Bilancio
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ELETTORALE
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Dal punto di vista del bilancio, i prossimi cinque anni non
saranno floridi.
L’attuale maggioranza, negli ultimi cinque anni, non si è
minimamente preoccupata di adottare una ragionevole
politica di spesa, basata, da un lato, sulla realizzazione di
opere pubbliche necessarie ed utili, dall’altro, su una
graduale riduzione delle spese correnti, in previsione della
prevedibile contrazione delle entrate derivante dalla crisi
economica.
Oggi ci troviamo a dover gestire un debito complessivo di circa 1.660.000,00 € determinato
dall’assunzione di mutui per la realizzazione di opere pubbliche spesso inutili, come:
• la sala consigliare ipogea, costata 500.000,00 € (utilizzata solo cinque sei volte l’anno in
occasione dei consigli comunali e per la celebrazione dei matrimoni civili);
• il recupero della Torre del Borgo, che ci costerà 1.300.000,00 € (che ad oggi non ha
ancora un progetto di utilizzo serio);
• la realizzazione del “cesso” di Tassodine, costatoci 156.000,00 € che non funziona
semplicemente perché manca l’acqua nello sciacquone;
• il “muro del pianto nella piazza del mercato” costatoci 113.000,00 € (malamente ricoperto di
terra per mascherarne l’impatto ambientale devastante; anche in questo caso, con pochi
soldi si sarebbe potuta realizzare una staccionata con la stessa funzione di protezione);
• la rotonda di Volpino, realizzata su proprietà della Provincia (siamo l’unico comune in Italia
ad aver realizzato un opera pubblica su terreno di altri) costata 390.000,00 €, oltre ai
45.000,00 € del parcheggio attiguo.
A questi si aggiungano altri piccoli e grandi sprechi, che potrete
verificare nell’apposita rubrica del blog.
Il tutto avviene mentre lo stato riduceva considerevolmente i
trasferimenti, costringendo i comuni ad introdurre tasse ed
imposte locali, come l’IMU, che, nel caso di Villa d’Adda, è
più alta rispetto agli altri comuni.
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Un trend che, se non si modifica radicalmente nei prossimi
anni, vedrà sempre di più i cittadini villadaddesi
soccombere sotto una continua e stringente pressione
fiscale.
Partendo da queste considerazioni, noi crediamo che il
rispetto per il cittadino passi anche attraverso una rigorosa
politica di gestione del bilancio, per non sovraccaricare di
tasse il contribuente.
Non si possono chiedere sacrifici economici alle famiglie per poi sperperare il danaro in opere
inutili.
La nostra ricetta sarà quella di:
• eliminare tutte le spese improduttive di risultati tangibili per la comunità (in questo senso
rivaluteremo la nostra presenza nei numerosi consorzi sovraccomunali);
• riorganizzare il sistema degli acquisti e degli appalti;
• effettuare una approfondita ricognizione sulle voci di spesa presenti nel bilancio.
Una cura che prevediamo possa ridurre notevolmente la componente spesa, a tutto vantaggio
di una minore imposizione fiscale a carico dei cittadini.