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BILANCIO 2015

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BILANCIO 2015

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BILANCIO 2015

01DATI GENERALI

capitolo

capitolo

capitolo

capitolo

02RELAZIONE SULLA GESTIONE

03BILANCIO

04NOTA INTEGRATIVA

capitolo

capitolo

05RELAZIONE DEL COLLEGIO SINDACALE

06RELAZIONE DELLA SOCIETA’ DI REVISIONE

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Società per azioni con unico socioGruppo Bancario Credito Emiliano - Credem

Via Santa Margherita n. 9 - 20121 Milano

Capitale interamente versato 60.760.000 EuroCodice Fiscale, Partita IVA e Registro delle Imprese di Milano n. 08935810153

Banca iscritta all’Albo delle Banche al n. 4999

Società soggetta ad attività di direzione e coordinamento (ex art. 2497 bis c.c.)da parte di Credito Emiliano S.p.A.

Aderente al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi e al Fondo Nazionale di Garanzia

Tel. +39.02.6376.1 - Telefax +39.02.6376.998email [email protected] - sito internet www.bancaeuro.it

BANCA EUROMOBILIARE S.P.A.

SEDE SOCIALE E DIREZIONE

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Società per azioni con unico socioGruppo Bancario Credito Emiliano - Credem

02RELAZIONE SULLA GESTIONE 13

01DATI GENERALI 05

ORGANI SOCIALI 07LA STRUTTURA TERRITORIALE 08I PRINCIPALI INDICATORI 10I PRODOTTI E SERVIZI 1 1

03BILANCIO 53

STRUTTURA E CONTENUTO DEL BILANCIO 54SCHEMI DEL BILANCIO DELL’IMPRESA 55

04NOTA INTEGRATIVA 63

Parte A POLITICHE CONTABILI 64Parte B INFORMAZIONI SULLO STATO PATRIMONIALE 91Parte C INFORMAZIONI SUL CONTO ECONOMICO 128Parte D REDDITIVITÀ COMPLESSIVA 144Parte E INFORMAZIONI SUI RISCHI E SULLE RELATIVE POLITICHE DI COPERTURA 145Parte F INFORMAZIONI SUL PATRIMONIO 184Parte G OPERAZIONI DI AGGREGAZIONE RIGUARDANTI IMPRESE O RAMI D’AZIENDA 192Parte H OPERAZIONI CON PARTI CORRELATE 193Parte I ACCORDI DI PAGAMENTO BASATI SU PROPRI STRUMENTI PATRIMONIALI 199

INDICE

capitolo

capitolo

capitolo

capitolo

05RELAZIONE DEL COLLEGIO SINDACALE 201

06RELAZIONE DELLA SOCIETA’ DI REVISIONE 211

capitolo

capitolo

03

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01DATI GENERALI

capitolo

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BILANCIO 2015

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* Amministratori indipendenti ex art. 148, comma 3, D.Lgs. n. 58/1998 (TUF)

ORGANI SOCIALI

Presidente Matteo Mattei Gentili

Vice Presidente Alberto Milla Stefano Pilastri

Amministratori Adolfo Bizzocchi Enrico Corradi Giorgio Ferrari Nazzareno Gregori Cesare Manfredi* Rossella Manfredi Vittorio Palazzi Trivelli* Francesco Reggiani Lucio Zanon di Valgiurata

Segretario Alberto Brazzelli

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

Presidente Giulio Morandi

Sindaci effettivi Maurizio Bergomi Adelio Bollini

Sindaci supplenti Alberto Artemio Galaverni Maria Paglia

COLLEGIO SINDACALE

Direttore Generale Giuseppe Rovani

Vice Direttore Generale Stefano Bisi

DIREZIONE GENERALE

RECONTA ERNST & YOUNG S.p.ASOCIETÀ DI REVISIONE

DATI GENERALI 01 capitolo

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Diffusione territoriale 2015 2014

Filiali 20 19

Negozi e Centri Finanziari 15 15

LA STRUTTURA TERRITORIALE

Sede

Filiali

CF e NF

Torino

Varese

Como Sondrio

Peschiera d.G.Verona

Pordenone

Udine

Treviso

Ravenna

Padova

Salò

Vicenza

Borgosesia

Cremona

PaviaFidenza

Modena

MILANO

Bologna

Firenze

Perugia

Foligno Pescara

Orvieto

Roma

Cagliari

Palermo

Napoli

Formia

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DATI GENERALI 01

LE FILIALI

I NEGOZI E I CENTRI FINANZIARI

Via dell’Indipendenza, 22Via Armando Diaz, 103P.za Cavour, 24 Via Giuseppe Verdi, 14Via Leone X, 9Via Santa Margherita, 9 Via Nazario Sauro, 23/ALargo Europa, 16Piazza Vittorio Veneto, 1/CVia Fabio Filzi, 1Via Settevalli, 131Via Marzan, 4Via del Cristo 1 (ang. Corso Vittorio Emanuele)Piazza di Sant’Apollinare, 33Via Bruxelles, 51P.za Garibaldi, 9Via Giovanni Botero, 18Piazza Duomo, 3 Via Gaetano Donizetti, 6C.so Porta Nuova, 59/61

Via Monte Rosa, 17Via Primo Maggio, 2Via Cesare Battisti, 10P.za Mattei, 7Largo Donegani, 2Via Mario Vellani Marchi, 70-70AVia Orsini, 47Via Francesco Cilea, 39Piazza Ranieri, 6Viale Regina Margherita, 108Via Boccaccio, 8Galleria Vittorio Emanuele II, 54Via Pietro Micca, 20Via Tiziano Vecellio, 1 (ang. Viale Vittorio Veneto)Contrà Porta Padova, 99

BOLOGNACAGLIARI

COMOCREMONA

FIRENZEMILANONAPOLI

PADOVAPALERMO

PAVIAPERUGIA

PESCHIERA DEL GARDAPORDENONE

ROMAROMA 2

SONDRIOTORINO

UDINEVARESE

VERONA

BORGOSESIAFIDENZAFOLIGNO

FORMIAMILANO

MODENANAPOLINAPOLI

ORVIETOPESCARARAVENNA

SALÒTORINO

TREVISOVICENZA

capitolo

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I PRINCIPALI INDICATORI

Economici e Patrimoniali 2015 2014 variaz. assol. variaz. %

Margine d'intermediazione 64,1 56,4 7,7 13,7%

Risultato di gestione (*) 17,4 11,5 5,9 51,3%

Risultato netto 9,4 5,0 4,4 88,0%

ROE (%) (**) 11,3 6,5 4,8 73,8%

Spese amministrative (*) / Margine d'intermediazione (%) 72,9 79,7 (6,8) (8,5%)

Totale attività 933,2 721,6 211,6 29,3%

Patrimonio netto escluso risultato d'esercizio 84,9 80,0 4,9 6,1%

(dati in milioni di euro)

(*) Proventi da recupero bolli clientela, all’interno della voce 190 del Conto Economico, riclassificati tra le spese amministrative (**) Risultato netto/Patrimonio netto medio escluso utile

Masse della clientela e raccolta netta 2015 2014 variaz. assol. variaz. %

Masse della clientela in gestione e amministrazione 9.682,7 8.938,0 744,7 8,3%

Patrimonio "gestito" su masse clientela (%) 68,6 67,9 0,7 1,0%

Raccolta netta da clientela 602,4 796,8 (194,4) (24,4%)

(dati in milioni di euro)

Struttura operativa 2015 2014 variaz. assol. variaz. %

Filiali e centri finanziari 35 34 1 2,9%

Private banker e promotori finanziari 370 358 12 3,4%

Numero dipendenti (*) 211 202 9 4,5%

(*) Occupazione puntuale di fine periodo senza considerare comandi dati o ricevuti

Indici di vigilanza 2015 2014 Variazioni Assolute Variazioni %

Totale Fondi Propri 55,8 49,4 6,4 13%

Coefficiente di solvibilità (*) (%) 11,9 11,3 0,6 5,3%

(dati in milioni di euro)

(*) Fondi Propri/Attività di rischio ponderate (total capital ratio)

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I PRODOTTI E SERVIZI

Principali soluzioni di investimento per il private banking

GESTIONI PATRIMONIALI MONOLINEAGPM - 3 lineeGPS - 8 linee

GESTIONI PATRIMONIALI MULTILINEA (MANDATO PORTFOLIO SUITE)GPM - 15 lineeGPS - 17 linee

SERVIZI DI ADVISORYServizio di consulenza finanziaria MiFID compliant

FONDI COMUNI ITALIANI E SICAV LUSSEMBURGHESIFondi comuni di investimento di diritto italianoSicav lussemburghesi

PRODOTTI ASSICURATIVIUnit-linked e prodotti previdenziali

SOLUZIONI PERSONALIZZATEProdotti finanziari personalizzati (mandati di gestione, polizze con fondi interni dedicati, soluzioni tattiche per la gestione della liquidità)

Servizi di private banking

PIANIFICAZIONE FISCALE E INTESTAZIONE FIDUCIARIAPer la tutela dei beni personali e familiari e per garantire la riservatezza verso terzi nelle operazioni di acquisto,detenzione e trasferimento di titoli, prodotti finanziari, partecipazioni e immobili

CONSULENZA PREVIDENZIALE E ASSICURATIVAPer pianificare il futuro nella massima tranquillità attraverso la creazione di un piano previdenziale personalizzato sulle esigenze individuali e finalizzato a mantenere lo stile di vita nel tempo

CONSULENZA SUCCESSORIAPer proteggere e conservare il patrimonio attraverso una pianificazione patrimoniale orientata a garantire la continuità

SERVIZI DI CORPORATE FINANCE E INVESTMENT BANKINGPer il supporto delle aziende nelle operazioni di finanza straordinaria e gestione dei rischi d’impresa

Servizi di banking

CONTI CORRENTIIn appoggio all’attività di investimento e per una completa operatività transazionale

CARTE DI CREDITO/DEBITOCarte di credito e debito sui principali circuiti di pagamento

CREDITIPrincipali forme di finanziamento per la clientela privata (scoperto di c/c, mutui, leasing, …)

INTERNET E MOBILE BANKINGOperatività informativa e dispositiva

DATI GENERALI 01 capitolo

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02RELAZIONE SULLA GESTIONE

capitolo

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Signori Azionisti,

Il Bilancio che Vi sottoponiamo per l’esame e l’approvazione è oggetto di revisione legale, in applicazione del disposto del D.Lgs 24/2/1998 n. 58 da parte di Reconta Ernst & Young S.p.A.

Dedichiamo una breve sintesi preliminare alla situazione del contesto macroeconomico, ai mercati finanziari ed alle principali evidenze in atto nel sistema bancario.

All’inizio dell’anno le prospettive congiunturali a livello internazionale si sono fatte più incerte. Nei paesi avanzati la ripresa prosegue, ma appare meno robusta di quanto si sperasse solo pochi mesi fa. In Cina, come in altri paesi emergenti, la crescita rallenta; si è accentuato il timore di un’ulteriore decelerazione. L’indebolimento della domanda contribuisce a mantenere su livelli storicamente bassi i prezzi del petrolio e delle altre fonti di energia e a ridurre quelli di altre materie prime. Le quotazioni azionarie internazionali riflettono il contesto di crescente incertezza. Nell’area euro, nel quarto trimestre del 2015 la variazione percentuale del PIL sul periodo precedente è risultata dello 0,3%, come nel terzo trimestre del 2015, e del +1,5% sull’anno precedente. La ripresa economica nell’area dell’euro sta proseguendo, in larga parte grazie alla dinamica dei consumi privati. Più di recente, tuttavia, è stata in parte frenata dal rallentamento delle esportazioni. In prospettiva, la domanda interna dovrebbe essere ulteriormente sorretta dalle misure di politica monetaria della BCE e dal loro impatto favorevole sulle condizioni finanziarie, nonché dai precedenti progressi compiuti sul fronte del risanamento dei conti pubblici e delle riforme strutturali. Inoltre, il nuovo calo dei prezzi del petrolio dovrebbe fornire un sostegno ulteriore sia al reddito disponibile reale delle famiglie sia alla redditività delle imprese e di conseguenza ai consumi privati e agli investimenti. In aggiunta, l’orientamento fiscale nell’area dell’euro sta diventando lievemente espansivo, anche di riflesso alle misure in favore dei profughi. La ripresa nell’area dell’euro è tuttavia frenata dalle prospettive di crescita contenuta nei mercati emergenti, dalla volatilità nei mercati finanziari, dai necessari aggiustamenti dei bilanci in diversi settori e dalla lenta attuazione delle riforme strutturali. I rischi per le prospettive di crescita dell’area dell’euro sono connessi in particolare alle maggiori incertezze riguardo all’evoluzione dell’economia mondiale, oltre che a rischi geopolitici di più ampia portata.In tale contesto, nel quarto trimestre del 2015 il prodotto interno lordo (PIL), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2010, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e dell’1,0% nei confronti del quarto trimestre del 2014. La variazione congiunturale è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto nel comparto dell’industria e di aumenti in quelli dell’agricoltura e dei servizi. Dal lato della domanda, vi è un contributo negativo della componente nazionale (al lordo delle scorte), più che compensato dall’apporto positivo della componente estera netta. Nel 2015 il PIL corretto per gli effetti di calendario è aumentato dello 0,6%. La variazione acquisita per il 2016 è pari a +0,2%.Relativamente alla politica monetaria, nella riunione del 22 gennaio 2015 il Consiglio direttivo della BCE ha annunciato l’estensione del programma di acquisto di titoli dell’Eurosistema, che in precedenza aveva riguardato asset-backed securities (ABS) e covered bond, a quelli pubblici (Public Sector Purchase Programme). A partire dal 9 marzo 2015, e inizialmente ipotizzato fino a settembre del 2016, sono stati previsti acquisti per 60 miliardi di euro al mese (pari in totale a 1.140 miliardi, circa il 50% dell’attivo di bilancio dell’Eurosistema al momento della decisione e circa l’11% del PIL dell’area euro). Nell’ambito di tale programma, poco più di 130 miliardi di titoli di stato italiani potranno essere acquistati dalla Banca d’Italia, circa 150 miliardi (il 9,1% del PIL nazionale) includendo anche le operazioni della BCE.Lo scopo di tale programma di acquisto di titoli pubblici e privati, secondo la BCE, è quello di influenzare positivamente l’attività economica e l’inflazione, comprimendo i rendimenti dei titoli pubblici, in modo da mantenere bassi i tassi di mercato, di favorire gli investimenti degli operatori economici verso attività finanziarie più redditizie, di far diminuire i costi di finanziamento per le banche, e di conseguenza anche per famiglie e imprese, di accrescere l’inflazione importata, le aspettative di inflazione e la fiducia del pubblico.Sempre il 22 gennaio, il Consiglio ha inoltre deciso di eliminare il differenziale di dieci punti base applicato al tasso delle restanti sei operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (Targeted Longer-Term Refinancing Operations, TLTRO) rispetto a quello delle operazioni di rifinanziamento principali. I fondi erogati al sistema bancario dell’area attraverso le TLTRO ammontano complessivamente a 418 miliardi (di cui 118 alle banche italiane).Nella riunione del 3 dicembre 2015 il Consiglio direttivo della BCE ha rafforzato lo stimolo monetario con un pacchetto di misure; ricordiamo che ha ridotto il tasso sui depositi delle banche presso l’Eurosistema di dieci punti base, a -0,30%; ha esteso di sei mesi la durata del programma di acquisto (almeno fino a marzo del 2017) e ha ampliato la gamma di titoli ammissibili, includendo le obbligazioni emesse da Amministrazioni pubbliche regionali e locali dell’area; ha deciso che il capitale rimborsato

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alla scadenza dei titoli acquistati nell’ambito del programma verrà reinvestito finché necessario.Il 21 gennaio 2016 la BCE ha dichiarato che, a seguito dell’aumento dei rischi, la politica monetaria verrà probabilmente rivista in marzo quando saranno disponibili anche le proiezioni economiche al 2018. E’ stato altresì dichiarato che i tassi resteranno a livello attuale o più bassi per un periodo esteso di tempo.Per effetto delle riduzioni dei tassi ufficiali effettuate nel 2014 e dell’aumento della liquidità connesso con l’ampliamento del programma di acquisto, nel corso del 2015 i tassi a breve sono scesi sotto allo zero. Al valore negativo, seppure modesto, dei tassi di interesse non si sono accompagnati malfunzionamenti di mercato né riaggiustamenti di portafogli a favore del circolante. Altri effetti significativi hanno riguardato la riduzione dei rendimenti dei titoli di stato italiani a 10 anni e il deprezzamento dell’euro.

I mercati finanziari internazionali nei primi mesi del 2015 hanno reagito positivamente al nuovo piano di espansione quantitativa deciso dalla BCE e al conseguente ampliamento della liquidità globale. Nel complesso dell’area dell’euro è proseguita la discesa dei rendimenti dei titoli pubblici.Dopo aver toccato il minimo storico a metà aprile, i rendimenti dei titoli di stato dell’area euro e dei principali paesi avanzati sono risaliti. Tale inversione di tendenza ha riflesso fattori tecnici (ricomposizioni di portafoglio da parte degli operatori per il miglioramento delle aspettative di inflazione e crescita) e non. Il riacutizzarsi della crisi greca ha avuto ripercussioni in primis limitate sui premi per il rischio sovrano nel resto dell’area, riflettendo le riforme avviate in molti paesi, i progressi conseguiti nella governance europea e negli strumenti a disposizione delle Autorità per evitare fenomeni di contagio. Successivamente, le difficili trattative tra la Grecia e i creditori internazionali hanno determinato un aumento della volatilità sui mercati e dei premi per il rischio sia sovrani sia privati.Tale volatilità, ridottasi in luglio dopo il raggiungimento dell’accordo tra la Grecia e i leader europei, è rapidamente risalita dalla metà di agosto, con il diffondersi di timori di un brusco rallentamento dell’economia cinese e delle sue ripercussioni sul resto del mondo. Dall’inizio di ottobre, quando hanno cominciato a consolidarsi le attese di un ampliamento del piano di acquisto dei titoli pubblici da parte della BCE, i differenziali di rendimento rispetto alla Germania dei titoli di Stato decennali hanno registrato cali in Italia, Spagna e Irlanda; sono rimasti pressoché stabili altrove. L’avvio del rialzo dei tassi della Federal Reserve, deciso nella riunione del 15 e 16 dicembre, ha avuto effetti complessivamente contenuti sui rendimenti a lungo termine. Non si sono verificati, grazie alla gradualità della manovra e alla sua preventiva comunicazione, rilevanti fenomeni di contagio temuti da alcuni osservatori.

Relativamente all’Italia, lo spread BTP-BUND si è contratto nella prima parte dell’anno raggiungendo il 12 marzo 2015 gli 88 punti base. Sulla scia della crisi greca e dell’aumento della volatilità dei mercati finanziari, lo spread è tornato a salire superando i 150 punti base nei primi giorni del mese di luglio, per poi progressivamente contrarsi e raggiungere i 100 punti base, in ottobre, quando hanno cominciato a consolidarsi le attese di un ampliamento del piano della BCE. A seguito delle turbolenze dei mercati finanziari ad inizio 2016, lo spread BTP-BUND è tornato intorno ai 150 punti base, per l’avversione al rischio degli investitori internazionali.

I bassi tassi di interesse e l’abbondante liquidità hanno sostenuto la domanda di attività più rischiose nella prima parte del 2015. I corsi azionari sono cresciuti quasi ovunque in un contesto di volatilità in calo. In dettaglio, nei primi quattro mesi del 2015 l’indice di borsa italiano è cresciuto del 21%, un rialzo superiore a quello registratosi nel complesso dell’area dell’euro (16%). Alla base dell’aumento vi è stato soprattutto il nuovo programma di acquisto di titoli di Stato varato dalla BCE. A partire da maggio, le incertezze sulla possibile risoluzione delle trattative tra il Governo ellenico e il Brussels Group hanno pesato in modo rilevante portando su livelli elevati la volatilità implicita sui mercati azionari dell’area euro. Dai livelli massimi del 2015 (raggiunti in aprile) le borse europee hanno evidenziato flessioni anche significative.Tra l’inizio di ottobre e la fine di novembre gli indici azionari nei paesi avanzati e in quelli emergenti hanno in parte recuperato buona parte delle perdite registrate durante l’estate. Dall’inizio di dicembre una nuova fase di incertezza ha determinato un ribasso delle quotazioni delle attività più rischiose.La Borsa Italiana, dopo aver recuperato in autunno buona parte delle perdite registrate nel corso dell’estate, è tornata a flettere alla fine del 2015 risentendo delle tensioni dei mercati finanziari globali. In gennaio 2016 la borsa italiana ha risentito anche della forte flessione delle quotazioni delle banche italiane, colpite da una forte crisi di fiducia. Nel complesso del 2015 il listino italiano ha registrato la crescita più significativa (+15,4% l’FTSE Italia All Share) rispetto ai principali paesi dell’area euro.

Relativamente al mercato dei cambi, nei primi mesi del 2015 si è accentuato il deprezzamento dell’euro che, in termini

RELAZIONE SULLA GESTIONE 02 capitolo

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effettivi nominali, si collocava a metà aprile sul valore più basso degli ultimi 13 anni. La moneta comune ha continuato a indebolirsi rispetto al dollaro, proseguendo nella tendenza già in atto, e ha riassorbito rapidamente l’apprezzamento registrato alla fine del 2014 nei confronti dello yen, dopo il rafforzamento del programma di espansione quantitativa in Giappone. Verso l’estate, la più alta volatilità nei mercati finanziari e la riduzione del gap di crescita tra USA e UEM hanno contribuito a contenere il rafforzamento del dollaro. Nel terzo trimestre l’euro ha recuperato parte del deprezzamento osservato in precedenza. L’accentuazione dell’intonazione espansiva della politica monetaria da parte della BCE e l’avvio del rialzo dei tassi negli Stati Uniti si sono riflessi sul cambio dell’euro, che dalla metà di ottobre si è deprezzato sia nei confronti del dollaro che dello yen. All’inizio del 2016, l’acuirsi dell’incertezza a livello internazionale ha provocato l’apprezzamento del tasso di cambio effettivo dell’euro.

Il 24 aprile 2015, l’agenzia Fitch ha confermato il rating BBB+ per l’Italia, con un outlook stabile. Fitch ha affermato che la ripresa sarà sostenuta da una combinazione di fattori positivi come una politica monetaria straordinariamente espansiva, un euro più debole, un rafforzamento della fiducia e prezzi più bassi per il petrolio. Il 15 maggio Standard & Poor’s ha mantenuto invariata (a “BBB-” con prospettive “stabili”) la pagella dell’Italia, esprimendo però nel comunicato stampa un giudizio favorevole sulla recente legislazione del Governo e affermando che l’Italia è avviata sulla strada della timida crescita economica.

Come ampiamente disquisito, negli scorsi anni, la crisi finanziaria globale e le sue ripercussioni sull’economia hanno sollecitato un’estesa revisione delle norme che a livello internazionale governano il sistema finanziario. Al ripristino e al mantenimento della stabilità finanziaria sono stati rivolti decisi interventi sia sul piano della supervisione bancaria, sia su quello macroprudenziale.Si ricorda che il 2015 è stato il primo anno di piena operatività del Meccanismo di vigilanza unico (MVU) sulle banche dell’area dell’euro. Come noto, la nuova vigilanza europea è stata disegnata come “sistema di Autorità”. Al vertice del meccanismo si colloca il Consiglio di Vigilanza (Supervisory Board), in cui siedono con diritto di voto i rappresentanti di tutte le Autorità di vigilanza nazionali dei paesi del Meccanismo Unico. Spetta al Consiglio di Vigilanza formulare proposte di decisione al Consiglio Direttivo della BCE (Governing Council), cui compete l’approvazione definitiva attraverso un processo di silenzio-assenso (non-objection procedure) ovvero l’espressione del dissenso per motivi di politica monetaria. Corroborata da presidi volti a garantire l’indipendenza della funzione di vigilanza da quella di politica monetaria, tale allocazione di poteri dovrebbe favorire scelte in grado perseguire gli obiettivi di solidità, integrazione e stabilità del sistema bancario. La BCE e le Autorità nazionali definiscono in modo condiviso decisioni e prassi. Per le banche di maggiore rilevanza (123 gruppi per il 2015, diventati 129 nel 2016), individuate come “significative”, la supervisione diretta spetta alla BCE; le decisioni sono adottate dal Consiglio Direttivo su proposta del Consiglio di Vigilanza in cui siedono le Autorità nazionali. L’attività di vigilanza su ciascuna di queste banche è condotta da “gruppi congiunti” formati per la maggior parte da personale delle Autorità nazionali, ma non solo, in cui hanno sede gli intermediari. Per gli intermediari “meno significativi” responsabilità e azione dirette di supervisione sono in capo alle Autorità nazionali, nel quadro del meccanismo comune. Relativamente agli eventi dell’anno trascorso, nel mese di febbraio 2015 sono stati comunicati i requisiti patrimoniali alle principali banche dalla BCE, definiti in base all’esito dell’esercizio di valutazione approfondita condotto nel corso del 2014. Nel corso del 2015 le attività dell’MVU si sono concentrate sull’adeguata capitalizzazione di tutte le banche e sul fatto che la dirigenza delle banche esercitasse un controllo appropriato sulle stesse, in modo che la gestione del rischio risultasse efficace e le banche fossero in grado di fornire servizi finanziari all’intera economia. Le altre priorità del 2015 sono state: i modelli aziendali e la redditività, la governance e la propensione al rischio, l’adeguatezza patrimoniale e il rischio di credito, il rischio informatico e l’integrità dei dati.Inoltre, una parte importante del lavoro del 2015 ha riguardato lo sviluppo di metodologie comuni, conseguentemente l’MVU è stato in grado di condurre il primo ciclo del processo di revisione e valutazione prudenziale comune (supervisory review and evaluation process, SREP). Per la prima volta tutti gli enti creditizi significativi nell’area dell’euro sono stati valutati sulla base di un parametro comune: è stato possibile effettuare confronti tra pari e analisi trasversali su larga scala, promuovendo così appieno gli obiettivi dell’unione bancaria. Nel predisporre le decisioni sul capitale nell’ambito del secondo pilastro, la vigilanza ha tenuto conto in primo luogo dei rischi vecchi e nuovi fronteggiati dalle banche a causa delle condizioni economiche e di mercato nell’area dell’euro, quali il rischio di credito e il rischio di liquidità. In secondo luogo, ha perseguito l’obiettivo di una graduale transizione delle banche dalle attuali posizioni patrimoniali alla piena attuazione del quadro di Basilea 3.

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Si ricorda che il 5 novembre la BCE ha pubblicato l’elenco delle 39 banche dell’area dell’euro che parteciperanno allo stress test 2016 condotto dall’EBA.

Il Meccanismo di risoluzione unico (MRU), il secondo tassello dell’Unione bancaria, consentirà una gestione accentrata delle crisi bancarie e contribuirà, attraverso l’applicazione degli strumenti previsti dalla Direttiva sul risanamento e la risoluzione delle banche (BRRD) e la progressiva condivisione delle risorse, ad allentare il legame tra il rischio bancario e il rischio sovrano. Il funzionamento del MRU replica quello dell’MVU: gestirà le procedure di risoluzione delle banche identificate come significative ai fini del MVU e di quelle che, pur essendo non significative, svolgono un’operatività cross-border; sarà basato su una ripartizione di competenze fra l’Autorità di risoluzione europea e quelle nazionali. Il meccanismo è pienamente operativo a partire dal 1° gennaio 2016, ma nel corso del 2015 sono stati realizzati i lavori per la sua costruzione. È stato già costituito il Comitato di risoluzione unico, avente sede a Bruxelles, al quale partecipano i rappresentanti delle Autorità di risoluzione nazionali, che avrà il compito di decidere l’avvio della risoluzione di una banca e di gestirne il processo. Il Comitato dovrà inoltre amministrare le risorse del Fondo di risoluzione unico, che parteciperà al finanziamento degli interventi di risoluzione e sarà finanziato dai contributi (progressivamente condivisi) delle banche dei paesi partecipanti al Meccanismo. Alla Banca d’Italia sono state di recente attribuite, in continuità con il ruolo svolto finora, le funzioni di Autorità nazionale di risoluzione. Il meccanismo di risoluzione unico si avvarrà degli strumenti e dei poteri di gestione delle crisi previsti dalla BRRD. Le banche dovranno preparare e sottoporre alle Autorità i propri piani di risanamento, con le misure da adottare per riequilibrare la situazione patrimoniale e finanziaria nel caso di un significativo deterioramento; le Autorità di risoluzione, in cooperazione con quelle di vigilanza, predisporranno piani da attuare in caso di risoluzione. L’insieme degli strumenti per la gestione delle crisi è più articolato che in passato. Oltre alle cessioni di attività e passività, sono previsti anche la creazione di banche-ponte (bridge banks), di veicoli di gestione delle attività (bad banks), e il cosiddetto bail-in, ovvero il coinvolgimento degli azionisti e dei creditori nelle perdite mediante la cancellazione, almeno parziale, del capitale e delle passività bancarie oppure la conversione di queste ultime in capitale.

Il Comitato di Basilea ha proseguito i lavori necessari al completamento del programma di riforme post-crisi al fine di aumentare la resilienza del settore bancario.

L’EBA (European Banking Autority), che ha come obiettivo fondamentale quello di contribuire al raggiungimento di un livello di regolamentazione e di vigilanza prudenziale efficace e uniforme nel settore bancario europeo (livello EU-28), nel corso del 2015 ha proseguito l’attività volta a definire norme con impatto sul settore bancario europeo (principalmente riferiti alla CRD4/CRR, BRRD, DGS, ...).

Anche in Italia sono stati adottati e sono allo studio provvedimenti volti a rafforzare il sistema bancario, mettendolo in grado di sostenere la ripresa dell’economia reale.Il Parlamento Italiano ha riformato il comparto delle banche popolari. L’articolo 1 del decreto-legge 24 gennaio 2015, n. 3, convertito con la legge del 24 marzo 2015, n. 33, ha modificato alcune disposizioni del TUB in materia di banche popolari. La riforma della disciplina delle banche popolari riserva la possibilità di adottare il modello di banca popolare ai soli intermediari bancari il cui attivo non superi il valore di 8 miliardi di euro; le banche che superano la soglia devono assumere, entro 12 mesi dal superamento, le misure necessarie ad assicurare il rispetto della norma, quali ad esempio la riduzione dell’attivo entro i limiti consentiti, la trasformazione in società per azioni o la liquidazione volontaria. La ratio della norma va ricercata nel fatto che i maggiori tra questi intermediari hanno da tempo superato l’ambito locale e si confrontano con i cambiamenti imposti dall’integrazione economica e dalla tecnologia. La riforma, con il passaggio dalla forma cooperativa alla società per azioni, nelle intenzioni del legislatore, faciliterà lo svolgimento efficiente dell’attività di intermediazione creditizia in un mercato reso più competitivo dall’Unione bancaria.Si ricorda anche il Protocollo d’intesa fra il Ministero dell’Economia e delle Finanze (cui compete la vigilanza sulle fondazioni) e l’Associazione di Fondazioni e Casse di Risparmio che dovrebbe incentivare le fondazioni bancarie affinché svolgano il ruolo di azionista nel rispetto dell’autonomia gestionale delle banche partecipate e diversifichino i propri investimenti.Il 2 luglio il Parlamento ha approvato la legge delega per il recepimento della direttiva sul risanamento e risoluzione delle banche (BRRD). Successivamente in data 16 novembre 2015 sono stati pubblicati nella Gazzetta Ufficiale i Decreti Legislativi nn. 180 e 181 aventi ad oggetto l’attuazione in Italia della direttiva sopra citata e che istituiscono un nuovo quadro di risanamento e risoluzione degli enti creditizi e delle imprese di investimento. Il Decreto 180 è entrato in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale (16 novembre 2015), mentre le disposizioni relative al Bail-in si

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applicano a partire dal 1° gennaio 2016. Sulla base delle norme sopra esposte, il 22 novembre u.s. il Governo e la Banca d’Italia, in stretta collaborazione e intesa, agendo ciascuno in base alle proprie competenze e responsabilità, hanno dato soluzione (mediante un Decreto Legge recante disposizioni urgenti per il settore creditizio) alla crisi di quattro banche in amministrazione straordinaria: Banca Marche, Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, Cassa di Risparmio di Ferrara, CariChieti. Le perdite accumulate nel tempo, valutate con criteri estremamente prudenti, sono state assorbite in prima battuta dagli strumenti di investimento più rischiosi: le azioni e le obbligazioni subordinate. Il ricorso alle azioni e alle obbligazioni subordinate per coprire le perdite è infatti espressamente richiesto come precondizione per la soluzione ordinata delle crisi bancarie.Il 26 novembre la Camera ha approvato definitivamente il disegno di legge di ratifica dell’accordo sul trasferimento e la messa in comune dei contributi al Fondo di risoluzione unico nel quadro dell’Unione bancaria.Il 10 febbraio 2016 il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge contiene la riforma delle Banche di Credito Cooperativo (BCC) e il recepimento nella legislazione dell’accordo raggiunto con la Commissione Europea sullo schema di garanzia per agevolare le banche nello smobilizzo dei crediti in sofferenza. Sempre il 10 febbraio il Consiglio dei ministri ha approvato, in esame definitivo, un decreto legislativo volto a recepire nell’ordinamento italiano la direttiva 2014/49/UE (Deposit Guarantee Schemes Directive - DGSD) che istituisce un quadro normativo armonizzato a livello dell’Unione Europea in materia di sistemi di garanzia dei depositi.Lo schema di decreto legislativo conferma in 100.000 euro l’ammontare massimo del rimborso dovuto ai depositanti.

Relativamente alla vigilanza bancaria italiana, a gennaio 2015, la Banca d’Italia ha rivisto la Circolare n. 286 del 17 dicembre 2013 (“Istruzioni per la compilazione delle segnalazioni prudenziali per le banche e le società di intermediazione mobiliare”). Nell’ambito del recepimento della direttiva 2011/61/UE (AIFMD), la Banca d’Italia ha emanato il Provvedimento del 19 gennaio 2015, recante il nuovo Regolamento sulla gestione collettiva del risparmio (che abroga e sostituisce il Provvedimento della Banca d’Italia dell’8 maggio 2012) e il Provvedimento congiunto con la Consob del 19 gennaio 2015 (di modifica del Regolamento congiunto in materia di organizzazione e procedure degli intermediari del 29 ottobre 2007). Il 20 gennaio 2015 è stato pubblicato il 20° aggiornamento alla Circolare n. 115 del 7 agosto 1990 (Fascicolo “Istruzioni per la compilazione delle segnalazioni di vigilanza su base consolidata”). Con l’aggiornamento vengono recepite le innovazioni segnaletiche in materia di Nonperforming exposures e Forbearance, introdotte dalle norme tecniche di attuazione relative alle segnalazioni statistiche di vigilanza consolidate armonizzate definite dall’EBA e approvate dalla Commissione europea il 9 gennaio 2015.Sempre il 20 gennaio è stato pubblicato il 7° aggiornamento della Circolare n. 272 del 30 luglio 2008 (Fascicolo “Matrice dei conti”) che, sempre nell’ambito delle nuove nozioni di Non-Performing Exposures e Forbearance, realizza un’unica definizione a livello di segnalazioni di vigilanza (individuali e consolidate).Il 10 marzo 2015 è stato pubblicato l’8° aggiornamento della Circolare n. 285 del 17 dicembre 2013 - (Fascicolo “Disposizioni di Vigilanza per le banche”).Sempre a marzo 2015 è stato pubblicato il 4° aggiornamento alla Circolare n. 286 del 17 dicembre 2013 - Fascicolo “Istruzioni per la compilazione delle segnalazioni prudenziali per le banche e le società d’intermediazione mobiliare”. Con l’aggiornamento della Circolare si è adeguato l’impianto segnaletico nazionale agli emendamenti apportati agli schemi COREP dal Regolamento n. 227/2015 (pubblicato il 20 febbraio sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea). Inoltre, si è provveduto a chiarire le modalità di calcolo del requisito patrimoniale in materia di rischio operativo e allineare alcuni dettagli informativi alle disposizione del COREP.L’11 giugno la Banca d’Italia ha emanato le disposizioni secondarie di attuazione della riforma delle banche popolari (decreto-legge n. 3/2015, convertito con legge n. 33/2015), completando la riforma delle banche popolari e rendendo quindi possibile avviare le operazioni societarie necessarie per darvi attuazione (in primo luogo le trasformazioni in società per azioni) secondo le modalità previste dalla legge.Il 25 agosto la Banca d’Italia ha pubblicato le “Disposizioni in materia di segnalazioni a carattere consuntivo relative all’emissione e all’offerta di strumenti finanziari cui all’art. 129 del TUB”.In data 15 ottobre 2015 la Banca d’Italia ha pubblicato il 13° aggiornamento del 13 ottobre 2015 della Circolare n. 285 che introduce una nuova Sezione (IX - Comunicazioni) nel Capitolo 1 (Partecipazioni detenibili dalle banche e dai gruppi bancari) della Parte Terza (Altre disposizioni di vigilanza prudenziale), che prevede l’obbligo di invio periodico della segnalazione attraverso la compilazione dello schema segnaletico assetti partecipativi enti (A.P.E.). L’archivio A.P.E. contiene informazioni utili al controllo delle partecipazioni dirette e indirette detenute dalle banche e dai gruppi bancari.Segnaliamo che la Banca d’Italia ha pubblicato il 14° aggiornamento del 24 novembre 2015 della Circolare n. 285 In particolare, l’aggiornamento modificata, tra gli altri, il Capitolo n. 11 “Liquidità” ed il capitolo n. 12 “Indice di leva

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finanziaria” per tenere conto delle innovazioni apportate al quadro normativo dai Regolamenti delegati della Commissione n. 61/2015 in materia di Requisito di Copertura della Liquidità per le banche e n. 62/2015 in materia di Indice di Leva finanziaria (Leverage Ratio) per le banche e le imprese di investimento, entrambi pubblicati il 17 gennaio 2015 sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea.In data 1 dicembre 2015 è stato pubblicato sul sito ufficiale della Banca d’Italia un Provvedimento avente ad oggetto taluni orientamenti forniti dall’Autorità di Vigilanza relativi alla procedura per la verifica dei requisiti degli esponenti delle banche e delle società capogruppo di gruppi bancari.Il 30 dicembre, ricordando che il decreto legislativo 12 maggio 2015, n. 72 ha individuato nella Banca d’Italia l’Autorità designata ad adottare le misure macroprudenziali nel settore bancario (incluso il Countercyclical Capital Buffer), sulla base dell’analisi degli indicatori di riferimento, la Banca d’Italia ha deciso di fissare il coefficiente anticiclico (relativo alle esposizioni verso controparti italiane) per i primi tre mesi del 2016 allo zero per cento.Relativamente alla struttura e alle funzioni svolte, il 21 settembre la Banca d’Italia, in qualità di Autorità nazionale di risoluzione delle crisi nell’ambito del Meccanismo di risoluzione unico europeo, ha istituito al suo interno l’Unità di Risoluzione e gestione delle crisi (RCG). L’Unità coopererà, oltre che con il Dipartimento Vigilanza bancaria e finanziaria della Banca d’Italia, con il Single Resolution Board e il Single Resolution Fund. All’Unità RGC sono affidati poteri e strumenti previsti dalla Direttiva BRRD, anche in materia sanzionatoria, attinenti alla funzione di resolution. Rientrano pertanto nella competenza dell’Unità le procedure di liquidazione coatta amministrativa e di liquidazione volontaria di tutti gli intermediari vigilati, mentre i compiti connessi con l’amministrazione straordinaria - qualificabili, in base al nuovo quadro europeo, come funzioni di “intervento precoce” - restano nell’ambito del Dipartimento Vigilanza bancaria e finanziaria. Le procedure di amministrazione straordinaria pendenti al 21 settembre 2015 sono seguite dall’Unità RGC fino alla loro conclusione. Successivamente, presso la Banca d’Italia è stato istituito un fondo di risoluzione ai sensi dell’art. 78 del D.Lgs. 16 novembre 2015, n. 180, denominato Fondo Nazionale di Risoluzione. Il Fondo costituisce un patrimonio autonomo, distinto a tutti gli effetti dal patrimonio della Banca d’Italia e da ogni altro patrimonio dalla stessa gestito, nonché da quello di ciascun soggetto che ha fornito le risorse raccolte nel Fondo medesimo.

Passando ad analizzare l’andamento del sistema bancario italiano, in autunno la crescita dei finanziamenti al settore privato si è rafforzata ed ha evidenziato la prima evoluzione positiva nel mese di novembre 2015 segnando un +0,5% e chiudendo successivamente l’anno con un -0,3% (era -1,6% a dicembre 2014); i tassi di crescita sono calcolati da Banca d’Italia includendo i prestiti non rilevati nei bilanci bancari in quanto cartolarizzati e al netto delle variazioni delle consistenze non connesse con transazioni, ad esempio variazioni dovute a fluttuazioni del cambio, ad aggiustamenti di valore o a riclassificazioni). Per la prima volta dalla fine del 2011 la variazione congiunturale dei prestiti alle imprese si è portata su livelli positivi in novembre, per poi chiudere l’anno con un tasso negativo. La crescita ha riguardato principalmente i prestiti alle famiglie; la dinamica dei mutui per l’acquisto di abitazioni è tornata positiva dall’estate, sospinta dal basso livello dei tassi di interesse. Il graduale miglioramento dell’attività economica si è riflesso favorevolmente sulla qualità del credito, sulla redditività e sulla patrimonializzazione delle banche. Entrando nel dettaglio dell’evoluzione degli impieghi, i prestiti alle imprese (corretto per quelli cartolarizzati o altrimenti ceduti), a novembre 2015 hanno evidenziato uno sviluppo del +0,2% per poi segnare un -0,7% a dicembre 2015 (era -2,3% a dicembre 2014). L’evoluzione dei prestiti alle imprese evidenzierebbe un andamento differenziato fra settori di attività e per classe dimensionale, in base alle rilevazioni della Banca d’Italia.Relativamente al credito alle famiglie si è registrata una dinamica positiva già a partire da giugno scorso: +0,8% (corretti per quelli cartolarizzati o altrimenti ceduti) su base annua a dicembre 2015 (era -0,6% a dicembre 2014). I mutui a dicembre 2015 hanno evidenziato un progresso del +0,7% (era -0,9% a dicembre 2014).Il credito al consumo nel 2015 ha evidenziato una evoluzione estremamente positiva (+42,0% su base annua a dicembre 2015; l’evoluzione, corretta dalla discontinuità statistica legata a riorganizzazioni di gruppi bancari, dovrebbe essere uguale ad un +4,5% su base annua) beneficiando in positivo della ripresa del ciclo delle automobili e in generale delle spese in beni durevoli. In dicembre gli altri prestiti (-1,6% su base annua) evidenziavano una flessione. In merito alle iniziative messe in campo per affrontare il protrarsi della crisi economica, sono stati adottati alcuni piani pubblici e privati (tramite intese tra ABI, Associazioni dei consumatori e d’impresa) nei confronti di imprese e famiglie. In prospettiva, le misure di sostegno delle imprese andranno tuttavia adeguate all’evoluzione dello scenario regolamentare europeo conseguente alle nuove regole in materia di attività deteriorate definite dall’EBA.Il graduale miglioramento dell’attività economica si è riflesso in una diminuzione del flusso di nuovi crediti deteriorati, rispetto ai valori massimi registrati nel 2013. A dicembre 2015 le sofferenze lorde si sono attestate a 200 miliardi di euro (evidenziando un incremento del +9,4%% su base annua), erano 184 miliardi di euro a dicembre 2014 (con una evoluzione

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su base annua del +17,8%). Le sofferenze nette hanno registrato una dinamica più contenuta: +5,3% l’evoluzione annua, raggiungendo gli 89 miliardi di euro. Nel terzo trimestre del 2015 il flusso di nuove sofferenze in rapporto ai prestiti è sceso al 2,4%; era del 2,6% nella media del 2014 e del 2,9% nel 2013. Il miglioramento è attribuibile ai finanziamenti alle imprese, il cui tasso di ingresso in sofferenza è calato al 3,7%. La flessione ha riguardato tutti i comparti di attività economica. La qualità del portafoglio crediti rimane comunque un punto di attenzione per il sistema, condizionando le politiche di offerta del credito.Relativamente alla raccolta diretta interna delle banche italiane, la dinamica dei depositi del settore privato ha evidenziato una dinamica di sviluppo. In sintesi, i depositi hanno evidenziato un +4,0% a dicembre 2015 su base annua, confermando una dinamica simile all’anno precedente (+3,9% a dicembre 2014). Entrando nel dettaglio, la liquidità a vista detenuta sui conti correnti ha registrato anche nel corso del 2015 una dinamica importante, chiudendo poi l’anno al +8,4% su base annua (+9,1% a dicembre 2014). Tale evoluzione è stata sostenuta sia dal minore costo-opportunità connesso alla detenzione di attività liquide, ma anche dai volumi di depositi vincolati e obbligazioni scaduti, in attesa di essere collocati in strumenti più remunerativi. Tale andamento ha riguardato le famiglie (con una evoluzione di circa il 2%) e soprattutto le imprese (+12,6% su base annua). Le forme di deposito a durata prestabilita hanno continuato a flettere (-10,5% i depositi con durata prestabilita e quelli rimborsabili con preavviso a dicembre 2015), per effetto di rendimenti sempre meno attraenti per la clientela e per la scelta degli intermediari bancari di favorire la raccolta gestita.L’andamento positivo dei mercati finanziari nella prima parte del 2015, in un contesto di bassi tassi di interesse sui mercati monetari, e la modesta crescita della diretta della clientela retail hanno continuato a sostenere una dinamica particolarmente importante della raccolta gestita, in tutte le sue componenti. A dicembre 2015 la raccolta netta dei fondi aperti ha superato i 94 miliardi, in crescita sul 2014 (quando erano stati raccolti 87 miliardi di euro) e realizzando il miglior risultato dal 1999. La raccolta è stata trainata dal canale bancario e dai prodotti flessibili. Il patrimonio complessivo dei fondi aperti ammontava a 843 miliardi: un risultato importante per l’industria dei fondi. Nel mese di dicembre 2015 la nuova produzione di polizze vita individuali raccolta in Italia ha quasi raggiunto i 113 miliardi di euro (+6,4% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente). Il progresso della raccolta ha riguardato principalmente i prodotti Linked di ramo III (+48,9% su base annua, rappresentando il 30,9% della raccolta complessiva) mentre i prodotti di ramo I sono risultati in leggera flessione (-4,0% su base annua, rimanendo il 66,4% della produzione complessiva). Relativamente ai canali distributivi delle polizze vita, si registra il forte sviluppo dalle reti di promozione finanziaria (+22,9% su base annua, distribuendo il 17% dei flussi complessivi) e la conferma dell’importanza del canale bancario (+5,3% su base annua, sviluppando il 70% del totale raccolta). Nel contempo, i titoli in deposito delle famiglie (al valore nominale) hanno continuato a registrare una rilevante flessione: a dicembre 2015 si segnala una dinamica su base annua intorno al -16%, condizionata sempre dalla scarsa appetibilità dei rendimenti.Secondo le relazioni trimestrali consolidate, nei primi nove mesi del 2015 la redditività dei cinque maggiori gruppi bancari, sebbene ancora bassa, è aumentata rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: il rendimento del capitale e delle riserve, espresso su base annua, si è attestato al 5,5% (dal 2,5% dell’anno precedente). Il miglioramento è riconducibile in prevalenza alla crescita dei ricavi da commissioni (+7,5%), connessi soprattutto con l’attività di gestione del risparmio, e al calo delle rettifiche di valore su crediti (-24,0%). Il margine di intermediazione è lievemente aumentato (+1,8%), i costi operativi sono rimasti pressoché stabili; il cost-income ratio si è di conseguenza ridotto (dal 63,0% al 62,2%). Il risultato di gestione è cresciuto (+4,1%). Nel contempo è proseguito il rafforzamento patrimoniale. Alla fine di settembre il capitale di migliore qualità (common equity tier 1, CET1) e il totale dei fondi propri (total capital) del sistema bancario erano in media pari, rispettivamente, al 12,3% e al 15,1% delle attività ponderate per il rischio, in lieve aumento rispetto alla fine di giugno.Indubbiamente, relativamente al recupero di redditività del sistema bancario italiano, il tema del rischio di credito rimane cruciale per le banche fortemente penalizzate dagli elevati crediti deteriorati nei loro attivi. Gli interventi del legislatore realizzati potrebbero aiutare a chiudere il gap tra redditività e costo del capitale.Le recenti innovazioni normative che hanno caratterizzato i primi mesi del 2015 in Italia (ad esempio la riforma delle popolari) potrebbero determinare (come nelle intenzioni del legislatore) operazioni di concentrazione e conseguenti sinergie di costo. I benefici potenziali delle operazioni sono cospicui ma non scontati; richiedono interventi decisi sul piano organizzativo, nella razionalizzazione dei sistemi distributivi, nella gestione dei rischi, nel ricorso alla tecnologia. L’evoluzione del sistema finanziario, sempre nelle intenzioni del legislatore e della vigilanza, imporrebbe agli istituti di credito una maggiore efficienza operativa, intervenendo sulla rete di sportelli, sui costi, sulla dimensione e sulla tipologia degli organici. Nel contempo, in base alle attese del legislatore, la revisione degli standard prudenziali internazionali mira a proteggere

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l’integrità del sistema bancario quale infrastruttura fondamentale per il funzionamento di una moderna economia di mercato. Le nuove regole su capitale, leva e liquidità, la definizione di meccanismi per la risoluzione delle crisi dovrebbero rendere il sistema più stabile, riducendo gli effetti di tali crisi sull’economia e sui conti pubblici.

Passiamo ad una breve disamina dei principali eventi che hanno caratterizzato il Gruppo Credito Emiliano.L’esercizio in rassegna si è rivelato ricco di attestati, giudizi e provvedimenti esterni che hanno ulteriormente accresciuto la reputazione del Gruppo in termini di sicurezza, affidabilità e solidità nei confronti della clientela, del mercato e degli altri portatori di interessi. Tali attestati e provvedimenti (tanto più importanti nel quadro normativo vigente dal 2016, in particolare per quanto concerne le nuove modalità previste per il ripristino della gestione e per la risoluzione di banche in difficoltà) sono stati formulati da società di rating e Autorità di vigilanza che hanno riconosciuto l’adeguatezza attuale e prospettica della strategia aziendale, dei rischi assunti, dei livelli di patrimonializzazione e di redditività. Nel mese di maggio la società Fitch ha rivisto in maniera generalizzata i “Support Rating” ed il “Support Rating Floor” degli istituti dei paesi dell’area Euro, nel presupposto che le iniziative legislative, normative e di policy hanno sostanzialmente ridotto la probabilità di un sostegno sovrano per le banche commerciali. Relativamente a Credem tale azione si è limitata alla revisione da “3” a “5” del “Supporting Rating” e da “BB” a “No Floor” del “Supporting Rating Floor”, mentre ha confermato i Rating a lungo termine (“BBB+”) e a breve termine (“F2”). Per alcuni gruppi italiani ed europei la revisione del supporto sovrano ha anche comportato il downgrade del rating a medio termine.Nei primi giorni di luglio, nel contesto dell’attività di osservazione della situazione di 4 gruppi nazionali di medie dimensioni, la già citata società ha confermato i rating di Credem e migliorato nel contempo l’Outlook (analogamente ad uno solo degli altri gruppi valutati), da Negativo a Stabile. Tale progresso ha principalmente riflesso aspettative riguardanti, oltre alle migliorate condizioni di contesto, le performance economiche, congiuntamente all’evoluzione della rischiosità dell’attivo del Gruppo. Nel mese di giugno, ed a seguito dell’adozione di una nuova metodologia di valutazione (arricchitasi di numerosi nuovi elementi in ragione dell’esperienza accumulata dalla crisi e dei sostanziali cambiamenti intervenuti nel mondo bancario), la società Moody’s ha proceduto alla revisione dei rating assegnati a 17 banche italiane. Tale revisione, che ha comportato anche conferme e qualche declassamento, ha rivisto al rialzo il rating di 10 banche italiane, tra cui quello del Gruppo Credem. Per quest’ultimo è migliorato sia il Rating a Lungo Termine (passato da “Baa3” a “Baa2”), sia quello a breve termine (ora a “Prime-2”, rispetto al precedente “Prime-3”).A gennaio 2016 la stessa società è nuovamente intervenuta nei confronti di diverse istituzioni bancarie italiane, allo scopo di tener conto del recepimento a livello nazionale della più volte citata BRRD. In conseguenza di tale azione, il rating a Lungo Termine sui depositi di Credito Emiliano è stato migliorato da “Baa2” a “A3”. La nuova metodologia adottata da Moody’s ha comportato inoltre una revisione del rating delle emissioni di debito senior unsecured da “Baa2” a “Baa3”. Ne emerge, nel complesso, nella nuova era del bail-in, un giudizio rassicurante della società americana sui depositi del sistema bancario italiano. Nel mese di dicembre la società Standard & Poor’s, nel contesto di una generale revisione nella valutazione del rischio esogeno del sistema bancario, ha confermato al Gruppo i giudizi relativi al rating a lungo termine (“BBB-”) e a quello a breve termine (“A3”). E’ stato inoltre confermato “stabile” l’outlook, in riferimento alla riconosciuta qualità attuale e prospettica del credito.I giudizi delle tre principali società di rating, che posizionano gli strumenti di Credito Emiliano al livello dei titoli governativi italiani, hanno pertanto rafforzato l’affidabilità del Gruppo nei mercati finanziari.

Il Gruppo ha ricevuto, il 24 dicembre scorso, le decisioni congiunte in materia di adeguatezza patrimoniale e liquidità assunte a seguito delle valutazioni condotte nel corso del 2015 dal Collegio delle Autorità di vigilanza. Tale prerogativa dell’Organo di Vigilanza riflette il cosiddetto SREP, processo di revisione e valutazione prudenziale condotto annualmente al fine di accertare che le banche ed i gruppi bancari si dotino di presidi di natura patrimoniale ed organizzativa appropriati rispetto ai rischi assunti, assicurando il complessivo equilibrio gestionale.In particolare, per quanto riguarda il livello dei fondi propri, la Banca d’Italia congiuntamente all’Autorità di Vigilanza Host (Commission de Surveillance du Secteur Financier), ha fissato per il Gruppo Credem una soglia minima del 7% in termini di Common Equity Tier 1 ratio, dell’ 8,5% in termini di Tier 1 Ratio e del 10,5% in termini di Total Capital Ratio (livelli tutti comprensivi del capital conservation buffer del 2,5%).Il giudizio ha riconosciuto:• la robustezza della strategia aziendale, focalizzata sul banking commerciale e sull’assistenza a famiglie ed imprese;• il carattere virtuoso della crescita realizzata, non disgiunta dalla qualità dell’attivo e dalla redditività;

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• l’adeguata qualità degli investimenti creditizi, dovuta sia a politiche prudenti di erogazione, sia ad incisivi ed efficaci processi di monitoraggio del rischio;• l’affidabilità del processo ICAAP, che ha illustrato (attraverso il Resoconto Annuale) in modo esaustivo l’adeguatezza delle risorse interne rispetto ai rischi assunti in condizioni ordinarie e stressate.E’ al riguardo assai significativo segnalare che i limiti patrimoniali assegnati al Gruppo Credem sono stati i più favorevoli (sia in termini assoluti, sia in termini di margine rispetto ai ratios patrimoniali effettivi) tra le banche italiane che hanno partecipato all’esercizio di Comprehensive Assessment del 2014, esercizio nel quale, rammentiamo con piacere, Credito Emiliano è risultato il Gruppo con il buffer patrimoniale più ampio nello scenario avverso proposto dall’Autorità di Vigilanza Europea. Va anche aggiunto che la predetta decisione congiunta non ha richiesto, sotto il profilo della liquidità, l’adozione di specifiche misure. Vengono infatti riconosciute l’adeguatezza della liquidità del Gruppo, delle politiche, dei processi e dei sistemi finalizzati a monitorare, in un orizzonte temporale appropriato, il rischio, nonché delle politiche di funding. La stessa valutazione ha accertato la disponibilità di un buffer rassicurante di strumenti funzionale all’eventuale rifinanziamento in contropartita della Banca Centrale Europea. Nel mese di ottobre, e con efficacia decorrente dal 30 settembre, Banca d’Italia ha autorizzato il Gruppo all’utilizzo del modello interno avanzato nella determinazione del rischio creditizio regolamentare di Credembanca e Credemleasing, sia verso la clientela corporate che retail.Tale autorizzazione valorizza (oltre gli ingenti sforzi ed investimenti che la lunga attività preliminare ha comportato) la qualità dei processi di erogazione e di monitoraggio del portafoglio creditizio e rappresenta un ulteriore stimolo a rafforzare l’assistenza all’economia. Ha inoltre migliorato la già rilevante solidità patrimoniale del Gruppo, come più ampiamente illustrato nel capitolo della presente relazione dedicato ai mezzi propri.Alla fine del 2015, e con decorrenza a partire dal 1 gennaio 2016, la Banca Centrale Europea ha incluso Credito Emiliano ed il Gruppo che fa capo allo stesso tra i soggetti direttamente vigilati. E’ infatti soddisfatto il criterio dimensionale previsto dal Regolamento (UE) 1.024 del 2013 (cosiddetto Regolamento del Meccanismo di Vigilanza Unico) che prevede che il valore delle attività del Soggetto vigilato su base consolidata superi i 30 miliardi di euro. Conformemente allo stesso Regolamento, hanno rilevanza in termini di vigilanza europea, in quanto filiazioni del soggetto vigilato, le altre banche del Gruppo, vale a dire Banca Euromobiliare e Credem International (Lux).

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MERCATO DEL PRIVATE BANKING: CONTESTO COMPETITIVO MERCATO MONDO250 trilioni di dollari, vale a dire 250 mila miliardi (il 4,7% in meno di un anno prima): è questa la ricchezza mondiale a metà 2015*. In Nord America si registra la maggiore concentrazione con 92,8 trilioni, seconda l’Europa con 75,1, seguita dall’Asia, che si avvicina, attestandosi a quota 72,2.

Si stima che vi siano circa 123.800 ultra high net worth individuals (UHNWI) sparsi in tutto il mondo con un patrimonio netto superiore a 50 milioni di dollari. Di questi, 44.900 posseggono almeno 100 milioni e 4.500 oltre 500 milioni di dollari. La classifica dei paesi più ricchi vede sempre al primo posto gli Stati Uniti con 58.855 super ricchi (+7%), poi la Cina (9.555, +24%) e il Regno Unito (5.378, +7%); l’Italia è settima con 2.831 unità, in calo del 14% rispetto alla rilevazione dell’anno precedente.

Si prospetta una continua crescita della ricchezza globale a un tasso annuo del 6,5% nei prossimi anni, salendo a 345.000 miliardi di dollari nel 2020, pari al 38% in più rispetto agli attuali livelli. Gli Stati Uniti, detenendo quasi un terzo del totale globale, rimarranno il leader incontrastato in termini di ricchezza. Ma analizzando i principali fattori alla base del continuo aumento della ricchezza, questi sono situati nelle economie emergenti: si stima che la loro quota di ricchezza globale potrebbe salire di due punti percentuali, dal 17% di oggi fino al 19% entro il 2020. * Fonte: Credit Suisse Research Institute

MERCATO ITALIA Oltre 750 miliardi di euro in gestione e quasi 900mila clienti, seguiti da 254 operatori: è la fotografia del private banking italiano scattata da Magstat a dicembre 2015.Sono 13.335 i private banker attivi in Italia: dei quali 6.573 che appartengono a strutture di private banking “puro” (di questi 1.158 sono a provvigione) e 6.762 che fanno capo a strutture di promotori finanziari. Secondo i dati AIPB siamo al terzo anno consecutivo di raccolta netta in decisa crescita: il modello Private convince se si guarda all’evoluzione degli AuM gestiti da strutture “private banking”, + 5,2% (a settembre 2015), mentre non convincono i dati relativi alla quota di penetrazione sul mercato potenziale, segno che anche gli altri modelli distributivi, spinti dalla competizione, si sono attrezzati per contendersi il segmento.

L’effetto mercato riporta un’instabilità congiunturale delle performance: emerge oggi più che mai la necessità di spostare la selling proposition dalla performance alle componenti di servizio. Per chi rimane ancorato ad un modello basato sulle performance, il rischio reputazionale sarà sempre più difficile da mantenere, considerando il contesto di mercato e quello normativo verso cui ci stiamo dirigendo.

Se si guarda alla ricchezza finanziaria delle famiglie italiane, questa è di oltre 3.800 mld di euro* e oltre 1 milione di famiglie* (il 5% circa del totale) hanno un patrimonio finanziario “affluent” compreso tra 100 e 500 mila euro. La ricchezza finanziaria delle famiglie “affluent” italiane è di circa 500 mld di euro*.Ci si interroga su come sarà il segmento private di domani: lo 0.4% delle famiglie italiane ha caratteristiche di private potenziale, ovvero ha patrimoni finanziari affluent, un reddito netto mensile superiore a euro 4.000 ed un’età del capofamiglia interiore a 45 anni. La conoscenza e la maggiore consapevolezza dei servizi private (+27%, 2015 vs.2006) è cresciuta su un percorso parallelo tra mercato servito e non, grazie anche al contributo hi-tech, che cresce sia in termini di disponibilità di accesso, sia in termini di utilizzo per la finanza trasversalmente ai target**.

Fonte AIPB (Domanda & offerta: stato dell’arte e prospettive future nel Private Banking).* Fonte: Stima GfK su dati Banca d’Italia, ISTAT in connessione con i database GfK Multifinanziaria Retail Market 2015** Fonte: X Indagine sulla Clientela Private in Italia AIPB_GFK

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OPERATORII primi tre operatori detengono il 30% del mercato: gli asset controllati da questi tre top player sono pari al 28,9% del mercato e in termini assoluti sono passati da 205.922 a 216.979 milioni di euro, mentre i primi 10 operatori coprono il 51,3% del mercato con 385.655 milioni di euro.

Se si analizza l’operatività per categorie, si individuano sei tipi di operatori: 381,4 miliardi di euro (pari al 50,8% del mercato servito) e 518.539 clienti sono nelle mani delle 59 banche commerciali italiane con divisioni o con banche autonome specializzate nel private banking (dove lavorano complessivamente 4.803 private banker); 134,9 miliardi di euro (pari al 18% del mercato servito) e 141.666 clienti appartengono alle 27 banche d’affari straniere (dove lavorano 1.214 private banker); 38,9 miliardi (pari al 5,2% del mercato servito) e 20.301 clienti fanno riferimento alle 11 banche italiane indipendenti specializzate nel private banking, che si avvalgono di 340 private banker; 20,8 miliardi di euro (pari al 2,8% del mercato servito) e 13.448 clienti appartengono alle 23 boutique finanziarie, sgr e sim, supportate da 216 private banker; 111,3 miliardi di euro (pari all’14,8% del mercato servito) e 189.401 clienti appartengono alle 8 reti di promozione finanziaria che si avvalgono di 6.762 consulenti; 64 miliardi di euro (pari all’8,5% del mercato servito) appartengono a 126 family office con 473 family officer per 15.046 clienti (e 954 nuclei familiari).

MERCATO POTENZIALESi stima che il mercato italiano del private banking valga complessivamente 990 miliardi: la quota non ancora raggiunta dai servizi di private banking è pari al 24,1% (239 miliardi di euro), che si discosta di molto dalla percentuale raggiunta l’anno scorso (26,3%).

Fonte: Magstat

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PRINCIPALI TREND NELL’INDUSTRIA DEL RISPARMIO GESTITOL’anno che si è appena concluso può essere definito “d’oro” per il settore: ormai da un paio d’anni assistiamo ad un trend positivo, dopo un lungo periodo di non interesse da parte dei risparmiatori e di disattenzione da parte delle grandi banche. Il contesto economico e finanziario, caratterizzato da volatilità dei mercati e da bassi tassi di interesse, ha favorito il successo degli strumenti della gestione del risparmio; i top player di settore si sentono positivi nell’affermare che l’industria abbia buone opportunità di consolidare le posizioni nei portafogli degli italiani, che in generale si sono dimostrati un po’ diffidenti nell’affidarsi a consulenti e gestori. Guardando i paesi Europei, l’Italia, con il suo ammontare di ricchezza privata complessivo tra i più alti in Europa, è ancora un mercato emergente per il risparmio gestito: si stima che nei prossimi tre anni dalle attività di asset management arriverà più del 70% della crescita dei ricavi delle banche italiane, grazie alla maggiore capacità di beneficiare dell’espansione dei margini da commissione nel risparmio gestito e nell’assicurativo*.

Nel mese di dicembre l’industria del risparmio gestito ha raccolto circa 11 miliardi di euro e chiude il 2015 con una raccolta netta che sfiora i 141 miliardi. I fondi aperti registrano sottoscrizioni per quasi 3 miliardi e, con 94,3 miliardi raccolti nel 2015, realizzano il migliore anno dal 1999.Per le gestioni di portafoglio le sottoscrizioni ammontano a quasi 7,6 miliardi (istituzionali +7,3 mld e retail +234 mln). Dall’inizio dell’anno i mandati hanno messo a segno una raccolta di 46 miliardi di euro. A fine 2015 il patrimonio gestito dall’industria è pari a 1.823 miliardi. Il 51% degli asset, 933 miliardi, è investito nei mandati, mentre il restante 49%, circa 891 miliardi di euro, è impiegato nelle gestioni collettive.Tra i fondi di lungo termine, le sottoscrizioni si sono indirizzate verso i prodotti flessibili (+1,6 mld a dicembre; +51,5 mld nel 2015), gli azionari (+548 mln a dicembre; +9,5 mld nel 2015), i bilanciati (+492 mln a dicembre; +12,5 mld nel 2015) e gli obbligazionari (+489 mln a dicembre; +14,9 mld nel 2015)**.

Significativa rimane ancora la parte delle gestioni collettive, che complessivamente nell’anno 2015 hanno registrato flussi positivi per 95 miliardi, in aumento di circa 3 punti percentuali rispetto al 2014. Continua a crescere, anno su anno, anche la raccolta netta delle gestioni di portafoglio che archiviano il 2015 con 46 miliardi di flussi netti, contro i 41 dell’anno precedente.

Da segnalare, infine, il nuovo exploit del patrimonio complessivo gestito dall’industria che ha chiuso il 2015 a quota 1.823 miliardi, un dato in crescita di circa il 15% rispetto al 2014. Una crescita che ha riguardato in egual misura sia le gestioni collettive, passate dai 731 miliardi del 2014 agli 890 miliardi del 2015, sia le gestioni di portafoglio, che hanno chiuso l’anno a quota 932 miliardi, contro gli 857 dell’anno precedente.

Nel 2015 più della metà della raccolta dei fondi aperti è stata ottenuta attraverso i fondi flessibili (51,5 miliardi di euro). Seguono, ben distanziati, gli obbligazionari, che hanno visto afflussi per 14,9 miliardi, i bilanciati per 12,5 miliardi e gli azionari per 9,5 miliardi.

Il 2015 si è chiuso con un bilancio record per le reti di consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede che hanno registrato una raccolta netta complessiva pari a 33,4 miliardi di euro, il valore più alto mai rilevato da Assoreti . Le scelte di investimento, nel corso dell’anno, hanno fortemente privilegiato i prodotti del risparmio gestito, con risorse nette per 29,3 miliardi di euro, pari all’87,9% della raccolta totale. Positivo anche il saldo complessivo delle movimentazioni sui prodotti in regime amministrato, pari a quasi 4,1 miliardi di euro. Nell’ambito del risparmio gestito, più della metà degli investimenti netti effettuati nell’anno (56,7%) coinvolge il comparto assicurativo, con volumi di raccolta pari a 16,6 miliardi di euro. Di questi, 13,5 miliardi sono investiti in unit linked e 3,6 miliardi in prodotti vita tradizionali; bilancio negativo invece per le index linked (-493 milioni). Importante risultato di raccolta anche per le gestioni patrimoniali individuali, con investimenti complessivi per 7,3 miliardi di euro. In particolare le risorse confluite sulle GPF ammontano a 4,9 miliardi di euro, mentre i volumi netti di investimento sulle GPM sono pari a 2,4 miliardi di euro. Più contenuta, invece, risulta la raccolta netta diretta in quote di OICR, pari a 4,6 miliardi di euro. Gli investimenti continuano a concentrarsi sugli OICR domiciliati all’estero, con volumi netti complessivi per 5,1 miliardi: tra questi, ben 3,8 miliardi sono destinati a fondi di fondi. Negativo, invece, il bilancio annuale sugli OICR aperti di diritto italiano, con deflussi netti di risorse per 302 milioni, così come si osservano

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perdite nette sui fondi speculativi (-128 milioni) e sui fondi chiusi (-53 milioni). Nel 2015 le risorse nette confluite al sistema di OICR aperti attraverso l’attività svolta dalle reti di promotori finanziari ammontano a 23,5 miliardi di euro, pari a un quarto degli investimenti netti complessivi destinati a fondi comuni e Sicav (94,3 miliardi di euro)***.

* Fonte: analisti Credit Suisse** Fonte: Assogestioni, Mappa mensile del risparmio gestito, dicembre 2015*** Fonte: Comunicato Stampa Assoreti 29 gennaio 2016

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NUOVI PRODOTTI E SERVIZI IN BANCA EUROMOBILIARENel 2015 è proseguita l’evoluzione della gamma di soluzioni di investimento personalizzate per la clientela private, grazie ai servizi a elevato valore aggiunto introdotti negli anni precedenti.In particolare:• è stato creato il nuovo servizio di gestione patrimoniale “multilinea” denominato “Portfolio Suite”. Il nuovo servizio, integrato nel più ampio modello evoluto di consulenza - in adeguatezza di portafoglio - mediante l’integrazione delle procedure dispositive con la Posizione Investimenti, è rivolto alla clientela con patrimonio in gestione superiore a 250€k. “Portfolio Suite” offre al cliente un’elevata personalizzazione dell’investimento: in un unico contratto il Cliente ha la possibilità di scegliere un set completo di linee che copre tutto l’universo investibile e i diversi stili di gestione. Il contratto presenta caratteri distintivi e unici: efficacia amministrativa, verifica di adeguatezza a VAR a livello di portafoglio gestito, reasset agevolato, posizione fiscale compensata, un unico rendiconto trimestrale con un quadro di sintesi dei rendimenti e della fiscalità. Il catalogo prevede 22 linee attivabili per patrimoni complessivi conferiti nel servizio superiori a 250k€ e 10 linee aggiuntive per patrimoni superiori a 2mln€.• In alternativa al nuovo servizio Portfolio Suite, è stato confermato il servizio di gestione patrimoniale “monolinea” che prevede la possibilità di scegliere tra 11 linee.• L’offerta di OICR di Euromobiliare Asset Management SGR S.p.A. e Euromobiliare International Fund Sicav è stata ulteriormente focalizzata sulle esigenze della clientela private, in particolare con prodotti target date in grado di inseguire specifiche idee di investimento con grande attenzione al controllo del rischio. In particolare si segnala: Flex Stars (fondo flessibile che investe in un numero limitato di Fondi e Sicav gestiti da case di investimento internazionali), IPAC Balanced (trasformazione del comparto American Equity: investe in modo bilanciato in strumenti azionari e obbligazionari), Global Enhanced Dividend – GEDI (trasformazione del comparto TR Flex 5: comparto azionario globale flessibile, a volatilità relativamente contenuta, che mira a generare reddito in modo regolare nel tempo).• Relativamente al catalogo delle soluzioni multimanager, è stata confermata la ricerca della specializzazione nell’offerta di Sicav in collocamento diretto. A fine 2015 risultano pertanto effettivi accordi di distribuzione con i seguenti asset manager internazionali: Amundi, Black Rock, Carmignac, Fidelity, Franklin Templeton, DNCA Invest, Invesco Fund, JP Morgan, Julius Baer, Morgan Stanley, Pictet, Pimco, Schroders ISF, M&G, Raiffeisen, BNY Mellon.• E’ proseguito lo sviluppo del servizio di consulenza finanziaria a pagamento MiFID compliant: il servizio fornisce al cliente specifiche raccomandazioni sia su OICR sia su titoli in amministrata, lasciando al relationship manager il compito di personalizzare il portafoglio del cliente attraverso il ricorso alle ampie market list selezionate dall’Advisory Unit di Euromobiliare Asset Management SGR.• L’offerta di soluzioni assicurative e di private insurance è stata ulteriormente ampliata con l’inserimento delle tariffe di Ramo I “Vita intera obiettivo valore” e “Vita intera capital” della compagnia HDI Assicurazioni. Relativamente all’evoluzione di prodotto, sono stati aggiunti due nuovi servizi opzionali alla polizza CredemVita Collection: Profit Protection, che copre il pagamento delle tasse qualora l’assicurato sia in utile, e Capital Protection, che copre eventuali minusvalenze in caso di morte dell’assicurato.• Al fine di intercettare raccolta fresca, è stata rinnovata l’offerta di Time Deposit per clienti privati e non (lordisti): si tratta di un’operazione di deposito vincolato destinata alla clientela che detiene disponibilità liquide sul proprio conto corrente e intende impiegare una determinata somma, per un periodo di tempo prefissato ad un tasso prestabilito, non esponendosi a rischio di variabilità dei tassi di mercato.• Sul fronte dei prodotti e servizi banking, l’offerta delle carte di credito a catalogo si è arricchita con la nuova adesione della carta EGO (emessa da Credem) con brand Banca Euromobiliare, già disponibile sul circuito Mastercard, al circuito Visa. E’ stata inoltre introdotta la possibilità di richiedere plafond personalizzati delle carte EGO, al fine di poter soddisfare le esigenze della clientela più esigente.• Infine, Banca Euromobiliare ha reso disponibili nuove funzioni per il Mobile Banking e la nuova App denominata “BE mobile”, per consentire alla clientela di gestire le principali operazioni (visualizzazione saldo e movimenti del conto e delle carte bancomat, effettuare bonifici, pagare F24, bollo auto, canone TV, bollettini postali con QR code ed altre operazioni bancarie), comodamente anche dai device tablet e smartphone,

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RACCOLTA E CREDITI CLIENTELA

Al 31/12/2015 gli Assets under Management (AuM) della clientela mostrano un notevole incremento (+8,3% rispetto alla fine del 2014), determinato soprattutto dalla dinamica positiva della raccolta netta (+602 milioni di euro nel 2015), a fronte della performance comunque positiva dei prodotti e della Raccolta Indiretta in generale (mediamente pari a circa +1,6% nel 2015).Nel corso dell’anno si è assistito in particolare ad una crescita degli asset della clientela in prodotti di risparmio gestito, sia in valore assoluto (+568 milioni di euro) sia in termini di incidenza percentuale sul totale AuM (passata dal 67,9% di fine 2014 al 68,6%). In aumento anche gli asset detenuti nel risparmio amministrato (+26 milioni di euro) e in raccolta diretta (+151 milioni di euro).

(*) Il dato evidenziato nel Passivo dello Stato Patrimoniale alla Voce 20 - “Debiti verso clientela”, pari a 785 milioni di euro, si differenzia rispetto alla Raccolta diretta, in quanto quest’ultima ricomprende Time Deposit e i debiti verso la clientela che detiene conti correnti, mentre la prima ricomprende anche la liquidità delle gestioni patrimoniali (che nella tabella sopra esposta viene classificata nella voce Risparmio gestito) e debiti di funzionamento.

Assets under Management 2015 2014 variaz. assol. variaz. %

Raccolta diretta (*) 714,5 563,7 150,8 26,8%

- Risparmio gestito 6.638,3 6.070,1 568,2 9,4%

- Risparmio amministrato 2.329,9 2.304,2 25,7 1,1%

Raccolta indiretta 8.968,2 8.374,3 593,9 7,1%

Totale AuM 9.682,7 8.938,0 744,7 8,3%

(dati in milioni di euro)

Raccolta Netta 2015 2014 variaz. assol. variaz. %

Raccolta diretta 150,8 17,9 132,9 742,5%

- Risparmio gestito 553,6 605,0 (51,4) (8,5%)

- Risparmio amministrato (102,0) 173,9 (275,9) (158,7%)

Raccolta indiretta 451,6 778,9 (327,3) (42,0%)

Totale Raccolta Netta 602,4 796,8 (194,4) (24,4%)

(dati in milioni di euro)

Molto positivo, senza soluzione di continuità rispetto al 2014, il dato di Raccolta Netta complessiva nel 2015, determinata principalmente dai nuovi reclutamenti (sia sul canale Private Banking sia sulla Promozione Finanziaria) e dal contributo positivo delle risorse commerciali già in struttura (la cui attività di sviluppo e retention ha beneficiato di un’offerta commerciale efficace, con soluzioni di investimento - del Gruppo e di terzi - di qualità e servizi ad alto valore aggiunto), che hanno più che compensato la raccolta netta negativa derivante dall’uscita di alcune risorse commerciali (in larga parte previste dal budget 2015).Il dettaglio per categoria di prodotto della sopra citata raccolta netta, evidenzia afflussi netti molto positivi sui prodotti di risparmio gestito (+554 milioni di euro) e pur sempre positivi sulla diretta (+151 milioni di euro), a fronte invece di deflussi netti sulla raccolta amministrata (-102 milioni di euro).

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RELAZIONE SULLA GESTIONE 02 capitolo

L’aggregato della raccolta diretta da clientela registra un aumento del 27% circa nel corso del 2015, passando dai 564 milioni di euro di fine 2014 ai 715 di fine 2015.Più in dettaglio, il saldo dei conti correnti della clientela ha segnato un incremento del 29% circa rispetto al dato 2014, beneficiando dell’intensa attività di sviluppo commerciale, a fronte della sostanziale stabilità degli investimenti in Time Deposit e Deposito Più, i quali, seppur in misura inferiore al passato, hanno comunque contribuito all’afflusso di “raccolta fresca”, anche a fronte di investimenti in prodotti di risparmio gestito.

La Raccolta Diretta 2015 2014 variaz. assol. variaz. %

C/C 674,0 521,1 152,9 29,3%

TD 37,5 37,9 (0,4) (1,1%)

Deposito Più 3,0 4,7 (1,7) (36,2%)

Totale Raccolta diretta 714,5 563,7 150,8 26,8%

(dati in milioni di euro)

Gli Impieghi 2015 2014 variaz. assol. variaz. %

Impieghi diretti (*) 457,6 412,0 45,6 11,1%

Impieghi di firma 20,6 25,9 (5,3) (20,5%)

Impieghi intermediati sul Gruppo 71,1 74,8 (3,7) (4,9%)

(*) Il dato, in coerenza con quanto rappresentato a livello di Raccolta Netta, include solo i crediti verso clientela, senza crediti di funzionamento, depositi cauzionali in “procedura DEBCRE” e fondo svalutazione crediti.

(dati in milioni di euro)

Nel corso del 2015, a livello di mercato (Privati e Famiglie Consumatrici), sono perdurate le difficoltà legate ai livelli occupazionali ed ai redditi da lavoro autonomo, anche se nel secondo semestre si è potuto osservare una lieve ripresa che lascia ben sperare per le prospettive del PIL italiano per il 2016.Banca Euromobiliare, seguendo le linee guida del Gruppo, storicamente centrate sull’elevata qualità del credito come elemento fondante della propria stabilità patrimoniale e fattore strategico nel processo di creazione del valore, ha proseguito nello sviluppo degli impieghi, sia attraverso l’acquisizione di nuova clientela, sia sostenendo i propri clienti nel far fronte ad esigenze di liquidità.In crescita gli impieghi diretti di Banca Euromobiliare, che a fine 2015 ammontano a circa 458 milioni di euro (di cui il 91% circa costituito da fidi a breve termine), rispetto ai 412 milioni nel 2014 (+11,1%). Tale incremento è avvenuto attraverso lo sviluppo dei clienti affidati (oltre 3.000 posizioni in essere a fine anno) e delle pratiche deliberate dall’ufficio crediti (2.952, con un incremento del 13% sull’anno precedente). In diminuzione i crediti di firma, che ammontano a 20,6 milioni di euro contro i 25,9 milioni di euro di fine 2014, per la chiusura di alcune operazioni di importo consistente.All’attività di erogazione diretta si affianca la sinergia con la Capogruppo, alla quale vengono canalizzate operazioni tipicamente commerciali, corporate e mutui ipotecari. Questa attività ha consentito di segnalare e far deliberare affidamenti per 71,1 milioni di euro, in lieve calo rispetto all’anno precedente, dove erano state segnalate operazioni per 74,8 milioni di euro.

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Gli impieghi - classificazione in base allo scoring interno 2015 2014

GP1 - sostanziale assenza di rischi 10,28 20,47

GP2 - assenti problematiche di rischio sia al momento che, prevedibilmente, nel breve 78,40 76,60

GP3 - rischio compatibile con possibilità di sua attenuazione/lieve peggioramento nel breve 8,96 2,31

GP4 - situzione di rischio con sintomi di peggioramento già evidenti 1,53 0,60

GP5 - situazione di moderata problematicità 0,83 0,02

GP6 - situazione che evidenzia aspetti di evidente problematicità 0,00 0,00

GP7 - situazione di marcata problematicità, potenziali rischi di default 0,00 0,00

GP8 - situazione di forte problematicità con rischio di default nel breve 0,00 0,00

Totale 100,00 100,00

(dati in %)

Gli affidamenti vengono classificati secondo le classi di merito del sistema di scoring interno (“giudizio di proposta”): nel corso del 2015 sono state svolte alcune attività finalizzate in particolare alla gestione dei “forborne” e alla definizione di nuove linee guida sul credito basate sul rapporto complessivo, con l’obiettivo di consentire una più corretta valutazione del rischio della singola controparte. I primi effetti di queste variazioni metodologiche si sono riscontrati già a fine 2015, con un deterioramento degli impieghi in confronto alla classificazione precedente: come evidenziato infatti nella tabella sopra riportata, fra le otto classi (da GP1 fino a GP8), rispetto al 2014 si registra una diminuzione dell’incidenza della prima (GP1, caratterizzata da massima affidabilità) a favore della terza (GP3), ma le prime tre classi comunque continuano ad accogliere la quasi totalità (98% circa) delle consistenze dei crediti sottoposti a scoring.

I dati relativi ai tassi di interesse praticati alla clientela registrano un lieve peggioramento della “forbice” tra tassi attivi sugli impieghi e tassi passivi sulla raccolta, che passa da 1,67% a 1,61% tra il 2014 e il 2015. In particolare, sugli impieghi clientela la pressione competitiva, in un contesto di forte volatilità dei mercati finanziari, unitamente alla discesa dei tassi monetari medi di mercato a livelli negativi, ha portato ad una diminuzione dei tassi attivi (tasso medio 2015 pari a 1,73% contro 1,99% del 2014), mentre sulla raccolta diretta la contrazione del tasso medio riconosciuto alla clientela (tasso medio 2015 pari a 0,12%, contro 0,32% del 2014) ha beneficiato soprattutto della minore incidenza dei prodotti di liquidità a più elevata remunerazione per il cliente (e in misura minore anche dei minori tassi monetari medi di mercato).

Evoluzione Tassi Interni 2015 2014 variaz. assol. variaz. %

Tasso medio impieghi 1,73 1,99 (0,26) (13,1%)

Tasso medio raccolta 0,12 0,32 (0,20) (61,3%)

"forbice" 1,61 1,67 (0,06) (3,9%)

(dati in %)

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BILANCIO 2015

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RELAZIONE SULLA GESTIONE 02 capitolo

La Raccolta Indiretta 2015 2014 variaz. assol. variaz. %

Gestioni Patrimoniali 2.236,5 1.894,0 342,5 18,1%

Fondi comuni d’investimento e Sicav di Gruppo 953,0 818,4 134,6 16,4%

Prodotti assicurativi di Gruppo 567,7 406,9 160,8 39,5%

Prodotti strutturati 3,9 13,3 (9,4) (70,7%)

Altri prodotti (di terzi) 2.877,2 2.937,5 (60,3) (2,1%)

- di cui sicav 2.075,9 2.057,1 18,8 0,9%

- di cui assicurativi 801,3 880,4 (79,1) (9,0%)

Risparmio gestito 6.638,3 6.070,1 568,2 9,4%

Risparmio amministrato 2.329,9 2.304,2 25,7 1,1%

Totale Raccolta indiretta 8.968,2 8.374,3 593,9 7,1%

(dati in %)

COMPOSIZIONE RACCOLTA INDIRETTA

2015 2014

26,0% 27,5%

74,0% 72,5 %

COMPOSIZIONE RISPARMIO GESTITO

20150,1%

12,1%

31,3%

33,7%

8,6%Assicurativo di terzi

FCI e Sicav di terzi

20140,2%

14,5%

33,9%

31,2%

13,5%

6,7%Assicurativo di terzi

FCI e Sicav di terzi

14,4%

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BILANCIO 2015

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La raccolta indiretta nel suo complesso, analogamente a quanto avvenuto nel 2014, registra una crescita nel corso dell’anno, passando da 8.374 milioni di euro di fine 2014 a 8.968 milioni di euro a fine 2015, con una variazione di +594 milioni di euro (+7% rispetto all’anno precedente).Sia il risparmio gestito, grazie soprattutto alla raccolta netta positiva, sia quello amministrato, sono aumentati in valore assoluto (+568 milioni di euro, pari a +9% circa il primo e +26 milioni di euro, pari a +1% il secondo), mentre, in termini di incidenza percentuale sul totale raccolta indiretta, si assiste ad un continuo incremento della quota in risparmio gestito rispetto a quella in risparmio amministrato (da 72,5% a 74,0% la prima, da 27,5% a 26,0% la seconda).

Osservando la composizione del portafoglio gestito della clientela, è possibile riscontrare nel 2015 (senza soluzione di continuità rispetto all’anno precedente) una crescita rilevante in valore assoluto di tutte le principali tipologie di prodotti: gestioni patrimoniali, OICR e prodotti assicurativi. In particolare, le gestioni patrimoniali continuano a godere di rinnovato interesse rispetto al passato, anche grazie al lancio del nuovo servizio “multilinea” (c.d. “Portfolio Suite”) nella seconda metà dell’anno (come più ampiamente argomentato nelle sezioni “Nuovi prodotti e servizi” e “Attività di sviluppo organizzativo –> attività a supporto del business”), mentre OICR e prodotti assicurativi vedono, similmente al biennio 2013-2014, un maggior incremento dei prodotti del Gruppo rispetto a quelli di terzi (+16% per gli OICR di Gruppo vs +1% di terzi; +40% circa per i prodotti assicurativi di Gruppo vs -9% di terzi), grazie agli sforzi profusi negli ultimi tre anni nell’innovazione di prodotto che hanno caratterizzato le diverse società del Gruppo (es. lancio delle nuove polizze di Ramo III Credemvita Collection nel 2013, delle nuove polizze di Ramo I Credemvita Investire Sicuro nel corso del 2014 e dei nuovi OICR di Euromobiliare Asset Management SGR S.p.A. e Euromobiliare International Fund Sicav, come citato precedentemente nella sezione “Nuovi prodotti e servizi”).Tali dinamiche sono coerenti con il modello di servizio adottato dalla Banca e dal Gruppo Credito Emiliano per i segmenti di clientela di fascia alta, che si fonda sull’offerta dei servizi di gestione patrimoniale e di consulenza a pagamento mediante consigli di investimento, nell’ambito di una architettura aperta che mette “in competizione” i migliori prodotti di terzi e del Gruppo al servizio delle esigenze del cliente.

Più in particolare, all’interno del portafoglio gestito si evidenzia quanto segue:• il controvalore delle gestioni patrimoniali al 31/12/2015 è pari a 2.236 milioni di euro, con una crescita di 342 milioni di euro (+18% circa) e con una incidenza percentuale del 34%;• gli OICR di Gruppo (fondi e sicav) hanno fatto registrare una crescita delle consistenze da 818 milioni di euro di fine 2014 a 953 milioni di euro di fine 2015 (+135 milioni di euro, pari a +16% circa), con una incidenza percentuale del 14%;• i prodotti strutturati, alla luce dell’assenza di nuovi collocamenti, continuano a diminuire e sono ormai prossimi a zero; a fine 2015 infatti il controvalore è pari a soli 4 milioni di euro (rispetto ai 13 di fine 2014) e una incidenza percentuale dello 0,1%;• i prodotti assicurativi di Gruppo ammontano a fine 2015 a 568 milioni di euro, con una crescita di 161 milioni di euro rispetto a fine 2014 (pari +40% circa nell’anno), con un peso che passa nell’anno dal 7% al 9%;• i prodotti gestiti di terzi (che comprendono sia sicav che prodotti assicurativi) sono passati da 2.937 milioni di euro di fine 2014 a 2.877 milioni di euro di fine 2015 (-60 milioni di euro, pari a circa -2%), con una incidenza percentuale complessiva in calo rispetto all’anno precedente (dal 48% circa al 43% tra dicembre 2014 e dicembre 2015); le sicav in particolare hanno consistenze pari a 2.076 milioni di euro a fine 2015 (+19 milioni di euro rispetto a fine 2014, pari a +1% circa) e un peso sul totale portafoglio gestito del 31%, mentre i prodotti assicurativi ammontano a fine 2015 a 801 milioni di euro (-79 milioni di euro rispetto a fine 2014, pari a -9%), con una incidenza percentuale del 12%.

(*) Il dato evidenziato in Nota Integrativa - Altre informazioni, Tabella 4 “Gestione e intermediazione per conto terzi”, pari a 2..155 milioni di euro, si differenzia rispetto al Totale Gestioni patrimoniali sopra riportato in quanto il primo è comprensivo di controvalore dei titoli, plus/minus e proventi da accreditare mentre il secondo è comprensivo di controvalore dei titoli e liquidità.

Le Gestioni Patrimoniali 2015 2014 variaz. assol. variaz. %

Gestioni Patrimoniali Mobiliari 925,9 897,2 28,7 3,2%

Gestioni Patrimoniali in Sicav 1.310,6 996,8 313,8 31,5%

Totale Gestioni patrimoniali * 2.236,5 1.894,0 342,5 18,1%

(dati in milioni di euro)

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RELAZIONE SULLA GESTIONE 02 capitolo

COMPOSIZIONE GESTIONI PATRIMONIALI

2015

58,6%

41,4%

2014

52,6%

47,4%

Nel corso dell’anno il complessivo aumento delle consistenze (+342 milioni di euro, pari a +18% circa) è determinato soprattutto dalla crescita delle Gestioni Patrimoniali in Sicav, passate da circa 997 a 1.311 milioni di euro (+314 milioni di euro, pari a +31% circa), con le Gestioni Patrimoniali Mobiliari passate da 897 milioni di euro a 926 (circa +29 milioni di euro, pari a +3%).In termini di incidenza percentuale sul totale gestioni patrimoniali, le GPM passano dal 47% al 41% nel corso dell’anno, con le GPS conseguentemente in aumento dal 53% al 59%.All’interno delle GPM, il peso delle gestioni delegate a Euromobiliare A.M. SGR passa dall’86% di fine 2014 all’80% di fine 2015, mentre il peso di quelle delegate a Equita SIM passa dal 14% al 20%.Le GPS sono invece delegate totalmente a Euromobiliare A.M. SGR.Nel complesso le consistenze nel nuovo servizio “Portfolio Suite” ammontano a fine 2015 a 450 milioni di euro.

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RISORSE UMANE E RETE COMMERCIALE2015 2014 Variazioni

AssoluteVariazioni

%

Occupazione puntuale di fine periodo 211 202 9 4,5%

Meno comandi dati - società Gruppo 3 2 1 50,0%

Più comandi ricevuti - società Gruppo 7 5 2 40,0%

Totale risorse impiegate 215 205 10 4,9%

Di cui part-time 7 6 1 16,7%

Di cui a tempo determinato 8 3 5 166,7%

Strutture operative e direzionali centrali 93 88 5 5,7%

Strutture operative periferiche 50 47 3 6,4%

Private banker di direzione 60 59 1 1,7%

Private banker di rete 12 11 1 9,1%

Totale risorse impiegate 215 205 10 4,9%

L’evoluzione dell’organico, in aumento rispetto a fine 2014, è spiegabile considerando il potenziamento:

• delle strutture centrali (+5 persone), avvenuto sia per presidio normativo che rischi (di queste ben 3 persone vengono da Capo Gruppo);• delle strutture operative periferiche (+3 persone), a sostegno dell’incremento masse;• dei Private Banker (+2 persone), saldo netto tra nuove assunzioni in particolare su Roma, Torino, Udine e uscite su Milano.

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RELAZIONE SULLA GESTIONE 02 capitolo

Sul fronte del posizionamento della Banca rispetto al perimetro Assoreti, si riscontra una generale riduzione delle quote di mercato accompagnato, in taluni casi, anche ad un arretramento nel ranking. Tale situazione è da ricondurre al fatto che nel corso del 2015 Intesa Sanpaolo Private Banking è entrata a far parte della compagine associativa di Assoreti, con una quota di mercato sul patrimonio pari a circa il 20% del totale.Se volessimo valutare la quota di mercato e il ranking di Banca Euromobiliare in continuità con gli anni scorsi, ricalcolando i dati “pro-forma” su un perimetro che non comprende Intesa Private Banking, otterremmo i seguenti evidenze:• quota di mercato su totale stock pari ad 1,79% (sostanzialmente in linea rispetto al 2014) ed incremento di una posizione del ranking relativo;• quota di mercato su numero gestori pari ad 1,44% (sostanzialmente in linea rispetto al 2014) e mantenimento del ranking;• mantenimento del ranking relativo al patrimonio per promotore accompagnato da un incremento delle masse pro-capite (da 18,86 a 19,64 milioni di euro), a conferma sia del fatto che la Banca resta una delle principali realtà del settore per dimensione di tale aggregato, sia del lavoro svolto nel recente passato sul fronte della razionalizzazione della rete commerciale.

2015 2014 Variazioni Assolute

Variazioni%

Patrimonio della clientela

- ranking n. 11 11

- quota di mercato % 1,43 1,83 (0,40) (21,9%)

Numero Promotori Finanziari

- ranking n. 15 14

- quota di mercato % 1,39 1,41 (0,02) (1,4%)

Patrimonio per Promotore

- ranking n. 5 4

- masse Euro milioni 19,64 18,86 0,78 4,1%

(*) Si precisa che Banca Euromobiliare ha interrotto nel 2009 il flusso delle segnalazioni statistiche ad Assoreti; il numero dei Promotori Finanziari è stato comunque comunicato all’Associazione e su questa base sono state ricalcolate le quote di mercato rappresentate in tabella; gli indicatori riguardanti il patrimonio della clientela sono invece stati ricalcolati sulla base dei dati statistici interni.

Riportiamo inoltre alcuni dati statistici, confrontati con il “sistema Assoreti” (*).

I dati 2015 evidenziano una crescita della numerosità sia dei promotori finanziari sia dei private banker: relativamente ai promotori finanziari, i reclutamenti risultano circa in linea con l’anno precedente, a fronte di uscite molto inferiori; in merito ai private banker, si segnala un maggior reclutamento e una lieve diminuzione delle uscite rispetto al 2014.

Rete Commerciale 2015 2014 variaz. assol. variaz. %

Promotori finanziari 295 285 10 3,5%

- entrati 24 23 1 4,3%

- usciti 14 22 (8) (36,4%)

Private Banker (*) 75 73 2 2,7%

- entrati 8 3 5 166,7%

- usciti 6 7 (1) (14,3%)

(*) Sono considerate tutte le risorse che ricoprono il ruolo indipendentemente dall’inquadramento contrattuale e dalla % di comando in Banca Euromobiliare.

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ATTIVITÀ DI SVILUPPO ORGANIZZATIVO

Le iniziative di natura organizzativa attivate dalla Banca si possono suddividere in due filoni principali:

• Attività legate all’adeguamento normativo dei processi/procedure, per mezzo di aggiornamenti procedurali e informatici in grado di garantire l’aderenza dei processi della banca ai dettami della normativa di riferimento;• iniziative finalizzate all’efficientamento delle strategie di business, mediante l’implementazione di funzionalità atte a consentire una semplificazione degli aspetti operativi, a beneficio di quelli consulenziali nei confronti della clientela, garantendo nel contempo un maggior presidio di compliance.

Attività di carattere normativo

A novembre 2014 il Gruppo Credito Emiliano ha avviato il progetto “FORGOV” con l’obiettivo di definire una soluzione strutturale per l’identificazione, gestione e monitoraggio delle esposizioni c.d. “forborne”.Nell’ambito del progetto sono state definite le regole di individuazione delle esposizioni “forborne” e durante il 2015 sono stati realizzati gli interventi sui sistemi per consentire la gestione delle nuove posizioni e per il loro successivo monitoraggio.E’ stato infine avviato un processo di formazione sulla normativa di riferimento e sui nuovi processi, che si concluderà nel 2016.

Si è concluso nel 2015 il progetto di Gruppo “TARGET2S”, che ha raggiunto l’obiettivo di adeguare le banche del Gruppo Credem a “Target 2 Securities” (T2S), integrando le principali piattaforme software del Gruppo. T2S è il nuovo sistema europeo per il regolamento delle transazioni in titoli, finalizzato ad offrire un sistema di regolamento centralizzato, basato su una piattaforma tecnica unica e integrata in tempo reale con i sistemi di regolamento lordo delle Banche Centrali.

Ad ottobre 2015 si è concluso il progetto “NPLOAN”, promosso da Credito Emiliano ed esteso a Banca Euromobiliare, che ha previsto l’introduzione di un nuovo strumento per il monitoraggio e la gestione congiunta delle posizioni in sconfinamento e/o con rate insolute. Il progetto ha inoltre consentito l’adeguamento dei processi al fine di garantire un coinvolgimento più efficace dei diversi attori (Gestore della Relazione, Filiali e Uffici Centrali).

In materia di “Trasferimento dei servizi di pagamento connessi al rapporto di conto di pagamento”, nel corso del 2015 è stata attivata l’iniziativa “PORTABILITA’ CC” in attuazione delle disposizioni di cui all’art. 2 del DL 24.1.2015 n.3 convertito, con modificazioni, dalla Legge 24 marzo 2015 n. 33 che stabilisce che gli istituti bancari e i prestatori di servizi di pagamento, in caso di trasferimento di un conto di pagamento, adottino e concludano la procedura entro i termini previsti dalla direttiva europea senza oneri e spese di portabilità a carico del cliente.L’iniziativa ha permesso di creare un processo automatizzato attraverso il quale trasferire le informazioni finalizzate al trasferimento dei servizi bancari di conto corrente quali: bonifici in entrata, bonifici in uscita, addebiti diretti ricorrenti (mandati SDD), per consentire il rispetto delle stringenti scadenze temporali imposte dalla Normativa.

Nel corso del 2015 è stato attivato il progetto di Gruppo “DIGITA”, in materia di digitalizzazione assegni, con l’obiettivo di adeguare i processi di produzione e gestione degli assegni bancari, circolari e di traenza alla nuova normativa Banca d’Italia, che renderà la copia elettronica conforme a quella cartacea mediante l’uso della firma digitale. Il progetto consentirà alla Banca la lettura ed interpretazione dei nuovi assegni in possesso degli standard di sicurezza introdotti dalla normativa (codice bidimensionale datamatrix e numero assegno forato sul titolo cartaceo) attraverso dei nuovi lettori di cassa in sostituzione degli attuali. L’introduzione dei nuovi lettori, parallelamente all’aggiornamento dell’applicativo di sportello (concluso a novembre 2015), oltre a soddisfare i requisiti normativi di Banca d’Italia, consentirà un controllo più accurato sui titoli negoziati, grazie alla lettura delle nuove informazioni presenti sui titoli.La fase 2 del progetto, che avrà l’obiettivo di adeguare i processi ed i sistemi bancari alle procedure interbancarie di incasso assegni in via esclusivamente digitale, proseguirà per tutto il 2016.

A luglio 2015 Banca d’Italia ha emanato il provvedimento «Disposizioni di Trasparenza della Banca d’Italia - aggiornamento» che ha modificato le precedenti disposizioni in materia, al fine di aggiornare queste ultime alle novità normative intercorse negli ultimi anni. La Banca ha pertanto aderito al progetto di Gruppo “NEWTRA” (Nuova trasparenza), allo scopo di

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RELAZIONE SULLA GESTIONE 02 capitolo

predisporre le attività di adeguamento alla nuova normativa, che detta nuovi principi che devono rispettare i documenti informativi a disposizione della clientela.

Attività a supporto del business

Ad inizio 2015 si è concluso il progetto “MODELBE” (Modello di Servizio Banca Euromobiliare), attivato a maggio 2014.Il progetto, di banking tradizionale, ha consentito di adeguare i sistemi di cassa di Gruppo per permettere ai clienti di Banca Euromobiliare di poter accedere al servizio di cassa presso le filiali di Credito Emiliano abilitate.

A partire da marzo 2015 è stata avviata una nuova iniziativa di revisione dei processi in ambito Crediti finalizzata al recepimento delle tecnologie già in uso in Capogruppo per la dematerializzazione dei processi e l’apposizione della marca temporale tramite firma elettronica.

E’ proseguita la fase di analisi del progetto “NEWAGE”, il cui obiettivo è quello di sviluppare una nuova anagrafe centrale clientela di Gruppo, che possa rappresentare un’infrastruttura efficace ed efficiente e garantire elevati livelli di qualità del dato..Il perimetro degli interventi progettuali è stato suddiviso in tre wave di rilascio (fino a fine 2017) ed a novembre 2015 sono state concluse le analisi degli interventi previsti per la prima wave, il cui roll-out è previsto da ottobre a dicembre 2016.

Nel corso del 2015 si è concluso il progetto “NUGESP” (Nuove Gestioni Patrimoniali ad Ombrello), grazie al quale è stata messa a disposizione delle reti di promotori finanziari e private banker la piattaforma di vendita (c.d. “Hub”) integrata con il processo di consulenza, secondo una valutazione di adeguatezza Multivariata del portafoglio cliente delle gestioni Multilinea. Prosegue il progetto “CONSU3” per l’integrazione delle procedure dispositive al processo di consulenza. Nell’ambito del progetto sono state avviate le attività per la digitalizzazione della documentazione afferente ai processi di investimento regolati tramite la nuova piattaforma Hub, al fine di costruire un archivio digitale più completo e utile ad attività di controllo di secondo livello.

Nel corso del 2015 è proseguito il progetto di Gruppo “FIRCON” (Firma Contratti), finalizzato allo sviluppo di sistemi di firma elettronica (in filiale con modalità grafometrica, tramite internet banking con l’uso di “one time password”) nelle forme di Firma Digitale e Firma Elettronica Avanzata, entrambe disciplinate dal D.Lgs. 82/2005 e dalla relative norme di attuazione.

Relativamente alla multicanalità, si è concluso il progetto di Gruppo “MOBILE”, che ha sviluppato la nuova piattaforma di Mobile Banking, che permetterà ai clienti di accedere ai sistemi Internet Banking anche tramite App dedicate e installate su dispositivi Tablet e Smartphone.

Banca Euromobiliare ha inoltre completato a febbraio 2015 lo sviluppo del nuovo sito internet pubblico www.bancaeuro.it.

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SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO E GESTIONE DEI RISCHI La struttura organizzativa

Le attività e le strutture di controllo interno e di governo del rischio di Banca Euromobiliare fanno parte di un articolato sistema di controllo nell’ambito del Gruppo Credem, organizzato secondo un modello in grado di rispondere alle richieste poste dalla attuale normativa in materia da parte di Banca d’Italia, Consob ed altre Autorità di controllo e vigilanza. Esso coinvolge diverse strutture organizzative interne ed esterne alla Banca e i principali organi di questo sistema sono:

• gli Organi Societari (Consiglio di Amministrazione e Collegio Sindacale), che svolgono una funzione di coordinamento e supervisione e su cui ricade la responsabilità finale del corretto funzionamento del Sistema;• la Funzione di Revisione Interna (Audit), che è svolta in outsourcing dal Servizio Audit di Credito Emiliano S.p.A. nell’ambito di un modello “accentrato” che prevede il conferimento dell’incarico da parte delle società del Gruppo al Servizio Audit; quest’ultimo dipende direttamente dal Consiglio di Amministrazione di Credito Emiliano S.p.A. e risponde al Comitato Consiliare Rischi di Gruppo, cui fornisce le informazioni necessarie a valutare la funzionalità, l’efficacia e l’efficienza del sistema di controlli interni;• la Funzione di Controllo di Conformità alle norme (Compliance), struttura di controllo di secondo livello affidata in outsourcing a Credito Emiliano, istituita in coerenza con le disposizioni di vigilanza di Banca d’Italia, con il regolamento congiunto Banca d’Italia – Consob del 29/10/2007 e con le linee guida emanate dalla Capogruppo, che hanno sancito: - l’assetto organizzativo minimale al quale le diverse Società del Gruppo Bancario Credem devono adeguarsi per gestire il proprio rischio di non conformità; - l’approccio metodologico da seguire per l’attività di verifica, basato su tecniche di identificazione, valutazione, gestione e monitoraggio dei rischi di non conformità; il responsabile della Funzione è il Compliance Officer pro-tempore di Credem, che ricopre tale carica in tutte le banche e le società di gestione del risparmio italiane del Gruppo Credem;• la Funzione Antiriciclaggio, costituita in ottemperanza alle disposizioni di Banca d’Italia del 10 marzo 2011 (provvedimento recante disposizioni attuative in materia di organizzazione, procedure e controlli interni volti a prevenire l’utilizzo degli intermediari e degli altri soggetti che svolgono attività finanziaria a fini di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo); quale responsabile della Funzione Antiriciclaggio è stato nominato il responsabile antiriciclaggio pro-tempore di Credem, che ricopre tale carica anche presso le altre società del Gruppo bancario soggette a tale normativa;• la Direzione Controlli di Banca Euromobiliare, cui spetta il compito di garantire l’applicazione delle politiche di auditing di Gruppo e del complesso sistema di norme interne che regola l’attività di controllo. Il Direttore Controlli svolge il ruolo d’interfaccia con Audit e con il Collegio Sindacale della Banca, sia per quanto riguarda l’attività di “link auditor”, cioè di presidio e coordinamento delle attività ispettive svolte sulla Banca da Audit, sia per quanto riguarda tutti gli altri controlli effettuati direttamente. I risultati dell’attività di controllo vengono periodicamente rendicontati al Direttore Generale e al Consiglio di Amministrazione. Al Direttore Controlli è inoltre attribuito il compito di supportare e facilitare le attività svolte dalla Funzione di Compliance e di trasmettere i report, prodotti dalla funzione stessa, alle funzioni organizzative della Banca che risultano coinvolte, ed il ruolo di referente della Funzione Antiriciclaggio;• il servizio di Risk Management, delegato presso la struttura “Enterprise Risk Management” della Capogruppo.

Nel corso del 2015 la Credito Emiliano S.p.A. ha rivisto la struttura organizzativa delle Funzioni di Controllo di secondo livello. Tale riorganizzazione ha portato alla creazione di due nuove strutture, in sostituzione del precedente Servizio Rischi:• Servizio Enterprise Risk Management, nel quale sono confluiti tutti gli uffici del Risk Management ed il Rating Office;• Servizio Compliance e Antiriciclaggio, che raggruppa tutte le unità appartenenti alle omonime funzioni.

Per assicurare il necessario collegamento tra la Banca e le Funzioni Aziendali di Controllo esternalizzate il Consiglio di Amministrazione ha nominato dei Referenti, che hanno il compito di collaborare al fine di garantire una corretta gestione dei rischi della Società, in particolare:• svolgono compiti di supporto: - nella pianificazione delle attività di controllo e nell’individuazione delle eventuali modifiche necessarie per adeguare il piano a variazioni intervenute nelle strategie, nell’operatività e nell’organizzazione della Società; - nella rendicontazione degli esiti delle stesse, nonché nel monitoraggio dello stato di avanzamento degli interventi

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RELAZIONE SULLA GESTIONE 02 capitolo

migliorativi suggeriti;• segnalano tempestivamente eventi o situazioni particolari, suscettibili di modificare i rischi generati dalla Società;• mantengono adeguati rapporti con gli Organi di Controllo ed Aziendali della Società;• riportano funzionalmente alla Funzione Aziendale di Controllo esternalizzata.

L’attività di controllo interno

Cinque sono gli ambiti in cui si articola l’attività di controllo interno: controlli giornalieri di linea, attività di auditing, attività di controllo di conformità alle norme, attività di presidio di rischi di riciclaggio e di finanziamento al terrorismo e altre attività di controllo svolte dalla Direzione Controlli della Banca.

I controlli giornalieri “di linea” sul regolare svolgimento delle attività operative ed amministrative sono effettuati dalle singole unità organizzative e formalizzati nei regolamenti interni e nei manuali procedurali e controlli di secondo livello, svolti sia nell’ambito dell’analisi dell’andamento gestionale della Banca che dell’attività di presidio dei rischi e dell’attività di controllo interno.

Rientrano nell’ambito dell’attività di auditing svolta dal Servzio Audit sul rispetto delle disposizioni di legge e delle norme operative, i controlli di terzo livello volti ad assicurare la normale operatività dell’attività della Banca, il monitoraggio dei rischi, la funzionalità del sistema dei controlli interni di primo e secondo livello. Tra le priorità dell’audit rientrano l’individuazione di andamenti anomali, di violazioni delle procedure ed i conseguenti suggerimenti per il miglioramento delle procedure aziendali e delle modalità di controllo e gestione dei rischi. L’attività di cui sopra viene rendicontata al Consiglio di Amministrazione ed al Collegio Sindacale della Banca attraverso report specifici, la relazione annuale delle verifiche effettuate ed il piano delle verifiche programmate per l’anno successivo.Relativamente al piano 2015 sono stati effettuati i seguenti interventi:• 49 verifiche a carico della rete promotori finanziari e 19 rispetto alle dipendenze, con le seguenti modalità:• 38 verifiche sull’operatività dei singoli PF,• 2 accertamenti mirati sull’operatività di due PF,• 9 verifiche a distanza trasversali sul canale promotori,• 6 ispezioni in loco presso dipendenze,• 12 verifiche a distanza trasversali sul canale dipendenze. Di seguito si fornisce il dettaglio delle verifiche a distanza trasversali (monitoraggi e campagne) svolte sulla rete promotori finanziari e sulle dipendenze: PROMOTORI FINANZIARI - Verifica della contrattualistica relativa alle gestioni patrimoniali offerte dai promotori; - 3 attività di monitoraggio a distanza su PF in materia prestazione servizi investimento e provvigioni; - Analisi della conformità operativa relativa al collocamento di OICR da parte dei promotori; - 2 attività di monitoraggio a distanza operatività PF (Codice di Comportamento); - Analisi versamenti assegni di altre banche sulla clientela seguita dai promotori finanziari: ricerca fenomeni di concentrazione; - Analisi di conformità sull’operatività in prodotti assicurativi effettuata dalla rete di vendita. DIPENDENZE - 3 attività di monitoraggio a distanza su private bankers; - Analisi sulla corretta classificazione del profilo di rischio della clientela; - Analisi evoluzione utilizzo Nuova Posizione Investimenti nel processo di Consulenza; - Operazioni su OICR: analisi sui conti di regolamento (IBAN altre banche e c/c Banca Euromobiliare); - Assegni circolari emessi a favore del proprio gestore; - Analisi attività via Internet Banking clientela ultraottantenne; - 4 Attività trimestrali di monitoraggio sul rispetto del Codice di Comportamento Interno. • 14 audit su processi ed unità operative interne; in particolare: - Verifica del processo di attivazione dei rapporti con i consulenti finanziari indipendenti; - Gestioni individuali delegate: verifica sulle modalità di indirizzo e controllo delle decisioni di investimento - Follow up 2012; - Approfondimento sull’inoltro degli inviti relativi all’incontro sulla “Voluntary Disclosure” del 18/04/2014; - Analisi delle modalità di segnalazione dei dati statistici su servizi investimento;

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- Analisi della gestione dell’inserimento in struttura dei nuovi reclutamenti, nel canale promotori; - Analisi della gestione dell’inserimento in struttura dei nuovi reclutamenti, nel canale private banking; - Analisi del processo delle registrazioni telefoniche in filiale degli ordini su titoli; - Analisi del processo di attribuzione dei profili abilitativi ai gestori (Private e PF); - Normativa Antiriciclaggio: Verifica di allineamento tra procedure contabili e Archivio Unico Informatico; - Processo di concessione degli affidamenti; - Requisiti in materia di fondi propri per il rischio operativo: verifica del processo di classificazione dell’“indicatore rilevante” nelle linee di attività; - Verifica circa l’attuazione del modello di presidio specialistico sul rischio di non conformità alle norme; - Verifica del processo di gestione della liquidità nell’ambito della Policy Gestione del rischio liquidità di Gruppo; - Verifica del processo di manutenzione del Piano di Business Continuity per l’anno 2015.• rapporto annuale richiesto da AVIVA spa, ai sensi dell’articolo 40 del Regolamento ISVAP n. 5 del 10/2006 e del provvedimento Isvap n. 2473 del 27/10/09, in merito alle verifiche svolte sui promotori finanziari che hanno collocato prodotti della Compagnia.

L’attività di controllo di conformità alle norme, che Banca Euromobiliare ha affidato – come già detto - in outsourcing alla Funzione di Controllo di Conformità di Credito Emiliano, designando come proprio Compliance Officer lo stesso esponente nominato in tale ruolo dalla Controllante, ha riguardato principalmente i seguenti ambiti normativi:• credito al consumo;• privacy;• trasparenza bancaria;• rapporti dormienti;• fondo unico giustizia;• distribuzione prodotti assicurativi;• “market abuse”;• prestazione dei servizi di investimento.

Sono inoltre state emanate le disposizioni attinenti la nuova disciplina in tema di sistemi interni di segnalazione delle violazioni (c.d. “Whistleblowing”).Nel corso del 2015 sono stati effettuati dalla funzione di Compliance interventi:• di tipo “ex-ante”, relativi, cioè, ad analisi sull’adeguatezza delle misure organizzative sviluppate dall’azienda a fronte delle modifiche intervenute in termini di nuove normative e/o di nuovi prodotti/servizi/processi, prima dell’adozione delle stesse da parte delle strutture organizzative, e di consulenza;• di tipo “ex-post”, relativi, cioè, a verifiche di esistenza/adeguatezza dei presidi organizzativi già adottati a presidio dei rischi di non conformità. Tali attività possono essere svolte anche dal Servizio Audit, per conto della funzione di compliance, sulla base di un apposito accordo di servizio fra le due strutture di controllo;• di consulenza, aventi ad oggetto richieste di approfondimento su singoli argomenti.

L’attività di presidio dei rischi di riciclaggio e di finanziamento al terrorismo è svolta dalla funzione antiriciclaggio, affidata in outsourcing all’omonima funzione di Credito Emiliano, che si occupa di:• verificare nel continuo che le procedure aziendali siano coerenti con l’obiettivo di prevenire e contrastare la violazione di norme in materia di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo;• prestare consulenza e assistenza agli organi aziendali ed all’alta direzione;• verificare l’affidabilità del sistema informativo di alimentazione dell’Archivio Unico Informatico aziendale;• presidiare la trasmissione mensile alla UIF dei dati aggregati concernenti le registrazioni nell’Archivio Unico Informatico;• curare la predisposizione di un adeguato piano di formazione finalizzato a conseguire un aggiornamento su base continuativa del personale dipendente e dei collaboratori.

Le attività di controllo svolte dalla Direzione Controlli della Banca si articolano in:• visite alle filiali, effettuate per il tramite del “Supervisor”, per il monitoraggio delle aree di attività che riguardano sicurezza e valori, ordine amministrativo, contrattualistica, intermediazione mobiliare, trasparenza e antiriciclaggio (pianificate nel corso dell’anno ad integrazione delle visite ispettive già realizzate dalla funzione di controllo interno);• presidio centrale con verifiche a distanza su due aree di particolare importanza per l’attività della Banca, quella di gestione dei patrimoni della clientela e quella di collocamento del servizio di raccolta ordini, attraverso controlli ex-ante ed ex-post;

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• presidio sulla corretta applicazione della normativa antiriciclaggio, attraverso il monitoraggio accentrato dei dati e la verifica della corretta applicazione dei regolamenti interni.

Il governo del rischio

RISCHI DI CREDITO Il rischio di credito, relativo alle probabilità di inadempimento degli obblighi contrattuali da parte dei debitori della Banca o al peggioramento del merito creditizio degli stessi, dipende in senso generale da molteplici fattori appartenenti al contesto macro di riferimento (andamento dell’economia, crisi di specifici settori produttivi, ecc.) o a specifiche situazioni della controparte.Come già evidenziato nei precedenti paragrafi, la concessione di linee di credito alla clientela non rappresenta un’attività core in Banca Euromobiliare, ma è subordinata alla raccolta di patrimoni da gestire e rappresenta, quindi, un servizio di completamento della gamma offerta ai clienti, con facilitazioni concesse assistite per la quasi totalità da garanzie reali. Esiste comunque una codificata procedura di monitoraggio dei rischi di credito, presidiata sia da strutture interne della Banca che da organismi della Capogruppo, che assicura il mantenimento di una elevata qualità dell’attivo della Banca. Per una più approfondita trattazione dell’argomento rinviamo alla specifica sezione di nota integrativa (parte E – sezione 1).

RISCHI DI MERCATOIl rischio di mercato viene inteso come probabilità di subire delle perdite di valore dei titoli detenuti in portafoglio conseguentemente all’andamento dei mercati finanziari ed alle specificità dei titoli stessi. Riguardo ai fattori endogeni di mercato, la mitigazione dei rischi deve tener conto in particolare dell’andamento dei tassi d’interesse, dei corsi azionari e dei cambi. Il monitoraggio dei fattori specifici deve riguardare le caratteristiche proprie dei titoli e l’affidabilità dell’emittente. L’attività di valutazione e monitoraggio dei rischi di mercato è effettuata con metodologia VaR (Value at Risk) ed ha come oggetto il portafoglio titoli di proprietà della Banca.Per ulteriori dettagli sull’analisi dei rischi di mercato rinviamo alla specifica sezione di nota integrativa (parte E – sezione 2).

Nel 2015 è proseguita l’attività di monitoraggio del rischio delle gestioni patrimoniali della clientela della Banca. Alla definizione di limiti di rischio assegnati ad ogni linea d’investimento (approvati almeno annualmente dagli organi societari, rendicontati su base trimestrale presso gli organi deputati e monitorati su base settimanale) ed alle analisi di contribuzione al rischio complessivo di portafoglio lungo le differenti direttrici d’investimento, di sensitività degli impatti marginali sul rischio prospettico di singole componenti di portafoglio e di stress test in ipotesi di scenari di mercato avversi, la Banca, per il tramite delle funzioni di Risk Management di Gruppo, ha affiancato ulteriori analisi che consentono di ottenere la più ampia visibilità sulla curva dei rendimenti attesi e di associare i diversi strumenti di analisi per un’estesa comprensione delle dinamiche di rischio.L’attività delle funzioni di Risk Management di Gruppo ha continuato a ricomprendere le valutazioni circa l’andamento dei risultati di gestione delle gestioni patrimoniali oggetto del servizio di gestione di portafogli (incluse le deleghe gestionali), dei rispettivi parametri contrattuali di riferimento, del rapporto di efficienza rischio-rendimento e delle dispersioni rispetto ai “portafogli modello”. Sono stati, inoltre, forniti in modo sistematico addizionali strumenti di supporto alla verifica da parte della direzione investimenti del rispetto delle indicazioni strategiche quantitative deliberate dal Consiglio di Amministrazione ed assegnate ai centri gestori.

Per una trattazione analitica su rischio di prezzo, di tasso di interesse, di cambio e di liquidità, si rimanda alla specifica sezione di nota integrativa (parte E – sezioni 2 e 3), ma si anticipa sin da ora come la Banca non sia significativamente esposta ad alcuno dei sopra menzionati rischi.

RISCHI OPERATIVIIl Nuovo Accordo sul Capitale “Basilea 2” (in vigore dal 2007) ha introdotto la necessità di considerare i rischi operativi nel calcolo dei requisiti patrimoniali.

I rischi operativi vengono definiti come “il rischio di perdite derivanti da disfunzioni a livello di procedure, personale e sistemi interni, oppure da eventi esogeni”: da tale definizione sono esclusi i rischi strategici e di reputazione.Il sistema di gestione dei rischi operativi è definito come l’insieme strutturato di processi, funzioni e risorse per l’identificazione, la valutazione e il controllo dei rischi operativi ed è articolato nei processi di identificazione, misurazione, reporting e mitigazione.

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In tale ambito vengono svolte internamente al Gruppo Credem, compresa Banca Euromobiliare, le attività di Loss Data Collection (raccolta dei dati di perdita operativa) e Risk Self Assessment (raccolta, attraverso questionario, di stime soggettive espresse dai risk owner con riferimento agli eventi di natura operativa potenzialmente rilevanti per le proprie unità di business). Tali attività sono funzionali a rafforzare la capacità valutativa e di gestione consapevole dei rischi operativi, anche attraverso la valutazione delle opportune azioni di mitigazione del rischio.

Il sistema di gestione dei rischi operativi è definito come l’insieme strutturato di processi, funzioni e risorse per l’identificazione, la valutazione e il controllo dei rischi operativi ed è articolato nei processi di identificazione, misurazione, reporting e mitigazione.

In tale ambito vengono svolte internamente al Gruppo Credem, compresa Banca Euromobiliare, le attività di Loss Data Collection (raccolta dei dati di perdita operativa) e Risk Self Assessment (raccolta, attraverso questionari di stime soggettive espresse dai risk owner con riferimento agli eventi di natura operativa potenzialmente rilevanti per le proprie unità di business). Tali attività sono funzionali a rafforzare la capacità valutativa e di gestione consapevole dei rischi operativi, anche attraverso la valutazione delle opportune azioni di mitigazione del rischio.

Per ulteriori dettagli sull’analisi dei rischi operativi, si rinvia alla specifica sezione di nota integrativa (parte E – sezione 4).

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ATTIVITÀ DI MARKETING Le iniziative di marketing e comunicazione sviluppate nel 2015 sono state finalizzate a consolidare la brand awareness di Banca Euromobiliare mediante interventi coerenti con l’immagine ed il posizionamento della banca.Per quanto riguarda le relazioni con i media, è proseguita intensamente anche nel 2015 l’attività di media relations a supporto della diffusione del brand e delle strategie di Banca Euromobiliare, con focus sull’attività di reclutamento e sul modello di servizio. Particolare attenzione è stata dedicata agli speciali sul private banking dei principali quotidiani e magazine finanziari nazionali. Nel mese di giugno è stata aperta la nuova filiale di Udine (ubicata in Piazza Duomo 3), mentre nel mese di agosto è stato attivato un nuovo centro finanziario a Treviso (situato in via Tiziano Vecellio 1).

Nel corso del 2015 è proseguita l’accurata attività di organizzazione e sponsorizzazione di eventi finalizzati al consolidamento della relazione tra clientela e Banca e allo sviluppo di nuovi contatti con clientela prospect.

A questo riguardo:

• a partire dal mese di gennaio, in partnership con BAA Bocconi Alumni Association, abbiamo partecipato come main sponsor a diversi “dinner speech” con la finalità di acquisire e sviluppare un network di relazioni cresciute professionalmente e culturalmente all’interno del mondo Bocconi;• il 9 febbraio si è tenuto a Creazzo (VI) il convegno “L’utilizzo del trust nell’ambito dei rapporti di coppia”, con la partecipazione di alcuni membri del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, dell’Associazione il Trust in Italia e dell’Ordine degli Avvocati di Vicenza;• il 12 marzo, in collaborazione con la Confcommercio di Ravenna, è stato organizzato il convegno intitolato “Protezione del patrimonio aziendale e familiare”. L’evento si è tenuto negli spazi della Confcommercio ed ha avuto come oggetto la valutazione degli impatti patrimoniali e successori relativamente alle varie tipologie di famiglia;• il 31 marzo abbiamo organizzato a Milano il convegno “Voluntary Disclosure” con la partecipazione ed il prezioso supporto di affermati esperti in materia fiscale e legale. Un’occasione per consolidare il brand di Banca Euromobiliare su una piazza target, grazie al tema di attualità e di richiamo per la clientela di elevato standing;• da aprile a novembre si è tenuto a Perugia il prestigioso torneo di golf “Golf in excellence” di cui Banca Euromobiliare è stata main sponsor. Grazie all’elevato profilo dei partecipanti è stato possibile acquisire nuovi contatti con clientela prospect di alto standing;• il 6 maggio, per celebrare il trecentesimo anniversario del violino Antonio Stradivari 1715 “ex Bazzini”, Banca Euromobiliare ha promosso un esclusivo concerto presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica di Milano. Protagonista dell’evento, il celebre maestro Matteo Fedeli, che da sempre si distingue per la sua volontà di portare strumenti musicali eccezionali all’attenzione del grande pubblico. L’organizzazione dell’evento ha consentito di aiutare l’Associazione Paolo Pini di Milano, impegnata da oltre cinquant’anni nell’assistenza domiciliare gratuita a bambini malati cronici ed alle loro famiglie;• il 23 e il 24 maggio, in occasione delle giornate nazionali di apertura al pubblico delle dimore storiche, organizzate da ADSI Associazione Dimore Storiche Italiane, siamo stati sponsor unico della sezione Emilia Romagna nella realizzazione delle visite organizzate a Bologna. L’evento si è svolto sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e con il Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e del Comune di Bologna. La presenza di una breve presentazione del nostro istituto nel volantino dedicato all’iniziativa culturale e la visibilità del nostro brand all’ingresso delle dimore aperte al pubblico, hanno garantito una buona visibilità e, soprattutto, un’ulteriore occasione per confermare la nostra attenzione nei confronti di progetti volti a tutelare il patrimonio delle famiglie italiane;• il 25 maggio si è tenuto il convegno “L’impatto sociale dell’impresa responsabile” organizzato in collaborazione con ManpowerGroup presso la loro sede di Milano. L’evento è stato animato dal confronto di differenti realtà aziendali, con l’intento di fornire una view trasversale sui temi della corporate social responsability. Gli argomenti trattati durante il convegno e l’attualità del tema hanno generato curiosità e partecipazione, soprattutto da parte di manager di aziende ed organizzazioni di primario standing;• il 6 giugno si è tenuta la 26° edizione della Coppa Banca Euromobiliare presso la Pinetina Golf Club, ad Appiano Gentile, competizione golfistica di primavera-estate promossa per raccogliere fondi da destinare all’Associazione per il Bambino Nefropatico (fondata a Milano nel 1978 con lo scopo di creare, presso la Clinica De Marchi, un centro per l’assistenza e la cura dei bambini affetti da insufficienza renale);• il 18 giugno, presso l’Autodromo di Modena, si è svolto l’evento intitolato “Maserati Lifestyle 2015” riservato ad un selezionato Gruppo di clienti e prospect. Il programma della giornata, dedicata alle emozioni, all’adrenalina e all’esclusività che solo un marchio come Maserati può trasmettere, ha incluso le prove di guida su pista di alcuni modelli Maserati, un

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percorso di degustazione presso una storica acetaia ed una cena presso un’azienda agricola locale;• il 26 giugno, in collaborazione con l’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Bergamo, abbiamo promosso il convegno “Voluntary disclosure, approfondimenti e casi pratici”. L’evento si è tenuto presso il Palazzo dei Contratti e delle Manifestazioni (ex Borsa Merci) ed ha visto la partecipazione di numerosi professionisti in materia legale e fiscale, provenienti da diversi studi legali di fama nazionale. Grazie all’elevato standing dei relatori ed al crescente interesse nei confronti dei temi trattati, il convegno ha consentito di acquisire nuove relazioni con clientela prospect in target e di consolidare il posizionamento del nostro brand;• il 15 settembre, nell’incantevole cornice di Villa Carlotta a Tremezzina sul Lago di Como, si è svolto il “Concerto di Beethoven” con la direzione del maestro Christian Leotta. Una serata esclusiva, riservata agli ospiti della banca amanti di Beethoven e della musica classica;• il 17 ottobre, nell’elegante dimora storica di Villa dei Conti Cavenago a Trezzo sull’Adda (BG), abbiamo organizzato il prestigioso evento “Ferrari Lifestyle 2015”, riservato ad un ristretto numero di invitati di elevato standing. Ai partecipanti è stato offerto un programma studiato su misura da Ferrari e dalle prestigiose case del lusso che hanno partecipato all’evento la cui esclusività ci ha permesso di creare valore intorno al nostro marchio e di entrare in contatto con prospect in target per il nostro modello di servizio;• il 10 novembre, in collaborazione con prestigiosi partner del mondo legale e fiscale, abbiamo organizzato il convegno “Coniugi e coppie di fatto: pianificazione patrimoniale”, nella prestigiosa cornice del Mandarin Oriental Hotel di Milano. In considerazione delle tematiche dell’evento, sulle quali la sensibilità degli addetti ai lavori è in continua crescita, hanno partecipato professionisti di elevatissimo standing, con i quale è stato possibile instaurare nuove relazioni e consolidare il posizionamento del nostro brand.

Inoltre, nel corso dell’anno, sono stati organizzati numerosi workshop (Bologna, Perugia, Vicenza, Modena, Torino, Treviso, Pordenone) in partnership con selezionati professionisti esterni del network di contatti certificati dalla Banca, al fine di sensibilizzare la clientela target (clienti e prospect) sull’importanza della pianificazione fiscale e successoria e sul tema della Voluntary Disclosure, di particolare interesse nel corso di tutto l’anno. Come negli anni precedenti, non sono mancati gli incontri sul territorio nazionale con selezionati asset managers internazionali, durante i quali è stato possibile sviluppare approfondimenti tecnici, view di mercato e principi per la corretta diversificazione degli investimenti e per la costruzione di un asset allocation coerente con il profilo di rischio e con le indicazioni fornite dalla consulenza finanziaria evoluta a pagamento.

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IMMOBILIZZAZIONI E INVESTIMENTI

PARTECIPAZIONINon si rilevano variazioni rispetto al precedente esercizio: il controvalore complessivo delle partecipazioni in Credem Private Equity e Credem International Luxemburg ammonta a 346 migliaia di euro.

Immobilizzazioni 2015 2014 Variazioni Assolute

Variazioni %

Mobili e arredi 5,30 4,80 0,50 10,4%

Impianti, attrezzature e automezzi 3,73 3,52 0,21 6,0%

HW edp 0,68 0,58 0,10 17,2%

Immobilizzazioni materiali lorde 9,71 8,90 0,81 9,1%

Fondi ammortamento 8,55 8,24 0,31 3,8%

Immobilizzazioni materiali nette 1,16 0,66 0,50 75,8%

Oneri pluriennali - lavori (*) 2,99 1,94 1,05 54,1%

Oneri pluriennali - software 0,33 0,20 0,13 65,0%

Oneri pluriennali - lista clienti 1,76 2,13 (0,37) (17,4%)

Oneri pluriennali - avviamento 36,31 36,31 0,00 0,0%

Immobilizzazioni immateriali nette 41,39 40,58 0,81 2,0%

Quota ammortizzata (escluso avviamento) (**) % 76,2 79,2 (10,1) (11,7%)

(dati in milioni di euro)

Al 31/12/2015 i cespiti nel loro complesso, escludendo l’avviamento (non soggetto ad ammortamento), risultano complessivamente ammortizzati per il 76,2% del loro valore contro il 79,2% circa di fine 2014. Escludendo, oltre all’avviamento, anche la “lista clienti”, che a fine 2015 risulta ammortizzata per il 62% circa, gli altri cespiti sono complessivamente ammortizzati per il 79% (si veda parte B della nota integrativa per ulteriori dettagli).

Gli investimenti più rilevanti nel corso del 2015 sono stati quelli relativi alla ristrutturazione della Sede di Milano.

(*) Le migliorie su beni di terzi vengono qui rappresentate fra le immobilizzazione immateriali, mentre nello schema di stato patrimoniale sono ricomprese nella Voce 150(**) Si segnala che è stato riscontrato un errore nel dato esposto nella relazione sulla gestione 2014 alla voce “Quota ammortizzata (escluso avviamento)”; il dato corretto è pari a 79,2% e non ad 86,3%. Più nello specifico, la quota ammortizzata a fine 2014 relativa alla lista clienti rimane pari al 54%, mentre il dato corretto relativo alla quota ammortizzata degli altri cespiti (diversi dalla lista clienti) era 85% e non 95%, come riportato nella relazione sulla gestione 2014.

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Il risultato dell’esercizio 2015 risulta positivo e in miglioramento rispetto all’anno precedente, da 5,0 a 9,4 milioni euro.

Il margine di intermediazione nel suo complesso risulta in miglioramento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+7,7 milioni euro, pari a +13,7%), grazie alla crescita sia del margine finanziario (da 8,6 milioni euro a 8,8, pari a +3% circa) sia del margine da servizi (passato da 47,8 milioni euro a 55,3 pari a +16% circa). Più in dettaglio, il margine finanziario, nonostante la diminuzione della “forbice” fra tassi attivi e tassi passivi (da 1,67% a 1,61%), beneficia dei migliori margini sugli impieghi clientela (grazie sia ai maggiori volumi medi sia all’accresciuta redditività) e sulla raccolta diretta (dove il minor margine sui c/c clientela causato dai tassi monetari mediamente inferiori, pur in presenza di maggiori giacenze medie, viene più che compensato dai margini in miglioramento, seppur sempre negativi, sugli strumenti di liquidità vincolata a tempo). Margine in capo alla tesoreria, incluso il contributo degli investimenti del portafoglio di proprietà in Titoli di Stato AFS, in diminuzione (in quanto soggetto anch’esso alla sfavorevole dinamica tassi).Sul fronte del margine da servizi, si assiste al miglioramento del margine generato dall’attività caratteristica (+7,4 mln euro in termini di commissioni nette, pari a +15% circa), grazie in larga parte alle maggiori consistenze medie in prodotti di risparmio gestito (con in particolare il continuo sviluppo di gestioni patrimoniali, OICR e prodotti assicurativi, soprattutto di Gruppo, grazie anche alle recenti innovazioni di prodotto), alle superiori commissioni nette di performance su gestioni patrimoniali e al maggior contributo derivante dalla

RISULTATI ECONOMICI

2015 2014 Variazioni Assolute

Variazioni %

Margine finanziario * 8.792 8.554 238 2,8%

Margine servizi ** 55.310 47.815 7.495 15,7%

Margine d'intermediazione 64.102 56.369 7.733 13,7%

Spese amministrative *** (46.700) (44.900) (1.800) (4,0%)

Risultato di gestione 17.402 11.469 5.933 51,7%

Ammortamenti (791) (643) (148) (23,0%)

Accantonamenti, rettifiche e riprese di valore (3.020) (1.987) (1.033) (52,0%)

Altri oneri / proventi di gestione *** 340 (54) 394 729,6%

Utile (Perdita) delle attività ordinarie 13.931 8.785 5.146 58,6%

Utili (Perdite) da cessione di investimenti e da partecipazioni

0 (1) 1 100,0%

Utile (Perdita) prima delle imposte 13.931 8.784 5.147 58,6%

Imposte sul reddito dell'esercizio (4.579) (3.754) (825) (22,0%)

Utile (Perdita) d'esercizio 9.352 5.030 4.322 85,9%

(dati in migliaia di euro)

(*) Il margine finanziario corrisponde alla voce 30 del Conto Economico.(**) Il margine servizi corrisponde alla voce 60, 70, 80, 90 e 100 del Conto Economico.(***) Proventi da recupero bolli clientela, all’interno della voce 190 del Conto Economico, riclassificati tra le spese amm.ve. Contributo straordinario 2015 al Fondo di Risoluzione Unico delle crisi degli enti creditizi e delle imprese di investimento, riclassificato da “spese amm.ve” a “altri oneri / proventi di gestione”

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RELAZIONE SULLA GESTIONE 02 capitolo

diffusione del servizio di consulenza multibrand e dall’attività di corporate finance (gestione di mandati di advisory nell’ambito di operazioni Merger & Acquisitions). Tali dinamiche positive hanno però determinato, per contro e sempre all’interno delle commissioni nette, un incremento delle commissioni passive legate all’incentivazione dei Promotori Finanziari.Debolmente positiva la somma del risultato netto dell’attività di negoziazione (già dal 2014 sostanzialmente nullo per via della completa cessazione, da metà 2013, del servizio di negoziazione titoli in capo alla Banca, sostituito a livello di Gruppo dalla best-execution dinamica sulle compravendite dei titoli obbligazionari), di copertura e di utili/perdite sugli investimenti del portafoglio di proprietà in titoli di Stato in AFS, a fronte di una somma di poco negativa nel 2014.

Le spese amministrative, al netto dei bolli attivi e senza il contributo straordinario al Fondo di Risoluzione Unico delle crisi degli enti creditizi e delle imprese di investimento (i primi riclassificati dalla voce “altri oneri/proventi di gestione” all’interno delle “altre spese amm.ve”; il secondo invece da “altre spese amm.ve” a “altri oneri/proventi di gestione”), sono in aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+1,8 milioni euro, pari a +4,0%), in termini sia di spese del personale (da 25,9 a 26,9 milioni euro, pari a +4% circa) sia di spese generali (da 19,0 a 19,8 milioni euro, pari a +4% circa).In particolare, le maggiori spese del personale sono imputabili in larga parte al potenziamento della struttura organizzativa, della rete di Private Banker e al superiore accantonamento netto bonus dipendenti, mentre le spese generali registrano un peggioramento soprattutto sul fronte dei costi IT & operations (a causa principalmente della notevole crescita del business in atto e dell’impatto degli investimenti effettuati dal Gruppo in questi ultimi anni) e dei costi amministrativi (gravati dai maggiori contributi associativi ordinari dovuti al Fondo di Risoluzione Unico delle crisi degli enti creditizi e delle imprese di investimento e al Meccanismo di finanziamento dei sistemi di garanzia dei depositi). Lieve incremento dei costi di marketing; costi immobiliari invece in diminuzione (grazie alle azioni di razionalizzazione dei punti distributivi ormai a regime).

Le componenti fra il risultato di gestione e l’utile prima delle imposte (oneri e proventi diversi/straordinari, accantonamenti e rettifiche di valore, riclassificando i bolli attivi assieme ai bolli passivi all’interno delle spese amministrative e includendo il contributo straordinario al Fondo di Risoluzione Unico delle crisi degli enti creditizi e delle imprese di investimento) registrano un saldo complessivamente negativo e in peggioramento rispetto all’esercizio precedente (-3,5 milioni euro vs -2,7). Da segnalare in particolare il miglioramento del costo del credito (da circa -0,3 a +0,6 milioni euro, per via soprattutto dei benefici generati dalla nuova metodologia di determinazione della svalutazione collettiva crediti clientela e del past2 positivo e in aumento), più che compensato dalla dinamica più sfavorevole relativa alla gestione dei contenziosi non creditizi (tra variazione netta del Fondo rischi e oneri e sopravvenienze, saldo netto pari a circa -2,6 milioni euro vs -1,5, con in particolare rilevanti accantonamenti a fine 2015 legati a comportamenti fraudolenti da parte di un Promotore Finanziario, per i quali si rimanda alla Nota Integrativa Parte E, sez. 4, rischi legali per maggiori dettagli) e dal sopra citato contributo straordinario al Fondo di Risoluzione Unico delle crisi bancarie (-0,4 milioni euro circa). Saldo netto su altre svalutazioni/perdite/proventi/oneri straordinari debolmente negativo a fronte di una lieve positività nel 2014. Stabili gli accantonamenti dell’Indennità Aggiuntiva di Fine Rapporto per i Promotori Finanziari. Gli ammortamenti risultano invece in aumento rispetto all’anno precedente (da circa 0,6 milioni euro a 0,8).

Il risultato ante imposte, rispetto al precedente esercizio, cresce da 8,8 a 13,9 milioni euro (+59% circa), determinando pertanto una dinamica sfavorevole delle imposte sul reddito in valore assoluto, nonostante il tax rate passi dal 43% al 33% circa (principalmente grazie alla piena deducibilità, a partire dall’esercizio 2015, del costo del personale a fini IRAP).

Le dinamiche patrimoniali e reddituali registrate nell’esercizio in corso hanno permesso di superare i rispettivi obiettivi di budget 2015 e hanno costituito la base per la predisposizione del nuovo budget per l’anno 2016, approvato dal CdA in data 15 dicembre 2015.

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SOCIETÀ CAPOGRUPPOLa Banca è controllata al 100% da Credito Emiliano S.p.A., sede sociale in via Emilia S. Pietro, 4 - Reggio Emilia, che, in qualità di Capogruppo di Gruppo creditizio, redige il bilancio consolidato sottoponendolo a revisione contabile.

Ai sensi dell’art. 2497 bis del codice civile, in nota integrativa, parte H - operazioni con parti correlate, vengono esposti i dati dell’ultimo bilancio approvato di Credito Emiliano S.p.A.

Alla data del bilancio la Banca non detiene azioni della Capogruppo.

RAPPORTI CON SOCIETÀ DEL GRUPPOLa Banca ha collocato presso la propria clientela:

• fondi comuni di investimento gestiti da Euromobiliare Asset Management SGR S.p.A.;• sicav di Credemlux S.A.;• polizze vita di Credemvita S.p.A.;• prodotti bancari di Credito Emiliano S.p.A.;• contratti di leasing di Credemleasing S.p.A.;• servizi offerti da Credemfactor S.p.A.

La Banca ha inoltre fornito:• servizi amministrativi e logistici a società del Gruppo;• servizi di gestione di patrimoni per conto di Euromobiliare Fiduciaria S.p.A.

Tutti i servizi sono stati remunerati a normali condizioni di mercato.

I rapporti con Credito Emiliano S.p.A. sul fronte della gestione della tesoreria trovano riscontro nell’incidenza, in aumento rispetto a fine 2014, delle poste infragruppo (in particolare alla voce 60 – crediti verso banche dell’attivo, mentre alla voce 10 – debiti verso banche del passivo dello stato patrimoniale si registra una lieve riduzione): tali rapporti di credito e debito si riflettono chiaramente nel conto economico, che più in generale vede nel controvalore dei ricavi, così come dei costi, la presenza di contropartite infragruppo (in particolare con Credito Emiliano S.p.A.).

Per quanto riguarda i dettagli analitici delle attività, passività, garanzie e impegni intrattenuti con imprese del Gruppo, si rimanda a quanto indicato in nota integrativa, parte H – operazioni con parti correlate.

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RELAZIONE SULLA GESTIONE 02 capitolo

FATTI DI RILIEVO VERIFICATISI DOPO LA CHIUSURA DELL’ESERCIZIONessun fatto di rilievo si è verificato dopo la chiusura dell’esercizio.

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LA PREVEDIBILE EVOLUZIONE DELLA GESTIONEI rischi insiti nella fase ciclica che l’economia globale sta attraversando ha determinato una revisione delle attese di crescita, rispetto a quelle effettuate nell’autunno 2015. Si ipotizzano per il 2016 PIL mondiale al +2,9%, PIL USA al +2,1% e PIL UEM al +1,4%.Per quanto riguarda l’Italia, in particolare:• il PIL dovrebbe registrare un’evoluzione positiva (al +1,1%, dopo il +0,7% del 2015);• i consumi delle famiglie, dopo il recupero del 2015, dovrebbero beneficiare della prosecuzione del miglioramento del reddito disponibile, delle misure espansive del Governo e del contenuto prezzo del petrolio (è atteso un progresso dell’1,3%, dopo il +0,9% del 2015);• gli investimenti dovrebbero evidenziare una ripresa più evidente, alimentata dal recupero della domanda interna e dall’andamento positivo delle esportazioni;• l’inflazione è prevista stabile (come nel 2015) principalmente per l’evoluzione della componente energetica.Relativamente ai principali aggregati bancari, si segnala per il 2016 quanto segue:• sul fronte della raccolta diretta da residenti, si dovrebbe continuare ad evidenziare uno sviluppo dei depositi (+3,0%);• le minori esigenze di raccolta diretta da parte delle banche continueranno a sostenere il processo di diversificazione del risparmio delle famiglie verso gli strumenti di risparmio gestito; • la ripresa del ciclo economico e le politiche non convenzionali della BCE favoriranno una ripresa degli impieghi, sia verso le imprese (sostenuti dalla dinamica degli investimenti) sia verso le famiglie (grazie alla ripresa dei consumi). Le previsioni appena citate restano però soggette a un’elevata aleatorietà, legata all’intensità della crescita economica, alla stabilizzazione degli attuali livelli dello spread BTP-Bund, alla tenuta (in relazione ai livelli assai ridotti o negativi dei tassi di riferimento e delle politiche monetarie espansive della BCE) della forbice bancaria, all’evoluzione del rischio creditizio, alle possibili criticità di singoli soggetti bancari e all’andamento dei mercati azionari. Altri fattori di rilievo potranno incidere, in modo contrastante, nel 2016. In particolare, le possibili ulteriori misure espansive e non convenzionali che verranno poste in essere dalla Banca Centrale Europea potranno favorire il sostegno all’economia e la stabilizzazione del sistema bancario. Per contro, gli stress test del 2016 e lo SREP potranno condizionare i livelli di capitalizzazione e, conseguentemente, la propensione all’espansione degli investimenti dal parte del sistema bancario.

Per quanto riguarda il Gruppo CREDEM, fatte salve le incognite sopra evidenziate e tenute in rigorosa considerazione le indicazioni degli Organi di Vigilanza, che attribuiscono particolare importanza al mantenimento di solidi livelli di patrimonializzazione e fondate capacità di generazione reddituale, ci si attende per il 2016 la conferma di significativi ritmi di sviluppo commerciale, trainato in particolare dal risparmio gestito; più moderato, ma superiore alle aspettative di sistema, dovrebbe essere lo sviluppo dei crediti alla clientela; sostanzialmente debole, anche in riferimento alle distese condizioni di liquidità dei mercati interbancari ed istituzionali, si rivelerà la dinamica della raccolta diretta da clientela.Sotto il profilo economico è ipotizzabile il progresso dei proventi stabili dei servizi, con particolare riferimento a quelli rivenienti dalla gestione del risparmio. Più contenuta si rivelerà la dinamica dei proventi finanziari e di quelli bancari tradizionali. Saranno altresì decisivi, nell’evoluzione prospettata, il presidio degli spread creditizi (in un contesto che si presenta maggiormente competitivo), ma anche lo sviluppo commerciale della base clientela e dei volumi di intermediazione, nonché la necessaria evoluzione della struttura informatica, sempre più cruciale nel supporto all’evoluzione del Gruppo.Si confermerà infine (sempre in relativa discontinuità rispetto al sistema) il significativo livello della spesa, al servizio della crescita commerciale in atto, delle sempre più complesse norme finalizzate al potenziamento ed all’articolazione dei presidi organizzativi e conseguentemente, dei servizi di information technology a supporto.

Le sopra citate previsioni di carattere commerciale e reddituale sono valide anche per Banca Euromobiliare, con in particolare il continuo sviluppo commerciale e l’incremento dei margini da servizi, rispetto al Gruppo nel suo insieme, maggiormente legati alla crescita dei volumi nei prodotti di risparmio gestito, “core business” della Banca.Tali dinamiche previsionali, sia a livello di Gruppo sia per la Banca, potrebbero subire significative modifiche sulla base dell’evoluzione di alcune variabili esterne di difficile decifrazione: i tempi e l’intensità della ripresa economica, l’andamento dei mercati finanziari, la possibile ulteriore riduzione dei tassi a breve termine, l’evoluzione della normativa europea e gli esiti dei nuovi stress test previsti dalle Autorità di Vigilanza sul sistema bancario europeo.

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RELAZIONE SULLA GESTIONE 02 capitolo

PROPOSTE ALL’ASSEMBLEASignori Azionisti,Vi invitiamo ad approvare il bilancio dell’esercizio chiuso al 31 dicembre 2015, così come presentato dal Consiglio di Amministrazione, nel suo complesso e nelle singole appostazioni. Vi proponiamo inoltre di ripartire l’utile di esercizio pari ad euro 9.351.927,27 nel seguente modo: • alla riserva legale 935.192,73

• agli Azionisti, in ragione di 0,40 euro per ciascuna delle 9.800.000 3.920.000,00 azioni aventi godimento 01/01/2015 a titolo di dividendo ordinario

• alla riserva straordinaria 4.496.734,54 Si ritiene che la presente proposta soddisfi, in tema di politica di distribuzione dei dividendi, in generale, le indicazioni contenute nelle disposizioni normative in tema di vigilanza e nella Raccomandazione della Banca Centrale Europea del 17 dicembre 2015 e, nello specifico, i criteri di prudenza e conservatività definiti nella suddetta Raccomandazione.

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Milano, 10 marzo 2016

Il Consiglio di Amministrazione

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03BILANCIO

capitolo

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STRUTTURA E CONTENUTO DEL BILANCIOIl bilancio d’esercizio della Banca è costituito dallo stato patrimoniale, dal conto economico, dal prospetto della redditività complessiva, dal prospetto delle variazioni del patrimonio netto, dal rendiconto finanziario, dalla nota integrativa e dalle relative informazioni comparative. Il bilancio è corredato dalla relazione degli amministratori sull’andamento della gestione e sulla situazione della Banca, così come previsto dai principi contabili internazionali IAS/IFRS e dalla circolare di Banca d’Italia n° 262 del 22 dicembre 2005 (e successivi aggiornamenti) che ha disciplinato i conti annuali e consolidati degli enti creditizi e degli istituti finanziari.

Il bilancio della Banca è redatto con chiarezza e rappresenta in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale, la situazione finanziaria ed il risultato economico dell’esercizio.

La nota integrativa ha la funzione di fornire l’illustrazione, l’analisi ed in taluni casi un’integrazione dei dati di bilancio. Contiene le informazioni richieste dalla circolare di Banca d’Italia n° 262 del 22 dicembre 2005 e successivi aggiornamenti.

Vengono, infine, fornite tutte le informazioni complementari ritenute necessarie a dare una rappresentazione veritiera e corretta.

Gli schemi di stato patrimoniale, di conto economico, il prospetto della redditività complessiva, il prospetto delle variazioni del patrimonio netto e il rendiconto finanziario sono redatti in unità di euro, mentre la nota integrativa è redatta in migliaia di euro.

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Voci dell’attivo 31/12/2015 31/12/2014

10. Cassa e disponibilità liquide 344.044 354.177

20. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 528.366 649.499

40. Attività finanziarie disponibili per la vendita 119.958.635 120.810.142

60. Crediti verso banche 255.263.288 94.937.712

70. Crediti verso clientela 471.861.734 425.998.398

80. Derivati di copertura 249.733 -

100. Partecipazioni 346.087 346.087

110. Attività materiali 1.155.982 670.450

120. Attività immateriali 38.390.825 38.638.525

di cui avviamento 36.307.216 36.307.216

130. Attività fiscali 6.002.340 4.364.021

a) correnti 582.431 -

b) anticipate 5.419.909 4.364.021

di cui alla L. 214/2011 166.253 166.253

150. Altre attività 39.081.124 34.856.518

Totale dell’attivo 933.182.158 721.625.529

Voci del passivo e patrimonio netto 31/12/2015 31/12/2014

10. Debiti verso banche 872.375 1.829.800

20. Debiti verso clientela 784.538.715 587.020.392

40. Passività finanziarie di negoziazione 5.035 10.371

60. Derivati di copertura 1.739.527 1.653.565

80. Passività fiscali 6.494.061 6.318.517

a) correnti - 125.833

b) differite 6.494.061 6.192.684

100. Altre passività 29.968.672 27.324.216

110. Trattamento di fine rapporto del personale 2.087.800 2.216.253

120. Fondi per rischi ed oneri 13.216.282 10.262.566

b) altri fondi 13.216.282 10.262.566

130. Riserve da valutazione 1.552.808 1.634.893

160. Riserve 22.594.956 17.564.982

180. Capitale 60.760.000 60.760.000

200. Utile (Perdita) d'esercizio (+/-) 9.351.927 5.029.974

Totale del passivo e del patrimonio netto 933.182.158 721.625.529

BILANCIO AL 31/12/2015 03 capitolo

SCHEMI DEL BILANCIO DELL’IMPRESA

Stato Patrimoniale

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Conto Economico

Voci 31/12/2015 31/12/2014

10. Interessi attivi e proventi assimilati 10.272.836 10.887.386

20. Interessi passivi e oneri assimilati (1.480.413) (2.333.799)

30. Margine di interesse 8.792.423 8.553.587

40. Commissioni attive 106.613.198 91.767.916

50. Commissioni passive (51.358.156) (43.889.457)

60. Commissioni nette 55.255.042 47.878.459

70. Dividendi e proventi simili - 851

80. Risultato netto dell'attività di negoziazione 17.568 6.209

90. Risultato netto dell'attività di copertura 36.300 (145.414)

100. Utile/perdita da cessione o riacquisto di: 1.060 74.452

b) attività finanziarie disponibili per la vendita 1.060 74.452

120. Margine di intermediazione 64.102.393 56.368.144

130. Rettifiche di valore nette per deterioramento di: 648.341 (288.871)

a) crediti 648.341 (288.871)

140. Risultato della gestione finanziaria 64.750.734 56.079.273

150. Spese amministrative: (60.543.616) (57.375.964)

a) spese per il personale (26.908.799) (25.946.739)

b) altre spese amministrative (33.634.817) (31.429.225)

160. Accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri (3.668.838) (1.698.435)

170. Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali (316.254) (188.961)

180. Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali (474.687) (453.907)

190. Altri oneri/proventi di gestione 14.183.319 12.422.598

200. Costi operativi (50.820.076) (47.294.669)

240. Utili (Perdite) da cessione di investimenti 400 (817)

250. Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte 13.931.058 8.783.787

260. Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente (4.579.131) (3.753.813)

270. Utile (Perdita) della operatività corrente al netto delle imposte 9.351.927 5.029.974

290. Utile (Perdita) d'esercizio 9.351.927 5.029.974

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BILANCIO AL 31/12/2015 03 capitolo

Prospetto della redditività complessiva

Voci 31/12/2015 31/12/2014

10. Utile (Perdita) d'esercizio 9.351.927 5.029.974

40. Piani a benefici definiti 101.230 (120.394)

Altre componenti reddituali al netto delle imposte con rigiro a conto economico

100. Attività finanziarie disponibili per la vendita (183.315) 767.737

130. Totale altre componenti reddituali al netto delle imposte (82.085) 647.343

140. Redditività complessiva (Voce 10+130) 9.269.842 5.677.317

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Pro

spet

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Esistenze al 31/12/2014

Modifica saldi apertura

Esistenze al 1/1/2015

Allo

cazi

on

e ri

sult

ato

es

erci

zio

pre

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ente

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Patrimonio netto al 31/12/2015

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Dividendi e altre destinazioni

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Redditività complessiva esercizio al

31/12/2015

Emissione nuove azioni

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4.25

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1

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BILANCIO 2015

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BILANCIO AL 31/12/2015 03 capitolo

Pro

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pat

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io n

etto

Esistenze al 31/12/2013

Modifica saldi apertura

Esistenze al 1/1/2014

Allo

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sult

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es

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pre

ced

ente

Vari

azio

ni d

ell’e

serc

izio

Patrimonio netto al 31/12/2014

Riserve

Dividendi e altre destinazioni

Variazioni di riserve

Op

eraz

ion

i su

l p

atri

mo

nio

n

etto

Redditività complessiva esercizio al

31/12/2014

Emissione nuove azioni

Stock options

Capi

tale

:

a

) azio

ni o

rdin

arie

60.

760.

000

60.

760.

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BILANCIO 2015

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Rendiconto finanziario (metodo indiretto)

A. ATTIVITÀ OPERATIVA Importo

31/12/2015 31/12/2014

1. Gestione 15.542.894 8.330.744

risultato d’esercizio (+/-) 9.351.927 5.029.974

plus/minusvalenze su attività finanziarie detenute per la negoziazione e su attività/passività valutate al fair value (-/+)

632.912 560.390

plus/minusvalenze su attività di copertura (-/+) (36.300) 145.414

rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento (+/-) (648.341) 288.871

rettifiche/riprese di valore nette su immobilizzazioni materiali e immateriali (+/-) 790.941 642.868

accantonamenti netti a fondi rischi ed oneri ed altri costi/ricavi (+/-) 3.668.838 1.698.435

imposte, tasse e crediti d'imposta non liquidate (+/-) 2.943.448 2.190.846

altri aggiustamenti (+/-) (1.160.531) (2.226.054)

2. Liquidità generata/assorbita dalle attività finanziarie (201.067.932) (22.200.875)

attività finanziarie detenute per la negoziazione (511.779) (346.315)

attività finanziarie disponibili per la vendita 851.507 (24.159.024)

crediti verso banche: a vista (167.118.499) (67.884.964)

crediti verso banche: altri crediti 14.948.902 100.681.442

crediti verso clientela (43.860.670) (24.050.855)

altre attività (5.377.393) (6.441.159)

3. Liquidità generata/assorbita dalle passività finanziarie 186.543.278 14.248.113

debiti verso banche: a vista (957.117) 685.769

debiti verso banche: altri debiti (72.950) (287.995)

debiti verso clientela 194.229.392 17.404.936

passività finanziarie di negoziazione (5.336) (72.564)

altre passività (6.650.711) (3.482.033)

Liquidità netta generata/assorbita dall’attività operativa 1.018.240 377.982

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BILANCIO 2015

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B. ATTIVITÀ DI INVESTIMENTO

1. Liquidità generata da 400 851

-      dividendi incassati su partecipazioni - 851

-      vendite di attività materiali 400 -

-      vendite di rami d’azienda - -

2. Liquidità assorbita da (1.028.773) (344.026)

-      acquisti di attività materiali (801.786) (232.332)

-      acquisti di attività immateriali (226.987) (111.694)

Liquidità netta generata/assorbita dall’attività d’investimento (1.028.373) (343.175)

C. ATTIVITÀ DI PROVVISTA

Liquidità netta generata/assorbita dall’attività di provvista - -

LIQUIDITÀ NETTA GENERATA/ASSORBITA NELL’ESERCIZIO (10.133) 34.807

BILANCIO AL 31/12/2015 03 capitolo

Legenda(+) generata (-) assorbita

Riconciliazione

Voci di bilancio Importo

31/12/2015 31/12/2014

Cassa e disponibilità liquide all’inizio dell’esercizio 354.177 319.370

Liquidità totale netta generata/assorbita nell’esercizio (10.133) 34.807

Cassa e disponibilità liquide alla chiusura dell’esercizio 344.044 354.177

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BILANCIO 2015

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BILANCIO 2015

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04NOTA INTEGRATIVA

capitolo

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BILANCIO 2015

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PARTE A - POLITICHE CONTABILI

A.1 - Parte generale

SEZIONE 1 - DICHIARAZIONE DI CONFORMITÀ AI PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALIIl bilancio è stato redatto nella piena conformità a tutti i Principi Contabili Internazionali (IAS/IFRS) emanati dall’International Accounting Standard Board e alle relative interpretazioni dell’International Financial Reporting Interpretation Committee, vigenti alla data del 31 dicembre 2015 e omologati dalla Commissione Europea secondo la procedura prevista dal regolamento UE n. 1606/2002 del 19 luglio 2002, nonché ai provvedimenti emanati in attuazione dell’art.9 del D.Lgs. n. 38/2005.Non sono stati applicati, ai fini della predisposizione del bilancio, principi ed interpretazioni la cui entrata in vigore è successiva al 31 Dicembre 2015.Gli schemi di bilancio riportano i corrispondenti dati di raffronto riferiti all’esercizio 2014, riclassificati conformemente alla circolare di Banca d’Italia n° 262 del 22 dicembre 2005 e successivi aggiornamenti.

SEZIONE 2 - PRINCIPI GENERALI DI REDAZIONEIl bilancio è costituito dallo stato patrimoniale, dal conto economico, dal prospetto della redditività complessiva, dal prospetto delle variazioni di patrimonio netto, dal rendiconto finanziario, dalla nota integrativa e dalle relative informazioni comparative. Il bilancio è inoltre corredato da una relazione degli amministratori sull’andamento della gestione, sui risultati economici conseguiti e sulla situazione patrimoniale e finanziaria della Banca.Il bilancio è redatto con l’applicazione dei principi generali previsti dallo IAS 1 e degli specifici principi contabili omologati dalla commissione europea e illustrati nella parte A.2 della presente nota integrativa, nonché in aderenza con le assunzioni generali previste dal quadro sistematico per la preparazione e presentazione del bilancio elaborato dallo IASB.Non sono state effettuate deroghe all’applicazione dei principi contabili IAS/IFRS.

In conformità a quanto disposto dall’art. 5, comma 2, del Decreto Legislativo n. 38 del 28 febbraio 2005, il bilancio è redatto utilizzando l’euro come moneta di conto e si fonda sull’applicazione dei seguenti principi generali di redazione dettati dallo IAS 1:• Continuità aziendale - Gli amministratori hanno la ragionevole aspettativa che la società continuerà con la sua esistenza operativa in un futuro prevedibile ed hanno predisposto il bilancio nel presupposto della continuità aziendale; si ritiene, quindi, che non siano presenti dubbi sulla continuità aziendale. Conseguentemente le attività, passività ed operazioni “fuori bilancio” sono valutate secondo valori di funzionamento, in quanto destinate a durare nel tempo;• Competenza economica - Costi e ricavi vengono rilevati, a prescindere dal momento del loro regolamento monetario, per periodo di maturazione economica e secondo il criterio di correlazione;• Coerenza di presentazione - Presentazione e classificazione delle voci sono mantenute costanti nel tempo allo scopo di garantire la comparabilità delle informazioni, salvo che la loro variazione sia richiesta da un principio contabile internazionale o da una interpretazione oppure che ciò renda più appropriata, in termini di significatività e di affidabilità, la rappresentazione dei valori. Se un criterio di presentazione o di classificazione viene cambiato, quello nuovo si applica - ove possibile - in modo retroattivo; in tal caso vengono anche indicati la natura e il motivo della variazione, nonché le voci interessate. Nella presentazione e nella classificazione delle voci sono adottati gli schemi predisposti dalla Banca d’Italia per i bilanci delle banche, contenuti nella circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 e successivi aggiornamenti ed integrazioni;• Aggregazione e rilevanza - Tutti i raggruppamenti significativi di voci con natura o funzione simili sono riportati separatamente. Gli elementi di natura o funzione diversa, se rilevanti, vengono presentati in modo distinto;• Divieto di compensazione - Attività e passività, costi e ricavi non vengono compensati tra loro, salvo che ciò non sia richiesto o permesso da un principio contabile internazionale o da una interpretazione oppure dagli schemi predisposti dalla Banca d’Italia per i bilanci delle banche;• Informativa comparativa - Le informazioni comparative dell’esercizio precedente sono riportate per tutti i dati contenuti nei prospetti contabili di confronto, ad eccezione di quando un principio contabile internazionale o una interpretazione consenta diversamente;• Utilizzo di stime ed assunzioni nella predisposizione del bilancio - In conformità agli IFRS, gli amministratori devono formulare valutazioni, stime e ipotesi che influenzano l’applicazione dei principi contabili e gli importi delle attività, delle passività, dei costi e dei ricavi rilevati in bilancio, nonché sull’informativa relativa ad attività e passività potenziali. Le stime e le relative ipotesi si basano sulle esperienze pregresse e su altri fattori considerati ragionevoli nella fattispecie e sono state

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BILANCIO 2015

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE A 04 capitolo

adottate per stimare il valore contabile delle attività e delle passività che non è facilmente desumibile da altre fonti. In particolare, sono stati adottati processi di stima a supporto del valore di iscrizione delle più rilevanti poste valutative iscritte nel bilancio d’esercizio al 31 dicembre 2015, così come previsto dai principi contabili e dalle normative di riferimento sopra descritti. Detti processi sono basati in larga misura su stime di recuperabilità futura dei valori iscritti in bilancio secondo le regole dettate dalle norme vigenti e sono stati effettuati in un’ottica di continuità aziendale, ossia prescindendo da ipotesi di liquidazione forzata delle poste oggetto di valutazione. I processi adottati confortano i valori di iscrizione al 31 dicembre 2015. Il processo valutativo è risultato particolarmente complesso in considerazione della persistente incertezza riscontrabile nel contesto macroeconomico e di mercato, caratterizzato, sia da importanti livelli di volatilità riscontrabili nei parametri finanziari determinanti ai fini della valutazione, sia da indicatori di deterioramento della qualità del credito ancora elevati. I parametri e le informazioni utilizzati per la verifica dei valori prima menzionati sono quindi significativamente influenzati da detti fattori che potrebbero registrare rapidi mutamenti ad oggi non prevedibili, talché non si possono escludere conseguenti effetti sui futuri valori di bilancio. Le stime e le ipotesi sono riviste regolarmente. Le eventuali variazioni conseguenti a tali revisioni sono rilevate nel periodo in cui la revisione viene effettuata qualora la stessa interessi solo quel periodo. Nel caso in cui la revisione interessi periodi sia correnti sia futuri, la variazione è rilevata nel periodo in cui la revisione viene effettuata e nei relativi periodi futuri. Le principali fattispecie per le quali è maggiormente richiesto l’impiego di valutazioni soggettive da parte della Direzione sono: • la quantificazione delle perdite per riduzione di valore dei crediti e, in genere, delle altre attività finanziarie e delle partecipazioni; • l’utilizzo di modelli valutativi per la rilevazione del fair value degli strumenti finanziari non quotati in mercati attivi; • la stima del valore recuperabile dell’avviamento; • la quantificazione del TFR, dei fondi del personale e dei fondi per rischi e oneri. Tali valutazioni sono prevalentemente legate sia all’evoluzione del contesto socio-economico nazionale e internazionale, sia all’andamento dei mercati finanziari, che provocano conseguenti riflessi sull’andamento dei tassi, sulla fluttuazione dei prezzi, sulle basi attuariali e, più in generale, sul merito creditizio delle controparti.

Contenuto dei prospetti contabiliGli schemi dello stato patrimoniale e del conto economico sono costituiti da voci, sottovoci e da ulteriori dettagli informativi (i “di cui” delle voci e sottovoci). Nel conto economico i ricavi sono indicati senza segno, mentre i costi sono indicati fra parentesi. Allo stesso modo sono esposte le componenti reddituali positive e negative incluse nel prospetto della redditività complessiva.

Rendiconto finanziarioIl prospetto dei flussi finanziari intervenuti nel periodo di riferimento del bilancio ed in quello dell’esercizio precedente è stato predisposto seguendo il metodo indiretto, in base al quale i flussi derivanti dall’attività operativa sono rappresentati dal risultato dell’esercizio rettificato degli effetti delle operazioni di natura non monetaria.I flussi finanziari sono suddivisi tra quelli derivanti dall’attività operativa, quelli generati dall’attività di investimento e quelli prodotti dall’attività di provvista.Nel prospetto i flussi generatisi nel corso del periodo sono indicati senza segno, mentre quelli assorbiti sono indicati fra parentesi.

Contenuto della Nota integrativaLa Nota integrativa comprende le informazioni previste dalla Circolare n. 262/2005, e successive modifiche ed integrazioni, della Banca d’Italia e le ulteriori informazioni previste dai principi contabili internazionali.

SEZIONE 3 - EVENTI SUCCESSIVI ALLA DATA DI RIFERIMENTO DEL BILANCIOSi rimanda a quanto già analiticamente esposto nella relazione sulla gestione, nel capitolo evoluzione prevedibile della gestione e fatti di rilievo verificatisi dopo la chiusura dell’esercizio.Si rende noto che, ai sensi dello IAS 10, la data in cui il bilancio è stato autorizzato alla pubblicazione dal Consiglio di Amministrazione della Banca è il 10/03/2016.

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BILANCIO 2015

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SEZIONE 4 - ALTRI ASPETTIPrincipali norme ed interpretazioni contabili omologate dall’Unione Europea, la cui applicazione è divenuta obbligatoria a partire dall’esercizio 2015

IFRIC 21 – Levies. L’IFRIC 21 chiarisce che una entità riconosce una passività per tributi non prima di quando si verifica l’evento a cui è legato il pagamento, in accordo con la legge applicabile. Per i pagamenti che sono dovuti solo al superamento di una determinata soglia minima, la passività è iscritta solo al raggiungimento di tale soglia. E’ richiesta l’applicazione retrospettiva per l’IFRIC 21.

Annual improvements 2011 – 2013. I miglioramenti sono effettivi dal 1 gennaio 2015 o successivamente e riguardano i seguenti argomenti:IFRS 1: Significato degli “Effective IFRSs”;IFRS 3: Eccezioni nell’applicazione del concetto di joint ventures;IFRS 13: Modificata l’ambito di applicazione del paragrafo 52 (portfolio exception);IAS 40: Chiarimenti sulla correlazione dell’IFRS 3 “Business Combinations” e lo IAS 40 Investimenti immobiliari quando l’investimento immobiliare è classificato come un investimento immobiliare o come un immobile ad uso del proprietario.

Principali norme e interpretazioni contabili omologate dall’Unione Europea ma che non trovano applicazione al 31 dicembre 2015 e per i quali la Banca ed il Gruppo di appartenenza non si sono avvalsi, nei casi eventualmente previsti, dell’applicazione anticipata

Amendments IAS 19 - Defined Benefit Plans: Employee Contributions. Lo IAS 19 chiede ad un’entità di considerare le contribuzioni da parte dei dipendenti o di terze parti quando contabilizza i piani a benefici definiti. Quando le contribuzioni sono legate alla prestazione del servizio, dovrebbero essere attribuite al periodo di servizio come benefici negativi. La modifica chiarisce che, se l’ammontare delle contribuzioni è indipendente dal numero di anni di servizio, è permesso all’entità di rilevare queste contribuzioni come una riduzione del costo del servizio nel periodo in cui il servizio è prestato, anziché allocare le contribuzioni ai periodi di servizio. Questa modifica è efficace per gli esercizi che iniziano al 1° febbraio 2015 o successivamente.

Annual improvements 2010 – 2012. L’obiettivo dei miglioramenti annuali è quello di trattare argomenti necessari relativi a incoerenze riscontrate negli IFRS oppure a chiarimenti di carattere terminologico, che non rivestono un carattere di urgenza, ma che sono stati discussi dallo IASB nel corso del ciclo progettuale iniziato nel 2011.Le modifiche all’IFRS 8 e agli IAS 16, 24 e 38 sono chiarimenti o correzioni ai principi in questione. Le modifiche agli IFRS 2 e 3 comportano cambiamenti alle disposizioni vigenti o forniscono ulteriori indicazioni in merito alla loro applicazione. Le società applicano le modifiche, al più tardi, a partire dalla data di inizio del loro primo esercizio finanziario che cominci il 1° febbraio 2015 o successivamente.

Amendments IAS 16 e IAS 41. Le modifiche prevedono l’inclusione della trattazione delle attività biologiche fruttifere (Bearer Plants) nell’ambito dello IAS 16 Property, Plant and Equipment. Le modifiche entreranno in vigore a partire dal 1 gennaio 2016.

Amendments IFRS 11 – Accounting for Acquisition of Interest in Joint Operations. Le modifiche all’IFRS 11 richiedono che un joint operator che contabilizza l’acquisizione di una quota di partecipazione in un accordo a controllo congiunto, le cui attività rappresentano un business, deve applicare i principi rilevanti dello IFRS 3 in tema di contabilizzazione delle aggregazioni aziendali. Le modifiche chiariscono anche che, nel caso di mantenimento del controllo congiunto, la partecipazione precedentemente detenuta in un accordo a controllo congiunto non è oggetto di rimisurazione al momento dell’acquisizione di un ulteriore quota. Inoltre, è stata aggiunta un’esclusione dallo scopo dell’IFRS 11 per chiarire che le modifiche non si applicano quando le parti che condividono il controllo, inclusa l’entità che redige il bilancio, sono sottoposte al comune controllo dello stesso ultimo soggetto controllante. Le modifiche si applicano sia all’acquisizione della quota iniziale di partecipazione in un accordo a controllo congiunto che all’acquisizione di ogni ulteriore quota nel medesimo accordo a controllo congiunto. Le modifiche devono essere applicate prospetticamente per gli esercizi che iniziano al 1° gennaio 2016 o successivamente, è consentita l’applicazione anticipata.

Amendments IAS 16 - Property, Plant and Equipment e IAS 38 - Intangible Assets. Le modifiche chiariscono il principio

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BILANCIO 2015

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE A 04 capitolo

contenuto nello IAS 16 e nello IAS 38: i ricavi riflettono un modello di benefici economici generati dalla gestione di un business (di cui l’attività fa parte), piuttosto che benefici economici che si consumano con l’utilizzo del bene. Ne consegue che un metodo basato sui ricavi non può essere utilizzato per l’ammortamento di immobili, impianti e macchinari e potrebbe essere utilizzato solo in circostanze molto limitate per l’ammortamento delle attività immateriali. Le modifiche devono essere applicate prospetticamente per gli esercizi che iniziano al 1 gennaio 2016 o successivamente, è consentita l’applicazione anticipata.

Annual Improvements 2012 – 2014. L’obiettivo dei miglioramenti annuali è quello di trattare argomenti necessari relativi a incoerenze riscontrate negli IFRS oppure a chiarimenti di carattere terminologico, che non rivestono un carattere di urgenza, ma che sono stati discussi dallo IASB nel corso del ciclo progettuale. Tra i principi interessati dalle modifiche l’IFRS 5 per il quale è stato introdotto un chiarimento per i casi in cui si modifica il metodo di cessione di una attività riclassificando la stessa da detenuta per la vendita a detenuta per la distribuzione; e l’IFRS 7 dove è stato introdotto un chiarimento per stabilire se e quando i contratti di servizio costituisce coinvolgimento continuo ai fini dell’informativa; i quali sono stati introdotti ulteriori indicazioni per chiarire punti dubbi, lo IAS 19 dove si è chiarito che la valuta dei titoli utilizzati come riferimento per la stima del tasso di sconto deve essere la stessa di quella in cui i benefici saranno pagati; e lo IAS 34 dove viene chiarito il significato di “altrove” nel cross referencing. Le modifiche sono in attesa di omologa.

Amendments IAS 1. Le modifiche mirano ad introdurre chiarimenti nello IAS 1 per affrontare alcuni elementi che sono percepiti come limitazioni all’uso del giudizio da parte di chi predispone il bilancio. Tali modifiche sono in attesa di omologa. Lo IASB ha indicato che sono applicabili per esercizi che iniziano il 1° gennaio 2016 o successivamente a tale data. L’applicazione anticipata è consentita.

Amendments IAS 27. Le modifiche consentiranno alle entità di utilizzare il metodo del patrimonio netto per contabilizzare le partecipazioni in controllate, joint-ventures e collegate nel proprio bilancio separato. Le entità che stanno già applicando gli IFRS e decidano di modificare il criterio di contabilizzazione passando al metodo del patrimonio netto nel proprio bilancio separato dovranno applicare il cambiamento retrospetticamente. In caso di prima adozione degli IFRS, l’entità che decide di utilizzare il metodo del patrimonio netto nel proprio bilancio separato lo dovrà applicare dalla data di transizione agli IFRS. Le modifiche sono efficaci per gli esercizi che iniziano al 1 gennaio 2016 o successivamente, è consentita l’applicazione anticipata.

Principi contabili, emendamenti ed interpretazioni IFRS non ancora omologati dall’Unione Europea

IFRS 9 – Financial Instruments. Nel luglio 2014, lo IASB ha emesso la versione finale dell’IFRS 9 Strumenti Finanziari che riflette tutte le fasi del progetto relativo agli strumenti finanziari e sostituisce lo IAS 39 Strumenti Finanziari: Rilevazione e valutazione e tutte le precedenti versioni dell’IFRS 9. Il principio introduce nuovi requisiti per la classificazione, valutazione, perdita di valore e hedge accounting. L’IFRS 9 è efficace per gli esercizi che iniziano al 1° gennaio 2018 o successivamente; è consentita l’applicazione anticipata. E’ richiesta l’applicazione retrospettica del principio, ma non è obbligatorio fornire l’informativa comparativa. E’ consentita l’applicazione anticipata delle precedenti versioni dell’IFRS 9 (2009, 2010 e 2013) se la data di applicazione iniziale è precedente al 1° febbraio 2015.

Il nuovo principio IFRS9 prevede un modello rivisitato per la classificazione e la valutazione delle attività finanziarie, un modello di valutazione per i crediti basato sulle “perdite attese” ed modifica l’approccio alle coperture contabili specifiche.Il nuovo metodo di classificazione e di valutazione delle attività finanziarie previsto dal nuovo principio si basa sulle caratteristiche dei flussi di cassa contrattuali dell’attività finanziaria i cui flussi di cassa contrattuali sono rappresentati esclusivamente dai pagamenti di capitale e interessi sull’importo del capitale in essere (“solely payments of principal and interest” o “attività SPPI”) e sul modello di business agito dalla società per la loro gestione. In base al modello di business della società, le attività finanziarie “SPPI” possono essere classificate come “detenute per incassare” flussi di cassa contrattuali (valutate al costo ammortizzato e sottoposte e riduzione di valore basata sulle perdite attese), “detenute per incassare i flussi di cassa e per la vendita” (valutate al fair value rilevato nelle altre componenti reddituali, riserva di valutazione, e sottoposte a riduzione di valore basata sulle perdite attese) o detenute per la negoziazione (valutate al fair value rilevato a conto economico).In relazione al nuovo modello di valutazione delle attività finanziarie, si prevede che l’introduzione del metodo delle perdite attese sui crediti (“ECL” o “Expected Credit Loss”) potrà avere un impatto alquanto significativo sulla valutazione dei crediti

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verso clientela e banche, degli impegni ad erogare fondi, dei titoli di debito “detenuti per incassare flussi di cassa” e “detenuti per incassare i flussi di cassa e per la vendita”, delle garanzie finanziarie e crediti per contratti di leasing finanziario, rientranti infatti nell’ambito di applicazione del metodo ECL. Lo IASB ha introdotto tale metodo, richiesto nel 2008 dal G20 a seguito della crisi finanziaria, per rilevare anticipatamente le perdite su crediti rispetto allo IAS 39, il quale si basa invece sull’esistenza di evidenze di avvenuta riduzione di valore.Il nuovo principio richiede di basare invece la valutazione dell’accantonamento per la riduzione di valore su crediti sul concetto di perdita attesa (ECL) utilizzando un metodo di riduzione del valore articolato in tre stage di deterioramento. La nuova misurazione della perdita attesa per le attività finanziarie dipende infatti dal rischio di credito del debitore e dall’incremento del rischio di credito tra la rilevazione iniziale e la data di riferimento del bilancio, così come indicato:(a) “Perdita attesa a 12 mesi” (Stage 1), che si applica a tutte le esposizioni (a decorrere dalla rilevazione iniziale) in assenza di un incremento significativo del rischio di credito; e(b) “Perdita attesa sulla vita residua” (Stage 2 e Stage 3), che si applica quando si è manifestato un incremento significativo del rischio di credito, a prescindere che esso sia osservato su base individuale o collettiva.Le attività finanziarie allocate agli Stage 1 e 2 secondo il nuovo principio sono classificate come “non deteriorate” ai sensi dello IAS 39 e l’importo del relativo accantonamento è oggi valutato, secondo lo IAS 39, utilizzando l’approccio delle perdite occorse ma non ancora rilevate (“incurred but not reported” o “IBNR”), cioè l’importo dell’accantonamento calcolato come il prodotto dei fattori di rischio derivati dai parametri utilizzati ai fini dei requisiti prudenziali CRR:• probabilità di inadempienza (PD), perdita in caso di inadempienza (LGD);• esposizione al momento dell’inadempienza (EAD);• intervallo di conferma della perdita (LCP). Con la transizione all’IFRS 9, l’approccio IBNR utilizzato con lo IAS 39 verrà sostituito rispettivamente dall’ECL a 12 mesi per le attività allocate allo Stage1 e dall’ECL (con orizzontate temporale pari all’intera vita residua dell’attività finanziaria) per le attività allocate allo Stage 2.Per le attività imputate allo Stadio 3, che risultano deteriorate secondo lo IAS 39, non si segnalano significative differenze valutative tra il metodo delle perdite calcolate secondo il principio IAS 39 ed il metodo ECL dell’IFRS 9, dal momento che continueranno ad applicarsi i medesimi indicatori per la rilevazione della perdita e per la classificazione dei crediti nella classe dei deteriorati previsti dallo IAS 39.

A seguito delle differenze metodologiche su descritte, per le attività finanziarie non deteriorate, la prima applicazione del metodo ECL dovrebbe determinare un incremento degli accantonamenti per perdite su crediti rispetto all’attuale metodo dello IAS 39.La logica generale del nuovo principio IFRS 9 comporterà sicuramente un maggior ricorso a giudizi esperienziali rispetto allo IAS 39 e utilizzerà calcoli più complessi, comportando sempre di più l’utilizzo di un approccio contabile basato sull’impiego di modelli di valutazione. Il passaggio al metodo ECL richiederà importanti cambiamenti significativi nei dati, sistemi informativi e processi all’interno del Gruppo.In riferimento alla valutazione dell’ECL saranno utilizzati i modelli di Basilea basati sui rating interni avanzati. Lo sviluppo dettagliato dell’IFRS 9 comporta il passaggio a parametri di lungo periodo, nonché il passaggio da un approccio di media lungo il ciclo economico (“through-the-cycle”) e di condizioni peggiorative del ciclo (“downturn”) a una logica puntuale (“point-in-time”) per la probabilità di inadempienza e per la perdita in caso di inadempienza. I parametri di lungo periodo prenderanno in considerazione sia i dati storici, laddove siano identificate tendenze e correlazioni con il rischio di credito, sia indicatori previsionali di eventi attesi e previsioni macroeconomiche a livello di singolo portafoglio.

Il Gruppo, nel frattempo per porre in essere le opportune misure organizzative volte ad aggiornare e a rendere pienamente efficaci i sistemi di reportistica interna entro il 1° gennaio 2018, data di entrata in vigore del nuovo principio, ha avviato, con la collaborazione di una primaria società di revisione e consulenza, uno specifico progetto in vista dell’attuazione dell’IFRS 9, che coinvolge anche le principali società partecipate. Il programma coinvolge attivamente l’area Enterprise Risk Management, l’area Amministrazione, l’area Finanza, le principali funzioni di Business, l’area Crediti e le aree Project Manager e Sistemi Informativi.L’attività del progetto prevede le seguenti tre fasi:1 – Assessment: finalizzato alla valutazione degli impatti dell’adozione del principio per ognuna delle tre aree anche attraverso attività di benchmarking con i trend interpretativi di sistema. Obiettivo di questa fase è anche la generale definizione delle linee guida implementative e la formazione del gruppo di lavoro per accrescere la consapevolezza delle tematiche IFRS9.

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE A 04 capitolo

2 – Design: finalizzato alla definizione del nuovo modello operativo ed organizzativo, dei requisiti e delle caratteristiche delle metodologie, dei sistemi e architetture IT, dei processi, procedure target.Obiettivo di questa fase è anche identificare le leve strategiche per la gestione degli impatti dell’adozione del modello nel business, nonché il piano degli interventi applicativi e le possibili soluzioni di contingency.3 – Implementazione: finalizzato all’implementazione ed esecuzione del piano di lavoro derivante dalle precedenti fasi fino al go-live ed eventuali fine tuning dei nuovi sistemi IT, processi, procedure e strategie di business.Allo stato attuale, dal momento che i requisiti di contabilizzazione e modellistica sono alquanto innovativi, e viste le recenti linee guida emesse dal Comitato di Basilea e le discussioni ancora in corso a livello di settore bancario, gli impatti derivanti dall’applicazione del nuovo principio non sono al momento puntualmente verificabili.Si prevede in ogni caso che gli impatti principali sul Gruppo deriveranno dall’applicazione del nuovo modello di calcolo delle svalutazioni delle attività finanziarie presenti nello Stage 1 e 2, che determinerà un incremento degli accantonamenti per perdite su crediti per le attività non deteriorate. Le variazioni del valore contabile degli strumenti finanziari dovuti alla transizione all’IFRS 9, al netto del relativo effetto fiscale, saranno contabilizzati in contropartita al patrimonio netto al 1° gennaio 2018.Secondo le attuali regole del CRR sui Fondi propri, la differenza negativa tra la perdita attesa regolamentare (“EL”) e l’accantonamento contabile dello IAS 39, shortfall, viene dedotta dal patrimonio di qualità primaria CET1, mentre la differenza positiva viene computata nel patrimonio supplementare (Tier 2). In assenza di modifiche alle disposizioni regolamentari di Basilea, il nuovo metodo ECL dovrebbe incidere negativamente sul CET1 al 1° gennaio 2018. Tuttavia, allo stato attuale, non si è ancora a conoscenza come verrà trattato dagli organi di regolamentazione l’interazione dell’accantonamento per riduzione di valore contabile e il concetto di Basilea di perdita attesa, in quanto l’attuale quadro delle regole sul capitale di Basilea è stato sviluppato a partire dagli accantonamenti contabili dello IAS 39 basati sulla perdita sostenuta, mentre secondo l’IFRS 9 sarà appunto la perdita attesa a incidere sul patrimonio contabile. Di conseguenza, al momento le implicazioni finali sul patrimonio regolamentare non sono ancora definite.

IFRS 14 Regulatory Deferral Accounts. L’IFRS 14 è un principio opzionale che consente ad un’entità, le cui attività sono soggette a tariffe regolamentate di continuare ad applicare, al momento della prima adozione degli IFRS, i precedenti principi contabili adottati per gli importi relativi alla rate regulation. Le entità che adottano l’IFRS 14 devono presentare i saldi relativi alla rate regulation in linee separate del prospetto della situazione patrimoniale-finanziaria e presentare i movimenti di questi conti in linee separate del prospetto dell’utile/(perdita) d’esercizio e delle altre componenti di conto economico complessivo. Il Principio richiede che venga data informativa sulla natura, e i rischi associati, della regolamentazione tariffaria e gli effetti di questa sul bilancio dell’entità. L’IFRS 14 è efficace per gli esercizi che iniziano al 1 gennaio 2016 o successivamente.

IFRS 15 - Revenue from Contracts with Customers. L’IFRS è stato emesso a maggio 2014 ed introduce un nuovo modello in cinque fasi che si applicherà ai ricavi derivanti da contratti con i clienti. L’IFRS 15 prevede la rilevazione dei ricavi per un importo che rifletta il corrispettivo a cui l’entità ritiene di avere diritto in cambio del trasferimento di merci o servizi al cliente. Il principio fornisce un approccio più strutturato per la rilevazione e valutazione dei ricavi, sostituendo tutti gli attuali requisiti presenti negli altri IFRS in tema di riconoscimento dei ricavi. Con riferimento invece alla prima applicazione del nuovo principio IFRS 15, Ricavi da contratti con la clientela, prevista a partire dal 1° Gennaio 2018, il Gruppo completerà le attività di ricognizione degli impatti qualitativi e quantitativi nei prossimi esercizi. Tale principio detta le regole per il riconoscimento dei ricavi e si iscrive nel solco del progetto di convergenza tra IFRS e US Gaap e sostituirà i principi IAS18, Ricavi, IAS 11, Commesse e le interpretazioni attualmente in vigore (IFRIC 13, Programmi di fidelizzazione della clientela, IFRIC 15, Accordi per la costruzione di immobili, IFRIC 18, Cessioni di attività da parte della clientela e SIC 31, Ricavi).

Amendments IFRS 10, IFRS 12 e IAS 28. La modifica ha per oggetto le problematiche derivanti dall’applicazione dell’eccezione al consolidamento previsto per le entità di investimento. Tali modifiche non sono ancora state omologate dalla comunità europea ma la data di prima applicazione introdotta dallo IASB è per gli esercizi che hanno inizio il 1° gennaio 2016 o successivamente a tale data. L’applicazione anticipata è consentita.

Amendments IFRS 10 e IAS 28. La modifica mira ad eliminare il conflitto tra i requisiti dello IAS 28 e dell’IFRS 10 e chiarisce che in una transazione che coinvolge una collegata o joint venture la misura in cui è possibile rilevare un utile o una perdita dipende dal fatto che l’attività oggetto della vendita o del conferimento sia un business. La modifica è in attesa di omologa.

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Lo IASB ha indicato che è applicabile per esercizi che iniziano il 1 gennaio 2016 o successivamente a tale data. L’applicazione anticipata è consentita.

IFRS 16 Leases. In data 13 gennaio 2016 lo IASB ha pubblicato il nuovo principio IFRS 16 Leases che è destinato a sostituire il principio IAS 17 – Leases, nonché le interpretazioni IFRIC 4 Determining whether an Arrangement contains a Lease, SIC-15 Operating Leases—Incentives e SIC-27 Evaluating the Substance of Transactions Involving the Legal Form of a Lease. Il nuovo principio fornisce una nuova definizione di lease ed introduce un criterio basato sul controllo (right of use) di un bene per distinguere i contratti di leasing dai contratti per servizi, individuando quali discriminanti: l’identificazione del bene, il diritto di sostituzione dello stesso, il diritto ad ottenere sostanzialmente tutti i benefici economici rivenienti dall’uso del bene e il diritto di dirigere l’uso del bene sottostante il contratto. Il principio IFRS 16 è il risultato del progetto comune avviato dal IASB insieme al Financial Accounting Standards Board (FASB), per affrontare alcune tematiche sollevate dagli utilizzatori del bilancio per quanto riguarda la comparabilità ridotta tra bilanci a causa della diversa contabilizzazione applicati al leasing operativo e al leasing finanziario e delle limitazioni presenti nell’informativa fornita per il leasing operativo e sull’esposizione dell’entità ai rischi derivanti da contratti di locazione. Al fine di affrontare queste tematiche, lo IASB e il FASB hanno deciso di sviluppare un nuovo modello contabile applicabile al locatario che richiede al conduttore di riconoscere le attività e le passività per i diritti e gli obblighi derivanti da contratti di locazione (con alcune limitate eccezioni) e per migliorare l’informativa sui contratti di locazione. Il nuovo principio si applica a partire dal 1° gennaio 2019. Ne è consentita un’applicazione anticipata. Il processo di omologazione da parte dell’Unione Europea è tuttora in corso.

Amendments allo IAS 12 Income Tax. In data 19 gennaio 2016 lo IASB ha pubblicato alcune modifiche allo IAS 12 Income Tax. Il documento, Recognition of Deferred Tax Assets for Unrealised Losses, mira a chiarire come contabilizzare le attività fiscali differite relative a strumenti di debito misurati al fair value. Le modifiche si applicano a partire dal 1 gennaio 2017. E’ consentita un’applicazione anticipata.

Opzione per il consolidato fiscale nazionale

A partire dal 2004 Credem e le società italiane del Gruppo hanno adottato il c.d. “consolidato fiscale nazionale”, disciplinato dagli artt. 117-129 del TUIR, introdotto nella legislazione fiscale dal D.Lgs. n. 344/2003. Esso consiste in un regime opzionale, in virtù del quale il reddito complessivo netto o la perdita fiscale di ciascuna società controllata partecipante al consolidato fiscale – unitamente alle ritenute subite, alle detrazioni e ai crediti di imposta – sono trasferiti alla società controllante (Credemholding), in capo alla quale è determinato un unico reddito imponibile o un’unica perdita fiscale riportabile (risultanti dalla somma algebrica dei redditi/perdite propri e delle società controllate partecipanti e, conseguentemente, un unico debito/credito di imposta).In virtù di questa opzione le imprese del Gruppo che hanno aderito al “consolidato fiscale nazionale” determinano l’onere fiscale di propria pertinenza ed il corrispondente reddito imponibile viene trasferito a Credemholding. Qualora una o più partecipate presentino un reddito imponibile negativo, in presenza di reddito consolidato nell’esercizio o di elevate probabilità di redditi imponibili futuri, le perdite fiscali vengono trasferite a Credemholding. Il Gruppo ha deciso di aderire al Consolidato fiscale per il triennio 2013-2015 e la Banca ha deliberato l’adesione nel Consiglio di Amministrazione del 27 giugno 2013.

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE A 04 capitolo

Revisione contabile

Il bilancio è sottoposto a revisione legale ai sensi del D.Lgs.39/2010 da parte della società Reconta Ernst & Young S.p.A. alla quale è stato conferito l’incarico per il novennio 2014-2022.

Ai sensi dell’art.149-duodecies del D.Lgs.58/98, in virtù del regime transitorio previsto dall’articolo 43, comma 2 del D.Lgs 39/2010, si riportano le informazioni in materia di pubblicità dei corrispettivi di revisione contabile suddivisi per tipologia.

Tipologia di serviziSoggetto che ha erogato il

servizioDestinatario compensi

(migliaia di euro)

Revisione contabile RECONTA ERNST & YOUNG S.P.A. Banca Euromobiliare S.p.A. 25,3

Servizi di attestazione RECONTA ERNST & YOUNG S.P.A. Banca Euromobiliare S.p.A. 14,1

Totale 39,4

A.2 - Parte relativa alle principali voci di bilancio

SEZIONE 1 - ATTIVITÀ FINANZIARIE DETENUTE PER LA NEGOZIAZIONE

Criteri di iscrizione L’iscrizione iniziale delle attività finanziarie avviene alla data di regolamento per i titoli di debito e di capitale e alla data di sottoscrizione per i contratti derivati. In particolare, quando viene applicata la contabilizzazione alla data di regolamento, un’entità rileva qualsiasi variazione di fair value dell’attività che deve essere ricevuta nel periodo tra la data di negoziazione e la data di regolamento, nello stesso modo in cui contabilizza l’attività acquistata.All’atto della rilevazione iniziale le attività finanziarie detenute per la negoziazione vengono rilevate al costo, inteso come il fair value dello strumento, senza considerare i costi o proventi di transazione direttamente attribuibili allo strumento stesso.Eventuali derivati impliciti presenti in strumenti finanziari ibridi, classificati in categorie diverse dalle attività o passività valutate al fair value, non strettamente correlati agli stessi ed aventi le caratteristiche per soddisfare la definizione di “derivato”, vengono scorporati dal contratto ospite, classificati nella presente categoria e valutati al fair value, mentre al contratto ospite è applicato il criterio contabile proprio della categoria nella quale è stato classificato.

Criteri di classificazioneSono stati classificati tra le attività finanziarie detenute per la negoziazione gli strumenti finanziari che sono detenuti con l’intento di generare profitti nel breve termine derivanti dalle variazioni dei prezzi di tali strumenti. Rientrano in tale categoria gli strumenti derivati non aventi finalità di copertura.

Criteri di valutazioneSuccessivamente alla rilevazione iniziale, le attività finanziarie detenute per la negoziazione sono valorizzate al fair value. Se il fair value di un’attività finanziaria diventa negativo, tale attività è contabilizzata come una passività finanziaria. Le metodologie utilizzate per la determinazione del fair value sono riportate alla Sezione 17- Altre informazioni della presente nota integrativa.I titoli di capitale ed i correlati strumenti derivati, per i quali non sia possibile determinare il fair value in maniera attendibile secondo le linee guida sopra indicate, sono mantenuti al costo.

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Criteri di cancellazioneLe attività finanziarie vengono cancellate quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivanti dalle attività stesse o quando l’attività finanziaria viene ceduta, trasferendo sostanzialmente tutti i rischi/benefici ad essa connessi. Qualora si sia mantenuta una quota parte rilevante dei rischi e benefici relativi alle attività finanziarie cedute, queste continuano ad essere iscritte in bilancio, ancorché giuridicamente la titolarità delle attività stesse sia stata effettivamente trasferita.

Nel caso in cui non sia possibile accertare il sostanziale trasferimento dei rischi e benefici, le attività finanziarie vengono cancellate dal bilancio qualora non sia stato mantenuto alcun tipo di controllo sulle stesse. In caso contrario, la conservazione, anche in parte, di tale controllo comporta il mantenimento in bilancio delle attività in misura pari al coinvolgimento residuo, misurato dall’esposizione ai cambiamenti di valore delle attività cedute ed alle variazioni dei flussi finanziari delle stesse.

Nel caso in cui la Banca venda un’attività finanziaria classificata nel proprio portafoglio di negoziazione, procede all’eliminazione dell’attività alla data del suo trasferimento (data regolamento). I titoli ricevuti nell’ambito di un’operazione che contrattualmente prevede la successiva vendita e i titoli consegnati nell’ambito di un’operazione che contrattualmente prevede il riacquisto, non vengono registrati o stornati dal bilancio.Infine, le attività finanziarie cedute vengono cancellate dal bilancio nel caso in cui vi sia la conservazione dei diritti contrattuali a ricevere i relativi flussi di cassa, con la contestuale assunzione di un’obbligazione a pagare detti flussi, e solo essi ad altri soggetti terzi (Cfr. par.19 IAS39).

Criteri di rilevazione delle componenti redditualiGli interessi attivi sui titoli, i differenziali ed i margini dei contratti derivati classificati in tale categoria, ma gestionalmente collegati ad attività o passività valutate al fair value, sono iscritti per competenza nelle voci di conto economico relative agli interessi. I differenziali e i margini degli altri contratti vengono rilevati nel “risultato netto dell’attività di negoziazione”.Gli utili e le perdite realizzati dalla cessione o rimborso e quelli non realizzati dalle variazioni di fair value sono classificati nel “risultato netto delle attività di negoziazione”, ad eccezione della quota relativa ai contratti derivati gestionalmente collegati ad attività o passività valutate al fair value rilevata nel “risultato netto delle attività o passività valutate al fair value”.

SEZIONE 2 - ATTIVITÀ FINANZIARIE DISPONIBILI PER LA VENDITA

Criteri di iscrizione L’iscrizione iniziale dell’attività finanziaria avviene alla data di regolamento per i titoli di debito o di capitale.Fatte salve le eccezioni previste dallo IAS 39, i titoli del portafoglio disponibile per la vendita non possono essere trasferiti in altri portafogli né titoli di altri portafogli possono formare oggetto di trasferimento al portafoglio disponibile per la vendita. All’atto della rilevazione iniziale le attività sono contabilizzate al costo inteso come fair value dello strumento, comprensivo dei costi o proventi di transazione direttamente attribuibili allo strumento stesso. Qualora, nei casi consentiti dai principi contabili, l’iscrizione avvenisse a seguito di riclassificazione, il valore di iscrizione sarebbe rappresentato dal fair value al momento del trasferimento.I titoli disponibili per la vendita che formano oggetto di operazioni di compravendita a pronti non ancora regolate (regular way) vengono iscritti (se acquistati) oppure cancellati (se venduti) secondo il principio della “data di regolamento”. Gli interessi dei titoli vengono computati in base al loro tasso interno di rendimento; le quantità in rimanenza a fine periodo sono stimate secondo il metodo del costo medio ponderato continuo. I titoli di tipo strutturato, costituiti dalla combinazione di un titolo e di uno o più strumenti derivati incorporati, sono disaggregati e contabilizzati separatamente dai derivati in essi impliciti, se questi presentano caratteristiche economiche e di rischio differenti da quelle dei titoli sottostanti e se sono configurabili come autonomi contratti derivati.

Criteri di classificazioneSono incluse nella presente categoria le attività finanziarie non derivate non diversamente classificate come crediti, attività detenute per la negoziazione, attività finanziarie valutate al fair value o attività detenute sino a scadenza.In particolare, vengono incluse in questa voce le interessenze azionarie non gestite con finalità di negoziazione e non qualificabili come partecipazioni di collegamento e controllo congiunto.

Criteri di valutazioneSuccessivamente alla rilevazione iniziale, le attività disponibili per la vendita sono valutate al fair value.

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE A 04 capitolo

Le metodologie utilizzate per la determinazione del fair value e i principali criteri per la rilevazione di un impairment delle attività finanziarie disponibili per la vendita sono riportati alla Sezione 17 - Altre informazioni della presente nota integrativa.I titoli di capitale, per i quali non sia possibile determinare il fair value in maniera attendibile secondo e linee guida sopra indicate, sono mantenuti al costo.La verifica dell’esistenza di obiettive evidenze di riduzione di valore viene effettuata ad ogni chiusura di bilancio o di situazione infrannuale.

Criteri di cancellazioneLe attività finanziarie vengono cancellate quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivati dalle attività stesse o quando l’attività finanziaria viene ceduta trasferendo sostanzialmente tutti i rischi e benefici della proprietà dell’attività finanziaria. Per contro, qualora sia stata mantenuta una quota parte rilevante dei rischi e benefici relativi alle attività finanziarie cedute, queste continuano ad essere iscritte in bilancio, ancorché giuridicamente la titolarità delle attività stesse sia stata effettivamente trasferita.Nel caso in cui non sia possibile accertare il sostanziale trasferimento dei rischi e benefici, le attività finanziarie vengono cancellate dal bilancio qualora non sia stato mantenuto alcun tipo di controllo sulle stesse. In caso contrario, la conservazione, anche in parte, di tale controllo comporta il mantenimento in bilancio delle attività in misura pari al coinvolgimento residuo, misurato dall’esposizione ai cambiamenti di valore delle attività cedute ed alle variazioni dei flussi finanziari delle stesse.Nel caso in cui la banca venda un’attività finanziaria classificata nel suddetto portafoglio, procede all’eliminazione dell’attività alla data del suo trasferimento (data regolamento). I titoli ricevuti nell’ambito di un’operazione che contrattualmente prevede la successiva vendita e i titoli consegnati nell’ambito di un’operazione che contrattualmente prevede il riacquisto, non vengono registrati o stornati dal bilancio.Infine, le attività finanziarie cedute vengono cancellate dal bilancio nel caso in cui vi sia la conservazione dei diritti contrattuali a ricevere i relativi flussi di cassa, con la contestuale assunzione di un’obbligazione a pagare detti flussi, e solo essi ad altri soggetti terzi (Cfr. par.19 IAS39).

Criteri di rilevazione delle componenti redditualiGli interessi attivi, calcolati in base alla metodologia del TIR (tasso interno di rendimento), vengono contabilizzati per competenza nelle voci “interessi attivi e proventi assimilati”, i dividendi alla voce “dividendi e proventi simili” nel momento in cui sorge il diritto a riceverne il pagamento, mentre gli utili o le perdite derivanti da una variazione di fair value vengono rilevati in una specifica riserva di patrimonio netto sino a che l’attività finanziaria non viene cancellata o non viene rilevata una perdita di valore. Al momento della dismissione o della rilevazione di una perdita di valore, l’utile o la perdita cumulati vengono riversati a conto economico.Qualora i motivi della perdita di valore siano rimossi a seguito di un evento verificatosi successivamente alla rilevazione della riduzione di valore, vengono effettuate riprese di valore con imputazione a conto economico, nel caso di titoli di debito, ed a patrimonio netto nel caso di titoli di capitale. L’ammontare della ripresa non può in ogni caso superare il costo ammortizzato che lo strumento avrebbe avuto in assenza di precedenti rettifiche.

SEZIONE 3 - ATTIVITÀ FINANZIARIE DETENUTE SINO ALLA SCADENZA

La Banca non ha classificato attività finanziarie in tale categoria.

SEZIONE 4 - CREDITI

Criteri di iscrizione La prima iscrizione di un credito avviene alla data di sottoscrizione del contratto, che normalmente coincide con la data di erogazione o, nel caso di un titolo di debito, con quella di regolamento, sulla base del fair value dello strumento finanziario, pari all’ammontare erogato, o prezzo di sottoscrizione, comprensivo dei costi/proventi direttamente riconducibili al singolo credito e determinabili sin dall’origine dell’operazione, ancorché liquidati in un momento successivo. Sono esclusi i costi che, pur avendo le caratteristiche suddette, sono oggetto di rimborso da parte della controparte debitrice o sono inquadrabili tra i normali costi interni di carattere amministrativo.I crediti e i titoli sono allocati nel portafoglio all’atto dell’erogazione o dell’acquisto e non possono formare oggetto di successivi trasferimenti in altri portafogli. I contratti di riporto e le operazioni di pronti contro termine con obbligo di riacquisto o di rivendita a termine sono iscritti in

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bilancio come operazioni di raccolta o impiego. In particolare, le operazioni di vendita a pronti e di riacquisto a termine sono rilevate in bilancio come debiti per l’importo percepito a pronti, mentre le operazioni di acquisto a pronti e di rivendita a termine sono rilevate come crediti per l’importo corrisposto a pronti.Per le operazioni creditizie eventualmente concluse a condizioni inferiori a quelle di mercato, la rilevazione iniziale è effettuata per un importo pari ai futuri flussi di cassa scontati ad un tasso di mercato. L’eventuale differenza tra la rilevazione iniziale e l’ammontare erogato è rilevata nel conto economico al momento dell’iscrizione iniziale.

Criteri di classificazioneI crediti includono gli impieghi con clientela e con banche che prevedono pagamenti fissi o comunque determinabili, che non sono quotati in un mercato attivo e che non sono stati classificati all’origine tra le attività finanziarie disponibili per la vendita.Nella voce crediti rientrano inoltre i crediti commerciali e le operazioni pronti contro termine. Criteri di valutazioneDopo la rilevazione iniziale, i crediti sono valutati al costo ammortizzato, pari al valore di prima iscrizione diminuito/aumentato dei rimborsi di capitale, delle rettifiche/riprese di valore e dell’ammortamento - calcolato col metodo del tasso di interesse effettivo - della differenza tra l’ammontare erogato e quello rimborsabile a scadenza, riconducibile tipicamente ai costi/proventi imputati direttamente al singolo credito. Il tasso di interesse effettivo è individuato calcolando il tasso che eguaglia il valore attuale dei flussi futuri del credito, per capitale ed interesse, all’ammontare erogato inclusivo dei costi/proventi ricondotti al credito. Tale modalità di contabilizzazione, utilizzando una logica finanziaria, consente di distribuire l’effetto economico dei costi/proventi lungo la vita residua attesa del credito.

Il metodo del costo ammortizzato non viene utilizzato per i crediti la cui breve durata (12 mesi) fa ritenere trascurabile l’effetto dell’applicazione della logica di attualizzazione. Detti crediti vengono valorizzati al costo storico. Analogo criterio di valorizzazione viene adottato per i crediti senza una scadenza definita o a revoca, in relazione ai quali i costi o proventi sono imputati direttamente a conto economico.I crediti sono sottoposti ad una ricognizione volta ad individuare quelli che, a seguito del verificarsi di eventi occorsi dopo la loro iscrizione, mostrino oggettive evidenze di una possibile perdita di valore. Rientrano in tale ambito i crediti ai quali è stato attribuito lo status di sofferenza, incaglio, ristrutturato o di scaduto secondo le vigenti regole di Banca d’Italia, coerenti con la normativa IAS/IFRS.Detti crediti deteriorati sono oggetto di un processo di valutazione analitica e l’ammontare della rettifica di valore di ciascun credito è pari alla differenza tra il valore di bilancio dello stesso al momento della valutazione (costo ammortizzato) ed il valore attuale dei previsti flussi di cassa futuri, calcolato applicando il tasso di interesse effettivo originario.I flussi di cassa previsti tengono conto dei tempi di recupero attesi, del presumibile valore di realizzo delle eventuali garanzie nonché dei costi che si ritiene verranno sostenuti per il recupero dell’esposizione creditizia. I flussi di cassa relativi a crediti il cui recupero è previsto entro breve durata (12 mesi) non vengono attualizzati.Il tasso effettivo originario di ciascun credito rimane invariato nel tempo ancorché sia intervenuta una ristrutturazione del rapporto che abbia comportato la variazione del tasso contrattuale ed anche qualora il rapporto divenga, nella pratica, infruttifero di interessi contrattuali. La rettifica di valore è iscritta a conto economico.Il valore originario dei crediti viene ripristinato negli esercizi successivi nella misura in cui vengano meno i motivi che ne hanno determinato la rettifica, purché tale valutazione sia oggettivamente collegabile ad un evento verificatosi successivamente alla rettifica stessa. La ripresa di valore è iscritta nel conto economico e non può in ogni caso superare il costo ammortizzato che il credito avrebbe avuto in assenza di precedenti rettifiche.

I ripristini di valore connessi con il trascorrere del tempo sono appostati tra le riprese di valore.I crediti per i quali non sono state individuate singolarmente evidenze oggettive di perdita sono sottoposti alla valutazione di una perdita di valore collettiva. Tale valutazione avviene per categorie di crediti omogenee in termini di rischio di credito e le relative percentuali di perdita sono stimate tenendo conto di serie storiche, fondate su elementi osservabili alla data della valutazione, che consentano di stimare il valore della perdita latente in ciascuna categoria di crediti. Nella valutazione si tiene conto anche della rischiosità connessa con il paese di residenza della controparte.Le rettifiche di valore determinate collettivamente sono imputate nel conto economico.

Criteri di cancellazioneI crediti ceduti vengono cancellati dalle attività in bilancio solamente se la cessione ha comportato il sostanziale trasferimento

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE A 04 capitolo

di tutti i rischi e benefici connessi ai crediti stessi. Per contro, qualora siano stati mantenuti i rischi e benefici relativi ai crediti ceduti, questi continuano ad essere iscritti tra le attività del bilancio, ancorché giuridicamente la titolarità del credito sia stata effettivamente trasferita.Nel caso in cui non sia possibile accertare il sostanziale trasferimento dei rischi e benefici, i crediti vengono cancellati dal bilancio qualora non sia stato mantenuto alcun tipo di controllo sugli stessi. In caso contrario, la conservazione, anche in parte, di tale controllo comporta il mantenimento in bilancio dei crediti in misura pari al coinvolgimento residuo, misurato dall’esposizione ai cambiamenti di valore dei crediti ceduti ed alle variazioni dei flussi finanziari degli stessi.Infine, i crediti ceduti vengono cancellati dal bilancio nel caso in cui vi sia la conservazione dei diritti contrattuali a ricevere i relativi flussi di cassa, con la contestuale assunzione di un’obbligazione a pagare detti flussi, e solo essi ad altri soggetti terzi.

Criteri di rilevazione delle componenti redditualiL’ allocazione delle componenti reddituali nelle pertinenti voci di conto economico avviene sulla base di quanto riportato di seguito:• gli interessi attivi dei crediti e dei titoli vengono allocati nella voce “interessi attivi e proventi assimilati” per competenza sulla base del tasso di interesse effettivo; • gli utili e perdite da cessione dei crediti e dei titoli vengono allocati nella voce “utile/perdita da cessione o riacquisto di crediti”;• le perdite da impairment e le riprese di valore dei crediti e dei titoli vengono allocate nella voce “rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di crediti”. I ripristini di valore connessi con il trascorrere del tempo sono appostati tra le riprese di valore.

SEZIONE 5 - ATTIVITÀ FINANZIARIE VALUTATE AL FAIR VALUE

Alla data del bilancio la Banca non detiene “attività finanziarie valutate al fair value”. SEZIONE 6 - OPERAZIONI DI COPERTURA

Criteri di iscrizione I derivati di copertura sono inizialmente rilevati al fair value . La copertura di fair value ha l’obiettivo di coprire l’esposizione alla variazione del fair value di una posta di bilancio attribuibile ad un particolare rischio.

Criteri di classificazioneLe operazioni di copertura dei rischi sono finalizzate a neutralizzare potenziali perdite rilevabili su un determinato elemento o Gruppo di elementi, attribuibili ad un determinato rischio, tramite gli utili rilevabili su un diverso elemento o gruppo di elementi, nel caso in cui quel particolare rischio dovesse effettivamente manifestarsi.

Criteri di valutazioneI derivati di copertura sono valutati al fair value; in particolare, nel caso di copertura di fair value, si compensa la variazione del fair value dell’elemento coperto con la variazione del fair value dello strumento di copertura. Tale compensazione è riconosciuta attraverso la rilevazione a conto economico delle variazioni di valore, riferite sia all’elemento coperto (per quanto riguarda le variazioni prodotte dal fattore di rischio sottostante), sia allo strumento di copertura; l’eventuale differenza, che rappresenta la parziale inefficacia della copertura, ne costituisce di conseguenza l’effetto economico netto.Lo strumento derivato è designato di copertura se esiste una documentazione formalizzata della relazione tra lo strumento coperto e lo strumento di copertura e se è efficace nel momento in cui la copertura ha inizio e, prospetticamente, durante tutta la vita della stessa.L’efficacia di copertura dipende dalla misura in cui le variazioni di fair value dello strumento coperto o dei relativi flussi finanziari attesi risultano compensati da quelle dello strumento di copertura. Pertanto l’efficacia è apprezzata dal confronto di suddette variazioni, tenuto conto dell’intento perseguito dall’impresa nel momento in cui la copertura è stata posta in essere.Si ha efficacia (nei limiti stabiliti dall’intervallo 80-125%) quando le variazioni di fair value dello strumento finanziario di copertura neutralizzano quasi integralmente le variazioni dello strumento coperto, per l’elemento di rischio oggetto di copertura.La valutazione dell’efficacia è effettuata ad ogni chiusura di bilancio utilizzando:• test prospettici, che giustificano l’applicazione della contabilizzazione di copertura, in quanto dimostrano l’attesa

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sua efficacia;• test retrospettivi (fair value hedge) che evidenziano il grado di efficacia della copertura raggiunto nel periodo cui si riferiscono. In altri termini, misurano quanto i risultati effettivi si siano discostati dalla copertura perfetta.

Criteri di cancellazioneSe le verifiche sopra descritte non confermano l’efficacia della copertura, la contabilizzazione delle operazioni di copertura, secondo quanto sopra esposto, viene interrotta ed il contratto derivato di copertura viene riclassificato tra gli strumenti di negoziazione. Solo gli strumenti che coinvolgono una controparte esterna possono essere designati come strumenti di copertura. Pertanto ogni risultato riconducibile a transazioni interne effettuate tra diverse entità della Banca è eliminato dal bilancio.

Criteri di rilevazione delle componenti redditualiL’allocazione delle componenti reddituali nelle pertinenti voci di conto economico avviene sulla base di quanto riportato di seguito:• i differenziali maturati sugli strumenti derivati di copertura del rischio di tasso di interesse (oltre agli interessi delle posizioni oggetto di copertura) vengono allocati nella voce “interessi attivi e proventi assimilati” o “interessi passivi e oneri assimilati”;• le plusvalenze e minusvalenze derivanti dalla valutazione degli strumenti derivati di copertura e delle posizioni oggetto di copertura di fair value hedge vengono allocate nella voce “risultato netto dell’attività di copertura”.

Si rende noto che la Banca non ha posto in essere operazioni di copertura di cash flow hedge.

SEZIONE 7 - PARTECIPAZIONI

Criteri di iscrizione Le partecipazioni sono iscritte alla data di regolamento. All’atto della rilevazione iniziale le interessenze partecipative sono contabilizzate al costo, comprensivo dei costi o proventi direttamente attribuibili alla transazione.

Criteri di classificazioneLa voce include le interessenze detenute in società controllate, collegate e soggette a controllo congiunto.Sono considerate controllate le imprese nelle quali la Banca, direttamente o indirettamente, possiede più della metà dei diritti di voto o quando pur con una quota di diritti di voto inferiore la Banca ha il potere di nominare la maggioranza degli amministratori della partecipata o di determinare le politiche finanziarie ed operative della stessa. Nella valutazione dei diritti di voto si tiene conto anche dei diritti “potenziali” che siano correntemente esercitabili o convertibili in diritti di voto effettivi in qualsiasi momento. Sono considerate controllate congiuntamente le imprese nelle quali i diritti di voto ed il controllo dell’attività economica della partecipata sono condivisi in modo paritetico dalla Banca, direttamente o indirettamente, e da un altro soggetto. Inoltre viene qualificato come sottoposto a controllo congiunto un investimento partecipativo nel quale, pur in assenza di una quota paritetica di diritti di voto, il controllo sull’attività economica e sugli indirizzi strategici della partecipata è condiviso con altri soggetti in virtù di accordi contrattuali.Sono considerate collegate, cioè sottoposte ad influenza notevole, le imprese nelle quali si possiede almeno il 20% dei diritti di voto (ivi inclusi i diritti di voto “potenziali” come sopra definiti) o nelle quali - pur con una quota di diritti di voto inferiore - si ha il potere di partecipare alla determinazione delle politiche finanziarie e gestionali della partecipata in virtù di particolari legami giuridici quali la partecipazione a patti di sindacato.

Criteri di valutazioneLe partecipazioni sono valutate al costo, eventualmente rettificato per perdite di valore. Se esistono evidenze che il valore di una partecipazione possa aver subito una riduzione, si procede alla stima del valore recuperabile della partecipazione stessa, tenendo conto del valore attuale dei flussi finanziari futuri che la partecipazione potrà generare, incluso il valore di dismissione finale dell’investimento.Qualora il valore di recupero risulti inferiore al valore contabile, la relativa differenza è rilevata a conto economico.Qualora i motivi della perdita di valore siano rimossi a seguito di un evento verificatosi successivamente alla rilevazione della riduzione di valore, vengono effettuate riprese di valore con imputazione a conto economico che non possono eccedere l’ammontare delle perdite da impairment in precedenza registrate.

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE A 04 capitolo

Criteri di cancellazioneLe partecipazioni vengono cancellate quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivati dalle attività stesse o quando la partecipazione viene ceduta, trasferendo sostanzialmente tutti i rischi e benefici ad essa connessi.

Criteri di rilevazione delle componenti redditualiGli utili e le perdite delle partecipate realizzate, le perdite da impairment e le riprese di valore vengono allocate nella voce di conto economico “utili/perdite delle partecipazioni”, mentre i dividendi incassati nell’anno vengono allocati nella voce “dividendi e proventi simili” nel momento in cui sorge il diritto a riceverne il pagamento.

SEZIONE 8 - ATTIVITÀ MATERIALI

Criteri di iscrizione Le immobilizzazioni materiali sono inizialmente iscritte al costo che comprende, oltre al prezzo di acquisto, tutti gli eventuali oneri accessori direttamente imputabili all’acquisto e alla messa in funzione del bene.Le spese di manutenzione straordinaria che comportano un incremento dei benefici economici futuri, vengono imputate ad incremento del valore dei cespiti, mentre gli altri costi di manutenzione ordinaria sono rilevati a conto economico.

Criteri di classificazioneLe attività materiali comprendono gli impianti tecnici, i mobili e gli arredi e le attrezzature di qualsiasi tipo.Si tratta di attività materiali detenute per essere utilizzate nella produzione o nella fornitura di beni e servizi o per scopi amministrativi e che si ritiene di utilizzare per più di un periodo.Criteri di valutazioneLe immobilizzazioni materiali sono valutate al costo, dedotti eventuali ammortamenti e perdite di valore.Le immobilizzazioni sono sistematicamente ammortizzate lungo la loro vita utile, adottando come criterio di ammortamento il metodo a quote costanti, ad eccezione del patrimonio artistico, in quanto la vita utile di un’opera d’arte non può essere stimata ed il suo valore è normalmente destinato ad aumentare nel tempo. Ad ogni chiusura di bilancio o di situazione infrannuale, se esiste qualche indicazione che dimostri che un’attività possa aver subito una perdita di valore, si procede al confronto tra il valore di carico del cespite ed il suo valore di recupero, pari al maggiore tra il fair value, al netto degli eventuali costi di vendita, ed il relativo valore d’uso del bene, inteso come il valore attuale dei flussi futuri originati dal cespite. Le eventuali rettifiche vengono rilevate a conto economico. Qualora vengano meno i motivi che hanno portato alla rilevazione della perdita, si dà luogo ad una ripresa di valore, che non può superare il valore che l’attività avrebbe avuto, al netto degli ammortamenti calcolati in assenza di precedenti perdite di valore. Gli ammortamenti sono calcolati con criteri basati sul decorrere del tempo.

Criteri di cancellazioneUn’immobilizzazione materiale è eliminata dallo stato patrimoniale al momento della dismissione, o quando il bene è permanentemente ritirato dall’uso e dalla sua dismissione non sono attesi benefici economici futuri.

Criteri di rilevazione delle componenti redditualiL’allocazione delle componenti reddituali nelle pertinenti voci di conto economico avviene sulla base di quanto riportato di seguito:• gli ammortamenti periodici, le perdite durature di valore e le riprese di valore vengono allocate nella voce “rettifiche di valore nette su attività materiali”;• i profitti e le perdite derivanti dalle operazioni di cessione vengono allocati nella voce “utili/perdite da cessione di investimenti”.

SEZIONE 9 - ATTIVITÀ IMMATERIALI

Criteri di iscrizione Le attività immateriali sono iscritte come tali se sono identificabili e trovano origine in diritti legali o contrattuali. Le predette attività sono iscritte ai costi di acquisto, comprensivi degli oneri accessori ed aumentati delle spese successive sostenute per accrescerne il valore o la capacità produttiva iniziale.L’avviamento iscritto nello stato patrimoniale come attività immateriale è rappresentato, secondo l’IFRS 3, dai futuri benefici

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economici derivanti da attività, che non possono essere identificate individualmente né rilevate separatamente in contabilità. Il principio IAS 38, inoltre, stabilisce che al momento dell’iscrizione dell’avviamento è possibile scorporare dall’avviamento stesso alcune altre attività immateriali, che rappresentano risorse generate internamente dall’entità acquisita. Secondo le disposizioni dell’IFRS 3, un acquirente contabilizza una attività immateriale distinta dall’avviamento se il suo fair value può essere quantificato in modo attendibile e realistico, anche se tale attività immateriale non era contabilizzata prima dell’acquisizione. Questo significa in pratica che colui che acquisisce o crea la nuova entità può contabilizzare un’attività immateriale separata dall’avviamento (che nella precedente entità prima dell’integrazione aziendale costituiva una risorsa generata internamente): è il caso, ad esempio, di una lista clienti, quando può essere separabile dal resto di un’impresa.

Criteri di classificazioneIl portafoglio delle attività immateriali include i fattori intangibili di produzione ad utilità pluriennale rappresentati in particolare dall’avviamento e dalla “lista clienti” legati all’operazione di acquisizione Citi (si veda parte B - Sezione 12 della nota integrativa del presente bilancio per maggiori dettagli).

Criteri di valutazioneLe attività immateriali di durata limitata vengono valutate secondo il principio del costo al netto degli ammortamenti e delle perdite per riduzioni durevoli di valore. Gli ammortamenti sono di durata pari alla vita utile dei beni da ammortizzare e sono basati sul metodo a quote costanti. Se ricorrono evidenze sintomatiche dell’esistenza di perdite durevoli, le attività immateriali sono sottoposte ad impairment test, registrando le eventuali perdite di valore; successive riprese di valore non possono eccedere l’ammontare delle perdite da impairment in precedenza registrate.

Lo IAS 38 stabilisce che il fair value di un’attività immateriale acquisita con una business combination può essere misurato generalmente con una sufficiente attendibilità in modo da poter permettere la sua contabilizzazione separata dall’avviamento. Queste attività immateriali, che costituiscono, per l’acquirente, attività “acquisite esternamente”, possono rientrare nella definizione di “attività immateriali a vita definita” e quindi essere assoggettate ad ammortamento. L’avviamento acquistato in una aggregazione di imprese è rilevato al costo al netto delle svalutazioni per perdite di valore. L’avviamento non deve essere ammortizzato ma assoggettato alla verifica delle perdite di valore (impairment test) annualmente o più frequentemente, se eventi o cambiamenti di circostanze indicano possibile una perdita di valore.

Il test avviene in due fasi:• si confrontano il fair value e il valore contabile della CGU (Cash Generating Unit). L’avviamento ha perso valore se il valore recuperabile, inteso come il maggiore tra il valore d’uso e il fair value, è inferiore al valore contabile;• se l’avviamento deve essere svalutato, la svalutazione è costituita dall’eccedenza del valore contabile della CGU rispetto al suo valore recuperabile. Il fair value implicito è determinato calcolando il fair value delle attività e passività che fanno parte della “reporting unit” nello stesso modo in cui l’avviamento è determinato quando si contabilizza un’acquisizione. Eventuali successive riprese di valore non possono essere contabilizzate.

Criteri di cancellazioneLe attività immateriali vengono cancellate dal bilancio quando hanno esaurito integralmente le loro funzionalità economiche.

Criteri di rilevazione delle componenti redditualiGli ammortamenti periodici, le perdite durature di valore e le riprese di valore vengono allocate nella voce “rettifiche di valore nette su attività immateriali” del conto economico.

SEZIONE 10 - ATTIVITÀ NON CORRENTI E GRUPPI DI ATTIVITÀ IN VIA DI DISMISSIONE

La Banca non detiene attività non correnti e gruppi di attività in via di dimissione.

SEZIONE 11 - FISCALITÀ CORRENTE E DIFFERITA

Criteri di iscrizione, di cancellazione e di valutazioneLa Banca rileva gli effetti relativi alle imposte correnti e differite applicando rispettivamente le aliquote di imposta vigenti e le aliquote di imposta che si prevede saranno applicabili nell’esercizio nel quale sarà realizzata l’attività fiscale o sarà estinta la

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passività fiscale. Le imposte sul reddito sono rilevate nel conto economico ad eccezione di quelle relative a voci addebitate o accreditate direttamente a patrimonio netto.L’accantonamento per imposte sul reddito è determinato in base ad una prudenziale previsione dell’onere fiscale corrente, di quello anticipato e di quello differito. In particolare le imposte anticipate e quelle differite vengono determinate sulla base delle differenze temporanee - senza limiti temporali - tra il valore attribuito ad un’attività o ad una passività secondo i criteri civilistici ed i corrispondenti valori assunti ai fini fiscali.Le attività per imposte anticipate relative a differenze temporanee deducibili vengono iscritte in bilancio nella misura in cui esiste un’elevata probabilità del loro recupero, valutata sulla base della capacità della società interessata o della Capogruppo per effetto della opzione relativa al c.d. “consolidato fiscale nazionale” (si veda la presente Sezione 4 - Altri aspetti per ulteriori dettagli in merito) di generare con continuità redditi imponibili nei futuri esercizi. Le imposte anticipate e quelle differite vengono contabilizzate a livello patrimoniale a saldi aperti e senza compensazioni, includendo le prime nella voce “attività fiscali” e le seconde nella voce “passività fiscali”. Le imposte correnti, invece, vengono compensate.Le attività e le passività iscritte per imposte anticipate e differite vengono sistematicamente valutate per tenere conto di eventuali modifiche intervenute nelle norme o nelle aliquote.

Criteri di classificazioneLe poste della fiscalità corrente includono gli acconti versati (attività correnti) e debiti da assolvere (passività correnti) per imposte sul reddito di competenza del periodo. Le poste della fiscalità differita rappresentano, invece, imposte sul reddito recuperabili in periodi futuri in connessione con differenze temporanee deducibili (attività differite) e imposte sul reddito pagabili in periodi futuri come conseguenza di differenze temporanee tassabili (passività differite).Criteri di rilevazione delle componenti redditualiAttività e passività fiscali sono imputate al conto economico (voce “imposte sul reddito dell’esercizio dell’operatività corrente”), salvo quando esse derivino da operazioni i cui effetti vanno attribuiti direttamente al patrimonio netto (nel qual caso vengono imputate al patrimonio) o da operazioni di aggregazione societaria (nel qual caso entrano nel computo del valore di avviamento).

SEZIONE 12 - FONDI PER RISCHI ED ONERI

Criteri di iscrizione, classificazione e di cancellazioneI fondi per rischi ed oneri sono passività d’ammontare o scadenza incerti, rilevati in bilancio quando ricorrono le seguenti contestuali condizioni:• esiste un’obbligazione attuale alla data di riferimento del bilancio, che deriva da un evento passato; l’obbligazione deve essere di tipo legale (trova origine da un contratto, normativa o altra disposizione di legge) o implicita (nasce nel momento in cui l’impresa genera nei confronti di terzi l’aspettativa che assolverà i propri impegni, anche se non rientranti nella casistica delle obbligazioni legali);• è probabile che si verifichi un’uscita finanziaria;• è possibile effettuare una stima attendibile dell’ammontare dell’obbligazione.

Criteri di valutazioneGli accantonamenti vengono attualizzati, laddove l’elemento temporale sia significativo, utilizzando i tassi correnti di mercato. L’accantonamento è rilevato a conto economico.

Criteri di rilevazione delle componenti redditualiGli accantonamenti/recuperi a fronte dei fondi per rischi e oneri vengono allocati nella voce “accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri”.

SEZIONE 13 - DEBITI E TITOLI IN CIRCOLAZIONE

Criteri di iscrizione La prima iscrizione di tali passività finanziarie avviene all’atto della ricezione delle somme raccolte o dell’emissione di titoli di debito. L’iscrizione è effettuata sulla base del fair value delle passività, normalmente pari all’ammontare incassato, aumentato degli eventuali costi/proventi aggiuntivi direttamente attribuibili alla singola operazione di provvista e non rimborsati dalla controparte creditrice. Sono esclusi i costi interni di carattere amministrativo.

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Criteri di classificazioneI debiti verso banche e i debiti verso clientela e i titoli in circolazione ricomprendono le varie forme di provvista interbancaria e con clientela, le operazioni pronti contro termine con obbligo di riacquisto a termine, la raccolta effettuata attraverso certificati di deposito, titoli obbligazionari in circolazione, al netto degli eventuali ammontari riacquistati, ed altri strumenti di raccolta in circolazione non classificati tra le passività finanziarie valutate al fair value.

Criteri di valutazioneDopo la rilevazione iniziale, le passività finanziarie vengono valutate al costo ammortizzato col metodo del tasso di interesse effettivo. Fanno eccezione le passività a breve termine, per le quali il fattore temporale risulta trascurabile, che rimangono iscritte per il valore incassato ed i costi eventualmente imputati sono registrati a conto economico in modo lineare lungo la durata contrattuale della passività.

Criteri di cancellazioneLe passività finanziarie sono cancellate dal bilancio quando risultano scadute o estinte.

Criteri di rilevazione delle componenti redditualiGli interessi passivi vengono allocati nella voce “interessi passivi e oneri assimilati” del conto economico.

SEZIONE 14 - PASSIVITÀ FINANZIARIE DI NEGOZIAZIONE

Criteri di iscrizione e di cancellazioneSono applicati, con gli opportuni adattamenti, i medesimi criteri di iscrizione e di cancellazione delle attività finanziarie detenute per la negoziazione (precedente Sezione 1 - attività finanziarie detenute per la negoziazione).

Criteri di classificazioneLa voce include il valore negativo dei contratti derivati di trading valutati al fair value.

Criteri di valutazioneSono applicati, con gli opportuni adattamenti, i medesimi criteri di valutazione delle attività finanziarie detenute per la negoziazione (precedente Sezione 1 - attività finanziarie detenute per la negoziazione).

Criteri di rilevazione delle componenti redditualiSono applicati, con gli opportuni adattamenti, i medesimi criteri di rilevazione delle componenti reddituali delle attività finanziarie detenute per la negoziazione (precedente Sezione 1 - attività finanziarie detenute per la negoziazione).

SEZIONE 15 - PASSIVITÀ FINANZIARIE VALUTATE AL FAIR VALUE

Alla data del bilancio la Banca non detiene “passività finanziarie valutate al fair value”.

SEZIONE 16 - OPERAZIONI IN VALUTA

Criteri di iscrizioneLe operazioni in valuta estera sono registrate, al momento della rilevazione iniziale, in divisa di conto, applicando all’importo in valuta estera il tasso di cambio in vigore alla data dell’operazione.

Criteri di classificazioneLe operazioni in valuta sono costituite da tutte le attività e le passività denominate in valute diverse dall’euro.

Criteri di cancellazioneSi applicano i criteri indicati per le voci di bilancio corrispondenti. Il tasso di cambio utilizzato è quello alla data di estinzione.

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE A 04 capitolo

Criteri di valutazioneAd ogni chiusura di bilancio o di situazione infrannuale, le poste di bilancio in valuta estera vengono valorizzate come segue:• le poste monetarie sono convertite al tasso di cambio alla data di chiusura;• le poste non monetarie valutate al costo storico sono convertite al tasso di cambio in essere alla data dell’operazione;• le poste non monetarie valutate al fair value sono convertite utilizzando i tassi di cambio in essere alla data di chiusura.Le differenze di cambio che derivano dal regolamento di elementi monetari o dalla conversione di elementi monetari a tassi diversi da quelli di conversione iniziali, o di conversione del bilancio precedente, sono rilevate nel conto economico del periodo in cui sorgono. Quando un utile o una perdita relativi ad un elemento non monetario sono rilevati a patrimonio netto, la differenza di cambio relativa a tale elemento è rilevata anch’essa a patrimonio. Per contro, quando un utile o una perdita sono rilevati a conto economico, è rilevata in conto economico anche la relativa differenza cambio.

Criteri di rilevazione delle componenti redditualiLe differenze di cambio delle operazioni in valuta sono rilevate nella voce del conto economico “risultato netto dell’attività di negoziazione”.

SEZIONE 17 - ALTRE INFORMAZIONI

Trattamento di Fine Rapporto del personaleIn base alla Legge n. 296 del 27 dicembre 2006 (Legge Finanziaria 2007), le imprese con almeno 50 dipendenti versano mensilmente ed obbligatoriamente, in conformità alla scelta effettuata dal dipendente, le quote di Trattamento di Fine Rapporto (TFR) maturato successivamente al 1° gennaio 2007, ai Fondi di previdenza complementare di cui al D.Lgs. 252/05 ovvero ad un apposito Fondo per l’erogazione ai lavoratori dipendenti del settore privato dei trattamenti di fine rapporto di cui all’art.2120 del Codice Civile (di seguito Fondo di Tesoreria) istituito presso l’INPS.Alla luce di ciò si hanno le seguenti due situazioni:• il TFR maturando dal 1° gennaio 2007, per i dipendenti che hanno optato per il Fondo di Tesoreria, e dalla data successiva alla scelta (in ossequio alle disposizioni normative in materia) per quelli che hanno optato per la previdenza complementare, si configura come un piano a contribuzione definita, che non necessita di calcolo attuariale; la stessa impostazione vale anche per il TFR di tutti i dipendenti assunti dopo il 31 dicembre 2006, indipendentemente dalla scelta effettuata in merito alla destinazione del TFR;• il TFR maturato alle date indicate al punto precedente, permane invece come piano a prestazione definita, ancorché la prestazione sia già completamente maturata. Conseguentemente il TFR alla data del 31 dicembre 2006, viene sottoposto a ricalcolo attuariale da parte di un consulente esterno.

Il TFR del personale viene iscritto sulla base del suo valore attuariale, certificato da attuari esterni alla Banca. Ai fini dell’attualizzazione, si utilizza il metodo della proiezione unitaria del credito che prevede la proiezione degli esborsi futuri sulla base di analisi storiche statistiche e della curva demografica e l’attualizzazione finanziaria di tali flussi sulla base di un tasso di interesse di mercato. I contributi versati fino al 31/12/2006 sono considerati come unità separate, rilevate e valutate singolarmente ai fini della determinazione dell’obbligazione finale. Il tasso utilizzato per l’attualizzazione è determinato, coerentemente con il paragrafo 78 dello IAS 19, con riferimento all’indice IBoxx Eurozone Corporate AA 10+.

I costi per il servizio del piano sono contabilizzati tra i costi del personale come ammontare netto di contributi versati, contributi di competenza di esercizi precedenti non ancora contabilizzati, ricavi attesi derivanti dalle attività a servizio del piano. I profitti/perdite attuariali sono imputati ad apposita riserva di patrimonio netto.

Spese per migliorie su beni di terziI costi di ristrutturazione di immobili non di proprietà vengono capitalizzati in considerazione del fatto che per la durata del contratto di affitto la società utilizzatrice ha il controllo dei beni e può trarre da essi benefici economici futuri. I suddetti costi, classificati tra le Altre attività come previsto dalle Istruzioni della Banca d’Italia, vengono ammortizzati per un periodo non superiore alla durata del contratto di affitto.

Pagamenti basati su azioniNell’ambito del sistema premiante del personale rilevante viene contemplata la corresponsione di strumenti finanziari (azioni della controllante Credito Emiliano S.p.A.), di cui la stessa Capogruppo procurerà la provvista e la successiva attribuzione, per

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conto di ogni singola controllata interessata, ai relativi dipendenti. Si applicano le prescrizioni dell’IFRS 2, allocando il relativo onere di competenza tra le “spese del personale”. Quanto alla contropartita contabile, la parte del piano in azioni va classificata tra le “cash settled share-based payment transactions”, poiché, relativamente a questa parte del piano, l’obbligo del pagamento delle azioni ricade sulla società controllata che rimborserà la controllante nel momento in cui quest’ultima consegnerà le azioni ai dipendenti beneficiari. Secondo questa qualificazione occorre, pertanto, rilevare in contropartita delle “spese del personale” un debito verso la controllante che verrà chiuso al momento della consegna delle azioni ai dipendenti beneficiari.

Operazioni under common controlUn’aggregazione aziendale che coinvolge imprese o aziende sotto comune controllo è un’aggregazione in cui tutte le imprese o aziende sono, in ultimo, controllate dallo stesso soggetto o dagli stessi soggetti sia prima sia dopo l’aggregazione aziendale ed il controllo non è di natura temporanea (IFRS 3.10). Considerata la peculiarità di queste operazioni e il fatto che gli IFRS non le trattano in modo specifico, si ritiene che la scelta del principio contabile più idoneo debba essere guidata dai canoni generali previsti da IAS 8.In particolare, lo IAS 8.10 prevede che, in assenza di un principio o di un’interpretazione IFRS che si applichi specificamente ad un’operazione, altro evento o condizione, la direzione aziendale debba fare uso del proprio giudizio nello sviluppare e applicare un principio contabile che fornisca un’informativa che sia: (a) rilevante ai fini delle decisioni economiche da parte degli utilizzatori; e (b) attendibile, in modo che il bilancio: (i) rappresenti fedelmente la situazione patrimoniale - finanziaria, il risultato economico e i flussi finanziari dell’entità; (ii) rifletta la sostanza economica delle operazioni, altri eventi e circostanze, e non meramente la forma legale; (iii) sia neutrale, cioè scevra da pregiudizi; (iv) sia prudente; e (v) sia completa con riferimento a tutti gli aspetti rilevanti.Nella ricerca di un trattamento contabile che rientri nell’ambito concettuale del Framework e che soddisfi i criteri dello IAS 8.10 l’elemento critico è rappresentato dal fatto che il principio contabile prescelto per rappresentare le operazioni under common control deve riflettere la sostanza economica delle stesse, indipendentemente dalla loro forma giuridica. La presenza o meno di “sostanza economica” appare pertanto l’elemento chiave da porre alla base della scelta del principio contabile.La sostanza economica deve consistere in una generazione di valore aggiunto per il complesso delle parti interessate (quale ad esempio maggiori ricavi, risparmi di costi, realizzazioni di sinergie), che si concretizzi in significative variazioni nei flussi di cassa ante e post operazione delle attività trasferite. In particolare, le operazioni che hanno una significativa influenza sui flussi di cassa futuri per le parti interessate dovranno essere suffragate da una esauriente analisi dei flussi di cassa ante e post operazione sulla base di evidenze adeguate e verificabili fornite dagli amministratori. In ossequio al principio della prudenza, tale analisi dei flussi di cassa deve avere caratteristiche di concretezza, ragionevole possibilità di realizzazione (tecnica, economica, finanziaria), brevità di attuazione. Dati questi elementi di base, la selezione del principio contabile per le operazioni in esame, pur giuridicamente rilevanti ma prive di una significativa influenza sui flussi di cassa futuri, deve essere guidata in particolar modo dal principio di prudenza. In questi casi, pertanto, la scelta dei criteri di contabilizzazione deve privilegiare principi idonei ad assicurare la continuità dei valori.L’ applicazione del principio della continuità dei valori dà luogo alla rilevazione nello stato patrimoniale di valori uguali a quelli che risulterebbero se le imprese oggetto di aggregazione fossero state unite da sempre. Le attività nette dell’entità acquisita e dell’entità acquirente devono essere pertanto rilevate ai valori di libro che avevano nelle rispettive contabilità prima dell’operazione. In linea di principio le iscrizioni contabili successive continueranno portando avanti i valori utilizzati per la contabilizzazione precedente.Il conto economico sarà uguale alla somma dei conti economici delle due entità integrate a partire dalla data della transazione. Ovviamente saranno necessarie rettifiche per uniformare l’applicazione dei principi contabili e per l’eliminazione delle partite intercompany. Ove i valori di trasferimento siano superiori a quelli storici, l’eccedenza va stornata rettificando in diminuzione il patrimonio netto dell’impresa acquirente/conferitaria, con apposito addebito di una riserva.Nel caso di operazioni che abbiano una significativa influenza sui flussi di cassa futuri delle attività nette trasferite, le attività saranno iscritte al costo, inteso come fair value delle attività trasferite al momento dell’operazione (IFRS 3), ivi incluso l’avviamento.

Riconoscimento dei ricaviI ricavi sono riconosciuti quando sono percepiti o comunque quando è probabile che saranno ricevuti i benefici futuri e tali benefici possono essere quantificabili in modo attendibile. In particolare:• gli interessi di mora, eventualmente previsti in via contrattuale, sono contabilizzati a conto economico solo al momento del loro effettivo incasso;• dividendi sono rilevati a conto economico nel momento in cui ne viene deliberata la distribuzione;

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE A 04 capitolo

• i ricavi derivanti dall’intermediazione di strumenti finanziari di negoziazione, determinati dalla differenza tra il prezzo della transazione ed il fair value dello strumento, vengono riconosciuti al conto economico in sede di rilevazione dell’operazione se il fair value è determinabile con riferimento a parametri o transazioni recenti osservabili sullo stesso mercato nel quale lo strumento è negoziato. I proventi relativi a strumenti finanziari per i quali la suddetta misurazione non è possibile affluiscono al conto economico lungo la durata dell’operazione.

Procedura di impairment test sull’avviamentoL’avviamento iscritto a seguito di acquisizioni viene assoggettato ad impairment test almeno una volta all’anno e comunque quando vi siano segnali di deterioramento. Ai fini del test, una volta allocato l’avviamento in unità generatrici di flussi finanziari (CGU) si pone a confronto il valore contabile ed il valore recuperabile di tali unità, rappresentato dal maggiore fra il fair value, al netto di eventuali costi di vendita, ed il valore d’uso. L’apposita informativa presentata nella sezione 12 dell’attivo della nota integrativa fornisce maggiori informazioni.

Modalità di determinazione del fair value delle attività e delle passivitàAspetti generaliGli strumenti finanziari valutati al fair value includono le attività e le passività finanziarie detenute per la negoziazione, gli strumenti finanziari designati al fair value, gli strumenti derivati e, infine, gli strumenti classificati come disponibili per la vendita.Il principio IFRS13 definisce il fair value come il prezzo che si percepirebbe per la vendita di un’attività ovvero che si pagherebbe per il trasferimento di una passività in una regolare operazione nel mercato principale (o più vantaggioso) alla data di valutazione, alle correnti condizioni di mercato (ossia un prezzo di chiusura), indipendentemente dal fatto che quel prezzo sia osservabile direttamente o che venga stimato utilizzando un’altra tecnica di valutazione.Le funzioni coinvolte nei processi di determinazione del fair value includono le funzioni amministrative, le funzioni di front office Finanza e le funzioni di Risk Management di Gruppo.

Gli uffici amministrativi, direttamente responsabili della redazione dell’informativa finanziaria, sono chiamati a presidiare le regole utilizzate per la determinazione del fair value nel rispetto dei principi contabili di riferimento.Gli uffici Finanza, a loro volta, detengono le conoscenze legate alle tecniche di valutazione applicate e presiedono i sistemi informativi utilizzati nei processi di determinazione del fair value.Infine gli uffici della funzione Risk Management sono chiamati a validare le tecniche di valutazione utilizzate, inclusi i relativi modelli e i parametri utilizzati. Tali uffici verificano la potenziale presenza di un mercato attivo e analizzano le possibili fonti disponibili. Le variabili utilizzate nel processo valutativo sono soggette periodicamente ad attività di verifica mediante back testing. In generale, la Banca determina il fair value di attività e passività finanziarie secondo tecniche di valutazione scelte in base alla natura degli strumenti detenuti ed in base alle informazioni disponibili al momento della valutazione.Sulla base delle informazioni disponibili al momento delle valutazioni, gli strumenti finanziari sono suddivisi tra quelli il cui prezzo è quotato in un mercato attivo da quelli per i quali un mercato attivo al momento della valutazione non esiste.

La gerarchia del fair value attribuisce la massima priorità ai prezzi quotati (non rettificati) in mercati attivi per attività o passività identiche (dati di livello 1) e la priorità minima agli input non osservabili (dati di Livello 3).Gli input di Livello 1 sono prezzi quotati (non rettificati) in mercati attivi per attività e passività identiche a cui l’entità può accedere alla data di valutazione. Un prezzo quotato in un mercato attivo fornisce la prova più attendibile del fair value e, quando disponibile, deve essere utilizzato senza alcuna rettifica per valutare il fair value.Gli input di Livello 2 sono input diversi dai prezzi quotati inclusi nel Livello 1 osservabili direttamente o indirettamente per l’attività o per la passività.Allo stesso modo non sono considerate osservabili tutte le altre variabili impiegate nelle tecniche valutative che non possono essere corroborate sulla base di dati osservabili di mercato.

La presenza di mercati attivi e l’utilizzo di prezzi quotati (Mark to Market)Le principali fonti utilizzate per l’acquisizione dei prezzi ai fini contabili sono:• CED Borsa, nel caso di prezzi rilevati in mercati regolamentati (Italia);• Reuters, per quanto valorizzato attraverso l’applicativo di front office Murex utilizzando prezzi rilevati su mercati regolamentati;• Bloomberg, per i rimanenti strumenti, utilizzando prezzi rilevati in mercati regolamentati e non.

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Qualora le informazioni Reuters e Bloomberg non siano disponibili, si utilizzano altri Information Providers indipendenti.

L’utilizzo di tecniche di valutazione (Mark to Model)Nel determinare il fair value degli strumenti finanziari si ricorre al Mark to Model qualora l’analisi evidenzi che per gli strumenti detenuti non esistano prezzi quotati nel mercato principale (o più vantaggioso).Le tecniche di valutazione utilizzate per valutare il fair value devono massimizzare l’utilizzo di input osservabili rilevanti e ridurre al minimo l’utilizzo di input non osservabili. Gli input di Livello 2 sono input diversi dai prezzi quotati inclusi nel Livello 1 osservabili direttamente o indirettamente per l’attività o per la passività.

Gli input di livello 2 comprendono:• prezzi quotati per attività o passività similari in mercati attivi;• prezzi quotati per attività o passività identiche o similari in mercati non attivi;• dati diversi dai prezzi quotati osservabili per l’attività o passività (per esempio tassi di interesse e curve dei rendimenti osservabili a intervalli comunemente quotati, volatilità implicite e spread creditizi);• input corroborati dal mercato.

Gli input non osservabili, Livello 3, devono essere utilizzati per valutare il fair value nella misura in cui gli input osservabili rilevanti non siano disponibili, consentendo pertanto situazioni di scarsa attività del mercato per l’attività o passività alla data di valutazione. Tuttavia, la finalità della valutazione del fair value resta la stessa, ossia un prezzo di chiusura alla data di valutazione dal punto di vista di un operatore di mercato che possiede l’attività o la passività. Pertanto, gli input non osservabili devono riflettere le assunzioni che gli operatori di mercato utilizzerebbero nel determinare il prezzo dell’attività o passività, incluse le assunzioni circa il rischio.

Le rettifiche agli input di Livello 2 varieranno in funzione di fattori specifici dell’attività o della passività. Tali fattori comprendono i seguenti elementi: • la condizione o l’ubicazione dell’attività; • la misura in cui gli input fanno riferimento a elementi comparabili all’attività o alla passività;• il volume o il livello di attività nei mercati in cui gli input sono osservati.

L’utilizzo di input non osservabili significativi o eventuali rettifiche di un input di Livello 2 significativo per l’intera valutazione dello strumento, possono comportare nella valutazione del fair value una classificazione a Livello 3 nella gerarchia del fair value.L’utilizzo di una tecnica di valutazione ha l’obiettivo di stimare il prezzo a cui avrebbe luogo una regolare operazione di vendita di una attività o di trasferimento di una passività tra operatori di mercato alla data di valutazione, alle condizioni di mercato correnti. Tre tecniche di valutazione ampiamente utilizzate sono il metodo basato sulla valutazione di mercato, il metodo del costo e il metodo reddituale. Un’entità deve utilizzare tecniche di valutazione coerenti con uno o più di questi metodi per valutare il fair value. L’evidenza dell’affidabilità di tali tecniche è valutata attraverso periodiche attività di back testing.

Esempi dei principali parametri osservabili di mercato di cui si servono le più comuni tecniche di valutazione applicate sono i seguenti:• curva dei tassi Risk Free. Sulla base delle rilevazioni storicizzate nell’applicativo di Front Office (Murex) viene ricavata una curva tassi Euro c.d. Risk-Free, attraverso un bootstrapping dei tassi impliciti in depositi, future, swap e Forward Rate Agreement;• tassi di cambio. Il sistema Murex acquisisce giornalmente, in automatico, i tassi di cambio spot fixing BCE dall’infoprovider Reuters;• curve di volatilità. Vengono mappate le curve di volatilità rilevate da fonte esterna precedentemente individuata (Bloomberg), e storicizzate nell’applicativo di front office (Murex); va sottolineato che l’operatività del Gruppo in conto proprio si concentra prevalentemente su strumenti di tasso;• curve tasso per differenti classi di rating (credit spread).

In particolare, per quanto riguarda i Credit Spread, al fine di determinare la curva di tasso da applicare, si procede:• all’individuazione degli spread senior da applicare alla curva Risk-Free (fonte Bloomberg) selezionando un paniere di titoli (titoli benchmark) per ogni classe di rating;

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE A 04 capitolo

• alla rilevazione dei discount margin relativi ad ogni classe di rating;• all’estrapolazione e interpolazione, da questi, degli spread da applicare alla curva risk-free.

In presenza di strumenti subordinati, in aggiunta ai processi suddetti si procede all’individuazione degli spread tra titolo senior e titolo subordinato per ogni emittente (credit spread subordinato):• tramite rilevazione delle quotazioni dei Credit Default Swaps;• applicando agli strumenti subordinati, in misura proporzionale, la stessa variazione di spread rilevata sugli strumenti senior;• fatte le debite interpolazioni si ricavano gli spread e da questi, tramite l’applicativo di Front Office (Murex), le curve corrispondenti.

Diversamente, qualora le tecniche di valutazione si basino in via prevalente su parametri non osservabili sul mercato, vengono svolti processi di stima interni. Ciò avviene limitatamente ai casi in cui i relativi dati di mercato non siano disponibili o non siano ritenuti affidabili.L’utilizzo delle tecniche di valutazione che fanno uso di dati osservabili di mercato o di dati stimati internamente, implicano l’utilizzo di modelli valutativi all’interno dei quali sono calati tali parametri.

Il metodo reddituale converte importi futuri (per esempio, flussi finanziari o ricavi e costi) in un unico importo corrente (ossia attualizzato). Quando si utilizza il metodo reddituale, la valutazione del fair value riflette le attuali aspettative del mercato su tali importi futuri.

A titolo esemplificativo, tali tecniche di valutazione comprendono: • tecniche del valore attuale; • modelli di misurazione del prezzo delle opzioni, quali la formula di Black-Scholes-Merton o il modello degli alberi binomiali, che incorporano tecniche di calcolo del valore attuale e riflettono sia il valore temporale, sia il valore intrinseco di un’opzione.Qualora però si faccia ricorso a modelli valutativi proprietari, l’affidabilità degli stessi è testata confrontando, per strumenti simili quotati, le valutazioni fornite da tali tecniche con i relativi prezzi quotati (back testing). Inoltre, l’affidabilità di tali tecniche è verificata, ex post, monitorando nel tempo i risultati ottenuti.

Impairment degli strumenti finanziari available for sale (AFS)Lo IAS 39 impone di determinare a ogni data di riferimento del bilancio se vi è qualche obiettiva evidenza che un’attività finanziaria abbia subito una riduzione di valore.Il paragrafo 67 stabilisce che “quando una riduzione di fair value di un’attività finanziaria disponibile per la vendita è stata rilevata direttamente nel patrimonio netto e sussistono evidenze obiettive che l’attività abbia subito una riduzione di valore, la perdita cumulativa che è stata rilevata direttamente nel patrimonio netto deve essere stornata e rilevata a conto economico anche se l’attività finanziaria non è stata eliminata”.

Il paragrafo 68 precisa che “l’importo della perdita complessiva che viene stornata dal patrimonio netto e rilevata nel conto economico deve essere la differenza tra il costo di acquisizione (al netto di qualsiasi rimborso in conto capitale e ammortamento) e il fair value (valore equo) corrente, dedotta qualsiasi perdita per riduzione di valore su quell’attività finanziaria rilevata precedentemente nel conto economico”. Dunque l’intera riserva negativa del patrimonio netto deve essere imputata al conto economico nel caso di evidenze di impairment.La differenza tra il valore di iscrizione ed il valore recuperabile rappresenta una perdita di valore. Lo IAS 39 prevede che il valore recuperabile, vale a dire il valore a cui l’attività finanziaria debba essere iscritta, sia, nel caso di strumenti finanziari classificati nel comparto AFS, il fair value.

Le attività finanziarie del portafoglio disponibile per la vendita (AFS) ed i titoli di debito aventi le caratteristiche per la classificazione nel portafoglio crediti e, qualora esistente, nel portafoglio immobilizzato, sono sottoposti ad impairment test ogni qualvolta si manifestino eventi tali da far ritenere che l’investimento abbia subito una perdita di valore. Il procedimento è articolato in due fasi:• individuazione delle situazioni di deterioramento tali da determinare l’impairment;• quantificazione delle perdite associabili alle situazioni di impairment. Per le attività del portafoglio AFS queste perdite si ragguagliano alla differenza negativa tra il valore corrente di mercato (oppure, per gli strumenti non quotati, il valore attuale - ai tassi correnti di rendimento “risk free” di investimenti simili - dei flussi di cassa attesi) delle attività deteriorate ed il

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valore di libro. Analoga quantificazione per i titoli di debito del portafoglio crediti, anche’essi periodicamente valutati per individuare le evidenze di perdite di valore.

I criteri applicati dal Gruppo per identificare situazioni di impairment del portafoglio AFS, distinguono tra titoli di debito e titoli di capitale.L’obiettiva evidenza che un titolo di debito abbia subito una perdita di valore è rintracciabile nella lista degli eventi di perdita riportati nello IAS 39.59, tra i quali:• significative difficoltà finanziarie dell’emittente;• una violazione del contratto, quale un inadempimento o un mancato pagamento degli interessi o del capitale;• il sottoscrittore/acquirente per ragioni economiche o legali relative alle difficoltà finanziarie dell’emittente, estende all’emittente una concessione che il sottoscrittore/acquirente non avrebbe altrimenti preso in considerazione;• sussiste la probabilità che l’emittente dichiari bancarotta o venga sottoposto ad altre procedure di ristrutturazione finanziaria;• la scomparsa di un mercato attivo di quel titolo dovuta a difficoltà finanziarie.

Nel caso di titoli obbligazionari con un “rating” si valuta il deterioramento del merito creditizio dell’emittente. Al riguardo si ritiene che un deterioramento tale da far ricadere i titoli di debito in classi di rating inferiori alla soglia ”investment grade” sia indicativo della necessità di procedere nel verificare l’esistenza di un impairment, mentre, negli altri casi, il deterioramento del merito creditizio è invece da valutare congiuntamente con gli altri fattori disponibili.Nel caso di titoli obbligazionari si considera la disponibilità di fonti specializzate (ad esempio indicazioni di investimento fornite da istituzioni finanziarie, rating reports, etc.) o di informazioni disponibili su “info-provider” (ad es. Bloomberg, Reuters, etc.), attraverso cui si determina più puntualmente la rilevanza della situazione di deterioramento dell’emittente.

Con riferimento ai titoli di capitale (inclusi i fondi), è ragionevole ipotizzare che le azioni in portafoglio siano da assoggettare ad impairment prima dei titoli obbligazionari emessi dalla stessa società emittente; pertanto, gli indicatori di svalutazione dei titoli di debito emessi da una società, ovvero la svalutazione di tali titoli di debito, sono forti indicatori dell’impairment dei titoli di capitale della stessa società.Inoltre, per stabilire se vi è un’evidenza di impairment per un titolo di capitale, oltre alla presenza degli eventi indicati dallo IAS 39.59, ed alle considerazioni in precedenza riportate ove applicabili, sono da considerare i due seguenti eventi (IAS 39.61):• cambiamenti significativi con effetti avversi relativi alle tecnologie, mercati, ambiente economico o legale relativamente all’emittente, che indicano che il costo dell’investimento non può più essere recuperato;• un significativo o prolungato declino nel fair value dell’investimento al di sotto del suo costo.

Si procede a rilevare un impairment se:• il fair value del titolo è inferiore del 35% rispetto al valore di carico di prima iscrizione;• il fair value è inferiore al valore di carico per un arco temporale di almeno 18 mesi.

Relativamente agli investimenti in strumenti rappresentativi di capitale, la necessità di rilevare un impairment considera, in caso non si verifichino le condizioni sopra indicate, singolarmente o congiuntamente, le seguenti situazioni:• il fair value dell’investimento risulta significativamente inferiore al costo di acquisto o comunque è significativamente inferiore a quello di società similari dello stesso settore;• il management della società non è considerato di adeguato standing ed in ogni caso capace di assicurare una ripresa delle quotazioni;• si rivela la riduzione del “credit rating” dalla data dell’acquisto;• significativo declino dei profitti, dei cash flow o nella posizione finanziaria netta dell’emittente dalla data di acquisto;• si rileva una riduzione o interruzione della distribuzione dei dividendi;• scompare un mercato attivo per i titoli obbligazionari emessi;• si verificano cambiamenti del contesto normativo, economico e tecnologico dell’emittente che hanno un impatto negativo sulla situazione reddituale, patrimoniale e finanziaria dello stesso;• esistono prospettive negative del mercato, settore o area geografica nel quale opera l’emittente.

Criteri di determinazione del fair value di attività e passività non misurate al fair value su base ricorrenteDi seguito si riportano le informazioni richieste dall’IFRS 13. Per i rapporti creditizi attivi e passivi non misurati al fair value su base ricorrente, il fair value, riportato nelle tabelle presenti

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE A 04 capitolo

nelle note illustrative, è stato determinato con i seguenti criteri:• per le attività e passività a vista, con scadenza a breve termine (entro 12 mesi) o indeterminata, il valore di iscrizione; stessa impostazione è stata utilizzata per i crediti non performing;• per le attività e passività a medio lungo termine, la valutazione è stata determinata mediante l’attualizzazione dei flussi di cassa futuri. Tale operazione è stata eseguita utilizzando tassi privi di rischio e, per le attività, correggendo i flussi di cassa futuri, tenendo conto della rischiosità della controparte mediante parametri di PD (Probability of Default) e di LGD (Loss Given Default).

Per tali strumenti, la determinazione del fair value si basa anche sull’utilizzo di parametri interni non direttamente osservabili sul mercato ed è calcolato solo ai fini di adempiere alle richieste di informativa e non ha alcun impatto sullo stato patrimoniale e sul conto economico.

A.3 - Informativa sui trasferimenti tra portafogli di attività finanziarie

La Banca non si è avvalsa della facoltà di riclassificare strumenti finanziari ai sensi dello IAS 39.

A.4 - Informativa sul fair value

Informativa di natura qualitativa

A.4.3 – GERARCHIA DEL FAIR VALUEIn accordo alle disposizioni contenute nel principio contabile internazionale IFRS 7 - Improving Disclosures about Financial Instruments, le valutazioni al Fair Value dei propri strumenti finanziari sono classificate sulla base di una gerarchia che riflette la significatività degli input utilizzati nelle valutazioni (Livelli).I livelli utilizzati per le classificazioni riportate nel seguito della presenta nota integrativa sono i seguenti:• ”Livello 1”: lo strumento finanziario è quotato in un mercato attivo;• ”Livello 2”: il fair value è misurato sulla base di tecniche di valutazione che prendono a riferimento parametri osservabili sul mercato, diversi dalle quotazioni dello strumento finanziario;• ”Livello 3”: il fair value è calcolato sulla base di tecniche di valutazione che prendono a riferimento parametri non osservabili sul mercato.

Tra le principali regole applicate per la determinazione dei Livelli di Fair Value si segnala che sono ritenuti di “Livello 1” i titoli di debito governativi, i titoli di debito corporate, i titoli di capitale, i fondi aperti, gli strumenti finanziari derivati e le passività finanziarie emesse il cui Fair Value corrisponde, alla data di valutazione, al prezzo quotato in un mercato attivo.

Sono considerati di “Livello 2”:• le passività finanziarie emesse, non quotate su un mercato attivo e valutate in via prevalente attraverso dati osservabili di mercato;• i titoli di debito il cui fair value è determinato attraverso il prezzo del mercato del CDS (Credit Default Swap) ed esista un prezzo del CDS rilevabile su un mercato attivo;• gli altri strumenti finanziari per i quali non esistono, alla data di valutazione, prezzi quotati su mercati attivi e valutati secondo una tecnica basata su dati osservabili di mercato.

Infine, sono classificati di “Livello 3”:• i titoli di debito governativi, i titoli di debito corporate, i titoli di capitale, i fondi, gli strumenti finanziari derivati e le passività finanziarie emesse per le quali non esistono, alla data di valutazione, prezzi quotati sui mercati attivi e valutati secondo una tecnica basata su dati non osservabili di mercato;• i fondi chiusi il cui fair value corrisponda al relativo NAV pubblicato in prossimità della data di valutazione;• i fondi aperti il cui ultimo NAV rilevato non è riferito in prossimità della data di valutazione;• i titoli AFS valutati al costo.

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Legenda L1= Livello 1 L2= Livello 2 L3= Livello 3

Si segnala che i fondi di fondi hedge gestiti dalla società del Gruppo “Euromobiliare Asset Management SGR S.p.A.” sono stati classificati all’interno del “Livello 3”, in quanto trattasi di fondi in liquidazione, per i quali è stato sospeso il calcolo ufficiale della quota.

Attività/Passività finanziarie misurate al fair value Totale 31/12/2015 31/12/14

L1 L2 L3 L1 L2 L3

1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione - 5 523 - 10 639

2. Attività finanziarie valutate al fair value - - - - - -

3. Attività finanziarie disponibili per la vendita 119.959 - - 120.810 - -

4. Derivati di copertura - 250 - - - -

5. Attività materiali - - - - - -

6. Attività immateriali - - - - - -

Totale 119.959 255 523 120.810 10 639

1. Passività finanziarie detenute per la negoziazione - 5 - - 10 -

2. Passività finanziarie valutate al fair value - - - - - -

3. Derivati di copertura - 1.740 - - 1.654 -

Totale - 1.745 - - 1.664 -

Informativa di natura quantitativa

A.4.5 – GERARCHIA DEL FAIR VALUE

A.4.5.1 Attività e passività valutate al fair value su base ricorrente: ripartizione per livelli di fair value

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE A 04 capitolo

A.4.5.2 Variazioni annue delle attività valutate al fair value su base ricorrente (Livello 3)

A.4.5.3 Variazioni annue delle passività valutate al fair value su base ricorrente (livello 3)

Non sono presenti passività finanziarie valutate al fair value.

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1. Esistenze iniziali 639 - - - - -

2. Aumenti - - - - - -

2.1 Acquisti - - - - - -

2.2 Profitti imputati a: - - - - - -

2.2.1 Conto Economico - - - - - -

Plusvalenze - - - - - -

2.2.2 Patrimonio Netto X X - - - -

2.3 Trasferimenti da altri livelli - - - - - -

2.4 Altre variazioni in aumento - - - - - -

3. Diminuzioni 116 - - - - -

3.1 Vendite - - - - - -

3.2 Rimborsi - - - - - -

3.3 Perdite imputate a: - - - - - -

3.3.1 Conto Economico - - - - - -

di cui: minusvalenze - - - - - -

3.3.2 Patrimonio Netto X X - - - -

3.4 Trasferimenti ad altri livelli - - - - - -

3.5 Altre variazioni in diminuzione 116 - - - - -

4. Rimanenze finali 523 - - - - -

89

BILANCIO 2015

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A.4.5.4 Attività e passività non valutate al fair value o valutate al fair value su base non ricorrente:ripartizione per livelli di fair value

Attività/Passività non misurate al fair value o misurate al fair value su base non ricorrente

31/12/2015 31/12/2014

VB L1 L2 L3 VB L1 L2 L3

1. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza - - - - - - - -

2. Crediti verso banche 255.263 - - 255.263 94.938 - - 94.938

3. Crediti verso clientela 471.862 - - 471.862 425.998 - - 425.998

4. Attività materiali detenute a scopo di investimento - - - - - - - -

5. Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione - - - - - - - -

Totale 727.125 - - 727.125 520.936 - - 520.936

1. Debiti verso banche 872 - - 872 1.830 - - 1.830

2. Debiti verso clientela 784.539 - - 784.539 587.020 - - 587.020

3. Titoli in circolazione - - - - - - - -

4. Passività associate ad attività in via di dismissione - - - - - - - -

Totale 785.411 - - 785.411 588.850 - - 588.850

A.5 - Informativa sul c.d. “day one profit/loss”

La Banca non ha transazioni rientranti in tale tipologia.

LegendaVB = valore di bilancioL1 = Livello1L2 = Livello2L3 = Livello3

90

BILANCIO 2015

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE A • B 04 capitolo

Attivo

SEZIONE 1 - CASSA E DISPONIBILITÀ LIQUIDE - VOCE 10

1.1 Cassa e disponibilità liquide: composizione

PARTE B - INFORMAZIONI SULLO STATO PATRIMONIALE

SEZIONE 2 - ATTIVITÀ FINANZIARIE DETENUTE PER LA NEGOZIAZIONE - VOCE 20

2.1 Attività finanziarie detenute per la negoziazione: composizione merceologica

Voci/Valori

Totale 31/12/2015 Totale 31/12/2014

Livello 1

Livello 2

Livello 3

Livello 1

Livello 2

Livello 3

A. Attività per cassa

1. Titoli di debito - - - - - -

1.1 Titoli strutturati - - - - - -

1.2 Altri titoli di debito - - - - - -

2. Titoli di capitale - - - - - -

3. Quote di O.I.C.R. - - 523 - - 639

4. Finanziamenti - - - - - -

4.1 Pronti contro termine attivi - - - - - -

4.2 Altri - - - - - -

Totale A - - 523 - - 639

B. Strumenti derivati

1. Derivati finanziari - 5 - - 10 -

1.1 di negoziazione - 5 - - 10 -

1.2 connessi con la fair value option - - - - - -

1.3 altri - - - - - -

2. Derivati creditizi - - - - - -

2.1 di negoziazione - - - - - -

2.2 connessi con la fair value option - - - - - -

2.3 altri - - - - - -

Totale B - 5 - - 10 -

Totale (A+B) - 5 523 - 10 639

Totale31/12/2015

Totale31/12/2014

a) Cassa 344 354

b) Depositi liberi presso Banche Centrali - -

Totale 344 354

91

BILANCIO 2015

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2.2 Attività finanziarie detenute per la negoziazione: composizione per debitori/emittenti

Voci/Valori Totale31/12/2015

Totale31/12/2014

A. Attività per cassa

1. Titoli di debito - -

a) Governi e Banche Centrali - -

b) Altri enti pubblici - -

c) Banche - -

d) Altri emittenti - -

2. Titoli di capitale - -

a) Banche - -

b) Altri emittenti: - -

- imprese di assicurazione - -

- società finanziarie - -

- imprese non finanziarie - -

- altri - -

3. Quote di O.I.C.R. 523 639

4. Finanziamenti - -

a) Governi e Banche Centrali - -

b) Altri enti pubblici - -

c) Banche - -

d) Altri soggetti - -

Totale A 523 639

B. Strumenti derivati

a) Banche - 5

b) Clientela 5 5

Totale B 5 10

Totale (A+B) 528 649

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BILANCIO 2015

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE B 04 capitolo

SEZIONE 4 - ATTIVITÀ FINANZIARIE DISPONIBILI PER LA VENDITA - VOCE 40

4.1 Attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione merceologica

Voci/Valori

Totale 31/12/2015 Totale 31/12/2014

Livello 1

Livello 2

Livello 3

Livello 1

Livello 2

Livello 3

1. Titoli di debito 119.959 - - 120.810 - -

1.1 Titoli strutturati - - - - - -

1.2 Altri titoli di debito 119.959 - - 120.810 - -

2. Titoli di capitale - - - - - -

2.1 Valutati al fair value - - - - - -

2.2 Valutati al costo - - - - - -

3. Quote di O.I.C.R. - - - - - -

4. Finanziamenti - - - - - -

Totale 119.959 - - 120.810 - -

Tra i titoli di debito figura esclusivamente l’esposizione nei confronti dello Stato italiano.

93

BILANCIO 2015

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4.2 Attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione per debitori/emittenti

Voci/Valori Totale31/12/2015

Totale31/12/2014

1. Titoli di debito 119.959 120.810

a) Governi e Banche Centrali 119.959 120.810

b) Altri enti pubblici - -

c) Banche - -

d) Altri emittenti - -

2. Titoli di capitale - -

a) Banche - -

b) Altri emittenti - -

- imprese di assicurazione - -

- società finanziarie - -

- imprese non finanziarie - -

- altri - -

3. Quote di O.I.C.R. - -

4. Finanziamenti - -

a) Governi e Banche Centrali - -

b) Altri enti pubblici - -

c) Banche - -

d) Altri soggetti - -

Totale 119.959 120.810

4.3 Attività finanziarie disponibili per la vendita oggetto di copertura specifica

Totale31/12/2015

Totale31/12/2014

1. Attività finanziarie oggetto di copertura specifica del fair value 118.397 119.255

a) rischio di tasso di interesse 118.397 119.255

b) rischio di cambio - -

c) rischio di credito - -

d) più rischi - -

2. Attività finanziarie oggetto di copertura specifica dei flussi finanziari - -

a) rischio di tasso di interesse - -

b) rischio di cambio - -

c) altro - -

Totale 118.397 119.255

94

BILANCIO 2015

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE B 04 capitolo

SEZIONE 6 - CREDITI VERSO BANCHE - VOCE 60

6.1 Crediti verso banche: composizione merceologica

6.2 Crediti verso banche oggetto di copertura specifica

Alla data di bilancio non si rilevano crediti verso banche oggetto di copertura specifica.

6.3 Leasing finanziario

Banca Euromobiliare non ha in essere contratti di locazione finanziaria con banche.

Tipologia operazioni/Valori

Totale31/12/2015

Totale31/12/2014

VBFV

VBFV

L1 L2 L3 L1 L2 L3

A. Crediti verso Banche Centrali - - - - - - - -

1. Depositi vincolati - X X X - X X X

2. Riserva obbligatoria - X X X - X X X

3. Pronti contro termine - X X X - X X X

4. Altri - X X X - X X X

B. Crediti verso banche 255.263 - - 255.263 94.938 - - 94.938

1. Finanziamenti 255.263 - - 255.263 94.938 - - 94.938

1.1. Conti correnti e depositi liberi 243.728 X X X 76.677 X X X

1.2. Depositi vincolati 10.692 X X X 17.846 X X X

1.3. Altri finanziamenti: 843 X X X 775 X X X

- Pronti contro termine attivi - X X X - X X X

- Leasing finanziario - X X X - X X X

- Altri 843 X X X 775 X X X

2. Titoli di debito - - - - - - - -

2.1 Titoli strutturati - X X X - X X X

2.2 Altri titoli di debito - X X X - X X X

Totale 255.263 - - 255.263 94.938 - - 94.938

La riserva obbligatoria è ricompresa nei crediti verso banche, alla voce “depositi vincolati”, in quanto assolta in via indiretta tramite conto accentrato presso Credito Emiliano S.p.A. Al 31 dicembre 2015 la riserva obbligatoria ammonta a 7.659 migliaia di euro.

95

BILANCIO 2015

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96

BILANCIO 2015

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE B 04 capitolo

7.2 Crediti verso clientela: composizione per debitori/emittenti

7.3 Crediti verso clientela oggetto di copertura specifica

Alla data di bilancio non si rilevano crediti verso clientela oggetto di copertura specifica.

7.4 Leasing finanziario

Banca Euromobiliare non ha in essere contratti di locazione finanziaria con clientela.

Tipologia operazioni/Valori Totale 31/12/2015 Totale 31/12/2014

Non deteriorati

Deteriorati Non

deteriorati

Deteriorati

Acquistati Altri Acquistati Altri

1. Titoli di debito: - - - - - -

a) Governi - - - - - -

b) Altri Enti pubblici - - - - - -

c) Altri emittenti - - - - - -

- imprese non finanziarie - - - - - -

- imprese finanziarie - - - - - -

- assicurazioni - - - - - -

- altri - - - - - -

2. Finanziamenti verso: 471.267 - 595 423.012 - 2.986

a) Governi - - - - - -

b) Altri Enti pubblici - - - - - -

c) Altri soggetti 471.267 - 595 423.012 - 2.986

- imprese non finanziarie 126.280 - 1 103.347 - 1

- imprese finanziarie 18.560 - - 16.506 - -

- assicurazioni 2.828 - - 2.092 - -

- altri 323.599 - 594 301.067 - 2.985

Totale 471.267 - 595 423.012 - 2.986

97

BILANCIO 2015

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SEZIONE 8 - DERIVATI DI COPERTURA - VOCE 80

8.1 Derivati di copertura: composizione per tipologia di copertura e per livelli

8.2 Derivati di copertura: composizione per portafogli coperti e per tipologia di copertura

FV 31/12/2015VN

31/12/2015

FV 31/12/2014VN

31/12/2014L1 L2 L3 L1 L2 L3

A. Derivati finanziari

1) Fair value - 250 - 20.000 - - - -

2) Flussi finanziari - - - - - - - -

3) Investimenti esteri - - - - - - - -

B. Derivati Creditizi

1) Fair value - - - - - - - -

2) Flussi finanziari - - - - - - - -

Totale - 250 - 20.000 - - - -

Tipologia operazioni/Valori

Fair value Flussi finanziari

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1. Attività finanziarie disponibili per la vendita 250 - - - - X - X X

2. Crediti - - - X - X - X X

3. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza X - - X - X - X X

4. Portafoglio X X X X X - X - X

5. Altre operazioni - - - - - X - X -

Totale attività 250 - - - - - - - -

1. Passività finanziarie - - - X - X - X X

2. Portafoglio X X X X X - X - X

Totale passività - - - - - - - - -

1. Transazioni attese X X X X X X - X X

2. Portafoglio di attività e passività finanziarie X X X X X - X - -

LegendaVN = valore nozionaleL1 = Livello1L2 = Livello2L3 = Livello3

98

BILANCIO 2015

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE B 04 capitolo

SEZIONE 10 - LE PARTECIPAZIONI - VOCE 100

10.1 Partecipazioni: informazioni sui rapporti partecipativi

Denominazioni SedeLegale

SedeOperativa

Quota di partecipazione

%

Disponibilità voti %

A. Imprese controllate in via esclusiva

B. Imprese controllate in modo congiunto

C. Imprese sottoposte ad influenza notevole

1. Credem Private Equity SGR S.p.A. Reggio Emilia Reggio Emilia 12,500 12,500

2. Credem International Luxemburg SA Lussemburgo Lussemburgo 0,010 0,010

10.2 Partecipazioni significative: valore di bilancio, fair value e dividendi percepiti

Al 31 dicembre 2015 non si segnalano partecipazioni significative.

10.3 Partecipazioni significative: informazioni contabili

Al 31 dicembre 2015 non si segnalano partecipazioni significative.

10.4 Partecipazioni non significative: informazioni contabili

Denominazioni

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A. Imprese controllate in via esclusiva

B. Imprese controllate in modo congiunto

C. Imprese sottoposte ad influenza notevole 1. Credem Private Equity SGR S.p.A. 341 4.334 162 1.240 293 0 293 9 302

2. Credem International Luxemburg SA 5 440.131 298.637 93.960 18.875 0 18.875 (90) 18.785

Dati al 31.12.2014

99

BILANCIO 2015

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10.5 Partecipazioni: variazioni annue

Totale 31/12/2015

Totale 31/12/2014

A. Esistenze iniziali 346 346

B. Aumenti - -

B.1 Acquisti - -

B.2 Riprese di valore - -

B.3 Rivalutazioni - -

B.4 Altre variazioni - -

C. Diminuzioni - -

C.1 Vendite - -

C.2 Rettifiche di valore - -

C.3 Altre variazioni - -

D. Rimanenze finali 346 346

E. Rivalutazioni totali - -

F. Rettifiche totali 1.389 1.389

10.6 Impegni riferiti a partecipazioni in società controllate in modo congiunto

Al 31 dicembre 2015 non si segnalano impegni riferiti a società controllate in modo congiunto.

10.7 Impegni riferiti a partecipazioni in società sottoposte ad influenza notevole

Al 31 dicembre 2015 non si segnalano impegni riferiti a società sottoposte ad influenza notevole.

10.8 Restrizioni significative

Al 31 dicembre 2015 non si segnalano restrizioni significative.

10.9 Altre informazioni

Non si segnalano ulteriori informazioni.

100

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE B 04 capitolo

SEZIONE 11 - ATTIVITÀ MATERIALI - VOCE 110

11.1 Attività materiali ad uso funzionale: composizione delle attività valutate al costo

11.2 Attività materiali detenute a scopo di investimento: composizione delle attività valutate al costo

Alla data di riferimento non sono presenti attività materiali detenute a scopo di investimento.

11.3 Attività materiali ad uso funzionale: composizione delle attività rivalutate

Alla data di riferimento non sono presenti attività materiali ad uso funzionale.

11.4 Attività materiali detenute a scopo di investimento: composizione delle attività valutate al fair value

Alla data di riferimento non sono presenti attività materiali detenute a scopo di investimento.

Attività/Valori Totale 31/12/2015

Totale 31/12/2014

1. Attività di proprietà 1.156 670

a) terreni - -

b) fabbricati - -

c) mobili 577 234

d) impianti elettronici 142 116

e) altre 437 320

2. Acquisite in leasing finanziario - -

a) terreni - -

b) fabbricati - -

c) mobili - -

d) impianti elettronici - -

e) altre - -

Totale 1.156 670

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11.5 Attività materiali ad uso funzionale: variazioni annue

Terreni Fabbricati Mobili Impianti elettronici Altre Totale

A. Esistenze iniziali lorde - - 4.801 582 3.524 8.907

A.1 Riduzioni di valore totali nette - - 4.567 466 3.204 8.237

A.2 Esistenze iniziali nette - - 234 116 320 670

B. Aumenti: - - 499 97 206 802

B.1 Acquisti - - 499 97 206 802

B.2 Spese per migliorie capitalizzate - - - - - -

B.3 Riprese di valore - - - - - -

B.4 Variazioni positive di fair value imputate a - - - - - -

a) patrimonio netto - - - - - -

b) conto economico - - - - - -

B.5 Differenze positive di cambio - - - - - -

B.6 Trasferimenti da immobili detenuti a scopo di investimento - - - - - -

B.7 Altre variazioni - - - - - -

C. Diminuzioni: - - 156 71 89 316

C.1 Vendite - - - - - -

C.2 Ammortamenti - - 156 71 89 316

C.3 Rettifiche di valore da deterioramento imputate a - - - - - -

a) patrimonio netto - - - - - -

b) conto economico - - - - - -

C.4 Variazioni negative di fair value imputate a - - - - - -

a) patrimonio netto - - - - - -

b) conto economico - - - - - -

C.5 Differenze negative di cambio - - - - - -

C.6 Trasferimenti a: - - - - - -

a) attività materiali detenute a scopo di investimento - - - - - -

b) attività in via di dismissione - - - - - -

C.7 Altre variazioni - - - - - -

D. Rimanenze finali nette - - 577 142 437 1.156

D.1 Riduzioni di valore totali nette - - 4.723 536 3.293 8.552

D.2 Rimanenze finali lorde - - 5.300 678 3.730 9.708

E. Valutazione al costo - - - - - -

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE B 04 capitolo

11.6 Attività materiali detenute a scopo di investimento: variazioni annue

Alla data di riferimento non sono presenti attività materiali detenute a scopo di investimento.

11.7 Impegni per acquisto di attività materiali

Al 31 dicembre 2014 non si segnalano impegni per acquisto di attività materiali.

SEZIONE 12 - ATTIVITÀ IMMATERIALI - VOCE 120

12.1 Attività immateriali: composizione per tipologia di attività

Attività/ValoriTotale 31/12/2015 Totale 31/12/2014

Durata definita

Durata indefinita

Durata definita

Durata indefinita

A.1 Avviamento x 36.307 x 36.307

A.2 Altre attività immateriali 2.084 - 2.332 -

A.2.1 Attività valutate al costo: 2.084 - 2.332 -

a) Attività immateriali generate internamente - - - -

b) Altre attività 2.084 - 2.332 -

A.2.2 Attività valutate al fair value: - - - -

a) Attività immateriali generate internamente - - - -

b) Altre attività - - - -

Totale 2.084 36.307 2.332 36.307

Come disposto dallo IAS 36, è necessario verificare, con cadenza almeno annuale, se l’avviamento iscritto all’attivo abbia subito riduzioni di valore (c.d. “impairment test”).Ai fini della verifica di impairment, l’avviamento riveniente dall’acquisizione del ramo d’azienda Citi (avvenuta in data 9 maggio 2008), tenuto conto dell’avvenuta piena integrazione del ramo stesso nel modello di business della società, è stato allocato alla Banca nel suo complesso, intesa come un’unica unità generatrice di flussi finanziari (Cash Generating Unit, di seguito “CGU”).Il test di impairment è stato effettuato sulla base dei seguenti elementi fondamentali:• la configurazione di valore utilizzata per determinare il valore recuperabile è il valore d’uso, che rappresenta il valore attuale dei flussi finanziari che si attende deriveranno in futuro dall’uso continuativo della CGU in esame;• il metodo valutativo adottato è il “Dividend Discount Model”;• le stime dei flussi finanziari sono state desunte, per l’anno 2016, dal budget annuale approvato dal CdA in data 15/12/2015, mentre per gli anni 2017 e 2018 è stata effettuata una proiezione sulla base delle linee guida strategiche e delle relative azioni di supporto delineate nel corso del 2015 e condivise con il top management di Gruppo. Tali stime rappresentano le migliori previsioni del management in merito al futuro andamento economico e finanziario della CGU;• l’affidabilità delle previsioni del management relativamente ai flussi finanziari è supportata dalle evidenze storiche: nel corso del periodo 2003-2015 infatti, senza considerare gli impatti economici negativi relativi ad alcune tematiche fiscali (in particolare negli anni 2010, 2011 e 2012, per cui si rimanda ai relativi Bilanci), in termini di Utile Netto cumulato il grado di raggiungimento degli obiettivi è stato superiore al 100%;• Le principali assunzioni alla base delle previsioni sui flussi finanziari prevedono: - sviluppo della raccolta grazie, sia per il Canale PF sia per quello PB, al mantenimento della buona produttività delle risorse commerciali già in struttura e al continuo apporto del reclutamento; - target di “asset under management” complessivi (inclusi gli impieghi) pari a 10,8 miliardi di euro a fine 2016, con crescita

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nell’anno dell’incidenza delle consistenze gestite (dal 64,9% di fine 2015 al 66,3%); - crescita del margine di intermediazione (+2% circa), grazie principalmente alle maggiori commissioni sui prodotti di risparmio gestito e sulla consulenza multibrand (che beneficiano in particolare del continuo incremento delle consistenze gestite e della maggior diffusione del servizio di consulenza); - sempre nel corso del 2016, costante presidio sia dei costi del personale, in aumento per via principalmente dell’attività di reclutamento di private banker in target e del recente rafforzamento della struttura organizzativa, sia sul fronte delle spese generali, in crescita soprattutto a causa dei maggiori costi (in particolare IT & operations e immobiliari) legati alle azioni di sviluppo e all’incremento degli stock medi; nel loro complesso pertanto le spese amministrative, al netto dei bolli clientela, sono stimate in aumento del 13% circa. - per il biennio 2017-2018 vengono mantenute, rispetto al budget 2016, le stesse fonti dati relative alle variabili di natura esogena (es. scenario tassi monetari ed evoluzione delle principali grandezze macroeconomiche) ma vengono stimati gli effetti dell’attuazione delle sopra citate linee guida strategiche condivise anche con il top management di Gruppo e delle azioni a supporto delle stesse. In tale contesto si prevede in entrambi gli anni uno sviluppo più contenuto sia da parte delle risorse commerciali già in struttura sia dai nuovi reclutamenti, con un target di “asset under management” complessivi a fine 2018 superiore agli 11,5 miliardi di euro. In termini di redditività, le recenti innovazioni di prodotto relative in particolare alle gestioni patrimoniali e al miglioramento del servizio di consulenza multibrand, con effetti a regime a partire dal 2016, unitamente al costante presidio delle condizioni applicate alla clientela sui diversi prodotti e agli stock medi (in particolare gestiti) molto superiori ai livelli attuali, si stima determinino nel 2018 un Utile Netto target di circa 11,7 milioni di euro (con una notevole crescita dimensionale del margine di intermediazione, +19% circa rispetto all’obiettivo 2016, solo parzialmente compensata dall’aumento dei costi, +8% circa sempre rispetto al budget 2016 in termini di maggiori spese amministrative, al netto dei bolli clientela);• Il saggio di crescita, oltre il periodo di previsione esplicita, è stato assunto convenzionalmente stabile, pari a 1,6% (coerentemente con il tasso di inflazione stimato da Prometeia per l’anno 2018), tale da non superare la crescita di lungo termine del settore di riferimento;• Il tasso di attualizzazione dei flussi corrisponde al tasso di rendimento dei mezzi propri richiesto dagli azionisti per investimenti con analoghe caratteristiche di rischio/rendimento; tale tasso è stato stimato applicando il modello “Capital Asset Pricing Model” sulla base di parametri osservati sul mercato: - tasso di rendimento delle attività prive di rischio (“risk free rate”): è stata utilizzata la media per il secondo semestre 2015 dei rendimenti lordi dei titoli di stato italiani a 10 anni (BTP decennali), in modo da ricomprendere in questa grandezza il “rischio Paese” senza però venire eccessivamente influenzata dalle “turbolenze” sui debiti sovrani; - coefficiente Beta: coefficiente medio di un campione di banche medie quotate; tale campione, che rispetto all’anno precedente esclude Banca Etruria, è stato utilizzato con l’obiettivo di attenuare il cosiddetto “rischio specifico”; - premio per il rischio del mercato azionario di riferimento (“Market risk premium”): in linea con la prassi valutativa e con la comune applicazione nel settore degli intermediari finanziari italiani, depurato del “rischio Paese” (già compreso all’interno del sopra citato tasso di rendimento delle attività prive di rischio). - Il costo del capitale è stato pertanto stimato nella misura del 7,23%.• Il livello di patrimonializzazione minimo, inteso in termini di total capital ratio, assunto ai fini della determinazione dei flussi finanziari, include un “buffer” di conservazione del capitale in aggiunta al livello minimo richiesto del 8%, in ottemperanza a quanto previsto dall’Autorità di Vigilanza con decorrenza 1/1/2014 per le banche appartenenti a Gruppi bancari: tale livello di patrimonializzazione minimo è previsto pertanto pari a 8,625% per il triennio 2014/2016, a 9,25% per il 2017 e a 9,875% per il 2018 (la normativa prevede infine il 10,5% a partire dal 2019; in questa sede, in ottica prudenziale, abbiamo considerato sempre il 10,5% già dal 2018, ultimo anno di pianificazione esplicita), ottenuto sulla base dei requisiti patrimoniali relativi al rischio di credito, di mercato e di controparte.• Il valore d’uso della CGU è dato dalla somma del valore attuale dei flussi finanziari previsti nel periodo esplicito e del valore attuale del “terminal value”, ossia del valore della CGU al termine del periodo di pianificazione, ottenuto proiettando all’infinito i flussi finanziari, in ipotesi di rendita perpetua, al sopra citato saggio di crescita.

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE B 04 capitolo

Di seguito le principali evidenze relative al test di impairment:

Periodo di pianificazione esplicita 2016 - 2018

Tasso di crescita di lungo periodo: "g" 1,60%

Tasso di rendimento delle attività prive di rischio: "Risk free rate" 1,75%

Coefficiente medio di un campione di banche medie quotate: "Beta" 1,10

Premio per il rischio del mercato azionario di riferimento: "Market risk premium" 5,00%

Costo del Capitale (tasso di attualizzazione dei flussi finanziari): “Ke” 7,23%

Valore attuale CGU per il periodo esplicito (cons. 2015, budget 2016 e proiez. 2017/18) 20.738

Valore CGU al termine del periodo esplicito: "Terminal Value" 193.807

Valore attuale del "Terminal Value" 152.680

Valore d’uso della CGU al 31/12/2015 173.418

Patrimonio Netto contabile al 31/12/2015 84.908

Esito del test di impairment SUPERATO

A fronte di un patrimonio netto contabile (escluso risultato d’esercizio) a fine 2015 di 84,9 milioni di euro circa, il valore d’uso della CGU Banca Euromobiliare, con le sopra citate ipotesi, risulta essere pari a 173,4 milioni di euro; pertanto il test di impairment è stato superato e l’avviamento iscritto a bilancio non è soggetto a perdita di valore.

E’ stata infine effettuata un’analisi di “sensitività” in relazione ai principali parametri valutativi adottati; i parametri la cui variabilità ha maggiore impatto sulla stima del valore d’uso sono:• il saggio di crescita degli utili previsti nel periodo di pianificazione esplicita;• il saggio di crescita di lungo termine, oltre il periodo di pianificazione;• il costo del capitale.

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Di seguito le evidenze per ciascun parametro analizzato:

Solo nell’ipotesi di un tasso di crescita di lungo termine pari a zero e di un costo del capitale pari a 12,0%, il valore d’uso della CGU sarebbe pari al patrimonio netto contabile (escluso risultato d’esercizio).

“Ke“

6,23% 6,73% 7,23% 7,73% 8,32%

“g“

0,60% 185.778 169.818 156.300 144.710 132.910

1,10% 197.905 179.514 164.161 151.156 138.064

1,60% 212.654 191.102 173.418 158.654 143.985

2,10% 230.979 205.196 184.482 167.485 150.858

2,60% 254.360 222.706 197.938 178.038 158.933

“Ke“

6,23% 6,73% 7,23% 7,73% 8,32%

% Abbattimento utili annuali 2016 - 2018

10,00% 189.447 170.263 154.524 141.387 128.338

5,00% 201.050 180.682 163.971 150.021 136.162

0,00% 212.654 191.102 173.418 158.654 143.985

(*) -5,00% 224.258 201.522 182.865 167.287 151.808

(*) -10,00% 235.862 211.942 192.312 175.920 159.632

* Incremento utili

L’analisi di “sensitività” sopra riportata non evidenzia, anche negli scenari più sfavorevoli, un potenziale deterioramento del valore d’uso al di sotto del patrimonio netto contabile (escluso risultato d’esercizio).

Fra le attività immateriali si segnala, infine, l’iscrizione in sede di bilancio 2008 di ulteriori due poste legate all’acquisizione Citi:• client relationship afferente i rapporti facenti capo ai private banker, per 2.495,0 migliaia di euro (sottoposta ad ammortamento sistematico a quote costanti secondo la vita utile prevista, pari a 15 anni), con un valore al 31/12/2015 pari a 1.241 migliaia di euro;• client relationship afferente i rapporti facenti capo ai promotori finanziari, per 2.095,0 migliaia di euro (sottoposta ad ammortamento sistematico a quote costanti secondo la vita utile prevista, pari a 10 anni), con un valore al 31/12/2015 pari a 515 migliaia di euro.Per le due poste non si sono ravvisati elementi tali da dover modificare la vita utile prevista in sede di iscrizione iniziale e non vi sono evidenze di impairment.

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE B 04 capitolo

12.2 Attività immateriali: variazioni annue

Avviamento

Altre attività immateriali:

generate internamente

Altre attività immateriali: altre Totale

DEF INDEF DEF INDEF

A. Esistenze iniziali 36.307 - - 6.752 - 43.059

A.1 Riduzioni di valore totali nette - - - (4.420) - (4.420)

A.2 Esistenze iniziali nette 36.307 - - 2.332 - 38.639

B. Aumenti - - - 227 - 227

B.1 Acquisti - - - 227 - 227

B.2 Incrementi di attività immateriali interne x - - - - -

B.3 Riprese di valore x - - - - -

B.4 Variazioni positive di fair value: - - - - - -

- a patrimonio netto x - - - - -

- a conto economico x - - - - -

B.5 Differenze di cambio positive - - - - - -

B.6 Altre variazioni - - - - - -

C. Diminuzioni - - - 475 - 475

C.1 Vendite - - - - - -

C.2 Rettifiche di valore - - - 475 - 475

- Ammortamenti x - - 475 - 475

- Svalutazioni: - - - - - -

+ patrimonio netto x - - - - -

+ conto economico - - - - - -

C.3 Variazioni negative di fair value: - - - - - -

- a patrimonio netto x - - - - -

- a conto economico x - - - - -

C.4 Trasferimenti alle attività non correnti in via di dismissione - - - - - -

C.5 Differenze di cambio negative - - - - - -

C.6 Altre variazioni - - - - - -

D. Rimanenze finali nette 36.307 - - 2.084 - 38.391

D.1 Rettifiche di valore totali nette - - - (4.895) - (4.895)

E. Rimanenze finali lorde 36.307 - - 6.979 - 43.286

F. Valutazione al costo - - - - - -

LegendaDEF: a durata definitaINDEF: a durata indefinita

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12.3 Altre informazioni

Al 31 dicembre 2015 non si segnalano impegni per acquisto di attività immateriali.

SEZIONE 13 - LE ATTIVITÀ FISCALI E LE PASSIVITÀ FISCALI - VOCE 130 DELL’ATTIVO E VOCE 80 DEL PASSIVO

Relativamente alle vicende fiscali, in data 23 Luglio 2013 l’Agenzia delle Entrate (Direzione Regionale della Lombardia) ha consegnato alla Banca il Processo Verbale di Constatazione (PVC) relativo ad operazioni di controllo che hanno riguardato i periodi d’imposta 2009 e 2010: relativamente al 2009 la verifica fiscale era generale (Imposte Dirette, IVA, IRAP e obblighi del Sostituto d’Imposta), mentre per il 2010 era finalizzata esclusivamente all’analisi delle operazioni di raccolta ed impiego effettuate mediante pronti contro termine.Da un punto di vista formale la verifica non ha evidenziato situazioni fiscalmente rilevanti, ma è stata riscontrata a carico della Banca una violazione attinente al c.d. “abuso del diritto”, relativamente al trattamento di operazioni di pronti contro termine, con un supposto aggiramento dei principi contenuti nelle disposizioni dell’art. 26, comma 2, del d.p.r. 600 del 1973, dettati dal legislatore in merito alla tassazione dei proventi corrisposti su conti correnti, depositi e rapporti simili: tale comportamento avrebbe determinato l’omessa effettuazione di ritenute per un importo pari ad euro 207.704,96 relativamente al periodo d’imposta 2009 e per un importo pari ad euro 32.823,77 relativamente al periodo d’imposta 2010.Il 23 Settembre 2013 la Banca ha depositato presso la DRE una nota di deposito e memoria con la quale si è fornito puntuale riscontro rispetto al contenuto del PVC e si è ribadita la convinzione circa la correttezza dell’operato della Banca e l’infondatezza del rilievo formulato: per tali motivi non si era provveduto ad accantonare alcuna somma nel Bilancio 2013.In data 23 Settembre 2014 sono stati notificati, da parte dell’Agenzia delle Entrate, due questionari sulla sopracitata materia, invitando la Banca a fornire chiarimenti relativi alle ragioni di diritto ed economiche alla base del trattamento fiscale delle operazioni finanziarie individuate nel PVC, nonché a produrre eventuale documentazione ritenuta utile ad illustrare tali aspetti: in data 20 novembre 2014 la Banca ha depositato la risposta ai questionari sopra menzionati.Alla luce della positiva interlocuzione instauratasi con l’Agenzia delle Entrate sulla materia del contendere ed essendo trascorso il 31 dicembre 2015, termine utile alla notifica delle cartelle per entrambi i periodi d’imposta, non si è provveduto ad accantonare alcuna somma nel Bilancio 2015.

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Voci

In contropartita al CE

In contropartita al PN Totale

31/12/2015Totale

31/12/2014IRES IRAP IRES IRAP

Rettifiche di valore su crediti verso clientela 138 28 166 166

Svalutazione di strumenti finanziari 667 64 731 738

Spese di rappresentanza ed avviamento 81 16 97 104

Crediti di firma, revocatorie fallimentari e cause legali in corso 1.666 - 1.666 1.041

Accantonamenti per spese per il personale 1.395 261 1.656 1.307

Altre 1.104 - 1.104 1.008

Totale 4.970 353 81 16 5.420 4.364

13.1 Attività per imposte anticipate: composizione

13.2 Passività per imposte differite: composizione

Voci

In contropartita al CE

In contropartita al PN Totale

31/12/2015Totale

31/12/2014IRES IRAP IRES IRAP

Plusvalenze strumenti finanziari - - 1.014 122 1.136 842

Plusvalenza cessione ramo d’azienda - - - - - 616

Accantonamenti effettuati esclusivamente in ambito fiscale 4.438 899 5.337 4.670

Altre - Residuale - 21 - 21 65

Totale 4.438 899 1.035 122 6.494 6.193

Gli accantonamenti effettuati esclusivamente in ambito fiscale sono riferiti all’avviamento.

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13.3 Variazioni delle imposte anticipate (in contropartita del conto economico)

Totale31/12/2015

Totale31/12/2014

1. Importo iniziale 4.177 3.484

2. Aumenti 2.799 1.945

2.1 Imposte anticipate rilevate nell'esercizio 2.799 1.945

a) relative a precedenti esercizi - -

b) dovute al mutamento di criteri contabili - -

c) riprese di valore - -

d) altre 2.799 1.945

2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali - -

2.3 Altri aumenti - -

3. Diminuzioni 1.653 1.252

3.1 Imposte anticipate annullate nell'esercizio 1.653 1.252

a) rigiri 1.653 1.252

b) svalutazioni per sopravvenuta irrecuperabilità - -

c) mutamento di criteri contabili - -

d) altre - -

3.2 Riduzioni di aliquote fiscali - -

3.3 Altre diminuzioni - -

a) trasformazione in crediti d'imposta di cui alla legge n.214/2011 - -

b) altre - -

4. Importo finale 5.323 4.177

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13.4 Variazioni delle imposte differite (in contropartita del conto economico)

Totale 31/12/2015

Totale 31/12/2014

1. Importo iniziale 4.695 4.030

2. Aumenti 667 665

2.1 Imposte differite rilevate nell'esercizio 667 665

a) relative a precedenti esercizi - -

b) dovute al mutamento di criteri contabili - -

c) altre 667 665

2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali - -

2.3 Altri aumenti - -

3. Diminuzioni 25 -

3.1 Imposte differite annullate nell'esercizio - -

a) rigiri - -

b) dovute al mutamento di criteri contabili - -

c) altre - -

3.2 Riduzioni di aliquote fiscali - -

3.3 Altre diminuzioni 25 -

4. Importo finale 5.337 4.695

13.3.1 Variazioni delle imposte anticipate di cui alla L.214/2011 (in contropartita del conto economico)

Totale 31/12/2015

Totale 31/12/2014

1. Esistenze inziali 166.253 119.772

2. Aumenti - 95.530

3. Diminuzioni - 49.049

3.1 Rigiri - 49.049

3.2 Trasformazione in crediti d’imposta - -

a) derivante da perdite di esercizio - -

b) derivante da perdite fiscali - -

3.3 Altre diminuzioni - -

4. Importo finale 166.253 166.253

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BILANCIO 2015

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13.5 Variazioni delle imposte anticipate (in contropartita del patrimonio netto)

Totale 31/12/2015

Totale 31/12/2014

1. Importo iniziale 187 112

2. Aumenti - 82

2.1 Imposte anticipate rilevate nell'esercizio - -

a) relative a precedenti esercizi - -

b) dovute al mutamento di criteri contabili - -

c) altre - -

2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali - -

2.3 Altri aumenti - 82

3. Diminuzioni 90 7

3.1 Imposte anticipate annullate nell'esercizio 90 -

a) rigiri 7 -

b) valutazioni per sopravvenuta irrecuperabilità - -

c) dovute al mutamento di criteri contabili - -

d) altre 83 -

3.2 Riduzioni di aliquote fiscali - -

3.3 Altre diminuzioni - 7

4. Importo finale 97 187

112

BILANCIO 2015

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE B 04 capitolo

13.6 Variazioni delle imposte differite (in contropartita del patrimonio netto)

13.7 Altre informazioni

A partire dal bilancio al 31 dicembre 2011 i debiti per imposte correnti ed i relativi crediti per gli acconti versati ancora in essere a fine esercizio, sono stati iscritti in bilancio in un’unica voce per il loro ammontare netto (debito o credito), separatamente per IRES ed IRAP. Banca Euromobiliare, aderendo al consolidato fiscale nazionale, ha esposto un credito netto nei confronti dell’Erario esclusivamente per maggiori acconti IRAP versati.

Totale 31/12/2015

Totale 31/12/2014

1. Importo iniziale 1.498 1.286

2. Aumenti - 417

2.1 Imposte differite rilevate nell'esercizio - 417

a) relative a precedenti esercizi - -

b) dovute al mutamento di criteri contabili - -

c) altre - 417

2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali - -

2.3 Altri aumenti - -

3. Diminuzioni 341 205

3.1 Imposte differite annullate nell'esercizio 341 205

a) rigiri 341 205

b) dovute al mutamento di criteri contabili - -

c) altre - -

3.2 Riduzioni di aliquote fiscali - -

3.3 Altre diminuzioni - -

4. Importo finale 1.157 1.498

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BILANCIO 2015

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SEZIONE 15 - ALTRE ATTIVITÀ - VOCE 150

15.1 Altre attività: composizione

Totale 31/12/2015

Totale 31/12/2014

Assegni negoziati da compensare 575 452

Effetti esteri scaduti e inviati all'incasso - -

Operazioni su titoli in lavorazione - -

Assegni in corso di lavorazione 947 578

Operazioni relative a servizi di pagamento in corso di lavorazione 281 1.465

Operazioni relative a servizi di pagamento in corso di maturazione 5 5

Erogazione tramite fondo interbancario di tutela dei depositi - -

Ratei attivi 6 18

Risconti attivi 10.545 10.698

Assegni ed effetti insoluti ad al protesto tratti sull'azienda e su terzi - -

Migliorie e spese incrementative su beni di terzi 2.986 1.937

Depositi cauzionali - -

Assegni in check truncation - 2

Debitori diversi per fatture emesse 229 289

Debitori diversi - dipendenti 485 58

Debitori diversi - promotori finanziari 1.095 1.897

Debitori diversi - altri 20.985 16.482

Partite viaggianti con le filiali 942 976

Totale 39.081 34.857

Le maggiori differenze con l’anno precedente si riscontrano nella voce “Debitori diversi - altri”.L’incremento di 4.503 mila euro è dovuto principalmente ai maggiori versamenti effettuati all’Erario per attività di sostituto d’imposta. Questi veramenti includono, in particolare, l’imposta a titolo di acconto per Capital Gain su raccolta in amministrata che è stata versata per 8.069 mila euro contro i 4.647 mila euro versati nell’esercizio precedente.

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BILANCIO 2015

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE B 04 capitolo

Passivo

SEZIONE 1 - DEBITI VERSO BANCHE - VOCE 10

1.1 Debiti verso banche: composizione merceologica

Tipologia operazioni/Valori Totale 31/12/2015

Totale 31/12/2014

1. Debiti verso banche centrali - -

2. Debiti verso banche 872 1.830

2.1 Conti correnti e depositi liberi 872 1.830

2.2 Depositi vincolati - -

2.3 Finanziamenti - -

2.3.1 Pronti contro termine passivi - -

2.3.2 Altri - -

2.4 Debiti per impegni di riacquisto di propri strumenti patrimoniali - -

2.5 Altri debiti - -

Totale 872 1.830

Fair value - livello 1 - -

Fair value - livello 2 - -

Fair value - livello 3 872 1.830

Totale Fair value 872 1.830

1.2 Dettaglio della voce 10 “Debiti verso banche”: debiti subordinati

Alla data di bilancio non si rilevano debiti subordinati.

1.3 Dettaglio della voce 10 “Debiti verso banche”: debiti strutturati

Alla data di bilancio non si rilevano debiti strutturati.

1.4 Debiti verso banche oggetto di copertura specifica

Alla data di bilancio non si rilevano debiti verso banche oggetto di copertura specifica.

1.5 Debiti per leasing finanziario

La Banca non ha in essere contratti di locazione finanziaria con banche.

115

BILANCIO 2015

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SEZIONE 2 - DEBITI VERSO CLIENTELA - VOCE 20

2.1 Debiti verso clientela: composizione merceologica

2.2 Dettaglio della voce 20 “Debiti verso clientela”: debiti subordinati

Alla data di bilancio non si rilevano debiti subordinati.

2.3 Dettaglio della voce 20 “Debiti verso clientela”: debiti strutturati

Alla data di bilancio non si rilevano debiti strutturati.

2.4 Debiti verso clientela oggetto di copertura specifica

Alla data di bilancio non si rilevano debiti verso clientela oggetto di copertura specifica.

2.5 Debiti per leasing finanziario

Alla data di bilancio non si rilevano contratti di locazione finanziaria con clientela.

Tipologia operazioni/Valori Totale 31/12/2015

Totale 31/12/2014

1. Conti correnti e depositi liberi 738.800 538.345

2. Depositi vincolati 40.558 42.710

3. Finanziamenti - -

3.1 Pronti contro termine passivi - -

3.2 Altri - -

4. Debiti per impegni di riacquisto di propri strumenti patrimoniali - -

5. Altri debiti 5.181 5.965

Totale 784.539 587.020

Fair value - livello 1 - -

Fair value - livello 2 - -

Fair value - livello 3 784.539 587.020

Totale Fair value 784.539 587.020

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BILANCIO 2015

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE B 04 capitolo

SEZIONE 4 - PASSIVITÀ FINANZIARIE DI NEGOZIAZIONE - VOCE 40

4.1 Passività finanziarie di negoziazione: composizione merceologica

Tipologia operazioni/Valori

Totale 31/12/2015 Totale 31/12/2014

FV FV

VN

Liv

ello

1

Liv

ello

2

Liv

ello

3

FV * VN

Liv

ello

1

Liv

ello

2

Liv

ello

3

FV *

A. Passività per cassa

1. Debiti verso banche - - - - - - - - - -

2. Debiti verso clientela - - - - - - - - - -

3. Titoli di debito - - - - - - - - - -

3.1 Obbligazioni - - - - - - - - - -

3.1.1 Strutturate - - - - X - - - - X

3.1.2 Altre obbligazioni - - - - X - - - - X

3.2 Altri titoli - - - - - - - - - -

3.2.1 Strutturati - - - - X - - - - X

3.2.2 Altri - - - - X - - - - X

Totale A - - - - - - - - - -

B. Strumenti derivati

1. Derivati finanziari - - 5 - - - - 10 - -

1.1 Di negoziazione X - 5 - X X - 10 - X

1.2 Connessi con la fair value option X - - - X X - - - X

1.3 Altri X - - - X X - - - X

2. Derivati creditizi - - - - - - - - - -

2.1 Di negoziazione X - - - X X - - - X

2.2 Connessi con la fair value option X - - - X X - - - X

2.3 Altri X - - - X X - - - X

Totale B X - 5 - X X - 10 - X

Totale (A+B) X - 5 - X X - 10 - X

LegendaFV = fair valueFV* = fair value calcolato escludendo le variazioni di valore dovute al cambiamento del merito creditizio dell’emittente rispetto alla data di emissioneVN = valore nominale o nozionale

4.2 Dettaglio della voce 40 “Passività finanziarie di negoziazione”: passività subordinate

Alla data di bilancio non si rilevano passività subordinate.

4.3 Dettaglio della voce 40 “Passività finanziarie di negoziazione”: debiti strutturati

Alla data di bilancio non si rilevano debiti strutturati.

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BILANCIO 2015

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FV 31/12/2015VN

31/12/2015

FV 31/12/2014VN

31/12/2014L1 L2 L3 L1 L2 L3

A. Derivati finanziari - 1.740 - 92.700 - 1.654 - 116.750

1) Fair value - 1.740 - 92.700 - 1.654 - 116.750

2) Flussi finanziari - - - - - - - -

3) Investimenti esteri - - - - - - - -

B. Derivati Creditizi - - - - - - - -

1) Fair value - - - - - - - -

2) Flussi finanziari - - - - - - - -

Totale - 1.740 - 92.700 - 1.654 - 116.750

SEZIONE 6 - DERIVATI DI COPERTURA - VOCE 60

6.1 Derivati di copertura: composizione per tipologia di copertura e per livelli gerarchici

6.2 Derivati di copertura: composizione per portafogli coperti e per tipologia di copertura

Operazioni/Tipo di copertura

Fair Value Flussi finanziari

inve

stim

enti

est

eri

Specifica

gen

eric

a

spec

ifica

gen

eric

a

Ris

chio

di

tass

o

Ris

chio

di

cam

bio

Ris

chio

di

cred

ito

Ris

chio

di

pre

zzo

più

ris

chi

1. Attività finanziarie disponibili per la vendita 1.740 - - - - X - X X

2. Crediti - - - X - X - X X

3. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza X - - X - X - X X

4. Portafoglio X X X X X - X - X

5. Altre operazioni - - - - X - X -

Totale attività 1.740 - - - - - - - -

1. Passività finanziarie - - - X - X - X X

2. Portafoglio X X X X X - X - X

Totale passività - - - - - - - - -

1. Transazioni attese X X X X X X - X X

2. Portafoglio di attività e passività finanziarie X X X X X - X - -

LegendaFV = fair valueVN = valore nominale o nozionaleL1 = Livello1L2 = Livello2L3 = Livello3

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BILANCIO 2015

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE B 04 capitolo

SEZIONE 8 - PASSIVITÀ FISCALI - VOCE 80

Per quanto riguarda le informazioni di questa sezione, si rimanda a quanto esposto nella Sezione 13 dell’attivo.

SEZIONE 10 - ALTRE PASSIVITÀ - VOCE 100

10.1 Altre passività: composizione

Voci Totale 31/12/2015

Totale 31/12/2014

Debiti verso l'erario 3.855 3.176

Scarto valuta su operazioni di portafoglio 835 961

Somme a disposizione della clientela - 16

Risconti passivi 25 19

Retribuzioni da corrispondere e relativi contributi 623 829

Ratei Passivi 20 20

Partite in lavorazione su estero 701 578

Fornitori diversi 4.033 3.024

Promotori finanziari diversi 7.625 8.941

Partite viaggianti con le filiali 266 166

Debiti verso Enti Previdenziali 625 582

Debiti verso Enasarco 191 141

Partite in lavorazione titoli 1.586 765

Altre partite 5.262 3.994

Somme da accreditare a banche 4.322 4.112

Totale 29.969 27.324

L’aumento più significativo si rileva nelle altre partite per 1.268 mila euro. Per la maggior parte rappresenta posizioni in transito per titoli e bolli da liquidare alla clientela.

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BILANCIO 2015

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SEZIONE 11 - TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO DEL PERSONALE - VOCE 110

11.1 Trattamento di fine rapporto del personale: variazioni annue

Totale 31/12/2015

Totale 31/12/2014

A. Esistenze iniziali 2.216 2.060

B. Aumenti 93 210

B.1 Accantonamento dell'esercizio - -

B.2 Altre variazioni 93 210

C. Diminuzioni 221 54

C.1 Liquidazioni effettuate 90 54

C.2 Altre variazioni 131 -

D. Rimanenze finali 2.088 2.216

Totale 2.088 2.216

11.2 Altre informazioni Il modello attuariale di riferimento per la valutazione del TFR poggia su diverse ipotesi sia di tipo demografico che economico.Per alcune delle ipotesi utilizzate, ove possibile, si è fatto esplicito riferimento all’esperienza diretta della Società, mentre per le altre si è tenuto conto della best practice di riferimento.Di seguito sono riportate le principali ipotesi del modello.

Tasso di attualizzazioneIl tasso d’interesse utilizzato per la determinazione del valore attuale dell’obbligazione è stato determinato coerentemente con il par.83 dello IAS 19, con riferimento all’indice IBoxx Eurozone Corporate AA 10+ (in linea con la duration del collettivo in esame).Per la valutazione puntuale al 31/12/2015 si è scelto il rendimento avente durata comparabile alla duration del collettivo di lavoratori oggetto della valutazione, che ha dato luogo ad un tasso annuo costante pari al 2,03%.

InflazioneLa curva relativa al tasso di inflazione, in forza dell’attuale situazione economica che presenta una particolare volatilità della maggioranza degli indicatori economici, adottata è la seguente:1,50% per il 2016; 1,80% per il 2017; 1,70% per il 2018; 1,60% per il 2019;2,0% dal 2020 in poi.Tale ipotesi è stata desunta dal “Documento di Economia e Finanza 2015 – Aggiornamento Settembre 2015 Sez. II-Tab II.1” emanato dal MEF e da “Le tendenze di medio lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario – Rapporto n. 15” pubblicato dalla Ragioneria Generale dello Stato.

Tasso annuo di incremento del TFRCome previsto dall’art. 2120 del Codice Civile, il TFR si rivaluta ogni anno ad un tasso pari al 75% dell’inflazione più un punto e mezzo percentuale, pertanto l’ipotesi di rivalutazione, utile per le valutazioni attuariali, viene determinata in base al tasso sopra indicato.

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BILANCIO 2015

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE B 04 capitolo

Tasso annuo di crescita salarialeSecondo la nuova Riforma Previdenziale, per le Società con più di 50 dipendenti, le quote maturande future di Fondo TFR confluiranno non più in azienda ma verso la previdenza integrativa o il fondo di tesoreria INPS. Risulta pertanto non più necessaria la proiezione dei salari secondo determinati tassi di crescita e per qualifica professionale.

MortalitàPer la stima del fenomeno della mortalità all’interno del collettivo dei dipendenti oggetto della valutazione è stata utilizzata la tavola di sopravvivenza RG48 utilizzata dalla Ragioneria Generale dello Stato per la stima degli oneri pensionistici della popolazione italiana.

InabilitàPer la stima del fenomeno di inabilità all’interno del collettivo dei dipendenti oggetto della valutazione è stata utilizzata una tavola INPS differenziata in funzione dell’età e del sesso.

Requisiti di pensionamentoRaggiungimento dei requisiti minimi previsti dell’Assicurazione Generale Obbligatoria.

Frequenze di anticipazione del TFRLe frequenze annue di accesso al diritto sono state ipotizzate all’1,50%, in funzione delle serie storiche sulle anticipazioni di TFR richieste dai lavoratori dipendenti della Banca.

Frequenze di uscita anticipata (turn-over)Per le probabilità di uscita dall’attività lavorativa per le cause di dimissioni e licenziamento, si sono ipotizzate uscite all’1,80%, facendo ricorso ad un’analisi statistica sulle serie storiche della Banca.

Informazioni aggiuntive Il principio contabile IAS19, per i piani a beneficio definito di tipo post-employment, richiede una serie di informazioni aggiuntive, quali: • analisi di sensitività per ciascuna ipotesi attuariale rilevante alla fine dell’esercizio, mostrando gli effetti che ci sarebbero stati a seguito delle variazioni delle ipotesi attuariale ragionevolmente possibili a tale data, in termini assoluti; • indicazione del contributo per l’esercizio successivo; • indicazione della durata media finanziaria dell’obbligazione per i piani a beneficio definito; • erogazioni previste dal piano.

Di seguito si riportano tali informazioni, evidenziando il nuovo valore del TFR utilizzando un tasso di turnover di ulteriori 100 bps, una variazione di +/- 25 bps per il tasso di inflazione e una variazione di +/- 25 bps per il tasso di attualizzazione.

Analisi di sensitività dei principali parametri valutativi del TFR al 31.12.2015

La durata media finanziaria è di circa 11,23 anni, il service cost per l’anno 2016 è prossimo allo zero.

Variazione delle ipotesi

frequenza turnover tasso inflazione tasso attualizzazione

+ 100 bps + 0,25 bps - 0,25 bps + 0,25 bps - 0,25 bps

2.081 2.095 2.122 2.054 2.034

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BILANCIO 2015

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SEZIONE 12 - FONDI PER RISCHI E ONERI - VOCE 120

12.1 Fondi per rischi e oneri: composizione

Voci/Valori Totale 31/12/2015

Totale 31/12/2014

1. Fondi di quiescenza aziendali - -

2. Altri fondi per rischi ed oneri 13.216 10.263

2.1 controversie legali 6.342 3.599

2.2 oneri per il personale 4.456 4.232

2.3 altri 2.418 2.432

Totale 13.216 10.263

12.2 Fondi per rischi e oneri: variazioni annue

Fondi diquiescenza

Altri fondi Totale

A. Esistenze iniziali - 10.263 10.263

B. Aumenti - 8.182 8.182

B.1 Accantonamento dell'esercizio - 8.172 8.172

B.2 Variazioni dovute al passare del tempo - 5 5

B.3 Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto - 1 1

B.4 Altre variazioni - 4 4

C Diminuzioni - 5.229 5.229

C.1 Utilizzo nell'esercizio - 5.229 5.229

C.2 Variazioni dovute a modifiche del tesso di sconto - - -

C.3 Altre variazioni - - -

D Rimanenze finali - 13.216 13.216

L’incremento della voce è dovuto, essenzialmente, a maggiori accantonamenti su controversie legali come illustrato nella parte E della Nota Integrativa - Sezione 4 - Rischi Legali.

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BILANCIO 2015

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE B 04 capitolo

12.3 Fondi di quiescenza aziendali a benefici definiti

Non sono previsti fondi di quiescenza aziendali a benefici definiti.

12.4 Fondi per rischi ed oneri - altri fondi

Voci Totale 31/12/2015

Totale 31/12/2014

1. controversie legali per contenzioso non creditizio 6.342 4.154

2. oneri per il personale 4.456 4.232

2.1 bonus per perfomances dell'esercizio 4.323 4.101

2.2 premio di fedeltà 133 131

3. altri 2.418 1.877

3.1 indennità suppletiva di clientela dei promotori finanziari 1.226 1.127

3.2 altri fondi per spese future promotori finanziari 1.192 750

Totale 13.216 10.263

Nella sottovoce “controversie legali per contenzioso non creditizio”, si evidenzia l’appostazione di un fondo per 292 migliaia di euro a fronte della dubbia esigibilità del credito d’imposta sui fondi di fondi hedge in proprietà.Per una più ampia informativa vedasi parte E della Nota Integrativa - Sezione 4 - Rischi Legali.

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BILANCIO 2015

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SEZIONE 14 - PATRIMONIO DELL’IMPRESA - VOCI 130, 150, 160, 170, 180, 190 E 200

14.1 “Capitale” e “Azioni proprie”: composizione

Il capitale sociale ammonta a 60.760,0 migliaia di euro costituito da 9.800.000 azioni ordinarie dal valore di euro 6,20 cadauna. Alla data del presente documento il capitale risulta interamente versato e liberato.Non vi sono azioni proprie riacquistate.

14.2 Capitale - numero azioni: variazioni annue (in unità)

Voci/Tipologie Ordinarie Altro

A. Azioni esistenti all'inizio dell'esercizio 9.800.000 -

- interamente liberate 9.800.000 -

- non interamente liberate - -

A.1 Azioni proprie (-) - -

A.2 Azioni in circolazione: esistenze iniziali 9.800.000 -

B. Aumenti - -

B.1 Nuove emissioni - -

- a pagamento: - -

- operazioni di aggregazioni di imprese - -

- conversione di obbligazioni - -

- esercizio di warrant - -

- altre - -

- a titolo gratuito: - -

- a favore dei dipendenti - -

- a favore degli amministratori - -

- altre - -

B.2 Vendita di azioni proprie - -

B.3 Altre variazioni - -

C. Diminuzioni - -

C.1 Annullamento - -

C.2 Acquisto di azioni proprie - -

C.3 Operazioni di cessione di imprese - -

C.4 Altre variazioni - -

D. Azioni in circolazione: rimanenze finali 9.800.000 -

D.1 Azioni proprie (+) - -

D.2 Azioni esistenti alla fine dell'esercizio 9.800.000 -

- interamente liberate 9.800.000 -

- non interamente liberate - -

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BILANCIO 2015

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE B 04 capitolo

14.3 Capitale: altre informazioni

Non si segnalano ulteriori informazioni oltre a quelle già fornite nella presente sezione.

14.4 Riserve di utili: altre informazioni

Ai sensi dell’art. 2427, comma 1, n°7-bis del codice civile, si riporta di seguito il prospetto di riepilogo delle voci di patrimonio netto distinte secondo l’origine e con l’indicazione della possibilità di utilizzo e di distribuibilità.

Possibilità di utilizzazione:

A per aumento di capitaleB per copertura perdite

14.5 Strumenti di capitale: composizione e variazioni annue

Voce non applicabile per Banca Euromobiliare.

14.6 Altre informazioni

Non si segnalano ulteriori informazioni oltre a quelle già fornite nella presente sezione.

Voci ImportoPossibilità di utilizzazione

Quota disponibile

Riserva legale 18.608 B 18.608

Riserve da First Time Adoption 1.488 A,B 1.488

Altre riserve 2.499

Riserve da valutazione:

- riserve da utili (perdite) attuariali su piani a benefici definiti 85 -

- riserve da attività finanziarie disponibili per la vendita* 1.468 B -

Totale complessivo 24.148 20.096

* Tali riserve potranno essere utilizzate per copertura perdite successivamente all’utilizzo delle riserve disponibili e della riserva legale.

125

BILANCIO 2015

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Altre informazioni

1.Garanzie rilasciate e impegni

2. Attività costituite a garanzia di proprie passività e impegni

Operazioni Totale 31/12/2015

Totale 31/12/2014

1) Garanzie rilasciate di natura finanziaria 4.101 4.242

a) Banche 1.234 1.384

b) Clientela 2.867 2.858

2) Garanzie rilasciate di natura commerciale 17.628 22.954

a) Banche 2.281 1.785

b) Clientela 15.347 21.169

3) Impegni irrevocabili a erogare fondi - -

a) Banche - -

i) a utilizzo certo - -

ii) a utilizzo incerto - -

b) Clientela - -

i) a utilizzo certo - -

ii) a utilizzo incerto - -

4) Impegni sottostanti ai derivati su crediti: vendite di protezione - -

5) Attività costituite in garanzia di obblìgazioni di terzi - -

6) Altri impegni - -

Totale 21.729 27.196

La Banca non ha in essere attività costituite a garanzia di proprie passività e impegni al 31/12/2015.

3.Informazioni sul leasing operativo

La Banca non ha in essere operazioni di leasing operativo al 31/12/2015.

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BILANCIO 2015

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE B 04 capitolo

4.Gestione e intermediazione per conto terzi*

5.Attività finanziarie oggetto di compensazione in bilancio, oppure soggette ad accordi quadro di compensazione o ad accordi similari

La Banca non detiene tali attività.

6.Passività finanziarie oggetto di compensazione in bilancio, oppure soggette ad accordi quadro di compensazione o ad accordi similari

La Banca non detiene tali passività.

7.Operazioni di prestito titoli

La Banca nel corso del 2015 non ha effettuato operazioni di prestito titoli.

8.Informativa sulle attività a controllo congiunto

Non si evidenzia alcuna informativa.

Tipologia servizi Importo

1. Esecuzione di ordini per conto della clientela 3.625.550

a) Acquisti 1.745.303

1. regolati 1.742.797

2. non regolati 2.506

b) Vendite 1.880.247

1. regolate 1.879.583

2. non regolate 664

2. Gestioni portafogli 2.155.370

a) individuali 2.155.370

a) collettive -

3. Custodia e amministrazione di titoli 3.682.258

a) titoli di terzi in deposito: connessi con lo svolgimento di banca depositaria (escluse le gestioni di portafogli) -

1. titoli emessi dalla banca che redige il bilancio -

2. altri titoli -

b) titoli di terzi in deposito (escluse gestioni di portafogli): altri 3.574.727

1. titoli emessi dalla banca che redige il bilancio -

2. altri titoli 3.574.727

c) titoli di terzi depositati presso terzi 3.574.727

d) titoli di proprietà depositati presso terzi 107.531

4. Altre operazioni -

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BILANCIO 2015

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PARTE C - INFORMAZIONI SUL CONTO ECONOMICOSEZIONE 1 - GLI INTERESSI - VOCI 10 E 20

1.1 Interessi attivi e proventi assimilati: composizione

1.2 Interessi attivi e proventi assimilati: differenziali relativi alle operazioni di copertura

Le informazioni sui differenziali relativi alle operazioni di copertura sono illustrate nella tabella 1.5, in quanto il saldo è negativo.

1.3 Interessi attivi e proventi assimilati: altre informazioni

1.3.1 Interessi attivi su attività finanziarie in valuta

Fattispecie non presente.

1.3.2 Interessi attivi su operazioni di leasing finanziario

Fattispecie non presente.

Voci/Forme tecniche Titoli di debito

Finanzia-menti

Altre operazioni

Totale 31/12/2015

Totale 31/12/2014

1 Attività finanziarie detenute per la negoziazione - - - - -

2 Attività finanziarie disponibili per la vendita 2.511 - - 2.511 2.512

3 Attività finanziarie detenute sino alla scadenza - - - - -

4 Crediti verso banche - 147 - 147 671

5 Crediti verso clientela - 7.593 - 7.593 7.681

6 Attività finanziarie valutate al fair value - - - - -

7 Derivati di copertura X X - - -

8 Altre attività X X 22 22 23

Totale 2.511 7.740 22 10.273 10.887

128

BILANCIO 2015

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE C 04 capitolo

1.4 Interessi passivi e oneri assimilati: composizione

1.5 Interessi passivi e oneri assimilati: differenziali relativi alle operazioni di copertura

1.6 Interessi passivi e oneri assimilati: alte informazioni

Non si segnalano altre informazioni oltre a quelle già fornite nella presente sezione.

Voci/Forme tecniche Debiti Titoli Altre operazioni

Totale 31/12/2015

Totale 31/12/2014

1. Debiti verso banche centrali - X - - -

2. Debiti verso banche (22) X - (22) (21)

3. Debiti verso clientela (867) X - (867) (2.013)

4. Titoli in circolazione X - - - -

5. Passività finanziarie di negoziazione - - - - -

6. Passività finanziarie valutate al fair value - - - - -

7. Altre passività e fondi X X - - -

8. Derivati di copertura X X (591) (591) (300)

Totale (889) - (591) (1.480) (2.334)

Voci/Valori Totale 31/12/2015

Totale 31/12/2014

A. Differenziali positivi relativi a operazioni di copertura: - 87

B. Differenziali negativi relativi a operazioni di copertura: (591) (387)

C. Saldo (A-B) (591) (300)

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BILANCIO 2015

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SEZIONE 2 - LE COMMISSIONI - VOCI 40 E 50

2.1 Commissioni attive: composizione

Tipologia servizi/Valori Totale 31/12/2015

Totale 31/12/2014

a) garanzie rilasciate 66 62

b) derivati su crediti - -

c) servizi di gestione, intermediazione e consulenza: 105.620 90.758

1. negoziazione di strumenti finanziari 187 211

2. negoziazione di valute 26 42

3. gestioni di portafogli 31.602 25.697

3.1. individuali 31.602 25.697

3.2. collettive - -

4. custodia e amministrazione di titoli 104 130

5. banca depositaria - -

6. collocamento di titoli 38.953 32.837

7. attività di ricezione e trasmissione di ordini 5.292 6.382

8. attività di consulenza 9.417 5.924

8.1. in materia di investimenti 7.108 5.182

8.2. in materia di struttura finanziaria 2.309 742

9. distribuzione di servizi di terzi 20.039 19.535

9.1. gestioni di portafogli - -

9.1.1. individuali - -

9.1.2. collettive - -

9.2. prodotti assicurativi 19.252 18.820

9.3. altri prodotti 787 715

d) servizi di incasso e pagamento 310 294

e) servizi di servicing per operazioni di cartolarizzazione - -

f) servizi per operazioni di factoring - -

g) esercizio di esattorie e ricevitorie - -

h) attività di gestione di sistemi multilaterali di negoziazione - -

i) tenuta e gestione dei conti correnti 518 526

j) altri servizi 99 128

Totale 106.613 91.768

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BILANCIO 2015

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE C 04 capitolo

2.2 Commissioni attive: canali distributivi dei prodotti e servizi

2.3 Commissioni passive: composizione

Canali/Valori Totale 31/12/2015

Totale 31/12/2014

a) presso propri sportelli: 29.989 30.981

1. gestioni di portafogli 8.697 12.376

2. collocamento di titoli 18.232 16.929

3. servizi e prodotti di terzi 3.060 1.676

b) offerta fuori sede: 60.605 47.088

1. gestioni di portafogli 22.905 13.321

2. collocamento di titoli 20.721 15.908

3. servizi e prodotti di terzi 16.979 17.859

c) altri canali distributivi: - -

1. gestioni di portafogli - -

2. collocamento di titoli - -

3. servizi e prodotti di terzi - -

Servizi/Valori Totale 31/12/2015

Totale 31/12/2014

a) garanzie ricevute (9) (5)

b) derivati su crediti - -

c) servizi di gestione e intermediazione: (51.253) (43.791)

1. negoziazione di strumenti finanziari (820) (952)

2. negoziazione di valute - -

3. gestioni di portafogli (3.311) (2.893)

3.1. proprie (3.311) (2.893)

3.2. delegate da terzi - -

4. custodia e amministrazione di titoli (179) (163)

5. collocamento di strumenti finanziari - -

6. offerta fuori sede di strumenti finanziari, prodotti e servizi (46.943) (39.783)

d) servizi di incasso e pagamento (95) (92)

e) altri servizi (1) (1)

Totale (51.358) (43.889)

131

BILANCIO 2015

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SEZIONE 3 - DIVIDENDI E PROVENTI SIMILI - VOCE 70

3.1 Dividendi e proventi simili: composizione

Voci/Proventi

Totale 31/12/2015 Totale 31/12/2014

dividendiproventi da quote di O.I.C.R.

dividendiproventi da quote di O.I.C.R.

A. Attività finanziarie detenute per la negoziazione - - - -

B. Attività finanziarie disponibili per la vendita - - - -

C. Attività finanziarie valutate al fair value - - - -

D. Partecipazioni - X 1 X

Totale - - 1 -

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BILANCIO 2015

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE C 04 capitolo

Operazioni/Componenti reddituali

Plu

sval

enze

(A

)

Uti

li d

a n

ego

ziaz

ion

e (B

)

Min

usv

alen

ze

(C)

Perd

ite

da

neg

ozi

azio

ne

(D)

Risultato netto[(A+B) - (C+D)]

31/12/2015

1. Attività finanziarie di negoziazione - 3 (117) (1) (115)

1.1 Titoli di debito - 3 - - 3

1.2 Titoli di capitale - - - - -

1.3 Quote di O.I.C.R. - - (117) (1) (118)

1.4 Finanziamenti - - - - -

1.5 Altre - - - - -

2. Passività finanziarie di negoziazione - - - - -

2.1 Titoli di debito - - - - -

2.2 Debiti - - - - -

2.3 Altre - - - - -

3. Attività e passività finanziarie:differenze di cambio X X X X 131

4. Strumenti derivati 2 22 - (22) 2

4.1 Derivati finanziari: 2 22 - (22) 2

Su titoli di debito e tassi di interesse - 22 - (22) -

Su titoli di capitale e indici azionari 2 - - - 2

Su valute e oro X X X X -

Altri - - - - -

4.2 Derivati su crediti - - - - -

Totale 2 25 (117) (23) 18

SEZIONE 4 - IL RISULTATO NETTO DELL’ATTIVITÀ DI NEGOZIAZIONE - VOCE 80

4.1 Risultato netto dell’attività di negoziazione: composizione

133

BILANCIO 2015

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SEZIONE 5 - IL RISULTATO NETTO DELL’ATTIVITÀ DI COPERTURA - VOCE 90

5.1 Risultato netto dell’attività di copertura: composizione

Componenti reddittuali/Valori Totale 31/12/2015

Totale 31/12/2014

A. Proventi relativi a:

A.1 Derivati di copertura del fair value 425 -

A.2 Attività finanziarie coperte (fair value) - 1.152

A.3 Passività finanziarie coperte (fair value) - -

A.4 Derivati finanziari di copertura dei flussi finanziari - -

A.5 Attività e passività in valuta - -

Totale proventi dell'attività di copertura (A) 425 1.152

B. Oneri relativi a:

B.1 Derivati di copertura del fair value (116) (1.297)

B.2 Attività finanziarie coperte (fair value) (273) -

B.3 Passività finanziarie coperte (fair value) - -

B.4 Derivati finanziari di copertura dei flussi finanziari - -

B.5 Attività e passività in valuta - -

Totale oneri dell'attività di copertura (B) (389) (1.297)

C. Risultato netto dell'attività di copertura (A - B) 36 (145)

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BILANCIO 2015

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE C 04 capitolo

SEZIONE 6 – UTILI (PERDITE) DA CESSIONE/RIACQUISTO- VOCE 100

6.1 Utili (Perdite) da cessione/riacquisto: composizione

Voci/Componenti reddituali

Totale 31/12/2015

Totale 31/12/2014

Uti

li

Perd

ite

Ris

ult

ato

n

etto

Uti

li

Perd

ite

Ris

ult

ato

n

etto

Attività finanziarie

1. Crediti verso banche - - - - - -

2. Crediti verso clientela - - - - - -

3. Attività finanziarie disponibili per la vendita 750 (749) 1 81 (7) 74

3.1 Titoli di debito 750 (749) 1 81 (7) 74

3.2 Titoli di capitale - - - - - -

3.3 Quote di O.I.C.R. - - - - - -

3.4 Finanziamenti - - - - - -

4. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza - - - - - -

Totale attività 750 (749) 1 81 (7) 74

Passività finanziarie

1. Debiti verso banche - - - - - -

2. Debiti verso clientela - - - - - -

3. Titoli in circolazione - - - - - -

Totale passività - - - - - -

135

BILANCIO 2015

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SEZIONE 8 - LE RETTIFICHE/RIPRESE DI VALORE NETTE PER DETERIORAMENTO - VOCE 130

8.1 Rettifiche di valore nette per deterioramento di crediti: composizione

Operazioni/Componenti reddittuali

Rettifiche di valore Riprese di valore

Totale 31/12/2015

Totale 31/12/2014

Sp

ecifi

che

Di p

ort

afo

glio

Sp

ecifi

che

Di

po

rtaf

og

lio

Can

cella

zio

ni

Alt

re

A B A B

A. Crediti verso banche

- Finanziamenti - - - - - - - - -

- Titoli di debito - - - - - - - - -

B. Crediti verso clientela (12) 287 373 648 (289)

Crediti deteriorati acquistati

- Finanziamenti - - X - - X X - -

- Titoli di debito - - X - - X X - -

Altri crediti

- Finanziamenti (12) - - - 287 - 373 648 (289)

- Titoli di debito - - - - - - - - -

C. Totale (12) - - - 287 - 373 648 (289)

LegendaA = da interessiB = altre riprese

A partire dal 30 giugno 2010, per il calcolo della valutazione collettiva, la Capogruppo ha adottato i parametri di rischio ricavati tramite i modelli interni per il rischio di credito validati. Nel caso specifico di Banca Euromobiliare, a partire dal 31 marzo 2011, in assenza di un modello interno di stima della probabilità di default (PD) della clientela, si sono utilizzati i giudizi proposta elaborati dalla funzione Crediti. Tali Giudizi, che, come meglio dettagliato all’interno della relazione sulla gestione, evidenziano una concentrazione della clientela nelle prime due classi, sono stati convertiti in PD mediante i valori stimati dall’ufficio di Capogruppo Rischi Operativi e di Credito (ROC) per il portafoglio retail.

8.2 Rettifiche di valore nette per deterioramento di attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione

La Banca non ha riscontrato elementi tali da comportare rettifiche di valore su attività finanziarie disponibili per la vendita.

8.3 Rettifiche di valore nette per deterioramento di attività finanziarie detenute sino alla scadenza: composizione

Fattispecie non presente.

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BILANCIO 2015

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE C 04 capitolo

SEZIONE 9 - LE SPESE AMMINISTRATIVE - VOCE 150

9.1 Spese per il personale: composizione

Tipologia di spese/Valori Totale 31/12/2015

Totale 31/12/2014

1) Personale dipendente: (25.129) (23.967)

a) salari e stipendi (18.205) (17.599)

b) oneri sociali (4.930) (4.685)

c) indennità di fine rapporto (130) (139)

d) spese previdenziali (175) (180)

e) accantonamento al trattamento di fine rapporto del personale (41) (44)

f) accantonamento al fondo trattamento di quiescenza e obblighi simili: - -

- a contribuzione definita - -

- a benefici definiti - -

g) versamenti ai fondi di previdenza complementare esterni: (938) (903)

- a contribuzione definita (938) (903)

- a benefici definiti - -

h) costi derivanti da accordi di pagamento basati su propri strumenti patri-moniali - -

i) altri benefici a favore dei dipendenti (710) (417)

2) Altro personale in attività (1.092) (1.112)

3) Amministratori e sindaci (230) (225)

4) Personale collocato a riposo - -

5) Recuperi di spese per dipendenti distaccati presso altre aziende 370 400

6) Rimborsi di spese per dipendenti di terzi distaccati presso la società (828) (1.043)

Totale (26.909) (25.947)

137

BILANCIO 2015

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9.2 Numero medio dei dipendenti per categoria

Voci/Valori Totale 31/12/2015

Totale 31/12/2014

Personale dipendente: 205 200

a) dirigenti 30 30

b) quadri direttivi 105 101

c) restante personale dipendente 70 69

Altro personale 19 13

Totale 224 213

9.3 Fondi di quiescenza aziendali a benefici definiti: costi e ricari

La Banca non sostiene nessun costo per fondi di quiescenza aziendali a benefici definiti in quanto non previsti.

9.4 Altri benefici a favore dei dipendenti

Il saldo della voce al 31 dicembre 2015 ammonta a 710 mila euro, di cui 173 mila euro per ticket restaurant, 12 mila euro per spese di iscrizione a corsi di aggiornamento, 354 mila euro per assicurazioni a favore dei dipendenti, 159 mila euro per stock grants e i restanti 12 mila euro riferiti ad altri oneri e benefici minori.

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BILANCIO 2015

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE C 04 capitolo

Voci Totale 31/12/2015

Totale 31/12/2014

Imposte indirette e tasse: (13.829) (12.983)

Imposta di bollo su conti correnti e titoli (13.365) (12.561)

Altre imposte indirette e tasse (464) (422)

Altre spese: (19.806) (18.446)

Assicurazioni (272) (418)

Economato (482) (477)

Fitti passivi (4.079) (4.256)

Altre spese immobiliari (878) (1.103)

Info provider (406) (384)

IT (3.693) (3.149)

Macchine ufficio (71) (53)

Lavorazioni bancarie esternalizzate (4.532) (4.298)

Marketing (694) (596)

Mobilità (997) (979)

Postali (173) (215)

Consulenze (293) (104)

Legali (420) (529)

Professionisti esterni (35) (46)

TLC (404) (376)

Trasporto valori (95) (75)

Trasporto valori e contazione (48) (42)

Vigilanza (74) (44)

Visure e informazione (56) (50)

Altre spese (2.104) (1.252)

Totale (33.635) (31.429)

L’incremento della altre spese è dovuto principalmente ai costi sostenuti per il contributo al nuovo meccanismo di finanziamento previsto dalla direttiva 2014/49/UE (DGSD) ed al pagamento dei contributi al fondo nazionale di risoluzione previsto dalla direttiva UE 59/2014.

9.5 Altre spese amministrative: composizione

139

BILANCIO 2015

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SEZIONE 10 - ACCANTONAMENTI NETTI AI FONDI PER RISCHI E ONERI - VOCE 160

10.1 Accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri: composizione

Voci Totale 31/12/2015

Totale 31/12/2014

Accantonamento netto al fondo rischi per cause passive e revocatorie (3.224) (1.609)

Interessi passivi da attualizzazione fondo per cause passive e revocatorie (5) (13)

Riattribuzione a conto economico relative al fondo rischi per cause passive e revoca-torie 551 491

Accantonamenti ad altri fondi (1.171) (805)

Riattribuzione a conto economico relative ad altri fondi 180 238

Totale (3.669) (1.698)

SEZIONE 11 - RETTIFICHE/RIPRESE DI VALORE NETTE SU ATTIVITÀ MATERIALI - VOCE 170

11.1 Rettifiche di valore nette su attività materiali: composizione

Attività/Componente reddituale Ammortamento (A)

Rettifiche di valore per

deterioramento (B)

Riprese di valore (C)

Risultato netto (A+B+C)

A Attività materiali (316) - - (316) (189)

A.1 Di proprietà (316) - - (316) (189)

- Ad uso funzionale (316) - - (316) (189)

- Per investimento - - - - -

A.2 Acquisite in leasing finanziario - - - - -

- Ad uso funzionale - - - - -

- Per investimento - - - - -

Totale (316) - - (316) (189)

140

BILANCIO 2015

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE C 04 capitolo

Attività/Componente reddituale Ammortamento (A)

Rettifiche di valore per

deterioramento (B)

Riprese di valore (C)

Risultato netto

(A+B+C)

A Attività immateriali (475) - - (475)

A.1 Di proprietà (475) - - (475)

- Generate internamente dall'azienda - - - -

- Altre (475) - - (475)

A.2 Acquisite in leasing finanziario - - - -

Totale (475) - - (475)

SEZIONE 12 - RETTIFICHE/RIPRESE DI VALORE NETTE SU ATTIVITÀ IMMATERIALI - VOCE 180

12.1 Rettifiche di valore nette su attività immateriali: composizione

SEZIONE 13 - GLI ALTRI ONERI E PROVENTI DI GESTIONE - VOCE 190

13.1 Altri oneri di gestione: composizione

Lo scostamento della voce altri oneri di gestione è dovuto principalmente al minor onere sostenuto dalla Banca per la chiusura di transazioni relative al contenzioso non creditizio.

Voci Totale 31/12/2015

Totale 31/12/2014

Rimborsi interessi per incassi e pagamenti in stanza di compensazione - (2)

Ammortamento spese per migliorie su beni di terzi ricondotti ad altre attività (301) (302)

Sopravvenienze passive e insussistenze (192) (253)

Altri oneri (73) (416)

Totale (566) (973)

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13.2 Altri proventi di gestione: composizione

Voci Totale 31/12/2015

Totale 31/12/2014

Recupero bolli su conti correnti e fissati di Borsa 13.404 12.476

Recupero costi amministrativi e ricavi per servizi da società del Gruppo 183 165

Altri proventi 38 76

Sopravvenienze attive e insussistenze 1.124 679

Totale 14.749 13.396

SEZIONE 17 - UTILI (PERDITE) DA CESSIONE DI INVESTIMENTI - VOCE 240

17.1 Utili (perdite) da cessione di investimenti: composizione

Componente reddituale/Valori Totale 31/12/2015

Totale 31/12/2014

A. Immobili - -

- Utili da cessione - -

- Perdite da cessione - -

B. Altre attività - (1)

- Utili da cessione - 2

- Perdite da cessione - (3)

Risultato netto - (1)

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BILANCIO 2015

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE C 04 capitolo

Descrizione Totale 31/12/2015

Imponibile 13.931

Aliquota ordinaria applicabile 33,07%

Onere fiscale teorico 4.607

Effetto delle variazioni in aumento rispetto all'aliquota ordinaria 3.601

Costi indeducibili ai fini IRES 2.777

Costi indeducibili ai fini IRAP 824

Effetto delle variazioni in diminuzione rispetto all'aliquota ordinaria 3.629

Altre differenze permanenti ai fini IRES 2.870

Altre differenze permanenti ai fini IRAP 759

Onere fiscale effettivo 4.579

SEZIONE 18 - LE IMPOSTE SUL REDDITO DELL’ESERCIZIO DELL’OPERATIVITÀ CORRENTE - VOCE 260

18.1 Imposte sul reddito dell’esercizio dell’operatività corrente: composizione

18.2 Riconciliazione tra onere fiscale teorico e onere fiscale effettivo di bilancio

Componenti reddituali/Valori Totale 31/12/2015

Totale 31/12/2014

1. Imposte correnti (-) (5.192) (4.011)

2. Variazioni delle imposte correnti dei precedenti esercizi (+/-) 134 229

3. Riduzione delle imposte correnti dell'esercizio (+) - -

3.bis Riduzione delle imposte correnti dell’esercizio per crediti d’imposta di cui alla legge n. 214/2011 (+) - -

4. Variazione delle imposte anticipate (+/-) 1.146 693

5. Variazione delle imposte differite (+/-) (667) (665)

6. Imposte di competenza dell'esercizio (-) (-1+/-2+3+3bis+/-4+/-5) (4.579) (3.754)

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BILANCIO 2015

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PARTE D - REDDITIVITÀ COMPLESSIVA

Voci

31/12/2015

Importo nettoImporto lordo Importo sul

reddito

10. Utile (Perdita) d'esercizio X X 9.352

Altre componenti reddituali senza rigiro a conto economico

20. Attività materiali - - -

30. Attività immateriali - - -

40. Piani a benefici definiti 139 (38) 101

50. Attività non correnti in via di dismissione - - -

60. Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate a patrimonio netto - - -

Altre componenti reddituali con rigiro a conto economico

70. Copertura di investimenti esteri: - - -

a) variazioni di fair value - - -

b) rigiro a conto economico - - -

c) altre variazioni - - -

80. Differenze di cambio: - - -

a) variazioni di fair value - - -

b) rigiro a conto economico - - -

c) altre variazioni - - -

90. Copertura dei flussi finanziari: - - -

a) variazioni di fair value - - -

b) rigiro a conto economico - - -

c) altre variazioni - - -

100. Attività finanziarie disponibili per la vendita: (274) 91 (183)

a) variazioni di fair value 392 (129) 263

b) rigiro a conto economico (666) 220 (446)

- rettifiche da deterioramento - - -

- utili/perdite da realizzo (666) 220 (446)

c) altre variazioni - - -

110. Attività non correnti in via di dismissione: - - -

a) variazioni di fair value - - -

b) rigiro a conto economico - - -

c) altre variazioni - - -

120. Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate a patrimonio netto: - - -

a) variazioni di fair value - - -

b) rigiro a conto economico - - -

- rettifiche da deterioramento - - -

- utili/perdite da realizzo - - -

c) altre variazioni - - -

130. Totale altre componenti reddituali (135) 53 (82)

140. Redditività complessiva (Voce 10+130) 9.270

Prospetto analitico della redditività complessiva

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BILANCIO 2015

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE D • E 04 capitolo

PARTE E - INFORMAZIONI SUI RISCHI E SULLE RELATIVE POLITICHE DI COPERTURASEZIONE 1 - RISCHIO DI CREDITO

INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA

1. Aspetti generali

Il Gruppo Credem e Banca Euromobiliare al suo interno, storicamente considerano l’elevata qualità del credito come un elemento fondante della propria stabilità patrimoniale ed un fattore strategico nel processo di creazione del valore. Questo criterio generale trova il proprio riferimento nella policy creditizia che ne declina i principi fondamentali:• la tecnica, come principio generale delle concessioni di credito, assicura un presupposto oggettivo e coerente con le finalità e le esigenze finanziarie del cliente, con le sue dimensioni patrimoniali e finanziarie e con le relative capacità di rimborso storiche e prospettiche;• la qualità e l’adeguatezza delle informazioni costituiscono il presupposto essenziale per la valutazione oggettiva del profilo di rischio che trova nel rating/giudizi di proposta la sua espressione di sintesi;• la selettività nelle concessioni che in Banca Euromobiliare si concretizza in facilitazioni riservate a privati e società immobiliari i cui soci siano clienti depositari;• il frazionamento del rischio di credito perseguito diversificando il portafoglio clienti con un approccio selettivo e coerente con gli obiettivi di capitale e di rischio/rendimento;• la valutazione “consolidata” delle controparti a livello di Gruppo Credem in modo da delineare una prospettiva unitaria e non frammentata del profilo di rischio di ciascuna singola controparte o gruppo controparte;• il modello di governance imperniato sull’accentramento nelle strutture centrali delle autonomie di credito, sulla segregazione delle funzioni deliberanti centrali dalle funzioni periferiche proponenti, sulla condivisione dei principi e delle metodologie all’interno di tutto il Gruppo Credem;• la cura riservata alla regolarità formale prima dell’erogazione delle concessioni di credito anche attraverso il supporto di strutture specialistiche presso la Capogruppo che assicurano i necessari riferimenti tecnici e consulenziali per ogni tipo di concessione di credito;• l’attenta gestione dei rapporti da parte delle unità di linea e i controlli effettuati dalle funzioni centrali dedicate, che assicurano la corretta applicazione delle linee di credito, l’aggiornamento costante del quadro informativo della clientela, il presidio dell’evoluzione dei rapporti, la tempestiva individuazione delle posizioni problematiche e l’adozione delle azioni necessarie al recupero delle relative esposizioni.

Banca Euromobiliare anche nel corso del 2015, pur in presenza di un peso limitato dall’attività di concessione del credito rispetto al totale delle proprie attività, ha adottato, coerentemente con le policy di Gruppo, strumenti e soluzioni organizzative, che coniugano le esigenze di business alla necessità di mantenere elevata la qualità dei propri crediti.

La Banca ha deciso di affidare unicamente clientela privata e società immobiliari i cui soci detengono disponibilità rilevanti presso i propri sportelli, l’erogazione del credito è infatti vincolata alla presenza di garanzie quali pegno, mandato a vendere e fideiussione. Le posizioni riconducibili al settore immobiliare vengono, inoltre, valutate con criteri di elevata selettività, tecnica e prudenza.

L’intera attività riconducibile alla concessione del credito è disciplinata da un apposito regolamento fidi e segue le direttive impartite dalla policy crediti di Gruppo in coerenza con il Credit Risk Appetite Framework di Gruppo.

In particolare, il regolamento definisce: autonomia di delibera, tipologie di linee di credito, tipologie di garanzia, sconti, tempi di revisione delle singole posizioni, monitoraggi e informative a favore del Consiglio di Amministrazione.

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BILANCIO 2015

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2. Politiche di gestione del rischio di credito

2.1 Aspetti organizzativi

La struttura organizzativa che governa l’attività di valutazione, erogazione e gestione del rischio è costituita dalle seguenti aree:• la Credit Strategy, che definisce obiettivi di sviluppo del credito in termini di quota di mercato e profilo di rischio coerenti con le strategie di Gruppo; all’interno dell’area operano le funzioni Policy Crediti, Industry Analysis, Financial Institution e Country Risk; le linee guida di Credit Strategy vengono approvate da uno specifico Comitato Interfunzionale di Gruppo e deliberate dal Consiglio di Amministrazione;• il Credit Management, che attraverso l’attività deliberativa e la consulenza tecnica alle strutture commerciali garantisce nel tempo un profilo di rischiosità degli impieghi coerente con gli obiettivi di strategy. All’interno dell’area operano due uffici competenti rispettivamente dei mercati Corporate e Retail, una struttura dedicata ai Grandi Fidi ed una dedicata alle gestione del credito problematico;• il Controllo Crediti, che effettua attività di controllo e monitoraggio sull’area credito per garantire l’individuazione dei rapporti caratterizzati da anomalie andamentali e verificare la corretta attribuzione dei rating e degli override;• il Credito Problematico e Non Performing, che si occupa delle attività di gestione e recupero sul credito anomalo e sulle posizioni a default.

Alle precedenti funzioni di Gruppo, in Banca Euromobiliare si aggiunge l’ufficio Crediti che oltre ad istruire le pratiche, effettua un monitoraggio costante sull’andamento dei rapporti e controlla la valorizzazione delle garanzie reali prestate alla clientela.Le disposizioni introdotte dalla circolare Banca d’Italia n.263 del dicembre 2006 (Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche) e successivi aggiornamenti sono state accolte dal Gruppo Credem come un’opportunità per migliorare la gestione del rischio e per incrementare il valore generato per gli azionisti grazie alla storica qualità del credito, nonché alla diffusione degli strumenti di rating utilizzati nell’attività di valutazione ed erogazione del credito.

Dal 2007 Banca Euromobiliare ha adottato, seguendo le direttive di Gruppo, un sistema di score proprietario (giudizio di proposta), calibrato sulla tipologia di clientela target della Banca (privati), che incide direttamente sui processi di approvazione delle operazioni.Gli impieghi alla clientela a cui è assegnato lo score evidenziano un’elevata qualità del credito erogato da Banca Euromobiliare.La clientela è ripartita interamente su otto classi di scoring: circa il 90% degli impieghi in bonis appartiene alle prime due classi, a conferma di quanto sopra indicato e come più ampiamente illustrato all’interno della relazione sulla gestione.

A marzo 2014, in considerazione del cambiamento regolamentare che prevede il passaggio dei poteri di Vigilanza alla Banca Centrale Europea e l’applicazione della nuova normativa comunitaria in tema di reporting di vigilanza, sono state approvate le “Linee guida per l’individuazione e la gestione delle esposizioni Forborne”.In conformità agli standard dell’EBA, si definiscono forborne le esposizioni nei confronti delle quali sono state accordate misure di forbearance, ossia misure di sostegno a debitori che affrontano, o sono prossimi ad affrontare, difficoltà ad adempiere alle proprie obbligazioni finanziare (c.d. stato di difficoltà finanziaria).In linea generale, le possibili misure di forbearance accordate al debitore in difficoltà finanziaria possono ricadere nelle seguenti fattispecie:• modifica dei termini e delle condizioni contrattuali su un’esposizione che la controparte non è in grado di ripagare, con nuove condizioni che non sarebbero state accordate se il cliente non si fosse trovato in difficoltà finanziaria;• rifinanziamento parziale o totale del debito che non sarebbe stato accordato in assenza di difficoltà finanziaria della controparte.In conformità con gli standard di riferimento, la classificazione nel portafoglio Forborne è indipendente dalla classificazione a default o dalla presenza di svalutazioni analitiche.Nella gestione del rischio di credito intervengono inoltre, per le rispettive competenze, ruoli operanti all’interno del Servizio Rischi:• il Risk Officer, che misura il rischio di credito del portafoglio e la coerenza con gli obiettivi di capital allocation;• il Rating Office, che è responsabile dell’attribuzione dei rating interni a tutta la clientela del Gruppo rientrante nella funzione regolamentare corporate.

Tali funzioni vengono svolte dalla Capogruppo per tutto il Gruppo Credem.

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BILANCIO 2015

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE E 04 capitolo

2.2 Sistemi di gestione, misurazione e controllo

L’attività di valutazione ed erogazione del credito di Banca Euromobiliare è basata su un processo di analisi, che tiene conto dei dati economico/patrimoniali del cliente, delle evidenze della Centrale Rischi, di visure camerali e garanzie collaterali; tali dati sono recepiti nella proposta di affidamento e incidono sull’entità delle autonomie creditizie, sia periferiche che centrali.La funzione di definizione e di controllo dei limiti di affidamento si avvale del supporto di uno specifico Comitato Crediti diGruppo, che fissa i limiti alle esposizioni massime, garantendo un’omogenea misurazione dei rischi di credito. Le soglie dimassima esposizione verso gruppi di clientela interessano l’ammontare massimo di accordato complessivamente concedibile ad una controparte.A livello di portafoglio, le analisi periodiche e il monitoraggio sono svolti dalla funzione di Gruppo GRM, la cui mission èsupportare la Capogruppo nella definizione dei principi di funzionamento del modello di Risk Management di Gruppo e della struttura dei limiti e delle deleghe operative.

GRM svolge anche i compiti di segreteria tecnica del Comitato Rischi di Gruppo, che supporta il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo nella definizione delle strategie e delle metodologie per la gestione dei rischi di credito.

In particolare, per quanto riguarda il rischio di credito, l’ufficio Rischi Operativi e di Credito (ROC) svolge le seguenti attività a livello di Gruppo:• supporta l’ufficio Rating Office e l’ufficio Policy Crediti nelle attività di sviluppo dei modello interno di rating;• sviluppa i modelli interni di Loss Given Default ed Exposure at Default;• quantifica i parametri di rischio;• effettua le attività di stress test relative ai fattori di rischio;• valuta periodicamente i livelli di rischio di credito per singola società e complessivamente assorbiti a livello di Gruppo;• effettua una costruzione di indicatori rischio/rendimento del tipo R.A.P.M. (Risk Adjusted Performance Measurement);• sviluppa i processi di allocazione del capitale, e ottimizzazione dell’accantonamento di capitale a fronte dei rischi assunti;• monitora il rischio corrente e prospettico in condizioni di stress economico.

Il Comitato Consiliare Rischi di Gruppo svolge un ruolo di supporto, che si esplica in una preventiva attività consultiva, istruttoria e nella formulazione di proposte e pareri, per garantirne l’adeguatezza rispetto alle caratteristiche dell’impresa e del Gruppo in relazione all’evoluzione dell’organizzazione e dell’operatività, nonché al contesto normativo di riferimento.In particolare, la funzione di Risk management, con il supporto del Comitato Rischi, consente di poter svolgere un’adeguata attività valutativa volta a deliberare:• il Risk Appetite Framework di Gruppo (con particolare riferimento alla valutazione degli obiettivi di rischio e delle soglie di tolleranza) assicurando che l’attuazione sia coerente con gli obiettivi di rischio e le soglie di tolleranza approvate;• l’andamento trimestrale del profilo di rischio assunto nel suo complesso rispetto agli obiettivi di Risk Appetite e alle soglie di tolleranza relativamente a tutti gli indicatori previsti nel RAF di Gruppo.

2.3Tecniche di mitigazione del rischio di credito

Per alcune tipologie di concessioni e per alcune controparti, il Gruppo acquisisce garanzie con lo scopo di mitigare la rischiosità delle concessioni. La particolare attenzione e prudenza nelle erogazioni di credito, ha infatti consolidato la prassi di supportare il rischio attraverso l’acquisizione di garanzie sia reali che personali (ipoteche, pegni su valori mobiliari e fideiussioni).

Nello specifico Banca Euromobiliare, per la particolare tipologia di credito erogato, richiede sempre la presenza di garanzie collaterali (pegno valori mobiliari, mandato a vendere, fideiussioni).

In tal senso nel “Regolamento per l’assunzione dei rischi verso la clientela”, per quanto riguarda le garanzie reali su valori mobiliari sono previsti scarti cauzionali da applicare a seconda della tipologia del prodotto acquisito in garanzia e dell’eventuale rating dell’emittente. Si osserva, infine, come la valorizzazione delle garanzie fideussorie venga sempre effettuata sulla base di una valutazione prudenziale del patrimonio del garante e delle masse che lo stesso detiene presso il nostro Istituto.

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2.4 Attività finanziarie deteriorate

Rientrano tra le attività finanziarie deteriorate esposizioni incluse nella categoria delle inadempienze probabili per un totale di 103 migliaia di euro (esposizione al lordo delle svalutazioni). Alla data del 31 dicembre 2015 la Banca non ha alcuna posizione a sofferenza.

Per quanto riguarda, invece, l’attività di determinazione delle valutazioni, che è analitica per tutti i crediti problematici, la stessa è supportata da un sistema di revisione periodica delle varie posizioni che permette un adeguamento costante e che tiene conto delle evoluzioni giudiziali o stragiudiziali intervenute.

Nella definizione di attività deteriorate, in base alle disposizioni contenute nella circolare Banca d’Italia n.272 con oggetto“matrice dei conti” del 30 luglio 2008 e successivi aggiornamenti, rientrano anche esposizioni scadute e sconfinanti da oltre 90 giorni: all’interno dei crediti verso clientela tali esposizioni ammontano al 31/12/2015 a 612 migliaia di euro ( esposizione al lordo delle svalutazioni).

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BILANCIO 2015

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INFORMAZIONI DI NATURA QUANTITATIVA

A. QUALITÀ DEL CREDITO

Ai fini dell’informativa di natura quantitativa sulla qualità del credito, con il termine “esposizioni creditizie” si intendono esclusi i titoli di capitale e le quote di O.I.C.R., mentre il termine “esposizioni” include i suddetti elementi.

A.1 Esposizioni creditizie deteriorate e non deteriorate: consistenze, rettifiche di valore, dinamica, distribuzione economica e territoriale

A.1.1 Distribuzione delle esposizioni creditizie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (valori di bilancio)

NOTA INTEGRATIVA - PARTE E 04 capitolo

Le esposizioni deteriorate sono rappresentate da due categorie di crediti assoggettate a differenti trattamenti:• le sofferenze e le inadempiezze probabili per le quali è prevista una svalutazione analitica per singola posizione;• le esposizioni scadute e/o sconfinate da oltre 90 giorni, alle quali si applica una percentuale individuata all’interno delle maggiori svalutazioni applicate ai crediti in bonis.

L’esposizione complessiva verso un debitore deve essere rilevata come scaduta e/o sconfinante qualora, alla data di riferimento della segnalazione, il maggiore tra i due seguenti valori sia pari o superiore alla soglia del 5%: a) media delle quote scadute e/o sconfinanti sull’intera esposizione rilevate su base giornaliera nell’ultimo trimestre precedente; b) quota scaduta e/o sconfinante sull’intera esposizione riferita alla data di riferimento della segnalazione.

Portafogli/qualità

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1. Attività finanziarie disponibili per la vendita - - - - 119.959 119.959

2. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza - - - - - -

3. Crediti verso banche - - - - 255.263 255.263

4. Crediti verso clientela - 1 594 19.070 452.197 471.862

5. Attività finanziarie valutate al fair value - - - - - -

6. Attività finanziarie in corso di dismissione - - - - - -

Totale 31/12/2015 - 1 594 19.070 827.419 847.084

Totale 31/12/2014 - 2 2.984 24.121 614.639 641.746

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BILANCIO 2015

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A.1.2 Distribuzione delle esposizioni creditizie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (valori lordi e netti)

Portafogli/qualità

Attività deteriorate

Attività non deteriorate

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1. Attività finanziarie disponibili per la vendita - - - 119.959 - 119.959 119.959

2. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza - - - - - - -

3. Crediti verso banche - - - 255.263 - 255.263 255.263

4. Crediti verso clientela 715 120 595 471.510 243 471.267 471.862

5. Attività finanziarie valutate al fair value - - - X X - -

6. Attività finanziarie in corso di dismissione - - - - - - -

Totale 31/12/2015 715 120 595 846.732 243 846.489 847.084

Totale 31/12/2014 3.393 407 2.986 639.377 617 638.760 641.746

Portafogli/qualità

Attività di evidente scarsa quali-tà creditizia Altre attività

Minusvalenze cumulate

Esposizione netta

Esposizione netta

1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione - - 5

2. Derivati di copertura - - 250

Totale 31/12/2015 - - 255

Totale 31/12/2014 - - 10

All’interno dei portafogli esposti nella tabella di cui sopra (negoziazione, disponibili per la vendita, crediti, ecc.) non sono presenti esposizioni oggetto di rinegoziazione nell’ambito di accordi collettivi (ad esempio accordo quadro ABI-MEF).

Il totale delle esposizioni scadute e/o sconfinate non deteriorate al 31/12/2015 ammonta, quindi, a 19.070 migliaia di euro.Tra i crediti verso clientela in bonis oggetto di rinegozazione si rilevano 489 migliaia di euro.

150

BILANCIO 2015

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE E 04 capitolo

A.1.3 Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso banche: valori lordi, netti e fasce di scaduto

Le esposizioni per cassa comprendono tutte le attività finanziarie per cassa vantate verso banche, qualunque sia il portafoglio di allocazione contabile (negoziazione, crediti). Le esposizioni fuori bilancio includono tutte le operazioni finanziarie diverse da quelle per cassa (garanzie rilasciate, impegni, derivati) che comportano l’assunzione di un rischio creditizio, qualunque sia la finalità di tali operazioni (negoziazione, copertura, ecc.).

A.1.4 Esposizioni creditizie per cassa verso banche: dinamica delle esposizioni deteriorate lorde

La Banca non detiene esposizione deteriorate verso banche.

A.1.4 bis Esposizioni creditizie per cassa verso banche: dinamica delle esposizioni oggetto di concessioni lorde distinte per qualità creditizia

L’informativa non viene fornita in quanto diventerà obbligatoria a partire dall’esercizio 2016.

Tipologie esposizioni/lavori

Esposizione lorda

Ret

tifi

che

di v

alo

re s

pec

ifich

e

Ret

tifi

che

di v

alo

re d

i po

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lio

Esp

osi

zio

ne

net

ta

Attività deteriorate

Attività non

deteriorate

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3 m

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Da

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mes

i fi

no

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mes

i

Da

olt

re 6

mes

i fi

no

a 1

an

no

Olt

re 1

an

no

A. ESPOSIZIONI PER CASSA

a) Sofferenze - - - - X - X -

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni - - - - X - X -

b) Inadempienze probabili - - - - X - X -

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni - - - - X - X -

c) Esposizioni scadute deteriorate - - - - X - X -

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni - - - - X - X -

d) Esposizioni scadute non deteriorate X X X X - X - -

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni X X X X - X - -

e) Altre esposizioni non deteriorate X X X X 255.263 X - 255.263

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni X X X X - X - -

TOTALE A - - - - 255.263 - - 255.263

B. ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO

a) Deteriorate - - - - X - X -

b) Non deteriorate X X X X 3.765 X - 3.765

TOTALE B - - - - 3.765 - - 3.765

TOTALE (A+B) - - - - 259.028 - - 259.028

151

BILANCIO 2015

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A.1.6 Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso clientela: valori lordi, netti e fasce di scaduto

Le esposizioni per cassa comprendono tutte le attività finanziarie per cassa vantate verso clientela, qualunque sia il portafoglio di allocazione contabile (negoziazione, disponibile per la vendita, crediti). Le esposizioni fuori bilancio includono tutte le operazioni finanziarie diverse da quelle per cassa (garanzie rilasciate, impegni, derivati) che comportano l’assunzione di un rischio creditizio, qualunque sia la finalità di tali operazioni (negoziazione, copertura, ecc.).

Tipologie esposizioni/lavori

Esposizione lorda

Ret

tifi

che

di v

alo

re s

pec

ifich

e

Ret

tifi

che

di v

alo

re d

i po

rta-

fog

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Esp

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Attività deteriorate

Attività non

deteriorate

Fin

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an

no

Olt

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an

no

A. ESPOSIZIONI PER CASSA

a) Sofferenze - - - - X - X -

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni - - - - X - X -

b) Inadempienze probabili - - - 103 X 103 X -

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni - - - - X - X -

c) Esposizioni scadute deteriorate 120 342 37 113 X 17 X 595

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni - - 10 - X - X 10

d) Esposizioni scadute non deteriorate X X X X 19.085 X 15 19.070

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni X X X X - X - -

e) Altre esposizioni non deteriorate X X X X 572.384 X 229 572.155

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni X X X X 479 X - 479

TOTALE A 120 342 37 216 591.469 120 244 591.820

B. ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO - - - - - - - -

a) Deteriorate - - - - X - X -

b) Non deteriorate X X X X 18.219 X - 18.219

TOTALE B - - - - 18.219 - - 18.219

TOTALE (A+B) 120 342 37 216 609.688 120 244 610.039

A.1.5 Esposizioni creditizie per cassa verso banche deteriorate: dinamica delle rettifiche di valore complessive

La Banca non detiene esposizione deteriorate verso banche.

152

BILANCIO 2015

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE E 04 capitolo

I crediti per i quali non sono state individuate singolarmente evidenze oggettive di perdita sono sottoposti ad impairment collettivo (rettifiche di valore di portafoglio pari a 244 migliaia di euro).

Il modello di calcolo della valutazione collettiva delle esposizioni in bonis adottato dal Gruppo si fonda su un concetto di perdita stimata mediante i modelli valutativi ed i parametri utilizzati per la misurazione del rischio di credito in coerenza con l’Accordo di Basilea 2. In particolare, a ciascuna attività con caratteristiche simili in termini di rischio di credito, è associata una “probabilità di inadempienza” (Probability of Default - PD) ed una “perdita in caso di inadempienza” (Loss Given Default - LGD) commisurata alla tipologia di finanziamento, ossia alla forma tecnica, alla tipologia di garanzia o ad altri fattori rilevanti. A partire dal 30 giugno 2010, per il calcolo della valutazione collettiva, la Capogruppo ha adottato i parametri di rischio ricavati tramite i modelli interni per il rischio di credito validati, o per i quali sono in corso le attività volte alla richiesta di validazione da parte dell’Organo di Vigilanza. Nel caso specifico di Banca Euromobiliare, a partire dal 31 marzo 2011, in assenza di un modello interno di stima della probabilità di default della clientela, si sono utilizzati i giudizi proposta elaborati dalla funzione Crediti. Tali giudizi, che come meglio dettagliato all’interno della relazione sulla gestione evidenziano una concentrazione della clientela nelle prime due classi, sono stati convertiti in PD mediante i valori stimati dall’ufficio di Capogruppo Rischi Operativi e di Credito (ROC) per il portafoglio retail.

Nella voce “B3 altre variazioni in aumento” con riferimento alla colonna delle “inadempienze probabili” sono state riclassificate le esposizioni classificate tra gli “incagli” al 31 dicembre 2014 per 103 mila euro.

A.1.7 Esposizioni creditizie per cassa verso clientela: dinamica delle esposizioni deteriorate lorde

Causali/Categorie SofferenzeInadempienze

probabiliEsposizioni

scadute deteriorate

A. Esposizione lorda iniziale 9 - 3.280

- di cui: esposizioni cedute non cancellate - - -

B. Variazioni in aumento 3 - 585

B.1 Ingressi da esposizioni creditizie in bonis 3 - 519

B.2 Trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate - - -

B.3 Atre variazioni in aumento - 103 66

C. Variazioni in diminuzione 12 - 3.253

C.1 Uscite verso esposizioni in bonis - - 3.249

C.2 Cancellazioni 12 - -

C.3 Incassi - - 4

C.4 Realizzi per cessioni - - -

C.5 Perdite da cessione - - -

C.6 Trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate - - -

C.7 Altre variazioni in diminuzione - - -

D. Esposizione lorda finale - 103 612

- di cui: esposizioni cedute non cancellate - - -

153

BILANCIO 2015

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A.1.8 Esposizioni creditizie per cassa verso clientela deteriorate: dinamica delle rettifiche di valore complessive

Causali/Categorie

SofferenzeInadempienze

probabiliEsposizioni

scadute deteriorate

Tota

le

Di c

ui:

esp

osi

zio

ni

og

get

to d

i co

nce

ssio

ni

Tota

le

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ni

Tota

le

Di c

ui:

esp

osi

zio

ni

og

get

to d

i co

nce

ssio

ni

A. Rettifiche complessive iniziali 9 - - - 295 -

- di cui: esposizioni cedute non cancellate - - - - - -

B. Variazioni in aumento 3 - 103 - 15 -

B.1 Rettifiche di valore 3 - - - 15 -

B.2 Perdite da cessione - - - - - -

B.3 Trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate - - - - - -

B.4 Altre variazioni in aumento - - 103 - - -

C. C. Variazioni in diminuzione 12 - - - 293 -

C.1 Riprese di valore da valutazione - - - - 2 -

C.2 Riprese di valore da incasso - - - - 291 -

C.3 Utili da cessione - - - - - -

C.4 Cancellazioni 12 - - - - -

C.5 Trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate - - - - - -

C.6 Altre variazioni in diminuzione - - - - - -

D. D. Rettifiche complessive finali - - 103 - 17 -

- di cui: esposizioni cedute non cancellate - - - - - -

A.1.7 bis Esposizioni creditizie per cassa verso clientela: dinamica delle esposizioni oggetto di concessioni lorde distinte per qualità creditizia

L’informativa non viene fornita in quanto diventerà obbligatoria a partire dall’esercizio 2016.

Nella voce “Ba altre variazioni in aumento” con riferimento alla colonna delle “inadempienze probabili” sono state riclassificate le esposizioni classificate tra gli “incagli” al 31 dicembre 2014 per 103 mila euro.

154

BILANCIO 2015

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE E 04 capitolo

A.2 Classificazione delle esposizioni in base ai rating esterni e interni

A.2.1 Distribuzione delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” per classi di rating esterni

Esposizioni

classi di rating esterni Senzarating Totale

classe 1

classe 2

classe 3

classe 4

classe 5

classe 6

A. Esposizioni creditizie per cassa - - 374.958 - - - 472.649 847.607

B. Derivati - - - - - - 255 255

B.1 Derivati finanziari - - - - - - 255 255

B.2 Derivati creditizi - - - - - - - -

C. Garanzie rilasciate - - - - - - 21.729 21.729

D. Impegni a erogare fondi - - - - - - - -

E. Altre - - - - - - - -

Totale - - 374.958 - - - 494.633 869.591

Nella tabella sopra esposta, come da indicazioni della Banca d’Italia, le esposizioni per cassa comprendono le quote di O.I.C.R., mentre le azioni sono escluse.Le classi di rating esterni indicate si riferiscono alle classi di merito creditizio dei debitori/garanti di cui alla normativa prudenziale.Le valutazioni del merito creditizio utilizzate sono fornite dall’agenzia di rating Fitch (si veda di seguito il raccordo tra rating esterni e classi di rischio fornito dalla Banca d’Italia). Le esposizioni verso Credito Emiliano S.p.A. sono collocate in classe di merito 3.

Raccordo tra classi di rischio e rating esterni:Classe 1: da AAA a AA-Classe 2: da A+ a A-Classe 3: da BBB+ a BBB-Classe 4: da BB+ a BB-Classe 5: da B+ a B-Classe 6: CCC+ e inferiori

A.2.2 Distribuzione delle esposizioni per cassa e “fuori bilancio” per classi di rating interni

La Banca non dispone di rating interni per la classificazione della propria clientela.

A.3 Distribuzione delle esposizioni garantite per tipologia di garanzia

A.3.1 Esposizioni creditizie verso banche garantite

La Banca non detiene esposizione creditizie verso banche garantite.

155

BILANCIO 2015

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A.3.

2 Es

posi

zioni

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ditiz

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clie

ntel

a ga

rant

ite Valore esposizioni nette

Gar

anzi

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1)G

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2)Totale (1)+(2)

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i firm

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Immobili, Ipoteche

Immobili, leasing finanziario

Titoli

Altre garanzie reali

CLN

Alt

ri d

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Governi e banche centrali

Altri enti pubblici

Banche

Altri soggetti

Governi e banche centrali

Altri enti pubblici

Banche

Altri soggetti

1.

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redi

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0 -

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747

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- -

- -

- 41

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397

1.1

tota

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te g

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552.

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605.

785

4.67

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- -

- -

- -

30.0

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5.97

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i cui

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59

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- 16

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- -

- -

- -

- -

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e 38

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-

- 14

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-

- -

- -

- -

11.0

00

- 25

.422

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i cui

det

erio

rate

53

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- 20

0 -

- -

- -

- -

- -

- 20

0

2.

Espo

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: 18

.219

-

- 20

.995

87

-

- -

- -

- -

- 18

21

.100

2.1

tota

lmen

te g

aran

tite

17.5

28

- -

20.7

21

37

- -

- -

- -

- -

18

20.7

76

- d

i cui

det

erio

rate

-

- -

- -

- -

- -

- -

- -

- -

2.2

parz

ialm

ente

gar

antit

e 69

1 -

- 27

4 50

-

- -

- -

- -

- -

324

- d

i cui

det

erio

rate

-

- -

- -

- -

- -

- -

- -

- -

156

BILANCIO 2015

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE E 04 capitolo

Esp

osi

zio

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Esposizione netta

Rettifiche valore specifiche

Rettifiche valore di portafoglio

Esposizione netta

Rettifiche valore specifiche

Rettifiche valore di portafoglio

Esposizione netta

Rettifiche valore specifiche

Rettifiche valore di portafoglio

Esposizione netta

Rettifiche valore specifiche

Rettifiche valore di portafoglio

Esposizione netta

Rettifiche valore specifiche

Rettifiche valore di portafoglio

Esposizione netta

Rettifiche valore specifiche

Rettifiche valore di portafoglio

A.

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A.2

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- 10

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A.3

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- 10

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A.4

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9.95

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18.5

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2.82

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4 12

6.28

0 x

96

323.

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- -

- -

- -

- -

- 47

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119.

959

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- -

- 18

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281

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32

4.19

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B.

Espo

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B.1

Soffe

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B.2

Inad

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- -

x

B.3

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B.4

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x-

- x

- -

x-

- x

- 1.

320

x-

16.8

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Tota

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- -

- -

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--

- -

1.32

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-

-

Tota

le (A

+B) 3

1/12

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511

9.95

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- -

- -

18.5

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2.82

7-

4 12

7.60

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9616

.899

12

013

6

Tota

le (A

+B) 3

1/12

/201

412

0.81

0 -

- -

- -

16.5

06

- 22

2.09

2-

7 10

4.73

0-

211

326.

702

406

376

B. DISTRIBUZIONE E CONCENTRAZIONE DELLE ESPOSIZIONI CREDITIZIE

B.1 Distribuzione settoriale delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” verso clientela (valore di bilancio)

157

BILANCIO 2015

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B.2 Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” verso clientela (valore di bilancio)

Esposizione/Aree geografiche

ItaliaAltri Paesi

europeiAmerica Asia

Resto del mondo

Esp

osi

zio

ne

net

ta

Ret

tifi

che

valo

re

com

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e

Esp

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zio

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zio

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ple

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zio

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ple

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Esp

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zio

ne

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ta

Ret

tifi

che

valo

re

com

ple

ssiv

e

A. Esposizioni per cassa

A.1 Sofferenze - - - - - - - - - -

A.2 Inadempienze probabili - 103 - - - - - - - -

A.3 Esposizioni scadute deteriorate 595 17 - - - - - - - -

A.4 Esposizioni non deteriorate 577.968 241 11.324 2 1.906 1 - - 27 -

TOTALE A 578.563 361 11.324 2 1.906 1 - - 27 -

B. Esposizioni “fuori bilancio”

B.1 Sofferenze - - - - - - - - - -

B.2 Inadempienze probabili - - - - - - - - - -

B.3 Altre attività deteriorate - - - - - - - - - -

B.4 Esposizioni non deteriorate 18.207 - 12 - - - - - - -

TOTALE B 18.207 - 12 - - - - - - -

TOTALE (A+B) 31/12/2015 596.770 361 11.336 2 1.906 1 - - 27 -

TOTALE (A+B) 31/12/2014 559.822 1.015 9.289 6 1.729 2 - - - -

158

BILANCIO 2015

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE E 04 capitolo

B.2 BIS Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” verso clientela (valore di bilancio)

Esposizione/Aree geografiche

Italia Nord Ovest

Italia Nord Est Italia CentroItalia Sud e

Isole

Esp

osi

zio

ne

net

ta

Ret

tifi

che

Esp

osi

zio

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Esp

osi

zio

ne

net

ta

Ret

tifi

che

A. Esposizioni per cassa

A.1 Sofferenze - - - - - - - -

A.2 Inadempienze probabili - - - - - 1 - 102

A.3 Esposizioni scadute deteriorate 422 11 25 1 80 3 68 2

A.4 Esposizioni non deteriorate 190.472 96 140.160 87 205.877 35 41.459 22

TOTALE A 190.894 107 140.185 88 205.957 39 41.527 126

B. Esposizioni “fuori bilancio”

B.1 Sofferenze - - - - - - - -

B.2 Inadempienze probabili - - - - - - - -

B.3 Altre attività deteriorate - - - - - - - -

B.4 Esposizioni non deteriorate 4.744 - 1.844 - 3.010 - 8.609 -

TOTALE B 4.744 - 1.844 - 3.010 - 8.609 -

TOTALE (A+B) 31/12/2015 195.638 107 142.029 88 208.967 39 50.136 126

TOTALE (A+B) 31/12/2014 172.973 355 130.773 382 200.286 114 55.790 164

159

BILANCIO 2015

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B.3 Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” verso banche (valore di bilancio)

Esposizione/Aree geografiche

ItaliaAltri Paesi

europeiAmerica Asia

Resto del mondo

Esp

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e

Esp

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Ret

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valo

re

com

ple

ssiv

e

A. Esposizioni per cassa

A.1 Sofferenze - - - - - - - - - -

A.2 Inadempienze probabili - - - - - - - - - -

A.3 Esposizioni scadute deteriorate - - - - - - - - - -

A.4 Esposizioni non deteriorate 254.999 - 264 - - - - - - -

TOTALE A 254.999 - 264 - - - - - - -

B. Esposizioni “fuori bilancio”

B.1 Sofferenze - - - - - - - - - -

B.2 Inadempienze probabili - - - - - - - - - -

B.3 Altre attività deteriorate - - - - - - - - - -

B.4 Esposizioni non deteriorate 3.765 - - - - - - - - -

TOTALE B 3.765 - - - - - - - - -

TOTALE (A+B) 31/12/2015 258.764 - 264 - - - - - - -

TOTALE (A+B) 31/12/2014 97.840 - 271 - - - - - - -

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BILANCIO 2015

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE E 04 capitolo

C. OPERAZIONI DI CARTOLARIZZAZIONE

La Banca non ha in essere operazioni di cartolarizzazione.

D. INFORMATIVA SULLE ENTITÀ STRUTTURATE NON CONSOLIDATE CONTABILMENTE (DIVERSE DALLE SOCIETÀ VEICOLO PER LA CARTOLARIZZAZIONE)

La Banca non ha entità strutturate non consolidate.

E. OPERAZIONI DI CESSIONE

La Banca non ha in essere operazioni di cessione.

F. MODELLI PER LA MISURAZIONE DEL RISCHIO DI CREDITO

La Banca non si avvale di modelli interni per la misurazione del rischio di credito.

Formano oggetto di rilevazione nella presente voce l’importo (valore non ponderato e valore ponderato) e il numero delle “posizioni di rischio” che costituiscono una “grande esposizione” secondo quanto disciplinato dalla Circolare n. 286 del 17 dicembre 2013 “Istruzioni per la compilazione delle segnalazioni prudenziali per le banche e le società di intermediazione mobiliare” emanata dalla Banca d’Italia.L’esposizione di un ente verso un cliente o un gruppo di clienti connessi è considerata una grande esposizione quando il suo valore è pari o superiore al 10 % del capitale ammissibile dell’ente.Per capitale ammissibile si intende la somma del capitale di classe 1 e il capitale di classe 2 quest’ultimo pari o inferiore a un terzo del capitale di classe 1 (si veda parte F – sezione 2 della nota integrativa).

Rientrano nella segnalazione delle “grandi esposizioni” le seguenti tipologie di esposizioni: attività di rischio rientranti nel portafoglio di negoziazione a fini di vigilanza, impieghi, partecipazioni in imprese non finanziarie, titoli obbligazionari, altre attività di rischio per cassa (ivi inclusa la categoria delle “operazioni SFT - Securities Financing Transactions”, comprensiva dei pronti contro termine attivi e passivi su titoli o merci) e attività di rischio fuori bilancio (garanzie rilasciate e impegni, contratti derivati finanziari e creditizi).

Nel caso specifico di Banca Euromobiliare sono, quindi, segnalate come ”grandi esposizioni” anche le esposizioni verso le società del Gruppo (ricondotte in capo a Credito Emiliano S.p.A.), i titoli di Stato e le esposizioni verso schemi di investimento.

Al 31 dicembre 2015, tenuto conto dell’effetto dell’attenuazione del rischio di credito conformemente a quanto previsto nel Regolamento (UE) N. 575/2013, l’ammontare dell’esposizione verso un singolo cliente o un gruppo di clienti connessi non supera il 25 % del capitale ammissibile della Banca.

Alla data del bilancio tra le esposizioni classificate come “grandi esposizioni” non sono presenti inadempienze probabili o sofferenze.

B.4 Grandi esposizioni

31/12/2015

a) Ammontare (valore di bilancio) 509.302

b) Ammontare (valore ponderato) 44.104

c) Numero * 9

* Numero di clienti (o gruppi di clienti connessi) oggetto di segnalazione alla Banca d’Italia.

161

BILANCIO 2015

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SEZIONE 2 - RISCHI DI MERCATO

2.1 RISCHIO DI TASSO D’INTERESSE E RISCHIO DI PREZZO - PORTAFOGLIO DI NEGOZIAZIONE DI VIGILANZA

INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA

A. Aspetti generali

Il presidio e il monitoraggio dei rischi di mercato vengono ritenuti nel Gruppo Credem attività prioritarie ai fini di una corretta gestione finanziaria, volta alla creazione di valore, ma che tenga conto della duplice dimensione rischio/ rendimento e della coerenza tra strategie, processi operativi e regolamenti interni. Presupposti per un efficace operare sono la separatezza tra funzioni operative e di controllo, l’individuazione di funzioni specialistiche e di organismi di governo a livello di Capogruppo. Questa impostazione consente di definire in maniera efficiente le strategie di gestione, la misurazione ed il controllo dei rischi e la conseguente verifica del buon funzionamento del sistema.Il modello permette, quindi, alla Capogruppo di svolgere un ruolo di Governance nell’attuare un presidio complessivo sulla corretta applicazione delle politiche di copertura e limitazione dei rischi stabilite dalla Capogruppo stessa, tenendo sempre in considerazione le specificità delle singole società.

Gli organismi specialistici che governano il sistema del controllo dei rischi sono:• la funzione di Risk Management di Credito Emiliano S.p.A.;• il Comitato Consiliare Rischi di Gruppo, collocato nella Capogruppo.

Gli altri organismi che completano il sistema dei controlli sono:• il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo, che definisce le linee generali del governo dei rischi e i poteri e le responsabilità in tale ambito;• i Consigli di Amministrazione delle singole società, che condividono con il precedente gli obiettivi assegnati in termini di profili di rischio e fissano il sistema di deleghe e responsabilità all’interno delle società che governano;• le direzioni delle singole società, che coordinano le strutture operative di presidio nell’ambito delle deleghe ricevute dal proprio Consiglio di Amministrazione.

I principali compiti della funzione di Risk Management, oltre alla misurazione e rendicontazione dei rischi per singola società ed a livello di Gruppo, risiedono nel fornire un supporto al Comitato Consiliare Rischi di Gruppo nella definizione delle linee generali di governo dei rischi, nello sviluppo e gestione delle metodologie di misurazione e nella configurazione del sistema di deleghe operative per tipologia di rischio finanziario.

Il rischio di mercato, inteso come probabilità di sostenere delle perdite di valore nelle poste patrimoniali a seguito di un andamento sfavorevole dei tassi, prezzi, cambi ed altre componenti di mercato, viene misurato sia in riferimento al banking book che al trading book.

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BILANCIO 2015

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE E 04 capitolo

B. Processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso di interesse e del rischio di prezzo

I rischi di mercato sono gestiti tramite la definizione di massimali operativi differenziati in base al portafoglio (negoziazione, investimento, tesoreria). Il regolamento finanza prevede massimali di posizione a valore di mercato, credit spread sensitivity e posizione ten years equivalent. Il controllo periodico dei massimali è effettuato su base settimanale dalla funzione di Risk Management della Capogruppo.Il rischio generico di mercato viene calcolato settimanalmente tramite metodologia VaR; il VaR misura la massima perdita potenziale nella quale può incorrere il portafoglio in base all’evoluzione dei fattori di mercato, dato un certo livello di confidenza, nel corso di un determinato orizzonte temporale. In accordo ai requisiti della Vigilanza, l’orizzonte temporale di valutazione è pari a 10 giorni, l’intervallo di confidenza è pari al 99% e il fattore moltiplicativo è pari a 3.Il rischio specifico, che evidenzia il rischio di perdite causate da una sfavorevole variazione del prezzo dei titoli dovuta a fattori connessi con la situazione dell’emittente, viene calcolato sulla base delle ponderazioni regolamentari.

Nella tabella di seguito sono riportati i valori medi, massimi e minimi del VaR di tasso e del rischio specifico relativi all’anno 2015 e 2014. Il dato include anche il rischio di tasso generato dalla posizione in titoli di stato italiani in AFS.

Dati di rischio di tasso di interesse e rischio specifico

Dati in milioni di euro, VaR 99% 10 gg * 3 2015 2014

Rischio di tasso d’interesse (Value at Risk)

- medio 0,097 0,212

- minimo 0,022 0,037

- massimo 0,342 0,473

Rischio specifico

- medio 0,000 0,000

- minimo 0,000 0,000

- massimo 0,000 0,000

L’esposizione al rischio di prezzo del portafoglio di negoziazione di vigilanza di Banca Euromobiliare è riconducibile sostanzialmente alla parte del portafoglio di proprietà della Banca costituita da quote di fondi di fondi hedge gestiti da una società del Gruppo, Euromobiliare Asset Management SGR S.p.A.

Gli aspetti organizzativi, di misurazione e gestione del rischio sono stati già esposti nel paragrafo precedente, cui rimandiamo.

Nella tabella di seguito sono riportati i valori medi, massimi e minimi del VaR relativi all’anno 2015 e 2014.

Dati di rischio di prezzo

Dati in milioni di euro, VaR 99% 10 gg * 3 2015 2014

Value at Risk

- medio 0,2 0,2

- minimo 0,1 0,1

- massimo 0,3 0,2

163

BILANCIO 2015

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INFORMAZIONI DI NATURA QUANTITATIVA

1 Portafoglio di negoziazione di vigilanza: distribuzione per durata residua (data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie per cassa e derivati finanziari

Valuta di denominazione: euro

Tipologia/Durata residua

A v

ista

Fin

o a

3 m

esi

Da

olt

re 3

mes

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no

a 6

mes

i

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Da

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an

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fin

o a

10

ann

i

Olt

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0 an

ni

Du

rata

in

det

erm

inat

a

1. Attività per cassa - - - - - - - -

1.1 Titoli di debito - - - - - - - -

- con opzione di rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri - - - - - - - -

1.2 Altre attività - - - - - - - -

2. Passività per cassa - - - - - - - -

2.1 P.C.T. passivi - - - - - - - -

2.2 Altre passività - - - - - - - -

3. Derivati finanziari - 3.317 - - - - - -

3.1 Con titolo sottostante - - - - - - - -

- Opzioni - - - - - - - -

+ posizioni lunghe - - - - - - - -

+ posizioni corte - - - - - - - -

- Altri derivati - - - - - - - -

+ posizioni lunghe - - - - - - - -

+ posizioni corte - - - - - - - -

3.2 Senza titolo sottostante - 3.317 - - - - - -

- Opzioni - - - - - - - -

+ posizioni lunghe - - - - - - - -

+ posizioni corte - - - - - - - -

- Altri derivati - 3.317 - - - - - -

+ posizioni lunghe - 1.683 - - - - - -

+ posizioni corte - 1.634 - - - - - -

164

BILANCIO 2015

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE E 04 capitolo

Valuta di denominazione: altre

Tipologia/Durata residua

A v

ista

Fin

o a

3 m

esi

Da

olt

re 3

mes

i fi

no

a 6

mes

i

Da

olt

re 6

mes

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no

a 1

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no

Da

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re 5

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ni

fin

o a

10

ann

i

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0 an

ni

Du

rata

in

det

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inat

a

1. Attività per cassa - - - - - - - -

1.1 Titoli di debito - - - - - - - -

- con opzione di rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri - - - - - - - -

1.2 Altre attività - - - - - - - -

2. Passività per cassa - - - - - - - -

2.1 P.C.T. passivi - - - - - - - -

2.2 Altre passività - - - - - - - -

3. Derivati finanziari - 3.327 - - - - - -

3.1 Con titolo sottostante - - - - - - - -

- Opzioni - - - - - - - -

+ posizioni lunghe - - - - - - - -

+ posizioni corte - - - - - - - -

- Altri derivati - - - - - - - -

+ posizioni lunghe - - - - - - - -

+ posizioni corte - - - - - - - -

3.2 Senza titolo sottostante - 3.327 - - - - - -

- Opzioni - - - - - - - -

+ posizioni lunghe - - - - - - - -

+ posizioni corte - - - - - - - -

- Altri derivati - 3.327 - - - - - -

+ posizioni lunghe - 1.639 - - - - - -

+ posizioni corte - 1.688 - - - - - -

165

BILANCIO 2015

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2 Portafoglio di negoziazione di vigilanza: distribuzione delle esposizioni in titoli di capitale e indici azionari per i principali Paesi del mercato di quotazione

La Banca non presenta tali esposizioni alla data di bilancio.

3 Portafoglio di negoziazione di vigilanza: modelli interni e altre metodologie di analisi della sensitività

La Banca non si avvale di modelli interni per la misurazione del rischio di mercato.

2.2 RISCHIO DI TASSO D’INTERESSE E DI PREZZO - PORTAFOGLIO BANCARIO

INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA

A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso di interesse e del rischio di prezzo

Il rischio di tasso di interesse del portafoglio bancario è molto contenuto alla luce del sostanziale bilanciamento per durata residua delle attività e passività per cassa, entrambe tipicamente a tasso variabile.

B. Attività di copertura del fair value

L’applicazione della metodologia di hedge accounting consente di rappresentare contabilmente in modo simmetrico sia le poste coperte (titoli di Stato classificati nelle attività finanziarie disponibili per la vendita) che i prodotti derivati utilizzati per la copertura. In particolare, per la copertura del rischio di tasso, vengono utilizzati strumenti derivati non quotati (IRS, OIS).Il fair value hedge prevede che la relazione di copertura sia formalmente documentata da una hedging card e che la tenuta della copertura sia verificata attraverso dei test di efficacia sia prospettici che retrospettivi. Tali test di efficacia sono svolti periodicamente durante tutta la vita dell’operazione. La copertura è considerata efficace se il rapporto tra la variazione di fair value dell’elemento coperto rispetto allo strumento di copertura è compreso nel range 80% - 125%. Il test di verifica della tenuta prospettica e retrospettiva delle coperture è svolto su base trimestrale. L’hedge accounting non può essere mantenuto qualora la copertura divenga inefficace (fuori dal range 80% - 125%).

C. Attività di copertura dei flussi finanziari

Nessuna copertura dei flussi finanziari è stata effettuata dalla Banca.

166

BILANCIO 2015

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE E 04 capitolo

INFORMAZIONI DI NATURA QUANTITATIVA

1 Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie

Valuta di denominazione: euro

Tipologia/Durata residua

A v

ista

Fin

o a

3 m

esi

Da

olt

re 3

m

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no

a 6

m

esi

Da

olt

re 6

m

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an

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an

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fin

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a

1. Attività per cassa 672.909 19.379 25.734 8.277 59.371 46.145 - -

1.1 Titoli di debito - - 15.281 - 58.995 45.683 - -

- con opzione di rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri - - 15.281 - 58.995 45.683 - -

1.2 Finanziamenti a banche 233.485 7.659 - 3.033 - - - -

1.3 Finanziamenti a clientela 439.424 11.720 10.453 5.244 376 462 - -

- conti correnti 390.498 - - - - - - -

- altri finanziamenti 48.926 11.720 10.453 5.244 376 462 - -

- con opzione di rimborso anticipato 37.970 18 27 45 376 462 - -

- altri 10.956 11.702 10.426 5.199 - - - -

2. Passività per cassa 731.796 26.471 11.052 3.034 - - - -

2.1 Debiti verso clientela 731.796 26.471 11.052 3.034 - - - -

- conti correnti 727.305 25 80 2.964 - - - -

- altri debiti 4.491 26.446 10.972 70 - - - -

- con opzione di rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri 4.491 26.446 10.972 70 - - - -

2.2 Debiti verso banche - - - - - - - -

- conti correnti - - - - - - - -

- altri debiti - - - - - - - -

2.3 Titoli di debito - - - - - - - -

- con opzione di rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri - - - - - - - -

2.4 Altre passività - - - - - - - -

- con opzione di rimborso anticipato - - - - - - - -

- altre - - - - - - - -

3. Derivati finanziari - -

3.1 Con titolo sottostante - -

- Opzioni - -

+ posizioni lunghe - - - - - - - -

+ posizioni corte - - - - - - - -

- Altri derivati - -

+ posizioni lunghe - - - - - - - -

+ posizioni corte - - - - - - - -

3.2 Senza titolo sottostante - -

- Opzioni - -

+ posizioni lunghe - - - - - - - -

+ posizioni corte - - - - - - - -

- Altri derivati - -

+ posizioni lunghe - 56.100 35.800 20.800 - - - -

+ posizioni corte - - 15.800 - 56.100 40.800 - -

4. Altre operazioni fuori bilancio - -

+ posizioni lunghe - - - - - - - -

+ posizioni corte - - - - - - - -

167

BILANCIO 2015

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Tipologia/Durata residua

A v

ista

Fin

o a

3 m

esi

Da

olt

re 3

m

esi fi

no

a 6

m

esi

Da

olt

re 6

m

esi fi

no

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an

no

Da

olt

re 1

an

no

fin

o a

5

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Da

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no

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inat

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1. Attività per cassa 11.096 471 3.701 - - - - -

1.1 Titoli di debito - - - - - - - -

- con opzione di rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri - - - - - - - -

1.2 Finanziamenti a banche 11.086 - - - - - - -

- riserva obbligatoria x - x x - - - -

- altri 11.086 - - - - - - -

1.3 Finanziamenti a clientela 10 471 3.701 - - - - -

- conti correnti 10 - - - - - - -

- altri finanziamenti - 471 3.701 - - - - -

- con opzione di rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri - 471 3.701 - - - - -

2. Passività per cassa 13.057 - - - - - - -

2.1 Debiti verso clientela 12.185 - - - - - - -

- conti correnti 11.495 - - - - - - -

- altri debiti 690 - - - - - - -

- con opzione di rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri 690 - - - - - - -

2.2 Debiti verso banche 872 - - - - - - -

- conti correnti 872 - - - - - - -

- altri debiti - - - - - - - -

2.3 Titoli di debito - - - - - - - -

- con opzione di rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri - - - - - - - -

2.4 Altre passività - - - - - - - -

- con opzione di rimborso anticipato - - - - - - - -

- altre - - - - - - - -

3. Derivati finanziari - - - - - - - -

3.1 Con titolo sottostante - - - - - - - -

- Opzioni - - - - - - - -

+ posizioni lunghe - - - - - - - -

+ posizioni corte - - - - - - - -

- Altri derivati - - - - - - - -

+ posizioni lunghe - - - - - - - -

+ posizioni corte - - - - - - - -

3.2 Senza titolo sottostante - - - - - - - -

- Opzioni - - - - - - - -

+ posizioni lunghe - - - - - - - -

+ posizioni corte - - - - - - - -

- Altri derivati - - - - - - - -

+ posizioni lunghe - - - - - - - -

+ posizioni corte - - - - - - - -

4. Altre operazioni fuori bilancio - - - - - - - -

+ posizioni lunghe - - - - - - - -

+ posizioni corte - - - - - - - -

Valuta di denominazione: altre

168

BILANCIO 2015

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE E 04 capitolo

2 Portafoglio bancario: modelli interni e altre metodologie per l’analisi di sensitività

La Banca non si avvale di modelli interni di misurazione del rischio di mercato.

2.3 RISCHIO DI CAMBIO

INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA

A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di cambio

L’esposizione al rischio di cambio è molto contenuta soprattutto in relazione al marginale peso delle poste in valuta rispetto al totale delle attività e passività.

B. Attività di copertura del rischio di cambio

Nel corso del 2015 la Banca non ha posto in essere operazioni di copertura del rischio di cambio.

INFORMAZIONI DI NATURA QUANTITATIVA

1. Distribuzione per valuta di denominazione delle attività, delle passività e dei derivati

VociValute

Dollari USA Sterline Yen Franchi

svizzeri Dollari

canadesi Altre valute

A. Attività finanziarie 8.463 995 180 1.839 23 1.682

A.1 Titoli di debito - - - - - -

A.2 Titoli di capitale - - - - - -

A.3 Finanziamenti a banche 8.208 994 180 - 23 1.681

A.4 Finanziamenti a clientela 255 1 - 1.839 - 1

A.5 Altre attività finanziarie - - - - - -

B Altre attività 17 3 1 1 - -

C Passività finanziarie 8.742 810 117 1.826 13 1.550

C.1 Debiti verso banche - - - 861 - 12

C.2 Debiti verso clientela 8.742 810 117 965 13 1.538

C.3 Titoli di debito - - - - - -

C.4 Altre passività finanziarie - - - - - -

D. Altre passività - - - - - -

E. Derivati finanziari 1.572 146 17 1.575 - 15

- Opzioni - - - - - -

+ posizioni lunghe - - - - - -

+ posizioni corte - - - - - -

- Altri derivati 1.572 146 17 1.575 - 15

+ posizioni lunghe 583 1 - 1.055 - -

+ posizioni corte 990 146 17 520 - 15

Totale attività 9.063 999 181 2.895 23 1.682

Totale passività 9.732 956 134 2.346 13 1.565

Sbilancio (+/-) -669 43 47 549 10 117

169

BILANCIO 2015

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2.4 GLI STRUMENTI DERIVATI

A. Derivati finanziari

A.1 Portafoglio di negoziazione di vigilanza: valori nozionali di fine periodo

Attività sottostanti/Tipologie derivati

Totale 31/12/2015 Totale 31/12/2014

Over the counter

Controparti centrali

Over the counter

Controparti centrali

1. Titoli di debito e tassi d'interesse - - - -

a) Opzioni - - - -

b) Swap - - - -

c) Forward - - - -

d) Futures - - - -

e) Altri - - - -

2. Titoli di capitale e indici azionari - - - -

a) Opzioni - - - -

b) Swap - - - -

c) Forward - - - -

d) Futures - - - -

e) Altri - - - -

3. Valute e oro - - 165 -

a) Opzioni - - - -

b) Swap - - - -

c) Forward - - 165 -

d) Futures - - - -

e) Altri - - - -

4. Merci - - - -

5. Altri sottostanti - - - -

Totale - - 165 -

2 Modelli interni e altre metodologie per l’analisi di sensitivita

La Banca non si avvale di modelli interni di misurazione del rischio.

170

BILANCIO 2015

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE E 04 capitolo

Attività sottostanti/Tipologie derivati

Totale 31/12/2015 Totale 31/12/2014

Over the counter

Controparti centrali

Over the counter

Controparti centrali

1. Titoli di debito e tassi d'interesse 112.700 - 116.750 -

a) Opzioni - - - -

b) Swap 112.700 - 116.750 -

c) Forward - - - -

d) Futures - - - -

e) Altri - - - -

2. Titoli di capitale e indici azionari - - - -

a) Opzioni - - - -

b) Swap - - - -

c) Forward - - - -

d) Futures - - - -

e) Altri - - - -

3. Valute e oro - - - -

a) Opzioni - - - -

b) Swap - - - -

c) Forward - - -

d) Futures - - - -

e) Altri - - - -

4. Merci - - - -

5. Altri sottostanti - - - -

Totale 112.700 - 116.750 -

A.2 Portafoglio bancario: valori nozionali di fine periodo

A.2.1 Di copertura

A.2.2 Altri derivati

La Banca non detiene derivati rientranti in tale categoria.

171

BILANCIO 2015

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A.3 Derivati finanziari: fair value lordo positivo - ripartizione per prodotti

Attività sottostanti/Tipologie derivati

Fair Value positivo

Totale 31/12/2015 Totale 31/12/2014

Over the counter

Controparti centrali

Over the counter

Controparti centrali

A. Portafoglio di negoziazione di vigilanza 5 - 10 -

a) Opzioni - - - -

b) Interest rate swap - - - -

c) Cross currency swap - - - -

d) Equity swap - - - -

e) Forward - - 10 -

f) Futures - - - -

g) Altri 5 - - -

B. Portafoglio bancario - di copertura 250 - - -

a) Opzioni - - - -

b) Interest rate swap 250 - - -

c) Cross currency swap - - - -

d) Equity swap - - - -

e) Forward - - - -

f) Futures - - - -

g) Altri - - - -

C. Portafoglio bancario - altri derivati - - - -

b) Interest rate swap - - - -

c) Cross currency swap - - - -

d) Equity swap - - - -

e) Forward - - - -

f) Futures - - - -

f) Futures - - - -

g) Altri - - - -

Totale 255 - 10 -

172

BILANCIO 2015

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE E 04 capitolo

Attività sottostanti/Tipologie derivati

Fair Value positivo

Totale 31/12/2015 Totale 31/12/2014

Over the counter

Controparti centrali

Over the counter

Controparti centrali

A. Portafoglio di negoziazione di vigilanza 5 - 10 -

a) Opzioni - - - -

b) Interest rate swap - - - -

c) Cross currency swap - - - -

d) Equity swap - - - -

e) Forward - - 10 -

f) Futures - - - -

g) Altri 5 - - -

B. Portafoglio bancario - di copertura 1.740 - 1.654 -

a) Opzioni - - - -

b) Interest rate swap 1.740 - 1.654 -

c) Cross currency swap - - - -

d) Equity swap - - - -

e) Forward - - - -

f) Futures - - - -

g) Altri - - - -

C. Portafoglio bancario - altri derivati - - - -

b) Interest rate swap - - - -

c) Cross currency swap - - - -

d) Equity swap - - - -

e) Forward - - - -

f) Futures - - - -

f) Futures - - - -

g) Altri - - - -

Totale 1.745 - 1.664 -

A.4 Derivati finanziari: fair value lordo negativo - ripartizione per prodotti

173

BILANCIO 2015

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A.5 Derivati finanziari OTC - portafoglio di negoziazione di vigilanza: valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per controparti - contratti non rientranti in accordi di compensazione

A.6 Derivati finanziari OTC - portafoglio di negoziazione di vigilanza: valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per controparti - contratti rientranti in accordi di compensazione

La Banca non detiene derivati rientranti in tale categoria.

Contratti non rientranti in accordi di compensazione

Gov

ern

i e B

anch

e C

entr

ali

Alt

ri

enti

pu

bb

lici

Ban

che

So

ciet

à fi

nan

ziar

ie

So

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à d

i ass

icu

razi

on

e

Imp

rese

no

n

fin

anzi

arie

Alt

ri s

og

get

ti

1) Titoli di debito e tassi d'interesse - - - - - - -

- valore nozionale - - - - - - -

- fair value positivo - - - - - - 5

- fair value negativo - - - - - - 5

- esposizione futura - - - - - - -

2) Titoli di capitale e indici azionari - - - - - - -

- valore nozionale - - - - - - -

- fair value positivo - - - - - - -

- fair value negativo - - - - - - -

- esposizione futura - - - - - - -

3) Valute e oro - - - - - - -

- valore nozionale - - - - - - -

- fair value positivo - - - - - - -

- fair value negativo - - - - - - -

- esposizione futura - - - - - - -

4) Altri valori - - - - - - -

- valore nozionale - - - - - - -

- fair value positivo - - - - - - -

- fair value negativo - - - - - - -

- esposizione futura - - - - - - -

174

BILANCIO 2015

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE E 04 capitolo

Contratti non rientranti in accordi di compensazione

Gov

ern

i e B

anch

e C

entr

ali

Alt

ri

enti

pu

bb

lici

Ban

che

So

ciet

à fi

nan

ziar

ie

So

ciet

à d

i ass

icu

razi

on

e

Imp

rese

no

n

fin

anzi

arie

Alt

ri s

og

get

ti

1) Titoli di debito e tassi d'interesse - - - - - -

- valore nozionale - - 112.700 - - - -

- fair value positivo - - 250 - - - -

- fair value negativo - - 1.740 - - - -

- esposizione futura - - 892 - - - -

2) Titoli di capitale e indici azionari - - - - - -

- valore nozionale - - - - - - -

- fair value positivo - - - - - - -

- fair value negativo - - - - - - -

- esposizione futura - - - - - - -

3) Valute e oro - - - - - -

- valore nozionale - - - - - - -

- fair value positivo - - - - - - -

- fair value negativo - - - - - - -

- esposizione futura - - - - - - -

4) Altri valori - - - - - -

- valore nozionale - - - - - - -

- fair value positivo - - - - - - -

- fair value negativo - - - - - - -

- esposizione futura - - - - - - -

A.7 Derivati finanziari OTC - portafoglio bancario: valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per controparti - contratti non rientranti in accordi di compensazione

A.8 Derivati finanziari OTC - portafoglio bancario: valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per controparti - contratti rientranti in accordi di compensazione

La Banca non detiene derivati rientranti in tale categoria.

175

BILANCIO 2015

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A.9 Vita residua dei derivati finanziari “OTC”: valori nozionali

A.10 Derivati finanziari OTC: rischio di controparte/rischio finanziario - Modelli interni

La Banca non utilizza modelli interni ai fini della stima del rischio di controparte/finanziario per i derivati OTC.

B. Derivati creditizi

La Banca non detiene derivati creditizi.

C. Derivati finanziari e creditizi

La Banca non detiene tale tipologia di derivati.

Sottostanti/Vita residua Fino a 1 anno

Oltre 1 anno e fino

a 5 anniOltre 5 anni Totale

A. Portafoglio di negoziazione di vigilanza - - - -

A.1 Derivati finanziari su titoli di debito e tassi d'interesse - - - -

A.2 Derivati finanziari su titoli di capitale e indici azionari - - - -

A.3 Derivati finanziari su tassi di cambio e oro - - - -

A.4 Derivati finanziari su altri valori - - - -

B. Portafoglio bancario 15.800 56.100 40.800 112.700

B.1 Derivati finanziari su titoli di debito e tassi d'interesse 15.800 56.100 40.800 112.700

B.2 Derivati finanziari su titoli di capitale e indici azionari - - - -

B.3 Derivati finanziari su tassi di cambio e oro - - - -

B.4 Derivati finanziari su altri valori - - - -

Totale 31/12/2015 15.800 56.100 40.800 112.700

Totale 31/12/2014 45.015 71.900 - 116.915

176

BILANCIO 2015

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE E 04 capitolo

SEZIONE 3 - RISCHIO DI LIQUIDITÀ

INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA

A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di liquidità

Il rischio di liquidità identifica l’eventualità che la Banca possa trovarsi nella condizione di non riuscire a far fronte agli impegni di pagamento, previsti o imprevisti, senza pregiudicare l’operatività quotidiana o la propria condizione finanziaria.La gestione di questo rischio può essere suddivisa fra: • gestione della liquidità di breve termine, ivi compresa la liquidità intra-day: il cui obiettivo è quello di garantire che i flussi di liquidità in uscita siano fronteggiabili attraverso i flussi di liquidità in entrata nell’ottica di sostenere la normale continuità operativa dell’attività bancaria; • gestione della liquidità strutturale: il cui obiettivo è quello di mantenere un equilibrio tra passività complessive e attività a medio-lungo termine finalizzato a garantire un adeguato livello di liquidità in ottica di medio lungo periodo.

La Banca ha da tempo recepito una Policy di Gruppo per la Gestione del rischio liquidità ed approvato il Regolamento Interno sulla “Gestione del rischio di liquidità”. La Policy di Gruppo disciplina:• i principi di governo e di gestione del rischio di liquidità adottati dal Gruppo Credito Emiliano cui la Banca appartiene;• l’insieme delle norme e dei processi di controllo finalizzati a prevenire l’insorgere di situazioni di crisi di liquidità per il Gruppo e per le singole società del Gruppo, con l’obiettivo di ispirare una sana e prudente gestione del rischio di liquidità a livello consolidato, tale da assicurare la stabilità la sicurezza delle operazioni aziendali, la solidità finanziaria e, conseguentemente, la solvibilità del Gruppo.

I principi essenziali cui si ispira la politica di gestione della liquidità di Gruppo sono:• una struttura operativa che opera all’interno dei limiti assegnati e strutture di controllo autonome dalla prima;• una valutazione di impatto derivante da ipotesi di stress su alcuni aggregati;• il mantenimento di un livello adeguato di attività prontamente liquidabili;• il costante monitoraggio degli attivi di bilancio che possono essere utilizzati come collaterale per le operazioni di finanziamento.

Su base giornaliera, mediante un modello di liquidity gap definito a livello di Gruppo, che espone l’evoluzione temporale dei flussi di cassa, e attraverso il monitoraggio del conto corrente reciproco tra Banca Euromobiliare e la Capogruppo, viene osservato puntualmente l’equilibrio di liquidità nel breve/medio termine.Come precisato nel Regolamento interno “Gestione del Rischio di Liquidità”, l’accesso ai mercati esterni della liquidità a breve e a medio/lungo termine è riservato a Credembanca che funge da controparte di Banca Euromobiliare per regolare gli sbilanci di liquidità complessivi (fabbisogno/surplus). Al Comitato Asset Liability & Management di Gruppo (cd. “ALM”) sono assegnati poteri decisionali per la declinazione delle strategie in merito alle politiche di funding del Gruppo. Periodicamente sono analizzate, in sede di Comitato, le condizioni di equilibrio finanziario per orientare le decisioni circa le strategie di funding. Sempre in sede di Comitato sono analizzati interventi straordinari eventualmente richiesti per le contingenti situazioni di mercato.

L’attività di gestione della liquidità a breve e del funding strutturale è svolta dalla Business Unit Finanza della Capogruppo che complessivamente:• gestisce i flussi di liquidità infragruppo rivenienti dai fabbisogni/surplus di liquidità netti delle Società del Gruppo;• coordina ed effettua la raccolta sul mercato interbancario al fine di mantenere condizioni adeguate di liquidità per il Gruppo;• determina periodicamente gli interventi finanziari utili per conseguire gli equilibri nel medio e lungo termine, la sostenibilità della crescita e la maggior efficienza della provvista.Questa impostazione consente di supportare adeguatamente i fabbisogni finanziari ed è finalizzata a:• ridurre i fabbisogni complessivi di finanziamento da parte di controparti esterne al Gruppo;• ottimizzare l’accesso ai mercati e conseguentemente minimizzare i costi complessivi di raccolta esterna.Per i processi di gestione e i metodi di misurazione del rischio di liquidità si rimanda al suddetto Regolamento interno “Gestione del rischio di liquidità”.

177

BILANCIO 2015

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La principale linea evolutiva in ambito rischio di liquidità nel 2016 è rappresentata per il Gruppo da tutte le attività legate al progressivo adeguamento al processo di evoluzione normativa e, in particolare, alle ulteriori segnalazioni Additional Liquidity Monitoring Metrics. Il Gruppo prosegue inoltre la partecipazione al monitoraggio semestrale Basilea 3, e invia le segnalazioni di liquidità previste nel regolamento UE 575/2013 (CRR - Capital requirements regulation), sotto forma di requisito in materia di copertura della liquidità (LCR - Liquidity Coverage Requirement) e di finanziamento stabile (SF - Financial Stability). Trimestralmente è inviata un’ulteriore segnalazione in materia di copertura della liquidità (LCR) secondo le regole definite dal Regolamento Delegato UE 61/2015.A partire dal 2016, il Gruppo, entrato sotto la vigilanza SSM, è chiamato a predisporre il documento di autovalutazione della liquidità (report ILAAP - Liquidity Adequacy Assessment Processes).

Con particolare riferimento a Banca Euromobiliare, nel contesto di mercato indicato alle Sezioni precedenti del Bilancio, l’attività di funding complessivo della Banca ha continuato a privilegiare la raccolta diretta da clientela retail, anche per il tramite di strumenti prettamente di tipo monetario come i Time Deposit (a tassi incentivati superiori a quelli negativi di mercato, con durata media delle operazioni pari a 3 mesi, al fine di incrementare la raccolta su “nuova” clientela). L’eccesso di liquidità presente sul conto reciproco della Banca e pari mediamente a 150 mln€ nel 2015 (fino a 190 mln€ mediamente del secondo semestre 2015) non è stata investita in alcuna forma di investimento a tassi di mercato, peraltro stabilmente negativi nel corso del secondo semestre 2015 anche fino alle scadenze superiori ai 3 mesi.

178

BILANCIO 2015

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE E 04 capitolo

INFORMAZIONI DI NATURA QUANTITATIVA

1 Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie

Valuta di denominazione: euro

Voci/Scaglioni temporali

A v

ista

Da

olt

re 1

gio

rno

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7 g

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Du

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erm

inat

a

Attività per cassa 636.882 948 1.082 3.727 8.514 26.123 15.816 71.006 62.651 7.659

A.1 Titoli di Stato - - - - 1.565 15.749 2.033 51.450 49.161 -

A.2 Altri titoli di debito - - - - - - - - - -

A.3 Quote O.I.C.R. 523 - - - - - - - - -

A.4 Finanziamenti 636.359 948 1.082 3.727 6.949 10.374 13.783 19.556 13.490 7.659

- Banche 233.503 - - - - - 3.014 - - 7.659

- Clientela 402.856 948 1.082 3.727 6.949 10.374 10.768 19.556 13.490 -

Passività per cassa 731.710 643 2.647 8.299 14.948 11.086 3.017 - - -

B.1 Depositi e conti correnti 727.220 643 2.647 8.299 14.948 11.086 3.017 - - -

- Banche - - - - - - - - - -

- Clientela 727.220 643 2.647 8.299 14.948 11.086 3.017 - - -

B.2 Titoli di debito - - - - - - - - - -

B.3 Altre passività 4.490 - - - - - - - - -

Operazioni "fuori bilancio" - - - - - - - - - -

C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale - - - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - 1.683 - - - - - - - -

- Posizioni corte - 1.634 - - - - - - - -

C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale - - - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - 57 736 -

- Posizioni corte - - - - 359 39 131 1.623 - -

C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere - - - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - - - -

C.4 Impegni irrevocabili a erogare fondi - - - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - - - -

C.5 Garanzie finanziarie rilasciate - - - - - - - - - 4.101

C.6 Garanzie finanziarie ricevute - - - - - - - - - -

C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale - - - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - - - -

C.8 Derivati creditizi senza scambio di capitale - - - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - - - -

179

BILANCIO 2015

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Valuta di denominazione: altre

Voci/Scaglioni temporali

A v

ista

Da

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re 1

gio

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a

7 g

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gio

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rata

in

det

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a

Attività per cassa 11.096 - 235 - 5 1.856 - - - -

A.1 Titoli di Stato - - - - - - - - - -

A.2 Altri titoli di debito - - - - - - - - - -

A.3 Quote O.I.C.R. - - - - - - - - - -

A.4 Finanziamenti 11.096 - 235 - 5 1.856 - - - -

- Banche 11.086 - - - - - - - - -

- Clientela 10 - 235 - 5 1.856 - - - -

Passività per cassa 13.057 - - - - - - - - -

B.1 Depositi e conti correnti 12.367 - - - - - - - - -

- Banche 873 - - - - - - - - -

- Clientela 11.494 - - - - - - - - -

B.2 Titoli di debito - - - - - - - - - -

B.3 Altre passività 690 - - - - - - - - -

Operazioni "fuori bilancio" - - - - - - - - - -

C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale - - - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - 1.638 - - - - - - - -

- Posizioni corte - 1.687 - - - - - - - -

C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale - - - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - - - -

C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere - - - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - - - -

C.4 Impegni irrevocabili a erogare fondi - - - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - - - -

C.5 Garanzie finanziarie rilasciate - - - - - - - - - -

C.6 Garanzie finanziarie ricevute - - - - - - - - - -

C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale - - - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - - - -

C.8 Derivati creditizi senza scambio di capitale - - - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - - - -

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE E 04 capitolo

SEZIONE 4 - RISCHI OPERATIVI

INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA

A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio operativo

Il Gruppo ha sviluppato un sistema integrato di gestione dei rischi operativi assunti che, in attuazione degli indirizzi strategici, consente di rafforzare la capacità delle Unità Organizzative di gestirli consapevolmente, introducendo strumenti di rilevazione, misurazione e controllo tali da garantire un’assunzione dei rischi consapevole e compatibile con le strategie di Governance e con le condizioni economiche e patrimoniali, nel rispetto delle indicazioni provenienti dalle Autorità di Vigilanza”.Il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo ha approvato il regolamento “Gestione dei rischi operativi” (Regolamento ORM) con cui definisce le politiche di gestione del rischio operativo a livello di Gruppo e Banca e determina un sistema comune e coordinato caratterizzato da regole condivise per l’allocazione di compiti e responsabilità.Il regolamento definisce come rischio operativo “il rischio di perdite derivanti dall’inadeguatezza o dalla disfunzione di processi, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni, ivi compreso il rischio giuridico; non sono inclusi quelli strategici e di reputazione”.Inoltre, il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo ha approvato, ai fini della determinazione del requisito patrimoniale, l’utilizzo del metodo TSA per tutte le società appartenenti al Gruppo Bancario. Non sono intervenute variazioni significative rispetto all’esercizio precedente in relazione al modello di gestione dei rischi operativi che di seguito viene rappresentato sinteticamente: l’Organo con funzioni di supervisione strategica di Gruppo è identificato nel Consiglio di Amministrazione di Credito Emiliano SpA, Capogruppo del Gruppo Bancario Credito Emiliano – CREDEM. L’azione viene esercitata con il supporto del Comitato Consiliare Rischi di Gruppo (Comitato di Governance, privo di deleghe, istituito con la finalità di svolgere un ruolo istruttorio).A livello di Gruppo sono stati individuati più organi con funzioni di gestione, coincidenti con i Consigli di Amministrazione delle singole controllate, che hanno adottato il Regolamento ORM traducendo il relativo “schema” nella specifica realtà aziendale ed individuando concretamente le funzioni “locali” richieste per il buon esito del processo.Dal punto di vista operativo gli organi con funzione di supervisione strategica e quelli con funzioni di gestione sono supportati dall’attività dell’ufficio Rischi Operativi e di Credito (ROC). Nell’ambito del processo coordinato centralmente da ROC (c.d. “ORM Centrale”), l’attività viene svolta con il supporto di alcune funzioni “ORM Periferico” appartenenti a diversi servizi della banca.L’Organo con funzioni di controllo è identificato nel Collegio Sindacale, coerentemente con la disciplina vigente relativa agli enti che adottano un modello “tradizionale” di governance societaria. Più in particolare, il Collegio della Capogruppo è responsabile di vigilare sull’osservanza delle norme di legge, regolamentari e statutarie, sulla corretta amministrazione, sull’adeguatezza degli assetti organizzativi e contabili del Gruppo anche tramite il coordinamento con gli omologhi organi collegiali presenti nelle controllate.Nell’espletamento delle proprie attività tale organo viene supportato dal Servizio Audit di Gruppo.Il Regolamento ORM istituisce, inoltre, specifici flussi informativi verso l’organo di controllo delle società interessate dal modello TSA (a livello individuale e consolidato, secondo le rispettive competenze). Il Sistema di Gestione dei Rischi Operativi è periodicamente sottoposto a revisione indipendente da parte del Servizio Audit della Capogruppo.Il sistema di gestione dei rischi operativi è definito come l’insieme strutturato dei processi funzioni e risorse per l’identificazione, la valutazione e il controllo dei rischi operativi ed è articolato nei seguenti sottoprocessi:• Identificazione;• Misurazione;• Monitoraggio e Controllo;• Mitigazione.Il processo di “Identificazione” è composto dalle seguenti procedure:• Loss Data Collection: consiste nella raccolta dei dati di perdita operativa interna con il coinvolgimento diretto di tutte le unità di business. In tale ambito, gli eventi di perdita operativa (inclusi quelli di natura informatica) sono classificati per Business Line (corporate finance, trading and sales, retail banking, commercial banking, payment and settlement, agency services, asset management, retail brokerage) ed Event Type (frodi interne, frodi esterne, rapporto di impiego e sicurezza sul lavoro, clientela - prodotti e prassi professionali, danni da eventi esterni, interruzioni dell’operatività e disfunzioni dei sistemi, esecuzione, consegna e gestione dei processi);• Risk Self Assessment: consiste nella raccolta, attraverso questionario, di stime soggettive espresse dai risk owner con

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riferimento agli eventi di natura operativa (inclusi quelli di natura informatica) potenzialmente rilevanti per le proprie unità di business; • Data Pooling/Comunicazione verso enti esterni: consiste nella partecipazione ad iniziative consortili esterne e nella gestione delle relative interrelazioni (ad es. consorzio DIPO) ed alla comunicazione dei dati di perdita operativa raccolti agli Organi di Vigilanza (Banca d’Italia).

Il processo di “Misurazione” è rappresentato dalla quantificazione del Capitale a Rischio (CaR) mediante stime soggettive. Le metodologie di misurazione delle perdite attese e inattese sono finalizzate ad un’attività di controllo ed individuazione di situazioni potenzialmente critiche e si basano sulla esecuzione di questionari (RSA), con frequenza almeno annuale, che per ogni tipologia di evento richiedono ai responsabili delle unità organizzative (UO) che possono generare/gestire i rischi operativi, una stima soggettiva di alcuni fattori di rischio:• “frequenza tipica”, il numero medio atteso di eventi nell’arco temporale di riferimento;• “impatto tipico”, la perdita media attesa per tipologia di evento;• “impatto peggiore”, l’impatto del singolo evento qualora esso si manifesti nel peggior modo (ragionevolmente) concepibile. L’analisi è svolta su più livelli: unità organizzativa, business units, società e gruppo consolidato e per ogni livello sono prodotti: un valore di perdita attesa ed un valore di perdita inattesa. Il processo di “Monitoraggio e controllo” mira a identificare tempestivamente eventuali disfunzioni nei processi aziendali o nelle procedure di gestione del rischio al fine di consentire di valutare le necessarie azioni di mitigazione. I Rischi Operativi sono inoltre monitorati all’interno del più ampio processo di Risk Appetite Framework (RAF) di Gruppo (monitoraggio trimestrale).Il sistema di reporting fornisce agli organi aziendali ed ai responsabili delle funzioni interessate informazioni sul livello di esposizione ai rischi operativi e rappresenta uno strumento di supporto per la loro gestione attiva e rappresenta la sintesi dei processi di misurazione, monitoraggio e controllo. Il processo di “Mitigazione” definisce le azioni da intraprendere per la prevenzione e l’attenuazione dei rischi operativi ed è composto dalle seguenti procedure:• Analisi gestionale: consiste nell’analisi delle criticità emerse e delle diverse possibili soluzioni a disposizione nell’ambito delle tradizionali modalità alternative di gestione del rischio (ritenzione, trasferimento, mitigazione), in ottica costi-benefici;• Gestione dell’attività di mitigazione: consiste nella scelta, pianificazione, avvio delle attività, implementazione e completamento degli interventi di mitigazione messi in atto e successivo controllo dell’avanzamento e dell’efficacia degli interventi di mitigazione del rischio attuati;• Gestione delle forme di trasferimento: consiste nella individuazione, valutazione, scelta e gestione delle diverse forme di trasferimento del rischio.La classificazione delle attività nelle linee di business regolamentari è declinata nelle fasi di:• mappatura dati;• determinazione requisito patrimoniale individuale.

La mappatura dei dati si delinea a livello individuale attraverso il collocamento di ciascuno dei centri gestionali nella business line regolamentare di pertinenza seguendo i principi sanciti dal Regolamento UE n. 575/2013; segue quindi l’individuazione delle fonti dati che riportano i dati reddituali di tali centri e gli eventuali criteri di ripartizione. In applicazione della mappatura definita, ciascuna società procede alla determinazione dei valori per centro, alla collocazione sulle business line previste e alla determinazione del requisito individuale.

RISCHI LEGALI

Banca Euromobiliare, nel normale svolgimento della propria attività d’impresa, è parte di diversi procedimenti giudiziari dai quali potrebbero anche derivare obblighi di natura risarcitoria e/o restitutoria, con conseguente possibile esborso di risorse economiche (c.d. rischio legale).Tutte le controversie in essere sono state debitamente analizzate dalla Banca e, alla luce di tale analisi, nonché delle indicazioni provenienti dai legali fiduciari, sono stati effettuati, ove ritenuto necessario, accantonamenti a bilancio nella misura idonea ed appropriata alle singole circostanze. Più in particolare è stato costituito un fondo rischi ed oneri diversi, pari a 5,774 milioni di euro al 31 dicembre 2015, a presidio delle passività che potrebbero scaturire dalle cause pendenti (si veda la tabella 12.1 “Fondi per rischi e oneri”: composizione rappresentata all’interno della sezione 12 – parte B della nota integrativa).

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE E 04 capitolo

La maggior parte di tali controversie è riconducibile alle principali attività della Banca e riguarda, in particolare, l’area dei servizi di investimento, situazioni di infedeltà/malversazioni poste in essere da promotori e private banker, contenziosi con ex promotori finanziari. Nei paragrafi che seguono vengono illustrate le pendenze legali rilevanti.

Contenzioso in materia di Servizi d’Investimento

Quanto alle contestazioni aventi ad oggetto bond in default la policy adottata dalla Banca in materia è quella di procedere ad una valutazione analitica delle singole posizioni, prestando particolare attenzione al dato documentale ed al profilo di adeguatezza degli investimenti contestati rispetto alla posizione del singolo investitore.Per effetto di detta analisi, ove ritenuto opportuno, vengono pertanto di volta in volta disposti gli accantonamenti ritenuti congrui in relazione alle specifiche circostanze della fattispecie in esame. Nel corso dell’anno si è concluso in modo favorevole per la Banca un contenzioso rilevante avente ad oggetto una contestazione sui titoli Lehman.Si segnala a questo riguardo il contenzioso attivato a fine 2013 da un cliente che ha convenuto in giudizio Banca Euromobiliare, Credem, Euromobiliare Fiduciaria ed il cui valore ammonta a euro 5 mln. La prima udienza di comparizione è fissata per il 7/6/2016, pertanto trattandosi della fase iniziale del procedimento le valutazioni in merito alle perdite potenziali verranno effettuate nel corso del 2016: nessun accantonamento è stato effettuato in esercizio in quanto non può essere effettuata una stima attendibile dell’obbligazione in capo alla Banca.Rileviamo, inoltre, l’apertura di un nuovo contenzioso promosso da un ex cliente della Banca per un valore di causa complessivo di euro 25.000.

Contenziosi relativi a malversazioni a danno della clientela

Al 31 dicembre 2015 sono pendenti 9 contenziosi promossi da clienti a seguito di malversazioni poste in essere nel corso degli anni da tre ex promotori finanziari. Nel 2015 si sono aperti due nuovi contenziosi: uno riconducibile ad una vicenda legata alla truffa posta in essere da un ex promotore originatasi nel 2013 e un secondo legato alla malversazione posta in essere da un ex dipendente emersa nel 2012. È da segnalare inoltre che sul finire dell’anno si è verificato un caso di malversazione relativo all’operatività posta in essere da un ex promotore finanziario che ha dato origine, nel primo scorcio del 2016, a numerosi reclami e contestazioni non ancora sfociati in contenziosi: la Banca ha revocato per “giusta causa” il mandato di agenzia, presentando esposto all’Autorità di Vigilanza e all’Autorità Giudiziaria avverso il promotore e ha imputato a fondo per rischi e oneri 2,5 milioni di euro.In conformità con la policy legale le singole posizioni vengono esaminate dal Consiglio di Amministrazione, e viene conferito mandato al legale civilista per la difesa giudiziale della Banca e al legale penalista per i risvolti penalmente rilevanti e le possibili denunce/querele avverso i responsabili delle azioni illecite.

Contenziosi con ex promotori finanziari

Al 31 dicembre 2015 sono inoltre attivi contenziosi con ex promotori che, dopo aver risolto il mandato di agenzia, hanno richiesto alla Banca il pagamento di provvigioni/indennità a loro avviso non correttamente liquidate, oltre al risarcimento del danno conseguente a risoluzioni basate su una presunta giusta causa da loro contestata. In particolare, segnaliamo la presenza di posizioni di rilevante entità che sono state oggetto di specifica analisi e valutazione da parte dei legali di fiducia della Banca con conseguenti accantonamenti.

Contenziosi di natura fiscale

Per quanto riguarda le contestazioni relative alle imposte dirette e indirette si rimanda alla relazione sulla gestione del presente bilancio e alla nota integrativa sezione 13 - le attività fiscali e le passività fiscali - voce 130 dell’attivo e voce 80 del passivo.

INFORMAZIONI DI NATURA QUANTITATIVA

Le attività definite per la determinazione del requisito patrimoniale prevedono l’identificazione dell’”Indicatore Rilevante” seguendo i principi sanciti dal Regolamento UE n. 575/2013.Il requisito patrimoniale a fronte dei rischi operativi, calcolato sull’ Indicatore Rilevante del triennio 2013 - 2015, è pari a 5,5 milioni di euro.

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PARTE F - INFORMAZIONI SUL PATRIMONIOSEZIONE 1 - IL PATRIMONIO DELL’IMPRESA

A. Informazioni di natura qualitativa

Dal 1° gennaio 2014 è entrato in vigore il regolamento (UE) n. 575/2013 (“CRR”) con il quale vengono introdotte nell’Unione Europea le regole definite dal Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria con l’articolato insieme di documenti unitariamente denominato “Basilea 3” in materia di adeguatezza patrimoniale (Primo pilastro) e informativa al pubblico (Terzo pilastro). Il regolamento (UE) n. 575/2013 e la direttiva 2013/36/UE (“CRD IV”) definiscono il nuovo quadro normativo di riferimento nell’Unione Europea per banche e imprese di investimento. Dal 1° gennaio 2014 CRR e CRDIV sono integrati da norme tecniche di regolamentazione o di attuazione approvate dalla Commissione Europea su proposta delle Autorità europee di supervisione (“ESA”), che danno attuazione alla normativa primaria. Con l’adozione del regolamento di esecuzione (UE) n. 680/2014 sono state stabilite le norme tecniche di attuazione (Implementing Technical Standards) vincolanti in materia di segnalazioni prudenziali armonizzate delle banche e delle imprese di investimento relative a: fondi propri, rischio di credito e controparte, rischi di mercato, rischio operativo, grandi rischi, rilevazione su perdite ipotecarie, posizione patrimoniale complessiva, monitoraggio liquidità e leva finanziaria. Inoltre, la Banca d’Italia ha emanato le Circolari n. 286 e n. 154, che traducono secondo lo schema matriciale, attualmente adottato nelle segnalazioni di vigilanza, i citati ITS.

Una delle priorità strategiche del Gruppo e di Banca Euromobiliare è rappresentata dalla consistenza e dalla dinamica dei mezzi patrimoniali. L’evoluzione del patrimonio aziendale non solo accompagna puntualmente la crescita dimensionale, ma rappresenta un elemento decisivo nelle fasi di sviluppo.Il patrimonio netto della Banca è determinato dalla somma del capitale sociale, delle riserve e del risultato d’esercizio, così come meglio illustrato nella parte B - sezione 14 passivo della presente nota integrativa.Ai fini di vigilanza, l’aggregato patrimoniale rilevante è, invece, determinato in base alle disposizioni della Banca d’Italia. I Fondi Propri costituiscono il presidio di riferimento della regolamentazione di vigilanza prudenziale, in quanto risorsa finanziaria in grado di assorbire le possibili perdite prodotte dall’esposizione della Banca ai rischi tipici della propria attività, assumendo un ruolo di garanzia nei confronti di depositanti e creditori.Gli organi di Gruppo deputati al controllo del patrimonio sono il Comitato Rischi di Gruppo e la funzione di Global Risk Management.Le analisi vengono effettuate sia sotto il profilo regolamentare, secondo le disposizioni prudenziali della Banca d’Italia, sia sotto il profilo gestionale, avvalendosi di modelli interni di calcolo.Il monitoraggio del patrimonio viene svolto periodicamente sia a livello individuale che di Gruppo.Ulteriori verifiche vengono effettuate, ogni trimestre, dal presidio di vigilanza sul patrimonio individuale di Banca Euromobiliare, esaminando gli assorbimenti di capitale ed il margine disponibile.Il monitoraggio viene effettuato anche in ottica prospettica, con l’obiettivo di un’adeguata gestione del patrimonio nel divenire, realizzato attraverso un’attenta pianificazione dell’utilizzo dello stesso nel processo di crescita della Banca.

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE F 04 capitolo

B. Informazioni di natura quantitativa

B.1 Patrimonio dell’impresa: composizione

Voci/Valori Importo31/12/2015

Importo31/12/2014

1. Capitale 60.760 60.760

2. Sovrapprezzi di emissione - -

3. Riserve 22.595 17.565

- di utili 22.595 17.565

a) legale 18.608 13.578

b) statutaria - -

c) azioni proprie - -

d) altre 3.987 3.987

- altre - -

4. Strumenti di capitale - -

5. (Azioni proprie) - -

6. Riserve da valutazione 1.553 1.635

- Attività finanziarie disponibili per la vendita 1.468 1.652

- Attività materiali - -

- Attività immateriali - -

- Copertura di investimenti esteri - -

- Copertura dei flussi finanziari - -

- Differenze di cambio - -

- Attività non correnti in via di dismissione - -

- Utili (perdite) attuariali relativi a piani previdenziali a benefici definiti 85 (17)

- Quote delle riserve da valutazione relative alle partecipate valutate al patrimonio netto - -

- Leggi speciali di rivalutazione - -

7. Utile (perdita) d'esercizio 9.352 5.030

Totale 94.260 84.990

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B.2 Riserve da valutazione delle attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione

B.3 Riserve da valutazione delle attività finanziarie disponibili per la vendita: variazioni annue

B.4 Riserve da valutazione relative a piani a benefici definiti: variazioni annue

Le variazioni annue ammontano a 101 migliaia di euro.

Attività/Valori

Totale 31/12/2015 Totale 31/12/2014

Riserva positiva

Riserva negativa

Riserva positiva

Riserva negativa

1. Titoli di debito 1.470 2 1.652 -

2. Titoli di capitale - - - -

3. Quote di O.I.C.R. - - - -

4. Finanziamenti - - - -

Totale 1.470 2 1.652 -

Totaledi debito

Totaledi capitale

Quote diO.I.C.R

Finanziamenti

1. Esistenze iniziali 1.652 - - -

2. Variazioni positive 403 - - -

2.1 Incrementi di fair value 403 - - -

2.2 Rigiro a conto economico di riserve negative: - - - -

- da deterioramento - - - -

- da realizzo - - - -

2.3 Altre variazioni - - - -

3. Variazioni negative 587 - - -

3.1 Riduzioni di fair value 141 - - -

3.2 Rettifiche da deterioramento - - - -

3.3 Rigiro a conto economico di riserve positive:- da realizzo 446 - - -

3.4 Altre variazioni - - - -

4. Rimanenze finali 1.468 - - -

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SEZIONE 2 - I FONDI PROPRI E I COEFFICIENTI DI VIGILANZA

2.1 Fondi Propri

A. Informazioni di natura qualitativa

I fondi propri (ovvero il patrimonio di vigilanza come veniva definito in precedenza) sono pari alla somma del Capitale di classe 1 e del Capitale di classe 2.Il Capitale di classe 1 è pari, a sua volta, alla somma del Capitale primario di classe 1 e del Capitale aggiuntivo di classe 1.Il Capitale primario di classe 1 (o Common Equity Tier 1) è costituito dal capitale sociale e relativi sovrapprezzi, dalle riserve di utili, dalle riserve da valutazione positive e negative considerate nel prospetto della redditività complessiva, dalle altre riserve, dai pregressi strumenti di CET1 oggetto di disposizioni transitorie (grandfathering), dai filtri prudenziali e dalla detrazione. I filtri prudenziali consistono in aggiustamenti regolamentari del valore contabile di elementi del Capitale primario di classe 1, mentre le detrazioni rappresentano elementi negativi del Capitale primario di classe 1.Il Capitale aggiuntivo di classe 1 è costituito da elementi positivi e negativi, strumenti di capitale e relativi sovrapprezzi, pregressi strumenti di AT1 oggetto di disposizioni transitorie e detrazioni.Il Capitale di classe 2 è costituito da elementi positivi e negativi, strumenti capitale e prestiti subordinati e relativi sovrapprezzi, rettifiche di valore generiche, eccedenza sulle perdite attese, pregressi strumenti di T2 oggetto di disposizioni transitorie e detrazioni.E’ previsto un regime transitorio delle disposizioni di vigilanza sui fondi propri che prevede l’introduzione graduale di parte della nuova disciplina sui fondi propri e sui requisiti patrimoniali lungo un periodo generalmente di 4 anni e regole di “grandfathering” pe la computabilità parziale, con gradale esclusione entro il 2021, dei pregressi strumenti di capitale del patrimonio di base e del patrimonio supplementare che non soddisfano tutti i requisiti prescritti dal Regolamento CRR per gli strumenti patrimoniali del CET1, AT1 e T2.Le scelte sul predetto regime transitorio operate dalla Banca d’Italia, in quanto di competenza delle Autorità di vigilanza nazionali secondo quanto consentito dal Regolamento CRR, sono contenute dalla circolare 285 del 17 dicembre 2013. Per il corrente anno devono essere soddisfatti i seguenti requisiti patrimoniali, espressi in percentuale degli attivi ponderati per il rischio (RWA – Risk Weighted Assets):• il Capitale primario di classe 1 (o Common Equity Tier 1) deve essere almeno pari al 4,5% degli RWA totali;• il Capitale di classe 1 (Tier 1) deve essere almeno pari al 5,5% degli RWA totali;• i fondi propri (pari alla somma del Tier 1 e del Tier 2 capital) devono essere almeno pari all’8% degli RWA totali.

Inoltre, le banche hanno l’obbligo di detenere una riserva di conservazione del capitale pari al 2,5% degli attivi ponderati per il rischio. Pertanto, i coefficienti patrimoniali minimi richiesti ai Gruppi bancari, comprensivi di tale riserva, sono pari al 7% di Common Equity Tier 1, all’8% di Tier 1 e al 10,5% del totale fondi propri.Per le banche appartenenti a gruppi bancari le nuove misure individuali della riserva nel periodo transitorio sono: • per il periodo 2014/2016 pari a 0,625%;• per il 2017 pari a 1,25%;• per il 2018 pari a 1,875%;• dal 2019 pari a 2,5%.

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B. Informazioni di natura quantitativa

I Fondi Propri ammontano a fine 2015 a 55.815 milioni di euro, in crescita rispetto al 2014 essenzialmente per l’utile di esercizio.

Totale31/12/2015

Totale31/12/2014

A. Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 – CET1) prima dell’applicazione dei filtri prudenziali 90.340 84.990

di cui strumenti di CET1 oggetto di disposizioni transitorie - -

B. Filtri prudenziali del CET1 (+/-) (3) -

C. CET1 al lordo degli elementi da dedurre e degli effetti del regime transitorio (A +/- B) 90.337 84.990

D. Elementi da dedurre dal CET1 (33.054) (33.969)

E. Regime transitorio – Impatto su CET1 (+/-), inclusi gli interessi di minoranza oggetto di disposizioni transitorie (1.468) (1.652)

F. Totale Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 – CET1) (C – D +/- E) 55.815 49.370

G. Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 – AT1) al lordo degli elementi da dedurre e degli effetti del regime transitorio - -

di cui strumenti di AT1 oggetto di disposizione transitorie - -

H. Elementi da dedurre dall’AT1 - -

I. Regime transitorio – Impatto su AT1 (+/-), inclusi gli strumenti emessi da filiazioni e inclusi nell’AT1 per effetti di disposizioni transitorie - -

L. Totale Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 – AT1) (G – H +/- I) - -

M. Capitale di classe 2 (Tier 2 – T2) al lordo degli elementi da dedurre e degli effetti del regime transitorio - -

di cui strumenti di T2 oggetto di disposizioni transitorie - -

N. Elementi da dedurre dal T2 - -

O. Regime transitorio – Impatto su T2 (+/-), inclusi gli strumenti emessi da filiazioni e inclusi nel T2 per effetto di disposizioni transitorie - -

P. Totale Capitale di classe 2 (Tier 2 – T2) (M – N +/- O) - -

Q. Totale fondi propri (F + L + P) 55.815 49.370

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE E 04 capitoloNOTA INTEGRATIVA - PARTE F 04 capitolo

Nel corso del 2010, la Banca d’Italia ha riconosciuto alle banche, alle SIM e agli Intermediari finanziari iscritti nell’“elenco speciale”, limitatamente ai titoli emessi da amministrazioni centrali di Paesi appartenenti all’Unione Europea inclusi nel portafoglio “attività finanziarie disponibili per la vendita”, la possibilità di adottare l’impostazione sub a) in alternativa all’approccio previsto dalle vigenti disposizioni di vigilanza.A seguito del provvedimento della Banca d’Italia, il Consiglio d’Amministrazione della Capogruppo, nella seduta del 26 maggio 2010, ha deliberato di aderire all’opzione di “neutralizzazione piena” e di estendere tale opzione a tutti i titoli della specie detenuti nel predetto portafoglio, applicandola in modo omogeneo a tutte le componenti del Gruppo e mantenendola costante nel tempo. Il 30 giugno 2010, il Consiglio di Amministrazione di Banca Euromobiliare, allineandosi a quanto stabilito dalla Capogruppo, ha deliberato l’esercizio della medesima opzione nel patrimonio di vigilanza a partire da giugno 2010.Il 1° gennaio 2014 è entrata in vigore la nuova disciplina armonizzata per le banche e le imprese di investimento contenuta nel regolamento (CRR) e nella direttiva (CRBIV) comunitaria del 26 giugno 2013, che traspongono nell’Unione Europea gli standard definiti dal Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria.Il Gruppo bancario Credem, a seguito della emanazione della circolare 285 del 17 dicembre 2013, Parte Seconda, Capitolo 14, Sezione II, disposizioni transitorie in materia di fondi propri, in merito alla possibilità di mantenere il filtro prudenziale sui profitti e sulle perdite non realizzati relativi alle esposizioni verso le amministrazioni centrali classificate nella categoria “Attività finanziarie disponibili per la vendita” fino all’adozione in Europa dell’IFRS 9 che sostituirà lo IAS 39 in tema di strumenti finanziari, ha deliberato nella seduta del 23 gennaio 2014 di avvalersi di tale facoltà.

2.2 Adeguatezza patrimoniale

A. Informazioni di natura qualitativa

La Banca d’Italia, in data 17 dicembre 2013, ha emanato la circolare 285 (Disposizioni di vigilanza per le banche), in sostituzione della circolare 263 del 27 dicembre 2006 (Nuove disposizioni di vigilanza), e la circolare 286 (Istruzioni per la compilazione delle segnalazioni prudenziali per le banche e le società di intermediazione mobiliare), in sostituzione della circolare 155 del 18 dicembre 1991 (Istruzioni per la compilazione delle segnalazioni sul patrimonio di vigilanza e sui coefficienti prudenziali).

La struttura della regolamentazione prudenziale si basa su tre pilastri:• il primo attribuisce rilevanza alla misurazione dei rischi e del patrimonio, prevedendo il rispetto di requisiti patrimoniali minimi per fronteggiare alcune principali tipologie di rischi dell’attività bancaria e finanziaria (credito, controparte, mercato e operativi);• il secondo richiede agli intermediari finanziari di dotarsi di una strategia e di un processo di controllo dell’adeguatezza patrimoniale, attuale e prospettica, evidenziando l’importanza della governance quale elemento di fondamentale significatività anche nell’ottica dell’Organo di Vigilanza, a cui è rimessa la verifica dell’attendibilità e della correttezza di questa valutazione interna;• il terzo introduce specifici obblighi di informativa al pubblico riguardanti l’adeguatezza patrimoniale, l’esposizione ai rischi e le caratteristiche generali dei relativi sistemi di gestione e controllo.

Con specifico riferimento al primo pilastro ed al fine della misurazione di rischi, le disposizioni di vigilanza prudenziale prevedono diverse metodologie di calcolo con livelli di complessità crescente.

La metodologia adottata da Banca Euromobiliare per la determinazione del requisito patrimoniale a fronte del rischio di credito è rappresentata dal metodo standardizzato, che comporta: • la suddivisione delle esposizioni in diverse classi (portafogli), a seconda della natura della controparte e delle caratteristiche tecniche del rapporto, ovvero delle modalità di svolgimento di quest’ultimo; • l’applicazione a ciascun portafoglio di coefficienti di ponderazione diversificati, eventualmente anche in funzione di valutazioni del merito creditizio rilasciate da agenzie specializzate (External Credit Assessment Institution, ECAI) registrate ai sensi del Regolamento CE n. 1060/2009, ovvero da agenzie di credito alle esportazioni (Export Credit Agency, ECA) riconosciute dalle Autorità di Vigilanza.

Alle banche che adottano il metodo standardizzato vengono, quindi, forniti fattori di ponderazione regolamentari da associare alle esposizioni in funzione della presenza di rating rilasciati da agenzie esterne, del segmento di appartenenza della

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controparte, della tipologia di rapporto e della presenza di garanzie reali o personali (dal prodotto tra esposizioni e relativi fattori di ponderazione si ottengono le attività ponderate per il rischio). In base alle istruzioni di vigilanza, le banche devono mantenere costantemente, quale requisito patrimoniale in relazione ai rischi di perdita per inadempimento dei debitori (rischio di credito), un ammontare di Fondi Propri pari ad almeno l’8% delle esposizioni ponderate per il rischio.Le banche sono tenute, inoltre, a rispettare in via continuativa i requisiti patrimoniali per i rischi generati dall’operatività sui mercati riguardanti gli strumenti finanziari, le valute e le merci. Con riferimento ai rischi di mercato calcolati sull’intero portafoglio di negoziazione la normativa identifica e disciplina il trattamento dei diversi tipi di rischio: rischio di posizione su titoli di debito e di capitale, rischio di regolamento e rischio di concentrazione. Con riferimento all’intero bilancio occorre, inoltre, determinare il rischio di cambio ed il rischio di posizione su merci. In Banca Euromobiliare i rischi di mercato sono quantificati mediante le formule stabilite dall’Organo di Vigilanza per le banche che non dispongono di modelli interni di valutazione del rischio.

In merito alla misurazione degli assorbimenti patrimoniali a fronte del rischio operativo, definito come “il rischio di perdite derivanti dalla inadeguatezza o dalla disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni” (per ulteriori dettagli si rimanda alla parte E di nota integrativa - sezione 4), la metodologia adottata da parte di Credito Emiliano S.p.A. e Banca Euromobiliare è il metodo standardizzato (TSA – Traditional Standardised Approach).

I principali coefficienti utilizzati come parametri di controllo prudenziale applicabili agli enti creditizi sono il Common Equity tier 1 capital ratio e il Total capital ratio.Il CET 1 capital ratio è calcolato come rapporto tra il capitale primario di classe 1 e le attività di rischio ponderate, mentre il Total capital ratio ha come numeratore il totale Fondi Propri e denominatore le attività di rischio ponderate.

B. Informazioni di natura quantitativa

I dati inseriti nei quadri A, B e C sono stati estratti dalle segnalazioni di vigilanza individuali della base informativa “Y”.

Alle voci B della tabella che segue sono riportati i requisiti prudenziali di vigilanza, determinati secondo le norme di vigilanza stesse:• il rischio di credito, che rappresenta il rischio cui è esposta la Banca nella concessione del credito, è determinato nella percentuale dell’ 8% del totale delle attività di rischio ponderate;• rischi di mercato, generati dall’operatività sui mercati riguardanti gli strumenti finanziari, le valute e le merci, al 31/12/2015 rappresentano per Banca Euromobiliare una quota esigua del totale degli assorbimenti;• il rischio operativo è calcolato sulla base dell’Indicatore Rilevante degli anni 2013-2015 e si considera valido per tutto il 2016.

Le attività di rischio ponderate (indicate alla voce C.1) sono calcolate moltiplicando il totale dei requisiti prudenziali per il reciproco del coefficiente minimo obbligatorio (12,5) previsto per i rischi di credito e di controparte (8%).

Alle voci C.2, C.3 e C.4 sono, infine, indicati i coefficienti di vigilanza della Banca (CET 1 capital ratio, Tier 1 capital ratio e Total capital ratio).

In Banca Euromobiliare il valore dei due indici al 31/12/2015 si colloca al di sopra del livello minimo dell’8% impostodagli Organi di Vigilanza.Il margine disponibile è rappresentato dall’eccedenza di capitale, ossia dalla quota del patrimonio di vigilanza che residua a seguito della copertura degli assorbimenti patrimoniali connessi ai rischi sopra indicati (cd. rischi di primo pilastro). Al netto della quota assorbita da tali rischi, il margine disponibile individuale risulta al 31/12/2015 essere pari a 18,2 milioni di euro.

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE E 04 capitoloNOTA INTEGRATIVA - PARTE F 04 capitolo

Categorie/ValoriImporti non ponderati Importi ponderati/

requisiti

31/12/2015 31/12/2014 31/12/2015 31/12/2014

A. ATTIVITA' DI RISCHIO

A.1 Rischio di credito e di controparte 897.606 694.457 399.082 364.043

1. Metodologia standardizzata 897.606 694.457 399.082 364.043

2. Metodologia basata sui rating interni - - - -

2.1 Base - - - -

2.2 Avanzata - - - -

3. Cartolarizzazioni - - - -

B. REQUISITI PATRIMONIALI DI VIGILANZA

B.1 Rischio di credito e di controparte 31.927 29.123

B.2 Rischio di aggiustamento della valutazione del credito - -

B.3 Rischio di regolamento - -

B.4 Rischi di mercato 167 205

1. Metodologia standard 167 205

2. Modelli interni - -

3. Rischio di concentrazione - -

B.5 Rischio operativo 5.505 5.496

1. Metodo base - -

2. Metodo standardizzato 5.505 5.496

3. Metodo avanzato - -

B.6 Altri elementi di calcolo - -

B.7 Totale requisiti prudenziali 37.599 34.824

C. ATTIVITA' DI RISCHIO E COEFFICIENTI DI VIGILANZA

C.1 Attività di rischio ponderate 469.982 435.304

C.2 Capitale primario di classe 1 / Attività di rischio ponderate (CET1 capital ratio) 11,9% 11,3%

C.3 Capitale di classe 1 / Attività di rischio ponderate (Tier 1 capital ratio) 11,9% 11,3%

C.4 Totale fondi proprri / Attività di rischio ponderate (Total capital ratio) 11,9% 11,3%

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PARTE G - OPERAZIONI DI AGGREGAZIONE RIGUARDANTI IMPRESE O RAMI D’AZIENDA

SEZIONE 1 - OPERAZIONI REALIZZATE DURANTE L’ESERCIZIO

Non sono state effettuate operazioni di aggregazione aziendale durante l’esercizio.

SEZIONE 2 - OPERAZIONI REALIZZATE DOPO LA CHIUSURA DELL’ESERCIZIO

Non sono state effettuate operazioni di aggregazione aziendale dopo la chiusura dell’esercizio.

SEZIONE 3 - RETTIFICHE RETROSPETTIVE

Non si evidenziano rettifiche retrospettive.

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE E 04 capitoloNOTA INTEGRATIVA - PARTE G • H 04 capitolo

PARTE G - OPERAZIONI DI AGGREGAZIONE RIGUARDANTI IMPRESE O RAMI D’AZIENDA

PARTE H - OPERAZIONI CON PARTI CORRELATE

Società capogruppo

La Banca è controllata al 100% da Credito Emiliano S.p.A., che ha la sede sociale in via Emilia S. Pietro, 4 a Reggio Emilia, a propria volta controllato da Credito Emiliano Holding S.p.A.Il bilancio della Società sarà incluso nel bilancio consolidato della controllante e Capogruppo Credito Emiliano S.p.A.Ai sensi dell’art. 2497 bis vengono esposti i dati essenziali desunti dall’ultimo bilancio approvato (chiuso al 31/12/2014) dalla controllante Credito Emiliano S.p.A.

STATO PATRIMONIALE (migliaia di euro)

CREDITO EMILIANO SPA

Totale attivo 29.190.130

Totale delle passività 27.188.746

Patrimonio netto 2.001.384

CONTO ECONOMICO (migliaia di euro)

CREDITO EMILIANO SPA

Margine Finanziario 432.523

Margine Servizi 387.332

Spese amministrative (637.603)

Risultato Lordo di Gestione 182.252

Utile prima delle imposte 159.759

Imposte sul reddito (62.788)

Utile netto 96.971

Numero medio dipendenti 5.184

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Elenco parti correlate IAS 24

Key Management dell'ente (IAS 24 paragrafo 9.d)

Nome e Cognome Carica ricoperta

Matteo Mattei Gentili Presidente CdA

Alberto Milla Vice Presidente CdA

Stefano Pilastri Vice Presidente CdA

Adolfo Bizzocchi Amministratore

Enrico Corradi Amministratore

Giorgio Ferrari Amministratore

Cesare Manfredi Amministratore

Rossella Manfredi Amministratore

Vittorio Palazzi Trivelli Amministratore

Francesco Reggiani Amministratore

Lucio Zanon di Valgiurata Amministratore

Nazzareno Gregori Amministratore

Giulio Morandi Presidente CS

Adelio Bollini Sindaco effettivo

Maurizio Bergomi Sindaco effettivo

Alberto Artemio Galaverni Sindaco supplente

Maria Paglia Sindaco supplente

Giuseppe Rovani Direttore Generale

Stefano Bisi Vice Direttore Generale

Soggetti che controllano, sono controllati da, o sono sottoposti a comune controllo con l’ente (IAS 24 paragrafo 9.a, i)

Credito Emiliano S.p.A.

Credem International Lux SA

Credemholding S.p.A.

Credemleasing S.p.A.

Credemfactor S.p.A.

Credem Private Equity

Euromobiliare Asset Management SGR S.p.A.

Credemtel S.p.A.

Euromobiliare Fiduciaria S.p.A.

Credemvita S.p.A.

Creacasa s.r.l.

Fondo Pensione per dipendenti dell'ente (IAS 24 paragrafo .g)

Cassa di previdenza e assistenza dei dipendenti del Gruppo Credito Emiliano

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE E 04 capitoloNOTA INTEGRATIVA - PARTE H 04 capitolo

(dati in euro)

Compensi ad Amministratori 170.765

Compensi a Sindaci 59.134

Compensi ad Organismo di Vigilanza -

Compensi corrisposti ai componenti degli Organi di Amministrazione, al Direttore Generale, agli atri dirigenti con responsabilità strategiche e altro personale più rilevante

4.015.923

1. Informazioni sui compensi dei dirigenti con responsabilità strategica

2. Informazioni sulle transazioni con parti correlate

Tra le evidenze che riguardano le parti correlate punto a) dello IAS 24 segnaliamo:

Tra le ulteriori evidenze che riguardano le parti correlate, punto d) dello IAS 24, non rientranti nelle informazioni fornite al precedente paragrafo (compensi amministratori, sindaci, dirigenti, parentela e aziende delle precedenti parti correlate), segnaliamo:

Società

Cre

dit

i

Deb

iti

Att

ivit

à fi

nan

ziar

ie d

eten

ute

p

er la

neg

ozi

azio

ne

Pass

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à fi

nan

ziar

ie d

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p

er la

neg

ozi

azio

ne

Gar

anzi

e ri

lasc

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Gar

anzi

e ri

cevu

te

Imp

egn

i ir

revo

cab

li a

ero

gare

fo

nd

i

Credito Emiliano S.p.A. 255.135 5.194 - - -

TOTALE 255.135 5.194 - - - - -

Società Interessi attiviCommissioni

attiveProventi diversi Totale ricavi

Credito Emiliano S.p.A. 147 697 78 922

TOTALE 147 697 78 922

Società Interessi passiviCommissioni

passiveAltre spese Totale costi

Credito Emiliano S.p.A. 22 702 9.360 10.084

TOTALE 22 702 9.360 10.084

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Rapporti intercompany

Gli schemi seguenti evidenziano i rapporti complessivi con le società del Gruppo Credem e ricomprendono quelli già evidenziati al precedente punto 2, relativi alle parti correlate punto a) dello IAS 24.

Società

Cre

dit

i

Deb

iti

Att

ivit

à fi

nan

ziar

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eten

ute

p

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neg

ozi

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nan

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neg

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azio

ne

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lasc

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Gar

anzi

e ri

cevu

te

Imp

egn

i ir

revo

cab

li a

ero

gare

fo

nd

i

Credito Emiliano S.p.A. 255.135 5.194 - - - - -

Credem International Lux SA 264 - - - - - -

TOTALE BANCHE 255.399 5.194 - - - - -

Credemholding S.p.A. 1.239 1.792 - - - - -

Credemleasing S.p.A. - - - - - - -

Credemfactor S.p.A. - 101 - - - - -

Credem Private Equity SGR S.p.A. 1 - - - - - -

Euromobiliare Asset Man-agement SGR S.p.A. 58 171 - - - - -

TOTALE ENTI FINANZIARI 1.298 2.064 - - - - -

Credemtel S.p.A. 1 1 - - - - -

Euromobiliare Fiduciaria S.p.A. 4 12 - - - - -

Credemvita S.p.A. - - - - - - -

Creacasa s.r.l. 7 - - - - - -

TOTALE CLIENTELA ALTRA 12 13 - - - - -

TOTALE GENERALE 256.709 7.271 - - - - -

Ricavi 66

Crediti (della clientela) 434

Debiti (della clientela) 0

Raccolta Amministrata 591

Raccolta Gestita 43.060

- di cui OICR 316

- di cui Gestioni 42.744

- di cui assicurativi di terzi 0

(dati in migliaia di euro)

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE E 04 capitoloNOTA INTEGRATIVA - PARTE H 04 capitolo

Società

Inte

ress

i att

ivi

Co

mm

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i att

ive

Neg

ozi

azio

ne

net

ta/P

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nti

div

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Tota

le r

icav

i

Credito Emiliano S.p.A. 147 697 78 922

Credem International Lux SA - 3.219 - 3.219

TOTALE BANCHE 147 3.916 78 4.141

Credemleasing S.p.A. - 38 - 38

Credemfactor S.p.A. - 4 - 4

Credem Private Equity SGR S.p.A. - 13 1 14

Euromobiliare Asset Management SGR S.p.A. - 11.490 52 11.542

TOTALE ENTI FINANZIARI - 11.545 53 11.598

Credemtel S.p.A. - 1 4 5

Euromobiliare Fiduciaria S.p.A. - - 7 7

Credemvita S.p.A. - 9.080 - 9.080

Creacasa s.r.l. - - 39 39

TOTALE CLIENTELA ALTRA - 9.081 50 9.131

TOTALE GENERALE 147 24.542 181 24.870

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Società

Inte

ress

i pas

sivi

Co

mm

issi

on

i p

assi

ve

Neg

ozi

azio

ne

net

ta/O

ner

i div

ersi

/Alt

re s

pes

e

Tota

le c

ost

i

Credito Emiliano S.p.A. 22 702 9.360 10.084

Credem International Lux S.A. - - - -

TOTALE BANCHE 22 702 9.360 10.084

Euromobiliare Asset Management SGR S.p.A. - 1.765 - 1.765

TOTALE ENTI FINANZIARI - 1.765 - 1.765

Credemtel S.p.A. - - - -

Credemvita S.p.A. - - - -

TOTALE CLIENTELA ALTRA - - - -

TOTALE GENERALE 22 2.467 9.360 11.849

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE E 04 capitoloNOTA INTEGRATIVA - PARTE H • I 04 capitolo

PARTE I - ACCORDI DI PAGAMENTO BASATI SU PROPRI STRUMENTI PATRIMONIALII piani di stock grants attualmente in essere in Banca Euromobiliare fanno riferimento a strumenti patrimoniali della Capogruppo Credito Emiliano S.p.A.

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05RELAZIONE DEL COLLEGIO SINDACALE

capitolo

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE E 04 capitoloRELAZIONE DEL COLLEGIO SINDACALE 05 capitolo

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE E 04 capitoloRELAZIONE DEL COLLEGIO SINDACALE 05 capitolo

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE E 04 capitoloRELAZIONE DEL COLLEGIO SINDACALE 05 capitolo

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE E 04 capitoloRELAZIONE DEL COLLEGIO SINDACALE 05 capitolo

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06RELAZIONE DELLA SOCIETÀ DI REVISIONE

capitolo

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NOTA INTEGRATIVA - PARTE E 04 capitoloRELAZIONE DELLA SOCIETÀ DI REVISIONE 06 capitolo

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