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Aprile 2013 mensile anno 4 numero 4 - copia gratuita 9 772037 447004 tutto il BIO che cerchi tutto il BIO che cerchi A RAVENNA CI TROVI: via Panfilia, 66 - Tel. 0544 66658 via Faentina, 121 - Tel. 0544 502490 A FORLÌ CI TROVI: viale Italia, 22 - Tel. 0543 36560 NaturaSì Romagna www.naturasi.it È primavera! La Primavera è alle porte e si sente nell’aria… ma quale aria? L’Unione Europea ha stimato che ogni anno le spese sociali relative alle malattie causate dall’inquinamento ambientale ammontano a circa 45 milioni di euro – in parte ammortizzati dal pagamento dei pedaggi autostra- dali e dalle accise sui carburanti. Ma ne vale la pena? Per i cittadini sicuramente no, vista la risposta delle comunità ed il suc- cesso vantato dalle iniziative messe in campo da Enti e Amministrazioni circa la mobilità dolce e il carpooling. Mentre nelle nostre città cresce infat- ti il numero di persone che sceglie di muoversi in bicicletta – vuoi per “ta- gliare” le spese del carburante, vuoi per scelta di uno stile di vita più con- sapevole – si moltiplicano le iniziative per viaggiare in compagnia, dividendo le spese e inquinando di meno. Esem- plare il caso di Correggio, dove si sono tagliate con questo sistema 30 tonnellate di CO2, una quantità pari a quella assorbita in un anno da 1.400 alberi. Un occhio di riguardo va dato anche alla corretta informazione su quello che ogni giorno mettiamo a tavola. La querelle sulla carne equina scoperta in lasagne e preparazioni varie ci ri- corda che bisogna attentamente leg- gere le etichette e che non è mai trop- pa la solerzia delle associazioni dei consumatori che chiedono maggior trasparenza e coerenza nella gestione della tracciabilità degli alimenti. A proposito di alimenti e consumi, se il bio è un settore che pare non co- nosca crisi, gli scienziati della frutta hanno individuato nuovi cultivar da lanciare sul mercato seguendo i gusti dei consumatori: al top albicocche e pesche. Per illuminare il cammino dei so- stenitori del consumo sostenibile va nelle sale “God save the Green”, docu-film italiano sulle comunità che chiedono e occupano spazi verdi e orti urbani. [email protected] Mitili senza fiato a pag. 3 Bio a gonfie vele a pag. 4 Animali struccati a pag. 5 Nuove strade... a pag. 5 Selezione innaturale a pag. 8, 9 Aria fritta a pag. 10

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E' primavera!

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Aprile 2013 mensile anno 4 numero 4 - copia gratuita

9 7 7 2 0 3 7 4 4 7 0 0 4

ISSN 2037-447X30004

tutto il BIO che cerchitutto il BIO che cerchi

A RAVENNA CI TROVI:• via Pan�lia, 66 - Tel. 0544 66658

• via Faentina, 121 - Tel. 0544 502490A FORLÌ CI TROVI:

• viale Italia, 22 - Tel. 0543 36560 NaturaSì Romagna www.naturasi.it

È primavera!La Primavera è alle porte e si sente

nell’aria… ma quale aria?L’Unione Europea ha stimato che

ogni anno le spese sociali relative alle malattie causate dall’inquinamento ambientale ammontano a circa 45 milioni di euro – in parte ammortizzati dal pagamento dei pedaggi autostra-dali e dalle accise sui carburanti. Ma ne vale la pena?

Per i cittadini sicuramente no, vista la risposta delle comunità ed il suc-cesso vantato dalle iniziative messe

in campo da Enti e Amministrazioni circa la mobilità dolce e il carpooling. Mentre nelle nostre città cresce infat-ti il numero di persone che sceglie di muoversi in bicicletta – vuoi per “ta-gliare” le spese del carburante, vuoi per scelta di uno stile di vita più con-sapevole – si moltiplicano le iniziative per viaggiare in compagnia, dividendo le spese e inquinando di meno. Esem-plare il caso di Correggio, dove si sono tagliate con questo sistema 30 tonnellate di CO2, una quantità pari a

quella assorbita in un anno da 1.400 alberi.

Un occhio di riguardo va dato anche alla corretta informazione su quello che ogni giorno mettiamo a tavola. La querelle sulla carne equina scoperta in lasagne e preparazioni varie ci ri-corda che bisogna attentamente leg-gere le etichette e che non è mai trop-pa la solerzia delle associazioni dei consumatori che chiedono maggior trasparenza e coerenza nella gestione della tracciabilità degli alimenti.

A proposito di alimenti e consumi, se il bio è un settore che pare non co-nosca crisi, gli scienziati della frutta hanno individuato nuovi cultivar da lanciare sul mercato seguendo i gusti dei consumatori: al top albicocche e pesche.

Per illuminare il cammino dei so-stenitori del consumo sostenibile va nelle sale “God save the Green”, docu-film italiano sulle comunità che chiedono e occupano spazi verdi e orti urbani.

[email protected]

Mitili senza fiato a pag. 3

Bio a gonfie vele a pag. 4

Animali struccati a pag. 5

Nuove strade... a pag. 5

Selezione innaturale a pag. 8, 9

Aria fritta a pag. 10

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.3ambiente

La cura che mancaAd inizio del mese di marzo è stato

lanciato un allarme inquietante: Lagu-na Marinetta, nel territorio di Rosolina – in provincia di Rovigo - si sta inter-rando e le vongole muoiono soffocate.

La Laguna di Marinetta è uno dei luoghi che, nel tempo, si è qualificato come fra i più adatti alla molluschi-coltura: una ricchezza per il territorio ed anche per l’ambiente. Essa si trova tra i comuni di Porto Viro e Rosolina, in provincia di Rovigo, è estesa circa 200 ettari e comunica con il mare at-traverso le bocche site tra gli scanni e il litorale antistante Porto Levante ed è limitrofa alla più estesa laguna Vallona.

Attualmente è la più importante del Polesine assieme a quella di Caleri per gli allevamenti di vongole veraci del Delta, in particolare della specie “Tapes philippinarum”.

Adesso la Laguna si sta interrando a causa dell’apporto di sedimenti dalla bocca a mare di Albarella, principal-mente a causa del copioso apporto di sedimenti che dalla bocca a mare di Albarella vengono sospinti dalle mareggiate, soprattutto di Bora ed a causa dello sprofondamento del suo-lo ampie porzioni di barene sono ora scomparse, con la profondità media è di circa 1,5 metri. La sabbia quindi soffoca i molluschi e la vivificazione dell’intera laguna è compromessa. Ampie aree dello specchio d’acqua non sono più idonee all’allevamento: ne è prova la recente moria di vongole veraci, che sta assumendo dimensioni sempre più preoccupanti.

L’allarme delle associazioni era già stato dato lo scorso ottobre, quando era stato inviato un telegramma agli assessori regionali Maurizio Conte, Franco Manzato e Marialuisa Coppo-le, nonché agli enti preposti alla sal-vaguardia degli ambienti lagunari, af-

finché si prendano in esame urgente-mente tutte quelle azioni necessarie a scongiurare situazioni di ulteriore criticità per il comparto ittico.

“Sono mesi – hanno dichiarato le associazioni regionali della pesca – Agci Agrital, Coldiretti Impresa pesca , Federcoopesca e Lega pesca – che chiediamo alle istituzioni competenti i necessari interventi di salvaguardia e di messa in sicurezza della bocca a mare della laguna di Marinetta. Gli acquacoltori non possono più permettersi di veder perdute intere produzioni e, con-temporaneamente, non hanno la possibilità di spostarsi in aree più vocate, poiché in Marinetta il rila-scio di concessioni è bloccato da anni”.

Nella zona i mol-luschicoltori sono più di 300 e questi hanno

chiesto a gran voce, nel corso di nu-merosi incontri, che venga sollecitata la messa in sicurezza e la vivificazione della laguna di Marinetta ed il prosie-guo della delimitazione delle lagune polesane per il riconoscimento della demanialità. “Assecondare queste ri-chieste – hanno spiegato le associa-zioni - significherebbe non solo tute-lare centinaia di operatori conosciuti in tutta Europa per l’eccellenza delle

proprie produzioni, ma creare qualche centinaio di nuovi

posti di lavoro. Possi-bilità non certo tra-

scurabile, vista la grave crisi

economica ed occu-pazionale in atto nel nostro pa-ese”.

Vongole e asfissia

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4. agricoltura biologica

Una costante crescita biologica

Mentre i consumi degli Italiani sono in costante calo i prodotti biologici sono gli unici ad aumentare in un car-rello della spesa sempre più vuoto.

In Emilia Romagna hanno ripreso a crescere anche i produttori biologici che nel 2008 avevano fatto registra-re il minimo degli ultimi dieci anni. Lo ha comunicato la Coldiretti Emilia Romagna, ricordando che durante lo scorso anno, a fronte di un calo del 3 per cento dei consumi alimentari, gli acquisti di prodotti biologici avevano visto un’impennata del 6,1 per cento, superando il valore di 300 milioni di euro. Contemporaneamente è tor-nato a crescere anche il numero dei produttori biologici, che, secondo le

analisi messe a disposizione dal Sinab (Sistema d’Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica), sarebbero stati più di 3.600, tornando per la pri-ma volta al di sopra delle 3.525 unità del 2008, livello più basso degli ultimi dieci anni.

“L’accresciuto interesse per i prodot-ti biologici – ha commentato Coldiret-ti – è anche frutto della decisa svolta dei consumi e della produzione, che a seguito del ripetersi di scandali ali-mentari (dalla mucca pazza alla moz-zarella blu) hanno spinto consumatori e produttori ad orientarsi verso pro-dotti maggiormente sostenibili e di qualità”.

Proprio per rispondere all’aumento dei consumi e degli operatori, è sta-to costituito a Bologna il “CertoBio” (Consorzio emiliano romagnolo tra operatori biologici), un consorzio che

raccoglie gli operatori biologici di tre Consorzi Agrari (Adriatico, dell’Emilia e di Piacenza), del consorzio ortofrut-ticolo “Fattorie Estensi” e della coope-rativa Agripiace di Piacenza, che nel territorio piacentino rifornisce mense scolastiche per due milioni di pasti all’anno.

“CertoBio – ha detto Sala, presi-dente di Agripiace – non associa solo aziende agricole, ma tutti gli opera-tori, dai produttori ai trasformatori ai commercianti di prodotti bio. Il nostro obiettivo, secondo il progetto di Coldiretti, è organizzare una filie-ra agricola tutta italiana per rifornire mense pubbliche e private e consu-matori finali con prodotti provenienti da territori il più possibile vicino al luogo di consumo. Non ci limitere-mo solo all’alimentazione umana, ma, grazie alla presenza dei Consorzi

Agrari, punteremo a rifornire gli alle-vamenti con cereali e alimenti zoo-tecnici completamente tracciabili per la produzione di carni biologiche, che in Emilia Romagna vede impegnate oltre 600 aziende zootecniche”.

Secondo elaborazioni Coldiretti su dati Sinab, dei circa 3.602 operato-ri biologici attivi in Emilia Romagna, 2.465 sono aziende agricole (oltre un centinaio quelle ferraresi), 816 sono preparatori, 10 importatori, 266 produttori/preparatori e 45 pro-duttori/preparatori/importatori.

In regione vengono coltivati con il sistema biologico 77.500 ettari, con un’ampia parte rappresentata da col-ture foraggere (35.000 ettari), prati e pascoli (17.500 ettari) e cereali (11.000 ettari). Gli ortaggi biologici vengono coltivati su 2.146 ettari, la frutta su 2.651 e la vite su 2.292. 

Il Bio non tramonta

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.5eco-lifestyle

Facciamoci bellea cuor leggero

Non tutti i patiti di creme e bellet-ti lo sanno, ma dal 15 marzo sarà in atto una rivoluzione nel campo della cosmesi. Grazie alle nuove normative imposte dall’UE in futuro sarà asso-lutamente vietato importare e ven-dere prodotti o ingredienti cosmeti-ci testati sugli animali; dal 15 luglio 2013, invece, anche le etichette dei prodotti dovranno essere adeguate al nuovo regolamento atto a  garanti-re la sicurezza dei consumatori.

Con questo provvedimento l’Unione Europea mette la parola ‘fine’ ad al-cuni test di tossicità che fino ad oggi potevano ancora essere compiuti su-gli animali. Una decisione acclamata

dalle associazione animaliste, ma considerata dalle industrie del set-tore un colpo fatale all’innovazione e alla ricerca in campo cosmetico.

Grazie ad un nuovo sistema di ana-lisi della tossicità saranno sottoposte a screening circa 10 mila sostanze usare nell’agricoltura e nell’industria per rivelare la loro bioattività e riu-scire a predire il rischio ad essi cor-relato.

L’EPA (Environmental   Protection Agency) statunitense, infatti, ha dato avvio ad un programma, iniziamen-te definito ToxCast e ora noto come Tox21, per verificare l’eventuale tos-sicità per l’uomo di sostanze chimi-che attraverso l’impiego di un robot per velocizzare questo processo di screening.  Tra l’altro sarebbe una so-luzione più veloce, affidabile e deci-

samente meno costosa per garantire la nostra sicurezza. Attraverso i nuovi test di tossicità robotizzati si preve-de di generare più informazioni sulle sostanze chimiche tossiche di quante ne siano state prodotte nell’ultimo secolo. L’apparecchiatura, infatti, è costituita da lastre in plastica su cui si trovano 1536 minuscoli fori in cui il robot lascia cadere le varie sostanze chimiche da testare interagendo con cellule e proteine umane.

Per quanto riguarda le etichettature dei prodotti, invece, le direttive UE prevedono che dal luglio prossimo i nano-materiali presenti in pigmenti, emulsioni e prodotti per la cura della pelle, e in generale tutti i componenti di grandezza inferiore a 100 nm, do-vranno essere riportati chiaramente sulle etichette con la dicitura ‘NANO’.

Sempre a luglio si renderà obbli-gatoria la tracciabilità della filiera produttiva e distributiva dei prodot-ti, mentre le pubblicità veicolate tra-mite media dovranno rispondere a 6 parametri di riferimento: veridicità, conformità alla legge, onestà, prove di supporto, equità, scelta informata.

Negli ultimi anni si è diffusa l’atten-zione dei consumatori alle metodolo-gie di studio delle diverse aziende di cosmetici e per venire incontro a que-sta nuova esigenza di mercato diversi marchi hanno aderito allo Standard Cruelty Free, cioè ad un tipo di pro-duzione che non incrementi né condi-vida l’uso di test cosmetici su animali e che utilizzino solo materiali vegetali o sintetici. Si tratta di prodotti facil-mente reperibili in farmacia, erbori-steria, GAS, negozi specializzati.

MakeUp al naturale

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.7territorio

Forlì va a ...forza nove

E’ all’esame della Regione Emilia Romagna il nuovo itinerario propo-sto dalla “Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli di Forlì e Cesena”: l’itinerario enogastronomico riconosciuto dalla Legge Regionale 23/2000, che si svi-luppa per 287 chilometri nel tratto pedemontano e collinare della Provin-cia, si allargherà ora al territorio mon-tano e delle alte valli del Tramazzo, Montone, Rabbi, Bidente e Savio, per altri 248 chilometri.

Nove nuovi Comuni entrano quindi nel percorso enogastronomico: Dova-dola, Portico di Romagna, Premilcuo-re, Galeata, Santa Sofia, Sarsina, Ba-gno di Romagna, Verghereto e Borghi.

Il nuovo progetto prevede l’esten-sione del percorso ai territori montani

della Provincia, con l’attraversamento dei Comuni di fondovalle anche nella parte montana della Provincia, non-ché il virtuoso collegamento fra essi attraverso splendidi percorsi interval-livi e di contro-crinali.

La Strada dei Vini e dei Sapori potrà quindi promuovere progetti sul Pro-gramma di Sviluppo Rurale in colla-borazione con il Gal L’Altra Romagna, dedicati al rafforzamento dell’itinera-rio enogastronomico attraverso azioni di valorizzazione dei servizi turistici e della segnaletica.

I 248 chilometri di nuova estensio-ne dell’itinerario attraversano luoghi e siti di forte rilievo enogastronomico, oltre che dai significativi valori storico-culturale ed ambientale: il contesto di crinale ai confini con la Toscana.è rico-nosciuto come tra i più belli d’Europa. Qui i lasciti della Storia sono quanto

mai generosi, dall’epoca romana (Sar-sina), all’Esarcato bizantino di Raven-na (Abbazia di S. Ellero di Galeata e le pievi ed i castrum appenninici), ma soprattutto la “Romagna fiorentina”, con i segni della Romagna Toscana, testimonia anche oggi la più viva cul-tura del territorio.

Boschi e sottoboschi della nostra montagna sono ricchi di prodotti per la tavola, che impreziosiranno e integreranno l’attuale paniere dei prodotti tipici delle aree di pianura e bassa collina con castagne, fun-ghi e tartufi. Per non dimenticare i dolci tipici ed i frutti di bosco, che sono la componente preziosa anche di rare confetture e composte che si possono acquistare presso le azien-de delle località nelle alte valli. Gli allevamenti di ovini, caprini e bovini (Razza Romagnola), procurano, gra-

zie al lavoro dei casari, formaggi di grande sapore e genuinità. Piatti e sapori tipici (Acquacotta, Basotti, Tortelli alla lastra, Pane Toscano, Ciavar) testimoniano l varietà della gustosa gastronomia della zona.

La cultura del territorio è illumina-ta anche dall’artigianato artistico: in alcune botteghe si continuano a stampare tele a mano, secondo la tecnica tradizionale che nacque dall’uso di coprire le bestie nei gior-ni del mercato con tele colorate a ruggine. Resta ancora viva anche la lavorazione della “Pietra Serena”, di colore grigio – azzurro, ha dato sti-molo soprattutto nelle aree di Sarsi-na e Verghereto, all’attività non solo estrattiva ma alla sua lavorazione per trarne elementi originali in de-corazioni urbanistiche ed architetto-niche del territorio.

Nuovi itinerari in Romagna

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8. agricoltura biologica

Coltivazioni di...In Romagna

si studiano “nuovi frutti”

Mentre raccontiamo dello svilup-po del mercato dei prodotti bio e di quello a chilometraggio zero, le aziende agro alimentari “sondano” il marcato alla ricerca delle tracce dei cambiamenti dei gusti dei consu-matori per anticipare la richiesta di mercato circa “nuovi” frutti. A conclu-sione di un progetto finanziato dalla

Regione Emilia Romagna, sono state infatti brevettate tre nuovi cultivar di pesche, nettarine e albicocche.

In pratica questo progetto ha visto due fasi: una prima di inchiesta sui gusti dei consumatori in merito alle tipologie di frutta coltivata in Emilia Romagna, dalle pere alle pesche, pas-sando per kiwi, meloni e cocomeri; una seconda – di laboratorio – sull’in-dividuazione delle tipologie di frutti che possano “far gola” ai consumatori nei prossimi anni.

Gli obiettivi del progetto sono stati

diversi: analizzare le preferenze del consumatore, studiare nuove cultivar e selezioni di alto pregio qualitativo idonee alla coltivazione negli ambien-ti emiliano-romagnoli da proporre alla distribuzione, per ampliare l’arco temporale di commercializzazione. Una priorità del progetto è introdurre nelle nuove cultivar e selezioni carat-teri genetici di resistenza o tolleranza alle principali malattie che colpiscono le specie frutticole sopra citate, ad esempio Monilia laxa e Sharka. Sono infatti ingenti sia i danni economici

derivanti dalle malattie provocate da insetti, funghi, batteri, virus, citopla-smi, ecc., sia quelli alla salute degli operatori e all’ambiente dovuti all’uso improprio di antiparassitari.

L’indagine è stata condotta telefo-nicamente e per posta elettronica in Italia e sui principali mercati di espor-tazione per i prodotti in questione (Germania, Gran Bretagna e Francia). Sono stati indagati numerosi aspetti: definizione del frutto ideale, valuta-zione del grado di soddisfazione del consumatore, miglioramento delle

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.9agricoltura biologica

Giornata Mondiale dell’Acqua22/03/3013

Sala Silentium e chiostro, vicolo Bolognetti 2 - Bologna

Il tema della Giornata Mondiale dell’Acqua di quest’anno è la cooperazione sulle risorse idriche. L’obiettivo generale è sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di una maggiore cooperazione per

affrontare le sfide che pone la gestione delle acque, come la crescita della domanda e il problema degli sprechi.

La celebrazione della Regione Emilia-Romagna, promossa da Sabrina Freda, Assessore all’Ambiente e Riqualificazione Urbana, si tiene il 22

marzo a Bologna nella Sala Silentium e chiostro, in vicolo Bolognetti 2 dalle ore 9.30 alle13, intende avvalersi di nuovi approcci comunicativi,

che trasmettano una chiara idea di concretezza delle politiche regionali sull’acqua, soprattutto in tema di clima, scuola e buone pratiche di

gestione della risorsa.

APPUNTAMENTI

caratteristiche intrinseche del frutto e degli aspetti commerciali, eventuali differenze tra aspettative del consuma-tore nazionale ed estero.

Attraverso l’analisi delle preferenze del consumatore sono state individua-te le principali caratteristiche di albi-cocche, pesche e nettarine più idonee alla commercializzazione, per indirizza-re e supportare i processi tecnici fina-lizzati alla successiva brevettazione di nuove cultivar.

Sono due gli enti di ricerca a cui è stato affidato il lavoro: il Crpv e Astra

Innovazione e Sviluppo. Credendo nel valore della ricerca italiana, in collabo-razione con alcuni istituti universitari ed enti di ricerca e sperimentazione, sono stati sviluppati programmi fina-lizzati all’innovazione, utilizzando il Centro ricerche produzioni vegetali di Cesena per l’organizzazione dell’attivi-tà di ricerca e le aziende sperimentali regionali per le verifiche di campo.

La responsabilità tecnicoscientifica è in capo a Daniele Missere (Crpv), con la supervisione di Daniele Bassi (Universi-tà di Milano).

tendenza

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10. ambiente

Inquinamento e malattie:

quanto ci costa?Ogni anno, l’inquinamento atmo-

sferico provoca 3 milioni di giorni di assenza per malattia e 350.000 mor-ti premature in Europa. Gran parte della colpa è delle emissioni prodot-te dagli automezzi pesanti dei paesi membri.

L’Agenzia Europea per l’Ambiente si è posta il problema di quanto incida a livello di costi sociali l’inquinamento ambientale, concentrandosi su quel-lo provocato dal traffico commerciale su gomma. I dati della nuova anali-si condotta dall’Agenzia raccontano che i costi delle malattie provocate dall’inquinamento in Europa ammon-tano a 43-46 miliardi di euro all’anno (15,5 in Italia), attribuendo la metà

del costo all’inquinamento atmosfe-rico causato dal trasporto su strada.

Secondo l’AEA, infatti il trasporto su gomma copre lunghe distanze nel Vecchio Continente e su di esso è basato il trasporto di merci dell’Ue. I costi sanitari di cui si parla verreb-bero in parte coperti con i pedaggi, ma oltre ai 100 miliardi già citati, se-condo il dossier vi sarebbero anche delle voci ‘nascoste’, pagate in anni di salute precaria e vite perse.

Per questo, i pedaggi stradali per gli automezzi pesanti (HGV o autocarri) secondo l’Ue dovrebbero rispecchia-re i vari effetti sulla salute relativi all’inquinamento dovuto al traffico in diversi paesi europei. Che nella prati-ca si traduce nell’aumento del costo dei pedaggi nei paesi maggiormente inquinanti.

Il costo dell’inquinamento atmo-sferico dovuto ad automezzi pesanti

infatti è fino a 16 volte maggiore in alcuni paesi europei rispetto ad altri. Il costo medio dell’inquinamento pro-veniente da un autocarro Euroclass III da 12-14 tonnellate è più alto in Svizzera, quasi € 0,12 per chilome-tro. Costi elevati anche in Lussembur-go, in Germania, in Romania, in Italia e in Austria dove ammontano a circa € 0,08/km. Spiega l’agenzia che ciò è dovuto al fatto che gli inquinanti provocano più danni dove vi è una densità di popolazione maggiore o in regioni senza sbocchi sul mare e aree montuose in cui l’inquinamento non può essere disperso così facilmente. All’estremo opposto, lo stesso auto-carro che viaggia a Cipro, Malta e in Finlandia provoca un danno di circa mezzo centesimo di euro per chilo-metro.

Per quanto riguarda l’inquinamento provocato dagli autotocarri in Euro-

pa, sulle 33 città esaminate, Milano si è posizionata ahinoi terza, antici-pata solo da Zurigo e Bucarest relati-vamente al costo dell’impatto dei ca-mion per km: 0,107 euro per i mezzi Euro III e 0,064 euro per i mezzi Euro IV.

E in Italia? Nel complesso, l’inqui-namento provocato dai trasporti su gomma nel nostro paese ha un costo elevato in termini di salute. Spendia-mo 15,5 miliardi di euro, di cui 7,2 miliardi a carico dei mezzi pesanti.

Secondo Jacqueline McGlade, di-rettore esecutivo dell’AEA, una solu-zione ci sarebbe. Alla luce del fatto che “le economie europee fanno af-fidamento sulle lunghe distanze per il trasporto di merci”, basterebbe incorporare tali costi nel prezzo del-le merci per “incoraggiare metodi di trasporto più salutari e tecnologie più pulite.”

Siamo quello che respiriamo

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.11riciclo

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riciclo

.3

Un anello digitaleSeconda vita

alla tecnologiaUn’idea originale ed interessante

per riutilizzare le nostre “cianfrusaglie elettroniche” e poter regalare qualco-sa di veramente speciale e realizzato col cuore green alle nostre amiche: i gioielli R.A.E.E.

In realtà, trasformare i rifi uti elettro-nici in gioielli non è una novità assolu-ta: sono infatti questi monili speciali i protagonisti di una nuova sezione del Museo del Riciclo, il portale nato tre anni fa grazie all’iniziativa di Ecolight, il consorzio per la gestione dei RAEE, per promuove il recupero creativo di apparecchi, pile e accumulatori fuori uso.

I monili e i bijoux ottenuti dal riciclo di vecchi apparecchi elettronici sono stati presentati in occasione dell’edi-zione appena conclusasi di Ecomon-do a Rimini. Tra questi anelli, collane, orecchini e bracciali, ma anche gemel-li e spille, costruiti con scarti di tastie-re, computer, radio e chi più ne ha più ne metta.

Per il lancio del Museo del Riciclo è stata scelta la collezione “byLudo” realizzata da Ludovica Cirillo, una gio-

vanissima artista, attiva fi n da picco-la nelle attività di recupero creativo, che ha lavorato con pezzi di tastiere e mouse.

Ludovica ha voluto fodere la sua passione e manualità nel design con la voglia di essere parte attiva nel-la buona prassi del riuso: si è quindi dedicata al recupero creativo di vec-chie apparecchiature elettroniche per creare dei gioielli e oggetti decorativi riutilizzabili. La giovanissima designer due anni fa fu stata selezionata dal Comitato Scientifi co di TNT, il Festival dedicato ai giovani promosso dal Mi-nistero della Gioventù, ed è rientrata tra i primi 200 talenti italiani. Attual-mente è una studentessa di architet-tura alla London Metropolitan Univer-sity.

Ludovica non però la sola a trasfor-mare rifi uti elettronici in splendidi gioielli: fra i nuovi talenti della realiz-zazione di monili “alternativi” anche Cristian Visentin, che realizza anelli e collane utilizzando schede elettro-niche inutilizzate, arricchendo la sua produzione di pezzi in carta, plastica derivata dalle bottiglie, bottoni e me-talli da scarto.

La creatività espressa da questi de-signer è davvero straordinaria: i rifi uti

nelle loro mani conquistano una nuo-va identità, diventando preziosi e di tendenza, e portando il messaggio che è possibile dare una nuova vita ai rifi uti semplicemente riciclandoli.

Provare per credere: bastano po-chi attrezzi per trasformare un paio di vecchi auricolari del vostro lettore mp3 in una parure di orecchini ince-dibili. Come? Una volta appurato che davvero non funzionino più, bisogna innanzitutto tagliare il cavo dall’au-ricolare, svitare la ghiera di congiun-zione e – con una colla forte – unire un’assicella da orecchino del materiale che preferite (ar-gento, oro, acciaio - pre-feribilmente nikel free), lasciando poi indurire bene la colla. Una volta fi ssate per bene le due par-ti, si può riposi-zionare la ghie-ra e – chiudere l’orecchino con la sua vitina di sicurezza. Il monile così è pronto per es-sere indossato o regalato.

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12.medicina naturale10. medicina naturale

Affi darsi alle cure proposte dalla

medicina naturale

A supporto della medicina tradizio-nale o come strumento di prevenzio-ne per i malanni più o meno gravi nei quali si rischia di incorrere nei diverse stagioni della vita.

La fi toterapia (a volte anche im-propriamente defi nita fi tomedicina) è, in senso generale, quella pratica terapeutica umana comune a tutte le culture e le popolazioni sin dalla preistoria, che prevede l’utilizzo di piante o estratti di piante per la cura delle malattie o per il mantenimento del benessere. Dal punto di vista ter-minologico, limitandosi alla Unione Europea, solo da pochi anni, e limi-tatamente alla Gran Bretagna, esiste

una categoria professionale istituzio-nalizzata di fi toterapeuti, con percor-so formativo universitario distinto da quello previsto per la biomedicina, e con protezione legale del nome. Negli altri stati membri della UE il termine fi toterapeuta non ha valore legale, e la fi toterapia non è una branca rico-nosciuta delle biomedicina.

Le piante sono fra le principali for-nitrici di sostanze medicamentose e vanno considerate come veri e pro-pri produttori e contenitori dinamici di sostanze chimiche. Nella loro evo-luzione esse hanno sviluppato innu-merevoli metaboliti secondari che svolgono per la pianta varie funzioni ecologiche (repellenza, difesa dagli er-bivori, lotta contro altre specie vege-tali per il controllo delle risorse, difesa dai parassiti, attrazione degli impolli-natori, ecc.). Questi stessi metaboliti secondari hanno mostrato importanti

attività farmacologiche nell’uomo. Le moderne preparazioni fi toterapiche sono ottenute a partire dal materia-le vegetale, sia fresco che essicca-to, tramite estrazioni con solventi e metodiche diverse, a seconda che il solvente sia l’etanolo, l’acqua un olio grasso. In particolare i medici hanno la possibilità non di preparare ma di prescrivere preparazioni vegetali che poi prepara il farmacista (medicinali galenici magistrali). Le preparazioni in libera vendita devono sottostare a vari standard di tipo qualitativo, men-tre gli standard di effi cacia e tossicolo-gici vengono applicati (nella UE) solo a quei preparati ai quali venga rico-nosciuto lo status di farmaci vegetali (herbal medicines). Per i preparati che non rientrano in questa categoria val-gono le regolamentazioni dei singoli stati membri.

Il mercato di questi prodotti, vista

la risposta positiva dei consumatori, si sta allargando e per chi pratica la medicina naturale non è facile man-tenere coerenza e credibilità, visto il proliferare di prodotti “taroccati” o non conformi alle regole. In Italia non esiste ancora una legge specifi ca per le fi tomedicine e difatti, molte di esse, sono state prodotte e commer-cializzate in passato sotto forma di integratori alimentari, mentre attual-mente sono regolamentate dal D.L. n.169/2004 che ha fatto chiarezza con una disciplina specifi ca sugli inte-gratori alimentari. Quello che i medici “naturalisti” consigliano è di osservare sempre le confezioni che gli erboristi o le farmacie propongono, in caso di acquisto è fondamentale che ci siano dichiarati i componenti e le sostanze usate nel preparato e che, comunque, si seguano le prescrizioni ed i consigli dei dottori specializzati.

Fenomeno naturale

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.13agricoltura biologica .3agricoltura biologica

Il boom degli orti in città

La crisi mette in discussione le abi-tudini consolidate delle famiglie: di-venta sempre più comune andare a fare la spesa relativa agli alimentari nei punti vendita diretti piuttosto che recarsi al supermercato e – fi nalmen-te – si torna a fare uso dei prodotti di stagione.

Il balzo in avanti dei prezzi di carbu-rante combustibili ha fatto impennare i costi degli ortaggi e della frutta fre-sca che provengono da zone geografi -che diverse e questo ha indotto tante famiglie a tornare a fare la spesa dal contadino, un po’ come facevano i nonni. Da qui il boom dei punti vendi-ta di Campagna Amica, l’associazio-ne di produttori di Coldiretti.

Campagna Amica si propone come la prima grande rete nazionale di punti per la vendita diretta dal pro-duttore  al consumatore e conquista consensi soprattutto perché nei punti vendita si trovano solo prodotti agri-coli italiani, sicuri e controllati, che passano direttamente dalla campa-

gna alla no-stra tavola. Il consumatore, che diventa sempre più consapevole, sa quindi che troverà più convenienza e più scelta, tanto sapo-re in più e il bello di una spesa soste-nibile ed eco-compatibile.

In Emilia Romagna i punti vendita di Campagna Amica sono attualmente 224, così di-stribuiti : 12 in Provincia di Bologna, 13 in Provin-cia di Ferrara, 14 a Forlì-Cesena, 25 a

Modena, 30 nel Piacen-tino, 24 nel Ravennate, 25 a Reggio Emilia e 14 in provincia di Rimini. Fra i prodotti più venduti, oltre alle verdure di sta-gione, il miele, il latte ed i prodotti caseari, la carne e le conserve.

Le attività delle aziende agricole che fanno parte del circuito di Campagna Amica sono molteplici e hanno la missione di ri-avvicinare le persone alla sana vita di campagna.

La grande storia del-la vita in campagna nel nostro paese è un valore che andrebbe preserva-to. Gli spunti culturali e le produzioni artistiche che hanno infatti nella campagna una fonte di ispirazione e un oggetto di interesse. Nella vita di campagna affondano le radici le tradizioni colte e popolari del paese, le feste e anche le religioni.

Campagna Amica si impegna quindi costantemente a promuovere i pro-dotti tipici e i metodi di coltivazione, l’ artigianato e le sagre, la cucina e la cultura rurale.

La campagna è fonte di cultura, sto-ria, tradizioni, salute: un tesoro spes-so poco valorizzato perché percepi-to lontano dalla vita di tutti i giorni. In realtà l’ambiente e la campagna rappresentano un vero e proprio la-boratorio didattico in cui riscoprire il proprio territorio e le sue risorse, educare ad uno stile di vita sano e a scelte consapevoli che guideranno i consumatori di domani.

Gli agriturismi sono il riferimento principale di chiunque voglia organiz-zarsi una vacanza in campagna. Oggi vantano un’offerta molto variegata che tiene conto della peculiarità del territorio, della propria vocazione ru-rale e delle caratteristiche specifi che di chi lo gestisce. Il mercato agrituri-stico è molto ampio e un altro degli scopi di campagna Amica è informare sulle opportunità, raccontare espe-rienze e tendenze, far incontrare esi-genze dei consumatori-ospiti e le pro-poste di qualità del mercato.

Campagna amica

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.15bioarchitettura

Biosfera, mensile di sviluppo sostenibile - EDITORE: Edit Italia s.r.l a Socio Unico - Ferrara, V.le Cavour, 21 - Tel. 0532.200033 – Mail [email protected] - Concessionarie: Publimedia Italia S.r.l.- Ravenna, Piazza Bernini, 6 – Tel.0544.511311 – Mail [email protected] – Edit Italia S.r.l. a Socio Unico – Ferrara, V.le Cavour, 21 – Tel. 0532.200033 – Mail [email protected] - Registrazione Tribunale di Ravenna n. 1343 dell/11/01/2010 Direttore Responsabile: Gian Piero Zinzani - Stampa CSQ (BS) - Biosfera offre esclusivamente un servizio, non riceve provvigioni sulle contrattazioni, non effettua commerci, non è responsabile per la qualità, provenienza, veridicità e puntualità di uscita delle inserzioni e neppure per le conseguenze dirette e indirette che possono derivare dalla non corrispondenza di tali dati alla realtà. La direzione si riserva comunque, a suo insindacabile giudizio, di cestinare annunci. Edit Italia S.r.l. a Socio Unico precisa che tutte le inserzioni recanti dati personali e/o sensibili ai sensi del D.L. 196/2003, sono state pubblicate previa informativa all’interessato e espresso, diretto e specifico consenso dello stesso alla diffusione dei predetti dati ai sensi del D.L. 196/2003. Questo periodico è aperto a quanti desiderino manifestare il loro pensiero, senza recare pregiudizio ad altri, ai sensi dell’art.21 della Costituzione e, pertanto, la sua Redazione è disposta a ricevere testi scritti, fotografie, immagini ed altro materiale dai lettori. Tuttavia, l’eventuale pubblicazione, anche in via telematica, di quanto inviato alla Redazione di questo periodico, è a totale discrezione della Redazione medesima. In ogni caso l’eventuale pubblicazione non determina la costituzione di alcun rapporto di collaborazione dei lettori con la stessa Redazione e/o con l’Editore, né obbligo di pagamento di alcun importo da parte della Redazione e/o dell’Editore del periodico. L’invio del materiale è a titolo gratuito. Quanto inviato alla Redazione, anche se non pubblicato, non verrà restituito al mittente. Per l’invio del materiale l’indirizzo è [email protected] - È vietata la riproduzione totale o parziale di foto, marchi e testi. Copyright, tutti i diritti riservati a Edit Italia S.r.l. a Socio Unico.

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La Grande distribuzione

organizzata italiana si adegua e si supera

Anche i super mercati diventano sostenibili e si mobilitano contro lo spreco di energia, installando im-pianti all’avanguardia e logiche cen-tralizzate finalizzate a diminuire l’im-patto del trasporto delle merci, sia per venire incontro alle regole dell’U-nione Europea, sia per accontentare i propri clienti, sempre più attenti alle tematiche ambientali.

I super mercati si impegnano so-prattutto per cercare di mitigare il consumo della refrigerazione alimen-tare. Esselunga, per esempio, nei super mercati di ultima generazione, ha fatto installare centrali frigorifere a CO2, per evitare l’utilizzo dei fluidi refrigeranti  ad impatto negativo sul-

la fascia dell’ozono. Queste centrali sono state installate con successo anche in molti punti vendita Carre-four e Coop,   per sostituire i liquidi refrigeranti, tra cui i clorofluorocar-buri (Cfc), messi al bando, a partire dal 2010, come gas climalteranti al-tamente pericolosi e vietati, dal pro-tocollo di Montreal.

A pochi chilometri da Ravenna sor-ge l’eco-supermercato del futuro, capace di ridurre al minimo l’impat-to ambientale e migliorare al tempo stesso il benessere per clienti e lavo-ratori.

L’inCoop di Conselice, inaugurato a settembre scorso, è infatti un proto-tipo di negozio all’avanguardia, per la quantità e la qualità di soluzioni presenti in tutto il suo ciclo di vita, a partire dalla scelta di materiali: è realizzato soprattutto con quelli riuti-lizzabili e riciclabili, recuperando an-che i detriti degli edifici preesistenti. Infatti la struttura è stata pensata

come un sistema olistico, nel quale, cioè, le singole soluzioni adottate si integrano tra loro determinando un equilibrio “virtuoso”.

Nel supermercato di Conselice il sistema di riscaldamento e condizio-namento, servito da una pompa di calore geotermica, prevede differen-ti zone climatiche, in funzione delle attività che si svolgono nelle diverse aree del negozio. Un grande cami-no di ventilazione naturale facilita il ricambio d’aria, mentre il passaggio attraverso tubazioni interrate asetti-che consente di far entrare aria preri-scaldata in inverno e fresca d’estate. Nel supermercato ecologico sono banditi gli sprechi: il calore di scarto dei frigoriferi viene recuperato e uti-lizzato per scaldare l’acqua sanitaria e, d’inverno, si integra con l’impianto di riscaldamento.

Analoga la parsimonia nell’utilizzo dell’acqua e dell’energia: nella coper-tura, realizzata con tecnologia “cool

roof”, sono stati inseriti un sistema di recupero delle acque piovane ed una rete di camini solari, per convogliare all’interno la luce naturale. In questo modo si riduce la necessità di illumi-nazione artificiale, tutta garantita da lampade ad alta efficienza e a led.

Grazie a questi e a molti altri ac-corgimenti, il nuovo punto vendita risparmierà almeno il 40% di energia rispetto ai super mercati costruiti nel rispetto delle normative più recenti in materia di contenimento dei con-sumi. E, se si considera che il negozio è alimentato esclusivamente da ener-gie rinnovabili, l’impatto ambientale misurato in termini di CO2 sarà nullo.

Ma non finisce qui. Nei super mer-cati green ci si adopera per centra-lizzare anche i trasporti delle merci, creando piattaforme logistiche pen-sate per eliminare i lunghi viaggi, otti-mizzare il carico dei camion e ridurre il flusso di traffico per contenere le emissioni di anidride carbonica.

Super-mercato

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agire

abitare

governare

coltivare

produrre• appuntamenti culturali • aree espositive

• laboratori • animazioni e spettacoli

mostra-convegno internazionale

terrafuturabuone pratiche di vita, di governo e d’impresa

Firenze - Fortezza da Basso17/19 maggio 2013

X edizione | ingresso libero

Regione Toscana

www.terrafutura.itRelazioni istituzionali e programmazione culturale

Fondazione Culturale Responsabilità Etica tel. 049 7399726 - 055 2638745

email [email protected]

Organizzazione eventoAdescoop-Agenzia dell’Economia Socialetel. 049 8726599email [email protected]

Dieci anni dopo: oltre la crisi,

per una nuova Europa2004

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biosfera_235x350col_TF13 13/03/13 07.44 Pagina 1