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Bielorussia Un ponte tra Oriente e Occidente Analisi delle opportunità di internazionalizzazione delle PMI laziali Sviluppo Lazio SpA Servizio Sviluppo Economico

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Sviluppo Lazio SpA Servizio Sviluppo Economico

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INDICE  Introduzione. La Repubblica di Bielorussia: un ponte tra Occidente e Oriente

p. 7

La metodologia dello studio p. 11 Scheda paese: la Bielorussia p. 14 Geografia p. 15 Popolazione p. 16 Religione p. 16 Ordinamento amministrativo p. 16 Cenni di storia recente p. 17 Le caratteristiche demografiche e socio-economiche della nazione p. 18 Il sistema-paese bielorusso: cifre e chiavi di lettura p. 24 L’organizzazione interna del mercato bielorusso p. 24 Ricchezza e potenzialità produttive p. 27

Le relazione economiche con l’estero: i rapporti commerciali con L’Italia e il confronto con i principali competitor globali

p. 32

Gli scambi con la regione Lazio p. 36 Premessa p. 36 Le tendenze di medio periodo p. 36 I dati su base provinciale p. 38 Il framework giuridico: politiche economiche, sistema tributario e agevolazioni allo spostamento dei capitali

p. 42

La presenza straniera nel mercato bielorusso: forme giuridiche, procedure e costi

p. 43

Gli investimenti stranieri: settori, agevolazioni e tutele p. 44 Il sistema tributario bielorusso p. 46 Vincoli e opportunità dell’internazionalizzazione d’impresa in Bielorussia: una Swot Analysis

p. 48

Le risposte dell’Amministrazione statale e due scenari d’investimento per le Pmi del Lazio

p. 52

Allegato 1 Gli scambi commerciali Italia-Bielorussia: il primo trimestre del 2007

p. 56

Allegato 2 Gli scambi Lazio-Bielorussia: 2003-2006

p. 61

Allegato 3 Aziende italiane presenti in Bielorussia

p. 63

    

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Introduzione La Repubblica di Bielorussia: un ponte

tra Occidente ed Oriente           

Il 27  luglio 1990 è  stata proclamata  l’indipendenza dello Stato bielorusso. Da  quel  momento  inizia  per  la  neonata  Repubblica  un  periodo  di transizione  ancora  oggi  in  atto.  Il  cammino  verso  un’economia  di  libero scambio  ha  comportato  radicali  riforme  istituzionali  e  un  piano  di ammodernamento  del  sistema  economico  e  produttivo.  Nell’arco  di  un decennio  il  Governo  bielorusso  ha  avviato  importanti  iniziative  ed interventi,    a  livello normativo,  economico  e  sociale    in direzione di una maggiore  apertura  verso  gli  investitori  internazionali  (soprattutto dell’Europa  occidentale)  attraverso  riforme  volte  a  stimolare  un  sistema economico concorrenziale e capace di attrarre investimenti esteri.  

Questa  profonda  trasformazione  della  Repubblica  di  Belarus  è  stata orientata  ad  un  approccio  economico  di  tipo multi‐direzionale,  coerente con una posizione geo‐politica del Paese che fa della Bielorussia una “terra di  mezzo”  tra  occidente  ed  oriente.  Un  “ponte”  che  collega  la  vecchia Europa alle enormi potenzialità di sviluppo del mercato russo.  

Tuttavia, se  il pilastro orientale sembra essere alquanto  robusto   anche grazie alla costituzione nel 1997 tra Bielorussia e Russia di un’area comune di interscambio economico, il versante occidentale è, ad oggi, ancora in via di consolidamento. Difatti a  livello macro‐economico  l’Unione Europea ha avviato  in  Bielorussia  una  serie  di  iniziative  di  promozione  socio‐economica e di collaborazione in programmi comuni di assistenza sanitaria e sociale1, ma si mostra ancora cauta nella realizzazione di politiche stabili di interscambio commerciale.  

1 Cfr. COM (2003) 393, 1 luglio 2003. 

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A frenare una piena collaborazione tra UE e Bielorussia, è soprattutto, la controversia sulle libertà democratiche2, che ha recentemente comportato la revoca  temporanea dell’accesso alle agevolazioni  tariffarie   per  le nazioni partner dell’UE3. 

Tuttavia, segnali in direzione di una sempre più forte virata democratica del  paese  sono  presenti.  Le  riforme  intraprese  negli  anni  Novanta soprattutto in ambito economico e di politica estera4 hanno comportato una maggiore presenza di investitori esteri, soprattutto dell’Europa occidentale (in  primis,  della  Germania).  In  questo  senso,  negli  ultimi  dieci  anni  la presenza  di  partner  commerciali  provenienti  da Ovest  è  andata,  seppur lentamente, aumentando: un dato questo che potrebbe, nel medio periodo, favorire un’accelerazione nel processo di democratizzazione del paese di “mezzo”. Il cambiamento del tessuto sociale ed economico bielorusso già in corso  sarà  una  leva  efficace  per  la  risoluzione  di  una  serie  di  nodi  che attualmente caratterizzano i rapporti tra Europa e Bielorussia 

In  dieci  anni  la  popolazione  bielorussa  ha  visto  aumentare  i  propri salari,  al  contempo  è  diminuita  drasticamente  la  disoccupazione  e  la tendenza inflazionistica, che ha connotato l’avvio della neonata Repubblica di  Belarus,  ha  subito  un’inversione  di  tendenza.  Allo  stesso  tempo,  la Bielorussia  è  riuscita  ad  evitare  molti  problemi  della  transizione  post‐sovietica. Grazie  ad  una  politica  di Governo  centrata  sul mantenimento della coesione sociale e della stabilità, nonché ad un attivo contrasto della criminalità, sul territorio bielorussi, attualmente, non si registrano tensioni o  rilevanti    conflitti  religiosi  ed  etnici,  come  invece  accade  in molte  altre repubbliche ex societiche.  

Inoltre  la Bielorussia vanta uno dei  livelli di  corruzione più bassi  tra  i Paesi dell’Europa Centro‐Orientale e dell’Asia Centrale. Secondo i dati del Rapporto  congiunto  della  Ebrd  (European  Bank  for  Reconstruction  and Development)  e  della  Banca  Mondiale,  su  27  Paesi  con  economia  in transizione,  i  migliori  risultati  nella  lotta  alla  corruzione  sono  stati 

2 Cfr. Conveney (PPE/DE, IE) Relazione sulla relazione annuale sui diritti dellʹuomo nel mondo 2006 

e sulla politica dellʹUE. 3  La  relativa  decisione  è  entrata  in  vigore  il  21  giugno  2007  e  condiziona  il  ripristino  delle 

agevolazioni al miglioramento della  situazione nel  campo dei diritti  sindacali nel Paese. A  tal  fine  la Bielorussia  in  consultazione  con  l’Organizzazione  Internazionale  del  Lavoro  (OIL)  ha  cominciato  a predisporre una serie di misure a livello operativo e normativo. In particolare, attualmente, è in fase di elaborazione  un  disegno  di  Legge  riguardanti  i  sindacati  che  sarà  presentato  prossimamente all’attenzione del Parlamento nazionale.  

4  Istituzione  di  un  regolamento  statale  dell’attività  di  commercio  estero  (1998),  la  legge  sugli investimenti stranieri nel territorio bielorusso (1998), l’istituzione di zone economiche franche.  

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conseguiti  in  Bielorussia,  seguita  da  Bulgaria,  Croazia,  Georgia  e Slovacchia5. 

Inoltre,  anche  il  sistema  produttivo  sembra  assumere  connotati  più moderni:  aumentano  gli  impieghi  nei  servizi  e  nel  terziario  avanzato. Cambiamenti  questi  che  oltre  ad  evidenziare  l’insorgere  di  un  buon dinamismo  economico,  nascondono  anche  la  volontà  del  paese  di  voltar pagina.  Per  tale  motivo,  la  Bielorussia  rappresenta  per  gli  investitori stranieri,  fra  cui  l’Italia  (quinto  paese  per  volumi  di  export  verso  la Bielorussia), un’importante  opportunità  non  solo  economica, ma  anche  e soprattutto  sociale  e  democratica,  per  poter  gettare  le  basi  di  un’area  di interscambio  stabile  tra Ovest  ed Est.  In questo  senso  la Bielorussia  è un ponte,  un  primo  esperimento  di  coabitazione  in  un’Europa  sempre  più rivolta verso Est: le relazioni economiche possono costituire una prima base attraverso  la quale avviare scambi che non riguardino solo merci e servizi ma anche culture, valori e idee.   

In  prospettiva  di  una  collaborazione  che  non  si  arresti  alla  sfera economica,  oggi  la  Bielorussia  sembra  poter  schiudere  prospettive estremamente  interessanti  per  le  PMI  del  Lazio.  Come  si  vedrà  nelle prossime pagine, sono possibili proficue sinergie con  il tessuto produttivo bielorusso e la Regione Lazio può diventare una testa di ponte importante per tutto il sistema Italia.   

Per  tale  motivo,  uno  studio  sul  sistema‐paese  bielorusso  diviene  un elemento  utile  per  comprendere  opportunità  e  limiti  di  un  territorio complesso e poco esplorato. Gettare una prima sonda che sappia non solo fotografare  i principali  trend  socio‐economici, ma  che abbia  l’obiettivo di tratteggiare  possibili  scenari  futuri, mettendo  in  luce  le  potenzialità ma anche  i  rischi  imprenditoriali per  l’investitore  laziale.  In  questo  senso,  lo studio  proposto  in  queste  pagine  in  parte  si  discosta  dalla  normale metodologia  di  analisi macro‐economica,  in  quanto  cerca  di  traguardare oltre  l’attualità, offrendo una serie di  indicazioni utili al sistema delle PMI laziali, per leggere il cambiamento   sociale ed economico della Repubblica di Belarus.   

In  pratica,  accanto  ad  una  puntuale  presentazione  delle  peculiarità nazionali,  si  cercherà  di  evidenziare  quanto  i  fattori  interni  siano dipendenti  dalle  relazioni  esterne  che  la  Bielorussia  intrattiene  su  scala locale e globale. In questo senso, il presente rapporto di ricerca suggerisce che  le  prospettive  di  internazionalizzazione  delle  PMI  laziali  non  vanno considerate  solo  rispetto  alle  occasioni  economiche  bilaterali, ma  vanno situate all’interno della rete di interdipendenze che attualmente interessa il 

5 Cfr. Ebrd‐World Bank “Business Environment & Enterprise Performance Surveys  (Beeps)” 2005, disponibile su http://web.worldbank.org. 

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territorio  bielorusso.  Difatti,  nelle  varie  sezioni  che  compongono  questo lavoro,  a  più  riprese,  si  fa  riferimento  al  complesso,  e  sostanzialmente irrisolto,  rapporto  con  la  Russia:  se  le  intense  relazioni  con  Mosca rappresentano  in  molti  casi  un  chiaro  vantaggio  competitivo;  non  si mancherà di  evidenziare  come  questo  legame possa  anche  rappresentare un  ostacolo  per  uno  sviluppo  autonomo  ed  equilibrato  della  nazione bielorussa.  

Comunque  sia,  considerare  la  terra  di  Bielorussia  come  una  sorta  di Eldorado  da  conquistare  è  rischioso.  Pure  in mezzo  a  contraddizioni  e contrasti, la Bielorussia è già un player di rilievo nello scacchiere economico dell’Est europeo.     

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La metodologia dello studio

Per  determinare  l’attrattività  del  sistema‐paese  bielorusso  è  necessario studiarne l’organizzazione economica, sociale e istituzionale avvalendosi di informazioni  eterogenee  che  restituiscano  tutta  la  complessità  di  una nazione che rappresenta una delle “frontiere” più interessanti dell’Europa. 

È quindi necessario disporre di dati e  informazioni  tali da  fornire una fotografia esaustiva e dettagliata dell’attuale situazione della nazione. Allo stesso  tempo,  accanto  alla  lettura  delle  condizioni  presenti,  è  decisivo tenere  in  considerazione  l’evoluzione  di  medio  periodo  del  sistema bielorusso, ovvero analizzare lungo l’asse temporale le tendenze interne6.  

L’importanza di una duplice prospettiva (sincronica e diacronica) è data dall’esigenza di fornire alle PMI laziali strumenti che accanto alla capacità descrittiva  forniscano  anche  elementi  previsionali  sulla  base  dei  quali sviluppare modelli di business e internazionalizzazione sensibili al contesto nel quale saranno implementati. 

Alla  luce  di  queste  esigenze  l’impianto  metodologico  impiegato  si articola  rispetto  ad  un  doppio  livello  d’analisi:  un  primo  livello  (fase sincronica) dedicato  alla  raccolta,  sistematizzazione  e  analisi di un  set di indicatori (economici, sociali e  istituzionali) che aiutino a comprendere gli assetti  attuali  della  Bielorussia;  un  secondo  livello  (fase  diacronica)  teso all’individuazione, sintesi e previsione delle occasioni e dei rischi implicati nel sistema‐paese bielorusso.  

6  La  gran  parte  dei  dati  statistici  discussi  nel  corso  dello  studio  sono  presentati  in  forma 

longitudinale; le serie storiche maggiormente usate sono 2001‐2006 e 1995‐2006. 

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In  dettaglio,  al  fine  di  descrivere  la  situazione  economica  della Bielorussia  (fase  sincronica)  si  è usato  lo  strumento della  desk  research  su fonti statistiche e documentali7.  

Tale opzione metodologica è  funzionale ad un quadro d’analisi capace da  un  lato  di  restituire  in modo  efficace  una  fotografia  il  più  possibile dettagliata dell’oggetto di studio, dall’altro di disporre di una base dati  il più  possibile  omogenea  per  lo  studio  dei  trend  dei  principali  indicatori socio‐economici. In sintesi, la desk research offre indubbi vantaggi in quanto:  

1. riduce notevolmente  i  costi  sia  in  termini economici  che di tempo della fase di raccolta delle informazioni; 

2. i  dati  sono  esaustivi  nel  senso  che  si  riferiscono  all’intera popolazione  (si  pensi,  ad  esempio,  ai  dati  relativi  ai censimenti, ai risultati elettorali,  le statistiche giudiziarie,  le statistiche sull’istruzione); 

3. è  possibile  poi  disporre  degli  stessi  indicatori  rispetto  a diversi momenti  temporali  così da  studiare  l’evoluzione di alcuni fenomeni nel tempo (studi longitudinali). 

 Per  quanto  concerne  la  fase diacronica  si  è  impiegato  il metodo della 

Swot analysis8. Tale processo di analisi consente sia di restituire un quadro sintetico dei risultati emersi durante la prima fase, sia di elaborare in chiave futura potenziali scenari di crescita o di frizione che occorre tener presente per  l’ingresso  delle  PMI  laziali  all’interno  del  sistema  produttivo bielorusso.  

In breve, questo percorso d’analisi è stato svolto in due fasi operative:   

1. Selezione  e  categorizzazione  dei  fattori:  tra  gli  elementi emersi  nel  corso  della  desk  research  (fase  sincronica) verranno  selezionati  una  serie  di  fattori  di  pertinenza rispetto  alla  penetrazione  di  aziende  straniere  nel mercato bielorusso.  Una  volta  selezionati  i  fattori  rilevanti  si procederà  alla  loro  categorizzazione,  ovvero  verranno 

7  Per  desk  research  o  analisi  secondaria  si  intende  qualsiasi  tipo  di  studio  condotto  su materiale 

statistico e/o documentale già disponibile grazie a  rilevazioni,  sondaggi,  studi e  rapporti  condotti da enti e istituzioni terze. 

8  La  SWOT  è  una  matrice  divisa  in  quattro  campi,  dedicati  rispettivamente  ai  punti  di  forza (Strenghts) e di debolezza (Weaknesses), alle opportunità (Opportunities) e alle minacce (Threats). Questo strumento  d’analisi  ha  come  presupposto  che  l’oggetto  d’indagine  (il  sistema  paese  bielorusso)  può essere considerato tanto da un punto di vista interno (punti di forza e di debolezza) quanto da un punto di vista esterno (minacce e opportunità). 

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inseriti  in uno dei quattro quadranti della SWOT: punti di forza e di debolezza, rischi e minacce. 

2. Lettura trasversale dei fattori: una volta costruita  la matrice si procederà alla  lettura comparata e  trasversale dei  fattori, mettendo  il  luce  i  nodi  irrisolti  quanto  i  futuri  margini operativi per le PMI laziali.  

 I  risultati  tanto della  fase  sincronica  quanto di  quella diacronica  sono 

stati elaborati e commentati nel presente report di ricerca. Un report questo che,  in coerenza con  la metodologia adottata, ha  l’intenzione di costituire una    “cassetta  degli  attrezzi”  per  gli  imprenditori  locali:  difatti,  si  sono privilegiati gli elementi di sintesi piuttosto che quelli descrittivi e analitici. Diversamente da quanto proposto  in altri studi‐paese,  il report presentato in  queste  pagine  si  avvale  di  un’ottica  interdisciplinare,  che  accanto all’analisi delle tendenze economiche non trascura la dimensione  sociale e politica. L’augurio   è che  il presente studio possa rappresentare un valido strumento operativo, in grado di fornire agli investitori indicazioni utili su un mercato, quello bielorusso, che, come si avrà modo di vedere, guarda, decisamente, ad Ovest. 

             

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Scheda paese: la Bielorussia          

 

   

  

Informazioni generali

Nome completo: Repubblica di Bielorussia

Nome ufficiale: Рэспубліка Беларусь

Lingua ufficiale: bielorusso, russo

Capitale: Minsk (1.700.000 ab.)

Organizzazione politica

Governo: Repubblica presidenziale

Presidente: Aleksandr Lukašenko

Primo Ministro: Sergej Sidorski

Indipendenza: Dall'URSS il 27 luglio 1990

Ingresso all'ONU: 24 ottobre 1945

Superficie ed estensione

Totale: 207.600 km² (84°)

Popolazione

Totale (2002): 10.350.194 ab. (74°)

Densità: 50 ab./km²

Geografia

Continente: Europa

Fuso orario: UTC +2

Economia

Valuta: Rublo bielorusso

PIL (PPA) (2005): 75.217 milioni di $ (64°)

PIL procapite (PPA) (2005): 7.711 $ (79°)

ISU (2004): 0,794 (medio) (67°)

Energia: 0,38 kW/ab.

Varie

TLD: .by

Prefisso telefonico: +375

Sigla automobilistica: BY

Fonte: www.wikipedia.it (Luglio, 2007)

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Geografia La  Bielorussia,  o  Russia  Bianca  (in  bielorusso:  Белару́сь,  in  russo: Белору́ссия),  si  trova  nellʹEuropa  Orientale  (fig.  1);  confina  a  ovest  con Polonia e Lituania, a est con la Russia, a sud con lʹUcraina e a nord con la Lettonia. Ha una superficie di 207.600 km² e, benché senza sbocco al mare, ha  11.000  laghi.  Viene  attraversata  da  tre  fiumi  principali:  il Neman,  il Pripjat, e  il Dnepr  (fig. 2). La Bielorussia è  relativamente piatta e  ricca di paludi. Il più grande territorio paludoso è la Polesia. Il suo punto più alto è la  Dzyarzhynskaya  Hara  (Colle  di  Dzyarzhynsk),  con  346 m, mentre  il punto  più  basso  sul  fiume  Neman  a  90  m.  Le  risorse  naturali  della Bielorussia sono foreste, depositi di torba, piccole quantità di petrolio e gas naturale, granito, pietra calcarea, sale di potassio e acque minerali.   

 

Fig. 1 - Posizione geografica Fig. 2 - Cartina

Fonte: www.wikipedia.it (Luglio, 2007)   

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Popolazione La maggioranza della popolazione bielorussa fa parte del gruppo etnico dei Bielorussi,  che  comprende  lʹ81,2%  del  totale  su  una  popolazione  di 10.293.011  persone.  I  Russi  sono  il  secondo  gruppo  etnico  più  grande (11,4%).  I Polacchi e gli Ucraini  seguono con,  rispettivamente,  il 3,9% e  il 2,4%.  Religione  Come tanti stati ex URSS, la maggioranza della popolazione si dichiara atea (49%).  Tuttavia,  dalla  caduta  del  regime  comunista,  le  chiese  cristiane hanno  avuto  una  forte  ripresa,  e  oggi  il  31%  dei  bielorussi  si  dichiara ortodosso, il 18% cattolico e il 2% protestante.  Ordinamento amministrativo  Al più alto livello amministrativo (fig.3), la Bielorussia è divisa in 6 voblast e una municipalità  (horad,  ovvero,  “città”);  questʹultima  è  la  capitale  della Bielorussia.  I  voblast  sono  ulteriormente  divisi  in  raion  (normalmente tradotti come distretti).   

Fig. 3 - Suddivisioni amministrative

  Voblast (regioni) Centro amministrativo

1. Minsk (Horad) -

2. Voblast di Brest Brest

3. Voblast di Homyel Homiel'

4 Voblast di Hrodna Hrodna

5. Voblast di Mahiloŭ Mahiloŭ

6. Voblast di Minsk Minsk

 7. Voblast di Vitebsk Vitebsk

Fonte: www.wikipedia.it (Luglio, 2007)    

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Cenni di storia recente  In italiano, la Bielorussia veniva solitamente indicata come Russia Bianca o Rutenia  Bianca,  una  traduzione  letterale  del  nome  originario.  Il  nome “Bielorussia”  (Беларусь)  è  considerato  denigratorio  da  alcuni,  ed  è percepito come una reminiscenza dellʹimperialismo russo e sovietico e delle politiche di russificazione (il titolo completo dello zar russo era Imperatore di tutte le Russie, Grande, Piccola e Bianca). Per questo motivo viene a volte preferito  il  nome  “Belarus”.  Rusʹ  fa  riferimento  alla  popolazione  che precedette Russi, Ucraini e Bielorussi9. 

Nel  1919  sull’onda  della  rivoluzione  di  febbraio  viene  proclamata  la Repubblica  Socialista  Sovietica  Bielorussa  (RSSB).  Nel  1921  i  territori occidentali  della  Bielorussia  passano  alla  Polonia.  Nel  1922  avviene l’unione dei  territori  orientali  con  l’URSS. Nel  1939  i  territori  occidentali vengono,  nuovamente,  annessi  alla  Repubblica  Socialista  Sovietica Bielorussa.  

Nel  1941  la Bielorussia viene occupata dalla  truppe  tedesche. Nasce  il movimento di  lotta partigiana che coinvolge più di 400 mila persone. Nel luglio 1944 la Bielorussia viene liberata dall’occupazione nazista. Durante il conflitto  sono  state  rase  al  suolo  tutte  le  città medio‐grandi,  è morto  un terzo della popolazione e tutte le industrie sono state distrutte.  

Nel  1986  a  causa  dell’incidente  alla  centrale  atomica  di Chernobyl,  la voblast  di Homyel, Mahilou,  e  parte  di  Brest, Minsk  e Grodno  vengono contaminate dalle radiazioni. Questo incidente ha danneggiato gravemente lʹeconomia  della  Bielorussia,  causando  gravi  danni  alle  coltivazioni  e allʹallevamento, oltre che un drastico calo nelle esportazioni. 

La  Bielorussia  diviene  indipendente  dall’Urss  il  27  luglio  1990.  Il  15 marzo 1994 viene approvata la nuova costituzione. Il 10 luglio 1994 è eletto il primo presidente della repubblica, Alexander Lukashenko. 

9 Esiste molta  confusione  sulla  localizzazione  del  territorio,  dovuta  al  fatto  che  si  tratta  di  un 

territorio pianeggiante i cui confini sono cambiati continuamente nel corso dei secoli Ne  è prova il fatto che  alcune mappe  antiche  segnano  Rutenia Alba  sul  territorio  della Moscovia,  in  una  regione  oggi comunemente identificata come il cuore della Grande Russia.

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Le caratteristiche demografiche e socio-economiche della nazione

          L’analisi  delle  dinamiche  socio‐demografiche  che  hanno  interessato  la Bielorussa  negli ultimi  anni  offre  alcuni  segnali del  cambiamento  in  atto nella struttura del paese.  

Nel 2006 la Bielorussa contava 9,7 milioni di abitanti10, per oltre un terzo residenti nella regione di Minsk. In particolare, nella città di Minsk a partire dal  1995  si  è  registrata  una  costante  crescita  della  popolazione, diversamente  dalle  altre  sei  regioni  bielorusse  che  invece  sono  state caratterizzate  da  un  leggero  decremento  della  popolazione  residente.  La crescita della popolazione nella municipalità di Minsk City,  in un quadro demografico  regionale  pressoché  immutato  è  un  segnale  di  come  il dinamismo  socio‐economico  tenda  a  concentrarsi  nella  capitale,  un’area questa fondamentale nei piani di sviluppo dell’economia del paese.  

La popolazione  in età da  lavoro ammonta a 4 milioni 466mila persone pari al 46% del  totale della popolazione attiva11: di questi oltre  il 98,6% è occupato  soprattutto  nel  settore  industriale  (26,5%)  e  nel  commercio (14,1%).  Più  in  dettaglio,  nel  corso  degli  ultimi  dieci  anni  (graf.  1)  sono aumentati gli occupati  soprattutto nei  servizi  commerciali  (+3,4%)  e nelle costruzioni  (+1,2%);  al  contrario,  il  settore  agricolo  segna  un  deciso decremento  degli  occupati  (‐8,9%), mentre meno marcata  è  la  perdita  di lavoratori nell’industria (‐1,1%).    

10  Il  47%  sono  uomini  e  il  restante  53%  donne.  Inoltre  la  speranza  di  vita  alla  nascita  nella 

Repubblica di Belarus è di 68 anni, un dato questo tra i più elevati nel confronto con le nazioni ex CSI. 11 La popolazione attiva è considerata tale quando ha un’età compresa tra 15 e i 59 per gli uomini e 

tra  i   16 e  i 54 anni per  le donne. La percentuale della popolazione al di sotto dell’età  lavorativa è del 16,2%, mentre le persone inattive sono il 21,4%.   

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Graf. 1 - Distribuzione degli occupati per settore di attività (1995 - 2006)

19,1

27,6

6,9 7,0

10,7

6,5

9,5

12,7

10,2

26,5

8,1 7,6

14,1

7,5

10,3

15,7

0

5

10

15

20

25

30

Agricoltura Industria Costruzioni Trasporto ecomunicazioni

Servizicomemrciali

(vendita,ristorazione e

supportotecnologico)

Sanità Istruzione Altro

Settori

%

2006 1995

Fonte: Istituto statistico della Bielorussia

In generale,  la diminuzione  in settori  tradizionali quali  l’industria e,  in special modo, l’agricoltura a favore del settore dei servizi e del terziario in genere rende evidente il cambiamento del tessuto produttivo del paese, in direzione  di  un  sistema  economico  in  linea  con  quelli  dei  paesi  ad economia avanzata.    

Nondimeno,  altri  dati  confermano  la  progressiva  trasformazione  del sistema  produttivo  bielorusso,  che  fino  a  qualche  decennio  fa  era sostanzialmente  connotato  dalle  attività  del  settore  primario  e  che  oggi, invece,  punta  decisamente  verso  lo  sviluppo  e  l’ammodernamento  del settore terziario. In questo senso non stupisce che  la quota di popolazione residente nelle città nel giro di dieci anni sia passata da 68,1% del 1995 a poco meno del 73% nel 2006 (graf. 2).     

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Graf. 2 – Percentuale di popolazione urbana sul totale della popolazione (1995-2006)

68,1 68,4

68,8 69,3

69,7

70,2

70,771,1

71,5

72,0

72,8 72,4

1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Fonte: Istituto statistico della Bielorussia

Dunque  la  Bielorussia  si  sta  avviando  verso  un’economia  di mercato, sorretta  anche  da  un  livello  d’istruzione  della  popolazione  alquanto elevato12: quasi due terzi (62%) della popolazione è diplomato o  laureato13 [World Bank, 2005]. Oltre a ciò    il paese può vantare un servizio sanitario moderno  ed  efficiente:  il  tasso  di mortalità  infantile  –  un  indicatore  che indirettamente misura  l’efficienza della  sanità pubblica – è  tra  i più bassi dell’Europa centro‐orientale: 9 decessi per mille nati.  

Dunque  la Bielorussia  in poco più di un decennio ha dato avvio ad un processo  di  riforma  radicale  che  ha  coinvolto  l’intero  sistema‐paese: dall’economia  all’istruzione,  passando  per  la  sanità. Questo  processo  ha influito positivamente sul benessere dei cittadini bielorussi: difatti (graf. 3), i  redditi della popolazione hanno  fatto  registrare nei primi anni del  terzo millennio un incremento esponenziale, passando da poco più di un milione di rubli nel 2001 a 4,8 milioni di rubli dello scorso anno.    

12 In questo senso il Governo della Bielorussia ha investito nel 2005 circa un terzo (29,6%) nel PIL in 

formazione e istruzione.  13 In prevalenza si tratta di lauree tecniche (ingegneria, biologia, medicina, ecc.).  

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Graf. 3 - Reddito pro-capite (in migliaia di rubli. Anni 2001-2006)

4874

3951

3009

1154

1722

2309

0

1000

2000

3000

4000

5000

6000

2001 2002 2003 2004 2005 2006

anni

Fonte: Istituto statistico della Bielorussia  Una  performance  questa  dovuta  in  prevalenza  all’aumento  delle 

esportazioni    e  al  dinamismo  del  paese  nell’attrarre,  specie  negli  ultimi anni,  investitori  stranieri.  Peraltro  un  dato  che  conferma  tale  vitalità economica è  fornito dalla Banca Mondiale  la quale ha  registrato nel 2005 una  crescita media  del  PIL  pro‐capite  pari  al  9,8%  (nel  2004  il  valore  si attestava  al  12%). Ancora  una  volta  è  il  settore  dei  servizi  a  contribuire maggiormente alla ricchezza nazionale (49,3%), con un incremento di circa quattro punti percentuali  considerando  come  anno di  riferimento  il  1995 (45,6%).   

L’investimento nell’alta formazione, lo sviluppo costante del commercio e dei  servizi  alle  aziende  e  la  costante  crescita della popolazione urbana sono  tutti  fattori  che  caratterizzano  oggi  la  transizione  del  paese  verso un’economia moderna e di mercato.  I risultati delle  trasformazioni  in atto 

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sono  evidenti  soprattutto  in  termini  di  redditi  e,  in  generale,  di miglioramento delle condizioni di vita della popolazione.   

Non stupisce quindi che il tasso di disoccupazione in Bielorussia sia dal 2004 costantemente al disotto del 2%, consegnando un ritratto di un paese che rasenta la piena occupazione (graf. 4).    

Graf. 4 - Tasso di disoccupazione (1995-2006)

2,9 2,8

2,3 2,1 2,1

2,3

3,1

1,9

1,5 1,2

4,0

3,0

0

0,5

1

1,5

2

2,5

3

3,5

4

4,5

1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

%

Fonte: Istituto statistico della Bielorussia

Il  capitale  umano  della  Bielorussia  così  come  il  tessuto  economico  e produttivo  del  paese  si  stanno  allineando  agli  standard  occidentali, offrendo agli investitori stranieri servizi, infrastrutture e know how in grado di realizzare piani di investimento di medio e lungo periodo. Del resto nei successivi  paragrafi  si  avrà  modo  di  osservare  come  le  trasformazioni socio‐demografiche, sopra descritte, siano sostenute da una serie di fattori come, ad esempio, una legislazione favorevole alla costituzione di sinergie tra imprese locali e straniere.  

Le  recenti  riforme  promosse  dal  Governo  bielorusso  hanno  recato benefici per la popolazione, almeno dal punto di vista socio‐economico, un segnale questo  che dimostra  come  il paese  intenda  instradarsi verso una politica di scambio commerciale soprattutto con l’Occidente, fronte questo ancora inesplorato.  

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Bielorussia. Un ponte tra Oriente e Occidente

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Nel  corso  del  presente  lavoro  si  cercherà  di  illustrare  altri  aspetti connessi  al  sistema  economico  bielorusso  di  modo  da  fornire  ulteriori elementi per comprendere le trasformazioni sociali e demografiche appena illustrate. 

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Il sistema-paese bielorusso: cifre e chiavi di lettura

          Nelle  prossime  pagine  verranno  descritte  le  principali  caratteristiche  del mercato  bielorusso  attraverso  l’analisi  dei  principali  indicatori  macro‐economici. Inoltre, si valuterà  il sistema di  import/export del paese al fine di offrire alcune valutazioni sul sistema commerciale e produttivo utili per gli  investitori  laziali,  che  intendano  instaurare  legami  commerciali  con  la Repubblica  Bielorussa.  Il  percorso  d’analisi  proposto  è,  per  così  dire,  ad imbuto:  partendo  dalle  dimensioni  generali  che  definiscono  il  Sistema economico‐sociale,  si  cercherà  di  scendere  lungo  un’ipotetica  scala  di generalità per arrivare ad  individuare un complesso di  indicatori utili alla definizione  degli  scenari.  L’obiettivo  del  lavoro  è  ricostruire  in  modo analitico  e  particolareggiato  gli  aspetti  rilevanti  del  Sistema‐Paese bielorusso.    

L’organizzazione interna del mercato bielorusso  

Come è noto la Bielorussia, essendo situata al confine con l’Ucraina, ad una distanza relativamente breve da Chernobyl,  il 26 aprile del 1986 visse una catastrofe umanitaria,  ambientale  ed  economica  che  ancora oggi  incombe sul destino del Paese. Un disastro di vaste proporzioni che ha comportato uno sforzo ingente, per la messa in sicurezza e successivamente la bonifica di un’ampia porzione del  territorio. Sul piano sanitario, è stato necessario elaborare  ed  implementare dei  progetti di  lotta  alle malattie  (soprattutto tumori),  generate  dall’esposizione  alle  radiazioni,  che  impegnano  ancora oggi  ingenti  risorse umane  ed  economiche.  Sul piano  ambientale,  è  stata indispensabile  un’operazione  di  bonifica,  preceduta  dal  trasferimento  di 160.000  persone  verso  i  territori meno  inquinati  del Nord.  Ovviamente, questi  ed  altri  interventi  di  contenimento  del  danno  hanno  influito 

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significativamente anche sugli equilibri economici del Paese: si stima che le ricadute sulle persone, sull’ambiente e sull’economia dovute al disastro di Chenobyl incidano per oltre un terzo sul bilancio dello Stato.  

Vi è da aggiungere che dal 1986 ad oggi il Paese ha dovuto fronteggiare problemi  estremamente  complessi.  Primo  fra  tutti  il  crollo  dell’Unione Sovietica,    che ha  comportato,  in un primo momento,  la venuta meno di una  serie  di  aiuti  e  agevolazioni  che  lo  Stato  russo  garantiva  alle repubbliche  ex  socialiste.  Dal  disastro  nucleare  ad  oggi,  dunque,  la Bielorussia ha dovuto risalire la china quasi esclusivamente contando sulle proprie  forze,  affrontando  diversi  problemi  di  ordine  politico,  sociale, economico  ed  ambientale.  Tra  il  1990  e  il  1995,  infatti,  la  giovane Repubblica  centro‐orientale  è  stata  interessata  da  una  crisi  del  sistema paese,  caratterizzata  da  un  tasso  d’inflazione  elevatissimo, dall’indebolimento  della  produzione  e  il  conseguente  accrescimento  del tasso  di  disoccupazione14.  Ciò  nonostante,  la  repubblica  di  Belarus  ha intrapreso,  seppur  lentamente,  un  processo  di  riforma  e  rilancio dell’economia nazionale, anche grazie alla rinnovata partnership con lo Stato russo15.  Una  ripresa  questa  che  da  pochi  anni  ha  permesso  al  Paese  di accrescere la capacità di attrarre imprese e capitale straniero.  

Una  tendenza  questa  che  nel  corso  degli  anni  è  andata  via  via incrementando  (graf.  5),  anche  se  si  tratta  ancora di una  quota  residuale rispetto alla composizione del mercato bielorusso (1,4% nel 2006).    

La  lenta  salita  della  quota  d’imprese  straniere  è  connessa  a  fattori  di diversa  natura:  un  tessuto  produttivo  che,  si  è  visto  nel  paragrafo precedente,  è  ancora  in  uno  stato  di  transizione  da  una  economia nazionalizzata  ad  una  di  libero  mercato.  D’altronde,  tale  passaggio comporta  una  serie  di  riforme  legislative  (in  parte  già  realizzate16)  e  un ammodernamento degli impianti di produzione. D’altro canto il problema di questo rilancio  implica una  forte dipendenza dei mercati bielorussi dal Governo di Mosca, una dipendenza legata soprattutto al bilancio energetico del  paese  che  vede  arrivare  dalla  Russia  oltre  80%  di  petrolio  e  gas naturale.  Infine,  un  ulteriore  elemento  problematico  è  la  diffidenza dell’Unione  Europea  dovuta  ad  una  politica  interna  che  numerosi osservatori  internazionali  considerano ambigua. Tuttavia,  le  riserve poste dall’UE  nei  confronti della Bielorussia  non  sono definitive:  basti  pensare 

14 Dal 1994 in poi si è cercato di proteggere la neonata economia di mercato rafforzando la presenza 

e i poteri dello stato. 15 La Russia per volumi d’affari è il principale partner dello Stato bielorusso: la Russia contribuisce 

per il 37% dell’intero fatturato dovuto alle esportazioni di merci e servizi. Per comprendere tale dato si pensi che l’Olanda, seconda nazione in ordine di importanza per volumi di export, arriva ad una quota del 17,7%.       

16 Cfr. par. 6. 

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che l’Unione, il 21 novembre dello scorso anno, ha emesso un documento in cui afferma la volontà di attuare politiche di vicinato con la Bielorussia, con conseguenti vantaggi economici per il paese, qualora vengano sciolti i nodi sulle libertà democratiche.  

 Fonte: Istituto statistico della Bielorussia   Tuttavia, al di là di questi fattori ostativi per lo sviluppo del commercio 

estero, la Bielorussia è un paese dalle enormi potenzialità sia in termini di risorse  naturali  sia  rispetto  alla  posizione  geografica  e  politica  che  essa riveste  in Europa orientale. Basti pensare  che  la Bielorussia è un mercato ancora  poco  sfruttato,  che  la  stessa  fa  parte  dell’unione  doganale  con  la Federazione Russa e che ha al suo interno 6 aree di libero scambio, dove gli imprenditori  possono  usufruire  di  agevolazioni  fiscali.  Inoltre,  la Repubblica di Belarus  negli ultimi  anni  sta  cercando di  affermarsi  anche sulla  ricerca  scientifica  e  l’innovazione  tecnologica,  attraverso un  ingente impegno  nell’investimento  in  formazione.  Insomma,  da  questa  prima panoramica emerge che il Paese sta cercando concretamente di far crescere la fiducia internazionale circa le possibilità di scambi commerciali.   

Graf. 5 – Composizione del mercato bielorusso (1995-2006)

59,8 60,158 57,3 57,3 57,2 57,2

55,152,9 52,4 51,7 51,5

40,1 39,8 41,8 42,5 42,4 42,4 42,244

46,1 46,4 47,1 47,0

0,1 0,10,2 0,2

0,30,4

0,6

0,91,0

1,2

1,3 1,4

0

10

20

30

40

50

60

70

1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

%

0

0,2

0,4

0,6

0,8

1

1,2

1,4

1,6

%

Stato Privati Stranieri

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Ricchezza e potenzialità produttive

 Affinché  il  quadro  fin  qui  delineato  risulti  ancor  più  chiaro  occorre esaminare gli indicatori economici chiave (prodotto interno lordo, tasso di crescita  reale,  livello  di  inflazione,  debito  estero  ecc.),  osservandone  gli andamenti (positivi e negativi) nel tempo. (tab 1).   

Tab. 1 – Indicatori macro-economici di base 

U.M. 2002 2003 2004 2005 2006

PIL prezzi correnti mln USD 14489 17622 23102 30194 36938

Cambio annuale del PIL in prezzi comparabili % 105 107 111 109,4 109,9

PIL procapite ai prezzi correnti (pop. 9714200) USD 1464 1789 2357 3100 3802

Origine del PIL

Agricoltura % 9,5 8 8,3 7,5 7,5

Industria % 25,4 26,1 28,8 27,4 27,6

Servizi % 45,5 44,7 43 42,8 42,9

Ripartizione del PIL

Uso privato % 58,3 54,9 53,1 50 50,2

Uso statale % 21,3 21,1 20,9 18,9 19,4

Investimenti % 17,2 19,5 21,6 23,2 24,3

Livello di inflazione % 34,8 25,4 14,4 8 6,6

Debiti esteri mln USD 770 746 741 784 838

Debiti esteri rispetto al PIL % 5,4 4,2 3,2 2,7 2,3

Fonte: Istituto Nazionale per il Commercio Estero (ICE)

  Il PIL è un indicatore del livello del reddito nazionale tra i più utili per 

valutare lo stato di salute di una nazione; molto importante, tra l’altro, è il suo  andamento  negli  anni. Nella    prima  riga  della  tabella  1  è  riportato l’ammontare annuo del prodotto interno lordo bielorusso (espresso in mln di dollari USA). Dal 2005 al 2006  l’ammontare della  ricchezza prodotta  è passato  dal  9,4%  al  9,9%.  Peraltro,  interessanti  sono  gli  andamenti  dei valori  riguardanti  le  tre macro  aree  economiche:  agricoltura,  industria  e servizi. Dal confronto delle serie storiche  riportate nella  tabella si osserva chiaramente  che,  seguendo  le  tendenze  tuttora  in atto nei maggiori paesi occidentali,  l’incidenza  del  settore  agricolo  alla  formazione  del  Prodotto Interno  Lordo  diminuisce  di  2  punti  percentuali  durante  il  quinquennio 2002‐2006.  Inoltre, nello stesso  lasso di  tempo,  l’incidenza percentuale sul PIL del comparto  industriale sale dal   25,4% al 27,6%. Infine,  il settore dei 

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servizi  scende  di  2,6  punti  percentuali.  Nonostante  il  calo,  tuttavia,  il terziario contribuisce fortemente alla creazione del Prodotto Interno Lordo: la quota di questo settore sul PIL non scende mai sotto  il 40%. Secondo  i dati  ICE    l’economia  della  Repubblica  sembra  aver  intrapreso  la  strada della  terziarizzazione,  pur  mantenendo  i  piedi  ben  saldi  nel  comparto industriale.  

Continuando  a  scorrere  la  tabella  1  sono  riportati  i  valori  percentuali della  ripartizione  del  PIL.  Nel  2006  gli  investimenti  hanno  assorbito  il 24,3%  del  prodotto  interno;  questa  quota  dal  2000  è  cresciuta  del    7,1%. Nondimeno ad assorbire la quantità maggiore del PIL continua ad essere il settore privato (50,2% nel 2006), mentre il settore pubblico assorbe il 19,4%.  

Da  ultimo  il  livello  di  inflazione  (ovvero  l’incremento  dei  prezzi  nel tempo): negli ultimi 5 anni è passato dal 34,8% del 2002 al 6,6% dello scorso anno. Il crollo dell’inflazione è un dato estremamente positivo e testimonia la  volontà  del  Governo  bielorusso  di  definire  politiche  vicine  a  quelle comunitarie,  ovvero  interventi  che  sappiano  contenere  le  dinamiche inflazionistiche, tenendo allo stesso tempo sotto controllo il debito. Infatti, il il  trend  del  debito mostra  una  progressiva  diminuzione  degli  oneri  del paese,  l’incidenza dei debiti contratti sul PIL è,  infatti, passata dal 5,4 del 2002 al 2,3% del 2006. 

Il  quadro  sin  qui  descritto  sembra  essere  piuttosto  promettente.  La Bielorussia nell’ultimo quinquennio ha puntato  sulla normalizzazione del sistema‐paese,  facendo  forza  su  una  politica  economica  che,  stando  agli indicatori, riesce nella quadratura del cerchio, associando al risanamento lo sviluppo.  

Tenendo  sullo  sfondo  questi  segnali,  le  performance  dell’economia bielorussa devono essere analizzate anche rispetto alla presenza sui mercati internazionali. In generale, anche in questo campo i risultati sono buoni: nel 2006  le  esportazioni  di  prodotti  e merci  bielorusse  sono  aumentate  del 23,5%. Occorre  però  scandagliare  più  approfonditamente  questo  aspetto, andando a considerare i livelli (settore per settore) delle esportazioni e delle importazioni.  La  tabella  2  mostra  le  principali  esportazioni  di  prodotti bielorussi nel 2006.  

A  giudicare  dai  dati  a  disposizione,  i  prodotti minerali  (38,8%)  sono quelli  maggiormente  esportati  dalla  Repubblica  di  Belarus;  in  seconda posizione troviamo mezzi e materiali da trasporto (10,4%); in terza invece si posizionano le macchine ed apparecchi meccanici; seguono i prodotti per le industrie  chimiche,  i metalli  e prodotti  in metallo  e  i prodotti  tessili,  che 

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rispettivamente conquistano l’8,1%, il 7,6% e il 5% delle quote relative alle esportazioni17.   

Tab. 2 – Export 2006

Principali prodotti esportati (2006) Valori %

Prodotti minerali 38,8

Mezzi e materiali da trasporto 10,4

Macchine ed apparecchi meccanici 8,7

Prodotti delle industrie chimiche e connesse 8,1

Metalli e prodotti in metallo 7,6

Prodotti tessili 5,0 Fonte: Istituto Nazionale per il Commercio Estero (ICE)

Come  detto  in  precedenza,  per  completare  questa  prima  panoramica occorre  tenere  conto  anche  delle  tendenze  delle  importazioni  (tab.  3). L’acquisto  di  prodotti minerali  ha  coperto,  nel  2006,  un  terzo  del  totale (33,4%); mentre  le macchine ed apparecchi meccanici  superano di poco  il 16%; i metalli e i prodotti metallici raggiungono quasi il 12%. Al di sotto del 10%  troviamo:  i  prodotti  delle  industrie  (7,1%),  i  mezzi  e  materiali  da trasporto  (6,5%)  e  i  prodotti  tessili  con  un  valore  percentuale  che  non supera i cinque punti (4,7%). Nel complesso le importazioni sono cresciute del 33,4%.

Tab. 3 – Import 2006

Principali prodotti importati (2006) Valori %

Prodotti minerali 33,4

Macchine ed apparecchi meccanici 16,1

Metalli e prodotti in metallo 11,7

Prodotti delle industrie chimiche e connesse 7,1

Mezzi e materiali da trasporto 6,5

Prodotti tessili 4,7 Fonte: Istituto Nazionale per il Commercio Estero (ICE)

17  In  generale  nei  primi  mesi  del  2007  le  quote  di  export  bielorusso  hanno  fatto  segnare 

un’inversione di tendenza nei flussi in uscita: i paesi dell’UE hanno fatto registrare un volume di export superiore  a  quello  della  Russia  tradizionale  partner  commerciale  della  Bielorussia  (43,5%  paesi UE 

contro 36,8% Russia).

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Completando il quadro occorre prestare attenzione alle importazioni di alcuni  prodotti  strategici  per  capire  i  fabbisogni  di  questa  nazione.  Ci riferiamo  soprattutto  al  fabbisogno  energetico;  argomento  questo  che sempre  più  spesso  viene  portato  alla  ribalta  come  nodo  cruciale  per  il modello  di  sviluppo  occidentale. Da  tempo  la  risoluzione  del  problema della dipendenza energetica fa parte dell’agenda politica del paese18. Anni fa,  infatti,  si  parlava  della  costruzione  di  un  impianto  atomico  per  la produzione di energia elettrica, al fine di tagliare il cordone ombelicale con la  Russia;  paese  quest’ultimo  che  forniva  e  fornisce  gran  parte  del  gas consumato dalla Repubblica di Belarus. La disputa con Mosca è tornata alla ribalta  all’inizio del  2007:  il Governo  russo ha,  infatti,  accusato Minsk di bloccare volontariamente  i  rifornimenti   petroliferi diretti  in Polonia  e  in Germania.  Al di là delle motivazioni sottostanti a queste polemiche, il fatto stesso che, ciclicamente, si ripropongano indica come l’approvigionamento energetico sia uno dei nervi scoperti del paese.  

La tabella 4 illustra chiaramente i termini del problema.   

Tab. 4 – Le fonti energetiche

Fabbisogno energetico U.M. 2000 2006 Variazioni import anni 2000-2006

Petrolio mln. t 11,9 20,9 9

Gas naturale bln. m³ 17,1 20,8 3,7

Elettricità bln. kWh 7,2 5,5 -1,7 Fonte: Ufficio statistico della Bielorussia

  L’importazione di petrolio dal 2000 al 2006 è passata da 11,9 mln.  t. a 

20,9 milioni di tonnellate; quella di Gas, nello stesso periodo di tempo, da 17,1 bln. a 20 bln   m³. A scendere sembra essere soltanto  il  fabbisogno di elettricità che dai 7,2  bln di KWh scende a 5,5 bln. di KWh19. L’aumento del fabbisogno di energia è, comunque, un fenomeno in linea con un’economia in espansione. Non bisogna poi dimenticare che la diffusione del benessere in  strati  più  ampi  della  popolazione  implica  stili  di  vita maggiormente dispendiosi anche in termini energetici (soprattutto nelle aree urbane). 

Tornando  alla  situazione  economica  generale  della  Repubblica  di Belarus si hanno segnali ambivalenti: se da una parte i maggiori indicatori economici mostrano tendenze positive; dall’altra, la dipendenza energetica 

18 Si vedrà più avanti come nel programma di sviluppo 2007‐2010 redatto dal Governo sono state 

inserite alcune azioni per attenuare  la dipendenza energetica del paese e che potrebbe risultare anche un fattore di investimento per le Pmi laziali. 

19 Peraltro, la società Gazprom ha raddoppiato nel 2006 il prezzo del gas naturale.  

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potrebbe frenare la crescita, che pure segna trend moderatamente positivi. Tuttavia  la  dipendenza  non  è  totale:  esiste  un  settore  dal  quale  la repubblica ex sovietica può trarre ingenti risorse.   

La Bielorussia dispone di una superficie boschiva pari al 36% della sua superficie  la  quale  produce  una  grande  varietà  di  legname  grazie  alla presenza  di  pini,  abeti,  roveri,  betulle,  ontani,  larice,  tigli.  L’elemento interessante  sta  nel  fatto  che  a  differenza  dei  paesi  europei  il  livello  di sfruttamento di tale ricchezza è ben al disotto della media. Nella tabella 5 è illustrata  la  composizione  interna dell’industria del  legno:  il  taglio  copre quasi  il  43% della produzione; gli  imballaggi  il  13,6%;  la produzione dei fiammiferi  il  12,7%.  Tutti  gli  altri  prodotti  riportati  nella  tabella  5  si attestano  al  disotto  del  10%. Quello  che  qui  occorre  sottolineare  è  che  il taglio del  legno  e  la produzione di prodotti  annessi  è poco  sviluppato  e potrebbe  essere    sfruttato  di  più,  soprattutto  per  la  produzione  di  semi‐lavorati e di segature.  

Tab. 5 – L’industria della trasformazione del legno

Prodotti del legno %

Taglio dei tronchi 42,9

Imballaggi di carta e di cartone 13,6

Fiammiferi 12,7

Mobili 6,8

Prodotti chimici per il legno 6,7

Cellulosa carta e cartone 3,7

Pannelli 2,1

Altro 11,5

Totale 100,0 Fonte: Ufficio statistico della Bielorussia

Ovviamente,  le  occasioni  di  tessere  legami  commerciali  non  si esauriscono  con  i  comparti  poc’anzi  elencati, ma  riguardano  anche  altri settori: la Bielorussia (tab. 6) produce ed esporta prodotti come pneumatici, fibre e  filati  sintetici, materiali  ferrosi, ecc. Le aree di principale  interesse commerciale sono connesse ai prodotti derivanti dal petrolio  (pneumatici) che  passano  dai  due milioni  di  pezzi  prodotti  nel  2000  ai  due milioni  e seicentomila  del  2006. Oltre  a  ciò  è  oramai  consolidata  anche  l’industria tessile  (la produzione annua si attesta,  lungo  tutto  il periodo considerato, attorno alle 150‐mila tonnellate), soprattutto del lino che risulta essere uno dei  prodotti  più  esportati  dal  Paese. Ma  è  soprattutto  la  produzione  di materiali  ferrosi  a  crescere  in  maniera  più  consistente:  se  nel  2000  le fabbriche bielorusse esportavano 1.391.000 tonnellate di materiale lavorato, 

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nel  2006,  tale  quota  arriva  1.826.000  tonnellate.  Infine,  crescono  anche  le esportazioni  annue  di  prodotti  e  macchinari  (congelatori,  televisioni, monitor, camion e trattori). 

Tab. 6 – I settori trainanti l’export Maggiori prodotti esportati 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

Pneumatici (in migliaia di unità) 2007 2152 1375 2335 2721 2333 2636

Fibre e filati sintetici (in migliaia di tonnellate) 150,1 157,7 163,5 158,2 155,5 141 153,1

Metalli ferrosi (in migliaia di tonnellate) 1391 1431 1453 1414 1498 1631 1826

Congelatori e surgelatori (in migliaia di unità) 610,7 654,5 721,3 790,2 848,9 890,1 969

TV, monitor e proiettori(in migliaia di unità) 373,5 480,2 454,8 544,3 739 814,8 477,4 Trattori, inclusi le motrici dei camion (in migliaia di unità) 21,7 23,5 25,7 30,2 36,4 41,4 49,9

Camion (in migliaia di unità) 10 12,4 10,6 11,9 12,3 13,2 13,2

Biciclette (in migliaia di unità) 483,6 679,5 720,3 705,7 730,4 381,2 283,5

Roulotte (unità) 8985 15712 18435 19331 28903 33951 31170Fonte: Ufficio statistico della Bielorussia

  Le relazione economiche con l’estero: i rapporti commerciali con

l’Italia e il confronto con i principali competitor globali  

L’economia  contemporanea  è  spesso definita  attraverso  la metafora della rete,  un  complesso  intrecciarsi  di  relazioni  e  scambi  commerciali.  La Bielorussia  è  essa  stessa  inserita  nella  rete  globale  degli  scambi,  come d’altronde  l’Italia.  In  questa  sezione  del  lavoro  si  esaminerà  il  network commerciale  della  Bielorussia.  In  altri  termini,  occorre  comprendere  i rapporti  tra  la  giovane  Repubblica  di  Belarus  e  il  “sistema  mondo”, approfondendo  in  particolare  gli  aspetti  che  riguardano  direttamente l’Italia.  

La tabella 7 mostra gli andamenti delle esportazioni della Repubblica di Belarus a seconda dei partner commerciali. Come si può notare, grazie al trattato  di  libera  circolazione  delle  merci,  il  paese  verso  cui  sono  state spediti le maggiori quantità di prodotti, nel 2006, è la Russia (34,7%). A ben vedere,  il rapporto privilegiato con questo paese non è una novità. Infatti, sin dal 2002  la Russia è  il maggior partner commerciale di Minsk (quasi  il 50% delle esportazioni). A  seguire  troviamo  l’Olanda e  la Gran Bretagna, che  rispettivamente  conquistano  il  17,7%  e  7,5%  delle  esportazioni  totali della Bielorussia. Questo dato è molto interessante: infatti, dal 2002 al 2006, la Repubblica Bielorussa ha aumentato considerevolmente la merce inviata vero l’Olanda e l’Inghilterra, il saldo è pari a 3215,5 mln USD per l’Olanda e 981,2 mln USD   per  la Gran Bretagna. Considerando  i valori percentuali 

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relativi alle esportazioni del 2006, a  seguire  troviamo:  l’Ucraina  (6,3%);  la Polonia (5,3%); la Germania (3,9%); la Lettonia (2,4%); gli Stati Uniti (2,3%); la Lituania (2,2%). Fanalino di coda è l’Italia, che nell’anno considerato non ha superato la soglia dell’1%. 

Tab. 7 – I partner commerciali della Bielorussia (I)

Export bielorussia (mln Usd) 2002 2003 2004 2005 2006 % 2006

Russia 3977,1 4879,9 6485 5715,8 6849,6 34,7

Olanda 279 413,8 924,4 2408,3 3494,5 17,7

Gran Bretagna 493,7 938,3 1147,6 1120,4 1474,9 7,5

Ucraina 271,6 343,5 539,8 907,8 1234 6,3

Polonia 273,3 434,5 728,8 847,3 1032,8 5,3

Germania 347,9 421,2 516,3 708,5 752,6 3,9

Lettonia 520,1 344,2 310,7 322,6 462 2,4

USA 91,3 102,3 208,6 250,1 446,7 2,3

Lituania 256,7 265 284,8 351,8 432,7 2,2

Italia 130,1 135,2 142,9 159,7 177,2 0,9

Altri paesi 1380,1 1667,7 2484,8 3187 3381,5 16,8

Totale 8020,9 9945,6 13773,7 15979,3 19738,5 100,0 Fonte: Istituto Nazionale per il Commercio Estero (ICE)

In generale, le merci in uscita dal territorio bielorusso passano attraverso il  Nord‐Europa:  dalla  Germania,  in  Olanda,  per  poi  giungere  in  Gran Bretagna. È  interessante notare come  la Bielorussia abbia  le caratteristiche per configurarsi   come  intermediario negli scambi tra Russia e Europa del Nord:  la  sua posizione e  i  legami bi‐laterali già attivi possono  favorire  la costituzione  di  un  corridoio  che,  in  futuro,  potrebbe  congiungere Mosca con Londra. 

Tornado ai dati,  il rapporto privilegiato con Mosca emerge anche dalle cifre relative alle importazioni (tab. 8). Nel 2006, il 58,6% di tutti i prodotti stranieri  che hanno varcato  i  confini bielorussi  erano di origine  russa. Al secondo posto di  questa  classifica,  con  il  7,5%,  troviamo  la Germania,  al terzo l’Ucraina (5,5%), al quarto la Polonia (3,4%), al quinto la Cina (2,5%). In  questo  caso,  l’Italia,  con  il  2,2%,  è  sesta,  superando  la  Francia  (1,3%),  l’Olanda (1%) e il Brasile (0,9%).       

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Tab. 8 – I partner commerciali della Bielorussia (II) Import Bielorussia in mln USD 2002 2003 2004 2005 2006 % 2006

Russia 5922,3 7601,9 11219,2 10118,1 13084,3 58,6

Germania 693,1 820,7 1081,7 1121,1 1669,9 7,5

Ucraina 290,7 362,1 545 893,9 1224,7 5,5

Polonia 219,6 348,5 475 578,9 765 3,4

Cina 45,7 70,5 157,1 284,1 548,6 2,5

Italia 215,2 284 300,5 393,5 496,9 2,2

USA 103,1 150,1 255,3 231,9 283,2 1,3

Francia 94,9 116,3 165,1 176,1 270,4 1,2

Olanda 84,1 93,4 118,7 161,3 220 1

Brasile 104,5 89,2 97 142,3 147,6 0,9

Altri paesi 1319,1 1621,3 2076,2 2606,9 3612,6 15,9

Totale 9092,3 11558 16490,8 16708,1 22323,2 100,0 Fonte: Istituto Nazionale per il Commercio Estero (ICE)

 A  giudicare  dai  dati  commentati  precedentemente,  l’Italia  sembra 

esportare  in  Bielorussia  più  di  quanto  non  importi.  Tale  evidenza  è confermata dalla tabella 9: la serie storica del saldo (terza colonna) mostra chiaramente  che  già  a  partire  dal  1994  la  quantità  di  merce  italiana importata  dalla  Bielorussia  supera  quella  esportata  in  Italia.  Il  trend,  da questo punto di vista,  lascia presagire aumenti delle quote di mercato  in favore del nostro paese. 

Tab. 9 – Gli scambi Bielorussia-Italia (in milioni di USD)

Anno Esportazioni Importazioni Saldo 1992 22,3 14 8,3 1993 26,9 20,2 6,7 1994 34,9 22,8 12,1 1995 60,8 82,7 -21,9 1996 57,4 111 -53,6 1997 64,2 157,9 -93,7 1998 73 179 -106 1999 64,8 167,9 -103,1 2000 76,1 162,6 -86,5 2001 85,4 164,1 -78,7 2002 130,1 215,2 -85,1 2003 135,2 284 -148,8 2004 142,9 300,5 -157,6 2005 159,7 393,5 -233,8 2006 172,2 496,9 -324,7 Fonte: Istituto Nazionale per il Commercio Estero (ICE)

Dal confronto del primo  trimestre del 2006 con quello del 2007,  infatti, (vedi  allegato  1)  l’Italia  ha  aumentato  di  oltre  il  100%  l’esportazione  di 

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legno e prodotti per  il  legno  (101,65%); pasta da carta, carta e prodotti di carta  (305,28%);  metallo  e  prodotti  in  metallo  (106,23%);  macchine  ed apparecchi meccanici (102,14%).  Sul lato delle importazioni il nostro paese ha  fatto  registrare  incrementi  considerevoli  soprattutto  di  prodotti alimentari,  bevande  e  tabacco  (158,21%);  di  articoli  in  gomma  e materie plastiche  (278,72%);  di  mobili  (342,44%);  di  altri  prodotti  dell’industria manifatturiera (332,13%). 

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Gli scambi con la regione Lazio   

       

Premessa Nelle  pagine  precedenti  si  è  visto  come  negli  ultimi  cinque  anni  l’Italia abbia costantemente  incrementato gli scambi economici con  la Bielorussia sino  a  diventare  il  sesto  partner  commerciale  del  paese  ex  sovietico. Nell’ottica di  approfondire  le  opportunità di  internazionalizzazione delle imprese  laziali,  non  ci  si  può,  però,  limitare  all’interscambio  su  scala nazionale,  bensì  occorre  fornire  dati  su  base  regionale  in  modo  da  far emergere  le peculiarità territoriali e  individuare  i settori produttivi che, al momento,  appaiono  più  promettenti.  A  riguardo,  il  database  sul commercio estero dell’Istat (Coeweb) fornisce un sostegno imprescindibile: al suo interno sono archiviati i dati territoriali sugli interscambi economici delle  regioni  e  province  italiane  con  l’estero.  In  questa  sezione  si utilizzeranno  le  informazioni  del  Coeweb  per  descrivere,  tanto  su  base longitudinale  quanto  rispetto  al  primo  trimestre  del  2007,  gli  scambi economici tra le province della regione Lazio e la Bielorussia.    Le tendenze di medio periodo  

Nel grafico 6 sono  rappresentati gli  interscambi economici posti  in essere dal  1992  al  2005  tra  le  imprese  della  regione  Lazio  e  la  Repubblica  di Belarus.  In  generale,  dalle  serie  storiche  riportate,  si  evince  che  le esportazioni  sono  state  quasi  sempre  superiori  alle  importazioni  (fatta eccezione al periodo compreso  tra gli anni 2000 e 2002). Questa  tendenza generale  si precisa ulteriormente prendendo  in  considerazione  i picchi di export  registrati  negli  anni  1996  (6.862.000  euro)  e  1999  (6.586.000  euro). Soprattutto nel 1996  si è  registrata  la migliore performance delle  imprese laziali sul mercato bielorusso. Come si vede l’andamento dell’interscambio con la Bielorussia è tutt’altro che regolare: fino al 2000, periodi di crescita si alternano  a  bruschi  cali.  Passando  alle  evoluzioni  più  recenti,  dal  2002  i volumi di export tornano ad aumentare mentre si riduce l’import: il 2003 è 

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invece l’anno nel quale il tessuto produttivo laziale ha segnato differenziali tra export ed  import  significativi  (import 1.107.000 euro  contro un valore complessivo di esportazioni pari a 5.142.000 euro). Infine, negli ultimi due anni (2004 e 2005)  l’export scende nuovamente, mentre  l’import appare  in leggerissima ripresa.  

Fonte: Coeweb (datawarehouse sul commercio estero)

Dal punto di vista tendenziale, le relazioni commerciali e industriali con 

la  Bielorussia  sembrano  risentire  in  modo  forte  delle  congiunture economiche.  Non  bisogna  però  dimenticare  che  dal  punto  di  vista dimensionale,  gli  importi  degli  scambi  sono  alquanto  contenuti:  è sufficiente  che  un’azienda  non  rinnovi  una  commessa  avuta  nell’anno precedente per  far  sì  che  la  tendenza generale  si  inverta. Comunque  sia, l’analisi del grafico suggerisce che dopo un periodo di sviluppo (1992‐1999) si  è  entrati  in una  fase di  calo  sia per quel  che  riguarda  l’import  sia per l’export (2000‐2005). 

    

Graf. 6 - Import-Export Lazio-Bielorussia 1992-2006(in migliaia di euro)

0

1.000

2.000

3.000

4.000

5.000

6.000

7.000

8.000

1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 import export

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I dati su base provinciale  

Dopo  aver  descritto  gli  stock  annui,  conviene  passare  ad  analizzare  la composizione degli stessi nel primo trimestre del 2007. Rimane, comunque, valida l’avvertenza proposta poco sopra: scomponendo su base provinciale importi  di  per  sé  bassi,  bisogna  porre  attenzione  alla  lettura  dei  dati  e concentrarsi  sulle  categorie merceologiche movimentate piuttosto  che  sui volumi complessivi20. 

Al  primo  trimestre  2007  i  flussi  d’import/export  tra  Bielorussia  e  le imprese  laziali  sono  indirizzati  prevalentemente  su  due  categorie  di prodotti: agricoltura, caccia e silvicoltura e trasformati/manufatti (tab. 10).  Tab. 10 – Flusso di import-export province del Lazio – Bielorussia

(Valori in euro - periodo riferimento: I trimestre 2007)

Viterbo Rieti Roma Frosinone Latina Tipologia di merce (CAPTECO21) Imp. Exp. Imp. Exp. Imp. Exp. Imp. Exp. Imp. Exp.

A – Prodotti dell'agricoltura, della caccia e della silvicoltura

0 0 0 0 0 93.139 0 0 0 58.968

D - Prodotti trasformati e manufatti

19.022 86.989 0 0 109.064 11.031 18.868 9.067 21.702 208.529

Fonte: Coeweb (datawarehouse sul commercio estero)

  In  particolare,  la  direzione  degli  scambi  produttivi  tra  i  due  soggetti 

economici  punta  decisamente  verso  la  Bielorussia:  le  esportazioni  di prodotti  laziali  ammontano  a  circa  460mila  euro;  viceversa,  il  valore complessivo delle importazioni si attesta a circa 170mila euro. Dunque, per le  imprese  laziali  la  Bielorussia  rappresenta  un’occasione  di  proiezione esterna;  tale strategia è perseguita soprattutto dalle aziende presenti nella provincia  di  Latina:  le  esportazioni  delle  imprese  pontine  in  Bielorussia, ammontano  a  oltre  260mila  euro  (in  prevalenza  prodotti  trasformati  e 

20 Per fornire una base informativa più ampia nell’allegato 2, posto al termine del documento, sono 

riportati gli scambi per categoria merceologica delle province  laziali negli anni che vanno dal 2003 al 2006. Per esigenze di sintesi, queste tavole non sono analizzate nel testo. 

21 La classificazione economica delle merci stabilita a livello mondiale dal Comitato di Cooperazione Doganale è definita Sistema armonizzato (SH6). E’ costituita da raggruppamenti di merci in oltre 5.000 posizioni a sei cifre. Da essa deriva la classificazione economica delle merci adottata nelle rilevazioni del commercio estero dai paesi dell’UE (Nomenclatura combinata ‐ NC8); da questa ulteriore classificazione si origina un’altra nomenclatura combinata che raggruppa, sulla base delle attività economiche, i diversi prodotti. La Classificazione delle attività economiche ufficialmente adottata dallʹISTAT è l’ATECO2002 assimilabile, fino alla quarta cifra di dettaglio, alla classificazione ufficiale dellʹ Unione europea NACE rev.1.  

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manufatti), coprendo una quota di mercato, rispetto al resto delle aziende laziali,  del  57%.    Il  restante  43%  delle  esportazioni  è  appannaggio  quasi esclusivo di due province: Roma (104mila euro, in particolare prodotti del settore primario) e Viterbo (poco meno di 87mila, in prevalenza manufatti). In posizione marginale con 9mila euro di export si posizionano le imprese ciociare, mentre  le  aziende  reatine,  nei  primi mesi  del  2007,  non  hanno avuto alcuno scambio con la Bielorussia sia in entrata che in uscita.  

Per quanto riguarda l’import, la quota dei prodotti bielorussi in entrata (specialmente  trasformati  e manufatti)  è  assorbita  prevalentemente  dalla provincia di Roma  (109mila  euro); mentre, Viterbo, Latina  e Frosinone  si attestano su  livelli di  import compresi  tra  i 21mila euro della provincia di Latina  e  18mila  euro  della  provincia  di  Frosinone.  Per  quel  riguarda  i prodotti del settore primario, la totalità dell’export delle province di Roma e Latina riguarda le coltivazioni agricole, la produzione di ortaggi e fiori. 

Come  si  vede  gran  parte  degli  scambi  riguarda  la  categoria  merceologica  dei  prodotti  trasformati  e  dei  manufatti.  Si  tratta  di  un insieme  alquanto  eterogeneo  di  prodotti:  si  va  dai  prodotti  tessili  alle materie  plastiche,  dalla  meccanica  ai  composti  chimici;  per  meglio comprendere  la  situazione  laziale    è  quindi  necessario  mostrarne  la composizione interna, sia in entrata che in uscita (tab. 11).  

All’interno della macrocategoria  “prodotti  trasformati  e manufatti”,  le esportazioni riguardano principalmente quattro tipologie di merci: prodotti chimici e  fibre sintetiche  (167mila euro); macchine e apparecchi meccanici (146mila  euro);  articoli  in  gomma  e  materie  plastiche  (72mila  euro);  e, infine, con poco più di 60mila euro, legno e prodotti in legno.  

A  livello provinciale,  sono  soprattutto  le  imprese pontine operanti nei settori  del  chimico  e  della metalmeccanica  ad  essere  più  dinamiche  nel mercato bielorusso. Spostandosi nella parte settentrionale della Regione, le aziende viterbesi esportano  invece   articoli  in gomma e materie plastiche (72mila euro). Modesti risultano i volumi di export delle province di Roma e Frosinone. 

Le importazioni di prodotti manufatti e trasformati vede le aziende della provincia di Roma protagoniste soprattutto nell’acquisto  in Bielorussia   di prodotti chimici e fibre sintetiche (94mila euro). Viceversa, Viterbo, Latina e Frosinone, pur registrando valori di  import moderati, si riforniscono dalla Bielorussia soprattutto di legno e prodotti del legno.     

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Tab 11 – Import-Export prodotti trasformati e manufatti Lazio-Bielorussia

(Valori in euro - periodo riferimento: I trimestre 2007)

Viterbo Roma Latina Frosinone MERCE

Imp. Exp. Imp. Exp. Imp. Exp. Imp. Exp. DB - Prodotti delle industrie tessili e dell'abbigliamento

0 0 10.483 7.131 0 0 0 0

DD - Legno e prodotti in legno

19.022 0 1.031 0 21.702 0 18.868 0

DG - Prodotti chimici e fibre sintetiche e artificiali

0 5.857 94.380 0 0 67.529 0 0

DH - Articoli in gomma e materie plastiche

0 71.740 0 0 0 0 0 0

DI - Prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi

0 9.392 0 0 0 0 0 0

DK - Macchine ed apparecchi meccanici

0 0 0 0 0 141.000 0 5.289

DL - Macchine elettriche ed apparecchiature elettriche, elettroniche ed ottiche

0 0 3.170 2.500 0 0 0 0

DN - Altri prodotti delle industrie manifatturiere

0 0 0 1.400 0 0 0 3.778

Fonte: Coeweb (datawarehouse sul commercio estero)

 In generale,  l’interscambio  tra Bielorussia e Lazio è ancora  limitato  sia 

dal  punto  di  vista  dei  volumi  complessivi  sia  per  quel  che  riguarda  la diversificazione  dei  prodotti.  Come  evidenziano  i  dati  longitudinali presentati  in apertura,  si  tratta di un  corridoio  commerciale  che  funziona ancora a singhiozzo. Tuttavia di recente sono presenti segnali che lasciano trasparire  alcune  linee  di  sviluppo.  Innanzitutto,  emerge  con  sufficiente chiarezza come Latina sia stata  la provincia che  in modo più dinamico ha iniziato  il  proprio  posizionamento  all’interno  del mercato  bielorusso. Al contrario,  l’altro  polo  degli  scambi  Lazio‐Bielorussia  è Roma,  che  con  le proprie quote di importazione raccoglie buona parte delle merci in ingresso sul territorio laziale.  

Attualmente,  il  Lazio  non  sembra  avere  legami  strutturati  con  la Bielorussia,  tuttavia  esistono  due  canali  (uno  in  entrata,  Roma  e  uno  in uscita,  Latina)  all’interno  dei  quali  passa  buona  parte  degli  scambi.  In prospettiva potrebbe essere utile avviare un rafforzamento dell’operatività economica, facendo leva sulle relazioni già esistenti e trasformando le due province laziali in connettori attraverso i quali sviluppare un interscambio 

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più ampio che possa coinvolgere anche  le province  limitrofe. La strategia da mettere  in campo dovrebbe comunque essere  in grado di attivare delle catene nelle quali le aziende già presenti in Bielorussia fungano da testa di ponte  per  altre  aziende.  In  questo  senso,  occorrerebbe  lavorare  sulle economie di  filiera, magari costituendo dei consorzi che sappiano coprire un  intero  comparto produttivo: dalla  trasformazione delle materie prime alla lavorazione avanzata del prodotto. 

.  

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Il framework giuridico: politiche economiche, sistema tributario e agevolazioni allo

spostamento dei capitali           La  Bielorussia  è  una  nazione  che,  dopo  un  lungo  periodo  di  economia controllata dallo Stato, sta accelerando  il processo di apertura del proprio mercato  agli  investitori  privati  (nazionali, ma  soprattutto  esteri). È  quasi scontato  sottolineare  che  oltre  alla  vocazione  produttiva  e  alle caratteristiche  del mercato  del  lavoro,  occorre  tenere  presente  il  quadro normativo  e  i meccanismi  di  tassazione:  il  sistema  di  regolazione  della presenza  straniera  nel mercato  interno  è  un  fattore  imprescindibile  nella valutazione  delle  strategie  di  penetrazione  economica  in  Bielorussia. Sarebbe  difatti  avventato  suggerire  strade  per  l’internazionalizzazione d’impresa,  prescindendo  da  elementi  come  la  governance  economica  e  le politiche fiscali. 

In  questa  sezione  del  lavoro,  quindi,  si  sintetizzeranno  le  principali caratteristiche  della  normativa  bielorussa  in  materia  fiscale;  inoltre,  si descriveranno le figure giuridiche che è possibile costituire in Bielorussia e la legislazione che regola gli investimenti esteri.  

Le  informazioni  riportate  riflettono  la  situazione al 1 gennaio 2006. Le fonti,  invece,  sono  il  rapporto  della  società  internazionale  di  consulenza Deloitte  Touche  Tohmatsu22  e  il  report  elaborato  congiuntamente  dal Ministero dell’Economia bielorusso con la collaborazione degli esperti della società  Ernst  &  Young23.  È  interessante  notare  come  sia  stato  lo  stesso governo locale a commissionare questi due studi; come a voler dire che la credibilità  della  nazione  è  certificata  secondo  standard  internazionali:  il marchio della Ernst & Young,  la più  importante  società di  consulenza  al mondo, è in questo senso  indicativo. 

22 Cfr. Deloitte, The Rough Guide to Belarusian Taxation 2006; Minsk 2006.  23  Cfr. Ministry  of  Economy  of  Belarus  and  Ernst  &Young,  The  Legal  Framework  Governing  the 

Activities of Foreign Investors in the Republic of Belarus, Minsk, February 2004. 

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Al di  là delle  strategie di  comunicazione pubblica, negli ultimi  anni  il Governo  bielorusso  ha  dimostrato  una  notevole  attenzione  nei  confronti degli  investitori esteri; al punto da varare nel 2001 un apposito piano per l’attrazione  degli  investimenti  dall’estero  (The  Investment  Code  of  the Republic  of  Belarus,  22  giugno  2001).  Il  “codice  degli  investimenti”  (CdI)  offre notevoli vantaggi per quelle aziende che intendono stabilire un’unità produttiva  o  distributiva  sul  suolo  bielorusso:  in  particolare,  l’art.  77, riconosce  il diritto per  le aziende straniere di  impiantare qualsiasi  tipo di attività produttiva (senza restrizioni di capitale investito, figura giuridica o forma  organizzativa)24  ricevendo  da  parte  dello  Stato  Bielorusso  il medesimo  trattamento  delle  aziende  locali.  Si  tratta  di  un  principio  di fondo di grande importanza poiché nega qualsiasi forma di protezionismo, inserendo, di fatto, il mercato bielorusso all’interno della rete globale degli scambi economici.   

La presenza straniera nel mercato bielorusso: forme giuridiche, procedure e costi

Al  di  là  del  principio  della  parità  tra  investitore  locale  e  investitore straniero, è opportuno  riportare  le  forme giuridiche che può acquisire un investitore straniero in Bielorussia:   ‐ Società per azioni modello aperto. Capitale minimo di costituzione: 

12.500 euro; ‐ Società per azioni modello chiuso. Capitale minimo di costituzione: 

3.000 euro; ‐ Società  a  responsabilità  limitata.  Capitale minimo  di  costituzione: 

1.600 euro; ‐ Impresa individuale; ‐ Partnership semplice o accordo di attività congiunta (Joint Venture). 

 Dal  punto  di  vista  procedurale,  per  la  registrazione  di  una  società 

bielorussa l’organo competente per l’espletazione degli obblighi di legge è il Comitato Esecutivo della regione oppure quello di Minsk.  

Una  società  a partecipazione  straniera può  essere  costituita  ex novo  o mediante  l’acquisizione  di  quote  di  società  preesistenti  ma  prive  di partecipazioni  straniere.  È  inoltre  possibile  rilevare  completamente  una società a totale partecipazione bielorussa. Dopo l’acquisizione di una quota 

24 Le uniche restrizioni riguardano aziende operanti nel settore della difesa e degli armamenti e la 

produzione di sostanze chimiche inquinanti. 

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di  partecipazione  o  dell’intero  pacchetto  azionario,  la  società  deve nuovamente presentare i documenti costitutivi (che ovviamente dipendono dalla  forma societaria precedente). La registrazione governativa di società aventi  partecipazioni  straniere  viene  effettuata  presso  il Ministero  degli Affari Esteri,  normalmente  le  varie procedure  richiedono  tra  il mese  e  il mese  e mezzo25.  Per  quel  che  riguarda  i  costi  di  questo  iter  si  tratta  di importi decisamente contenuti poiché, ad esempio,  la registrazione di una nuova società richiede circa 60 euro.  

Un discorso differente riguarda la costituzioni di succursali, filiali o sedi di  rappresentanza  di  società  straniere  sul  suolo  bielorusso.  Una  filale consente di  avere  “occhi  e orecchie”  in  territorio  straniero  e  rappresenta, quindi,  una  buona  strategia  per  presidiare  un  mercato,  a  fronte  di  un investimento abbastanza contenuto.  In merito  la  legislazione bielorussa si presenta  abbastanza  elastica  e  semplice.  I  principali  documenti  da presentare  sono:  una  richiesta,  nella  quale  siano  indicati  scopo,  data  di costituzione e tipo di attività, una copia dello statuto societario, una copia dell’atto di  registrazione della  società, poteri dell’amministratore,  statuto, ecc. 

Tutti  i  documenti  provenienti  dall’estero  devono  essere  presentati  in traduzione giurata. Per quel che riguarda  i costi,  la tassa è di mille dollari americani per i primi due anni e cinquecento per gli anni successivi.   Gli investimenti stranieri: settori, agevolazioni e tutele Una  legislazione  favorevole  alla  costituzione  di  imprese  da  parte  di cittadini  non  bielorussi  è  una  condizione  necessaria ma  non  sufficiente affinché  il mercato  bielorusso  possa  divenire  attraente  per  gli  investitori stranieri.    In  effetti,  per  favorire  gli  investimenti  occorre  anche  stabilire delle  regole  in  grado  di  tutelare  i  capitali.  In  sostanza  all’imprenditore bisogna assicurare, non solo una forma giuridica, ma anche i soldi investiti. A ben vedere,  la repubblica di Belarus ha emanato  leggi e provvedimenti volti a regolare i rapporti con l’investitore straniero.  In Bielorussia, infatti, non  possono  essere  effettuati  investimenti  nei  servizi  e  nel mercato  dei terreni,  fatte  salve  alcune  eccezioni.  Inoltre,  per  la  maggior  parte  delle attività  commerciali  occorrono  autorizzazioni  degli  organi  politici competenti.  

D’altro canto, dal 2005, sono state emesse alcune leggi che prevedono il mantenimento delle agevolazioni, anche a fronte di cambiamenti restrittivi e svantaggiosi per le imprese. Infatti,  le agevolazioni ottenute non possono 

25 Per ulteriori informazioni cfr. Informest, Business Guide. Bielorussia, 2005; Deloitte, cit., p. 7‐11. 

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essere (sottratte in futuro). Da questo punto di vista, l’articolo 34 della legge n. 99‐3 del 03/02/98 garantisce  la  fruizione degli  incentivi per un periodo non  superiore ai 5 anni, qualora avvenissero delle modificazioni  in  senso negativo.   Le  facilitazioni  economiche per  le  imprese,  insomma,  sono un vero e proprio punto di forza del paese; esse rappresentano la prima risorsa a disposizione degli  investitori. Tant’è  vero  che  in Bielorussia  sono  state costruite  ad  hoc  sei  zone  franche:  Brest,  Minsk,  Gomel‐Raton,  Vitebsk, Moghiliov,  Grodnoinvest.  Inoltre,  in  tutto  il  paese  sono  applicate  le seguenti facilitazioni: ‐ la partecipazione straniera superiore al 30% è esente dal pagamento 

di imposte sugli utili derivanti dalla commercializzazione dei propri servizi e prodotti per un periodo di tre anni; 

‐ le  imprese possono esportare  la propria produzione  liberamente   e altrettanto  liberamente  possono  trasferire  il  ricavato  delle esportazioni in valuta straniera all’estero; 

‐ le  imprese  con  capitale  straniero  possono  importare  beni  e  servizi necessari alla produzione senza licenza. 

 Sembra  evidente,  dunque,  che,  almeno  dal  punto  di  vista  delle  leggi 

sugli  investimenti,  la  giovane  repubblica  ex  sovietica  stia  cercando  di favorire  l’afflusso  di  capitale  straniero  entro  i  suoi  confini.  Questo orientamento è confermato dai dati sulle  imprese con capitale estero  (tab. 12).  

Tab. 12 – Imprese con investimenti esteri suddivisi per settori

Totale % totale Joint

ventures Imprese 100%

straniere

Commercio 944 31,9 412 532 Industria 1271 43 785 486 Alimentare 210 7,1 141 69 Legno 312 10,6 167 145 Ingegreria 268 9,1 169 99 Chimica 141 4,8 94 47 Trasporti e com. 130 4,4 89 41 Edilizia 146 4,9 93 53 Agricoltura 293 9,9 134 159 Servizi finanziari. 100 3,4 45 55 Altre attività commerciali 109 3,7 74 35 Istruzione 78 2,6 23 55 Sanità e servizi sociali 63 2,1 29 34 Altri servizi 49 1,7 32 17 Totale 2957 100 1575 1382 Fonte: Informest 2005

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In  totale  le  imprese  a  capitale  straniero  sono  2957,  di  cui  il  53%  è costituito da  Joint Ventures26.  In particolare,  l’industria,  con  1271  aziende, rappresenta  il  43%  del  totale, mentre,  il  31,9%  delle  attività  economiche presenti sul territorio sono a vocazione commerciale. L’industria del legno è molto  sviluppata  e  rappresenta  circa un decimo delle  imprese. Tutte  le altre  imprese  si  attestano  al  di  sotto  di  quest’ultima  soglia:  ingegneria, chimica, trasporti commerciali, edilizia ecc., singolarmente,   non superano il  10%  del  totale  delle  imprese  totalmente  o  parzialmente  controllate  da stranieri.    Il sistema tributario bielorusso L’atteggiamento  del  Governo  nei  confronti  della  fiscalità  tende  ad avvicinare il sistema bielorusso a quello russo. Attualmente è in corso una revisione  del  sistema  tributario.  Nonostante  lo  scenario  sia  in  continua evoluzione,  è  utile  descrivere  le  linee  guida  del  sistema  tributario nazionale.  Nel  prospetto  1  sono  riportate  le  principali  norme  tributarie riguardanti  le persone giuridiche,  con  relative  aliquote. Come  è possibile dedurre  dalle  informazioni  sintetizzate  nel  prospetto,  il  sistema  di tassazione  attivo  in Bielorussia  tende  a  prediligere  i  prelievi diretti  sulla produzione di profitti, sull’acquisto e sulla proprietà di beni. Va notata  la presenza  di  tasse  di  scopo  (l’Imposta  straordinaria  per  Chernobyl)  e prelievi tesi a riequilibrare lo sfruttamento delle risorse naturali (qualora le risorse così reperite vengano adeguatamente reinvestite).                

26 Soltanto 77 sono controllate parzialmente o totalmente da italiani; cfr. l’Allegato 3, al termine del 

documento, dove sono riportate le principali aziende italiane presenti in Bielorussia. 

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 Prospetto 1 – Principali imposte applicabili a persone giuridiche27

Imposte sulle vendite Imposte incluse nei costi Imposte sui profitti

Iva Dallo 0 al 20%

Imposta straordinaria per Chernobyl e contributo al fondo occupazione

5% dei salari Imposta sul patrimonio immobiliare

Pari all’1% del costo ammortizzato delle attività fisse calcolato su base annua. Riguarda anche gli immobili in costruzione o non finiti

Contributi al fondo statale

2% del reddito derivato dalle vendite al netto dell’Iva

Contributi al fondo di protezione sociale

35% dei salari Imposta sui dividendi

15% del fatturato (ricavo lordo)

Contributi al fondo locale

2,5% del reddito derivato dalle vendite al netto dell’Iva

Imposta fondiaria

L’ammontare dipende dalla qualità e dalla posizione del lotto

Imposta sui profitti

24%. L’imposta è calcolata sulla base dei beni immobiliari posseduti (al netto dei profitti) e sul ricavo netto, tenendo conto di eventuali sgravi fiscali

Accise

Limiti nel valore o nelle quantità di beni importati

Imposta sulle risorse naturali o sull’ambiente

Si calcola sulla base del volume delle risorse usate e del volume di sostanze inquinanti prodotte

Imposta sull’acquisizione di mezzi di trasporto

5% del valore del mezzo

Imposta sui trasporti

5% dei profitti al netto dell’imposta sul patrimonio immobiliare e dell’imposta sui profitti

Imposte locali Non più del 5% dei profitti netti

Fonte: Informest, 2005.

27 Le informazioni presentate sono riferite al primo gennaio 2005. 

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Vincoli e opportunità dell’internazionalizzazione d’impresa in

Bielorussia: una SWOT Analysis

L’attuale scenario socio‐economico Bielorusso si presta a diverse letture. Ad esempio,  gli  organismi  economici  internazionali  ne  enfatizzano  la dinamicità  produttiva  mettendo  in  secondo  piano  i  costi  sociali  dello sviluppo;  mentre,  le  istituzioni  europee  evidenziano  il  deficit  di cooperazione  dello  Stato  Bielorusso  dimenticando  quanto  sia  complesso cancellare con un colpo di  spugna  il  recente passato. Una cosa è certa,  la Bielorussia contemporanea non è una nazione che rimanda a chi la osservi un’immagine  perfettamente  trasparente:  tra  bagliori  e  zone  d’ombra,  i segnali da decifrare sono molti e, per certi versi, contraddittori fra di loro. In  particolare,  è  difficile  trovare  chiavi  interpretative  che  sappiano,  allo stesso  tempo,  rendere  conto della vitalità  interna alla nazione e della  sua controversa reputazione internazionale. 

Con  l’intenzione  di  fornire  elementi  che  possano  portare  ad  una disamina più  circostanziata della questione,  si  cercherà di  tenere assieme tutti  i  fattori  implicati  in  un  giudizio  che,  sin  d’ora,  si  intende  come provvisorio e passibile di riesame. 

Come  anticipato  nella  sezione metodologica  del  report,  lo  strumento utilizzato per  sintetizzare  e  interpretare quanto  emerso dall’indagine  è  la Swot  analysis.  In  buona  sostanza  si  tratta  di  una  modello  che, sinteticamente, riconduce  i principali elementi di un qualsiasi fenomeno a quattro categorie; due  interne all’oggetto d’indagine; due,  invece, esterne. Da una parte, per quel che riguarda i fattori interni, ci sono i punti di forza (strenght)  e  di  debolezza  (weaknesses);  mentre,  rispetto  ai  fattori  esterni, occorre isolare rischi e opportunità legati al permanere (o al radicalizzarsi) 

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dei  fattori  interni  e  all’intervento  di  elementi  contestuali  e  di  scenario28.  Rispetto al panorama nazionale Bielorusso lo scopo della Swot presentata in figura 1 è evidenziare il contesto nel quale si trovano (o potrebbero trovarsi) le  aziende  intenzionate  ad  internazionalizzare  le  proprie  attività  in Bielorussia. Tecnicamente, non si  tratta di una analisi che evidenzia solo  i fattori che possono ostacolare o agevolare il  “fare impresa” in Bielorussia;  bensì  si  preferisce  restituire  la  complessità  delle  interdipendenze  che interessano la nazione bielorussa.   

Fig. 1 – Matrice Swot per l’analisi del sistema‐paese Bielorussia  

Strenght (punti di forza)

Weaknesses (punti di debolezza)

Fatt

ori

in

tern

i

Terziarizzazione dell’economia Investimento nella formazione

Benessere sociale sempre più diffuso Partnership commerciali consolidate Normativa agevolata per le imprese Abbondanza delle risorse naturali

rinnovabili

Eredità di Chernobyl

Dipendenza economica ed energetica dalla Russia

Ambiguità del rapporto con l’UE Scarsa differenziazione delle

partnership commerciali Limitato sviluppo dei consumi

Opportunities (opportunità)

Threaths (rischi)

Sviluppo a traino delle politiche di

vicinato Apertura di corridoi commerciali ad

alta intensità di traffico Delocalizzazione dei fattori produttivi Importazione di competenze e “saper

fare”

Sfruttamento indiscriminato delle

risorse naturali Transizione post-comunista

incompiuta Ingabbiamento in settori produttivi a

scarsa innovazione Isolamento geo-politico Completa statalizzazione

dell’economia

Fatto

ri este

rni

  Andando  ad  analizzare  nello  specifico  i  quadranti  della  Swot,  risulta 

abbastanza agevole  identificare  i  fattori propulsivi del sistema bielorusso. La strada dell’emancipazione da un’economia pianificata a livello statale è stata  imboccata  con  decisione:  gli  ingenti  investimenti  nel  sistema formativo  sono,  d’altronde,  legati  a  doppio  filo  con  una  terziarizzazione che  sebbene  sia  avviata  da  poco,  è  oramai  difficile  da  arrestare.  La principale  conseguenza  è,  innanzitutto,  un  benessere  sempre  più  diffuso nel  tessuto sociale nazionale  (soprattutto nelle aree urbane),  trainato dalla capacità di esportazione attraverso  reti commerciali orami consolidate  (in 

28 La prospettiva  interna  fa  riferimento alla  situazione presente di un dato  fenomeno  (sincronia), 

mentre  la  prospettiva  esterna  si  pone  in  un  ottica  previsionale  (diacronia);  cfr.  “La  metodologia dell’indagine”. 

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direzione Russia e Europa del Nord) e dalla disponibilità di risorse naturali rinnovabili, con filiere produttive molto sviluppate. Se a ciò si aggiunge la normativa  agevolata  per  la  costituzione  di  aziende  estere  sul  territorio nazionale,  appare  chiara  la  volontà  della  Bielorussia  di  diventare  un soggetto economico operante su scala globale.  

A far da contraltare a questi strenghts di  tutto rilievo, c’è un’insieme di debolezze.  In  primis,  il  pesante  lasciato  della  catastrofe  ambientale  di Chernobyl, un evento  le cui conseguenze pesano ancora tanto sul bilancio quanto sulla memoria collettiva di tutta la nazione. In qualche modo legata al tragico fallimento di una prospettiva energetica trainata dal nucleare, c’è la  quasi  completa  dipendenza  energetica  nei  confronti  della  Russia: nonostante,  le  recenti  “scaramucce”  sui  limiti  d’esercizio  della  sovranità territoriale  rispetto  al  passaggio  delle  pipeline,  il  gas  russo  è  una  risorsa imprescindibile per  l’economia bielorussa. Conseguenza diretta di questa situazione è la dipendenza economica e commerciale dagli investimenti di Mosca:  pensare  al mercato  bielorusso  senza  i  capitali movimentati  dalla Russia è  impossibile. È quindi naturale che una delle maggiori debolezze sia  rappresentata  dalla  scarsa  differenziazione  delle  partnership commerciali:  fatta  eccezione  per  la  Germania  e  l’Olanda,  nessuno  stato europeo può vantare volumi di  scambio di un  certo  rilievo. L’isolamento della Bielorussia è, inoltre, aggravato dall’ambiguità dei rapporti con l’Ue: i richiami comunitari all’applicazione di standard minimi in termini di diritti sociali (libertà d’espressione, tutela degli organismi di rappresentanza e, in genere,  qualità  della  vita  democratica)  non  depongono  a  favore  di  un rapido sviluppo di rapporti di vicinato intensi e continuativi.    Strettamente legati alle debolezze del sistema economico,  sono i rischi 

che  (potenzialmente)  possono  caratterizzare  lo  scenario  nazionale  nel medio periodo. La dipendenza dal  sistema  russo potrebbe  sfociare  in un ingabbiamento  delle  attività  produttive  bielorusse  all’interno  di  quei segmenti che risultano premianti in un’ottica di mantenimento delle quote di scambio con la Russia, ma che tuttavia non producono innovazione. Ciò significherebbe mettere  in  secondo  piano  il  fatto  che  l’ammodernamento dell’industria  nazionale  è  una  priorità  che  non  può  essere  differita.  In generale, il rapporto privilegiato con la Russia può comportare ritardi nella transizione post‐comunista, soprattutto nel caso in cui lo Stato continui ad intervenire  nell’economia  nazionale.  D’altronde,  anche  l’intensificazione degli scambi commerciali e delle partnership con l’estero potrebbe portare con sé dei problemi, come, ad esempio, un  iper‐sfruttamento delle risorse naturali. Infine, dal punto di vista delle relazioni politiche,  il rischio di un isolamento  sempre  marcato  della  Bielorussia  è  una  prospettiva  che potrebbe  concretizzarsi  già  nel  breve  periodo:  in  particolar  modo  è 

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l’incapacità di comunicare con le istituzioni europee a destare la maggiore apprensione. 

A fronte di questi scenari tendenzialmente negativi, la Bielorussia ha la possibilità  di  cambiare  marcia,  avviando  definitivamente  il  processo  di modernizzazione politica, economica e sociale. Fattive politiche di vicinato con gli altri Stati dell’est Europeo e con l’Ue potrebbero, difatti, fungere da traino  per  lo  sviluppo  complessivo  del  Paese:  grazie  al  sostegno dell’Europa  la  Bielorussia  avrebbe  l’opportunità  di  aprire  (o  rafforzare) importanti  corridoi  economici.  Si  pensi  all’asse  Nord‐Europeo  che, attraverso  la Polonia, collega  la nazione ex sovietica alla Germania e di  lì all’Olanda  e  alla  Gran  Bretagna.  Allo  stesso  tempo,  attraverso  il rafforzamento  di  politiche  che  favoriscano  sempre  più  l’impianto  di  attività produttive straniere sarebbe possibile aprire canali commerciali con l’Europa mediterranea. Certamente, questa opzione non può rappresentare un  vantaggio  solo  per  le  nazioni  estere;  è  necessario  che  la  Bielorussia scambi la propria forza lavoro con il “saper fare” proveniente dalle aziende occidentali.   

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 Le risposte dell’amministrazione statale e

alcuni scenari di investimento per le PMI del Lazio

          In  quest’ultima  parte  dell’analisi  si  individueranno  gli  scenari d’investimento  che,  coerentemente  alle  caratteristiche  del  tessuto produttivo  del  Lazio,  potrebbero  rappresentare  nei  prossimi  anni  dei potenziali terreni di business per le PMI laziali.  

Lo  scopo è offrire agli  imprenditori della Regione  indicazioni utili per leggere  l’evoluzione    nel  breve  periodo    delle  politiche  di  sviluppo  del Governo  di  Belarus,  il  quale  ha  recentemente  varato  il  programma nazionale  di  innovazione  e  sviluppo  del  paese  per  il  periodo  2007‐2010 [D.P. n. 384 del 12 Giugno 2006; D.P. n. 136 del 29 marzo 2007].  

Peraltro, occorre precisare che gli scenari proposti non hanno la pretesa di definire puntualmente  le strategia d’investimento delle PMI  laziali, ma di  offrire  un  primo  orientamento  per  eventuali  strategie  d’impresa  in Bielorussia.  

Come anticipato il D.P. 136/2007 ha sostanzialmente individuato tre aree strategiche per lo sviluppo economico e sociale del paese:  1. Le condizioni di vita nelle zone rurali  

Per  il  2010  il  Governo  bielorusso  intende  varare  un  programma  di riqualificazione delle zone agricole attraverso una serie di azioni volte a garantire  alle  famiglie  rurali  condizioni di  vita migliori:  ampliamento della rete idrica per uso domestico; costruzione di 186 centri ricreativi e di  centri  commerciali.  Peraltro  queste  iniziative  garantiranno  la creazione di oltre 60mila posti di lavoro.  

   

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2. Sviluppo ed innovazione  

I programmi di sviluppo per 2007‐2010 prevedono una serie di azioni volte  ad  ammodernare  il  tessuto  produttivo  del  paese  attraverso  un maggiore investimento in materiali e macchinari ad alta tecnologia. Un impegno  che  nel  settore  industriale  è  quantificabile  in  1095  imprese nuove  e  modernizzate  che  dovrebbero  accrescere  il  livello  di competitività del paese nei mercati internazionali. Una strategia questa perseguibile  anche  attraverso  un  maggiore  investimento  nel  settore R&S,  fissando  come  obiettivo  da  raggiungere    entro  il  2010  un incremento pari al 18%‐20% della quota di prodotti innovativi.  

 3. La questione energetica  

La  Bielorussia  sta  varando  un  piano  di  ammodernamento  e diversificazione delle  fonti  energetiche. Gli obiettivi  fissati al 2020 dal Governo  prevedono  impianti  esistenti  più  moderni  e  in  grado  di rendere  più  efficiente  la  rete  di  distribuzione  dell’energia  elettrica; inoltre  sono  previsti  una  serie  di  progetti  per  lo  sviluppo  di  energia alternativa,  con  l’obiettivo  di  allentare  il  monopolio  energetico derivante dall’uso di gas naturale. In particolare, la Bielorussia intende sfruttare dal punto di vista energetico le sue risorse boschive attraverso la  costruzione di  stazioni  termiche  a  torba  e  scarti dì  lavorazione del legno (“chip”). Oltre a ciò sono previsti investimenti in impianti di fonti rinnovabili: energia eolica, fotovoltaica, biogas ecc. Questa strategia ha come obiettivo di ridurre la dipendenza da forniture di  gas naturale del 95% del 2006 al  49% nel 2020.  

 Nei  prossimi  anni  dunque  le  parole  d’ordine  introdotte  nel  piano  di 

sviluppo  sono:  innovazione,  diversificazione  e  ammodernamento.  Tale strategia  potrebbe  aprire  nuove  opportunità  per  le  imprese  laziali  e nazionali  in  generale.  Non  solo  investimenti  di  capitali  volti  alla produzione  di  semi‐lavorati  del  legno  e  del  tessile,  settori  questi tradizionali per le aziende italiane in Bielorussia, ma anche lo schiudersi di nuove opportunità economiche per le PMI laziali connesse all’esportazione di know how e competenze  nella Repubblica di Belarus.  

Date queste premesse, gli scenari di investimento delle PMI laziali nella Repubblica di Bielorus sono sostanzialmente due:      

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Scenario 1 Un primo scenario prevede la possibilità di incrementare le quote di export, soprattutto rispetto ai trasformati e manufatti. Si è osservato infatti come specie le imprese pontine siano alquanto dinamiche negli interscambi con la Bielorussia, esportando soprattutto macchine ed apparecchi meccanici. Si tratta di uno scenario che ricalca quanto già intrapreso da altre aziende italiane, ma che nei prossimi anni dovrebbe essere maggiormente preformante, viste le intenzioni del Governo di Minsk di garantire una maggiore convenienza alle imprese che decidano di sviluppare i loro affari in Bielorussia. Nei prossimi anni sono previste ulteriori agevolazioni fiscali e doganali per le imprese straniere che investono in Bielorussia; inoltre, il maggiore investimento del governo bielorusso nell’innovazione dovrebbe garantire prodotti qualitativamente migliori e maggiormente appetibili nei mercati occidentali.

Scenario 2 Un secondo senario riguarda l’esportazione da parte delle PMI di competenze nel paese bielorusso. In questo caso si intravedono i maggiori vantaggi per un investimento a basso rischio imprenditoriale. Imprese laziali, soprattutto quelle ad alta innovatività presenti nella provincia di Roma, capaci di entrare in Bileorussia attraverso progetti e prodotti innovativi. Recentemente, il Ministro degli Esteri Sergei Martynov ha dichiarato la necessità della Bielorussia di attrarre produzioni innovative: “There is a need to attract innovative productions and foreign investments to this country” [Minsk 09/07/2007]. In altri termini, il piano di sviluppo della Bielorussia potrebbe attirare imprese laziali ad alto contenuto tecnologico (soprattutto nel settore energetico e della meccanica industriale) che potrebbero realizzare delle sinergie con imprese bielorusse per sviluppare e realizzare programmi di riqualificazione industriale e di progettazione e costruzione di impianti ad energia alternativa.

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A  sostenere  tali  scenari  vi  è  una  quadro  generale  dell’economica  del paese sostanzialmente positivo: popolazione con livelli d’istruzione medio‐alti; un progressivo miglioramento delle condizioni di vita e del benessere economico della popolazione  (specie nelle  aree urbane);  livelli di  crescita dell’economia  costanti;  una  politica  di  controllo  dell’inflazione  e  di riduzione  del  debito  pubblico;  una  posizione  geografica  che  permette  di sfruttare le potenzialità del sistema russo.  

In  conclusione,  la  Bielorussia  nel  prossimo  futuro  realizzerà  un programma di sviluppo su larga scala, tuttavia tale azione, seppur incisiva, dovrebbe essere assecondata da una politica interna che offra una maggiore impulso  al  processo  di  democratizzazione  del  paese.  Una  condizione, questa necessaria per  avviare, da parte dell’Unione Europea, politiche di vicinato  che  se  attuate  darebbero  maggiore  impulso  agli  investimenti stranieri nel paese, trovando altresì condizioni socio‐economiche ideali per intraprendere una attività produttiva.           

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Allegato 1 Gli scambi commerciali Italia-Bielorussia: il primo trimestre del 2007

    

Scambi Italia-Bielorussia per settori: Gennaio - Marzo 2007 (valori in migliaia di euro)

Esportazioni Importazioni Saldi Assoluti Normal. (%)

2006 2007 2006 2007 2006 2007 2006 2007 Settori Predefiniti

Gen-Mar Gen-Mar Var.% Gen-Mar Gen-Mar Var.% Gen-Mar Gen-Mar Gen-Mar Gen-Mar Prodotti dell'agricoltura, della silvicoltura e della pesca 1.623 1.350 -16,82 977 742 -24,12 645 608 24,81 29,07 Prodotti delle miniere e delle cave 36 8 -78,03 . 1 . . 7 . 71,63 Prodotti alimentari, bevande e tabacco 921 1.307 41,93 306 790 158,21 615 517 50,12 24,66 Prodotti tessili 6.076 5.363 -11,74 1.994 1.418 -28,87 4.083 3.945 50,59 58,18 Articoli di abbigliamento e pellicce 1.699 1.860 9,45 2.773 825 -70,26 -1.074 1.035 -24,01 38,57 Cuoio e prodotti in cuoio (comprese le calzature di qualsiasi materiale 855 1.366 59,7 6.670 5.644 -15,39 -5.815 -4.278 -77,27 -61,02 Legno e prodotti in legno (escluso i mobili) 3.084 6.218 101,65 1.380 937 -32,16 1.703 5.282 38,15 73,82 Pasta da carta, carta e prodotti di carta; supporti registrati e stampa 300 1.215 305,28 62 . . 238 . 65,8 . Coke, prodotti petroliferi raffinati e combustili nucleari 16 8 -51,38 13.498 . . -13.481 . -99,76 . Prodotti chimici e fibre sintetiche artificiali (compresi i prodotti farmaceutici) 5.289 6.086 15,07 1.330 1.054 -20,77 3.958 5.032 59,8 70,48 Articoli in gomma e in materie plastiche 1.500 1.579 5,24 5 20 278,82 1.495 1.559 99,3 97,5 Prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (esclusi gli articoli in materie plastiche) 1.447 2.064 42,67 133 57 -57,38 1.314 2.007 83,17 94,66 Metallo e prodotti in metallo 3.223 6.646 106,23 7.384 12.197 65,19 -4.161 -5.551 -39,23 -29,46 Macchine ed apparecchi meccanici 15.392 31.114 102,14 137 91 -33,58 15.255 31.023 98,24 99,42 Macchine elettriche ed apparecchiature elettriche e di precisione 6.679 7.268 8,82 916 1.497 63,37 5.762 5.771 75,87 65,84 Autoveicoli 1.679 2.626 56,41 . . . . . . . Altri mezzi di trasporto 17 15 -11,22 6 2 -67,87 11 13 47,07 76,95 Mobili 1.684 1.501 -10,85 51 224 342,44 1.633 1.278 94,17 74,07 Altri prodotti dell'industria manifatturiera (escl.mobili) 188 523 177,77 29 127 332,13 159 396 73,04 60,98 Energia elettrica, gas e acqua e altri prodotti 5 . . 1 10 948,08 4 . 67,7 .

Totale 51.713 78.117 51,06 37.653 25.634 -

31,92 14.060 52.483 15,73 50,59 Fonte: elaborazioni ICE su dati ISTAT

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Principali prodotti scambiati tra Italia e Bielorussia: Gennaio - Marzo 2007 (valori in migliaia di euro)

Esportazioni Importazioni Saldi Graduatoria secondo le esportazioni Assoluti Normal. (%)

2006 2007 2006 2007 2006 2007 2006 2007 Attività Economiche - Gruppi

Gen-Mar Gen-Mar Var.% Gen-Mar Gen-Mar Var.% Gen-Mar Gen-Mar Gen-Mar Gen-Mar 295 - Altre macchine per impieghi speciali 4.383 11.453 161,34 133 48 -64,17 4.250 11.406 94,11 99,17 292 - Altre macchine di impiego generale 3.382 10.989 224,97 3 18 488,16 3.379 10.971 99,82 99,67 203 - Prodotti di carpenteria in legno e di falegnameria per l'edilizia 2.916 6.089 108,79 327 298 -8,97 2.589 5.791 79,82 90,67 331 - Apparecchi medicali e chirurgici e apparecchi ortopedici 1.992 3.285 64,96 2 . . 1.989 . 99,76 . 291 - Macchine e apparecchi per la produzione e l'impiego di energia meccanica, 2.529 2.668 5,51 . 6 . . 2.662 . 99,56 287 - Altri prodotti in metallo 1.611 2.098 30,23 70 157 123,76 1.540 1.940 91,65 86,06 294 - Macchine utensili 3.024 2.087 -30,96 1 . . 3.023 . 99,95 . 293 - Macchine per l'agricoltura e la silvicoltura 1.147 2.081 81,53 . 19 . . 2.062 . 98,15 182 - Articoli di abbigliamento in tessuto e accessori (esclusi quelli in pelle 1.663 1.839 10,55 2.773 819 -70,47 -1.110 1.020 -25,02 38,37 297 - Apparecchi per uso domestico 929 1.831 97,13 . . . . . . . 172 - Tessuti 3.095 1.722 -44,38 1.004 1.052 4,81 2.091 669 51,01 24,12 241 - Prodotti chimici di base 1.880 1.682 -10,51 335 282 -15,8 1.545 1.400 69,75 71,28 361 - Mobili 1.684 1.501 -10,85 51 224 342,44 1.633 1.278 94,17 74,07 011 - Prodotti dell'agricoltura, dell'orticoltura e della floricoltura 1.623 1.348 -16,92 8 . . 1.614 . 99,01 . 343 - Parti ed accessori per autoveicoli e loro motori 1.035 1.343 29,73 . . . . . . . 281 - Elementi da costruzione in metallo 43 1.318 2.980,15 . . . . . . . 341 - Autoveicoli 640 1.284 100,49 . . . . . . . 315 - Apparecchi di illuminazione e lampade elettriche 996 1.272 27,76 878 1.367 55,58 117 -94 6,26 -3,58 252 - Articoli in materie plastiche 1.235 1.271 2,96 . 20 . . 1.251 . 96,91 176 - Tessuti a maglia 1.407 1.271 -9,71 69 201 193,48 1.339 1.069 90,7 72,63

Totale 51.713 78.117 51,06 37.653 25.634 -

31,92 14.060 52.483 15,73 50,59 Fonte: elaborazioni ICE su dati ISTAT

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Principali prodotti scambiati Italia – Bielorussia: Gennaio - Marzo 2007 (valori in migliaia di euro)

Importazioni Esportazioni Saldi Graduatoria secondo le importazioni

Assoluti Normal. (%) 2006 2007 2006 2007 2006 2007 2006 2007

Attività Economiche - Gruppi Gen-Mar Gen-Mar Var.% Gen-Mar Gen-Mar Var.% Gen-Mar Gen-Mar Gen-Mar Gen-Mar

271 - Prodotti della siderurgia 7.278 11.991 64,76 97 231 138,39 -7.181 -11.759 -97,37 -96,22 191 - Cuoio (esclusi indumenti) 6.670 5.644 -15,39 321 562 75,06 -6.349 -5.082 -90,81 -81,88 315 - Apparecchi di illuminazione e lampade elettriche 878 1.367 55,58 996 1.272 27,76 117 -94 6,26 -3,58 172 - Tessuti 1.004 1.052 4,81 3.095 1.722 -44,38 2.091 669 51,01 24,12 182 - Articoli di abbigliamento in tessuto e accessori (esclusi quelli in pelle) 2.773 819 -70,47 1.663 1.839 10,55 -1.110 1.020 -25,02 38,37 151 - Carni e prodotti a base di carne 149 790 431,66 . . . . . . . 247 - Fibre sintetiche e artificiali 956 769 -19,55 531 1.161 118,48 -425 392 -28,55 20,3 020 - Prodotti della silvicoltura 640 579 -9,56 . 2 . . -577 . -99,45 201 - Legno tagliato, piallato e/o trattato 772 421 -45,51 . 5 . . -416 . -97,72 203 - Prodotti di carpenteria in legno e di falegnameria per l'edilizia 327 298 -8,97 2.916 6.089 108,79 2.589 5.791 79,82 90,67 241 - Prodotti chimici di base 335 282 -15,8 1.880 1.682 -10,51 1.545 1.400 69,75 71,28 361 - Mobili 51 224 342,44 1.684 1.501 -10,85 1.633 1.278 94,17 74,07 176 - Tessuti a maglia 69 201 193,48 1.407 1.271 -9,71 1.339 1.069 90,7 72,63 012 - Animali vivi e prodotti di origine animale 329 163 -50,57 . . . . . . . 287 - Altri prodotti in metallo 70 157 123,76 1.611 2.098 30,23 1.540 1.940 91,65 86,06 171 - Filati di fibre tessili 52 151 187,45 438 378 -13,73 386 227 78,63 43 205 - Altri prodotti in legno, in sughero e materiali da intreccio 113 132 17,01 . 11 . . -121 . -84,06 366 - Manufatti vari n.c.a. . 75 . 152 416 173,29 . 341 . 69,52 334 - Strumenti ottici e attrezzature fotografiche 24 67 177,11 21 59 179,78 -3 -9 -7,27 -6,79 261 - Vetro e prodotti in vetro 133 52 -60,73 217 413 90,14 85 361 24,12 77,58

Totale 37.653 25.634 -

31,92 51.713 78.117 51,06 14.060 52.483 15,73 50,59 Fonte: elaborazioni ICE su dati ISTAT

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Flusso d’Importazioni: quote dell'Italia e dei principali concorrenti

(valori in milioni di dollari)

ANNI 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 Valori 8.686 6.674 8.492 8.311 9.107 11.558 15.591 16.653 Variazioni - -22,56 27,25 -2,28 9,67 27 34,46 7,3 Paesi/Aree UE 25 28,48 27,1 21,49 21,08 21,8 21,74 20,88 21,41 Germania 8,86 10,38 6,92 7,29 7,62 7,1 6,97 6,71 Polonia 3,31 3,18 2,54 2,44 2,44 3,02 3,07 3,47 Italia 2,09 2,52 1,91 1,98 2,39 2,46 1,94 2,36 Francia 1,23 1,14 0,94 1,05 1,04 1,01 1,06 1,05 Paesi Bassi 1,01 1,19 0,94 0,99 0,92 0,81 0,77 0,97 Regno Unito 1,37 1,2 1,25 0,74 0,74 0,69 0,83 0,86 Lituania 3,92 1,54 0,81 1,3 1,2 1,33 1,13 0,81 Belgio . 0,63 0,55 0,75 0,76 0,67 0,59 0,71 Ceca (Repubblica) 1,02 0,94 1,56 0,69 0,6 0,64 0,72 0,6 Lettonia 0,66 0,48 0,35 0,44 0,4 0,38 0,55 0,54 Svezia 0,51 0,42 0,41 0,73 1,1 0,85 0,64 0,53 Austria 0,72 0,62 0,65 0,56 0,5 0,56 0,46 0,49 Ungheria 0,62 0,56 0,5 0,34 0,31 0,33 0,36 0,48 EUROPA CENTRO ORIENTALE 64,58 63,8 70,14 69,76 69,13 69,62 73,28 66,56 Russia (Federazione di) 54,63 56,44 65,35 65,62 65,13 65,77 69,04 60,45 Ucraina 8,65 6,23 4,01 3,35 3,21 3,13 3,52 5,35 Moldavia 0,63 0,61 0,4 0,47 0,48 0,42 0,43 0,43 ALTRI PAESI EUROPEI 0,95 1,09 0,96 1,11 1,07 0,9 1,02 1,7 Svizzera 0,57 0,57 0,46 0,49 0,48 0,33 0,39 0,74 AFRICA SETTENTRIONALE 0,1 0,09 0,09 0,11 0,14 0,1 0,08 0,11 ALTRI PAESI AFRICANI 0,26 0,33 0,22 0,17 0,18 0,25 0,15 0,13 AMERICA SETTENTRIONALE 1,54 2,06 1,7 1,67 1,25 1,4 1,3 1,67 Stati Uniti 1,46 1,94 1,63 1,59 1,14 1,3 1,23 1,39 AMERICA CENTRO MERIDIONALE 1,52 1,64 1,54 2,11 1,75 1,2 0,99 1,32 Brasile 0,61 0,54 0,5 0,73 1,17 0,77 0,63 0,93 MEDIO ORIENTE 0,42 0,4 0,29 0,29 0,22 0,19 0,19 0,21 ASIA CENTRALE 1,36 1,15 1,27 0,62 0,62 0,54 0,56 0,37 ASIA ORIENTALE 2,28 2,31 2,25 1,61 1,45 1,58 2,19 3,15 Cina 0,49 0,57 0,56 0,5 0,51 0,62 1,02 1,7 OCEANIA .. .. .. .. .. .. .. .. MONDO 100 100 100 100 100 100 100 100 Fonte: elaborazioni ICE su dati ONU-COMTRADE

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Flusso d’esportazioni: scambi: principali paesi partner (valori in milioni di dollari)

ANNI 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 Paesi Russia (Federazione di) 4.608 3.222 3.716 3.963 3.977 4.880 6.155 5.714 Paesi Bassi 109 55 130 126 279 414 924 2.408 Regno Unito 38 52 96 223 494 938 1.148 1.120 Ucraina 387 281 560 422 272 344 540 908 Polonia 185 208 277 248 273 434 729 847 Germania 200 215 232 241 348 421 503 708 Cina 100 169 136 143 217 162 301 431 Lituania 158 175 349 276 257 265 356 352 Lettonia 171 260 467 492 520 344 326 323 Francia 25 31 36 41 45 55 105 275 Svezia 8 9 13 20 27 65 137 263 Stati Uniti 103 80 99 77 91 102 163 250 Kazakistan 48 28 20 29 39 68 121 184 Brasile 59 68 66 77 89 113 146 167 Italia 77 65 76 85 130 135 143 160 Ungheria 51 44 62 75 71 105 137 135 Estonia 17 58 147 129 64 62 90 106 Moldavia 60 29 38 44 43 56 73 102 Belgio . 27 33 17 40 64 96 79 Danimarca 14 16 20 24 26 106 131 67 MONDO 7.070 5.909 7.331 7.451 8.021 9.946 13.399 15.977 Fonte: elaborazioni ICE su dati ONU-COMTRADE

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Allegato 2 Gli scambi Lazio-Bileorussia: 2003-2006

Flusso di import-export province del Lazio – Bielorussia 2006

(Valori in euro)

Viterbo Rieti Roma Latina Frosinone Tipologia di merce (CAPTECO)

Imp. Exp. Imp. Exp. Imp. Exp. Imp. Exp. Imp. Exp. A - Prodotti dell'agricoltura, della caccia e della silvicoltura

0 0 0 0 0 366.971 0 87.528 0 0

D - Prodotti trasformati e manufatti 43.945 127.603 0 14.810 785.487 1.193.543 463.996 802.581 0 37.135 O - Prodotti di altri servizi pubblici, sociali e personali

0 0 0 0 621 0 0 0 0 0

R - Merci dichiarate come provviste di bordo, merci nazionali di ritorno e respinte, merci varie

0 0 0 0 0 5.000 0 0 0 0

Fonte: Coeweb (datawarehouse sul commercio estero)

Flusso di import-export province del Lazio – Bielorussia 2005 (Valori in euro)

Viterbo Rieti Roma Latina Frosinone

Tipologia di merce (CAPTECO) Imp. Exp. Imp. Exp. Imp. Exp. Imp. Exp. Imp. Exp.

A - Prodotti dell'agricoltura, della caccia e della silvicoltura

0 0 0 0 0 67.560 0 63.542 0 0

C - Minerali energetici e non energetici 0 0 0 0 0 890 0 0 0 0 D - Prodotti trasformati e manufatti 42.688 69.635 0 1.652 322.198 965.672 147.484 1.079.072 0 20.576 O - Prodotti di altri servizi pubblici, sociali e personali

0 0 0 0 0 10.884 0 0 0 0

R - Merci dichiarate come provviste di bordo, merci nazionali di ritorno e respinte, merci varie

0 0 0 0 869 0 0 0 0 0

Fonte: Coeweb (datawarehouse sul commercio estero)

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Flusso di import-export province del Lazio – Bielorussia 2004 (Valori in euro)

Viterbo Rieti Roma Latina Frosinone Tipologia di merce

(CAPTECO) Imp. Exp. Imp. Exp. Imp. Exp. Imp. Exp. Imp. Exp. A - Prodotti dell'agricoltura, della caccia e della silvicoltura

0 0 0 0 3.200 57.995 0 0 0 0

D - Prodotti trasformati e manufatti

4.964 110.646 0 7.077 258.271 1.600.418 154.182 2.427.842 0 247.935

R - Merci dichiarate come provviste di bordo, merci nazionali di ritorno e respinte, merci varie

0 0 0 0 0 22.000 0 0 0 0

Fonte: Coeweb (datawarehouse sul commercio estero)

Flusso di import-export province del Lazio – Bielorussia 2003

(Valori in euro)

Viterbo Rieti Roma Latina Frosinone Tipologia di merce (CAPTECO) Imp. Exp. Imp. Exp. Imp. Exp. Imp. Exp. Imp. Exp.

A - Prodotti dell'agricoltura, della caccia e della silvicoltura

0 0 0 0 0 32.439 0 0 0 0

C - Minerali energetici e non energetici

0 0 0 0 0 12.150 0 0 0 0

D - Prodotti trasformati e manufatti

0 439.493 0 0 622.223 1.154.051 0 1.686.808 484.489 1.800.788

R - Merci dichiarate come provviste di bordo, merci nazionali di ritorno e respinte, merci varie

0 0 0 0 0 16.000 0 0 0 0

Fonte: Coeweb (datawarehouse sul commercio estero)

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Allegato 3 Aziende italiane presenti in Bielorussia

AZIENDA PARTNER LOCALE SETTORE COMMENTI JV "Dinamo-Program"s.r.l., Grodno ul. Chaikinoi, 4 230027, Grodno, tel./fax (+375 152) 557997, 555288 e-mail:dinamo_ program @tut.by JV "Dinamo-Program Orscia"s.r.l., Orscia ul. Lepeshinskogo, 67 211030, Orsha tel./fax (02161)44018, 24593 JV “Dinamo Program Brest” s.r.l., Brest ul. K. Marksa, 88 224000, Brest tel. (+375 162)20473,200937 e-mail: [email protected]

Uniforms Program Spa. Cicagnolo (CR) Via Aldo Moro 1-3-5

JV “Dinamo Program Textile” s.r.l., Pinsk ul. Fedotova, 9 225710, Pinsk tel./fax (+375 165) 331667, 322604

- Produzione abbigliamento sportivo.

- Produzione in conto lavorazione.

- Colorificio tessuti

Si tratta del principale investimento italiano in Bielorussia. Il capitale sociale suddiviso nelle quattro società controllate è di 1,7 milioni di US$. Produzione abbigliamento dei marchi propri “Champion” e “Metha” e conto lavorazione per il marchio “Diesel”

Linea Val Spa Castelfranco Emilia (MO) Via Del Muniai 19-25

JV "Bell-Bimbo" ul. P.Brovki, 20 210029, Vitebsk tel./fax (+375 212) 230148, 260817 e-mail:val@bimbo. belpak.vitebsk.by

Produzione abbigliamento per i bambini

AGV Spa Alessandria, Via Spinetta Marengo, 5

JV "AGV Polspo" p/u KSTY, Polotsk Vitebskaja obl. tel. (+375 2144) 32632, fax (+375 2144) 30432, 35536

Produzione caschi per motociclisti, polizia, pompieri, esercito etc.

Creata presso la ditta "Steklovolokno" statale nel 1992. La prima ditta con capitale italiano in Bielorussia.

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AZIENDA PARTNER LOCALE SETTORE COMMENTI

Giacomo Cora Piazza di Carmelle, 4 Milano

“Inter-Pet” s.r.l. ul. Kirova, 15 230025, Grodno tel. (+37 152) 721879 fax (+375 152) 721397 e-mail: [email protected]

Produzione di imballaggio plastico

Tanuchi PellicceriePellecerie di Tsapas Apostolos Via Capelli 53/55 35027 Novante Padova (PD)

“Pleyada” s.r.l. ul. Karbysheva, 13 230023, Grodno tel./fax (+37 152) 722483

Riparazione e produzione di articoli di pellicce

La ditta e al 100% con il capitale italiano. Il socio della ditta è Sig.Apostolos Lakis Tsapas (italiano di origine greca).

Favaro Bruno Camellini Germano Salusso Celestini

“Sital Belz” s.r.l. ul. Petrovskogo, 25 247210, Jlobin, Gomelskaia obl. tel./fax (+375 2334) 24487, 23202

Lavorazione legno, produzione casette per giardino, canili

20 impiegati. Tutto il prodotto viene esportato in Italia.

Desi, s.r.l. Via Morea – Zona Industriale 60043 Cerreto D’esi Ancona

Rean s.r.l. ul. Lunacharskogo, 97 247500, Rechitsa Gomelskaia obl. tel./fax (+375 2340) 32249 fax. (+375 2340) 34860 e-mail: [email protected]

Produzione mobili per cucina

Il 75% del prodotto viene esportato in Russia. Il capitale italiano ammonta al 67%.

B.F.C. Autotrasporti Spa Via Palladio, 21 35019 Tombolo PD

Societa’ a capitale straniero "Bitrans" ul. l-ta Riabceva, 110 224025, Brest tel./fax (+375 162) 455340

Trasporti internazionali Il capitale sociale ammonta a 70,9 mila USD

Pibeda s.r.l. Via Guglielmo Marconi 5 25045 Castagnato BS

Societa’ a capitale straniero “Belwood“ ul. Kirova, 78 222910, Starye Dorogi, Minskaia obl. tel./fax (+375 1792) 54481 e-mail: [email protected]

- Lavorazione di legno

- produzione di prodotti di legno

Ergon Sutramed Zona Industriale 67062 Magliano dei Marsi (AQ) 0863-515215

“Ergon Est” s.r.l. ul.Nemiga, 38-209 220004, Minsk tel./fax (+375 17) 2000979 0863-570070

Produzione suture chirurgiche

Nuova fabbrica, produttrice materiale chirurgico. Il capitale italiano ammonta al 98%. Registrazione 2004.

Belleggia Loris Andrea

Societa’ a capitale straniero “Loristrans” ul.Centralnaia, 29-104 220021, Minsk d.Ozerco tel./fax (+375 17) 5076153

Trasporti internazionali

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AZIENDA PARTNER LOCALE SETTORE COMMENTI

B.I. Service Via S.Tommaso d'Aquino, 46-00136 Roma

Societa’ a capitale straniero “GreenTrans” s.r.l ul.Denisovskaia, 9 220006, Minsk tel. (+375 17) 2973359 tel./fax (+375 17) 2851098 e-mail:office @greentrans.net

Trasporti Internazionali La società esegue i trasporti internazionali al 99% verso l’Italia. Hanno in disposizione 17 camion (15 IVECO).

De Giorgi Giuseppe (Nettuno) Marra Vittorio (Lecce) Korco Vincenzo (Brindisi)

FE “BelPuglia” s.r.l pr.Pushkina, 39-1218 220092, Minsk tel./fax (+375 17) 2570494 e-mail: [email protected]

Import-export

Mattioli Quinto

FE “Mattioli” ul.Derjinskogo, 50 223034, Zaslavl, Minskaia obl. tel.(+375 17) 5445636 tel./fax (+375 17) 5445690 e-mail:mattioli @anitex.by

Produzione di borse e cinture in pelle

Il prodotto della ditta e’ molto conosciuto in Bielorussia, hanno una larga rete di distribuzione. La materia prima e gli accessori la società vengono acquistati in Italia (dalla “PI-Metal”).

Grossi Enzo (insieme a quattro soci italiani)

Societa’ a capitale straniero “Viterfood s.r.l.” pr.Gazety Izvestiia, 47-401 200116, Minsk tel./fax (+375 17) 2722121

Produzione mozzarella, caciotta, ricotta

La ditta (2004) produce formaggio maggiormente per le pizzerie in loco. Presso la ditta operano 15 dipendenti.

Iluna Group Spa Via Brescia 2024040 Ciserano/Zingonia (Bg) Tel. 0354-197511 Fax. 035-884398

JV “Milavitsa” S.p.A. ul. Novovilenskia, 28 220053, Minsk tel./fax (+375 17) 2880895, 2101335 fax (+375 17) 2101302 e-mail:sales @milavitsa.com.by

Produzione biancheria intima da donna

Il capitale della ditta italiana ammonta il 16% del capitale sociale. La società e tra le più grandi produttori europei in questo settore.

New Box Spa Via Industriale,11 36043 Camissano Vicentino (VI) Tel. 0444-419500

JV “Unibox” s.rl. ul. Selickogo, 9 220075, Minsk tel./fax (+375 17) 2996758, 2996756 Fax. 0444-410123

Produzione litografia (tappi per bottiglie etc.), scatole

La sede produttiva si trova nella zona industriale di Shabany (Zona Franca di Minsk). Nel 2004 la Unibox ha acquistato una azienda agricola vicino a Minsk, dove sono stati già investiti più 100 mila USD.

G.V.F., Spa Via Greco, 45 Milano

JV “Bielita” s.r.l. ul. Dekabristov, 29 a 220089, Minsk tel./fax (+375 17) 2229368, 2729196 e-mail: [email protected]

Produzione cosmetica

Tra prime società con capitale italiano in Bielorussia. E’il leader nel campo della produzione di cosmetici e prodotti per la cura dei capelli compresi i prodotti professionali per parrucchieri e saloni di bellezza. Il personale – più di 500 persone. Circa il 30% di produzione e’ venduta al mercato russo.

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Bielorussia. Un ponte tra Oriente e Occidente

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AZIENDA PARTNER LOCALE SETTORE COMMENTI

JV “Relouis-Bel” ul. Varvasheni, 77-422 220002, Minsk tel. (+375 17) 2347562 tel./fax (+375 17) 2893282

Produzione cosmetica La socetà e’ tra le più grandi produttrici di cosmetica decorativa in Bielorussia. Le marche sono Relouis, Dolly, Elite. Esporta maggiormente nei paesi della ex-Unione Sovietica. Fondata nel 1993

Alpe Adria Via Milano 5, 34132, Trieste, Italia,

FE “Fiorino” Per. Krasnozvezdnii 12 220071, Minsk te,/fax (+375 17) 2845196

Agenzia turistica Organizza i tour per l’Italia maggiormente del livello basso-medio

Anthony Grande

Societa’ a capitale straniero “Tina Vlati” Starovilenski trakt, 28/1 220053, Minsk tel./fax (+375 17) 2337011

Vendita mobili italiani, design

La ditta e’ tra le più grandi importatrici e venditrici dei mobili italiani in Belarus. Il Sig. Grande (socio italiano) e’ il titolare della Genesis s.r.l. (Via Gasdotto, 8/b 36078 Vicentino (VI).

Pietro Grande

JV “Acquario” s.r.l. Ul. Uruchskaia 19 220056, Minsk tel./fax (+375 17) 2837910 e-mail: [email protected]

Vendita mobili italiani, design

La ditta e’ tra le più grandi importatrici e venditrici dei mobili italiani in Belarus, collabora con la Kresos

Angelo Ricciardi

Società a capitale straniero “Domus” ul.Bogdanowicha, 108 220100, Minsk tel./fax (+375 17) 2325643

Vendita mobili italiani, design

La ditta e’ tra le più grandi importatrici e venditrici dei mobili italiani in Belarus. Collabora strettamente con la Acquario. Acquistano maggiormente dalla Kresos. Sono famosi per design.

Trasporti internazionali Ristorante “Piccola italia” Bruno Marzoli

Società a capitale straniero “Levante Bel” ul.B.Horujei, 29 220004, Minsk tel./fax (+375 17) 2832316 Salone di mobili italiani

Giuseppe Carlini

Società a capitale straniero “Air Grip” ul.Komsomolskaia, 18 220070, Minsk tel./fax (+375 17) 2013793

Ristorazione La società appartiene al 100% al Sig.Carlini. Registrazione 1998.

Rudolf Rufin

Belasoft International pr.Masherova, 17/1-512 220029, Minsk tel./fax (+375 17) 2394429

Produzione software

Fortrade Finansing, Spa via Mashceroni, 31 20145 Milano tel. (02) 4988341 fax (02) 4988345

Belinterfinans ul. Moskovskaia, 13 220007, Minsk tel. (+375 17) 2228263, fax (+375 17) 2228024

Commercio: Generi alimentari, macchine agricole

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AZIENDA PARTNER LOCALE SETTORE COMMENTI

CAGI Maglieria, Spa via Cassala, 46 Milano

DJIMIL ul. Novovilenskaia, 28 220053, Minsk tel. (+375 17) 2888498 tel./fax (+375 17) 2880704 e-mail: [email protected]

Produzione: biancheria intima

Eastern company, crl via Moretto, 21 25121 Brescia (BS) tel. (030) 2721635 fax (030) 2722178

Sekvoia ul. Kirova, 82 222910, Starye dorogi, Minskaia obl. tel./fax (+375 1792) 54481

Legname, lavorazione legno

Cogolo, Spa via R. Cogolo, 37 33050 Zugliano (VI)

AMIKO 223017, pos. Gatovo, Minski raion tel./fax (+375 17) 2367920, 2368555 e-mail: [email protected]

Produzione: cuoio

Company delle merci, srl via Berengario, 20 41012 Capri (MO) tel. 691033 fax (030) 642170

Italmoda ul. Babushkina, 64 220024, Minsk tel./fax (+375 17) 2918434

Produzione: maglieria

Castelplast, Spa via Morola, 21 24060 Castelli Calepio (BG) Tel./fax (035) 847576

BELCASTELPLAST ul. Fizkulturnaia, 26a 220028, Minsk tel./fax (+375 17) 2219225 2219700

Produzione di articoli da materie plastiche (bottoni, fibbie, ecc.)

Fonte: ICE (Istituto per il Commercio Estero)

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