Bisogni Educativi Speciali in ambito scolastico · • art. 16 – Legge 104/92 • no parametri...
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Bisogni Educativi Speciali in ambito scolastico
Gianluigi CornalbaArea Sostegno PersonaUfficio Scolastico Territoriale Lodi
Istituto ComprensivoLodi IVLodi, 28 ottobre 2013
2
1.
I PRESUPPOSTI
TEORICI E LA
NORMATIVA DI
RIFERIMENTO PER
L’INCLUSIONE
2.
LA DIDATTICA PER
LA SCUOLA DI TUTTI
E DI CIASCUNO
3.
IL PROCESSO DI
INTERVENTO E I
SUOI STRUMENTI
(PDP, PAI)
4.
MONITORAGGIO,
DOCUMENTAZIONE
E VALUTAZIONE
DELL’INCLUSIVITA’
SCOLASTICA
FORMAZIONE REGIONALE BES
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Le scelte italiane
� Art. 34 della Costituzione:“La scuola è aperta a tutti”.
� 40 anni fa, con la Legge 517/77, si èdeciso che tutti potevano entrare nella scuola comune.
� Le recenti normative sui Bisogni Educativi Speciali estendono a tutti gli studenti in difficoltà la possibilità/diritto di personalizzare l’apprendimento, completando il quadro dell’inclusione scolastica.
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Le scelte italiane
� L’obiettivo non è mai stato quello di fare “sconti” a qualcuno, ma di fornire strumenti e modalità di lavoro per garantire le migliori condizioni di apprendimento possibile e superare le barriere che lo limitano.
� Si è optato per un una scuola inclusiva che favorisce l’apprendimento di tutti gli studenti
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La scuola inclusiva
E’ inclusiva una scuola che permette a tutti gli alunni, tenendo
conto delle loro diverse caratteristiche sociali, biologiche e culturali, non solo di sentirsi parte attiva del gruppo di appartenenza,
ma anche di raggiungere il massimo livello possibile in fatto di
apprendimento.(adattamento da Booth e Ainscow, 2008)
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Scuola e complessità
� La scuola è chiamata a gestire la complessità dei “Bisogni Educativi Speciali” presenti nelle nostre classi
(alunni disabili, alunni stranieri, alunni con DSA, alunni con disturbi emotivi e/o comportamentali, alunni con disagio sociale, alunni con disturbi evolutivi specifici)
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Richieste speciali di attenzione
� In ogni classe ci sono alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione per una varietà di ragioni
� Qualche dato nazionale:215.000 studenti disabili(quasi 2,5% popolazione scolastica)
e circa 100.000 docenti di sostegno;
circa 90.000 studenti con DSA (2% popolazione sc.);
756.000 studenti stranieri (pari al 9% della popolazione scolastica totale);
200.000 casi intellettivi limite non certificati
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Indicazioni operative BES
� Direttiva 27.12.2012 e C.M. 8 /2013: completano tradizionale approccio a integrazione scolastica.
� Si estende a tutti gli studenti in difficoltà diritto a personalizzare apprendimento (richiamo a Legge 53/2003).
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Bisogni Educativi Speciali (BES)
� L’area dello svantaggio scolastico èmolto più ampia di quella riferibile esplicitamente alla presenza di deficit.
� Tre grandi sottocategorie:
1) disabilità
2) DSA e/o Disturbi evolutivi specifici
3) svantaggio socio-economico, linguistico,
culturale
(compresi nuovi disagi e studenti stranieri)
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Interventi possibili
� Per quanto riguarda disabilità e DSA, possiamo contare su una discreta esperienza e sull’ausilio di una consistente produzione di testi specifici e sul supporto di medici ed operatori sanitari.
� Per quanto riguarda i BES non certificati (quasi sempre) occorre costruire un nuovo approccio alla problematica.
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Risposte e risorse
� Le risorse non sono infinite
� In una logica di singole risposte a singoli bisogni:richiesta esponenziale di risorse.
� Va potenziata la cultura dell’integrazione anche mediante un approfondimento delle relative competenze degli insegnanti curricolari.
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DEFINIZIONE GRUPPO LAVORO OMS
La disabilità è definita come la conseguenza o il risultato di una complessa relazione tra le condizioni di salute di un individuo e i fattori personali e ambientali in cui vive l’individuo stesso.
modello bio -psico -sociale
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La situazione di disabilità
� Superamento ambiguità terminologica (Legge 104/92)
Disabilità (handicap)
Conseguenza del deficit:
Svantaggio sociale/emarginazione
Modificabile/
non oggettivo
Deficitminorazione fisica, psichica o sensoriale
permanente
“la scuola è chiamata ad accogliere il deficit, ma s oprattutto a ridurre l’handicap, garantendo all’alunno le migliori condi zioni possibili per il suo benessere fisico o psichico”. (Andrea Canevaro )
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Storia del rapportoscuola-alunno disabile
� Fase dell’emarginazione prima della Costituzione
� Fase scolarizzazione separata fine anni 70
scuole speciali e
classi differenziali
� Fase dell’integrazione inserimento(dato di fatto)
integrazione (obiettivo)
La svolta della L. 517/77
□ Inserimento disabili in classi comuni
□ Introduzione insegnante specializzato
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Storia del rapportoscuola-alunno disabile
� Nuove prospettive Testi programmatici scuola di base
anni 80/90
Dalla socializzazione in presenza
all’obiettivo apprendimento
� 1987: sentenza nr. 215 della Corte Costituzionale:
sancisce l’obbligo per la secondaria di II grado di accogliere gli studenti disabili
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Legge Quadro disabilità (nr. 104/92)
� Raccoglie le norme di 20 anni nel settore dell’integrazione;
� richiama programmazione integrata dei servizi dei vari enti coinvolti;
� istituisce Gruppi di Lavoro per integrazione scolastica;
� obbligo Enti Locali per assistenza educativa alunni disabili;
� piena contitolarità insegnanti di sostegno.
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Linee Guida per l’integrazione scolasticadegli alunni con disabilità (agosto 2009)
� Ribadiscono una missione pedagogica che il nostro sistema scolastico ha fatto propria all’interno di un percorso storico: proseguire la realizzazione concreta del processo di inclusione degli alunni disabili nel sistema scolastico.
� Principi che sono diventati punto di riferimento per le politiche di inclusione in Europa e non solo.
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Progress certificazioni scuole di Lodi e provincia
3171732,778328.8832012/13
2921512,573428.3382011/12
3031432,672027.6772010/11
2821132,467427.5022009/10
2781202,570027.1922008/09
2681132,668726.6742007/08
272982,668026.2012006/07
240812,359725.6492005/06
238752,153425.2812004/05
228692,051024.9252003/04
222,5641,948225.3092002/03
197,5561,843424.2312001/02
176,5481,637524.0992000/01
160481,434524.9591999/00
gestione Provv. Milano
80,826234.7711995/96
POSTI DISOSTEGNO
DISABILINELLESCUOLE SUPERIORI
%DISABILI RISPETTOAL TOTALE
ALUNNIDISABILI
TOTALE POPOLAZIONESCOLASTICA
ANNO SCOLASTICO
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Il dato del Lodigiano 2012/13
1:2,47359317783TOTALI
6066,5173Secondaria II grado
8493,5258Secondaria
I grado
166125,5296Scuola
primaria
4931,556Scuola
infanzia
RapportoAssistenti ad personam
Posti di sostegno
Alunni con certificazione
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Criticità del momento
� Tagli spesa pubblica/sovraffollamento classi.
� Crescente delega inclusione a insegnanti sostegno = maggior richiesta ore sostegno.
� Visione troppo medicalizzata del processo di inclusione.
� Docenti curricolari da coinvolgere.
� Equivoco dopo sentenza 80/2010: l’integrazione scolastica si fa con ore di sostegno.
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L’insegnante specializzato
� Profilo professionale dei docenti per il sostegno: specializzati per essere mediatori culturali dell’inclusione dell’alunno disabile con gli altri docenti e i compagni
(mediatori dei contenuti e delle relazioni).
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L’importanza della comunicazione
� La comunicazione tra adulti è uno dei nodi cruciali del sistema scuola: la complessità del lavoro dell’insegnante è anche legata al fatto che esso è prevalentemente un lavoro di relazione a vari livelli. (Patrizia Neri – S.O.S. Sostegno)
� Quando si parla di una qualsiasi situazione di insegnamento-apprendimento, si parla inevitabilmente di rapporti umani, di comunicazione, di relazione e interazione.
� Obiettivo insegnante: rapporto di fiducia con gli alunni per costruire conoscenza.
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citazione
Le conoscenze maturano
sempre all’interno di rapporti tra esseri umani;
gran parte di quanto finiamo per interiorizzare
proviene dai modelli e dalle sollecitazioni
degli altri e noi stessi
costruiamo il nostro sapere
in uno scenario sociale.
Howard Gardner
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Gli strumenti per l’integrazione
� Iter diagnostico e certificazione medica (individuazione)
� Verbale del Collegio di accertamento (DPCM 185/2006)
Costituisce la conclusione del percorso che certifica disabilità
� Diagnosi funzionale all’intervento educativo-didattico
� Profilo dinamico funzionale
� Piano educativo Individualizzato (P.E.I.)
� Programmazione educativo-didattica individualizzata
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Cosa dice la diagnosi funzionale
� Evidenzia potenzialità e difficoltà nelle seguenti aree:
� Cognitiva
� Affettivo – relazionale
� Comunicazione
� Sensoriale
� Motorio - prassica
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Piano Educativo Individualizzato
Il Piano Educativo Individualizzato (P.E.I.) è il Progetto annuale che, tenendo conto del PDF e della programmazione di classe, fa da timone nell’attività educativa e didattica con l’alunno disabile.
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VALUTAZIONE DISABILITA ’
NELLA SCUOLA DELL’OBBLIGO
•VALUTAZIONE
• art. 16 – Legge 104/92
• no parametri standard, ma progetti educativi individualizzati
• coerenza di obiettivi, contenuti e metodi( art. 12 – Legge 104/92)
• “gli obiettivi dell’integrazione scolastica ( oggetto di valutazione da parte dei docenti) non sono solo gli apprendimenti formali, ma anche la crescita in autonomia, nella comunicazione, nella socializzazione e nello scambio relazionale”
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INDICATORI DEL
DOCUMENTO DI
VALUTAZIONE
• integrazione
• sostituzione
• calibratura
• Possibili prove d’esame differenziate
• Diploma di licenza finale senza annotazioni
Valutazione disabilitànella scuola dell’obbligo
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DIPLOMA O ATTESTATO ?
� Solo attestato obbligo scolastico:- non preclude accesso Superiori- preclude pubblici concorsi e benefici L.68/99
� Esame secondo D.M. 10.12.84:apprendimenti “riconducibili” a obiettivi scuola media.
� Esame secondo O.M. 65/98 art. 10:- scompare “riconducibili”- prove differenziate/PEI- misurare i progressi rispetto ai livelli iniziali e alle potenzialità e non a valori assoluti.
Principi recepiti da tutte le successive circolari
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Problema aggiuntivo
� Art. 11, comma 11,
dell’O.M. nr. 90 del 2011:
per ottenere il diploma occorre aver svolto le prove d’esame su tutte le discipline, anche se in modo differenziato.
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Disturbi Specifici Apprendimento
� Si intende un gruppo di disturbi (neuropsicologici) che si manifestano con significative difficoltà nell’acquisizione e nell’uso di abilità di ascolto, espressione orale, lettura, ragionamento e matematica.
� Quattro sono le forme di DSA riconosciute dalla Legge 170/2010:
- dislessia - disgrafia
- disortografia - discalculia
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Normativa per DSA
� Legge 8 ottobre 2010, n. 170
� Decreto attuativo n. 5669 del 12 luglio 2011
� Allegate “Linee Guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbo specifico di apprendimento”
� Delibera Regione Lombardia nr.33445 del 21.11.2012
� Documento Conferenza Stato/Regioni contenente
� “Indicazioni per la diagnosi e la certificazione dei Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA)
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DSA – Indicazioni operative
� Diagnosi presso strutture pubbliche o private (Regione Lombardia)
� Redatte e firmate da tre diversi professionisti (neuropsichiatra infantile, psicologo, logopedista)
� Possibile dispensa (dallo scritto) o esonero lingue straniere
� Piena legittimazione ed applicazione degli strumenti compensativi e dispensativi
� Formazione docenti
� Stesura da parte della scuola di un Piano Didattico Personalizzato (PDP)
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DSA – Indicazioni operative
� L’esonero totale dalle lingue straniere comporta una differenziazione del diploma finale.
� Diagnosi DSA formulata con certezza a fine seconda classe scuola primaria.
� In programmazione assegnare maggiore importanza allo sviluppo delle abilità orali rispetto a quelle scritte.
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DSA – Indicazioni operative
� Si sta convergendo verso modelli diagnostici e riabilitativi condivisi, ma si deve ancora costruire la cultura dell’accoglienza degli alunni con DSA.
� Gli strumenti compensativi sollevano lo studente da una prestazione resa difficoltosa dal disturbo,senza però facilitargli il compito cognitivo.
� Possiamo incrementare il benessere psico-emotivo degli studenti con DSA, potenziando la loro autostima e il loro senso di autosufficienza.
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Chi è l’alunno “straniero”?(ius soli / ius sanguinis)
ogni studente non in possesso della cittadinanza italiana è considerato“straniero”, sia nel caso che sia nato in Italia o che sia neo arrivato
ma la vera distinzione a livello pratico ed operativo ètra studenti italofoni e non italofoni
il primo vero problema (ma non il solo) è quello dell’apprendimento della lingua italiana (L2)
In base al DDL Bertolini, al compimento del 18° anno di età i giovani stranieri nati in Italia potranno richiedere la cittadinanza a condizione di:• essere residenti in Italia dalla nascita e senza interruzioni• aver frequentato con profitto la scuola dell’obbligo.
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Qualche dato nazionaleAnno scolastico 2011-12
756.000 studenti stranieri in Italia:
9% della popolazione scolastica globale
Continua la crescita, ma dopo due anni dirallentamento rispetto agli anni passati, nuovo balzo in avanti nel 2011/12Continuano a crescere i nati in Italia (44%), diminuiscono i neo-arrivati.
Nazionalità maggiormente rappresentata: Romania 18,7%
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Presenza di alunni senza cittadinanza italiana nelle scuole di Lodi e provincia
15,24.19427.6772010/11
15,84.43328.1412011/12
16,34.67228.7082012/13
13,23.57527.1342008/09
Anni scolastici
Totale popolazione scolastica
Totale alunni stranieri
Percentuale alunni stranieri
1995/96 34.771 385 1,1
2000/01 24.099 826 3,4
2002/03 25.309 1.366 5,3
2004/05 25.281 2.082 8,2
2006/07 26.201 2.822 10,8
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PRESENZA DI ALUNNI SENZA CITTADINANZA ITALIANA NELLE SCUOLE DI LODI E PROVINCIA
a. s. 2012/13
9,7%9009.261SCUOLA
SECONDARIA DI II GRADO
ORDINE DI SCUOLA
TOTALE POPOLAZIONE SCOLASTICA
TOTALE ALUNNI STRANIERI
%a.s.
2012/13
SCUOLAINFANZIA 3.522 877 24,9 %
SCUOLA PRIMARIA 9.794 1.879 19,2 %
SCUOLA SECONDARIA
DI I GRADO6.135 1.016 16,6 %
TOTALI 28.708 4.672 16,3%
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Presenza di alunni senza cittadinanza italiana NEO ARRIVATI e NATI IN ITALIA
nelle scuole di Lodi e provincia - a.s. 2012-13
12%1049%84SCUOLE
SUPERIORI
2.402
154
869
1.275
totale alunni stranieri
nati in Italia
51%8%393TOTALI
26%9%56SCUOLE MEDIE
63%4%59ISTITUTI
COMPRENSIVI
71%11%194DIREZIONI
DIDATTICHE
% rispetto al totale alunni
stranieri
% rispetto al totale alunni
stranieri
totale alunni neo arrivatiORDINE DI
SCUOLA
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Nazionalità maggiormente rappresentate
aggiornate all’anno scolastico 2012/13
82
83
135
189
234
267
320
552
587
1013
TOTALE ALUNNINAZIONI % RISPETTO AL TOTALE
ROMANIA 21,7 %
MAROCCO 12,6 %
ALBANIA 11,8 %
EGITTO 6,8 %
INDIA 5,7 %
ECUADOR 5,0 %
TUNISIA 4,0 %
PERU’ 2,9 %
CINA 1,8 %
COSTA D’AVORIO 1,8 %
PRESENZA DI ALUNNI SENZA CITTADINANZA ITALIANA NELLE SCUOLE DI LODI E PROVINCIA
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Riflessioni� Ormai gli studenti stranieri rappresentano una
realtà strutturale del nostro Paese e delle nostre scuole.
� La scuola, sul fronte dell’integrazione, deve fornire gli elementi necessari per costruire un’avanzata e serena convivenza civile.
� L’incremento delle presenze nelle scuole superiori pone la nostra scuola di fronte alla sfida pedagogica del confronto fra le culture, da raccogliere o ignorare.
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Accoglienza e Integrazione
Gli alunni di altra lingua, cultura e nazionalità costituiscono ormai una consolidata componente strutturale della popolazione scolastica italiana.
“Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri”(C.M. n. 24 del 1 marzo 2006)
e“La via italiana per la scuola interculturale e l’integrazione degli
alunni stranieri”(Documento Osservatorio Nazionale ottobre 2007)
Sono i due documenti che indicano il solco ben preciso (normativo ed educativo) entro cui la scuola italiana si colloca nell’accoglienza dei minori stranieri: un approccio interculturale che mira alla piena integrazione di tutti nella scuola
Ufficializzazione di scelte maturate sul campo negli anni
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Quattro principie linee d’azione
1. UniversalismoIstruzione diritto di ogni bambino indipendentemente dalla
posizione dei genitori.
2. Scuola comuneAlunni stranieri, fin da subito,all’interno delle normali classi (no a luoghi di apprendimento separati)
3. Centralità della personaValorizzare la persona con costruzione di progetti educativi ad hoc.
4. InterculturaPromozione del dialogo e del confronto fra tutti gli alunni con atteggiamento di apertura ad ogni tipo di diversità
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Art. 45 del D.P.R. 394/1999
Diritto all’istruzione per i minori stranieri indipendentemente dalla regolarità della posizione in ordine al loro soggiorno.
Obbligo scolastico come per tutti gli alunni.
L’iscrizione, per i neo arrivati, può essere richiesta in qualunque periodo dell’anno scolastico.
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Art. 45 del D.P.R. 394/1999
Iscrizione con riserva se privi della documentazione anagrafica.Iscrizione alla classe corrispondente all’etàanagrafica o diversa tenuto conto di:- ordinamento e corso di studi del Paese di provenienza (possibile inserimento in classe immediatamente inferiore o superiore)
- accertamento di competenze, abilità e livelli di preparazione.Proposta Collegio Docenti per ripartizione alunni nelle classi della propria istituzione scolastica.
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I percorsi individualizzati
Il Collegio dei Docenti definisce, in relazione al livello di competenza dei singoli alunni stranieri, il necessario adattamento dei programmi di insegnamento …utilizzando, ove possibile,le risorse professionali della scuola”.
(DPR 394/99, art.45, comma 4)
“… ne consegue che il possibile adattamento dei programmi per i singoli alunni comporti un adattamento della valutazione, anche in considerazione degli orientamenti generali su questo tema, espressi in circolari e direttive, che sottolineano fortemente l’attenzione ai percorsi personali degli alunni.(MIUR, Linee Guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri, 16 febbraio 2006)
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Per concludere
Sono importanti le norme e vanno rispettate, è importantissimo lo strumento della lingua,come pure il rendimento scolastico.
Ma per il successo formativo ed il benessere degli studenti, che siano stranieri o italiani, a scuola bisogna coniugare le esigenze didattiche con spazi di ascolto e accoglienza per garantire la serenità delle persone.
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I disturbi evolutivi specifici
� Sono il classico esempio di problematiche che spesso non vengono o possono non venir certificate ai sensi della Legge 104, non dando conseguentemente diritto all’insegnante di sostegno:
� Rientrano per esempio i deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria, dell’attenzione e dell’iperattività e i funzionamenti intellettivi limite.
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Personalizzare l’insegnamento
� Per queste ed altre problematiche non certificate, èpossibile comunque personalizzare l’insegnamento “semplificando” al minimo gli obiettivi disciplinari da raggiungere.
� Lo permettono i seguenti riferimenti normativi nell’ambito del contesto e flessibilità riconosciuto ad ogni scuola autonoma:
- Legge 59/1999 (autonomia)
- Legge 53/2003 (Moratti)
- Legge 169/2008 (Gelmini)
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Personalizzare l’insegnamento
� Ora in base alla nuova normativa la scuola e i docenti sono chiamati a livello collegiale (anche “dove non sia presente una certificazione clinica o diagnosi”) a realizzare un piano didattico per chi si trova in difficoltà di apprendimento ai fini di garantire il successo formativo.
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Indicazioni operative BES
� Decisione su opportunità e necessità del percorso didattico personalizzato:
compito doveroso Consiglio di classe.
� Strumento privilegiato: Piano Didattico Personalizzato ad elaborazione collegiale (consiglio di classe o team docenti).
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Riflessione� I docenti non sono né psicologi, né
neuropsichiatri, né assistenti sociali.
� Sono dunque chiamati a intervenire su quei problemi di cui possono riconoscere cause che possono essere affrontate sul piano educativo e didattico.
� E solo per quanto possibile sugli effetti di cause esterne alla scuola e che è compito di altri (con cui magari allearsi) cercare di risolvere.
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Piano Didattico Personalizzato
� Strumento privilegiato per il riconoscimento diritti dei BES è il Piano Didattico Personalizzato ad elaborazione collegiale (consiglio di classe o team docenti).
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Cosa mettere nel PDP
� Strategie di intervento più idonee
� Criteri di valutazione degli interventi
� Progettazioni didattico educative calibrate sui livelli minimi attesi per le competenze in uscita
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Atti formali per individualizzazione BES
� Delibera Consiglio di classe/Team docenti
� PDP firmato da Dirigente/docenti/famiglia
� Supporto di certificazione clinica o diagnosi e/oppure
considerazioni pedagogiche e didattiche
� Problema: evitare contenzioso
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Precisazioni per DSA (C.M. 8 /2013)
� In attesa diagnosi, adottare comunque PDP adeguato ad esigenze educative.
� Per Esami di Stato certificazioni entro 31 marzo
(Conferenza Stato/Regioni 25 luglio 2012)
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Svantaggio socioeconomico, linguistico e culturale
� Ogni alunno può avere, anche temporaneamente per difficoltàcontingenti, qualche BES:
da individuare su base di elementi oggettivi
con considerazioni pedagogiche e didattiche
anche su segnalazione operatori sociali
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Alunni di origine straniera
� Stesse modalità BES (già previste da DPR 394/99)
� Interventi per tempo necessario� Privilegiare aspetto didattico-educativo
anziché misure compensative e dispensative
� No a dispensa prove scritte lingua straniera
� Si a madrelingua come seconda lingua comunitaria per scuola secondaria I grado
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La valutazione nella personalizzazione
� E’ il nodo fondamentale della Direttiva BES
� Sono state annunciate a breve disposizioni per gli esami di stato e la rilevazione annuale degli apprendimenti.
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Azioni istituzione scolastica
� Compiti GLHI estesi ai BES
Gruppo di Lavoro per l’Inclusione (GLI)
� Elaborazione di un Piano Annuale per l’ Inclusività (entro il mese di giugno):
discusso e deliberato in Collegio Docenti;
inviato a USR, GLIP e GLIR;
con verifica almeno mensile
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Compiti del GLI
� Trattare le questioni relative a tutti gli alunni con BES certificati e non.
� In particolare programmare un utilizzo funzionale delle risorse presenti nella scuola ( laboratori, strumenti, risorse umane…) per la realizzazione di un progetto di inclusione condiviso con i docenti, le famiglie, i servizi socio-sanitari.
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Esplicitare nel P.O.F.
� concreto impegno programmatico per l’inclusione
� criteri e procedure di utilizzo “funzionale” delle risorse
� impegno alla formazione/iniziative territoriali
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Le scelte della scuola
� Tutti i docenti hanno il dovere (nel rispetto della normativa) della presa in carico collegiale dei BES.
� Ogni docente si impegna per quanto riguarda la sua area disciplinare e per quanto riguarda gli obiettivi trasversali ad “attivare” quanto concordato collegialmente
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Ultime novità
� Nota 1551 del 27.06.2013:
� PAI come elemento di riflessione per predisposizione POF di cui è parte integrante
� No a PAI come “Piano formativo per alunni con BES” ad integrazione POF (in questo caso “Piano per gli inclusi”)
� Momento di riflessione della comunitàeducante su come realizzare inclusione.
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Bozza nuova Circolare MIUR
� PDP� Distinzione fra difficoltà di apprendimento
ordinarie, difficoltà permanenti e disturbi di apprendimento.
� Il disturbo di apprendimento ha carattere permanente e base neurologica. La rilevazione di una difficoltà di apprendimento non dovrebbe indurre all’attivazione di un percorso specifico con PDP.
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Bozza nuova Circolare MIUR
� No ad automatismi nell’uso dei BES; devono riguardare casi particolarmente gravi.(Fogarolo 1)
� Adozione PDP con voto unanime da parte del Consiglio di Classe/team docenti.
� Alunni di origine straniera:
anzitutto interventi didattici relativi ad apprendimento lingua italiana e solo in via eccezionale formalizzazione tramite PDP
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I BES non si certificano
� No a riproposta modello clinico (prove standardizzate)
� Considerazioni pedagogico-didattiche, ma anche valutare efficacia e convenienza degli interventi proposti.
� Valutare contesto e ricadute
( Testo Fogarolo 2)
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BES e flessibilità
� Non è stato il MIUR a “inventare” i BES
� No a PDP come adempimento burocratico in più.
� Riaffermare valore educativo procedura
� Opportunità per la scuola di aiutare anche chi non ha documenti diagnostici.
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Supporto Ufficio di Piano
� Supporto preliminare per individuazione BES.
� Consigli per didattica inclusiva:
� individuare ragazzi per gruppi di problema;
� Mettere in atto risorse per rispondere ai bisogni
� Individuare obiettivi minimi e attività.
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Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione (G.U. 5 febbraio 2013)
� La scuola è investita da una domanda che comprende, insieme, l’apprendimento e il “saper stare al mondo”.
� I docenti dovranno pensare a realizzare i loro progetti educativi non per individui astratti, ma per persone che vivono qui e ora, che sollevano precise domande essenziali.
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Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione (G.U. 5 febbraio 2013)
� La scuola deve porre le basi del percorso formativo dei bambini e degli adolescenti, sapendo che proseguirà in tutte le fasi successive della vita. In tal modo la scuola fornisce le chiavi per apprendere ad apprendere, per costruire e per trasformare le mappe dei saperi.
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Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione (G.U. 5 febbraio 2013)
� Stabiliti le competenze e gli obiettivi minimi da acquisire, le discipline ed i traguardi annuali, per il resto il curricolo scolastico rimane tutto da costruire alla scuola, con libertà di metodo e contenuti, che non debbono necessariamente essere esaustivi.
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Risposte e risorse
� Occorre una risposta complessiva di una scuola che cambia: da rigida e tutta tesa allo svolgimento di un programma ad una scuola inclusiva, non speciale, capace di flessibiltà per integrare tutti gli alunni, tutti uguali e nel contempo diversi e con diversi bisogni.
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Risposte e risorse
� Occorre una didattica più flessibile, strutturata maggiormente sulle competenze (saper fare), sulle attività laboratoriali.
� Una didattica dove sia possibile “scalettare”per moduli di apprendimento.
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Risposte e risorse
� Ogni scuola deve decidere se e come occuparsi di tutti gli studenti e dei loro bisogni educativi particolari, costituendo alleanze con gli altri attori del territorio.
� Gli aspetti organizzativi sono la prerogativa fondamentale per costruire gli interventi formativi e didattici.
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Qualche proposta operativa
� Formazione in servizio obbligatoria sui BES per tutti i docenti.
� Continuità didattica docenti sostegno
� Valorizzare ruolo docente sostegno
� Spazi di lavoro collaborativo fra docenti
� Docenti di riferimento che “parlino” con studenti in difficoltà, con competenza e sensibilità.
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Risposte e risorse
� Un approccio educativo non meramente clinico dovrebbe dar modo di individuare strategie e metodologie di intervento correlate alle esigenze educative particolari pur non riconosciute da alcun tipo di certificazione.
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Progetto sostenibiledi integrazione
� Ove non sia possibile e realistico realizzare percorsi di “didattica tradizionale”occorre avere il coraggio di proporre percorsi alternativi che vadano nell’ottica di acquisire le otto competenze chiave individuate dal Parlamento europeo nel 2006 per la formazione di una persona autonoma e responsabile.
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8 competenze chiavedi cittadinanza
1. Imparare ad imparare2. Progettare3. Comunicare4. Collaborare e partecipare5. Agire in modo autonomo e
responsabile6. Risolvere problemi7. Individuare collegamenti e relazioni8. Acquisire ed interpretare
l’informazione