BIBLIOTECA POLETTI (2.500 volumi d’arte dei secoli XVI-XIX,

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BIBLIOTECA POLETTI La Biblioteca civica d’arte Luigi Poletti specializzata nel settore arte e architettura è parte del sistema delle Biblioteche del Comune di Modena. È sorta sul lascito dell’architetto Luigi Poletti (1792-1869) che, modenese di nascita ma sempre vissuto a Roma, per testamento volle beneficiare la città natale attraverso il dono delle proprie collezioni e di una rendita per l’istituzione del Premio Poletti di pittura, scultura e architettura. Aperta al pubblico nel Palazzo comunale nel 1872, la Biblioteca fu trasferita al piano terra del Palazzo dei Musei nel 1882 e nella sede attuale nel 1924. Al fondo Poletti costituito dalla documentazione sul lavoro dell’architetto (1.700 disegni autografi e oltre diecimila carte tra corrispondenze, lezioni, schizzi) e dalla sua Biblioteca (3.800 volumi risalenti ai secoli XVI-XIX tra cui molte edizioni rare, incisioni e fotografie), si sono aggiunti altri importanti lasciti ottocenteschi, primo tra tutti quello dovuto a Giuseppe Campori (2.500 volumi d’arte dei secoli XVI-XIX, 2.400 disegni dei secoli XVI-XIX, importanti incisioni), che hanno contribuito a definire la fisionomia dell’istituto come luogo di riferimento per le ricerche in ambito architettonico e artistico. In piena coerenza con le caratteristiche originarie e le intenzioni del donatore/fondatore, la Biblioteca ha nel tempo acquisito fondi importanti, diversi tra loro ma comunque afferenti al mondo dell’arte e dell’architettura, tra cui archivi d’arte (come l’epistolario di Adeodato Malatesta e l’Archivio dell’Associazione Amici dell’Arte), fondi fotografici (fondo Tonini, fondo Lavori Pubblici, fondo Paolo Monti), archivi di architettura (come gli archivi di Vinicio Vecchi, Caruso-Defez e Franca Stagi, tutti in corso di inventariazione). La raccolta di edizioni d’arte, architettura e urbanistica è costantemente incrementata e aggiornata attraverso una politica degli acquisti, dei doni e degli scambi: particolare attenzione viene dedicata all’acquisto dei cataloghi delle principali mostre italiane e internazionali in corso; attenzione è dedicata anche alla raccolta delle pubblicazioni locali inerenti le discipline della biblioteca e all’acquisizione di documentazione libraria relativa ai dibattiti urbanistici che interessano la città. Oggi la Biblioteca possiede circa 57.700 volumi del Novecento, 16.000 dal XVI al XIX secolo, 300 testate di riviste estinte e 130 attive, 4.000 stampe, 1000 mappe e carte geografiche, 18.000 fotografie, 4.000 disegni, alcuni importanti archivi di privati relativi alla storia dell’arte e dell’architettura, un importante fondo di circa 800 libri d’artista, costantemente incrementato, per il quale la Biblioteca è punto di riferimento a livello nazionale. La Biblioteca promuove iniziative culturali come le mostre temporanee in sede tra cui si distingue la rassegna annuale In forma di libro dedicata al libro d’artista; realizza pubblicazioni (Quaderni della Biblioteca Poletti, In forma di libro) e organizza cicli di incontri, dibattiti e presentazioni di libri tesi a divulgare temi di arte, architettura e urbanistica. 30 Pablo Echaurren, In forma di libro, 2001 Modena, Biblioteca Poletti

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BIBLIOTECA POLETTILa Biblioteca civica d’arte Luigi Polettispecializzata nel settore arte e architettura èparte del sistema delle Biblioteche delComune di Modena. È sorta sul lascitodell’architetto Luigi Poletti (1792-1869) che,modenese di nascita ma sempre vissuto aRoma, per testamento volle beneficiare lacittà natale attraverso il dono delle propriecollezioni e di una rendita per l’istituzionedel Premio Poletti di pittura, scultura earchitettura. Aperta al pubblico nel Palazzocomunale nel 1872, la Biblioteca fu trasferitaal piano terra del Palazzo dei Musei nel1882 e nella sede attuale nel 1924. Al fondoPoletti costituito dalla documentazione sullavoro dell’architetto (1.700 disegniautografi e oltre diecimila carte tracorrispondenze, lezioni, schizzi) e dalla suaBiblioteca (3.800 volumi risalenti ai secoliXVI-XIX tra cui molte edizioni rare, incisionie fotografie), si sono aggiunti altriimportanti lasciti ottocenteschi, primo tratutti quello dovuto a Giuseppe Campori

(2.500 volumi d’arte dei secoli XVI-XIX,2.400 disegni dei secoli XVI-XIX, importantiincisioni), che hanno contribuito a definirela fisionomia dell’istituto come luogo diriferimento per le ricerche in ambitoarchitettonico e artistico. In piena coerenzacon le caratteristiche originarie e leintenzioni del donatore/fondatore, laBiblioteca ha nel tempo acquisito fondiimportanti, diversi tra loro ma comunqueafferenti al mondo dell’arte edell’architettura, tra cui archivi d’arte (comel’epistolario di Adeodato Malatesta el’Archivio dell’Associazione Amicidell’Arte), fondi fotografici (fondo Tonini,fondo Lavori Pubblici, fondo Paolo Monti),archivi di architettura (come gli archivi diVinicio Vecchi, Caruso-Defez e Franca Stagi,tutti in corso di inventariazione). La raccoltadi edizioni d’arte, architettura e urbanisticaè costantemente incrementata e aggiornataattraverso una politica degli acquisti, deidoni e degli scambi: particolare attenzioneviene dedicata all’acquisto dei cataloghidelle principali mostre italiane einternazionali in corso; attenzione èdedicata anche alla raccolta dellepubblicazioni locali inerenti le disciplinedella biblioteca e all’acquisizione didocumentazione libraria relativa ai dibattitiurbanistici che interessano la città. Oggi laBiblioteca possiede circa 57.700 volumi delNovecento, 16.000 dal XVI al XIX secolo, 300testate di riviste estinte e 130 attive, 4.000stampe, 1000 mappe e carte geografiche,18.000 fotografie, 4.000 disegni, alcuniimportanti archivi di privati relativi allastoria dell’arte e dell’architettura, unimportante fondo di circa 800 libri d’artista,costantemente incrementato, per il quale laBiblioteca è punto di riferimento a livellonazionale. La Biblioteca promuove iniziativeculturali come le mostre temporanee in sedetra cui si distingue la rassegna annuale Informa di libro dedicata al libro d’artista;realizza pubblicazioni (Quaderni dellaBiblioteca Poletti, In forma di libro) eorganizza cicli di incontri, dibattiti epresentazioni di libri tesi a divulgare temi diarte, architettura e urbanistica.

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Pablo Echaurren, In forma di libro, 2001Modena, Biblioteca Poletti

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DAIDO MORIYAMA. VISIONI DEL MONDODal 17 settembre al 14 novembre 2010 laFondazione Cassa di Risparmio di Modenapresenta, nelle sale dell’ex ospedaleSant’Agostino, Daido Moriyama. Visioni delMondo. La mostra, curata da Filippo Maggiae promossa nell’ambito del progettoFondazione Fotografia, ripercorre con oltre450 immagini il percorso di una tra le piùinteressanti figure della fotografiacontemporanea. Il viaggio di Hiromichi(Daido) Moriyama inizia a Ikeda-cho,Osaka, nel 1938. Gli ideogrammi checompongono il suo nome di battesimo, Hiroe michi – il nome sarà poi definitivamentesostituito da Daido –, significano “grandestrada” e sembrano presagire il destino chelo attende. A causa del lavoro del padre,impiegato in una compagnia assicurativa,fin dalla nascita Daido si trasferisce con lafamiglia in diverse città giapponesi. Comelui stesso racconta: “sono cresciutospostandomi da una parte all’altra delPaese. Non avendo un posto che possaconsiderare “luogo d’origine” ne hosegretamente costruita un’immagineutopica, mettendo insieme i paesaggi chepreferivo di ogni parte del Giappone. Nonc’è un posto dove possa fisicamente tornareche corrisponda a questa immagine ma,quando scelgo di farlo, posso tornareindietro in qualunque luogo desideri ognivolta che voglio”. Questa esperienza sembraguidare molta della sua fotografia futura,basata più sull’emozione percepita almomento dello scatto, sulla coincidenza trail fluire del tempo del mondo e il tempointeriore del fotografo, che su una ragionatacomposizione dell’immagine. Quando neglianni Sessanta Moriyama comincia afotografare, la cultura americana, attraversola presenza massiccia delle trupped’occupazione, ha fortemente segnato lasocietà nipponica. Dall’America soffiaanche il vento della controculturaunderground, incarnata dagli ideali ribelli

della beat generation. Influenzato dalromanzo di Jack Kerouac, “On the Road”,Moriyama parte per un viaggio lungo lestrade del Paese in autostop. Non ha unameta precisa, l’importante sono il viaggio insé e le infinite esperienze che la strada puòoffrire. Lo sguardo di Moriyama è onnivoro,abbraccia il mondo: i suoi soggetti spazianoda persone a paesaggi a oggetti, tuttiaccomunati dallo stesso valore epistemico.Ogni cosa è degna di essere fotografata nelmodo più diretto possibile: la “bellafotografia” non ha alcun valore perché ciòche conta è cogliere frammenti di autenticità.Le immagini della serie On the Roadconfluiranno nel 1972 in Hunter, uno dei piùnoti lavori del fotografo. La serie includequello che sarà in seguito considerato unasorta di autoritratto ufficiale di Moriyama: èl’immagine di un cane randagio che, colto dadietro, rivolge all’obiettivo uno sguardointenso e diffidente al contempo. Il cane,senza padrone e libero di vagare ovunquevoglia, incarna lo spirito di un fotografo-viaggiatore solitario e schivo che, libero dalegami con un luogo d’ origine o daconvenzioni sociali, continua a percorrere lestrade del mondo, utilizzando la macchinafotografica come filtro dell’esperienzavissuta.

Francesca Lazzarini

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Daido Moriyama, Hippie Crime, 1970fotografia b/n, courtesy l’artista

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MODENA

Venerdì 17 settembre, Chiesa di S. Carlo ore 21 – Ingresso liberoRATIO E CASUS NEL ROMAN DE FAUVEL

Ensemble di musica medievale La Reverdiein collaborazione con Festivalfilosofia e Festival Urbino Musica Antica

Venerdì 1 ottobre, Chiesa di San Carlo ore 21MAGNIFICAT: ANTONIO VIVALDI, JOHANN SEBASTIAN BACH

Coro, Orchestra e solisti di Villa Contarinidirezione Roy Goodman

in collaborazione con il Consorzio tra i Conservatori del Veneto

Martedì 19 ottobre, Chiesa di Sant’Agostino ore 21VESPRO DELLA BEATA VERGINE DI CLAUDIO MONTEVERDI

Orchestra e Coro e solisti del Conservatorio Reale dell’Ajadirezione Charles Toet

in collaborazione con: Conservatorio Reale dell’Aja, Ambasciata del Regno dei Paesi BassiEnte Basilica di Santa Barbara, Mantova, Società Amici della Musica di Verona

Lunedì 25 ottobre, Teatro Comunale L. Pavarotti ore 21LUIGI CHERUBINI: ARIE ITALIANE E PAGINE STRUMENTALI

Maria Grazia Schiavo sopranoAuser Musici, direzione Carlo Ipata

in collaborazione con Palazzetto Bru Zane, centre de musique romantique française

Sabato 30 ottobre, Teatro San Carlo ore 21BIZZARRO BAROCCO: BELLEROFONTE CASTALDI

Evangelina Mascardi tiorba, Mònica Pustilnik tiorbinoin collaborazione con: Fondazione Marco Fodella, Casa discografica Arcana

Mercoledì 10 novembre, Chiesa di San Carlo ore 21STABAT MATER & SALVE REGINA: ANTONIO VIVALDI, DOMENICO SCARLATTI

Carlos Mena altoEnsemble 415 violino e direzione Chiara Banchini

in collaborazione con la Fondazione Marco Fodella

Sabato 13 novembre, Chiesa di San Pietro ore 21DE BEATA VIRGINE: DE VICTORIA, DI LASSO, PALESTRINA

Cantores ad Nives, direzione Laura Crescini

Martedì 23 novembre, Chiesa di San Carlo ore 21NOTTURNI E VALZER: CHOPIN E L’OTTOCENTO

Bart van Oort fortepianoin collaborazione con: Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi, Festival Wunderkammer, Trieste

Sabato 27 novembre, Galleria Estense ore 17 – Ingresso liberoAFFETTI BAROCCHI

Saggio degli allievi della masterclass di Gloria Banditelliaccompagnamento al clavicembalo Riccardo Castagnetti

Domenica 28 novembre, Galleria Estense ore 17VIOLONCELLO VIRTUOSO

Musiche di B. Marcello, G. Bononcini, F. S. Geminiani, L. Cherubini, L. BoccheriniEnrico Bronzi violoncello, Michele Barchi clavicembalo

Grandezze & Meraviglie XIII FESTIVAL MUSICALE ESTENSE

Direzione artistica Enrico Bellei

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VILLA SORRADomenica 26 settembre, Villa Sorra ore 17.30

LA TECLA DE L’ALMA: L’ANIMA E L’ARTE DI ANTONIO DE CABEZONPaola Erdas clavicembalo ed exaquier

Domenica 3 ottobre, Villa Sorra ore 17.30TOCCATE, SONATE, RICERCATE!: MUSICA STRUMENTALE DEL PRIMO SEICENTO ITALIANO

Livia Caffagni flauto dolce, Chiara Granata arpa doppia a tre ordini

SASSUOLOVenerdì 8 ottobre, Palazzo Ducale ore 21

SULLE SPALLE DEI GIGANTI: SULLE TRACCE DEL CONTRAPPUNTOEnsemble Aurora, Enrico Gatti

in collaborazione con Le Nuove Settimane Barocche di Brescia e la Casa discografia Arcana

Venerdì 15 ottobre, Palazzo Ducale ore 21MISERERE DI JOHANN SEBASTIAN BACH

TILGE, HÖCHSTER, MEINE SÜNDEN, CANTATA BWV 1083dallo Stabat Mater di Giovanni Battista Pergolesi, e musiche strumentali

Julia Kirchner soprano, Ruta Vosyliute mezzosopranoI Musicali Affetti, Fabio Missaggia violino di concerto

in collaborazione con il IV concorso di musica antica, premio Fatima Terzo, Festival Spazio & Musica di Vicenza

Sabato 23 ottobre, Palazzo Ducale ore 21PASSIONE & MALINCONIA: CARL PHILIPP EMANUEL BACH, WILELHM FRIEDMANN BACH

Susanna Crespo Held soprano, Ensemble Musica Poetica

MIRANDOLADomenica 17 ottobre, Castello dei Pico, Auditorium ore 17 – Ingresso libero

CHOPIN & MENDELSSOHNTrio Voces Intimae

in collaborazione con l’Associazione Sergio Neri

Domenica 21 novembre, Castello dei Pico, Auditorium ore 17ARIE E DUETTI BAROCCHI

Silvia Frigato soprano, Aurelio Schiavoni alto, Francesca Bacchetta clavicembalo

VIGNOLAGiovedì 4 novembre, Rocca, Sala dei Contrari ore 21

RINASCIMENTO NAPOLETANO: QUANDO PENSO ALLO TEMPO PASSATOEnsemble Lirum Li Tronc

Martedì 16 novembre, Rocca, Sala dei Contrari ore 21IL SALOTTO ROMANTICO: SCHUBERT & ONSLOW

Quintetto d’archi Le Salon Romantiquein collaborazione con Palazzetto Bru Zane, centre de musique romantique française

PRESENTAZIONI CONCERTI A LA FELTRINELLIGiovedì 30 settembre, Modena, La Feltrinelli ore 18

SACRO BAROCCO: DA MONTEVERDI A VIVALDI

Giovedì 21 ottobre, Modena, La Feltrinelli ore 18ESTRI BAROCCHI E ROMANTICI

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I LINGUAGGI DELLE ARTI: IN VIAGGIOA cura di Enrico Bellei e Sonia Cavicchioli

Incontri interdisciplinari fra arte e cultura a Modena

Mercoledì 13 ottobre, ex Ospedale Sant’Agostino ore 21LUCREZIA BORGIA & LAURA MARTINOZZI

Viaggi nuzialicon Roberta Iotti

in collaborazione con la Fondazione Fotografia

Giovedì 14 ottobre, Chiesa di Sant’Agostino ore 16,30 - su prenotazioneVISITA AL PANTHEON DEGLI ESTENSI

con Sonia Cavicchioli

Mercoledì 27 ottobre, ex Ospedale Sant’Agostino ore 21CARLOTTA AGLAE D’ORLÉANS DUCHESSA DI MODENA

con Patrizia Curtiin collaborazione con la Fondazione Fotografia

Sabato 30 ottobre, Biblioteca L. Poletti ore 17GASPARE & CARLO VIGARANI

Dalla corte degli Este a quella di Luigi XIVPresentazione degli atti del convegno

con Claudia Confortiin collaborazione con la Biblioteca L. Poletti

Martedì 9 novembre, ex Ospedale Sant’Agostino ore 21UN RITRATTO DI MOZART A BOLOGNA?

Viaggi di musicisti e di pittoricon Angelo Mazza

in collaborazione con la Fondazione Fotografia

Venerdì 19 novembre, Chiesa di San Biagio ore 21CORI ANGELICI

La metamorfosi del concerto angelico alle soglie del Rinascimentocon Renato Meucci

in collaborazione con il Museo Civico d’Arte

Giovedì 25 novembre, Sala Circoscrizione Centro Storico ore 17PASSIONI E AMBIZIONI DUCALI: GLI ESTE NEL ‘600

Studi sulla Corte estense e le arti nel Seicento: un librocon gli autori delle recenti ricerche

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PROGETTO GIOVANI

ANTICO È MODERNOPER GIOVANI VIDEOMAKER

17 settembre 2010 - 20 febbraio 2011Concorso: “Crea uno spot” e Stage: “Video-musica”

in collaborazione con NetGarage, Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Modena,Istituto Superiore d’Arte A. Venturi, Istituto di Studi Superiori Musicali Vecchi/Tonelli

PER LE SCUOLEVenerdì 15 ottobre, Sassuolo, Palazzo ducale ore 11

LAVORI IN CORSO: J.S. BACH

con I Musicali Affetti

Giovedì 4 novembre, Vignola, Rocca ore 11LAVORI IN CORSO: RINASCIMENTO NAPOLETANO

con l’Ensemble Lirum Li Tronc

Martedì 23 novembre, Modena, Chiesa di San Carlo ore 11LAVORI IN CORSO: CHOPIN ROMANTICO

con Bart van Oort fortepiano

Ottobre-Marzo, Modena, Museo Civico d’ArteVISITE GUIDATE ALLA COLLEZIONE DI STRUMENTI

con Riccardo Castagnetti organo e spinettain collaborazione con Museo Civico d’Arte e Associazione Amici dei Musei e dei Monumenti Modenesi

MASTERCLASSin collaborazione con: Cubec, Centro Universale del Bel Canto e Istituto Superiore di Studi Musicali Vecchi/Tonelli

iscrizioni: http://myschool.belcanto.it

Mercoledì 24 novembre, Modena, Istituto Superiore di Studi Musicali Vecchi TonelliVOI CH’ASCOLTATE IN RIME SPARSE IL SUONO

Poesia e musica nel repertorio barocco italianocon Lavinia Bertotti

Venerdì 26 e Sabato 27 novembre, Modena, CUBEC e Galleria EstenseAFFETTI BAROCCHI

L’Espressione dei Sentimenti nella Vocalità tra Seicento e Settecentocon Gloria Banditelli

Informazioni e prenotazioni tel. 059 214 333 / [email protected]

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Venerdì 17 settembre 2010, Modena, Chiesa di San Carlo ore 21

RATIO E CASUS NEL ROMAN DE FAUVELLA REVERDIE

Produzione del Festival Urbino Musica Antica

Ensemble di Musica MedievaleLA REVERDIE

Claudia Caffagni voce, liutoLivia Caffagni voce, viella, flauti

Elisabetta de Mircovich voce, viella, symphoniaPaolo Borgonovo voce

Matteo Zenatti voce, voce recitante, arpa

Ensemble di musica medievale FIMA Fondazione Italiana per la Musica AnticaLisa Annette Dunk voce

Sara Mancuso arpaDavide Miani flauto

Mario Nobile voce, zampognaMario Parravicini organetto portativo, claviciterio

Teresa Sherwin voce, flautoMauro Stelletti percussioni, flauto doppio

Angela Troilo voce

con la collaborazione del Coro Euridice - Bologna

Sergio Giachini, Enrico Ruggeri, Sebastiano Cellentani, Simone Spinaci, Massimo Manservisidirezione Pier Paolo Scattolin

Testo italiano tratto da Gervais de Bus e Chaillou de Pestain, Roman de Fauvel,a cura di Paolo Borgonovo

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LE ROMAN DE FAUVELFonte: Paris, Bibliothèque Nationale de France, MS fr. 146

Trascrizioni a cura di Claudia Caffagni, Traduzioni di Paolo Borgonovo

I LIBRO (1310)Quare fremuerunt – mottetto (f. 1r)

Presidentes in tronis– mottetto (f. 1v)Ad solitum vomitum – mottetto (f. 2r) – versione strumentale

O varium fortune lubricum – conductus (f. 3v)Floret fex favelleat – conductus (f. 4v)

Clavus pungens acumine – conductus (f. 5r)Que nutritos filios – mottetto (f. 8v)

Fauvel nous a fait present – mottetto (f. 9v)Porchier miex estre ameroie – rondeau (f. 10r)O Philippe prelustris – mottetto (f. 10v-11r)

II LIBRO e INTERPOLAZIONE (1314 e 1316 ca)O labilis sortis humane status (testo Philippo il Cancelliere) – conductus (f. 11r)

O nacio nephandi – mottetto (f. 11v-12r)Veritas arpie – mottetto (f. 13v) – versione strumentale

Veritas, equitas, largitas corruit (testo Philippo il Cancelliere) – Lai (f. 22r-23r)J’ai fait nouveletement – mottetto (f. 15v-16r)

Sicut de ligno parvulus – mottetto (f. 22r) – versione strumentaleDouce dame de bonaire – ballata (f. 16v)

Talant que j’ai d’obeïr – Lai de Fauvel (f. 17r-18v)Je qui poair seule ai de confort – Lai de Fortune (f. 19r-v)

Nemo potest duobus dominis servire – verse (f. 23v)Beati pauperes spiritu – verse (f. 23v)

Ha, Parisius civitas regnis magni – verse (f. 30v)Buccinate in neomenia tuba – verse (f. 31v)Quomodo cantabimus – mottetto (f. 32v)

Simulacra eorum argentum – verse (f. 33r)Sotte chansons – charivarie (f. 34v-36v)Estote fortes in bello – antiphona (f. 37r)

Virgines egregie – sequenza (f. 37r-v)Parata est sentencia contra favellum/Abitatio autem vestra in Syon – verse (f. 41r)

Maria virgo virginum – mottetto (f. 42v)Bon vin – mottetto (f. 45r)

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I LIBRO

QUARE FREMUERUNT

Quare fremuerunt gentes et populi quia nonviderunt monstra tot oculi neque audierunt inorbe seculi senes et parvuli prelia que gerunt etque sibi querunt reges et reguli. Hec, inquam,inferunt Fauvel et Falvuli. Perché nazioni e popoli hanno protestato?Perché tanti occhi non hanno visto lenefandezze e, né giovani né vecchi nelmondo hanno udito le guerre che re e reuccifanno e cercano per il proprio profitto. Tuttoquesto, io dico, è provocato da Fauvel edella sua genia.

PRESIDENTES IN THRONIS

Tr. Super cathedram Moysi latitat sub ypocrisigrex modernus predatorum quid verior testisnisi rex eternus paradisi cuius hec formaverborum “quod vobis dicunt, facite sed quodfaciunt, nolite”? Ergo qui nunc pre sidetis devobis erubescite quod hec verba regis vite per vosimpleta videtis vestra caret antistite plebs etaulis indebite regalibus assidetis ab hiis ergorecedite! nam vos rodit in stipite fraus vestra siccorruetis sed et de regularium vita impleri aliumdei sermonem videte: “venient falsi prophete investimentis ovium, Lupi autem interiusrapaces,” et deterius hoc verbum certe iudicoaltero quod superius ad pontifices applico; namfigmentum dolosius et delictum atrocius hocultimo demonstratur ut tamen loquar sanius:plures horum operantur sanctissima sed est horanisi pravi dirigantur periculum est in mora. M. Presidentes in thronis seculi sunt hodie doluset rapina, militantes cesserunt Herculi, ecclesieperit disciplina, ymnos arma repellunt loculi,regnat domus rapax et volpina thesaurizanssanguinem parvuli; caret basis lapide anguli,quis effectus? sepius protuli: prope est ruina. T. Ruina

Tr. Sulla Cattedra di Mosè si nasconde, sottomentite spoglie, una moderna schiera dipredatori, e di questo chi è più veracetestimone se non l’eterno re del paradiso chein tal forma ha parlato: “fate ciò che essidicono, non fate ciò che fanno”? Diconseguenza, voi che avete ruoli di

comando vergognatevi per il fatto che taliparole profetiche del re della vita si vedonocompiute tramite voi. Il vostro popolo èprivo di un sacerdote supremo e voi ve nestate indebitamente nelle stanze regali:smettetela! Infatti la vostra frode vi corrodefin nelle fondamenta, e così crollerete. Maanche riguardo la vita degli ordini regolarisi vede compiersi un altro detto divino:“verranno falsi profeti vestiti da pecore, main verità lupi predatori”, e questo detto io loritengo più grave dell’altro che sopra horiferito ai pontefici; infatti in quest’ultimo sicelano un’immagine più ingannevole e undelitto più atroce, e per dirla piùchiaramente, parecchi di costoro operanosecondo la più alta santità, ma adesso, se imalvagi non vengono messi in riga, iltemporeggiare comporta un pericolo.M. Sovrani sul trono secolare sono oggil’inganno e la rapina, son scomparsi gliErcoli militanti, la disciplina ecclesiasticaperisce, le armi del forziere sconfiggono gliinni sacri, nella casa regnano il rapace e lavolpe che fan tesoro del sangue di fanciullo.Se le fondamenta mancano di pietraangolare, qual’è l’effetto? L’ho detto piùvolte: il crollo è vicino. T. Crollo.

AD SOLITUM VOMITUM

Ad solitum vomitum ne redeas, paveas,interitum meritum, preteritum doleas,propositum foveas. Ad ganeas nec eas ne pereasper eas. Provideas subitum exitum et caveasvetitum redditum, ad obitum solicitum sioculum converteris oderis hoc seculum, in quotenet baculum Fauvellus et anulum.Non tornare al solito vomito, abbi pauradella meritata rovina, sii addolorato deltempo passato, favorisci ciò che ti seiprefisso. Non mangiare nelle bettole, nonmorire a causa loro. Provvedi per ottenereun rapido risultato e guardati da unrisultato proibito. Se volgi lo sguardo versol’allarmante distruzione, odierai questaepoca nella quale Fauvel tiene lo scettro el’anello.

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O VARIUM FORTUNE LUBRICUM

O varium fortune lubricum dans dubiumtribunal iudicum, non modicum paras huicpremium. Quem colere vult tua gracia, et patererote sublimia, tamen [dans dubium] preposterede stercore pauperem erigens. Et favellum inaltum erigens quo consule fides est mortuaecclesia duttore vidua.Oh, incostante azzardo della fortuna, cheproduce un dubbio tribunale di giudici! Tunon dai un premio modesto a colui che latua grazia intende favorire e che intendeportare al più alto punto della tua ruota.Tuttavia tu, in modo perverso, sei causa diincertezza, erigendo il miserabile dallosterco e innalzando in alto Fauvel a causadel quale la fede è morta e la chiesa privatadella sua guida.

FLORET FEX FAVELLEA

Floret fex favellea, Mundus innovatur; Curia fitferrea, Fauvel exaltatur. Quisque pauper hodiein contemptum datur; formatus in specie Christivir dampnatur; Incensate bestie Plebscongratulatur. Nunc est locus sceleri, Fidesdatur funeri, Veritas fugatur.Prospera la merda di Fauvel, il mondo stacambiando; la Curia diventa di ferro, Fauvelviene esaltato. Chiuque oggi sia povero èoggetto di disprezzo; l’uomo creato aimmagine di Cristo viene condannato. Laplebe si congratula con l’adorata bestia. Orac’è un luogo per il crimine, la fede è messaal rogo e la verità messa da parte.

CLAVUS PUNGENS ACUMINE

Clavus pungens acumine, dum carnem Christiperforat, Ex vulnerum foramine Passionemcommemorat; cuius dum madet sanguine, Nosprofundens dulcedine, Christo crucis ymagineConformatos incorporat. […] O manuumconfixio, pedum perforacio, Quibus Christusconfoditur! Cuius dum caro scinditur Etclavorum misterio Regnum celorum panditurCelestis fabri studio Clavus in clavem verti[tur].[…] Vobis loquor, pastoribus, Vobis qui calvesgeritis, Vobis qui vite luxibus Claves Christireicitis. Vos lupi facti gregibus, Membra Christiconfigitis Et abutentes clavibus Claves in clavosvertitis.

Il chiodo che punge con la sua punta mentreperfora la carne di Cristo, commemora lasua passione attraverso il foro delle ferite.Mentre si bagna del suo sangue che sgorgasopra di noi con dolcezza, esso incorpora inCristo coloro che sono plasmati a immaginedella croce. […] Oh, chiodi confitti nellemani, o fori dei piedi, da cui Cristo è messoin croce! Mentre la sua carne è sfregiata e,attraverso il mistero dei chiodi il Regno deicieli viene aperto, attraverso lo zelo delfabbro celeste, il chiodo si tramuta inchiave. […] A voi mi rivolgo, pastori, voiche portate le chiavi, voi che a causa deilussi della vita rinnegate le chiavi di Cristo,voi diventati lupi per le greggi, voiinchiodate le membra di Cristo e usandoscorretamente le chiavi trasformate le chiaviin chiodi.

QUE NUTRITOS FILIOS

Tr. Desolata mater ecclesia a filiis te contemptamvi.dens. Lamentatur potissime quia pater horumfacinus evidens Prelatorum inspicit opera

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Giovanni Antonio Cavazzi, Istorica descrittione de’tre regni Congo, Matamba et Angola [...], Milano,1690; Modena, Biblioteca Estense Universitaria

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fratrum templi nephanda scelera In clericispeccata cetera D’ont dit la mere qui le cuer amera dic mihi dic Christe si sit dolor ut dolor iste. M. Que nutritos filios evexit sublimiter. Spectaprobat impios unde gemit acriter pandens horumvicium. Quod a cunctis spernitur. Nedum eiusgremium illi qui revertitur aperitur. T. Filios enutrivi et exaltavi ipsi au temspreverunt me. Tr. Sconsolata, vedendosi disprezzata daisuoi stessi figli, la santa madre Chiesa siduole principalmente per l’evidentepaternità di tali ignominie. Contempla lemalefatte dei prelati, i nefandi misfatti deiCavalieri Templari, i molti peccati del clero– e così si lagna, la madre dal cuore colmod’amarezza: Oh dimmi, dimmi Cristo! Vi fumai dolore quale quello che io patisco?M. Ha elevato alle supreme altezze i figliche ha allevato. Li guarda e verifica che sonempi, per cui ne soffre, rivelando il lorovizio. E per questo è disprezzata da tutti. Ilsuo grembo non si apre a colui che ritorna. T. Ho allevato e nutrito i miei figli, ma essimi hanno disprezzata

FAUVEL NOUS A FAIT PRESENT

Tr. Je voi douleur avenir, car tout ce fait parcontraire. Chemin ne voie tenir Ne veut nul parquoi venir puist a bien n’a raison faire. Je voidouleur avenir car tout ce fait par contraire.M. Fauvel nous a fait present du mestier de laciviere. N’est pas homs qui ce ne sent. Je voi toutquant a present aler ce devant derriere. Fauvelnous a fait present du mestier de la civiere. T. Fauvel: autant m’est si poise arriere commeavantTr. Vedo avvicinarsi il dolore, poiché tuttoviene fatto al contrario. Nessuno vuolseguire la via che potrebbe portarlo al beneo ad agire con ragionevolezza. Vedoavvicinarsi il dolore, poiché tutto viene fattoal contrario.M. Fauvel ci ha fatto dono del mestiere dellalettiga; non c’è nessuno che non se ne siaaccorto; al giorno d’oggi vedo tutto andarealla rovescio. Fauvel ci ha fatto dono delmestiere della lettiga [espressioneproverbiale che allude all’alternaza diposizione tenuta da chi porta la lettiga,

davanti o dietro, e per estensione inriferimento alle vicissitudini altanelantidella Fortuna].T. Fauvel: è la stessa cosa per me se si mettedietro o davanti.

PORCHIER MIEX ESTRE AMEROIE

Rit. Porchier mieus estre ameroie que Fauveltorchier. Escorchier ains me leroie. Porchiermieus estre ameroie. N’ai cure de sa monnoie/Ne n’ai son or chier. Porchier mieus estreameroie que Fauvel torchier.Preferirei essere un porcaro, piuttosto cheossequiare Fauvel. Preferirei farmi scuoiare,preferirei essere un porcare. Non miinteressano i suoi soldi e non do importanzaalle sue ricchezze. Preferirei essere unporcaro, piuttosto che ossequiare Fauvel.

O PHILIPPE PRELUSTRIS

Tr. Servant regem misericordia et veritas necnon clemencia. Judicij rex sedens solio malumtollit aspectu proprio. Rex sapiens dissipatimpios, insipiens erigit inscios. Impietas regis sitollatur, iusticia thronus roboratur. Judiciumcausam determinat, iusticia falsum eliminat,mendacia rex qui libens audit, omnes servosimpios exaudit. Clemencia regis laudabilis,severitas eius terribilis, bona terra cuius rexnobilis; Sed ve terre, si sit puerilis. Melior estpauper et sapiens atque puer quam rex insipiens.Rex hodie est et cras moritur; iuste vivat etsancte igitur. M. O Philippe, prelustris Francorum rex,insignis iuvenis etate! Consilio utere proborumin proavi degens sanctitate, Ecclesie pacis tenenslocum ac iudicans plebem equitate, aggrederegentem paganorum: spopondisti! Nunc accelerate, ut conformis sis principum quorum nominasunt laudis approbata!T. Rex regum et dominus dominancium.Tr. Misericordia, verità e non ultima laclemenza preservano il re. Il re che siede sultrono del giudizio elimina il male con lapropria presenza. Il re saggio dissipa gliempi, quello non saggio eleva i dissennati.Se si elimina l’empietà di un re, il trono sirinforzato con la giustizia. Il giudiziodetermina la causa, la giustizia elimina lafalsità, il re che ascolta volentieri parole

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mendaci esaudisce tutti i servi empi. Laclemenza del re è lodevole, la sua severità èterribile, fortunata la terra il cui re è dianimo nobile; ma guai alla terra, se egli èpuerile. Meglio un povero ma saggio,perfino se fanciullo, che un re sciocco. Il reoggi c’è e domani muore; viva secondogiustizia e dunque secondo santità.M. O Filippo1, illustre re dei Francesi, notoper la giovane età! Ascolta il consiglio deiprobi mantenendoti nella santità del tuoproavo2, assicurando pace alla Chiesa egiudicando la plebe con equità, va’all’assalto dei popoli pagani:l’hai promesso!Ora affrettati ad essere all’altezza deisovrani i cui nomi sono coperti di lodi!T. Re dei re e signore dei dominanti.

II LIBRO E INTERPOLAZIONE

O LABILIS SORTIS HUMANE STATUS

O Labilis sortis humane status! Egreditur utflos, conteritur Et labitur homo laboris natus;Flens oritur, vivendo moritur, In prosperis luxudissolvitur; Cum flatibus fortune quatitur, Luxsubito mentis extinguitur. Ha moriens vita, luxusopita Nos inficis, fellitis condìta.Quid igitur aura te popularis, Quid dignitas,quid generositas Extulerit? Ut gravius labaris.In laqueos quos tendis laberis, Dum crapulisscortisque traheris, Et luxibus opum quascongeris Illicite, miser, immoreris. Ha moriensvita, luxu sopita Nos inficis, fellitis condita.Dum effugis fecundam paupertatem, Pre ceterisdittari niteris, Sed laberis in summamegestatem, Cum opibus mavis diffluere Quammodicis honeste vivere, Quod questibus fedisefficere Dum satagis amans distrahere, Nil[autumans] tibi sufficere. Ha moriens vita, luxusopita Nos inficis, fellitis condita.O instabile condizione dell’umana sorte!Nato per faticare, l’uomo sboccia come unfiore ma viene calpestato e appassisce; eglinasce piangendo, muore vivendo, nellaprosperità viene distrutto dal lusso; quandoè agitato dai venti della fortuna, la luce dellasua mente si spegne in un attimo. Ah, vitache stai morente soffocata dal lusso, tu ciavveleni, condita con fiele. A che dunque ti

innalza il favore popolare, il prestigio, laprodigalità? Affinché tu cada più in basso!Cadi nei lacci che tu stesso prepari, perchémentre ti trascini tra gozzoviglie e bordelli eti spegni, o misero, nel lusso delle ricchezzeche accumuli illecitamente. Ah, vita che staimorente soffocata dal lusso, tu ci avveleni,condita con fiele. Mentre fuggi la fecondapovertà, cerchi di arricchirti più degli altri,ma scivoli nella estrema miseria; preferisciabbandonarti alle ricchezze piuttosto chevivere onestamente nella moderazione,mentre ti affanni a raggiungere ciòattraverso ignobili guadagni, amandoscialacquare e ritenendo che niente ti basti.Ah, vita che stai morente soffocata dal lusso,tu ci avveleni, condita con fiele.

O NACIO NEPHANDI

Tr. Condicio nature defuit in filio quem virgogenuit; contagio sola nam caruit quam vicionemo defloruit et ideo partu non doluit. Hecactio parem non habuit, hoc proprio donopromeruit, ludibrio que non succubuit. Hic raciomundi desipuit, hec questio scrutari renuit.Solucio filio Dei sic placuit, devocio dubio finemproposuit. Redempcio saucio plus Ade profuit,commissio quam Eve nocuit.M. O Nacio nephandi generis, cur gracie donisabuteris? Multiplici reatu laberis dum litteramlegis amplecteris et littere medullam deseris.Gens perfida, cecata, deperis si Moysenconsideraveris nec faciem videre poteris; simistice non intellexeris in facie cornuta falleris.Considera, misera, quare dampnaberis: quodlitteram perperam interpretaveris. Converterispropere: nam si everteris, per graciam veniamculpe mereberis.Tr. La condizione naturale venne meno nelfiglio generato da una vergine; infatti dalcontagio carnale fu esente colei sola chenessuno deflorò col vizio, e per questo nonsoffrì dei dolori del parto. Questa azionenon ebbe pari, e se la meritò come donoesclusivo colei che non dovette sottostare alludibrio. Qui la ragione umana si fece stolta,e tale questione non ammise di esseresaminata. Così piacque la decisione alfiglio di Dio, la devozione mise fine aldubbio. La redenzione dall’inferno giovò

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all’umanità sofferente più di quanto nonl’aveva danneggiata la colpa di Eva.M. O nazione di stirpe nefanda, perchéabusi dei doni della Grazia? Incappi in unreato molteplice nel momento in cui accoglila lettera della legge e ne ignori il sensoprofondo. Stirpe perfida e accecata, andraiin rovina se considererai solo Mosè nonpotendone vedere il volto: se non avrai unaprofonda comprensione mistica, il suo voltocornuto3 ti trarrà in inganno. Considera, omisera, il motivo per cui finirai dannata:perché avrai malamente interpretato il sensoletterale. Convertiti in fretta, poiché, secambierai direzione, attraverso la grazia timeriterai il perdono della della colpa.

VERITAS ARPIE

Veritas arpie, fex ypocrisie, turpis lepra symonie,scandunt solium. Falsitatis vie movent omni dieChristi veritate pie prelium. Comites Goliespernunt David prophetie verba testium,perdunt premium filium Marie. Similes Uriehostis tingunt gladium.La verità dell’arpia, lo sterco dell’ipocrisia,la turpe lebbra della simonia salgono altrono. Le vie della falsità muovono ognigiorno guerra alla santa verità di Cristo. Iseguaci di Golia respingono le profezie diDavide, le parole dei testimoni perdono laloro ricompensa, il figlio di Maria. [Levittime] simili a Uria tingono col propriosangue la spada del nemico.

VERITAS, EQUITAS, LARGITAS CORRUIT

Veritas, Equitas, Largitas Corruit; Falsitas,Pravitas, Parcitas Viguit; Urbanitas Evanuit. Caritas Castitas, Probitas Viluit; Vanitas,Feditas, Vilitas Claruit; Rusticitas Prevaluit.[…] Ius, racio, Discrecio, Concordie Communio,Compassio, Correpcio, Miserie ProteccioProscribitur exilio. Vis, ulcio, Presumpcio,Discordie Contencio, Suspicio, DetraccioCalumpnie Vexacio Nituntur patrocinio. […]Dic ergo, veritas, Ubi nunc habitas? Equitas,Largitas, Ubi nunc latitas? Quid profuit, Queprefuit, Malignitas?Verità, giustizia, generosità sono cadute;falsità, corruzione, tirchieria hanno presoforza; cortesia è scomparsa. Carità, castità

onestà hanno perso il loro valore; vanità,impudicizia, volgarità sono emese;maleducazione ha prevalso. […] Legalità,ragione e discrezione - garanzie diconcordia - compassione e correzione -tutela dalla sventura - sono condannatiall’esilio. Sono invece patrocinate violenza,vendetta e insolnza – causa di discordia –sospetto, diffamazione e persecuzione conla calunnia. […] Dicci dunque, o verità,dove abiti ora? O giustiza e generosità dovevi nascondete ora? A che giova la malvagitàche ha preso il comando?

J’AI FAIT NOUVELETEMENT

Tr. La mesnie fauveline qui a mau fere s’enclinevolentiers et de legier, Car ainc a autre doctrine,science ne discipline ne deigna soi asegier. Adevoir aperceü que Fauvel a conceü de prendre afame Fortune. Si a dit de voiz communne pourplus a son seignour plere: “Sire, bien va vosteafere! L’apostole et tuit sui frere Ducx, Contes,Rois Emperere nous servent sanz contredit N’iest plus tencié ne dit alez en vostre besoingne! Nedevra avoir vergoingne fortune de vous avoir. Oret argent et avoir avez et moult bele chere. Suttouz portez la baniere”. Torché devant et derrierel’ont la gent en tel maniere, Qu’il a prisehardiesce, que vers sa dame s’adresce. si dit l’encommanement qu’en folour n’a hardement. M. J’ai fait nouveletement amie, Cui vuelmoustrer mon propos entierement. Combien queli encontrer redout pour sa grant noblesce. C’estFortune qui me blesce. Que n’ouse emprendre alidire mon vueil pour li garder d’ire. Nequetanttout sanz delay pour ce que trouvée l’ay douceamiable et non dure li direz ce que i’ende re: C’estque ie la vueil a fame. Combien que soit honoréeen ce siecle et haute dame, de moi sera bien amée. T. Grant despit ai ie, Fortune, De Fauvel quis’est fait prune de moi demander a fame. Mes ieli dirai a une, et si cler com luist la lune limousterrai que sui dame.TR (Narratore): “La masnada di Fauvel, chetende volentieri e con leggerezza al cattivoagire, poiché non si degna di assoggettarsiad altra dottrina, scienza o disciplina, hasaputo che Fauvel ha pensato di prendere inmoglie Fortuna. E così, ad una sola voce, perpiù piacere al suo signore, ha detto:

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“Signore, i vostri affar vanno più che bene!L’apostolo e tutti i suoi fratelli, duchi, conti,re, imperatori, ci servono senzacontraddizioni: non c’è più disputa ne parola.Andate verso la vostra meta! E Fortuna nonavrà vergogna di avervi. Avente argento, oroe beni, e un gran bell’aspetto. Sovra tutti siinnalza il vostro vessillo”. La sua gente l’hacosì ben circuito che egli prende ardire, e sirivolge alla sua dama; si dice comunementeche nella follia c’è del coraggio. M (Fauvel): “Un’amica novella mirincuora,/ma la temo pel nobilelignaggio,/ch’è tanto altera e io non hocoraggio/di dirle la passion che midivora:/ell’è Fortuna, ch’al mio cuorgentile/ditta nuovi desiri e nuovevoglie./Ditele voi, con amorosostile,/ch’intendo farle onor d’esser miamoglie./Sia pur nel mondo insigne edonorata:/per me d’etterno amor la giuroamata.”T (Fortuna) “Fortuna son, e provo acerbosdegno/per quel Fauvel, che impunementeor osa pretender di condurmi seco insposa!/A lui chiara dirò, senza ritegno,/chedonna di province son, signora:/la suaproposta assai mi disonora

SICUT DE LIGNO PARVULUS

Tr. Inflammatus invidia demon sua maliciaprimos parentes decipit, et Abel sacrificia ferensacceptabilia mortem de fratre recipit. Josephquenon pepercerunt fratres sui vendiderunt hunctriginta denariis et Ihesum crucifixerunt Iudei etirriserunt maximis contumeliis. Invidia detestaridebet que hoc operari fecit et alia plura, precorquod hanc imitari non velitis sed ornari deicaritate pura. M. Sicut de ligno parvulus generaturvermiculus qui post hoc idem comedit, eo modolivor ledit omnes suos possessores et eorumbonos mores invidus est totus cecus; ignis est ineo grecus ardens in aquis gracie et in undisiusticie. Qui accensus est hoc igne macrescit depinguedine sociorum et proditor est iam creditesse victor quando per detractiones deprimitfratrum honores et est socius demonum amansmalum et non bonum quod valde dictum viciumcaritati contrarium.

Tr. Infiammato di invidia il demonio con lasua malizia inganna i nostri progenitori, eAbele, che portava sacrifici graditi, vieneucciso da suo fratello, e i fratelli di Giuseppenon lo risparmiarono, lo vendettero pertrenta denari, e i Giudei crocifissero Gesù elo offesero con i peggiori oltraggi. Bisognadetestare l’invidia che fece commetterequesti e molti altri delitti. Vi prego che nonvogliate imitarla ma che vi adorniate dellapura carità di Dio.M. Così come da un piccolo legno nasce unvermicello che poi se lo mangia, allo stessomodo l’invidia distrugge coloro che lacoltivano e i loro buoni principi. L’invidiosoè completamente cieco; dentro di luidivampa il fuoco greco che brucia nelleacque della grazia e nelle onde dellagiustizia. Chi è divorato da questo fuocodimagrisce a causa della pinguedine deisuoi compagni e diventa traditore; e credeormai di essere vincitore quando con ladetrazione diminuisce l’onori dei suoifratelli ed è compagno dei demoni amandoil male e non il bene, perché certamentequesto vizio è contrario alla carità.

DOUCE DAME DEBONAIRE

“Douce dame de bonaire!” “Fauvel que tu faut?”“Mon cuer vous doins sanz retraire.” “Sen en toidefaut.” “Ne vous en chaut il?” “Fi, mauvésoutil!” “Puis qu’ensi est, que ferai?” “Jam’amour ne te lerai.” “J’ai grant desir de vousplaire.” “De ce ne me chaut.” “Ne soiez a moicontraire!” “Diva! qui t’assaut?” “Prendez m’amari!” “Jo! jo! sus! hari!” “Douce dame, queferai?” “Ja m’amour ne te lerai.” “Ne sai que jepuisse faire.” “Fai donques un saut!” “Volentiers,vers vo viaire!” “Ne saut pas si haut!” “Las! jevous ainz si.” “Ne me plest ainsi.” “Las! et queferai?” “Ja m’amour ne te lerai.”“Dolce e graziosa dama!” “Fauvel, cosavuoi?” “Vi dono il mio cuore per sempre.”“Sei pazzo!” “Non ti interessa?” “Vattene,malarnese!” “ Se va così, che farò?” “Non tidarò mai il mio amore.” “Desideroardentemente piacerti.” “Questo non miinteressa.” “Non essermi nemica!” “Ma va!Chi ti cerca?” “Prendimi come marito!”“Oh! Su, Va via!” “Dolce dama, che farò?”

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“Non ti darò mai il mio amore.” “Non socosa posso fare.” “ Fai dunque un salto!”“Volentieri, verso la tua faccia!” “Nonsaltare così in alto!” “Ahimè, Vi amo cosìtanto!” “Questo non mi piace.” “Ahimè, ecosa farò?” “Non ti darò mai il mio amore.”

TALANT QUE J’AI D’OBEÏR – LAI DE FAUVEL

Talant que j’ai d’obeïr Et de fere le plaisir A celleen qui mi desir Sont tuit tourné mon cuer et corsa tourné De lui servir, Et je de cuer sanz fallir Laserviré Volentiers et de bon gré Sanz repentir. Ne me devroie alentir Se son vouloir acomplir,Quar [d’]elle puet bien venir Plus que je n’aiPoair, ne je ja n’auré De deservir; Et se je n’envueil mentir, Je chanteré Pour s’amour etl’ameré Sanz departir. Tant m’agree la journeeQue la debon’heure nee Regardai Que donnee etoctroiee Li fu des lors ma pensee De cuer vrai.Honnouree et bien amee Sera de moi et löee Enmon lay, Redoutee et foy portee, Et sa bonnerenommee Garderai. Plaisant et de bel acueil, Desimple atour sanz orgueil Est la bele, simple etcoie; Tout mon cuer a li s’otroie. Luisant com oren solueil A le chief et riant l’ueil, Le vis cler etplain de joie; Si l’aim, de riens ne foloie. […]Chantant pri vous, dame chere, A haut cri qu’emma proiere N’ait estri, poour que “fiere!” Nevous cri; ne n’avez chiere Que d’otri soiezlegiere. Tant me fri, douce guerriere, Que detri sine me fiere, Que murtri ne mete en biere.[…]Ne vous voillez assentir Qu’ainsi me lessiezperir! Rubi que l’en doit chierir, Fin coulouré,Plaise vous qu’en charité Dagnés oïr Ce lai! Ci levoeil fenir a vostre gré. Plaist moi, qu’a vous suidonné Sanz retolir.La brama che ho di obbedire e piacere alladonna verso la quale sono rivolti tutti i mieidesideri, hanno portato il mio cuore a servirlae io, sinceramente e senza fallire, la serviròvolentieri e di buon grado senza rimpianti.Non dovrò tardare ad assecondare i suoidesideri perché da lei può derivare piùvantaggio di quello che ho o che mai potreiavere la possibilità di meritarmi; e, non vogliomentire, canterò l’amore per lei e l’ameròsenza fine. Mi è tanto piaciuto il giorno in cuiho visto per la prima volta la donna difortunati natali, che tutti i miei pensierifurono subito diretti a lei con cuore sincero.

Lei sarà onorata e ben amata da me e lodatanel mio lay, rispettata e piena di fedeltà daparte mia e io sorveglierò la sua reputazione.Piacevole e graziosa, dal comportamentosenza orgoglio è la bella donna, modesta epacata; tutto il mio cuore è per lei. Brillantecome l’oro al sole è il suo cuore e sorridenti isuoi occhi, il suo volto radiante e pieno digioia; se l’amo, non è per follia. […] Cantandovi prego forte, cara dama, che nella miapreghiera non ci sia lotta, nessun rischio diurlare “crudele!”; ma non sembra checoncediate facilmente amore. Ardo così tantodal desiderio, dolce guerriera, che un vostroindugio non mi deve colpire, per paura chemi porti, ucciso, alla mia tomba. […] Nonpermettere che io muoia in questo modo!Rubino adorabile, dal colore delicato, vipiaccia, per carità, degnarvi di ascoltarequesto lay! Lo voglio finire qui ora a vostropiacere. Mi piace, poiché mi sono donato avoi, senza ripensamenti.

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Daido Moriyama, Shinjuku, 2002fotografia b/n, courtesy l’artista

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JE, QUI POAIR SEULE AI DE CONFORT – LAI DE

FORTUNE

Je, qui poair seule ai de confort toute autre gent,forment me desconfort De ce larron qu’ai tantfiat deporter Et qui souz moi fait a si son nomfort; Qui m’amour m’a demandee! Certes, se pasne m’agree. Folement m’a envaÿe, M’enneur aamenuisie. Bien li doi guerredonner! Pou prisema seigneurie. N’est ce grant forsenerie Quant ild’espouser me prie? A moi ne s’atende mie!Autre li voudrai donner. […] Providence etDestinee, Fortune et Fate nommee Sui, fille dugrant geant Qui terre, eau douce et salee, Feu,air et toute riens nee Fist et crea de niant. […]Nequetant, car humblement Vint Fauvel sonerrement Conter, mon esmouvement met en delaifaintement. Quant a present crualté Vueil bouterarriere, Fame plainne de biauté Et de grantmaniere, Dame de desloiauté, Jointe cointe etfiere, Li doin, sanz nulle egauté, Faitisse etlegiere: Vainne Gloire, la polie, Qui tant est bienafaitie Maint hon ne la lesse mie. D’eus vendramale lignie! Puis soit Fauvel a seür Quej’entendré A li honnir et destruire, Et de sa gentmainz pandré.Io, che sola ho il potere di confortare tuttegli altri, sono enormemente dispiaciuta daquesto mascalzone che ho tollerato così alungo e che, sotto di me, ha reso il suo nomecosì chiassoso. Lui ha perfino chiesto il mioamore! Certamente questo non mi aggrada.È stato follemente presuntuoso nei mieiconfronti, ha sminuito il mio onore. Devodargli un bel premio! Lui ha poco riguardoper la mia autorità. Non è forse una folliache mi abbia chisto di sposarlo? Che non siaspetti vi avermi! Gli darò un’altra donna.[…] Provvidenza e Destino, Fortuna e Fatoio son chiamata, figlia del grande giganteche dal nulla ha fatto e creato terra, acquadolce e salata, fuoco, aria e tutto ciò che èvivente. […] Comunque, siccome Fauvelumilmente è venuto a raccontare le sueambizioni, io fingerò di nascondere la miareazione. Poiché per il momento intendotenere da parte la crudeltà, gli concederòuna moglie piena di bellezza e di gran stile,una donna sleale, briosa, irritante eorgogliosa senza giustizia, superficiale eleggera: Vanagloria, la soave, che è così

beneducata che molti uomini non possonoabbandonarla. Poco di buono verrà da loro!Allora, assicuriamo a Fauvel che hointenzione di procurargli disgrazia edistruzione e che molti membri della suafamiglia cadranno.

NEMO POTEST DUOBUS DOMINIS SERVIRE

Nemo potest duobus dominis servire.Nessuno può servire due padroni.

BEATI PAUPERES SPIRITU

Beati pauperes spiritu, quoniam ipsorum estregnum celorum.Beati i poveri di spirito perché di loro è ilregno dei cieli.

HA, PARISIUS CIVITAS REGNIS MAGNI

Ha, Parisius civitas regnis magni.Ah, Parigi, città del grande regno.

BUCCINATE IN NEOMENIA TUBA

Buccinate in neomenia tuba, et ioustas fieriproclamate per regionem nostram in insigni diesolempnitatis nostre.Suonate le trombe nel novilunio e per lanostra regione proclamate che si rendono glionori (funebri!) nel grande giorno dellenostre nozze.

QUOMODO CANTABIMUS

Tr. Thalamus puerpere thronus Salomonis,pressus est caractere nove Babilonis; Regalisecclesia sedet in tristicia, Rex custodit atrium utfortis armatus tendit in exilium sanctorumsenatus hac fornace purius aurum se purgabit etconfractus melius iustus germinabit.M. Quomodo cantabimus sub iniqua lege? ovesquid attendimus? lupus est in grege! decisispanniculis nostris offert oculis Ihesusinconsutilis tunice scissuram suam iudexhumilis sustinet pressuram o, o, o, o, quandodiscuciet spelunca[m] latronum quamtremendus veniet deus ulcionum.Tr. Il letto della partoriente, il trono diSalomone sono oppressi dal marchio dellanuovo Babilonia. La Chiesa regale siedenella tristezza, il re custodisce l’ingressocome uomo forte ben armato, il senato deisanti si dirige verso l’esilio in questa fornace

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si testerà l’oro più puro e così potato ilgiusto metterà germogli migliori.M. Come potremo cantare oppresse da unalegge ingiusta? Pecorelle cosa aspetteremo,il lupo è in mezzo al gregge! Stracciati icenci Gesù offre ai nostri occhi lalacerazione della sua tunica senza cuciture.Lui giudice umile sostiene la suatribolazione. Oh, quando verrà adistruggere questa spelonca di ladri,quando verrà terribile il Dio delle vendette!

SIMULACRA EORUM ARGENTUM

Simulacra eorum argentum, et aurum, cibussubstancia pauperum, vinea eorum vineaSodomorum et de suburbanis Gomorre.Firmaverunt sibi opus nequam, et deusconstituit terminos eorum qui preteriri nonpoterunt.I loro idoli sono argento e oro, il loro cibosono le sostanze dei poveri, le loro vignesono le vigne dei sobborghi di Sodoma eGomorra. Hanno reso salda per sé unacostruzione iniqua, ma Dio ha stabilito illimite che non potranno superare.

ESTOTE FORTES IN BELLO

Estote fortes in bello, et pugnate cum antiquoserpente, et accipietis regnum eternum, alleluia.State forti nella battaglia e combattetecontro l’antico serpente e otterrete il regnoeterno. Alleluia.

VIRGINES EGREGIE

Virgines egregie, Virgines sactate, Coram vestrifacie Sponsi coronate!In eterna requie Sursum sublimate, Canticumleticie Domino cantate!Castitatis lilium Olim custodistis Propter Deifilium, Cui placuistis.Templum sancti Spiritus Esse voluistis, Tactuset concubitus Ideo fugistis.Flore pudicicie Vestre reservato, Carnalis lascivieMotu refrenato,Debito mundicie Premio donato, Assidetis socieVirginali nato.Non estis de fatuis, Que cum vasis vacuisSponsum prestolantur, Immo de prudencibus, Que plenis lampadibusBene preparantur.

Fatuis virginibus, Oleo carencibus, Sponsus estdicturus:“Vobis non aperiam; Prudentes recipiampremium daturus.”Vergini eccellenti, Vergini consacrate, colcapo incoronato davanti al vostro sposo!Innalzate nella pace eterna, cantate un innodi gioia al Signore!Un tempo avete custodito il giglio dellacastità per amore del figlio di Dio che sicompiaceva di voi!Avete desiderato essere tempio dello SpiritoSanto per cui avete fuggito carezze e talamo.Custodito il fiore della vostra verginità,frenato l’istinto della lascivia carnale, ricevuto il premio che spetta alla purezzamorale, sedete compagne del Figlio dellaVergine.Non siete fra le stolte che con i vasi vuotiavete aspettato lo sposo,ma tra le sagge ben preparate con lelampade piene.Alle vergini stolte che non hanno olio, loSposo dirà:“A voi non aprirò, accoglierò le sagge e daròloro il premio”.

PARATA EST SENTENCIA CONTRA

FAVELLUM/[H]ABITATIO AUTEM VESTRA IN SYON

Parata est sentencia contra favellum, namiudicabitur et cum fuerit condampnatus cumprincipe demoniorum perpetuo passurus. V.Habitatio autem vestra in Syon.Stabilita è la sentenza contro Fauvel, infattisarà giudicato e quando sarà statocondannato, brucerà in eterno con ilprincipe dei demoni. V. Invece la vostradimora sarà in Syon.

MARIA VIRGO VIRGINUM

Tr. Celi domina quam sanctorum agminavenerantur omnia in celesti curia, Tuum rogafilium, redemptorem omnium, ut sua clemencianobis tollet Falvium gaudereque faciat nos eiussequacium absencia.M. Maria, virgo virginum, mater patris et filia,pro nobis roga dominum, ut solita prece pia nosvirtutum presencia et seductoris hominum,Favelli, ducis criminum, glorificet absencia.T. Porchier mieuz estre ameroie que Fauvel

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torchier.Escorchier ainz me leroie. Porchier mieuz estreameroie. N’ai cure de sa monnoie ne n’ai son orchier. Porchier mieuz estre ameroie que Fauveltorchier.Tr. O Regina del cielo, venerata da tutta laschiere dei santi nella curia celeste, prega iltuo figlio nostro salvatore, affinché per suaclemenza ci liberi da Fauvel e ci faccia gioireper la assenza dei suoi seguaci.M. O Maria, vergine delle vergini, madre efiglia del padre, prega il Signore per noiaffinché con la consueta pia preghiera ciglorifichi della presenza delle virtù edell’assenza di Fauvel, seduttore degliuomini e re dei crimini.T. Preferirei essere un porcaro, piuttosto cheblandire Fauvel. Preferirei farmi scuoiare,preferirei essere un porcaro. Non miinteressano i suoi soldi e non do importanzaalle sue ricchezze. Preferirei essere unporcaro, piuttosto che blandire Fauvel.

BON VIN DOIT

Ci me faut un tour de vin, Deus, quar le medonnez!Qui mi ci vuole un giro di vino, Dio,datemelo!

Tr. Quant ie le voi ou voirre cler volentiers m’ivueil acorder: et puis si chante de cueur cler: Cischans veult boire. M. Bon vin doit l’en a li tirer et le mauvers ensus bouter: puis doivent compagnons chanter:Cis chans veult boire. T. Cis chans veult boire.Tr. Quando io lo vedo chiaramente nelbicchiere, volentieri mi accordo e poi cantodi buon cuore: questa canzone ha bisogno diuna bevutaM. Bisogna procurarsi del buon vino eversare via quello cattivo; poi gli amicidevono cantare: questa canzone ha bisognodi una bevuta.T. Questa canzone ha bisogno di una bevuta

Tr = triplum / M = motetus / T = tenor

1 Filippo il Bello re dal 1285 al 1314.2 San Luigi re di Francia (Luigi IX), di cui Filippo ènipote.3 Mosè, di ritorno dalla contemplazione di Dio, ètradizionalmente definito “cornuto” nella Vulgata(Esodo, 34,29.30.35 ), in seguito a un’interpretazionescorretta del testo ebraico che allude ai raggi di luceche promanano dal suo volto. Il testo qui forse giocaanche con l’uso di cornuto riferito al “sillogismocornuto”, ossia capzioso e ingannevole, come puòessere la Sacra Scrittura per chi la intepretaingenuamente alla lettera.

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LE ROMAN DE FAUVEL (1310 – 1314)RATIO E CASUS IN UN ROMANZOALLEGORICO-SATIRICO NELLA PARIGIDI FILIPPO IL BELLO

Nel 2010 ricorre il settecentenario dellacompilazione del primo Libro del Roman deFauvel, composto nel 1310 (1226 versi), poicompletato nel 1314 (2054 versi) da Gervaisde Bus, alto funzionario alla cancelleriadella corte francese, il cui nome si nascondesotto forma di anagramma alla fine delsecondo libro. Si tratta di una pungente eamara satira allegorica contro la corruzionee gli abusi del potere. Tutti i volti noti dellacorte parigina e della scena religiosavengono “interpretati” da animali allegorici,tra i quali spicca il personaggio principale:

Fauvel, uno stallone dal manto rossiccio,bestiale incarnazione dei vizi, simbolo ditutta la società francese e del suo sistemapolitico al tempo di Filippo IV il Bello.La storia di Fauvel si intreccia alla figura diFortuna. Al colmo di un enorme potere chela sorte gli ha concesso - che vede papi eimperatori, monaci e frati, contadini emercanti ad adularlo e ad assecondarlo -Fauvel decide di chiedere la mano diFortuna per poter avere il sopravvento su dilei e fermare l’inesorabile movimento dellasua ruota. Lo sdegnoso rifiuto di Fortuna difronte all’ipocrita dimostrazione di amore diFauvel induce quest’ultimo adacconterntarsi di sposare Vanagloria, coleiche ha il potere di distrae coloro che sonoarrivati all’apice della fortuna, per evitare

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che si rendano conto che presto cadranno indisgrazia. Fortuna infatti annuncia cheprima o poi Fauvel cadrà dal trono, e allora,se Dio lo vorrà, ci sarà spazio per il triofodelle Virtù. Dal punto di vista dei testimoniche tramandano il testo, si conoscono dodicimanoscritti; tra questi ne spicca uno (Parigi- Bibliothèque Nationale, fonds français 146)che, accanto al testo impreziosito dastraordinarie miniature che danno formaalla storia, contiene una ricca raccolta dicomposizioni musicali. Si tratta di unmanoscritto compilato attorno al 1316 periniziativa di Chaillou de Pesstain che ebbel’idea di commentare con glosse musicali lanarrazione delle imprese di Fauvel, e lo feceattingendo a tutti i generi e le formemusicali esistenti all’epoca, sia monodicheche polifoniche. Delle 167 composizionispiccano, di straordinario interesse,composizioni polifoniche provenienti dalrepertorio di “Notre Dame” risalenti al XIIIsecolo, così come mottetti contemporaneialla stesura del testo, cinque dei qualicomposti da Philippe de Vitry, che rivelanotutti i segni premonitori dell’Ars nova: sonoi primi brani ad utilizzare la tecnicadell’isoritmia e la scrittura delle note coninchiostro rosso a indicare il temporaneopassaggio dalla mensura ternaria a quellabinaria, fenomeno che all’epocarappresentava qualche cosa fino ad alloraimpensabile. Il manoscritto parigino diFauvel rappresenta dunque una sorta di“fotografia” del panorama musicale neiprimi decenni del XIV secolo, nel qualeconvivono generi antichi e tradizionali(inclusi parecchi brani attinti dal granderepertorio gregoriano) insieme a formenovae, nate di recente (o in ogni casoaggiornate alle nuove esigenze), ricche dinovità stilistiche, grafiche e testuali. Manemmeno l’inserimento in sé dicomposizioni tanto ardite e all’avanguardiaè scevro da significati simbolici più sottili:non a caso la nuova arte musicale, tantocriticata e osteggiata da diversi trattatisticoevi (tra cui Jacobus di Liegi che nel suoSpeculum Musicae (1330) si scagliafortemente contro le nuove tendenze

musicali), è la preferita dall’astutopersonaggio principale Fauvel, e così leappartengono i brani che nel testo lovedono come protagonista; al contrario, ibrani dedicati a Fortuna o ad altripersonaggi sono spesso più “conservatori”,legati alla tradizione musicale più antica.Per poter restituire un’opera così complessadove testo, musica e immagini si intreccianoquasi a rappresentare una operamultimediale ante litteram, la Revedie hapensato di inserirla in un progetto didatticodi alto profilo su richista del Festival UrbinoMusica Antica strettamete legato ai Corsiinternazionali. Un progetto che intendemettere insieme le capacità musicali e diricerca dell’ensemble laReverdie conl’esperienza didattica che da anni i suoimembri hanno sviluppato in diverseistituzioni italiane ed europee.I musicisti de laReverdie hanno lavoratoinsieme a un gruppo selezionato di studenticon un alto livello di preparazione e diesperienza attiva nel campo della musicamedioevale.

Claudia Caffagni

FAUVEL ALL’ITALIANA: NOTA DELLIBRETTISTA MODERNOIl romanzo di Fauvel è un’opera troppoestesa per un’ipotesi di recitazione integralein una sola serata. Su richiesta dellaReverdie, ho deciso di riassumerne persommi capi la vicenda, riprendendonesoltanto alcuni luoghi salienti e collegati allecomposizioni eseguite, le quali, peraltro,sono inserite nel manoscritto in prossimità(talora immediata) degli avvenimenti odelle considerazioni cui fungono dacommento testuale e musicale.Ciononostante, il mio personale riassuntocerca, quanto più possibile, di tradurre confedeltà passi interi dell’originale, del qualeriporta o riecheggia le immagini più vivaci,seppur aggiungendo qualche elementoconnettivo o proemiale per chiarire oscureellissi e nessi mancanti. Quanto alla sceltadel registro linguistico e dello stile, hooptato per una soluzione di compromesso

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funzionale al contesto esecutivo. L’originalefrancese è scritto in versi rimati: riduttiva erinunciataria mi è parsa l’ipotesi di unrifacimento in prosa. Di conseguenza, hooptato per endecasillabi raggruppati in rimepiuttosto libere e capricciose, in grado disottolineare le clausole di volta in voltacomiche o epiche del racconto. Da unaparte, la scelta è un omaggio all’arte perdutadel cantimbanco fatta rivivere per laReverdie dal lettor-cantore Matteo Zenatti,dall’altra l’andamento ritmico martellantetenta di alludere, per quanto di lontano,all’antinomia ternario-binario (perfetto-imperfetto) che segna la musica dell’ArsNova. Tuttavia, una falsificazione estrema inun ipotetico volgare italiano coevo, edunque del primo Trecento, avrebbeprodotto un testo di non immediatacomprensione all’ascolto. Pertanto, la linguaimpiegata è sostanzialmente moderna, perquanto manieristica e velata da una pàtinadi giocoso arcaismo. Palmari ammiccamentitestuali ai versi di un celebre amico diPhilippe de Vitry, ossia Francesco Petrarca,servono a rievocare la temperie culturale incui il romanzo poteva esser letto in Italia.Con scherzosa ermeneutica, se il testofrancese amoreggia con la propriatradizione culturale, il testo italiano,modestamente, gioca con le origini dellapropria letteratura: dove la serenata diFauvel fa parodia della lirica amorosatransalpina, non ho resistito alla tentazionedi evocare movenze del nostro Stilnovo; edove il racconto si innalza tra il sublime e ilmoraleggiante, talora occhieggia in nostrosoccorso il primo maestro e autore di noitutti, l’Alighieri della Commedia. Se illetterato sorriderà alle innocenti allusioni, seil pubblico tutto seguirà la vicenda,quand’anche il risultato sia percepito comeun buffo coacervo di monicelliana memoria,la fatica dello spurio versificatore saràampiamente ripagata.

Paolo Borgonovo

LA REVERDIENel 1986 due coppie di giovanissime sorellefondano l’ensemble di musica medievale

laReverdie: il nome, ispirato al generepoetico romanzo che celebra ilrinnovamento primaverile, rivela forse laprincipale caratteristica di un gruppo chenel corso degli anni continua a stupire ecoinvolgere pubblico e critica per la suacapacità di approccio sempre nuovo aidiversi stili e repertori del vasto patrimoniomusicale del Medioevo europeo e del primoRinascimento. Dal 1993 fa partedell’ensemble il cornettista Doron DavidSherwin. Attualmente il gruppo si esibiscein formazioni che vanno da tre a quattordicimuscisti a seconda dei repertori. L’assiduaricerca e l’esperienza accumulata in più diventi anni di intensa attività, hanno fatto delaReverdie un gruppo unico perl’affiatamento, l’entusiasmo e l’acclamatovirtuosismo vocale e strumentale.laReverdie svolge un’intensa attivitàconcertistica in Italia e in diversi paesi esteritra cui Svizzera, Germania, Austria,Inghilterra, Belgio, Olanda, Francia, Spagna,Portogallo, Slovenia, Polonia. Ha registratoconcerti e programmi radiofonici e televisiviin Italia, Germania, Belgio, Austria, Francia,Svizzera, Portogallo, Polonia, SpagnaSlovenia e Olanda. Ha all’attivo diciotto CD,di cui quattordici con la casa discograficaArcana in co-produzione con WestdeutscheRundfunk, insigniti di numerosi premi, fracui, nel ‘93, il primo Diapason d’Or del’année assegnato a un gruppo italiano perla categoria Musique Ancienne, 10 diRepertoire, 10 da Crescendo, ffff télérama, Adi Amadeus, 5stelle di Musica. L’ultimo CD“Carmina Burana - Sacri Sarcasmi” (ArcanaA353) è risultato Finalist 2010 MidemClassical Awards, categoria Early Music.Dall’estesa discografia de la Reverdie è statotratto integralmente il CD dedicato alMedioevo per la collana I Classici dellaMusica pubblicato dal Corriere della Seranel 2007. Dal 1997 i suoi componenti sonoimpegnati in una regolare e intensa attivitàdidattica sul repertorio medioevale pressoimportanti istituzioni italiane e straniere. Hacollaborato, in progetti speciali, con FrancoBattiato, Moni Ovadia, Carlos Nuñez, Teatrodel Vento, Gerard Depardieu.

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Domenica 26 settembre, Villa Sorra ore 17.30

LA TECLA DE L’ALMAl’anima e l’arte di Antonio de Cabezon

PAOLA ERDASclavicembalo ed exaquier

Clavicembalo da Marius e Bellot, XVIII sec.; Augusto Bonza, 1994.Exaquier, copia da Arnaud de Zwolle, XV sec.; Augusto Bonza 2008.

Giovanni Antonio Cavazzi, Istorica descrittione de’ tre regni Congo, Matamba et Angola [...], Milano, 1690Modena, Biblioteca Estense Universitaria

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ANTONIO DE CABEZON (1510 - 1566)Villancico “Jesu Christo Hombre y Dios

Tiento del primer tono(Luis Venegas de Henestrosa, Libro de Cifra Nueva para Tecla, Arpa y Vihuela; Alcalá de Henares, 1557)

ANTONIO VALENTE (1520 circa – 1601)Fantasia Prima; Lo Ballo dell’Intorcia; La Romanesca (Intavolatura de Cimbalo, Napoli, 1576)

ALBERTIJNE MALCOURT (XVI sec)Malheur me bat (MS Bologna, Civico Bibliografico Musicale Codex Q 18)

ANTONIO DE CABEZONMalheur me bat (Libro de Cifra Nueva)

NICOLAS GOMBERT (1495 ca. –1560 ca.)Dezilde al Caballero (Cancionero de Uppsala)

ANTONIO DE CABEZONCanto Llano del Caballero (Obras de Musica para Tecla, Arpa y Vihuela; Madrid 1578)

ANTONIO DE CABEZONAve Maris Stella; Tres sobre el canto llano de la alta (Libro de Cifra Nueva)

LUIS DE NARVAEZ (1500 – 1555/1560)Guardame las Vacas (Los seys libros del Delphin de música; Valladolid 1538)

ANTONIO DE CABEZONDiferencias sobre Las Vacas (Obras de Musica)

ANONIMOUSCinco diferencias sobre Las Vacas (Libro de Cifra Nueva)

THOINOT ARBEAU (1519 - 1595)Belle qui tiens ma vie (Orchesographie; Francia, 1589)

ANTONIO DE CABEZONDiferencias sobre La Dama le demanda (Obras de Musica)

ANTONIO VALENTETenore del Passemezzo (Intavolatura de Cimbalo)

ANTONIO DE CABEZONRomance “Para Quien crie yo cabellos”

PALERORomance “Paseabase el Rey Moro”

ANTONIO DE CABEZONPavana glosada de Antonio (Libro de Cifra Nueva)

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LA TECLA DE L’ALMAEra il 1578 quando Pedro Laynez, in unsonetto scritto in occasione dellapubblicazione delle Obras de Musica paraTecla, Arpa y Vihuela - la maggiore raccoltadi opere del musicista spagnolo compilatadal figlio Hernando - definì Antonio deCabezón il Divino Antonio. Le parole diLaynez, poeta e cortigiano al servizio diFilippo II, possono sembrare un esempio divuota agiografia ma sono invece un giusto esentito tributo a colui che fu il più grandemusicista spagnolo del Siglo de Oro.Antonio de Cabezón (1510 - 1566) fumusicista di corte e, nonostante la salutecagionevole e la cecità, compagno di viaggiodi Filippo II, che lo voleva con sè durante lelunghe peregrinazioni nei suoi sconfinatipossedimenti. Passata la felice stagioneiberica del Siglo de Oro, la fama di Cabezónrimase viva in Spagna ma divenne via viasolo un glorioso ricordo e la figura delDivino Antonio più un’icona da rispettareche un autore da ascoltare e da amare. Maquesta visione agiografica e severa è cosìlontana dallo spirito di Antonio! La suamusica quando è triste lo è di una tristezzadolcissima; religiosa di una religiositàiberica fatta di colori e passioni;perfettamente costruita, ma mai algida, anzidotata di un’anima profondamente esplendidamente umana. La Tecla de l’Alma,la tastiera dell’anima, è così che vorrei che lamusica di Antonio giungesse all’ascoltatore,in modo che ne possa gioire, entrando nelsuo universo senza paura di trovarsi difronte a un monumento. Cabezón era unuomo geniale, sensibile, raffinato, figlioperfetto del mondo che vide lo splendoredell’Impero Spagnolo, dei colori di El Greco,delle prime commedie picaresche, dellepoesie scritte con carnale estasi mistica daSanta Teresa d’Avila. All’opera di Cabezónho voluto affiancare alcuni brani di un altromusicista cieco, Antonio Valente,napoletano e quindi attivo nella parteitaliana del Regno di Spagna, a dimostrarecome l’afflato iberico di Antonio avesseinfluenzato anche la nostra terra. Le scarnenotizie riguardo l’infanzia di Cabezón

riportano solamente che divenne cieco ingiovane età e che precocissimo iniziò glistudi musicali. Si sa che ancora adolescentesi trasferì a Valencia, dove il giovane musicoebbe il primo incontro con la famiglia realenell’agosto del 1522. Nel 1525 Cabezón sitrasferì a Toledo e l’anno dopo, a soli 16anni, entrò a servizio nella corte divenendoorganista della regina Isabella, epartecipando anche alla vita musicale dellaCapilla Musical dell’imperatore Carlo V.Quando la regina Isabella morì nel 1539,Antonio de Cabezón passò al servizio deiprincipi Filippo (il futuro Filippo II, ilprudente), María e Juana e dal 1548 alla suamorte si dedicò esclusivamente al serviziodi Filippo, divenendo il suo artistaprediletto assieme al pittore Tiziano,rispettato e ricompensato con grandegenerosità. Antonio de Cabezón venneseppellito con tutti gli onori nella basilica diSan Francesco il Grande a Madrid. Il celebrestorico Nicolás Antonio trascrisse l’epitaffioche il re Filippo volle per la tomba diCabezón, il cui verso finale recita: [...] ay, llorándolola corte del Real Filippo entera:tan rara era la joya que ha perdido (Ahimè, piange tutta la corte del Reale Filippo:tanto prezioso era il gioiello che ha perso)

Paola Erdasper gentile concessione di Arcana

LO STRUMENTOExaquier: con questo esotico nome sidefinisce quello che fu il primoclavicembalo, le cui prime tracce si trovanonell’iconografia già dalla fine del XIVsecolo. In una lettera del 1387 di Giovanni Id’Aragona Filippo il Temerario diBorgogna, al quale chiedeva I sturmentappelat exaquier (lo strumento chiamatoexaquier). Nel 1388 il re Giovanni citanuovamente questo strumento e ne parlacome I sturment semblant d’orguens qui sonaab cordes (lo strumento simile all’organo chesuona con corde). Il nome exaquier chesignifica scacchiera deriva nondall’alternanza di tasti bianchi e neri comesi pensava in un primo momento ma invecedalla scacchiera intesa nel senso di tavola

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aritmetica (una sorta di pallottoliere) usataper fare i calcoli in epoca antica, si pensi peresempio al nome che tutt’ora descrive ilMinistro delle Finanze inglese: theChancellor of the Exchequer, il Cancellieredello Scacchiere. Non solo con questo nomeil cembalo medievale era denominato:cymbalum, eschiquier, clavisimbalum. Lostrumento suonato in questo concerto è lacopia di un disegno firmato dal dal fisico,astronomo e musico Henricus Arnaut deZwolle, attivo alla corte di Filippo il Buonodi Borgogna e autore di un testo che parlaprincipalmente di arti meccaniche con unospeciale capitolo dedicato agli strumentimusicali. Augusto Bonza, cembalaro diTurbigo, ha realizzato nel 2008 una copia,modificando solo di qualche dettaglio ilprogetto originale.

PAOLA ERDASNata in Sardegna, Paola Erdas inizia ainteressarsi prestissimo al clavicembalo,affascinata dal repertorio antico ma anchedalla meravigliosa sensazione che suonarela “tastiera pizzicata” dava alla sue mani eal suo cuore. Dopo il diploma conseguito aVenezia una borsa di studio le permette diperfezionarsi per quattro anni nella classedi Kenneth Gilbert al Mozarteum diSalisburgo. Sono anni in cui l’amore per lostrumento e per la ricerca musicologica sisviluppano sempre più, e Paola trova unastrada per un approccio musicale in cui lacuriosità della ricerca non si disgiunge maidall’esecuzione pratica, viva e passionale.Nel 1996, assieme al virtuoso di flautoLorenzo Cavasanti, fonda lo Janasensemble. A capo del gruppo, che vienepresto allargato ad una formazionemultistrumentale, Paola propone alpubblico spettacoli creati pensando a unaricostruzione storica nel senso più ampiodel termine. Concerti animati da un’esteticamusicale che non perde mai di vistal’assoluta bellezza del suono, in cui musica,poesia e danza del tardo Rinascimento e del

barocco in area mediterranea prendono vitacon straordinaria vivacità. Particolarmenteinteressata alle origini del repertoriocembalistico, Paola supporta la sua attivitàdi esecutrice con approfonditi studimusicologici pubblicando per la casaeditrice Ut Orpheus (Perrine, Pieces de Luthen Musique; Lebegue, Premiere Livre). I suoiCD solistici (Perrine, Libro de Cifra Nueva, IlCembalo Intorno a Gesualdo, Pieces de Clavecinde Lebegue, Pieces en Manuscrits deD’Anglebert) hanno sempre ricevuto ampiconsensi dalla critica internazionale e sonostati registrati su preziosi strumenti storiciper meglio avvicinarsi all’ideale sonoro chefa di Paola una cembalista di particolareraffinatezza. Nel 2010, anno delcinquecentenario dalla nascita di Antoniode Cabezon, Paola Erdas esce con dueproduzioni dedicate al genio spagnolo: ilCD La Tecla de l’Alma (Arcana) e il primovolume dell’integrale delle Obras de Musicaper la Ut Orpheus. Oltre alla carriera disolista e di direttore dello Janas ensemble,Paola ha cominciato da qualche anno unacollaborazione col liutista Rolf Lislevandper approfondire ancora di più leconnessioni tra liuto e cembalo nelrepertorio francese. Dal 2008, con ilpercussionista indiano Shyamal Maitra,esplora le possibilità timbriche delclavicembalo e delle tabla nel progetto “ANight in Goa”, focalizzato sulla musicaindiana e iberica. Paola ha suonato inprestigiosi Festival internazionali: OudeMuziek Utrecht; Festival Baroque dePontoise; Bozar, Bruxelles, Amuz,Antwerpen, Concertsparisiens-Maillardproductions, Paris; Semana Grande deBilbao, Spagna; Festival EuropäischeKirchenmusik Schwäbisch Gmünd,Germania; Grandezze & Meraviglie diModena e molti altri. All’attivitàconcertistica Paola affianca l’altra suagrande passione, l’insegnamento,ricoprendo la cattedra di clavicembalo alConservatorio di Trieste.

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Venerdì 1 ottobre, Modena, Chiesa di San Carlo ore 21

MAGNIFICAT: A. VIVALDI, J. S. BACHCORO, ORCHESTRA E SOLISTI DI VILLA CONTARINI

maestro del coro GIORGIO MAZZUCATO

direzione ROY GOODMAN

ORCHESTRA

Violini primi Mauro Spinazzè, Giorgio Pavan, Claudio Rado, Laura Vignato, Violini secondi Sara Bagnati, Anne Kaun, Gianluca Dai Prà, Hiroyuki Tabuchi

Viole Clelia Gozzo, Zeno Scattolin, Manuela MasenelloVioloncelli Daniele Bovo, Massimiliano Varusio, Edvige Forlanelli

Violoni Michele Gallo, Valeria LivaViole da gamba Teodoro Baù, Andrè Lislevand

Flauti traversieri Matteo Gemolo, Paola Tommasi, Virginia MazziFlauti dolci Fabiano Martignago, Carolina Putica

Oboi Roberto De Franceschi, Michele FavaroClarinetti Michelangelo Bisconti, Massimiliano Limonetti

Fagotto Marco BarbaroTrombe Simone Amelli, Giacomo Gabriele Bezzi, Milo Dordoni

Organo Giorgio Dal Monte, Deniel PererCembalo Francesco Addabbo, Michele Geremia

Timpani Caterina Ponzio

SOLISTI VOCALI

Floriana Fornelli soprano, Paola Crema soprano, Claudia De Pian soprano

CORO

Soprani Caterina Chiarcos, Aanna Crestani, Vania Marconata, Sara Pretto, Francesca Provezza, Anna Giulia Simioni, Martina Zaccarin

Contralti Paola De Longhi (solo), Alessia Arena, Elena Antoniazzi, Nina Cuck, Sara Tommasini, Tenori Haruyuki Hirai, Davide Campello, Michele Fracasso, Daniele Lombardo

Bassi Tommaso Antonucci, Antonio Bacchiega, Fausto Vedova

DOCENTI PREPARATORI

Archi Giorgio Fava e Fabio MissaggiaBasseria Daniele Bovo

Fiati Paolo Faldi e Jonathan PiaSolisti vocali Patrizia Vaccari e Cristina Miatello

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JOHANN SEBASTIAN BACH (1685-1750)Magnificat in re maggiore BWV 243

Coro I: “Magnificat anima mea”per coro a 5 voci (S, S, A, T, B), 3 trombe, timpani, 2 flauti traversi, 2 oboi, archi e b.c.

MARIN MARAIS (1656-1728)“Deuxieme Suite des Airs a jouer” dalla tragédie “Alcyone” (1706)

per 2 flauti traversi, 2 oboi, fagotto, 2 viole da gamba, archi e b.c1. Air pour les Eoliens et Eoliennes; 2. Menuet et trio pour les memes; 3. Sarabande pour les memes;

4. Gigue pour les memes

JOHANN SEBASTIAN BACHSuite III in re maggiore BWV 1068

per 3 trombe, timpani, 2 oboi, archi e b.c.Ouverture/Vite/Ouverture, Air, Gavotte I e II, Bourrée, Gigue

ANTONIO VIVALDI (1678-1741)Concerto “per la Solennità di S. Lorenzo” in do maggiore RV 556

per 2 violini soli, 2 flauti dolci, 2 clarinetti, 2 oboi, fagotto, archi e b.c.(Violini soli Mauro Spinazzè, Giorgio Pavan)

Largo/Allegro molto, Largo e cantabile, Allegro

“Ostro picta, armata spina” (Mottetto)Introduzione in re maggiore RV 642 per Soprano, archi e b.c

(Soprano solo Floriana Fornelli)Magnificat in Sol minore RV 610b

per soli, coro a 4 voci (S, A, T, B), 2 oboi, archi e b.c.

Magnificat: Adagio; Et exultavit: Allegro; Et misericordia: Andante molto; Fecit potentiam: Presto; Deposuit potentes: Allegro; Esurientes: Allegro

(Soprani soli Paola Crema e Claudia De Pian); Suscepit Israel: Largo/Allegro; Sicut locutus: allegro ma poco; Gloria: Largo/Allegro

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Cristoforo Munari, Cesta di fiori, anfora, tovaglia con trine, fragole e frutta (1708 ca.)Modena, Galleria Estense

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Magnificat Magnificatanima mea Dominum,et exultavit spiritus meus in Deo salutari meoquia respexit humilitatem ancillae suae, ecce enim ex hoc beatam me dicent omnesgenerationesquia fecit mihi magna, qui potens est: et Sanctus nomen eiuset misericordia eius a progenie in progenies timentibus eum.Fecit potentiam in brachio suo, dispersit superbos mente cordis sui,deposuit potentes de sede, et exaltavit humiles;esurientes implevit bonis, et divites dimisit inanes.Suscepit Israel, puerum suum, recordatus misericordiae suae,sicut locutus est ad patres nostros, Abraham et semini eius in saecula.Gloria Patri et Filio et Spiritui Sanctosicut erat in principio et nunc et semper et in saecula saeculorum. Amen.

L’anima mia magnifica il Signoreil mio spirito esulta in Dio mio salvatore.Poiché ha guardato l’umiltà della sua servatutte le generazioni ormai mi chiameranno“Beata”.Il Potente ha fatto in me cose grandisì, il suo nome è santo.Il suo amore di generazione in generazionericopre coloro che lo temono.Interviene con la forza del suo bracciodisperde i superbi nei pensieri del loro cuore.Abbatte i potenti dai troniinnalza gli umili.Ricolma di beni gli affamatirimanda i ricchi a mani vuote.Sostiene Israele suo servoricordandosi del suo amore.Come aveva promesso ai nostri padriad Abramo e alla sua discendenza per sempre[nei secoli dei secoli. Amen.]

Traduzione della Comunità di Bose

Vivaldi, aria RV 642 (introduzione al Gloria)1 Ostro picta, armata spina, Summo manequae superba, Floruit pulchra, vaga rosa.Iam declinans vespertina Pallet, languetvelut herba, Nec odora nec formosa.2 Sic transit vana et brevis Gloria mundi, etquae originem suam traxit ex alto, non fluxased aeterna, et quae sanctorum est Gloriadivina semper crescit eundo. Virgo inmatrem electa omnipotentis Filii, typushumilitatis, dum hodie visitatur, humilis,pura et pia mage exaltatur.3 Linguis favete, Omnes silete, Vocesprophanae, Et tantum resonet: Pax interra.In coelo Gloria. Iam fausti diei Tammagnae rei Currat festivitas; Laetasolemnitas, Atque memoria, Curratmemoria.

1 Purpurea, armata di spine, splendida comel’alba del mattino fiorisce la rosa, bellissima edeffimera. Già il giorno volge al termine, e la rosaimpallidisce, sfiorisce come l’erba, perde bellezzae profumo.2 Così è passeggera la vana e fugace gloria delmondo: non transitoria, ma eterna è invece lagloria di Dio e dei Santi, la quale trae originedall’alto [dei cieli] e si sviluppa continuamenteda se stessa. Della Vergine, eletta come madre delFiglio onnipotente, modello di umiltà, ricorreoggi la Visitazione:la Vergine ne viene ancor piùesaltata, poiché è umile, casta e pia.3 Tacete, fate silenzio voci sacrileghe, e faterisuonare unicamente questo: pace in terra,gloria in cielo! In questo felice giorno si celebraun evento grandioso, festa solenne e dicommemorazione.

IL PROGETTODa alcuni anni la sede di Villa Contarini aPiazzola sul Brenta (PD) costituisce il poloveneto d’eccellenza internazionale per lostudio e l’esecuzione della musica delseicento/settecento, la musica che sidenomina antica. L’appuntamento del 2010 èoramai il quarto del prestigioso Masterorganizzato dal Consorzio dei ConservatoriVeneti con la Regione Veneto dedicato alrepertorio barocco. I maestri concertatori

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invitati sono le punte d’eccellenza mondialinel settore: nel 2007 partecipò TonKoopman, nell’anno successivo il direttorefu Christopher Hogwood. Nel 2010, per ilsecondo anno consecutivo, a dirigere ilavori e i concerti c’è Roy Goodman. Sonotutte personalità di riferimento e di famamondiale nell’interpretazione di unrepertorio che annovera innumerevolicapolavori della storia della musica. Nellasettimana tra il 26 settembre e il 3 ottobreuna formazione strumentale e coraleinternazionale selezionata fra i miglioristudenti e insegnanti dei Conservatorimetterà a punto ed esegue in quattroconcerti (30 settembre nella Sala delleConchiglie di Villa Contarini, a Piazzola sulBrenta; 1 ottobre a Modena, per il FestivalGrandezze & Meraviglie; il 2 ottobre a Mottadi Livenza (TV) per il Festival Organistico diTreviso, e infine il 3 ottobre al Teatro Olimpicodi Vicenza) questo avvincente programma.Il Veneto ha dato un’importante contributoalla storia della musica antica e ancora oggiè all’avanguardia nel settore didatticospecifico con i suoi sette Conservatori. Ilconservatorio di Venezia, con la sua secolaretradizione, quello di Verona che negli anni’60 per primo ha avviato scuole di musicaantica, il conservatorio di Vicenza che nel2001 ha avviato il primo corso di studiaccademico preso poi a modello da altriistituti, quelli di Padova e CastelfrancoVeneto con i loro qualificati corsispecialistici, e infine i conservatori diRovigo e Adria che muovono i primi passiin questa direzione. Associati nella strutturadel Consorzio, i sette conservatori formanouna realtà unica in Italia e in Europa, ingrado di competere con le più prestigioseistituzioni internazionali.

IL PROGRAMMATra le numerose intonazioni del Magnificatcomposte nel corso del ‘700, si sono imposteall’attenzione odierna soprattutto le dueopere celebri di Johann Sebastian Bach(catalogata come BWV 243) e AntonioVivaldi (RV 610): la prima venne composta aLipsia tra il 1732 e il ’35, ma probabilmente

la sua prima esecuzione avvenne il 2 luglio1733, data particolarmente adeguataall’esecuzione del cantico mariano in quantovi ricorreva la festa della Visitazione, e incui si conclusero i cinque mesi di luttonazionale osservati per la mortedell’Elettore di Sassonia Friedrich August I.Il movimento inaugurale qui eseguitoriflette direttamente il fasto della grandeursettecentesca a servizio della sola gloria diDio (Soli Deo Gloria): l’organico è sontuoso,non casualmente arricchito di squillantitrombe e di una texture vocale che sfrutta glieffetti offerti tanto dall’omoritmia (tecnica incui le voci pronunciano le sillabe del testocontemporaneamente, con la medesimascansione ritmica) quanto dalle squisite,lussureggianti e opulente fioriture insemicrome.Il secondo Magnificat, opera del venezianoAntonio Vivaldi, sopravvive in quattroversioni tutte autentiche, ovvero RV 610,610a, 610b e 611; le prime due e l’ultimasono tramandate da un manoscrittoappartenente al fondo Giordano dellaBiblioteca Nazionale Universitaria diTorino, mentre quella catalogata con la sigla610b costituisce in realtà la versione piùantica, ed è riportata in due codici oggiconservati a Praga. Questa sera verràeseguita proprio quest’ultima stesura,composta da Vivaldi intorno al 1715 per ilPio Ospedale della Pietà, una delleistituzioni veneziane dedite all’accoglienzae alla cura di orfani e trovatelli eparticolarmente attiva nella loro educazionemusicale (e perciò provvista della carica dimaestro di coro, occupata da Vivaldi fra glianni 1713-’19 e ’37-’39). La ricchezza dei‘servizi’ liturgico-musicali periodicamenteorganizzati dalla Pietà – in realtàparagonabili a veri e propri concerti –facevano parte stabilmente degliavvenimenti sociali frequentati dalla nobiltàveneziana e straniera, e necessitavanodunque di un ensemble strumentale e vocalecompetente, se non addirittura virtuoso,come molte partiture vivaldiane lascianodesumere. Il Magnificat in sol minore sicompone di movimenti sia solistici che

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corali: il primo brano, Magnificat anima meaDominum, rappresenta l’antitesi delcorrispondente movimento bachiano, ed èconcepito con andamento rigorosamenteomoritmico; Vivaldi indugia inoltre suinteressanti ‘trascoloramenti’ armonici,dipingendo così un affresco cromatico digrande impatto espressivo. La luminosa aria‘a tre’ Et exultavit prevede la ripartizione deiversetti fra soprano, contralto e tenore soli,mentre il coro interviene brevemente perintonare, significativamente, le parole omnesgenerationes. Et misericordia, nuovamenteaffidato al coro, si apre con una febbrileintroduzione strumentale, marcata comeAdagio nei manoscritti praghesi (610b) esuccessivamente modificato da Vivaldi inuno scorrevole Andante molto per le versioni610 e 610a; il severo intreccio polifonicoriprende sovente il carattere cromatico cheaveva contraddistinto il brano d’apertura, esi conclude inopinatamente con unluminoso accordo maggiore. Il breve etempestoso Fecit potentiam mira adesprimere musicalmente la potenza divina,e l’effetto viene amplificato dal seguenteDeposuit potentes de sede, imperiosomovimento strumentato per voce sola earchi. Esurientes è un delicato duetto per isoli femminili; il movimento corale SuscepitIsrael si segnala invece per i forti contrastiagogici prescritti dal compositore nel corsodi poche battute (all’Adagio iniziale segueuna sezione più vivace corrispondente allaparola recordatus, mentre misericordiae suae ènuovamente un adagio), mentre Sicutlocutus è un delizioso dialogo fra le tre partivocali, la coppia di oboi e i violini, spessodotati di veri e propri temi distintivi. Ladossologia conclusiva (Gloria Patri … Sicuterat in principio) riprende il materialemusicale d’apertura, poiché così era inprincipio, per poi proseguire con un rigorosomovimento fugato (et in saecula saeculorum.Amen), replicando così la scelta adottatadallo stesso Vivaldi per il brano di congedodi entrambe le intonazioni del Gloria(RV 588 e 589). Il vivaldiano concerto in do maggiore per lasolennità di San Lorenzo RV 556, risalente ai

tardi anni ’10 del Settecento e destinatoprobabilmente alla chiesa romana di SanLorenzo in Damaso (o, secondo altre ipotesi,genericamente per la festa di S. Lorenzo del10 agosto), presenta originariamente unorganico abbastanza inusuale per ilcompositore veneziano, ovvero due oboi,due clarinetti, due flauti, fagotto, liuto(esclusivamente nel secondo movimento)come strumento di basso continuo, basso eviolini, definiti di concertino e di ripieno.Proprio la presenza del liuto tra l’ensemblededicato alla realizzazione del bassocontinuo costituisce un indizio utile percontestualizzare il concerto, dato cheVivaldi non lo impiegò mai in tale ruolonelle composizioni destinate alla Pietà, e taliprassi è invece chiaramente attestata nelcoevo ambiente romano; in seguito Vivaldioperò tuttavia alcune revisioni, eliminandoil liuto e i clarinetti. La Suite orchestrale n. 3in re maggiore BWV 1068 venne approntatada Johann Sebastian Bach fra il 1718 e il 1723per il Collegium musicum di Köthen; ne ènota l’esecuzione avvenuta nel 1838 alGewandhaus di Lipsia sotto la direzione diFelix Mendelssohn-Bartholdy, in occasionedell’inaugurazione del monumentocelebrativo che ritrae il compositore(monumento voluto dallo stessoMendelssohn e tutt’ora posizionato a fiancodella Thomaskirche). All’Ouverturecelebrativa, pervasa dall’influenza francese,segue la celebre ed elegante Aria, strutturatain due sezioni ritornellate. Seguono quattrobrani definiti Gavotte I e II, Bourée e Gigue, iquali attingono ovviamente il propriocarattere dai relativi tempi di danza ealternano così con successo la propriadimensione ‘popolare’ e spontanea a quellapiù accademica e impostata dell’Ouvertureiniziale, contaminandole vicendevolmente.È infine un’altra suite a completare ilpresente programma: si tratta della Suite n. 2 tratta dall’opera Alcyone di MarinMarais, celebre allievo di Lully, del violistaSaint-Colombe e prominente personalità delbarocco musicale francese. Alcyone, tragédieen musique di argomento mitologico trattoda Ovidio, venne eseguita per la prima

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volta (e con successo di pubblico) all’Opéradi Parigi nel 1706. Alcyone si segnalasoprattutto per gli espedienti compositivitipicamente barocchi – come ‘guizzi’ di oboi,violini e contrabbassi, il rombo dei timpani,e così via – volti a descrivere con effettispettacolari tempeste marine e scenesimilari; grazie a tali fantastiche estupefacenti peculiarità questi branistrumentali (nonché le intere suites checompongono l’opera) vennero soventeestrapolati e eseguiti in manieraindipendente, come è il caso della presenteSuite, i cui sei movimenti interni (aria,minuetto, aria, minuetto da capo, sarabandae giga) sono originariamente intitolati Airspour les Eoliens et les Eoliennes.

Silvia Perucchetti

ROY GOODMANRoy Goodman è attualmente il principaleDirettore Ospite della AucklandPhilharmonia New Zealand, della EnglishChamber Orchestra, e Direttore delBachkoor Holland assieme al RoyalConcertgebouw Kamerorkest (succeduto aCharles de Wolff in tale ruolo dal dicembre2003) e partner artistico della svedeseVästerås Sinfonietta. Ha lavorato comeDirettore Ospite con 120 orchestre ecompagnie d’opera in tutto il mondo.Goodman è conosciuto per il suo lavorocome direttore e fondatore del BrandenburgConsort (1975-2001), e codirettore efondatore del The Parley of Instruments(1978-1986), cofondatore del LondonHandel Orchestra (nel 1981), DirettorePrincipale del Hanover Band (1986-1994),Direttore musicale per quindici anni dellaEuropean Union Baroque Orchestra (1989-2004), Direttore Principale del HändelFestspiele a Karlsruhe(1990-1998), primo Direttore Principaledella Umeå Symphony Orchestra &Northern Opera Sweden (1995-2001),Direttore Musicale della Manitoba Chamber

Orchestra a Winnipeg (1999-2005) e comeprimo Direttore Principale della HollandSymfonia & Dutch National Ballet (2003-2006). Goodman è un allievo e uncollega di Sir Charles Mackerras e di SirRoger Norrington. Nato nel gennaio 1951,Roy Goodman raggiunse la famainternazionale in qualità di corista delKing’s College Cambridge – come solistadel /Miserere/ di Allegri (Decca 1963). Giànel 1970 divenne membro del Royal Collegeof Organists, e completò gli studi comeViolinista e Maestro di musica. Dopo seianni come Direttore di Dipartimenti diMusica, dal 1977 Goodman cominciò alavorare in tutta Europa come violinistasolista – suonando con Ashkenazy,Brüggen, Ivan Fischer, Gardiner,Herreweghe, Hickox, Hogwood, Koopman,Mackerras, Marriner, Norrington, Pinnock,Rattle e Schreier. Nel 1979 Goodman fu unodei fondatori della Amsterdam BaroqueOrchestra di Ton Koopman, si unì al EnglishConcert di Trevor Pinnock, e divenne ilprimo “concertmaster”dell’Orchestra of theAge of Enlightenment. Durante gli anni ’80diresse per incisione su CD con la HanoverBand la prime performance in assoluto sustrumenti originali delle sinfonie diBeethoven, Schubert, Schumann e Weber,così come le 14 sinfonie di Mendelssohn e60 sinfonie di Haydn. Oltre ad aver direttopiù di 40 prime mondiali di musicacontemporanea – molte del 21mo secolo –Goodman ha diretto circa 120 incisioni suCD (molti dei quali insigniti di premiprestigiosi), spaziando da musica vocalesacra di Monteverdi alla musica vocale ecorale di Mozart, Mendelssohn, Berwald,Copland, Barber, Walton e Jeths, e iprincipali lavori barocchi di Corelli, Purcell,Bach, Handel e Rameau. La suaregistrazione su CD delle sinfonie completedi Schumann per BMG/RCA Red Seal(Abbey Road 1993) ha ricevuto elogiunanimi ed eccezionali apprezzamenti intutto il mondo.