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117 Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora vascolare alloctona Da questa equazione si ottiene che in 1 km 2 si ritrovano circa 7 taxa alloctoni e questo può essere considerato come un valore medio di densità della presenza di specie alloctone nel Lazio; un confronto con tutta la flora del Lazio con misure dirette sul campo mostra ovviamente, trattandosi di un set di specie molto più ampio, valori molto maggiori che variano all’incirca tra 342 e 350 taxa nei M.ti Ausoni (Lucchese & Lattanzi, 2000) o tra 319 e 330 taxa nelle Mon- tagne della Duchessa (Iocchi, in verbis). Per quanto riguarda il valore di z (0,34), questo risulta molto più elevato rispetto a quello teorico calcolato da Preston (1962) a livello globale, pari a 0,26 e a quello calcolato per la flora dei Monti Ausoni che è pari a 0,21 (Lucchese & Lattanzi, 2000). Un valore così elevato si può spiegare con il fatto che il pool di specie al- loctone presenta un’elevata eterogeneità sia a livello tasso- nomico sia a livello degli habitat occupati, ma anche con il fatto che tra i taxa alloctoni vi sono molte specie casuali di recente introduzione la cui localizzazione, essendo fortemente legata alle attività umane, risulta imprevedibile, frammentata e quindi eterogenea. Ampliando questo discorso e volendo confrontare tra loro differenti settori geografici del Lazio, sono stati scelti e con- siderati 8 subdataset (ciascuno costituito da 12 quadranti) relativi alle seguenti zone geografiche: 1) Roma città; 2 e 3) Alta e Bassa Valle Tiberina; 4) Valle Latina; 5) Pianura Pontina; 6) Maremma Laziale; 7) Alta Valle dell’Aniene; 8) Valle del Salto. Osservando i valori della flora alloctona in queste aree (Tab. 5.4), si nota come nell’area urbana di Roma si abbia la maggior concentrazione di taxa alloctoni: il maggior numero di taxa alloctoni (243 entità, ben oltre la metà del- Fig. 5.17 - Relazione Specie-Area misurata secondo la regressione lineare tra logS (logaritmo del numero di taxa alloctoni stimati per ogni combinazione di n quadranti da 1 a 375) e logA (logaritmo dell’area calcolata per ogni combinazione di n quadranti da 1 a 375) calcolati utilizzando il metodo di rarefazione non pa- rametrica proposto da Colwell (2013). Settore N S tot S med S sing S ubiq C Roma città 12 243 93,45 90 31 22,77 Alta Valle Tiberina 12 101 39 33 7 10,69 Bassa Valle Tiberina 12 133 48,45 47 6 10,80 Valle Latina 12 103 32,27 36 3 6,40 Pianura Pontina 12 129 39,45 43 0 7,84 Maremma Laziale 12 83 28,45 28 2 6,26 Alta Valle dell’Aniene 12 113 29 50 2 4,40 Valle del Salto 12 64 18,5 27 1 3,24 Tab. 5.4 - Composizione della flora alloctona in alcuni settori geografici del Lazio. N rappresenta il numero di quadranti considerati per caratterizzare ciascun settore. Stot e Smed corrispondono rispettivamente al numero totale e al numero medio di taxa alloctoni presenti negli N quadranti selezionati per ciascun settore. Ssing si riferisce al numero di taxa “singletons”, ovvero quelli presenti solamente in 1 quadrante, mentre Subiq indica il numero di taxa ubiquitari che sono presenti in tutti i 12 quadranti di ciascun settore. C si riferisce, invece, alla costante dell’equazione di Arrhenius e pertanto indica il numero di specie stimato per 1 km 2 di superficie.

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Da questa equazione si ottiene che in 1 km2 si ritrovanocirca 7 taxa alloctoni e questo può essere considerato comeun valore medio di densità della presenza di specie alloctonenel Lazio; un confronto con tutta la flora del Lazio conmisure dirette sul campo mostra ovviamente, trattandosidi un set di specie molto più ampio, valori molto maggioriche variano all’incirca tra 342 e 350 taxa nei m.ti Ausoni(Lucchese & Lattanzi, 2000) o tra 319 e 330 taxa nelle mon-tagne della Duchessa (Iocchi, in verbis). Per quanto riguardail valore di z (0,34), questo risulta molto più elevato rispettoa quello teorico calcolato da Preston (1962) a livello globale,pari a 0,26 e a quello calcolato per la flora dei monti Ausoniche è pari a 0,21 (Lucchese & Lattanzi, 2000). un valore cosìelevato si può spiegare con il fatto che il pool di specie al-loctone presenta un’elevata eterogeneità sia a livello tasso-

nomico sia a livello degli habitat occupati, ma anche con ilfatto che tra i taxa alloctoni vi sono molte specie casuali direcente introduzione la cui localizzazione, essendo fortementelegata alle attività umane, risulta imprevedibile, frammentatae quindi eterogenea.Ampliando questo discorso e volendo confrontare tra lorodifferenti settori geografici del Lazio, sono stati scelti e con-siderati 8 subdataset (ciascuno costituito da 12 quadranti)relativi alle seguenti zone geografiche: 1) Roma città; 2 e 3)Alta e Bassa valle Tiberina; 4) valle Latina; 5) Pianura Pontina;6) maremma Laziale; 7) Alta valle dell’Aniene; 8) valle delSalto. Osservando i valori della flora alloctona in questearee (Tab. 5.4), si nota come nell’area urbana di Roma siabbia la maggior concentrazione di taxa alloctoni: il maggiornumero di taxa alloctoni (243 entità, ben oltre la metà del-

Fig. 5.17 - Relazione Specie-Area misurata secondo la regressione lineare tra logS (logaritmo del numero di taxa alloctoni stimati per ogni combinazione di nquadranti da 1 a 375) e logA (logaritmo dell’area calcolata per ogni combinazione di n quadranti da 1 a 375) calcolati utilizzando il metodo di rarefazione non pa-rametrica proposto da Colwell (2013).

Settore N Stot Smed Ssing Subiq C

Roma città 12 243 93,45 90 31 22,77

Alta valle Tiberina 12 101 39 33 7 10,69

Bassa valle Tiberina 12 133 48,45 47 6 10,80

valle Latina 12 103 32,27 36 3 6,40

Pianura Pontina 12 129 39,45 43 0 7,84

maremma Laziale 12 83 28,45 28 2 6,26

Alta valle dell’Aniene 12 113 29 50 2 4,40

valle del Salto 12 64 18,5 27 1 3,24

Tab. 5.4 - Composizione della flora alloctona in alcuni settori geografici del Lazio. N rappresenta il numero di quadranti considerati per caratterizzareciascun settore. Stot e Smed corrispondono rispettivamente al numero totale e al numero medio di taxa alloctoni presenti negli N quadranti selezionatiper ciascun settore. Ssing si riferisce al numero di taxa “singletons”, ovvero quelli presenti solamente in 1 quadrante, mentre Subiq indica il numero ditaxa ubiquitari che sono presenti in tutti i 12 quadranti di ciascun settore. C si riferisce, invece, alla costante dell’equazione di Arrhenius e pertanto indicail numero di specie stimato per 1 km2 di superficie.

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l’intera flora alloctona regionale); il numero medio (93-94taxa per quadrante) corrisponde in molti casi a più deldoppio dei valori medi calcolati per gli altri settori; il numerostimato di alloctone che possono essere presenti in 1 km2 èdi circa 22-23 taxa ovvero sempre il doppio rispetto agli altrisettori; il numero di singletons e di specie ubiquitarie èsempre notevolmente superiore rispetto alle altre zone geo-grafiche. Si può pertanto concludere che l’area urbana diRoma costituisce in assoluto il più importante centro diarrivo e diffusione dei taxa alloctoni a livello regionale. Aseguire è da notare come anche la composizione rilevataper l’Alta e la Bassa valle Tiberina mostri dei valori relativamenteelevati (la densità di alloctone è di circa 10-11 taxa per km2).I settori della valle Latina, della Pianura Pontina e della ma-remma Laziale, mostrano, invece, valori di densità relativa-mente vicini alla suddetta media regionale, mentre nell’Altavalle dell’Aniene e nella valle del Salto i valori di densità ri-sultano relativamente più bassi. Particolarmente interessanteè la composizione delle alloctone calcolata per l’Alta valledell’Aniene, dove nonostante si abbia un discreto numerototale di taxa alloctoni (113 entità, tra cui ben 50 singletons),la densità misurata risulta relativamente molto bassa. Talerisultato può dipendere dal fatto che all’interno di questosettore la maggior parte delle specie alloctone sono con-centrate in pochi quadranti (1-2 al massimo), come effettodel differente grado di disturbo antropico che si concentrain poche zone localizzate (ad elevata eterogeneità), attornoa centri abitati (Subiaco, Agosta).

PROVENIENZA GEOGRAFICADa un punto di vista biogeografico si nota che la maggiorparte delle specie alloctone regionali (178 taxa, pari circaal 38% del totale) provengono dal continente americano(America settentrionale, centrale e/o meridionale), che cor-rispondono circa al doppio rispetto al contingente di specieprovenienti dal continente asiatico (86 taxa, pari circa al19% del totale), mentre il contingente di specie eurasiatiche(48) e mediterranee (47) ammonta all’incirca al 10%. Glialtri contingenti risultano avere un debole contributo allacomposizione della flora alloctona regionale (Fig. 5.18).Confrontando la ripartizione osservata per il Lazio conquella ritrovata per alcune delle altre regioni italiane, è in-teressante notare che mentre la Toscana (Arrigoni & viegi,2011), la Campania (Stinca, 2013) e le marche (viegi et al.,2003) mostrano una ripartizione corologica delle speciealloctone abbastanza simile a quella riscontrata per il Lazio,al contrario in Sardegna, nonostante le specie americanerisultino ancora quelle con la maggiore percentule (30%),le specie asiatiche (11%) e quelle eurasiatiche (3%) risultanoessere di gran lunga meno diffuse rispetto al Lazio, adiscapito delle specie mediterranee, che, al contrario, rag-giungono circa il 17% (Bacchetta et al., 2009). Dal confrontocon quanto riscontrato, invece, per i settori costieri delLazio (Acosta & Izzi, 2007), si nota che la maggior parte deitaxa alloctoni provengono sempre dal continente americano(47%), seguiti però da quelli africani (17%) e asiatici (15%).Incrociando il continente di provenienza con lo status di al-

Fig. 5.18 - Ripartizione delle specie alloctone del Lazio in base all'areale di provenienza.

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loctonia (Tab. 5.5) si nota che il maggior numero di speciealloctone invasive è di origine americana (24 su 37 per leinvasive più diffuse e 4 su 7 per le localmente invasive).Anche tra le naturalizzate non invasive il contingente piùnumeroso è sempre quello americano (52 su 139 totali). Lespecie di origine asiatica, invece, sono composte principal-mente da specie casuali (66 su 86) ed includono un numerorelativamente basso di specie naturalizzate (20), rispetto aquelle di origine eurasiatica (28) e mediterranea (19), chenel complesso sono presenti nel Lazio in numero minore.mentre le alloctone di origine mediterranea mostrano unrapporto casuali/naturalizzate pari a circa 1.47 (28/19), quelledi origine eurasiatica, invece, raggiungono un valore deci-samente più basso pari a circa 0.71 (20/28). Nonostante idue contingenti siano presenti nel Lazio con un numero ab-bastanza simile di entità alloctone (47 mediterraneee e 48eurasiatiche), le alloctone di origine eurasiatica risultanopotenzialmente più dannose di quelle di origine mediterranea. Nel complesso (Fig. 5.19) l’incidenza regionale delle specieche provengono da zone temperate (calcolate includendoquelle di origine Asiatica, eurasiatica ed europea) si concentranelle zone più interne rispetto alle specie che provengonoda zone tropicali o subtropicali o di tipo mediterraneo (cal-colate includendo quelle di origine Tropicale, Africana, me-diterranea, Autraliana e Centroamericana), le quali, invece,sono relativamente più concentrate nelle zone costiere.

FLORA ALLOCTONA E CLIMACome è noto la riccheza di specie è una variabile che persua natura dipende da vari fattori che interagiscono traloro in maniera molto complessa e diversificata nello spazioe nel tempo, pertanto è molto difficile trarre interpretazioniveramente utili (soprattutto per fini predittivi) da unasemplice correlazione (che qui viene arbitrariamente assuntacome lineare) con un’unica variabile indipendente. Inoltre,considerando che in questo caso vengono incluse nel con-teggio della ricchezza anche le specie alloctone casuali, lequali per definizione non hanno avuto il tempo di stabilireun equilibrio tra pianta e ambiente, il quadro interpretativoal quale possiamo spingerci è da considerarsi puramentedescrittivo. Con lo scopo di verificare le eventuali differenzedovute alla incidenza della presenza delle specie casuali,sono state eseguite anche le regressioni tra le variabili cli-matiche e la sola ricchezza di specie naturalizzate (Tab. 5.6).Da una semplice osservazione del pattern di distribuzionedella ricchezza di taxa alloctoni rispetto all’andamento delletemperature medie delle minime del mese di Gennaio(Tmmin Gen) per ogni quadrante, si nota come la maggiorricchezza delle alloctone sia concentrata nelle zone relati-vamente meno fredde, mentre nelle zone più fredde si

Categorie Totali e subtotali

Americane 178

Casuale 98Invasiva 24Localmente Invasiva 4Naturalizzata 52

Asiatiche 86

Casuale 66Invasiva 3Localmente Invasiva 1Naturalizzata 16

Mediterranee 47

Casuale 28Invasiva 1Naturalizzata 18

Eurasiatiche 48

Casuale 20Invasiva 2Naturalizzata 26

Europee 15

Casuale 11Naturalizzata 4

Africane 33

Casuale 22Invasiva 3Localmente Invasiva 1Naturalizzata 7

Afro-Asiatiche 5Casuale 3Invasiva 1Naturalizzata 1

Tropicali 18

Casuale 11Invasiva 3Localmente Invasiva 1Naturalizzata 3

Australiane 13

Casuale 12Naturalizzata 1

di origine incerta o ibridogene 25

Casuale 14Naturalizzata 11

Totale 468

Tab. 5.3 - Ripartizione delle specie alloctone in base al continente di pro-venienza ed allo status.

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osserva una ricchezza di alloctone generalmente bassa(Fig. 5.20 e Fig. 5.21). Ciò però non è confermato dai risultatidella regressione lineare (Tab. 5.6) da cui risulta un R2 =0.054 (Pvalue < 0.0005), rilevando quindi una debole corre-lazione positiva (seppur statisticamente significativa) tral’andamento spaziale della Tmmin Gen e la presenza dellaflora alloctona. L’osservazione grafica dei residui della re-gressione (Fig. 5.22) mette in evidenza però che per valoribassi di temperatura la varianza registrata dalla ricchezzadelle alloctone è nettamente inferiore rispetto a quella chesi osserva per valori di temperatura più elevati (eterosche-dasticità). Ciò fa pensare che laddove si verificano bassetemperature medie di Gennaio (inverni abbastanza rigidi)vi sia in qualche modo una barriera ambientale che limital’arrivo e la diffusione di specie alloctone, mentre, laddovela Tmmin Gen non sia troppo rigida, la minore o maggiorepresenza dei taxa alloctoni sia determinata da altri fattori.Osservando la Fig. 5.23 è possibile notare come sono di-stribuiti i valori della deviazione standard dei residui dellaregressione lineare quando si utilizzano i valori della tem-peratura media annua come variabile indipendente. Lezone rosse indicano quei settori dove il numero di alloctoneosservato risulta sensibilmente maggiore rispetto a quello

stimato dalla regressione lineare, mentre le zone azzurre,al contrario, indicano quei settori dove il numero di alloctoneosservato risulta sensibilmente minore rispetto a quellostimato. In entrambi i casi si tratta quindi di zone dove larelazione tra le due variabili non può essere considerata li-neare, o comunque dove la variabile indipendente (tem-perature medie annue) non sembra essere ben correlatacon la variabile dipendente (numero di specie alloctone).un pattern molto simile si ottiene quando come variabileindipendente si utilizzano i valori della temperatura mediadelle minime del mese di Gennaio o delle temperaturemassime annue. un buon esempio di specie alloctona la cui distribuzionesembra essere limitata entro una barriera climatica si osservaquando si mette in relazione la presenza di Oxalis articultatanel Lazio con l’andamento dell’isoterma di 0°C della tem-peratura media minima di Gennaio (Fig. 5.24). Il limite piùinterno dell’areale laziale di questo taxon molto diffuso nelLazio segue più o meno l’andamento dell’isoterma senzamai estendersi in quei settori del Lazio dove a Gennaio siregistrano temperature medie inferiori a 0 °C. un patternsimile si osserva anche in altri taxa alloctoni quali ad es. Pa-spalum distichum e Phytolacca americana; tale pattern è

Fig. 5.19 - Rapporto tra il numero di taxa di origne tropicale, africana, mediterranea, australiana e centroamericana e il numero di taxa di origine europea, asiaticaed eurasiatica. Per migliorare la leggibilità della mappa i valori del rapporto sono stati interpolati spazialmente (kriging) a partire dai dati per quadrante.

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Fig. 5.20 - Distribuzione spaziale dei taxa alloctoni in relazione alla temperature medie annue (°C).

Fig. 5.21 - Distribuzione spaziale dei taxa alloctoni in relazione alla temperatura media delle minime di Gennaio (Tmmin Gen, °C).

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stato già messo in evidenza per le specie mediterranee,quali Clematis flammula (vedi Cap. 1, Fig. 1.9)Da una semplice osservazione del pattern di distribuzionedella ricchezza di taxa alloctoni rispetto all’andamento

delle precipitazioni totali annue, si nota come, tranne cheper alcune eccezioni, le zone di maggior ricchezza dellaflora alloctona sembrano siano concentrate nelle zonedove piove di meno (Fig. 5.25). Ciò però non è confermato

Fig. 5.23 - Distribuzione spaziale dei valori della deviazione standard dei residui della regressione tra il numero totale di alloctone e le temperature medie annue.

Fig. 5.22 - Grafico della regressione lineare tra ricchezza di taxa alloctoni e temperatura media delle minime di Gennaio. In corrispondenza dei valori inferiori ditemperatura la varianza registrata dai valori di ricchezza attorno alla retta di regressione è nettamente inferiore rispetto a quella che si osserva per valori di tem-peratura più elevati (eteroschedasticità).

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Fig. 5.24 - Confronto tra la distribuzione di Oxalis articultatanel Lazio e l’andamento dell’isoterma di 0°C della temperatura media delle minime di Gennaio.

Fig. 5.25 - Distribuzione spaziale dei taxa alloctoni in relazione alle precipitazioni totali annue.

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dai risultati della regressione lineare (Tab. 5.6) da cui risultaun R2 = 0.068 (Pvalue < 0.0005), rilevando quindi unadebole correlazione negativa (seppur statisticamente si-gnificativa) tra l’andamento spaziale delle precipitazioni ela presenza della flora alloctona.Osservando la Fig. 5.26 è possibile notare come sono di-stribuiti i valori della deviazione standard dei residui dellaregressione lineare quando si utilizzano i valori delle pre-cipitazioni totali annue come variabile indipendente. Anchein questo caso, le zone rosse indicano quei settori dove ilnumero di alloctone osservato risulta sensibilmente maggiorerispetto a quello stimato dalla regressione lineare, mentrele zone azzurre, al contrario, indicano quei settori dove il

numero di alloctone osservato risulta sensibilmente minorerispetto a quello stimato.Analogamente a quanto già osservato per le temperature(medie, minime e massime) si nota come nella zona urbanae peri-urbana di Roma il numero di specie alloctone risultaessere sensibilmente maggiore rispetto a quello stimatodalla regressione lineare, mentre nei settori costieri ecollinari della Tuscia viterbese il numero di specie alloctonerisulta essere sensibilmente minore rispetto a quello stimato.Tali anomalie ci indicano che i fenomeni (o parametri) chemeglio possono essere correlati al numero di speciealloctone con molta probabilità svolgono un ruolo più im-portante proprio in questi settori.

Fig. 5.26 - Distribuzione spaziale dei valori della deviazione standard dei residui della regressione tra il numero totale di alloctone e le precipitazioni totali annue.

Var. dipendente Var. indipendente Coefficente R2 PvalueTotale alloctone Temp. medie annue +3.106 0.1 0.000

Solo naturalizzate Temp. medie annue +2.66 0.12 0.000

Totale alloctone Temp. medie di Gennaio +2.23 0.054 0.000

Solo naturalizzate Temp. medie di Gennaio +1.82 0.06 0.000

Totale alloctone Precipitazioni totali annue -0.02 0.068 0.000

Solo naturalizzate Precipitazioni totali annue -0.016 0.083 0.000

Tab. 5.6 - Risultati delle regressioni lineari tra variabili dipendenti e variabili indipendenti.

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Nel complesso le variabili indipendenti desunte dal climanon sembrano spiegare sufficientemente il pattern spazialedella ricchezza mostrato dalla flora alloctona. Si nota co-munque un effetto limitante dovuto alla temperaturamedia delle minime di Gennaio, le quali quando raggiungonoi valori più bassi fungono da barriera ambientale contra-stando l’arrivo e la diffusione dei taxa alloctoni.

FLORA ALLOCTONA E USO DEL SUOLOOsservando la ripartizione dei 468 taxa alloctoni, la cui pre-senza è stata confermata a livello regionale in relazione alleprincipali categorie di uso del suolo in cui le entità hannola capacità di diffondersi (Fig 5.27), è evidente che il processodi invasione di specie vegetali è concentrato maggiormentein ambiti artificiali (superfici artificiali antropizzate e agricole);poiché una specie può diffondersi in più di una tipologia diuso del suolo, la somma dei subtotali non corrisponde altotale dei taxa considerati. Nonostante ciò, esiste comunqueun buon numero di specie alloctone che sono state introdottein aree naturali o seminaturali e/o in corrispondenza dicorpi idrici (fiumi, laghi e fondali marini).Osservando in dettaglio la ripartizione dei taxa alloctoniregionali in funzione del secondo livello della legenda CLC(Tab. 5.7), si nota che, tra gli ambiti di uso del suolo di per-tinenza dei corpi idrici e delle aree naturali o semi-naturali,quelli più minacciati dalla presenza di specie alloctonesono i laghi e i fiumi (166 entità), le superfici aperte convegetazione sparsa (155), le boscaglie aperte, i cespuglieti

Fig. 5.27 - Ripartizione dei taxa alloctoni in funzione dei tipi di uso del suolo (CLC, 1° livello).

CLC Denominazione Totali e subtotali

1 Superfici artificiali antropizzate 419

11 Manufatti urbani 328

12 Aree industriali, commerciali e vie di comunicazione 262

13 Aree minerarie, estrative, cave e cantieri 145

14 Aree verdi artificiali e incolti urbani 300

15 Aree archeologiche, ville storiche, etc. 60

2 Superfici artificiali agricole 305

21 Campi arati 196

22 Colture permanenti 81

23 Pascoli 36

24 Aree agricole eterogenee 145

3 Aree naturali o semi-naturali 247

31 Foreste 84

32 Boscaglie aperte, cespuglieti e praterie 125

33 Superfici aperte con vegetazione sparsa 155

4 Zone umide 67

41 Zone umide interne 52

42 Zone umide costiere 15

5 Corpi idrici (laghi, fiumi, fondali marini) 167

51 Fiumi e laghi interni 166

52 Fondali marini 1

Tab. 5.7 - Ripartizione dei taxa alloctoni in funzione dei tipi di uso delsuolo (CLC, 1° e 2° livello).

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e le praterie (125) e le foreste (84). Nell’ambito delle superficiartificiali antropizzate, è interessante notare, invece, come,oltre alle superfici occupate da manufatti urbani (328entità), anche le aree verdi artificiali e gli incolti urbani(300) rappresentino un bacino di diversità per le specie al-loctone (Foto 86; Foto 87). Al contrario, sembra che le villestoriche e le aree archeologiche siano meno impattatedalla colonizzazione di piante alloctone.Tali risultati rappresentano un quadro conoscitivo moltoutile ai fini della gestione e programmazione del territorio,in quanto possono fornire indicazioni fondamentali perprevedere eventuali impatti in contesti soggetti a variazionid’uso del suolo. Ad es., nei casi in cui si prevedano trasfor-mazioni della destinazione d’uso (distruzione di un’areaagricola abbandonata e/o parzialmente forestata per co-struire strade e palazzi), sarebbe opportuno tenere contodegli effetti che tale cambiamento potrebbe causare intermini di diffusione di specie alloctone.Dal punto di vista gestionale è anche importante la conoscenzadi come e quanto l’uso del suolo favorisca o meno l’arrivo ela diffusione delle specie alloctone. A questo scopo i dati di-

stributivi risultano fondamentali per condurre un’analisi spa-ziale (overlay) in grado di mettere in relazione la ricchezza ditaxa alloctoni (variabile dipendente) con le varie tipologiedi uso del suolo (variabili indipendenti). A questo propositosono state predisposte delle cartografie tematiche in mododa sovrapporre i dati di ricchezza con quelli dell’uso delsuolo e poter poi utilizzare i dati quantitativi risultanti pereseguire un’analisi esplorativa della regressione lineare.Le superfici di ciascun quadrante sono state classificate alprimo livello CLC utilizzando come base di dati la carta dell’usodel suolo della Regione Lazio (OpenData della Regione Lazio).Il disturbo generato dall’antropizzazione è stato quindi ricavatocalcolando la percentuale di superficie interessata da areeantropizzate all’interno di ciascun quadrante. Inoltre, è stataeseguita anche una misurazione dell’incidenza della viabilitàcalcolando la lunghezza (in metri) dei tratti stradali e autostradalie di quelli ferroviari in ciascun quadrante. Sono state così ot-tenute, per ciascun quadrante, due variabili indipendenti “an-tropizzazione” e “viabilità”, le quali sono state messe in relazionespaziale con la ricchezza di taxa alloctoni (variabile dipendente)in modo da verificarne l’eventuale correlazione e quantificarnela dipendenza. Dall’osservazione visiva della sovrapposizionetra distribuzione dell’antropizzazione e ricchezza di taxaalloctoni, si nota chiaramente come i quadranti più antropizzatisiano tendenzialmente più ricchi di alloctone rispetto a quellimeno antropizzati (Fig. 5.28). Ciò è confermato dai risultatidella regressione lineare (Tab. 5.8) da cui risulta un R2 = 0.54(Pvalue < 0.005), confermando che il disturbo derivante dal-l’antropizzazione è una variabile che favorisce la presenzadella flora alloctona.Osservando la Fig. 5.29 è possibile notare come sono di-stribuiti i valori della deviazione standard dei residui dellaregressione lineare quando si utilizzano i valori della per-centuale di superficie antropizzata come variabile indi-pendente. Le zone rosse indicano quei settori dove ilnumero di alloctone osservato risulta sensibilmente maggiorerispetto a quello stimato dalla regressione lineare, mentrele zone azzurre, al contrario, indicano quei settori dove ilnumero di alloctone osservato risulta sensibilmente minorerispetto a quello stimato. A differenza di quanto risulta perle altre variabili indipendenti considerate (sia climatiche,sia relative ad altre tipologie d’uso del suolo) questo èl’unico pattern in cui la zona urbana e peri-urbana di Romarisulta gialla, ovvero dove i valori osservati si scostanopoco sensibilmente da quelli stimati attraverso la regressionelineare. Ciò ci indica con buona approssimazione che l’an-tropizzazione è il fattore che svolge un ruolo chiave nelladeterminazione del numero di esotiche in quest’area dovele altre variabili indipendenti generano sempre valori sot-tostimati rispetto a quelli realmente osservati.

Foto 86 - Aspetti di prati abbandonati nella periferia di Roma (Talenti) incorso di urbanizzazione accelerata.

Foto 87 - Cortaderia selloana (erba delle “pampas”) divenuta spontaneiz-zata con numerosi cespi in un’area dismessa di Anzio (caso limite tra statusdi casuale e naturalizzata, localmente invasiva).

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127Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora vascolare alloctona

Fig. 5.28 - Distribuzione spaziale dei taxa alloctoni in relazione alla percentuale di superfici antropizzate.

Fig. 5.29 - Distribuzione spaziale dei valori della deviazione standard dei residui della regressione tra il numero totale di alloctone e la percentuale di superficie antropizzata.

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128 Flora alloctona - Capitolo 5

Dall’osservazione visiva della sovrapposizione tra distribu-zione della viabilità e ricchezza di taxa alloctoni, si notachiaramente (Fig. 5.30) come i quadranti dove sono piùconcentrate le vie di comunicazione (strade, autostrade eferrovie) siano tendenzialmente più ricchi di alloctonerispetto a quelli dove la viabilità è meno concentrata. Ciò èconfermato dai risultati della regressione lineare (Tab. 5.8)da cui risulta un R2 = 0.34 (Pvalue < 0.0005), confermandoche il disturbo derivante dalla viabilità è una variabile chefavorisce la presenza della flora alloctona.Osservando la Fig. 5.31 è possibile notare come sono di-stribuiti i valori della deviazione standard dei residui dellaregressione lineare quando si utilizza il disturbo derivantedalla presenza di strade, autostrade e ferrovie come variabileindipendente. Le zone rosse indicano quei settori dove ilnumero di alloctone osservato risulta sensibilmente maggiorerispetto a quello stimato dalla regressione lineare, mentrele zone azzurre, al contrario, indicano quei settori dove ilnumero di alloctone osservato risulta sensibilmente minorerispetto a quello stimato. A differenza di quanto risulta perl’antropizzazione, l’area urbanizzata e peri-urbana di Romarisulta fortemente sottostimata dalla regressione linerare.Tale pattern è del tutto simile a quello riscontrato ancheper le altre tipologie di uso del suolo considerate (dati non

presentati per evitare ridondanze inutili). Il disturbo generato dalla presenza di attività legate all’agri-coltura è stato ricavato calcolando la percentuale di superficieinteressata da aree agricole all’interno di ciascun quadrante.È stata così ottenuta, per ciascun quadrante, una variabileindipendente “uso agricolo”, la quale è stata messa in relazionespaziale con la ricchezza di taxa alloctoni (variabile dipendente)in modo da verificarne l’eventuale correlazione e quantificarnela dipendenza. Dall’osservazione visiva della sovrapposizionetra distribuzione dell’uso agricolo del territorio (Foto 88) ericchezza di taxa alloctoni, non si nota (Fig. 5.32) una chiararelazione spaziale positiva tra le due variabili. Ciò è confermatodai risultati della regressione lineare (Tab. 5.8) da cui risultaun R2 = 0.0002 (Pvalue > 0.5), confermando che il disturboderivante dall’uso agricolo del territorio non influisce signi-ficativamente sulla presenza della flora alloctona.La presenza di superfici coperte da vegetazione semi-naturale(prati, pascoli, boschi, mosaici di vegetazione vari, etc.) èstata ricavata calcolando la percentuale di superficie interessatada aree naturali e semi-naturali all’interno di ciascun quadrante.È stata così ottenuta, per ciascun quadrante, una variabile in-dipendente “aree seminaturali”, la quale è stata messa in re-lazione spaziale con la ricchezza di taxa alloctoni (variabiledipendente) in modo da verificarne l’eventuale correlazione

Fig. 5.30 - Distribuzione spaziale dei taxa alloctoni in relazione al disturbo derivante dalla viabilità.

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129Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora vascolare alloctona

Fig. 5.31 - Distribuzione spaziale dei valori della deviazione standard dei residui della regressione tra il numero totale di alloctone e il disturbo derivante dallaviabilità (presenza di strade, autostrade e ferrovie).

Foto 88 - Aspetto di un campo di mais dopo la raccolta lungo la pianura costiera presso Anzio. Nella fase di messa a riposo il campo sarà soggetto adinvasione di specie alloctone (Datura stramonium, Physalis angulata, Amaranthus spp., etc.).

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130 Flora alloctona - Capitolo 5

e quantificarne la dipendenza. Dall’osservazione visiva dellasovrapposizione tra distribuzione delle aree seminaturali ericchezza di taxa alloctoni, si nota un certo grado di dipendenzaspaziale negativa tra le due variabili (Fig. 5.33) e ciò èconfermato dai risultati della regressione lineare (Tab. 5.8)da cui risulta un R2 = 0.094 (Pvalue > 0.5).La presenza di aree umide che possano ospitare potenzialmentecomunità vegetali è stata calcolata considerando la lunghezzadelle sponde di corpi idrici (laghi, fiumi, canali di bonifica,bacini artificiali, etc.) e di altre zone umide terrestri (paludi,torbiere, aree permanentemente inondate, estuari, etc.); aquesti primi due parametri è stato aggiunto un terzo fattore

considerando la portata delle sorgenti, come elemento sup-plementare che possa implementare nel conteggio ancheuna misura della disponibilità idrica. È stata così ottenuta,per ciascun quadrante, una variabile indipendente “areeumide”, la quale è stata messa in relazione spaziale con la ric-chezza di taxa alloctoni (variabile dipendente) in modo daverificarne l’eventuale correlazione e quantificarne la dipen-denza. Dall’osservazione visiva della sovrapposizione tra di-stribuzione delle aree seminaturali e ricchezza di taxa alloctoni,non si nota una chiara dipendenza spaziale tra le due variabili(Fig. 5.34) e ciò è confermato dai risultati della regressionelineare (Tab. 5.8) da cui risulta un R2 = 0.013 (Pvalue > 0.005).

Fig. 5.32 - Distribuzione spaziale dei taxa alloctoni in relazione alla percentuale di superfici agricole.

Var. dipendente Var. indipendente Coefficiente R2 PvalueTotale alloctone Antropizzazione +1.09 0.54 0.000Solo naturalizzate Antropizzazione +0.8 0.49 0.000Totale alloctone viabilità +0.0003 0.34 0.000Solo naturalizzate viabilità +0.0002 0.35 0.000Totale alloctone uso agricolo +0.083 0.0002 0.788Solo naturalizzate uso agricolo +0.0325 0.0049 0.177Totale alloctone Aree semi-naturali -0.17 0.094 0.000Solo naturalizzate Aree semi-naturali -0.155 0.12 0.000 Totale alloctone Aree umide +0.00007 0.013 0.027Solo naturalizzate Aree umide +0.00006 0.017 0.010

Tab. 5.8 - Risultati delle regressioni lineari tra variabili dipendenti e variabili indipendenti.

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131Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora vascolare alloctona

Fig. 5.33 - Distribuzione spaziale dei taxa alloctoni in relazione alla percentuale di aree semi-naturali.

Fig. 5.34 - Distribuzione spaziale dei taxa alloctoni in relazione alla presenza di aree umide.

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132 Flora alloctona - Capitolo 5

Nel complesso le regressioni delle differenti variabili indi-pendenti desunte dall’uso del suolo hanno messo inevidenza come l’antropizzazione e la viabilità siano quelleche meglio possono essere correlate positivamente con laricchezza di specie alloctone. Questo vale sia quando si in-tendono tutte le specie alloctone nel loro complesso siaquando consideriamo solamente i taxa alloctoni naturalizzati(invasivi e non). Al contrario, le aree naturali e semi-naturalimostrano una correlazione negativa con la presenza dellaflora alloctona e pertanto un’adeguata conservazione dellanaturalità di queste superfici può costituire una barrierabiologica all’invasione di specie alloctone.volendo combinare tra loro le variabili indipendenti (antro-pizzazione e viabilità) che sembrano essere meglio correlatelinearmente con la ricchezza di specie alloctone (ovverol’antropizzazione e la viabilità), è stata eseguita anche unaregressione lineare a due variabili indipendenti, da cui risultaun R2 = 0.55 (Pvalue < 0.0005), confermando che il disturboderivante da questi due fattori favorisce la presenza dellaflora alloctona. Osservando la Fig. 5.35 si può notare anchecome e dove questo modello a due variabili riesce ad avereun potere predittivo più o meno elevato, distinguendoquelle zone dove viene sovrastimato il numero delle specie

alloctone rispetto a quanto osservato dai censimenti (zoneblu), da quelle dove, invece, il numero delle alloctone è sot-tostimato rispetto a quanto osservato (zone rosse).

FLORA ALLOCTONA E HABITATAnalogamente a quanto osservato con l’uso del suolo, la ri-partizione dei 468 taxa alloctoni, in relazione alle principalitipologie di habitat in cui le entità hanno la capacità di dif-fondersi (Tab. 5.9), evidenzia che il processo di invasione dispecie vegetali è concentrato maggiormente in habitat ar-tificiali urbani e in quelli rurali e agricoli. Tra gli habitat dipertinenza delle superfici naturali e semi-naturali quelliche risultano maggiormente interessati dalla presenza dispecie alloctone sono i boschi caducifogli (130), le spondefluviali e lacustri (116) e gli habitat psammofili costieri (96).Come già visto per l’uso del suolo, anche questi risultatirappresentano un quadro conoscitivo molto utile ai finidella gestione e programmazione del territorio. La cono-scenza delle rispettive occorrenze di taxa alloctoni nellevarie tipologie di habitat risulta fondamentale per la pre-venzione e la previsione degli eventuali impatti derivantidalle possibili alterazioni degli habitat. Ad es., nei casi incui si prevede di procurare un disturbo oggettivo a carico

Fig. 5.35 - Distribuzione spaziale dei valori della deviazione standard dei residui della regressione tra il numero totale di alloctone e la somma tra la percentualedi superficie antropizzata e il disturbo derivante dalla viabilità (presenza di strade, autostrade e ferrovie).

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133Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora vascolare alloctona

di un habitat dove la presenza di taxa alloctoni risultaessere considerevole (costruzione di vie d’accesso pavi-mentate che attraversano dune costiere), si dovrà per forzatener conto che tali interventi potenzialmente possonogenerare l’arrivo di ulteriori specie alloctone e quindi pre-vedere l’attuazione di eventuali mitigazioni.

VALORI DI BIOINDICAZIONELa disponibilità dei dati riguardanti i valori di bioindicazioneè a tutt’oggi limitata all’ultima banca dati pubblicata daPignatti (2005) con una nomenclatura già superata e pertantola corrispondenza tra i binomi aggiornati secondo le attualiconoscenze sistematiche non sempre coincidono con quelliutilizzati nella suddetta banca dati. Le conoscenze distributivee sistematiche sulle specie alloctone, inoltre, sono in continuaevoluzione e soprattutto negli ultimi decenni il numero ditaxa alloctoni scoperti in Italia e nel Lazio è cresciuto note-volmente. Difatti delle 468 entità alloctone confermate peril Lazio solo una parte (239, poco più della metà) sonopresenti in Pignatti (2005). La maggior parte delle lacunesono concentrate tra i taxa alloctoni casuali (solo 113 taxacon dati disponibili rispetto ad un totale di 278), mentre perle specie naturalizzate (invasive e non) la situazione è leg-

Codice Denominazione Totali eEUNIS habitat subtotali

A Habitat marini 87

A1 Rocce litorali ed altri substrati compatti 18

A2 Sedimenti litoranei 54

A3 Rocce infralitorali ed altri substrati duri 3

A5 Sedimenti sublitoranei 12

B Habitat costieri 120

B1 Dune costiere ed altri habitat sabbiosi marittimi 106

B2 Habitat ghiaiosi costieri 2

B3 Scogliere, spiagge ed isolette rocciose, 12compresi gli habitat supralitorali

C Ambienti acquatici dell’entroterra 220

C1 Specchi d’acqua permanenti 85

C2 Acque correnti 19

C3 Zona litoranea dei corpi idrici dell’interno 116

D Torbiere e paludi 8

D5 Canneti e cariceti normalmente non inondati 8

E Prati e consorzi di alte erbe dominate 165da piante vascolari, muschi e licheni

E1 Prati aridi 35

E2 Praterie mesofile 82

E3 Praterie perennemente e stagionalmente umide 4

E5 Consorzi di alte erbe e comunità prative 44delle radure e dei margini forestali

F Habitat cespugliati, brughiere 133e comunità della tundra

F2 Arbusteti artici, alpini e subalpini 1

F3 Arbusteti mesofili di regioni temperate o 13delle aree montane supra-mediterranee

F5 Macchie, matorral ed arbusteti termo-mediterranei 27

F6 Garighe 3

F7 Lande spinose mediterranee (phrygane, arbusteti 1spinosi e vegetazione correlata delle rupi costiere)

F9 Comunità arbustive, fluviali, lacustri, palustri 42e di terreni acquitrinosi

FA Siepi 7

FB Piantagioni e vivai di cespugli o alberi nani 39

G Foreste, boschi ed altri habitat alberati 322

G1 Boschi e foreste di latifoglie decidue 130

G2 Boschi e foreste di latifoglie sempreverdi 13

G3 Boschi e foreste di conifere 26

G5 Filari arborei, piccoli boschetti antropogenici, 153zone recentemente disboscate, primi stadi di riforestazione e boschi cedui

H Habitat dell’entroterra con vegetazione assente o rada 7

H2 Macereti ed altri depositi detrici dell’entroterra 2

H3 Habitat rocciosi dell’entroterra 5(rupi, affioramenti e falde superficiali)

I Habitat rurali e domestici, con coltivazioni 764agricole ed orto-frutticole, attive o recenti

I1 Seminativi ed orti 458

I2 Parchi e giardini coltivati 306

J Habitat artificiali urbani e zone industriali 1527

J1 Aree urbane densamente edificate 493

J2 Aree scarsamente edificate 490

J4 Vie di comunicazione ed altre superfici 485ricoperte e pavimentate

J5 Bacini e canali altamente artificiali 52

J6 Depositi di rifiuti 7

X Habitat supplementari non EUNIS 82

X01 Estuari 3

X07 Campi coltivati intensamente con strisce 11di vegetazione naturale e semi-naturale

X10 Paesaggi a mosaico con elementi forestali 1

X11 Grandi parchi 67

Tab. 5.9 - Ripartizione dei taxa alloctoni in funzione dei tipi di habitat(euNIS, 1° e 2° livello).

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Fig. 5.36 - Distribuzione di frequenza dei valori T (temperatura) dei taxa alloctoni naturalizzati.

Fig. 5.37 - Distribuzione di frequenza dei valori L (luce) dei taxa alloctoni naturalizzati.

134 Flora alloctona - Capitolo 5

germente migliore (126 su 183). Considerando anche che disolito le casuali per loro definizione non hanno avuto iltempo necessario per stabilire un equilibrio pianta-ambiente,l’analisi dei loro valori di bioindicazione non può essere uti-lizzata come strumento per indicare l’ecologia dei luoghidove vengono rinvenute. Per questo motivo sono stati con-siderati esclusivamente i valori di bioindicazione delle specienaturalizzate (invasive e non invasive) per avere un quadrocomplessivo dell’ecologia delle specie alloctone laziali.Dalle frequenze dei valori di temperatura (Fig. 5.36) siosserva un picco al valore 7 ed una leggera asimmetriaverso i valori più elevati. Tale ripartizione dei valori colloca

i taxa alloctoni naturalizzati in ambiti mediamente caldi,mostrando affinità con la biocora mediterranea relativamentefresca e arida che si ritrova generalmente nelle zoneplaniziali non costiere. Gli ambiti più freddi sembrano rap-presentare una barriera ambientale che limita la presenzadelle specie naturalizzate.Dalle frequenze dei valori di luce (Fig. 5.37) si osserva unpicco ai valori 7, 8 e 9 ed una leggera asimmetria verso ivalori più bassi. Tale ripartizione dei valori indica una certatendenza verso ambiti con buona disponibilità di luce, maanche con frequenti possibilità di ombreggiamento, mentreper gli habitat forestali più ombrosi e freschi vi sono solo

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Fig. 5.38 - Distribuzione di frequenza dei valori u (umidità) dei taxa alloctoni naturalizzati.

Fig. 5.39 - Distribuzione di frequenza dei valori N (nutrienti) dei taxa alloctoni naturalizzati.

135Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora vascolare alloctona

alcune specie più mesofile di tipo oceanico (ad es. Prunuslaurocerasus e Spiraea cantoniensis).Dalle frequenze dei valori di umidità (Fig. 5.38) risulta unpicco ai valori 2, 3 e 4 ed una leggera asimmetria verso ivalori più elevati. Tale ripartizione dei valori indica unacerta tendenza verso i luoghi aridi ma non sprovvisti di uncerto grado di disponibilità idrica nel suolo. La porzione ditaxa naturalizzati capaci di colonizzare e stabilirsi in ambitiprettamente acquatici sembra costituire solo una minimaparte. Alcuni esempi di taxa inclusi nella classe 4 di umiditàsono Amaranthus graecizans, Pteris vittata, Artemisia ab-sinthium e Rhus coriaria.

Dalle frequenze dei valori dei nutrienti (Fig. 5.39) risulta lamancanza di una precisa tendenza verso un particolaretipo di situazione edafica, pertanto i taxa alloctoni natu-ralizzati da questo punto di vista mostrano una largavarietà di capacità adattive che gli permette di colonizzaresia substrati poveri sia quelli con maggiore disponibilitàdi nutrienti.Dalle frequenze dei valori di continentalità (Fig. 5.40) si os-serva un forte picco in corrispondenza del valore 5. Questanetta tendenza indica una particolare predisposizione deitaxa naturalizzati ad un clima intermedio nè di tipo conti-nentale nè di tipo oceanico, quindi possiamo anche dire

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136 Flora alloctona - Capitolo 5

che le specie alloctone generaliste dal punto di vista dellacontinentalità sono quelle che riescono ad affermarsi comenaturalizzate.Dalle frequenze dei valori di reazione del substrato (Fig.5.41) risulta un picco al valore 5 ed una leggera asimmetriaverso i valori più elevati. Tale ripartizione dei valori indicauna prevalenza di specie neutrofile o blandamente calcifile.I suoli acidi o subacidi sembrano rappresentare una barrieraambientale che limita significativamente la presenza ditaxa naturalizzati. Quindi le specie alloctone generalistedal punto di vista del pH del substrato sono quelle che rie-scono ad affermarsi come naturalizzate.

FUNCTIONAL TRAITSForme biologicheOssservando lo spettro biologico dei taxa alloctoni delLazio (Fig. 5.42), si nota che la maggior parte di questisono piante annuali (174 terofite-T, pari al 37% della floraalloctona regionale) ed alberi (116 fanerofite-P, pari al25%). Le emicriptofite-H (66 taxa, pari al 14%) e le geofite-G (55 taxa, pari al 12%) nel loro insieme costituisconopoco più di un quarto della flora alloctona, mentre le ca-mefite-Ch, le nanofanerofite-NP e le idrofite-I raggiungonoassieme il 12% della flora alloctona regionale.Dal confronto con quanto riportato in Stinca (2013) per la

Fig. 5.40 - Distribuzione di frequenza dei valori C (continentalità) dei taxa alloctoni naturalizzati.

Fig. 5.41 - Distribuzione di frequenza dei valori R (reazione del substrato) dei taxa alloctoni naturalizzati.

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137Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora vascolare alloctona

vicina regione Campania, si nota una ripartizione delleforme biologiche più o meno simile a quella riscontrataper il Lazio. L’unico dato lievemente discordante riguardal’ammontare delle fanerofite e delle nanofanerofite che inCampania raggiunge il 33,6%, mentre le terofite che in

Campania risultano essere solamente il 28,1% della floraalloctona regionale nel Lazio assommano al 37%.Il pattern di distribuzione delle fanerofite e delle nanofa-nerofite alloctone (Fig. 5.43) segue più o meno l’andamentodella ricchezza dei taxa alloctoni nel Lazio. Difatti le zone

Fig. 5.43 - Distribuzione delle fanerofite e nano-fanerofite alloctone.

Fig. 5.42 - Spettro biologico della flora alloctona del Lazio.

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138 Flora alloctona - Capitolo 5

dove si concentra la maggior parte degli alberi e degliarbusti alloctoni corrispondono a grandi linee con gli stessisettori dove si osserva una maggiore presenza di superficiartificiali (cfr. Figg. 5.28, 5.30, 5.32). Si nota una sensibilediminuzione della presenza delle fanerofite in corrispondenzadelle zone costiere del viterbese e nelle zone più interne emontuose, dove però sono comunque presenti aree rim-boschite in cui si possono spontaneizzare alcune speciealloctone potenzialmente competitive (es. Pinus, Cupressus,Abies, Cedrus, etc.). In genere nelle zone costiere e planizialidove si concentra una maggiore urbanizzazione, le fanerofitesono rappresentate da specie ornamentali tra cui risultanoimportanti le palme (ad es., Phoenix e Washingtonia) ealtre specie arbustive che vengono utilizzate per la loro re-sistenza alla salinità, all’aridità e al vento (Pittosporum,Tamarix, Opuntia, Agave, etc.). Anche il pattern di distribuzione delle terofite (Fig. 5.44)mostra un andamento simile a quello della ricchezza dispecie alloctone (cfr. Fig. 5.5), in quanto si nota una sensibilediminuzione della presenza di specie annuali nelle zone piùinterne e montuose, mentre sembrano più diffuse nella fasciacostiera e nelle zone planiziali più interne (valle Tiberina,valle del Liri, Pianura Pontina, valle dell’Aniene, etc.). A questoproposito, è interessante notare come lungo i corsi fluviali si

possano creare delle condizioni di instabilità, dovute sia adattività antropiche sia ad alluvioni e/o frane, che favorisconole specie pioniere a ciclo breve (es. Bidens frondosus, Erigeronannuus, Impatiens balfourii, Papaver rhoeas, etc.).Dal pattern di distribuzione delle emicriptofite (Fig. 5.45)si nota come queste siano presenti prevalentemente nellezone costiere e nelle zone planiziali mostrando al contrarioun’evidente diminuzione in corrispondenza delle zone piùinterne e montuose (a differenza del loro comportamentotra le specie autoctone). Il pattern segue in linea generalequello osservato per le fanerofite, facendo presupporreuna relazione positiva con ambienti artificiali aperti qualigiardini, parchi e aree verdi urbanizzate (la forma emicrip-tofitica è infatti quella che risulta più resistente al calpestioe quindi all’urbanizzazione), senza riuscire a invadere inmaniera evidente le praterie secondarie, dove le emicriptofiteautoctone sono più frequenti perché meglio adattate aifattori climatici ed edafici.Il pattern di distribuzione delle geofite alloctone (Fig. 5.46)mostra un’importante lacuna nelle zone più interne e montuosee negli altri settori laziali dove presumibilmente la componenteforestale gode di un minor grado di disturbo antropico(monti Lepini e Ausoni e alcuni quadranti della Tuscia e delsettore viterbese). Al contrario, nelle zone planiziali e costiere

Fig. 5.44 - Distribuzione delle terofite alloctone.

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139Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora vascolare alloctona

Fig. 5.45 - Distribuzione delle emicriptofite alloctone.

Fig. 5.46 - Distribuzione delle geofite alloctone.

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dove si concentrano i centri urbani e le vie di comunicazionele geofite alloctone sembrano resistere bene al disturbo an-tropico (come le emicriptofite) in quanto il calpestio nefavorisce la persistenza. L’elevata presenza delle geofite inqueste zone è comunque dovuta anche al loro valore orna-mentale (Iris, Allium, Oxalis, Narcissus, Hyacinthus, etc.), allaloro capacità di diffondersi per via clonale e alla possibilità diresistere alla predazione (velenosità dei bulbi).Il pattern di distribuzione delle camefite alloctone (Fig.5.47) mostra chiaramente come queste siano concentrateprincipalmente nella zona urbana di Roma, nei settoricostieri del Lazio meridionale e nella zona a sud di Civita-vecchia. In genere, come le camefite spontanee risultanoessere piante molto specialiste che occupano habitat adelevato grado di stress ambientale, così alcune alloctonesucculente o suffruticose sono capaci di insediarsi in habitatdifficili quali rocce, dune, o manufatti (muri, pareti, monu-menti, marciapiedi, etc.); tra queste, si riportano esempirelativi a Carpobrotus sp. pl., Lamphranthus deltoides, Dro-santhemum floribundum (Foto 89), Limoniastrum monope-talum, Artemisia spp., Ballota pseudodictamus, Micromeriamicrophylla, Kalanchoe daigremontiana, etc. Questa lorocapacità di tollerare sia lo stress ambientale sia il disturboantropico giustifica la formazione di un pattern molto lo-

calizzato (dune costiere, aree urbanizzate, zone rupicole). Il pattern di distribuzione delle idrofite (Fig. 5.48) mostra,invece, come queste siano estremamente localizzate incorrispondenza dei corpi idrici più importanti. Tra questerisultano molte specie ornamentali, utilizzate anche pergli acquari e nei laghetti dei giardini, da cui sono sfuggitea coltura invadendo canali artificiali e zone umide adiacenti(ad es., Alternanthera philoxeroides, Elodea canadensis, Ei-chornia crassipes e Lemna spp.). La loro origine è tropicalee per questo la loro maggiore concentrazione è nelle areecalde del sud Pontino; un esempio di specie terofita che sirinviene in ambienti umidi salmastri è quello di Cotula co-ronopifolia che minaccia i salicornieti dei laghi costieri delParco del Circeo (Foto 90, Foto 84).Osservando il pattern relativo al rapporto tra terofite ed iltotale di terofite + emicriptofite alloctone (Fig. 5.49) risultaevidente l’esistenza di due aree (maremma laziale e fasciacostiera della valle dell’Arrone - settore nord-orientale delF. Liri) climaticamente contrapposte (la prima a caratteremediterraneo, la seconda a carattere continentale) in cui leemicriptofite prevalgono leggermente rispetto alle terofitealloctone (valori del rapporto compresi tra 0.5 e 0.42). una spiegazione plausibile a questo pattern può esseretrovata nella presenza di un livello di disturbo che favorisca

Fig. 5.47 - Distribuzione delle camefite alloctone.

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141Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora vascolare alloctona

Fig. 5.48 - Distribuzione delle idrofite alloctone.

Foto 89 - Drosanthemum floribundum divenuta alloctona a Ponza.

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Fig. 5.49 - Rapporto tra il numero di terofite e il numero totale di terofite + emicriptofite. Per migliorare la leggibilità della mappa i valori del rapporto sono stati in-terpolati spazialmente (kriging) a partire dai dati per quadrante.

Foto 90 - Cotula coronopifolia, invasività di un denso popolamento con salicornie nel lago dei monaci (Circeo).

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la diffusione di alloctone emicriptofite filtrando, invece, lapresenza di alloctone terofite. Nonostante l’effetto sia lostesso, nel primo settore il disturbo risulta dovuto soprattuttoal disboscamento e all’uso agricolo del territorio (a cui cor-risponde una bassa biodiversità), mentre nel secondosettore il disturbo sembra dovuto principalmente all’usoforestale e a un grado di urbanizzazione che genera un’ele-vata frammentazione (aree urbanizzate di Sora, Atina, valComino ad elevata densità antropica, contigue ad areemontuose più naturali). In conclusione, si può dire chel’effetto del disturbo in certe condizioni può risultare su-periore all’effetto del fattore climatico, anche se l’interazionedei vari fattori risulta difficile da separare, soprattutto nellezone più montuose dove il dislivello altitudinale complicaancor di più la differente ripartizione tra terofite ed emi-criptofite alloctone.Osservando il pattern relativo al rapporto tra terofite e iltotale di terofite + fanerofite alloctone (Fig. 5.50) risultaanche qui evidente come l’interazione tra il fattore climaticoe quello legato al disturbo possa determinare una differenteripartizione delle terofite in relazione alle fanerofite. I settori sottoposti ad un maggior disboscamento a favoredell’uso agricolo intensivo (maremma Laziale, Pianura Pon-

tina) risultano infatti più suscettibili all’invasione di speciealloctone terofite rispetto alle fanerofite, mentre i settoridove l’uso forestale si sovrappone a piccoli insediamentilocali frammentati (Sabina, m.ti Simbruini, val Comino, etc.)sembrano essere più suscettibili all’invasione di specie al-loctone fanerofite rispetto alle terofite. Bisogna comunque tenere in considerazione che numeri-camente le terofite (174) risultano più numerose rispettoalle fanerofite (116). Inoltre, è da tenere conto che, mentrele fanerofite sono quasi tutte state introdotte volontariamente(uso agricolo, forestale, ornamentale, etc.), tra le terofite,invece, risultano più numerose quelle introdotte acciden-talmente. Ciò implica che la distribuzione delle fanerofitealloctone dipende dall’uso locale del suolo e dalla lorocapacità di spontaneizzare nei luoghi di introduzione anchein ambiti microclimatici idonei, mentre la distribuzione delleterofite alloctone può rispecchiare l’espressione di fattoriclimatici su ampia scala. In termini quantitativi i valori delrapporto terofite/fanerofite dipendono in gran parte dalladistribuzione delle fanerofite alloctone che per sua natura èpiù aleatoria (dipendenza dai siti di coltivazione), rispetto aquella delle terofite che si distribuiscono in maniera più au-tonoma e indipendente dai siti di coltivazione. In generale,

Fig. 5.50 - Rapporto tra il numero di terofite e il numero totale di terofite + fanerofite. Per migliorare la leggibilità della mappa i valori del rapporto sono stati in-terpolati spazialmente (kriging) a partire dai dati per quadrante.

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le fanerofite alloctone si possono suddividere in tre gruppi:a) le fanerofite che risultano relativamente più concentratenelle zone interne (ad es., Rhus coriaria, Broussonetia papyrifera,altre come Pinus nigra e P. halepensis, Gleditsia triacanthos(Foto 91) nei rimboschimenti, Juglans regia, Parthenocissusquinquefolia, etc.); b) quelle maggiormente concentratelungo le zone costiere (ad es., Eucalyptus sp. pl., Opuntia sp.pl., Yucca sp. pl., Acacia sp. pl., Phoenix canariensis, Agaveamericana, Tamarix parviflora, Pinus pinea, etc.); c) quelle amassima diffusione su tutto il territorio (ad es., Ailanthus al-tissima, Robinia pseudoacacia, Fallopia baldschuanica, Acernegundo, etc.). Il pattern osservato in Fig. 5.50 può essereanche spiegato dal fatto che le presenze del primo grupposono più numerose rispetto alle presenze del secondogruppo e pertanto i valori del rapporto mostrano un patterndi concentrazione delle terofite nelle zone costiere.Sia le camefite sia le geofite, tra cui alcune ad ampia diffusione,come Iris germanica ed Helianthus tuberosus (Foto 92), pre-sentano (Fig. 5.51) una distribuzione legata sia alla presenzadi un maggiore stress e disturbo sia a temperature piùelevate sia a un maggior utilizzo come specie ornamentali.Da questo però si osserva che il numero di camefite è sempreproporzionalmente inferiore al numero di geofite alloctone.L’unico sensibile aumento relativo delle camefite si raggiungenei settori più interni e freddi dove sono presenti alcune ca-mefite alloctone (ad es., Erysimum cheiri, Antirrhinum majussubsp. majus, Vinca major, Artemisia absinthium, etc.) cheperò non raggiungono mai lo stesso numero di geofite al-loctone ivi presenti (valore massimo del rapporto pari 0.46).Da ciò ne consegue che il pattern osservato in Fig. 5.51esprime la differente capacità delle camefite alloctone di dif-fondersi e invadere i vari settori del Lazio rispetto alle geofite,la cui diffusione è sicuramente avvantaggiata anche dal lorofrequente utilizzo come piante ornamentali. I due settori incorrispondenza dei promontori di Civitavecchia e Gaeta,dove non si hanno limitazioni dovute al freddo e dove siosserva comunque un leggero aumento relativo delle camefitealloctone rispetto alle geofite (che però risultano semprepreponderanti), costituiscono delle eccezioni al trend climaticodovute probabilmente a habitat più idonei alla presenza dicamefite e succulente (ad es., Salpichroa origanifolia, Phylacanescens, Senecio angulatus, S. mikanioides).

Tipo di impollinazioneIn funzione del tipo di impollinazione i taxa alloctoni delLazio nel loro complesso includono 345 entità entomofile,125 entità anemofile e 42 entità che possono presentarefiori autogami (autoimpollinazione). L’autogamia è unastrategia di impollinazione che solitamente è più frequentenelle specie annuali ed infatti delle 42 autogame alloctone

Foto 91 - Gleditschia triacanthos, introdotta in rimboschimenti, diffusalungo le strade e siepi.

Foto 92 - Helianthus tuberosus, divenuto frequentissimo lungo le stradee in campi incolti.

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del Lazio ben 31 sono terofite, per cui l’andamento delladistribuzione sarà in gran parte sovrapponbibile a quellodelle terofite stesse, che hanno maggiore frequenza lungole coste. L’entomofilia è una strategia più complessa che ri-chiede un’interazione pianta/animale risultato di coevolu-zione e condizionata da fattori ambientali. L’anemofilia èuna strategia che permette una dispersione a lunga distanzaed è indipendente da altri organismi, per cui può esserefacilitata in ambienti a minore biodiversità.I pattern mostrati (Figg. 5.52, 5.53 e 5.54) seguono ovvia-mente lo stesso andamento dell’incidenza della flora al-loctona regionale nel suo complesso, senza fornire infor-mazioni spaziali apprezzabili da cui si possano derivareconsiderazioni utili all’analisi del processo delle invasionidi piante alloctone.Osservando, invece, i pattern spaziali derivabili dai rapporti re-ciproci tra le varie strategie di impollinazione considerate, èpossibile derivare informazioni utili alla comprensione di alcunecaratteristiche ecologiche della flora alloctona regionale.Osservando il pattern spaziale derivante dal rapporto tra ilnumero di taxa alloctoni anemofili e il numero totale ditaxa alloctoni anemofili ed entomofili (Fig. 5.55), si notache le anemofile aumentano relativamente nelle aree più

pianeggianti (Litorale Romano, Pianura Pontina, valle delTevere, valle del Salto e altre valli interne), dove comunquenon riescono mai a prevalere nei confronti delle specie en-tomofile (raggiungendo un valore massimo pari a 0.43);mentre nei rilievi più interni (m.ti della Laga, m.te Rufeno,m.gne della Duchessa) e in alcuni settori del preappennino(m.ti Lepini e m.ti Aurunci) i valori del rapporto decresconoa favore di una netta prevalenza delle specie entomofile.Osservando il pattern spaziale derivante dal rapporto tra ilnumero di taxa alloctoni anemofili e il numero totale ditaxa alloctoni anemofili e autogami (Fig. 5.56), risulta che ivalori aumentano verso le aree montuose e nelle valli prin-cipali (soprattutto nei settori più interni), come effetto diuna probabile diminuzione dei taxa autogami (soprattuttoquelli annuali a ciclo breve). Considerando che i valori delrapporto oscillano da un minimo di 0.42 a un massimo di0.85, possiamo dire che in linea generale le anemofile pre-valgono in maniera sensibile sulle autogame nella maggiorparte del territorio. Fanno eccezione alcune zone come ilsettore a nord del Terminillo, le m.gne della Duchessa e im.ti Lepini dove evidentemente si stabiliscono localmentedelle condizioni (biotiche o abiotiche) tali da favorire unamaggiore presenza di alloctone autogame e una relativa

Fig. 5.51 - Rapporto tra il numero di camefite e il numero totale di geofite + camefite. Per migliorare la leggibilità della mappa i valori del rapporto sono stati in-terpolati spazialmente (kriging) a partire dai dati per quadrante.

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146 Flora alloctona - Capitolo 5

Fig. 5.52 - Distribuzione delle entità alloctone ad impollinazione entomofila.

Fig. 5.52 - Distribuzione delle entità alloctone ad impollinazione anemofila.

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147Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora vascolare alloctona

Fig. 5.54 - Distribuzione delle entità alloctone autogame (autoimpollinazione).

Fig. 5.55 - Rapporto tra il numero di entità anemofile e il numero totale di anemofile + entomofile. Per migliorare la leggibilità della mappa i valori del rapportosono stati interpolati spazialmente (kriging) a partire dai dati per quadrante.

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minore presenza di alloctone anemofile. Osservando il pattern spaziale derivante dal rapporto tra ilnumero di taxa alloctoni autogami e il numero totale ditaxa alloctoni autogami ed entomofili (Fig. 5.57), si nota chele specie alloctone autogame aumentano relativamentenelle aree costiere, planiziali e collinari, dove comunquesono sempre in netta minoranza nei confronti delle specieentomofile (raggiungendo un valore massimo pari ad appena0.23); mentre nelle aree più interne e montuose l’entomofiliasi conferma come la forma funzionale prevalente. In conclusione possiamo affermare che la forma prevalentedi impollinazione tra le specie alloctone è l’entomofilia, laquale prevale sempre sulle altre strategie in tutti i settori delLazio, mostrando comunque una netta prevalenza soprattuttonelle zone più interne e montuose dove le altre forme dimi-nuiscono drasticamente; tale trend è probabilmente favoritoanche da una maggiore complessità ambientale e delle in-terazioni biotiche, favorevole all’entomofilia. L’autogamiamostra, invece, dei sensibili aumenti relativi nelle zone piùcostiere e nelle zone pianeggianti anche più interne (sistemivallivi principali), ovvero dove si riscontra anche il maggiorsviluppo delle superfici agricole ed antropizzate (vie di co-municazione principali e centri abitati), come riflesso del

fatto che la maggior parte di queste sono piante annuali aciclo breve. Anche le specie alloctone anemofile mostranodei sensibili aumenti relativi in corrispondenza dei sistemivallivi principali (valle Tiberina, valle Latina, valle del Saltoetc.), dove probabilmente vengono favorite dalla presenzadi moderati livelli di disturbo antropico e dalla presenza diampi spazi aperti favoriti dall’uso agricolo del territorio.

Tipo di dispersioneIn funzione del tipo di dispersione i taxa alloctoni del Lazionel loro complesso includono 283 entità autocore, 68 ane-mocore, 152 endozoocore, 42 epizoocore, 8 mirmecore e18 entità che si propagano esclusivamente per via clonale.Confrontando tra loro i pattern di distribuzione mostrati(da Fig. 5.58 a Fig. 5.62), si può rilevare come le piante al-loctone autocore e anemocore siano relativamente piùdiffuse nelle aree costiere, nella valle del Tevere e neisistemi della dorsale volsca (Lepini-Ausoni-Aurunci), mentrele piante alloctone zoocore si concentrano prevalentementenei settori più interni montani. A parte queste prime osservazioni generali, come già vistoper le strategie di impollinazione, i singoli pattern mostrati(da Fig. 5.58 a Fig. 5.62) seguono a grandi linee lo stesso

Fig. 5.56 - Rapporto tra il numero di entità anemofile e il numero totale di anemofile + autogame. Per migliorare la leggibilità della mappa i valori delrapporto sono stati interpolati spazialmente (kriging) a partire dai dati per quadrante.

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andamento generale della ricchezza dei taxa alloctoni,senza generare differenze apprezzabili utili all’analisi delprocesso delle invasioni di piante alloctone. Osservando,invece, i pattern spaziali derivabili da alcuni rapportireciproci tra differenti strategie di dispersione, è possibilederivare informazioni utili alla comprensione di alcune ca-ratteristiche ecologiche della flora alloctona regionale.Osservando il pattern spaziale derivante dal rapporto tra ilnumero di taxa alloctoni anemocori e il numero totale ditaxa alloctoni anemocori e zoocori (includendo epizocoria,endozoocoria e mirmecoria), si nota (Fig. 5.63) che le ane-mocore aumentano relativamente nelle aree montuosepiù interne, ma senza mai prevalere in maniera netta (rag-giungendo valori massimi di poco superiori allo 0.5); nellearee costiere e nelle aree planiziali principali (valle delTevere e valle Latina) i valori del rapporto decrescono afavore della maggior presenza delle specie zoocore. Que-st’ultima tendenza conferma quanto già riportato per l’en-tomofilia, ovvero che le piante alloctone dipendenti inqualche modo da relazioni pianta-animale si esprimonomeglio in settori a maggiore complessità ambientale dovele interazioni biotiche sono più evolute e frequenti.Osservando il pattern spaziale derivante dal rapporto tra il

numero di taxa alloctoni epizoocori (includendo anche lespecie mirmecore) e il numero totale di taxa alloctoni epi-zoocori e endozoocori (Fig. 5.64), si nota che le speciealloctone epizoocore sono relativamente meno frequentinel settore più interno montano che comprende i maggioririlievi laziali, dove l’aumento relativo delle specie alloctoneendozoocore potrebbe essere anche messo in relazionecon la prevalenza di specie autoctone munite di frutti carnosiin habitat di tipo forestale e soprattutto dalla presenza diuccelli. A questo trend generale fa eccezione l’area di monteRufeno dove, nonostante l’abbondanza di specie autoctonearboree e arbustive a frutto carnoso che garantiscono risorsedi cibo per numerose specie di uccelli, le specie alloctoneendozoocore non sembrano seguire lo stesso trend che siosserva in altri settori interni del Lazio. Tale anomalia puòessere spiegata anche dal migliore stato di conservazionedel territorio e/o dal particolare uso del suolo che esercitaun’azione di filtro, contrastando l’invasione delle specie al-loctone legnose (soprattutto endozoocore) rispetto alle al-loctone erbacee (che includono molte specie epizoocore). Dalle osservazioni che emergono dall’analisi del patterndelle varie strategie di dispersione si può concludere chele specie alloctone hanno un comportamento che somiglia

Fig. 5.57 - Rapporto tra il numero di entità autogame e il numero totale di autogame + entomofile. Per migliorare la leggibilità della mappa i valori delrapporto sono stati interpolati spazialmente (kriging) a partire dai dati per quadrante.

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150 Flora alloctona - Capitolo 5

Fig. 5.58 - Distribuzione delle entità alloctone autocore.

Fig. 5.59 - Distribuzione delle entità alloctone anemocore.

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151Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora vascolare alloctona

Fig. 5.61 - Distribuzione delle entità alloctone epizoocore.

Fig. 5.60 - Distribuzione delle entità alloctone endozoocore.

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Fig. 5.62 - Distribuzione delle entità alloctone mirmecore.

Fig. 5.63 - Rapporto tra il numero di entità anemocore e il numero totale di anemocore + zoocore. Per migliorare la leggibilità della mappa i valori del rapportosono stati interpolati spazialmente (kriging) a partire dai dati per quadrante.

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più o meno a quello delle specie autoctone, giustificandoquindi la loro distribuzione in base a interazioni biotiche-abiotiche condivisibili anche dalle specie autoctone, comeviene recentemente riportato anche in letteratura (Lemoineet al., 2016). In generale ciò che viene generalmenteosservato in letteratura è che i tipi di dispersione biotica(zoocoria) aumentano in relazione alla maturità della ve-getazione (climax), mentre i tipi di dispersione abiotici(anemocoria, idrocoria, etc.) prevalgono, invece, negli stadiimmaturi delle successioni (Guitián & Sánchez, 1992).

FenologiaOsservando la distribuzione della frequenza mensile dellefioriture dei taxa alloctoni (Fig. 5.65), si nota come lamaggior parte sia fiorita nei mesi estivi (Giugno, Luglio eAgosto), con un graduale declino delle fioriture in autunno,fino a raggiungere il minimo nei mesi invernali e mostraresuccessivamente una graduale ripresa nella stagione pri-maverile con un andamento simile a quello di una distri-buzione normale. A differenza del periodo primaverile(Aprile-maggio) in cui le specie autoctone hanno frequenzedi fioritura simili a quelle delle alloctone, nei mesi autunnali(Settembre-Ottobre) le frequenze di fioritura delle alloctone

sono superiori (soprattutto per le invasive), come ad es.Anredera cordifolia, Helianthus tuberosus, Senecio mikanioides,S. angulatus, Aster squamatus, Symphyotrichum novi-belgii,Eragrostis sp. pl, Eclipta prostrata, Eleusine sp. pl., Bidens sp.pl., etc. (forse alcune specie ornamentali sono scelte proprioper la loro fioritura in questo periodo ?). L’andamento ge-nerale è più o meno lo stesso quando si considerano sepa-ratamente tra loro le specie casuali, quelle naturalizzatenon invasive e le invasive. L’unico leggero scostamentodegno di nota è quello relativo alle specie invasive (diffusee localizzate), le quali sembrano avere un numero massimodi specie in fioritura nei mesi di Luglio, Agosto e Settembre,rispetto alle naturalizzate che raggiungono il massimo nu-mero di specie in fioritura durante i mesi di maggio, Giugnoe Luglio (Fig. 5.65). Le relazioni fenologiche sono importantiper valutare il successo delle piante alloctone, soprattuttoriguardo alla loro competizione con le specie autoctone,potendo approfittare di ciò che viene definito come “nicchiatemporale vuota” (Godoy et al., 2009). Non è da escludereneppure che questo aumento fenologico nei mesi estivi-autunnali sia in relazione al fenomeno generale di un cam-biamento globale climatico, come riportato in letteratura.Questo prolungamento delle fioriture verso i mesi autunnali

Fig. 5.64 - Rapporto tra il numero di entità epizoocore e il numero di entità endozoocore. Per migliorare la leggibilità della mappa i valori del rapporto sono stati in-terpolati spazialmente (kriging) a partire dai dati per quadrante.

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può avere anche una ricaduta positiva sull’apicoltura, inquanto amplia la disponibilità di nettare; ma non sappiamoquali conseguenze o alterazioni possa generare sulla com-petizione tra le popolazioni naturali di impollinatori.

Distribuzione altitudinaleCon l’aumentare della quota si osserva una graduale dimi-nuzione della ricchezza dei taxa alloctoni (Fig. 5.66). Talegradiente altitudinale concorda con quelli osservati in Italia(Celesti-Grapow et al., 2010) e in altre regioni italiane(Stinca, 2013; Camarda et al., 2016). Si tratta quindi di unmodello generale che può essere spiegato con la progressivadiminuzione delle attività umane (maggior naturalità e in-tegrità degli ambienti e minore impatto in termini di

disturbo antropico) e con la presenza di condizioni climatichepiù estreme (es. basse temperature e suoli innevati e ghiac-ciati d’inverno) nelle zone più elevate; tale gradiente puòessere quindi confrontato con l’andamento delle temperaturegià illustrato in Fig. 5.22.

Tipo di fotosintesiIn funzione del tipo di fotosintesi i taxa alloctoni del Laziosi ripartiscono in 371 specie a fotosintesi C3, 73 a fotosintesiC4 e solo 26 a fotosintesi CAm; a queste si aggiungonoManihot grahamii e Cortaderia selloana che possono svolgeresia fontosintesi C3 sia quella C4.Confrontando i rispettivi pattern di distribuzione (da Fig.5.67 a Fig. 5.69), si rileva che le specie C4 e CAm tendono

Fig. 5.65 - Frequenza mensile delle fioriture delle entità alloctone.

Fig. 5.66 - Gradiente altitudinale di ricchezza delle entità alloctone.

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ad essere maggiormente rappresentate nella fascia costiera,nella valle del Tevere (soprattutto C4), un andamento similea quello visto in altre caratteristiche delle alloctone. Taletrend si apprezza molto meglio mettendo a confronto re-ciproco la presenza di specie alloctone C3 e il totale C3 +C4 (Fig. 5.70) o spazializzando i risultati del rapporto tra al-loctone C3 e il totale delle C3 + C4 + CAm (Fig. 5.71). Come è stato già rilevato in alcune aree archeologichedella Campagna Romana (Lucchese & Iocchi, 2009), l’inci-denza di specie C4 o CAm può essere messa in relazionepositiva con l’andamento della temperatura e con lapresenza di superfici urbanizzate (incolti abbandonati,mura, marciapiedi, verde urbano, etc.), per cui il patternqui osservato per le alloctone conferma tale relazione ecostituisce un fattore di preoccupazione per il potenzialeaumento del grado di invasione che potrebbe stabilirsi inun eventuale scenario di riscaldamento globale (maggiorecompetitività delle specie alloctone C4 e CAm).

ANALISI SPAZIALE DEI PATTERN DI DISTRIBUZIONELa distribuzione spaziale delle popolazioni che definisconol’areale di un taxa all’interno di un territorio è uno dei datifondamentali più utili per l’interpretazione e la gestione

dei fenomeni legati alla conservazione della biodiversità.Soprattutto nel caso di taxa alloctoni, la conoscenza det-tagliata della loro distribuzione è di fatto un prerequisitofondamentale per monitorare il processo di invasione neltempo e nello spazio. A questo proposito sono molto utilii moderni strumenti di analisi dei pattern che fornisconoutili informazioni di base che permettono di ricostruire unquadro generale sulla dinamica delle popolazioni e degliareali e quindi sui possibili scenari spazio-temporali legatial processo di invasione (colonizzazioni recenti, espansioni,declino, estinzione, etc.).In natura si riconoscono generalmente tre tipi di pattern:La distribuzione “clumped”, o aggregata, è il tipo piùcomune di dispersione che si trova in natura. Nella distri-buzione clumped la distanza tra gli individui e popolazioniè minima. Questo tipo di distribuzione si può riscontrarein territori caratterizzati da una distribuzione a chiazze deiparametri ambientali abiotici (nicchie climatiche, zone diconcentrazione delle risorse, zone circoscritte da barrieregeografiche, zone a maggior antropizzazione, etc.) o biotiche(focolai di introduzione di parassiti, competitori, etc.). Èstato osservato che le specie vicine all’estinzione e quelleminacciate solitamente mostrano una distribuzione ag-gregata; allo stesso modo anche le specie alloctone di

Fig. 5.67 - Distribuzione delle entità alloctone C3.

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156 Flora alloctona - Capitolo 5

Fig. 5.68 - Distribuzione delle entità alloctone C4.

Fig. 5.69 - Distribuzione delle entità alloctone CAm.

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157Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora vascolare alloctona

Fig. 5.71 - Rapporto tra il numero di entità C3 e il totale delle entità C3 + C4 + CAm. Per migliorare la leggibilità della mappa i valori del rapporto sono stati interpolatispazialmente (kriging) a partire dai dati per quadrante.

Fig. 5.70 - Rapporto tra il numero di taxa C3 e il totale delle C3 + C4. Per migliorare la leggibilità della mappa i valori del rapporto sono stati interpolati spazialmente(kriging) a partire dai dati per quadrante.

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158 Flora alloctona - Capitolo 5

recente introduzione che hanno iniziato da poco tempo adisperdersi nel nuovo territorio (naturalizzate in epansione)possono mostrare una distribuzione aggregata se la lorodiffusione avviene da uno o più centri di introduzioneanche molto distanti tra loro. meno comune della distribuzione aggregata, è quella uni-forme, nota anche come distribuzione “dispersed”, dove ipunti sono più o meno equidistanti. Distribuzioni uniformisi trovano in areali in cui viene ottimizzata la distanza tra lepopolazioni più vicine. L’esigenza di ottimizzare lo spaziotra le popolazioni deriva generalmente dalla competizioneper l’acquisizione di una risorsa (disponibilità idrica o sostanzenutritive) o come risultato di interazioni sociali direttamentecorrelate con la territorialità degli individui; questa distribuzionesi ritrova in natura soprattutto a livello di popolazione(distanze tra individui). Oltre agli animali (casi più frequenti),anche le piante possono mostrare distribuzioni uniformi,come ad es. i cespugli di alcune Asteraceae nelle zone pre-desertiche dell’America centrale. molte piante allelopatiche(ovvero capaci di rilasciare sostanze chimiche che hannoeffetti benefici, nocivi o neutri sugli organismi circostanti)hanno effetti selettivi sui competitori generando quindidelle distribuzioni uniformi. A scala geografica (distanze traunità di campionamento), invece, le distribuzioni di tipouniforme sono spesso una espressione dell’elevato grado didiffusione di una specie, che nel caso delle specie alloctoneviene raggiunto solitamente dalle specie più invasive.La distribuzione “random” o casuale, nota anche comespaziatura imprevedibile, si verifica quando le popolazionidi una data specie si trovano in posizioni indipendentidalla localizzazione delle altre popolazioni. mentre a livellodi popolazione questa distribuzione è più rara in natura, ascala geografica la distribuzione casuale è relativamentepiù comune. una distribuzione random si verifica ad es.quando i semi di piante annuali sono dispersi dal vento, inquanto le piantine solitamente germinano in luoghi casuali,la cui localizzazione è determinata da fattori incontrollabili.Distribuzioni casuali sono anche quelle che in qualchemodo risentono di elevati livelli di disturbo antropico chepossono generare sul territorio un pattern di frammentazionedel tutto svincolato dai gradienti naturali.In termini generali si può assumere che in condizioniteoriche la distribuzione delle specie nello spazio possacorrispondere alla distribuzione dei molteplici fattori abiotici(gradienti ambientali, edafici, etc.) e biotici (predazione,competizione per le risorse, epidemie, etc.) che ne deter-minano la presenza all’interno di un territorio. Pertanto, lostudio dei tipi di pattern può risultare utile per la compren-sione dell’eventuale trend di invasione permettendo cosìdi gestire e programmare eventuali azioni di eradicazione

e/o contenimento. Ad esempio, risulta particolarmente utilel’individuazione delle specie che presentano dei pattern ditipo “clumped”, in cui si può riconoscere uno stadio transitorioentro un processo dinamico generale; in questi casi i centridi aggregazione delle popolazioni possono rappresentaredei focolai d’espansione da cui la specie può diffondersi o,al contrario, dei rifugi a carattere relittuale dove una speciein declino riesce ancora a persistere. La distribuzioneclumped è riconducibile a stadi transitori dell’evoluzionedell’areale, contrariamente a stadi stabili in cui i luoghi diaggregazione sono determinati, invece, da una distribuzionea mosaico delle risorse biotiche e abiotiche favorevoli, adesempio, nel caso delle specie psammofile, quali Carpobrotusacinaciformis, Cenchrus incertus, Sporobolus indicus, Dacty-loctenium aegyptium, Cyperus esculentus, etc. Questa distin-zione può essere condotta associando il tipo di pattern conaltre caratteristiche ecologiche, cenologiche, storiche e bio-geografiche che riguardano la specie in esame. A questoproposito verranno proposti più avanti alcuni confronticon altri parametri in modo da selezionare quali specie sitrovano ancora in una fase di precoce colonizzazione e perle quali eventuali interventi di contenimento o eradicazonepotrebbero limitarne la diffusione nel territorio regionale.Ad eccezione delle entità alloctone presenti in un soloquadrante (quelle che in termini geostatistici vengonoanche chiamate “singletons”), la distribuzione di tutte lealtre specie della flora alloctona del Lazio è stata analizzataeseguendo una procedura di analisi del pattern (metodoNearest Neighbor Analysis) in modo da definire statisticamenteil tipo di pattern, distinguendo i vari casi in “clumped”,“random” e “dispersal” (Brazão-Protázio, 2007; Dale, 2003). Nel complesso sono state quindi analizzate 329 entità, diqueste 99 mostrano un pattern “clumped”, 88 risultano avereuna distribuzione di tipo “dispersed” e 142 hanno un patterndi tipo “random”. Le restanti 97 specie, essendo presenti inun solo quadrante (singletons), non possono essere analizzatee pertanto non hanno un pattern spaziale definito. Tra le 99 specie alloctone che mostrano un pattern di tipo“clumped” (Tab. 5.10), oltre la metà (52) sono alloctone casuali,mentre delle restanti naturalizzate (47), solo 7 risultano essereinvasive (Amaranthus blitoides, A. viridis, Bidens aureus, Car-pobrotus acinaciformis, Eleusine indica subsp. indica, Rhuscoriaria e Senecio angulatus). Allo scopo di individuare tra ivari taxa clumped quelli la cui distribuzione rappresenta unostadio transitorio dell’areale regionale, si ritiene opportunoeseguire una prima operazione di filtro escludendo tutti itaxa casuali, le cui popolazioni, non avendo raggiunto unaloro stabilità (assenza di equilibrio tra pianta e ambiente), disolito generano distribuzioni aleatorie non riconducibili adei pattern legati al dinamismo delle popolazioni.

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159Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora vascolare alloctona

un altro aspetto interessante di questa prima ripartizioneè rappresentato dalla presenza di ben 97 taxa singletons(quindi di cui non è possibile riconoscere un pattern allascala di quadrante), tra i quali, come si può notare in Tab5.10, ben 11 taxa, nonostante la loro distribuzione limitata,risultano comunque naturalizzati non invasivi (Amaranthusspinosus, Chamaesyce humifusa, Chasmanthe bicolor, Con-ringia orientalis, Lindernia dubia, Mazus pumilus, Micromeriamicrophylla, Opuntia elatior, Opuntia phaeacantha, Sym-phyotrichum novae-angliae e Vitis x ruggerii) e 2 taxa(Nelumbo nucifera e Opuntia stricta) sono addirittura daconsiderare come invasivi. Questi casi rappresentano,quindi, delle piccole popolazioni localizzate (spesso costituiteanche da pochi individui) per i quali potrebbero esseresufficienti degli interventi mirati di contenimento ed era-dicazione per limitarne la diffusione o addirittura elminarnela presenza nel territorio regionale.Seguendo la ripartizione delle specie alloctone in base altipo di pattern ed all’età di introduzione (Tab. 5.11), traquelle di tipo “clumped” la maggior parte (ben 77 su 99)sono neofite (introdotte dopo la scoperta dell’America).Trattandosi di specie di recente introduzione la probabilitàche queste siano ancora in una fase di espansione delproprio areale di introduzione è relativamente più elevatarispetto a quelle introdotte in epoche remote. L’eventualepresenza di taxa alloctoni il cui pattern spaziale sia rappre-sentato oggi da centri di diffusione, da cui la specie poten-zialmente può ancora espandersi, deve essere, quindi, ri-cercata all’interno di questo raggruppamento.Seguendo la ripartizione delle specie alloctone in base altipo di pattern e alle strategie di dispersione (Tab 5.12), traquelle di tipo “clumped” ben 33 entità risultano capaci didisperdersi a lunga distanza (anemocore, endozoocore e/oepizoocore), 42 si disperdono generalmente a breve distanza(autocore, mirmecore e/o clonali) e 24 entità possono di-sperdersi a distanze molto variabili, in quanto produconodiaspore che possono sfruttare differenti tipi di strategiedi dispersione.

una dispersione a lunga distanza permette la propagazionedai focolai di introduzione su scala regionale, mentre quellaa breve distanza permette solo una propagazione ad unascala più localizzata. entrambe le strategie risultano efficientinell’ampliare l’areale di distribuzione, ma in funzione dellecaratteristiche proprie dei propaguli possono generare deipattern di dispersione che, soprattutto a scala locale,risultano più o meno efficienti nella colonizzazione dinuovi spazi idonei (Howe, 1989; Beckman et al., 2012). Alloscopo di individuare potenziali casi di espansione a partireda focoloai di introduzione, risulta quindi opportuna l’esclu-

Categoria Totali e subtotali

CLUMPED 99

Casuali 52Naturalizzate 40Invasive 5Localmente Invasive 2

DISPERSED 88

Casuali 33Naturalizzate 28Invasive 26Localmente Invasive 1

RANDOM 142

Casuali 75Naturalizzate 59Invasive 5Localmente Invasive 3

SINGLETONS 97

Casuali 84Naturalizzate 11Invasive 1Localmente Invasive 1

Totale 426

Tab. 5.10 - Ripartizione delle specie alloctone in base al tipo di patterned allo status di alloctonia.

Categoria Totali e subtotali

CLUMPED 99

Archeofita 20Neofita 77età di introduzione incerta 2

DISPERSED 88

Archeofita 34Neofita 50età di introduzione incerta 4

RANDOM 142

Archeofita 38Neofita 100età di introduzione incerta 4

SINGLETONS 97

Archeofita 10Neofita 85età di introduzione incerta 2

Totale 426

Tab. 5.11 - Ripartizione delle specie alloctone in base al tipo di patterned all’età di introduzione.

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160 Flora alloctona - Capitolo 5

sione dei taxa che si disperdono esclusivamente tramitestrategie a breve distanza, perché da questi non si prevedeuna immediata variazione del loro areale regionale (almenoin assenza di interventi da parte dell’uomo).Applicando i criteri di esclusione selettiva discussi prece-dentemente, ovvero selezionando tra i taxa alloctoni chepresentano una distribuzione di tipo clumped solo quelli

naturalizzati (non casuali), quelli introdotti dopo la scopertadell’America (neofite) e quelli che si disperdono a lungadistanza (anemocore e zoocore) è possibile circoscrivereun elenco di sole 25 entità (Tab. 5.13). I taxa risultanti da questa prima selezione includono siacasi di specie che hanno quasi raggiunto il loro range didistribuzione ottimale, sia casi di specie che potrebberodiffondersi dagli attuali centri di aggregazione raggiungendoun pattern spaziale di tipo “dispersed”. Le specie già am-piamente diffuse e di cui non si prevede una significativaespansione al di là del loro habitat effettivo sono Carpobrotusacinaciformis, Cenchrus incertus e Sporobolus indicus; datala loro particolare ecologia (psammofilia), tali specie almassimo potranno diffondersi nei pochi settori costieridove ancora risultano assenti, rimanendo però vincolateagli ambiti di loro pertinenza (senza raggiungere quindi

Categoria Totali e subtotali

CLUMPED 99

Autocoria 38

Autocoria & mirmecoria 3

Clonale 1

zoocoria 26

Anemocoria 7

Autocoria & Anemocoria 6

Autocoria & zoocoria 18

DISPERSED 88

Autocoria 36

Autocoria & mirmecoria 2

zoocoria 20

Anemocoria 10

Anemocoria & zoocoria 1

Autocoria & Anemocoria 2

Autocoria & zoocoria 17

RANDOM 142

Autocoria 51

Clonale 11

zoocoria 37

Anemocoria 15

Anemocoria & zoocoria 3

Autocoria & Anemocoria 6

Autocoria & zoocoria 19

SINGLETONS 97

Autocoria 50

Autocoria & mirmecoria 2

Clonale 2

zoocoria 23

Anemocoria 7

Anemocoria & zoocoria 3

Autocoria & Anemocoria 3

Autocoria & zoocoria 7

Totale 426

Tab. 5.12 - Ripartizione delle specie alloctone in base al tipo di pattern ealle strategie di dispersione.

Taxa Num. Quadranti

Acacia dealbata 26

Amaranthus blitoides 56

Amaranthus powellii subsp. bouchonii 12

Amaranthus viridis 37

Artemisia annua 29

Bidens aureus 4

Bidens bipinnatus 29

Carpobrotus acinaciformis 52

Cenchrus incertus 14

Cenchrus longispinus 2

Cotula coronopifolia 2

Dysphania anthelmintica 2

Dysphania multifida 20

Eleusine indica subsp. indica 57

Lycium chinense 10

Pittosporum tobira 23

Pteris vittata 4

Rhus coriaria 43

Rumex patientia subsp. patientia 8

Senecio angulatus 9

Setaria parviflora 25

Solanum chenopodioides 15

Soliva sessilis 2

Sporobolus indicus 24

Vitis x instabilis 3

Tab. 5.13 - elenco delle specie alloctone a distribuzione di tipo “clumped”che risultano rimanenti dopo l’esclusione di quelle casuali, archeofite e condispersione a breve distanza. Le specie evidenziate in grassetto sono quelleche potenzialmente possono diffondersi ampliando il proprio areale finoa raggiungere un pattern di tipo “dispersed”, mentre per le specie in corsivo,al contrario, non si prevede un immediato ampliamento dell’areale.

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161Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora vascolare alloctona

un pattern di tipo “dispersed” ampliando il proprio arealedi introduzione ad altri settori del Lazio). Nell’elenco in Tab5.13 sono incluse anche specie alloctone, quali Acacia de-albata, Pittosporum tobira e Senecio angulatus, la cuidiffusione risulta fortemente vincolata alla presenza di unelevato grado di disturbo antropico e per le quali risultaimprobabile una loro diffusione autonoma in ambitidifferenti da quelli molto antropizzati. Per queste specie,come vale più in generale per tutte le altre, bisognerebbecontrastarne l’uso come piante ornamentali, ma comunquenon si prevede un immediato pericolo di espansione delloro areale. Le restanti 18 specie evidenziate in grassettoin Tab. 5.13 sono, al contrario, quelle specie la cui distribuzionedi tipo “clumped” rappresenta uno stadio transitorio in cuii centri di aggregazione possono fungere da focolai di in-troduzione e dai quali potrebbero diffondersi nuove po-polazioni che andranno ad occupare nuovi settori geografici,ampliando il proprio areale regionale. Osservando la Tab.5.13, dove sono riportati anche il numero di quadranti incui ciascun taxa è attualmente presente, è possibile anchedefinire un ordine di priorità per agire con interventi dicontenimento e/o eradicazione su quelle specie che risultanoancora all’inizio del loro processo di invasione.

RARITÀCalcolando la frequenza delle specie autoctone in funzionedel numero dei quadranti occupati (grandezza dell’arealeregionale) (Fig. 5.72), risulta come le specie più rare, ovveroquelle che sono presenti solamente in pochi quadranti,siano molto più numerose rispetto a quelle che occupano

un maggior numero di quadranti; tale curva corrisponde aquella nota come “hollow curve”, che dimostra che la maggiorparte delle specie sono “rare”, un trend che si osserva ancheper la flora autoctona. Rispetto a questa, però, si osservauna frequenza di specie presenti in pochi quadranti (singletons,doubletons, etc.) molto superiore (Fig. 5.72); infatti, accu-mulando i valori di frequenza delle specie più rare, ben 200taxa (circa la metà di tutte le alloctone) occupano da 1 a 4quadranti (valore percentuale molto più elevato rispetto alcalcolo effettuato per le autoctone). La maggiore incidenza di taxa presenti in pochi quadrantipuò essere dovuta all’elevato numero di taxa casuali chedi per sé rappresentano popolamenti transitori che nonhanno ancora avuto tempo di diffondersi al di fuori delluogo di introduzione o che sono destinati a scomparire inpoco tempo. Per le autoctone, invece, in questi casi si puòparlare di specie rare che possono rappresentare formerelittuali di un areale in declino (come ad esempio peralcune endemiche) o che mostrano un elevato grado dispecificità per habitat di per sé molto rari.Nello specifico si osservano ben 97 entità che risultanopresenti in un solo quadrante del reticolo CFCe, 38 chesono presenti in 2 quadranti, 42 che occupano solamente3 quadranti, 23 che sono presenti in 4 quadranti e così via.Dall’altro estremo possiamo osservare che il numero dispecie che risultano presenti in un numero di quadrantimaggiore di 400 sono appena 6. Sulla base di queste os-servazioni si è deciso di revisionare lo status di raritàregionale delle varie entità attraverso il sistema di classifi-cazione riportato in Tab. 5.14.

Fig. 5.72 - Distribuzione di frequenza (classi di abbondanza) dei taxa alloctoni in funzione del numero di quadranti di presenza.

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162 Flora alloctona - Capitolo 5

Il rilevamento floristico per quadranti CFCe permette anchedi calcolare per ciascuna unità di territorio un indice pon-derato dell’incidenza della rarità (RWR: Rarity Weighted Ri-chness), già utilizzato in numerosi altri studi (ad es., Williamset al., 1996; Kier et al., 2009). Tale indice rappresenta, infatti,un importante strumento descrittivo di analisi del territorio,utile per valutare e guidare eventuali indirizzi di conserva-zione. Al contrario della flora autoctona, i taxa alloctonirari non rappresentano elementi di valore conservazionistico,ma piuttosto delle potenziali minacce e pertanto il ragio-namento di fondo può essere rovesciato; ovvero si può

utilizzare l’indice RWR per indirizzare la programmazionedi eventuali interventi di gestione verso gli hotspot dirarità delle alloctone e rivolgere l’attenzione verso quellespecie alloctone localizzate il cui contenimento o la cuieradicazione potrebbe ancora prevenire la potenziale dif-fusione della specie. Allo scopo di individuare i quadrantidove si concentrano maggiormente i taxa alloctoni rari(singletons, doubletons, etc.) si è proceduto quindi alcalcolo dell’indice RWR secondo la seguente formula:

RWR = ( ∑ 1 / Pi )dove Pi è il numero di presenze della specie iesima (ovvero

Classe di rarità % Quadranti Range presenze (Num. Q) Num. di specie

RR (rarissima) 0 - 0.5 % da 1 a 3 177

mR (molto rara) 0.5 - 2 % da 4 a 10 72

R (rara) 2 - 5 % da 11 a 27 67

PP (poco presente) 5 - 25 % da 28 a 136 75

mP (mediamente presente) 25 - 40 % da 137 a 217 16

C (comune) 40 - 60 % da 218 a 326 10

mC (molto comune) 60 - 80 % da 327 a 435 6

CC (comunissima) 80 - 100 % da 436 a 544 3

Tab. 5.14 - Classificazione della rarità di specie alloctone a livello regionale.

Fig. 5.73 - Distribuzione per l’indice ponderato dell'incidenza della rarità (RWR) nei quadranti CFCe.

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163Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora vascolare alloctona

il numero di quadranti dove la specie è presente); a valoridi RWR più elevati corrisponde una maggiore concentrazionedi taxa rari.Osservando la distribuzione dei valori di questo indice al-l’interno del reticolo CFCe (Fig. 5.73) si possono evidenziarei settori dove vi è una maggiore concentrazione di speciealloctone localizzate il cui contenimento o la cui eradicazionepotrebbe prevenire una loro futura diffusione. Le zone dovesi concentrano le alloctone rare sono la città di Roma, i ColliAlbani, la valle dell’Aniene, la valle Tiberina, la conca di valComino, il Litorale Romano, il Litorale Pontino, il LitoraleAurunco e le isole Ponziane. Tale risultato coincide in lineagenerale con le zone dove le alloctone esprimono la loromassima ricchezza, in quanto l’indice RWR così calcolato èmolto dipendente dalla ricchezza dei singoli quadranti.Per questo motivo è stato calcolato anche un indice RWRcorretto mediante standardizzazione della ricchezza, ovverodividendo il valore dell’indice per il numero di taxa alloctoniritrovati in ciascun quadrante (Crisp et al., 2001). Il patternspaziale dei valori di questo nuovo indice risulta parzialmente

differente rispetto al precedente, evidenziando alcuni quadrantidove sono concentrati taxa alloctoni localizzati indipenden-temente dalla ricchezza relativa di specie alloctone (Fig. 5.74). In termini di gestione delle risorse naturali risulta moltoutile conoscere dove si concentrano nello spazio le specierare alloctone, in modo da poter programmare eventualiazioni mirate al contenimento e/o all’eradicazione di queste,soprattutto laddove il valore conservazionistico della florarisulta più elevato. Tale approccio, però, risulta comunqueesclusivamente di tipo comparativo, ovvero ci dice solamentedove sarebbe meglio intervenire, senza fornire un’ottimiz-zazione degli interventi e senza definire un ordine di prio-ritizzazione ragionato su cui basare una politica di gestionee contrasto al fenomeno delle invasioni. Questi ultimiobiettivi trovano una trattazione nel capitolo successivodove viene proposta l’applicazione di un metodo per lagestione e il controllo delle alloctone mediante un approcciostatistico di ottimizzazone e prioritizzazione, che può essereanche considerato come un’evoluzione più raffinata delragionamento basato esclusivamente sulla rarità.

Fig. 5.74 - Distribuzione per l’indice ponderato (corretto) dell'incidenza della rarità (RWR) nei quadranti CFCe.

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164 Flora alloctona - Capitolo 6

We emphasise the role of alien species in a more dynamiccontext of shifting species’ ranges and changing communities.Under these circumstances, management practices regardingthe occurrence of ‘new’ species could range from completeeradication to tolerance and even consideration of the ‘new’species as an enrichment of local biodiversity and key elementsto maintain ecosystem services. (Walther et al., 2009)

PREMESSADi fronte alla invasività delle specie non native o alienesono stati condotti diversi studi riguardo al loro pericolosull’ambiente e sull’economia; una delle procedure piùidonea adottata è quella indicata come “ weed risk assessment”( WRA) ovvero valutazione del rischio di invasività di unaspecie basata dando punteggi secondo vari criteri di clas-sificazione su diversi tipi di rischio (processo analitico ge-rarchico con indici), tenendo conto che una volta introdottae diventata invasiva l’eradicazione di una specie diventamolto complessa. Pertanto, la procedura di rischio tendein alcuni casi a prevedere il rischio per una data specie didiventare invasiva e dannosa qualora possa entrare in undato territorio; in questi casi, si tiene conto delle modalitàe gli eventi connessi all’introduzione, delle caratteristichebiologiche o tratti funzionali della pianta (plant traits) edelle caratteristiche degli habitat che si ritengono piùsensibili all’invasione. Una volta che la pianta sia stata in-trodotta e abbia iniziato un processo di rapida diffusionepotrebbe essere utile condurre un’analisi che possa prevederei territori e gli habitat dove la specie potrà diffondersi, te-nendo conto soprattutto in questi casi anche delle carat-teristiche climatiche che risultano più favorevoli alla diffu-sione. Un report generale sui metodi di classificazione del-l’impatto di rischio si può avere in Stiers et al. (2014).

PRIORITIZZAZIONE, DEFINIZIONEVisto che le specie aliene, che per lo più però spesso sonoanche innocue (anche se solo momentaneamente), possonoprovocare danni ambientali e mettere in serio rischio la bio-diversità degli habitat e delle specie autoctone, oltre ad unloro impatto socio-economico, si può porre il problema dicome condurre una eventuale azione di controllo o di eradi-cazione, considerando i costi/benefici e la realizzabilità pratica.

Un’analisi che riassume lo scenario delle azioni di prioritizzazionee le sue finalità è quella di Mc Geoch et al. (2016) chedefiniscono la prioritizzazione come ”il processo di categorizzarele specie, i mezzi e le vie di introduzione (pathways) e le areecon lo scopo di: 1) determinare il loro impatto ambientale esocio-economico; 2) decidere sulla relativa priorità di azionieffettive ed efficaci per prevenire o mitigare l’impatto dellespecie invasive”. È riportato anche uno schema generale deiprogetti e metodi che vengono impiegati per questi treapprocci nei vari paesi sia europei che extra-europei. Un approccio teorico in questo senso è stato affrontato daCourtois et al. (2015) che si chiede: qual’è la specie da essereprescelta per prima (da eradicare) e come spendere il budgeta disposizione ? Il problema è quello che si chiama “prioritiz-zazione” e nel caso del lavoro citato viene affrontato attraversoun’analisi matematica teorica della interdipendenza dellespecie e del budget a disposizione e questo approccioteorico è quanto di meglio sia ora a disposizione per chivolesse intraprendere un’azione in tal senso (purtroppo nonabbiamo un esempio pratico della realizzazione di questomodello). Il criterio che invece si seguirà nel nostro approcciomatematico qui utilizzato sarà quello di escludere il limitedel budget, poiché questo può dipendere da specie a specie,e che non terremo conto delle relazioni tra le specie, ovveroogni specie sarà indipendente in relazione alle altre, poichéattualmente non conosciamo tutte le relazioni e in effetti,se consideriamo le specie invasive, tutte queste hanno quasisempre relazioni negative e una loro eliminazione non puòche contribuire a un risultato positivo e quasi mai negativo.Inoltre, il modello si può adattare meglio alle interazionianimale-animale o animale-pianta, laddove conosciamobene in questi casi il carattere di relazione come predazione,mutualismo o competizione, mentre tra le piante questirapporti ecologici possono esistere ma non sempre facili davalutare. Le relazioni che conosciamo meglio, comunque,sono in pratica solo quelle che si ripercuotono a causa dellespecie invasive sul danno delle specie autoctone e quindi allimite dovremo limitarci a considerare solo queste. Un fattoreche non entra nella prioritizzazione proposta da Courtois etal. (l.c.) è quello della “rarità” che è invece importantissimanelle decisioni di conservazione e tale misconsiderazionenon viene spiegata. Contrariamente a questo approccio, il

6 - PROPOSTA DI PRIORITIZZAZIONE PER IL CONTROLLO E ERADICAZIONE DELLE SPECIE ALLOCTONE NEL LAZIOBruno Lostia, Fernando Lucchese, Marco Iocchi

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165Proposta di prioritizzazione per il controllo e eradicazione delle specie alloctone nel Lazio

processo di prioritizzazione che presentiamo tiene contodell’ampiezza della distribuzione (e quindi della rarità cheperò avrà un altro significato rispetto ai protocolli di conser-vazione) e delle tre categorie principali in cui si comprendonole specie aliene: 1) invasive; 2) naturalizzate; 3) casuali. Ilnostro scopo è quello di prioritizzare quali specie possonoessere verosimilmente controllate nel loro complesso totaledi distribuzione e soprattutto categorizzare le aree doveesse si trovano, confrontando il rapporto più favorevole trala percentuale delle specie e quella delle aree. I costi di unintervento saranno comunque i più bassi tra quelli fissati acaso poiché lo scopo dell’intervento sarà su un definito sot-toinsieme di specie e quadranti di distribuzione, risultatoche da solo ottimizza l’intervento complessivamente.

PRIORITIZZARE LE SPECIEPrioritizzare le specie significa per prima cosa valutare laloro capacità di “invasività”, cioè la capacità di superare lebarriere geografiche, ambientali e biotiche (Richardson etal., 2000) e quindi decidere quale scegliere per prima nel-l’azione di controllo. Ricordiamo che nel monitoraggio diuna specie aliena si devono considerare le fasi di “identifi-cazione” della presenza del nuovo arrivo, della “eradicazione”totale quando è possibile o, se non è possibile, limitarsi a

un “controllo o mitigazione”. Il criterio va applicato, oltreche sulla singola specie, anche su tutta la loro comunità,conoscendo le principali caratteristiche biologiche ed eco-logiche: 1) densità della popolazione; 2) persistenza di una“seed bank”; 3) massa e altezza della specie invasiva (“ag-gressività della specie”), ad es. specie rampicanti o specieche formano densi ammassi; 4) età e maturità riproduttivadella specie; 5) tempo di persistenza della specie; 6) capacitàdi generare nuovi propaguli; 7) capacità rigenerativa dopoil taglio; 8) capacità di dispersione e competizione che neaumentano di per sé da sole l’invasività; 9) alterazionedegli equilibri ecosistemici, ad es. specie “transformer” osuscettibilità all’incendio; 10) modificazioni genetichetramite ibridazione. Altre caratteristiche sono di tipo so-cio-economico e sanitario: 1) danni alla salute; 2) presenzadi spine o tossicità; 3) diminuzione della produttivitàagricola; 4) danni al turismo, etc.Valutazioni di rischio effettive sono state condotte soprattuttonei paesi più colpiti e più sensibili, come Australia (Foto 93),Nuova Zelanda, California, Hawai e Sud Africa, mentre altrovesono meno utilizzate e comunque rimangono allo statoteorico, senza una reale attuazione pratica di azioni di eradi-cazione; nel Lazio uno studio con analisi WRA è stato condottosu 15 specie di interesse economico relative ad agro-

Foto 93 - Opuntia sp., invasiva nel deserto australiano (foto G. Venturini).

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ecosistemi e i risultati quindi non sono utilizzabili in uncontesto più ampio (Crosti et al., 2010); in Italia e anche nelLazio, inoltre, esistono progetti di eradicazione anche semolto locali e che riguardano soprattutto le coste e spiaggecon l’eradicazione di Carpobrotus acinaciformiso in ambientiacquatici di alcune specie quali Myriophyllum brasilienese,Salvinia molesta, Nelumbo nucifera, Eichornia crassipes. La valutazione di rischio WRA mira a una categorizzazionegerarchica delle specie secondo il loro pericolo e perl’Europa è a disposizione una lista di specie valutata dalcomitato EPPO (European and Mediterranean Plant ProtectionOrganization, http://www.eppo.org) in cui ad ogni specieè attribuito un punteggio (la lista non include tutte lespecie del Lazio). In relazione a questo programma, illavoro di Brunel et al. (2010) pone varie domande sul tipodi impatto dando vari punteggi su tre livelli: basso; medio;alto e le specie sono categorizzate come “elevata diffusionee alto impatto” = piante invasive; “media diffusione e medioimpatto” = specie da osservare; “alto impatto” = specie daosservare; tutte le altre risultano di minore attenzione. Una simile categorizzazione in base agli impatti delle speciesull’ambiente è riportata nel lavoro di Blackburn et al.(2014), basata sul sistema GISS (Generic Impact ScoringSystem) secondo lo schema GISD (Global Invasive SpeciesDatabase) dell’IUCN, in cui, tenendo conto di 12 tipi di im-patto per ogni specie e per ogni impatto, viene corrispostoun valore con una scala di 5 gradi (minimo, minore,moderato, maggiore, massivo). Nell’ambito mediterraneo un’analisi WRA per 80 speciepotenzialmente invasive e di cui vietare l’introduzione èstata utilizzata per la Spagna (Andreu & Vilà, 2010); dal da-tabase delle specie aliene della Spagna (Sanz-Elorza et al.,2004) risulta che le specie più invasive comprendonospecie arboree, che la maggior parte provengono dal-l’America e che sono specie ornamentali introdotte con ilgiardinaggio (a cui segue l’introduzione non intenzionale,l’uso agricolo e la silvicoltura). Questa analisi, oltre aprevedere la potenzialità dell’invasibilità delle specie, puòessere utilizzata per scegliere un certo numero di specie dicui prioritizzare l’eradicazione.

PRIORITIZZARE LE AREEUn’azione di prioritizzazione per l’eradicazione delle speciealiene deve prevedere anche un programma di contenimentoindividuando le aree dove il processo di invasibilità diqueste è più accentuato e correlato alle caratteristichedelle comunità (ad es. presenza di predatori e competizione),degli habitat e del paesaggio (i fattori che favoriscono l’in-vasibilità sono scala-dipendenti); questo approccio non silimita a prioritizzare le specie da eradicare, ma si estende a

prioritizzare anche le aree dove l’azione di eradicazionepotrebbe avere maggiore successo (e a minor costo) nelcontenimento delle specie invasive. I criteri possono essereindividuati nel considerare: 1) lo stato di naturalità dell’area;2) il degrado dovuto a forti impatti (fuoco); 3) usi agricoli,predisposizione all’invasività; 4) geologia, morfologia ealtezza del rilievo (aree montane meno sensibili); 5) carat-teristiche climatiche; 7) venti dominanti inerenti al trasportoanemocoro; 8) presenza di corsi d’acqua; 9) attività antro-piche; 10) antropizzazione, strade, industrie; 11) frammen-tazione del paesaggio; 12) presenza di aree di pregio oprotette con particolare riguardo a specie rare, minacciate,protette (cfr. Red List) o specie caratteristiche (“keystone”),maturità dello stato climax, ricchezza di specie, presenzadi aree relittuali e di rifugio. Un altro parametro da considerareè la facilità di accesso per intervenire in alcune aree (ad es.,sulle isole Ponziane le scarpate rocciose e strapiombantisono inaccessibili), oltre anche alla estensione dell’area.Tenendo conto dei criteri di valutazione per la prioritizzazionesia delle aree che delle specie i criteri vengono categorizzatie pesati (il problema è la scelta della scala dei valori) e sipassa alla scelta delle aree dove i valori sono più elevati.Uno studio sulle aree lo conosciamo per il Sud Africa (Nelet al., 2004) dove, oltre al censimento di 571 taxa registratiin un database (SAPIA), la distribuzione di questi è suddivisain celle di quadrati di 15’ latitudine x 15’ longitudine (èanche considerata l’abbondanza nelle celle). In base aquesti dati è stata estratta una prima lista di specie più pe-ricolose come invasive in base ai criteri: 1) numero direcords (esclusi valori < 5); 2) tipo di habitat; 3) abbondanzae range di distribuzione, riducendo così il pool di specie a290. Considerando il range compreso in 3 categorie (“moltoampio” la presenza in più di 350 quadranti, come “ampio”quella tra 70 e 350 quadranti e come “localizzato” quella in< 70 quadranti) e considerando l’abbondanza in 3 categorie(abbondante, comune, scarsa), le specie sono state ridottea 117 taxa e la distribuzione complessiva di queste specieha mostrato, tra l’altro, una prevalenza soprattutto nellaprovincia occidentale del Capo. Il vantaggio di usare unagriglia uniforme è stato quello di superare errori di cate-gorizzazione scala dipendenti e di poter precisare megliola distribuzione delle specie con ampio areale e comuni daquelle localizzate (< 70 quadranti) e abbondanti, potendoprevedere differenti interventi di eradicazione o a livellonazionale nel primo caso o a livello regionale nel secondocaso. Questo lavoro è anche importante perché è l’unicoesempio di rilevamento di alloctone basato su una grigliapredefinita al di fuori dell’Europa. In Spagna, nella regione di Huesca, il lavoro di San-Elorzaet al. (2006), effettuato tramite una griglia UTM di 197 qua-

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dranti di 10 x10 km², comprendente 196 specie aliene dicui 98 invasive e tenendo conto di variabili biologiche eambientali, mette in evidenza la differenza del grado di in-vasibilità tra regioni costiere (valori inferiori; più impattatigli ambienti ripariali; giardinaggio come maggior causaresponsabile) e quelle più interne (valori superiori; più im-pattati campi coltivati e irrigati con specie infestanti; specieinvasive più frequenti nelle erbacee rispetto alle legnose);nel lavoro non si evidenzia una prioritizzazione di specie,ma comunque offre un quadro preciso degli hotspots diinvasione riportati nella griglia.La procedura di prioritizzazione è riassunta anche nel lavorodi Santos (2012) per il Portogallo, che in questo caso nonprevede però il rilevamento della distribuzione in grigliepredefinite, ma solo punti di presenza: 1) mappatura perpunti della distribuzione delle specie invasive; 2) criteri diinvasività delle specie e di invasibilità delle aree; 3) gerar-chizzazione e peso dei criteri; 4) prioritizzazione delle aree. Per quanto riguarda le aree, un approccio diverso è quellodi intervenire non direttamente sulla eradicazione dellespecie, ma piuttosto intervenire negli ecosistemi disturbatie antropizzati attraverso il ripristino ambientale.

PRIORITIZZARE I PATHWAYSPer “pathway” si intende qualsiasi mezzo attraverso cuiuna specie può entrare e diffondersi al di fuori del suoareale naturale con l’aiuto di un’attività antropica; la distri-buzione naturale a lunga distanza (correnti e venti), perdefinizione, non dovrebbe riguardare le specie aliene. Lostudio delle vie di introduzione, rispetto anche al paese diorigine, è fondamentale nell’ambito della prevenzionedella introduzione; lo studio prevede la classificazione del“pathway” (con la distinzione fondamentale tra intenzio-nale-deliberata e non intenzionale-accidentale) attraversomeccanismi per: rilascio; fuoriuscita; contaminazione dimerci; clandestinità in mezzi di trasporto; passaggio dicorridoi (vie o canali); via autonoma, da intendere comediffusione spontanea nell’area invasa. La terminologia, co-munque, è variabile a seconda dei programmi principaliche l’hanno usata (GISD, DAISIE, GBNNSIP) e, inoltre, si sot-tolinea che nella maggior parte dei casi le vie di introduzionenon sono note. Come materiali che possono ospitare speciealiene si ricordano l’importazione di piante vive (ornamentalie forestali), che possono ospitare a loro volta altre aliene, ol’ importazione di legname, molto pericolosa per l’introdu-zione di artropodi del legno. Per quanto riguarda lo studiodelle vie introduzione ci si può riferire soprattutto a Essl etal. (2015) e al progetto NOBANIS (2015) che prende in con-siderazione 19 vie di introduzione, numero di specie coin-volte, invasività e origine di queste e in cui viene rilevato

che le specie ornamentali sono quelle più importanti, chequelle diffuse attraverso attività di acquario sono le più in-vasive, che le acque di sentina sono focali per l’introduzionein porti e che le isole sono le aree più suscettibili all’invasionee all’impatto. Accordi internazionali a diversa scala geograficasono indispensabili per prevenire lo scambio di speciealiene (in Europa valgono gli accordi EC 2013 (www.parlia-ment.bg/pub/ECD) e EU, n.° 1143/2014).

PRIORITIZZAZIONE E CONTROLLODELLE SPECIE INVASIVE IN BASEAGLI INTERESSI ECONOMICIIn un articolo di Kumschick & Richardson (2012) e Kumschicket al. (2012) si prende in considerazione che ogni azione diprioritizzazione delle specie invasive deve prendere in con-siderazione i cosiddetti stakeholders partecipanti, cioè tuttele persone, associazioni e enti che hanno i loro interessipositivi (anche le specie aliene possono in alcuni casi avereeffetti positivi) e negativi verso la presenza di specie invasivee nella eradicazione, e soprattutto stabilire in quale campodi attività si applica questo loro interesse (agricoltura, so-cio-economico, ecosistemico). Gli stakeholders non cono-scono i punteggi in possesso degli ecologi sull’invasivitàdelle specie, il calcolo finale dell’impatto viene attraversoun computo dei valori (pesati) degli scienziati moltiplicatoper quelli rilasciati dagli stakeholders; alla fine si estrae ladecisione di prioritizzazione della specie. Questo procedi-mento è importante perché fa entrare nella discussioneuna parte importante dell’opinione pubblica che è quelladirettamente interessata al problema. Nel Lazio vi sono molte specie invasive che però rappresentanouna risorsa per alcune categorie economiche, ad es. gli api-coltori: sono piante mellifere importanti la robinia, l’eucalipto,il topinambur e molte altre ancora, e per di più gli stessi api-coltori sono interessati all’introduzione di nuove specie, ades. Phacelia tanacetifolia (Foto 94) che già si sta diffondendonel Lazio; un progetto di eliminazione degli eucalipti dallapianura Pontina con sostituzione di vegetazione autoctonaincontrerebbe sicuramente delle difficoltà.Nell’ambito della vivaistica e del giardinaggio un eventualedivieto di introduzione e vendita di alcune specie troverebbesicuramente l’opposizione di chi al contrario preme per unampliamento della offerta di vendita. In effetti, in questocampo si osserva un tipo di autoregolazione, per cui manmano che le specie diventano invasive e spontaneizzanodiffusamente per una loro facile propagazione, questepiante escono fuori del commercio: in un vivaio è difficiletrovare piante di fico d’India, yucche, topinambur, Iris ger-manica o Mirabilis jalapa, proprio grazie alla loro facile re-peribilità e alla loro persistenza e invasività nei giardini,

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fattori che diminuiscono la necessità di nuovi acquisti (alcontrario i proprietari sono costretti alla loro pulizia e gliscarti vengono gettati nei posti più impensati o regalatiagli amici, facendole così diffondere, ad es. il caso di yucche(Foto 95), varie cactacee e agavi).Nell’ambito dell’acquacoltura e dell’ittiocoltura in generalesi osserva l’eventuale utilizzo di piante acquatiche sia per lafitodepurazione che per la produzione di biomassa, in cuisono impiegate specie quali Lemna, Spirodela eWolfia. L’ac-quariofilia, inoltre, introduce e alleva piante acquatiche eprobabilmente un aspetto di questa pratica è la diffusionerecente di Salvinia molesta e Alternanthera philoxeroides inalcuni bacini del Lazio (colture abusive ?). Le piante acquatichesono anche divenute una moda nei giardini per ornamentodi laghetti e pozze d’acqua (qui vengono usate ninfee,equiseti, miriofilli e purtroppo anche il giacinto d’acqua). Nell’ambito delle attività balneari potrebbe essere importanteprendere in considerazione, non solo Carpobrotus acinaci-formis come specie target per la biodiversità, ma ancheCenchrus incertus che con le spine costituisce un disturbonotevole per il cammino sulle spiagge; una informazionemirata agli adetti agli stabilimenti potrebbe migliorare lasituazione, soprattutto a sud di Ostia.

UNA NUOVA PROPOSTA DI PRIORI-TIZZAZIONE DELLE SPECIE E DEL-LE AREE NEL LAZIOPartendo dalla cartografia floristica del Lazio e osservando ladistribuzione dei valori delle presenze delle specie alloctonein ogni singolo quadrante ci si può rendere conto che siamoin grado di avere un quadro immediato di dove si trovano ipunti più “caldi” (hotspots), ovvero quali sono le aree mag-giormente colpite dalla invasività delle specie aliene. Poichéin questo lavoro sono state categorizzate le specie aliene in:1) invasive; 2) naturalizzate; 3) casuali, possiamo accumularequeste categorie principali formando categorie che possonoavere diverso valore predittivo sulla invasibilità. Comprenderela invasibilità delle aree è la base essenziale come mezzo perpoter organizzare un progetto di eradicazione, in base anchea un criterio di parsimonia; essendo utopistico eliminaretutte le specie aliene dal Lazio, è necessario indirizzare questointervento su aree mirate che nel loro insieme tendono aridurre lo sforzo di eradicazione e ottimizzare il risultato (ades., come vedremo, scegliere per prime le aree con piùricchezza di aliene non dà i risultati sperati, contrariamente aquanto sembra a prima vista). Se la situazione della distribuzioneè davvero preoccupante in alcune aree (tutta la costa, la

Foto 94 - Phacelia tanacetifolia, specie mellifera con fiori attraenti, anche per la forma a coda di scorpione.

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169Proposta di prioritizzazione per il controllo e eradicazione delle specie alloctone nel Lazio

Campagna Romana e le pianure), come procedere a un pro-getto di eradicazione? In effetti si potrebbe iniziare dallearee più impattate e man mano procedere fino a raggiungereun livello sufficiente, mirando per prima cosa alle specieinvasive, ma questo costituirebbe anche lo sforzo maggiorepoiché queste specie saranno anche quelle che ormai hannomesso piede stabile negli habitat e potrebbe essere impossibileuna loro eradicazione se non in casi particolari e isolati. Allora ci si può domandare come convenga procedere per“migliorare” la situazione rilevata sul campo in un quadropiù generale che comprenda tutto il Lazio. Per dare una ri-sposta razionale a tale domanda è necessario innanzituttoprecisare meglio cosa si intende col termine “migliorare”. Scartiamo subito l’ipotesi che “migliorare” possa significareeliminare o contenere tutte le specie alloctone, perché taleobiettivo potrebbe essere raggiunto solo con un costoso eprobabilmente irrealizzabile intervento su tutti i quadranti.Il concetto di “migliorare” sarà, invece, nel seguito intesocome intervenire in un sottoinsieme dei quadranti per estir-pare le specie alloctone oppure per bloccare o contenerel’ulteriore diffusione delle specie alloctone (per es., miraread un controllo possibile sulle specie casuali che hanno ingenere presenze puntiformi e hanno popolazioni instabili).

MATERIALI E METODIUtilizzando le mappe di distribuzione della cartografia flo-ristica (544 quadranti/426 specie), si può presumere che lamaggior parte delle specie siano “annidate” tra loro, trannealcune che costituiscono presenze più isolate e distanti traloro, per cui si hanno sottoinsiemi di specie più o menonumerosi fino a sottoinsiemi con una sola specie che chia-meremo “singleton”.Pertanto, parleremo genericamente di “specie eliminabili”,con riferimento alle specie contenute in un sottoinsiemedi quadranti, per indicare tutte le specie presenti solamentein tale sottoinsieme.Siano: • N il numero totale di quadranti• n il numero di quadranti su cui si decide di intervenire• S il numero totale delle specie• s il numero di specie su cui si decide di intervenireSupponendo in prima battuta che i costi d’intervento sianoproporzionali al numero di quadranti in cui si interviene,un obiettivo di “miglioramento” può essere riformulato indue modi alternativi (e rigorosi).Obiettivo A - Fissato un valore per n, trovare quali sono gli nquadranti (tra gli N totali) in cui il numero di specie eliminabili

Foto 95 - Yucca aloifolia,sotto una scarpata stradale da cui sono stati gettati rifiuti (Casperia).

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é massimo e, di conseguenza, sapere anche quali sono questespecie eliminabili (prioritizzare le specie eliminabili).Obiettivo B - Fissato un valore per s, trovare quali sono le sspecie (tra le S totali) in cui il numero di quadranti in cui inter-venire è minimo (e di conseguenza, sapere anche quali sono iquadranti in cui intervenire (prioritizzare i quadranti conspecie eliminabili).Al variare di n da 1 a N sarà poi possibile disegnare, perl’obiettivo A, la curva che descrive come aumenta il numeros delle specie eliminabili all’aumentare del numero di qua-dranti su cui si interviene. Tale curva descriverà anche, perle ipotesi fatte, l’andamento del numero s di specie eliminabiliall’aumentare dei costi e potrà essere utilizzata per deter-minare il valore di n in funzione dei costi e dei beneficiattesi e pertanto la scelta del valore di n deriverà da unequilibrio (compromesso) tra costi e benefici. In maniera analoga, al variare di s da 1 a S sarà possibile di-segnare, per l’obiettivo B, la curva che descrive comeaumenta il numero dei quadranti su cui è necessario inter-venire all’aumentare del numero di specie su cui si interviene.Tale curva descriverà anche, per le ipotesi fatte, l’andamentodei costi all’aumentare del numero delle specie e potràessere utilizzata per determinare il valore di s in funzionedei costi e dei benefici attesi.Per comodità di rappresentazione, le curve che presenteremonel seguito avranno sugli assi cartesiani non valori assoluti(numero di quadranti e numero di specie) ma percentuali;descriveranno pertanto (per l’obiettivo A) come aumentala percentuale di specie eliminabili all’aumentare della per-centualedi quadranti presi in considerazione o (per l’obiettivoB) come aumenta la percentuale di quadranti da prenderein considerazione all’aumentare della percentuale di specieche si vuole eliminare.Osserviamo che:1- Le due curve saranno entrambe non decrescenti, in

quanto all’aumentare della percentuale di quadranti (odi specie) la percentuale di specie eliminabili (o di qua-dranti considerati) non può diminuire.

2- Scambiando le ordinate con le ascisse si può considerareindifferentemente come variabile indipendente la per-centuale di quadranti o quella di specie, sia per l’obiettivoA che per l’obiettivo B. Utilizzeremo questa caratteristicanel seguito per rappresentare i risultati in maniera omo-genea (quadranti sempre in ascisse (x) e specie semprein ordinate (y), indipendentemente dall’obiettivo cheviene perseguito.

3- Se si fa riferimento alla rappresentazione riportata alpunto precedente, entrambi gli obiettivi portano a ri-cercare la curva più “alta” possibile, cioè quella concrescita più rapida.

Osserviamo infine che l’andamento della curva dipende inmaniera sostanziale da come le specie sono distribuite neiquadranti. Per chiarire questo concetto, consideriamo trecasi estremi (ed assolutamente teorici); faremo riferimentoal solo obiettivo A in quanto considerazioni del tutto analoghepossono essere effettuate in riferimento all’obiettivo B:• Massima dispersione delle specie (Fig. 6.1): tutte le speciesono presenti in tutti i quadrantia. Per qualunque n<Nii. il numero massimo di specie eliminabili è pari a 0;ii. qualunque combinazione di n quadranti è ottimale.

Cioè non esiste nessun sottoinsieme di quadranti che con-tenga specie eliminabili.b. Per n=Nii. il numero massimo di specie eliminabili è pari ad S;ii. l’unica combinazione di quadranti ottimale è (ovvia-mente) quella che contiene tutti i quadranti.

c. L’andamento complessivo della soluzione ottimale è ilseguente:

Fig. 6.1 - Incremento dei valori di specie eliminabili (y) in funzione deiquadranti (x) nel caso di massima dispersione delle specie.

• Massima concentrazione delle specie (Fig. 6.2): un quadrantecontiene tutte le S specie (di cui S-1 specie sono singleton) etutti i restanti quadranti contengono una singola speciepresente in tutti gli N quadranti.a. Per n=1ii. il numero massimo di specie eliminabili è S-1;ii. quadrante con S specie è l’unica soluzione ottimale.

b. per 1<n<Nii. il numero massimo di specie eliminabili è S-1;ii. tutte e sole le combinazioni di n quadranti che conten-gano anche il quadrante con S specie sono ottimali.

c. per n=Nii. il numero massimo di specie eliminabili è pari ad S;

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ii. l’unica combinazione di quadranti ottimale è (ovvia-mente) quella che contiene tutti i quadranti.

d. L’andamento complessivo della soluzione ottimale è ilseguente:

Quest’ultimo scenario, sebbene puramente teorico, è im-portante perché rappresenta il caso in cui il rapporto tranumero di specie eliminabili e numero di quadranti(efficienza della soluzione ottimale) è costante e non rap-presenta una discriminante per scegliere il valore di n.

APPLICAZIONE PRATICANei casi reali la costruzione della curva dipende per ogni ndalla combinazione scelta di n quadranti, in quanto perogni n esistono tanti valori di s quante sono le combinazionipossibili. In un caso reale, quindi, si ottiene una nube dipunti all’interno della quale andremo ad applicare un al-goritmo per cercare di ottenere, per ogni n, il valore corri-spondente di s più elevato possibile.In generale, si otterranno curve tendenzialmente al disopra della retta di equidistribuzione per gli insiemi dispecie più concentrate e curve al di sotto della retta diequidistribuzione per gli insiemi di specie più disperse(meno concentrate). Per una lettura efficace dei grafici precedenti (e di quelliche seguiranno) è anche necessario fare alcune osservazionisulla rappresentazione grafica e tenere presente che: • punti al di sopra della retta, che rappresenta l’uniforme di-stribuzione delle specie, indicano che il contributo com-plessivo degli n quadranti è superiore a quello del caso diequidistribuzione ed indicano una concentrazione dellespecie.• punti al di sotto della retta, che rappresenta l’uniforme di-stribuzione delle specie, indicano che il contributo complessivodegli n quadranti è inferiore a quello del caso di equidistri-buzione ed indicano una dispersione delle specie.• la pendenza della curva in ogni punto indica quanto au-menta percentualmente il numero delle specie per unaumento di una unità di quadrante.• pertanto la pendenza non può mai essere negativa, inquanto un aumento del numero di quadranti non puòmai comportare una diminuzione del numero di specie.• se la pendenza è 0 vuol dire che non ha senso aggiungereun solo quadrante, perché si aumentano i costi senza au-mentare il numero di specie eliminabili.• di conseguenza laddove la pendenza è nulla il successivonumero di quadranti che ha senso considerare è quelloin cui la pendenza torna ad esser maggiore di 0.• combinazioni di quadranti non ottimali saranno rappre-sentate da punti al di sotto rispetto a quello della soluzioneottimale; di conseguenza, la curva corrispondente allesoluzioni ottimali sarà sempre al di sopra di (o al più par-zialmente coincidente) qualunque altra curva non ottimale(comprese quelle ricavabili con gli algoritmi che sarannoillustrati nel seguito).

Fig. 6.2 - Incremento dei valori di specie eliminabili (y) in funzione dell’incre-mento dei quadranti (x) nel caso di massima concentrazione delle specie.

Fig. 6.3 - Incremento dei valori di specie eliminabili (x) in funzione della % diquadranti (x) nel caso di uniforme distribuzione delle specie.

• Uniforme distribuzione delle specie (Fig. 6.3): un p % dispecie è presente in tutte le combinazioni di p % di quadrantiper ogni valore di p; pertanto, questo implica che in ogniquadrante sia presente lo stesso numero di specie (S* e cheogni specie sia presente in un solo quadrante (tutte le speciesono singletons). a. Per qualunque n ii. Il numero massimo di specie eliminabili è S*;ii. Esiste almeno un sottoinsieme di n quadranti ottimale.

b. L’andamento complessivo della soluzione ottimale è ilseguente:

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172 Flora alloctona - Capitolo 6

Affrontiamo ora il problema di trovare la soluzione ottimalenel caso generale.Obiettivo A - Fissato un valore per n, trovare quali sono gli nquadranti (tra gli N totali) in cui il numero di specie eliminabiliè massimo e, di conseguenza, sapere anche quali sono questespecie eliminabili (prioritizzare le specie eliminabili).La soluzione può teoricamente essere individuata, inmaniera rigorosa, con il seguente algoritmo:1. prendere in considerazione tutte le combinazioni possibili

di n quadranti all’interno di tutti gli N quadranti; 2. per ogni combinazione individuare le s specie presenti

solo nei quadranti che la compongono; 3. individuare la combinazione per cui il valore di s è mas-

simo.Il numero di combinazioni che vanno considerate è pari aN*(N-1)*(N-2)*(N-n+1). Per N e n che assumono valori reali,tale numero è elevatissimo e praticamente fuori dalle pos-sibilità di calcolo. Per fare un esempio, con N=540 e n=50 eipotizzando di poter calcolare una combinazione ogni na-nosecondo, sarebbero necessari circa 14*anni (molti miliardidi volte l’età dell’universo, che è stimata in circa 14* anni).Per tracciare la curva occorre inoltre applicare l’algoritmoad ogni valore di n compreso tra 1 e N. Tale curva sarà lapiù alta tra tutte quelle possibili.Obiettivo B - Fissato un valore per s, trovare quali son le sspecie (tra le S totali) in cui il numero di quadranti in cui inter-venire è minimo (e di conseguenza, sapere anche quali sono iquadranti in cui intervenire (prioritizzare i quadranti conspecie eliminabili).La soluzione può teoricamente essere individuata, inmaniera rigorosa, con il seguente algoritmo:1. Prendere in considerazione tutte le combinazioni possibili

di s specie all’interno di tutte le S specie; 2. per ogni combinazione individuare gli n quadranti che

le contengono; 3. individuare la combinazione per cui il valore di n è minimo.Anche per questo algoritmo si può facilmente dimostrareche il numero di combinazioni di S specie a s posti è talmenteelevato da non consentirne nella pratica la costruzione.Per tracciare la curva occorre inoltre applicare l’algoritmoad ogni valore di s compreso tra 1 e S. Tale curva sarà la piùalta tra tutte quelle possibili (sulle ascisse i quadranti).Occorre pertanto rinunciare a cercare la soluzione ottimaleesaminando tutte le combinazioni di quadranti e, poichénon ci risulta esistano algoritmi che assicurino l’ottenimentodella soluzione ottimale in tempi ragionevoli, non resta altrapossibilità che cercare una soluzione euristica, che porti adun risultato “ragionevolmente buono”. E, come vedremo, sipotranno anche individuare algoritmi che consentano laprioritizzazione sia dei quadranti che delle specie.

Aggiungiamo che, anche se si fosse in grado di costruire inmaniera rigorosa la curva per l’Obiettivo A, niente assicu-rerebbe che la soluzione ottimale per n quadranti siaformata dagli stessi quadranti della soluzione ottimale pern-1 quadranti più uno dei quadranti residui. Analogamente,anche se si fosse in grado di costruire in maniera rigorosala curva per l’Obiettivo B, niente assicurerebbe che la solu-zione ottimale per s specie sia formata dalle stesse speciedella soluzione ottimale per s-1 specie più una delle specieresidue. Questo significa che, come sottoprodotto dellacostruzione delle curve, non si ottiene un ordinamento(prioritizzazione) dei quadranti o delle specie. Passiamo ora ad esaminare alcuni algoritmi per cercaresoluzioni sub ottimali “ragionevolmente buone”.

Obiettivo A - Algoritmo euristico 1 - Crescita più velocedelle specie eliminabili: le aree vengono prese in considerazionenell’ordine in cui danno il maggior contributo al numero dispecie eliminabili.Partiamo dall’osservazione che i quadranti più ricchi sonoquelli che contribuiscono più degli altri alla diminuzionedella concentrazione delle specie; sembra pertanto ragio-nevole:Ordinare i quadranti in ordine decrescente di ricchezza e,fissato n, prendere come soluzione l’insieme dei primi nquadranti in graduatoria• Il numero di insiemi da considerare è 1 per ogni n.• Si può facilmente disegnare la curva del numero di specieeliminabili al crescere di n. • La soluzione per un certo valore di n si ottiene aggiungendoun quadrante a quella con n-1 quadranti; di conseguenzacome sottoprodotto dell’algoritmo si ottiene un ordinamentodei quadranti in ordine di importanza (prioritizzazione).• Una volta che i quadranti sono ordinati, ne discende au-tomaticamente una prioritizzazione delle specie.

Obiettivo A - Algoritmo euristico 2 - Crescita più velocedelle specie singleton eliminabili: le aree vengono prese inconsiderazione nell’ordine in cui danno il maggior contributoal numero di specie singleton eliminabili.Poiché ogni quadrante può contenere un certo numero dispecie “singleton”, cioè presenti solo nel quadrante, sembraragionevole:Ordinare i quadranti in ordine decrescente di presenza disingleton e, fissato n, prendere come soluzione l’insiemedei primi n quadranti in graduatoria• Anche in questo caso il numero di insiemi da considerareè 1 per ogni n, ma il calcolo del numero di singleton perogni quadrante è più complesso del semplice calcolodella ricchezza di ogni quadrante.

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173Proposta di prioritizzazione per il controllo e eradicazione delle specie alloctone nel Lazio

• Si può facilmente disegnare la curva del numero di specieeliminabili al crescere di n.• La soluzione per un certo valore di n si ottiene aggiungendoun quadrante a quella con n-1 quadranti; di conseguenzacome sottoprodotto dell’algoritmo si ottiene un ordinamentodei quadranti in ordine di importanza (prioritizzazione).• Una volta che i quadranti sono ordinati, sarà possibile ot-tenere anche una prioritizzazione delle specie.

Obiettivo A - Algoritmo euristico 3 - Accumulazione piùveloce delle specie eliminabili: le aree vengono accumulate inordine di maggior incremento al numero di specie eliminabili.Poiché il numero di specie presenti solo in un determinatoinsieme di quadranti è maggiore o uguale alla somma delnumero di singleton presenti in ciascuno di essi, sembraragionevole:1. Prendere il quadrante col maggior numero di specie eli-

minabili;3. a questo associare il quadrante che produce il maggior

incremento del numero di specie eliminabili (cioè speciepresenti solo nella coppia di quadranti considerati);

3. così via fino ad arrivare ad n quadranti.• Il numero di insiemi da considerare si riduce a N+(N-1)+(N-2)+…+(N-n+1), che è un numero gestibile (conN=540 e n=50 vanno considerate circa 28.000 combinazionidi quadranti).• Il procedimento consente di calcolare una soluzione pern+1 quadranti a partire da quella per n quadranti e permettepertanto di tracciare con relativa facilità la curva di crescitadel numero delle specie eliminabili al crescere di n.• La soluzione per un certo valore di n si ottiene aggiungendoun quadrante a quella con n-1 quadranti; di conseguenzacome sottoprodotto dell’algoritmo si ottiene un ordinamentodei quadranti in ordine di importanza (prioritizzazione).• Una volta che i quadranti sono ordinati, sarà possibile ot-tenere anche una prioritizzazione delle specie.Questo algoritmo, anche se si potrebbe pensare diversa-mente, non porta necessariamente a trovare la soluzioneche massimizza il numero di specie eliminabili per undato numero di quadranti, ma a trovare una soluzione ra-gionevole. Per convincersi di ciò è sufficiente esaminare ilseguente controesempio (in cui la soluzione ottimale è fa-cilmente calcolabile perché N ed n sono molto piccoli).Consideriamo 8 specie alloctone (S1, S2, S3, S4, S5, S6, S7,S8) e 3 quadranti (Q1, Q2, Q3) con la seguente tabella dipresenza di specie alloctone:

Q1 Q2 Q3

S1,S2,S3 S1,S4,S5,S6,S7,S8 S4,S5,S7,S8

* le specie in grassetto sono i casi singleton

Noteremo che le specie S2 e S3 si trovano solo in Q1, S6 soloin Q2 e che Q3 contiene solo specie presenti anche altrove.Applicando il procedimento sopra descritto con n=2:Al passo 1 si sceglie Q1, e si possono

eliminare 2 specie (S2,S3)Al passo 2 si scelgono Q1 e Q2, e si possono

eliminare 4 specie (S1,S2,S3,S6)(se si scegliesse Q3 si potrebbero eliminaresolo 2 specie: S2 ed S3)

E pertanto si scelgono i quadranti Q1 e Q2, che insiemecontengono 4 specie eliminabili. È facile verificare che:a. per n=1 la soluzione rigorosa è Q1 (in nessun altro modosi possono eliminare più di 2 specie con un solo qua-drante).

b. per n=2, la soluzione rigorosa è Q2 e Q3 (infatti, iquadranti Q1 e Q3 consentono di eliminare 2 specie, S2e S3; i quadranti Q1 e Q2 consentono di eliminare 4specie, S1, S2, S3 e S6; i quadranti Q2 e Q3 consentonodi eliminare 5 Specie S4, S5, S6, S7 ed S8).

Possiamo anche osservare che, come già anticipato, nellasoluzione rigorosa la soluzione per n=2 non si può ottenereda quella per n=1 aggiungendo un quadrante, e pertantonon si riesce ad ottenere una prioritizzazione.Va infine aggiunto che l’algoritmo 2 coincide con il primopasso dell’algoritmo 3, in quanto per “Prendere il quadrantecol maggior numero di specie eliminabili” è necessariocalcolare per ogni quadrante il numero di specie singleton(che è ciò che fa l’algoritmo 2). Ne consegue che l’algoritmo3 fornisce sicuramente soluzioni non peggiori di quellefornite dall’algoritmo 2. Nel seguito ignoreremo pertantol’algoritmo 2.

Obiettivo A - Algoritmo euristico 4 - Metodo di Montecarloper aree: le aree vengono estratte a caso.Si può pensare di applicare il metodo di Montecarlo:Estrarre a caso gli n quadranti e ripetere il procedimentofino ad ottenere una soluzione “stabile”• La bontà del metodo dipende da quante estrazioni acaso degli n quadranti vengono effettuate.• Occorre prefissare il numero di estrazioni dopo cui fermarel’algoritmo o, meglio, definire una misura della “stabilità”per arrestare l’algoritmo quando i risultati si trovano aduna distanza inferiore ad un valore prefissato dall’ottimo(sconosciuto) con un determinato livello di confidenza.Per far ciò, sarebbe necessario conoscere la funzione diripartizione del massimo nell’universo campionario, cheinvece non è nota. Pertanto si può solo prefissare unnumero (elevato) di iterazioni e prendere per “buono” ilrisultato così ottenuto.

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174 Flora alloctona - Capitolo 6

• La reale bontà del risultato dipende, ovviamente, dal nu-mero di iterazioni fissato a priori.• Vista la dimensione del problema sottostante, è probabileche il numero di campionamenti da effettuare sia in ognicaso molto elevato.• Si noti che poiché i quadranti, per ogni valore di n, sonoestratti a caso, non è possibile ottenere da questo algoritmouna prioritizzazione.

Obiettivo A - Algoritmo euristico 5 - Scelta del migliorrisultato (algoritmi 1-4): selezione del valore massimo dinumero di specie eliminabili ottenuto da ciascuno deglialgoritmi precedenti.Poiché ognuna delle precedenti soluzioni determina unnumero di specie eliminabili per ogni valore di n, è ragio-nevole:Calcolare il numero di specie eliminabili con ciascuna (oalcune) delle soluzioni euristiche precedenti, e prendere ilnumero più alto• Una volta calcolate le altre soluzioni euristiche, il calcolodi questa è immediato.• Per definizione questa soluzione sarà, per ogni n, nonpeggiore di ciascuna di quelle che concorrono a formarla.• Con tutta probabilità applicando questo algoritmo siperde la possibilità di priorizzare i quadranti e, di conse-guenza, le specie.

Obiettivo B - Algoritmo euristico 6 - Crescita più lentadelle aree: le specie vengono prese in considerazione nell’ordinein cui danno il minor contributo al numero di aree necessarie.Partiamo dall’osservazione che le specie meno diffuse sonoquelle che si possono eliminare con il minimo sforzo;sembra pertanto ragionevole:Ordinare le specie in ordine crescente di numero di quadrantiin cui sono presenti e, fissato s, prendere come soluzionel’insieme delle prime s specie in graduatoria• Il numero di insiemi da considerare è 1 per ogni s.• Si può facilmente disegnare la curva del numero quadrantida considerare al crescere di s.• La soluzione per un certo valore di s si ottiene aggiungendouna specie a quella con s-1 specie; di conseguenza comesotto prodotto dell’algoritmo si ottiene un ordinamentodelle specie in ordine di importanza (prioritizzazione).• Una volta che le specie sono ordinate, ne discende auto-maticamente una prioritizzazione dei quadranti.

Obiettivo B - Algoritmo euristico 7 - Crescita più lentadelle aree necessarie: le specie vengono prese in considerazionenell’ordine in cui danno il minor contributo al numero di areenecessarie.

Poiché il numero di quadranti da considerare per un de-terminato insieme di specie è minore o uguale alla sommadel numero di quadranti necessari per ciascuna di esse,sembra ragionevole:1. Prendere la specie col minor numero di quadranti in cui

è presente; 2. associare la specie che produce il minor incremento del

numero di quadranti da considerare (cioè i soli quadrantiche contengono le specie considerate);

3. così via fino ad arrivare ad s specie.• Il numero di insiemi da considerare si riduce a S+(S-1)+(S-2)+…+(S-s+1), che è un numero gestibile (con S=540 es=50 vanno considerate circa 28.000 combinazioni diquadranti).• Il procedimento, consente di calcolare una soluzione pers+1 specie a partire da quella per s specie, e permettepertanto di tracciare con relativa facilità la curva di crescitadel numero dei quadranti da considerare, al crescere di s.• La soluzione per un certo valore di s si ottiene aggiungendouna specie a quella con s-1 specie; di conseguenza, comesottoprodotto dell’algoritmo si ottiene un ordinamentodelle specie in ordine di importanza (prioritizzazione).• Una volta che le specie sono ordinate, ne discende auto-maticamente una prioritizzazione dei quadranti.

Obiettivo B - Algoritmo euristico 8 - Metodo di Montecarloper specie: le specie vengono estratte a caso.Anche in questo caso si può pensare di applicare il metododi Montecarlo:Estrarre a caso le s specie e ripetere il procedimento fino adottenere una soluzione “stabile”• La bontà del metodo dipende da quante estrazioni acaso delle s specie vengono effettuate.• Occorre prefissare il numero di estrazioni dopo cui fermarel’algoritmo o, meglio, definire una misura della “stabilità”per arrestare l’algoritmo quando i risultati si trovano ad unadistanza inferiore ad un x prefissato dall’ottimo (sconosciuto)con un determinato livello di confidenza. Per far ciò, sarebbenecessario conoscere la funzione di ripartizione del massimonell’universo campionario, che invece non è nota. Pertantosi può solo prefissare un numero (elevato) di iterazioni eprendere per “buono” il risultato così ottenuto.• La reale bontà del risultato dipende, ovviamente, dal nu-mero di iterazioni fissato a priori.• Vista la dimensione del problema sottostante, è probabileche il numero di campionamenti da effettuare sia in ognicaso molto elevato.• Si noti che poiché le specie, per ogni valore di s, sonoestratte a caso, non è possibile ottenere da questoalgoritmo una prioritizzazione.

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175Proposta di prioritizzazione per il controllo e eradicazione delle specie alloctone nel Lazio

Obiettivo B - Algoritmo euristico 9 - Scelta del miglior risultato(algoritmi 6-8): selezione del valore minimo di numero di areenecessarie ottenuto da ciascuno dei tre algoritmi precedenti.Poiché ognuna delle precedenti soluzioni determina un nu-mero di specie eliminabili per ogni valore di s è ragionevole:Calcolare il numero di specie eliminabili con ciascuna (oalcune) delle soluzioni euristiche precedenti, e prendere ilnumero più alto• Una volta calcolate le altre soluzioni euristiche, il calcolodi questa è immediato.• Per definizione questa soluzione sarà, per ogni s, non peg-giore di ciascuna di quelle che concorrono a formarla.• Con tutta probabilità applicando questo algoritmo siperde la possibilità di prioritizzare le specie e di conseguenzai quadranti.

APPLICAZIONE AI DATI DEL LAZIOa - Raggruppamento - Specie alloctone totaliPassiamo ora ad applicare gli algoritmi sopra descritti aidati rilevati sul Lazio (circa 16.000 osservazioni di 421specie alloctone distribuite in 544 quadranti) con glialgoritmi descritti nel capitolo precedente. Per prima cosasono stati elaborati i dati con gli algoritmi 1, 3, 4, 6 e 7; i ri-sultati sono riepilogati nel grafico (Fig. 6.4).La retta nel grafico rappresenta la situazione teorica in cuil’x% di quadranti presi in considerazione consente l’elimi-nazione di x% di specie. Se ipotizziamo in prima battutache il costo complessivo dell’eliminazione (o del conteni-mento) delle specie alloctone sia proporzionale al numero

dei quadranti in cui si interviene, la linea retta indica unasituazione in cui il rapporto costo/benefici (efficienza)rimane costante via via che aumenta il numero n diquadranti. I punti al di sopra della linea retta indicanoinsiemi di quadranti il cui il rapporto costi benefici èmigliore (più basso) rispetto alla linea retta, mentre i puntial di sotto indicano insiemi di quadranti il cui rapportocosti benefici è peggiore (più alto) rispetto alla linea retta.La prima osservazione da fare è che l’algoritmo 7 (crescitapiù lenta dei quadranti) fornisce risultati quasi sempremigliori (più alti) degli altri algoritmi. Per quanto riguardal’algoritmo 4 (quello che fornisce i risultati peggiori) si puòpensare che aumentando il numero di campionamenti lasituazione possa migliorare sensibilmente; in realtà abbiamoverificato che passando da 50 a 550 campionamenti, dopooltre 9 ore di calcoli, il miglioramento ottenuto è poco rile-vante, come evidenziato dal grafico (Fig. 6.5)Nel seguito abbandoneremo il metodo di Montecarlo. Perquanto riguarda gli altri algoritmi, sui raggruppamenti dispecie testati, l’algoritmo 7 ha dato sempre risultati migliorio confrontabili con i migliori. Pertanto, riporteremo neigrafici gli andamenti ottenuti con gli algoritmi 1, 3, 6 e 7,ma ci limiteremo a commentare quanto evidenziato dallacurva più alta.Ritornando all’elaborazione sui dati del Lazio, è immediatoosservare che:• La curva dell’algoritmo 7 si trova sempre al di sopra dellaretta finché il numero di quadranti non supera circa il 72%;questo indica che al di sotto di tale percentuale l’efficienza

Fig. 6.4 - Specie alloctone totali. Curve dell’efficienza degli algoritmi che mo-strano l’incremento della percentuale di specie all’aumentare della percen-tuale di quadranti. La retta indica il caso teorico di uniforme distribuzionedelle specie.

Fig. 6.5 - Specie alloctone totali. Curve dell’efficienza dell’algoritmo 4 se-condo due serie di iterazioni (Metodo Montecarlo). Le curve mostrano l’in-cremento della percentuale di specie all’aumentare della percentuale diquadranti ed è evidente la scarsa efficienza dell’algoritmo 4 rispetto alla rettateorica che indica il caso teorico di uniforme distribuzione delle specie.

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176 Flora alloctona - Capitolo 6

Fig. 6.6 - Mappa dei quadranti (12%) la cui scelta omnicomprensiva permette l’eliminazione del 25 % di tutte le specie alloctone; il risultato, visto comerapporto costi-benefici, è da valutare positivamente. Le specie che verrebbero eliminate con questa scelta sono state classificate con priorità 1, valore riportatoin ogni mappa della specie corrispondente.

dell’insieme di n quadranti è superiore a quella teorica co-stante; l’opposto accade oltre l’80% di quadranti.• La curva dell’algoritmo 7 ha pochissimi tratti orizzontali(non facilmente individuabili a causa della compattezzadel grafico); ciò significa che esistono pochi valori di nper i quali il numero di specie eliminabili non è strettamentemaggiore di quelle eliminabili con n-1 quadranti.• La massima differenza di efficienza tra retta e curva del-l’algoritmo 7 si ha con circa il 30% di quadranti.Per le specie si ha che:• Il 25% delle specie è concentrata nel 12% di quadranti; lamappa (Fig. 6.6) mostra i quadranti in cui tali specie sonoconcentrate. La scelta dei quadranti (12%) che permettel’eliminazione del 25% delle specie comprende i quadranticon le specie più rare, ovvero dove si ritrova un maggiornumero di singletons. Per questo la soluzione potrebbetrovare una applicabilità pratica purché si riesca a stabilireun budget sufficiente; l’attuazione su un numero inferioredi quadranti avrebbe come risultato che verrebbero lasciateindenni un numero di specie. Quindi si può concludere chela proposta potrebbe trovare una applicazione costi/beneficinon gravosa e sicuramente costituirebbe una base scienti-ficamente dimostrabile dello sforzo da impiegare.

• Il 50% delle specie è concentrata nel 35% di quadranti; lamappa (Fig. 6.7) mostra i quadranti in cui tali specie sonoconcentrate. Lo sforzo maggiore potrebbe essere giustificatodal fatto che dalla distribuzione nella mappa si osservache i quadranti interessati sono quelli a maggior concen-trazione delle alloctone compresi nei settori dell’area diRoma, di tutta la fascia costiera da nord fino a sud (conandamento crescente dell’ampiezza della fascia stessa) edell’asse posto lungo la valle del Sacco-Liri, soprattuttosul lato orografico sinistro; anche la valle dell’Aniene esettori della Sabina sono compresi nei quadranti interessati.Si ritiene che anche in questo caso l’obiettivo di vederel’eliminazione del 50% delle specie potrebbe essererealistico e ben ricompensato. • Il 75% delle specie è concentrata nel 72% di quadranti; lamappa (Fig. 6.8) mostra i quadranti in cui tali specie sonoconcentrate. Si osserva che lo sforzo proposto compren-derebbe la maggior parte del territorio del Lazio e ciò nerileva una difficile attuabilità nella pratica. I quadrantinon compresi nella mappa (al di fuori del colore rosso)possono comunque indicare che in questi settori nonconviene intervenire poiché si troverebbero solo pochespecie alloctone.

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177Proposta di prioritizzazione per il controllo e eradicazione delle specie alloctone nel Lazio

Fig. 6.7 - Mappa della distribuzione dei quadranti (35% del totale) che permette l’eliminazione omnicomprensiva del 50% di tutte le specie alloctone.

Fig. 6.8 - Mappa della distribuzione dei quadranti (72% del totale) che permette l’eliminazione omnicomprensiva del 75% di tutte le specie alloctone.

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178 Flora alloctona - Capitolo 6

b - Raggruppamento - Specie alloctone invasive e localmente invasiveL’elaborazione ha preso in considerazione 6.869 osservazionidi 38 specie presenti in 534 quadranti; i risultati sonoriportati nel grafico (Fig. 6.9).Confrontando l’andamento dei grafici tra tutte le alloctonee quelle invasive, risulta che le specie invasive e localmenteinvasive sono molto più disperse della totalità delle speciealloctone. Infatti:• Il 25% delle specie è presente nel 32% dei quadranti; lamappa (Fig. 6.10) mostra i quadranti in cui tali specie sonoconcentrate. Per le specie alloctone invasive la propostadi una loro eliminazione anche parziale (25%) risulterebbeabbastanza impegnativa poiché richiederebbe intervenirein maniera omnicomprensiva sul 32% dei quadranti checomprendono i settori di quasi tutta la valle del Tevere,tutta la fascia costiera e gran parte della valle del Sacco-Liri. Ciò può far riflettere che, risultando troppo onerosauna eliminazione anche parziale (25%) delle specie alloctoneinvasive, lo sforzo dovrebbe essere rivolto verso una pre-venzione e controllo di quelle specie che possono avere lapotenzialità per divenire specie invasive.• Il 50% delle specie è presente nel 75% dei quadranti; lamappa (Fig. 6.11) mostra i quadranti in cui tali speciesono concentrate.

• Il 75% delle specie è presente nell’ 88% dei quadranti; lamappa (Fig. 6.12) mostra i quadranti in cui tali speciesono concentrate ed è evidente l’impossibilità di eliminarela gran parte delle specie alloctone invasive (75%).

Fig. 6.9 - Specie alloctone invasive. Curve dell’efficienza degli algoritmiche mostrano l’incremento della percentuale di specie all’aumentare dellapercentuale di quadranti. La retta indica il caso teorico di uniforme distri-buzione delle specie.

Fig. 6.10 - Mappa della distribuzione dei quadranti (32% del totale) che permette l’eliminazione omnicomprensiva del 25% di tutte le specie alloctone invasive.

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179Proposta di prioritizzazione per il controllo e eradicazione delle specie alloctone nel Lazio

Fig. 6.11 - Mappa della distribuzione dei quadranti (75% del totale) che permette l’eliminazione omnicomprensiva del 50% di tutte le specie alloctone invasive.

Fig. 6.12 - Mappa della distribuzione dei quadranti (88% del totale) che permette l’eliminazione omnicomprensiva del 75% di tutte le specie alloctone invasive.

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180 Flora alloctona - Capitolo 6

c - Raggruppamento – Specie alloctone naturalizzateL’elaborazione ha preso in considerazione 6.598 osservazionidi 132 specie presenti in 540 quadranti; i risultati sonoriportati nel grafico (Fig. 6.13).Dall’esame di grafici risulta che le specie naturalizzate eli-minabili hanno una distribuzione abbastanza vicina aquella uniforme (retta). Infatti:• Il 25% delle specie è presente nel 14% dei quadranti; lamappa (Fig. 6.14) mostra i quadranti in cui tali specie sonoconcentrate. I quadranti sono distribuiti nel Lazio senzauna eccessiva concentrazione; anche in questo caso co-munque si può osservare una distribuzione di specie eli-minabili in alcuni settori della fascia costiera, Tuscia, valleTiberina e Lazio meridionale. Lo sforzo risulta abbastanzaconveniente nel rapporto n° quadranti e n° specie epotrebbe avere un’attuabilità pratica; l’eliminazione del25% di specie alloctone naturalizzate può essere considerataun obiettivo ottimale in quanto i quadranti che si vedononella mappa rappresentano un buon campione di tutto ilLazio, senza cioè essere diretto in pochi settori particolari.• Il 50% delle specie è presente nel 42% dei quadranti; lamappa (Fig. 6.15) mostra i quadranti in cui tali speciesono concentrate. L’obiettivo di eliminare il 50% di tuttele specie naturalizzate risulta molto dispendioso in quanto

Fig. 6.13 - Specie alloctone naturalizzate. Curve dell’efficienza degli algo-ritmi che mostrano l’incremento della percentuale di specie all’aumentaredella percentuale di quadranti. La retta indica il caso teorico di uniformedistribuzione delle specie.

Fig. 6.14 - Mappa della distribuzione dei quadranti (14% del totale) che permette l’eliminazione omnicomprensiva del 25% di tutte le specie alloctone naturalizzate.

amplia il territorio laziale dalla fascia costiera (quasi tutti iquadranti) fino ai settori più interni con un andamentopiù sparso dei quadranti. Il vantaggio di questa sceltarisulta nel fatto che si potrebbero eliminare tutte le specienaturalizzate presenti nella fascia costiera e in un ampiosettore circostante la città di Roma.

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181Proposta di prioritizzazione per il controllo e eradicazione delle specie alloctone nel Lazio

Fig. 6.15 - Mappa della distribuzione dei quadranti (42% del totale) che permette l’eliminazione omnicomprensiva del 50% di tutte le specie alloctone naturalizzate.

Fig. 6.16 - Mappa della distribuzione dei quadranti (74% del totale) che permette l’eliminazione omnicomprensiva del 75% di tutte le specie alloctone naturalizzate.

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182 Flora alloctona - Capitolo 6

• Il 75% delle specie è presente nel 74% dei quadranti; lamappa (Fig. 6.16) mostra i quadranti in cui tali speciesono concentrate. Lo sforzo di eliminazione risulta moltodispendioso dovendo intervenire su quasi tutto il territorio;la mappa è utile per rilevare i quadranti dove invece èinutile intervenire (quadranti non verdi).

d - Raggruppamento - Specie alloctone casualiL’elaborazione ha preso in considerazione 2.252 osservazionidi 251 specie presenti in 442 quadranti; i risultati sonoriportati nel grafico (Fig. 6.17).Dall’esame di grafici risulta che le specie casuali sono moltopiù concentrate della totalità delle specie. Infatti:• Il 25% delle specie è presente nel 7% dei quadranti; lamappa seguente (Fig. 6.18) mostra i quadranti in cui talispecie sono concentrate. Lo sforzo di eliminazione risultavantaggioso per il numero limitato di quadranti su cui in-tervenire; tale facilità dipende dal fatto che in tali quadrantihanno una frequenza elevata le specie singletons. Per quantoriguarda l’eradicazione di una specie casuale, ma che local-mente risulta invasiva, è da riportare il caso osservatoinsieme al dott. Sarrocco e relativo alla diffusione di Cortaderiaselloana (una graminacea con grossi cespi, nota come “erbadelle pampas”) nella macchia mediterranea litorale della

Riserva di Macchiagrande presso Fregene (Foto 96); per lasua invasività entra in competizione con un’altra graminaceaErianthus ravennae (=Tripidium r.) dal portamento moltosimile, caratteristica delle depressioni umide retrodunali in-sieme a Imperata cylindrica (Habitat 6420, praterie umidemediterranee del Molinio-Holoschoenion). Trattandosi di

Fig. 6.17 - Specie alloctone casuali. Curve dell’efficienza degli algoritmiche mostrano l’incremento della percentuale di specie all’aumentare dellapercentuale di quadranti. La retta indica il caso teorico di uniforme distri-buzione delle specie.

Fig. 6.18 - Mappa della distribuzione dei quadranti (7% del totale) che permette l’eliminazione omnicomprensiva del 25% di tutte le specie alloctone casuali.

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183Proposta di prioritizzazione per il controllo e eradicazione delle specie alloctone nel Lazio

Fig. 6.19 - Mappa della distribuzione dei quadranti (22% del totale) che permette l’eliminazione omnicomprensiva del 50% di tutte le specie alloctone casuali.

Fig. 6.20 - Mappa della distribuzione dei quadranti (45% del totale) che permette l’eliminazione omnicomprensiva del 75% di tutte le specie alloctone casuali.

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184 Flora alloctona - Capitolo 6

Foto 96 - Aspetto della invasione di Cortaderia selloana nella macchia mediterranea litorale sia per seme che per rizomi.

Foto 97 - Aspetto dell’apparato radicale superficiale di Cortaderia selloana.

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185Proposta di prioritizzazione per il controllo e eradicazione delle specie alloctone nel Lazio

una riserva naturale statale, la sua eradicazione potrebbeessere urgente e non difficile in quanto la pianta possiedeun apparato radicale superficiale (Foto 97) e per questo sa-rebbe possibile una estirpazione manuale.• Il 50% delle specie è presente nel 22% dei quadranti; lamappa (Fig. 6.19) mostra i quadranti in cui tali speciesono concentrate. Rispetto al risultato precedente losforzo risulta maggiore, ma ancora vantaggioso perchépermette l’eliminazione del 50% di specie intervenendosolo su un quarto dei quadranti.• Il 75% delle specie è presente nel 45% dei quadranti; lamappa (Fig. 6.20) mostra i quadranti in cui tali speciesono concentrate. Il risultato mostra che, occorrendo in-tervenire su quasi la metà dei quadranti, lo sforzo potrebbenon essere attuabile, ma, considerando che le popolazionidelle casuali hanno in genere pochi individui, un interventopotrebbe avere successo.

OPERATIVITÀ E PROGRAMMAZIONEDEGLI INTERVENTI DI ERADICAZIONESULLA BASE DELLA PRIORITIZZAZIONEI risultati mostrati nelle mappe precedenti sono riferiti apercentuali di specie (25%, 50% e 75%) scelte arbitrariamenteper dare un’idea dello sforzo da mettere in campo al variaredell’obiettivo. Per ciascuno degli insiemi di quadrantimostrati nelle mappe è possibile ottenere gli elenchi dispecie eliminabili da eradicare in ciascun quadrante. Daun punto di vista pratico le amministrazioni preposte allagestione e al contenimento delle specie alloctone possonoutilizzare tali risultati partendo da una quantificazione delbudget disponibile, che dovrà generare una quantificazionedel numero di quadranti su cui è possibile intervenire. Daquesto poi sarà possibile definire la percentuale di specieche potrà essere eliminata con il budget definito.Operativamente l’intervento può essere programmato,quindi, sulla base di una tabella che sintetizza i risultatidelle elaborazioni e che contiene un elenco ordinato dellespecie e dove per ogni specie vengono precisati i quadrantisu cui intervenire, secondo il seguente esempio:

Specie eliminabile Quadranti necessari

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La prima riga indica che per eliminare totalmente la specieA bisognerà eradicarla nel quadrante Q1. La seconda riga

indica che per eliminare le specie A e B bisognerà intervenirecon le loro eradicazioni sui quadranti Q1, Q2 e Q3. La terzariga indica, invece, che per eliminare le specie A, B e C bi-sognerà intervenire con la loro eradicazione nei quadrantiQ1, Q2, Q3, Q4, Q5 e Q6. In sostanza in questa tabella lespecie sono ordinate per priorità di intervento in modo daminimizzare il numero di quadranti su cui intervenire.Pertanto ponendo che il budget a disposizione permettal’intervento in 8 quadranti, dalla tabella è possibile definireche il numero di specie eliminabili è 4; cioè sarà possibileeliminare le specie A, B, C e D intervenendo sui quadrantiQ1, Q2, Q3, Q4, Q5, Q6, Q7 e Q8.Le tabelle che sintetizzano l’ordine delle specie e i quadrantinecessari prodotte con le elaborazioni risultanti dai datidistributivi delle specie alloctone del Lazio sono forniteper ciascun raggruppamento di specie (alloctone invasive,naturalizzate e casuali) in appendice elettronica (scaribabiledal sito web), mentre per il raggruppamento di tutte le al-loctone il valore di priorità è indicato nella mappa relativadi ciascuna specie.La programmazione degli interventi di contenimento o dieradicazione delle specie alloctone può essere definitadall’amministrazione anche sulla base di altri criteri dipriorità (dando ad esempio la precedenza alle specie aller-geniche che apportano danni dal punto di vista igenico-santario). In tali casi l’elaborazione potrebbe essere ripetutasu un sottoinsieme di specie target in modo da ricavareuna prioritizzazione che ottimizzi il numero di quadrantisu cui intervenire. Allo stesso modo l’elaborazione di prio-ritizzazione può essere eseguita su un sottoinsieme diquadranti (ad es., per una specifica eradicazione all’internodi un’area protetta). Qualora il numero di specie e il numero di quadranti siaabbastanza piccolo da permettere un’elaborazione di tuttele combinazioni di quadranti calcolabile in tempi accettabili,sarà possibile ottenere direttamente la soluzione ottimale,senza utilizzare gli algoritmi euristici.Come già accennato, la stima del numero di quadranti sucui intervenire dovrebbe risultare da una quantificazionedel budget disponibile, basandosi su una stima del costomedio per quadrante. L’operazione di stimare il costo medioper quadrante è oggettivamente difficoltosa in quanto di-pende da diversi parametri (complessità ambientale in cia-scun quadrante, entità delle popolazioni delle specie sucui intervenire, accessibilità alle aree di intervento, sviluppodell’apparatto radicale delle specie su cui intervenire, etc.)che ovviamente non sono gli stessi nei vari quadranti. Taledifficoltà è un punto critico al quale le amministrazioni do-vranno porre una particolare attenzione per cercare diadeguare le risorse disponibili agli obiettivi prefissati.

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186 Flora alloctona - Capitolo 6

In alternativa alle suddette procedure di prioritizzazione,le amministrazioni preposte possono intervenire comunquecon programmi di eradicazione basati sui soli dati distributividelle specie, impiegando però un dispendio maggiore ditempo e risorse economiche.

CODICE DI COMPORTAMENTO PER L’INDIVIDUAZIONE E IL CONTROLLO DELLE SPECIE ALLOCTONEDi fronte al pericolo di introduzione e invasività di speciealiene è necessario tenere in considerazione alcune racco-mandazioni da rivolgere soprattutto a quelli che possonoessere i principali responsabili di questo fenomeno, da ri-cercare soprattutto nelle attività commerciali, nell’agricoltura,nel florovivaismo, nel campo dell’acquariofilia e in altrisettori che sono stati già qui considerati; come esempio ciriferiamo alle politiche forestali in Italia che hanno sviluppatoprogetti con lo scopo di facilitare l’introduzione di nuovespecie forestali alloctone e di promuovere l’uso delle specievivaistiche, tenendo conto della compatibilità con il climadella località geografica e quindi, come conseguenza, mi-nacciando di ottimizzare una loro spontaneizzazione.Due ampie analisi che toccano questo problema sonoquelle del codice di comportamento nel campo del floro-vivaismo (Heywood & Brunel, 2009) e nel campo delleattività degli orti botanici (Heywood & Sharrock, 2013),luoghi da cui spesso fuoriescono specie alloctone (ad es.per Roma si riporta l’esempio evidente di Pteris vittata). Rimandiamo a queste due opere per approfondire le te-matiche ivi ampiamente trattate e le azioni consigliate, sualcune delle quali abbiamo però alcune perplessità. Infatti,in entrambe le analisi si propone di utilizzare nella coltiva-zione di specie ornamentali e di interesse florovivaistico,al posto di specie potenzialmente invasive, specie alternativeda scegliere anche tra le specie autoctone. Gli esempi chevengono presentati per il sud della Francia sono peggioridel pericolo rappresentato dalle specie alloctone perchémettono a rischio attraverso l’inquinamento genetico ebiogeografico le popolazioni autoctone (possibilità di ibri-dazione e ampliamento non naturale dell’areale di specieautoctone) e a questo proposito abbiamo già discussol’esempio di Cercis siliquastrum, coltivato al di fuori del suoareale naturale e diventato realmente in molte aree eregioni una alloctona per definizione. La scoperta e l’identificazione di nuove specie alloctonecomporta l’interesse ad una loro segnalazione in articolisu apposite riviste (la più utilizzata è la rubrica “Notulaealla checklist della flora esotica d’Italia” sull’InformatoreBotanico Italiano); questa attività è molto utile poiché

solo in questo modo possiamo monitorare e gestire ilprocesso di introduzione e distribuzione delle specie al-loctone. Come norma di un corretto comportamento,però, si dovrebbe raccomandare che il ritrovamentofloristico venga subito accompagnato da un tentativoanche minimo di eradicazione immediata della speciestessa, ove possibile, soprattutto quando le specie sonosolo casuali e quindi rappresentate da piccole popolazioni(una documentazione fotografica potrebbe accompagnarela segnalazione, in modo da garantirne la veridicità); finorasi assiste al paradosso che una specie alloctona viene se-gnalata e nello stesso tempo viene lasciata espandersisenza alcuna preoccupazione della sua invasività. Finorale segnalazioni floristiche delle specie aliene vengonogeoreferenziate con coordinate chilometriche con precisioneapprossimata, come avviene per le specie rare, nel qualcaso l’approssimazione è giustificata dalla cautela neiriguardi del pericolo di ritrovare facilmente la specie stessada parte di raccoglitori scorretti. Ci sembra che questacautela non debba esistere per le specie aliene, di cuiinvece è molto importante conoscere le esatte coordinateper poterle rinvenire ed eradicare, essendo nella maggiorparte dei casi molto difficile ritrovare piccole popolazionidi aliene casuali costituite talvolta da pochi individui otalvolta da un solo individuo (difficoltà ancora maggioreper le specie annuali o di piccole dimensioni); per facilitareil loro ritrovamento tutte le nostre segnalazioni più recentidi nuove specie aliene sono georeferenziate con coordinategeografiche in gradi, minuti e secondi, che permettonoun facile ritrovamento per l’eventuale eradicazione ancheda parte di enti preposti alla conservazione e protezionedella biodiversità. In molte flore di settori laziali, anche molto ampi, vengonoindicate con la sigla “Cult.”, oltre alle specie autoctone e al-loctone, anche le specie coltivate e, a parte il giudizio sullautilità di questa informazione, ciò può generare a distanzadi tempo equivoci nel considerare specie alloctone spon-taneizzate quelle che sono solo coltivate. Un problema che si pone nei riguardi delle alloctone è il ri-conoscimento preciso dello stato di alloctonia, in quantotalvolta è possibile confondere una specie come casualequando invece è solo coltivata ai limiti di qualche giardinoo aiuola; sta alla correttezza ed esperienza del botanicosapere individuare una specie alloctona come casuale edevitare una falsa segnalazione.Secondo le norme in vigore, una specie dovrebbe consi-derarsi naturalizzata quando gli individui della popolazionehanno raggiunto la maturità riproduttiva (quindi capacitàdi autopropagarsi), ma questa condizione è difficile da ri-trovare in alcune specie arboree (ad es. Platanus hispanica,

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187Proposta di prioritizzazione per il controllo e eradicazione delle specie alloctone nel Lazio

Nerium oleander, Washingtonia robusta nella Foto98, Erio-botrya japonica, etc.) che chiaramente spontaneizzanoanche in ambiti urbani, ma non ancora hanno raggiunto lafioritura e fruttificazione, essendo le nuove plantule derivateda alberature o giardini dove crescono le piante madri; inquesti casi, si è preferito comunque ritenerle naturalizzatequando era evidente una diffusione elevata di propaguli eforme arbustive su un’area di almeno 1 ha (100 m x 100m). Per quanto riguarda il caso particolare di Neriumoleander, precisiamo che viene considerata alloctona re-gionale, pur essendo una specie autoctona in alcune regioniitaliane, poiché nel Lazio non ha un suo areale naturale (inwww.actaplantarum.org è data come indigena nel Lazio ein ben 11 altre regioni !) e la sua diffusione nella nostra re-gione deriva solo da introduzioni antropiche (coltivazioniin giardini e strade). Un caso particolare si osserva a Sezzelungo la strada da Sezze Scalo al paese in cui sono state ef-fettuate piantumazioni abbondanti di Nerium oleander,Pinus halepensis e Rosmarinus officinalis (Foto 99), che mo-strano una loro capacità autonoma di disseminarsi, insiemeanche ad Opuntia ficus-indica ormai sfuggita a qualsiasicontrollo e con effetti negativi sul paesaggio.

L’eradicazione di specie alloctone in ambito pubblicourbano è un problema particolare e alquanto diverso dallaeradicazione in altri ambiti, quali habitat seminaturali onaturali. In ambito pubblico urbano l’eradicazione è possibilesolo per le specie casuali alla loro prima comparsa o perspecie molto localizzate e sporadiche, mentre nella maggiorparte dei casi le popolazioni di specie alloctone sono tal-mente abbondanti che in pratica diventano incontrollabiliper vari motivi. Inoltre, in questo ambito una possibileestirpazione manuale di specie arbustive di piccola taglia(quali piccoli arbusti di ailanto) da parte di volontari trove-rebbe comunque un ostacolo burocratico poiché occorre-rebbero gli opportuni permessi (così come sono vietateanche le piantumazioni in aree pubbliche da parte diprivati). Per questi motivi le palme, Chamaerops humilis,Phoenix canariensis e Whashingtonia robustanon potrebberoessere estirpate né d’altra parte non sarebbe opportunal’estirpazione di piante che in questo caso rivestono unaimportante funzione paesaggistica; inoltre, per la palmadelle canarie l’attacco del punteruolo rosso ha già provocatoseri danni entro parchi e giardini, per cui al contrario laspecie andrebbe conservata.

Foto 98 - Waschingtonia robusta, un posto alquanto scomodo e imprevedibile per la crescita di una specie alloctona presso il Policlinico di Roma (forseambiente favorevole in quanto riscaldato da tubature).

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188 Flora alloctona - Capitolo 6

In aree fortemente urbanizzate un ostacolo al controllo o ri-mozione delle alloctone potrebbe venire anche dalla difficoltàdi intervenire entro aree private, in cui il permanere dellespecie invasive potrebbe rendere vani tutti i tentativi dicontrollo fatti nelle vicinanze, o dalla opinione pubblica chevede nella estirpazione di piante una aggressione verso lanatura contraria ai principii della conservazione del verde.Per una città grande come Roma si ritiene che una estirpa-zione di specie alloctone si possa limitare solo ad uncontrollo di specie potenzialmente pericolose per la salute(ad es. specie allergeniche), ma questo intervento dovrebberichiedere sicuramente l’uso di diserbanti, forse peggioridelle piante che si vogliono combattere (ogni anno i mar-ciapiedi di Roma vengono irrorati di queste sostanze perestirpare ciò che l’opinione pubblica giudica “erbacce”).Poiché spesso i rimedi sono peggiori dei mali causati dal-l’uomo, nel controllo delle specie alloctone si ritiene chedebba essere usata molta cautela e saggezza, evitandospeculazioni economiche di interventi e progetti inefficacie potenzialmente anche dannosi. Tra gli effetti negativi

della estirpazione delle alloctone ricordiamo il pericolo dierosione di scarpate, sponde e boschi (Robinia pseudoacacia,Opuntia ficus-indica, Ailanthus altissima, Arundo donax,Pinus nigra, etc.), la riduzione della nicchia trofica (Robiniapseudoacacia, Eucalyptus camaldulensis, varie conifere,molte specie acquatiche, molte specie a frutti carnosi esecchi, come Amaranthaceae e Poaceae, etc.), riduzionedella biodiversità in habitat urbani in circostanze di elevatodegrado, facilità di innescare processi di invasività di altrespecie alloctone che prima non erano tali (ad es., impiegodi un controllo biologico con “surprise effects”), conseguenzedi percezione negativa (distruzione di habitat) da parte diopinione pubblica che ritiene il “verde” comunque utile(Van Wilgen, 2012). Un’ultima considerazione riguardal’aspetto economico, in quanto, essendo i costi di ognieradicazione molto elevati (McConnachie et al., 2012), sipone la scelta se investire più nella prevenzione (controllodell’entrata di specie alloctone) o piuttosto nel controlloalmeno parziale di quelle specie più pericolose; trascurareil problema sarebbe la scelta peggiore.

Foto 99 - Rosmarinus officinalis, sfuggita a coltura e spontaneizzata su scarpata presso Sezze, insieme a Opuntia ficus-indica, Pinus halepensis, Ailanthusaltissima, Nerium oleander.

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APPENDICE ATABELLA DEI QUADRANTI CFCE E LOCALITÀCENSITE DA LUCCHESE NEL RILEVAMENTOFernando Lucchese

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190 Appendice A

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191Tabella dei quadranti cfce e località censite daLucchese nel rilevamento

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M. In

versa

turo - Collalto

-337120

SAN LORENZ

O E

e Macchie Pia

ne (d

i Amatrice)

Macchia - P

onte Neia

- Casale - S

aletta

- Cossito - Bo

sco S. Eg

idio -

F.so La

gozzo

FLAV

IANO

3313345_

3Pasciano, Collegentilesco

, Collem

oresco e

Laz

RI3796

1Collemoresco - T

orrita -

Roccasalli - M. Prato (cim

a) - Aleggia

- M. Laghetto

(cim

a) -

337150

TORR

ITATorrita (d

i Amatrice)

S. Giusta - P

atarico - Co

sta d.le Cavalle - P

rate L

arghe - V

aroni - Casali - T

. la Meta - M. Tito

3413345_

4Am

atrice e

Lago di Sc

andarello

Laz

RI3796

1Lago Sc

andarello - Am

atrice -

Nom

misci - Ar

afranca - Sommati - Co

rnillo

Nuovo -

337160

AMATRICE

Pinaco -

T. Va

rco - T

. Castellano

3513346_

1Piz

zo di Se

vo e Cim

a Lepri (

di Accumoli e

Laz, Ab

z, Mar

RI1050

2Macera d

. Morte - F.so M

olinaro - V

oceto -

M. Pizz

itello - Piz

zo d. Se

vo338090

PIZZO DI SE

VOAm

atrice)

3613346_

3Piz

zo di Moscio

, Monte Gorzano e Cim

a della

Laz, Ab

zRI

3012

2Casca

ta d. Or

tanza - Preta - Ca

vallo d. Vo

ceto - F

.so d. Molinaro - S

. Martin

o - Ca

pricchia

-338130

PRETA

Lagh

etta (A

matrice)

Colle Piano -

Cascata S

calet

te - Sacro

Cuore -

Selva

Grand

e - Stazzo Gorzano -

M. Gorzano - Cim

a d. Laghetta

3713435_

1Sponde de

l Fium

e Fior

a (di Ischia

di Ca

stro)

Laz, Tos

VT34

3Ma

ncian

o - Po

ggio Buco - s

trada Ca

mpig

liola - F.so

Ripollo - F

.so Ru

bbian

a - La

go Sc

uro

343040

PONT

E DELL'A

RSIA

3813435_

2Ischia

di Ca

stro N

ord, sponde de

l Fium

e Fiora e

Laz, Tos

VT1474

2Crostolet

o - F.so La

Sova - F.so A

rsa - P.g

io Lucio

343040

PONT

E DELL'A

RSIA

Selva

del Lam

one O

vest

3913435_

3Fosso

Gam

beraio e M

onte Be

llino (di Ischia

Laz, Tos

VT447

2Riserva M

ontauto -

la Ca

mpig

liola - C

ast.cio d. Pelag

one -

M. Bellino

343070

MON

TE BE

LLINO

di Castro)

4013435_

4Conflue

nza O

lpeta-Fior

a (di Ischia

di Ca

stro)

Laz, Tos

VT3759

2P.g

io Sanoja - Ponte S. Pie

tro - F

. Olpe

ta - M

. Calv

o - Pu

ntone d

. Stazo - R

iserva

Montauto

343080

PONT

E SAN

PIETRO

Page 76: Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora ... · Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora vascolare alloctona 119 loctonia (Tab. 5.5) si nota che il maggior numero

192 Appendice A

4113436_

1Selva

del Lam

one (di Farnese)

Laz, Tos

VT3477

2Bo

sco La

mone -

F.so d. Nova -

Rosce

to - F.so C

rogn

oleto - Murcia

Strumpia

- S. Maria

344010

FARN

ESE

d. Sala - P

urgatorio

4213436_

2Valen

tano

Laz

VT3804

1Valen

tano - F.so V

ergh

ese -

P.gio

Murcie

344020

VALENTAN

O

4313436_

3Fiu

me O

lpeta, Fosso de

lla Sc

atola

e Fosso

Laz

VT3807

1Farnese -

F.so Olpe

ta - V

allerosa -

F.so Strozzavolp

e344050

SANT

'UMA

NOStrozzavolp

e (di Farenese e Ischia

di Ca

stro)

4413436_

4Ischia

di Ca

stro, Cellere e Pia

nsano

Laz

VT3807

1Cellere - Ischia

di Ca

stro -

F.so d. Oppio - F.so

Strozzavolp

e344060

ISCHIA D

I CASTRO

4513437_

1Capodim

onte, spond

e sud-occide

ntali de

l Laz

VT3803

1Capodim

onte - M. M

aggio

re - San M

agno - Lago d. Bo

lsena, riva

ovest - Isola

344030

CAPO

DIMON

TELagi di Bo

lsena e Iso

la Bisentina

Bisentina

- M. Tabor

4613437_

2Sponde orien

tali d

el Lago di Bo

lsena e Iso

la Laz

VT3803

1Lago Bo

lsena, zona ripa

riale

344040

ISOLA MAR

TANA

Martana

4713437_

3Campagn

e di Pian

sano, Capodim

onte e Marta

Laz

VT3806

1Pia

nsano -

la Ro

cchetta

- Montecchio

344070

MADO

NNA D

EL SO

CCOR

SO

4813437_

4Sponde meridionali de

l Lago d

i Bols

ena (di

Laz

VT3806

1F. Marta - Marta - Iso

la Martana - Lago d. Bo

lsena, riva

- Poggio Bo

rgale

, cerreta -

344080

MARTA

Marta e Montefiasco

ne)

C. Bu

rano - strada D

ogana

4913438_

1Montefiasco

ne Nord

Laz

VT3803

1P.g

io Cerre

tella - P.g

io Pid

occhio - S.S Um

bro -

Casentine

se -P.gio Segale - Coste -

345010

CAPO

BIAN

COLa Sp

essa - F.so A

rlena - P.g

io d. Gu

ardata - F.so d

. Bucine

- Ponte d. Regin

a - La

Spessa

5013438_

2Celleno

Laz

VT3803

1Celleno - F.so F

erriera - Caste

l Cellesi - F.so d. Ca

saccia – M. d. Zitelle - Rocchette

- 345020

CELLEN

OF.so A

cquaforte

- F.so d

. Mola

- Rio C

ella -

Rio C

hiaro

5113438_

3Montefiasco

neLaz

VT3806

1Montefiasco

ne - Madonna d. Va

lle - Zepponam

i345050

MON

TEFIA

SCON

E

5213438_

4Campagne tra Faste

llo e Ma

gugnano (di Viterb

o)Laz

VT3806

1Fonte d

. Acquaforte

- strada E

difizio -

Cascata T. In

fernaccio - M

. Rosso - Faste

llo345060

FASTELLO

5313439_

1Graff

ignano

Laz, Um

bVT

3547

2Litiga

ta - Montecalve

llo - T

. Rigo

- Lagh

etti Poggio La Guardia - C

.le Pe

llegrino

- 345030

GRAFFIG

NANO

Graff

ignano -

Roccalv

ecce - M. Secco

5413439_

2Pia

na Tiberin

a (di Graff

ignano)

Laz, Um

bVT

344

2Alvia

no - str. Porcia

nese - F. T

evere

345040

TORR

ENTE RIGO

5513439_

3Grotte Sa

nto S

tefan

o (di Vit

erbo) e Sp

iccian

o Laz

VT3805

1Grotte S. Stefa

no - S

ipicciano -

Montecalve

llo - T

. Rigo

- Vallebona - Sa

nt. San Sa

lvatore

345070

GROT

TE SAN

TO STEFANO

(di Graffign

ano)

5613439_

4Conflue

nza V

ezza-Te

vere (d

i Bom

arzo)

Laz, Um

bVT

1404

2str. Pian

tata - Attigliano - G

iove - Mugnano - P

ietralta - R

amici - F. Te

vere, po

nte - T. Vezza

345080

STAZ

IONE

DI SPICCIANO

5713442_

3Moggio

sul Velino (d

i Riet

i)Laz, Um

bRI

270

2Moggio

- Mirand

a - Prato P

rete - Cim

itelle - F. V

elino

347050

PIÈ D

I MOG

GIO

5813442_

4Labbro e Lago di Ve

ntina

(di Colli sul Velino)

Laz, Um

bRI

2229

2Collatea -

Morro Re

atino

- Lago d. Piediluco - Labro -

Lago d. Ve

ntina

- Valle R

io347060

LABR

OLeonessa - Labro -

Ponte C

atenaccio

- Colle Sp

ina

5913443_

1Monte La

Pelos

a (di Leonessa) e Va

lle di

Laz, Um

bRI

1570

2M. La P

elosa

347030

MON

TE LA

PELOSA

Fusce

llo (d

i Rivo

dutri)

6013443_

2Leonessa e Monte Tilia

Laz

RI3800

1Leonessa - la Rocca -

Vallonin

a - M. S. Gius

eppe - M. Tilia

- M. Corno

347040

LEON

ESSA

6113443_

3Rivodutri e Pogg

io Bu

stone

Laz, Um

bRI

3758

2Poggio Bu

stone - M. Castig

lioni - C

ima d

'Arme -

Erem

o S. M

ichele

- Fonte P

acce -

347070

POGG

IO BU

STON

ECoste

Lign

ano -

Rivodutri - Ap

oleggia

Page 77: Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora ... · Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora vascolare alloctona 119 loctonia (Tab. 5.5) si nota che il maggior numero

193Tabella dei quadranti cfce e località censite daLucchese nel rilevamento

6213443_

4Monte Co

rno, Monte Ca

tabio

e Vallonin

a Laz

RI3803

1M. Catabio - M

. Fazzolet

tone - V

allonina

- San G

iuseppe - M. Corno - Piè

d. Po

ggio -

347080

MON

TE CA

TABIO

(di Leonessa

)Rio F

uggio

6313444_

1Vallung

a, Vin

doli, San C

lemente e Vie

sci

Laz

RI3800

1Vallung

a (Pia

gge) - V

indoli - Sala - S.Vito

348010

VIND

OLI

(di Leonessa

)

6413444_

2Monte Bo

rragin

e e Fium

e Velino (di Citttarea

le)Laz

RI3800

1Chegnerone - M. Boragine

- M. la

Cerasa - S. Giusta - F.so d

. Valle -

S. Croce -

348020

SANTA C

ROCE

F.so M

andra V

ecchia - R

ose -

Colle d'Eschio

6513444_

3Monte di Ca

mbio

e Albaneto (d

i Leonessa

) e

Laz

RI3803

1Albaneto - M. d. Cam

bio - Colle La

Valle - Pozza d

ei Cavalli - M

. Jacci - F.so

d. Ba

gno -

348050

ALBA

NETO

Monte Iacci (d

i Posta)

Crescitore

6613444_

4Fiu

me V

elino, Posta e Bo

rbona

Laz, Ab

zRI

3682

2Borbona - Piedimordenti - F.so d

. Valle M

aggio

re - B

acugno - F

. Ratt

o - La

ghetto artif. -

348060

BORB

ONA

F.so M

oglie - Fig

ino - Steccato

6713445_

1Cit

tareale

Est e Am

atrice S

ud-Ovest

Laz, Ab

zRI

1772

2M. Verrico -

Castiglione -

Scai - S.M. Varoni - Marian

itto -

F. Ve

lino -

F.so d. Meta -

348030

ROCCAPASSA

F.so P

uilli

6813445_

2Am

atrice S

udLaz, Ab

zRI

1591

2Poggio Cancelli - Mulino Pa

parone - T

. Castellano - Cin

quelimiti - Prato P

antano -

348040

COLLE F

RONT

INO

Capo Ca

ncelli - F.so d. Va

rco - Aring

o - Co

lle S. Maria

6913445_

3Ara d

el Tufo (d

i Cittareale)

Laz, Ab

zRI

194

2Montereale

- Pellescr

itta -

Ville d. Fa

no - Bu

sci - V

alle S

alcia - F. Aterno -

Pianella -

348070

MON

TE FR

ASCH

IEDO

F.so M

oglie

7013446_

1Sorgenti del Tronto, Fosso

Cerru

glia e

Fosso

Laz, Ab

zRI

1030

2Campotosto

- Colle Ca

rdito

- Sorg. Tronto -

Pozze Testa - Diga Fu

cino -

Lagh

etta -

349010

MON

TE CA

RDITO

dei Carbonari (

di Am

atrice)

Passo

Mascio

ni - P

oggio

Cancelli - Cima d

. Laghetta

- F.so C

erruglia

7113534_

4Montalto

di Ca

stro N

ord-Ovest

Laz, Tos

VT857

2Pescia F

iorentin

a - Diac

cialon

e - Via F

icona - F.sso d. Ch

iarone

343140

BORG

O NU

OVO

7213535_

2Sponde de

l Fium

e Fior

a (di Canin

o)Laz, Tos

VT2382

2Tenu

ta Torlo

nia - F. Fio

ra - M. Fum

aiolo - R

iminino - Form

a d. M

ontauto

343120

RIMININO

7313535_

3Montalto

di Ca

stro N

ord

Laz, Tos

VT2963

2strada d

. Abbadia - F.so

d. Ac

qua B

ianca

343150

RISERVA DEI FRA

NGIVEN

TI

7413535_

4Ne

cropoli d

i Vulc

i e alveo d

el Fiu

me F

iora

Laz, Tos

VT3410

2F. Fio

ra - P.te d

. Abbadia - C

astellaccio d. Vulci - Coccum

ella -

Parco

d. Vu

lci -

343160

VULCI

(di M

ontalto

di Ca

stro)

Cuccum

elletta - Lagh

etto Vu

lci En

el, oa

si WWF

7513536_

1Monte Ca

nino e

Canin

o Ovest

Laz

VT3810

1M. D

oganella -

M. Canino

- Canin

o - Fe

rriera -

Caste

llardo

344090

MON

TE CA

NINO

7613536_

2Canin

o, Tesse

nnano e

Arlen

a di Castro

Laz

VT3810

1Tesse

nnano -

Arlen

a di Castro

344100

CANINO

7713536_

3Fosso

Timone e

Musign

ano (di Canin

o)Laz

VT3813

1Sugarella - Musign

ano -

il Bagn

o344130

MUS

IGNA

NO

7813536_

4Polledrara (di Arlen

a di Castro

) e Torre

nte )

Laz

VT3813

1San G

iulian

o - F.so Ca

dutella - F.so d

. Infer

netto

344140

SAN GIUL

IANO

7913537_

1Fiu

me M

arta (d

i Tuscania

) e Tu

scania No

rdLaz

VT3809

1str. Tuscania

-Marta - Colle S. Sa

vino -

Loc. Pantalle -

Le Mandrie - stra

da a Valen

tano

344110

CASALE SA

N SAVINO

Arrone e San G

iulian

o (di Tuscania

8013537_

2Fosso

delle Se

tte Ca

nnelle e

Fosso

del

Laz

VT3809

1strada D

ogana -

bivio

str. M

arta-Tu

scania

344120

SAN LORENZ

OCatenaccio (di Viterbo O

vest)

8113537_

3Tuscania e G

ole de

l Fium

e Marta

Laz

VT3812

1Tuscania - S

ughereta - Bo

sco Guadig

liolo - P

antalla - Poggio d. Madonna

344150

TUSCAN

IA

8213537_

4Fosso

della Su

garella e Fosso

del Catenaccio

Laz

VT3812

1da Tu

scania a V

iterbo, 13-17 k

m - F.so P

antanaccio - F. la

Cadutella - F.so d

. Sugarelle

344160

CASTELLO DEL CA

RDINALE

(di Viterbo O

vest)

Page 78: Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora ... · Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora vascolare alloctona 119 loctonia (Tab. 5.5) si nota che il maggior numero

194 Appendice A

8313538_

1Commenda (d

i Montefiacone) e Fo

sso di

Laz

VT3809

1Valle Ca

stellane - Commenda - strada M

artana, ruderi e travertin

o - Ba

gnaccio

345090

COMMEN

DACastiglione e

Piana d

i Viterbo N

ord-Ovest

8413538_

2Pia

na di Viterbo N

ord-Est e Fo

sso de

ll'Acqua

Laz

VT3809

1F.so d

. Ferriera - F.so A

cqua Ro

ssa - Ferento, teatro - Macchia Grande

345100

ROVINE

DI FEREN

TORossa

(di Viterbo)

8513538_

3Pia

no di Sa

nta C

aterina

e Pia

na di Viterbo

Laz

VT3812

1M. Razzano - S. Caterin

a, bagn

i - zo

na ae

roporto

345130

SANTA C

ATERINA

Sud-Ovest

8613538_

4Vit

erbo, Bagnaia e M

onte Pa

lanzana

Laz

VT3812

1Vit

erbo - M. Pala

nzana -

Bagn

aia345140

VITERB

O

8713539_

1Vit

orchian

o e Monte Ca

soli (di Bo

marzo)

Laz

VT3808

1Bo

marzo - V

itorch

iano -

S. Maria d. Casoli -

T. Ve

zza -

Selva

d. Mala

no345110

VITORCHIAN

O

8813539_

2Bo

marzo, Chia

(di Sorian

o nel Cim

ino) e

Laz, Um

bVT

3588

2Bomarzo - C

hia - V

allone P

oggio

Palaz

zolo - F.so

Valle Oscu

ra - R

io Paronzo -

S. Ce

cilia -

345120

BOMA

RZO

Bassa

no in Teverin

aLago d. Va

dimone -

Poggio Capraro -

F. Tevere - Staz. Bassano Teverin

a

8913539_

3Monte Cimino

e Soriano ne

l Cim

inoLaz

VT3811

1M. Cim

ino - Soriano al Cimino

- F.n

a Acquaspasa -

M. Cilia

no - il P

allone -

Fornacchia

345150

SORIAN

O NE

L CIMINO

9013539_

4Selva

del Grosso

e Fosso

di Va

lle Oscura (di

Laz

VT3811

1Pia

n Castagn

o - Torre

S. Maria - S. Eutizio -

F.so Mandrion

e - Se

lva Piano -

Valle Lu

nga

345160

SANT

'EUTIZ

IOSoriano ne

l Cim

ino)

9113540_

1Orte

Laz, Um

bVT

2890

2S. Lib

erato -

Orte

- F. T

evere

346090

ORTE

9213540_

2Pic

colo tra

tto de

lla riv

a destra

del Fium

e Nera

Laz, Um

bVT

207

2Montoro - T

aizzano - V

iscian

o - Vign

e - Gualdo

346100

CASA TR

IPPETTI

9313540_

3Vasanello e Orte Sc

aloLaz, Um

bVT

3783

1Bagn

olo - Poggio d'A

cqua - V

asanello -

Pozzaglia - Palaz

zolo - P

arco d. Fo

ntanili -

346130

VASANE

LLO

Rio P

aranza

9413540_

4Alveo d

el Tevere (d

i Orte

sud)

Laz, Um

bVT

1137

2Otricoli - V

allefr

edda - Strada Crepafico - F. T

evere, ansa- T. l'Aia

346140

CASALE DI RUF

FO

9513541_

2Lugn

ola (d

i Config

ni)Laz, Um

bRI

430

2Fin

occhieto -

Campo d. Ac

qua -

Vasciano -

Sacro

Speco -

Le Fo

ntanelle -

Madonna d.

346120

LUGN

OLA

Corvian

o - Ag

uzzo - Colle Macine

9613541_

3Colle Mico

tti Nord (

di Magliano in Sa

bina)

Laz, Um

bRI

503

Calvi - Str. S

an Pa

ncrazio

- M. Scetelle - T

. Aia - Str. Ar

avecchia - P

oggio

346150

CASALE MEZZAMOR

A

9713541_

4Confign

i e Monte Co

sceLaz, Um

bRI

2366

2M. Cosce - Confign

i - Va

sciano -

M. S. Pancra

zio - Lugn

ola346160

CONF

IGNI

9813542_

1Monte La

Montagn

ola (d

i Riet

i), Monte

Laz, Um

bRI

1354

2Cim

itelle - Pia

ni d. Ru

schio - M

ontagn

ola -R

io Campo d. Ac

qua -

M. Abruccia

ticcio

347090

MON

TE LU

PARA

Abbruciaticcio (di Cottanello) e Macchia

Lupara (d

i Greccio)

9913542_

2Pia

na de

l Velino (di Contig

liano) e La

go di Ripa

Laz

RI3806

1Costa

d. Monte - La Sp

era -

Villa d'Assio

- Via Paduli -

Stretta

ra - V

allogara -

Erem

o 347100

LAGO

DI RIPA

SOTTILE

Sottile (di Riet

i)S. Fra

ncesco - Greccio

- F. V

elino - Lago Ripa So

ttile - R

epasto - Sellecchia

100

13542_

3Cotta

nello, M

onte Macchion

e, Prati di sopra e

Laz, Um

bRI

3710

2Cotta

nello - Piè

d. Morra - M. M

acchion

e - M. Lacerone -

Castiglione -

Macchia d.

347130

COTTAN

ELLO

Prati di sotto

Mezzo - Casette

- Fonte C

erro

101

13542_

4Contiglian

o, Greccio

e Conflue

nza Turano-Velino

Laz

RI3809

1Greccio

- Contiglian

o - Terria -

F. Tu

rano

347140

CONT

IGLIA

NO

102

13543_

1Lago Lu

ngo (di Rieti) e C

antalice

Laz

RI3806

1Cantalice - V

allone d

. Cantalice -

Rif. C

astig

lioni - S

orgente S

usanna - Lagh

i Lun

go e

347110

CANTALICE

Ripa So

ttile

103

13543_

2Pia

n di Rosce, Bosco Ca

rdito, Terminilletto

e Laz

RI3806

1Melu

nghe, 3° tornante -

Valle S. Croce -

Fontana d

. Cantalice -

F.so Tagliata -

Pian d.

347120

MON

TE TE

RMINILL

OMonte Term

inillo (fald

e orientali)

Valli - P

ian d. Ro

scio -

M. Terminillo - M. Terminilletto

- Lis

ciano - Centro Ju

cci -

Sella d. Le

onessa - Sasse

telli

Page 79: Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora ... · Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora vascolare alloctona 119 loctonia (Tab. 5.5) si nota che il maggior numero

195Tabella dei quadranti cfce e località censite daLucchese nel rilevamento

104

13543_

3Rieti, P

iana d

i Riet

i e Ca

stelfranco (d

i Riet

i)Laz

RI3809

1Rieti - Lisciano -

Santuario

Foresta

347150

RIETI N

ORD

105

13543_

4Santa R

ufina

, Lugnano di Villa Troia

na e

Laz

RI3809

1Colle d. Po

rrare - S. Ru

fina

347160

SANTA R

UFINA

Vallone di Sa

nta C

roce

106

13544_

1Micigliano, Falde

orien

tali d

el Term

inillo, Sella

Laz

RI3806

1M. Elefante - M. Rito

rnello -

Micigliano -

M. Porcin

i - Rif. S

ella -

Sella d. Le

onessa -

348090

MICIGLIANO

di Leonessa, M

onte Elefa

nte e

Monte Br

eccia

roJaccio Crudele

- Valle d

. Sigillo - San L

orenzo - F.so P

isciarello

107

13544_

2Vallenare (d

i Borbona Su

d)Laz, Ab

zRI

3323

2M. Gabbia

- Sant. M

adonna d. Monte - V

allem

are -

M.Ca

gno -

Villa Ca

mponesch

i -

348100

VALLEM

ARE

F. Velino - S. Lorenzo -

F.so Pisciarello -

F.so d. Micigliano

108

13544_

3Cim

ata d

i Castello (d

i Castel Sant'Ang

elo),

Laz

RI3809

1Cim

ata d

. Castello - V

allone V

iano -

Antro

doco - Micigliano -

F. Ve

lino -

Borgo V

elino -

348130

ANTROD

OCO

Valle de

l Velino, Borgo Ve

lino e

Antro

doco

Costa

Sole - C

asale

Colon

nella - F.so M

aiori -

Prato M

icciolo -

Serra

d. Mozza -

Forcicchio

d. Preti -Colleterm

ine

109

13544_

4Monte Gian

o e Gole

di An

trodoco

Laz, Ab

zRI

2868

2Go

le An

trodoco - M. Gian

o - Madonna d. Grotte

348140

MON

TE GIANO

110

13545_

1Costa

della Monna (d

i Borbona Es

t)Laz, Ab

zRI

192

2F. Aterno - T

. Rio - M

arana -

Colle Croce -

Pizzo d

. Monte - Prato S

. Nun

zio - Palar

zano -

348110

MON

TE GAB

BIA

Pian d

i Cascin

a - Gabbia

- M. Gabbia

111

13545_

3Monte Ca

ola (d

i Antrodoco Nord-Est)

Laz, Ab

zRI

138

2Cagn

ano A

miterno -

Term

ine - M. Caola - C

ascin

a - Merzano – Sa

nti - Fo

nni di Cinn

o -

348150

MON

TE CA

OLA

Valle Lu

nga

112

13634_

2Pescia R

omana (di Montalto

di Ca

stro)

Laz, Tos, T

irrVT

1280

2Foce d. F.so Ch

iarone -

Pescia R

omana -

Tombolo Paglieto G

rand

e353020

PESCIA RO

MANA

113

13635_

1Marina

di Pe

scia R

omana e

Fosso

del Ponte

Laz, Tirr

VT3633

2Pia

n d. Cangani - Foce d

. F.so

Tafone - F.so d

. Tafo

ne - Sugh

ereto

353030

MARINA

DI PESCIA

Rotto

(di M

ontalto

di Ca

stro)

ROMA

NA

114

13635_

2Montalto

di Ca

stro e

Alveo d

el Fiu

me F

iora

Laz

VT3817

1S.S

. Aurelia, km

102 -

Poggio d. Corno -

F. Fiora -

Montalto

di Ca

stro, paese -

Archi

353040

MON

TALTO DI CA

STRO

d. Pontecchio

115

13635_

3Foce de

l Fior

a e Montalto

Marina

Nord

Laz, Tirr

VT533

2Litorale

Nord F

. Fior

a, foce - T

orre di Montalto

353070

SANT

'AGOS

TINO

116

13635_

4Montalto

Marina

Sud e

Torre

nte A

rrone

Laz, Tirr

VT3358

2T. Arrone, fo

ce - Spinn

icci - Ro

mpic

ollo -

il Tombolo - M

ontalto

di Ca

stro, paese

353080

MON

TALTO MA

RINA

117

13636_

1Torre

nte A

rrone (tra Montalto

di Ca

stro e

Laz

VT3816

1Sugarella - T

. Arro

ne - Caste

l Ghezzo -

Mandria Nu

ova

354010

CASTEL GHE

ZZO

Tuscania)

118

13636_

2Pia

naccio d

i Monteb

ello (di Tusca

nia Su

d-Ovest)

Laz

VT3816

1P.g

io Mandrion

e - P.gio

Prim

avera -

P.gio

d. Diav

olo354020

QUAR

TICCIO

LO

119

13636_

3Bo

schi e ca

mpagn

e tra Tu

scania Sud e

Laz

VT3819

1Fontanile d. Torre

- F.so d

. due Po

nti - Va

lle Ba

gliese -

Selciatella -

Poggio Martin

o354050

POGG

IO MAR

TINO

Tarquin

ia No

rd

120

13636_

4Lestre d

ella R

occa (d

i Tarquinia) e Gu

ado d

ella

Laz

VT3819

1Caste

llina -

la Ro

ccaccia

- Montebello - P.g

io Canin

o354060

MON

TEBELLO

Spina

(di Tuscania

)

121

13637_

1Conflue

nza Trapozzo-Marta e Fosso

Capecchio

Laz

VT3815

1Roccarespampani - M

adonna Olivo -

Valle F. Marta - T

. Traponzo -

La Ro

cca -

354030

LA RO

CCA

(di Tuscania

Sud)

Abb. San G

iusto - Qu

articcio

lo

122

13637_

2Fosso

Leia (di M

onte Ro

mano) e Pogg

io dei

Laz

VT3815

1Ponte d

. Gam

ere -

S.S. Cassia -

Casale Sfa

sciagranai - str. C

asal d. Salce

- str. Sterpaio

- 354040

BORG

O RIO SECCO

Carbonari (d

i Viterbo)

P.te d

. Leia

Page 80: Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora ... · Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora vascolare alloctona 119 loctonia (Tab. 5.5) si nota che il maggior numero

196 Appendice A

123

13637_

3Conflue

nza Fosso di Civitella-Ma

rta (di Tu

scania

eLaz

VT3818

1Caste

llaccio - P.gio Fic

una -

P.gio

Ancarano - Caste

llaccio - F. M

arta

354070

CARCAR

ELLA

Monte Ro

mano)

124

13637_

4Go

le del Torrente B

redano (tra Viterbo e

Laz

VT3818

1Ferle

to - Rio S

ecco - Ortaccio - C

inelli - N

orchia - Vive

nzio

354080

NORCHIA

Vetra

lla)

125

13638_

1Campagn

a di Viterbo S

udLaz

VT3815

1Caste

l d'As

so - Cast. d. Sa

lce - F.so d

. Pasque

355010

CASTEL D'AS

SO

126

13638_

2San M

artin

o al Cim

ino e Versa

nti

Laz

VT3815

1Lago d. Vico, Pantanacce

- Poggio Nibbio - S. M

artin

o al Cim

ino - T

obia

355020

S. MA

RTINO AL CIMINO

nord-occide

ntali de

lla Ca

ldera de

l Lago d

i Vico

127

13638_

3Vetra

llaLaz

VT3818

1Vetra

lla - Cura - Mazzocchio

- Marchion

ato -

Pian d. Noce -

Casalino -

M. Panese -

355050

VETRALLA

Madonna d. Po

nte

128

13638_

4Monte Fo

gliano e

sponde oc

cidentali d

el Lago

Laz

VT3818

1Pantanacce - Lago d. Vico - M. Fogliano - Conv.to

S. An

gelo - Valle d

. Vico

- Cura

355060

SANT

'ANGELO

di Vic

o (tra

Vetra

lla, Caprarola e R

oncig

lione)

129

13639_

1Canepin

a e ve

rsanti nord-orien

tali d

ella

Laz

VT3814

1Passo

d. Cimino

- P.g

io Nibbio - P.gio Ga

llerano - via

Cassia -

Canepin

a355030

CANE

PINA

Calde

ra de

l Lago d

i Vico

130

13639_

2Vallerano e Vig

nanello

Laz

VT3814

1Vig

nanello - V

allerano -

Ponte P

ara -

Torre

Alian

o - La

Selva

- F.so C

hiare Fo

ntane -

355040

VIGN

ANELLO

S. Lorenzo -

La Madonnella

131

13639_

3Caprarola

e sponde orien

tali d

el Lago di Vico

Laz

VT3817

1Lago d. Vico - Bella Ve

nere - M. Venere

355070

CAPR

AROLA

132

13639_

4Carbognano e Fabrica

di Ro

ma

Laz

VT3817

1Fabbrica d

. Rom

a - Ca

rbognano - Ferro

via - La Madonnella

355080

FABR

ICA DI ROM

A

133

13640_

1Ga

llese e Pia

no di Sa

nt'An

gelo

Laz

VT3814

1Ga

llese - Corch

iano -

Rio M

iccino

- F.so R

ustica -

Strada d. Ro

sato - Rio F

ratta

- 356010

GALLESE

F.so d

. Chia

re Fo

ntane

134

13640_

2Valle Tiberin

a (tra

Gallese e Ma

gliano in S

abina

) Laz, Um

bVT, RI

3768

2Magliano Sa

bina -

Rio M

iccino

- F. T

evere -

Gallese S

calo - M

adonna d. Giglio

356020

MAGLIANO

SABINA

e Magliano in Sa

bina

135

13640_

3Corch

iano e

Faler

ia Nu

ova (di Fabrica

di Ro

ma)

Laz

VT3817

1Faler

ii Novi - Rio F

ratta

- Corch

iano

356050

CORCHIAN

O

136

13640_

4Valle Tiberin

a (tra

Civita C

astellana e Magliano Laz

VT, RI

3816

1Bo

rghetto

- F.Treia - M

. Lom

brica

- F. T

evere -

S. Se

bastiano

356060

BORG

HETTO

in Sabin

a)

137

13641_

1Chior

ano (di Magliano in Sa

bina), Cicign

ano

Laz, Um

bRI

2488

2Mad.na U

liano - Chiarano -

Fianello -

Calvi - S.M

. Maddalen

a - po

nte S

. Giro

lamo

356030

FIANE

LLO

(di Collevecchio)

e Fia

nello (d

i Montebuono)

138

13641_

2Montebuono, Tarano, Vacone, Rocchette

e Laz, Um

bRI

3769

2M. Cosce - V

acone -

Montagn

ola - T

orri in S

abina

- Celladori -

Colle Pe

triccian

o -

356040

MON

TEBU

ONO

Torri in Sa

bina

Montebuono -

Tarano - T

. Aia - R

occhette – Ro

cchettine – Po

zza d

. Prete

139

13641_

3Collevecchio

e Stim

iglian

oLaz

RI3816

1Poggio Sommavilla

- Collevecchio

- Cic

ignano -

T. Aia -

Stim

iglian

o356070

COLLEVECCH

IO

140

13641_

4San P

olo (di Ta

rano), Selc

i e Ca

ntalu

po in Sa

bina

Laz

RI3816

1Selci - V

escovio

- C.d

a San Vitto

re - S. Polo - S

anta Lu

cia - Casperia - C

aprig

nano

356080

CANTALUP

O IN SA

BINA

141

13642_

1Montasola, Monte di Macchia Porra

ra, M

onte

Laz

RI3813

1M. M

acchia Porca

ra - M. Porco Morto - Fonte C

reta - Montasola - S. M

aria - M

. Scollato

357010

MON

TASO

LAPorco

Morto e Monte Alto (d

i Contig

liano)

142

13642_

2Torre

nte C

anera

(tra Contiglian

o e Rieti) e Po

ggio

Laz

RI3812

1S. Elia R

eatin

o - S. Filippo - Colle Ba

ccaro -

Poggio Perugin

o - Po

ggio Fid

oni -

357020

POGG

IO FIDO

NIPerugin

o, Pogg

io Fid

oni e Sa

nt'Elia Reatino

T. Canera - M. Vecchio - M

. Rotondo

(di Riet

i)

Page 81: Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora ... · Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora vascolare alloctona 119 loctonia (Tab. 5.5) si nota che il maggior numero

197Tabella dei quadranti cfce e località censite daLucchese nel rilevamento

143

13642_

3Casperia, Ro

ccantica, Monte Pizzuto e

Laz

RI3816

1Casperia - F.so

d. Oste

ria - Colle S. Giac

omo -

M. Tancia

- Cas. d. Tancia - M

. Pizz

uto -

357050

ROCCAN

TICA

Monte Menica

ccio

Rocca

ntica

(Fonte d. Re

gna) – Re

votano - C

olle M

ercurio - Valle C

erese - C

olle V

entoso -

F.so d

. Gala

ntina

- S. Lorenzo -

tra C

olle P

ezzin

i e M. Scollato

144

13642_

4Monte Sa

n Giov

anni in Sabin

aLaz

RI3815

1M. Serra da

Maglianello Alto - M. Tancia

- Piè

d. Se

rre - F.so M

atricetta -

357060

MON

TE SA

N GIOV

ANNI

Colle Sc

artoccio - Colle P

ezzolo - M

onte Ve

cchio

- T. Canera -

La Mola

- Coi Santi

IN SA

BINA

145

13643_

1Conflue

nza S

alto-Velino e

Fium

e Turano

Laz

RI3812

1Valle F. Tu

rano - Fonte C

ottorella - Maglianello Ba

sso357030

RIETI SUD

(di Riet

i Sud)

146

13643_

2Cit

taucale

, Grotti, Fium

e Velino e Fiu

me S

alto

Laz

RI3812

1F. V

elino - Pesch

iera -

Calca

riola - M

iccian

i - Citta

ducale - C

appuccini - Selva

piana -

357040

CITTADU

CALE

Valle F. Sa

lto - Grotti - P

onte Figurato - tra

M. Paterno e F.te S

. Lorenzo - Casale

Lucarello - Mala

testa

147

13643_

3San G

iovanni Reatino

, Belm

onte in Sa

bina e

Laz

RI3815

1Belm

onte - S

. Giov

anni Reatino

- Valle F. Turano -

str. A

riana - S

. Nico

la - A

rco Ro

mano -

357070

BELM

ONTE IN

SABINA

Fiume Turano

Magnalardo - SP. Turanense - M. Serra

148

13643_

4Magnalardo (d

i Rocca Sinib

alda), Fassin

oro,

Laz

RI3815

1Concervia

no - V

illa Grotti - Pratoia

nni - F. Sa

lto - Magnalardo - Rocca R

anieri

357080

CONC

ERVIAN

ORocca R

anieri e Sa

n Silvestro

(di Longone

Sabin

o) e Concervia

no

149

13644_

1Caste

Sant'An

gelo, Monte Se

rra Se

cca (di

Laz

RI3812

1Canetra

- Vasche -

Paterno -

F. Ve

lino

358010

CASTEL SA

NT'AN

GELO

Cittaducale)

e Falde

Occide

ntali de

l Monte

Nuria (d

i Borgo Ve

lino)

150

13644_

2Monte Nuria, falde

orien

tali d

el Monte Nuria,

Laz, Ab

zRI

3717

2M. N

uria - C

.le d. Piscign

ola - Pia

no d. Co

rnino

- Corno

358020

PIAN

O DI CO

RNINO

Monte To

rrecane e Pia

no di Co

rnino

(di Fiam

ignano e

Antro

doco)

151

13644_

3Capradosso e Staff

oli (d

i Petrella Sa

lto)

Laz

RI3815

1Capradosso - Offeio -

Colle Po

rcini - Fonte Ar

nescia -

Staff

oli - F.so A

rnescia

358050

CAPR

ADOS

SO

152

13644_

4Falde

sud-orien

tali d

el Monte Nuriet

ta (d

i Laz

RI3814

1Lagh

etto Ra

scino - Lago d. Pe

trella - M. N

uriet

ta - M. M

oro -

Casale Rosciole

358060

PIAN

O DI RA

SCINO

Petre

lla Sa

lto) e Piano d

i Rascin

o (di Fia

mign

ano)

153

13645_

1Falde

occid

entali d

i Colle d

i Mezzo e Colle

Laz, Ab

zRI

570

2M. Calv

o - Se

lla di Co

rno -

Cave - la Serra

- Scoppit

o - Vigia

no358030

COLLE D

I MEZZO

Renose (d

i Antrodoco)

154

13645_

3Falde

sud-occid

entali d

el crinale tra

Monte di

Laz, Ab

zRI

1897

2M. tra le Se

rre - Rocca D

orisio -

Case Va

lentin

i - M. Q

uarticciolo -

la Se

rra358070

MON

TE TR

A LE S

ERRE

Crespio

la e C

oppo de

lla Co

nca (di Fia

mign

ano)

155

13735_

2Foce de

ll'Arro

ne e Riv

a dei Tarquin

i (di Ta

rquin

ia)Laz, Tirr

VT525

2Spinn

ici - Murelle -

T. Ar

rone, fo

ce353120

RIVA

DEI TARQ

UINI

156

13736_

1Pia

n di Spille e Tarquinia O

vest

Laz, Tirr

VT3728

2Band

ita S. Pa

ntale

o - Sa

line d

. Tarquinia -

Pian d. Sp

ille, litorale

354090

MARINA

VELCA

157

13736_

2Tarquin

ia e A

lveo d

el Fiu

me M

arta

Laz

VT3822

1Tarquin

ia - F. M

arta - Ara d

. Regina

- Poggio d. Mandriola -

Poggio Ga

llinaro -

354100

TARQ

UINIA N

ORD

Fosso

S. Sa

vino -

Pogg

io D. Mandriola -

M. Cuchetto

158

13736_

3Foce de

l Marta, M

arina

Velca

, Lido

di Tarquin

ia Laz, Tirr

VT2216

2Marina

Velca

- il V

oltone -

Foce Marta, litorale - P

orto Clem

entin

o - Sa

line d

. Tarquinia

354130

LIDO DI TA

RQUINIA

e Saline di Tarquin

ia No

rd

159

13736_

4Campagn

a di Tarquinia S

udLaz

VT3825

1Fic

oncella - Monterozzi - F. Mign

one -

S.S A

urelia

354140

TARQ

UINIA S

UD

160

13737_

1Monte Ro

mano

Laz

VT3821

1Monteromano -

Macchia d. Turch

ina - Lasco

d. Picio

- Fontanile Nuovo - F.so N

asso

354110

MON

TE RO

MANO

Page 82: Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora ... · Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora vascolare alloctona 119 loctonia (Tab. 5.5) si nota che il maggior numero

198 Appendice A

161

13737_

2Poggio Saracin

o (di Blera), Fosso Marcia

no e

Laz

VT3821

1M. Calv

o - F.so Bidig

none - T

. Bied

ano -

Poggio Saracin

o354120

POGG

IO RO

SANE

LLO

Torre

nte B

iedano (tra

Vetra

lla e Blera)

162

13737_

3Corso

del Fium

e Mign

one (tra

Tarquin

ia,

Laz

VT3824

1Monte Riccio - P

iana F. M

ignone -

str. S

. Maria - Le S

palle

354150

LE SP

ALLE DI SA

NTA M

ARIA

Monte Ro

mano e

Tolfa)

163

13737_

4Macchia di Blera, Go

le del Torrente V

esca

Laz

VT3824

1Casalon

e - F. Mign

one -

T. Ve

sca -

Pian Dogana

354160

SELVASECCA

(di Blera) e Conflue

nza B

lera-Mign

one

(tra Tolf

a e Blera)

164

13738_

1Blera, Villa San G

iovanni in Tuscia e

Laz

VT3821

1Blera -

F.so Biedano -

Barbarano R

omano -

Valle Grig

nano - San G

iovanni di Bieda -

355090

BLERA

Barbarano R

omano

Dogane - Bo

sco Sp

inaceta - Caste

lluzzo

165

13738_

2Campagn

a tra Ve

tralla, Barbarano Ro

mano e

Laz

VT3821

1Bo

tte - bosco

Campetta

- Lago d. Vico, bordo - Ponte V

itabio

so - V

ia Cassia

355100

BOTTE

Capranica

166

13738_

3Civ

itella Ce

si (di Blera), M

arturanu

m

Laz

VT3824

1Civ

itella Ce

si - T. Vesca - Ne

cropoli -

M. Regola

no355130

CIVITE

LLA C

ESI

(di Barbarano Ro

mano) e Pogg

io di Coccia

(di Veja

no)

167

13738_

4Vejan

o e co

nflue

nza F

osso de

llo

Laz

VT3824

1Capranica

Scalo

- Veia

no - Acquafo

rte355140

VEJANO

Scatenato-Mign

one

168

13739_

1Capranica

e Ronciglion

eLaz

VT3820

1Ronciglion

e - Ca

pranica

- strada F

ormellese -

Via F

rancige

na - Rio V

icano - Regagn

i -355110

RONC

IGLIO

NECampo Fa

rnese

169

13739_

2Campagn

a tra Ro

nciglion

e e Nepi

Laz

VT3820

1SP. Capralat

ta - Madonna d. Ba

rco - SP. M

assarella - Casale Pazie

lli - Fornaci

355120

FONT

E VIVOLA

170

13739_

3Sutri, Bassano Ro

mano e

falde

sette

ntrio

nali

Laz

VT3823

1Sutri - valle Mezzana - Forra

Monte Mirabile -

Bagn

ara -

Bassa

no d. Su

tri355150

SUTRI

di Monte Ca

lvi

171

13739_

4Campagn

a tra Su

tri e Ne

pi e L

ago d

i Monterosi

Laz

VT3823

1Lago Monterosi - C

aldara M

. Gagliozzo -

Ponte G

rassa

no - Contea Flacca - la Ferriera -

355160

LAGO

DI M

ONTERO

SIVallic

ella

172

13740_

1Civ

ita Ca

stellana Ovest e C

astel Sant'Elina N

ord

Laz

VT3820

1Civ

ita Ca

stellana - V

ia Am

erina

- Rio M

aggio

re - F.so d

. Isola

356090

CIVITA

CASTELLANA

173

13740_

2Civ

ita Ca

stellana Es

t, Fosso

della Mola

Laz

VT3819

1Civ

ita Ca

stellana - V

ia Am

erina

- Valle d

. Celle -

Tempio

Giun

one -

ponte d

. Treia -

356100

TORR

E DEI PASTOR

I(di Fale

ria) e Monte So

ratte

Nord

rupi Soratte

- Via Ponzano C

ave -

Via V

alle d

. Lepre

174

13740_

3Ne

pi, Ca

stel Sant'Elia Su

d, Fosso

Cerre

to,

Laz

VT, RM

3823

1Ne

pi - C

astel S. Elia - Selciarella -

Forra

T. Treia

- Mazzano Ro

mano -

Calca

ta356130

NEPI

Fiume Treia e N

azzano Ro

mano

175

13740_

4Calca

ta, Fium

e Treia, Fa

leria, Rign

ano F

laminio

Laz

VT, RM

3822

1Calca

ta - T

. Treia - M

. Soratte - Rign

ano F

laminio -

Faler

ia356140

RIGN

ANO FLAM

INIO

e Soratte Ovest

176

13741_

1Stim

iglian

o Sud, Ponzano Ro

mano e

Soratte

EstL

azVT, RI, R

M3819

1Ponzano -

F. Tevere - C. Riccion

i - Ve

rzano - Stim

iglian

o scalo - M

. Soratte

356110

PONZ

ANO RO

MANO

177

13741_

2Forano e Filaccia

noLaz

RM, RI

3819

1Filaccia

no - Gavig

nano - F. T

evere -

Selva

Marcig

liana

356120

FORA

NO

178

13741_

3Monte So

ratte

, Sant'O

reste

e Campagn

a di

Laz

RM3822

1M. Soratte - S. Oreste - Campolun

go - V

alle M

arina

356150

SANT

'ORESTE

Civitella Sa

n Paolo No

rd-Ovest

Page 83: Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora ... · Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora vascolare alloctona 119 loctonia (Tab. 5.5) si nota che il maggior numero

199Tabella dei quadranti cfce e località censite daLucchese nel rilevamento

179

13741_

4Na

zzano, Torrita Tiberin

a, Riserva

Laz

RM, RI

3822

1Na

zzano -

F. Tevere - Ponte S

fond

ato (F. Farfa

) - Torrita Tiberin

a356160

NAZZAN

ONa

zzano-Tevere Fa

rfa

180

13742_

1Poggio Catin

o, Pogg

io Mirteto, Salisano e

Laz

RI3819

1M. O

de - Osteria Fa

ducchi - S

ella M

. Ode e Colle Po

zzoneve -

Poggio Mirteto -

Poggio

357090

POGG

IO MIRTETO

Caste

l San Pietro (d

i Montopoli in S

abina

)Catin

o - Sa

lisano -

San V

alentino

- Colle Sa

n Cosim

o - Co

lle Ca

pann

e

181

13742_

2Mo

ntenero

in Sa

bina, Casaprota e

Mom

peo N

ordLaz

RI3818

1Casaprota -

Stregh

e - Sc

rocco

- F.so M

ontenero - Collelun

go - Colle Po

zzoneve -

357100

MON

TENE

RO SA

BINO

Montenero in Sa

bina -

Ripamartore – F.so Maia

lino

182

13742_

3Montopoli in S

abina

, Castelnuovo di Fa

rfa e

Laz

RI3822

1F. Farfa

- Caste

llo - Fara in Sa

bina -

Farfa

- Montopoli -

Mom

peo

357130

FARA

IN SA

BINA

Fara in Sa

bina

183

13742_

4Mom

peo S

ud, Toffia, Poggio

Nativo

, Frasso

Laz

RI3821

1M. Ca

lvo -Via Salaria - loc. Cam

pore - F.so

Scale

tte - T

offia - Ponte Buida

- Fras

so Sa

bino -

357140

POGG

IO NATIVO

Sabin

o e Co

llelun

go (d

i Casaprota)

T. Farfa

- Madona P

enitenti - Co

llelun

go

184

13743_

1Poggio San L

orenzo, Ornaro

, Torricella in S

abina

Laz

RI3818

1C.le P

reta - Ornaro - F.so d

. Pera -

Poggio S. Lorenzo

357110

TORR

ICELLA IN SABINA

e Rocca Sinib

alda O

vest

185

13743_

2Rocca S

inibalda

, Fium

e Turano, Vaccareccia

e Laz

RI3818

1Roccasinibalda

- M. Sole

- F. T

urano -

Long

one S

abino

- M. Porraglia -

Vaccareccia

357120

ROCCA S

INIBALDA

(di Concervian

o) e Monte Aq

uilon

186

13743_

3Mo

ntele

one S

abino

, Poggio

Moia

no e Mu

ro Piz

zoLaz

RI3821

1Muro P

izzo -

Poggio Moia

no - M. Cim

ate -

Rocca P

ennin

o - Monteleo

ne Sa

bino -

357150

POGG

IO MOIAN

OM. Civitelle

187

13743_

4Posticciola (di Rocca S

inibalda

), Colle di Tora,

Laz

RI3821

1M. Porraglia -

Stipe

s - M. Antun

i - La

go d. Tu

rano - Posticciola -

Caste

l di Tora -

357160

LAGO

DEL TU

RANO

Caste

l di Tora e

Lago de

l Turano N

ord

Colle di Tora

188

13744_

1Petre

lla Sa

lto, Borgo Sa

n Pietro, Ro

cca Vittiana e

Laz

RI3818

1Lago d. Sa

lto - B.go S. Pietro - Petre

lla Sa

lto - Balzi d. S. Lu

cia - V

arco Sa

bino -

358090

PETRELLA SA

LTO

Poggio Vit

tiano (d

i Varco Sa

bino) e Lago de

l Rocca V

ittian

a - Va

llecupola - F.so

Quaita

Salto

Nord

189

13744_

2Fia

mign

ano, Monte La

Serra

, Pian

o Laz

RI3817

1La Se

rra - Fia

mign

ano -

Fium

ata -

Mureri - La

ghetto e Pia

ni d. Aq

uilente

358100

FIAMIGNA

NOdell'A

quilente e

Sant'Ag

apito

e Bruscia

no

(di Fiam

ignano)

190

13744_

3Monte Navegna, M

onte Filon

e, Varco

Sabin

o, Laz

RI3821

1M. N

avegna - V

arco Sa

bino -

Via d

. Forestie

ri fino

a chies

a S. M

aria - M

arcetelli -

358130

MARCETELLI

Marcetelli e L

ago d

el Salto

Ovest

Valle Fracida

191

13744_

4Pesco

rocchia

no, Lago d

el Salto

Sud e

Gole

del

Laz

RI3820

1Pesco

rocchia

no - Ponte M

olimint

o - Co

llaralli - Colle P

ace -

Baccarecce - Caste

lluccio -

358140

PESCOR

OCCH

IANO

Fiume S

alto

Roccaberardi - A

rapetrianni

192

13745_

1Valle de

l Rio Torto

(tra Fiam

ignano e

Laz, Ab

zRI

3349

2Colle Co

rnacchia - Valle S

tretta

- Rio Torto - Colle Macchiole -

Grotte

lle -

358110

SANTO STEFAN

OPesco

rocchia

no), Maglia Ro

tond

a F.so C

asale

cchi - C

astig

lione - V

al Malito

(di Pescorocchia

no) e Co

lle Co

rnacchi (d

i Fia

mign

ano)

193

13745_

2Propaggin

i settentrio

nali d

el crinale di Monte

Laz, Ab

zRI

257

2la Pia

ggia - Valle R

uella - V

alle F

racid

a - Co

lle Ac

etoni - M. M

orrone - T

ornim

parte

358120

CASA DELLA PO

LLED

RARA

Cava (d

i Borgorose)

194

13745_

3Torre

di Taglio, Granara e

Civitella

Laz

RI3820

1M. Fratta

- vers. N da

T.re d. Taglio -

Caste

lmenardo - F. Salto

- S. Elp

idio -

Val d. M

alito

358150

TORR

E DI TAG

LIO(di Pescorocchia

no), Fiu

me S

alto, Pagliara e

Caste

lmenardo (d

i Borgorose)

Page 84: Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora ... · Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora vascolare alloctona 119 loctonia (Tab. 5.5) si nota che il maggior numero

200 Appendice A

195

13745_

4Corvaro, Monte Ca

va, M

onte Sa

n Rocco. Valle

Laz, Ab

zRI

2896

2M. S. Ro

cco - M

. Cava - Co

rvaro - V

alle A

mara

- Valle C

olle A

cetoni - M

adonna d. Malito -

358160

CORVAR

OAm

ara e

Monte Gine

pro (di Bo

rgorose)

Rifugio

Fonte L

a Vena

196

13746_

3Alta Va

lle Am

ara e

crina

le di Monte Gine

pro

Laz, Ab

zRI

933

M. Gine

pro -

Valle Am

ara -

Valle Asin

a - Bo

sco Ce

rasolo - R

ifugio

Campit

ello -

359130

PEND

ICI ES

T MON

TE

(di Borgorose)

M. O

rsello - M. Puzzillo - Valle d

. Morretano

GINE

PRO

197

13836_

1Saline d

i Tarquinia S

ud, Foce d

el Mign

one e

Laz, Tirr

VT, RM

854

2Bagn

i S. Agostino - Pin

eta -

Macco, scogli - Saline d

. Tarquinia -

Torre

S. Ag

ostin

o363010

BAGN

I DI SAN

T'AGO

STINO

Bagn

i di Sant'Agostino

198

13836_

2Corso

del M

ignone e

Campagn

a tra Tarquin

ia Laz

VT, RM

3828

1Cas. Pantano -

Mole

d. Mign

one -

Pian d. Organo -

Rio M

elledra - P.g

io Ne

bbia

363020

PANTAN

Oe C

ivitavecchia

199

13836_

3Litorale

La Frasca (d

i Civitavecchia

)Laz, Tirr

RM54

3Scoglio La

Frasca

363050

LESTRA

DI M

EZZO

200

13836_

4Civ

itavecchia

Nord, Au

relia e Camporeale

Laz, Tirr

RM3209

2Montirozzi - S. Agostino - st.da Civitavecchia-

Allum

iere

363060

AURELIA

201

13837_

1Allum

iere, Monte Po

copane, Fosso de

ll'Acqua

Laz

RM3827

1Allum

iere -

S. An

tonio

- Farnesian

a - Strada Ca

ve - 5 B

ottin

i - Ce

ncelle -

Ripa Maia

le363030

ALLUMIER

EBianca (d

i Allumiere)

202

13837_

2Tolfa, M

onte Sa

ssicari, Monte Piantang

eli e

Laz

RM, VT

3827

1M. Co

zzone - i S

assicari - T

olfa - Ca

ve Ve

cchie - F.so

Mara

na - M

. Pian

tangeli - F

. Mign

one

363040

TOLFA

Fosso

dell'A

cqua Bianca (d

i Tolf

a)

203

13837_

3Campagn

e tra Civitavecchia e A

llumiere

Laz

RM3830

1M. Ferrara - Bagn

i d. Traian

o - La

Roccaccia

- P.g

io Malinverno - F.so F

reddara -

363070

LA BIAN

CALa Bianca - P.g

io Om

briccolo

- P.g

io Elc

eto

204

13837_

4Monte La

Tolfaccia (di Allumiere) e Colle de

l Laz

RM3830

1Poggio Scalz

one -

le Sp

iagge - M. Grazio

lo - la Tolf

accia

- la Tolficciola -

363080

MON

TE LA

TOLFACCIA

Malp

asso (tra Tolfa e Allum

iere)

Font.le Fo

ntanaccia

205

13838_

1Mo

nte C

ucco (di Blera) e M

onte Cuoco (di Vejan

o)Laz

RM, VT

3827

1M. Chiu

sia - F. Mign

one -

Rota - F.so V

ergin

ese -

Fornace M

ignone -

F.so Nocchia

364010

MON

TE CU

CCO

206

13838_

2Fiu

me M

ignone (tra

Vejan

o e Orio

lo Romano),

Laz

RM, VT

3827

1Montevirgin

io - O

riolo Romano -

Mola

d. Orio

lo - M

. Raschio

364020

ORIOLO RO

MANO

Oriolo R

omano e

Monte Ra

schio

207

13838_

3Conflue

nza F

osso Le

nta-Mign

one (di Tolfa) e

Laz

RM3830

1Bagn

i Stig

liano - M. Radica

ta - F.so V

ergin

ese -

Rota - F. Mign

one -

M. Augian

o -

364050

BAGN

I DI STIG

LIANO

Canale Monterano Ovest

M. Ang

ianello -

vallone Ba

cioce

208

13838_

4Canale Monterano e Manzia

naLaz

RM3829

1Canale Monterano - Manzia

na - Macchia Grande Manzia

na - Ere

mo -

Vallone Ba

cioce -

364060

MANZ

IANA

Tre Ca

ncelli - Grotte

Renaro

209

13839_

1Monte Term

ine (d

i Bassano Ro

mano), M

onte

Laz

RM, VT

3826

1M. Rocca Ro

mana -

Trevign

ano -

M. Calv

i - M. Sassano - V

icarello - Lago d. Br

accia

no364030

TREVIGNA

NO RO

MANO

di Rocca R

omana (di Sutri e Tre

vignano),

Trevig

nano Ro

mano e

sponde se

ttentrio

nali

del Lago d

i Braccian

o

210

13839_

2Monterosi, sp

onde no

rd-orientali de

l Lago d

i Laz

RM, VT

3826

1S. Bernardin

o - Malp

asso - T

revig

nano - Lago d. Br

accia

no - Lagusello - M. Agliano -

364040

MON

TERO

SIBracciano e campagne tra Tre

vignano e Mo

ntero

siAracozze - strada G

rotticelle - V

ia d. Monterosi

211

13839_

3Braccia

no e sponde oc

cidentali d

el Lago di

Laz

RM3829

1Braccia

no - Lago d. Br

accia

no364070

BRACCIA

NOBraccia

no

212

13839_

4Sponde orien

tali d

el Lago di Br

accia

no e

Laz

RM3829

1Lago d. Martig

nano - L

ago d

. Bracciano -

C.le d. Pollin

e - Via D

oganale

- Via Marmotta -

364080

LAGO

DI M

ARTIG

NANO

Lago di Martig

nano

Via Mola

Vecchia

- Stracciac

appa - Nibbio

Page 85: Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora ... · Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora vascolare alloctona 119 loctonia (Tab. 5.5) si nota che il maggior numero

201Tabella dei quadranti cfce e località censite daLucchese nel rilevamento

213

13840_

1Sette

Vene e Pia

n delle R

ose (di Ne

pi), M

onte

Laz

RM, VT

3826

1Cascate M

. Gela

to - Sette

Vene - Mazzano Ro

mano -

Ronciglian

o365010

SETTEVEN

EGe

lato, Fosso

Treia

e Ronciglian

o (di Mazzano

Romano)

214

13840_

2Magliano Ro

mano e

Montelarco (d

i Rign

ano

Laz

RM, VT

3825

1Via

Flam

inia -

Vallelun

ga - Magliano Ro

mano -

M. li Sa

nti - Mola

d. Magliano

365020

MAGLIANO

ROMA

NOFla

minio)

215

13840_

3Campagn

ano d

i Rom

a e Va

lle de

l Baccano

Laz

RM3829

1M. Razzano - Madonna d. So

rbo -

Campagn

ano d

i Rom

a - M. Fico

reto - V

allone

365050

CAMPAGN

ANO DI RO

MAFollettino - F.te F

ica - M. Brocco

lletto

216

13840_

4Sacro

fano e

Parco

di Ve

joLaz

RM3828

1Fra

ncala

ncia - S. Antonio - M

onti Rosi - M

. Solf

oroso -

Sacro

fano -

Colle S. Maria

365060

SACROFAN

O

217

13841_

1Fosso

di Va

llelun

ga (d

i Rign

ano F

laminio),

Laz

RM3825

1Civ

itella S. Pa

olo - S. Lucia

- M. Cuculo

- M. Belv

edere -

Casale Miciano -

F.so S. Martin

o365030

CIVITE

LLA S

AN PA

OLO

Civitella Sa

n Paolo Ovest e ca

mpagn

e tra

Capena e Rign

ano F

laminio

218

13841_

2Fia

no Ro

mano, Civ

itella Sa

n Paolo Est e Va

lle

Laz

RM, RI

3825

1Passo

Corese - Fia

no Ro

mano -

Macchia Sterpete - Case Meana - F. T

evere

365040

FIANO

ROMA

NOTib

erina

(tra Pa

sso Co

rese e

Civitella S

an Pa

olo)

219

13841_

3Capena, M

orlpo

e Caste

lnuovo di Po

rtoLaz

RM3828

1Morlup

o - Ca

stelnuovo di Po

rto - M. Cento Viole

- Capena

365070

CAPENA

220

13841_

4Valle Tiberin

a (tra

Capena, Fian

o Rom

ano e

)Laz

RM3828

1Casale d. Scorano -

Passo

Corese - Santa M

arta - Lucus Feroniae

- F. T

evere -

365080

BIVIO DI CA

PENA

Montelibretti

Prato d

. Olm

o - F.so Co

rese

221

13842_

1Toloc

ci, Co

rese Terra, Canneto e Montogrottone

Laz

RM, RI

3825

1F.so C

orese -

Cann

eto -

Cures - Taloc

ci - S.M. d'Arci - M

ontegrottone - Prim

e Case

366010

CORESE TE

RRA

(di Fara in S

abina

)

222

13842_

2Ne

rola e M

onte de

gli Elci (tra N

erola

e Toffia)

Laz

RM, RI

3824

1M. Calv

o - Via S

alaria - Ne

rola - T. Corese -

M. d. Elci

366020

NERO

LA

223

13842_

3Montelibretti e Rio M

oscia

(di M

ontelibretti)

Laz

RM3828

1Montelibretti - Bo

rgo S

. Maria - M

onte Maggio

re366050

MON

TELIB

RETTI

224

13842_

4Morricone, Montorio

Romano e

Monte Flavio

Laz

RM3827

1Monte Flavio - M

. Falc

o (rovin

e) - Morico

ne - Montorio

Romano -

M. Calv

ario -

366060

MOR

ICONE

Madonna d. La

tino -

Monteflavio

- Valle d

. Macchia

225

13843_

1Poggio Moia

no Su

d, Scandriglia e C

ima

Laz

RI3824

1Pratelle -

Scandriglia - C

asarene -

Colle Linzoli - S. Nicola - F.so

Corese - Cim

a 366030

SCAN

DRIGLIA

Casarene (d

i Scand

riglia)

Cesarene – F.so di Mola

– Il Rio

226

13843_

2Pozzaglia Sa

bino, Monte Fa

ito (d

i Pozzaglia),

Laz

RI3824

1Pozzaglia Sa

bina -

M. Faito -

Paganic

o - Ascr

ea - V

alle d

. S. M

ichele

- Colle Le

pre -

366040

POZZAG

LIA SA

BINO

Monte Marsicano (di Colle di Tora), Ascre

a, Stalle R

oscette

- Ponte P

aganico

- Colle S. Mich

ele - V

alle d

. Rio km

10Pagancico

e Lago de

l Turano S

ud

227

13843_

3Monte Se

rrapopolo e C

olle C

annavin

a (di

Laz

RM, RI

3827

1M. Pellecchia - M

onte Flavio - Stalla Pe

scara -

Fontana d

. Schiaz

zi - M

. Serrapopolo -

366070

MON

TE PE

LLECCH

IAScandriglia)

e Monte Pe

llecchia

(di Scand

riglia

Cima C

oppi

e Monte Flavio)

228

13843_

4Orvin

io e c

ampagn

e tra Po

zzaglia, Turania e

Laz

RM, RI

3827

1Orvin

io - M

. Castellano - F.so P

ezzelle - Percile - M

. Croce - F.so d

. Diav

olo - loc

. 366080

ORVINIO

Vivaro R

omano

Pantano -

Polledrana -

Montorio

in Va

lle - Rio P

etescia

, forra

- M. Croce - La Mola

229

13844_

1Monte Ce

rvia, Co

llegio

ve, N

espolo e R

icetto

Laz

RI3824

1Collegio

ve - Ricetto

- Ne

spolo

- M. Cervia

- Collegio

ve - F.so O

bito -

grotta da

Paganic

o367010

COLLEGIOVE

(di Collalt

o Sabino

)

230

13844_

2Santa L

ucia, Le

ofreni e V

al di Varrivalle

Laz, Ab

zRI

2353

2Leonfre

ni - Tufo A

lto - V

al d. Varri - Case Ac

qua V

iva - M. Val d. Varri - Colle S. Marie

367020

LEOFRENI

(di Pescorocchia

no)

Page 86: Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora ... · Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora vascolare alloctona 119 loctonia (Tab. 5.5) si nota che il maggior numero

202 Appendice A

231

13844_

3Turania

, Collalt

o Sabino

e Viv

aro R

omano

Laz, Ab

zRM

, RI

2574

2Turania

- Collalto

Sabin

o - Po

ggio Cin

olfo -

Nespolo - F.so

d. Pe

schiera -

F. Tu

rano

367050

COLLALTO SA

BINO

232

13845_

1Ne

sce (d

i Pescorocchia

no), Fiu

me S

alto lun

go

Laz, Ab

zRI

3614

2M. Rosa -

Villarose - Ne

sce - T

. Imele

(Salt

o) - M. Val d. Varri

367030

BORG

OROS

EVillerose e

Grotti (d

i Borgorose) e Bo

rgorose

233

13845_

2Toran

o, Spedino

e Santa A

natolia (di Borg

orose),

Laz, Ab

zRI

3687

2Carto

re - T

orano -

M. M

orrone - V

alle d

i Teve -

Valle d. Cieco

367040

TORA

NOCarto

re, Bo

cca d

i Teve e

Monte Morrone

(Montagn

e della D

uchessa

Ovest)

234

13845_

3Monte Sa

nt'An

gelo e M

onte de

lla Nebbia

Laz, Ab

zRI

435

2S. Stefa

no - M. Faito -

Tubio

ne - Colli d. Mandrea - Colle Civitella

367070

MON

TE DELLA NEBBIA

(di Borgorose)

235

13845_

4Fiu

me S

alto (a Torano d

i Borgorose) e Sa

nta

Laz, Ab

zRI

750

2S. Nicola - M

arano d

. Marsi - T. Im

ele - S. An

atolia -

Colle Pa

go Pe

tri - Ponte M

arano

367080

SANTA A

NATOLIA

Antolia Su

d (di Bo

rgorose)

236

13846_

1Murolu

ngo, Lago de

lla Duchessa

e Monte

Laz, Ab

zRI

808

2Rif. S

ebastia

ni - Colle d

. Orso

- M. il Bicchero - Cim

a Trento -

il Costo

ne - V

alle d

. Teve -

368010

LAGO

DELLA DUC

HESSA

Costo

ne (M

ontagn

e della D

uchessa

Est)

Lago d. Duchessa

237

13936_

2Civ

itavecchia

e Torre

Morangone

Laz, Tirr

RM1220

2Civ

itavecchia

- S.S

. Aurelia -

Foce Marangone, litorale

363100

CIVITA

VECCHIA

238

13936_

4Il s

ogno (d

i Santa Marine

lla)

Laz, Tirr

RM63

3S. Marine

lla no

rd, litorale

363140

IL SO

GNO

Civitavecchia

e Santa M

arine

lla

239

13937_

1Fosso

del M

arangone e campagn

e interne tra

Laz

RM3833

1T. Ma

rangone - M

. Para

diso - Prato

Cipolloso - P

.gio P

antonic

o - Pe

razzeta - F

.so Freddara

363110

FRED

DARA

240

13937_

2Monte de

ll'Acqua Tosta

, Monte Sa

nt'An

sino,

Laz

RM3833

1F.so E

ri - Rio F

iume -

M. Acquatosta

- M. Grand

e - M. Rosso - M. Ansino

363120

MON

TE S. AN

SINO

Monte Il Cavone e Macchia del Q

uarta

cci e i

Monte Ro

sso (d

i Tolf

a)

241

13937_

3Santa M

arine

llaLaz, Tirr

RM1017

2S. Marine

lla, cast. Od

escalch

i - La

Selciata -

P.gio

Caste

lsecco

- S.S

. Aurelia -

Foce Rio

363150

S. MA

RINE

LLA

Fiume, litorale

- Villa

Lesso

na

242

13937_

4Santa S

evera

e Ma

cchiatonda (di Santa Ma

rinella)

Laz, Tirr

RM2547

2S.S

. Aurelia -

F.so Eri - S. Se

vera - Macchiatonda - Strada Vicin

ale d. Ca

varella -

363160

S. SEVERA

fattoria Sc

aglia - Pia

n Sult

ano

243

13938_

1Monte Asce

tta e Fosso

Magnafer

ro (d

i Tolf

a) e

Laz

RM3833

1Colle S. An

sino -

Bagn

i - F.so Norcin

o - M. Pala

rese - Sasso

Furbara

364090

SASSO

Piano de

lla Ca

rlotta

e Sasso

(di Cerveteri)

244

13938_

2Calda

ra di Manzia

na e Caste

Giulian

o, Fosso

Laz

RM3832

1Calda

ra Manzia

na - Caste

l Giulian

o - M. Paperano -

F.so Ca

ldara - M. Puglia -

364100

CASTEL GIULIA

NOdella Mola

e Fosso

di Piancia

no (d

i Braccian

o)Panzanata -

Valle Vitto

ria - M. Bischero - F.so d

. Moro

245

13938_

3Monte Tosto

, Fosso de

l Norcin

o e Monte

Laz

RM3836

1Ne

cropoli d

. Cerveteri -

M. Sassone - M. Bischero - Colle Lu

paro - Luparetta

- 364130

MON

TE TO

STO

Cerch

iara (di Cerveteri)

F.so F

otign

ano -

F.so Norcin

o - Lu

paretta

- M. Santo - M. Tosto

246

13938_

4Monte Vitto

ria, M

onte La

guardia

, Fosso de

lle

Laz

RM3835

1F.so C

aldara -

F.so Fo

tignano - Cascate F

erriere - F.so la M

ola - Panzanata -

M. Vittoria -

364140

MON

TE VITTOR

IAFerriere (di Cerveteri N

ord)

Valle Lu

terana - V

ia Croce B

ianca - Ferra

ccio - F.so

Cupin

aio - V

ia Do

ganale - N

ecropoli

Cerve

teri - Vig

nali - Be

lvedere d. Princ

ipe - C

ast. D

annato -Valle L

utera

na - F

.so Va

ccinelle

247

13939_

1Falde

sud-occid

entali d

ella C

aldera d

el Lago

Laz

RM3832

1Muraccio

d. S. An

drea - V

allelu

nga -

Via d

. Macchia - Lago d

. Braccian

o - Vign

a di Valle

364110

VIGN

A DI VALLE

di Braccia

no (d

i Braccian

o)

248

13939_

2Falde

sud-orien

tali d

ella C

aldera d

el Lago di

Laz

RM3832

1An

guilla

ra Sa

bazia

- Mola

d. Ar

rone - F.so d

. Fontane - Monti - Lago d

. Braccian

o364120

ANGU

ILLAR

A SAB

AZIA

Braccia

no e An

guilla

ra Sa

bazia

Page 87: Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora ... · Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora vascolare alloctona 119 loctonia (Tab. 5.5) si nota che il maggior numero

203Tabella dei quadranti cfce e località censite daLucchese nel rilevamento

249

13939_

3Campagn

e tra Ce

rveteri, B

raccian

o, An

guilla

ra

Laz

RM3835

1M. Baciad

onne - F.so T

avola

to - T

ragliatella

364150

PONTON

DELL'ELCE

e Fium

icino

250

13939_

4Santa M

aria di Ga

leria e F

osso de

ll'Arro

ne

Laz

RM3835

1Muraccio

la - Via Bo

rgom

anero -

Gale

ria An

tica -

Casaccia - Via d. Carbucetta -

364160

S. MA

RIA D

I GALERIA

(di Rom

a)Cornazzano - V

ia Casale d. Fontanella -

F.so Ar

rone

251

13940_

1Cesano, Formello e

Fosso

della Crem

era

Laz

RM3832

1F.so d

. Scalet

te - F.so C

esano -

Via C

assia

- Cesano - Form

ello -

M. Grosse

ra - M. Aguzzo

365090

FORM

ELLO

252

13940_

2Collin

e tra Fo

rmello e

Sacro

fano

Laz

RM3831

1Fra

terna D

omus - M. M

ellazza - Mal Bo

rghetto

- Via Fla

minia -

Via S

acrofan

ese -

365100

MON

TE CA

MINETTO

M. M

usino

- M. Brocco

letto - F.so Torraccia

253

13940_

3Olgia

ta, Vejo

e Iso

la Farnese

Laz

RM3835

1Veio - Isola Farnese -

Via P

rato d. Co

rte - T

. Valc

hetta

(Cremera) - F.so d

. Mola

-365130

ISOLA FA

RNESE

la Storta - Caste

l d. Ceveri

254

13940_

4Pie

tra Pe

rtusa, M

onte Oliviero, Tenu

ta di Livia

Laz

RM3834

1Via

Prato d

. Corte - V

ia Cassia b

is - V.le Fo

ntanile - V

ia Fla

minia -

M. Piet

ra Pe

rtusa -

365140

PRIMA P

ORTA

e Prim

a Porta (d

i Rom

a)Via

V.le Murica

na - V

ia Pedrengo - Go

lf club

Arco Co

stantino

- Prim

a Porta - V

ia di

Santa C

ornacchia

- F.so P

oggio

Oliverio

255

13941_

1Riano F

laminio e

Valle Tiberin

aLaz

RM3831

1Riano -

Via P

ian d. Olm

o - Be

lvedere - F. T

evere -

Procoio

365110

RIAN

O

256

13941_

2Monterotond

o e Va

lle Tiberin

aLaz

RM3831

1Gatta

ceca - Monterotond

o - Grotta

Marozza - F. T

evere

365120

MON

TERO

TOND

O

257

13941_

3Tenu

ta de

lla Marcig

liana e Valle Tiberin

aLaz

RM3834

1Bu

falotta - Casale Marcig

liana - Sette

Bagn

i - F.so Bu

falotta - Prim

a Porta - Grotta

365150

SETTEBAG

NIOscura - F. T

evere -

Torre

S. Giov

anni

258

13941_

4Marcig

liana Ovest e M

entana

Laz

RM3834

1Gatta

ceca - Monterotond

o - M. d. M

assa - Macchia Fre

ntani - Mentana - T

orricella

365160

MEN

TANA

259

13942_

1Caste

lchiod

ato (di Mentana) e Cretone

Laz

RM3831

1Cretone -

Sorg. Solf

urea - Gatta

ceca - Caste

lchiod

ato

366090

CASTEL CH

IODA

TO(di Palo

mbara Sa

bina)

260

13942_

2Palom

bara Sa

bina, Monte Gennaro, Monte

Laz

RM3830

1M. Gennaro - Palom

bara - Stazzano Nuovo - S. Mich

ele - M. M

atano -

str. p

er

366100

PALOMBA

RA SA

BINA

Zappi, M

orrone de

lla Croce e

il Pratone (di

Montefalco

Palom

bara e San P

olo de

i Cavalieri)

261

13942_

3Sant'An

gelo Romano e

Montecelio

Laz

RM3834

1Gatta

ceca - Poggio Cesi - M

ontecelio - Bo

sco Ca

rpine

te - Pozzo d

. Merro - S. An

gelo

366130

MON

TECELIO

Romano -

Bosco

Nardi - Fondo d. Pichini

262

13942_

4Marcellin

a e Monte Alucci e M

onte Morra

Laz

RM3833

1Marcellin

a - M. M

orra - V

alle C

avallera

366140

MARCELLIN

A(di San Po

lo dei Cavalieri)

263

13943_

1Lic

enza, Percile, Monte Guardia, Ca

mpit

ello e

Laz

RM3830

1Civ

itella - Lic

enza - T

. Lice

nza -

Percile - N

infeo Orsini - Fonte Marricella -

sentiero

366110

LICEN

ZAMonte Marcone (d

i San Po

lo dei Cavalieri)

Aquila -

Pizzo d

. Pellecchia

264

13943_

2Laghett

i di Perc

ile, Vallinfred

a e Cineto Ro

mano

Laz

RM3830

1M. Aguzzo -

Vallin

fredda -

Riofreddo -

Rio P

etesca - Cin

eto R

omano, Macerine

- 366120

VALLINFREDA

Colle Pr

ioni - La

ghetti d. Percile

265

13943_

3San P

olo de

i Cavalieri, V

icovaro, Monte Ar

caro,

Laz

RM3833

1Roccagiov

ine - S. Polo d. Cavalieri -

M. Follettoso - T

. Lice

nza -

Vicovaro - F.so d

. Ronci -

366150

VICOVA

ROMonte Fo

lletto

so e Torre

nte L

icenza

Fonte F

umiccia - S. Cosim

ato -

M. Ara Grand

e - Co

sta Ar

a

266

13943_

4Ma

ndela

, Sara

cinisco, An

ticoli Co

rrado e Rovia

noLaz

RM3833

1Mandela Catin

o - Ro

viano - M. S. Elia - sta

z. Mandela - P

ian di Pa

pa - An

ticoli Co

rrado -

366160

ROVIAN

OSaracin

esco - M. Rotondo - M. Licino - T

. Lice

nza -

T. Fium

icino - F. An

iene -

San N

icola

Page 88: Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora ... · Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora vascolare alloctona 119 loctonia (Tab. 5.5) si nota che il maggior numero

204 Appendice A

267

13944_

1Riofreddo e

Vallin

freda Es

tLaz, Ab

zRM

1124

2Riofreddo -

Caste

llo Gariba

ldi - V

ivaro Ro

mano -

F. Tu

rano - Bo

sco Oricola

- Madonna

367090

RIOFREDD

Od. Ne

ve - F.so d

. Diav

olo

268

13944_

3Arsoli, Pia

na de

ll'Anie

ne (d

i Marano E

quo) e

Laz, Ab

zRM

2589

2Arsoli -

F.so Ba

gnatore -

Colle Civitella -

F. An

iene -

Ponte S

cotonic

o - Ro

cca d

i Botte -

367130

ARSO

LIColle Civitella (di Cervara d

i Rom

a)Orico

la - b

osco d. Oricola

269

13944_

4Camerata N

uova, Fosso Fioio

e Pia

noro di

Laz, Ab

zRM

1183

2Camerata N

uova - Camerata V

ecchia - P

rato Vo

rracchie

tto - Ostello d. Prataglia - Serra

367140

CAMERATA N

UOVA

Camposecco

Nord

Secca -

F.so Ca

mposecco

- F.so S

. Mauro - V

allevona -

Fontecellese -

M. M

idia

270

14037_

2Litorale

di Fu

rbara e

Macchiatonda

Laz, Tirr

RM94

3Furbara, litorale

- Torre Macchiatonda, sud

363170

FURB

ARA

271

14038_

1Areoporto

di Fu

rbara, Torre

flavia

, Cerenova e

Laz, Tirr

RM2335

2S.S

. Aurelia -

Cerveteri - Fu

rbara -

F.so Za

mbra -

Cerenova - T

orre Flavia - Ladisp

oli373010

LADISPOLI N

ORD

Ladis

poli

272

14038_

2Cerveteri e Ce

riLaz

RM3838

1Ceri -

F.so Sa

nguin

ea - F.so d

. due Po

nti - Statua - ponte C

operto - bosco

Via C

roce

373020

CERV

ETERI

Bianca - bosco

d. Fe

rraccio - F.so

Cupin

aio

273

14038_

3Ladis

poli (centro ab

itato)

Laz, Tirr

RM20

3Ladis

poli -

F.so Sa

nguin

ara -

F.so Va

ccina

- litorale

373050

LADISPOLI SUD

274

14038_

4Palo Lazia

le, litorale

di Pa

lidoro e

Passo

Oscuro

Laz, Tirr

RM1993

2S.S

. Aurelia, km

33 - bosco

d. Pa

lo - M

arina

S. Nico

la, sp

iaggia

- Monteroni -

373060

PALO LA

ZIALE

Nord

Passo

scuro -

Torre

d. Pa

lidoro -

Statua

275

14039_

1Fosso

del Cecio, Fo

sso de

lla Mole

tta, Torre

Laz

RM3838

1Caste

l Cam

panile -

F.so d. Tavolato -

F.so d. Ca

stellaccio - Terzi - la C

alcara

373030

CASTEL CA

MPANILE

pasco

laro e

Tragliatella (d

i Fium

icino)

276

14039_

2Fosso

dei Prat

aroni, Va

lle de

ll'Arro

ne e Tra

gliata

Laz

RM3838

1Bo

ccea -

Tragliata - T

esta d. Le

pre d

. sopra - Qu

aranta Ru

bbia - M

. Spaccato

373040

TRAG

LIATA

(di Fium

icino)

277

14039_

3Polidoro e

Torrimpie

tra (d

i Fium

icino)

Laz

RM3841

1Torrimpie

tra - Passo

scuro -

Palidoro -

Torre

Pagliacetto - F.so T

re Denari - Ca

sale

373070

PALID

ORO

Fornace -

Casale Aranova -

cava d. Ca

lcare

278

14039_

4Testa

di Le

pre (di Fiu

micino), V

alle d

ell'Arrone e

Laz

RM3841

1Caste

l d. Guid

o - Testa

d. Le

pre d

. sotto - T

. Arro

ne - Cecanib

bio - Casale Porca

reccina

373080

CASTEL DI GUIDO

Caste

l di Guid

o (di Roma)

279

14040_

1La Storta Su

d, Fosso

dell'A

cquaviv

a, Laz

RM3838

1Via

la Storta - Ottavia

- la Giustin

iana -

Mazzalup

etto - F.so S

elvetta - V

ia Via

rigi -

374010

OTTAVIA

La Gius

tinian

a e Otta

via (d

i Rom

a)Via

d. Ca

sale d. S. Nicola - F.so

d. Ac

quaviva

280

14040_

2Insugh

erata, Tomba di Nerone, Fosso

della

Laz

RM3837

1Acquatraversa

- Insugh

erata -

F.so Ac

quatraversa

- Via Casta

gnola

- Via Du

e Ponti -

374020

TOMBA

DI N

ERON

EValch

etta e Fosso

dell'A

cquatra

versa

(di Rom

a)Grottarossa

- F. T

evere -

Maus. Celsa

281

14040_

3Fosso

di Gale

ria, Casalo

tti, M

ontespaccato,

Laz

RM3841

1Valle d. Infer

no - T

orre d. Ac

quafr

edda - Casalot

ti - S. Rufina

374050

CASALOTTI

Palm

arola

e Prim

avalle

282

14040_

4Roma U

rbe N

ord-Ovest

Laz, Tirr

RM3840

1Gianico

lo - Valle A

urelia -

Via d

. Cave d

. Grotta

rossa

- M. M

ario - M

aus. L. Peto -

374060

ROMA

NOR

D OV

EST

Via Olim

pica, ponte F. Tevere -

Tor d. Q

uinto - V

illa Ad

a

283

14041_

1Caste

l Giub

ileo, Fid

ene, Bufalotta e C

asal Bocco

neLaz

RM3837

1Via

d. Se

tte Ba

gni - Marcig

liana, Is

t. Ag

rario

- Bu

falotta - Fid

enae

374030

FIDEN

E

284

14041_

2Tor Lupara, Riserva S

ant'Antonio e M

acchia di

Laz

RM3837

1via

Nom

entana - T

orre S. Giov

anni - C

atacom

e S. Ales

sand

ro - T

or Lu

para - Marco

374040

TOR L

UPAR

AMarco Simone

Simone -

Torre

S. Biagio

285

14041_

3Roma U

rbe N

ord-Est

Laz

RM3840

1Verano - V

illa Ad

a - Co

nca d

'Oro - M. Sacro - F. An

iene -

Villa d. Fa

onte - S

374070

ROMA

NOR

D EST

ella d

. Diav

olo - P.te N

omentano

Page 89: Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora ... · Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora vascolare alloctona 119 loctonia (Tab. 5.5) si nota che il maggior numero

205Tabella dei quadranti cfce e località censite daLucchese nel rilevamento

286

14041_

4Tor Cervara, Tor Sa

pienza, La Ru

stica,

Laz

RM3840

1Via

Tiburtina - Sette

camini - Case Ro

sse - Salon

e - Ce

rvelletta - T

or Ce

rvara -

Lung

hezza

374080

LA RU

STICA

Sette

camini, Lunghezza e alv

eo de

l Fium

e Anie

ne

287

14042_

1Invio

latella, Caste

ll'Arcione, Tor M

astorta

, Laz

RM3836

1Gu

idonia

- Acque Albule, travertin

o - Torre

d. So

rdi - Lago d. Re

gina - La

go Sa

n Giov

anni

375010

GUIDON

IAAcque A

lbule e G

uidonia

288

14042_

2Monte Sterparo, Co

lle Le

cinone, Colle Piano

Laz

RM3836

1Mausoleo

Plauzi - F. Anie

ne, ponte Lu

cano - T

empio

d. Tosse

- Tem

pio Ercole - Tivo

li -

375020

TIVOLI

e Tivo

liColle Se

rvito

la - Colle S

. Ang

elo - V

ia M.ti Lu

cretili - Villa d'Este - V

illa Gregoriana

289

14042_

3Tenu

ta di Lu

nghezza, Tenu

ta di Co

rcolle, alve

o Laz

RM3839

1Lung

hezza -

Lung

hezzina

- Albuccion

e - Po

ligono M

ilitare -

F. An

iene -

Bagn

i d. Tivo

li, 375050

LUNG

HEZZA

dell'A

niene e Fosso

di Sa

n Giulian

ovia

Aeronautica

290

14042_

4Corco

lle, Villa

Adriana, Fosso di Sa

n Vittorino

, Laz

RM3839

1Colle Ripoli -

M. S. Ang

elo in Ar

cese - S. Vit

torin

o - F.so S. Vitto

rino -

Ponte Terra -

375060

SAN V

ITTOR

INO

Fosso

di Po

nte Terra (d

i Rom

a), Colle R

ipoli e

Villa Ad

riana

Monte Sa

nt'An

gelo in Arcese (d

i Tivo

li)

291

14043_

1Tib

urtin

a Vale

ria, Castel M

adam

a e Via

Laz

RM3836

1Caste

l Madam

a - Co

lle Co

lubro - V

ia Em

politana -

Monito

la - F. Anie

ne - S. Balbina

375030

CASTEL MAD

AMA

Empolitana

292

14043_

2Cic

iliano, Sam

buci, Monte Co

sta So

le Laz

RM3836

1T. Fiu

micino - Costa

Sole - Fonte d. Merro - M. Fossicchi - Sa

racin

esco - Sambuci -

375040

CICILIAN

O(di Cerreto La

ziale e R

occa Ca

nterano)

Colle Ce

rrito Piano -

Cicilian

o - Pe

dicata

293

14043_

3San G

regorio

da Sa

ssola, Ca

sape e Monte

Laz

RM3839

1S. Gregorio d. Sasso

la - Fosso d. Mola

- Casape - S. Maria Nu

ova -

M. Pagliaro -

375070

SAN GR

EGOR

IO DA

Pagliaro

Colle Ve

ntrosa

SASSOLA

294

14043_

4Gu

adagnolo, Ge

rano, Cerre

to La

ziale e P

isonia

noLaz

RM3839

1M. Guadagn

olo - M. Cerella -

Pisonia

no - Ge

rano - Cerre

to La

ziale - M

. Castellone -

375080

PISO

NIAN

OCic

iliano

-Mentorella - Passo

Fortu

na

295

14044_

1Marano E

quo, Ag

osta, Cervara di Ro

ma e

Laz

RM3836

1Ag

osta - Cervara -

Rocca d

. Mezzo - Madonna d. Pa

ce - V

alle F. Anie

ne -

376010

AGOS

TARocca C

anterano

Rocca C

anterano - V

ia San R

occo - Madonna d. Quercia

296

14044_

2Fosso

di Vo

rracchio

(di Cervara di Ro

ma),

Laz

RM3835

1M. Calv

o - M. Castell'A

mato -

M. Pela

to - M. Cam

posecco

- Campo Minn

o -

376020

MON

TE CA

LVO

Pianoro di Ca

mposecco

(di Cam

erata N

uova),

Campaegli -

Morgia

Feronia

- Santa C

elidonia

Monte Ca

lvo e Campo Bu

ffone (d

i Subiac

o)

297

14044_

3Canterano, Rocca S

ano S

tefan

o e medio corso

Laz

RM3839

1Rocca S

. Stefan

o - Bo

sco An

tera - F.so d

. Cona -

Canterano -

M. Ferro - F.so d

. Bagno -

376050

ROCCA S

ANTO ST

EFAN

Odell'A

niene (d

i Subiac

o)Contrada Ca

stagn

ola - Macchia d. Chio

298

14044_

4Subia

co, Pian

i di Liva

ta e Valle de

ll'Anie

neLaz

RM3838

1M. Liva

ta - Campo d. Osso

- Subia

co - S. Benedetto

Sacro

Speco -

Campo Livata –

376060

SUBIACO

Colub

retta

- F. An

iene -

C.da Tollano - Rocca B

orgia

299

14045_

1Monte Au

tore, Fo

sso Fioio

e Colle de

lla Tagliata

Laz, Ab

zRM

2845

2M. Autore -

Rif. S

aifar - Campominio -

SS. Trin

ità - M. Tint

erose

376030

MON

TE AU

TORE

(di Vallepiet

ra)

300

14045_

2Pend

ici no

rd-orientali di Monte Ossa

lone

Laz, Ab

zRM

542

2M. Ca

miciola

- Cam

porotondo - Va

lico d

. Serr

a da C

appadocia

- F.so

Fioio

- Cam

po Re

nga

376040

CAMPO

CERA

SO(di Vallepiet

ra)

301

14045_

3Monna de

ll'Orso

, Monte Pratiglio, Va

llepie

tra e

Laz

RM, FR

3838

1M. Pratig

lio - V

allepiet

ra - Stellante - T

. Sim

brivio

376070

VALLEPIET

RAVedute di Fa

ito Ovest

302

14045_

4Vedute di Fa

ito (d

i Vallepiet

ra), Monte Tarin

o e Laz, Ab

zRM

, FR

3742

2Serra

S. Mich

ele - M. Cotento - M. Tarino

- M. Tarine

llo - Campo Ce

raso - Fiu

mata -

376080

SORG

ENTI DE

LL'AN

IENE

Monte Co

tento (di Filettin

o)Cim

a Arena Bianca - Sorg. d. Anie

ne

Page 90: Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora ... · Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora vascolare alloctona 119 loctonia (Tab. 5.5) si nota che il maggior numero

206 Appendice A

303

14046_

3Campo Staff

i, Valle G

ranara, M

onte Viperella e

Laz, Ab

zFR

1036

2Campo Staff

i - Fium

ata -

M.Viperella - Fonte M

oscosa - V

alico S. An

tonio

- Canis

tro377050

SERR

A SAN

T'ANTON

IOSerra

Sant'An

tonio

(di Filettino)

304

14138_

2Spiag

gia di Pa

sso Oscuro

Laz, Tirr

RM28

3Foce F.so Tre D

enari - Pa

ssoscuro

373100

PASSO OS

CURO

305

14139_

1Passo

Oscuro S

ud, Foce d

ell'Arrone, Fregene e

Laz, Tirr

RM3250

2Bo

cca d

. Leone - Maccarese - Cesoline -

Fregene d

une, pin

eta -

Vasch

e Maccarese -

373110

MACCAR

ESE

Maccarese

Centro Br

eccia

306

14139_

2Caste

l di Guid

o Sud e campagn

e tra Maccarese Laz

RM3844

1F.so d

. Macchia - M

acchia d. Qu

artaccio - Fosso Ca

rosara - la Macchia Grande -

373120

MON

TI SALLUS

TRI

e Mala

grotta

Maccarese - V

ill Colon

nacce

307

14139_

3Macchia Grande, Focene e

Maccarese Su

dLaz, Tirr

RM1950

2Via

Came -

Via d

. Nautili - Fregene, litorale

- Macchia d. Focene - Macchia d. Fre

gene

373150

FREGEN

E

308

14139_

4Aereoporto di Fium

icino

Laz

RM3847

1Via

Caste

l Maln

ome -

Monte d. Trullo -

M. Carnevale - M

. Lum

acaro

373160

LINGU

A D'OCA

309

14140_

1Tenuta de

lla Massim

ina, Fosso de

ll'Acquafredda

Laz

RM3843

1Tenu

ta Massim

i - F.so d. Magliana - V

alcannu

ta - T

orre Ac

quafr

edda - la Pis

ana

374090

LA MASSIM

INA-

e Fosso de

lla Maglianella.

CASAL L

UMBR

OSO

310

14140_

2Roma U

rbe S

ud-Ovest

Laz

RM3843

1Foro Ro

mano -

Colos

seo -

S. Pa

olo - Pir

amide

- F. T

evere -

Villa Sc

iarra -

374100

ROMA

SUD OV

EST

Mura G

ianico

lensi - G

arbatella

311

14140_

3Ponte G

aleria, Casetta Mattei, F

osso de

lla

Laz

RM3846

1Magliana - V

ia Portu

ense - ansa d. F. Tevere - ponte M

ezzocamino

- Staz. M

uratella -

374130

PONT

E GALERIA

Magliana e Muratella

Ponte G

aleria

312

14140_

4Ma

gliana, Tor di Valle, EUR, Tre

Fontane e

Torrino

Laz

RM3846

1F.so C

ecchign

ola - V

ia Vera Va

ssalle - Magliana - M. d. Pich

e - Torrino - Eur -

374140

E.U.R.

Tre Fo

ntane -

M. d. Trullo

313

14141_

1Roma U

rbe S

ud-Est

Laz

RM3843

1Cin

ecittà -

Tor P

ignattara - T

orre Sp

accata - via

Casilina

- via

Prenestin

a - Ce

ntocelle -

374110

ROMA

SUD EST

Arco Travertin

o - Ninf

a Egeria - Acq. Alessand

rino -

Staz. Termini - via

Appia

314

14141_

2Qu

articcio

lo, Torre

Angela, Torre

Maura,

Laz

RM3843

1Via

Prenestin

a - Po

nte d

. Nona -

via C

asilin

a - Torre

Angela - Tor Ve

rgata

374120

TORR

E NOV

ATor B

ella M

onaca, Torre

Nova e

Torre

Gaia

315

14141_

3Cecch

ignola

, Tor Carb

one, Capannelle e

Torricola

Laz

RM3846

1Cin

ecittà -

Arco d. Ac

quedotti - Via Ap

pia An

tica (Casal Rotondo) - Tor Pagnotta

- 374150

L'ANN

UNZIA

TELLA

Villa d. Qu

intili - C

apannelle - Cecchig

nola - l'An

nunziatella

316

14141_

4An

agnin

a, Cia

mpin

o, Verm

icino, M

orena

Laz

RM3846

1via

Anagnin

a - via Tuscolan

a - Macchia Sterpara - Morena -

Torre

d. Ca

valiere

374160

MOR

ENA

e Sant'And

rea

317

14142_

1Bo

rghesia

na, Fino

cchio

, pantano Bo

rghese e

Laz

RM3842

1Ga

bii - T

orre d. Ca

stiglione -

Lago Re

gillo - M

. Falc

one -

Lagh

etto - Fin

occhio -

375090

FINOC

CHIO

Gabii Ca

stiglione

Colon

na - V

ia Casilina

- Via Prenestin

a, km

9 - Torre An

gela

318

14142_

2Pallavic

ina (d

i Zagarolo

), Passe

rano e

Laz

RM3842

1M. M

assim

o - Za

garolo - G

allica

no - V

ia Prenestin

a - Via P

olense -

F.so Gallica

no -

375100

GALLICA

NO NEL LA

ZIOGa

llicano n

el Lazio

Via d. Ca

mpo Grazia

- Ponte L

upo -

Ponte B

arocella

319

14142_

3Fra

scati, M

onte Po

rzio C

atone, Monte

Laz

RM3845

1Fra

scati - Ca

mald

oli - S. Silvestro -

Monte Po

rzio C

atone -

Monte Co

mpatri - Prata P

orci

375130

FRASCATI

Compatri e Colon

na Occide

ntale

320

14142_

4Colon

na, Zagarolo

e San C

esareo

Laz

RM3845

1Colon

na - S. Cesareo -

via C

asilin

a375140

ZAGA

ROLO

321

14143_

1Poli e

Pales

trina Nord

Laz

RM3842

1Poli -

Colle Co

rvia - Via F.so d

. Valle -

F.so d. Mole

tta - V

ia Fontanelle -

M. Li Sicchi

375110

POLI

322

14143_

2Monte Manno, Capranic

a Prenestina e

Laz

RM3842

1F.so d

. Capranic

a - Sa

n Vito

Romano -

Capranica

Prenestin

a - F.so Le

Cann

ucceta -

375120

SAN V

ITO RO

MANO

San V

ito Ro

mano

M. M

anno - M. Guadagn

olo

Page 91: Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora ... · Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora vascolare alloctona 119 loctonia (Tab. 5.5) si nota che il maggior numero

207Tabella dei quadranti cfce e località censite daLucchese nel rilevamento

323

14143_

3Zagarolo Orien

tale, Pa

lestrina e Vallone de

gli

Laz

RM3845

1Pales

trina - Caste

l S. Piet

ro - Zagarolo - via Prenestin

a375150

PALESTRINA

Archi (tra

Pales

trina e Cave)

324

14143_

4Cave, Rocca di Ca

ve e Ge

nazzano

Laz

RM3845

1Cave - F.so R

io - R

occa d. Ca

ve - V

. Collerano -

Genazzano - Selva

Maju

ri - F.so Piove -

375160

CAVE

Colle S. Maria - Valle C

ollerano

325

14144_

1Olevano R

omano, Bellegra e

Roiate

Laz

RM, FR

3842

1Roiate -

Bellegra -

Olev

ano -

loc. Ceritola

- Pantano d

. Roia

te376090

OLEVAN

O RO

MANO

326

14144_

2Affile, Arcin

azzo di Ro

ma e

pend

ici

Laz

RM, FR

3841

1Arcin

azzo - Affile -

Infer

niglio - M. Altu

ino - M. d. Pian

ezze - M. d. Croce - M. Scalam

bra

376100

AFFIL

Esette

ntrio

nali d

i Monte Sc

alambra

327

14144_

3Olevano R

omano S

ud e Paliano

Laz

RM, FR

3844

1Paliano - V

ia Mola

- Grotta Pr

incipo

tto - F. Sacco

376130

PALIA

NO

328

14144_

4Serro

ne, Piglio, Monte Pila Rocca e

Monte

Laz

RM, FR

3844

1M. Scalam

bra -

Madonna d. Monte - Serro

ne - Pig

lio376140

PIGLIO

Scala

mbra

329

14145_

1Jenne, Tre

vi nel Lazio Ovest e Va

lle de

l Simbrivio

Laz

RM, FR

3841

1T. Sim

brivio -

Jenn

e - Po

nte C

omun

acque -

str. T

revi-Jenn

e - Co

lle Co

lubretta

- 376110

JENN

Ee a

lta Va

lle de

ll'Anie

neRif. F

orestale

330

14145_

2Tre

vi nel Lazio Est, V

edute d

i Faito S

ud e Filett

inoLaz

FR3841

1Filettin

o - Piano C

erreta - T

revi - Vedute d

. Faito -

Colle Viglio -

Sorg. d. Pertuso -

376120

FILETTIN

OF. An

iene -

Serra

Carpino

– Pe

schio Campanile

331

14145_

3Altip

iani d'Arcin

azzo e Fiu

ggi N

ord

Laz

FR3844

1Arcin

azzo - Colle Re

tafan

i - Madonna d. Monte

376150

FIUGG

I

332

14145_

4Gu

arcin

o Nord, medio Vallone Sa

nt'Onofrio e

Laz

FR3844

1Gu

arcin

o - Po

nte F

ilette

- Monna Bianca - V

alle S

. Onofrio -

M. Colo

nna

376160

MON

TE CO

LONN

AValle Macerosa

333

14146_

1Vallone Sa

nt'Onofrio, Monte Viglio, Monte

Laz, Ab

zFR

1679

2Fonte M

oscosa - Ge

ndarme -

M. Viglio - M

. Pian

o - M. Crepacuore -

Meta

377090

MON

TE VIGLIO

Pratiglio, Monte Fe

mmina

Morta e Monte

Crepacuore

334

14146_

3Campo Ca

tino, Pesch

io delle Ciavole

, La M

onna,

Laz, Ab

zFR

2902

2La Monna - M. Vermica

no - M. O

rtara - M. Pozzotello - Campocatin

o - Ca

mpovano -

377130

CAMPO

CATIN

OMo

nte O

rtara, Monte Rotonaria e Mo

nte R

otondo

Passo

d. Diav

olo - Pesch

io d. Cia

vole - Zom

po lo Sc

hioppo

335

14146_

4Valle de

ll'Inferno, M

onte Prato

, Monte Ginepro,

Laz, Ab

zFR

1365

2M. d. Passeggio - M

. Gine

pro -

Rend

inara - V

allone d

. Rio - R

ava d

. Guardia

377140

MON

TE PA

SSEGGIO

Monte Br

eccia

ro e Monte de

l Passegg

io

336

14147_

3Vetta

di Pizzo D

eta (di Veroli)

Laz, Ab

zFR

173

Pizzo Deta (cim

a) - Balso

rano - Roccavivi - Sant.rio S

. Ang

elo - V

alle P

eschiom

acello -

390030

SERR

A COM

UNE

Roccavivi - V

alle R

oveto -

F. Liri

337

14147_

4Monte Co

rnacchia e M

onte Tre C

onfin

i Laz, Ab

zFR

269

2Prati S. Elia - M. Breccios

o - M. Cornacchia

(cim

a) - T

re Co

nfini - Ridotti

377160

MON

TE CO

RNACCH

IA(di Pescosolido)

338

14148_

3Pozzo d

ella N

eve (di Pesco

solido)

Laz, Ab

zFR

126

2Prati d'An

gro -

Valico A

ceretta

- Rif.gio Di Iorio

- Pozzo d

. Neve -

T. Ro

sa - V

alico Ac

eretta

378130

COSTON

E BALZO DI CIOTTO

339

14239_

1Fiu

micino, Coccia

di Morto e Porticciolo d

i Laz, Tirr

RM1223

2Coccia d. Morto, pine

ta - V

illa Torlo

nia - Fiu

micino

386030

FIUMICINO

Fiumicino

340

14239_

2Porto

Traia

no, Ostia A

ntica

e An

sa de

l Tevere

Laz

RM3850

1Ostia

Antica, scavi - Po

rto d. Traia

no - Ne

cropoli d

. Porto - F. T

evere -

Torre

Boaccia

na386040

OSTIA

ANTIC

A

341

14239_

3Faro di Fium

icino e Foce de

l Tevere

Laz, Tirr

RM199

2Fiu

micino, fa

ro - Fiu

mara g

rand

e386070

FOCE DEL TE

VERE

342

14239_

4Iso

la Sacra

, Torre Sa

n Mich

ele, Ostia, Caste

l Laz, Tirr

RM2002

2Caste

lfusano, pine

ta - Fiu

micino - T

orre S. Mich

ele - Ostia

- Canale d. Stagno

386080

LIDO DI OSTIA

Fusano e Pin

eta d

i Castel Fusano N

ord

Page 92: Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora ... · Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora vascolare alloctona 119 loctonia (Tab. 5.5) si nota che il maggior numero

208 Appendice A

343

14240_

1Dragoncello, Acilia, Vitin

ia, Ca

sal Palo

cco e

Laz

RM3849

1Caste

lporziano -

Acilia

- Vitinia

- Casal Palo

cco387010

ACILIA

Tenu

ta di Ca

stel Porzia

no Nord-Ovest

344

14240_

2Tenu

ta di Ca

stel Porzia

no Nord-Est, De

cima-

Laz

RM3849

1Casale d. Prena (De

cima) - Caste

l d. D

ecim

a - Sp

inaceto - L'O

vile -

Tor d. Cenci -

387020

SPINACETO

Malafede, Tor de C

enci, Sp

inaceto, Ac

quaacetosa

cava Br

unori

e Tor Pa

gnotta

345

14240_

3Pin

eta d

i Castel Fusano S

ud, Tenuta d

i Castel

Laz, Tirr

RM3792

1Caste

lporziano -

Laurentum - Grotta d. Piastra

- Infer

netto

387050

CASTEL PO

RZIANO

Porziano S

ud-Ovest

346

14240_

4Tenu

ta di Ca

stel Porzia

no Orientale

e Trigoria

Laz

RM3852

1Caste

lporziano -

la Sa

ntola

- Trig

oria - C

astel Rom

ano -

Quaranta R

ubbii - T

rigoria,

387060

TRIGOR

IAbosco

- F.so R

adice

lli - F.so

Mala

fede -

Via A

frico - V

ia Faler

na

347

14241_

1Caste

l di Leva, Porta

Medaglia e Falco

gnana

Laz

RM3849

1Divin

o Amore -

Via P

osta Medaglia - Caste

l d. Leva -

Torre

Anastasia

- via

Falco

gnana

387030

CASTEL DI LEVA

348

14241_

2Cia

mpin

o Sud, Santa Maria delle Mole

, Laz

RM3849

1Lago d. Albano - V

ia Ga

lilei - Ciam

pino, via

Calat

afimi - Va

lle Marcia

na - Grottafer

rata -

387040

CIAMPINO

Fratto

cchie

, Marino

e sponde no

rd-occide

ntali

Caste

l Gandolfo

- Fra

ttocchie

del Lago d

i Castel Gandolfo

349

14241_

3Zolfo

ratella, Torre Tign

osa e

Quarto

di Sa

nta

Laz

RM3852

1via

Laurentin

a - Monte Miglior

e - So

lforata - V

ia d. F.so d

. Solf

orata

387070

SELVOTTA

Serena

350

14241_

4Santa P

alomba, Alba

no La

ziale, Ca

stel Gandolfo

Laz, Tirr

RM3852

1Albano - Lago d. Albano - Pavona

387080

ALBA

NO LA

ZIALE

e spond

e sud-occide

ntali de

l Lago d

i Castel

Gand

olfo

351

14242_

1Grottafer

rata, Tuscolo, Ro

cca d

i Papa e

sponde o

Laz

RM3848

1Bo

sco Madonella -

Lago d. Albano - M. Cavo -

Belve

dere - M. Tuscolo -

388010

GROTTAFERR

ATA

nord-orientali de

l Lago d

i Alba

nM. Salo

mone -

Parco

Colon

na - V

ia d. Lagh

i - Va

lle Marcia

na - Grottafer

rata

352

14242_

2Rocca P

riora, Pantano de

lla Doganella

Laz

RM3848

1Cerquone - M. Fior

e - Va

lle Giga

nte -

Rocca P

riora - Carch

itti - via L

atina

388020

ROCCA P

RIOR

A(di Rocca Prior

a) e Carch

itti (d

i Pale

strina

)

353

14242_

3Ariccia, Ge

nzano d

i Rom

a, sponde su

d-orien

tali

Laz

RM3851

1M. Cavo -

Maschio d. Faete -

Ariccia - G

enzano - V

allone Tem

pesta

- Ne

mi - Villa Ch

igi -

388050

GENZ

ANO DI RO

MAdel Lago d

i Alba

no, Nem

i, Lago d

i Nem

i e Monti

Ariccia - P

alazzolo

, sent. Cappuccin

i - La

go d. Nem

idelle Fa

ete

354

14242_

4Pratoni del Viv

aro (di Rocca d

i Papa), M

aschio

Laz

RM3851

1Velletri - Maschio d'A

riano - Do

ganella - V

ivaro - Maschio d. Artemisio -

M. Peschio -

388060

LARIAN

Od'A

riano, M

onte Pesch

io, Maschio dell'A

rtemisio

Font. S. Antonio

(di Larian

o e Ve

lletri)

355

14243_

1Labic

o, Valle de

lle Ca

napin

e e ca

mpagn

e di

Laz

RM3848

1Labic

o - via C

asilin

a - Va

lle Fredda - Macere

388030

LABICO

Valm

ontone Es

t

356

14243_

2Valm

ontone e alv

eo de

l Fium

e Sacco

Laz

RM3848

1Au

tostrada R

oma-Na

poli -

Valm

ontone - F. Sacco

- Colle Stiglian

o - Co

lle Bu

zio -

388040

VALM

ONTONE

Colle Fo

rmale

Novo

357

14243_

3Lariano, M

acchia di Giulianello, Sella di

Laz

RM, LT

3851

1Artena - M. S. Ang

elo - Colle Illirio -

Bosco

Lariano - V

ia Cona, m

ura p

oligonali

388070

ARTENA

Lariano e Artena Ovest

358

14243_

4Artena Es

t e Co

llefer

ro Ovest

Laz

RM, LT

3851

1Artena - V

alle G

elata - V

ia d. Santuario

- Via Latin

a388080

COLLEFERRO

OVEST

359

14244_

1Collemartin

o (di Paliano), Selva

di Pa

liano e t

Laz

RM, FR

3847

1Cervina

ra - Zancati Vecchio - S. M

aria d. Pugliano -

Macchia il C

astello - Selva

- 389010

CASALE SA

N PR

OCOLO

campagn

e di Paliano S

ud-Oves

Colle Ca

stagn

ole - San P

rocolo

Page 93: Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora ... · Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora vascolare alloctona 119 loctonia (Tab. 5.5) si nota che il maggior numero

209Tabella dei quadranti cfce e località censite daLucchese nel rilevamento

360

14244_

2Campagn

e tra An

agni No

rd e Paliano Es

tLaz

FR3847

1F.so d

. Mola

- Santa M

aria Maddalen

a - To

rre d. Piano -

Fontana L

a Forma

389020

SAN FIL

IPPO

361

14244_

3Collefer

ro, Gavign

ano N

ord e

Segn

i Nord

Laz

RM, FR

3850

1Gavig

nano - Collefer

ro - Caste

llaccio - F. Sacco

389050

COLLEFERRO

EST

362

14244_

4An

agni e c

ampagn

e di Anagn

i Sud-Ovest

Laz

RM, FR

3850

1An

agni - Cucugnano - Faito

- Pis

ciarello - Bagn

ara -

F.so Via S

. Nico

la389060

ANAG

NI

363

14245_

1Acuto, Fiu

ggi, P

orcia

no (d

i Ferentin

o) e sponde Laz

FR3847

1Acuto -

Colle Ca

lvario

- Fiu

ggi - Madonna d. Stella -

M. Porcia

no - Lago d. Ca

nterno -

389030

FIUGG

I FON

TEnord-occide

ntali de

l Lago d

i Canterno

Fosso

Le Ce

se - M. S. Gior

gio - M. Cam

pitelli - Fu

cigno

364

14245_

2Torre

Caiet

ani, T

riviglian

o, Gu

arcin

o Sud e

Laz

FR3847

1Torre

Caiet

ani - Trivigliano -

Guarcino - Colle Co

liuccio - C

.da C

orian

o - La

go d. Ca

nterno

389040

TRIVIGLIA

NOsponde no

rd-orientali de

l Lago d

i Canterno

365

14245_

3An

agni Sud-Est, Ferentino

Nord-Ovest e

Laz

FR3850

1Tufan

o - Mola

Antica

389070

TUFANO

sponde su

d-occid

entali d

el Lago di Ca

nterno

366

14245_

4Fumone, Ferentino

Nord-Est e sp

onde

Laz

FR3850

1Fumone -

Fraschette - M. S. M

arino

- M. d. Lago -

Vallefre

dda -

Lago d. Ca

nterno

389080

FUMON

Esud-orien

tali d

el Lago di Ca

nterno

367

14246_

1Collepardo, Vic

o nel Lazio

, Abb

azia di Trisulti

Laz

FR3847

1Collepardo -

Capo Fium

e - S. Nico

la - T. Cosa -

Trisu

lti - M. Rotonaria - C

apodacqua -

390010

VICO

NEL LA

ZIOe a

lta Va

lle de

l Fium

e Cosa

Vico -

Fonte A

cerosa

368

14246_

2Monte Fragara, Monte Pe

dicine

tto e Prato d

i Laz

FR3846

1Prato d

. Cam

poli -

M. Fragara - M. Pedicinetto

- M. d. Scalelle - Valle F

emmina

Morta -

390020

MON

TE TR

E CON

FINI

Campoli (di Veroli)

Fossa

Susann

a - Mugliera

369

14246_

3Alatri e

piana d

el Fiu

me C

osa

Laz

FR3850

1Alatri -

Fontana S

curano - Bu

ca d. Le

pre -

M. M

aggio

ri - Co

lle S. Giac

omo -

M. Pizz

uto -

390050

ALATRI

Torre

Caravic

chia - M

. Castellone

370

14246_

4Santa M

aria Am

seno, Santa Francesca, Scifelli

Laz

FR3849

1Case Co

cchi - Fontana Fu

sa - Fontana F

ratta

- Case Sc

accia

- Pozzo N

oce -

390060

SANTA F

RANC

ESCA

e Fontanafra

tta (d

i Veroli)

M. Pedicino - S. Fra

ncesca - S. Maria Am

aseno -

Scifelli - P

ozzi Faito

371

14247_

1Pend

ici meridionalidi di Piz

zo Deta, Monte

Laz, Ab

zFR

1645

2Lin

guaggio

d. Fo

rca - Piz

zo Deta -

F.so Fragara -

Trenta Fa

ggi - Se

rra Alta

390030

SERR

A COM

UNE

Serra

Comun

e e Monte Se

rra Alta

372

14247_

2Valle de

l Liri (d

i Sora) e Pesco

solido N

ord

Laz, Ab

zFR

2575

2M. Cornacchia

- Ridotti - V

alle d

. Liri

390040

FORCELLA

373

14247_

3Monna di Ro

sa e Vallone de

lle Noci (d

i Sora)

Laz

FR3849

1Monna d. Ro

sa - M. Tartaro - Chies

a Nuova - Selva

- Vallone d

. Noci - Bo

sco Montagn

a390070

SAN GIOR

GIO

374

14247_

4Sora, Brocco

stella, conflu

enza La

cerno-Liri e

Laz

FR3849

1Sora, castello - F. Liri - Fa

ggio Rotond

o - Pe

scosolido -

Broccoste

lla - C.s

e Baff

etta -

390080

SORA

Pesco

solido S

udMadonna d. Grazie

- T. Lacerno

375

14248_

1La Br

eccio

sa, Balz

o di Ciot

to, M

onte Se

rrone

Laz, Ab

zFR

3297

2La Br

eccio

sa (Pescosolido) - T

. Lacerno - Balzo

Tre C

onfin

i - Va

llone Ca

po d'Acqua -

391010

MON

TE SE

RRON

E(di Pescosolido), Balz

o Tre Co

nfini e Monte La

Vallone Ca

rbonara

Rocca e

Vallone Ca

po d'Acqua (di Campoli

Appenn

ino)

376

14248_

2Monte Tranquillo

, Valle L

attara (d

i Alvito) e

Laz, Ab

zFR

148

2Colli Bassi - Op

i - Fo

rca d'Acero -

F. Sa

ngro - Camporotond

o - M. Tranq

uillo

391020

FORCA D

'ACERO

Forca

d'Acero (di San D

onato in V

al di Comino

)

377

14248_

3Campoli A

ppennin

o, Lago di Po

sta Fibreno

Laz

FR3849

1Campoli A

ppennin

o - Ca

se Staff

aro -

Vallone d. Rio -

S. Onofrio -

Fossa

Maiu

ra -

391050

CAMPO

LI AP

PENN

INO

Nord e Sant'Onofrio (di Alvito)

Case Ca

rpello -

Lago Po

sta Fibreno

378

14248_

4San D

onato in V

al di Comino

, Serra Traversa,

Laz, Ab

zFR

3671

2Serra

Traversa - strada a

Forca

d'Acero -

San D

onato V

al Comino

391060

SAN DO

NATO VA

L Vallone di Fo

rca d'Acero e

Monte Pa

nico

DI CO

MINO

Page 94: Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora ... · Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora vascolare alloctona 119 loctonia (Tab. 5.5) si nota che il maggior numero

210 Appendice A

379

14249_

3Monte Sa

n Nico

la, Va

lico d

elle G

ravare, Ro

cca

Laz, Ab

zFR

2426

2Colle Nero -

Valle Inguagnera - Serra

Gravare - V

alico Pa

ssaggio d. Orso - T

re Co

nfini

391070

COLLE N

ERO

Altie

ra, Valico de

lle Po

rtelle e alt

a Val Cann

eto

(di Settefra

ti)

380

14249_

4Monte Altare e Monte Tarta

ro (d

i Picinis

co)

Laz, Ab

zFR

145

2M. Tartaro - M. Petroso - Lago Vivo - M. Alta

re - V

alle Iannang

hera

391080

MON

TE TA

RTAR

O

381

14340_

1Spiag

gia di Ca

stel Porzia

no e Tor Paterno

Laz, Tirr

RM1245

2Caste

lporziano -

Pign

occo - T

or Pa

terno -

Villa d. Plinio -

Guardapasso

387090

LIDO D

I CASTEL P

ORZIA

NO

382

14340_

2Capocotta

, Macchia di Capocotta

, Pratica d

i Laz, Tirr

RM3824

1Macchia d. Capocotta

- Campo Asco

lano -

Pratica

d. Mare -

F.so d. Pratica

- M. d'Oro

387100

POMEZIA OVEST

Mare e

Campo Asco

lano

383

14340_

4Tor Vaia

nica e

Campo Se

lvaLaz, Tirr

RM1980

2Tor Vaja

nica, litorale

, via Pola - C

ampo Se

lva - Campo Iemini - Rio Torto

387140

TORVAIAN

ICA

384

14341_

1Pomezia, So

lfarata di Po

mezia e F

osso de

lle

Laz

RM3855

1Pomezia - S

ughereta - V

ia d. Bo

schetto - Rio Torto - S. Procula

387110

POMEZIA ES

TMonachelle

385

14341_

2Pescarella (di Ardea), Cecchina

(di Alba

no

Laz

RM, LT

3855

1Campoleo

ne - Pod. Scale

tte - F.so A

cquabuona -

Cecchin

a387120

CECCHINA

Lazia

le) e Campoleo

ne (d

i Aprilia

)

386

14341_

3Bo

sco Ce

rasomarino

(di Pom

ezia)

, Rio Torto

, Laz

RM, LT

3858

1Ardea -

Rio Torto - Monteleo

ne - F.so d

. Acqua d. Va

ianello –

Casalaz

zara

387150

ARDE

AArdea e

Casalaz

zara (d

i Aprilia

)

387

14341_

4Campagn

e di Aprilia

Nord

Laz

RM, LT

3857

1Ap

rilia - C

ampoleo

ne - Casalaz

zara - F.so d

. Acqua d. Va

ianello

387160

CAMPO

LEON

E

388

14342_

1Lanu

vio e Monte Se

cco (d

i Velletri)

Laz

RM3854

1Lanu

vio - V

ia Caste

llo Sa

n Gennaro - M. Secco

388090

LANU

VIO

389

14342_

2Velletri e campagn

e a Su

d di Velletri

Laz

RM, LT

3854

1Velletri, bosco - Colle d'Oro

388100

VELLETRI

390

14342_

3Campagn

e tra La

nuvio

Sud e

Velletri Su

dLaz

RM, LT

3857

1Casale d. Mandria - P

onte Lo

reto - V

ia Astura

388130

PRESCIA

NO

391

14342_

4Campagne tra Velletri Su

d e Ciste

rna d

i Latina No

rdLaz

RM, LT

3857

1Le Ca

stella - Caste

l Ginn

etti - Colledoro -

Pratolu

ngo

388140

LE CA

STELLA

392

14343_

1Giulianello e

Rocca M

assim

a Ovest

Laz

RM, LT

3854

1Lago d. Giulian

ello -

Giulian

ello -

S. Nico

la388110

GIUL

IANE

LLO

393

14343_

2Rocca M

assim

a, Monte Rinsaturo (di Cori) e

Laz

RM, LT

3854

1Rocca M

assim

a - Pu

nta d

. Mela

zza -

F.so Piscigliolo

- Via d. Villa Pera - M. Rins

aturo –

388120

ROCCA M

ASSIM

ACampo di Se

gni

Rifugio

Stazzo Ca

nali -

Campo d. Se

gni - M. d’Oro – M. le

Fosse

- Valle V

iccios

a

394

14343_

3Torre

cchia

Vecchia

(di Cisterna di La

tina) e

Laz

LT3857

1Cis

terna -

Cori -

Torre

cchia

Vecchia

- Colle Ro

sso - Ponte d

. Fraticelli - Ro

ve Ro

sse388150

CORI OVEST

Cori O

vest

395

14343_

4Cori E

st, Monte Lu

pone e Monte Erdig

heta

Laz

RM, LT

3857

1Cori -

Selva

d. Co

ri - M. Arre

sino -

Acquaviva

- Sentiero C

ap. Poggia

li - M. Lupone -

388160

CORI ES

T(di Cori e Norma)

Costa

Lucin

i - M. Erdigh

eta -

via d

. Ann

unzia

tella - M. Locca d. Pe

llegrino

- F. d. Prato

396

14344_

1Segn

i, Montelan

ico e Gavig

nano

Laz

RM3853

1M. Cam

posano - Campazzano -

Segn

i - Gavign

ano -

Montelan

ico - M. la

Croce

389090

SEGN

I

397

14344_

2Go

rga, Sgurgola e F

iume S

acco

Laz

RM, FR

3853

1Sgurgola - S. Leonardo -

il Rio -

F. Sa

cco - Go

rga

389100

SGUR

GOLA

398

14344_

3Campo di Montelan

ico, M

onte Pe

rentile (d

i Laz

RM, LT

3856

1da Montelan

ico a Carpine

to - Campo d. Montelan

ico - M. Perentile

389130

CAMPO

DI M

ONTELANICO

Norm

a), M

onte Gorgoglione (di Carpine

to

Romano) e Carpine

to Ro

mano O

vest

399

14344_

4Carpine

to Ro

mano, Valle Ciste

rna e

Monte

Laz

RM, FR

3856

1F.te S

. Marino

- M. M

alaina

- M. S. M

arino

389140

CARP

INETO RO

MANO

Mala

ina (d

i Carpin

eto e

Supin

o)

400

14345_

1Valle de

l Sacco, Valle d

el Torre

nte A

labro e

Laz

FR3853

1Monticchio - M

. Trave - Macchia d. An

agni - F. Sacco - An

agni - M

orolo

, staz. - Ferentin

o389110

MOR

OLO SCALO

Ferentino

Ovest

Page 95: Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora ... · Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora vascolare alloctona 119 loctonia (Tab. 5.5) si nota che il maggior numero

211Tabella dei quadranti cfce e località censite daLucchese nel rilevamento

401

14345_

2Ferentino

e campagn

e tra Fe

rentino

e Fro

sinoneLaz

FR3853

1Ferentino

- Montecchia

- M. Radicino

389120

FERENT

INO

402

14345_

3Morolo

, Supino

e Monte Se

mprevina

(di Supino

)Laz

FR3856

1da Su

pino a

M. Gem

ma -

F. Sa

cco - S. An

gelo - M

orolo

- Valle B

anco

389150

SUPINO

403

14345_

4Valle de

l Sacco e Fro

sinone S

calo

Laz

FR3856

1F. Sacco

- Polve

reria Ce

ccano -

Bosco

Faito

- Fro

sinone, sta

z.389160

FROS

INON

E OVEST

404

14346_

1Caste

lmassim

o (di Veroli) e Tecchie

na (d

i Alat

ri)Laz

FR3853

1Tre

tticaro - S. An

na - Pig

nano - Caste

lmassim

o - M. N

ero

390090

CASTELMA

SSIMO

405

14346_

2Veroli, C

ollebera

rdi, C

asam

ari e Il G

iglio (di Vero

li)Laz

FR3852

1Veroli -

Rocca -

Sorgente Pe

ticosa -

Città

Bianca - La Vitto

ria - Stiri - Carpine

te -

390100

VERO

LICasamari - Mulino Pa

petti - il G

iglio

406

14346_

3Fro

sinone e

Torrice (d

i Frosin

one)

Laz

FR3855

1T. Cosa - Fro

sinone -

Torrice

390130

FROS

INON

E EST

407

14346_

4Bo

ville Ernic

a, Strang

olagalli e R

ipiLaz

FR3855

1Strang

olagalli - R

ipi - Bo

ville Ernic

a - Ce

rqueta - V

ia Farnete -

Rio S

. Lucio

390140

BOVILLE E

RNICA

408

14347_

1Caste

lliri, Isola del Liri e pia

na de

l Fium

e Liri

Laz

FR3852

1Caste

lliri - Isola

Liri, ca

scata -

C. An

tera - Ga

rgian

o - Morroni – Colle Lu

cinetto -

390110

ISOLA DEL LIRI

Caprareccia

- F.so S

. Elia - F.so P

antano

409

14347_

2Carnello (di Sora)

, Fium

e Fibreno e

Arpin

o Nord

Laz

FR3852

1Fontechia

ri - F. Fibreno -

Carnello -

Coste

Calde

- Via Collebia

nco -

F.so La

rzanca -

390120

CARN

ELLO

Fonte P

orcin

e

410

14347_

3Monte Sa

n Giov

anni Campano, Anit

rella e

Laz

FR3855

1Mo

nte S

. Giov

anni - A

nitrella - F. San Lu

cio - A

maseno - Fo

ntana L

iri - F. Liri - Colle C

ese -

390150

MON

TE SA

N GIOV

ANNI

Fontana L

iriVia

Selva

Piana -

F.so R. Sa

nta L

ucia - Lago S

olfatara

CAMPANO

411

14347_

4Arpin

o e Sa

ntopadre

Laz

FR3855

1Arpin

o - Sa

ntopadre - Le Tommelle -

Forgliete - F. Melfa -

Collin

a - Montececcioli

390160

ARPINO

412

14348_

1Fontechia

ri, Posta

Fibreno, Lago di Po

sta Fibreno

Laz

FR3852

1Alvito - Vicalvi - G

allina

ro - P

osta Fibreno - Fo

ntechia

ri - Ro

ccasecca

- Sorg. Posta

Fibreno

391090

ALVITO

Sud, Vic

alvi e Alvito

413

14348_

2Ga

llinaro e

campang

e tra Alvito E

st e S

an

Laz

FR3852

1Colle Ca

stagn

eto -

Monticchio - G

allina

ro - Rio M

ollo

391100

GALLINAR

ODo

nato Va

l di Com

ino Su

d

414

14348_

3Casalattico, Casalvieri e Vallone de

l Fium

e Melfa

Laz

FR3855

1Casalvieri - F. Melfa -

Casalat

tico -

Montattico - M. Ricco -

Colle Marrafone - Morina

- 391130

CASALVIER

IS. Na

zario

415

14348_

4Atina

, Valle d

el Melfa e

conflue

nza

Laz

FR3855

1Atina

- T. M

ollarino

- M. Prato - Piè

Piaggie

- Colle Fa

rina -

Ponte M

elfa -

M. Cicu

to -

391140

ATINA

Mollarino

-Melfa

Cancello

416

14349_

1Sette

frati, Va

l Canneto, Guado de

lle Ca

pre e

Laz

FR3852

1Pia

no S. Lu

cia - Sette

frati - F. M

elfa -

Prati d. M

ezzo - Casalor

da - Gu

ado d

. Capre -

391110

SETTEFRATI

Monte Ac

quaro

Val Canneto - V

alle L

e Cazzole

417

14349_

2La Meta, Passo

dei M

onaci, M

onte A Mare,

Laz, Ab

z, Mol

FR2122

2M. M

eta -

Biscurri -

Passo

d. Monaci - Monte A Mare -

Coste

d. Altare - M. Cavallo -

391120

LA META

Coste

dell'A

ltare e pend

ici se

ttentrio

nali d

i Valle Pa

gana - Le Fo

rme -

La Metuccia

Monte Ca

vallo

418

14349_

3Pic

inisco

, Valle P

orcin

a (di Pic

inisco

), Villa

Latin

aLaz

FR3855

1Lagh

etto Grotta

campanaro - F. Mollarino

- Pic

inisco

- S. Giuseppe - S. Ge

nnaro -

391150VILLA L

ATINA

e Valle d

el Torre

nte M

ollarino

(tra Villa La

tina e

M. Bian

co - Rotolo - Villa

Latin

aSan B

iagio Saracin

isco)

419

14349_

4San B

iagio Saracin

isco, Monte Fo

rcellone,

Laz, Mol

FR3720

2Collelun

go - M. Forcellone - M. M

are -

Valle Monacesca - T

re Fo

ntane -

Valle Ro

tond

a -

391160

SAN BIAG

IO SAR

ACINISC

OMonte Mare e

Catenella de

lle Main

arde

Colle Ar

ena -

Radic

osa -

Rivelat

a - Sa

n Biag

io Saracin

esco - V

allone F

oci - Pratola

- Fontana C

icchetto

420

14350_

3Catenella de

lle Main

arde

Laz, Mol

FR158

2Catenella d. Main

arde - Molino la Quercia -

M. M

arrone - V

alle d

. Mezzo - Scapoli -

392130

MOLINO LA QUE

RCIA

M. Castelnuovo - Caste

lnuovo al Vo

lturno -

Rocchetta

al Vo

lturno

Page 96: Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora ... · Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora vascolare alloctona 119 loctonia (Tab. 5.5) si nota che il maggior numero

212 Appendice A

421

14440_

2Spiag

gia di Rio Torto (d

i Ardea)

Laz, Tirr

RM94

3Rio Torto, dun

e399020

FOCE RIO T

ORTO

422

14441_

1Fosso

della Mole

tta, Spia

ggia di Tor San Lo

renzo

Laz, Tirr

RM, LT

3191

2Fossign

ano -

Tor S. Lorenzo, litorale - C

astellaccio - F.so

d. Mole

tta399030

TOR S

AN LO

RENZ

ONo

rd e Fossign

ano (di Ap

rilia)

423

14441_

2Ap

rilia e C

ampo di Ca

rne

Laz

RM, LT

3860

1Fossign

ano -

Aprilia - C

isterna di La

tina

399040

APRILIA

424

14441_

3Litorale

di Tor San Lo

renzo

Laz, Tirr

RM977

2Torre

S. Lo

renzo -

Lido de

i Pini - Lid

o di Lavinio -

F.so Ca

vallo Morto - San A

nasta

sio399070

LIDO DE

I PINI

425

14441_

4Tenuta delle Cinque Miglia e B

osco di Pa

diglione

Laz

RM, LT

3863

1Bo

sco Pa

diglione - Bo

sco Ar

mellino

- Passo

Cavallo Morto - San A

nasta

sio399080

LAVINIO

Occid

entale (di Anzio, Nettuno e Ap

rilia)

426

14442_

1Fosso

della Ficoccia, Tenu

ta di Ca

rano e Torre

Laz

RM, LT

3860

1Tenuta d. Ca

rano - Tomba Menotti -

Via G

uardapasso - F

.so d. Ca

rano - Torre

d. Pa

diglione

400010

BONIFIC

A TOR

RE DI

di Padig

lione (d

i Aprilia

)PADIGLIONE

427

14442_

2Cis

terna d

i Latina

Laz

RM, LT

3860

1Cis

terna -

F.so Pa

ne e Vin

o - Via S

. Giov

anni

400020

CISTERN

A DI LATINA O

VEST

428

14442_

3Bo

sco di Pa

diglione Orientale

(di Aprilia

) e

Laz

RM, LT

3863

1Campoverde (Campomorto) - Piscina Ca

rdillo

- La Ca

mpana - V

ia Pantanelle -

400050

CAMPO

VERD

ECis

terna d

i Latina

F.so d

. Quin

to

429

14442_

4Bo

rgo M

ontello (d

i Latina

) e Pianura P

ontin

a Laz

LT3863

1Ferriere -

B.go Montello - F.so F

erriere

400060

BORG

O MON

TELLO

(tra C

isterna di La

tina e

Latin

a)

430

14443_

1Cis

terna d

i Latina

Est e Pianura P

ontin

a Laz

LT3860

1Cis

terna -

Lago d. Co

tronia

- Via Bu

faloreccia

- Canale d. Acque A

lte400030

CISTERN

A DI LATINA EST

(di Cisterna di La

tina)

431

14443_

2No

rma, Ninfa e

Serm

oneta N

ord-Ovest

Laz

LT3859

1Do

ganella - No

rma -

Ninf

a - Ab

b. d. Valvisciolo

- F.so d

. Valle -

Canale Acque A

lte400040

NORM

A

432

14443_

3Bo

rgo F

lora (di Cis

terna), Borgo Po

dgora

Laz

LT3863

1Canale d. Acque A

lte (B

.go P

odgora) - B.go Flora

400070

BORG

O PO

DGOR

A(di Latina

) e Ca

nale delle Ac

que A

lte

433

14443_

4Serm

oneta S

ud, Latina

Scalo

e Tor Tre Po

nti

Laz

LT3862

1Latin

a Scalo - Tor Tre P

onti - Laghetto

Monticchio - S

ermoneta -

M. Furcavecchia

- 400080

LATIN

A SCA

LO(di Latina

)Torre

Acquapuzza

434

14444_

1Bassiano e

Monte Ar

dicara (di Carpine

to

Laz

RM, LT

3859

1Bassiano -

da Ba

ssiano a

M. Sem

previsa

- Croce d

. Capreo

401010

BASSIANO

Romano)

435

14444_

2Monte Se

mprevisa

, Pian

della Fa

ggeta, Monte Laz

RM, LT,

3859

1M. Sem

previsa

- Pia

n d. Faggeta - M. Erdigh

eta

401020

MON

TE SE

MPR

EVISA

Erdigh

eta (di Carpine

to Ro

mano) e Selva

Piana

FR(di M

aenza)

436

14444_

3Monte Ac

quapuzza, Sezze Nord e

Bassiano S

udLaz

LT3862

1Sezze -

M. d. Cerro - V

ia Crocem

ezzo - V

ia An

tignano - M. d. Bufala

- Bassiano -

401050

SEZZE N

ORD

M. Grand

e - M. Acquapuzza -

Via C

asali

437

14444_

4Roccagorga, M

onte de

lla Difesa e Monte

Laz

RM, LT

3862

1Roccagorga - S. Era

smo -

M. d. D

ifesa - M. Castellone

401060

ROCCAG

ORGA

Caste

llone

438

14445_

1Patrica, M

onte Ca

ccum

e, Monte Se

ntine

lla

Laz

RM, LT,

3859

1M. Caccume -

M. Acuto - F.so M

. Acuto - Patrica - M. Sale

rio401030

PATRICA

(di M

aenza) e Monte Ac

uto (di Maenza e

FR

Giuliano d

i Rom

a)

439

14445_

2Ceccano O

vest, Piana d

el Sacco

e Patrica Es

tLaz

FR3859

1Ceccano -

Colle Alto - Polve

reria Ce

ccano, bosco

- Bo

sco Fa

ito401040

CECCAN

O OV

EST

440

14445_

3Maenza, Cole San M

artin

o e Co

lle di Mezzo

Laz

LT, FR

3862

1Maenza -

M. San Martin

o - Co

lle La

Vaccara -

Cole di Mezzo - Colle Ca

lvello

401070

MAEN

ZA

441

14445_

4Prossedi, Giulian

o di Rom

a e Villa Sa

nto S

tefan

oLaz

LT, FR

3862

1Prossedi - G

iulian

o di Rom

a - M. Sise

rno -

Sappelletto - V

illa S. Stefa

no - cerre

ta FIAG

401080

GIUL

IANO

DI ROM

A

Page 97: Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora ... · Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora vascolare alloctona 119 loctonia (Tab. 5.5) si nota che il maggior numero

213Tabella dei quadranti cfce e località censite daLucchese nel rilevamento

442

14446_

1Cecca

no Est, p

iana d

el Fiu

me S

acco, Arnara

e Pofi

Laz

FR3858

1Via

Casilina

- Ceccano -

Pofi -

Arnara - F.so d

. Arnara

402010

CECCAN

O EST

443

14446_

2Campagn

e tra Ripi, Po

fi e Ce

prano

Laz

FR3858

1Ceprano -

bivio

Pofi -

Macchia Ripi - Colle L

isi - Ripi - Via Casilina

402020

POFI

444

14446_

3Castro d

ei Volsci, M

onte Ca

mpo Lu

pino e

piana

Laz

FR3861

1M. Cam

po Lu

pino -

S. So

sio - F. Sacco

- Castro d

ei Volsci

402050

CASTRO

DEI VO

LSCI

del Fium

e Sacco

445

14446_

4Monte Sa

nt'An

gelo e C

ollecavallo (di Castro

Laz

FR3861

1F.so R

io Ob

aco -

F. Sa

cco - Font. M

assarile -

Falva

terra

- Castro d

ei Volsci -

402060

CRESPASA

dei Vols

ci) e Pia

na de

l Pium

e Sacco

Madonna d. Piano

446

14447_

1Pia

na de

l Fium

e Liri, Selv

a Maggio

re

Laz

FR3858

1M. Grand

e - Ar

ce - F. Liri - Br

eccia

ro

402030

ARCE

(di Stra

ngola

galli)

, Arce

e Ceprano N

ord

447

14447_

2Rocca d

'Arce, Colf

elice, Roccasecca O

vest e

Laz

FR3858

1Rocca d

'Arce - F. Melfa -

M. O

rio - Fra

ioli - M. Cam

pea

402040

COLFELICE

Gole del M

elfa O

vest

448

14447_

3Ceprano, Falva

terra

, conflu

enza Liri-Sacco

, San Laz

FR3861

1Ceprano -

Falva

terra

- S. Giovanni Incarico -

Lago d. Isole

tta - Ceprano -

F. Sa

cco402070

CEPR

ANO

Giovanni in Carico, Lago di Sa

n Giov

anni in

Carico e

Isole

tta

449

14447_

4Bosco

di Co

lfelice, Bosco

Pantanella, conflue

nza

Laz

FR3861

1F. Melfa -

Bosco

Colfelice

402080

ROCCASECCA

STAZ

IONE

Liri-M

elfa e

Roccasecca Su

d

450

14448_

1Colle Sa

n Magno, Gole

del M

elfa E

st, Monte

Laz

FR3858

1La Silara - Va

llone Fo

ssolon

e - Ro

ccasecca

- Cimaro

ne - C

olle P

ignata

ra - M

. Obachelle –

403010

ROCCASECCA

Salere e

Monte Obachelle (di Colle Sa

n Magno

Campo d. Po

polo - Fonnelle

e Casala

ttico)

451

14448_

2Pend

ici se

ttentrio

nali d

i Monte Ca

iro, Terelle,

Laz

FR3858

1La Silara -

M. M

orrone - Belm

onte - Piz

zo d. Prato C

aselle –

Terelle - Fonn

elle

403020

TERELLE

Valle Ca

mpo de

l Popolo

e Belm

onte Ca

stello

452

14448_

3Caprile (d

i Roccasecca), Castro

cielo e p

endic

i Laz

FR3861

1Castrocielo -

Caprile - Colle S. Magno - M. Asprano - Form

a-Morroni

403050

CASTRO

CIELO

sud-orien

tali d

i Monte Ca

iro

453

14448_

4Monte Ca

iro, Pied

imonte Sa

n Germano, Villa

Laz

FR3861

1Villa S. Lucia

- Terelle -

Caira - Colle Majo

la - Vallone d

. Dente - Contrada Otta

ndun

a -

403060

VILLA S

ANTA LU

CIASanta L

ucia e C

assin

o Nord

M. Cairo

454

14449_

1Valleluc

e (di Sant'Elia di Fiu

me R

apido

), Vallone

Laz

FR3858

1Sant'Elia Fiu

merapido

- Vallelu

ce - M. Bian

co, vers. Sud -

M. Cifalco

- Vallesorda -

403030

VALLEROTON

DAdel Fium

e Rapido

, Valv

ori (d

i Vallerotonda) e

M. Rotolo

- Valv

ori - Ca

mpo d. Manno - T

. Rapido

Vallerotond

a

455

14449_

2Vallone de

l Fium

e Rapido

, Card

ito e Cerro

Grosso

Laz, Mol

FR3853

1Casalca

ssinese - Cardito

- M. M

onna Ca

sale – Monna Ac

quafo

ndata -

F. Ra

pido –

403040

CARD

ITO(di Vallerotonda), Casalca

ssinese e Monte

Valico F

orella

Monna (d

i Acquafond

ata),

456

14449_

3Sant'Elia Fiu

me R

apido

, Cassin

o Nor e

Laz

FR3860

1Sant'Elia Fiu

merapido

-Vallerotonda - Porte

lla - S. Mich

ele - M. Castellone - Cerre

to -

403070

SANT

'ELIA FIUMERAP

IDO

Vallerotond

a Sud

F. Rapid

o - Va

lle Infer

no - Capod'A

cqua - Iso

labella -

Madonna d. Ra

ditto

457

14449_

4Acquafo

ndata, Vit

iscuso e

Force

lla di Ce

rvaro

Laz, Mol

FR3704

2M. M

aio - Force

lla d. Ce

rvaro -

Acquafo

ndata -

Viticuso

403080

VITIC

USO

(di Viticuso)

458

14450_

1Monte de

lla Ba

ttuta (d

i Acquafond

ata)

Laz, Mol

FR523

2M. d. Battuta (A

cquafond

ata) - Cerasuolo

- Filign

ano -

Mennella - M. Falc

onara -

404010

MON

TE DELLA BA

TTUTA

Rio C

hiaro

Page 98: Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora ... · Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora vascolare alloctona 119 loctonia (Tab. 5.5) si nota che il maggior numero

214 Appendice A

459

14450_

3Versa

nte d

estro

della Va

lle de

l Torrente R

ava

Laz, Mol

FR566

2T. Rava - Colle Inzolfo

- Pozzilli - Casalca

ssinese - De

manio

404050

COLL'IN

ZOLFO

460

14541_

2Tor Cald

ara (di An

zio), An

zio Nord e

Nettuno

Laz, Tirr

RM2823

2Colon

ia marina

, fales

ia e ruderi ro

mani - To

r Cald

ara -

Anzio

– Nettuno -

399120

NETTUN

Ovia

d. Ar

mellino

- Villa

Borghese

461

14541_

4Grotte di Nerone, An

zio e Porticciolo d

i Anzio

Laz, Tirr

RM47

3Grotte d. Nerone -

Anzio

, porto - litorale

Cicin

nati - Villa

Alsani

399160

ANZIO

462

14542_

1Bo

sco di Fo

glino e litorale

di Torre

Astu

ra Nord

Laz, Tirr

RM, LT

3741

2Bo

sco Fo

glino - Ne

ttuno - T

re Ca

ncelli - Fo

glino

400090

TRE C

ANCELLI

(di N

ettuno)

463

14542_

2Fiu

me A

stura, Lago d

i Sant'Antonio, Bo

rgo

Laz

LT3866

1B.go Ba

insizz

a - B.go Montello, discarica

- F. Astura - Lago d. Sa

nt'An

tonio

400100

BORG

O BA

INSIZ

ZABains

izza e

Fosso

del M

oscarello (d

i Latina

)

464

14542_

3Torre

Astu

ra Nord (

di Ne

ttuno)

Laz, Tirr

RM691

2le Grottacce

, litorale

400130

LE GRO

TTACCE

465

14542_

4Pin

eta d

i Torre Astu

ra, Foce d

el Fiu

me A

stura,

Laz, Tirr

RM, LT

2610

2Torre

Astu

ra -F. Astu

ra - Foce Ve

rde -

B.go Sa

botin

o400140

BORG

O SABO

TINO

Borgo S

abotino

e Foce Ve

rde (di Latin

a)

466

14543_

1Latin

a e Bo

rgo P

iave (di Latin

a)Laz

LT3866

1Latin

a - Bo

rgo P

iave -

Via L

ombardia - Via Na

scosa - Lic

eo Majo

rana

400110

LATIN

A

467

14543_

2Fiu

me S

isto e

Fium

e La C

avata (di Latin

a)Laz

LT3865

1Bo

rgo F

aiti - F. Sisto

- F. La Ca

vata

400120

BORG

O FAITI

468

14543_

3Borgo Isonzo (di Latin

a) e L

ago d

i Fogliano No

rdLaz, Tirr

LT3357

2Capo Po

rtiere, idr

ovora, litorale

- Lago d. Fo

gliano -

Prato C

oppola - Latina

, 400150

LIDO DI LA

TINA

Via Fo

ntacchieto -

Via d

. Rosa

469

14543_

4San M

ichele

(di Latina

) e Fium

e Sisto

Laz

LT3868

1B.go S. Mich

ele (Capograssa

) - F. Sisto

400160

BORG

O SAN MICH

ELE

470

14544_

1Sezze, Qu

arto de

ll'Acquaviv

a e Monte Trevi

Laz

LT3865

1Sezze -

Sezze s

calo - M

. Trevi - S

orgenti - ca

nale d. Selce

lla -P

iano d

. Quarta

ra401090

SEZZE S

UD(di Sezze)

471

14544_

2Monte Sa

iano (di Prive

rno) e Lagh

i del Vesco

vo L

azLT

3865

1Lagh.tti d. Vescovo - L

ago S

an Ca

rlo - C

ase M

acallè - F. Ufen

te - M

. Saia

no - C

olle E

rmo -

401100

COLLE R

OMAN

O(Gricilli)

Piano d. Quarta

ra

472

14544_

3Pontinia, Casal Traian

o, Bo

cca d

i Fium

e e

Laz

LT3868

1Pontinia -

Migliara 4

6-47 - V

ia Ap

pia401130

PONT

INIA

Fiume S

isto

473

14544_

4Lago Mazzocchio

(Gricilli), Canale Ufente,

Laz

LT3868

1La Co

darda -

F. Ufen

te - Migliara 5

0-51 - canale d. Selce

lla - Sugh

erara

401140

CODA

RDA

Canale della Se

lcella, Canale

della Sc

hiazza

(di Pontin

ia)

474

14545_

1Prive

rno, Roccc

asecca de

i Vols

ci e p

iana d

el Laz

LT3865

1Roccasecca de

i Vols

ci - P

riverno - M. Curio - M

. Matavello

401110

PRIVERNO

Fiume A

maseno

475

14545_

2Pis

terzio e

Amaseno O

vest

Laz

LT, FR

3865

1M. Sale

re - Pis

terzo

- P.ta d

i Cam

pi - S. Stefan

o401120

PISTERZO

476

14545_

3Fossa

nova, Pian

a dell'Am

aseno, Sonn

ino e

Laz

LT3868

1Fossa

nova - Ab

b. Fossa

nova - Colle Sa

n Giov

anni - Fossanova, sabbie

eoliche -

401150

SONN

INO

Monte La

Foresta

Sonn

ino - V

oragine

Catausa

477

14545_

4Valle Ce

rreto (d

i Sonnin

o) e Monte de

lle Fa

te

Laz

LT, FR

3867

1M. d. Fate (cim

a) - V

alle C

erreto - V

alle V

ettia

- Costa

d. Mezzo

401160

MON

TE SP

ARAG

O(di Sonnin

o, Am

seno e Monte Sa

n Biag

io)

478

14546_

1Am

aseno, Valle Fratta (d

i Amaseno e

Castro

Laz

LT3864

1la Civ

itella da

Amaseno -

Amaseno -

Valle Fratta - Castro d

. Vols

ci402090

AMASEN

Odei Vols

ci) e Vallecorsa

Nord

479

14546_

2Paste

na e Monte Ca

lvilli (di Pastena, Castro

Laz

LT, FR

3864

1Am

brifi - Paste

na - M. Calv

o - Ca

stro d

. Vols

ci-Vallecorsa

- M. Calv

illi, da P

astena -

402100

PASTEN

Adei Vols

ci e L

enola

)Pantano

Page 99: Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora ... · Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora vascolare alloctona 119 loctonia (Tab. 5.5) si nota che il maggior numero

215Tabella dei quadranti cfce e località censite daLucchese nel rilevamento

480

14546_

3Vallecorsa

, Valle B

uana (d

i Vallecorsa) e Monte Laz

LT, FR

3867

1Pozzi - Va

llecorsa

- Valle B

uana - M. Pizz

uto -

M. Calv

o402130

VALLECOR

SACalvo

(di Vallecorsa, Amaseno e

Monte

San B

iagio)

481

14546_

4Monte Ch

iavino

(di Lenola

e Vallecorsa

), Monte

Laz

LT, FR

3867

1M. Appiolo -

M. Chia

vino -

Lenola - M

. Schierano -

Passo

d. Monaco -

Piana d

. Ambrifi

402140

LENO

LASchie

rano (d

i Pastena e Lenola)

e Monte

Appio

lo (di Lenola

e Campodim

ele)

482

14547_

1Colle Tronco (d

i San Giov

anni Incarico), Pico

e Laz

FR3864

1M. Vaglia - Paste

na - Montarozzo -

Ponte M

artin

o - Sa

n Giov

anni Incarico

402110

PICO

Monte Va

glia (di Paste

na e Pic

o)

483

14547_

2Pia

na de

l Liri e Pontecorvo Ovest

Laz

FR3864

1Ceprano -

M. Leucio

- Pontecorvo - F. Liri

402120

PONT

ECOR

VO

484

14547_

3Monte Croce (di Campodim

ele), campagn

e tra Laz

LT, FR

3867

1Valle Starza Piana -

S. Onofrio -

M. Croce - M. Pota

402150

MON

TE CR

OCE

Pico e

Pontecrovo

485

14547_

4Monte Co

ronella e Monte de

lla Co

mun

e, Laz

FR3867

1M. d. Com

une -

S. Olivo -

M. Vetro - Monticelli - la Co

ronella - S. M d. Va

lle402160

MON

TICELLI

Sant'Olivo (di Pontecorvo) e Monticelli

(di Esperia)

486

14548_

1Pontecorvo, Aquino

e Selva

di Toccheto

Laz

FR3864

1Aq

uino -

Pontecorvo -R

io S. Rocco

- v+

G126ia Selva

- Le Fo

rme -

Selvo

ne -

403090

AQUINO

(di Aquino

)Selva

d. Toccheto

487

14548_

2Cassino, Abb

azia di Monte Ca

ssino, Pium

arola

Laz

FR3864

1Cassino - Ab

bazia

- Selvo

ne - V

ia Casilina

403100

CASSINO OV

EST

(di Villa

Santa L

ucia)

e sta

zione di Piedim

onte

San G

ermano

488

14548_

3Monte d'Oro (di Esperia), pia

na de

l Fium

e Liri

Laz

FR3867

1F. Liri - M. d'Oro - Form

e d'Aq

uino

403130

SANT

'ERMETE

(di Pontecorvo e

d Esperia)

e Fosso

delle Fo

rme

d'Acquin

o (di Pig

nataro Interamna)

489

14548_

4San G

iorgio

al Liri, Pign

ataro Interam

na, pian

a Laz

FR3866

1F. Liri - Pign

ataro Interam

na- S. Gior

gio a Liri - La

ghetto - S. An

gelo in Theodic

e403140

SAN GIOR

GIO A L

IRI

del Fium

e Liri e Sant'An

gelo in Theodic

e Ovest

490

14549_

1Cassino Es

t, conluenza R

apido

-Gari, M

onte

Laz

FR3863

1Cassino - M. Porchio - S

elvotta - F. Peccia - Cervaro - M. Trocchio

- Via Casilina

403110

CASSINO EST

Trocchio

(di Cervaro) e Ce

rvaro

491

14549_

2San V

ittore e

versa

nti settentrio

nali d

i Monte

Laz, Cam, M

olFR

2696

2San V

ittore -

la Ch

iaia -

Via C

asilin

a - M. Sam

bucaro - la Radic

osa

403120

SAN V

ITTOR

E DEL LA

ZIOSammucro (d

i San Vitto

re)

492

14549_

3Sant'An

gelo in Theodic

e Est, Sa

nt'Ap

ollina

re

Laz, Cam

FR2669

2Selvo

tta - F. Peccia - F. Liri - F. Ga

rigliano - Colle Ce

dro -

Palum

bo - M. M

aggio

re403150

ANTRIDON

ATI

Est e co

nflue

nza G

ari-L

iri

493

14549_

4Fontana d

ell'Olm

o (di San V

ittore)

Laz, Cam

FR218

2M. Lun

go - Sorg. F. Peccia

- Font. d. O

lmo -

Vallevona - S. Pie

tro Infin

e - Monte Lu

ngo

403160

FONTAN

A DELL'O

LMO

494

14643_

1Lago di Fo

gliano a

nord de

lla Fo

ce de

l Rio

Laz, Tirr

LT200

2Torre

Fogliano -

Foce Rio M

artin

o - La

go d. Fo

gliano

413030

FOCE NUO

VA DI FO

GLIANO

Martin

o (di Latin

a)

495

14643_

2Fogliano, foc

e del Rio

Martin

o, Lago de

i Monaci,

Laz, Tirr

LT3002

2Bo

rgo G

rappa -

Torre

Fogliano -

Rio M

artin

o - Be

lla Fa

rnia - Lago d

. Monaci -

413040

BORG

O GR

APPA

Borgo S

an Do

nato Ovest e La

go di Ca

prola

ce No

rdLago d. Ca

prola

ce

496

14643_

4Lago di Ca

prola

ce Su

dLaz, Tirr

LT519

2Lago d. Ca

prola

ce - Pantani d. In

ferno - P.zo S

. And

rea, litorale

413080

PODE

RE 20

58

Page 100: Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora ... · Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora vascolare alloctona 119 loctonia (Tab. 5.5) si nota che il maggior numero

497

14644_

1Borgo S

an Do

nato Est, F

iume S

isto (di Sabaudia

Laz

LT3871

1Cerasella - Pis

cina V

erdesca -

Chies

a Sacramento - Lestra d

. Coscia

- F. Sis

to414010

SAN DO

NATO

e Pontin

ia) e Foresta

Dem

aniale d

el PN

del

Circeo N

ord

498

14644_

2Fiu

me S

ito, Via Ap

pia, M

igliare 5

1-54 e Fiu

me

Laz

LT3871

1Idrovora Se

lcella - str. Forcelat

a - F. Ufen

te - Mazzocchio

- str. M

igliara 5

1-53 -

414020

MESA

Uffen

te (d

i Pontin

ia)loc

. Mesa -

Quarta

ccio

499

14644_

3Sabaudia e F

oresta Dem

aniale d

el PN

del

Laz, Tirr

LT3809

1Pis

cina B

agnature - Sabaudia - P

antalon

e - F.so Ca

po d. Omo -

Migliara 5

4414050

SABA

UDIA NOR

DCirceo S

ud

500

14644_

4Bo

rgo V

odice

, Fium

e Sisto (di Sabaudia)

e Laz

LT3874

1F. Sis

to - Migliara 5

5-57 - B.go Vo

dice -

Ponte M

aggio

re – F. Po

rtatore - Pompa -

414060

BORG

O VOD

ICEMigliare 5

5-57 (d

i Terracin

a)F. Ufente

501

14645_

1Fiu

me A

maseno (di Sonn

ino) e Monte Ca

vallo

Laz

LT3871

1M. Ca

vallo Bianco - M

. Rom

ano - Ca

mpo So

riano - S

taz. d. Fra

sso - M

. Nero

- F. Amaseno

414030

CAPO

CROC

EBianco (d

i Sonnin

o e Terra

cina)

502

14645_

2Mo

nte R

omano (di Sonnino

e Mo

nte S

an Biagio),Laz

LT3870

1M. d. Fate, vers. su

d - Se

rra Pa

lombo - M. Tavanese -Valle Marina

- Valle V

iola

414040

MON

TE RO

MANO

Valle Viola

e Monte Se

rra L'A

cquara (d

i Monte

San B

iagio)

503

14645_

3Bo

rgo H

ermada, Monte Le

ano e

Francolon

e Laz

LT3874

1San S

ilvano -

M. Leano - T

orri L

eano - V

ia Ap

pia - F

rancola

ne - M

. d. Cucca - F

. Amaseno

414070

BORG

O ERMA

DA(di Terracin

a)

504

14645_

4Monte Ce

rvaro (di Terra

cina e

Monte Sa

n Laz

LT3873

1Lago d. Fo

ndi - M. Gius

to - M

. Croce - M

. Pilucca

- Valle M

arina

- Salisano - M

. Sterparo

-414080

MON

TE GIUSTO

Biagio)

e Lago di Fo

ndi Ovest

Torre

Epita

ffio

505

14646_

1Monte Sa

n Biag

io, Su

ghereta d

i San Vito,

Laz

LT3870

1M. Latiglia - C

alamete -

Via A

ppia - Fontana Sa

n Vito

- Sugh

ereta S

an Vito - Monte

415010

MON

TE SA

N BIAG

IOMonte La

tiglia e Cim

a del Monte

San B

iagio - S

an Magno - Madonna d. Ro

cca

506

14646_

2Fond

i, Valle d

elle Q

uercie d

i Cesare, Monte

Laz

LT3870

1Lago Se

tte Ca

nnelle -

Fond

i - Le

nola - M

. Passig

nano - M. Crispi - C

amposariann

i -415020

FOND

IPassign

ano, Monte Va

lletond

a (di Fond

i e

Valle d. Quercie d

. Cesare -

M. Valletonda - Casamurata -

M. Rom

ano

Lenola)

e Valle Fo

sca (di Lenola)

507

14646_

3Lago di Fo

ndi Est, Ca

nale Vetere e Canale

Laz

LT3873

1Lago d. Fo

ndi - Via A

ppia - Via Covin

o - Ca

nale S. An

astasia

- Salto

415050

TENU

TA DEL SA

LTO

dell'A

cqua Ch

iara (di Fond

i)

508

14646_

4Pia

na di Fo

ndi Est, Va

llamana, Vallone di

Laz

LT3873

1Fond

i - Via A

ppia, km

122 -

Mola

d. Ve

tere - i Gegni - S

org. Sette

Acque -

415060

SAN RA

FFAELE

Sant'An

drea e Monte Fo

rlacchio

(di Fondi)

M. Calv

o d. Fondi

509

14647_

1Campodim

ele, M

onte Fa

ggeto, Monte Crisp

i e

Laz

LT, FR

3870

1M. Crispi - S. N

icola - M

. Vele

- M. Faggeto - La Taverna -

Valle Piana -

Campodim

ele415030

CAMPO

DIMELE

Monte Ve

le

510

14647_

2Monte Va

ccaro, Monte Ac

quara d

i Costa Dritta

Laz

LT, FR

3870

1Valle Mola

Franca - S. Ermo -

Costa

Dritta - V

alle P

olleca -

Montevetro

415040

MON

TE SA

N MA

RTINO

e Il Belv

edere (di Esperia)

511

14647_

3Madonna de

lla Civita, Monte Grand

e, Monte

Laz

LT3873

1M. Ruazzo -

M. Trin

a - Fo

rcella - V

alle Tozza - M. Ferrazzano -

Madonna d. Civita -

e415070

SANT

UARIO MA

DONN

A Ferra

zzano e

Monte Trina

(di Itri)

M. Grand

DELLA C

IVITA

512

14647_

4Monte Re

vole e M

onte Viola

(di Itri, Fo

rmia ed

Laz

LT, FR

3873

1il R

edentore - Fonte A

cquaviv

a - Po

rnito

- M. Ruazzo -

S. Mich

ele - M. Revole

- 415080

MON

TE RE

VOLE

Esperia), Monte Altin

o e Monte Ru

azzo

M. S. Ang

elo - M. Petrella

(di Formia)

e pend

ici oc

cidentali d

i Monte

Petre

lla (d

i Spig

no Sa

turnia)

Appendice A216

Page 101: Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora ... · Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora vascolare alloctona 119 loctonia (Tab. 5.5) si nota che il maggior numero

513

14648_

1Esperia, Castelnuovo Pa

rano Ovest, Au

sonia

Laz

LT, FR

3870

1M. Fam

mera -

Esperia - Roccaguglielm

a - M. d'Oro, ve

rs. su

d - Fo

rra Sa

n Piet

ro -

416010

ESPERIA

Ovest e Monte Fa

mmera (di Esperia e Au

sonia

)Rio P

olleca -

Valle Gaetano - Au

sonia

514

14648_

2Caste

lnuovo Pa

rano Es

t, Au

soni Est, V

allem

aio

Laz

FR3869

1S. Ap

ollina

re - V

allem

aio - Au

sonia

- M. M

aio - Colle Ag

rifoglio

416020

VALLEM

AIO

e Monte Maio

(di Vallem

aio e Coreno Au

sonio

)

515

14648_

3Spign

o Saturnia

e pend

ici oc

cidentali d

i Monte Laz

LT, FR

3872

1Spign

o Saturnia

- Canale d. Faggeto

416050

SPIGNO

SATU

RNIA

Petre

lla (d

i Spig

no Sa

turnia)

516

14648_

4Coreno Au

sonio

, Santi Cosm

a e Dam

iano N

ord

Laz

LT, FR

3872

1M. Ceschito

- Sentiero 7

6-77 - M. M

aio, vers. sud -

Coreno Au

sonio

416060

CORENO

AUSO

NIO

e Castelfo

rte Nord

517

14649_

1Sant'Am

brogio sul Gariglian

o, Sant'An

drea e

Laz, Cam

FR2022

2S. Am

brogio - S. And

rea -

Morroni - B

osco Se

lva - F. Ga

rigliano - Cocuruzzo

416030

SANT

'ANDR

EA AL

sponda de

stra d

el Fiu

me G

ariglian

oGA

RIGLIANO

518

14649_

3Monte Ro

tond

o (di Caste

lforte

), Monte

Laz, Cam

LT, FR

2385

2Suio Term

e - M. Fuga -

valle Sp

recamugliera - M. O

rnito

- M. Rotondo - F. Ga

rigliano,

416070

VALLE D

I SUIO

Garofan

o (di Sant'An

drea de

l Gariglian

o) e

sorg. solf

urea

sponda de

stra d

el Fiu

me G

ariglian

o

519

14744_

1Sabaudia Sud, Lago di Sa

baudia, Mole

lla e

Laz, Tirr

LT2747

2Pal.zo d

. Dom

iziano -

Migliara 5

8 - Sa

baudia - Fonte Lu

cullo - Mole

lla - Bagn

ara -

414090

SABA

UDIA SU

DSelva

Piana (di Sabaudia)

Villa Fogliano -

Lago d. Pa

ola, litorale

520

14744_

2Bo

rgo M

ontenero (d

i San Fe

lice C

irceo) e

Laz, Tirr

LT3318

2Torre

Olev

ola - Foce d. F. Sisto

- Litorale

414100

FOCE DEL FIUM

E SIST

OFoce de

l Fium

e Sisto (di Terra

cina)

521

14744_

3Torre

Paola

, Monte Circe

o, Qu

arto Freddo e

Laz, Tirr

LT1015

2M. Circeo - Salita a

lle Crocette - Qu

arto Ca

ldo - Qu

arto Freddo - T

orre Pa

ola -

414130

MON

TE CIRCEO

Quarto Ca

ldo (d

i San Fe

lice C

irceo)

la Batte

ria - T

orre Fico - Mezzomonte

522

14744_

4San F

elice Circe

o, Torre

Fico e Torre

Vitto

riaLaz, Tirr

LT465

2S. Felice C

irceo - T

orre Vitto

ria - Litorale

414140

SAN FELIC

E CIRCEO

523

14745_

1Porto

Badin

o e Terra

cina O

vest

Laz, Tirr

LT1351

2F. Porta

tore - Porto

Badin

o, litorale

414110

PORTO BA

DINO

524

14745_

2Terra

cina E

stLaz, Tirr

LT411

2Terra

cina - Tempio

Anur - v

ia Palatina

- Tem

pio Giove A

nur - via F

lacca - B

.go S. An

tonio

-414120

TERR

ACINA

Torre

Gregoriana - Litorale

525

14746_

1Torre

Sant'An

astasia

(di Fondi)

, Laghi Lung

o e

Laz, Tirr

LT1433

2Lago Sa

n Puoto - Lago Lu

ngo -

Torre

S. An

astasia

- Litorale

415090

RIO CLAR

Odi San P

uoto (d

i Sperlo

nga)

526

14746_

2Sperlon

ga, M

onte La

uzo, Valle de

lle Ve

spe e

Laz, Tirr

LT3600

2Pia

no Miglior

ano -

M. Lauzo - M. San Magno - M. Cam

pillon

e - Va

lle d. Ve

spe -

415100

SPERLONG

AMonte Sa

n Magno (d

i Sperlo

nga) e Monte

M. Pian

o - Grotta

d. Tiberio

- Sperlon

ga - Fontana d

. Cam

era

Marano e

Monte Gine

stra (di Itri)

527

14746_

4Punta C

apovento (d

i Sperlo

gna e

Itri) e

Laz, Tirr

LT438

2Torre

Capovento -

Sperlon

ga - V

ia Fla

cca a

ntica

- S. Ag

ostin

o, litorale

- M. M

oneta

415140

TORR

E CAP

OVEN

TOSpiag

ge di Sa

nt'Ag

ostin

o (di Ga

eta)

528

14747_

1Itri, M

onte Ce

falo e

Monte Le

Rave Fo

sche

Laz

LT3876

1Costa

mezza - M. S. M

aria - M

. Tuonaco - S. Maria d. No

ce - via

Appia

- Itri - M. Cefa

lo415110

ITRI

(di Itri) e Monte Tu

onaco, Monte Sa

n Roano e

Monte Co

stamezza (d

i Formia)

529

14747_

2Form

ia, Monte Sa

nta M

aria, Maranola

e Laz, Tirr

LT3317

2Form

ia - M

. S. M

aria - P

iano Terruto - M. Tuonaco - Maranola

- M. Lapillo

- Trivio -

415120

FORM

IAMonte Ca

mpese

M. Cam

pese

Tabella dei quadranti cfce e località censite daLucchese nel rilevamento 217

Page 102: Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora ... · Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora vascolare alloctona 119 loctonia (Tab. 5.5) si nota che il maggior numero

530

14747_

3Gaeta, Mo

ntagna Sp

accata, Spia

ggia di Serap

o, Laz, Tirr

LT2321

2Ga

eta -

M. D

ragone - M. Lauro - Form

ia - A

renauta, litorale

- Serapo, litorale -

415150

GAETA

Monte A Mare, Spiag

gia Ar

enauta e Monte

M. O

rland

o - Torre

Scissura -

Torre

Viola

Dragone (di Ga

eta)

531

14747_

4Prom

ontorio

del centro

storico

di Gaeta e

Laz, Tirr

LT34

3Ga

eta, prom

ontorio

- Vendic

io - P

unta S. Erasmo

415160

SANT

'ERASMO

piccol otra

tto de

l litorale tra

Gaeta e Form

ia in

località Ve

ndicio

532

14748_

1Scauri, Mint

urno Ovest, Sa

nta M

aria Infan

te,

Laz, Tirr

LT3808

1Caste

llonorato - M. Scauri - Mint

urno - Scauri -

Penit

ro - M. In

crocia

tora

416090

MINTU

RNO

Monte La

Civita (di Spign

o Saturnia

) e

Caste

llonorato (d

i Formia)

533

14748_

2Mint

urno Es

t, Pia

na de

l Torrente A

usente,

Laz, Cam

LT3797

1Tufo - M. Cerreto - T

. Ausente - SS. Cosma e

Dam

iano -

F. Gariglian

o - Fo

ntanelle

416100

GRUN

UOVO

Santi Cosma e

Dam

iano S

ud, Castelfo

rte Su

d e

sponda de

stra d

el Fiu

me G

ariglian

o

534

14748_

3Prom

ontorio

di Monte Sc

auri, Torre

di Gian

o e

Laz, Tirr

LT303

2M. Scauri - Gian

ola, litorale - M

. d'Argento

416130

MARINA

DI M

INTU

RNO

Torre

del Fico

(di M

inturno) e Marina di Minturno

535

14748_

4Marina

di Mint

urno Su

d e Fo

ce de

l Fium

e Laz, Cam, Tirr

LT636

2F. Ga

rigliano, fo

ce, litorale e p

ineta - B.go Ce

ntore

416140

FOCE DEL GAR

IGLIA

NOGa

rigliano

536

14749_

1Suio e s

pond

a destra

del Fium

e Gariglian

o Laz, Cam

LT568

2Suio - F. Gariglian

o - La

uro

416110

FORM

E DI SUIO-SAN

(di Castelfo

rte)

CATALDO

537

15043_

3Iso

la di Palm

arola

Laz, Tirr

LT0

3Palm

arola

- Faraglione d

. Mezzogio

rno -

Punta V

ardella - M. la

Radic

aPALM

AROLA

538

15043_

4Iso

la di Ponza N

ord, Santa M

aria, Co

nti e

Laz, Tirr

LT523

2Is. d. Po

nza (nord) - Sa

nta M

aria - Conti - M

. Schiav

one -

M. Paglia - M. Tre Ve

nti -

PONZ

A NOR

DMonte Sc

hiavone

M. Core -

Punta F

araglione - Cala An

tonio

- Cala Fonte -

Le Fo

rme -

Campo Ingle

se

539

15044_

1Iso

la di Zann

one

Laz, Tirr

LT0

3Is. d. Za

nnone

ZANN

ONE

540

15044_

3Iso

la di Gavi

Laz, Tirr

LT0

3Is. d. Gavi - Piana d

. Mezzo - Le Sc

oglielle

PONZ

A NOR

D

541

15143_

2Iso

la di Ponza S

ud, Ponza e Monte Guardia

Laz, Tirr

LT229

2Is. d. Po

nza (sud) - M. Guardia - G

iancosi -Bagno Ve

cchio

PONZ

A SUD

542

15146_

4Iso

la di Ventotene N

ord-Est e Pu

nta E

oloLaz, Tirr

LT14

3Is. d. Ve

ntotene (nord) - Pu

nta E

olo - Cala Parata Grand

e - Ca

la Rossa

no - Punta E

olo -

VENTOTEN

E E S.

STEFAN

OPorto

543

15246_

1Iso

la di Ventotene S

ud-Ovest e P

unta de

ll'Arco

Laz, Tirr

LT20

3Is. d. Ve

ntotene s

ud) - Pu

nta d

. Arco

VENTOTEN

E E S.

STEFAN

O

544

15246_

2Iso

la di Ventotene, Ventotene e

Isola

di

Laz, Tirr

LT111

2Is. d. Sa

nto S

tefan

o - Ve

ntotene

VENTOTEN

E E S.

STEFAN

OSanto S

tefan

o

Appendice A218

Page 103: Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora ... · Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora vascolare alloctona 119 loctonia (Tab. 5.5) si nota che il maggior numero

APPENDICE BMAPPE DI DISTRIBUZIONE DELLE SPECIE ALLOCTONE DEL LAZIOFernando Lucchese

Page 104: Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora ... · Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora vascolare alloctona 119 loctonia (Tab. 5.5) si nota che il maggior numero

220 Appendice B

Dato di campo (originale Lucchese, URT)

Dato dell’erbario recente

Dato dell’erbario antico non confermato

Dato bibliografico recente

Dato bibliografico antico non confermato

Dato di campo e dato dell’erbario recente

Dato di campo e dato bibliografico recente

Dato dell’erbario e dato bibliografico recente

Dato dell’erbario e dato bibliografico antico

Dato di campo, dato dell’erbario e dato bibliografico recente

Alloctona locale recente (simbolo unico indipendentemente dalla fonte)

Alloctona locale antica (simbolo unico indipendentemente dalla fonte)

Dato di campo esterno al confine regionale(originale Lucchese, URT)

Estinta

Dubbia

LEGENDA DEI SIMBOLI UTILIZZATI PER DEFINIRE LA DISTRIBUZIONE DELLE SPECIE:

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221Mappe di distribuzione delle specie alloctone del Lazio

DETTAGLIO DEI SIMBOLI E DELLE CAMPITURE UTILIZZATE NELLA LEGENDA INTERNA ALLE MAPPE:

01 - Numero di quadranti dove il taxon è stato ritrovato du-rante i censimenti di campo.

02 - Numero di quadranti dove il taxon è presente sullabase dei reperti d'erbario selezionati.

03 - Numero di quadranti dove il taxon è presente sullabase delle fonti bibliografiche considerate.

04 - Numero totale di quadranti dove il taxon è presente sullabase dell'insieme dei dati considerati (totale derivante dallacombinazione dei dati di campo, d'erbario e bibliografici).

05 - Ordine di prioritizzazione dei taxa (vedi Cap. 6): valore1 = specie da eradicare per prima; valore 2= specie daeradicare per seconda; etc.

06 - Tipo di pattern risultante dall’analisi descritta nel pa-ragrafo 5.9. Si distinguono i seguenti tipi di patternspaziale: CLUMPED; RANDOM; DISPERSED. Le specie

presenti in un solo quadrante, per le quali non è possi-bile eseguire un’analisi statistica del pattern, sono stateclassificate come “SINGLETON”.

07 - Nome scientifico del taxon.08 - Habitat prevalenti (espressi secondo i codici EUNIS).09 - Range altitudinale (altitudine minima e massima).10 - Fenologia, con il numero 1 vengono distinti i mesi du-

rante i quali il taxon è in fioritura, mentre con il numero0 vengono distinti quei mesi in cui generalmente iltaxon non compie la fioritura.

11 - Forma biologica (secondo lo schema proposto daRaunkiaer, 1905).

12 - Tipo di impollinazione, si distinguono le seguenti tipo-logie principali rappresentate dai corrispondenti sim-boli come mostrato nella tabella seguente:

Page 106: Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora ... · Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora vascolare alloctona 119 loctonia (Tab. 5.5) si nota che il maggior numero

222 Appendice B

Tipo di impollinazione SimboloAuto-impollinazione

Anemofila

Entomofila

Auto-impollinazione o Anemofilia

Auto-impollinazione o Entomofilia

Anemofilia o Entomofilia

Pianta senza fiori o con fiori sterili

Pianta non specializzata

13 - Tipo di strategia di dispersione delle diaspore, si distin-guono le seguenti tipologie principali rappresentate dai cor-rispondenti simboli come mostrato nella tabella seguente:

Tipi di dispersione SimboloAutocoria

Anemocoria

Endozoocoria

Epizoocoria

Mirmecoria

Piante clonali non fertili

Non definita

14 - Tipo di sessualità, si distinguono le seguenti tipologierappresentate dai corrispondenti simboli come mo-strato nella tabella seguente:

Tipi di sessualità SimboloDioica

Monoica

Pianta senza fiori

15 - Tipo di fotosintesi, si distinguono le seguenti tipologieprincipali rappresentate dalle corrispondenti abbrevia-zioni come mostrato nella tabella seguente:

Tipo di fotosintesi AbbreviazioneFotosintesi C4 (accertato)

Fotosintesi C4 (ipotizzato)

Fotosintesi C3 (accertato)

Fotosintesi C3 (ipotizzato)

Fotosintesi C3 o C4 (accertato)

Fotosintesi CAM (accertato)

16 - Scopo di introduzione, si distinguono le seguenti tipo-logie principali rappresentate dai corrispondenti sim-boli mostrati nella tabella seguente:

Scopo di introduzione SimboloAccidentale

Volontaria (Agricoltura)

Volontaria (Commerciale)

Volontaria (Officinale)

Volontaria (Ornamentale)

Non conosciuto

NORME REDAZIONALI UTILIZZATEPER LA DESCRIZIONE DELLA DISTRIBUZIONE REGIONALE DELLE SPECIE

La descrizione della distribuzione regionale viene fornitain differenti formati a seconda della rispettiva frequenza diciascun taxon seguendo il seguente schema:presenze da 1 a 20 quadranti: i dati distributivi vengonosuddivisi in dati di campo, dati d'erbario e dati bibliografici.Quando i ritrovamenti di campo nel loro complesso gene-rano al massimo un pool di presenze che non supera i cin-que quadranti, viene riportato il rispettivo quadrante CFCE

NO

C4

(C4)

(C3)

C3

C3+C4

CAMk

?

Page 107: Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora ... · Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora vascolare alloctona 119 loctonia (Tab. 5.5) si nota che il maggior numero

223Mappe di distribuzione delle specie alloctone del Lazio

seguito dalla località, o dalle località, di ritrovamento in-cluse nelle parentesi quadre. Quando, invece, i dati dicampo generano un pool di presenze superiore ai cinquequadranti per brevità non vengono specificate tutte le lo-calità di ritrovamento. Per i dati d'erbario vengono riportatele località di ritrovamento seguite dai dati del cartellinod'erbario disponibili: raccoglitore (legit), data della raccolta,sigla dell'erbario. Per i dati bibliografici viene riportata lalocalità esplicitata nella pubblicazione seguita dalla cita-zione bibliografica inclusa tra parentesi quadre. All'internodelle citazioni bibliografiche i nomi degli autori vengonoriportati in forma abbreviata nei seguenti casi (autori piùricorrenti): Anzalone = Anz.; Cacciato = Cac.; Celesti-Gra-pow = Cel.; Fanelli = Fan.; Iamonico = Iam.; Iberite = Ibe.;Lattanzi = Lat.; Lucchese = Luc.; Minutillo = Min.; Monte-lucci = Mon.; Moraldo = Mor.; Scoppola = Sco. Qualora lelocalità riportate nei cartellini d'erbario, o nelle pubblica-zioni bibliografiche, non siano abbastanza accurate dapoter essere georeferite con certezza entro l'ambito di unquadrante CFCE, non possono essere utilizzate per la car-

tografia floristica e pertanto vengono evidenziate dallasigla "geo-". Esempi: Lepini, Ernici, Rufeno, Lamone, Roma,etc. Le località che si riferiscono a reperti d'erbario antichi(raccolti prima del 1950), o a riferimenti bibliografici antichi(pubblicati prima del 1950) vengono evidenziati dalla sigla"secolo scorso". Le località presenti all'interno di pubblica-zioni che si riferiscono però esplicitamente a reperti d'er-bario vengono riportate nella maggioranza dei casi sia nei"dati d'erbario", sia nei "dati bibliografici", salvo alcune ec-cezioni dove all'interno dei dati bibliografici si rimanda perbrevità alle località già elencate nei "dati d'erbario".presenze da 21 a 270 quadranti: viene riportato l’elencoesaustivo dei settori geografici (vedi fig. 1.5) dove il taxonrisulta presente.presenze da 271 a 500 quadranti: la distribuzione deltaxon viene definita semplicemente come "diffusa in moltisettori del Lazio".presenze superiori a 501 quadranti: la distribuzione deltaxon viene definita semplicemente come "diffusa in quasitutti i settori del Lazio".

ESEMPIO DI NUMERAZIONE DEI QUATTRO QUADRANTI NELL’AREA DI BASE (13839)

Page 108: Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora ... · Biodiversità, ecologia e biogeografia della flora vascolare alloctona 119 loctonia (Tab. 5.5) si nota che il maggior numero

224 Appendice B

Acacia dealbata Link - Neofita - NATFam.: FabaceaeOrigine: AustraliaDistribuzione: Maremm. Laz.; Lit. Rom.; P.ra Pontina; P.na delTevere; P.na dell’Aniene; M.ti Cimini e Vicani; M.ti Sabatini; ColliAlbani; M.ti Lucretili; Roma città.Note: entità non riportata in Anz. et al. (2010). Si tratta spessodi diffusione per via radicale di siepi e filari. Attorno al lago diNemi la fioritura della pianta, diffusa in moltissimi nuclei, offreun aspetto “suggestivo” al panorama (vedi copertina).

Abies alba Mill. - Archeofita - NATFam.: Pinaceae; Origine: Europa centrale e settentrionaleDati bibliografici: M.ti Simbruini: Filettino; Marano Equo [Veri,1988]; Camerata Nuova, Fosso Fjoio [De Pisi et al., 2005]; [Anz.et al., 2010]; Campobuffone, M. Calvo; Morra Ferogna [Trava-glini et al., 1999]. M.ti d. Laga: Preta; Cima le Serre [Tondi & Plini,1995]. M.ti Lucretili: Laghetti di Percile [Leporatti & Lat., 1996].Monte Cairo [Banchieri, 1996]; [Banchieri & Anz., 1999]. MonteGiano: sopra Antrodoco [Anz., 1996]; Piano d. Mozza, sotto ilversante settentrionale [Rovelli, 1995].Note: secondo Anz. et al. (2010) questa entità è da considerarsiautoctona solamente a M.te Giano e alla Laga. Riteniamo chel’abete bianco abbia forte capacità di riprodursi a partire danuclei di rimboschimento e formare nuclei disetanei che po-trebbero dare l’impressione di essere autoctoni. Escludiamola sua autoctonia per la regione.

Acacia longifolia (Andrews) Willd. - Neofita - NAT - INVFam.: FabaceaeOrigine: AustraliaDati d’erbario: Circeo: Torre Paola [Legit: D. Pietrantozzi, 2007- URT]; [Legit: B. Anzalone, 1983 - RO]; [Legit: B. Anzalone, 1990- RO].Dati bibliografici: Circeo: [Iam. et al., 2014].Note: entità non riportata in Anz. et al. (2010). La specie è pre-sente lungo la strada ai limiti della duna presso Torre Paola edè difficile valutare la sua diffusione spontanea.

Abutilon theophrasti Medik. - Archeofita - NATFam.:Malvaceae;Origine: Asia meridionale temperataDistribuzione: Lit. Rom.; P.ra Pontina; P.na di Fondi; P.na di Min-turno; Coll. di Montalto di Castro; Compl. Tolfetano-Cerite; Coll.della Sabina; Coll. Frosinone; Coll. Arpino; Coll. Cervaro e SanVittore; Coll. Minturno; P.na del Tevere; P.na dell’Aniene; P.na diRieti; V.le Latina (Sacco); P.na del Liri; Conca di Val Comino; V.leLatina (Sacco-Liri); M.ti Vulsini; M.ti Cimini e Vicani; M.ti Sabatini;Colli Albani; M.te Rufeno; M.ti Lucretili; V.le del Tronto - M.teUtero; V.le del Tronto - M.ti della Laga; M.ti Ernici occ.; M.ti Mar-sicani occ.; M.ti Lepini; M.ti Ausoni; M.ti Aurunci; Roma città.

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225Mappe di distribuzione delle specie alloctone del Lazio

Acacia saligna (Labill.) H.L. Wendl. - Neofita - CASFam.: Fabaceae;Origine: AustraliaDati di campo: 14543_1 [Latina - Borgo Piave]; 14746_4 [TorreCapovento].Dati d’erbario: Circeo: presso i Pantani d. Inferno [Legit: M. Ibe-rite, 2013 - Herb. Iberite].Dati bibliografici: Roma: Palatino [Ceschin & Caneva, 2002].Circeo: “geo-” [Blasi & Spada, 1984]; presso i Pantani d. Inferno[Iam. et al., 2014].Note: entità non riportata in Anz. et al. (2010). La specie è pre-sente come coltivata e la sua diffusione è limitata a pochi nu-clei spontaneizzati.

Acanthus spinosus L. - Neofita - CASFam.: AcanthaceaeOrigine:Mediterraneo orientaleDati di campo: 14449_1 [Valvori (440 m slm, 41°33’48’’-13°53’00’’), 26/07/2015].Note: nuovo ritrovamento per il Lazio, presente nel settoremeridionale; non presente in nessuna delle regioni confinanti,tranne che nel vicino Molise (Luc., 1995) in due quadranti(14253_1 e 14352_4, stazioni più settentrionali dell’areale ita-liano) al margine di querceti in zone collinari. È probabile cheun tempo fosse coltivata nei giardini (la stazione di Valvori ènei pressi del paese).

Acanthus mollis L. subsp. mollis - Archeofita - NATFam.: Acanthaceae; Origine:MediterraneoDistribuzione: Lit. Rom.; P.ra Pontina; P.na di Fondi; P.na di Min-turno; Coll. di Tarquinia e Monte Romano; Compl. Tolfetano-Cerite; Coll. della Sabina; Coll. F.so S. Lucia; Coll. Olevano,Serrone e Piglio; Coll. Ceccano; P.na del Tevere; P.na dell’Aniene;V.le Latina (Sacco); V.le Latina (Sacco-Liri); M.ti Vulsini; M.ti Ci-mini e Vicani; M.ti Sabatini; Colli Albani; Isole Ponziane; M.ti Sa-bini sett.; M.ti Lucretili; M.ti Prenestini; M.ti Ruffi; M.ti Simbruini;M.ti Affilani; M.ti Ernici occ.; M.te Cairo; M.ti Lepini; M.ti Ausoni;M.ti Aurunci; P.rio del Circeo; Roma città.Note: in Cel. et al.(2010) questa entità viene riportata come esotica dubbia (A?),mentre è riportata come alloctona in Anz. et al. (2010) e comediffusa in quasi tutta la regione (in realtà non lo è, poiché è pre-sente solo su circa 1/6). La specie è sinantropica in ambienti fre-schi e ombrosi, non troppo freddi, apprezzata nelle ricche villeromane: acanthus in plano mollis et paene dixerim liquidus (Plinioil Giovane, Epist. V, 6) a Città di Castello.

Acer negundo L. - Neofita - INVFam.: SapindaceaeOrigine: Nord AmericaDistribuzione: Maremm. Laz.; Lit. Rom.; P.ra Pontina; P.na diMinturno; Coll. di Tarquinia e Monte Romano; Compl. Tolfe-tano-Cerite; Coll. della Sabina; Coll. F.so S. Lucia; Coll. Turaniae Vivaro Romano; Coll. Arpino; Coll. Cervaro e San Vittore; P.nadel Tevere; P.na dell’Aniene; V.le Latina (Sacco); V.le Latina(Sacco-Liri); M.ti Vulsini; M.ti Cimini e Vicani; M.ti Sabatini; ColliAlbani; M.ti Sabini sett.; M.ti Carseolani; Falde mer. V.le Velino;M.ti Simbruini; M.ti Affilani; M.ti Ernici occ.; M.ti Ausoni; M.tiAurunci; P.rio del Circeo; Roma città.Note: specie fortemente in espansione, lungo le strade e scar-pate, soprattutto lungo il Tevere.

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Actinidia deliciosa (A.Chev.) C.F. Liang & A.R. Ferguson - Neofita - CASFam.: ActinidiaceaeOrigine: CinaDati di campo: 14348_3 [Arpino, presso sorg. La Fossa, Morina].Dati bibliografici: Roma: Colosseo [Cel. et al., 2001].Note: entità non riportata in Anz. et al. (2010). Il ritrovamentoal Colosseo non è stato controllato.

Aesculus hippocastanum L. - Neofita - CASFam.: Sapindaceae. Origine: Europa sudorientaleDati di campo: 14043_3 [S. Gregorio d. Sassola - Fosso d.Mola]; 14248_3 [Campoli Appennino, forra].Dati d’erbario: Roma: Viale di Villa Pamphili [Legit: G. De Iorio,2007 - URT]; Cecchignola, via dei Genieri [Legit: A. Aiello, 2011- URT]. Terminillo, Rieti [Legit: V. Neri, 2001 - URT]. Fiuggi [Legit:L. Pontecorvo, 2004 - URT]. Poggio Mirteto [Legit: M. Ammira-glia, 2007 - URT].Dati bibliografici: Guidonia: “secolo scorso” [Mon., 1941]. M.Rufeno: “geo-” [Sco., 2000]; [Anz. et al., 2010]. M.ti Aurunci:“geo-” [Mor. et al., 1990]; [Anz. et al., 2010]. M.ti Cimini: “geo-”[Anz. et al., 2010]. M.ti Simbruini: Vallecchie [Travaglini et al.,1999]; [Anz. et al., 2010]. Colli Albani: “geo-” [Abbate et al.,2009]. Roma: “geo-” [Anz. et al., 2010].Note: da osservazioni personali (Lucchese) si rileva di aver rin-venuto solo piccole piante, il cui successivo sviluppo e matu-razione andrebbero verificati negli anni.

Aeonium arboreum (L.) Webb & Berthel. - Neofita - CASFam.: CrassulaceaeOrigine: MacaronesiaDati di campo: 15043_4 [Isola di Ponza, Campo Inglese,40°54’58”-12°57’42”]; 15143_2 [Isola di Ponza, rupe presso laTorre Borbonica, 40°53’40”-12°58’02”]. 15146_4 [Ventotene:rupi tufacee presso Faro Romano, 40°47’48’’-13°26’05’’].Note: nuovo ritrovamento per il Lazio. Diversi nuclei di questapianta hanno avuto origine da materiale gettato come rifiutoin scarpate dove hanno attecchito e si sono riprodotti nelle ra-dure della macchia; si ritrova la forma di colore atropurpureo.

Agave americana L. - Neofita - NATFam.: AsparagaceaeOrigine: America centrale e settentrionaleDistribuzione: Maremm. Laz.; Lit. Rom.; P.ra Pontina; P.na diFondi; P.na di Minturno; Coll. della Sabina; V.le Latina (Sacco);V.le Latina (Sacco-Liri); M.ti Cimini e Vicani; Colli Albani; IsolePonziane; M.ti Tiburtini; M.ti Ernici occ.; M.te Cairo; M.ti Lepini;M.ti Ausoni; M.ti Aurunci; P.rio del Circeo; Roma città.

226 Appendice B

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227Mappe di distribuzione delle specie alloctone del Lazio

Agrostemma githago L. - Archeofita - NATFam.: CaryophyllaceaeOrigine: Europa e CaucasoDistribuzione: P.na di Minturno; Compl. Tolfetano-Cerite; Coll.Ceccano; Coll. Arpino; Coll. Minturno; P.na dell’Aniene; P.na diRieti; P.na di Leonessa; V.le Latina (Sacco); Conca di Val Comino;V.le Latina (Sacco-Liri); M.ti Vulsini; Colli Albani; M.te Rufeno;M.ti Sabini sett.; M.ti Carseolani; M.ti Reatini mer.; M.te Nuria;M.ti Cicolano; M.gne della Duchessa; M.te Giano; Falde mer.V.le Velino; V.le del Tronto - M.te Utero; V.le del Tronto - M.tidella Laga; M.ti Simbruini; M.ti Ernici occ.; M.ti Marsicani occ.;M.te Monna Acquafondata; M.ti Lepini; M.ti Ausoni; M.ti Au-runci; M.te Maio; Roma città.

Alcea biennis Winterl - Neofita - CASFam.: MalvaceaeOrigine: Europa Dati bibliografici: M.ti Aurunci: Coreno; S. Andrea; M. Maio[Mor. et al., 1990]; S. Andrea, Vallemaio [Anz. et al., 2010]. M.tiLepini: Roccagorga [Anz. et al., 2010].

Agave attenuata Salm-Dick - Neofita - CASFam.: AsparagaceaeOrigine: America centrale (Messico)Dati di campo: 15043_4: [Ponza, vidit A. Mayer].Note: nuovo ritrovamento per il Lazio. La popolazione haspontaneizzato nei dintorni di un giardino, dal quale eranostati tagliati e gettati fuori dei pezzi da individui coltivati, daiquali poi sono cresciuti per via vegetativa dei nuovi individuinel terreno incolto circostante (A. Mayer, in verbis).

Ailanthus altissima (Mill.) Swingle - Neofita - INVFam.: SimabouraceaeOrigine: CinaDistribuzione: diffusa in molti settori del Lazio.Note: albero introdotto nel sec. XVIII come pianta ornamen-tale e utilizzato nei rimboschimenti, raccomandato nelle zonecalde soprattutto del Meridione come rilevato dalla testimo-nianza del Tenore (Viaggio in Abruzzo Citeriore, 1831) che os-serva con dispiacere la crescita stentata dell’ailanto a Lanciano! Evidentemente si trattava dei primi tentativi di piantuma-zione e la specie non mostrava un buon adattamento.

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Alcea rosea L. - Archeofita - NATFam.: MalvaceaeOrigine: CinaDistribuzione:Compl. Tolfetano-Cerite; Coll. della Sabina; Coll.media V.le Tiberina; Coll. F.so S. Lucia; Coll. Olevano, Serrone ePiglio; Coll. Arpino; P.na del Tevere; V.le Latina (Sacco); V.le La-tina (Sacco-Liri); M.ti Cimini e Vicani; M.ti Sabatini; Colli Albani;M.te S. Pancrazio e M.te Cosce; M.te Soratte; M.ti Sabini sett.;M.ti Lucretili; M.ti Reatini mer.; M.te Nuria; Falde mer. V.le Ve-lino; V.le del Tronto - M.te Utero; V.le del Tronto - M.ti della Laga;M.ti Prenestini; M.ti Ruffi; M.ti Simbruini; M.ti Ernici occ.; Mai-narde; M.te Cairo; M.te Monna Acquafondata; Roma città.

Allium cepa L. - Archeofita - CASFam.: AmaryllidaceaeOrigine: Asia occidentaleDati d’erbario:Gallicano: [Legit: A. Antonacci, 2003 - URT]; Roma:F. Tevere, tratto urbano presso Testaccio [Legit: F. Schiavone, 2005- URT]; EUR - Parco delle Tre Fontane [Legit: V. Mangiavacchi, 2012- URT]. Roma, Fiumicino [Legit: V. Piccolo, 1999 - URT].Dati bibliografici: Mainarde Laziali: “geo-” [Anz. et al., 2010].M.ti Ausoni: M. S. Angelo [Persia & Zivkovic, 2004]. M.ti Aurunci:“geo-” [Mor. et al., 1990]; [Anz. et al., 2010]. M.ti Ernici: “geo-”[Petriglia, 2004]; [Anz. et al., 2010].Note: dai rilevamenti di campo risulterebbe rinvenuta solopresso i siti di coltivazione, da verificare l’effettiva sontaneiz-zazione.

228 Appendice B

Alcea setosa (Boiss.) Alef. - Neofita - NATFam.:MalvaceaeOrigine:Mediterraneo orientale e Asia sud-occidentaleDistribuzione: P.ra Pontina; P.na di Minturno; Coll. della Sabina;P.na del Tevere; P.na dell’Aniene; M.ti Cimini e Vicani; M.ti Sa-batini; Colli Albani; M.te S. Pancrazio e M.te Cosce; M.ti Sabinisett.; M.ti Lucretili; M.ti Cicolano; M.ti Ruffi; M.ti Affilani; M.ti Er-nici occ.; M.ti Ausoni; M.ti Aurunci; Roma città.Note: dai rilevamenti di campo risulta che la specie è in espan-sione, poiché un tempo era osservata soprattutto nella ValleTiberina.

Allium sativum L. - Archeofita - CASFam.: AmaryllidaceaeOrigine: origine incerta o ibridoDati d’erbario: Lago d. Turano [s. coll., 2002 - URT]. Pomezia[Legit: S. Manzini, 2009 - URT].Dati bibliografici:M.ti Ernici: “geo-” [Petriglia, 2004].Note: entità non riportata in Anz. et al. (2010). Dai rilevamentidi campo risulterebbe rinvenuta solo presso i siti di coltiva-zione; da verificare l’effettiva spontaneizzazione.

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229Mappe di distribuzione delle specie alloctone del Lazio

Allium siculum Ucria - Neofita - CASFam.: AmaryllidaceaeOrigine: MediterraneoDati di campo: 13742_4 [Toffia, in contrada Picarelli, sul bordostrada nell’area abitata].Note: nuovo ritrovamento per il Lazio . Sfuggita a coltivazionedai giardini circostanti (A. D’Elia, in verbis).

Aloe arborescens Mill. - Neofita - CASFam.: XanthorrhoeaceaeOrigine: Tropici (Africa, America e Asia)Dati di campo: 14747_4 [Gaeta, promontorio di S. Erasmo,41°12’27”-13°35’18”].Note: nuovo ritrovamento per il Lazio. È stato osservato dalontano un individuo molto sviluppato e presente sicura-mente da molti anni a precipizio sulla parete della falesia dovenon è raggiungibile.

Allium tuberosum Rottler ex Spreng. - Neofita - CASFam.: AmaryllidaceaeOrigine: Asia centrale e orientaleDati d’erbario: Roma: via Aurelia, incrocio di via di Porta Per-tusa (UTM 33T: 288.4641) [Legit: L. Maggioni, 2014 - FI].Dati bibliografici: Roma: via Aurelia presso incrocio di via diPorta Pertusa (UTM 33T: 288.4641) [Maggioni et al., 2015].Note: coltivata come ortaggio in tutta l’Asia e l’Europa (origi-naria di Cina e india). È nota in Italia allo stato spontaneo inTrentino-Alto Adige, Emilia Romagna e Marche (Faggi et al.,2013). Non è riportata per l’Italia nè in Conti et al. (2005) nè inCel. et al. (2009).

Aloe maculata All. - Neofita - CASFam.: XanthorrhoeaceaeOrigine: Sud AfricaDati d’erbario: Roma, Parco Regionale d. Appia Antica, Valled. Caffarella [Legit: G. Nicolella, 2012 - RO].Dati bibliografici: Roma: Parco Regionale d. Appia Antica, Valled. Caffarella [Iam. et al., 2014].

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230 Appendice B

Aloe virens Haw. - Neofita - CASFam.: Xanthorrhoeaceae; Origine: Sud AfricaDati di campo: 15143_2 [Isola di Ponza, cima M. Guardia, 283 mslm, presso il vecchio edificio semaforico, 40°53’08”-12°57’24”].Note: nuovo ritrovamento per il Lazio e per l’Italia. La specie ècoltivata nei giardini, ma sul M. Guardia costituisce un nucleodi grandi dimensioni lungo la parete dell’edificio. Si ringraziaA. Guiggi per la determinazione.

Amaranthus albus L. - Neofita - INVFam.: Amaranthaceae; Origine: Nord AmericaDistribuzione: Maremm. Laz.; Lit. Rom.; P.ra Pontina; P.na diFondi; P.na di Minturno; Coll. di Montalto di Castro; Coll. di Tar-quinia e Monte Romano; Compl. Tolfetano-Cerite; Coll. dellaSabina; Coll. Monterotondo e Mentana; Coll. F.so S. Lucia; Coll.Veroli e Boville Ernica; Coll. Cervaro e San Vittore; P.na del Fiora;P.na del Tevere; P.na dell’Aniene; V.le Latina (Sacco); P.na del-l’Amaseno; P.na del Liri; V.le Latina (Sacco-Liri); M.ti Vulsini; M.tiCimini e Vicani; M.ti Sabatini; Colli Albani; Isole Ponziane; M.teRufeno; M.ti Carseolani; M.ti Tiburtini; M.ti Ernici occ.; M.ti Le-pini; M.ti Ausoni; M.ti Aurunci; Roma città.

Alternanthera philoxeroides (Mart.) Griseb. - Neofita – NATFam.: Amaranthaceae; Origine: Sud AmericaDati di campo: 14140_2 [Roma, Ponte Sublicio, argine destro d.F. Tevere]; 14643_2 [Canale Rio Martino, lungo la sponda sinistra].14644_2 [Idrovora Selvella; F. Ufente; Mazzocchio; Loc. Mesa].Dati d’erbario: Circeo: canale Rio Martino, Loc. La Fossella (UTM33T: 327.4584) [Legit: F. Lucchese, 2005 - FI]; ibidem [Legit: M. Ibe-rite & I. Pelliccioni, 2006 - Herb. Iberite]; ibidem [Legit: C. Passacan-tilli, 2011 - URT]; canale Nocchia (UTM 33T: 328.4583) [Legit: M.Iberite, 2012 - Herb. Iberite]. Roma: F. Tevere, Ponte Sublicio,sponda destra (UTM 32T: 122.4153) [Legit: G. Salerno & S. Ceschin,2005 - FI]; ibidem [Legit: D. Iamonico, 2008 - Herb. Iamonico].Dati bibliografici: Circeo: canale Rio Martino, Loc. La Fossella [Ce-schin et al., 2006]; [Anz. et al., 2010]; [Ibe. & Pelliccioni, 2010]; [Iam.& Ibe., 2014]; canale Nocchia [Iam. & Ibe., 2014]. Roma: Ponte Su-blicio, sponda destra [Ceschin et al., 2006]; [Anz. et al., 2010]; [Iam.& Iberite, 2014]; Ponte Felice [Ceschin & Salerno, 2008].Note: Fu rinvenuta personalmente per la prima volta a RioMartino nel 2005 e in coltivazione la pianta è sterile.

Amaranthus blitoides S. Watson - Neofita - INVFam.: Amaranthaceae; Origine: Nord AmericaDistribuzione: Maremm. Laz.; Lit. Rom.; P.ra Pontina; Coll. di Tar-quinia e Monte Romano; Compl. Tolfetano-Cerite; Coll. mediaV.le Tiberina; Coll. Monterotondo e Mentana; Coll. F.so S. Lucia;Coll. Ceccano; Coll. Frosinone; P.na dell’Aniene; V.le Latina(Sacco); V.le Latina (Sacco-Liri); M.ti Sabatini; Colli Albani; M.tiTiburtini; M.ti Prenestini; M.ti Lepini; M.ti Ausoni; Roma città.

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231Mappe di distribuzione delle specie alloctone del Lazio

Amaranthus blitum L. subsp. emarginatus (Moq. ex Uline &W.L. Bray) Carretero, M. Garmendia & Pedrol - Neofita - CASFam.: Amaranthaceae; Origine: Nord AmericaDati di campo:13839_4 [Anguillara, Riva di Polline].Dati d’erbario: Ciampino, via Guidoni [Leg.: D. Iamonico, 2007- HFLA]; Cinecittà [Leg.: A. Cacciato, 1964 - RO]; [Leg.: D. Iamo-nico, 2007 - Herb. Iamonico]; via Giolitti, Porta Maggiore [Leg.:A. Cacciato, 1957 - RO]; Arco di Travertino [Leg.: D. Iamonico,2007 - HFLA]; F. Tevere al Lungotevere Anguillara [Leg.: A. Cac-ciato, 1964 - RO]; [Leg.: A. Cacciato, 1954 - RO]. Formia, litoraledi Castellone [Leg.: Fiorini-Mazzanti, 1821 - RO]. Lago di Can-terno [Leg.: B. Anzalone, 1978 - RO].Dati bibliografici: Via Guidoni [Iam., 2008]; [Anz. et al., 2010];[Iam., 2015]; Cinecittà, UTM: TG 99.36 [Iam., 2008; 2015]; via Gio-litti, UTM: TG 94.41 [Iam., 2008; 2015]; Arco di Travertino, UTM:TG 96.38 [Iam., 2008; 2015]; Lungotevere Anguillara, UTM: TG91.40 [Iam., 2008; 2015]. Formia [Anz. et al., 2010]; litorale di Ca-stellone [Iam., 2008; 2015]. Lago di Canterno [Iam., 2015].

Amaranthus deflexus L. - Neofita - INVFam.: Amaranthaceae; Origine: Sud AmericaDistribuzione: Maremm. Laz.; Lit. Rom.; P.ra Pontina; P.na diFondi; P.na di Minturno; Coll. di Tarquinia e Monte Romano;Compl. Tolfetano-Cerite; Coll. della Sabina; Coll. Monterotondoe Mentana; Coll. F.so S. Lucia; Coll. Turania e Vivaro Romano;Coll. Ceccano; Coll. Arpino; Coll. Cervaro e San Vittore; Coll. Min-turno; P.na del Fiora; P.na del Tevere; P.na dell’Aniene; V.le Latina(Sacco); V.le Latina (Sacco-Liri); M.ti Vulsini; M.ti Cimini e Vicani;M.ti Sabatini; Colli Albani; Isole Ponziane; M.ti Sabini sett.; M.tiLucretili; M.ti Carseolani; M.ti Reatini mer.; M.te Giano; V.le delTronto - M.ti della Laga; M.ti Tiburtini; M.ti Prenestini; M.ti Ruffi;M.ti Affilani; M.ti Ernici occ.; M.ti Marsicani occ.; Mainarde; M.tiBianchi; M.ti Lepini; M.ti Ausoni; M.ti Aurunci; Roma città.

Amaranthus cruentus L. - Neofita - NATFam.: Amaranthaceae; Origine: AmericaDistribuzione: Lit. Rom.; P.ra Pontina; P.na di Minturno; Compl.Tolfetano-Cerite; Coll. d. Sabina; Coll. Monterotondo e Mentana;Coll. F.so S. Lucia; Coll. Ceccano; Coll. Arpino; Coll. Pescosolido eAlvito; P.na del Tevere; P.na dell’Aniene; V.le Latina (Sacco); P.nadel Liri; Conca di Val Comino; V.le Latina (Sacco-Liri); M.ti Vulsini;M.ti Cimini e Vicani; M.ti Sabatini; Colli Albani; Isole Ponziane;M.ti Cornicolani; M.ti Lucretili; M.gne d. Duchessa; M.ti Simbruini;M.ti Ernici occ.; M.ti Marsicani occ.; M.te Cairo; M.ti Bianchi; M.teMonna Acquafondata; M.ti Ausoni; M.ti Aurunci; Roma città.

Amaranthus graecizans L. - Neofita - INVFam.: Amaranthaceae; Origine: Europa, Asia e MediterraneoDistribuzione: Maremm. Laz.; Lit. Rom.; P.ra Pontina; P.na diFondi; P.na di Minturno; Coll. di Tarquinia e Monte Romano;Compl. Tolfetano-Cerite; Coll. della Sabina; Coll. F.so S. Lucia;Coll. Arpino; P.na del Fiora; P.na del Tevere; P.na dell’Aniene; V.leLatina (Sacco); V.le Latina (Sacco-Liri); M.ti Vulsini; M.ti Ciminie Vicani; M.ti Sabatini; Colli Albani; Isole Ponziane; M.ti Lucretili;M.ti Tiburtini; M.ti Prenestini; M.ti Ruffi; M.ti Simbruini; M.ti Af-filani; M.ti Ernici occ.; M.ti Marsicani occ.; M.ti Bianchi; M.ti Au-soni; M.ti Aurunci; P.rio del Circeo; Roma città.Note: in Anz. et al. (2010) questa entità viene riportata comespecie autoctona.

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232 Appendice B

Amaranthus hybridus L. - Neofita - INVFam.: Amaranthaceae; Origine: AmericaDistribuzione: Maremm. Laz.; Lit. Rom.; P.ra Pontina; Fondi;Minturno; Compl. Tolfetano-Cerite; Sabina; Coll. Olevano, Ser-rone e Piglio; Ceccano; Frosinone; Arpino; Cervaro e San Vit-tore; P.na del Tevere; P.na dell’Aniene; V.le Latina; M.ti Vulsini,Cimini, Vicani, Sabatini e Colli Albani; Is. Ponziane; M.te Rufeno;M.te Soratte; M.ti Sabini sett.; M.ti Lucretili; M.ti Reatini mer.;M.ti Cicolano; M.te Giano; V.le Velino; M.te Utero; M.ti dellaLaga; M.ti Ruffi; M.ti Simbruini; M.ti Affilani; M.ti Ernici; M.teCairo; M.te Monna Acquafondata; M.ti Lepini; M.ti Aurunci;M.te Maio; Circeo; Roma città.

Amaranthus powellii S. Watson subsp. bouchonii (Thell.) Co-stea & Carretero - Neofita - NATFam.: Amaranthaceae; Origine: Nord AmericaDati di campo: 14240_3 [Castelporziano - Laurentum];14547_2 [Pontecorvo, F. Liri].Dati d’erbario: Roma [Legit: A. Cacciato, 1965 - G, 1966 - RO]; Cen-tocelle [Legit: A. Cacciato, 1961 - RO]; Cinecittà [Legit: A. Cacciato,1963, 1965 - RO]; Parco degli Acquedotti [Legit: D. Iamonico, 2009- HFLA]; Piazza R. Malatesta [Legit: A. Cacciato, 1960 - RO]; Torpi-gnattara [Legit: A. Cacciato, 1964 - FI]; via Appia Nuova, all’altezzadi via delle Capannelle [Legit: D. Iamonico, 2008 - HFLA]; via diPortonaccio [Legit: A. Cacciato, 1962, 1966, 1968, 1970 - RO].Dati bibliografici: Fosso d. Magliana [Fan. & Cel., 1996]; Roma[Cel., 1995]; V.le dei Consoli [Cac., 1970]; SE-Appio, Latino-Metro-nio, Tuscolano, Casilino, Prenestino, Tiburtino [Cac., 1966]; [Anz.et al., 2010]; Centocelle; Cinecittà; Parco degli Acquedotti; PiazzaR. Malatesta; prati a Cinecittà; Torpignattara; via Appia Nuova, al-l’altezza di via delle Capannelle; via di Portonaccio [Iam., 2015].

Amaranthus hypochondriacus L. - Neofita - CASFam.: Amaranthaceae; Origine: America settentrionaleDati d’erbario: Circeo: Molella, Mondello. [Legit: A. Cacciato,1969 - RO]; Presso Subiaco (Santa Scolastica). [Legit: B. Anza-lone, 1961 - RO]; Roma: via di Pietralata. [Legit: B. Anzalone,1978 - RO]; Centocelle nei pressi dell’aeroporto. [Legit: A. Cac-ciato, 1967 - RO]; Via di Portonaccio. [Legit: A. Cacciato, 1963,1968 - RO]; via Formia, via Labico [Legit: A. Cacciato, 1946 - RO];presso Ponte Milvio. [Legit: B. Anzalone, 1976 - RO]; via Prene-stina. [Legit: A. Cacciato, 1961 - RO]; viale Giulio Agricola. [Legit:A. Cacciato, 1968 - RO].Dati bibliografici: Circeo: Molella, Mondello [Iam., 2015]; Su-biaco (S. Scolastica). [Iam., 2015]; Roma: via di Pietralata, Cen-tocelle nei pressi dell’aeroporto, via di Portonaccio, P.te Milvio,via Prenestina, viale Giulio Agricola [Iam., 2015]; via Formia“sec. scorso”, via Labico “sec. scorso” [Iam., 2015].Note: entità non riportata in Anz. et al. (2010).

Amaranthus powellii Watson subsp. powellii - Neofita – NAT Fam.: Amaranthaceae; Origine: Nord AmericaDati d’erbario: Albano Laziale: incrocio con via Cancelliera [Legit: D. Iamonico, 2008 - HFLA]. Roma: Parco Urbano di Aguz-zano [Legit: D. Iamonico, 2007 - HFLA]. Valmontone, stazioneferroviaria [Legit: D. Iamonico, 2008 - HFLA].Dati bibliografici: Albano Laziale: incrocio di via Cancelliera[Iam., 2009]; [Iam., 2015]. Roma: Parco urbano di Aguzzano[Iam., 2009]; [Iam., 2015]. Valmontone, stazione ferroviaria[Iam., 2009]; [Iam., 2015]; Prov. di Roma “geo-” [Iam. et al., 2012].Note: entità non riportata in Anz. et al. (2010).

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233Mappe di distribuzione delle specie alloctone del Lazio

Amaranthus retroflexus L. - Neofita - INVFam.: AmaranthaceaeOrigine: Nord AmericaDistribuzione: diffusa in molti settori del Lazio.

Amaranthus viridis L. - Neofita - INVFam.: AmaranthaceaeOrigine: Sud AmericaDistribuzione: Lit. Rom.; P.ra Pontina; P.na di Fondi; Coll. dellaSabina; Coll. F.so S. Lucia; P.na del Fiora; P.na del Tevere; V.le La-tina (Sacco); M.ti Vulsini; M.ti Sabatini; Colli Albani; M.ti Au-runci; P.rio del Circeo; Roma città.

Amaranthus spinosus L. - Neofita - NATFam.: AmaranthaceaeOrigine: AmericaDati d’erbario: via Pontina, al confine tra la Prov. di Roma equella di Latina [Legit: G. Fanelli, 2006 - RO].Dati bibliografici: via Pontina, al confine tra la Prov. di Romae quella di Latina [Fan. et al., 2011].

Ambrosia artemisiifolia L. - Neofita - NATFam.: AsteraceaeOrigine: Nord AmericaDati di campo: 13839_3 [Bracciano, rive lago].Dati d’erbario: Roma [Legit: B. Anzalone, 2004 - RO].Dati bibliografici: Roma: a ridosso d. ponte Milvio [Travaglini& Brighetti, 2010]; f6 [Cel., 1995]; adiacenze di P.le Clodio,presso le pendici di M. Mario [Anz., 2005]; M. Mario nei Pratidegli Strozzi [Mon., 1935]; Roma “geo-” [Anz. et al., 2010]; [Tra-vaglini & Brighetti, 2010].

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234 Appendice B

Ambrosia psilostachya DC. - Neofita - CASFam.: AsteraceaeOrigine: Nord AmericaDati d’erbario: Roma: Valle Aurelia [Legit: B. Anzalone, 1964,1979 - RO].Dati bibliografici: Roma: Valle Aurelia [Anz., 1967]; [Anz. et al., 2010].Note: la stazione di Valle Aurelia non è stata confermata nèdallo stesso Anzalone (Anz. et al., 2010), nè dai dati di campoe sarebbe da controllare.

Amorpha fruticosa L. - Neofita - NATFam.: FabaceaeOrigine: Nord AmericaDistribuzione: Maremm. Laz.; Lit. Rom.; P.ra Pontina; Coll. diTarquinia e Monte Romano; Coll. Nazzano e Ponzano Romano;Coll. della Sabina; Coll. Monterotondo e Mentana; Coll. F.so S.Lucia; Coll. Ceccano; P.na del Fiora; P.na del Tevere; V.le Latina(Sacco-Liri); M.ti Vulsini; M.ti Cimini e Vicani; M.ti Sabatini; ColliAlbani; M.ti Lucretili; M.ti Cicolano; M.gne della Duchessa; V.ledel Tronto - M.ti della Laga; M.ti Tiburtini; M.ti Prenestini; M.tiAusoni; M.ti Aurunci; Roma città.

Ambrosia tenuifolia Spreng. - Neofita - CASFam.: AsteraceaeOrigine: Sud AmericaDati di campo: 13438_1 [Montefiascone, Via Coste,42°33’10’’-12°00’47’’]Note: Nuovo ritrovamento per il Lazio.

Amsinckia lycopsoides Lehm. - Neofita - CASFam.: BoraginaceaeOrigine: Africa settentrionaleDati di campo: 13939_4 [Cornazzano, Via Casale delle Fonta-nelle].Note: Nuovo ritrovamento per il Lazio.