido supporto rinfre-scante anche per il viandante di pas-saggio, che non trascurava di riempi-re la sua “butacia”. È auspicabile, perquesta sorgente, un corretto riordinodel sito di captazione e dell’intorno.

A quota 1000 c.ca, con qualche dif-ficoltà, è possibile ritrovare “l’Aga diIôf ”, poco conosciuta, dimenticata,un tempo però strategica durante le

fasi della fienagione sui prativi di al-tura, se non altro per tenere la “cot” inacqua nel suo apposito contenitore(codar).

La più nota e leggendaria sorgentedel comparto di Cima Corso è la de-nominata “Staipa di Pach” che dàun’abbondante acqua fresca, limpida,leggera, filtrata da torbe mineralizza-te a forte profondità (percorso sotter-raneo a sifone). La Comunità ha deri-vato questa preziosa acqua per l’ac-quedotto civico con ingegnose operemurarie (ponti canali) e canalizzazio-ni interrate realizzate con singolarimanufatti lapidei, perfettamente sta-gni, già nel secolo XIX.

Altra sorgente da non trascurare èsituata in “Cuesta Fornecia”, a montedel “Rio di Val”. Può considerarsi l’u-nica sorgente di acqua bevibile delcomparto in quanto, al di sotto diquota 1300, tutte le acque di risultivasono selimitose (di “scaiola”).

Sulle pendici del Monte Pura, nellazona del “Larchs”, partendo con unsentiero dalla mulattiera della “Sali-na”, si può arrivare alla sorgente cheha, fra altro, il pregio di fare riaffio-rare le sue acque anche quando il sitoè avvinchiato dal gelo. Sempre nelcontesto del Monte Pura, lungo lamulattiera che si diparte dalla stradaprimaria, ritroviamo, a quota 920, lasorgente “Radiis”, acqua indispensa-bile e vitale per il viandante del pas-sato. Questa esile sorgente dà un filod’acqua che esce da un ovale model-lato nella viva roccia, a suo tempo,con solo punteruolo e martello (…edolio di gomito). Nel contesto monta-no in discorso, nell’ambito di unaprogrammazione di recupero am-bientale, potrebbe trovare posto il ri-pristino della attuale vasca interrata,oggi semi sepolta ed, in parte, dan-neggiata dal passaggio di mezzi pe-santi, quale riserva idrica. L’interven-to potrebbe essere completato con in-ferriata orizzontale di protezione.

Oramai da tempo dimenticata lasorgente del “fornel” sulla strada perSauris (oggi il toponimo si è trasfor-mato in “Plan inclinat”). Eppure que-sta sorgente ha alimentato, con la suapreziosa acqua, i primi “Laip” ligneipubblici, mediante condotte idriche,realizzate traforando tronchi di pinonero, che arrivano fin a “Ca’ Garzot”(alcuni reperti di queste singolari tu-bazioni sono state ritrovate durante ilavori sul rio Clap nell’anno 1958).L’enorme trivella impiegata per lapredisposizione delle tubazioni li-gnee in discorso giaceva come utensi-

le archeologico nei magazzini comu-nali. Scomparve nel nulla durante glieventi tellurici del 1976.

La mitica sorgente di “Pala Pelosa”dà, ancora oggi, l’acqua più pura, leg-gera e raffinata del territorio. Le sueacque, a dispetto del consumismo piùsfrenato, sono ancora ampiamenteapprezzate da una cerchia di intendi-tori. In alcuni casi fedeli consumatoriraccolgono l’acqua in capaci conteni-tori per dare la possibilità ad amici efamiliari di poter assaggiarla durantelo svolgimento di lauti pranzi.

Per apodittiche ragioni di conteneregli spazi, ci limitiamo ad un approc-cio conoscitivo con le sorgenti di al-tura, enucleate nel contesto dei pa-scoli e delle malghe, in buona parteimbrunite dal tempo e destinate adessere degli obsoleti reliquati.

Fra queste sorgenti ricordiamo ladenominata “Ruviis da la Stangiada”,ubicata nel settore vicinorio dellamalga “Bernon”, dall’acqua purissi-ma ma decisamente gelida! (3° - 4°)che obbliga l’utilizzatore a prenderlaa piccoli sorsi e con la dovuta pru-denza. In caso contrario la fretta puòdare seri guai da non sottovalutare.

Nei pressi della malga “Tintina”una singolare sorgente dà corso ad unpiccolo ruscello dalle acque di traspa-renza inverosimile ma nello stessotempo notevolmente gelida. Il suoutilizzo, per sopperire al richiamodella sete, deve essere svolto con tan-ta prudenza. Anche risalendo, damalga “Tintina”, i ghiaioni del Tinisa,in casi estremi è possibile attingeredell’acqua potabile da esili sorgentiincastonate da detriti ricciosi. Poi, sulritorno da malga “Tintina” verso ilPura, se la sete dovesse reclamare unpo’ d’acqua, è possibile trovarla nel“Rio della Calcina” sgorgante fra dueenormi trovanti.

Avviandosi alla conclusione di que-ste righe che intendono, in qualchemodo, riprendere le tematiche ambien-tali, è doveroso ricordare la grandiosasorgente del “Chialada” legata, intima-mente, alla storia antica della frazionedi Oltris. In tempi remoti, la laboriosapopolazione di Oltris predisponendoun abbarramento sul rio “Chialada”, avalle della sorgente e in corrisponden-za della carrareccia di “Chiars”, realiz-za, con corretta impostazione idraulica,una singolare roggia onde poter con-durre le acque del rio nell’ambito fra-zionale. Vi sono ancora evidenti traccedi questo antico manufatto idraulico,tracce che andrebbero tutelate comememoria storica di una capacità creati-

6

continua da pag. 5

Page 7: Boll Ampezzo 59 nat 2009:Boll Ampezzo n.59 nat 2009€¦ · Tra le tante idee teologiche, bibliche, tradizionali o comunemente circolanti sulla figura del sacerdote, a me piace ricordarne

va collettiva difficilmente ripetibile neitempi odierni.

Per la frazione di Oltris disporre diuna costante non trascurabile volu-metria idrica significava poter impo-stare strutture e servizi utili per la Co-munità. Di qui la realizzazione di uncapace ed esteso lavatoio pubblicoconnesso con un congegno ingegnosoche acconsentiva di sciacquare, inmodo esauriente, le viuzze in ciotto-lato interne all’abitato a fine inverno.Ovviamente la parte più consistentedella portata idrica serviva, quale for-za motrice, per il funzionamento didue laboriosi mulini. In tempi succes-sivi la stessa acqua del “Chialada”garantiva l’attivazione di due centraliidro-elettriche dei Fratelli Nigris finoagli anni quaranta del secolo scorso.Oggi le acque del “Chialada”, in for-za della demanialità delle risorse idri-che, sono in un certo senso, dispersein varie reti di acquedotti anche oltrei confini del territorio comunale. Aproposito è significativo il lamentodel Cantore di Oltris, Burba Ermes,che così esprime. “No ti cognossi pluiaga frescja dal gno riù, limpida e cla-ra, dula sestu lada?”.

Nel contesto frazionale di Voltois,l’acqua, in tempi neanche troppo re-moti, era una risorsa rara. Quindi lepiccole sorgenti di “Macilis” eranotenute in grande considerazione. Iltoponimo assegnato potrebbe signifi-care, data la presenza di acque risor-give, la possibilità per la Frazione dieffettuare, in appositi incavi, il mace-ro della canapa e le prime lavorazioniper ricavarne le preziose fibre.

In conclusione di questa disaminasulle sorgenti non possiamo trascura-re di ricordare la conca di “Diron”dove confluivano, dai versanti con-trapposti, i prativi delle due frazionidi Oltris e Voltois, gestiti e sofferti daintere generazioni di assidui agricol-tori (in gran numero le donne).

Le due Comunità frazionali, nel lo-ro percorso storico e sociale, sonoriuscite a superare dissidi atavici e,con raffinate metodologie collettive,hanno potuto gestire, in maniera cor-retta e rispettosa, le scarse risorseidriche del comparto soprattutto du-rante il periodo laborioso della fiena-gione.

Oggi le labili tracce di un passato dilavoro e sacrifici non sono sufficienti

a riscoprire gli ambiti ancestrali, vis-suti in silenti sofferenze da intere ge-nerazioni frazionali. Triste, a proposi-to, la vista dei ruderi degli stavoli im-mersi nella vegetazione selvaggia.Occorre veramente uno sforzo ideati-vo per poter immaginare e rivedere,come fantasmi del passato, nel reces-so ombroso e leggiadro della “Pociadal Spelat” il susseguirsi, in amiciziaed armonia (e perché no anche inamore) di intere generazioni di uomi-ni e donne delle due Frazioni per rac-cogliere, nelle loro “Butacie”, un filod’acqua fresca.

Nel nostro prossimo futuro sarà au-spicabile una maggior attenzione alsenso della ruralità, sia come presen-te che come passato, riallacciandosialla memoria ancestrale del nostropaesaggio ed evitando, nel contempo,di non soccombere, con frequenza, alconsumismo dilagante che altera,drasticamente, l’immagine vera dellanostra Storia locale, la Storia tacita-mente insegnata dai nostri Avi.

Un ringraziamento particolare aZatti Giovanni per la sua dotta infor-mativa, ricca di sensibilità e di raraperizia.

7

Anche quest’anno in data 20 otto-bre il bel gruppetto dei nonni dellaCasa di Riposo “Monsignor Nigris”è andato in gita a Castelmonte. Lameta, il santuario di Castelmonte aCividale del Friuli, si è prestata ot-timamente alla trasferta, consenten-do sia il raccoglimento nel Santua-rio sia lo svago nel graziosissimoristorante ai piedi del Monte.Dopola Santa Messa frate Isidoro si è fer-mato a parlare un po’ con noi e poici ha benedetti tutti.

Il personale, parenti e volontarieche ci ha partecipato è stato moltoattento e allegro creando un climadi grande festa.

Sul pulmino si sono alternate allepreghire canti e filastrocche..

Queste occasioni vengono vissutecon grandi emozioni ed aiutano adinterrompere la vita quotidiana del-la nostra Casa di Riposo.

Confido di mantenere questo ap-puntamento anche per i prossimianni.

Alla prossima Susanna

GITA A CASTELMONTE

Page 8: Boll Ampezzo 59 nat 2009:Boll Ampezzo n.59 nat 2009€¦ · Tra le tante idee teologiche, bibliche, tradizionali o comunemente circolanti sulla figura del sacerdote, a me piace ricordarne

8

“E ora andate!”….“Andiamo da soli?”“Certo che no! Vengo con voi.

Sappiatelo: sono con voi ogni gior-no!..”. Sono questi i versi della poe-sia di don Ermanno che mi tornanoin mente ogni anno, alle 3 del mat-tino quando, a Cima Sappada, ci siritrova per partire, assieme a nume-rosi pellegrini, per il Santuario diMaria Luggau.

“Ora andate!”…zaino in spalla,bastone in mano, scarponi ai piedi!

“Andiamo da soli?”. No, nessunpellegrino si sente solo: numerose(anche 700) sono le persone checondividono l’esperienza, le pre-ghiere, i rosari, la fatica fatta du-rante la strada. Infatti c’è sempreuna mano, uno sguardo amico, unaparola di incoraggiamento per chifa fatica. Lo scambio di esperienzementre si cammina, il raccontarsiun anno di lontananza, il condivide-re gioie e dolori con chi prega vici-no a te, fanno sì che ci si senta untutt’uno, ci si senta una famigliache procede verso la stessa meta.

“Vengo con voi, sappiatelo!”. E’ lacertezza che ognuno porta nel cuore,al di là dei monti c’è la presenza diMaria che aspetta, paziente, che que-sti suoi figli arrivino, stanchi ma feli-ci di ritrovarla. In cambio lei regala ilsuo sorriso, la sua materna acco-glienza, la sua vicinanza per il nuovoanno da affrontare. Il tutto sembrapiù facile, più superabile, più legge-ro... Non si è soli!

Pellegrini rivolti tutti verso lastessa meta, verso la stessa Madreche abbraccia, consola, sorride e cilascia ripartire con tanta gioia nelcuore e fiducia nella sua presenza.Grazie Maria per questo tuo essercie per queste tue parole: “E ora an-date!”.

* * *

Non so se il “raccontare” l’espe-rienza, oramai per me più che ven-tennale, del pellegrinaggio a piediverso Maria Luggau, possa farerealmente capire quanto essa siabella ed emozionante; infatti, solovivendola in prima persona ci sipuò rendere conto di quanto sia ric-ca di profonda spiritualità proprio

perché accompagnata dalla pre-ghiera costante.

Ma il racconto crea un certo sen-timento nelle persone che ascoltanoe per questo, ogni anno, si aggiun-gono, inizialmente solo per curio-sità, molti pellegrini.

La partenza è da Cima Sappadaalle ore tre del mattino. Ci si in-cammina pregando al chiarore dellaluna (quando c’è) e delle torce; du-rante i tratti in salita si sospende larecita del Santo Rosario e si conti-nua chiacchierando con le personeche si incontrano lungo il sentiero;le soste per la merenda poi riuni-scono i pellegrini che condividonospontaneamente le provviste chehanno nello zaino. L’arrivo al San-tuario costituisce un vero e propriomomento di festa: le campane suo-nano e ai bordi della strada gli abi-tanti sostano per assistere al pas-saggio dei pellegrini che occupanol’intera carreggiata; al canto dellelitanie si entra in chiesa e subito siscorge Lei, la Madonna di Luggau,quella per la quale ciascuno di noi èarrivato fin qui per ringraziare, perchiedere, per cercare… Si incontra-no ogni anno i vecchi amici e ognivolta se ne conoscono di nuovi; irapporti già esistenti di amicizia siintensificano proprio perchè il pel-legrinaggio rappresenta un’espe-rienza forte di fede e di preghiera.

“Uniti nel cammino e nella pre-ghiera”: con questo spirito si parte-cipa al pellegrinaggio verso MariaLuggau. Questo sentimento do-vrebbe accompagnare anche il no-stro cammino quotidiano per ren-derci davvero liberi e capaci di met-terci continuamente in relazionecon i nostri fratelli.

Enza

* * *

Sono ormai 6 anni che non vedol’ora che arrivi la 3^ domenica disettembre per recarmi in pellegri-naggio al Santuario di Maria Lug-gau. Ho sempre avuto molta fedenella Madonna ed in un periodonon proprio felice della mia vita misono sentita di recarmi di persona achiederle aiuto. Non sono una tipache ama molto camminare, anzi midefinisco una pigrona e sincera-mente mi spaventava fare a piedi 60kilometri in montagna.

Sì, ho fatto molta, moltissima fa-tica e ho distrutto le unghie dei pie-di, ma la gioia e la pienezza che misono rimaste dentro hanno cancel-lato tutto!

È bellissimo condividere il cammi-no con tanta gente per lo più scono-sciuta fino a quel momento, confor-tarsi a vicenda e scambiarsi qualcheconfidenza sui tanti motivi personali

LUGGAU

I pellegrini d’inverno sul passo Oregone.

Page 9: Boll Ampezzo 59 nat 2009:Boll Ampezzo n.59 nat 2009€¦ · Tra le tante idee teologiche, bibliche, tradizionali o comunemente circolanti sulla figura del sacerdote, a me piace ricordarne

9

che spingono a fare un’esperienzadel genere. Comunque posso direcon tanta gioia che c’è ancora tantafede nelle persone e in questi nostrigiorni pieni di superficialità è unospiraglio pieno di luce che mi faguardare avanti con fiducia.

* * *

Per me la partecipazione al pelle-grinaggio è iniziata grazie ad unacarissima amica che tre anni fa miha appunto spronata verso questanuova esperienza. Ed io oggi rin-grazio di cuore questa persona peravermi fatto conoscere questarealtà.

Il camminare assieme a tante per-sone, che arrivano da tanti luoghidella regione ed, essendo così nu-merose, nel tragitto non avremmomodo di conoscerle tutte, con alcu-ne si scambierà qualche parola, al-tre rimarranno un ricordo che sicu-ramente ogni anno a questa ricor-renza noi rivedremo senza saperenulla di loro.

La cosa speciale è questa: pur nonconoscendoci, tutti insieme, abbia-mo in questa indimenticabile espe-rienza un obiettivo comune e cioèquello di dedicare tutte queste oredi cammino e fatica alla preghiera

per essere più vicini a Dio e allaMadonna.

Quest’anno è stato il terzo annoper me e sono stata dalla Madonnadi Luggau, oltre che per pregare pertutte le intenzioni che ognuno di noiha espresso lungo il cammino, perringraziare la Madonna per quelloche ho: la mia famiglia, la salutedei miei cari e la possibilità di vive-re in tranquillità nel nostro piccolo

paese; queste cose al giorno d’oggisono le più importanti, quelle checontano e così, iniziato il primo an-no di pellegrinaggio, non riesco anon ripetere questa esperienza.

E un percorso che ti dà tantissi-mo, io consiglio tutte le personeche ancora non hanno avuto mododi fare quest’esperienza di parteci-parvi, sicuramente saranno appaga-te e rinforzate nella fede.

Il 2 gennaio mons. Pietro con altri amici ha fatto il pellegrinaggio invernale a Luggau perla quarantesima volta; aveva infatti iniziato questo appuntamento del due gennaio nel1969. Spera di continuare ancora per diversi anni.

Lavori in parrocchia• La Casa Bullian

Si è concluso l’acquisto del piano terra e del primopiano della casa Bullian adiacente al Garage della ca-nonica. I locali, per ora completamente inagibili peril progressivo degrado degli anni di abbandono, ver-ranno in futuro destinati, dopo una ristrutturazioneadeguata, a locali per la catechesi e attività parroc-chiali. A questo scopo verrà fatta una domanda dicontributo palla regione con il prossimo anno.

• Il sagrato della Chiesa

Il contributo per il restauro del sagrato della chiesasarà erogato dalla regione con una rata annuale di €7.350,00 per venti anni. Il lavoro verrà eseguito inprimavera dalla ditta “L’unione” di Enemonzo. Laspesa verrà sostenuta con un mutuo coperto dal con-tributo regionale.

Il progetto prevede la rimozione delle lastre in ce-mento e delle pietre, ripropone con le vecchie pietreil disegno della croce con le piccole croci laterali, al

posto delle lastre in cemento verrà posata una pavi-mentazione di pietra più chiara, dello stesso materia-le dell’attuale marciapiede. Gli alberi verranno sosti-tuiti con piante meno invasive e verrà ricavato nel-l’angolo verso la piazza lo scivolo per abbattere lebarriere architettoniche.

• Gestione del rendiconto parrocchiale

Con il programma parrocchiale elaborato dallaUNITELM di Padova, viene gestito il bilancio delleParrocchie di Ampezzo, Sauris, Socchieve e prossi-mamente anche Raveo (Parrocchie di cui è rappre-sentante legale e responsabile don Pietro Piller). Ma-terialmente il lavoro di registrazione dei dati vieneeseguito da Spiz Gianna che ogni martedì, quandodon Pietro è a Sauris, svolge questo lavoro in canoni-ca. Gianna segue inoltre, coadiuvata dal comitato deigenitori, le pratiche inerenti alla gestione della scuo-la Materna. Siamo grati a chi svolge con dedizione ecompetenza questi servizi preziosi per le nostre Par-rocchie.

Page 10: Boll Ampezzo 59 nat 2009:Boll Ampezzo n.59 nat 2009€¦ · Tra le tante idee teologiche, bibliche, tradizionali o comunemente circolanti sulla figura del sacerdote, a me piace ricordarne

ENTRATE

ENTRATE ORDINARIEOfferte in Duomo e nelle varie chiese 13.439,83Offerte per candele votive 2.721,62Offerte per servizi (battesimi,matrimoni,funerali) 3.400,00Offerte delle famiglie (buste quartese) 9.790,00Entrate per attività parrocchiali (bollettino, stampa cattolica, pellegrinaggi, gite e varie) 3.525,00Entrate per pesca di beneficenza (SS.Pietro e Paolo) 6.055,08Offerte da privati 2.091,00Entrate per interessi ccb e ccp 3.378,40

44.400,93ENTRATE STRAORDINARIEContributo regionale per ristrutturazione sagrato del duomo – rata contributo 2009 7.348,19Raccolta offerte per opere di bene (Caritas) 3.520,00

10.868,19ENTRATE PER PARTITE DI GIRORaccolta in chiesa per i terremotati dell’Abruzzo 930,00

930,00

TOTALE ENTRATE AL 30.11.2009 56.199,12RIPORTO SALDO ATTIVO AL 01.01.2009 67.777,31TOTALE COMPLESSIVO ENTRATE 123.976,43

USCITE

TITOLIAcquisto titoli 9.894,72

9.894,72OPERE DI BENESostegno a famiglie bisognose (Caritas) 3.520,00

3.520,00USCITE ORDINARIEImposte,tasse e assicurazioni varie 3.018,37Spese sostenute per arredi comuni, acquisto di libri, fiori, particole e vino 3.018,97Spese per acquedotto comunale 141,00Riscaldamento canonica 878,84Riscaldamento duomo 1.890,02Spese telefoniche 810,11Spese per energia elettrica canonica, duomo, e chiese di Oltris – Voltois - S.Antonio 1.677,74Spese per stampa bollettino parrocchiale, acquisto stampa cattolica, sussidi ai catechisti, pellegrinaggi e gite, attività foraniali ed attività pastorali. 9.674,75Spese per pesca di beneficenza (SS.Pietro e Paolo) 1.512,98Onorari a professionisti 2.928,30Versamento ritenuta d’acconto su onorari 316,60Spese per riparazione e manutenzione attrezzature 3.117,98Spese per acquisto materiale di cancelleria 465.78Spese postali e varie 316,40

29.767,84USCITE STRAORDINARIEAcquisto porzione di fabbricato adiacente la canonica 35.000,00Anticipazione in favore della scuola materna paritaria “mons. E.Bullian” 15.000,00Spesa per acquisto e posa in opera di pannelli solari nella canonica, sostituzione elettrodomestici 3.250,00Rimborso prestiti da privati 4.500,00

57.750,00USCITE PER PARTITE DI GIRO Versamento alla Caritas diocesana delle offerte raccolte in favore dei terremotati dell’Abruzzo 930,00

930,00CONTRIBUTI ECCLESIASTICIVersamento in favore dell’istituto diocesano a sostentamento del clero 1.533,00

1.533,00

TOTALE USCITE AL 30.11.2009 103.395,56SALDO ATTIVO AL 30.11.2009 20.580,87TOTALE A PAREGGIO 123.976,43

Sintesi della situazione economicadella parocchia al 30 novembre 2009

10

Page 11: Boll Ampezzo 59 nat 2009:Boll Ampezzo n.59 nat 2009€¦ · Tra le tante idee teologiche, bibliche, tradizionali o comunemente circolanti sulla figura del sacerdote, a me piace ricordarne

11

La famiglia, che è alla base della società, è una realtàmolto complessa: non c’è nulla di più stabile e, nellostesso tempo, di più mobile della famiglia; è stabile per-ché composta di padre, madre, figli, eventuali nonni,zii, parenti vari…ed è mobile perché i costumi, le rego-le, le gerarchie e i rapporti variano a seconda dei varipopoli della Terra.

Oggi, soprattutto, nel nostro mondo occidentale, ilmatrimonio ha perso di valore e va di moda la cosidet-ta “convivenza”. I sostenitori delle convivenze sonoconvinti che, prima del matrimonio, ci deve essere unaspecie di prova, un periodo di tempo più o meno lungoappunto di convivenza libera da qualsiasi forma di re-golamentazione. Queste persone che scelgono la convi-venza ritengono che l’unione di un uomo e di una don-na si fonda esclusivamente sull’amore inteso come bi-sogno l’uno dell’altro, dimenticando che l’amore èanche fedeltà, coerenza e donazione di sé.

Vorrei ricordare sinteticamente un articolo di DonGiuseppe Faccin, direttore dell’Ufficio Diocesano diPastorale per la famiglia; l’articolo è apparso di recen-te sul “Foglio di informazioni ecclesiali per gli operato-ri pastorali” ed è intitolato “In ascolto delle giovanicoppie conviventi”.

Don Faccin, oltre ad analizzare la convivenza comeprova (vedi sopra), parla anche di convivenza come ma-trimonio non ancora perfezionato o non perfezionabile:un uomo e una donna vivono assieme con gli stessi di-ritti e doveri del matrimonio, ma non possono legitti-mare la loro posizione o pensano di farlo appena pos-sono (dopo il divorzio, appunto). C’è, poi, la conviven-za come scelta, come condizione stabile di vita.

Certo i sentimenti sono importanti, ma l’amore, l’a-more cristiano ha bisogno di grandi valori, di progettiproiettati verso il futuro. Sono appunto questi valori chepermettono di ricominciare sempre e di superare le dif-

ficoltà della vita. Ma quali sono questi valori? La dona-zione di sé, la fedeltà, la lealtà, il perdono, l’amore ver-so i figli, la sacralità degli impegni assunti.

I credenti, poi, sanno che l’amore è da Dio. Diceva ilpoeta Rilke: “L’amore è una straordinaria occasione permaturare, per trasformarsi, per divenire un mondo perqualcun altro.”

Infatti, in un rapporto il marito non è padrone dellamoglie o viceversa e non si finisce mai di conoscersi afondo. Questo vale in tutte le relazioni umane, per esem-pio anche nel rapporto genitori-figli. Il figlio non è laproiezione dei desideri dei genitori, non è un possesso, unbene, ma è libero, autonomo e i genitori lo amano vera-mente se lo riconoscono così. Ciò, però, non significa la-sciar fare ai figli tutto ciò che vogliono, ma neppure pen-sare che debbano fare le stesse azioni dei genitori.

Ogni generazione ha rimproverato a quelle che segui-vano le cose che non andavano, ma oggi i giovani sem-brano sempre di più smarriti e passivi. I ragazzi moltospesso non hanno davanti esempi positivi e chiari enemmeno dei limiti netti. Le trasgressioni sono una co-sa fisiologica e necessaria ai giovani, però, ai giorni no-stri, sono sempre più clamorose e attuate per far sì chequalcuno si accorga di loro. Tra l’altro, poi, la nostracultura ha elaborato un modo diverso di rapportarsi conil trasgressore: le punizioni vengono eliminate e, nei ca-si in cui vengono date, sono tese alla rieducazione deiragazzi. Molto spesso, però, questo non è un aiuto, an-zi!: è negare ogni forma di responsabilità.

Non solo i giovani, ma anche noi adulti viviamo solonel presente, preoccupati più di apparire che di essere,di possedere e di consumare.

Non dimentichiamoci che i bambini, i ragazzi e i gio-vani hanno bisogno per crescere di dialogo, di punti diriferimento e di sentirsi dire anche dei NO!

F.M.

LA FAMIGLIA DI... OGGI

Walter Di Santolo, abitante a Voltois(piccola frazione di Ampezzo in Carnia),ci ha inviato la foto che rappresental'insieme di cinque generazionigenealogiche della sua famiglia: iltrisavolo Luigi Spangaro nato il25/02/1907, la bisnonna NorinaSpangaro, la nonna Luigina Spangaro, ilsignor Walter Di Santolo e suo figlioMassimo Di Santolo nato il 26/03/2009.Sono 102 anni ed un mese che separanoil più vecchio dal più giovane della suafamiglia.

Cinque generazioni

Page 12: Boll Ampezzo 59 nat 2009:Boll Ampezzo n.59 nat 2009€¦ · Tra le tante idee teologiche, bibliche, tradizionali o comunemente circolanti sulla figura del sacerdote, a me piace ricordarne

12

…con soddisfazione perché abbiamo ripercorso unsentiero di circa tre anni fa nel ricordo e nell’anima del-la Nostra cara Comunità.

Infatti, con il patrocinio dell’Ente per il Turismo Re-gionale, ci è stato proposto di creare un percorso di in-teresse storico – turistico del territorio, riqualificando e

creando un percorso attraverso le ancone che hanno se-gnato la storia del nostro vivere in montagna.

Con la partecipazione fattiva di uno zoccolo duro deisoci (quindici di cui sei giovani) e con circa seicento oredi lavoro abbiamo ripristinato tutte le ancone a suo tem-po ricostruite dal nostro gruppo alpini negli anni ottan-

GRUPPO ANA ALPINI DI AMPEZZO

“Quattro passi nell’anima”Un’altra stagione conclusa con soddisfazione...

Nella fausta circostanza in cui chiudevasi l’annogiubilare delle prodigiose apparizioni sulle rive delGave della bianca signora all’umile Bernardetta,sorse l’idea di festeggiare anche qui tanto avveni-mento con un pellegrinaggio spirituale a Lourdes econ delle speciali funzioni all’altare della Madon-na. Sia l’uno che le altre furono coronate da esitoinsperato. Si pensò allora all’opportunità ed utilitàdi promuovere, sull’esempio di tanti altri luoghi, ilculto alla Vergine Immacolata di Lourdes. Ed ecco,quasi per incanto, formarsi una discreta somma perl’acquisto di una statua, che riproducesse al vivo ledolci sembianze della Bianca Signora apparsa aBernardetta. Il primo passo era fatto, e il popolo diAmpezzo sempre pronto a favorire tutte le operebelle e buone, con slancio di fede generosa e di cal-do amore alla Vergine, fece il resto. Raccolte per-tanto le offerte necessarie si diede incarico alla ri-nomata casa Ferdinand Dementz in Gröden (Tirol)di scolpire una statua dell’Immacolata di Lourdesin grandezza naturale.

Questa fu fatta e riuscì rispondente appieno e al-la fama dell’insigne scultore e alle speranze con-cepite degli offerenti: basta guardarla per restarnepresi di alta ammirazione e di sincero amore.

Mancava però la corona di 12 stelle che ador-nasse il virgineo capo, ed ecco che dopo poco tem-po vengono messi assieme dalla pietà delle donnee delle ragazze orecchini, anelli, crocifissi d’oro ed’argento così da formare con essi un prezioso or-namento alla nuova statua. E si pensò anche aprepararle un posto conveniente nella nicchia aper-tasi anni fa sull’altare della Madonna, nella qualcosa si dimostrò ancora una volta valente artista ilSignor Giuseppe Rosada di qui. Affinché poi ilnuovo culto alla Vergine Immacolata di Lourdesvenisse inaugurato con il doveroso onore e sole esolennità, S.E. mons. Pietro Zamburlini, nostro be-neamato Arcivescovo accettò di buon grado l’invi-to fattogli di benedire in persona la nuova statua.

Un po’ di storia 1909

Page 13: Boll Ampezzo 59 nat 2009:Boll Ampezzo n.59 nat 2009€¦ · Tra le tante idee teologiche, bibliche, tradizionali o comunemente circolanti sulla figura del sacerdote, a me piace ricordarne

ta. I lavori sono stati ultimati quasi completamente e abreve ci sarà l’inaugurazione.

Il percorso, partendo dal ponte del Lumiei (bivio Ol-tris e Voltois), attraverso le frazioni sopracitate, riper-corre i sentieri sui quali i nostri avi hanno costruito lecosiddette ancone. Ogni ancona è stata impreziosita daun medaglione in legno scolpito con la denominazionedella località con i loghi pirografati della Regione, delComune e del Gruppo A.N.A. di Ampezzo. Sono statefatte delle palizzate in pino trattato per dare sicurezzanei posti più esposti e sono state sistemate delle pan-chine per permettere al visitatore una sosta defaticantee serena. A completamento ci sarà una bacheca esposi-tiva con la planimetria del percorso con tutte le indica-zioni necessarie, sita al bivio del ponte del Lumiei perOltris e Voltois. Il tutto sarà arricchito da dei depliantsinformativi che verranno distribuiti in tutto il territoriodella Carnia per sollecitare un richiamo turistico per laNostra Comunità.

È un “dono” che il Nostro gruppo Alpini offre a tuttala comunità, che spero apprezzerà e si impegnerà a sup-portare e far conoscere.

Altro impegno portato a termine è stata la riparazionedel tetto della chiesetta della Madonna della Pace di Ca-prizi e la tettoia antistante, seriamente danneggiate dal-la forte nevicata dello scorso inverno; naturalmente ilmese di agosto abbiamo anche organizzato la nostra fe-sta alpina.

Il mese di maggio, in occasione dell’adunata di Lati-na, abbiamo organizzato un tour con visita a Orvieto,Roma, Latina e Assisi che ha regalato grande soddisfa-zione a tutti i partecipanti e in particolar modo ha in-contrato il gradimento delle signore.

Non è mancata la classica uscita lavorativa, a cui han-no partecipato dieci soci, al museo all’aperto del Mon-te Freikofell a Timau.

Siamo stati impegnati in attività sportive (sci di fon-do, sci di discesa, corsa in montagna e tiro a segno).

Otto soci si sono alternati alla vigilanza della franache incombeva sulla strada in località Cleva, con la Pro-tezione Civile.

Venti sono state le uscite di rappresentanza nelle va-rie manifestazioni della Sezione Carnica degli Alpini.

Penso che il 2010 non ci troverà inoperosi ma semprepronti a onorare il nostro spirito alpino. Nell’occasioneauguriamo a tutta la Comunità Ampezzana un BuonNatale e un Felice 2010.

Il Gruppo Alpini di Ampezzo

“Cari sacerdoti,la grave e perdurante situazio-

ne di degrado della montagnafriulana, determinata soprattuttodallo spopolamento, ha sempretoccato il mio cuore di uomo e di pastore. In più oc-casioni la nostra Chiesa diocesana ha promosso e do-mandato un rinnovato impegno da parte della gente edelle istituzioni per individuare un modello di svilup-po culturale, sociale, economico e spirituale che pos-sa garantire futuro ai paesi montani e prospettive ainostri giovani.

Tuttavia, i numerosi appelli e le diverse iniziative ditanti soggetti, pur avendo condotto ad alcuni frutti ap-prezzabili, non sono stati sufficienti a risolvere il pro-blema della progressiva emorragia che affligge la mon-tagna. È questo un destino ineluttabile? La sorte di al-tre terre di montagna, in Italia e in Europa, che hannosuperato analoghe stagioni di crisi e sono rifiorite gra-zie a progetti efficaci e sinergie virtuose, ci lascia spe-rare. Sento con voi il dovere della speranza e l’urgenzadell’impegno, come sempre è stato per il clero della no-stra Chiesa. Ho recentemente ascoltato ancora una vol-ta dai vicari foranei della Carnia in quale condizioneversino i paesi di montagna e come sia irrisolta la que-stione del loro sviluppo o addirittura della loro stessasopravvivenza: per questo intendo avviare un’azioneforte, ecclesiale e sociale insieme, che solleciti intelli-genze, energie, risorse e comunità e, senza mai darsiper vinti, rilanci ancora una volta la sfida ad un decli-no che può e deve essere sconfitto. Il Signore, che ci in-vita ad essere lievito, “luce sul moggio” e “città sulmonte”, e che pianse al pensiero della rovina della cittàda Lui prediletta, Gerusalemme, ci conferirà quell’in-gegno e quella tenacia di cui s’avverte la necessità.

Penso ad una Assemblea dei cristiani della montagna:tutti noi abbiamo memoria delle positive conseguenzeche ebbe a suo tempo l’Assemblea dei cristiani del giu-gno 1977: dopo il terremoto, fu proprio quell’iniziativadella Chiesa a smuovere situazioni ristagnanti, a sma-scherare pericolosi compromessi, a indurre e sosteneremovimenti popolari che condussero poi alla legge per laricostruzione, all’Università di Udine e via dicendo.

Se le analoghe iniziative fino ad oggi proposte per ilbene del nostro territorio hanno sortito effetti limitati,ciò non scusa dall’assumerci ancora una volta l’oneredi spingere verso strade nuove.

Per poter discutere con voi il problema del futuro del-la montagna friulana e le modalità migliori per attuarequesta proposta, desidero incontrarvi a Tolmezzo. Vichiedo un contributo di idee e di proposte, di coraggio edi speranza: qualcosa si deve fare – questo mi pare in-discutibile –.

Il Signore Gesù, sommo e unico Pastore, che ha vis-suto trent’anni a Nazareth perché Dio metta radici nel-la vita quotidiana della gente in un piccolo paese, ci il-lumini nella ricerca di ciò che è possibile operare per inostri fratelli che vivono in comunità di montagna”.

Lettera di mons. Brolloai sacerdoti della montagna

13

Page 14: Boll Ampezzo 59 nat 2009:Boll Ampezzo n.59 nat 2009€¦ · Tra le tante idee teologiche, bibliche, tradizionali o comunemente circolanti sulla figura del sacerdote, a me piace ricordarne

IL GJAT CAL PISCIAVA TALA NÊF

A era una volta un gjat che al veva sen di lâ a pisciâ,l’è lât di fûr, tala nêf, ma intant cal pisciava, la nêf atacât a disfasi. Il gjat a l’à cjapât paura e a l’à pensât:“Biât mai me, a si disfas il mont, mi tocja scjampâ”.L’è tornât in cjasa, al à metut un toc di pan e formadita un tavaiu_ a l’è partît.

Cjamina cjamina, l’à cjatât il Cjan: “’Na vastu co-pari Gjat?”, “I scjampi ca si disfas il mont” ai a ri-spuindût il Gjat, alora il Cjan l’à dit: “Spetimi ch’i ve-gni encja io”, e son inviâs.

Cjamina cjamina, a cjatin il Gjal: “Oh copari Gjat,copari Cjan, ‘na laiso?”, “I scjampin ca si disfas ilmont” an rispundût il Gjat e il Cjan”, e il Gjal i à dit:“Spetaimi ch’i vegni encja io”, e son inviâs.

Cjamina cjamina, a cjatin il Bec: “Dî, copari Gjat,copari Cjan, copari Gjal, ‘na laiso?”, “Copari Bec, iscjampin ca si disfas il mont”. “Spetaimi, spetaimich’i vegni encja io”, e son inviâs.

Cjamina cjamina, a cjatin il Ròc: “Copari Gjat, co-pari Cjan, copari Gjal, copari Bec, ‘na laiso?” e cheiatris i an rispuindût: “I scjampin ca si disfas il mont”.“Ben, spetaimi ch’i vegni encja io”, e son inviâs.

Cjamina cjamina, a cjatin il Mus: “Dî, copari Gjat,copari Cjan, copari Gjal, copari Bec, copari Ròc, ‘nalaiso?”, “Copari Mus, i scjampin ca si disfas il mont”.“Spetaimi ch’i vegni encja io”, e son inviâs.

Cjamina cjamina, a era vegnût not e copari Gjat, co-pari Cjan, copari Gjal, copari Bec, copari Ròc e copa-ri Mus a vevin di iodi dunà lâ a durmî. Lì ator no eranencja una baraca, cusì a an mandât il Gjal insom unpe_, par cirî un puest dunà lâ. “I iodi una lusina lon-tana lontana, lavia insom” i a dit il Gjal cusì a decidindi inviasi di che banda.

Cjamina cjamina a rivin dongja una cjasa, la lus aera impiada, ma il barcon a l’era masa alt par rivâ a io-di dentri, cusi il Ròc l’è montât sora il Mus, il Bec so-ra il Ròc, il Cjan sora il Bec, il Gjat sora il Cjan e ilgial sora il Gjat e l’à iodût dentri i brigans ca contavini bês. Alora a an decidût di faiti cjapâ un spavent. In-tant ca lavin ta che atra stansa, il Gjal si è metût sorail camin, il Gjat tal fogolâr, il Cjan dongja la caseladalas legnas, il Bec sot il seglâr, il Ròc daûr la puartae il Mus di fûr. Quant che un lâri l’è tornât in cjasa al’a iodût i voi dal Gjat ca lusivin como dos boras e l’elât par meti su una legna, ma quant ca si è visinât alfogolâr, il Gjat tal fogolâr lu a sgrifât, il Cjan dongjala casela dalas legnas lu a muardût e il Gjal da sora ilcamin i a cagât in t’un voli. Quant ca l’è lât par lavâ-si, sot il seglâr al’era il Bec che i a fumât una pocadae l’a parât daûr la puarta, daûr la puarta al’era il Ròcca i a dât una rocada e l’a parât di fûr, di fûr a l’era ilMus che cun t’una pidada l’a mandât sula cort dal le-dan. Quant che chel biât l’è rivât a saltâ fûr, l’a tacâta vosâ: “Scjampin, scjampin ca son i spiris”, e i bri-gans son cores lontan pal bosc.

Cusì copari Gjat, copari Cjan, copari Gjal, copariBec, copari Ròc e copari Mus a son restâs parons da-la cjasuta e dai bês. Dopo di che sera il Gjat l’è lât talcamarin a cjapa surîs, il Cjan tal prât a mangja saùps,il Gjal sul salâr a beca il sorc e il Bec, il Ròc e il Mussul taulât a mangja fen.

IL GATTO CHE FACEVA LA PIPÌ NELLA NEVE

C’era una volta un gatto che aveva bisogno di fare lapipì, è uscito di casa e ha iniziato a farla nella neve, maquesta si è sciolta. Il gatto si è spaventato e ha pensato:“Povero me, si sta disfando il mondo, dovrò partire. E’rientrato in casa, ha avvolto in un fazzoletto un pezzo dipane e formaggio ed è partito.

Cammina cammina, incontra il Cane: “ Dove vai amicoGatto?”, “Sto fuggendo perché si disfa il mondo” ha ri-sposto il gatto, allora il Cane ha detto: “Aspettami che ven-go anch’io” e proseguono il cammino.

Cammina cammina, incontrano il Gallo: “Ehi, amicoGatto, amico Cane, dove andate?”, “Stiamo scappandoperché si disfa il mondo” rispondono il Gatto e il Cane, eil Gallo dice: “Aspettami che vengo anch’io” e proseguo-no il cammino.

Cammina cammina, incontrano il Caprone: “Amico Gatto,amico Cane, amico Gallo dove andate?”, “Amico Caprone,stiamo scappando perchè si disfa il mondo”, “Aspettami chevengo anch’io” e proseguono il cammino.

Cammina cammina, incontrano il Montone: “Amico Gatto,amico Cane, amico Gallo, amico Caprone dove andate?”, eloro hanno risposto: “Stiamo scappando perchè si disfa ilmondo”. “Allora aspettatemi che vengo anch’io”, e prose-guono il cammino.

Cammina cammina, incontrano l’Asino: “Amico Gatto,amico Cane, amico Gallo, amico Caprone, amico Montonedove andate?”, “Amico Asino, stiamo scappando perchè sidisfa il mondo”. “Aspettami che vengo anch’io” e proseguo-no il cammino.

Cammina cammina, era sceso il buio e il Gatto, il Cane, ilGallo, il Caprone, il Montone e l’Asino dovevano trovare unposto dove trascorrere la notte. Nei paraggi non c’era nem-meno una tettoia, così hanno mandato il Gallo sulla cima diun abete per cercare un posto dove andare. “Vedo una pic-cola luce, lontana lontana, da quella parte” riferisce il gal-lo, così decidono di avviarsi in quella direzione. Camminacammina giungono nei pressi di una casa, la luce era acce-sa, ma la finestra era troppo alta per poter vedere cosa ci fos-se dentro, così il Montone è salito sopra l’Asino, il Capronesopra il Montone, il Cane sopra il Caprone, il Gatto sopra ilCane e il Gallo sopra il Gatto e ha potuto vedere i brigantiche contavano i soldi della loro refurtiva. Allora decidono difar prendere loro uno spavento. Mentre si sono recati nellastanza a fianco, il Gallo si è sistemato sopra il camino, ilGatto nel focolare, il Cane vicino alla cassa della legna, ilCaprone sotto il lavello, il Caprone dietro la porta e l’Asinofuori. Quando un ladro è tornato nella stanza ha visto gli oc-chi del gatto che luccicavano come due braci ed ha cercatodi riattizzare il fuoco, ma avvicinandosi al focolare il Gattolo ha graffiato, il Cane vicino alla cassa della legna lo hamorso, il Gallo da sopra il camino ha lasciato cadere i suoiescrementi sull’occhio del brigante. Allora si è avvicinato allavello per risciacquarsi, ma sotto c’era il Caprone che lo haspinto dietro la porta, dietro la porta c’era il Montone che loha spinto fino fuori, fuori c’era l’Asino che con un calcio loha mandato sul letamaio. Quando finalmente il mal capitatone è uscito, ha iniziato a gridare “Scappiamo, scappiamo checi sono gli spiriti” e sono scappati attraverso il bosco.

Così il Gatto, il Cane, il Gallo, il Caprone, il Montone el’Asino sono diventati i padroni della casetta e dei soldi. Daquella sera il Gatto si è messo nella dispensa a catturare to-pi, il Cane nel prato a mangiare cavallette, il Gallo sulla sof-fitta a mangiare il grano e il Caprone, il Montone e l’Asinonel fienile a mangiare fieno.

14

Page 15: Boll Ampezzo 59 nat 2009:Boll Ampezzo n.59 nat 2009€¦ · Tra le tante idee teologiche, bibliche, tradizionali o comunemente circolanti sulla figura del sacerdote, a me piace ricordarne

15

Spesso, parlando con le persone, ascolto racconti tristi,sofferenti e carichi di espressioni che testimoniano variedifficoltà. Difficoltà strettamente legate ai tempi chestiamo vivendo, tempi magri che regalano a piene maniproblematiche e paure inerenti al presente e soprattuttorivolte al futuro.

Tempi magri contraddistinti da precarietà economiche,fragilità personali, diffidenze, solitudine e pregiudizi neiconfronti degli altri. Altri che non sono solamente glistranieri o forestieri ma anche, e capita troppo frequen-temente, compaesani o vicini di casa!

Come mai? Come mai delle persone brave, oneste e la-voratrici sono assalite da sentimenti di sfiducia e di so-spetto nei confronti degli altri, e spesso anche delle isti-tuzioni?

Come mai in tempi ricchi di canali di informazione edi comunicazione, che ci offrono notizie, che ci aggior-nano in tempo reale sugli eventi che avvengono in tuttoil pianeta, manifestiamo difficoltà a comunicare, a dia-logare tra genitori e figli e tra persone legate da affettiforti?

Come mai anche noi che ci dichiariamo cristiani, fra-telli, in comunione ideale abbiamo dato spazio all’indi-vidualismo e al personalismo al punto che a volte mani-festiamo un certo imbarazzo alla stretta di mano che ciscambiamo durante la S. Messa? E spesso mi chiedo co-me mai è così difficile mettere in gioco le nostre carat-teristiche più positive, i famosi talenti che ci sono daticome tesori personali da condividere per rendere il no-stro vivere, ed il vivere dei nostri figli, più confortevolee piacevole?

Non ho risposte esaurienti a tutti questi interrogativi,ma ascoltando i diversi disagi ho individuato alcuni de-nominatori comuni che rappresentano le radici delle no-stre fragilità. Al primo posto metterei sicuramentel’informazione che ci viene offerta e che ama, forse per-ché così vende di più, regalarci a piene mani notizie tra-giche e cruente accompagnate, nel caso della televisione,da immagini che feriscono la sensibilità e l’animo di chi,pur maturo, le incontra.

Notizie che parlano in modo crudo di delitti atroci an-che fra familiari, e spesso delitti contro la persona ed ilpatrimonio effettuati da stranieri o extracomunitari favo-rendo così l’ingigantire la naturale diffidenza verso il di-verso, anche se profugo. Informazione che coglie e ci of-fre soventemente solo la parte tragica e paurosa deglieventi trascurando le innumerevoli notizie positive di so-lidarietà e di piacevolezza che allieterebbero le nostregiornate. Notizie, queste ultime che, nelle migliori delleipotesi, vengono divulgate col contagocce. Una conside-razione che vorrei fare è che il bombardamento di tragi-cità a cui siamo sottoposti crea un’atmosfera ansiosa eangosciosa che non ci consente di leggere gli avveni-menti con oggettività. Ad esempio siamo talmente abi-tuati a sentir parlare di sbarchi di clandestini e di crimi-ni compiuti da extracomunitari che logicamente in noicresce un’avversione carica di sospetto verso queste per-sone,ma i dati ufficiali parlano il linguaggio dei numerie le conclusioni che se ne trae ci racconta una realtà chia-ramente diversa. Dal dossier che ogni anno viene stilatoda vari enti (Inps, Unioncamere, Migrantes, Ministerodel tesoro, ecc.) emerge che, dati riferiti al 2008, gli stra-nieri residenti in Italia e quindi regolari sono circa4.000.000.= mentre gli sbarchi di clandestini ammonta-

no a circa 37.000 unità, metà dei quali viene rimandataalla nazione da cui sono partiti. Se consideriamo che deirestanti 18.000 la maggior parte verrà a coprire nell’an-no successivo una parte delle quote ufficiali d’ingresso,potremmo affermare che non solo essi rappresentanouna percentuale irrilevante rispetto alle 400.000 unitàche annualmente entrano nel nostro paese.

Eppure questo è un argomento che suscita in tutti noiuna sentita apprensione. La stessa sensazione la provia-mo quando consideriamo l’aspetto criminalità; eppure idati del ministero asseriscono che se dal 2001 il numerodi stranieri è raddoppiato, ma gli eventi criminosi sonorimasti percentualmente identici. Dalle informazioni(forse sarebbe più preciso affermare dalle disinforma-zioni) che riceviamo, riteniamo che questi stranieri rap-presentino un costo elevato per la nostra collettività, ep-pure i dati Inps e del ministero per gli affari economicici assicurano che i versamenti dei residenti stranieri so-no nettamente superiori al costo che lo stato sociale de-ve affrontare. In termini di bilancio si evidenzia che lapresenza di questi 4.000.000.- di persone rappresentanouna voce in attivo per lo stato italiano; in altre parole rap-presentano una risorsa preziosa.

Anche in questi tempi vi sono tante realtà positive, in-teressanti e sarebbe opportuno rendercene conto e ren-dersi consapevoli che non tutto ciò che i media ci propi-nano riflette la realtà anzi occorre sottolineare che fre-quentemente anche la carta stampata segue una logicacommerciale e che spesso una brutta notizia fa venderedi più.

Viviamo in un mondo che ama il chiasso, la lite, le pa-role urlate, le accuse sparate come fossero sentenze, losparlare per sentito dire.

No, noi cristiani siamo essere diversi, siamo portatoridi solidarietà anzi di compassione, di empatia, di condi-visione e d’aiuto nei confronti dei meno fortunati. La no-stra logica è una logica che sfocia in atteggiamenti di so-stegno gratuito, di vicinanza a chi vive la solitudine, diconforto verso coloro che sono malati, sofferenti o emar-ginati, di abbraccio nei confronti di coloro che per varievicissitudini non amano più la vita. Noi cristiani siamo,o dovremmo essere, portatori di ottimismo e di speranza.

Dio si è identificato negli ultimi, nei poveri e negliemarginati e a me piace pensare che lo ha fatto per indi-carci la strada per proseguire, migliorare e portare acompimento quella creazione che lo ha visto impegnatoper sei giorni, e che per sei volte, al termine di ogni gior-no, gli ha consentito di vivere un traboccante stupore(…e vide che era cosa buona!).

Ecco, come interpreto la Caritas ai giorni nostri: nonsolo un aiuto economico ma un impegno e una disponi-bilità di attenzione, d’ascolto, di vicinanza, di tempo re-galato e a volte anche di informazione e di consigliereeconomico per gestire in modo sostenibile la quotidia-nità familiare.

Questi atteggiamenti ci consentono di vivere con unasoddisfazione maggiore il presente e di proiettarci conottimismo in quello che definiamo futuro, senza affanniparticolari e senza paure di particolare intensità.

Se il mio vivere è sotto l’egida di Cristo, tutto ha unsenso anche le apparenti avversità, e… lo stupore è ga-rantito!

Vi ringrazio per l’attenzione.Massimo

Fragilità, talenti e informazione

Page 16: Boll Ampezzo 59 nat 2009:Boll Ampezzo n.59 nat 2009€¦ · Tra le tante idee teologiche, bibliche, tradizionali o comunemente circolanti sulla figura del sacerdote, a me piace ricordarne

16

Nel febbraio 2008, eletto presi-dente a giochi già fatti, non si riu-scì a rafforzare la squadra ma ilmandato della Società era chiaro:risalire in prima categoria. Abbia-mo dato subito fiducia ad un nuo-vo Mister nella persona di ClaudioBrollo, che con nuovi stimoli egrande passione ha saputo ricom-pattare la squadra. Nel contempola Società ha provveduto a riorga-nizzarsi fornendo nuove divise, in-stallando una bacheca sempre ag-giornata, costruendo un sito inter-net ed organizzando ogni venerdì,dopo l’allenamento, una spaghetta-ta girando per i vari locali del pae-se. Tutto questo per tener unito ecompatto il “gruppo”. Questogruppo nel 2008, oltre agli ottimirisultati durante il campionato, hameritatamente vinto il torneo DelMissier. Poi, durante l’inverno, lasocietà si è preparata per il cam-pionato 2009 ed è riuscita a raffor-zare la rosa con dei nuovi giocato-ri: Adamo, Sgobino, Perissutti, DiBernardo provenienti da altre so-cietà; Strazzaboschi, Dario DeMonte, Kevin Rugo e Daniele Pe-tris sono rientrati con l’Ampezzo.

Con questa compagine abbiamoottenuto la promozione in primacategoria e, con tantissima soddi-sfazione, ci siamo meritati la Cop-pa Disciplina. Bravi ragazzi!

La scommessa è stata vinta. I ri-sultati sono arrivati con grandesoddisfazione di tutti. E’ la squa-dra che ha vinto. Il merito va atutti: sia al giocatore in campoche a quello in panchina o nonconvocato, a chi ha lavorato al barsenza poter vedere la partita e aquel dirigente che si mangiava leunghie per qualche gol sbagliato.Alla fine del mandato di presi-dente ho solo un rammarico: nonaver potuto realizzare quel pro-getto ambizioso che, assieme alMister Brollo, mi ero promesso diportare avanti, e cioè realizzare,nello splendido ed attrezzatocomplesso sportivo di Ampezzo,una scuola calcio per giovani ra-gazzi. Solo per la mancanza di fi-nanziamenti non ci è stato possi-bile fare di più.

Le mie dimissioni anticipate, ri-spetto all’assemblea che sarà chia-mata in febbraio per il rinnovo del-le cariche, sono presentate princi-

palmente per dare la possibilità alnuovo presidente di organizzare lasquadra e intraprendere i contatticon i giocatori ed allestire unacompagine all’altezza della primacategoria. Dimissioni che sonomotivate soprattutto dal dispiacereper lo scarso riscontro di pubblico,dalla mancanza totale di un nuovoapporto dirigenziale, dallo scarsosostegno finanziario e anche dainopportune critiche ricevute dallaminoranza politica comunale.

Da queste righe, oltre che chie-dere scusa a chi in questi due annisi è sentito da me in qualche modooffeso o trascurato, non posso cheringraziare di cuore tutti i giocato-ri, il Mister Claudio Brollo, la tifo-seria e quanti, con passione e di-sinteresse, con il contributo finan-ziario o con il volontariato, hannocontribuito a far si che l’Ampezzoritornasse in prima categoria. So-no sicuro che la nostra squadraavrà, nel futuro, altrettanti signifi-cativi risultati e darà lustro al pae-se come ha fatto in questi 80 annidi storia.

Carlo Petris Presidente

L’U.S.D. Ampezzo in Prima CategoriaRisultato bello, voluto, esaltante

Page 17: Boll Ampezzo 59 nat 2009:Boll Ampezzo n.59 nat 2009€¦ · Tra le tante idee teologiche, bibliche, tradizionali o comunemente circolanti sulla figura del sacerdote, a me piace ricordarne

GENNAIO

Sabato 5 - Epifania del Signore.Fiaccolata sugli sci lungo la stradadel Monte Pura.

Sabato 17 - Festa di S. AntonioAbate: S. Messa a Cima Corso e aLateis, S. Messa nella Cappella del-l’ospedale di Tolmezzo.

• S. ANTONIO, abate (Egitto250-356). Considerato il “padre” ditutti i monaci e di ogni forma di vitareligiosa, la sua presenza, pur diasceta del deserto, fu ricercata e ve-nerata da tutti per il suo animo ar-dente e umanissimo, come ci è tra-smesso dalla storia e pietà popolare.Abbiamo ricordato la figura di que-sto santo sabato scorso nelle chiesedi Cimacorso, Lateis e Mediis, men-tre domenica sera nella cappella del-l’ospedale di Tolmezzo si è celebra-ta la S. Messa con i volontari e lepersone devote della Carnia, anima-ta dalla guida e dai canti del nostrocoro foraniale.

• QUANDO SI APRE UNAPORTA. Bussare a una porta e por-tare il saluto di qualcun altro e poi ilproprio, significa che si è mandatida un altro, che il primo compito èquello di riferire il saluto e il mes-saggio di chi ti ha mandato e poi diparlare per sé stessi. Quando si va abenedire le famiglie è proprio questoil compito: portare il saluto del Si-gnore, il suo messaggio di speranzae di pace, raccontare il suo amoreper noi e rinnovare, nel segno del-l’acqua, il ricordo del battesimo checi ha fatti suoi figli e ci ha resi tuttifratelli. E’ un incontro che avvienetra le mura domestiche, nell’intimitàdella casa con le persone che vi abi-tano, con tutto il vissuto di gioia, didolore, di preoccupazioni e di spe-ranze che segnano le nostre giornatee i nostri rapporti con gli altri. E’ unmomento importante per guardarcida vicino, per comprendersi meglio,per rinnovare amicizia e fiducia, peresprimere accoglienza reciproca,perdono e novità di vita nel nomedel Signore sapendo che il suo amo-re supera infinitamente tutti i nostrilimiti. E’ un affidarci a Dio e affida-re a Lui la nostra vita, i nostri cari, lanostra casa, il nostro lavoro, il nostro

domani. Che abbiamo tanta o pocafede, poco importa, che siamo capa-ci di vivere secondo i suoi comanda-menti o no, non viene chiesto, quan-do apriamo la nostra porta e il nostrocuore alla sua presenza, tutto è gra-zia, tutto si può rinnovare, tutto ri-creare secondo i suoi disegni. Que-sta è la benedizione di Dio accom-pagnata dalla preghiera che Lui ci hainsegnato, una preghiera universaleche comprende tutto: il “PADRENOSTRO”.

• Sabato 24 - Cena sociale dei Do-natori di Sangue.

• Iniziano gli incontri con i con-sigli pastorali per la preparazionedella Visita Foraniale indetta dal-l’Arcivescovo con la seguente let-tera: Oggetto: Indizione Visita fora-niale alle parrocchie

Carissimi Vicari foranei, dopo es-sermi confrontato con voi in Rosaz-zo, nel nostro incontro del 4 settem-bre, relativamente alla “visita fora-niale alle parrocchie” da farsi daparte vostra secondo le norme delcodice di diritto canonico can.555,§4 (“Il vicario foraneo è tenuto al-l’obbligo di visitare le parrocchiedel suo distretto secondo quantoavrà determinato il Vescovo diocesa-no”), e in accordo con i ConsigliPresbiterale e Pastorale diocesani,ritengo sia maturo il tempo di proce-dere in questa direzione.

• Indìco dunque la “visita fora-niale alle parrocchie” in tutte leventiquattro Foranie in cui è sud-divisa l’Arcidiocesi da effettuarsinei mesi di febbraio – marzo -aprile del 2009, a norma del CJCcan. 555.

La scelta di indire tale visita cadealla vigilia della conclusione del miomandato episcopale nella Chiesaudinese. In tutto questo tempo hocercato di guidare la nostra Chiesalocale ad assumere e vivere le di-mensioni della “comunione e dellacorresponsabilità“ in fedeltà alle in-dicazione del Concilio Vaticano II edel Sinodo udinese V. Come sapetebene abbiamo individuato la Foraniacome luogo primario dove questidue termini possono diventare espe-rienza profonda di nuove e maturerelazioni umane e pastorali innanzi

tutto fra i presbiteri e fra questi e ilaici. Ritengo quindi che si possa fa-re una sosta per verificare assiemecome si sta procedendo per raggiun-gere quell’obiettivo che nella mialettera pastorale “Signore, sulla tuaparola” indicavo chiaramente: “Co-struire comunità cristiane accoglien-ti e gioiose, dove si vivono relazionipositive; solo comunità così offronola possibilità a tutti, giovani e adulti,di fare esperienza del lieto annunziodel Vangelo di Gesù Cristo”. Desi-dero inoltre sottolineare che tale “vi-sita” costituisce sì un momento giu-ridicamente dovuto, ma allo stessotempo va colta come preziosa occa-sione per una verifica ecclesiale edun accompagnamento corresponsa-bile della pastorale delle parrocchienel quadro degli orientamenti dioce-sani. A questo proposito faccio no-tare la rilevanza attuale che assumo-no le presenze laicali nella nostrachiesa (Consigli Pastorali Parroc-chiali e Foraniali, i Referenti Pasto-rali Laici e in genere tutti gli opera-tori pastorali) di cui è doveroso tenerconto nella visita.

In allegato vi invio le indicazionidi contenuto e di metodo su cui svi-luppare la “visita foraniale” elabora-te da un gruppo di Vicari foranei,coordinati dal Vicario episcopale perla pastorale e da me condivise. Vi in-vito caldamente a premettere a talevisita degli incontri preparatori con iparroci della vostra forania per co-gliere adeguatamente le sue finalitàe suscitare la necessaria collabora-zione. Questa visita, ne sono convin-to, potrà delineare un quadro signifi-cativo dello stato della nostra Arci-diocesi, valido per un bilancio utilealla nostra azione pastorale e di buo-na conoscenza per chi mi seguirànella guida della nostra Chiesa. Conun grazie sentito per la vostra colla-borazione, vi saluto e vi benedico.

Pietro Brollo

FEBBRAIO

1 - Giornata per la vita. Inizio de-gli incontri di pattinaggio per i gio-vani a Sappada

17

ronaca parrocchiale 2009CC

segue a pag. 18

Page 18: Boll Ampezzo 59 nat 2009:Boll Ampezzo n.59 nat 2009€¦ · Tra le tante idee teologiche, bibliche, tradizionali o comunemente circolanti sulla figura del sacerdote, a me piace ricordarne

7 - Riunione gruppo Caritas Fora-niale.

18 - A Tolmezzo Assemblea deicristiani della Carnia, Canal del Fer-ro e Valcanale.

20 - Gara di Sci di Alpinismo“Sky-krono Monte Jôf ”, lungo iltracciato della pista di sci.

22 - Festa di Carnevale in Piazza.24 - Festa di Carnevale all’asilo.

Torna il CarnevaleDicevano i latini:”Semel in anno

licet insanire”. (Una volta in un an-no si può essere pazzi). Non aveva-no torto. Giusta anche la proporzio-ne. Ma su questa abbiamo perso laloro saggezza. Sicuramente ci capitadi impazzire più spesso in questitempi. Tuttavia, ci sono tanti modiper difendersi dai mille pensieri cheprovengono dall’interno e dall’ester-no. Uno di questi è il carnevale. Al-lora, viva il carnevale con qualchesana risata che libera dalle tensioni,restituisce all’uomo la sua dimensio-ne più genuina, più socievole,sdrammatizza i problemi con una te-rapia naturale, dona ai grandi la di-mensione dei bambini, fa riscoprireil gioco, la fantasia, la gratuità, l’iro-

lo: in tempo per ridere e un tempoper piangere, un tempo per gemere eun tempo per ballare…un tempo percercare e un tempo per perdere…Va.,mangia con gioia il tuo pane ebevi con cuore lieto il tuo vino…stalieto o giovane, nella tua giovinez-za..segui le vie del tuo cuore.. Sappiperò che su tutto questo Dio ti con-vocherà a giudizio.

Caccia la malinconia dal tuocuore..”

25 - Con il rito delle Ceneri iniziala Quaresima, giornata di digiuno edastinenza, il venerdì si terrà la “ViaCrucis”.

MARZO

1 - A Udine, visita alla mostra su“Cromazio e il suo tempo”.

9 - Primo incontro foraniale di ca-techesi per gli adulti ad Ampezzo, acura di Don Dino Bressan, rettoredel seminario interdiocesano parleràdel Diaconato nella Chiesa.

15 - Ordinazione diaconale di Fa-bio Filiputti, presieduta da Sua Ec-cellenza Monsignor Pietro Brollo.

È tempo, anima mia

E’ tempo, anima mia, è già tempose vuoi conoscere te stessa, il tuo es-sere ed il tuo destino, donde vieni edove è giusto che tu riposi, se vita èquella che vivi o se aspetti di meglio.

Mettiti all’opera, anima mia, biso-gna che tu purifichi la tua vita così:cerca Dio ed i suoi misteri, quel chec’era prima di questo universo e checosa è quest’ universo per te, dondeviene e quale è il suo destino. Mettitiall’opera, anima mia, tempo è che tupurifichi la tua vita. Gregorio di Na-zianzo, Poesie su se stesso, LXXVIII

Il Diacono... ma non è un mezzo prete?

…è questa l’idea che emerge dila-gante nei paesi della Bassa friulanaquando ad un cristiano viene chiestocosa sa del diaconato. Mi auguro checiò non avvenga anche qui in Car-nia! Proprio per mettere le maniavanti è il caso di dare subito qual-che dritta che chiarisca le idee deipiù confusi…

18

nia su se stessi e sugli altri, senzarancori, senza prendersi troppo sulserio. Insomma, potremmo dire che“mettendo la maschera togliamo lamaschera” e questo ci fa bene. Nellasua dimensione più genuina il carne-vale è una gran bella cosa. Sonocontento che anche nei nostri paesisi riproponga, per i piccoli e per igrandi questo momento senza pen-sieri. Ad Ampezzo, il pomeriggio diDomenica 22 ci sarà una manifesta-zione di carnevale, ci sarà la crosto-lata,e anche nella casa di riposo arri-verà un clown. L’ultimo giorno dicarnevale ci sarà festa all’asilo diAmpezzo. pure a Sauris qualche co-sa si sta preparando e sono sicuroche la neve sarà protagonista anchequesta volta. Negli altri paesi non so,ma so di Sappada dove il carnevale èsempre festa paesana con le sue tredomeniche: la prima dei “poveri”, laseconda dei “contadini” e la terzadei “signori”. I primi a far festa era-no i poveri e gli ultimi i signori e perfortuna si mantengono ancora inqualche modo queste categorie per-ché se tutti diventano troppo signorinon sono più capaci di fare festa.Anche questo è un insegnamento perla vita. Concludo con Qoelet: “C’èun tempo per ogni cosa sotto il cie-

continua da pag. 17

Alcuni momenti del carnevale.

Page 19: Boll Ampezzo 59 nat 2009:Boll Ampezzo n.59 nat 2009€¦ · Tra le tante idee teologiche, bibliche, tradizionali o comunemente circolanti sulla figura del sacerdote, a me piace ricordarne

i suoi mosaici, il ciclo di Giona co-stituisce una fondamentale catechesisulla morte e risurrezione di Gesù.Ma anche oggi vogliamo rileggere ilSegno di Giona, in coloro che a imi-tazione di Cristo, donano la propriavita per gli altri a servizio del regnodi Dio, per diventare predicatori edispensatori dei misteri della Sal-vezza. Proprio oggi, Fabio Filiputti,fa il passo decisivo con il suo diaco-nato. Lo vedremo prostrato a terrasegno del suo dono totale a Dio e aifratelli, mentre invochiamo il donodello Spirito e l’intercessione dellachiesa Celeste. D’ora in poi lo ve-dremo ancor più presente per testi-moniare con gesti e parole la salvez-za di Cristo. Quando uno rinunciaalla vita propria per farne un donoagli altri per rendere presente in loroil Regno di Dio, si rinnova il “ segnodi Giona”, il segno di Cristo, che du-ra una vita e si compie nella vita ve-ra. (Chi perderà la propria vita perme e per il Vangelo la ritroverà, ci hadetto Gesù). Per noi è un richiamoalla meditazione, alla gratitudine, al-l’accoglienza consapevole, di questodono immenso che è per l’esserestesso delle nostre comunità e dellaChiesa. Siamo consapevoli che undono così non lo si può pretendere,lo si accoglie con stupore, disponibi-lità e gratitudine. Speriamo di riusci-re a dimostrare tutto questo, vincen-do una volta tanto la nostra riserva-tezza e la nostra lontananza dallepersone (questa è l’impressione chediamo), anche perché non si ripetaquella figuraccia che abbiamo fattolunedì scorso, quando è venuto ilrettore del seminario a parlarci deldiaconato in preparazione all’ordi-nazione ed eravamo solo quattro gat-ti. Come se la cosa proprio non ci in-teressasse. Sappiate che questo è unavvenimento eccezionale per tuttinoi, dobbiamo ringraziare il Signoree chi viene in suo nome, ricordando-ci anche di quelli che da tanti annicontinuano il loro dono. Mi com-muove se penso che nella nostra fo-rania c’è chi dona la propria vita da59 anni alla sua comunità.

Mons. Pietro

23 - Proseguono gli incontri di ca-techesi per gli adulti ad Ampezzo,

19

segue a pag. 20

del Sacerdote, collaborando con ilVescovo in una comunità cristianatanto quanto il presbitero.

Credo, anzi spero di non aver ge-nerato ulteriori complicazioni sulconcetto di chi sia il diacono: non un“mezzo prete”, perché può svolgerequasi tutte le sue funzioni, anzi, sa-rebbe opportuno piuttosto che alprete sia sempre affiancato un dia-cono di supporto al suo ministero sa-cerdotale.

Confesso che questo articolo(scritto inizialmente storgendo il na-so - lo confesso - per la vastità del-l’argomento in così poco spazio) miha fatto tanto del bene, anche perchéil 15 marzo alle 17.00 riceverò adAmpezzo l’ordinazione diaconale“transeunte”, cioè di passaggio nelcammino verso il Sacerdozio e…meditare su ciò che gratuitamente ilbuon Dio concede per benevolenzaal suo popolo (il diaconato un donoper tutta la comunità ecclesiale) è unmodo per dirgli “Grazie di cuore, Si-gnore”.

Fabio Filiputti, seminarista di Carlino

16 - Proseguono gli incontri di ca-techesi per gli adulti ad Ampezzo, ilDot. Andrea Ghidina e Dot. MarioGollino parlano dell’assemblea deicristiani della Carnia in preparazio-ne all’assemblea di Paluzza del 29marzo.

Assemblea dei Cristianidella Carnia

Lunedì 16 Marzo, incontro fo-raniale sull’assemblea dei cri-stiani della Carnia con la pre-senza di Ghidina Andrea, sinda-co di Forni di Sotto e MarioGollino, presidente del comitatoorganizzatore dell’assemblea.L’incontro è anche in prepara-zione all’incontro di Pontebbadel 29 marzo. Tutti sono invitati.

Il segno di Giona

Il segno di Giona è l’unico segnoche Gesù dona a questa generazionesecondo il Vangelo. Nella primachiesa, e lo testimonia Aquileia, con

è vero che per diventare preti, bi-sogna prima essere diaconi, tuttavia,facendoci aiutare dalla Sacra Scrit-tura possiamo dire che…

1) esistono i diaconi come struttu-ra della chiesa, assieme e distinti daivescovi-presbiteri: “Paolo e Timo-teo, servi di Cristo Gesù, a tutti isanti in Cristo Gesù che sono a Fi-lippi, con i vescovi e i diaconi.” (Fil1,1);

2) e come tale, con un’investituradata dall’imposizione delle mani edalla preghiera “Li presentaronoquindi agli apostoli i quali, dopoaver pregato, imposero loro le ma-ni”. (At 6,6); che in seguito saràchiamata sacramentale;

3) la scelta dei candidati, è condi-zionata da alcune doti morali e dicomportamento:“Allo stesso modo idiaconi siano dignitosi, non doppinel parlare, non dediti al molto vinoné avidi di guadagno disonesto, econservino il mistero della fede inuna coscienza pura. Perciò sianoprima sottoposti a una prova e poi,se trovati irreprensibili, siano am-messi al loro servizio. Coloro infattiche avranno ben servito, si acquiste-ranno un grado onorifico e unagrande sicurezza nella fede in CristoGesù.” (1Tm 3,8-11.13), ma soprat-tutto dalla pienezza di Spirito e disapienza come troviamo in At 6,3(“Cercate dunque, fratelli, tra di voisette uomini di buona reputazione,pieni di Spirito e di saggezza, ai qua-li affideremo quest’incarico.”)

Senza entrare in ulteriori detta-gli… la chiesa designa il diacono inuna determinata categoria di mini-stero rivestito del primo grado del-l’Ordine Sacro per il quale uominispecifici si dispongono a servirlanelle varie mansioni di assistenza,organizzazione, predicazione, non-ché di servizio all’altare, della paro-la e della carità. Concretamente…

Il diacono predica a nome dellachiesa, espone solennemente il San-tissimo sacramento, benedice, portala comunione agli ammalati, si oc-cupa delle cose anche più spicciole

Ha una vocazione di particolareservizio (tanto che esiste il diacona-to quello permanente, costituito ingran parte da persone sposate) al-l’interno della Chiesa, con funzionispecifiche proprie, diverse da quelle

Page 20: Boll Ampezzo 59 nat 2009:Boll Ampezzo n.59 nat 2009€¦ · Tra le tante idee teologiche, bibliche, tradizionali o comunemente circolanti sulla figura del sacerdote, a me piace ricordarne

Don Stefano Romanello parla di“Giustificazione e riconciliazione diSan Paolo”.

27 - A Tolmezzo, Concerto deibambini delle scuole materne.

29 - A Pontebba, Assemblea deiCristiani per la montagna.

• Assemblea dei Cristiani dellaCarnia. Dodici anni fa, mons. PietroBrollo, allora vescovo ausiliare diUdine, raccolse un primo grido dal-le nostre vallate per una riflessionesulla situazione dei nostri paesi.Esordiva con la citazione diIsaia:”Per amore di Sion non miterrò in silenzio”. E poi con i nume-ri di Ampezzo: “Ampezzo anno1970, abitanti 1987.Ampezzo anno1986, abitanti 1429..(Oggi possia-mo aggiungere:Ampezzo anno2008, abitanti 1086).

Commentava dopo alcuni dati sul-l’occupazione:”E’ solo uno dei tristiaspetti della realtà della Carnia”…

”E’ tremendamente avvilente pen-sare alla prospettiva che i nostripaesi, resi semideserti, possano di-ventare soltanto “riserve”, protettecome flora e fauna, dentro un gran-de parco conservato e curato per chiviene a passarvi le ferie. No! Cre-diamo fermamente invece che siapossibile e quindi doveroso ricerca-re soluzioni che permettano alla no-stra gente di vivere principalmentedi vita propria, promuovendo inizia-tive ed incentivi che non scivolinotroppo presto… a valle e che sianocapaci di favorire lo sviluppo del ge-nio proprio della gente di monta-gna”.. “Vi assicuro che il tono emer-so dai resoconti delle Foranie, èquello di un grido lacerante di pro-

testa e di invocazione, che non puònon giungere anche alle orecchiepiù distratte”. La relazione esaminapoi i dati sulla popolazione, sulla si-tuazione economica, e sulle normelegislative nazionali e regionali. Og-gi, accanto alle difficoltà di diversesituazioni e realtà anche socioecono-miche, (che in questo momentocoinvolgono comunque anche le al-tre zone), accanto ai dati positivi diquanto è stato fatto, si è aggiuntauna nuova accentuazione riguardan-te l’anima dei nostri paesi, quel pa-trimonio spirituale aggregante e si-gnificativo per la propria identità,per la propria cultura, che si è pro-gressivamente impoverito. Forse è lapovertà più grande . Detto questo,nel cammino di Quaresima, vi invitoa partecipare alle iniziative della no-stra chiesa a favore della Montagna,a cominciare dall’assemblea di Pon-tebba di questo pomeriggio.

30 - Proseguono gli incontri di ca-techesi per gli adulti ad Ampezzo,Don Stefano Romanello parla di“Partecipazione in Cristo”.

APRILE

Domenica 5 - Domenica dellePalme, benedizione dell’ulivo e ini-zio della settimana Santa.

Lunedì 6 - Il terremoto in Abruz-zo da inizio a diverse opere di soli-darietà per i popoli terremotati.

Giovedì 9 - A Udine, rinnovo del-le promesse sacerdotali e benedizio-ne dei Santi Olii. Messa Vespertina“In Caena Domini” (“Nella Cena delSignore”): Istituzione della S.S. Eu-caristia e del Sacerdozio Ministeria-le con il Comandamento Nuovo del-l’Amore nella lavanda dei piedi.

Venerdì 10 - Venerdì Santo, conobbligo di digiuno ed astinenza. Ado-razione della Croce e “Via Crucis”

Sabato 11 - Sepoltura del Signore.Veglia PasqualeDomenica 12 - Domenica di Pa-

squa nella Resurrezione del Signore.

Eppure c’è speranza!La crisi economica che stiamo at-

traversando, le tragiche notizie sulterremoto in Abruzzo, le continuenotizie di attentati, di violenze, diuccisioni, la conoscenza di tanta mi-seria diffusa nel mondo, le sofferen-

ze e le malattie che colpiscono l’u-manità sembrano affaticare molto ilcammino degli uomini di questotempo troppo spesso distratti dallaricerca di un consumismo esaspera-to. Per molti sembra divenuta insop-portabile la “fatica del vivere”!

La concezione della vita oggi èspesso considerata come un’oppor-tunità di godimento e questo aspet-to è l’unico che la rende accettabi-le, ma quando ciò viene a mancarerientra anch’essa nella categoriadell’“usa e getta”.

In questi giorni tuttavia su tuttequeste sofferenze si erge la croce diCristo che le ha prese su di sé con at-to di amore per riscattarle dalla terri-bile condizione di “non senso”.

Saper prendere la propria croce sudi sé significa scrutare fin nelle pie-ghe più intime della propria anima ilvalore della nostra esistenza. “L’es-sere divenuti più profondi è il privi-legio di quanti hanno sofferto”, af-fermava O. Wilde, cui faceva eco ilCottolengo: “Il più bel libro è il Cro-cefisso e chi non sa leggerlo è il piùsventurato degli analfabeti”.

La forza per abbracciare intera-mente la propria vita ci giunge dallaconsapevolezza che essa è comun-que affidata alle mani amorose delPadre. L’amore, ricevuto e donato, èquindi la condizione necessaria checi permette di affrontare tutti gliostacoli, non rimanendo schiacciati,ma superandoli e quindi crescendoin umanità.

Una comunità che ama profonda-mente induce la vera speranza; unacomunità che ha un amore imperfet-to, induce illusioni.

La croce di Cristo diventa quindil’unico fondamento di una speranzache attraversa tutta intera la nostraesistenza, che dà senso ad ognunodei nostri giorni, anche se alle volteimpregnati dal mistero del dolore.

La speranza che ci viene dal Cristonon è però semplice pietà, ma è po-tenza di Dio, che completa la suaopera risuscitando il Figlio dallamorte ed aprendo così anche a noi lastrada per una pienezza di vita nellacasa del Padre.

E’ questo il nucleo centrale dellanostra fede, come ci ripete san Paolo:“Ora invece, liberati dal peccato e fat-ti servi di Dio, voi raccogliete il frutto

20

continua da pag. 19

Mons. Pietro Brollo e Mario Gollino all’assemblea dei cristiani.

Page 21: Boll Ampezzo 59 nat 2009:Boll Ampezzo n.59 nat 2009€¦ · Tra le tante idee teologiche, bibliche, tradizionali o comunemente circolanti sulla figura del sacerdote, a me piace ricordarne

che vi porta alla santificazione e comedestino avete la vita eterna. Perché ilsalario del peccato è la morte; ma ildono di Dio è la vita eterna in CristoGesù nostro Signore. (Rm 6, 22-23).

Ai cristiani di oggi che, delusi,stanno allontanandosi dal messaggiodi Cristo, il Signore desidera, anchein questa Pasqua, farsi compagno diviaggio, come ai discepoli di Em-maus e bonariamente li rimproveraper la poca fede, dicendo: “Sciocchi etardi di cuore nel credere alla paroladei profeti! Non bisognava che il Cri-sto sopportasse queste sofferenze perentrare nella sua gloria?” (Lc 25-26).Ai nostri fratelli disoccupati, ai soffe-renti, agli anziani, ai delusi e agli sfi-duciati, ma anche a tutti i cristiani im-pegnati nel testimoniare con la parolae con le opere la speranza cristiana,auguro di cuore una BUONA PA-SQUA nel Signore Risorto.

Pietro BrolloArcivescovo di Udine

• VISITA FORANIALE. Martedìpomeriggio, verranno ad AmpezzoMons. Giulio Gherbezza, Vicario ge-nerale, Mons. Igino Schiff, Vicarioper la Pastorale e Mons. Sergio DiGiusto, direttore dell’Ufficio Ammi-nistrativo della Diocesi, per comple-tare la visita foraniale. La preparazio-ne ci ha visti impegnati nelle riunionicon i Consigli Pastorali e per gli Af-fari Economici per delineare un qua-dro della situazione pastorale e am-ministrativa delle nostre parrocchie.In questa occasione verranno conse-gnate le relazioni che abbiamo prepa-rato per ogni singola Parrocchia. Ilconfronto che ha accompagnato laredazione del questionario ci ha aiu-tato a mettere in luce diversi aspettidella vita delle nostre comunità checi interpellano, alla luce della Pa-squa, per una rinnovata testimonian-za cristiana. Desidero brevemente ri-cordare gli aspetti a mio avviso piùimportanti. Non sono novità, sonosotto gli occhi di tutti ma quandovengono discussi e messi in luce ri-saltano maggiormente.

• La frequenza domenicale, ap-puntamento pasquale di tutta la co-munità, oscilla tra il 10 e il 15%, an-che se ci sono diversi altri segni diappartenenza alla Chiesa. Ma semanca l’ascolto della Parola e L’Eu-

21

segue a pag. 22

caristia, di che cosa vive il cristiano?Questo è quanto il Signore ci ha da-to per credere e vivere della speran-za della vita eterna e del comanda-mento dell’amore. Se non ci trovia-mo assieme ai fratelli per riceverequesti doni, dove e come possiamoincontrarci alla luce della fede?

• Il progressivo invecchiamento del-le nostre comunità. Non solo l’ana-grafe ci dice questo ma anche la vi-stosa assenza nella vita della comu-nità cristiana di una buona fetta digiovani. Forse è colpa della mia gene-razione e di quella poco più giovaneche non ha saputo vivere e trasmette-re il patrimonio della fede. Rimane unfatto preoccupante che rinvia alle pa-role di Gesù:”Quando il figlio del-l’uomo verrà, troverà la fede sulla ter-ra?” A me sta a cuore:”Troverà la fe-de nella nostra terra?” Dico questosenza dimenticare le parabole del lie-vito e del chicco di senape che ci par-lano della costante misteriosa azionedi Dio a noi nascosta.

• La presenza di tante personebuone, che nel silenzio vivono eoperano il bene e costituiscono lacolonna portante della vita secondoil Vangelo.

• L’amore alla nostra terra che è vi-vo e costituisce lo stimolo per opera-re e ricercare vie per il domani.

• Le caratteristiche uniche dellanostra gente, capace di vivere in mo-do originale tanti valori nel rispettodella personalità, della libertà e del-le caratteristiche di ciascuno. Il no-stro mondo di montagna è un mon-do speciale e io lo amo in modo spe-ciale. Tutte queste cose e molte altresono emerse e, come dicevo, a noi ilcompito di leggerle e vivere alla lu-ce della Pasqua, in modo originale esempre nuovo. Rinnovo a tutti l’au-gurio di Buona pasqua, poiché vivia-mo questo tempo pasquale come unsol giorno.

Mons. Pietro Piller

I Giovins Comedians di Dimpiec

Page 22: Boll Ampezzo 59 nat 2009:Boll Ampezzo n.59 nat 2009€¦ · Tra le tante idee teologiche, bibliche, tradizionali o comunemente circolanti sulla figura del sacerdote, a me piace ricordarne

• Nella sala del teatro dell’asilo,Commedia dei Giovins Comediansdi Dimpec.

Sabato 25 - S. Messa e Rogazionipresso la Cappella del cimitero.

MAGGIO

Venerdì 1 - Inizio del mese di Ma-ria e della recita serale del S. Rosa-rio.

Incontro serale dei giovani conDon Fabio

Domenica 3 - A Udine, Festa deiChierichetti.

Sabato 9 - Ad Udine, AssembleaPastorale Diocesana al Tomadini.

Assemblea Pastorale Diocesana al “Tomadini”.

• E’ un incontro importante. L’arci-vescovo ci scrive:

• “Sarà per me un’assemblea parti-colare, perché chiude il percorso pa-storale triennale che avevo indicatol’11 luglio 2006 sul tema:”Cristianicapaci di dire e trasmettere la fede og-gi” e perché si colloca verso la con-clusione del mio mandato episcopaleal servizio della Chiesa Udinese. Ec-co perché ho scelto di vivere assiemea voi questo momento ecclesiale forteche intende raccogliere in stile sino-dale le istanze maturate nell’articolatocammino della “tradizio fidei”, nelquale ci siamo interrogati su come an-nunciare il Vangelo di Cristo oggi, quiin Friuli, alla luce delle grandi trasfor-mazioni di questi ultimi decenni. Unascelta di fondo ha caratterizzato que-sto triennio: educare le comunità aduna rinnovata coscienza ministerialecon la sperimentazione di nuovi sche-mi pastorali.”

• Riguardo alla nostra realtà fora-niale riporto alcune riflessioni che ri-ferirò nell’assemblea:..”L’impegnodei laici, in prima persona negli am-biti della Catechesi, della Carità del-l’animazione della Liturgia accanto aun cammino di formazione per gliadulti a livello foraniale, soprattuttonei tempi forti dell’anno, sono lerealtà più visibili di un cammino ini-ziato e che dovrà continuare, svilup-pando anche gli altri ambiti della vi-

ta di fede. E’ cresciuta la conoscenzareciproca tra le persone che operanonelle varie parrocchie, e in diverseiniziative ci si aiuta e si interagisce inspirito di comunione. L’impegno piùurgente che sentiamo è rivolto allarealtà giovanile, alle famiglie e almondo del lavoro. La riflessionepiù urgente riguarda i cambiamen-ti culturali ed economici, nel loroimpatto con la storia e le tradizionidelle nostre comunità di montagna.Stiamo vivendo cambiamenti epo-cali che ci impegnano a riformula-re il messaggio cristiano di fede edi speranza coniugando “nova etvetera”. In questo i temi propostiogni anno ci hanno aiutati a riflet-tere e a confrontarci sugli aspettiessenziali della vita cristiana. Suqueste urgenze è sorto anche l’ap-pello, recepito dall’Arcivescovo perun’assemblea dei cristiani per laCarnia. Oggi più che mai c’è biso-gno del messaggio gioioso di fede edi speranza del Vangelo coniugatocon le nuove situazioni della so-cietà e ogni cristiano deve sentirsiprotagonista, secondo lo spirito delConcilio Vaticano II e delle indica-zioni del Sinodo Udinese V. Questele convinzioni maturate dalla no-stra esperienza aggiungendo la sot-tolineatura di una rinnovata propo-sta vocazionale che guarda al futu-ro della nostra Chiesa”…

Mons. Pietro Piller

Domenica 10 - Pranzo con l’As-sociazione anziani.

Venerdì 15 - Raccolta indumentiper la Caritas.

Sabato 16 - Gita-Pellegrinaggio alSantuario della “Madonna della Co-rona” sul Lago di Garda. Partenzaore 6,00 da Ampezzo (Da Sauris eda Forni servizio con mezzi privati)successiva fermata a Socchieve edEnemonzo o altri paesi lungo la Na-zionale. Ore 11,00 S. Messa nelSantuario della Madonna della Co-rona. Pranzo al sacco nei pressi delSantuario. Al ritorno breve visita allago di Garda e a Verona.

Ad Udine, Festa Diocesana deiRagazzi e dei Giovani.

Domenica 17 - Festa della Fami-glia con i bambini dell’asilo.

Domenica 24 - Ascensione del Si-gnore.

Prima Comunione dei bambini diIV elementare. In ogni comunità ilmomento delle prime comunioni deibambini è particolarmente sentito, so-prattutto dai genitori e da quanti han-no accompagnato i bambini a questameta. E’ un momento significativoper noi adulti che ci sentiamo testi-moni e partecipi nel vivere con coe-renza e verità un dono così grande chefa di noi il “Corpo di Cristo”. I bam-bini, come dice il vangelo, vivono conpartecipazione e profondità i misteridi Dio e così con il loro modo di esse-re e di sentire, senza porre domande cidicono:”e voi?”. Noi non li vogliamodeludere e nel nostro animo preghia-mo:”Signore aumenta la nostra fede!”e rendici capaci di testimoniare cheDio è amore e che abbiamo in donouna vita eterna. Piccoli e grandi, te-nendoci per mano camminiamo nellaluce del Signore risorto che si dona anoi nell’Eucaristia.

22

Gita pellegrinaggio al santuario della Madonna della Corona

continua da pag. 21

Page 23: Boll Ampezzo 59 nat 2009:Boll Ampezzo n.59 nat 2009€¦ · Tra le tante idee teologiche, bibliche, tradizionali o comunemente circolanti sulla figura del sacerdote, a me piace ricordarne

ROGAZIONI. “Ogni cosa abbia inte il suo inizio e in te il suo compi-mento”. Questo il senso più profondodelle Rogazioni che sono un atto di fe-de concreto che, nella confidente pre-ghiera, fa cenno di tutte le realtà delcreato e dell’uomo con il suo lavoro ele sue relazioni con gli altri e con Dio.Quest’anno, accanto alle preghiere piùnote (..Dal flagello del terremoto,dal-la malattia, dalla fame e dalla guerraliberaci Signore..) voglio aggiungereuna tra le più significative:”Ut mentesnostras ad coelestia desideria érigas”“Che innalzi le nostre menti ai deside-ri del cielo”, perché di questo abbiamoparticolarmente bisogno.

• A Voltois, Marcia delle Sorgenti.Venerdì 29 - A Udine, Veglia di

Pentecoste dei giovani con l’Arcive-scovo.

Sabato 30 - 10° anniversario dellacasa di riposo “Mons. Nigris”.

Domenica 31 - Pentecoste.Colletta straordinaria della Caritas

Diocesana per le famiglie a rischiopovertà.

• Conclusione dell’anno pastora-le in Forania. Domenica 7 giugno aForni di Sopra alle ore 10.

Come avevamo stabilito dall’ini-zio dell’anno pastorale, celebreremola conclusione dell’anno a Forni diSopra con la partecipazione deglioperatori pastorali della forania e lapresentazione di una breve relazioneda parte dei responsabili dei variambiti pastorali. Si svolgerà nellaSanta Messa delle ore 10,00 nellaparrocchiale di Forni di Sopra. Que-sto momento vuole riproporre il te-ma del “vivere la festa” che ha carat-

terizzato questo ultimo anno nellanostra diocesi. Vuole farci sentire incammino come chiese e parrocchiesorelle che condividono la vita nelSignore risorto e l’annuncio del suoVangelo nella fraternità e nella con-divisione di risorse e povertà. Siamoconsapevoli della difficoltà nel rag-gruppare le varie parrocchie una do-menica mattina; vuol dire, per unavolta, cambiare i soliti programmiper un appuntamento straordinario;una proposta che vale nella misura incui si ritiene valido e positivo un ap-puntamento così. Facciamo un passoalla volta. Ringrazieremo il Signoreper tutti i suoi doni e invocheremo loSpirito Santo perché ci aiuti a viverela comunione nella SS: Trinità.

GIUGNO

Mercoledì 3 - I sacerdoti sono aPiani di Luzza con l’Arcivescovoper l’incontro annuale.

Domenica 7 - Santissima Trinità.A Forni di Sopra, conclusione del-

l’anno pastorale in Forania.Ad Ampezzo, Festa del Pane, con

benedizione del pane.Mercoledì 10 - Pellegrinaggio

Diocesano a Lourdes.Sabato 13 - Festa di S. Antonio da

Padova.Domenica 14 - Solennità del Cor-

pus Domini.• Dopo le elezioni: qualche pen-

siero per coloro che sono chiamati agovernare la società civile. Il numero

23

segue a pag. 24

Prima Comunione

I sacerdoti della forania a Neustift, Novacella

Page 24: Boll Ampezzo 59 nat 2009:Boll Ampezzo n.59 nat 2009€¦ · Tra le tante idee teologiche, bibliche, tradizionali o comunemente circolanti sulla figura del sacerdote, a me piace ricordarne

Sig. Benedetti Michele piazza C. Fachin, 4/333021 Ampezzo (UD)(Sindaco)

Sig.ra Di Centa Lorenavia Concerci, 1 33021 AMPEZZO (UD)(Vice Sindaco)

Sig. Pêtris Carlopiazzale ai Caduti, 433021 AMPEZZO (UD) (Assessore)

Sig. De Luca Valentina via Pascis, 233021 AMPEZZO (UD) (Assessore)

Sig.ra Simonitti Claudio via Nazionale, 12333021 AMPEZZO (UD)(Consigliere di maggioranza)

Sig.ra Adami Aurelio via della Busa, 2633021 AMPEZZO (UD)(Consigliere di maggioranza)

Sig. Petris Renzo Strada Esterna Corso, 9/A 33021AMPEZZO (UD)(Consigliere di maggioranza)

Sig.ra Serafin Serenap.za Zona Libera 1944,2033021 AMPEZZO (UD)(Consigliere di maggioranza)

Sig. Benedetti Eugeniopiazza C. Fachin, 2/833021 AMPEZZO (UD)(Consigliere minoranza)

Sig. Fiorenza Mauropiazzale ai Caduti, 433021 AMPEZZO (UD)(Consigliere minoranza)

Sig.ra Benedetti Erikavia Nazionale, 9733021 AMPEZZO (UD)(Consigliere minoranza)

Sig.ra Peruzzo Annarosavia Brazzoletta, 4333021 AMPEZZO (UD)(Consigliere minoranza)

Sig. Spangaro Gilbertovia G. Ellero, 21/133021 AMPEZZO (UD)(Consigliere minoranza)

AMMINISTRATORI / CONSIGLIERI COMUNE DI AMPEZZO

Mercoledì 17 - A Tolmezzo, in-contro in preparazione dell’assem-blea dei Cristiani.

Domenica 22 - Cronoscalata delMonte Pura, dalla piazza di Ampez-zo al Rifugio T. Piaz, lungo il trac-ciato della mulattiera.

Giovedì 25 - I sacerdoti della Fo-rania sono in Germania.

Venerdì 26 - Conclusione dellascuola materna.

Domenica 28 - Festa dei S.S. Pie-tro e Paolo e pesca di beneficienza.

A Paluzza, secondo incontro del-l’Assemblea dei Cristiani della Car-nia.

LUGLIO

Sabato 11 - A Udine, in cattedra-le, Vespri Solenni per la vigilia deiS.S. Ermacora e Fortunati.

Domenica 12 - Inizio del cam-peggio a Sappada

• È stata pubblicata la lettera en-ciclica “CARITAS IN VERITA-TE” DEL SOMMO PONTEFICEBENEDETTO XVI

Questa enciclica ripercorre la si-tuazione e il pensiero del mondo at-tuale riproponendo una lettura cri-stiana nella scia del magistero dellachiesa. E’ ricca di preziosi e attuali

24

continua da pag. 23

581 del compendio della dottrina so-ciale della chiesa, citando Il conciliovat. II, Giovanni Paolo II, Leone XIII,Paolo VI e San Tommaso,recita:”L’amore deve essere presentee penetrare tutti i rapporti sociali;specialmente coloro che hanno il do-vere di provvedere al bene dei popolialimentino in sé e accendano neglialtri, nei grandi e nei piccoli, la ca-rità, signora e regina di tutte le virtù.La salvezza desiderata dev’essereprincipalmente frutto di una effusio-ne di carità; intendiamo dire quellacarità cristiana che compendia in sétutto il Vangelo e che, pronta semprea sacrificarsi per il prossimo, è il piùsicuro antidoto contro l’orgoglio el’egoismo del secolo. Questo amorepuò essere chiamato “carità sociale”o “carità politica” e deve essere este-so all’intero genere umano. L’amoresociale si trova agli antipodi dell’e-goismo e dell’individualismo: senzaassolutizzare la vita sociale, comeavviene nelle visioni appiattite sulleletture esclusivamente sociologiche,non si può dimenticare che lo svilup-po integrale della persona e la cre-scita sociale si condizionano vicen-devolmente. L’egoismo pertanto è il

più deleterio nemico di una societàordinata; la storia mostra quale de-vastazione dei cuori si produca quan-do l’uomo non è capace di ricono-scere altro valore e altra realtà effet-tiva oltre i beni materiali, la cuiricerca ossessiva soffoca e precludela sua capacità di donarsi. Per ren-dere la società più umana, più degnadella persona, occorre rivalutare l’a-more nella vita sociale, a livello poli-tico, economico, culturale, facendonela norma costante e suprema dell’a-gire”.Il mio augurio è che si riesca arendere visibili nelle nostre realtà pic-cole, a misura d’uomo, questi grandivalori umani e cristiani, affrontandoin un sereno confronto le esigenzemateriali e spirituali di questo nostrotempo, a volte bene espresse nei pro-grammi pubblicati prima delle ele-zioni. Auspico affinché ci si impegnia togliere ogni strascico di rivalità e didivisione guardando al bene comunee all’urgenza di relazionarsi in modocostruttivo anche con chi la pensa inmodo diverso, non solo nel rispettoma anche, come cristiani, nell’amore.Parole grosse e impegnative che avolte non sembrano trovare spazionell’agone politico, ma sono le uni-che evangeliche, cioè di salvezza, peril singolo e la società.

Mons. Pietro

Page 25: Boll Ampezzo 59 nat 2009:Boll Ampezzo n.59 nat 2009€¦ · Tra le tante idee teologiche, bibliche, tradizionali o comunemente circolanti sulla figura del sacerdote, a me piace ricordarne

insegnamenti. Riporto i titoli deivari capitoli e alcuni passaggi signi-ficativi dell’introduzione e delleconclusioni, invitandovi a leggerlacon calma in questo periodo estivo.

Introduzione.1. La carità nella verità, di cui

Gesù Cristo s’è fatto testimone conla sua vita terrena e, soprattutto,con la sua morte e risurrezione, è laprincipale forza propulsiva per ilvero sviluppo di ogni persona e del-l’umanità intera. L’amore – “cari-tas” – è una forza straordinaria, chespinge le persone a impegnarsi concoraggio e generosità nel campodella giustizia e della pace. È unaforza che ha la sua origine in Dio,Amore eterno e Verità assoluta.Ciascuno trova il suo bene aderen-do al progetto che Dio ha su di lui,per realizzarlo in pienezza: in taleprogetto infatti egli trova la sua ve-rità ed è aderendo a tale verità cheegli diventa libero (cfr Gv 8,22).

I Cinque capitoli che trattano i se-guenti temi:

- Il messaggio della PopulorumProgressio di Paolo VI.

- Lo sviluppo umano nel nostrotempo, una accurata lettura della si-tuazione attuale.

- Fraternità, sviluppo economicoe società civile.

- Sviluppo dei popoli, diritti e do-veri, ambiente quali temi di attua-lità.

- La collaborazione della famigliaumana come via da percorrere.

- Conclusioni.Senza Dio l’uomo non sa dove

andare e non riesce nemmeno acomprendere chi egli sia. Di fronteagli enormi problemi dello svilup-po dei popoli che quasi ci spingonoallo sconforto e alla resa, ci viene inaiuto la parola del Signore Gesù Cristoche ci fa consapevoli: “ Senza di menon potete far nulla ” (Gv 15,5) e c’in-coraggia: “ Io sono con voi tutti i gior-ni, fino alla fine del mondo ” (Mt28,20). ..Solo se pensiamo di esserechiamati in quanto singoli e in quantocomunità a far parte della famiglia diDio come suoi figli, saremo anche ca-paci di produrre un nuovo pensiero edi esprimere nuove energie a serviziodi un vero umanesimo integrale. Lamaggiore forza a servizio dello svilup-po è quindi un umanesimo cristiano

bato e domenica 25 e 26 luglio.Giacomo, il Maggiore fu uno deiprimi chiamati a seguire Gesù colfratello Giovanni e divenuto unodei 12 apostoli a dare per primo lavita col martirio. I nostri cristianis’incontreranno nella Messa festivaper onorare il Santo apostolo. A Ol-tris il comitato locale organizza ifesteggiamenti del paese.

• CAMPEGGI A SAPPADA Si èappena concluso il campeggio delleclassi elementari vissuto con gran-de entusiasmo da circa una trentinadi bambini sotto la vigile e solertecustodia di alcune mamme, anima-tori tra cui i nostri dons. Questa set-

25

(157), che ravvivi la carità e si facciaguidare dalla verità, accogliendo l’unae l’altra come dono permanente diDio. La disponibilità verso Dio aprealla disponibilità verso i fratelli e ver-so una vita intesa come compito soli-dale e gioioso….

Lo sviluppo ha bisogno di cristia-ni con le braccia alzate verso Dionel gesto della preghiera, cristianimossi dalla consapevolezza che l’a-more pieno di verità, caritas in veri-tate, da cui procede l’autentico svi-luppo, non è da noi prodotto ma civiene donato….

• FESTA DI S. GIACOMO: Lecomunità di Oltris e di Priuso insie-me a quella di Forni di Sopra, sipreparano a celebrare la festa delloro santo Patrono nei prossimi sa-

Due momenti del campeggio a Sappada.

segue a pag. 26

Page 26: Boll Ampezzo 59 nat 2009:Boll Ampezzo n.59 nat 2009€¦ · Tra le tante idee teologiche, bibliche, tradizionali o comunemente circolanti sulla figura del sacerdote, a me piace ricordarne

timana è il turno dei 20 ragazzi del-le medie – provenienti dai paesidella nostra vallata – di vivere in-sieme i vari momenti formativi incomune di gioco, escursioni, serateattorno al fuoco, fraternità, ecc…

• CENTRO ESTIVO AMPEZ-ZO Inizia da questo lunedì e dureràper tre settimane l’atteso Centroestivo con oltre 60 bambini e ragaz-zi iscritti da Ampezzo, Socchieve eSauris. Questi saranno seguiti nellevarie attività da otto animatori, cheli accompagneranno pure nelle gitesettimanali. La prima sarà proprioalle sorgenti del Piave a Sappada,dopo aver incontrato i ragazzi delsecondo turno del campeggio fora-niale.

• CELEBRAZIONI INAUGU-RALI DEL RESTAURATO SAN-TUARIO. La Parrocchia di Saurisdi Sotto sta ultimando i preparativiper dare solennità e grande decoroal complesso lavoro di restauro del-la sua chiesa-santuario di S. Osval-do, re e martire. In vista della cele-brazione solenne di domenica 2agosto è previsto un ricco program-ma di incontri, presentati nelle lo-candine esposte nei nostri paesi.

Domenica 26 - A Oltris, Festa diS. Giacomo .

Lunedì 27 - Inizio del centro estivo.

AGOSTO

S. Osvaldo • L’inaugurazione della restaurata

chiesa di S. Osvaldo a Sauris diSotto, preceduta dai primi vesprisolenni cantati dal coro liturgicomaschile nell’antica e propria me-lodia, e stata una grande festa, sen-tita e partecipata da tutti. La pre-senza di tre Arcivescovi, di tantepersone, di quanti vi hanno lavora-to, della banda di Maria Luggau,degli scampanotadors di Sauris e diForni di Sopra, del coro Zahre, deisuonatori, di tante autorità e rappre-sentanze, e la collaborazione di tut-te le forze del paese hanno dato aquesto evento il tenore di un avve-

nimento storico per tutta la comu-nità. Un libro, edito par l’occasionee finanziato dal Comune di Sauriscontiene la storia della chiesa, deisuoi tesori artistici e storici e del re-stauro appena effettuato. A cura delcircolo culturale locale c’e stata lariedizione di un libretto edito nel1932 in occasione delle nozze d’o-ro di don Antonio Troiero, la riedi-zione di una breve storia del san-tuario con le preghiere a S. Osvaldoe la stampa dei santini con l’imma-gine di S. Osvaldo dell’altare delParth. S. Osvaldo protegga le nostrecomunità e ci guidi nella vera fede,nella speranza del vangelo e nellacarità di Cristo Signore

Venerdì 7 - S. Messa per i co-scritti del ‘39.

Sabato 15 - Solennità dell’As-sunta (Assunzione della Beata Ver-gine al Cielo).

Domenica 16 - Festa di S. Rocco.Giovedì 20 - Annuncio del nuovo

Vescovo della Diocesi: Andrea Bru-no Mazzuccato.

Sabato 22 - A Voltois, S. Messacoscritti del ‘9.

Nella sala del teatro dell’asilo, re-plica della Commedia dei GiovinsComedians di Dimpec.

Sabato 29 - Presso l’asilo, incon-tro con gli operatori pastorali dellaforania per la programmazione del-l’anno pastorale.

Ad Udine, presso il santuario del-la Beata Vergine delle Grazie, Pel-legrinaggio dei Tre Popoli.

Festa di Clendis.Domenica 30 - Presso l’asilo, se-

conda giornata di incontro con glioperatori pastorali della forania perla programmazione dell’anno pa-storale.

• Programmazione dell’annopastorale. Tra sabato e domenica,con alcuni operatori pastorali trac-ceremo le linee essenziali dei pro-grammi pastorali per le nostre par-rocchie e per la forania. L’apportodi tante persone aiuta ad allargarelo sguardo su tutti gli aspetti dellavita cristiana e dell’annuncio delVangelo tra la nostra gente. Accom-pagnateci con suggerimenti e con lapreghiera.

SETTEMBRE

Sabato 5 - Cena con i collabora-tori della pesca di beneficenza.

Domenica 6 - S. Messa nellaCappella di S. Uberto.

Lunedì 7 - Inizio dei lavori per laritinteggiatura del campanile.

Inizio della scuola materna.Suor Teobalda ci lascia per trasfe-

rirsi a Gemona, ci raggiunge suorCarmelisa, da Paularo.

Grazie a suor Teobalda. A suor Teobalda va il nostro rin-

graziamento per i suoi otto anni diservizio nella comunità di Ampezzo.E’ sempre stata una presenza prezio-sa, nella scuola materna, nelle visiteagli anziani, nella catechesi, nel dia-logo e con la buona parola per tutti esoprattutto, come tutte le suore, nel-la preghiera. Non valutiamo mai ab-bastanza la ricchezza della presenzadelle religiose come segno del Re-gno di Dio in una comunità. Ora,dalla casa madre di Gemona conti-nuerà ad accompagnarci con l’affet-to e con la preghiera. Siamo grati alei e al Signore per il dono che è sta-ta ed è per noi.

continua da pag. 25

26

Suor Teobalda.

Benvenuta suor Carmelisa.A suor Carmelisa, che viene da 12

anni di servizio a Paularo, diamo ca-lorosamente il benvenuto, la acco-gliamo con gioia chiedendo al Signo-

Page 27: Boll Ampezzo 59 nat 2009:Boll Ampezzo n.59 nat 2009€¦ · Tra le tante idee teologiche, bibliche, tradizionali o comunemente circolanti sulla figura del sacerdote, a me piace ricordarne

re che ci conceda di fare un lungotratto di strada assieme, volendoci be-ne e operando secondo il Vangelo peril bene di tutti. Ringraziamo il Signo-re per questo dono.

Martedì 8 - Pellegrinaggio Dioce-sano a Castelmonte.

Domenica 13 - Gara di MTB.Domenica 20 - Pellegrinaggio a

Maria Luggau.

Partenza da Forni di Sopra, dal-la Chiesa di San Giacomo, il gior-no 17 settembre alle ore 7.00; ac-coglienza a Sauris di Sopra alleore 16.00.

- Il 18 settembre partenza daSauris di Sopra, chiesa di San Lo-renzo, alle ore 5.00 con

- accoglienza a Sappada alle ore17.00.

- Sabato 19 settembre partenza

da Cima Sappada, chiesa diSant’Osvaldo, alle ore 3.00 conaccoglienza a Luggau alle ore13.00.

- Per il ritorno da Luggau, do-menica 20 settembre, S. Messa al-le ore 8.00 e partenza alle ore 9.00con accoglienza a Sappada alleore 19.00.

segue a pag. 28

27

Suor Carmelisa e don Fabio. Festa della Madonna del Rosario.

Festa della Madonna del Rosario.

Page 28: Boll Ampezzo 59 nat 2009:Boll Ampezzo n.59 nat 2009€¦ · Tra le tante idee teologiche, bibliche, tradizionali o comunemente circolanti sulla figura del sacerdote, a me piace ricordarne

Pietro Brollo impone le mani a don Fabio

- Lunedì 21 settembre da Sappa-da, Chiesa di Santa Margherita,S.Messa alle ore 7.00 e partenza al-le ore 8.00 con accoglienza a Sau-ris alle ore 18.00.

- Martedì 22 settembre partenzada Sauris di Sopra, chiesa di SanLorenzo, alle ore 8,00.

- Conclusione a Forni di Sopra,con la S. Messa alle ore 18.00.

Sabato 26 - A Lignano, IX con-vegno di Pastorale Giovanile.

Domenica 27 - A Lignano, IXconvegno di Pastorale Giovanile.

OTTOBRE

Venerdì 2 - Incontro con il consi-glio pastorale foraniale.

Sabato 3 - Il Dr. Licio Bellina e lamoglie Despina partono per la Boli-via.

Domenica 4 - Festa della Madon-na del Santo Rosario, recita del S.Rosario e processione della Ma-donna per le via del paese.

• Apertura dell’anno pastoralein Parrocchia

Con la festa della domenica delRosario, iniziamo il cammino del

nuovo anno pastorale nelle nostreparrocchie. Il tema proposto dallanostra diocesi è “Comunità capacidi vivere e trasmettere la fede oggi.Al pozzo di Giacobbe per ascoltar-si”. Prende come icona l’incontrodi Gesù con la samaritana al pozzo,dove in un dialogo di profondaumanità e verità, il Signore si pro-pone come l’acqua che disseta persempre, parla del vero modo diadorare Dio, e fa di quella donnauna testimone del Regno di Dio.Affidiamo alla protezione dellaB.V. del Rosario e a San Danieleprofeta nostri patroni ogni iniziativadi bene.

A Don FabioCome fratello maggiore che ope-

ra in Carnia come sacerdote daquando tu nascevi, sento il compitoe il dovere di dirti qualche parola .Per noi sacerdoti è più che mai va-lido l’unico grande comandamentodel vangelo: vogliamo amare Cri-sto e la nostra gente; guardare adogni persona con lo sguardo del Si-gnore che ha dato la vita per sal-varci. Siamo in una terra di grandeumanità di missione, di libertà e diprofezia. Un po’ alla volta ne faraiesperienza. Ricordati sempre deldono che sei per la Chiesa di Dio.Diceva San Francesco:”Se mi capi-tasse d’incontrare insieme un santoche viene dal cielo ed un sacerdotepoverello, saluterei prima il prete ecorrerei a baciargli le mani. Direiinfatti: Ohi! Aspetta, san Lorenzo,perché le mani di costui toccano ilVerbo di vita e possiedono un pote-re sovrumano”.(Fonti franc. 790)Diceva il santo curato d’Ars:”Ilprete è qualcosa di grande! Perchépuò donare Dio agli uomini e gliuomini a Dio: egli è testimone del-la tenerezza del Padre verso ognu-no e un artigiano di salvezza”. Di-ceva san Luigi Scrosoppi:” Salvarele anime e salvarle con la carità”.Tre grandi insegnamenti per ricor-dare chi sei e qual è il tuo compitonella chiesa. Vivilo esprimendo congenerosità i doni che Dio ti ha datoper la crescita e il bene di tutti. Ildialogo con Dio sia il tuo pane quo-tidiano per vagliare scelte e atteg-giamenti e ricorda anche tu il mot-to del grande padre del deserto S.

28

fontinua da pag. 27

Page 29: Boll Ampezzo 59 nat 2009:Boll Ampezzo n.59 nat 2009€¦ · Tra le tante idee teologiche, bibliche, tradizionali o comunemente circolanti sulla figura del sacerdote, a me piace ricordarne

Antonio abate che fino a 104 annidiceva ogni giorno:”Io oggi rico-mincio!” Benvenuto tra noi fratello.

Mons. Pietro Piller

• In occasione dell’ordinazione edella prima S. Messa di don Fabio,la Parrocchia di Ampezzo (e le par-rocchie della forania che vorrannofarlo), promuoverà una raccolta perun regalo al novello sacerdote. Lascelta e le modalità verranno sritte inuna lettera recapitata in una busta adogni famiglia nei prossimi giorni.

Comunità Cristiane capaci di vi-vere e trasmettere la fede oggi: “Alpozzo di Giacobbe per ascoltarsi”.E’ il tema pastorale di quest’annonella nostra diocesi. Prende comeicona l’incontro di Gesù con la sa-maritana. Ci invita a considerarel’incontro e il dialogo con tutti, spe-cialmente con i lontani, portando inpiena libertà l’acqua viva che è Cri-sto Gesù, capace di dissetare la setepiù profonda e grande dell’uomo,quella di comprendere il senso verodelle vicende della vita.

Preparandoci al “nuovo an no”…dagli incontri di programmazione fo-raniale, tenuti ad Ampezzo, la scorsasettimana sono emerse alcune esigen-ze, vitali per tutte le nostre comunitàparrocchiali della vallata:

• far convergere gli incontri di ca-techesi alla vita liturgica e caritativadelle nostre comunità cristiane.

• favorire la formazione e l’incon-tro tra i vari operatori delle parroc-chie.

• l’ambito principale di azione pa-storale rimane l’annuncio del Vange-lo non solo verso i fanciulli e i ragaz-zi, ma incontrando anzitutto gli adul-ti. Quest’anno un’attenzioneparticolare sarà data ai genitori deipiù piccoli. L’anno pastorale avrà ini-zio in ogni parrocchia domenica 4 ot-tobre, mentre l’incontro foraniale nel-la domenica 11 ottobre alla Pieve diCastoia.

C’è stato poi un dialogo su tutti gliambiti della pastorale, cercando ditracciare un cammino che tenga con-to delle esigenze di questo tempocosì complesso nelle nostre comu-nità. Gli argomenti e le proposte ver-ranno riprese nei singoli consigli pa-storali.

Sabato 10 - Ordinazione sacerdo-tale del diacono Fabio Filiputti.

Domenica 11 - A Carlino, cele-brazione della prima Messa di DonFabio Filiputti.

A Udine, S. Messa di saluto davescovo di mons. Brollo nella cat-tedrale.

A SUA ECC. MONS. PIETRO BROLLO

• In questi ultimi tempi, mi è capi-tato di vederla visibilmente emozio-nato; raramente lasciava trasparireciò che provava nell’animo, anchese chi la conosce lo capiva molto be-ne. E’ veramente un grande passoper lei lasciare la guida della nostraDiocesi. La sua emozione parla an-cor più delle parole che ci ha rivol-to e dice tutto l’affetto e la dedizioneche ha donato alla nostra diocesi e anoi. Io in particolare le sono gratoper aver trovato in lei, fin dagli annidella mia giovinezza un amico e unpadre, una guida nel mio ministerosacerdotale. Ricordo gli anni di se-minario come rettore, gli anni mera-vigliosi assieme con la signora Gio-vanna che considerava me e donMarco come suoi figli, poi come ve-scovo ausiliare nelle difficili sceltedei nuovi tempi e questi ultimi annicome Arcivescovo, carichi di inizia-tive che guardano al futuro nella pa-storale di zona e nel deciso coinvol-gimento dei laici. Ricordo che un

giorno mi ha detto:”a Mons. Battistiè toccato il terremoto, a me tocca ilterremoto dei preti”. Bastavano po-che parole per sentire che cammina-vamo in sintonia, nella vita pastora-le dove abbiamo affrontato diversipassaggi forti, non senza fatica, co-me nei sentieri di montagna o nellepiste innevate. La mia comunità diAmpezzo ha sempre avuto stima eaffetto verso di lei e ha avvertito diessere ricambiata. Oggi siamo a dir-le il nostro grazie per il suo ministe-ro come Vescovo, a manifestarle an-cora una volta la nostra vicinanza ea confidarle una speranza: quella divederla spesso tra noi, ora che avràsede a casa sua a Tolmezzo, magaricon meno ufficialità e rinnovata fa-miliarità, per aiutarci a camminaresecondo i disegni del Signore in que-sta nostra terra di Carnia. Chissàche non si ripresenti anche l’occa-sione di vederla un po’ stizzita peraver perso una partita a carte conun novellino, come ai vecchi tempi.Sto scherzando, ma solo per dire chedesideriamo averla vicino nell’im-pegno e nella serena libertà dell’a-micizia. Queste poche parole, comesempre, aprono solo una finestra sututto quello che vorremmo dirle perribadire la nostra gratitudine e lanostra amicizia nel Signore.

Mons. Pietro Piller

29

Mons. Pietro Brollo e Mons. Andrea Bruno Mazzoccato

segue a pag. 30

Page 30: Boll Ampezzo 59 nat 2009:Boll Ampezzo n.59 nat 2009€¦ · Tra le tante idee teologiche, bibliche, tradizionali o comunemente circolanti sulla figura del sacerdote, a me piace ricordarne

Domenica 18 - Ad Ampezzo, ce-lebrazione della prima Messa di DonFabio Filiputti con la presenza deisacerdoti della forania.

A SUA ECC. MONS. ANDREA

BRUNO MAZZOCATO

Il 20 agosto, in un caldo torrido,nel palazzo patriarcale di Udine è sta-ta letta la nuova nomina di Mons. An-drea Bru no Maz zo cato quale nuovoarcivescovo di Udine. In quella occa-sione lei ha mandato un breve mes-saggio nel quale già esprimeva il suoamore per la nostra chiesa, non an-cora conosciuta ma da subito amata.Noi pure, ci prepariamo ad acco-glierla con riconoscenza, gratitudinee amore, come insegna il Signore.Cammineremo assieme, guardandoa lei come al successore degli apo-stoli che la Provvidenza ci ha dona-to e come alla guida e al compagnodi viaggio in questo nostro tempo.Ricordo l’immagine dei discepoli diEmmaus che camminavano per viacommentando quanto era accaduto,la loro recente esperienza, e ascol-tando la spiegazione alla luce dellescritture, per giungere poi, nel gestodello spezzare il pane a riconoscerepienamente la presenza viva del Si-gnore Risorto. Vescovo e fedeli sonocome quei discepoli in cammino,perennemente alla ricerca e conti-nuamente illuminati dalla parola diDio e dalla Grazia dei sacramenti ingrande fraternità. Con questo stilecammineremo assieme in questi an-ni della nostra storia e auguriamoogni bene nell’attesa di incontrarlapersonalmente.

• INIZIO DELL’ANNO PASTO-RALE IN FORANIA PRIMA S.MESSA DI DON FABIO. Domeni-ca 18 ottobre, in occasione della pri-ma S. Messa di don Fabio ad Am-pezzo, con la presenza dei sacerdotidella forania e degli operatori pasto-rali, daremo inizio al nuovo anno pa-storale in forania. E’ significativoiniziare con la presenza di un novel-lo sacerdote che viene ad affiancarcinell’annuncio del Vangelo e nellacelebrazione dei Sacramenti. E’ co-me iniziare un cammino con una rin-novata giovinezza. E’ toccare conmano che i doni e le novità che il Si-gnore ci dona sono sempre di unasorprendente ricchezza. E’ guardarecon rinnovata fiducia all’azione diDio che opera al di là delle nostre at-tese. Nell’anno che ha trascorso connoi e nella sua ordinazione diacona-le abbiamo avuto modo di conosce-re e apprezzare le primizie del suodono alla Chiesa e alla nostra chiesalocale in particolare. Oggi, noi tuttici affianchiamo a lui per camminareinsieme sulle strade della nostra ter-ra, in questo momento storico con lesue gioie e le sue preoccupazioni,per portare la buona notizia di sal-vezza del vangelo. Lo stile di questocammino lo indica a noi tutti il Si-gnore stesso nel Vangelo di oggi:“Chi vuole diventare grande tra voisarà vostro servitore, e chi vuole es-sere il primo tra voi sarà schiavo ditutti. Anche il Figlio dell’uomo infat-ti non è venuto per farsi servire, maper servire e dare la propria vita inriscatto per molti”. Questo con lagioia che solo l’amore sa dare. Que-sto vale per ogni cristiano, impegna-to in qualsiasi campo della nostrasocietà. Alla luce di questo insegna-mento io ringrazio tutti coloro che sirendono disponibili per la vita dellenostre comunità nella catechesi, nel-la carità, nella pastorale giovanile,nelle famiglie e in tutti gli altri am-biti di testimonianza cristiana. A donFabio dico: Vivi con amore il tuomandato, parlaci del Signore Gesùcon la freschezza, l’allegria e l’entu-siasmo della tua giovinezza, consi-dera in ciascuno di noi un tuo fratel-lo e una tua sorella. Ricordati di que-sto soprattutto quando verranno imomenti difficili. La vita non li ri-sparmia a nessuno e tanto meno achi vuole seguire il Signore Gesù.

Ama la nostra gente, la nostra terra ela nostra chiesa con lo sguardo rivol-to al futuro e alla dimensione uni-versale del tuo dono. Avremo mododi dirti tante altre cose, ma in questomomento rinnovo solo un grazie aDio e a te per la tua presenza in mez-zo a noi.

Don Pietro

A Udine in Duomo, S. messa diingresso del nuovo vescovo della no-stra diocesi, mons. Andrea BrunoMazzuccato.

Domenica 24 - Pellegrinaggio-gitaal santuario di Montegrisa e Pirano.

Lunedì 26 - Incontro con i cate-chisti della forania.

Martedì 27 - Incontro con gli ani-matori della pastorale giovanile.

Sabato 31 - “Fiesta dalis Muars”nelle contrade del paese.

NOVEMBRE

Domenica 1 - Solennità di Tutti iSanti. La Vigilia dei Santi è un gior-no importante per noi cristiani. Nel-la luce della Pasqua noi ricordiamotutti coloro che ci hanno preceduto evivono nella luce del Signore risor-to. Facciamo memoria di tutti i cam-pioni del Vangelo, che con la propriavita ci hanno insegnato come si vivequando Cristo vive in noi e ci ricor-dano la meta della nostra vita, ci aiu-tano a contemplare il cielo. La chie-sa ricorda quelle persone che ricono-sce come coloro che in modospeciale hanno vissuto in comunionecon il Signore facendoci vedere co-me si vive la vita nuova nell’amoredel Cristo risorto.

Tra questi, come ci ricorda la litur-gia, ci sono anche quelli che ci hadato come fratelli sorelle, genitori,amici e compagni di viaggio. Si vaad abbellire le tombe, i luoghi doveli abbiamo riconsegnati alla terra inattesa della risurrezione quando ilSignore tornerà. E’ un giorno di ri-cordi e di nostalgia, di racconti e disintonia dell’animo nel continuo ri-pensare alle nostre radici umane e difede. I legami del sangue, gli affetti,la speranza e la fede animano undialogo di una preghiera fatta di for-mule e di silenzio carico di ricordi edi attesa.

Ci si trova al cimitero, in chiesa ein casa per ricordare da soli, con la

30

fontinua da pag. 29

Page 31: Boll Ampezzo 59 nat 2009:Boll Ampezzo n.59 nat 2009€¦ · Tra le tante idee teologiche, bibliche, tradizionali o comunemente circolanti sulla figura del sacerdote, a me piace ricordarne

comunità o con la famiglia quantoabbiamo di più intimo e caro e perriconsegnarlo al Signore perché por-ti a termine la sua promessa di vita edi bene per tutti.

La preghiera comporta un con-fronto con la morte. Pregando nonfacciamo nulla, non “produciamo”,ci vediamo sterili e inefficaci. Maquesto è lo spazio e il tempo che noipredisponiamo affinchè il Signorefaccia qualcosa di noi e ci riveli chisiamo, dove andiamo e che cosa va-le veramente nell’immenso donodella vita nostra e dei nostri cari.

I colori dell’autunno ci ricordanole parole del salmo: “ ricordati Si-gnore che l’uomo è come l’erba, co-me il fiore del campo,al mattino ger-moglia e fiorisce alla sera è falciatae dissecca”. I lumini che accendia-mo ci ricordano la luce del cero pa-squale che annuncia una vita vera enuova. Gli anziani prendono per ma-no i bambini e raccontano loro lapersonale immensa parabola dellavita con i suoi affetti del sangue edell’anima.

Tutto questo richiede determinatecondizioni di pace, di silenzio, dicalma, di gesti che con lunga tradi-zione accompagnano la nostra rifles-sione come il suono delle campane,i canti, la recita corale delle preghie-re nella luce soffusa del cimitero odella chiesa o nell’intimità della ca-sa, la visita alle tombe. Ne siamo an-cora capaci? Sappiamo ancora co-gliere il mistero tremendo e meravi-glioso della vita che continua oltre lamorte in ciò che ci è più caro? Nesiamo davvero capaci?

Che senso ha offuscare tutto que-sto con una chiassosa festa paganadove più che comprendere e viverecon speranza il mistero della vita edella morte preferiamo irriderlo edesorcizzarlo con un carnevale fuoritempo fatto di banchetti e di merca-to? Sapete già a che cosa alludo so-prattutto per la mia comunità dovequesta manifestazione alternativa èdiventata un momento importante.Non continuiamo forse a illudere e afuorviare dalla verità i nostri bambi-ni e ragazzi donando a loro una me-moria storica basata su qualcosa difittizio e vagamente mitologico sen-za dare ciò che crea solidità di spe-ranza nell’anima e senza valorizzarea dovere il patrimonio della nostra

31

Momenti della scuola di ricamo con l’Università della terza Età.

U.T.E

fede? Sono questi alcuni pensieri einterrogativi che si pone il vostroparroco e li confida a voi con affettoe sincerità.

Mons. Pietro

Presso la Chiesa del cimitero,omelia e processione con la benedi-zione delle tombe.

Lunedì 2 - Solennità di Tutti i fe-deli defunti.

Presso la Chiesa del cimitero, S.Messa.

Martedì 3 - Presso la sala dell’a-silo, primo incontro foraniale per lefamiglie con don Giuseppe Faccinsul tema “essere coppia di oggi” .

Domenica 8 - S. Messa e visita aicaduti di tutte le guerre.

Presso la scuola materna, casta-gnata.

Martedì 10 - Presso la sala dell’a-silo, secondo incontro foraniale perle famiglie con don Giuseppe Faccinsul tema “la competizione in fami-glia”.

Page 32: Boll Ampezzo 59 nat 2009:Boll Ampezzo n.59 nat 2009€¦ · Tra le tante idee teologiche, bibliche, tradizionali o comunemente circolanti sulla figura del sacerdote, a me piace ricordarne

32

GIUSTO DUE ANNI FA

Giusto due anni fa, nel dicembre del 2007, il Bollet-tino Parrocchiale dava notizia che i Dimpecins aUdin, d’intesa con le principali Istituzioni di Ampez-zo e con la partecipazione attiva della sua popolazio-ne, avevano ripreso una loro importante iniziativa dicarattere culturale riguardante il nostro paese, promo-vendo un lavoro di studio e di ricerca ad ampio spet-tro sulle principali vicende e sugli eventi che hannocaratterizzato il ‘900 ampezzano.

Si intendeva infatti completare quell’indagine stori-ca condotta a livello scientifico, che nel 1994 avevaportato alla pubblicazione del volume “AmpezzoTempi e Testimonianze”, un’opera di oltre 370 pagine,dedicata al ricordo di Sara Spangaro, figlia di Lorettae di Giovanni Spangaro scomparsa nel 1988 a soli 23anni d’età, in cui sono trattati i fatti ed i problemi del-la storia di Ampezzo dall’alto medioevo fino agli ini-zi dell’età contemporanea, attraverso l’illustrazionedei principali aspetti geografici, toponomastici, lin-guistici, demografici, sociali, civili, politici ed eccle-siastici, senza tralasciare le strutture amministrative,l’economia e l’arte.

Il nuovo studio, che è stato ora portato a compimen-to, si sofferma invece in misura più doverosamente ap-profondita sul secolo appena trascorso, quello che perragioni di contiguità suscita maggiore interesse nellagente, perché ricco di rimandi a più intense memoriepersonali e familiari.

I risultati della ricerca svolta sono contenuti nellamonografia appena pubblicata, anch’essa dedicata aSara Spangaro, che reca il titolo “Ampezzo nel Nove-cento”. In oltre 480 pagine vi si raccolgono i contenu-ti delle documentate indagini che un gruppo di 17 stu-diosi dell’Università friulana, guidati da Docenti dicinque distinte Facoltà coordinati dal professor Gio-vanni Frau, ha condotto sugli elementi più rilevanticonnessi con l’ambiente, la storia, l’economia, il co-stume di Ampezzo nel XX secolo, e la mutazioni chesono succedute nel corso di quel periodo.

Le tematiche sono affrontate sotto cinque rubriche oambiti distinti ma integrati tra loro: storico, sociale,economico, ambientale, culturale, e forniscono nel-l’insieme una visione della comunità ampezzana del-l’ultimo secolo, che non riguarda però solo gli eventitrascorsi, ma si apre ad alcune prospettive future in te-

ma di dinamica demografica e di ripresa economica.Ogni tema trattato è seguito da specifica bibliogra-

fia, con riassunto, sommario in lingua inglese, struc infriulano corrente ed in versione “dimpecina”, indicedei nomi citati nel testo: strumenti tutti volti a confe-rire all’argomento visibilità ampia e possibilità di ac-cesso generalizzato.

L’apparato illustrativo di accompagnamento è riccodi oltre 260 immagini, che provengono da fonti localiper lo più inedite, raccolte da Laura Bearzi, ma si av-vale anche del contributo di artisti contemporanei del-la fotografia, quali Ulderica Da Pozzo, Romano Mar-tinis, Giuseppe Burba.

L’attività di ricerca si è protratta per tutto il 2008,durante la quale l’intero paese e la sua popolazione sisono trovati particolarmente coinvolti, quale sorgenteprivilegiata per la raccolta di documenti e di testimo-nianze, fondamentali per l’impianto dell’opera e lasua buona riuscita. Trovano perciò puntuale riferimen-to i principali informatori, che hanno posto le loro co-noscenze a disposizione dei ricercatori.

Il Comitato dei professori ha poi svolto un’accurataattività di revisione dei singoli contributi, per armo-nizzarli all’interno di una unità redazionale omogeneae per garantire la validità scientifica che si voluto con-ferire all’opera.

Ed è risultata un’opera che possiede tutte le caratte-ristiche per suscitare l’interesse del pubblico più va-sto, non circoscritto a quello locale.

La varietà, la molteplicità spesso drammatica dieventi, di vicende, di mutazioni, e non solo, che han-no investito Ampezzo, fanno riconoscere infatti che lasua storia può essere assunta ad emblema della societàdel ‘900 carnico e, per determinati aspetti, più in ge-nerale di quella alpina.

Eros Martina

* * *

La comparsa della monografia ha già trovato riscon-tro sulla stampa locale, che ha espresso su di essa pie-no apprezzamento e presentato un ampio repertoriodei contenuti della ricerca. Non si è mancato di sotto-lineare come Ampezzo risulti in tal modo dotato diuno strumento di conoscenza documentato e comple-to, che non trova praticamente confronto in nessun’al-tra realizzazione, operata da comunità di livello anchesuperiore.

La nuova pubblicazione avrà la sua naturale presen-tazione ufficiale in una manifestazione che si terràprossimamente qui da noi.

Ha avuto però una sua anticipazione ad Udine, nellaserata del 27 novembre scorso, presso la sala dellaFondazione CRUP, con la partecipazione di una nutri-ta rappresentanza di Dimpecins.

È giunta a conclusione la ricercapromossa dai Dimpecins a Udinper la salvaguardia della particola-re identità del nostro paese e peruna sua più diffusa conoscenza

Ampezzo nel Novecento

Page 33: Boll Ampezzo 59 nat 2009:Boll Ampezzo n.59 nat 2009€¦ · Tra le tante idee teologiche, bibliche, tradizionali o comunemente circolanti sulla figura del sacerdote, a me piace ricordarne

33

Davanti ad un pubblico numeroso, tanto da richiede-re l’interdizione di ogni ulteriore accesso, il presiden-te dell’Associazione Eros Martina ha introdotto ricor-dando l’istituzione del gruppo dei Dimpecins a Udin,avvenuta ormai 25 anni fa, e le principali iniziativeche sono state portate a compimento nel segno delpaese d’origine. Ha espresso quindi il ringraziamentopiù sentito dei Dimpecins a tutti i soggetti coinvoltiper qualsiasi titolo in quest’ultima realizzazione, a ri-cercatori, istituti finanziatori privati e pubblici, e aquella porzione di ambiente accademico dell’Univer-sità udinese, che validamente ha contribuito per la riu-scita dell’opera, in particolare al prof. Frau.

Sono seguiti gli interventi del Sindaco di Udineprof. Honsel, del Sindaco di Ampezzo Benedetti, del-la prof.ssa Compagno Rettore Magnifico dell’Ateneodi Udine, del dott. D’Agostini presidente della Fonda-zione CRUP, e di mons. Brollo, Arcivescovo emeritodi Udine e già parroco ad Ampezzo.

Il professor Fulvio Salimbeni, del Dipartimento diScienze Storiche e Documentali dell’Università, inuna esposizione magistrale ha quindi illustrato i con-tenuti salienti della monografia.

Qualche curiosità dietro le quinte della monografia

Gjal o Gjalina?

Un lavoro compiuto da più mani, e ben 17 sono gliautori di “Ampezzo nel Novecento”, richiede sempreun oscuro ma prezioso intervento redazionale “dietrole quinte”, vuoi per conferire ai singoli contributi ilcarattere omogeneo che l’opera richiede, vuoi peroperare quelle scelte d’insieme, che travalicano lecompetenze individuali e danno impronta all’operanel suo complesso.

Alcune delle situazioni particolari, che si sono pre-sentate nel corso della composizione, hanno non solosapore di aneddoto, ma riflettono anche momenti d’in-certezza, superati in modo qualche volta sofferto.

• L’aspetto esteriore da dare al volume, ad esempio.Si voleva che richiamasse quello precedente, per

sottolineare la continuità di una ricerca, che si era ve-nuta strutturando in due parti tra loro inscindibili. Alcontempo, si desiderava evidenziare che il non irrile-vante intervallo di tempo trascorso tra le due uscitenon era passato invano, ed aveva introdotto mutazionisignificative di stile e di gusto. La soluzione graficaideata da Ferruccio Montanari accoglie le novità deltempo attuale, mantenendole all’interno di un recupe-rato gioco dei simboli posti sulla copertina di “Am-pezzo Tempi e Testimonianze”, quel Gjal e quellaGjalina di Dimpeç che compaiono scolpiti sulla pietraall’angolo dell’antica loggia di Plaça.

Il volume, ed i suoi capitoli, dovevano però essereaperti dal Gjal oppure da la Gjalina? La scelta im-prontata al maschilismo appariva scontata, ma la deci-sione ha invece privilegiato la gallina, e il gallo a chiu-dere, come doveroso riconoscimento del ruolo prima-rio rivestito dalla donna nel Novecento ampezzano.

• Altolà: si ha da dire “ampezzano” o “ampezzino”?“Ampezzano” non è scorretto, ha osservato il profes-sor Frau, nota autorità in campo glottologico. “Am-pezzani” sono però principalmente quelli di Cortinad’Ampezzo, mentre noi dovremmo essere “Ampezzi-ni”, denominazione più appropriata in quanto derivatadirettamente dal nostro Dimpecins.

Sul punto è mancato il coraggio all’innovazione ecosì, nonostante si andasse diffondendo il contagio disimpatia per il termine “ampezzino”, è stato conser-vato il più tradizionale e diffuso “ampezzano”, che siritrova dunque nelle pagine del volume in forma ge-neralizzata, tranne che nel saggio di linguistica, per ri-spetto alle indicazioni stabilite dal suo autore.

• Conservativa, ancorché contraria alle regole tipo-grafiche sostenute dall’Editore, è stata anche la deci-sione assunta riguardo al verso di scrittura del titolosul dorso del nuovo volume, per non marcare diffe-renze troppo vistose con il libro precedente, se en-trambi trovassero collocazione accostata sul ripiano diuna libreria.

• Quanti sono i poveri morti, caduti nel corso dei duetrascorsi conflitti mondiali? Domanda non retorica,perché è stata rilevata discrepanza tra il numero rica-

Page 34: Boll Ampezzo 59 nat 2009:Boll Ampezzo n.59 nat 2009€¦ · Tra le tante idee teologiche, bibliche, tradizionali o comunemente circolanti sulla figura del sacerdote, a me piace ricordarne

34

vato dal Ricercatore tra i documenti cartacei d’ufficio,e quello risultante dalla conta dei nomi riportati sui la-ti che prospettano dal nostro Monument. Il lettoremantiene libertà di risposta al quesito, ma si segnalache l’autore della ricerca si è lasciato persuadere dal-le ragioni del documento più solido!

• Tutto bene, per il resto? Non proprio tutto, pur-troppo.

Pesa un elemento, uscito di controllo nell’andirivie-ni delle bozze verso e dalla stamperia.

Era stato chiesta, e prontamente ottenuta dall’auto-re, una nota integrativa al testo originale in tema diistruzione primaria, che facesse memoria di qualcuna,almeno, delle tante figure di rilievo tra gli educatori,che hanno segnato il ‘900 di Ampezzo: la maestraGemma Petris principalmente, medaglia d’oro dellaPubblica Istruzione, anima e motore grande in corpominuto d’ogni attività di carattere sociale che si at-tuasse in paese; le maestre Maria Venier e Anna Co-lombo, poi i maestri Pietro De Luca, e Mario Bullian,entrambi Sindaci di Ampezzo, l’ultimo anche autoredi godibili testi in madrelingua dimpecina; il maestroMario Candotti, combattente per la libertà, ispettoredidattico in quel di Pordenone; tra i viventi, il maestroElio Toller, studioso appassionato e competente dellecose di Ampezzo, secondo la migliore tradizione di fa-miglia aperta da mons. Mario.

L’ aggiunta c’era, ma è andata malauguratamenteperduta. Spiace molto.

E.M.

Foto d’epoca

Ampezzo raccolto intorno al suo Duomo (foto di Romano Martinis)

In alto da sinistra: Arturo Felisatti, Andrea Petris, Mario

Martinis, Carlo Martinis, Italo Petris, Battista Petris, Gio-

vanni Petris davanti alla fontana di Ampezzo

Page 35: Boll Ampezzo 59 nat 2009:Boll Ampezzo n.59 nat 2009€¦ · Tra le tante idee teologiche, bibliche, tradizionali o comunemente circolanti sulla figura del sacerdote, a me piace ricordarne

35

E’ questo uno dei compiti più im-portanti affidati dal Signore Gesùalla sua Chiesa, perché ogni gene-razione umana e ogni persona sap-pia dar senso e speranza alla sua vi-ta e lode al suo Creatore e Padre.

Questa “Bella Notizia”- che Diorimane sempre al nostro fianco, fe-dele al suo disegno di amore per noidonandoci il suo Figlio Gesù e gra-zie a Lui una comunità di fratelli – èla forza e la gioia del nostro impe-gno di testimoniare la fede e di farlacrescere nell’animo dei più piccolicome dei grandi. Quest’opera cosìgrande e delicata è affidata a noi ca-techisti nell’iniziare alla vita cristia-na le nuove generazioni, ma richiedelungo il cammino il coinvolgimentoe l’intesa educativa con voi genitoriper sostenere la “crescita buona”deivostri figli dando loro esempi e rife-rimenti positivi che li aiutino a cre-scere nella fede. La famiglia, ognifamiglia, è invitata e incoraggiata asentirsi partecipi della propria co-munità, crescendo in quella rete direlazioni e di proposte costruttiveche vengono fatte in parrocchia.Sentiamo ora da alcuni di loro conche spirito hanno ripreso gli incontricoi bambini e ragazzi.

Coi bambini delle elementari

Il nuovo anno catechistico è ini-ziato con una bella celebrazione inchiesa a cui erano presenti tutti ibambini e diversi genitori .

Abbiamo pregato insieme perchéin questo nuovo anno il Signore ciaiuti a camminare nell’ascolto dellasua Parola, quindi i fanciulli hannoposto un segno di voler crescerenella confidenza con Gesù, attac-cando il proprio nome ai grandi pe-tali di un fiore che rappresentavaproprio l’abbraccio accogliente cheGesù riserva soprattutto ai piccoli.

Col maestro Emiliano abbiamoimparato alcuni canti per la Messadella domenica 4 ottobre, aperturaufficiale dell’anno catechistico, se-

guita nel pomeriggio dalla proces-sione con la statua della Madonnarecitando insieme il Rosario.

I bambini sono venuti numerosisia alla Messa che alla processione,accompagnati dai loro genitori. Do-po la recita del Rosario l’omelia didon Pietro ha attirato l’attenzionedei bambini (e i complimenti deigenitori) perché li ha attivamentecoinvolti nella spiegazione dei sim-boli portati dai quattro angeli checircondavano la statua della Ma-

donna. Al termine della processioneil momento toccante è stato quandotutti i mazzetti di fiori portati daibambini si sono levati in aria per ri-cevere la benedizione.

Ai bambini avevamo spiegato chei fiori benedetti, come l’olivo, se-condo un’antica tradizione dei no-stri paesi, venivano bruciati nel fuo-co nei momenti di forti temporali ecosì li hanno portati a casa per que-sto uso.

Catechesi: “Far risuonarea tutti la bella notizia”

segue a pag. 36

Page 36: Boll Ampezzo 59 nat 2009:Boll Ampezzo n.59 nat 2009€¦ · Tra le tante idee teologiche, bibliche, tradizionali o comunemente circolanti sulla figura del sacerdote, a me piace ricordarne

Gli incontri del catechismo sonoiniziati con qualche difficoltà discelta della giornata e dell’orario amotivo del “tempo pieno” nellascuola (tranne il venerdì) e quindidel poco tempo disponibile daibambini.

Sulla frequenza agli incontri ab-biamo costatato, in particolare neipiù piccoli, diverse assenze deibambini che speriamo possanorientrare.

La comune attenzione alla lorocrescita è tenuta viva dalla fiduciain Dio.

Catechista delle elementari

Coi ragazzi delle medie

Si sa che che quando si lavora coni ragazzi, le prime doti a cui biso-gna ricorrere sono la gioia e la pa-zienza. A questo abbiamo pensato,quando, alla fine di agosto, ci sia-mo ritrovati tra catechisti, per pro-grammare il nuovo anno. Dopoqualche valutazione e considerazio-ne abbiamo deciso che l’esperienzainiziata con i ragazzi delle medie(alternare gli incontri un mese adAmpezzo e uno a Socchieve, parte-cipare alle attività con i gruppi dio-cesani, …) era positiva e quindi va-leva riproporla. Ecco, che i primi di

ottobre, con la festa della B.V. delRosario, si dà inizio ufficialmenteal nuovo anno di catechismo e ci siritrova a Socchieve, il venerdì, per ilprimo incontro. Sorprendente è statala partecipazione, che subito ha vistolievitare il numero dei ragazzi fino araggiungere quasi la trentina. E’ sta-to necessario, quindi, suddividere ilgruppo: la prima e seconda mediasarebbero state seguite da tre catechi-sti, mentre la terza media e la primasuperiore da don Fabio (consacratonel frattempo sacerdote) e un cate-chista a rotazione.

Il programma, per fortuna, ci èstato offerto anche quest’anno dalladiocesi, con un titolo accattivante:“SQUADRA K ALL’AVVENTU-RA!!!”

Tutto positivo? Tutto bello? Tuttofacile? Non proprio!

Come si sa la fascia d’età dellemedie non è semplice, la pazienzabisogna proprio esercitarla … Avolte i ragazzi pensano di essere“troppo grandi”, di “ sapere già tut-to”, di “ avere già “ le risposte giu-ste”, ma poi ragionandoci, si accor-gono che non è proprio così.

E poi le famiglie: nonostante i ri-petuti richiami di don Pietro perchéi ragazzi vengano accompagnati an-che nel cammino di fede, non sem-pre si ha l’impressione che ciò av-venga.

Confidiamo comunque che que-sto momento positivo possa conti-

nuare; i ragazzi possano capire nonsolo la bellezza dello stare assieme,ma dello stare insieme nel nome diGesù. E che la loro gioia e il loroentusiasmo diventino per tutti sti-molo per migliorare il loro futuro.catechiste delle medie

A metà ottobre si è ripreso pure ilcammino di preparazione alla Cresi-ma con i ragazzi di 2° superiore:quattro di Ampezzo e uno da Sauris.

La loro presenza finora è stata co-stante e bendisposta. Quando li ve-do arrivare anche da Voltois o daOltris a piedi, mi rincuora perchèpercepisco in loro un desiderio diseguire un cammino di crescita cri-stiana pur tra le difficoltà e dubbidell’età, ma con l’animo trepidantenel prepararsi ad un sacramento co-sì importante come la Cresima chericeveranno a fine giugno. Spero dicuore che i nostri incontri, che tal-volta faranno tappa in luoghi diver-si con i cresimandi di altri gruppi,nell’ascolto di testimonianze signi-ficative per loro,… diventino unatappa importante della loro crescitache li aiuti a maturare umanamentee a sentire la bellezza e la forza delvivere da cristiani nella ricerca diColui che ci ama tanto . La vostracomunità desidera esservi vicino edincoraggiarvi su questa strada. Bra-vi ragazzi, Forza.

La catechista

36

continua da pag. 35

Page 37: Boll Ampezzo 59 nat 2009:Boll Ampezzo n.59 nat 2009€¦ · Tra le tante idee teologiche, bibliche, tradizionali o comunemente circolanti sulla figura del sacerdote, a me piace ricordarne

37

Tutti conoscete la nostra scuolamaterna. È un’istituzione da parec-chi anni e sicuramente un punto diriferimento per la gente di Ampezzo.Gli anni scorsi sono state le educa-trici a scrivere un articolo sull’asilodel nostro Paese. Quest’anno si èpensato di lasciare la parola ad ungenitore, così mi sono offerta di par-lare della mia esperienza con l’asilo.

Mi chiamo Laura, sono mamma didue bimbi che frequentano la scuolamaterna. Non sono originaria diAmpezzo e quando è arrivato il mo-mento per il mio figlio maggiore diandare all’asilo, è stato un primo in-contro anche per me. Insieme al miobimbo, quindi, è incominciato ilviaggio alla scoperta della scuolamaterna, anche se da due punti di vi-sta ovviamente diversi.

Come genitore desideravo per imiei figli un ambiente sereno in cuipotessero crescere sia dal punto divista educativo che umano. Il nostroasilo si è rivelato capace di offriretutto questo, dando ai bimbi l’oppor-tunità di diventare sempre più auto-nomi, di prendere maggiore coscien-za di sé, di imparare cose nuove, diprendere confidenza con la musica econ la religione.

La cosa che mi ha colpito di più, èil numero di occasioni in cui si cercadi creare una relazione tra genitori efigli e tra le varie famiglie dei bimbifrequentanti. Non solo le recite, maanche la castagnata, la festa della fa-

miglia, la grigliata di fine anno, ilcarnevale. Tutte occasioni che per-mettono di entrare direttamente nelmondo in cui i nostri figli vivono perparecchio tempo nell’arco di un an-no e renderci, così,ancora più vicinia loro.

Ogni anno le educatrici propongo-no un percorso di apprendimento di-verso, legato ad un tema principale,che porta i bambini ad esplorare po-sti nuovi,come la loro fantasia, e aconoscere il mondo che li circondaanche attraverso esperienze dirette,che aumentano il piacere della sco-perta.

Un punto a sfavore, se così lo pos-

siamo definire, è la “giovane” etàdelle suore che vi operano. Sicura-mente ricche di esperienza e compe-tenze, ma credo altrettanto sfinitedopo una giornata con venti bambinia cui bisogna tenere testa.

Per concludere, voglio sperare cheanche per il futuro questa scuolamaterna continui ad essere un rife-rimento per la gente di Ampezzo,viste le prospettive non proprio ro-see che attendono le scuole dei no-stri piccoli centri. Mi auguro che lascuola materna parrocchiale possacontinuare ancora per molto tempoa forgiare le basi dei futuri ampez-zani.

SCUOLA MATERNA

Nel cortile della scuola materna

Durante una gita

Page 38: Boll Ampezzo 59 nat 2009:Boll Ampezzo n.59 nat 2009€¦ · Tra le tante idee teologiche, bibliche, tradizionali o comunemente circolanti sulla figura del sacerdote, a me piace ricordarne

Associazione tra gli Anziani e il Volontariato

Anche nel 2009 l’Associazione Anziani ha cercato dioffrire ai suoi soci e alla cittadinanza momenti di sva-go e di collaborazione con l’Amministrazione Comu-nale e con gli altri Sodalizi operanti sul territorio.

Come ormai di consuetudine, alcuni soci hanno ga-rantito durante l’anno scolastico 2008-2009 il serviziodi accompagnamento scuolabus per gli alunni dellascuola materna e primaria. La crostolata di carnevale eil pranzo presso l’Hotel Colmajer hanno costituito imomenti di incontro più significativi dell’inizio anno.

A fine agosto si è svolta l’annuale gita sociale, chequest’anno ha avuto luogo in Slovenia. In mattinata ab-biamo visitato gli allevamenti e il maneggio dei famo-si cavalli di Lipiza e proseguito poi per Pirano dove, nelpomeriggio, dopo un indimenticabile pranzo, una gui-da ci ha condotti a visitare i monumenti e i luoghi ca-ratteristici della cittadina di mare.

L’incontro con gli amici della Frazione di Voltois an-che quest’anno si è svolto con gran partecipazione el’organizzazione della castagnata di novembre ha riuni-to decine e decine di anziani (e non) in un chiassoso eallegro pomeriggio allietato dalla musica di Francesco.

Associazione Friulana Donatori di Sangue

L’anno 2009 è stato un anno particolare per la sezio-ne di Ampezzo dell’Associazione Friulana DonatoriSangue. A gennaio si sono tenute infatti le elezioni peril rinnovo del consiglio direttivo, che ha confermato al-la presidenza Francesca Spangaro, affiancata ancora daCarlo Petris, Enrico Candotti, Dario De Monte, WilmaMarta, Armando Ermano, Mauro Fiorenza, TizianoVarnerin. C’è nel consiglio direttivo anche un nuovo

ingresso, vale a dire quello di Carlo Spangaro, prece-dentemente segretario della sezione. Al suo posto inquesto ruolo è entrata la donatrice Jennika Schneider.Importante è stato il mese di gennaio come da tradizio-ne anche per l’arrivo dell’autoemoteca e per la primavolta quest’anno ha fatto visita nel nostro paese la nuo-vissima autoplasmoteca mobile dell’Afds, che permet-te di ottimizzare e facilitare il dono del sangue anche inperiferia.

Le sezioni di Ampezzo e Socchieve hanno risposto inmodo esemplare con un’ottima affluenza di donatori,tra cui anche alcuni alla prima donazione, grazie allanuova possibilità offerta dall’autoplasmoteca mobile.La stessa è tornata poi ad Ampezzo anche ad inizio ot-tobre, quando grazie anche ad alcuni donatori dalle se-zioni vicine in particolare da Forni Di Sotto si è co-munque registrato un buon numero di donazioni, anchese inferiore a quello di gennaio.

Anche qui ci sono stati alcuni nuovi donatori, vera epropria linfa per il futuro della sezione e dell’associa-zione.

Nel 2009 in totale sono stati una decina i nuovi asso-ciati, con un nuovo slancio dopo l’anno passato e in li-nea con la tendenza degli ultimi anni, grazie agli sfor-zi del consiglio direttivo di sensibilizzare un numerosempre maggiore di giovani al dono del sangue.

Val Tagliamento Marching Band

Il complesso musicale è nato nell’anno 2004 ed inpoco più di quattro anni i componenti l’associazionemusicale (ragazzi dagli 8 ai 18 anni tranne poche ecce-zioni)sono cresciuti ottenendo notevoli progressi e con-sensi.

Il risultato si comincia a vedere dopo un grande lavo-ro sia sull’aspetto musicale che su quello del movi-mento, ma anche e soprattutto nella gestione del grup-po inteso come squadra.

...Voce alle Associazioni

38

Gita dell’associazione anziani

Page 39: Boll Ampezzo 59 nat 2009:Boll Ampezzo n.59 nat 2009€¦ · Tra le tante idee teologiche, bibliche, tradizionali o comunemente circolanti sulla figura del sacerdote, a me piace ricordarne

39

L’obiettivo è quello di costruire un proprio sound,non solo mettere assieme dei ragazzi suonatori, ma siincontrano notevoli difficoltà in quanto si sa che i ra-gazzi come facilmente si appassionano a nuove espe-rienze altrettanto facilmente abbandonano il percorsointrapreso prendendo a pretesto i più svariati motivi(non ultimo il problema della distanza) e spesso ci si ri-trova al punto di partenza in quanto non si improvvisaun ragazzo bandista: ci vogliono anni di lavoro e di stu-dio.

La maggior parte dei giovani suonatori provengonodall’alta valle del Tagliamento in Carnia e sono direttidal giovane maestro Andrea Picogna, diplomato intromba con tanta passione per la musica e tanta vogliadi trasmettere questa passione ai ragazzi. Il presidenteè la signora Di Centa Lorena, che si pone come princi-pale obiettivo l’unione del gruppo, pur tra tante diffi-coltà, e vorrebbe offrire ai giovani l’opportunità di sta-re insieme in allegria studiando musica e nello stessotempo divertirsi.

Con l’inizio del nuovo anno scolastico riprendono icorsi di insegnamento della musica e del movimentodedicato ai giovani dai 10 anni ma sono bene accetteanche persone adulte, con spirito giovanile, che giàsappiano suonare qualche strumento o vogliano impa-rare a farlo.

Durante la prima settimana di settembre è stata orga-nizzato presso il centro sportivo di Ampezzo un perio-

do di full-immersion proposto dal maestro Picogna incollaborazione con il maestro per percussioni GiogoZanier di Aviano che hanno dato una bella spinta allapreparazione del gruppo sia dal lato didattico che dallato coreografico. Con il maestro Giorgio Zanier è na-ta l’intenzione di creare uno scambio culturale con ra-gazzi della zona di Aviano che già suonano nelle bandetradizionali ma che hanno espresso il desiderio di suo-nare in una marching band e se questo scambio andrà abuon fine i giovani avranno modo di confrontarsi e sta-re insieme.

Vorrei inoltre dire ai genitori di cercare di invogliarei propri ragazzi a far parte di un gruppo musicale. Ri-chiederà, specialmente nei primi tempi, impegno equalche sacrificio, ma una volta entrati a far parte delgruppo suonare sarà un divertimento ed anche l’occa-sione per conoscere altri giovani, altri paesi ed altri mo-di di proporsi.

Nella nostra realtà di montagna appartenere ad unqualsiasi gruppo di volontariato oltre che a dare un va-lido aiuto a tutta la comunità risveglia anche nelle gio-vani leve l’amore per il ‘natio borgo selvaggio’, aiuta aconoscersi e smuove quella voglia di esserci e di ap-partenere ad un certo contesto sociale e quindi da per-sona ormai molto adulta esorto tutti i giovani a non per-dere il proprio tempo inutilmente ed a vivere la propriarealtà sociale offrendo collaborazione, aiuto, idee e vo-glia di esserci.

Il Presidente

Foto d’epoca

La maestra Olimpia con la classe IV nel 1950

Page 40: Boll Ampezzo 59 nat 2009:Boll Ampezzo n.59 nat 2009€¦ · Tra le tante idee teologiche, bibliche, tradizionali o comunemente circolanti sulla figura del sacerdote, a me piace ricordarne

Da un pies già carampan e mal bragâtal tenta cu la crôs di tocja il cîl,e al slungja la sô ombra sul sagrâtchest vecju e simpri amabil cjampanîl.Plen di creturis al cîr il so sostens’una bruta baita, clamada “munument”e si scuen dî, par dia, ch’a si ulin bensa no si lascin mai, nencja un moment!Plen di carui, quant che dal cjastielil son da lis cjampanis si difont,lui dut al clopa, biât pedimentât;e al trima di alegria sul dì biel,e in chê volta a si gjolt un mont;ma al trima di dolôr sul dì nulât.

(Maestro Mario Bullian)

Il gnò vecjucampanili

Nella società odierna sembra esse-re proibito invecchiare: i capelli bian-chi vanno assolutamente tinteggiati,le rughe attenuate con creme anti-ageo riempite con filler, i seni cascantiriportati nella loro sede originaria ecosì via. Insomma “vecchio” non èpiù trendy .

Se così va il mondo non si vedeperché gli edifici debbano sottrarsi aquesta continua ricerca del mito fau-stiano. La legge regionale del 26 ot-tobre 1987, n. 34 ha perciò autoriz-zato l’Amministrazione Regionaledel Friuli Venezia-Giulia a conce-dere ai comuni una speciale sov-venzione per il restauro delle fac-ciate di immobili compresi nellezone di recupero individuate conapposita norma regionale.

Il Comune di Ampezzo ha parteci-pato al bando relativo per ottenere ifondi necessari al restauro delle fac-ciate del campanile, della farmacia,del lascito Nigris (edificio tabacchi-no) e dell’ex-ufficio turistico.1

Così nella seconda metà di agostola torre campanaria del paese è statacircondata dai ponteggi della ditta ap-paltatrice. Si è cominciato tinteggian-do di fresco le parti intonacate e sullapunta è svettato un color rosso vivo. Icuriosi che assistevano ai lavori, me-mori degli effetti cromatici del c.d.Piano del colore2, non hanno potutotrattenersi dal commentare:

-“Mancjava nome il cjampaniliros…” 3

Per fortuna si trattava di una sem-plice mano di antiruggine, poi coper-

ta dal colore (grigio) definitivo. Ilmuro a vista è stato invece prima ri-pulito, utilizzando una idropulitriceche ha eliminato il muschio e le im-purità depositate dal tempo e dalle in-temperie e poi ricoperto con un pro-dotto particolare finalizzato ad atte-nuare le porosità delle pietre di tufo.

Dopo i trattamenti di “bellezza”elencati, “netât e tirât a lustri” il cam-panile dimostra senz’altro qualchedecennio in meno. Ma in realtà quan-ti anni ha?

Si tratta di “una costruzione pluri-centenaria, (di uno) tra i più vecchinuclei murari del paese, se non il piùvecchio. (…) E’ una costruzione cosìvecchia che, come spesso accade perle cose che non trovano sostegno neidati e nei tempi della storia, se ne èimpadronita la leggenda. Anzi: nelnostro caso sono due le leggende chene prendono spunto.”4

I più romantici raccontano che“quando la specola romana del Cja-stelat si sfaciò sotto i colpi del picco-ne le pietre vennero raccolte ad unaad una e su piccoli carri furono por-tate sulla nostra piazza” dove, scava-te le fondazioni, si cominciò a porresasso su sasso5.

Altri, invece, più pragmatici, riten-gono improbabile che gli Ampezzaniabbiano rinunciato per erigere il cam-panile “a sfruttare le cave di travantitufacei e i greti di massi calcarei, fre-quentati da sempre dai costruttori e aquattro passi da casa, per andare ascalzare i resti di una struttura lonta-na dal centro e che avrebbe potuto of-frire ben scarso materiale.” Perciò se-condo quest’ultimi è più probabileche il campanile fosse stato in origineil mastio di un palazzotto, parte inte-grante della dimora secentesca deiNigris-Beorchia.6

I primi dati certi concernenti ilcampanile risalgono alla metà delXIX secolo7 e ce lo consegnano giàvecchio ed inclinato8. Tant’è chel’amministrazione comunale d’alloraallarmata, dopo aver acquisito il pare-re dell’ing. Valentino Marioni, il 22febbraio 1857 vota all’unanimità lademolizione totale della costruzione,demolizione scongiurata solo graziedall’intervento del parroco, don Gio-batta De Pauli che fa optare per la re-

40

AAnncchhee iill ccaammppaanniillee ssii rriiffàà iill llooookk

Page 41: Boll Ampezzo 59 nat 2009:Boll Ampezzo n.59 nat 2009€¦ · Tra le tante idee teologiche, bibliche, tradizionali o comunemente circolanti sulla figura del sacerdote, a me piace ricordarne

staurazione totale dell’edificio, lo do-ta di un orologio e successivamentenel 1872 di tre campane nuove.

Il nuovo concerto cessa di diffonde-re la sua melodia nel 1918 durante lafamosa invasione austroungaricaquando le campane vengono precipi-tate sul sagrato.9

Terminata la guerra, mons. Bulliannell’ambito delle discussioni circa lecampane da riacquistare, ritenendolo“impotente a sostenere qualunqueconcerto di campane”, propone nuo-vamente di demolire il campanile.

Ma il nostro “vecchio” stringe identi e il 13 novembre 1922 accogliesenza batter ciglio i nuovi bronzi.

Dopo una simile prova di caratterenessuno oserà più proporne la demo-lizione. Anzi: i parroci che si succe-deranno faranno a gara per mantener-lo in vita e metterlo in grado di offri-re un servizio più efficiente, generareun suono più melodioso e perché no,esibire un look più aggraziato.

Nel 1960 mons. De Crignis incari-ca la ditta Clocchiatti di Colugna diautomatizzare il suono del concerto.

Nel 1981 il mons. Brollo intrapren-de lavori di consolidamento dellestrutture murarie messe a dura provadal terremoto. Nel 1984, per iniziati-va di mons. Belfio, le campane mag-giori sono fuse e forgiate nuovamen-te dalla ditta De Poli di Vittorio Vene-to che rifà l’impianto di automazione,monta un robusto castello di ferro evi fissa i nuovi bronzi il cui suono èritenuto unanimemente pastoso, gra-devole, intonato.10

Non può mancare il nostro GRA-ZIE, a tutti voi che ci avete accompa-gnato in questi dieci anni di camminomissionario, accogliendo nel vostrocuore il messaggio della solidarietà.Quello che ci fa riflettere con gioia, eche la nostra gente in questi tempi dicrisi di lavoro non ha dimenticato gliultimi, ma ha continuato a dare unamano per costruire un futuro migliorebasato sui valori cristiani.I passi sonopiccoli, però nella vita delle personec’è sempre un momento per incomin-ciare, basta dare a loro la spinta giustadel “via”, ma anche saper aspettare ecapire il loro mañana.

La carità è silenziosa non ha bisognodi parole e riconoscimenti, ma è dove-roso dare un reso conto di quanto èstato realizzato in questi anni,ma lacosa più importante è che abbiamo la-sciato un segno di speranza,e affianca-to gli ALTRI nel non facile viaggioverso la dignità,e non è poco.

Con i nostri aiuti abbiamo sostenutovari progetti già in atto, dai missionari,il Progetto pane e latte e l’orfanotrofiodelle suore Rosarie, i campesiños disuor Fulvia, i bambini denutriti delcentro di San Carlos delle suore dellaProvidenza, i bambini di strada di pa-dre Brunelli, la scuola per piccoli sor-domuti Virginia Madriz.ma non abbia-mo dimenticato la gente del nostro pa-dre Nigris, con il progetto di adozionia distanza, la costruzione di case,scuole, un sostegno alle ragazze di ca-sa Betania, progetti salute e formazio-ne umana, e vari interventi urgenti chesi presentano al momento. Con lorosiamo cresciuti anche noi, è una stradache abbiamo intrapreso insieme e che

ci fa sentire appartenenti alla stessa fa-miglia di Dio, che si fa carico di ognifratello e si mette con gioia a cammi-nare con chi incontra.

Carissimi amiciOgni tanto metto in fila chi mi vuole

bene e lo faccio anche fuori della cap-pella di casa mia, come ogni mattinodove entra l´elenco che il Signore cono-sce, dove c´é per prima la parrocchia diAmpezzo, prima ancora di Pordenone etutta la lista delle persone care che mihanno dato e danno un mano. Maquando vado su per Ayacucho, nonmanca mai uno sguardo alla IVº,“Monte Rico” dove é la prima cappel-la, quella che mi ricorda Mediis e mi di-ce come amare le persone che ci hannonel cuore. Poi vengono le due case perla Mujer, la scuoletta di La Enconada,la grande cappella,che é come una cat-tedrale dedicata a Papa Giovanni e i ri-cordi vengono e fanno felicita. Perché ébello essere ricordati e mostrare con lemani che fanno fatica, che il mettere in-sieme, é quello che fa chiesa.

E tanto mi piace quella vostra vogliadi tornare a casa del lavoro la sera.Che lo capisco; perché é bello sedersi,dar grazie e programmare e sapereche sotto lo stesso tetto ci sono perso-ne care con cui si lavora e per cui sicondivide il pane e la fatica e la gioiadi dire: ben fat; encia chesta volta.

Il carattere boliviano é brillante; manon dura; non é con quello che la miagente vi dice “Gracias”, perché la lo-ro cultura ha tracce di schiavitù, dove

41

NOTE

1 Informazioni fornite dall’impiegato del-l’ufficio tecnico comunale, Denis De Monte

2 Consultabile sul sito www.archenrico-gatti.it/Progetti.aspx?idc=4

3 Va precisato che il campanile non rientranel Piano del colore redatto dall’arch. EnricoGatti, ciononostante l’architetto medesimo,su specifica richiesta dell’ufficio tecnico co-munale, ha suggerito i colori che poi sonostati realizzati.

4 E. TOLLER, Bicentenario del Duomo diAmpezzo, Udine, Arti Grafiche Friulane,1991, pag. 80

5 M. TOLLER, Uomini e cose di Ampezzo,Udine, Tipografia Arti Grafiche Friulane,1961, pag. 101

6 E. TOLLER, op.cit., pag. 807 Si narra che all’inizio del XVII secolo

fosse anche stato colpito da un fulmine.8 All’altezza di m. 16,90 strapiomba appe-

na di m. 0,45.9 G.L. MARTINA (a cura di), Pagherà

Cadorna, Diario di Don Vincenzo Rainis,1999, Lithostampa, pagg. 37, 61.

10 E. TOLLER, op.cit., pag. 82

MISSIONE BOLIVIADIECI ANNI INSIEME

Suore Rosarie e le ragazze dell’internato a Santa Fe.

segue a pag. 42

Page 42: Boll Ampezzo 59 nat 2009:Boll Ampezzo n.59 nat 2009€¦ · Tra le tante idee teologiche, bibliche, tradizionali o comunemente circolanti sulla figura del sacerdote, a me piace ricordarne

il “grazie” non esisteva o era pro-grammato. Cosa poteva dire GRAZIEuno o una che dovevano solo lavoraree non avevano nemmeno il permessodi andare a messa la domenica, datoche forse non avevano nemmeno l´ani-ma. E questo la mia gente lo ha dentroe questo spiega la paura dei bambini,la incapacità di instaurare un dialogoe di fermarsi alla pari davanti alla fa-tica, al lavoro. Voi, con il vostro lavo-ro, con lo stare vicino, con il mostrarecome si deve fare, questo lo avete su-perato e li avete aiutati a superarlo.

Il segno é stato la grande festa diMaria Auxiliadora. l´altr´anno, quan-do Despìna ha ballato fino a non po-terne piú e loro hanno capito chel´amore vero non ha barriere di nes-sun tipo; quando vedono il dottore chenon sa che alle 12 é ora di mangiare,quando vedeva il lavoro crescere, conmisura, con soddisfazione per chiude-re il conto nel tempo stabilito, senza un“para mañana”, come é costume quí.

Ma quello che piú mi piace di voi, ame e a loro, é che abbiamo conosciutola vostra fede e il vostro perché neldare. Noi non abbiamo debiti con lo-ro, di colonizzatori; non abbiamo nul-la di cui chiedere perdono e questo di-ce che il gran motore che muove él´amore quello con la A grande: vimuovete per amore al povero, a chi habisogno, perché Cristo hadetto:”Quello che fate al piú piccolodei miei, a Me lo fate”. É bello vede-re venir su una casa, una cappella,una scuola; ma il Signore ha ammira-to quel far crescere la gente nella sem-plicità, nella bontà e cortesia di un be-ne che sa perché si può e “lo que sepuede, se debe”!.

Dico alla mia gente che questo é ilproverbio che mi ha insegnato mio pa-dre e che questo siete quello che fatevoi. In coloro che hanno lavorato, neinomi delle case che abbiamo fatto aAyacucho e che sono scritti sulla fac-ciata della casa voglio dire il nostrograzie a chi vi manda, a chi vi dirige,a chi da la mano per fare: alle vostrefamiglie che vi vedono partire, a quel-li che si mettono nel banchetto a ven-dere e alle persone che danno un’of-ferta per collaborare a tutte le parroc-chie della forania, perché voi siete lamia Carnia, la mia terra libera e fortee capace sempre di dare e di condivi-dere, perché cosi mostra quello che siama e si crede, perché vi riconoscetedi essere la mano del Signore che con-sola, e lascia il segno del passare dan-do un sorriso, asciugando una lacrima

e dando la parola e l´aiuto che alleviae spinge a un futuro piú bello e caro.

Mandi e grasie di dut, p. Mano

Chi racconta una storia-favola co-mincia con c’era una volta ...

Noi raccontiamo una storia di vitache c’è, che è iniziata dieci anni fa... ambientata nella vallata di Socchie-ve, Ampezzo, Sauris ...

Qualcuno ha fatto risuonare il nome“Bolivia”... ha raccontato come si vi-veva laggiù o meglio come non si po-teva vivere, crescere, imparare, studia-re ... Qualcuno ha intuito quanto è im-portante far conoscere la storia difratelli in difficoltà e scommettere sul-la capacità di aprire il cuore, di coin-volgersi con il destino altrui, di crede-

re nella solidarietà. Così le comunitàdella Carnia: Ampezzo, Socchieve,Sauris, Sappada e altre ancora, hannoaccolto la sfida dell’ascolto, dellamessa in gioco, della fraternità.

Un cammino di dieci anni, che hafatto germinare gesti di dono, di con-divisione, di aiuto, di accoglienza e dipresenza. Noi missionarie e missiona-ri in terra boliviana abbiamo compre-so che l’ideale del Vangelo è possibile,perché ci siamo sentiti circondati datanta amicizia, partecipazione, soste-gno. Alcuni, a nome delle comunitàcredenti e dei paesi della Carnia, sonovenuti a trovarci, a capire, a condivide-re. Di fronte alle necessità hanno scel-to di dare la mano, di fare insieme, dicostruire, di osare qualcosa di nuovo,coinvolgendosi in prima persona ecoinvolgendo altri. Queste comunitàsono cresciute nella consapevolezza diessere aperte al mondo; le personehanno sperimentato di essere indispen-sabili al bene dell’altro, scoprendo lagioia di aiutare che è più povero; il po-vero ha potuto comprendere il linguag-gio dell’amore che lo fa essere se stes-so, nella sua dignità di persona. Nonè possibile fare un bilancio di tutto ilbene accolto e dato in dieci anni: è pos-sibile intuire che è molto di più diquanto raccontiamo, perché è vita den-tro la storia delle persone. È giusto edè bello dire grazie e intuire che questaè la storia che deve continuare affinché“il mondo abbia vita in abbondanza ecreda”! In particolare noi Suore Rosa-rie ringraziamo ciascuna persona e co-minciando da Ampezzo, vogliamo rin-graziare tutti quei paesi che si sono fat-ti solidali non solo con i progetti avviatiin favore dei bambini e delle famiglieboliviane, ma con la nostra stessa vitadi consacrate per diffondere il messag-gio di Cristo che ci fa una sola comu-nità di fede e di amore.

Madre Noris Calzavara, SuperioraGenerale delle Suore Rosarie

42

Corso di taglio e cucito.

continua da pag. 41

L’emigrant

Una valîs come una crôsuna coriêra ca spièta,un frutin tacât ala braghesa

dal pârica’l sta par partî.Al è un quadri di ogni dìchel ca si viôt,cui ca no prova no crôt ce ca è

l’emigrasiôn.Al è doloros viôdiun om a vaî par lâ lontanpar proviôdi un toch di pana la sô int ca spièta.E chesta a è la disdetada la nostra tiera, il destin

ingrât.Ma chel tòch di pan, salâtdi agrimis e sudôrguadagnât cun tant lavôrspès dûr e amâr,al’è santcome il Pan dall’Altâr.

Page 43: Boll Ampezzo 59 nat 2009:Boll Ampezzo n.59 nat 2009€¦ · Tra le tante idee teologiche, bibliche, tradizionali o comunemente circolanti sulla figura del sacerdote, a me piace ricordarne

Ciprian Matteonato il 30/12/2008

(di Massimo e Ornella Lorena)

Roseano Julia Bethnata il 11/01/2009(di Luca e Gorog Michelle Rynea

Ruth Martin)

Krasniqi Saranata il 03/02/2009

(di Istref e KrasniqiShefkije)

Ndabunganiye Jamalnato il 07/02/2009

(di Epimaque e Vendramin Perosa Alice)

De Crignis Alessianata il 19/02/2009

(di Giorgio e Fachin Sabrina)

Fachin Svevanata il 23/04/2009

(di Adriano e Boschetti Natascia)

Belluco Giovanninato il 02/09/2009

(di Cristiano e Petris Caterina)

Petris Elenanata il 03/09/2009

(di Diego e Kondratyuk Lyubov)

Rabassi Alexnato il 18/11/2009

(di Rabassi Debora)

Bearzi Morgan e Emilbattezzati il 4/07/2009

(di Andrea e Pivotti Romina)

Martina Pellizzari battezzata il 26/09/2009

(di Alessandro e Termine Tiziana)

Aurora De Montebattezzata il 14/11/2009

(di Federico e Giovanna Petris)

Bortolotti Filipponato il 12/05/2008

(di Dario e Lucchini Simona)

Leon Robertonato il 22/11/2009

di Claudio e Jennifer Burba

A N A G R A F E

43

NatiDi Santolo Massimo nato il 26/03/2009 (di Walter e Kralj Rebecca)Bearzi Alessandro nato il 08/10/2009 (di Carlo e Martinis Simona)Sala Melissa nata il 16/11/2009 (di Lorenzo e Sala Laura)

Battes imiMasotti Veronica di Michele e Coradazzi Sara, battezzata

il 17/05/2009Cantone Leonardo Denis di Umberto e Ibragimova Tatyana

battezzata il 23/05/2009 Marcon Alex di Riccardo e Kratter Michela battezzato il 8/08/2009 Spangaro Valerio di Renato e Benedetti Monica battezzato

il 15/08/2009 Galante Eden di Christian e Bearzi Leda, Battezzata il 5/09/2009De Monte Angela di Giordano e Tatarintzeva Liuba , battezzata

l’11/10/2009.Martinios Oani di Ennio e Lajssa Maria Castaneda Martinis

battezzato il 22/11/2009

Matr imoniPetris Diego e Kondratyuk Lyubov il 04/01/2009 in AmpezzoLucchini Paolo e Coradazzi Marilena il 14/02/2009 in AmpezzoGaletta Walter Benjamin e Goi Francesca il 05/03/2009 a GenovaBertolini Stefano e Fachin Barbara il 01/08/2009 in Ampezzo

Page 44: Boll Ampezzo 59 nat 2009:Boll Ampezzo n.59 nat 2009€¦ · Tra le tante idee teologiche, bibliche, tradizionali o comunemente circolanti sulla figura del sacerdote, a me piace ricordarne

44

I NOSTRI CARI DEFUNTI

Spangaro Marian. in Ampezzo il

06/05/1922dec. in Tolmezzo il

20/12/2008

Fachin Marian. in Ampezzo il

12/04/1929dec. in Ampezzo il

08/02/2009

Tavoschi Anna Marian. a Comeglians

il 01/10/1940dec. in Tolmezzo

il 01/04/2009

Domini Marinan. in Sauris il25/04/1925

dec. a Tolmezzo il04/04/2009

Mengoli Dionision. in Ampezzo il 20/11/1946dec. in Belgio il 03/05/2009

Adami Reginan. a Lauco il 26/08/1915

dec. a Tolmezzo il 07/05/2009

Miser Giacomon. in Ampezzo il 16/01/1938

dec. a Conegliano il 10/06/2009

Fior Brunon. in Ampezzo il 30/10/1928

dec. a Tolmezzo il 28/06/2009

Fachin Caterina n. in Ampezzoil 09/11/1922

dec. in Gemona del Fr. il 09/08/2009

Martinis Mariangelon. in Ampezzo il 15/09/1946

dec. a Catanzaro il 24/08/2009

Benedetti Francescon. in Ampezzo il 18/09/1926

dec. a Tolmezzo il 31/10/2009

Mazza Gabriele (Lele) deceduto a Ferrara il

05/10/2009

Spangaro Giulietta Bulba Eneo Martinis Augustan. in Ampezzo il 18/06/1920

dec. a Tolmezzoil 13/10/200

Varnerin Vittorio n. in Ampezzo il 06/07/1935 dec. in Ampezzo il 10/01/2009Candotti Marcello n. a Flin (F) il 08/07/1927 dec. a Basilea il 02/02/2009Pizzato Giovanna n. a Leutschad il 12/05/1921 dec. in Ampezzo il 22/02/2009Lucchini Francesco n. a Sauris il 26/06/1926 dec. in Ampezzo il 24/02/2009Crozzolo Emidio n. in Ampezzo il 15/10/1929 dec. in Nogent Sur Marne il26/02/2009

Candotti Candido n. in Ampezzo il 13/10/1924 dec. in Ampezzo il 14.03.2009Pellizzari Nicola n. in Ampezzo il 06/10/1925 dec. in Ampezzo il 25/04/2009Burba Giuseppe n. in Ampezzo il 14/09/1917 dec. in Ampezzo il 10/06/2009Petris Olimpia n. in Ampezzo il 17/07/1914 dec. in Ampezzo il 13/06/2009Luca Adelchi n. in Ampezzo il 14/04/1934 dec. a Creteil (F)il 25/06/2009

Salvadori Milena n. a Rovereto il 07/08/1935 dec. in Latisana il 06/07/2009De Monte Rita n. in Ampezzo il 03/08/1925 dec. in Ampezzo il 14/07/2009Fachin Maria Dora n. in Ampezzo il 02/03/1920 dec. a Milano il 29/09/2009Candotti Adriana n. in Ampezzo il 14/08/1926 dec. in Ampezzo il 08/10/2009

Di Centa Giuseppe