Bisogni educativi speciali: 2° incontro: PDP e PAI Come, quando,perchè

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Bisogni educativi speciali: 2° incontro: PDP e PAI Come, quando,perchè

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Bisogni educativi speciali: 2° incontro: PDP e PAI Come, quando,perchè. Organizzazione scuola Spazi Orari Organizzazione classi /gruppi alunni Utilizzo insegnanti. Interventi di supporto all’insegnamento Formazione aggiornamento - PowerPoint PPT Presentation

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Bisogni educativi speciali:2° incontro:

PDP e PAICome, quando,perchè

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Organizzazione scuolaSpaziOrariOrganizzazione classi /gruppi alunniUtilizzo insegnanti

Didattica individualeRelazioniApprendimentoAutonomiaUso tecnologie ausili

Didattica comuneApprendimento cooperativoDidattica per problemi realiSfondo integratoreMappe concettualiStrategie metacognitivePercorsi relazioni/emotivi

Interventi di supporto all’insegnamentoFormazione aggiornamentoAlleanze extrascolastiche (assistenza, terapia, riabilitazione)Rapporto scuola famiglia

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Laura Metelli, 18 m

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• Provando e riprovando– L’ambiente è normalmente sfidante– Non sanziona l’errore– Distribuisce le gratificazioni

• In modo contestualizzato– Le regole vengono apprese implicitamente– Viene richiesto di agire senza apprendimento

• In prospettiva sociale

Si apprende in contesti non scolastici

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• Per curiosità• Sulla base di un coinvolgimento personale• Con il supporto di una forte motivazione

Si apprende in contesti non scolastici

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I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Special Educational Needs:«Le difficoltà scolastiche sono di tanti tipi diversi e spesso non sono la

conseguenza di una causa specifica, ma sono dovute al concorso di molti fattori che riguardano sia lo studente sia il contesto in cui egli viene a trovarsi.

(Cornoldi, 1999)

Alunni con BES CON diagnosi psicologica e/o medica:

•Ritardo mentale•Disturbi generalizzati dello sviluppo•Disturbi dell’apprendimento•Disturbi del comportamento•Patologie della motricità, sensoriali, neurologiche o riferibili ad altri disturbi organici

Alunni con BES SENZA diagnosi psicologica e/o

medica:

•Svantaggio o deprivazione sociale•Provenienza e bagaglio linguistico-culturale diverso•Famiglie difficili•Difficoltà psicologiche non diagnosticabili come psicopatologie

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Bisogni educativi speciali

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(Cristina Devecchi 2013 Senior Lecturer (SEN and Inclusion) Deputy Research Director, Centre for Education and Research ,University of Northampton )7

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Bisogni educativi speciali

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Disabilità DSA e Disturbi Evolutivi Specifici

Area dello svantaggio socio-economico – linguistico e culturale

tutte •DSA•disturbi specifici del linguaggio•disturbo della coordinazione motoria, della disprassia, •disturbo dello spettro autistico lieve•A.D.H.D•Disturbo oppositivo provocatorio; •disturbo della condotta;•disturbi d'ansia e dell'umore•Funzionamento cognitivo limite•comorbilità

Svantaggi derivanti da :•motivi fisici, •Motivi biologici, •motivi fisiologici •motivi psicologici, •motivi sociali•Motivi economici

•difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana

•Interazioni tra i motivi

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Riscontri documentali

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Disabilità DSA e Disturbi Evolutivi Specifici

Area dello svantaggio

Socio – economico-

culturale

linguistico - culturale

certificazioni

•DSA: certificazioni Anche in attesa del rilascio della certificazione, si devono comunque accertare le difficoltà e adottare un piano didattico individualizzato e personalizzato•Altri disturbi: relazioni di specialisti, considerazioni pedagogiche e didattiche, riscontri oggettivi di difficoltà

Svantaggi diversi :• segnalazioni ai o dai servizi sociali• relazioni di eventuali esperti•considerazioni pedagogiche e didattiche dei docenti•Riscontri oggettivi

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Principi dell’inclusione( C. De Vecchi, 2013)

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11 USR Lombardia – Formazione BES

INDIVIDUALIZZARE o PERSONALIZZARE?

PERSONALIZZAZIONE Si basa sul principio della

differenzaCompiti della Scuola :

garantire a tutti gli alfabeti culturali indispensabili

in ognuno, favorire l’espressione della sua originalità

calibra l’offerta didattica,

INDIVIDUALIZZAZIONESi basa sul principio

dell’uguaglianzaSi esprime come il diritto di tutti al raggiungimento degli obiettivi

di apprendimento minimi

attività di recupero individuale

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Didattica individualizzata e personalizzata

Individualizzato è l’intervento calibrato sul singolo, in particolare per migliorare alcune competenze deficitarie o per potenziare l’automatizzazione di processi basilariGli obiettivi sono comuni alla classe, le metodologie diverse.Applicazione di differenti strategie didattiche per acquisire le competenze chiavePrincipio dell’uguaglianza finale (esame)Ruolo centrale degli insegnanti

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• L’azione formativa personalizzata ha, in più, l’obiettivo di dare a ciascun alunno l’opportunità di sviluppare al meglio le proprie potenzialità

• Possono porsi obiettivi diversi per ciascun discente.

• Personalizzata è la didattica che offre a ciascun alunno l’opportunità di sviluppare al meglio le proprie potenzialità attraverso un lavoro in classe diversificato

• L’alunno è costruttore del proprio apprendimento.

• L’insegnante calibra l’offerta didattica sulle specificità dello studente e definisce un lavoro mirato utilizzando le sue abilità più funzionanti

• La capacità di autodirezione di chi apprende è fondamentale

Didattica individualizzata Didattica personalizzata

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13 USR Lombardia – Formazione BES

Fatica della «Speciale normalità»

specialismo normalizzazione

….terapieLaboratori speciali

Rappr teatraliGite/usciteEsplorazioni

Solo per lui

Risposte speciali

Risposte uguali

Per tutti ma NON in risposta al suo

bisogno

Personalizz

azione ?

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Compito dei CdC o dei team docenti

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Indicare in quali casi sia opportuna e necessaria l'adozione di una personalizzazione della didattica ed eventualmente di misure compensative o dispensative, nella prospettiva di una presa in carico globale ed inclusiva di tutti gli alunni”.

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Misure dispensative e strumenti compensativi

Misure dispensative:Consentono all’alunno di non svolgere alcune prestazioni che, a causa del disturbo, risultano particolarmente difficoltose, e che non migliorano l’apprendimento, anche se ripetute

Strumenti compensativi

Strumenti didattici e tecnologici che sostituiscono o facilitano laprestazione richiesta nell’abilità deficitaria

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16 USR Lombardia – Formazione BES

CHI INSEGNA?

Molto specialesolo

per l’alunno speciale

Molto normaleper tutti gli alunni

Insegnante

specializzato

Insegnante

curricolare

Tutoring

Gruppo di

apprendimento

cooperativo

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17 USR Lombardia – Formazione BES

SU COSA SI LAVORA?

Testi specifici e diversi

Testi adattati,Semplificati,arricchiti

Navigazione

costruttivistica

personalizzata

nelle varie fonti

Molto specialesolo

per l’alunno speciale

Molto normaleper tutti gli alunni

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18 USR Lombardia – Formazione BES

COME SI APPRENDE?

Tecniche di prompting e

di strutturazione del

tempo e dello spazio

Forme di

automonitoraggio e

autoistruzione semplice

Strategie generalizzate di

autoregolazione

metacognitiva

Molto specialesolo

per l’alunno speciale

Molto normaleper tutti gli alunni

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19 USR Lombardia – Formazione BES

COME SI INTERVIENE SUL COMPORTAMENTO PROBLEMA?

Interventi psicoeducativi senza

una lettura funzionale dei

comportamenti problematici

Interventi che si basano sulle

funzioni comunicative dei

comportamenti problematici

Attività di empowerment

socioaffettivo, comunicativo e

sulla soluzione dei conflitti

Molto specialesolo

per l’alunno speciale

Molto normaleper tutti gli alunni

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I BES nella prospettiva dell’ICF

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I BES nella prospettiva ICF

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conseguenza

Assunzione prospettiva ICF

Intervenire sul contesto per ridurre la disfunzionalità.Intervenire sulla classe ?

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I BES nella mappa ICF

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Condizioni fisiche: malattie, Ospedalizzazioni, anomalie, lesioni…

Condizioni fisiche: malattie, Ospedalizzazioni, anomalie, lesioni…

Funzioni corporee: memoria, attenzione ,

diff sensoriali, motorie..

Funzioni corporee: memoria, attenzione ,

diff sensoriali, motorie..

Strutture corporee

Strutture corporee

Attività personali:Diff di apprendimento,

Comunicazione, relazione,..

Attività personali:Diff di apprendimento,

Comunicazione, relazione,..

Partecipazione Sociale: diff a integrarsi

con pari/ con adulti, a socializzare anche fuori

Partecipazione Sociale: diff a integrarsi

con pari/ con adulti, a socializzare anche fuori

Fattori personali:Autostima

AutocontrolloMotivazione, identità,...

Fattori personali:Autostima

AutocontrolloMotivazione, identità,...

Fattori ambientali e contestuali:Famiglia problematicaDifficoltà economiche

Cittadinanza non italianaDocenti problematici,....

Fattori ambientali e contestuali:Famiglia problematicaDifficoltà economiche

Cittadinanza non italianaDocenti problematici,....

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Partire dall’analisi della classe

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Perché è nelle dinamiche della classe che vanno rilevati i Bes

Perché per rispondere ai Bisogni Educativi Speciali di alcuni alunni è necessario riprogettare le azioni in classe

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Proposta di procedura

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Analisi della classe

Individuazione BES

Predisposizione PEI

Attivazione Piani

Monitoraggio abilità strumentali

Valutazione efficacia Piani

Predisposizione PDP per alunni DSA

Predisposizione PDP per alunni altri BES

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Prima tappa

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Analisi della classe

Individuazione BES

analisi della classe• mappa orientativa e griglia di rilevazione per

le classi [assunzione modello concettuale ICF]

• prove disciplinari (monitoraggio di maggio , a.s.precedente)

• altri strumenti di osservazione

individuazione alunni con bisogni educativi speciali

• risultati prove di maggio• altre prove di tipo disciplinare/strumentale• altri strumenti di osservazione

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Esempio di mappa orientativa per l’osservazione

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CONDIZIONI DI SALUTE•l'alunno presenta problemi di salute tali da determinare un funzionamento fisico, emotivo o relazionale problematico?

FUNZIONI E STRUTTURE CORPOREEFUNZIONI MENTALI

•L'alunno ha difficoltà ad orientarsi nello spazio ?

•L'alunno ha difficoltà ad orientarsi nel tempo ?•L'alunno ha difficoltà a costruirsi un'adeguata immagine di sé ?•L'alunno ha difficoltà percettive/sensoriali ?•L'alunno ha difficoltà cognitive di base (acquisizione, organizzazione e applicazione di esperienze e conoscenze)?•L'alunno ha difficoltà di memoria ?•L'alunno ha difficoltà di articolazione di fonemi o parole ?•L'alunno manifesta disprassia verbale ?•L'alunno ha difficoltà a controllare le proprie emozioni?

ATTIVITA`•L'alunno ha difficoltà a mantenere e focalizzare l'attenzione ?•L'alunno ha difficoltà nella lettura decifrativa?•L'alunno ha difficoltà a comprendere quanto legge ?•L'alunno ha difficoltà nella scrittura ( ortografia, sintassi, lessico, grafia...) ?•L'alunno ha difficoltà nella conoscenza dei numeri e nel calcolo?•L'alunno ha difficoltà nelle abilità di studio ?•L'alunno ha difficoltà ad intraprendere, eseguire, portare a termine un compito?•L'alunno ha difficoltà nella comprensione e produzione del linguaggio verbale ?•L'alunno ha difficoltà relazionali con i pari o gli adulti ?

PARTECIPAZIONE•L'alunno assume un comportamento non adattivo alle richieste e al contesto ?•L'alunno assume comportamenti problematici ?•L'alunno ha difficoltà nella gestione dei conflitti ?•L'alunno ha difficoltà nella stima del pericolo ?•….

FATTORI AMBIENTALI FATTORI PERSONALI

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Stili di insegnamento Strategie Alunni con DSA

VERBALEPrevalenza del codice linguistico

Usa le parole in modo preponderante e fa riferimenti al testo scritto per ricordare

Sfruttano le spiegazioni orali attraverso il canale uditivo; sono messi in difficoltà dai riferimenti al testo scritto

VISUALEAttenzione alle caratteristiche visuo-spaziali del concetto

Usa immagini, mappe concettuali, schemi, lavagna, cartelloni e fa riferimento a tutti gli aspetti iconici nel testo, alla pagina come fosse una fotografia e alle immagini per ricordare

Impiegano tutti gli elementi iconici forniti dall’insegnante attraverso il canale visivo non verbale.

Stili di Insegnamento

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Stili di insegnamento Strategie Alunni

SISTEMATICOSi procede in maniera graduale con un’analisi delle diverse variabili

Segue in maniera dettagliata la scaletta degli argomenti elencandoli con cura

Il metodo sistematico può essere un valido aiuto per gli alunni nel caso di argomenti complessi che richiedono una chiara distinzione delle diverse tappe che compongono il compito

INTUITIVOSi procede attraverso la formulazione di un’ipotesi cercando di confermarla

Segue a linee generali la scaletta degli argomenti, che però modifica sulla base dei rimandi degli alunni

Si abituano al ragionamento intuitivo e imparano a sviluppare inferenze sugli argomenti da trattare.

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Griglia di rilevazione sintetica

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NOMI ALUNNI PRESENZA DI PROBLEMATICHE RELATIVE

ALLA CONDIZIONE DI

SALUTE

PRESENZA DI PROBLEMATI

CHE LEGATE AL FUNZIONA

MENTO COGNITIVO

DELL'ALUNNO

PRESENZA DI PROBLEMATICHE LEGATE

ALL'ATTIVITA` DELL'ALUNNO

PRESENZA DI PROBLEMATI

CHE LEGATE ALLA PARTECIPAZIONE

DELL'ALUNNO

1

2

3

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6

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8

9

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Seconda tappa

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Predisposizione PDP per alunni DSA

•Acquisizione della segnalazione specialistica•Predisposizione del PDP anche se il percorso di valutazione è solo avviato•Possibile, ma non dovuto, un incontro con•l’equipe che ha formulato la certificazione•Stesura finale e sottoscrizione del documento (modello assunto dall’Istituto sulla base delle indicazione della C. M.)

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Seconda tappa

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Predisposizione PDP per alunni BES

– Definizione del PROFILO• check list personalizzata • descrizione del funzionamento delle abilità strumentali

(prove e altri strumenti)• altri strumenti di osservazione

– Didattica personalizzata• Strategie e metodi di insegnamento • Individuazione di eventuali modifiche all’interno degli

obiettivi disciplinari (competenze fondamentali)• Misure dispensative• Strumenti compensativi / tempi aggiuntivi

– Strategie utilizzate dall’alunno nello studio – Strumenti utilizzati dall’alunno nello studio

• Accordi scuola – famiglia – Valutazione prevista

Monitoraggio abilità strumentali e valutazione

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Esempio di scheda di progettazione

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ANALISI DELLA CLASSE:PROBLEMI, APPRENDIMENTI, COMPORTAMENTI, SITUAZIONI PARTICOLARI,….

Primo consiglio di classe e di modulo del………… …...settembre / a.s 2013/14

Che cosa ci si propone di fare per controllare i problemi emersi

COSA FANNO I DOCENTI:MAPPA DELLE ESPERIENZE TRASVERSALI /

PROGETTI DI CLASSE / LABORATORI / INDIVIDUAZIONE DEI CRITERI DI VERIFICA E VALUTAZIONE / REGOLE E ACCORDI TRA I

DOCENTI…

COSA FA LA/E FAMIGLIA/ E:

PATTI EDUCATIVISUPPORTI

ELEMENTI DEL CONTESTO SUI QUALI SI DECIDE DI AGIRE:ORGANIZZAZIONE ATTIVITA’ DIDATTICA, SCELTE METODOLOGICHE , UTILIZZO DELLE

EVENTUALI ORE DI SOSTEGNO O DI CONTEMPORANEITÀ….

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Seconda tappa

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Predisposizione PEI

• Utilizzo modello condiviso per aree• Utilizzo dispositivo per costruzione PEI

su base ICF

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Procedura

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Caratteristiche del PDP (Triani, 2013)

Piano Didattico Personalizzato: • Descrizione del profilo delle difficoltà!!• Descrizione degli obiettivi • strategie didattiche • misure dispensative • strumenti compensativi • modalità di verifica e valutazione

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Elementi del PDP

1. DATI GENERALI (alunno, profilo, insegnanti, referenti, rapporti scuola-famiglia…)

• Analisi della classe• Profilo dell’alunno

– Checklist– Abilità scolastiche

2. FUNZIONAMENTO NELLE ABILITÀ DI LETTURA, SCRITTURA E CALCOLO (elementi desunti dall’osservazione in classe)

3. DIDATTICA PERSONALIZZATA– Strategie e metodi di insegnamento – Misure dispensative– Strumenti compensativi / tempi aggiuntivi – Accordi scuola – famiglia

4. VALUTAZIONE – Misure dispensative– Strumenti compensativi– Tempi aggiuntivi

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• Incoraggiare l’apprendimento collaborativo (“Imparare non è solo un processo individuale: la dimensione comunitaria dell’apprendimento svolge un ruolo significativo”);

• favorire le attività in piccolo gruppo e il tutoraggio;• promuovere la consapevolezza del proprio modo di apprendere “al

fine di imparare ad apprendere”• privilegiare l’apprendimento esperienziale e laboratoriale “per

favorire l’operatività e allo stesso tempo il dialogo, la riflessione su quello che si fa”;

• sollecitare le conoscenze precedenti per introdurre nuovi argomenti e creare aspettative;

• sviluppare processi di autovalutazione e autocontrollo delle proprie strategie di apprendimento

• individuare mediatori didattici che facilitano l’apprendimento (immagini, schemi, mappe …).

Strategie Metodologiche

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L’alunno è dispensato da:• la presentazione contemporanea dei quattro caratteri (nelle

prime fasi dell’apprendimento);• la lettura ad alta voce;• prendere appunti;• tempi standard (la consegna delle prove scritte in tempi

maggiori di quelli previsti per gli alunni senza DSA);• copiare dalla lavagna;• la dettatura di testi/o appunti;• un eccessivo carico di compiti;• lo studio mnemonico delle tabelline;• lo studio della lingua straniera in forma scritta.

Misure Dispensative

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L’alunno usufruisce di:• tabelle, formulari, procedure specifiche … sintesi, schemi e mappe

elaborati dai docenti (le strutture grafiche (tipo diagrammi e/o mappe) possono servire ai ragazzi con DSA per trasporre e organizzare le loro conoscenze)

• calcolatrice o computer con foglio di calcolo e stampante• computer con videoscrittura, correttore ortografico, stampante e

scanner• risorse audio (cassette registrate, sintesi vocale, audiolibri, libri

parlati, libri digitali …)• software didattici free• tavola pitagorica• computer con sintetizzatore vocale

Misure Compensative

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Si concordano:• interrogazioni programmate• compensazione con prove orali di compiti scritti• uso di mediatori didattici durante le prove scritte

e orali• valutazioni più attente ai contenuti che non alla

forma• programmazione di tempi più lunghi per

l’esecuzione di prove scritte• prove informatizzate

Criteri e Modalità di Verifica e Valutazione

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Si concordano:• i compiti a casa (riduzione, distribuzione

settimanale del carico di lavoro, modalità di presentazione …)

• le modalità di aiuto: chi, come, per quanto tempo, per quali attività/discipline segue il bambino nello studio

• gli strumenti compensativi utilizzati a casa• le interrogazioni

Patto con la Famiglia

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PDP nel consiglio di classe

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PDP e consiglio di classe

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Strategia a cerchi concentrici

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Piano annuale inclusività: Modello MIUR

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Parte I – analisi dei punti di forza e di criticità

A. Rilevazione dei BES presenti: n°1. disabilità certificate (Legge 104/92 art. 3, commi 1 e 3) minorati vista minorati udito Psicofisici1. disturbi evolutivi specifici DSA ADHD/DOP Borderline cognitivo Altro1. svantaggio (indicare il disagio prevalente) Socio-economico Linguistico-culturale Disagio comportamentale/relazionale Altro

Totali% su popolazione scolastica

N° PEI redatti dai GLHO N° di PDP redatti dai Consigli di classe in presenza di certificazione sanitariaN° di PDP redatti dai Consigli di classe in assenza di certificazione sanitaria

A. Risorse professionali specifiche Prevalentemente utilizzate in… Sì / NoInsegnanti di sostegno Attività individualizzate e di piccolo

gruppoAttività laboratoriali integrate (classi aperte, laboratori protetti, ecc.)

AEC Attività individualizzate e di piccolo gruppoAttività laboratoriali integrate (classi aperte, laboratori protetti, ecc.) 46ferraboschi 2013

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A PARTIRE DAL POF

POF PAI

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Piano annuale inclusività

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• P.A.I. = parte integrante del POF• P.A.I. = non un documento per alunni BES ma

strumento di progettazione della propria offerta formativa in senso inclusivo

• P.A.I. = Linee guida dell’istituto scolastico per l’inclusione:

• Obiettivi di miglioramento• Gestione delle classi• Organizzazione dei tempi e degli spazi• Gestione delle relazioni

• P.A.I. = non sostituisce le richieste di organico di sostegno (risorse attribuite in relazione alla L.111 / 2011)

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Dalla riflessione iniziale

Siamo una scuola inclusiva ?

Farsi le domande “legittime”

Affrontare i problemiFar evolvere il sistema

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Punto di partenza: processo di autoanalisi

• ….Siamo una scuola inclusiva ?• Che cosa fa la nostra scuola per promuovere

l’integrazione scolastica e sociale degli studenti con difficoltà?

• Quali procedure la scuola ha attivato a sostegno dell’integrazione ?

• Quali strategie didattiche integranti vengono attivate nelle classi ?

• Esiste/ funziona il GLH ?• Come concorre la famiglia all’integrazione?• La nostra scuola conosce utilizza l’ICF ?• Come il territorio promuove l’integrazione ?• ….

• ….Siamo una scuola inclusiva ?• Che cosa fa la nostra scuola per promuovere

l’integrazione scolastica e sociale degli studenti con difficoltà?

• Quali procedure la scuola ha attivato a sostegno dell’integrazione ?

• Quali strategie didattiche integranti vengono attivate nelle classi ?

• Esiste/ funziona il GLH ?• Come concorre la famiglia all’integrazione?• La nostra scuola conosce utilizza l’ICF ?• Come il territorio promuove l’integrazione ?• ….Le domande servono alla scuola per riflettere su di sé , sulle

proprie pratiche e per individuare gli oggetti del possibile miglioramento

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Punto di partenza: processo di autoanalisi

• Che cosa si riporta nel POF (politiche e strategie)• Quali sono le azioni concrete (processi)• Chi fa che cosa (organizzazione e responsabilità –

leadership)• Quali sono i punti di forza per ciascuna azione

(analisi)• Quali sono i risultati ottenuti (risultati di

performance e di soddisfazione)• Quali sono le alleanze (partnership)• Quali sono le possibili aree di miglioramento

• Che cosa si riporta nel POF (politiche e strategie)• Quali sono le azioni concrete (processi)• Chi fa che cosa (organizzazione e responsabilità –

leadership)• Quali sono i punti di forza per ciascuna azione

(analisi)• Quali sono i risultati ottenuti (risultati di

performance e di soddisfazione)• Quali sono le alleanze (partnership)• Quali sono le possibili aree di miglioramento

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Index per l’inclusione

Promuovere l’apprendimento e la partecipazione nella scuola (T.Booth e M. Ainscow, Erickson 2008

“Il termine «inclusione» è spesso riduttivamente associato ad alunni che presentano problemi fisici o mentali o che abbiano Bisogni Educativi Speciali.

Nell’Index invece l’inclusione si riferisce all’educazione di tutti i bambini e ragazzi, con Bisogni Educativi Speciali e con apprendimento normale.”

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In conclusione

“L’inclusione implica il cambiamento:

è un percorso verso la crescita illimitata degli

apprendimenti e della partecipazione di tutti gli

alunni, un ideale cui le scuole possono aspirare,

ma che non potrà mai realizzarsi

compiutamente”

(T.Booth E M. Ainscow)

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Sussidiarietà = funzione di aiuto

Art 1,

Le ‘PAROLE’ importanti per l’inclusione

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Collaborazione = dare il proprio contributo attivo

Art 1, comma 2

Le ‘PAROLE’ importanti per l’inclusione

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Differenziazione = distinguere le diversità

Art 1, comma 2

Le ‘PAROLE’ importanti della «Legge per il governo del territorio»

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Partecipazione = prendere parte

Art 1, comma 2

Le ‘PAROLE’ importanti per l’inclusione

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Compensazione = equilibrareeccessi e difetti

Art 1, comma 2

Le ‘PAROLE’ importanti per l’inclusione

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Sostenibilità = mantenere nel tempo per consolidare i risultati

Art 1, comma 2

Le ‘PAROLE’ importanti per l’inclusione

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Parole impegnative non solo da capire,…

….ma da coltivare, e da far diventare “grandi”

Le ‘PAROLE’ importanti per l’inclusione

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ma sta maturando soprattutto in questi anni la consapevolezza che è necessaria

INCLUSIONE