BOCCADIRIO n. 6-07 6_2009.pdf · 4 Tempo dell’attesa e della speranza, tempo di riflessione e...

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6 ANNO LXI Novembre-Dicembre 2009 Poste Italiane s.p.a. - Sped. Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 2, DCB - BO Boccadirio SANTUARIO DELLA BEATA VERGINE DELLE GRAZIE 40035 Baragazza – BOLOGNA – c.c.p. 301408 di Dio di Dio Ave, Madre Ave, Madre

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6ANNO LXINovembre-Dicembre 2009Poste Italiane s.p.a. - Sped. Abb. Post.D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46)art. 1, comma 2, DCB - BO

BoccadirioSANTUARIO DELLA BEATA VERGINE DELLE GRAZIE40035 Baragazza – BOLOGNA – c.c.p. 301408

di Diodi DioAve, MadreAve, Madre

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BOCCADIRIOSantuario della BeataVergine delle GraziePeriodico di collegamentocon i Benefattorie gli Amici del SantuarioAnno LXI - n. 6Novembre-Dicembre 2009Poste Italiane s.p.a. - Sped.Abb. Post. D.L. 353/2003(conv. in L. 27/02/2004 n°46)art. 1, comma 2, DCB - BO

Direttore responsabilePadre Giuseppe Albiero, scjDirezione e Redazione:Boccadirio40035 Baragazza (Bologna)Autorizzazione:Tribunale di Bolognan. 2978 in data 13.12.1962Stampa: Litosei - Rastignano (BO)

In questo numero:

• Riflessioni per l’Avvento

• Vita consacrata

• Boccadirio Estate 2009

• Don primo Mazzolari

• Giornata mondiale della pace

CChhii ddeessiiddeerraa rriicceevveerree iill bboolllleettttiinnoo ««BBooccccaaddiirriioo»» nnee ffaacccciiaa rrii--cchhiieessttaa aallllaa DDiirreezziioonnee iinnddiiccaannddoo ll’’iinnddiirriizzzzoo eessaattttoo ee ccoommpplleettoo..

Ai Benefattori, agli Amicidel Santuario di Boccadirio«Siate sempre lieti nel Signore, velo ripeto: siate lieti!» (Fil 4,4)

Questo invito alla gioia risuona nelcuore dell’Avvento e caratterizza la let-tera ai Filippesi. Una gioia paradossa-le, perché Paolo scrive mentre è in ca-tene a causa di Cristo. Rimane tuttavianella gioia, e invita i Filippesi a esser-lo, pur sapendo che la loro comunità èattraversata da difficoltà e tensioni.

Il fondamento della gioia non riposainfatti nella situazione che viviamo, manel fatto che il Signore vi si fa prossi-mo. “Il Signore è vicino”, annuncia Pao-lo, alludendo tanto alla sua venuta esca-tologica (cioè l’ultima), quanto a quellavenuta quotidiana con cui egli visita lanostra vita.

L’Avvento educa il cuore a fissare lavenuta ultima del Signore per renderlocapace di riconoscere la sua venuta nel-l’oggi.

Per Paolo questa gioia ha una mani-festazione, un fondamento, un frut-to.

Si manifesta in atteggiamento ama-

bile, verso tutti (4,5) e in unapace che vince ogni affan-no (4,6-7).

Il fondamento è nella re-lazione con il Signore, chesi vive principalmente nel-la preghiera (4,6). Infine,fruttifica nel discerni-mento di tutto ciò cheè vero e giusto nell’e-sperienza umana.

Per i nostri amici ebenefattori, ma anche per tutti gli uo-mini, davanti al presepio, chiediamoquesti tre doni: vivere una relazioneprofonda con Gesù, che consenta rela-zioni affabili con tutti, riconoscendo il be-ne ovunque si manifesti. Questo l’augurio e la preghiera del cuo-re all’alba di un nuovo anno!

“Marana-tha: vieni Signore” È l’in-vocazione accorata della Chiesa in que-sto tempo. “È il grido di tutti e l’aneli-to comune in cui ci aiutiamo, ci ricono-sciamo viandanti deboli e peccatori, pie-ni di nostalgia del volto del Signore, de-siderosi di tender a Lui con più purez-za e verità” (Card. Carlo M. Martini).“Siamo dei poveri mendicanti, questa è

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la verità!” avrebbe detto sul letto di mor-te Martin Lutero.

“L’illusione di sentirsi arrivati – scri-ve mons. Bruno Forte –, il pretendersisoddisfatti compiuti nella propria vi-cenda, questa è malattia mortale. Tusarai morto quando il tuo cuore non cer-ca più il volto di Dio... Quando spengo-no nell’anima la passione della doman-da e il desiderio di cercare la Luce, al-lora sei morto”.

“Tu cominci appena a cercarlo – dice-va S. Ambrogio – e Cristo ti è già vi-cino. Egli non può mancare a chi lo de-sidera, dopo che apparve a coloro cheneppure lo sognavano e fu trovato daquelli che non domandavano di lui. Sepensi e parli di Lui, Egli è già presen-te”.

Buone feste con amicizia e simpatiaverso tutti.

P. Mario Bragagnolo scj

“Ecco, vi annunciouna grande gioia...Oggi è nato pervoi il salvatore”(Lc 2,11).

PENSATE A GESÙ CHE VIENE...

... Perché in ogni istante Egli si ricordi di voi.Se si ricorda di voi, vi darà la salvezza.Non dimenticatelo lasciandovi sedurre da di-strazioni vane. Volete forse che vi dimentichinei momenti delle vostre distrazioni?Rimanetegli vicini e obbedienti nei giorni del-la prosperità. Potrete contare sulla sua paro-la nei giorni difficili poiché la preghiera vi ren-derà sicuri della sua presenza costante

Rimanete incessantemente dinanzi al suo vol-to, pensatelo, ricordatelo nel vostro cuore. Al-trimenti se lo incontrate appena di tanto intanto, rischiate di perdere la vostra intimitàcon Lui.La familiarità tra gli uomini avviene mediantela presenza fisica. La familiarità con Gesù con-siste nella meditazione e neII'abbandono inLui durante la preghiera. Chi vuole vedere ilSignore, purifichi il suoi cuore col ricordo diLui. (T. Spidlik)

CONTEMPLANDO... muoviamo i nostri passi in cammino verso... IL NATALEh

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Tempo dell’attesa e della speranza, tempo di riflessione e preghiera

A V V E N T O

La Luce guardò in bassoe vide le tenebre:“Là voglio andare” disse la Luce.

La Pace guardò in bassoe vide la guerra:“Là voglio andare” disse la Pace.

L’Amore guardò in basso e vide l’odio:“Là voglio andare” disse l’Amore.

Così apparve la Lucee inondò la terra;così apparve la Pacee offrì riposo;così apparve l’Amoree portò la vita.

“E il Verbo si fece carnee dimorò in mezzo a noi.

(Giuseppe Pellegrino)

MARIA, madre dell'Avvento

Santa Maria, Madre di Dio,tu hai donato al mondo la vera luce,Gesù, tuo Figlio - Figlio di Dio.Ti sei consegnata completamentealla chiamata di Dioe sei così diventa sorgentedella bontà che sgorga da Lui.Mostraci Gesù. Guidaci a Lui.Insegnaci a conoscerlo e ad amarlo,perché possiamo anche noidiventare capaci di vero amoreed essere sorgenti di acqua vivain mezzo a un mondo assetalo.(Benedetto XVI)

Cantate al Signore...

Come il silenzio del mondo all'albaquando si ode la luce destarsio come il bosco che è tutto in ascoltodell'usignolo che canta la notte:così pure noi facciamo silenzio;sensi e pensieri placati in silenzio,diventi il cuore chiostro di Dio,dove lo spirito prega per noi.

Tutta la Chiesa si apra alla voce,come una sposa che ode lo sposocantare o gemere in pene d'amore:è questa, la sola preghiera.P. Davide Turoldo

“La vita la si capisce guardando indietro, ma la si vive guardando avanti”(Kierkegaard)

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Momenti di vita consacrata: il cammino di Annalisa

Desidero ringraziare il Signo-re per l'invito a seguirlo nel-

la vita consacrata e per la pro-fessione temporanea dei voti dipovertà, castità ed obbedienza cheho fatto domenica 24 maggio 2009nella mia parrocchia di Firen-zuola. La celebrazione è statamolto bella, emozionante e par-tecipata da tante persone che misono state vicine con la preghie-ra e con l’affetto.La mia vocazione è maturata inun cammino di discernimento du-rato vari anni e tramite diverseesperienze, sia in terra di mis-sione, sia in Italia. Quando ho fat-to la prima esperienza missiona-ria non pensavo proprio di di-ventare suora o comunque con-sacrata! Con il tempo, frequentando in-contri di preghiera, ritiri spiri-tuali, ecc. è cresciuto dentro dime il desiderio, anzi direi la ne-cessità di pregare, di dedicaremaggior tempo alla lettura delVangelo e alla meditazione.Nel silenzio, nella preghiera e conl'aiuto del mio padre spirituale,

piano piano hocompreso che Ge-sù mi stava chia-mando a seguir-lo più da vicinonel servizio aifratelli, da con-sacrata, donan-do tutta me stes-sa. È stato molto importante, du-rante questo tempo di riflessione,recarmi, almeno una volta al me-se, al Santuario di Boccadirio,dove potevo dedicare buona par-te della giornata all'ascolto dellaParola nella pace, nella quiete, in

Gioia grande per la professionetemporanea dei voti

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un clima di spiritualità di cui sen-tivo bisogno e dove i padri delSantuario erano sempre disponi-bili per il colloquio e la riconci-liazione. Ho percepito sempre la presenzadella Beata Vergine che mi ha so-stenuto, e mi sta sostenendotutt'ora con il suo amore mater-no nel mio cammino di fede. An-che adesso sono legata a questoluogo “speciale” dove è maturatala mia vocazione e quando possomi fermo per affidare a MariaSS.ma i momenti più importantidella mia vita, le decisioni daprendere e per pregare per le per-sone che mi stanno a cuore o chechiedono preghiere. Sono convinta che è stata Mariaa farmi conoscere le Missionariedell’Immacolata - Padre Kolbe,dove ho iniziato il cammino di se-quela di Cristo quattro anni fa edopo un periodo di formazione epreparazione sono giunta final-mente alla consacrazione a Dio.È un desiderio che ho sempre avu-to, soprattutto da quando sono en-trata in questo Istituto secolare eadesso faccio parte di questa fa-miglia consacrata a tutti gli ef-fetti! Sarò quindi chiamata a vivere lamissione, sia qui in Italia, o al-l'estero, dove il Signore vorrà, cer-cando di essere e testimoniaresempre più Maria, nel nostro

mondo, nel nostro tempo, me-diante l’evangelizzazione. Ciò cheho vissuto come preparazione du-rante il periodo di formazione, dal24 maggio scorso, è diventato im-pegno responsabile. Mi sono sposata con il Signoreche, come ho scritto nella formu-la della professione, ha “conqui-stato il mio cuore” e condivideròcon Lui la mia vita come missio-naria dell’Immacolata lasciandoche sia Lui a guidare il mio cam-mino come ha fatto fino ad oggi,con grande tenerezza e donando-mi tanta tanta gioia. Il Signore Gesù mi sta donandouna felicità immensa che soltan-to Lui può dare e della quale rin-grazio infinitamente cercando dirispondere al Suo amore giornoper giorno.

Annalisa

Le foto ricordo degli avvenimenti a Boccadirio

Boccadirio estate 2009:per non dimenticare

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Sotto:Uno dei tanti gruppi di pellegrini dell’estate 2009 nel prato interno del Santuario

A fianco:Il tradizionale simpaticoarrivo degli “Angiolini”della Traversa. il 15Agosto, alle ore 16

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A sinistra:Il Vescovo di Savona con il direttore del coro di Trebaseleghe e con P. Mario, nella celebrazionenel prato, nella festa di Boccadirio.

Sotto:Mons. Vittorio Lupi celebranel prato del Chiostro.

Boccadirio estate 2009

A destra:Stiamo restaurando

la facciata del Santuario, che splenderà a Natale.

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Sopra:P. Adolfo, congolese, con P. Busana, checelebra l’89° compleanno il 2-12-2009.

Sotto:Il 12 agosto i Padri del Santuario celebrano l’anniversario della santa mortedel venerabile P. Dehon (1843-1925).

Boccadirio estate 2009

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Don Primo Mazzolari(1890-1959)

Nell’anno Sacerdotale il 50° della morte di

don Primo

Scrivere o parlare di don Primo Mazzo-lari significa seguire passo passo una

drammatica vicenda spirituale. È intima-mente legata ai più importanti avveni-menti religiosi e politici della vita italia-na: dalla prima guerra mondiale all’aper-tura ai governi nazionali di centro sini-stra.Un episodio della vita in seminario a Cre-mona rivela la solitudine intellettuale espirituale di Don Primo Mazzolari, fin dachierico. Il 27 maggio 1909 egli fece il pri-mo esercizio di eloquenza. Al testo scrittoapprovato dal rettore, aggiunse una mez-za pagina senza il visto del suo superio-re, che lo richiamò con un cumulo di rim-proveri ... quasi fosse un malfattore. “BuonDio, mi si vuole persino impedire che iosogni. Si vuol spegnere qualsiasi forma disincerità. la si vuole soffocare, straziare”.Il suo direttore spirituale lo ha aiutato asuperare la crisi, avvertendolo che la suavita sarebbe stata una croce: “Soffrirai co-me pochi soffrono, come soffrono le animeche amano e vivono per la giustizia e laverità. Preparati a questi dolori, a soste-nerli cristianamente. Credi la verità e nonspaventarti delle formule deboli e insuffi-cienti destinate a passare. Va’, va’ pureavanti che il Signore ti chiama e ti vuoleper questa via” (Diario I,p.2SI).

FORMAZIONE E ORDINAZIONE SA-CERDOTALEErnesto Primo Mazzolari nasce nel casci-

nale di San Colombano, a Santa Mariadel Boschetto il 13 gennaio 1890, da Pier-luigi e da Carmela Bolli.Trascorsi i primi anni dell’infanzia in fa-miglia, i suoi genitori, di antica tradizio-ne contadina, si trasferirono con i loro fi-glioli Giuseppe, Colombina, Piera e Giu-seppina, nella campagna di Verolanuova,in provincia di Brescia, per condurvi un’a-zienda agricola in qualità di affittuari.Primo, terminato il corso della scuola ele-mentare, nell’ottobre del 1902 entrò nelseminario vescovile di Cremona. In queltempo era vescovo di quella diocesi mons.Geremia Solomelli (1831-1914), la cui lu-minosa figura di uomo e di pastore ebbeun ruolo determinante per la formazionedel giovane chierico.

o Mazzolari

Il 23 marzo 1912 ricevette l’ordinazionesuddiaconale, il primo giugno quella dia-conale e il 3 giugno, terminati gli studi.In quella estate visse una inquietantecrisi di fede, superata grazie all’illumi-nato intervento di P.Pietro Gazzola, bar-nabita, il 25 agosto dello stesso anno, ecosì nella parrocchiale di Verolanuova, sudelega dei vescovo di Cremona, venne or-dinato sacerdote da monsignor GiacintoGaggia, vescovo di Brescia.

LE PRIME ESPERIENZE PASTORALI EIL SUCCESSIVO SERVIZIO MILITARE.Mazzolari scriveva prima dell’ordinazionesacerdotale: “Gesù non ha detto di fabbri-care chiese e innalzare torri, ma di inse-gnare il suo Vangelo, di essere come il Van-gelo insegna. Ricordiamo che non per noi,ma per il popolo siamo mandati”. Dopoessere stato per pochi mesi curato in dueparrocchie, viene chiamato ad insegnarein seminario. Allo scoppio della primaguerra mondiale nel 1915, sul Sabotinoperdeva il fratello Giuseppe di appena 22anni.Anche per alleviare il dolore della fami-glia, don Primo, con il grado di caporaledella sanità, viene assegnato all’ospedaleche si trova nello stesso edificio del semi-nario. Poi diventa cappellano militare mo-bilitato per raggiungere il fronte dellaguerra. Al rientro il nuovo vescovo di Cre-mona, mons. Cazzani, lo destina alla fun-zione di suo delegato presso la parrocchiadella Santissima Trinità di Bozzolo, dovesviluppa il suo stile pastorale.

LA PARROCCHIA DI CICOGNARA, LARELATIVA SITUAZIONE SOCIO-POLI-TICA E I “PATTI LATERANENSI”.Mons Cazzani successivamente dispose iltrasferimento di Mazzolari a Cicognara,che era di fama tristissima. Questa par-rocchia godeva di un lauto beneficio ter-

riero, e il parroco-padrone, don Rossi, du-ramente contrastato dalla popolazione, do-vette andarsene nottetempo. Don Primo,spiacente di lasciare i suoi primi parroc-chiani, si rimbocca le mani e prende attocon intelligenza pastorale della situazionesocio-politica della gente: la grave crisi eco-nomica del ‘29, il socialismo, il fascismoaggressivo, l’anticlericalismo. “I patti la-teranensi” e la conciliazione tra la Chiesae l’Italia sono un compromesso che non pia-ce a D.Primo. Egli vede nella prepotenzafascista un pericolo per la libertà dellaChiesa. Egli stesso, dopo l’attentato a Mus-solini, per non aver cantato il Te Deum,nell’ora richiesta dai fascisti, subirà per-secuzioni.Una sera dell’agosto dello stesso 1931, anotte inoltrata, due uomini armati si re-carono alla porta della sua canonica. Vibussarono con insistenza. Don Mazzolari,era già a letto. Credendo che si trattassedi dover correre per assistere qualche mo-rente, si alzò e, quando si affacciò alla fi-nestra, fu fatto segno a tre colpi di pisto-la, tutti andati a vuoto. Fece in tempo anotare che, subito dopo gli spari, furonoin due a scappare furtivamente. Non eb-be dubbi: avevano intenzione di ucciderlo.Se non vi sono riusciti quella volta, saràstato per imperizia dei sicari in fatto di

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pistole, o perché quello avrà voluto esse-re soltanto un eloquente avvertimento.

LA PARROCCHIA A BOZZOLO, “LA PIU’BELLA AVVENTURA” E I PRIMI STRA-LI DEL SANT’UFFIZIO. Dopo 12 anni, con sofferenza ma sempreobbediente, Don Primo lasciava Cicogna-ra ed entrava come parroco a Bozzolo, do-ve rimarrà fino alla mor-te, amato e stimato dal-la sua gente. Qui affrontòi difficili rapporti con i ge-rarchi fascisti, che vole-vano celebrare il decen-nale della rivoluzione fa-scista. Anche con il par-roco, suo successore a Ci-cognara, di idee politichee pastorali opposte allesue, ebbe molto da soffri-re, ma si placò dopo uncolloquio chiarificatorecon il vescovo.I guai più seri gli pervennero dalla pa-rallela attività letteraria, giornalistica edi predicazione che in breve lo portaronooltre i confini della sua diocesi suscitan-do ovunque l’attenzione di molti confra-telli, delle autorità fasciste e addiritturadi Palazzo Venezia, nonché della santa Se-de, che ne seguivano i passi.Nel 1934 pubblica “La più bella avventu-ra”, presso l’editore Vittorio Gatti, conl’imprimatur del revisore ecclesiastico bre-sciano,monsignor Giovanni Battista Bo-sio. È un bel commento provocatorio e unapungente attualizzazione della paraboladel figliol prodigo (Lc 15).Quando scrisse quest’opera don Mazzola-ri aveva al suo attivo prima le esperien-ze pastorali di Bozzolo, tradizionale feu-do socialista, e poi quelle di Cicognara,paese di povera gente che non aveva nean-

che lacrime per piangere la propria mi-seria. Come avrebbe potuto non schierar-si dalla parte di costoro senza darsi pen-siero se tale atteggiamento avrebbe potutoessere tacciato di filo comunismo sia daparte del regime allora al potere e sia dal-la gerarchia ecclesiastica che con quel re-gime talvolta sembrava compiacersi di es-sere connivente? Egli, infatti, “concepiva

il Cristianesimo in maniera dina-mica, con una capacità creativa chemuoveva dalla convinzione che l’a-zione cristiana doveva affermarsi invirtù della violenza dello Spirito, inforza del diritto che ognuno ha dicriticare i metodi del bene usati incasa”(Monchieri, La tromba, p.35).Le reazioni furono immediate, dap-prima da parte di alcuni confratel-li dalla mentalità integralista e an-tiecumenica. Fece seguito un collo-quio tra l’autore e monsignor Caz-zani che avrebbe benevolmente sug-

gerito l’opportunità di qualche chiari-mento pubblico. L’organo di stampa del-lo stesso Fascio di Cremona diretto da Fa-rinacci, recensendo favorevolmente il li-bro, ne sottolineava alcune stonature spi-rituali. “L’Avvenire d’Italia”, con la firmaautorevolissima di don Giuseppe De Lu-ca, molto vicino alla curia romana e alSant’Uffizio, avanzava alcuni dubbi sul-l’esattezza teologica di quanto contenutonel volume.

LA SECONDA GUERRA MONDIALE,L’ATTIVITA’ RESISTENZIALE E L’IM-PEGNO LETTERARIO.Dopo varie peripezie per ottenere l’impri-matur, tra il 1941 e il 1943 pubblicò altrequattro opere: Tempo di credere e Anch’iovoglio bene al Papa presso l’editore Gattidi Brescia, Dietro la croce e Impegno conCristo presso l’editrice Salesiana di Pisa.

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QUELLI DI “DENTRO”, LA MUTATA SI-TUAZIONE SOCIO-POLITICA E “ADES-SO”Quando all’indomani della vittoria eletto-rale riportata nell’aprile 1948, il nuovoquadro politico deluse le aspettative di donPrimo Mazzolari, egli non esitò a dichia-rare il proprio disappunto e a riprenderela propria critica a quelli “di dentro”: nonera nella sua indole far da spettatore sol-tanto. Insieme ad alcuni amici che ne con-dividevano le idee, il 15 gennaio 1949 fe-ce uscire a Modena il primo numero delquindicinale “Adesso”, con il quale si ri-prometteva di dare le opportune indica-zioni politiche per attuare la rivoluzionecristiana, ispirata unicamente al testoevangelico, che certamente nulla aveva ache fare con quella comunista.Monsignor Cazzani fece da tramite per lecensure e le critiche suscitate dall’ “Ades-so”, confidando sempre sull’umiltà e la do-cilità di don Primo. Ecco qualche passo del-la lettera di Mazzolari al suo vescovo:“Adesso”, anche nel nome, è poco più diun attimo; un attimo che si può fermaresenza sgomento, almeno se uno crede cheil bene è il bene e che il silenzio lo può fe-condare meglio di qualsiasi parola ....“Adesso” è meno che un attimo, mentre loChiesa è custode dell’eterno. Mi distaccodal mio foglio come un vecchio contadino

Entrambe le censure gli furono subito ad-dosso: il ministero della cultura popolare,con provvedimento datato 9 marzo 1941,sequestrava la prima opera, mentre la se-conda in Vaticano trovava un’accoglienzatutt’altro che favorevole. Pio XII, che neaveva ricevuto una copia, poiché era sta-ta stampata a Brescia, incaricò monsignorMontini, allora sostituto per gli affari or-dinari della Segreteria di Stato e consul-tore del Sant’Uffizio, di interessare op-portunamente il vescovo di Brescia edeventualmente quello di Cremona.Don Mazzolari, informato di quanto sta-va avvenendo, il 7 settembre 1942 scri-veva all’editore Gatti:”se il mio linguag-gio non è sopportabile, se ne accorgeran-no fra qualche mese i cortigiani, quandonon più un figlio devoto ma una violenzascatenata chiederà ad ognuno conto delproprio operare. Continuo a lavorare peril domani e non ho mai avuto tanta fi-ducia”.Il suo vescovo lo stimava e gli consiglia-va la prudenza e la moderazione nel lin-guaggio spesso provocatorio. Anche nellecritiche e nelle censure dei libri successi-vi, monsignor Cazzani mediava, correg-geva, sempre con affetto e stima per lo sco-modo scrittore. Don Primo obbediva, main piedi ... Ecco un passo di una delle tan-te lettere al suo vescovo: “Eccellenza. tor-no da una dura missione e trovo qui laconsueta ricompensa. Chino lo testa e ba-cio un’altra volta lo mano che mi colpi-sce, che fortunatamente non è mai quelladel mio vescovo, il quale è sempre pater-no con me.... Ormai anche la leggenda didon Mazzolari protestante fa il paio conquella di don Mazzolari comunista. Nien-te mi lusinga, niente mi sorprende e nien-te mi abbatte, anche se il cuore sanguinasotto il torchio delle incomprensioni, dif-fidenze e accuse che so di non meritare”.

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si staccava dal suo campo appena semi-nato e dove ancor niente germoglia. Ma tut-to è speranza perché tutto è fatica: tutto èGrazia, anche il morire”. Il 26 agosto 1952 monsignor Cazzani mo-riva, dopo oltre 37 anni di corrisponden-za e di dialogo paterno con il parroco diBozzolo. Gli succedeva monsignor DanioBolognini, che non ebbe un rapporto cosìsapiente con Don Mazzolari come il suopredecessore. Anche a Milano, al cardina-le Schuster succedeva l’arcivescovo Mon-tini, che inviterà Mazzolari alla grandemissione cittadina. Nel 1958 Don Primopubblicava il suo ultimo lavoro letterario,I preti sanno morire, dedicato “ai sacer-doti d’Italia che sulle vette del loro calva-rio danno a tutti gli uomini appuntamen-to al perdono e alla concordia”.

GLI ULTIMI GIORNI TERRENI E LEPATERNE BRACCIA DI GIOVANNIXXIII.Nel gennaio 1959 i vescovi di Cremona,mons Bolognini, e di Mantova, mons.Poma,chiedevano nella conferenza lombarda, pre-sieduta da mons. Montini, che venisserosconfessati don Mazzolari e “Adesso”.Il 15 febbraio, Don Primo, addolorato perquesta notizia, veniva ricevuto da Gio-vanni XXIII con questo cordiale saluto:“Ecco la tromba dello Spirito Santo dellaval Padana!” La Domenica in albis, dopoaver partecipato febbricitante alla litur-gia pasquale, nel dare inizio all’omelia nel-la Messa parrocchiale, fu colpito da emor-ragia celebrale. Si piegò sulla balaustra.Fu trasportato d’urgenza presso la clinicasan Camillo di Cremona. Dopo sette gior-ni di agonia, Don Mazzolari spirava sen-za riprendere conoscenza.Nel suo testamento aveva scritto: “Chiu-do la mia giornata come credo di averlavissuta in piena comunione di fede e di

obbedienza alla Chiesa e in sincera e af-fettuosa devozione verso il Papa e il Ve-scovo. So di averla amata e servita con fe-deltà e disinteresse completo.”

FEDELE A CRISTO “PAZIENTE” E “LA-CERATO”.Per don Primo la carità va costruita sulCuore di Cristo “capace di intuire, di pian-gere, di soffrire!” La ragione della predica-zione e dell’impegno sociale di don Primoè stata la fedeltà a Cristo “paziente, lace-rato, ignorato”, nella certezza di contare"più del mondo intero perché c’è una goc-cia del sangue di Cristo sulla mia anima”.Era solito dire che “un prete è veramentearrivato quando giunge all’altare. Che co-sa è più alto del Calvario?”Don Primo aveva fatto suo il pensiero diPascal, per il quale Cristo è in agonia fi-no alla fine del mondo. Questo spiega lospazio dedicato da don Primo alla passio-ne, alla via crucis, e alla morte del Si-gnore Gesù, in attesa della risurrezione.“Non c’è amore più grande di chi dona lapropria vita” dice il Vangelo. E don Pri-mo commentava: “L’amore più grande fala rivoluzione più grande, la sola di cui ilmondo ha bisogno!”. In questo “più gran-de” sono racchiuse la sua testimonianza ela sua personale via Crucis.

Don Claudio Casiello

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Il prossimo messaggio per la Gior-nata Mondiale della Pace, che si ce-lebrerà il 1° gennaio 2010, sarà de-dicato al seguente tema: “Se vuoi col-tivare la pace, custodisci il creato”

Il tema intende sollecitare una presa dicoscienza dello stretto legame che esi-

ste nel nostro mondo globalizzato e in-terconnesso tra salvaguardia del creatoe coltivazione del bene della pace. Talestretto e intimo legame è, infatti, sem-pre più messo in discussione dai nume-rosi problemi che riguardano l’ambientenaturale dell’uomo, come l’uso delle ri-sorse, i cambiamenti climatici, l’applica-zione e l’uso della biotecnologie, la cre-scita demografica. Se la famiglia umana non saprà far fron-te a queste nuove sfide con un rinnova-to senso della giustizia ed equità socialie della solidarietà internazionale, si cor-re il rischio di seminare violenza tra ipopoli e tra le generazioni presenti e quel-le future.Seguendo le preziose indicazioni conte-nute ai numeri 48-51 della Lettera En-ciclica Caritas in veritate, messaggio pa-pale sottolineerà l’urgenza che la tuteladell’ambiente deve costituire una sfidaper l’umanità intera: si tratta del dove-re, comune e universale, di rispettare unbene collettivo, destinato a tutti, impe-dendo che si possa fare impunemente usodelle diverse categorie di esseri come si

vuole. È una responsabilità che deve ma-turare in base alla globalità della pre-sente crisi ecologica e alla conseguentenecessità di affrontarla globalmente, inquanto tutti gli esseri dipendono gli unidagli altri nell’ordine universale stabili-to dal Creatore.Se si intende coltivare il bene della pa-ce, si deve favorire, infatti, una rinnova-ta consapevolezza dell’interdipendenzache lega tra loro tutti gli abitanti dellaterra. Tale consapevolezza concorrerà adeliminare diverse cause di disastri eco-logici e garantirà una tempestiva capa-cità di risposta quando tali disastri col-piscono popoli e territori. La questione ecologica non deve essereaffrontata solo per le agghiaccianti pro-spettive che il degrado ambientale profi-la: essa deve tradursi, soprattutto, in unaforte motivazione per coltivare la pace.

Giornata Mondiale della Pace 2010

Se vuoi coltivare la pace,custodisci il creato

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SS. Messe giorni festivi: 9,30/11,00/16,00 - Feriali: 11,00/16,00S. Rosario 15,30 - Adorazione e Vespri: 18,30

Papa Paolo VI

1968 - La giornata della Pace1969 - La promozione deidiritti dell’UOMO, via versola Pace1970 - Educarsi alla Pace con la riconcilia-zione1971 - Ogni uomo è mio fratello1972 - Se vuoi la Pace lavora per la giustizia1973 - La Pace è possibile1974 - La Pace dipende anche da te1975 - La riconciliazione via alla Pace1976 - Le vere armi della Pace1977 - Se vuoi la Pace difendi la vita1978 - No alla violenza, si alla Pace

Papa Giovanni Paolo Il

1979 - Per giungere alla Pa-ce educare alla Pace1980 - La verità forza della Pace1981 - Per servire la Pace ri-spetta la libertà1982 - La Pace dono di Dio affidato agli uo-mini1983 - Il dialogo per la Pace, una sfida peril nostro tempo1984 - La Pace nasce da un cuore nuovo1985 - La Pace e i giovani camminano insieme1986 - La Pace valore senza confini1987 - Sviluppo e solidarietà: cbiavi della Pace1988 - La libertà religiosa, condizione per lapacifica convivenza1989 - Per costruire la Pace, rispettare le mi-noranze1990 - Pace con Dio creatore, Pace con tut-to il creato

1991 - Se vuoi la Pace rispetta la coscienzadi ogni uomo1992 - I credenti uniti nella costruzione del-la Pace1993 - Se cerchi la Pace va incontro ai po-veri1994 - Dalla famiglia nasce la Pace della fa-miglia umana1995 - Donna: educatrice alla Pace1996 - Diamo ai bambini un futuro di Pace1997 - Offri il perdono, ricevi la Pace1998 - Dalla giustizia di ciascuno nasce laPace per tutti1999 - “Nel rispetto dei diritti umani il se-greto della Pace vera”2000 - “Pace in terra agli uomini cbe Dioama”.2001 - Dialogo tra le culture per una civiltàdell’amore e della Pace2002 - Non c’è Pace senza giustizia non c’ègiustizia senza perdono.2003 - “Pacem in Terris”: un impegno per-manente.2004 - Un impegno sempre attuale: Educarealla pace2005 - “Non lasciarti vincere dal male, mavinci con il bene il male” (RM.12,21)

Papa Benedetto XVI

2006 - “Nella verità la pace”.2007 - “Persona umana:Cuore della Pace”2008 - “Famiglia umana: Comunità di Pace”2009 - “Combattere la povertà, costruire lapace”2010 - "Se vuoi coltivare la Pace, custodisciil creato”

Le giornate mondiali della Pace