BIBLIOTECA MILITARE DIGITALE Cinquantamila libri di storia...
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BIBLIOTECA MILITARE DIGITALE Cinquantamila libri di storia e arte militare che potete avere gratis sul vostro computer ____________________ Questo annuncio è diretto agli ignoranti. Quelli che sanno di esserlo. ______________________________________________ Fino al 2007 ho usato il computer solo per la corrispondenza e la scrittura. Poi ho scoperto le biblioteche online e ho cominciato a rendermi conto della mia abissale ignoranza. Prima infatti cercavo in biblioteca e negli archivi quel che già credevo di sapere: oggi imparo febbrilmente, ogni giorno, cose nuove e insospettate che mi mostrano i miei errori e mi allargano lo spirito e l’intelletto. Le biblioteche online rappresentano infatti una rivoluzione straordinaria, destinata nei prossimi anni a rinnovare radicalmente il nostro modo di lavorare e il nostro approccio alla ricerca, anche e soprattutto nel campo della storia militare e degli studi strategici. Ho cominciato cinque anni fa a raccogliere sistematicamente libri e articoli di pubblico dominio, scartando rigorosamente quelli “piratati” non solo per doveroso e sacrosanto rispetto della proprietà intellettuale e dei diritti degli editori e dei librai, ma perché fin dall’inizio avevo l’idea di poterli condividere legalmente e alla luce del sole con altri studiosi. Finora ho messo insieme circa 50.000 testi in formato word, jpg e soprattutto PDF, che occupano circa 500 giga e necessitano di un HD da 1 tera del costo di poco più di 100 euro. Questi testi, tra cui parecchie centinaia di strepitose cinquecentine, e ricchissimi di ogni genere di disegni e fotografie anche a colori spesso ad altissima risoluzione e privi di copyright, sono stati scaricati dalle maggiori “open libraries” (google, archive, gallica, scribd, universités allemandes, Persée etc). Circa la metà sono in inglese, un quarto in francese, e il resto in tedesco, italiano, spagnolo, portoghese, russo, latino, e in varie altre lingue. Se c’è un settore su cui mi considero abbastanza ferrato, è l’epistemologia della storia militare, da cui dipendono i criteri di classificazione dei sottogeneri letterari. E’ sulla base di questa esperienza che ho archiviato i 50.000 testi in 25 grandi sezioni, di cui la prima dedicata alla storia e al pensiero militare del mondo Antico, la seconda comprendente le opere di un centinaio di famosi scrittori di arte militare dal Cinquecento all’Ottocento, la terza e la quarta opere relative alle scienze militari e della guerra, la quinta alla teoria della storia militare, le quattro seguenti includono bibliografie, dizionari, enciclopedie, riviste, annuari. La decima riunisce raccolte di illustrazioni di ogni genere. Le tre seguenti riguardano la storia delle singole guerre e campagne dal 1494 al 1918. Le successive undici riuniscono i testi di storia militare nazionale: Italia, Stati Uniti, Impero britannico, Francia e colonie, Germania, Austria- Ungheria, Russia, Minori potenze europee, Potenze Asiatiche, America Latina e Africa post 1945. E’ incluso un programma che consente ricerche per autore, data e soggetto. Ho intrapreso questo lavoro da vecchio, per reagire alla doppia e concomitante catastrofe che ha investito la mia biblioteca militare cartacea di 25.000 volumi e la cattedra di storia delle istituzioni militari che ho creato dal nulla e tenuto per vent’anni all’Università Cattolica. A che mi è servito, ormai, a sessantaquattro anni suonati? Pare che Bonaparte, rinchiuso nel Fort Carré di Antibes in attesa di essere ghigliottinato come traditore della rivoluzione, passasse quelle che credeva essere le ultime ore della sua vita a studiare i testi posseduti dalla biblioteca del Forte. Forse, come ha scritto David G. Chandler (1934-2004), era uno di quei tipi che cercano di imparare qualcosa fino all’ultimo solo per il futile piacere di sapere. Qual che è certo, è che di lì a poco Nabulio Boney mise a frutto quelle letture per sfondare nel punto giusto la linea austro-sarda alla giuntura tra Alpi Marittime e Appennino Ligure. Il frutto che ne ho ricavato è di trovare l’ennesima conferma che lo Stato italiano ha praticamente cessato di esistere. Oltre i due terzio di queste opere non sono presenti nel Sistema bibliotecario nazionale, il che vuol dire che non si trovano nelle biblioteche italiane. Così, illudendomi per incoercibile ingenuità di vivere ancora in un paese minimamente normale, per prima cosa ho offerto gratis il frutto di quarant’anni di studi e di ottomila ore di lavoro di download alle 5 Biblioteche nazionali italiane. Non mi aspettavo di essere ringraziato, pensando di aver solo fatto il mio dovere di cittadino e di studioso: non però di essere messo alla porta come il più importuno e petulante degli scocciatori. Analoga è stata la risposta degli Enti del ministero della Difesa preposti alla conservazione e allo studio della storia militare. Al momento l’unico governo che ha accettato il dono della mia biblioteca è quello svizzero, per la Biblioteca federale di Berna. L’ambasciata svizzera a Roma ha perfino voluto fare una piccola cerimonia in mio
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BIBLIOTECA MILITARE DIGITALECinquantamila libri di storia e arte militare che potete avere gratis sul vostro computer
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Questo annuncio è diretto agli ignoranti.Quelli che sanno di esserlo.
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Fino al 2007 ho usato il computer solo per la corrispondenza e la scrittura. Poi ho scoperto le biblioteche online e ho cominciato a rendermi conto della mia abissale ignoranza. Prima infatti cercavo in biblioteca e negli archivi quel che già credevo di sapere: oggi imparo febbrilmente, ogni giorno, cose nuove e insospettate che mi mostrano i miei errori e mi allargano lo spirito e l’intelletto. Le biblioteche online rappresentano infatti una rivoluzione straordinaria, destinata nei prossimi anni a rinnovare radicalmente il nostro modo di lavorare e il nostro approccio alla ricerca, anche e soprattutto nel campo della storia militare e degli studi strategici. Ho cominciato cinque anni fa a raccogliere sistematicamente libri e articoli di pubblico dominio, scartando rigorosamente quelli “piratati” non solo per doveroso e sacrosanto rispetto della proprietà intellettuale e dei diritti degli editori e dei librai, ma perché fin dall’inizio avevo l’idea di poterli condividere legalmente e alla luce del sole con altri studiosi. Finora ho messo insieme circa 50.000 testi in formato word, jpg e soprattutto PDF, che occupano circa 500 giga e necessitano di un HD da 1 tera del costo di poco più di 100 euro. Questi testi, tra cui parecchie centinaia di strepitose cinquecentine, e ricchissimi di ogni genere di disegni e fotografie anche a colori spesso ad altissima risoluzione e privi di copyright, sono stati scaricati dalle maggiori “open libraries” (google, archive, gallica, scribd, universités allemandes, Persée etc). Circa la metà sono in inglese, un quarto in francese, e il resto in tedesco, italiano, spagnolo, portoghese, russo, latino, e in varie altre lingue. Se c’è un settore su cui mi considero abbastanza ferrato, è l’epistemologia della storia militare, da cui dipendono i criteri di classificazione dei sottogeneri letterari. E’ sulla base di questa esperienza che ho archiviato i 50.000 testi in 25 grandi sezioni, di cui la prima dedicata alla storia e al pensiero militare del mondo Antico, la seconda comprendente le opere di un centinaio di famosi scrittori di arte militare dal Cinquecento all’Ottocento, la terza e la quarta opere relative alle scienze militari e della guerra, la quinta alla teoria della storia militare, le quattro seguenti includono bibliografie, dizionari, enciclopedie, riviste, annuari. La decima riunisce raccolte di illustrazioni di ogni genere. Le tre seguenti riguardano la storia delle singole guerre e campagne dal 1494 al 1918. Le successive undici riuniscono i testi di storia militare nazionale: Italia, Stati Uniti, Impero britannico, Francia e colonie, Germania, Austria-Ungheria, Russia, Minori potenze europee, Potenze Asiatiche, America Latina e Africa post 1945. E’ incluso un programma che consente ricerche per autore, data e soggetto.Ho intrapreso questo lavoro da vecchio, per reagire alla doppia e concomitante catastrofe che ha investito la mia biblioteca militare cartacea di 25.000 volumi e la cattedra di storia delle istituzioni militari che ho creato dal nulla e tenuto per vent’anni all’Università Cattolica. A che mi è servito, ormai, a sessantaquattro anni suonati? Pare che Bonaparte, rinchiuso nel Fort Carré di Antibes in attesa di essere ghigliottinato come traditore della rivoluzione, passasse quelle che credeva essere le ultime ore della sua vita a studiare i testi posseduti dalla biblioteca del Forte. Forse, come ha scritto David G. Chandler (1934-2004), era uno di quei tipi che cercano di imparare qualcosa fino all’ultimo solo per il futile piacere di sapere. Qual che è certo, è che di lì a poco Nabulio Boney mise a frutto quelle letture per sfondare nel punto giusto la linea austro-sarda alla giuntura tra Alpi Marittime e Appennino Ligure.Il frutto che ne ho ricavato è di trovare l’ennesima conferma che lo Stato italiano ha praticamente cessato di esistere. Oltre i due terzio di queste opere non sono presenti nel Sistema bibliotecario nazionale, il che vuol dire che non si trovano nelle biblioteche italiane. Così, illudendomi per incoercibile ingenuità di vivere ancora in un paese minimamente normale, per prima cosa ho offerto gratis il frutto di quarant’anni di studi e di ottomila ore di lavoro di download alle 5 Biblioteche nazionali italiane. Non mi aspettavo di essere ringraziato, pensando di aver solo fatto il mio dovere di cittadino e di studioso: non però di essere messo alla porta come il più importuno e petulante degli scocciatori. Analoga è stata la risposta degli Enti del ministero della Difesa preposti alla conservazione e allo studio della storia militare. Al momento l’unico governo che ha accettato il dono della mia biblioteca è quello svizzero, per la Biblioteca federale di Berna. L’ambasciata svizzera a Roma ha perfino voluto fare una piccola cerimonia in mio
onore, alla quale sono intervenute alcune decine di generali e ammiragli italiani: a nessuno dei quali è passato per la mente di chiedermi se l’Italia ne avesse una copia. L’Italia è in un ritardo culturale impressionante, e non stupisce che a maggior ragione lo sia pure nel settore degli studi militari. Ma non è solo colpa dei politici e dei burocrati. Proprio la mia offerta individuale agli studiosi mi ha fatto conoscere una sfilza di moderni Abati Vertot (l’autore di una eccellente storia dell’assedio di Malta, che tuttavia è ricordato soprattutto per essersi rifiutato di esaminare un fascio di nuovi documenti, dicendo “le siège est fait”: che significa “l’assedio ormai l’ho scritto” ma pure “la seduta è tolta”). Naturalmente ci sono non poche eccezioni, soprattutto tra i giovani e gli studiosi di nicchia: ma gli unici autori di spicco che si sono effettivamente dati da fare per procurarsi una copia sono stati il generale Fabio Mini e il professor Giovanni Brizzi (che non a caso ha lanciato da pochi giorni il primo numero della prima rivista universitaria italiana dedicata alla storia militare antica, medievale, moderna e contemporanea). Stanco di peregrinare tra meandri ministeriali nella vana ricerca di un interlocutore pubblico, ho deciso di lanciare un appello ai collezionisti per riunire le nostre forze e creare autonomamente il nucleo di quella che potrebbe diventare una grande Biblioteca Militare Internazionale, in cui caricare, ordinare in modo sistematico e condividere tutti i testi e le immagini di pubblico dominio che si possono liberamente reperire online.Quest’impresa dev’essere pensata e preparata con cura, e sarò grato di collaborazioni e consigli di ogni genere, anche legali e informatici. Ma intanto, come primo passo, reitero e formalizzo l’offerta alle biblioteche pubbliche italiane e straniere e agli studiosi che si impegnino a farne un uso strettamente personale e non commerciale, di copiare (ovviamente a loro spese) la mia biblioteca digitale, di cui allego la struttura.
Virgilio IlariPresidente della Società Italiana di Storia militare Rivolgersi a: [email protected]
I have created a digital military library consisting of some 47,000 files (mainly in PDF), for a total of 470 gigabytes, fitting on a single hard drive. It primarily consists of texts in the public domain, which I have been able to download from a series of open libraries (google, archive, gallica, scribd, German universities, Persée, etc). About half the works are in English, a quarter in French, and the remainder in German, Italian, Spanish, Portuguese, Russian, Latin, and a number of other languages. The documents are filed in sections divided chronologically, from ancient times to the contemporary period, and geographically, with sections on the United States, the major European countries, Africa, Asia, and Latin America. There are also sections for specific types of publications, including military encyclopedias and journals. (A chart of the main structural divisions is attached, and I have prepared detailed indices of the first ten sections, which I will be happy to share with you.) A program is included that allows searches by author, date, and subject.Public libraries and Sism members can obtain a free copy for personal and no commercial use
DML’s General Folders:
