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Bibliografia

Giulio Camillo, L’idea del theatro, Firenze: Lorenzo Torrentino, 1550; iied. Venezia: Agostino Bindoni, 1550; riedito più volte nelle Opere; ed.mod. in Id., L’idea del teatro. Discorso in materia del sua theatro. Rime.Lettere, a cura di Riccardo Scarpa, Portogruaro: Società di storia, [1984];L’idea del theatro, a cura di Ugo Marchetti, Cernusco sul Naviglio: Sever-gnini, 1985; L’idea del teatro e altri scritti, a cura di Domenico Chiodo eRossana Sodano, Milano: Res, 1990; L’idea del teatro, a cura di Lina Bol-zoni, Palermo: Sellerio, [1991].

Chori militares elogiis Ursinorum subjecti ac decantati inter philosophicasIulii Rospigliosi Seminario Romano convittore disputationes, AlexandroUrsino cardinalisi dicata, Roma: s.n.t. [ma 1618].

Poesie di eccellentissimi autori in lode della famosissima cappella del signorGuido Nolfi eretta nel Duomo di Fano, Roma: Guglielmo Facciotti, 1625.

Alle pp. 67-68 sono i versi di Giulio Rospigliosi ‘Vide il metauro già sopra le sponde’ e ‘Fugià tempio sublime e stabil sede’.

Giuseppe Giamberti, Laudi spirituali a una, due, tre, quattro, cinque e seivoci, opera terza, poste in musica in diversi stili, Orvieto: Rinaldo Ruuli, 1628.

È uno dei due volumi pubblicati pubblicati a Orvieto nel ’28. L’altro, perduto, conteneva«qualche cantata morale» di Marazzoli.

— I-Bc (s1 s2 t bc); I-Nn (t bc); I-Vgc (?)

Pitoni (Ruini 1988, p. 277) – Baini 1823, ii, p. 46

Francesco Bracciolini dell’Api, L’elettione di Urbano papa viii, Roma:s.n.t. [1628].

Alle pp. 484-493 è il ‘Discorso sopra L’elettione di Urbano viii, poema del sig. FrancescoBracciolini dell’Api’ di Giulio Rospigliosi.

Componimenti poetici di vari autori nelle nozze delli eccellentissimi signoridon Taddeo Barberini e donna Anna Colonna, a cura di Andrea Brogiotti,Roma: s.e., [1629].

Alle pp. 88-91 sono un’ode, due sonetti e una canzonetta di Giulio Rospigliosi.

Saggi accademici dati in Roma nell’accademia del serenissimo principe car-dinal di Savoia [= accademia dei Desiosi] da diversi nobilissimi ingegni,raccolti e pubblicati da monsignor Agostino Mascardi, cameriere d’onore diNostra Santità Urbano viii, dedicati al molto illustre e reverendo signordon Valeriano Zanucca Scaglia, abbate di Santa Francesca in Brescia, Ve-nezia: Barolomeo Fontana, 1630; poi ristampati con le Prose vulgari dimonsignor Agostino Mascardi…, Venezia: Baba 1653 e 1660; Venezia: Pez-zana, 1674; Venezia Curri, 1676.

Alle pp. 90-101 (i ed.) è il ‘Discorso sesto. Dello scorruccio’ di Giulio Rospigliosi.

Camillo 1550

Chori 1618

Poesie 1625

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Giamberti 1628

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Bracciolini 1628

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Componimenti 1629

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Mascardi 1630

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Allacci, Leone, Apes Urbanae sive De viris illustribus qui ab anno mdcxxx

per totum mdcxxxii, Roma: L. Grignani, 1633.

Iulius Rospigliosus edidit Italiace:1. Discorso sopra il poema di Francesco Bracciolini inscritto della elettione di Urba-

no viii, impressum cum eodem Bracciolini.2. Discursum academicum inter alios editos Venetis.

Editurus est:Orationum Latinarum, volumen.Discursum academicorum, volumen.Parallela fra la politica e la medicina.Drammi musicali con altre poesie, volumen. Illum commendant Gaspar Scoppiuset Lopes de Vega.

[Stefano Landi] Il Sant’Alessio, dramma musicale [partitura], Roma: Pa-olo Masotti, 1634; rist. anastatica Bologna: Forni [1970].

Compaiono solo 7 delle 8 incisioni di Collignon.

Guido Bentivoglio, Festa fatta in Roma alli 25 di febraio mdcxxxiv e data in luce da Vitale Mascardi, Roma: Vitale Mascardi, 1635; rist. Roma: De’Rossi, 1649 e 1654.

Relazione delle feste organizzate da Antonio Barberini culminanti con la ‘Giostra del Sa-racino’. Con 12 disegni di Andrea Sacchi (incisi da François Collignon).

Fagiolo dell’Arco 1997, pp. 285-288, 587

Fulvio Testi, Poesie liriche et Alcina, tragedia, opera nova, Modena: adinstanza di Pompilio Totti libraro in Roma, 1636.

Argomento et allegoria della comedia musicale intitolata Chi soffre speri erappresentata all’illustrissimo et eccellentissimo principe Federico, lantgra-vio d’Assia, Roma: Stamperia della reverenda Camera Apostolica, 1637.

Scenario della rappresentazione allestita a palazzo Barberini alle Quattro Fontane. Li-bretto di Giulio Rospigliosi, musica di Mazzocchi e Marazzoli.

— I-Rn [Misc. Val. 696, int. 8]; I-Rli; I-Vgc; I-PESocm 21,6 × 15,5 – 16 pp. [da <www.nuovorinascimento.org/rosp-2000/home.htm>]

Rolandi 1951, tav. 31 – Franchi 1988, pp. 216-217 – Sartori 1995, n. 2528

[Michelangelo Rossi] Erminia sul Giordano, dramma musicale rappre-sentato nel palazzo dell’illustrissimo et eccellentissimo signore don TaddeoBarberino, prefetto di Roma e principe di Pellestrina, e dedicato all’illu-strissima et eccellentissima signora la signora donna Anna Colonna Barbe-rina, prefettessa di Roma e principessa di Pellestrina. Posto in musica daMichelangelo Rossi [partitura], Roma: Paolo Masotti, 1637; rist. anast.Bologna: Forni [1970].

Argumento dell’azzione rappresentata in ballo co’ gesti, intitolata L’acqui-sto della Durindana, Roma: Stamperia della reverenda Camera Apostoli-ca, 1638.

Scenario del ballo pantomimico allestito a Palazzo Barberini alle Quattro Fontane. Sog-getto e libretto del prologo di Giulio Rospigliosi, musica quasi certamente di Marazzoli.

— I-Rc (tre copie); I-Rvat; I-Rli; I-Nc; URBc; I-Vgc; F-Pa; GB-Lu

Cairo–Quilici 1981, n. 27 – Franchi 1988, p. 224 – Sartori 1995, n. 2544

Palazzi diversi dell’alma cità [sic] di Roma et altre, Roma: Giombattista[sic] de’ Rossi, 1638.

Allacci 1633

p. 172

Landi 1634

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Bentivoglio 1635

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Testi 1636

Rospigliosi 1637

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Rossi 1637

Rospigliosi 1638

>

Rossi 1638

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[Pompilio Totti] Ritratto di Roma moderna …, Roma: Vitale Mascardi, 1638.

Applausi poetici alle glorie della Signora Leonora Baroni, Bracciano: s.e., 1639.

A p. 185 è il sonetto ‘Fabio che a lo splendor degli avi illustri’ di Giulio Rospigliosi.

Argomento et allegoria della comedia musicale intitolata Chi soffre speri,Roma: Stamperia della reverenda Camera Apostolica, 1639.

Ripresa dell’edizione del 1637 con nuovi intermedi, fra cui la celebre ‘Fiera di Farfa’. Stessoluogo e stessi autori.

— I-Rvat [Stamp. Chig. 2186, int. 12]; I-Ru; I-Fc; I-Vgc; I-PESocm 22,2 × 15 – 16 pp. [da <www.nuovorinascimento.org/rosp-2000/home.htm>]

Rolandi 1927, p. 523 – Franchi 1988, pp. 232-233 – Sartori 1995, n. 2529

Loreto Vittori, La Galatea, dramma del cavalier Loreto Vittori da Spoleto,dal medesimo posta in musica e dedicata all’eminentissimo e reverendissimosignor cardinale Antonio Barberino [partitura], Roma: Vincenzo Bianchi, 1639.

Argomento del Gioseppe, commedia sacra latina recitata dagli alunni del Se-minario di San Pietro, Roma: Stamperia della rev. Camera Apostolica, 1640.

Tragedia anonima con prologo e quattro intermedi in musica di Giulio Rospigliosi. ForseMarazzoli contribuì al terzo intermedio con maschere.

— I-Rc [Vol. Misc. 1512/6]

Cario–Quilici 1981, n. 2060 – Franchi 1988, pp. 238

Raccolta d’arie spirituali a una due e tre voci di diversi eccellentissimi autoriraccolte e date in luce da Vincenzo Bianchi, Roma: Vincenzo Bianchi, 1640.

Miscellanea in cui si conserva il terzetto di Marazzoli ‘Non più stolti pensieri’.

— I-Rvat; I-Rsc

Vogel 1892, ii, p. 514-515 – Rism b/i 16402

Le pretensioni del Tebro e del Po, cantate e combattute in Ferrara nella ve-nuta dell’eccellentissimo signor principe don Taddeo Barberini, prefetto diRoma … Componimento del signor donn’Ascanio Pio di Savoia e descrizionedi Francesco Berni, Ferrara: Francesco Stuzzi stamp. camerale, 1642.

… Perché poi la poesia fosse accompagnata con la sorella, fu la composizione con- ||segnata nelle mani del famoso Marco Marazzoli, che sa far qui in terra sentire a chi non èpitagorico le armonie de’ Cieli. Fe’ subito egli, con la sua musica penna, il felice accompa-gnamento sotto l’ombra generosa e chiara della gran casa Bentivoglia … Nella città ritro-vansi [sic] Gioanni Burnacini che pochi giorni sono, come sai, prudente architetto, perfare che riuscissero credibili financo agli occhi le meraviglie della sua perizia, volle rap- ||presentarle come effetti d’una maga, di quell’Armida che lo stesso donn’Ascanio [Pio] fecesì bella … Al Burnacini dunque fu dato la cura del nuovo teatro e della scena …

Narrazione della giostra ferrarese del carnevale 1662.

— I-Mb; I-FEc [mf 54.3-4]; I-Nc; I-Rvat; F-Pn; US-Cn

Sartori 1995, n. 19055 – Fabris 1999, n. 1052

Gli amori di Giasone e d’Isifile, festa teatrale di Oratio Persiani, posta in musicadal signor Marco Marazzoli, dedicata all’illustrissimo et eccellentissimo si-gnor Filippo d’Hairlaii, conte di Cesy, consigliere del re Christianissimo etambasciatore per sua maestà in Levante, Venezia: Antonio Bariletti, 1642.

Libretto stampato per l’allestimento veneziano del carnevale 1642. Sartori 1995 indica dueedizioni ma si tratta certamente della stessa. Dedica dell’autore datata 22 febbraio 1642.

— I-Mb et al.; I-Tc (corretto a mano: 1643)

Allacci 1666 – Bonlini 1730, p. 42 – Allacci 1755, pp. 75-76 – Sartori 1995, nn. 1810-1811

Totti 1638

Applausi 1639

Rospigliosi 1639

<

Vittori 1639

Argomento 1640

<

Raccolta 1640

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Berni 1642

p. 19

p. 20

p. 21

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Persiani 16421

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Narciso et Ecco immortalati, opera drammatica di Oratio Persiani rappre-sentata in musica in Venetia e dedicata all’illustrissimo et eccellentissimosignor marchese Cornelio Bentivogli, Venezia: Antonio Bariletti, 1642.

Opera rappresentata nel carnevale 1642 al teatro dei Santi Giovanni e Paolo di Venezia.Musica di Filippo Vitali probabilmente rimaneggiata da Marazzoli.

[Giulio Rospigliosi] Allegoria et argomento dell’azzione rappresentata inmusica intitolata Lealtà con valore, Roma: Stamperia della ReverendaCamera Apostolica, 1662 [ma 1642].

L’Amore trionfante dello Sdegno. Dramma recitato in musica con macchi-ne della città di Ferrara per la venuta dell’eccellentissimo principe signorTaddeo Barberini, prefetto di generalissimo dell’Armi di Santa Chiesa. Operadi Ascanio Pio di Savoia, Ferrara: Francesco Suzzi, 1642.

Libretto stampato per l’allestimento ferrarese del carnevale 1642. Di pp. [18] 94 [1], conantiporta figurata. Musica di Marazzoli.

— I-FEc (m. Marco Marazzoli); I-Ma; I-Mb; I-Rc; I-Rvat

Allacci 1666, p. 23 – Sartori 1995, n. 1767 – Ziosi 1987.

Girolamo Teti, Ædes Barberinæ ad Quirinalem, Romae: Mascardus, 1642;2Roma: Filippo De Rubeis, 1647.

… Sed quoniam præcipuas Barberinarum Aedium partes pervidimus, nunc quæ circu-mstant aedificia, atque hortos || celeriter percurramus … Primo … theatrum amplissi-mum intuemur, ubi machinatorum industriam si quando spectares, sane obstupesce-res, atque adeo ipse tibi spectanti non crederes; tam subito pegmata se obijcerent spon-te surgentia, atque inter se tacite coëuntia; mox iterum dehiscentia: sic que inopinatomutari omnia, atque inverti videres. Quod si adfuisses superiori anno, cum fabula itali-ca, cui nomen inditum erat Egisto seu Chi soffre speri, elegantissima perageretur; et mil-le rerum imagines in scenam prodirent; vidisses exorientem primo Solem, nocturna-sque tenebras fugantem; mox se paulatim ex undis attollentem, atque adeo artificioseomnia illustrantem, ut qui modo theatrum ingressi, eundem vere occidentem relique-rant, retrogradum facile crederent; quasi novas Nundinas, quæ ibi iucundissime, adveri ipsissimam imaginem, exhibebantur, lustraturus accederet, et praeclara illa armen-ta sibi abducta dubita- || ret. Equidem fateor, me numquam lætiori spectaculo inter-fuisse, adeò, ut in subitum furorem actus, nescio quid ad praesulem Rospigliosium,fabulæ auctorem, Etrusca poesi luserim: quod alias fortasse ad te mittam.

Il giuditio della Ragione tra la Beltà e l’Affetto, dramma in musica, Roma:Francesco Cavalli, 1643.

Scenario dell’omonima opera rappresentata a Roma in casa del conte Marciano. Librettodi Francesco Buti, musica di Marazzoli.

— I-Rvat [Barb. lat. 3795]; I-Rc [Vol. misc. 2540.15]; C-Tu

Mandosio 1692, ii, p. 45 – Ademollo 1888, pp. 52-55 – Zaslaw 1989, pp. 17 e segg. –Franchi 1988, p. 525 – Sartori, n. 12099

Giano Nicio Eritreo [pseud. di Gian Vittorio Rossi], Dialogi septende-cim, Coloniae Urbiorum: Iodocum Kalcovium, 1645.

erythreus Sed date mihi hanc veniam, ut crus utrumque altius attollam, atque intransversum proximæ mihi sellæ lignum imponam. Nam proximis Bacchanalibuseum ibi dolorem contraxi, ut adhuc abigi nequeat.

fossius At unde, tempore omnim festivissimo, tanta in te mali vis ingruit?erythreus Ab eo spectaculo, quod Barberini Principes dedere. Nam dum angustius

sedeo, neque me uspiam commovendi facultatem habeo, ossium commissurae, ner-vique, incommodi plurimum contraxere.

uranius Multa à multis de eo spectaculo dici audivi: non enim interfui. Sed fuitneillud ita sumtuosum, ita magnificum, ita admiratione dignum, ut fertur?

Persiani 16422

>

Rospigliosi 1642

Savoia 1642

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Teti 1642

p. 34

p. 35

p. 36

Buti 1643

>

Rossi 1645

p. 11

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erythreus O mi Urani, non potest dici verbis tantum, quantum re ipsa, omnia quæad hanc usque ætatem data sunt Romæ spectacula, splendore, magnificentia, sumtuqueantecessit. Non possum quin exclamem: O singularem nostrorum Principum beni-gnitatem! O summum in suos cives amorem! O charitatem praedicandam! Tantum-ne eos laborem capere, tantos sumtus facere, ut jucundissima eos oblectatione deti-nenant, ut periculosis Bacchanalium diebus, a vetitis atque vulgaribus voluptatibusabstractos, ad liberalissimam, ac regalis opulentiæ plenam animi remissionem ludu-mque traducant! quorum eatenus est progressa benignitas, ut non modos fortunatosquoscumque homines ac nobiles, qui ad id spectaculum, ejus pulchritudinis famacompulsi, accurrerant, hilari ac sereno vultu exciperent, spectatum admitterent, ses-sum adducerent,verum etiam novo atque admirabili humanitatis exemplo, atque inbonas artes studio, omnes pene, qui in aliquo proborum, eruditorum, et ingenioso-rum numero sunt, sigillatim per nuncios evocarint, invitaverint, venientibus praesto|| fuerint , honestum & commodum spectandi locum attribuerint …

Frammento tratto dal primo dialogo dell’Eritreo; si dilunga sugli spettacoli allestiti daiBarberini per carnevale. Qui è solo una parte, l’intero passo è anche on-line all’indirizzo:<www.nuovorinascimento.org/rosp-2000/documenti/rossi-dial.htm#Egisto>

Athanasius Kircher, Musurgia universalis sive Ars magna consoni et dis-soni in 10 libros digesta…, Roma: heres Francisci Corbelletti [i t.], Ludo-vici Grignani [ii t.], 1650; rist. anast. Hildesheim: Olms, 1970.

Thomas Corneille, Dom Bertran de Cigaral, comedie, Rouen: LaurensMaurray, 1652.

François Le Métel de Boisrobert, La folle gageure ou Les divertisse-ments de la contesse de Pembroc, Paris: Augustin Courbé, 1653.

[Scenario dell’opera Dal male il bene] Roma: stamp. della rev. Cameraapostolica, 1654.

Stampato in occasione della prima rappresentazione nel palazzo di Maffeo Barberini prin-cipe di Palestrina e di sua moglie Olimpia Giustiniani. Sul frontespizio compaiono i sim-boli delle famiglie dei due novelli sposi, la colomba pamfilia e le api barberine.

— I-Rli

Franchi 1988, p. 308 – Sartori 1995, n. 21147

Agostino Faustini, Delle historie di Ferrara … libro quinto e sesto, Ferra-ra: Francesco Suzzi, 1655; continuazione di Gasparo Sardi, Libro dellehistorie ferraresi … con una nuova aggiunta del medesimo autore. Aggiun-ti di più quattro libri del signor dottore Faustini …, Ferrara: FrancescoSuzzi, 1646; entrambi in rist. anast. Bologna: Forni, 1967.

Il passo relativo alle feste per Taddeo Barberini (p. 84) è riprodotto in Fabris 1999, doc.1051 (erroneamente riferito all’edizione del 1646).

Giovanni Battista Falda, Nuovi disegni dell’architetture e piante de’ pa-lazzi di Roma de’ piu celebri architetti, disegnate et intagliateda Gio. Batti-sta Falda. Libro secondo, Roma: Giovanni Giacomo de’ Rossi, s.a. [1655 ?];ed. mod. Piccininni 1986.

Pietro Ferrerio, Palazzi di Roma de piu celebri architetti disegnati daPietro Ferrerio pittore et architetto. Libro primo, Roma: Giovanni Giaco-mo Rossi all’insegna di Parigi alla Pace, s.a. [1655 ?]; rist. anast. Farnbo-rough: Gregg press, 1967.

Giacomo Rospigliosi, Oratio de subrogando summo pontefice …, Roma:Corbelletti, 1655.

p. 12

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Kircher 1650

Corneille 1652

Boisrobert 1653

Rospigliosi 1654

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Faustini 1655

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Falda 1655

Ferrerio 1655

Rospigliosi 1655

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Loreto Vittori, La Galatea, Spoleto: Gregorio Arnazzini, 1655.

Galeazzo Gualdo Priorato, Historia della sacra real maestà di ChristinaAlessandra regina di Svetia, Roma: stamp. della Camera Apostolica, 1656;ii ed. Venezia: Baba, 1656 e Modena: Bartolomeo Soliani, 1656.

… Alcuni signori academici, primari di Roma, invitati dal nobilissimo compiacimento disua maestà [la regina Svezia] concorsero più che volentieri con loro virtuosi ossequi etalenti ad obedirla, tenendo una volta la settima davanti a lei le loro academie …La prima academia cominciò la sera di [lunedì] 24 gennaio …

L’ultima che chiuse il carnevale [lunedì 28 febbraio?] terminò il problema l’abate Fran-cesco Cesis e’l signor Francesco Melosi sopra qual amore fosse più durevole et efficace,o quello che nasce d’improviso o quello che vien partorito dalla conversazione.

… L’animo grande e generoso de’ signori Barberini aggionse a queste ricreazioni il trat-tenimento di tre drammi musicali che fecero recitare sontuosamente nel lor palazzoalle Quatro Fontane. La sera dunque dell’ultimo giorno di gennaro si recitò primiera-mente un’opera in musica intitolata il Trionfo della Pietà o sia La Vita umana. La mate-ria era tutta morale e molto degna per l’apparato delle scene che furono vaghe al mag-gior segno per la dottrina e bellezza della compositione, come anche per la soavità dellamusica che fu isquisitissima.

… e con questa chiusa si diede fine all’opera, nella quale seguirono diversi intermedi diballetti e di concerti di musica e d’instrumenti, molto confacevoli al gu- || sto di cosìvirtuosa ricreazione.La regina, doppo essersi compiacciuta di osservare la nobiltà degl’appartamenti e laricchezza degli addobbi di quel regio palazzo ornato anche di pitture eccellenti, calò peruna scala segreta nel teatro e nel mezo di quello, dentro una cancellata e sotto un regiobaldacchino, gustò con tanta attenzione e contento la moralità di quell’attione che, aven-dola giudicata molto adequata al suo raro intendimento, volse poi assistervi altre duevolte, lodando grandemente il soggetto e la compositione,

sì delle parole, cheerano parto felice diun nobilissimo eteruditissimo inge-gno, come della mu-sica, uscita dell’arpaarmoniosa del cele-bre signor MarcoMarazzoli, et a tuttocorrispose poi anchela isquisitezza dellevoci e la leggiadriade’ recitanti, scieltitra più stimati musi-ci di Roma.

… In questi giorni pure nel teatro suddetto de’ signori Barberini furono rappresentatidue altri drami assai spiritosi in musica, con apparati e mutazioni di scene, con inter-medi balletti et armonie isquisite; et il soggetto d’ambi due fu graziosamente tradottodalle vivezze spagnuole. Uno era intitolato Le armi e gli amori, il contenuto del qualeversava nel || simultaneo concorso de’ vari avvenimenti insieme amorosi et armigeriche vicendevolemente sogliono accompagnare le fortune de’ seguaci di Marte e di Ve-nere. L’altro, chiamato Del male il bene, contenenva pur un nodo di vari accidenti amo-rosi, ne’ quali, intrecciandosi a caso la virtù e l’amore, si dava a conoscere che benespesso dal male ne resulta il bene, e dalle disgratie sovente nascono le maggiori fortune,comprobrandosi il detto che pericolati saressimo se pericolati non fossimo. A tutte que-ste attioni assistette sempre la regina col godimento dell’animo suo tutto dedito et ap-plicato alle cose che hanno del virtuoso e del nobile.

… La sera del 28 di febraro nel sudetto palazzo de’ signori Barberini alle Quattro Fonta-ne si fece la festa de’ caroselli, la quale come per le comparse e per le machine meritòl’applauso universale, così mi obliga à farne un succinto racconto …

Di questo libro furono stampate a distanza di poche settimane tre edizioni (con alcunevarianti nel testo): una romana, una veneta e una modenese. Le ultime due sono identi-

Vittori 1655

Gualdo Priorato 1654

[dell’ed. romana] p. 284

p. 285

p. 286

p. 288

p. 289

p. 300

p. 301

p. 302

>

[edizione veneta (p. 237)]parto del finissimo ingegno del signor abbate [Giacomo] Rospi-gliosi, soggetto altrettanto cospicuo nelle scienze, quantoriguardevole per le sue nobili condizioni, bastando il dire che eglisia ben degno nepote di monsignor [Giulio] Rospigliosi, segre-tario di Stato di Sua Santità, che alla intelligenza di ogni gran-d’affare ha congionta bontà e litteratura in grado più cheeminentissimo.La musica fu del signor Marco Marazzoli, musico della Cappellapontificia, celebre virtuoso, e quelli che recitarono furono i si-gnori Bonaventura Argenti che fece la parte della Vita umana; ilsignor Domenico Rodamonti, quello dell’Innocenza; il signorDomenico del Pane, quella della Colpa; il signor Lodovico Lenzi,quella dell’Intendimento; il signor Francesco de’ Rossi, quella delPiacere; et il signor Gioseppe Sorilli fece il prologo, tutti musiciisquisiti nella musica e nella leggiadria del recitare.

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che, almeno per le parti qui riprodotte, mentre differiscono da quella romana che le prece-de (l’imprimatur veneziano del 24 maggio 1656 fa riferimento all’edizione romana comegià stampata).

La fidelissima descrizzione delle feste, maschere, giostre e commedie apparec-chiate nella corte di Roma in onore della real maestà della regina di Svezia nelpresente Carnevale dell’anno 1656…, in Arckenholtz 1760, ii, pp, 134-136.

Thomas Corneille, Les engagements du hasard, comédie, Rouen: Lau-rens Maurry pour Aug. Courbé, 1647.

La Vita humana overo Il trionfo della Pietà, dramma musicale rappresen-tato e dedicato alla serenissima regina di Svetia, Roma: Mascardi, 1658.

Partitura a stampa con dedica di Marazzoli; con incisioni, riprodotte in quasi tutti glistudi dedicati alle feste per la regina Cristina di Svezia.

— manoscritto: I-Rvat – stampe: I-Rvat, I-Rsc (2 copie), I-Rc, I-Vc, I-Nc, I-IBborro-meo, D-Bhm, F-Pc (2 copie), GB-Lbm, US-Wc

Vogel 1892 – Eitner 1904 – Vogel 1977

Tommaso Stigliani, Arte del verso italiano con le tavole delle rime di tuttele sorti copiosissime del cavalier Fr. Tommaso Stigliani. Con varie giunte enotazioni di Pompeo Colonna principe di Gallicano. Opera utilissima nonsolo per chi brama di comporre in rima, ma anche per chi vorrà scrivere inprosa. Dedicata dal medesimo principe alla santita di nostro signore papaAlessandro Settimo, Roma, Angelo Bernabò dal Verme, 1658.

Giovanni Battista Falda, Il nuovo teatro delle fabriche et edificii in prospet-tiva di Roma moderna sotto il felice pontificato di N.S. papa Alessandro vii

…, Roma: Gio. Giacomo de Rossi, 1665; ed. mod. Piccininni 1977.

Leone Allacci, Drammaturgia divisa in sette indici, Roma: Mascardi, 1666

[ii ed. postuma Venezia 1755].

L’Amore trionfante dello Sdegno, dramma di Ascanio Pio Savoia, recitato in musica con mac-chine nella città di Ferrara per la venuta del signor principe Taddeo Barberini, prefetto diRoma e general della Santa Chiesa, Ferrara, per Francesco Suzzi, 1642, ⟨in⟩ 4 verso.

Gli amori di Giasone e di Isifile, festa teatrale di Orazio Persiani posta in musica daMarco Marazzoli, Venezia, per antonio Bariletti, 1642, ⟨in⟩ 12 verso.

La Vita umana overo Il trionfo della Pietà, vedi Il trionfo della Pietà.

Il trionfo della Pietà, dramma di monsignor Giulio Rospigliosi in verso, posto in musicada Marco Marazzuoli e recitato più volte nel palazzo Barberino alle Quattro Fontanesempre con la presenza della regina di Svezia, presso il Mascardi in 1656 [sic], in fogliocon la musica.

Indice Sesto. Tragedie, commedie, rappresentazioni et altri drammi non ancora venutiin luce ma mentovati nelle Glorie degli Incogniti di Venezia [1647], nel Theatro degl’uomi-ni litterati del signor Girolamo G‹h›ilini [1647], nella Libraria del Doni [1550] et altrove.

Giulio Rospigliosi – L’arme e gli amori, dramma musicale recitato più volte nel palaz-zo Barberino alla presenza della regina di || Svezia, posto in musica da Marco Maraz-zuoli – Dal male il bene, dramma musicale posto in musica dall’Abbatini e dal Maraz-zuoli, recitato con l’occasione delle nozze delli signori prencipe di Palestrina e di Olim-pia Giustiniani e di nuovo più volte nella presenza della regina di Svezia nell’istessopalazzo con apparati e scene superbissime. – Chi soffre speri, dramma musicale – SantaTheodora, tragedia.

Giovanni Battista Falda, Il secondo libro del novo teatro delle fabriche etedificii fatte fare in Roma e fuori di Roma dalla santità di nostro signorepapa Alessandro vii…, Roma: Giovanni Giacomo de Rossi, s.d. [1667 ?];ed. mod. Piccininni 1977.

Fidelissima 1655

Corneille 1657

Marazzoli 1658

<

Stigliani 1658

Falda 1665

Allacci 1666

p. 23

p. 24

p. 337

p. 362

p. 574

p. 609

p. 610

Falda 1667

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334 davide daolmi

Filippo Guerra, Axiomata philosophica et medica [et moralia] respectiveordine alphabetico digesta …, 2 voll., Roma: Iacobi Dragondelli, 1667-1668.

Giacomo Rospigliosi, Conclusiones logicae propugnande a Icobo abbateRospigliosio, Pistoia: Pietro Antonio Fortunato, 1667.

Vincenzo Chiavelloni, Discorsi della musica, Roma: Ignazio de’ Lazeri, 1668.

Giovanni Battista Falda, Il terzo libro del nouo teatro delle chiese diRoma…, Roma: Giovanni Giacomo de Rossi, s.d. [1669]; ed. mod. Picci-

ninni 1977.

Favoriti, Agostino, Oratio in funere Clementis ix, Roma: P. Moneta, 1969.

Sacrae et profanae Romae obsequia Clementi ix pontefici maximo repre-sentata in Collegio Romano Societatis Iesu, Roma: Angelo Bernabò, 1669.

Dedica a Giacomo Rospigliosi (pp. 5-8), vita (pp. 9-24), Apparatus descriptio (pp. 25-31),testi delle imprese dell’apparato funebre (pp. 32-136).

Edme Boursault, Ne pas croire ce qu’on void, histoire espagnole, 2 voll.,Paris: C. Barbin, 1670; ibidem 1672 e 1677; Paris: Le Breton, 1739; in ingl.come Deceptio visus: or Seeing and believing are two things. A pleasantSpanish history, faithfully translated, 2 voll., John Starkey: London, 1671.

[Gregorio Leti] L’ambasciata di Romolo a’ romani. Nella quale vi sonoannessi tutti trattati, negotiati, satire, pasquinate, relationi, apologie, can-zone, sonetti, ritratti et altre scritture sopra gli interessi di Roma, durante lasede-vacante; cominciando da giorno della morte di Clemente nono, sino algiorno della creatione di Clemente decimo, con la vita, processo e sentenzadi Francesco Borri, milanese, aggiuntovi un discorso sopra la precedenzatra Francia e Spagna, Brusselles [i.e. Ginevra]: s.e., 1671.

Oldoino, Agostino, Necrologium pontificum Romanorum cum notis,Roma: Ignazio de Lazaris, 1671.

Sue notizie.

Notae: … Clemens ix. Iulius Rospigliosius presbyter cardinalis S. Sixti antea dictus.Plura habent de tanto pontifice auctarii Ciaconii patres Soc. Iesu in opuscolo praenota-to [= I padri della Società di Gesù, continuatori di Ciacconio, raccolgono molte cose ditanto pontefice nell’operina sopradetta], Sacrae et profanae Romae obsequia Clementirepresentata in Colegio Romano [Sacrae 1669], Augustinus Favoritus in oratione fu-nebri et alii multi [Favoriti 1669].

Purtroppo non trovo il riferimento all’«operina sopradetta», d’altra parte la continuazio-ne di Ciacconio che integra Rospigliosi, a mia notizia, si pubblica solo nel 1677 [Chacòn

1677]. È possibile che l’«operina» fosse conosciuta manoscritta e che Oldoino la supponessein stampa contemporaneamente al suo necrologium.

Francesco Melosio, Poesie e prose, Venezia: … 1672; ii ed. Venezia, Baba,1673; vi ed. Venezia: Andrea Poletti, 1704.

Al signor Teodosii già scalco del signor cardinal Chigi… Nel vostro volto poi sì componetel’aria d’ogni altro che in far arie novene meno al Marazzoli la cedete. [vv. 43-45]

Delle ‘Poesie e prose’ vennero stampate sei edizioni continuamente aggiornate. ‘Al signorTeodosii’ è presente fin dalla prima edizione (1672).

— I-Mb (1673), I-Ms (1673)

Gnoli 1888 – Pirrotta 1966 [1987, p. 272]

Guerra 1667

Rospigliosi 1667

Chiavelloni 1668

Falda 1669

Favoriti 1669

Sacrae 1669

>

Boursault 1670

Leti 1671

Oldoino 1671

pp. 249-250

pp. 250-251

>

Melosio 1672

[ed. del 1673] p. 111

p. 112

>

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Bibliografia 335

Lettere memorabili dell’abbate Michele Giustiniani, patritio genovese de’signori di Scio, e d’altri, 3 voll., Roma: Nicolò Angelo Tinassi, 1667-1675.

Nel i vol. (1667), pp. 438-440 è la lettera del principe d’Avellino (10 luglio 1656) con larisposta di Giulio Rospigliosi (5 agosto 1656).

Giovanni Battista Falda, Nuova pianta et alzata della città di Roma contute le strade, piazze et edificii … come si trovano al presente nel pontificatodi nostro signore papa Innocenzo xi …, Roma: Gio. Giacomo de’ Rossi, 1676;altre ed. 1697, 1705, 1730, 1756, 1781; rist. anast. in Frutaz 1962, ii, tavv. 357-363.

Agostino Oldoino, Athenaeum Romanum in quo rummorum pontificumac pseudo pontificum nec non S.E.R. cardinalium et pseudocard. scriptapublice exponuntur, Perugia: Tip. Camerali presso gli eredi di SebastianoZecchino, 1676.

Vir hic summo ingenio praeditus poesim coluit ac scripsit Alexium, Aegistum, Bonifa-cium et discursus in poema Francisci Bracciolini, aliaque his similia cecinit, quae extantapud suos; evulgatam vidi eiusdem orationem dictam in Academia Humoristarum …Ossa iacent in templo Liberiano sub hac epigraphe a Clemente x in sepulcro excitato,descripta …

Segue iscrizione e poche altre informazioni già in Oldoino 1671.

Chacón [Ciacconius], Alfonso, Vitae et res gestae pontificum Romano-rum et S.R.E. cardinalium ab initio nascentis Ecclesiae usque ad Clemen-tem ix, 4 voll. completati da diversi e continuati da Agostino Oldoino,Roma: Filippo e Antonio De Rubeis, 1677.

iv, coll. 769-796: vicende politiche del pontificato di Rospigliosi; col. 769: ritratto (incisio-ne); coll. 781-782: iscrizioni romane riguardanti Clemente ix; coll. 783-784: suo monumen-to funebre (incisione).

Edward Ravenscroft, The wrangling lovers or The invisible mistress, Lon-don, William Crook, 1677.

Gregorio Leti, Il livello politico o sia La giusta bilancia nella quale si pre-sentano tutte le massime et interessi de’ cardinali, rappresentanti pubblici,capi di fazioni e della corte co’ prencipi e de’ prencipi con la corte, 4 voll.,Cartellana [sc. Ginevra]: Benedetto Marsetti, 1678.

Prospero Mandosio, Biblioteca romana romanorum scriptorum centuri-ae, 2 voll., Romae: Ignatij de Lazzaris, 1682-1692.

Si attribuisce (ii, p. 45) il libretto del ‘Giudizio della Ragione’ a Francesco Buti.

Mattei, Loreto, Teorica del verso volgare e prattica di retta pronuntia,Venezia: Girolamo Albrizzi, 1695.

A p. 43 si citano otto versi «strofe molto belle del Rospigliosi nel suo dramma La vita humana»quale esempio di ottonario con accento sulla seconda sillaba; l’esempio è ripreso in Quadrio

1752.

Giovanni Pietro Bellori, Le vite de’ pittori, scultori ed architetti moderni,co’ loro ritratti al naturale, Roma: success. Mascardi, 1672; ii ed. accr. ibi-dem 1728; ii. ed in 3 voll. Pisa: Niccolò Capurro, 1821; rist. anast. della i ed.Roma 1931, Genova 1968, Bologna 1977 e 2000; ed. moderna a cura diEvelina Borea, Torino: Einaudi, [1976].

Succedendo il pontificato di Clemente nono [1] ed essendo Carlo [Maratti] ben noto aquesto pontefice dal tempo ch’egli era cardinale, ebbe occasione d’essere ammesso piúvolte a’ suoi piedi. Avea Clemente qualità sante e degne insieme di gran prencipe, ed

Giustiniani 1675

<

Falda 1676

Oldoino 1676

pp. 446-447

<

Chacón 1676

<

Ravenscroft 1677

Leti 1678

Mandosio 1692

<

Mattei 1695

Bellori 1672

p. 591 [1976]

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336 davide daolmi

essendo erudito in ogni disciplina, amava sommamente anche gli studii della pittura,per la qual cosa Carlo ne ritrasse molto onore e segni di stima alla virtú sua; onde per lopregio suo ne’ ritratti fu chiamato a ritrarre un signorino de’ Banchieri, figliuolo d’unanipote del papa, e lo figurò in un giardino con un mazzo di fiori in mano, mostrandovolerne corre degli altri per vaghezza puerile [2]; questo ritratto per la sua bellezza fucagione che di nuovo fosse chiamato all’altro del cardinal Giacomo Rospigliosidegnissimo e generosissimo nipote di sua santità [3], il qual ritratto terminato volle ilpapa vederlo, ed ordinò che Carlo stesso lo portasse.Presentatosi egli ed accolto benignamente, dopo aver Clemente commendato il ritrattodel nipote, si rivolse a Carlo e gli disse: «Quando vogliamo fare il nostro?» A tal propo-sta improvisa risposegli: «Quando piace alla santità vostra». Era solito questo buonpontefice ne’ giorni di carnevale ritirarsi in solitudine ed in riposo divoto nel palazzo diSanta Sabina sul monte Aventino, antico albergo pontificio, e trattenersi quivi per al-quanti giorni fino alle Ceneri; onde Carlo soggiunse: «Beatissimo padre, mi parrebbonoopportuni li prossimi giorni di carnevale, quando la santità vostra è solita ritirarsi aSanta Sabina per trovarsi allora men occupata». Approvò Clemente l’opportunità deltempo, il qual giunto fu dato principio al ritratto.Non basta lodare la similitudine, essendo vivissimo e naturalissimo ma bisogna disten-dersi ancora alle altre parti, che lo rendono in pregio, spirando la maestà e la clemenzadi quel prencipe. La figura è disposta quasi in faccia in una seggia di velluto cremesi colberettino e mozzetta rossa sopra il camice bianco sino le ginocchia; tiene una manosopra un libro e rilassa l’altra sul bracciolo della seggia, appresso un tavolino sul qualeè posato il campanello d’oro ed un memoriale col soprascritto: «Alla Santità di NostroSignore Clemente ix per Carlo Maratti», che fu un ac- || corto motivo di esso per conci-liarsi maggiormente la grazia del papa. Prende il ritratto un buonissimo lume e rilievonel fondo d’una portiera oscura di lacca, ritenendo con la maestria un’esquisita diligen-za, non solo nelle parti principali e piú importanti, ma in ogni minuzia nel contrafare lesottilissime pieghe del camice e sino il lustro de’ chiodi d’oro e delle trine sfilate dellasedia col velluto ne’ braccioli alquanto logro e sperato dall’uso con altri accidenti che silasciano alla vista. Ed essendo Carlo ne’ ritratti, come in ogni altro studio della pittura,ugualmente considerato ed eccellente, prima d’ogni altra cosa ha in costume ed è suamassima l’osservar col volto la disposizione naturale del corpo e l’atto proprio in cuiciascuno è solito volgersi, e pronto e vivace o riposato e grave in modo che non si sentasforzo o molestia nel collocarsi le membra.Laonde il papa oltre le altre lodi gli aggiunse quest’una singolare, che ove altri ritraen-dolo l’aveano tenuto a disagio longamente, dipingendo Carlo non s’era accorto del tempoch’era passato, parendogli di esser stato a trattenimento, la qual avvertenza ben puòravvisarsi dalla collocazione del ritratto stesso, che sta tutto in riposo ed esprime lastanchezza dell’età e l’aspetto languido del papa, serbando la maestà del volto, come sivede in casa Rospigliosi.Al qual proposito si fanno incontro due accidenti, seguiti a Carlo in tempo ch’egliterminava il ritratto: uno fu che ritraendolo un giorno lo vide a poco a poco venirmeno e rilasciarsi sulla sedia in pericolo di cadere, e quasi preso d’accidente improviso,ond’egli trovandosi solo e confuso, né sapendo che risolversi, accorse subito asovvenirlo con opporre le sue ginocchia alle ginocchia di Clemente per ritenerlo, edacciò che tirato dal peso non precipitasse a terra. In tal angustia Carlo fermandosialquanto voleva dar segno col campanello, e chiamare aiuto, quando il papa respirò eda se stesso si riebbe.Al qual motivo egli ritirossi in dietro alla seggiola ove dipingeva, senza darne indizioalcuno, ancorché preso da un certo terrore in sí gran periglio, se altro nella persona delpapa fosse avvenuto. Tali moti e cangiamenti della rilassata complessione di Clementecagionavano a Carlo gran difficoltà nel ritrarlo; poiché mancando in un subito il vigo-re, languivano gl’occhi e ’1 volto, e si perdeva la similitudine, la quale per ogni minimaalterazione, sino ad un punto diminuisce e si perde. Nella || qual difficoltà giovò a que-sto pittore la sua buona idea, poiché avanti di cominciare il ritratto, com’egli avea peruso, l’osservò in attenzione, e se lo formò al vivo nella mente, onde in quelle mancanzeegli si sovveniva della propria idea, finché ravvivati gli spiriti, ripigliava il papa la mede-sima sembianza ed abitudine sua naturale.Si è detto avanti che Carlo dipingendo questo ritratto sedeva avanti il papa, il cheparrà incredibile ad alcuno per esser cosa non piú usata in altri pittori e scultori,ancorché insigni, ammessi a far ritratti de’ sommi pontefici e de’ monarchi; ma tale fuinvero la bontà e l’umanità di Clemente dal principio alla fine del ritratto, dicendoqueste precise parole che «quando si ha da operare bisogna star commodo», inten-

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Bibliografia 337

dendo dell’operazione dell’ingegno e della pittura, che opera con la mano serva ubbi-diente all’operazione della mente. Questo onore singolarissimo non fu solo di Carlo,ma di tutta l’arte del pennello, essendo giusto che ne passi la memoria a’ posteri fra glialtri meriti di essa.Dopo questo racconto dobiamo ora riferire l’altro avvenimento accaduto nell’occasio-ne del medesimo ritratto, che fu maggiore del primo, anzi maravigliosa alla vista. Aven-do Carlo terminata la testa del papa, voleva adattargli il camauro; chiesta però licenza efatta la solita genuflessione nell’appressarsi a Clemente, ecco all’improvviso e con stu-pore vide risplender di vicino la venerabil faccia di quell’ottimo pastore, irradiata d’in-solita luce.Dubitando Carlo di travedere, s’avvicinò di nuovo per assicurarsi della vista, e di nuovovide la faccia luminosa la seconda e cosí la terza volta, continuando il lume. Non fuquesta vana illusione di timore o d’altra perturbazione improvisa che l’occupasse, es-sendo egli solito di praticare col pontefice e di esser ammesso famigliarmente a’ suoipiedi, e ciò gli è solito d’affermare con tanta sicurezza che ne farebbe fede con giura-mento. Dopo che egli ebbe terminato la rassomiglianza del volto, diede compimento alresto in casa, ed avendo ben finito il ritratto, lo portò a Clemente, che ne manifestò ilcompiacimento e la stima con l’applauso della corte e de’ personaggi che venivano lo-dando con l’arte la facilità usata nell’averlo esseguito, come si è detto, senza suo disagioalcuno, anzi con averlo posto in sedia a riposo e trattenimento [4]. ||Meditava questo pontefice memorie magnifiche e ne elesse una ben degna della suapietà in rinovare ed ampliare la vecchia tribuna della basilica di Santa Maria Maggiore,da ornarsi dentro di finissimi marmi, statue e pitture, e fuori la facciata di portici perrenderla piú cospicua a quei che concorrono divotamente alla medesima basilica.Chiamato il cavalier Bernino co’ disegni, ne aveva gettato i fondamenti, e disposti i lavo-ri d’intaglio di travertino per cominciarne di fuori l’alzata, sollecitato dal desiderio delpapa, che vecchio e mal sano bramava veder terminata l’opera in sua vita [5]. Nella qualcongiontura non si dimenticando dell’opera di Carlo, l’elesse alle nuove pitture dellamedesima tribuna, che doveano corrispondere a sí nobili apparati. Ma non valse pre-mura e diligenza alcuna, poiché la morte troppo frettolosa del pontefice s’oppose aidisegni e ne’ fondamenti arrestò l’opera [6], la quale veramente ad esso ed a Carlo sa-rebbe riuscita gloriosa per la nobiltà del luogo.Con tutto ciò non manca della sua bellezza essendo stata ristabilita la tribuna antica co’vecchi musaici dal successore papa Clemente x non senza splendidezza della nuovafacciata magnificamente compita [7]. Qui non tralasciamo un altro contrasegno del-l’inclinazione e paterno affetto di Clemente verso Carlo nella santificazione del beatoFilippo Benizio, poiché in quella solennità dovendosi fare, com’è l’uso, un quadro perdonare al papa con rappresentarvisi un miracolo del santo, Clemente impose al genera-le dell’ordine che lo facesse dipingere a Carlo.Interogatolo dopo del premio solito pagarsi ed inteso esser 300 scudi tra ’1 quadro el’ornamento della cornice, parendogli poco, soggiunse al generale: “Questo danaro da-rete a Carlo nostro per la sola pittura, del resto sarà nostra cura”. Il papa stesso scelse ilsoggetto di que’ malandrini che giuocando e bestemmiando sotto un albero con donneimpure senza apprezzare le ammonizioni del santo, restarono con quell’albero fulmi-nati ed arsi.Ma succeduta la morte di questo pontefice avanti la santifica- || zione, il quadro fudonato al successore Clemente x, restando in casa Altieri appresso l’eminentissimocardinal Paluzzo, che insieme con altre nobili pitture lo conserva. …

In nota:[1] … Sui rapporti del Rospigliosi … con gli artisti del tempo, vedi F. Haskell, Patrons and Painters,London 1963, trad. it. Firenze 1966, pp. 102-6.[2] Opera non identificata.[3] I ritratti marattiani di questo personaggio (1628-1684, eletto cardinale nel 1667) sono, a quelche si sa, tre: uno, inciso da P. Simon, nel 1669, in collezione privata (Catalogo della mostra IlSeicento Europeo, Roma 1956, p. 178), l’altro a Roma, nella Galleria Pallavicini (F. Zeri, La GalleriaPallavicini in Roma, Firenze 1956, pp. 173-174), il terzo in Palazzo Rospigliosi a Roma (Mezzetti,Contributi cit., pp. 296-97, 343). Secondo lo Zeri l’esemplare citato dal B[ellori] è da identificarsicon il quadro esposto alla Mostra del Seicento Europeo.[4] Il celebre ritratto è nella Pinacoteca Vaticana. La scritta sul manoscritto posto sul tavolo si leggeoggi cosí: «1669 Carlo Maratti». Se ne conoscono due repliche, una a Manchester, Collezione Ducadi Devonshire, l’altra a Leningrado, Ermitage (Mezzetti, Contributi cit., pp. 328-29, 345).[5] Per il progetto non realizzato del Bernini …[6] Nel 1669. Suo successore fu Clemente x Altieri (1670-75).[7] Intende la facciata dalla parte dell’abside, compiuta da Carlo Rainaldi nel 1673 …

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338 davide daolmi

L’armi e gli amori overo Gl’impegni nati per disgrazia. Opera spagnolatradotta dal messer Tito Giulio Benpopoli [Ippolito Bentivoglio], dedicataalli meriti del molto illustre signore il Signor Giuseppe Velli de’ primi officilidella Regia Segreteria di Guerra del Regno di Napoli, Roma: Moneta, 1682.

Domenico Antonio Parrino al curioso lettore.Questa scenica rappresentazione, ch’è delle più belle ch’abbia composte don PietroCalderone, fu già tradotta dallo spagnolo al nostro idioma da un grande cavaliere qualemi fé grazia darmene copia allora quand’io, essendo al servigio de’ sovrani d’Italia, ebbiancora fortuna di servir lui. Onde ora che son rimpatriato per sempre, stimolato damolti curiosi amici e stimandola degna d’immortalità, l’ho data alle stampe restandosolo mutata la parte ridicola in lingua napolitana per sodisfare il genio comune. Sen’aggradirai l’atto, aspettane pure in breve sei altre delle più scelte che giàmai su’ teatrirappresentar si possano. E vivi felice.

Dal male il bene melodrama da rappresentarsi nel regal palazzo per lo gior-no natalizio della maestà di Marianna d’Austria … consacrato all’eccellen-tissimo … Lorenzo Colonna …, Napoli: Domenico Antonio Parrino eMichele Luigi Muzio, 1687.

Gl’impegni per disgrazia, tradotti dallo spagnuolo dall’illustrissimo et ec-cellentissimo signor marchese Ippolito Bentivoglio e consacrati al … conteAlessandro Sanvitali …, Modena: Soliani, 1687.

Gerad Langbaine, An account of the English dramatic poets, Oxford: L.L.for George West and Henry Clements, 1691; rist. anast. Tallahassee 1957;New York 1966; Hildesheim: Olms, 1968; Menston: Scolar Press, 1971; LosAngeles, University of California, 1971; New York: Garland, 1973.

Loreto Mattei, Teorica del verso volgare e prattica di retta proninzia …,Venezia: Girolamo Albrizzi, 1695; rist. ibidem 1723.

Giovanni Mario Crescimbeni, L’istoria della volgar poesia, Roma: Chra-cas, 1698; ii ed. ampliata ibidem 1714; rist. della ii ed. con Crescimbeni

1711 e altri suoi scritti in Id., Dell’istoria della volgar poesia, 6 voll., Vene-zia: Lorenzo Basegio, 1730-1731.

Giulio Rospigliosi. Se io tesser volessi elogio adeguato al santissimo pontefice Cle-mente ix e la sua gloriosissima vita descrivere, dovrei provvedermi di quella esquisitez-za d’ingegno e di quella felicità d’eloquenza che io non ho, nè ho saputa impiegare inquesta, per il suggetto nobilissima istoria; e con sì fatti stromenti celebrare non sola-mente la nobiltà dell’ingegno suo, ma la purità de’ costumi, la candidezza dell’animo, lasapienza nel governare, i vantaggi recati alla Santa Chiesa, il zelo contra i nimici dellaFede Cattolica, la pietà, la clemenza, e tutte le altre virtù che nel suo cuore facevanosoggiorno come in lor propria sede. Ma dapoichè a tanta impresa indarno m’accingerei,lasciando di ciò il peso a scrittor più sufficiente ed alla fama che senza quiete favella dilui per l’universo tutto, ristrignerommi nelle sole glorie dell’ingegno che egli esercitònella volgar poesia, anziché assunto fosse al supremo grado di Vicario di Cristo. Fuadunque Giulio Rospigliosi da Pistoia generoso cavaliere e poeta lirico de’ più dolci,culti e leggiadri del tempo suo; ed ebbe tale avvertenza in maneggiare il fiorito stile chenel fervore della lussuria degl’ingegni, si mantenne maravigliosamente intatto da ognistrania e sconvenevole intrapresa, come si riconosce da molte sue rime che si truovansisparse per le raccolte di questo secolo. Ma neppiù nemmeno dramaticamente compose,al che sopra tutto inclinava il suo genio; e seppe sì bene accomodare al moderno uso de’teatri ciò che a simile spezie di poesia è prescritto che, né prima né dopo, alcun v’è statoalcuno più guardingo e giudizioso, e di maggior gloria degno e di fama. E se i suoidrammi, che in più volumi originalmente conservansi nella sceltissima e vastissimabiblioteca Othoboniana, godessero la pubblica luce, la moderna drammatica poesiaarebbe anch’essa alcun fregio perché dovesse con ragion gloriarsi e gareggiare coll’altrespezie. Il dì 9 del mese di dicembre l’anno 1669, dopo aver governato la Chiesa di Dio

Bentivoglio 1682

c.n.n.

De Totis 1687

Bentivoglio 1687

Langbaine 1691

Mattei 1695

Crescimbeni 1698

[1698] pp. 160-161

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Bibliografia 339

anni due, mesi cinque e giorni venti, morì questo gloriosissimo Pontefice nel colmodelle speranze della letteratura da lui singolarmente onorata e protetta.

Ivi è il suo sonetto pubblicato nel 1639; stesso testo, con trascurabili varianti ricompareancora nel 1730, ii, pp. 497-498, dove in più si legge (già presente nell’ed. del 1714):

I fatti di questo santo pontefice vengono appieno descritti da i continuatori del Ciacconio[1677], dall’Oldaino nell’Ateneo Romano [1676], pag. 446, e da altri molti; e AgostinoFavoriti celebre letterato fece l’orazione della sua morte [1669].

Alessandro Specchi, Il quarto [= Il primo] libro del nuovo teatro delli pa-lazzi in prospettiva di Roma moderna: dato in luce sotto il felice pontificato dinostro signore Papa Innocenzo XII disegnato et intagliato da Alessandro Specchicon direttione e cura di Domenico de Rossi, Roma: Domenico erede di Gio-vanni Giacomo de’ Rossi, 1699; ed. mod. Piccininni 1977.

Arcangelo Spagna, Oratorii overo Melodrammi sacri, con un discorso dog-matico intorno all’istessa materia … libro primo, Roma: Giovanni France-sco Buagni, 1706; rist. anast. con intr. di Johann Herczog, Lucca: Lim, 1993.

Arcangelo Spagna, Melodrammi scenici … preceduti da un discorso indifesa della comedia, libro terzo, Roma: Domenico Antonio Ercole, 1709.

Andrea Adami, Osservazioni per ben regolare il coro della Cappella ponti-ficia, Roma: Archivio de’ Rossi, 1711; rist. anast. a cura di Giancarlo Rosti-rolla, Lucca: Lim, 1988.

Nell’anniversario di Marazzoli e de’ nostri compagni defonti a S. Gregorio [aggiunto amano (glossa riprodotta anche nell’anastatica):] (Ora in Chiesa Nova)

Sarà particolar cura del signor maestro d’intendersela col padre sagrestano di quellachiesa [S. Gregorio] destinata per l’anniversario del detto Marazzoli, e saper se il giorno24 di gennaio sia impedito; e quando sia libero dovrà notificarlo al collegio, il qualeall’ora deputata si troverà in detta chiesa dove dai signori nostri cappellani, chierici escrittori si canterà la messa per l’anima del nostro compagno defonto Marco Maraz-zoli; e se tal giorno fosse impedito si farà prima o poi nel giorno più commodo. Dopola messa il signor maestro ringrazierà il padre sagrestano per l’incomodo ricevuto intal funzione…

[dal Catalogo … dei cantori pontifici] Marco Marazzoli, tenore, 23 maggio 1637, ottimocompositore d’oratori che nel suo tempo furono molto applauditi, et io stesso gli hosentiti cantare più volte in Chiesa Nuova. Fu eccellente suonatore d’arpa, lasciò al no-stro collegio un annuo anniversario ed un altro al collegio de’ benefiziati di Santa MariaMaggiore di cui era anch’esso benefiziato.

Giovanni Mario Crescimbeni, Commentari all’istoria della volgar poe-sia, 5 voll., Roma: Antonio de Rossi alla Piazza de Ceri, 1702-1711; rist. in 6

voll., Venezia: Lorenzo Basegio, 1730-1731 [v. Crescimbeni 1698].

Iacopo Rospigliosi da Pistoia. Nipote di papa Clemente ix e cardinale di S. Chiesa diquella pienezza d’erudizioni, e di quella generosità e grandezza d’animo che a Roma tuttaè palese, ritrovandosi internunzio in Bruselles, allorchè il zio fu assunto al Pontificato, nelritorno che fece a Roma, passando per la Francia, con tanto fervore e destrezza promossequivi la pace fra’ Principi Cristiani, che gli riuscì di vederla seguita: perlochè salì egli find’allora in concetto d’assennatissimo nel maneggio de’ gravi affari, quale a benefizio dellaS. Sede, finchè visse, ben si mantenne. Coll’esempio di papa Clemente, cotanto alla nostrapoesia affezionato, anch’egli di essa si dilettò, massimamente prima che ascendesse alcardinalato, e qualche suo componimento si conserva nella Chisiana, dalla quale abbia-mo cavato il saggio che scuopre lo stesso facile, vago e dilicato stile che il pontefice Cle-mente soleva usare, il quale con sì bel giudizio seppe accomodare la maniera antica algusto moderno, e ad ambedue le scuole riuscir gradito. Fiorì nella volgar poesia questonobilissimo personaggio circa il 1668. e visse fino al 1684. che con disgusto universale morìin Roma a’ 2. di Febbraio, e fu sepolto nella Basilica Liberiana.

Seguono i versi ‘Risolvetevi o pensieri’.

Specchi 1699

Spagna 1706

Spagna 1709

Adami 1711

p. 155

p. 201

Crescimbeni 1711

ii, parte ii, p. 339 [1711]ovvero: pp. 222-223 [1731]

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340 davide daolmi

Susannah Centlivre, The wonder. A woman keeps a secret, London: E.Curll e A. Bettesworth, 1714; rist. fino al 1808; rist. anast. (dall’ed. Edim-burgh 1782) Frankfurt: Minerva, 1969 e –› Frushell 1982.

Alessandro Specchi, Studio d’architettura civile sopra gli ornamenti diporte e finestre tratti da alcune fabbriche insigni di Roma con le misure,piante, modini, e profili. Opera de’ più celebri architetti de nostri tempipublicata sotto gl’auspicij della santità di nostro signore papa Clementexi…, 3 voll., Roma: Domenico de Rossi, erede di Giovanni Giacomo deRossi, 1701-1721; rist. anast. (formato ridotto) Farnborough: Gregg Inter-nationa Publisher, 1972.

Giovanni Carlo Bonlini, Le glorie della poesia e della musica … dellacittà di Venezia, Venezia: s.e. [1730]; rist. anast. Bologna: Forni, 1979.

[Anno 1642 d’inverno] Gl’amori di Giasone e d’Isifile 21

Teatro Santi Giovanni e Paolo 6

Poesia d’Orazio Persiani 3

Musica di Marco Marazzoli 1

[dall’Indice de’ maestri di musica] Marco Marazzoli, veneto

I numeri posti a lato indicano la posizione nella successione cronologica proposta dal volu-me, per cui questa sarebbe la ventunesima opera veneziana, la sesta data al Giovanni ePaolo, la terza scritta da Persiani e la prima (e unica a Venezia) musicata da Marazzoli.

Giovanni Domenico Campiglia, Il quinto [= Il secondo] libro del novoteatro delle fabriche et edifici fatte fare in Roma e fuori di Roma: dallasantità di nostro signore Papa Clemente xii disegnate ed intagliate in pro-spettiva con direzzione e cura di Giovanni Domenico Campiglia…, Roma:Al piè di Marmo, 1739.

Claude e François Parfaict, L’histoire du théatre françois depuis son ori-gine jusqu’à présent, 15 voll., Paris: Morin, 1734-1749; rist. anast. Genève:Slatkine, 1967; New York: Franklin, 1968.

Costantino Ruggieri, Memorie istoriche della Biblioteca Ottoboniana[1749], pubbl. post. in Memorie istoriche degli archivi della Santa Sede edella Biblioteca Ottoboniana ora riunita alla Vaticana, a cura di AngeloMai, Roma: Tipografia Vaticana, 1825, pp. 40-50.

Francesco Saverio Quadrio, Storia e ragione di ogni poesia, 7 voll., Bolo-gna: Pisarri, 1739-1752.

Il sopraccitato Mattei afferma che questo verso [l’ottonario] aver può l’accento anchesulla seconda sillaba, contra ciò che espressamente avvisa lo Stigliani, e adduce peresemplo questi versi del Rospigliosi [Iacopo]: D’abisso le forze abbatte | Pugnando suovivo zelo | E s’ella combatte al Cielo | Il Cielo per lei combatte. Ma io, sì perché non trovoquesti versi praticati, e sì perché poca o niuna diversità ci ha da essi la prosa, non consi-glierò giammai persona a valersene.

L’elezione d’Urbano viii, altro poema dello stesso [Francesco Bracciolini] diviso in ven-titrè canti in ottava rima e faticosissimo ma inferiore al predetto [La croce racquistata]fu – con gli Argomenti a ciascun canto di Giuliano Bracciolini dell’Api e con in fine unDiscorso di Giulio Rospigliosi (che fu poi papa Clemente ix) sugli artifizii di detto poe-ma – stampato in Roma nel 1628 in 4.

Giulio Rospigliosi … fu culto e leggiadro lirico. Ma il suo genio il portava alla poesiadrammatica, e molte bellissime opere teatrali per musica compose, che furono rappre-sentate in Roma nel Teatro Barberino e che, in più volumi raccolte, originalmente siconservavano in Roma nella Biblioteca Ottoboniana. Sette drammi di esso esistono purmanoscritti nella biblioteca più volte mentovata del chiarissimo signor marchese don

Centlivre 1714

Specchi 1721

Bonlini 1730

p. 42

p. 263

>

Campiglia 1739

Parfaict 1749

Ruggieri 1749

Quadrio 1752

i, p. 678

v, pp. 680-681

vi, p. 474

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Bibliografia 341

Teodoro Alessandro Trivulzio, e sono: Il palazzo incantato, L’armi e gli amori, La comicadel cielo, La vita umana, Dal male il bene, San Bonifazio e Sant’Alessio.

[Giovanni Antonio Bianchi], De i vizj e de i diftti del moderno teatro edel modo di correggergli e d’emendarli. Ragionamenti vi di Lauriso Tar-giensa pastore arcade, Roma: Niccolò e Marco Pagliarini, 1753.

Ma in proposito di moderare il teatro e ridurlo a essere lecitissimo e cristiano, giovaaddur qui ciò che scrisse il padre Sforza Pallavicino della Compagnia di Gesù che fu poicardinle di Santa Roama Chiesa, nella lettera a monsignor Favoriti aggiunta da lui allasua bellissima tragedia dell’Ermenegildo martire, stampata in Roma per gli eredi delCorbelletti l’anno 1665[*], dove, in occasione di difender l’uso della rima ne’ poemidrammatici parlando de ‘ drammi per musica e di alcune tragedie composte damonsignor Giulio Rospigliosi, che fu poi cardinale indi sommo pontefice col nome diClemente ix, nella detta lettera, pagina 145, così dice:Né altra maniera seguiron poi né Andrea Salvadori nella Sant’Orsola [Firenze 1625] o la musaleggiadrissima di monsignor Giulio Rospigliosi, e giacché di questo signore qui è occorso di farmenzione non può trattenersi la penna dal professare l’applauso che gl’è dovuto, perché egliinnestando le rose più odorifere di Parnasso in su le spine del Calvario ha consagrati alla santitàin Roma i teatri, che sogliono esser piuttosto asili di licenza.

Alfonso Ciacconio nella vita del cardinal Giulio Rospigliosi che fu poi creato sommopontefice, tra le altre lodi di cui meritatamente orna questo porporato, dice:Ac brevi tota Italia nomen ejus inclaruit ob insignem elegantiam et nitorem in Etrusca poesipraesertim drammatica, in qua novo scribendi genere Christiana pietati instillanda sempre in-tento, Graeci cothurni gloriam aequasse creditus est. Quare ab Urbano viii pontifice in his quoquelitteris maxime liberaliter et magno honore est habitus.

[*] Qualche riga più avanti Bianchi ribadisce: «scrisse il padre Sforza Pallavicino la trage-dia dell’Ermenegildo l’anno 1655 [sic], recitata nel seminario Romano»; entrambe ledatazioni sono inattendibili: l’edizione degli eredi Corbelletti è del 1644 e non conoscoeventuali ristampe.

Claude e François Parfaict, Histoire de l’ancien théâtre italien depuisson origine en France jusqu’à sa suppression, en l’année 1697, suivie desextraits ou canevas des meilleures pièces italiennes qui n’ont jamais été im-primées, Paris: Lambert, 1753; ii ed. Paris: Rozet, 1767.

Leone Allacci, Drammaturgia accresciuta e continuata fino all’annomdcclv, Venezia, Giambattista Pasquali, 1755 [i ed. Roma 1666]; rist. anast.Torino: Bottega d’Erasmo, 1966.

*Amore trionfante dello Sdegno …

*Amori di Giasone e d’Isifile. Dramma ovvero festa teatrale recitata nel teatro de’ SantiGiovanni e Paolo di Venezia, l’anno 1642 in 12 – poesia di Orazio Persiani – musica diMarco Marazzoli, veneziano

Il trionfo della pietà. Dramma per musica recitato più volte nel Palazzo Barberino alleQuattro Fontane, sempre con la presenza della Regina di Svezia . In Roma, per il Ma-scardi, 1656 in fogl. Poesia di Monsign. Giulio Rospigliosi, romano. Musica di MarcoMarazzuoli, veneziano.

Gli omissis identificano un testo sostanzialmente identico alla prima edizione. I titoli conasterisco (originale) erano già presenti (erroneamente manca al ‘Trionfo della Pietà’).

Johan Arckenhotz, Memoires concernant Christine reine de Suède, 4 voll.,Amsterdam: Pierre Mortier, 1751-1760.

Io. Baptistae Doni … Lyra Barberina Amphichordos … distribuita in to-mos ii, a cura di Anton Francesco Gori [ii tomo intitolato: De’ trattati dimusica…], Firenze: Stamperia imperiale, 1763; ed. anast. in 2 voll. Bolo-gna: Forni, 1974; anche in G. B. Doni’s Lyra Barberina: Commentary andiconographical study, a cura di Claude V. Palisca, Bologna: Amis, 1981.

Bianchi 1753

p. 25

<

Parfaict 1753

Allacci 1755

coll. 69-70

coll. 75-76

col. 790

<

Arckenholtz 1760

Gori 1763

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342 davide daolmi

Gianmaria Mazzuchelli, Gli scrittori d’Italia cioe Notizie storiche e cri-tiche intorno alle vite e agli scritti dei letterati italiani, 2 voll. in 2+4 tomi,Brescia: Bossini, 1753-1763.

Angelo Fabroni, Clementis ix vita, in Vitae Italorum doctrina excellenti-um qui saeculis xvii et xviii floruerunt, 20 voll., Pisa: Carlo Ginesi et al.,1778-1805, ii (1778), pp. 1-196.

Chevalier de Mouhy [Charles de Fieux], Abrégé de l’histoire du théâtrefrançais depuis son origine jusqu’au premier juin de l’année 1780, précédédu dictionnaire de toutes les pièces de théâtre …, nuova ed. in 3 voll., Paris:Jorry et Merigot, 1780 [i ed. come Tablettes dramatiques, Paris 1752].

Jean-Benjamin de La Borde, Essai sur la musique ancienne et moderne, 4voll., Paris: P. D. Pierres, 1780.

[mia traduzione:] Marazzoli (Marco), antico maestro veneziano, di cui si fa menzionecon elogi nelle storie dei teatri italiani. Soprivvivono ancora due opere di questo com-positore Gli amori di Giasone e d’Isipile [sic] del 1642, e Il trionfo della Pietà del prelatoRospigliosi, dato a Roma nel 1656.

Ernst Ludwig Gerber, Historisch-biographisches Lexikon der Tonkünst-ler, 2 voll., Leipzig: …, 1790-1792.

[mia traduzione:] Marazzoli (Marco), uno dei primi operisti italiani; nel 1637 è assun-to come tenore nella Cappella Pontificia, dove scrive diversi oratori per musica che tro-vano grande consenso e spesso vengono rappresentati in Chiesa Nuova. In seguito peròlascia la cappella per trasferirsi a Venezia dove nel 1642 porta in teatro Gli amori diGiasone e d’Ifile [sic]. A quest’opera segue Il trionfo della Pietà per il teatro di Roma. Fuanche un eccellente arpista e ha lasciato molti pezzi per questo strumento.

Voce assente nella seconda edizione in 4 volumi (1814).

Nicolas Gersin, Ne pas croire ce qu’on voit, comédie-vaudeville en un acte,Paris: à l’imprimerie de mon ville et chez Cholet, an 7 [1799].

José de Novaes, Elementi della storia de’ sommi pontefici da San Pietrosino al felicemente regnante Pio papa vii ed alla santità sua dedicati perl’uso de’ giovani studiosi, 17 voll. Siena: Stamperia del Magistrato Civicoper Francesco Rossi e figlio, 1802-1815.

Giuseppe Baini, Memorie storico-critiche della vita e delle opere di Gio-vanni Pierluigi da Palestrini, 2 voll. Roma: Società tipografica, 1828.

Giuseppe Giamberti romano, dopo avere studiato alla scuola di Bernardino Nanini ePaolo Agostini, fu eletto maestro di cappella della cattedrale di Orvieto … Le sue operesono: … – Libri due di poesie morali in musica. Orvieto, 1628 …

… Don Gregorio Allegri ebbe fra i suoi allievi … Marco Marazzoli …

Marazzoli, parmigiano (l’Allacci per errore lo chiama «veneziano»), fu aggregato nellacappella pontificia li 23 maggio 1637. Fu eccellentissimo sonator d’arpa, ed uno dei piùvalorosi compositori di oratori e di cantate che vi avesse a suo tempo. || Lasciò al nostroCollegio [Pontificio] cinque LL [= lire? luoghi? v. Celani 1907] di monte per il suoanniversario perpetuo, e lo stesso legato fece al collegio de’ benefiziati della basilicaLiberiana [sc. Santa Maria Maggiore] ove fu benefiziato. Il pontefice Urbano viii glidette il posto di bussolante. La regina Cristina di Svezia lo volle ad ogni costo fra’ suoivirtuosi. Morì il 26 gennaio 1662. Le sue opere sono:– Amori di Giasone e d’Isifile, dramma ovvero festa teatrale recitata nel teatro de’ santiGiovanni e Paolo di Venezia, l’anno 1642, musica di Marco Marazzoli veneziano (cosìl’Allacci nella Drammaturgia).– L’arme e gli amori, dramma musicale recitato più volte nel palazzo Barberini alla pre-senza della Regina di Svezia.

Mazzuchelli 1763

Fabroni 1778

Mouhy 1780

La Borde 1780

iii, pp. 201-202

Gerber 1792

col. 867

>

Gersin 1799

Novaes 1815

Baini 1828

ii, p. 46 nota 487

ii, p. 49

ii, p. 49 nota 493

ii, p. 50 nota 493

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Bibliografia 343

– Dal male il bene, dramma musicale posto in musica dall’Abbatini e dal Marazzoli, reci-tato con l’occasione delle nozze de’ signori il principe di Palestrina e donna Olimpia Giu-stiniani, e di nuovo più volte alla presenza della regina di Svezia nello stesso palazzo conapparati e scene superbissime.– La Vita umana ovvero Il trionfo della Pietà, dramma musicale rappresentato e dedicatoalla serenissima regina di Svezia nel palazzo Barberini, parole di Giulio Rospigliosi (poiClemente ix), musica del Marazzoli, Mascardi, 1658.Alcune sue «cantate morali» sono inserite nel libro della delle Poesie morali poste inmusica da Giuseppe Giamberti, Orvieto 1628 (v. la nota 487). Molti suoi oratori sononell’archivio musicale di Santa Maria in Vallicella. Molti madrigali, arie e piccole can-tate sono manoscritte nei volumi da me acquistati nella vendita della biblioteca dell’ec-cellentissima casa Colonna. Marazzoli è lodato dal conte Guido [recte Gualdo] nellaStoria della regina Cristina di Svezia.

[Pietro Sforza Pallavicino] Descrizione del primo viaggio fatto a Romadalla regina di Svezia Cristina Maria convertita alla religione cattolica edelle accoglienze quivi avute sino alla sua partenza [ms. 1656], a cura diTito Cicconi, Roma: Tipografia Salviucci, 1838.

Di poi, oltre all’assiduità del corteggio prestato a lei [sc. la regina Cristina] da pri- || mibaroni, vollero alcuni di loro, e specialmente i Barberini, onorarla e ricrearla nel prossi-mo Carnevale, dandole sontuosi trattenimenti di tornei e di poetiche azioni rappresen-tate su la scena con la melodia d’eccellenti cantori e con la vaghezza di meraviglioseapparenze. Le quali feste dal pontefice, liberale del suo ma parco dell’altrui, furono so-lamente permesse, non comandate né consigliate. Ma valsero a due buoni effetti, oltreal guadagno degli artieri. L’uno fu che il popolo, il quale non sa viver contento senza lagiocondità de’ teatri, gli ebbe quell’anno più dilettevoli che niun vecchio si ricordassed’aver mai veduto in Roma; e pure non sol modesti ma virtuosi. L’altro fu che dimostrossicome questa città, non solo dal pontefice ma da’ particolari non meno si pregia un dia-dema deposto per la religione che posseduto; sì che non si risparmiano le fatiche e lespese in grazia di chi essendosene dispogliata non può allettare veruna speranza diguiderdone.

François-Johseph Fétis, Marazzoli o Marazzuoli (Marc), in Id., Biographieuniverselle des musiciens et bibliographie gènèrale de la musique, 8 voll.,Bruxelles: Meline, Cans et C., 1837-1844, vi (1840), p. 259.

[mia traduzione:] … nato a Parma nei primi anni del xvii secolo … Gerber, nel suovecchio lessico dei musicisti, dice che Marazzoli abbandonò la cappella pontificia perandare a Venezia a far rappresentare un’opera, ma si sbaglia. Sbaglia anche La Bordequando, sulla scorta della Drammaturgia di Allacci, lo dice veneziano, perché è certoche Marazzoli nacque a Parma. Morirà il 24 gennaio 1662 … L’abate Baini possedevaanche molti madrigali, arie e piccole cantate in volumi che aveva acquisito dalla venditadella biblioteca di casa Colonna. Oggi sono tutti conservati presso la biblioteca dellaCongregazione della Minerva a Roma.

La voce di Fétis, riproposta identica nella ii edizione (nessuna aggiunta nel supplemento),è una parafrasi di Baini 1828. La biblioteca della Minerva è la Casanatense.

Gaetano Moroni, Bussolanti della corte pontificia, in Id., Dizionario dierudizione storico-ecclesiastica, 109 voll., Venezia, Tipografia Emiliana,1840-1879, vi (1840), pp. 173-183.

Bussolanti … Familiari o cubiculari del papa che assistono alla bussola delle sue antica-mere ed esguiscono onorevoli incombenze …

Nel 1633, nel pontificato di Urbano viii, se ne leggono undici, compreso il sotto-scalco edue trincianti, quindi dodici con paoli quarantacinque mensili pel companatico; in se-guito mantennero il numero di dodici …

Secondo quanto riferito i bussolanti si distinguono in 1. propriamente detti o «camerieridella bussola» (livello più interno), 2. «camerirei extra muros» e 3. «scudieri» (livello piùesterno).

Cicconi 1838

p. 72, 73

Fétis 1840

p. 259

<

Moroni 1840

p. 173

p. 176

<

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344 davide daolmi

Marazzoli (Marco), in Encyclopädie der gesammten musikalischen Wis-sen-schafften oder Univeral lexikon, 7 voll. a cura di Gustav Schilling, Stut-tgard: Köhler, 1835-1842; iv (1840), pp. 537-538.

La voce, redatta da tal «Baron von Winzingerode» e da altri, traduce con poche variantiGerber 1792 e, in successione, Baini 1828 di cui riporta più notizie di quanto non facciaFétis 1840, seppur con meno consapevolezza (p.e. Gualdo Priorato, già «Guido» in Baini,qui diventa «Giulio»).

Gaetano Moroni, Cantori pontifici, in Id., Dizionario di erudizione stori-co-ecclesiastica, 109 voll., Venezia, Tipografia Emiliana, 1840-1879, viii

(1841), pp. 27-42.

[§ iv. Archivio, esequie ed altre notizie] L’anniversario de’ defunti cappellani cantori an-ticamente si celebrava in San Trifone in Primicerio, o San Salvatore in Primicerio … Dipoi, a motivo della nuova fabbrica della chiesa di Sant’Agostino, si passò a celebrarlo inSan Gregorio al Monte Celio, e quindi nella chiesa del Gesù. Oggi, per altro, tanto l’an-niversario quanto quello per l’anima di Marco Marazzoli si celebrano in Santa Maria inVallicella, ove i cappellani cantori hanno la sepoltura gentilizia comprata a spese loro.Fu il detto Marazzoli tenore del collegio, ottimo compositore di oratori ed || eccellentesuonatore d’arpa; e da lui stesso venne istituito per testamentaria disposizione l’anni-versario per la priopria anima.

François-Johseph Fétis, Biographie universelle des musiciens et biblio-graphie gènèrale de la musique, 8 voll., Bruxelles: Meline, Cans et C., 1837-1844; ii ed. riveduta Fétis 1865; supplemento Pougin 1880.

Rossi (Michel-Ange) … En 1625, il donna à Rome, dans una société d’amateurs, unopéra intitulé Erinia sul Giordano. Il joua lui-même dans le prologue le rôle d’Apollon.Ou voit dans préface de la partition, qu’il fit entendre des sons si doux et si moelleux surson violon, qu’il justitia par là son triomphe lorque les Muses l’amenérent dans un char.L’opéra de Rossi fut publié à Rome en 1627 [recte 1637].

Paul Létarouilly, Édifices de Rome moderne, ou recueil des palais, mai-sons, églises, couvents et autres monuments publics et particuliers les plusremarquables de la ville de Rome, 3 voll., Paris: Bance 1860 [i ed. FirminDidot frères, 1840]; rist. anast. London: The architectural press, 1982;Novara: Istituto geografico De Agostini, 1992.

Auguste Jal, Dictionnaire critique de biographie et d’histoire. Errata et sup-plément pour tous les dictionnaires historiques d’après des documents au-thentiques inédits, Paris: Henri Plon, 1867; ii ed. ibidem 1872; rist. anast.della ii ed. Genève: Slatkine, 1970.

Carducci, Giosuè, Poeti erotici del secolo xviii a cura di Giosuè Carduc-ci, Firenze: G. Barbèra, 1868; poi come Carducci, Giosuè, Il libro delleprefazioni, Città di Castello: S. Lapi, 1888; e ancora Della poesia melicaitaliana e di alcuni poeti erotici del secolo xviii, in Melica e lirica del Sette-cento con altri studi di varia letteratura, Bologna: Nicola Zanichelli, 1909.

Del resto, come quel che v’era di buono nella poesia della Pleiade affogò tra il phoebusdel regno di Enrico iv e Luigi xiii, così tra le ampolle del Seicento il fiore della poesiamelica industriosamente coltivato dal Chiabrera. Chi può giovarsi di quelle scempiagginisguaiate di concetti con tante fiorettature svolazzi trilli e gorgheggi di parole e di rimeche sono le canzonette dei secentisti? Chi legge oramai il Lemene, che pure è il classicodel genere? Ma il dramma per musica, nel suo periodo ascendente, tenea vivo anzi esa-gerava quell’amore pe’l ritmo melodico che dievenne allora universale tra noi. Erano itempi che un papa, Clemente xi [sic], faceva a suoi be’ giorni di simili ariette: «Vaghifiori, già sparsi di gelo, | fanno pompa di rara beltà; | e di perle cadute dal cielo | ognirosa conchiglia si fa.

Schilling 1840

>

Moroni 1841

p. 41

p. 42

Fétis 1844

ad vocem

Létaroully 1860

Jal 1867

Carducci 1868

pp. 7-8

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Bibliografia 345

Vittorio Capponi, Bibliografia pistoiese, Pistoia: Rossetti, 1874.

Livio Niso Galvani [pseud. di … Salvioli], I teatri musicali di Venezianel secolo xvii (1637-1700), Milano: Ricordi, 1878.

Si trascrive (p. 31) il frontespizio degli ‘Amori di Giasone’, riferendolo all’anno 1641 (moreveneto?). Erroneamente Salvioli ritiene l’opera ignota a Fétis.

Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, 109 voll.,Venezia, Tipografia Emiliana, 1840-1879.

Capponi, Vittorio, Biografia pistoiese o notizie della vita e delle opere deipistoiesi illustri nelle scienze, nelle lettere, nelle arti, per azioni virtuose, perla santità della vita ec. dai tempi piu antichi fino a’nostri giorni, Pistoia:Tip. Rossetti, 1878 [ma 1883]; rist. anast. Bologna: Forni, 1972.

Alessandro Ademollo, I primi fasti della musica italiana a Parigi, Mila-no: Ricordi, 1884.

… l’esportazione per la Francia di artisti italiani era cominciata secondo il ricordo chene troviamo nel Diario di Teodoro Ameyden [*], ove in data 28 novembre 1643 si legge:«L’ordinario di Lione non porta gran cosa salvo che sollecitare l’ordine del cardinalMazzarino di condurre in Francia musici di Roma per una commedia o dramma musi-cale et in particolare alcuni della Cappella del papa».[* dalla nota a piè pagina:] Vedasi per Teodoro Ameyden la Notitia che lo riguardanell’Appendice al mio Giacinto Gigli e i suoi diari, Firenze 1877.

[lettera dell’abate Scaglia (Parigi) a Madama (Torino) del 10 marzo 1645] Va di suacompagnia [di Eleonora Baroni] il Marco dell’Arpa che pure si trova qui da un anno emezzo in qua; intendo che si farà sentire dall’altezza vostra reale per risentirsi della sua[sc. vostra] gran beneficenza…

[lettera di Atto Melani (Parigi) a Mattias de’ Medici (Firenze) del 10 marzo 1645] …Allafine si è recitata l’opera ed è stata bellissima e domenica S.M. la vuol sentire di nuovo…

Da altra lettera del Melani sappiamo come la stessa opera o una diversa doveva rappre-sentarsi per desiderio della regina dopo la Pasqua che in quell’anno cadeva nel 16 apri-le, per cui in data 16 marzo egli scriveva al principe Mattias chiedendogli di «operare afavore» di suo fratello «acciò non li sia levato il suo loco». Onde pare che anche unfratello di Atto – e sarebbe FIlippo, sopranista come lui – fosse di già a Parigi.

[lettera di Mazzarino (Parigi) a Mattias de’ Medici (Firenze) del 10 maggio 1645] Se n’èritornato il signor Atto Melani delle virtù del quale la maestà della regina e tutta la cortesono restati con ogni piena sodisfazione …

La lettera di Scaglia secondo Ademollo sarebbe conservata presso l’Archivio di Stato diTorino, fondo non specificato. La collocazione della lettera di Melani sarà esplicitata daPruniéres 1913, p. 61, come appartenente al fondo ‘Mediceo’ 5425, c. 221, dell’Archivio diStato fiorentino. Suppongo quella di Mazzarino appartenente allo stesso fondo. Alle pp. 21-

22 Ademollo ipotizza senza alcun fondamento che l’opera rappresentata a febbraio sia unaprima versione della ‘Finta pazza’ di cui l’allestimento di dicembre sarà una ripresa.

Giulio Porro Lambertenghi, Catalogo dei codici manoscritti della Tri-vulziana, Torino: Bocca, 1884 (Biblioteca storica italiana, 2).

Ademollo, Alessandro, La ‘Leonora’ di Milton e di Clemente ix, Milano:Ricordi [1885].

Carlo Schmidl, Marazzoli Marco, in Id., Dizionario universale dei musi-cisti, Milano: Ricordi, 1887, pp. 289-290 [ii ed. in 3 voll., Milano 1838].

Marazzoli Marco … nato a Parma (o secondo altri a Venezia) … morto a Roma il 24

gennaio 1662 …

Capponi 1874

Galvani 1878

<

Moroni 1879

Capponi 1883

Ademollo 1884

p. 10

p. 14

p. 19

p. 20

Ivi

<

Porro 1884

Ademollo 1885

Schmidt 1887

p. 289

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346 davide daolmi

Ademollo, Alessandro, I teatri di Roma nel secolo decimosettimo: memo-rie sincrone, inedite o non conosciute di fatti ed artisti teatrali, librettisti,commediografi e musicisti, cronologicamente ordinate per servire alla sto-ria del teatro italiano, Roma: Pasqualucci, 1888; rist. anast. Roma: Borzi,1969; Bologna: Forni, 1969.

… il teatro Barberini poté emanciparsi dai soggetti ascetici; e così nel carnevale del 1637

si apre a d una favola in musica intitolata Il falcone ed in quello del 1639 alla rappresen-tazione celebre del Chi soffre speri. [*]

Trovo stampato a Roma nel 1643 il seguente libretto [sc. scenario], ma non credo che ildramma fosse rappresentato a Roma. Eccone il programma: Il giudizio della Ragionetra la Beltà e l’Affetto … [segue trascrizione dell’intero scenario]

«A dì 15 giugno (1653) di domenica – scrive nel suo Diario di Roma Giacinto Gigli – fufatto per mano del papa lo sposalizio in cappella tra don Maffeo Barberino, principe diPellestrina, et Olimpia Giustiniani, pronipote del papa, fanciulla d’anni 12 …

… le feste per le nozze non si restrinsero ai banchetti descritti dal Gigli … Si rappresen-tò un melodramma di monsignor Rospigliosi del quale non so altro che il titolo abba-stanza curioso: Dal male il bene … ma sappiamo dall’Allacci che ne scrisse la musicaAnton Maria Abbatini …

[*] In calce si cita il frontespizio del manoscritto della Barberiniana riprodotto in facsimi-ne in Brown 1982. A testo segue un frammento della lettera di Milton, presente alla rap-presentazione del ’39 (pp. 25-26), il dispaccio di Montecuccoli (2 marzo 1639) conservatoall’«Archivio di Stato di Modena, Cancelleria ducale, Dispacci di Roma» (pp. 26-29), e unavviso di Roma del 5 marzo (taciuta la collocazione).

Domenico Gnoli, Un freddurista del Seicento, «Nuova antologia», ii se-rie, xxvi, 1888, pp. 575-595.

Gustave Reynier, Thomas Corneille, sa vie e son théâtre, Paris: Hachette, 1892.

Emil Vogel, Bibliothek der gedruckten weltlichen Vocalmusik Italiens, ausden Jahren 1500-1700, 2 voll., Berlin: Archivio Haack, 1892; rist. anast. Hi-ldesheim: Olms, 1962. [nuova ed. in 3 voll., Pomezia 1977]

Riprodotto (i, p. 391) il frontespizio della ‘Vita Umana’ (1658) nonché (ii, pp. 515-515) fron-tespizio e indice della ‘Raccolta d’arie’ (1640).

Beani, Gaetano, Clemente ix (Giulio Rospigliosi pistoiese). Notizie stori-che, Prato: Tipografia Giachetti, 1893.

Gaetano Gaspari, Catalogo della biblioteca del Liceo musicale di Bologna,4 voll. a cura di Federico Pasini, Bologna: Romagnoli dell’Acqua, 1890-

1905; rist. anast., Bologna: Forni, 1961.

Si segnalano: – ‘Lezioni’ in ms. di Carissimi – ii (1892), p. 192

– due oratori (‘Per il giorno di resurrezione’ e ‘S. Tomaso’) – iii (1893), p. 13– quattro cantate a 2 (‘Su destatevi amanti’ ss, ‘Pensieri che fate’ ss, ‘Amanti sentite’ sa,

‘Che dite ch’io di voi m’innomori’ ss) – Ivi; segnatura moderna: q 50

– tre cantate – iii, p. 196; segnatura moderna: q 46

– nove cantate a 1 o 2 voci (‘Chi rovine all’alme arreca’, ‘Cingetemi amiche schiere’, ‘Nolvedete troppo miseri mortali’, ‘Fluttuando in mar di pene’, ‘O di gioia albergo e nido’,‘Un sonno ahimè sì forte’, ‘Non vi disperate amanti’ 2v, ‘E che sarà che la mia fede’ 2v,‘Pigliatevi gusto con darmi punture’) – iii, p. 197; segnatura moderna: q 47

Sanesi, Ireneo, [presentazione a] Poesie musicali di Giulio Rospigliosi,in Nozze Saladino-Guiducci, Pistoia: Tip. Cino dei Fratelli Bracali, 1894,pp. 35-45.

Ademollo 1888

p. 25

p. 52-54

p. 63

p. 65

>

Gnoli 1888

Reynier 1893

Vogel 1892

>

Beani 1893

Gaspari 1893

>

Sanesi 1894

Sanesi 1894

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Bibliografia 347

Giosuè Carducci, A proposito di un codice diplomatico dantesco, «NuovaAntologia», lviii/14, iii serie (15.viii.1895); poi in Edizione nazionale del-le opere di Giosuè Carducci, 30 voll., Bologna: Zanichelli, 1935-1940, ix(1939): Dante, pp. ???-???.

La poesia di papa Barberini è tutta riccioli e cartocci, come certe ninfe grassocie delBernino: quella di papa Rospigliosi è un violoncello profumato di bucchero in un bal-letto mitologico.

Romain Rolland, Histoire de l’opéra en Europe avant Lully et Scarlatti,Paris: Ernest Thorin, 1895; ii ed. Paris: E. De Boccard, 1931; rist anast dellai ed. Geneve: Slatkine Reprints, 1971.

Giovanni Canevazzi, Papa Clemente ix poeta, Modena: Forghieri e Pel-lequi, 1900.

Individua (p. 100) nel ms. Palatino 168 della Biblioteca Nazionale di Firenze il libretto di‘Chi soffre speri’ corrispondente alla partitura (1639) segnalata da Ademollo 1888, p. 25.Murata 1975, pp. 446-447, preciserà che il testo di quel ms. (iii fascicolo, pp. 76-147), oltrea essere incompleto, corrisponde alla versione del 1637.

Ernest Martinenche, La ‘comedia’ espagnole en France de Hardy à Raci-ne, Paris: Hachette, 1900.

Hugo Goldschmidt, Studien zur Geschichte der Italienischen Oper im17. Jahrhundert, 2 voll., Leipzig, Breitkopf & Härtel, 1901.

Dall’inventario della Bibioteca Barberiniana, Cod. xlviii, 155 (oggi I-Rvat, Barb. lat. 4387):«Dal male il bene, poesia dell’eminentissimo signor cardinale Rospigliosi, musica dellisignori Antonio Maria Abbatini e Marco Marazzoli. Quest’opera musicale fu eseguitanell’occasione delle nozze del principe di Palestrina con donna Olimpia Giustiniani epiù volte ripetuta alla presenza della regina di Svezia, anni 1654-1658. Atto I e III diAbbatini, atto II di Marazzoli …»

Editi frammenti da ‘Chi soffre speri’ e ‘Dal male il bene’.

Romain Rolland, La premiére representation du ‘San Alessio’ …, «Revued’histoire et de critique musicales», ii, 1902, pp. 29-36 e 74-75.

Alfredo Saviotti, Feste e spettacoli nel Seicento, «Giornale storico dellaletteratura italiana», xli/1 (1903), pp. 42-77: 68-77.

Le origini del melodramma. Testimonianze dei contemporanei, a cura diAngelo Solerti, Torino: Bocca, 1903; ed. anast. Bologna: Forni, 1983.

Giovanni Canevazzi, Di tre melodrammi del secolo xvii, Modena: Unio-ne Tipo-Litografica Modenese, 1904.

Robert Eitner, Biographisch-bibliographisches Quellen-Lexikon der Mu-siker und Musikgelehrten christlicher Zeitrechnung bis Mitte des 19. Jahrhun-derts, 10 voll., Leipzig, Breitkopf und Härtel, 1900-1904; rist. anast. NewYork, Musurgia, 1946-1947; Graz, Akademische Druck- & Verlags-anstalt,1959-1960.

Abbatini Antonio Maria … Dal male il bene, di Abbatini e Marco Marazzuoli, poesiadi Msg. Rospigliosi. Atto ii e iii, 1650 in Rom gez. Ms. fol. Part. (Bologna) …

[mia traduzione:] Marazzoli Marco… Il Fétis riporta un catalogo molto dettagliatodelle sue opere. Quelle che si sono potute verificare sono:– La Vita umana overo Il trionfo della Pietà, dramma musicale rappresentato e dedicato

alla serenissima regina di Svezia, Roma: Mascardi, 1658; 1 vol. in folio di 243 pagine(copia ms. a Berlino, Bibl. der Hochschule; stampa nella Bibl. Barberini)

Carducci 1895

p. 434

Rolland 1895

Canevazzi 1900

<

Martinenche 1900

Goldschmidt 1901

i, p. 98

i, p. 312 e segg.

Rolland 1902

Saviotti 1903

Solerti 1903

Canevazzi 1904

Eitner 1904

i (1900) p. 24-25

vi (1901) p. 52-54

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348 davide daolmi

– Elena invecchiata, cantata per 2 soprani e bc., di Pannesio, ms. in partitura (Modena)– Brama di libertà, canzonetta per soprano e bc. (Modena)– Dal male il bene, dramma, in collaborazione con Abbatini che musica il ii e il iii atto;

v. qui alla voce ‘Abbatini’; v. anche Fétis alla voce ‘Marazzoli’ (Bologna)– Chi soffre speri, opera del 1639, in collaborazione con Virgilio Mazzocchi (ms. nella

Bibl. Barberini)– Gli amori di Giasone e d’Isifile, opera rappresentata a Venezia nel 1642, come riferisce

il catalogo di Galvani che erroneamente lo dice veneziano– Non più stolti pensieri, cantata a tre voci nella raccolta di Vincenzo Bianchi, Raccolta

d’arie, 1640

– Per il giorno di Resurrettione, oratorio a 6 voci in folio picc. (Bologna, Gaspari iii, p. 13)– San Tomaso, oratorio a 5 in folio piccolo (ivi)– 4 cantate a 2 voci in folio grande, ms. in partitura (ivi)– 4 cantate (ivi, p. 196)– 9 cantate a 1 o 2 voci con bc. (ivi, p. 197)– Lezioni, nel ms. di Carissimi ‘Feriae quintae, Lectio i’ (Bologna, Gaspari ii, p. 192)– Stelo [= Steso] già la notte bruna («Im br. Mus. Ms. 49» [= I-Rc, ms. 2479])– Oh Dio, che voi vedeste, per soprano e bc. (Wien, Hofb., Ms. 17760)

Angelo Solerti, Gli albori del melodramma, 3 voll., Milano-Palermo-Napoli: Sandron, 1904; rist. anast. Bologna: Forni 1976.

Domenico Alaleona, Papa Clemente ix poeta e due pubblicazioni di Gio-vanni Canevazzi, «Bullettino della Società Filologica Romana», vii (1905),pp. 71-84.

Hermann Wilhelm Breymann, Die Calderon-Literatur. Eine Bibliographi-sch-Kritischeübersicht, München-Berlin, R. Oldenbourg, 1905 (Calderonstudien, 1).

Arturo Farinelli, Apuntos sobre Calderón y su literatura, «Cultura españo-la», v, 1907.

Enrico Celani, I cantori della Cappella pontificia nei secoli xvi-xviii,«Rivista musicale italiana», xiii, 1907, pp. 38-104, 752-790.

Marazzoli Marco … Morì ai 26 (!) gennaio 1662 …

1637, maggio 23: «Viene ordine da Nostra Signoria [= il papa] di prendere come sopranumerario nella parte di tenore il signor Marco Marazzoli, parmigiano, et così si è fatto»

1662, gennaio 25: «Dopo cantato matutino sopragiunse uno spaventevole accidente alsignor Marco Marazzoli, dove subito fu dato avviso alla Camera di Nostra Signoriadove comparvero in cappella alcuni bussolanti con una sedia e fattolo portare in flore-ria li fu dato un bottone di foco». Il Marazzoli morì il giorno seguente e quantunqueavesse fatto testamento la reverenda Camera s’impadronì di tutto e di qui liti con gli ||eredi ed i cantori legatari di cinque luoghi di monte. I cantori riebbero il legato e l’anni-versario fu tutti gli anni puntualmente celebrato …

Le citazioni sono tratte dal ms. Corsiniano f.6 (in I-Rvat) di Matteo Fornari, ‘Narrazioneistorica dell’origine, Progresso e privilegi della Pontificia Cappella con la serie degli anti-chi maestri … l’anno 1749’.

Abd-el-kader Salza, Drammi inediti di Giulio Rospigliosi poi Clemen-te ix, «Rivista musicale italiana», xiv, 1907, pp. 473-508.

Identifica ‘Il falcone’ citato da Ademollo 1888, p. 25, con ‘Chi soffre speri’ (p. 477).

August Wilhelm Ambros, Geschichte der Musik, 5 voll., Leipzig: Leuckart,1887-1911; rist. anast. Hildesheim: Olms, 1968.

Solerti 1904

Alaleona 1905

Breymann 1905

Farinelli 1907

Celani 1907

p. 785

p. 786

>

Salza 1907

>

Ambros 1911

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Bibliografia 349

Henry Prunières, L’opéra italien en France avant Lulli, Paris: H. Cham-pion, 1913.

[da I-Rvat, Archivio Barberini, ms. Ruoli degli salarii et companatici della famiglia del-l’eminentissimo signor cardinale Antonio Barberini, tomo xiv (1637-1643), 10 gennaio1642 (elenco dei musici):] don Vincenzo del Giglio: 36 scudi – don Orazio Spigarelli –don Filippo Vitali – don Martino – Marc’Antonio Pasqualini – cavalier Loreto Vittori –Lorenzo Sanci – Marco Marazzoli (detto «aiutante di camera») – Girolamo Navara –Francesco Bianchi – Luigi de Rossi.

Apparentemente nel medesimo inventario, c. 1, anno 1637, compaiono i nomi di FilippoVitali, Marc’Antonio Pasqualini, Loreto Vittori, Lorenzo Sancez e Marco Marazzoli.

Richelieu aveva nominato Ottaviano Castelli capo delle Poste francesi (a Roma), questi loringrazia l’11 agosto 1641 inviando a Mazzarino, perché lo regali a Richelieu, un volumems. d’arie di diversi autori che Pruniéres identifica con il codice in F-Pn, Réserve Vm7 59,dove si contengono arie di Luigi Rossi, Mario Savioni, Carissimi, Carlo Caproli, FrancescoBoccalini, Orazio dell’Arpa, Virgilio Mazzocchi e 3 arie di Marazzoli; due di queste attra-verso Caluori 1980, p. 644 si possono identificare in ‘Così contento amando sto’ (Beni-gni), ‘Non v’è più chi non discerna’ (Buti), s bc. Castelli è librettista spoletino residente aRoma; pubblica nella ‘Sincerità trionfante’, favola boscareccia, un ‘Dialogo sopra la poesiadramatica’ (Mascardi, 1640) che Fabbri 1990, p. 55 in nota, avvicina agli scritti di Doni.

Alla fine del 1642 Mazzarino, morto Richelieu, vuole donare al re Luigi xiii e alla consorteAnna d’Austria una commedia in musica alla moda italiana, scrive allora al suo agente aRoma l’abate Elpidio Benedetti d’impegnarsi a riunire una compagnia di cantanti con ilcompositore Marco Marazzoli. Benedetti risponde:[4 gennaio 1643] Il signor Marco dell’Arpa, richiestone da me va spesso a trattenerlo, ese gli fosse permesso dal signor cardinale Antonio [Barberini] volentieri lo servirebbeanco nel viaggio nel suo ritorno alla corte. Io cerco di servire il detto signore [Marazzo-li] in quanto vaglio, et essendo stato appunto questa mattina a vederlo ho trovato ch’eracon due architetti francesi che pigliavano le misure di tutto il palazzo, et mi ha dettofaceva fare per curiosità. [F-Pan, Ministère des Affaires Etrangers, Correspondace diploma-tiques, Rome, vol. 81, c. 16v]

Si va per lunghe, si perde la speranza, Mazzarino insiste. Benedetti risponde:[7 maggio 1643] Si farà ogni diligenza per trovare limusici che vostra eminenza deside-rarebbe, e di già ne ho parlato al signor Marco Marazzoli che ha quasi affatto perduta lasperanza di || poter fare questo viaggio. De’ castrati il meglio sarebbe Giuseppe [Bian-chi] che serviva don Taddeo [Barberini] ma credo che non verrebbe meno di venti scu-di il mese di provisione et un regalo per il viaggio. [Ivi, Rome, vol. 82, c. 174r]

[19 agosto 1643 (Benedetti a Mazzarino)] Mi risolvei finalmente di supplicare il signorcardinale [Antonio] Barberini per la licenza per il signor Marco Marazzoli et avendomirimesso al signor cardinale Poli, sua eminenza [Archivio Barberini] si mostrò moltoinclinato a compiacere vostra eminenza [Mazzarino], et in questo punto arriva da me ilsignor Marco a parteciparmi come è in libertà di fare il viaggio, e pensa di mettersi inesso quanto prima. [Ivi, Rome, vol. 82, c. 312r]

[25 agosto 1643 (Benedetti a Mazzarino)] Che dirà vostra eminenza di sentire svanito ilviaggio del signor Marco Marazzoli? Dopo averne questi ottenuta la licenza dal signorcardinale Poli et esser stato a licentiarsi da sua santità e dal signor cardinale Barberino,gli fu fatto intendere che sua santità non voleva che abbandonasse la cappella; né giovòl’allegare esempi in persona d’altri e sua, mentre era stato a Venetia 8 o 10 mesi, toglien-do se lieve affatto ogni speranza. Mi dice il signor Marco che sua santità si dolse seco de’francesi che voglino sempre continuare ad assistere il duca di Parma, che ben pensano astare allegramente e far feste con lassare in mille afflittioni la sede apostolica e cosesimili, che riflette poi nell’impressione del papa e viene che gl’abbino fatto revocare lalicenza di partire. Il pover’uomo si è acquietato con la speranza che pur un giorno siaper succedergli d’avere questa buona fortuna, convenendo ancor egli che frattantonon se ne faccia altro tentativo || essendo troppo manifesta la contraria volontà di suasantità. Alcuni ne sono rimasti grandemente meravigliati, stimando che si potesse ingratia di vostra eminenza fargli questa gratia che si è concessa a tanti altri. [Ivi, Rome,vol. 82, c. 313r]

[15 novembre 1643 (Benedetti a Mazzarino)] ⟨Spero che Marazzoli otterrà il conge-do⟩ avendo penetrato la causa che glielo ha sinora ritardato. Era parso al signor cardi-nale Antonio che, desiderando vostra eminenza il suddetto, avesse potuto scriverglie-ne un motto e per questo, non dichiarandosi bene sua eminenza [Urbano viii] con

Pruniéres 1913

p. 25

p. 43

p. 46

p. 47 nota 1

p. 47 nota 3

p. 48

p. 49 nota 1

p. 49 nota 2

p. 50

p. 50 nota 2

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350 davide daolmi

Poli, se gli era poi fatto intendere che non partisse. Ora che il signor cardinale Anto-nio, con l’occasione della sua venuta in n’è stato pregato da me in oce per parte divostra eminenza e fatto scusa s’ella non gliene aveva scritto, ha condisceso a permet-tergli che parta, e mi sono veramente chiarito che il signor cardinale Barberino non viaveva colpa alcuna. Di che ne riceverà avviso più certo col seguente ordinario. [Ivi,Rome, vol. 82, c. 394r]

[20 novembre 1643 (lettera in francese di Mazzarino al cardinale Bichi, mia traduzio-ne)] L’unica rivincita che mi sono preso del fatto che il signor cardinale Barberini nonha voluto lasciar venire in Francia Marco dell’Arpa (per la sola ragione che io lo deside-ravo), è stata nel facilitare i modi di mandare il signor Petit, ingegnere, al servizio di suamaestà. [Ivi, Rome, vol. 81, c. 483r]

[27 novembre 1643 (dal Libro dei punti)] Il signor Marco Marazzoli ha ottenuto licenzadalli padroni d’andare in Francia; questa mattina ne ha dato parte alli nostri compagniet ha detto di partire domani. [I-Rvat, Cappella Sisitina, Diari, vol. 62]

[18 dicembre 1643 (lettera di Mazzarino a suo fratello)] Rendo ancora umilissima-mente gratie al signor cardinale Antonio della permissione che ha data a Marco dell’Ar-pa di venire per qualche tempo a questa corte. [F-Pm, ms. 2217, c. 200v]

Si esclude l’ipotesi di Ademollo 1884, pp. 21-22, che la ‘Finta pazza’ possa essere statarappresentata nel febbraio 1645.

Frammento dalla «Gazette de France» (4 marzo 1645) poi ripreso in Zaslaw 1989, p. 16:Il 28 [febbraio 1645] il re [Luigi xiv] diede un banchetto per la regina d’inghilterra, laregina [consorte, Anna d’Austria], il duca d’Orleans, zio di sua maestà, e Madamoiselle[prima cugina del re] … La sera vi fu una commedia italiana nella sala grande [di Pa-lazzo Reale] e un ballo danzato da diversi nobili della corte …

[mia traduzione] Gli agenti diplomatici di Mazzarino mandavano indietro istruzioni invista d’ottenere il congedo dei migliori virtuosi d’Italia. A Roma, Elpidio Benetti, asse-condato da Marco Marazzoli che ricevette un’assai consistente pensione dall’ambascia-ta di Francia come ricompensa dei suoi servizi passati [*], fece meraviglie.[* in nota:] Nel 1660 Marazzoli riceveva ancora una pensione di 1000 lire da l’amba-sciata (F-Pan, Ministère des Affaires Etrangers, Corresp. dipl., Rome, vol. 141, c. 171r).

Edita un «canzone» (‘Oh, che sempre tocchi a me’) alle pp. 3-5 dell’Appendice.

Alberto Cametti, Orazio Michi «dell’arpa», «Rivista musicale italiana»,xxi, 1914, pp. 201-277.

Marco Marazzoli «nella compositione, nel suono dei tasti et dell’arpa eminentissimo»,più tardi musico della regina di Svezia.

La citazione è tratta dal ‘Libro di punti della Cappella Pontificia’ (I-Rvat, Cappella Sistina,Diari, n. 66, p. 178)

Quattro arie tratte da melodrammi italiani del secolo xvii, a cura di LuigiTorri, Padova: Zanibon, s.a.

Al n. 3 l’edizione di una cantata non specificata (cit. in Kast 1960), testo non rintracciato.Ignoro la data, ma si deve intendere fra gli anni Dieci e Venti del Novecento, ovvero dopo il1908 (nascita della Zanibon) e il 1932 anno della morte di Torri.

A. Cantella, Calderón de La Barca in Italia nel secolo xvii, Roma: Auso-nia, 1923.

Luigi Fassò, Avventurieri della penna del Seicento: Gregorio Leti, Girola-mo Arconati Lamberti, Tomaso Tomasi, Bernardo Guasconi, Firenze: LeMonnier, 1924.

Ulderico Rolandi, La prima commedia musicale rappresentata a Romanel 1639, «Nuova antologia», ottobre 1927, p. 523-528.

… un raro opuscolo [lo scenario a stampa di Chi soffre speri del 1639, la copia ora inI-Vgc] da me posseduto; un esemplare se ne trova anche nella biblioteca Ottoboniana[= I-Rvat] e finora ignorato … ho recentemente trovato [il libretto] … manoscrittonella biblioteca Ottoboniana [= I-Rvat, Ottob. Lat. 2259 (vers. 1637, incompl.)]

p. 50

p. 50 nota 3

p. 57

p. 61

p. 88

>

Cametti 1914

p. 219

>

Torri 1920

>

Cantella 1923

Fassò 1924

Rolandi 1927

p. 523

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Bibliografia 351

Alte Meister des Belcanto. Italianische Kammerduette des 17. und 18.Jharhunderts, a cura di Ludwig Landschoff, Leipzig: Peters, 1927.

Ai numeri 17-19 edizione dei duetti ‘Che dite ch’io di voi m’innamori’, ‘Dell’aurora daidardi lucenti’ e ‘Su, destatevi, amanti, lasciate’.

Ludwig von Pastor, Geschichte der Papste seit dem Ausgang des Mitteral-ters mit benuzung des Papstlichen Geheim-Archives und vieler anderer Ar-chive, 16 voll., Freiburg im Breisgan: Berlagshandlung, 1886-1932; in it.Storia dei papi dalla fine del Medio Evo, Roma: Desclee, 1908-1934.

Nestore Pelicelli, Musicisti in parma nel secolo xvii, «Note d’archivio»,x, 1933, pp. 32-43.

… Il Marazzoli era investito di un beneficio ebdomadario [sc. con funzione settimana-le] nella cattedrale di Parma, come appare chiaramente dalla elezione di don GiulioBenali allo stesso beneficio «per resignationem dicti domini domini Marci Marazzoli»il 27 di febbraio 1637 [Arch. della Curia arciv. di Parma, Benef. necnon benefitiat, c. 87].

Henry Prunières, Les musiciens du cardinal Antonio Barberini, in Mèlan-ges de musicologie offerts à M. Lionel de la Laurencie, Paris: Société françaisede musicologie, 1933, pp. 117-122.

[mia traduzione:] I registri che contengono i nomi dei Salari e companatici della fami-glia dell’eminentissimo signor cardinale Antonio barberini son di due tipi. Gli uni dannol’età, mese per mese, degli ufficiali domestici del cardinale e indicano l’ammontare delloro soldo; gli altri riguardano gli artisti pensionati dal cardinale e riportano confusa-mente le firme di questi o dei loro mandatari riferendo l’ammontare delle somme aloro pagate ogni mese o trimestre …

La lista dei musicisti della casa del cardinale indica per il 1637 [… citati: Vitali, Pasqualini,vittori, Sances e] Marco Marazzoli – scudi 3.50. [dal tomo xiv, 1637-1642]

Quest’ultimo porta il titolo di «aiutante di camera» mentre gli altri sono classificatisotto la rubrica «cappellani e musici». || Nel novembre 1639 Marco Marazzoli cessad’essere «aiutante di camera» per figurare con gli altri musicisti …

Mancano documentazioni a partire da questa data [1650], ma si può per una certa mi-sura, supplire con i rendiconti del soldo che possediamo del 1657 e degli anni seguenti,fino al 1664, che riferiscono i nomi di: Carlo Caproli: ⟨scudi⟩ 15 – Marco Marazzoli: 3.60

Hanry Carrington Lancaster, Calderon, Boursault and Ravenscroft,«Modern Language Notes», 51, 1936, pp. 523-528.

Raffaele Casimiri, ‘Disciplina Musicae’ e ‘Mastri di Cappella’ dopo il Con-cilio di Trento nei maggiori istituti ecclesiastici di Roma: Seminario Roma-no, Collegio Germanico, Collegio Inglese (sec. xvi-xvii), «Note d’Archi-vio», xii, 1935, pp. 1-, 73-; xv, 1938, pp. 1-, 49-, 97-, 145-, 225-; xvi, 1939, pp.1-; xix, 1942, pp. 102-; 159-; xx, 1943, pp. 17-.

Alle pp. 246-247 del n. xv (1938) si cita il passo dagli ‘Annales’ di Nappi poi ripreso daMurata 1975, p. 343.

Harry Warren Hilborn, Cronology of the plays of don Pedro Calderón deLa Barca, Toronto: University of Tornonto Press, 1936.

Carlo Schmidl, Dizionario universale dei musicisti, ii ed. in 2 voll. e suppl.,Milano: Ricordi, 1936-1938 [i ed. Milano 1887].

Marazzoli Marco … nato a Parma nel 1619 …

… Altro suo oratorio: Sant’Eustacchio, testo del cardinale Giulio Rospigliosi, partituranella Biblioteca Nazionale, Torino, ‘Raccolta Giordano’ …

Landschoff 1927

<

Pastor 1932

Pelicelli 1933

p. 38

Pruniéres 1933

p. 118

p. 119

Lancaster 1936

Casimiri 1938

<

Hilborn 1938

Schmidl 1938

ii, p. 31

Suppl., p. 503

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352 davide daolmi

Lina Montalto, Fra virtuosi e musici, «Rivista italiana del dramma», v/1,1941, pp. 83-97, 193-209.

Henry Carrington Lancaster, A history of french dramatic literature inthe seventeenth century, 6 voll., Baltimore: …, 1929-1945.

Giuseppe Macchi, Uno stampatore gallaratese a Roma nel Seicento: Gio-vanni Jacomo Rossi, Gallarate: Societa gallaratese per gli studi patrii, 1945.

Manfred F. Bukofzer, Music in the Baroque era: From Monteverdi to Bach,New York: W. W. Norton & Co., 1947; in it. La musica barocca, Milano:Rusconi, 1982.

James U. Rundle, Footnote on ‘Calderón, Ravenscroft and Boursault’ [ereplica di Hanry Carrington Lancaster], «Modern Language Notes», 62,1947, pp. 382-389; 63, 1948, pp. 217-220.

Ulderico Rolandi, Il libretto per musica attraverso i tempi, Roma: Edi-zioni dell’Ateneo, 1951.

Riproduzione fotografica del frontespizio dei due scenari di ‘Chi soffre speri’ (nn. 30-31).

Pier Maria Capponi, Marco Marazzoli e l’oratorio ‘Cristo e i Farisei’,«Chigiana», x, 1953, pp. 101-106.

… nel suo testamento, conservato all’Archivio del Vicariato e che nessuno aveva avutoancora l’idea di esaminare, egli [Marazzoli] dà … l’elenco esatto di tutte le sue musichecon gli incipit e il numero delle pagine, elenco prezioso che ci ha permesso di ricostru-ire il grosso della sua produzione musicale in una vasata raccolta di musiche anonimeconservate nella Biblioteca Chigiana dove || passarono alla morte dell’autore. In tutto16 volumi di musica …Così sono venuti alla luce gli oratori precedenti ai due di Bologna, in tutto nove compo-sizioni …; e insieme mottetti concertati e madrigali spirituali e profani a cappella cherappresentano nella metà del ’600 un esempio ormai rarissimo di questo genere musi-cale; inoltre due nuovi melodrammi: L’Armida scritta probabilmente a Ferrara nel 1642

e il Capriccio scritto a Roma nel 1643 … infine ben nove volumi di cantate con e senzastrumenti, la maggior parte delle quali scritta per i principi Chigi e per la dimora delpontefice Alessandro vii a Castel Gandolfo …Non poche sono state le scoperte sensazionali … come ad esempio il riconoscimento,nella scena della Fiera di Farfa del Chi soffre speri, dell’unica parte di quel melodrammainteramente affidata dal Mazzocchi all’inventiva musicale del giovane Marco Marazzoli;e il ritrovamento di un torneo in musica scritto per Ferrara nel 1642 …… gli oratori … sono racchiusi in un volume autografo con molte correzioni e in alcu-ni punti anche disgraziatamente incompleto.

Arnaldo Rava, I teatri di Roma, Roma: Palombi, 1953.

Anna Amalie Abert, Claudio Monteverdi und das musikalische Drama,Lippstad: Kistner & Siegel, 1954.

Frammenti da ‘Chi soffre speri’ e ‘Dal male il bene’ (p. 222 e s egg.).

Pedro Calderón de La Barca, La dama duende y No hay cosa comocallar. Comedias de capa y espada, a cura di Ángel Valbuena Briones,Madrid: Espasa-Calpe, 1954.

Mancini Guido, Note sull’interpretazione di Calderón nel Seicento, inCalderón in Italia. Studi e ricerche, Pisa: Libreria Goliardica, 1955 (Studidi letteratura spagnola, 4), pp. 27-43.

Montalto 1941

Lancaster 1945

Macchi 1945

Bukofzer 1947

Rundle 1948

Rolandi 1951

<

Capponi 1953

p. 103

p. 104

Rava 1953

Abert 1954

>

Valbuena 1954

Mancini 1955

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Bibliografia 353

Urbano Barberini, Introduzione, in Da Villa Ludovisi a piazza Barberi-ni, catalogo della mostra (Roma, Palazzo Braschi, x-xii.1957) a cura diCarlo Pietrangeli, Roma: Istituto Grafico Tiberino, 1957.

Anthony Blunt, The Palazzo Barberini: the contributions of Maderno,Bernini and Pietro da Cortona, «Journal of the Warburg and CourtauldInstitutes», xxi, 1958, pp. 256-287.

Pedro Calderón de La Barca, Teatro, a cura di Ermanno Caldera eCamillo Berra, Torino: Utet, 1958; 19682; 19813.

Sophie Wilma Deierkauf-Holsboer, Le theatre du Marais, 2 voll., Pa-ris: Nizet, 1954-1958.

James Wilson Coke, Antoine Le Metel sieur d’Ouville: His life and his the-atre, Ph.D., Indiana University, 1958.

Giovanni Incisa della Rocchetta, Tre quadri Barberini acquistati dalMuseo di Roma, «Bollettino dei musei comunali di Roma», vi/1-4, 1959,pp. 20-37.

Pier Maria Capponi, Marazzoli Marco, in Enciclopedia dello spettacolo, 11 voll.a cura di S. D’Amico, Roma: Le Maschere, 1954-1968, vii (1960), coll. 88-90.

[mia sintesi:]– nato a Parma nel 1619 (?)– formatosi a Parma, alla scuola strumentale legata alle rappr. del teatro della Pilotta– composiz. giovanili molto personali, recitat. aderente al testo e cromatismi– probabili contatti con gli intermedi monteverdiani di Parma– alunnato presso Allegri– 1637: a Roma presso i Barberini come virtuoso d’arpa– 1637, 23 maggio: entra nella cappella pontificia come tenore soprannumerario– 1639: collabora alle musiche di Chi soffre speri (già del 1637 con musica di Mazzocchi),

in particolare ler l’intermedio la Fiera di Farfa – Milton fra gli spettatori– 1640 ruolo definitivo di tenore, poi conservato tutta la vita– 1640, 7 luglio: si trasferisce a Ferrara per musicare Amore trionfante dello Sdegno (rappr.

dai Bentivoglio per le nozze Martinengo-Bonelli)– 1641, febbraio: torna a Roma– 1641, 16 novembre: torna a Ferrara con una compagnia di cantati per il carnevale;

ripresa di Amore trionfante per la visita del principe Taddeo Barberini– 1642, carnevale: chiamato a Venezia da Grimani per Eco e Narciso immortalati (30

gennaio, teatro SS. Giovanni e Paolo; p. di O. Persiani) già musicato per Roma da F.Vitali, ma riadattato da Marazzoli perché la vecchia musica era «conforme a mottetti»– allestito il suo Amori di Giasone e Isifile

– 1642, 4 marzo: a Ferrara musica l’introduzione a un torneo per Taddeo Barberini –musica anche Pretensioni del Tebro e del Po

– 1643: scritturato dal segretario di Mazzarino, Elpidio Benedetti, per rappresentazionia Parigi

– 1643, 28 novembre: parte per Parigi con una compagnia di cantanti fra cui L. Baroni– 1645, febbraio: rappresentato per Luigi xiv il suo Giudizio della Ragione (p. F. Buti), già

musicato a Roma ma riadattato alla stile francese– 1645, 28 giugno: a Roma (Parigi lo gratifica con uno stipendio di 1000 livres annue) è

compositore ufficiale della corte pontificia– accademie per Ariccia e Castelgandolfo– 1653: con Abbatini musica Dal male il bene per le nozze di Maffeo Barberini e Olimpia

Giustiniani– 1654: musica Armi e amori– 1656: musica La Vita Umana per i festeggiamenti per Cristina di Svezia– 1657: musica Amore malato inviato a Parigi e rappresentato (sala del Louvre) il 17

gennaio con entrées di Lully– 1662: muore per un malore durante il servizio in cappella

Barberini 1957

Blunt 1958

Caldera–Berra 1958

Deierkauf 1958

Coke 1959

Incisa 1959

Capponi 1960A

col. 88

col. 89

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354 davide daolmi

Pier Maria Capponi, Mazzocchi Virgilio, in Enciclopedia dello spettacolo,11 voll. a cura di Silvio D’Amico, Roma: Le Maschere, 1954-1968, viii (1960),ad vocem.

Paul Kast, Marazzoli Marco, in Die Musik in Geschichte und Gegenwart,14 voll. a cura di Friedrich Blume, Basel–London–New York, Bärenreiter,1949-1968, viii (1960), coll. 1611-1614.

Pedro Calderón de La Barca, Obras completas, II. Comedias, a cura diÁngel Valbuema Briones, Madrid: Aguilar, 1960.

Per Bjurström, Giacomo Torelli and the baroque stage design, Stockholm:Almqvist & Wiksell, 1961.

Pier Maria Capponi, Rospigliosi Giulio, in Encicl. dello spett., 11 voll. a cura diSilvio D’Amico, Roma, Le Maschere, 1954-1968, viii (1961), coll. 1213-1215.

Paul Kast, Biographisce Notizen zu römischen Musikern des 17. Jahrhun-derts, «Analecta musicologica», i, 1963, pp. 38-69.

[I-Rvic, Liber mortuorum, Chiesa Nuova, p. 48] Dominus Marco Evangelista Marazzolus,Parmensis, annorum 55, aule pontificie cantor, ex parochia S. Nicolai, obiit die 27

ianuarii 1662 etin sepulcro eorundem cantorum sepultus fuit.

[I-Rvic, Liber mortuorum, Nicolai in Arcionibus, c. 49v] Die 27 ianuarii 1662. DominusMarcus Marazzoli, aetatis suae annorum 60 circiter, in communionem Sanctae matrisEcclesiae, animarum summo Deo reddidit; habitabat in quadam domo quondamThomae Corcai, posita in via Felicii; cuius cadaver eodem die fuit trnslatum adecclesiam S. Philippo Neri, et die sequenti fuit in eadem ecclesia humatus, sacramentisnon fuit munitus ex eo quod fuit morte repentinae praeventus.

[I-Rvic, Liber status animarum, Nicola in Arcione, 1639, c. 184v] 1639 – Signor MarcoMarazzoli da Parma, musico di Cappella [Sistina], sacerdote di anni 31 …

[I-Rvic, Ivi, 1646, c. 19v] 1646 – Il signor don Marco Marazzoli, sacerdote e beneficiatodi S. Maria Maggiore [di anni] 45 …

[I-Rvic, Ivi, 1650, c. 115v] 1650 – Reverendo don Marco Marazzoli d’anni 40 …[I-Rvic, Ivi, 1656, c. 54r] 1656 – Signor don Marco Marazzoli [di anni] 47 …[I-Rvic, Ivi, 1656, c.n.n. («strada Rosella»)] 1658 – Signor Marco Marazzoli [di anni] 52 …[I-Rvic, Ivi, 1661, c. 44r («[via] Felice»)] 1661 – Signor don Marco Marazzoli sacerdote

[di anni] 58 …

[I-Rvat, Cappella sistina, Diari, n. 79] 25 [gennaio 1662], mercoledì … dopo cantatoMatutino et Terza, nel principiare l’Introito sopragiunse uno spaventoso accidente alsignor Marco Marazzoli dove subito fu dato aviso alla Camera di N.S. dove com- ||parvero in cappella alcuni bussolanti, quali mandorono in Floreria per una sedia etfattolo portare in detta Floreria li fu fatto dare un bottone di foco con l’assistenzad’alcuni signori compagni. Piaccia a Sua Divina Maestà [scampi] sì da questo comeda ogni altro male, Amen.

26, giovedì: tutti li signori compagni presenti; si cantò solo la messa per ragione dellamorte del signor Marazzoli, quale successe alle otto ore della notte antecedente.

27, venerdì: all’ora solita in Chiesa Nuova adunati li maggior numero de’ signori com-pagni, li prove [?] bene di non esporre il corpo … ma di esporre semplicemente uncavalletto con quattro torcie … Mentre si stava trattando questo negozio comparveun procuratore della Reverenda Cammera quale ordinò che si esponesse il corpo condodici torcie et in abito sacerdotale … et fatto vestire il defonto con l’abbiti sacerdota-li se li cantò la messa et il solito responsorio …

Il ‘Diario’ era già noto a Reiner 1963, che tuttavia non ne aveva trascritto i passi.

Capponi 1960B

Kast 1960

Valbuena 1960

Bjurström 1961

Capponi 1961

Kast 1961

p. 50

p. 50

p. 51

p. 52

>

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Bibliografia 355

Stuart Reiner, Collaboration in ‘Chi soffre speri’, «The music review», xxii,

1961, pp. 265-282.

[mia traduzione:] … che [l’atto di battesimo di Marazzoli] non si sia trovato [nei regi-stri battesimali di Parma] permette di supporre che, sebbene i suoi genitori fossero cer-tamente parmigiani, la sua nascita potrebbe essere avvenuta altrove.

… la notizia della sua sepoltura, datata 1662, riporta che aveva 55 anni quando morì nelgennaio di quell’anno; una notizia della morte, datata 27 gennaio 1662, lo dice di «circasess’antanni».

… La data del 27 gennaio, che si accorda con quella data nella notizia della sepolturacitata, sembra però sbagliata: un’altra notizia di morte (che non dà l’età) è datata 25

gennaio 1662 … e un diario della Cappella Sistina riferisce, in una registrazione del 26

gennaio, che la morte di Marazzoli «successe alle otto ore della notte antecedente» …Enrico Celani pubblicò più una parafrasi che una citazione di una vicina registrazionedi questo diario, ma concluse che Marazzoli morì il 26 gennaio. Ciò potrebbe essereriferito a un calcolo delle ore notturne come a qualcosa di separato (secondo cui lamorte di Marazzoli potrebbe essere avvenuta ca. alle 3 di mattina del 26 gennaio); ma èdubbio se la precisazione sul tempo del diarista debba essere in tal modo interpretata,dato che a c. 40r dello stesso diario si legge: «la notte alle 3 ore e mezza si cantò il solitomatutino». Si deve ritenere che il calcolo del diarista e il nostro possano essere sostan-zialmente gli stessi e che Marazzoli sia morto il 25 gennaio.

Il conto dello speziale dell’anno [1631] elenca i prodotti forniti alle persone che accom-pagnavano il cardinale Antonio Barberini, a sue spesa, nella legazione di Urbino. Il con-to copre il periodo dal 26 giugno al 4 ottobre 1631. La settima voce elencanta (in data 28

giugno) sono pillole di rabarbaro per un ammontare di 42 baiocchi per «il signor MarcoMarazzoli» [I-Ras, Miscellanea famiglie, busta 14 (Barberini), fasc. 6, c. 8r]

Si corregge l’effermazione di Capponi 1953 circa un «testamento conservato nell’Archiviodel Vicariato» che invece giace presso I-Ras, Notari, Segretari e cancellieri della reverendacamera arcivescovile, vol. 2082; l’opposizione alle volontà di Marazzoli e la conseguentedecisione di redigere un inventario sono riportati in I-Rvat, Cappella sistina, Diari 79, cc.6-7; Reiner offre una descrizione del documento (nota 20):– c. 49: lettera ufficiale di Urbano viii (20 novembre 1641) che permette a Marazzoli di redigere

le proprie volontà senza far ricorso a notai o testimoni– cc. 48, 50, 51: il testamento (senza data)– c. 47: fede di acquisizione dei precedenti documenti da parte del notaio responsabile dell’in-

ventario (27 gennaio 1662)– cc. 35-39, 42-46, 56-58: inventario (26, 27 e 31 gennaio 1662)– cc. 166-167: ordine di Alessandro vii (12 aprile 1662) affinche i termini delle volontà siano ono-

rati «contingent upon the chief beneficiary’s payment of 2000 scudi»– c. 164: l’ordine di questo pagamento (28 aprile 1662)– cc. 163, 165, 170: fede del pagamento e rinuncia a ulteriori pretese della Camera apostolica (29

aprile 1662)– c. 40: fede dei beneficiari di aver ricevuto i beni (1 maggio 1662)

Helen Wessely-Kropik, Lelio Corista. Ein römischer Meister von Corelli:Leben und Umwelt, Wien: …, 1961.

[mia traduzione:] … oltre ai circa sette [musicisti] permanenti per le rappresentazioniteatrali, fra i dignitari della corte papale incontriamo come strumentisti in carica i «musicidi Castel Sant’Angelo» (senz’altra specificazione). Fra i più noti ecclesiatici e cantoripapali non sorprende ritrovare Marco Marazzoli nell’elenco dei «camerieri extra» (1656-

1660)[*], Antonio Maria Abbatini «bussolante» di Clemente ix (1667-1669), o ancheFrancesco Boccalini e Pietro Paolo Cappellini, fra gli «scudieri» di Alessandro vii. [* I-Ras, Cam. i, Spese del maggiordomo, buste 1408, 1410, 1415, 1415]

Le piante di Roma, 3 voll. a cura di Amato Pietro Frutaz, Roma: Istituti distudi romani, 1962.

Urbano Barberini, Il «Grande studio» del Thorvaldsen, «L’Urbe«, xxvi/5,1963, pp. 3-8.

Jorgen B. Hartmann, Gli studi di Thorvaldsen in Piazza Barberini, «L’Ur-be», xxvi/1, 1963, pp. 1-18.

Reiner 1961

p. 267 nota 7

p. 267

p. 267 nota 9

p. 268

p. 270-271

Wessely–Kropik 1961

p. 43

Frutaz 1962

Barberini 1963

Hartmann 1963

Page 32: bibliografia - ExamenapiumBibliografia 329 [Pompilio T otti] Ritratto di Roma moderna …, Roma: Vitale Mascardi, 1638.Applausi poetici alle glorie de lla Signora Leonora Baroni, Bracciano:

356 davide daolmi

Oscar Mischiati, Per la storia dell’oratorio a Bologna. Tre inventari del 1620,

1622 e 1628, «Collectanea historiae musicae», iii, 1963, pp. ….

Questi documenti [sc. gli inventari] sono oggi conservati all’Archivio di Stato di Bologna efanno parte dell’Archivio dei padri Filippini dell’oratorio di Santa Maria di Galliera [*]

[*in nota:] Bologna, Archivio di Stato, Conventi soppressi. Padri Filippini di Santa Ma-ria di Galliera, 112/5995, mazzo n. 6.

… il n. 14 [del iii inventario] è ripetuto per ben altre tre volte ai nn. 212, 275 e 291; essocorrisponde con tutta probabilità a qiell’oratorio anonimo oggi conservato nel codiceBarberiniano 4209 (vecchia segnatura xlvii, 80) della Biblioteca Apostolica Vaticana,di cui verrebbe quindi autorizzata l’attribuzione a Marco Marazzoli.[*]

[*in nota:] Celani 1905, p. 140. È da osservare però che il Celani riporta come inizio deltesto Son torbide procelle.c. 29r iii. Nota degli oratori in musica che sono appresso i padri della congregazione

dell’oratorio di San Filippo Neri di Bologna.c. 30v [14] Santa Catterina Vergine Maria, oratorio a 5 – Con torbide procelle – Musica del

signor Marazzoli.c. 32v [68] Santa Giustina di Padova, oratorio a 5 – Dal romano guerriero – Musica del

signor Marazzoli.c. 37v [212] 204. Santa Catterina …c. 38r [231] 219. Per ogni tempo, oratorio a 5 – Si dissolve e svanisce – Musica del signor

Marazzoli.c. 39r [275] 262. Santa Catterina …c. 39v [275] 278. Santa Catterina … Poesia del signor don Lelio Orsini.c. 40r [304] 291. Natale di Nostro Signore overo Primo giorno dell’anno, oratorio a 5 – Ecco di

mille e mille freggi adorno – Musica del signor Marazzoli.

Urbano Barberini, Il «Grande studio» del Thorvaldsen secondo la tradi-zione Barberini, «L’Urbe», xxvii/5, 1964, pp. 1-4.

Jorgen B. Hartmann, Il «Grande studio» del Thorvaldsen: una nuova ipo-tesi, «L’Urbe», xxvii/2, 1964, pp. 3-11.

Per Bjurström, Feast and theatre in Queen Christina’s Rome, Stockholm:Norstedt, 1966 (Analecta Reginensia, 3).

Pedro Calderón de La Barca, Casa con due porte mal si guarda, prefa-zione, traduzione e note di Antonio Gasparetti, Roma: Paoline, 1966.

Georgina Masson, Papal gifts and roman enterteinments in honour of queenChristina’s arrival, in Queen Christina of Sweden: Documents and studies, acura di Magnus von Platen, Stockolm: Norstedt, 1966 (Analecta Reginen-sia, 1), pp. 244-261.

Nino Pirrotta, Il caval zoppo e il vetturino, «Collectanea histriaemusicae», iv, 1966; ripubbl. e annotato in Id. Scelte poetiche di musicisti,Venzia: Marsilio, 1987, pp. 265-275.

Riferimento a Melosio 1672 (p. 272 dell’ed. 1987).

Pilo Turi, Clemente ix e Pistoia, «Bullettino storico pistoiese», lxviii

(1966), pp. 108-118.

Frances Amelia Yates, The art o memory, London: Routledge & KeganPaul, 1966; in it. L’arte della memoria, Torino: Einaudi, 1972, 19842, 19913.

Pier Maria Capponi, L’educazione di una virtuosa nel secolo xvii. Dallecorrispondenze inedite di Marco Marazzoli, «Lo spettatore musicale», iii/4-5, 1968, pp. 12-15.

Mischiati 1963

p. 131

p. 131 nota 1

p. 135

p. 135 nota 7

p. 142

p. 143

p. 145

p. 152

p. 153

p. 155

p. 156

Barberini 1964

Hartmann 1964

Bjurström 1966

Gasparetti 1966

Masson 1966

Pirrotta 1966

>

Turi 1966

Yates 1966

Capponi 1968

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Remo Giazotto, Un inedito contributo di Benedetto Croce (Documentisui teatri di Roma nel xvii secolo), in «Nuova rivista musicale italiana», ii(1968), p. 494-500.

Il testo di una lettera di Croce spedita all’Ademollo.

Die Monodie, a cura di Karl Gustav Felleler, Köln: Arno Volk Verlag, 1968

(Das Musikwerke, 31).

Frammenti dall’opera ‘Dal male il Bene’ (p. 37).

Cesare Molinari, Le nozze degli dèi. Un saggio sul grande spettacolo ita-liano nel Seicento, Roma: Bulzoni, 1968.

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anhang

Biblioteca Vaticana, Ms. ottoboniani lat. 2467, ii, c. 497r-498r.Conti delle spese per la comedia alle 4 Fontane l’anno 1637

brutto netto

Scritt‹o›re [recte scritture] del Signor Mazzocchi ................................................................. 84.— 82.—Scritt‹o›re [recte scritture] del Signor Marco ........................................................................... 42.10 42.10

Laura Pietrangeli, Il teatro barberiniano, tesi di laurea, rel. GiovanniMacchia, Istituto di storia del teatro (oggi Dipartimento di arti e scienzedello spettacolo), Università di Roma, 1969.

Ulf Scharlau, Atanasius Kircher (1601-1680) als Musikschriftsteller: Ein Bei-trag zur Musikanschauung des Barock, Marburg: Gorich & Weiershauser, 1969.

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[mia traduzione:] L’opera Il capriccio viene rappresentata per la prima volta all’amba-sciata francese a Roma con il titolo Il giudizio della Ragione fra la Beltà e l’Affetto.[*]Capponi suppone che Marazzoli abbia rinominato la partitura durante il viaggio inFrancia … L’ipotesi di Capponi trova conferma nelle filigrane …[* in nota] … è in preparazione uno studio di Capponi sui problemi del Capriccio …

Remo Giazotto, Quattro secoli di storia dell’Accademia nazionale di SantaCecilia, Roma: Accademia di Santa Cecilia, 1970.

Si dice (p. 119) che l’archivista Luigi Rossi (1830-1849) considerava senza prove alcunimusicisti seicenteschi membri dell’Accademia. A p. 181 si accenna a ‘Dal male il bene’ comerappresentato per la prima volta a Pesaro nel 1653.

Thoma D. Culley, Jesuits and music: a study of the musicians connectedwith the German College in Rome during the 17th century and of their acti-vities in northern Europe, Roma: Jesuit historical institute, 1970.

Giazotto 1968

<

Fellerer 1968

<

Molinari 1968

Reiner 1968

Kast 1969

p. 131

Pietrangeli 1969

Scharlau 1969

Spada 1969

Yeats 1969

Witzenmann 1969

p. 61

Giazotto 1970

<

Culley 1970

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Michael D. Grace, Marco Marazzoli and the development of the latin ora-torio, PhD, Yale University, 1974.

[Capponi 1970, col. 89] offre date precise per molte situazioni di Marazzoli fra il 1640 eil 1642, ma non rivela le fonti d queste informazioni. Si presume che Capponi abbiadocumentazioni, forse dalle introduzioni dei libretti a stampa, che che tali date sianocorrette. Ho scritto al signor Capponi ma non ho ricevuto risposta.

Lorenzo Bianconi – Thomas Walker, Dalla ‘Finta pazza’ alla ‘Veremonda’:storie di Febiarmonici, «Rivista italiana di musicologia», x, 1975, pp. 379-454.

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Deierkauf 1970

Massenkeil 1970

>

Profeti 1970

Wenneker 1970

Golzio 1971

Graig 1972

Esposito 1972

Harwell 1972

Isherwood 1973

Cruikshank 1973

Grace 1974

p. 30 nota 35

Bianconi–Walker 1975

Carandente 1975

Lavin 1975

Maravall 1975

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[comunicazione al termine dell’intervento:] Reiner Non ho ben afferrato se il professorWalker ha detto che il Narciso et Ecco immortalati resta tuttora un’opera anonima. –Walker No, l’ho elencato come opera dubbia di Cavalli. – Reiner Ecco, in effetti esi-stono dei documenti che ci permettono di attribuirla ad altri, cioè delle lettere di MarcoMarazzoli nelle quali si prospetta un suo rifacimento o addirittura una sua sostituzio-ne, prima dell’esecuzione, delle musiche già composte per il libretto di Filippo Vitali[recte per le musiche di Filippo Vitali già composte per il libretto] (Ferrara, Archivio diStato, Archivio Bentivoglio, mazzo 126, passim)

Antonio Maria Colini, L’Isola della Purificazione a Piazza Barberini,Roma: Ina, 1977.

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[I-Rvat, Vat. lat. 13363, c. 3r, lettera di Giulio Rospigliosi al fratello Camillo, 16.i1640] …questi signori paggi del signor principe [Taddeo Barberini] vanno mettendo all’ordineun’azione intera che durerà poco più di due ore nella quale, senza mai parlare o cantare,si rappresenterà a l’uso di suono e ballo la pazzia d’Orlando, con abbattimenti di cava-lieri e feste di pastori; il che qua giungerà nuovo e di gusto, per non esser stata più fattacosa alcuna in simile genere. Il signor cardinale [Antonio] mi ha commesso di fare ilprologo che si farà in musica …

Murata 1975

Witzenmann 1975

Peligry 1976

Profeti 1976

Walker 1976

p. 16

Colini 1977

Murata 1977

Piccininni 1977

Vogel 1977

Cristofori 1979

Chiomenti 1979

Hammond 1979

p. 117 nota 71

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Margaret Murata, Operas for the papa court: 1631-1668, PhD, Universityof Chicago, 1975; Ann Arbor: Umi, 1981.[I-Rvat, Vat. lat. 13364, c. 180v. Giulio Rospigliosi al fratello Camillo, Roma, 7.ii.1643] Unabella commedia in musica [Il giudizio della ragione] e benissimo recitata si fa questo car-nevale in casa del signor conte di Maraciano, e ne mando a V.S. l’argomento, come anchequello di Santo Eustachio che fa rappresentare qui in borgo il signor cardinale Barberino,benché quest’anno sia cosa assai più positiva e più ordinata del solito.

[I-Rvat, Vat. lat. 13367, cc. 20-24. Giulio Rospigliosi al fratello Camillo, Roma, 14.ii.1654]Pochi giorni prima di Natale il signor cardinal Barberino mi accennò che la signora don-na Olimpia desiderava che il signor cardinal Carlo Barberino facesse fare un poco di com-media in musica per questo Carnevale, e per‹ci›ò il signor cardinal mi soggiunse avrebbeavuto gusto che l’abate mio nipote [Iacopo] facesse qualche cosetta cavata da alcuna com-media spagnola, come è seguito, con un poco di direzione che ebbe da me. La commediaè intitolata Dal male il bene. Fu fatta la prima volta giovedì sera con molta approvazioneuniversale perché se bene non si erano macchine, quello che tocca all’esquisitezza dellamusica, de’ recitanti, degl’abiti e delle scene non può esser maggiore. L’abate e il signorMancini assistevano dientro al palco e si portarono benissimo perché il tutto passòegregiamente. Il Fedi nostro paesano, soprano in Santa Maria Maggiore, fa la parte diDonna Elvira con tanta eccellenza che non può esser più. E non è poco per esser la primavolta che ha recitato. Si rifarà questa sera e poi un’altra volta o due. Si rappresenta nelpalazzo del principe di Palestrina dove si è recitata anche una bella commedia del signorprincipe Gallicano con intermedi in musica …

Maria Grazia Profeti, [recensione a Reichenberg 1979], «Rassegna ibe-ristica», xii, 1981, pp. 55-56.

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Maravall 1979

Reichenberger 1979

Witzenmann 1979

Caluori 1980

Insolera 1980

Barcia 1981

Cairo–Quilici 1981

Murata 1981

p. 343

p. 349

Profeti 1981

Profeti 1981

Bianconi 1982

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Barcia 1982

Cioranescu 1982

Fabbri–Pompilio 1983

Profeti 1983

Rendina 1983

Bolzoni 1984

Murata 1984

Bianconi–Walker 1985

Hammond 1985

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… dal luglio 1629, lo stesso registro [I-Rvat, Archivio Barberini, Computisteria] portadiverse spese fatte per Marco Marazzoli e per la sua arpa.

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[mia traduzione dall’Introduzione:] … Secondo quanto riportato nel suo testamentonel 1626 Marazzoli si trasferì a Roma dove, nel 1634, divenne beneficiario di Santa MaariMaggiore. [c.n.n.]

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Lionnet 1985

p. 691 nota 12

Lionnet 1986

Ciliberti 1986

Duranti 1986

Iesuè 1986

Piccininni 1986

Svizzeretto 1986

Witzenmann 1986

Ziosi 1986

Barcia 1987

Del Corno 1987

Tamburini 1987

Vannel–Toderi 1987

Camera 1988

Dahlhaus 1988

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Argomento e scenario dell’opera [Chi soffre speri del 1639] simile a quello già pubblica-to nel 1637 … Ogni atto ha una scena in più; nel I compaiono due «giovanetti forastieri»;nel II è aggiunta una scena fra questi forestieri e i servi d’Egisto; nel III una scena conDorillo e Moschino è sostituita con una dove appaiono «Dorillo e Cicalino, paggiod’Alvida»; inoltre è aggiunta una scena con «Dafne, Lidia, Nerea che avanzano cantan-do» … Il primo intermedio è simile ma non c’è il combattimeno fra pastori e il ballos’interrompe perché si turba il || Tempo. Il secondo intermedio è del tutto nuovo: una«fiera» con genti e mercanzie varie con un ballo in cui «per accidente nasce contesa fra icavalieri». Il terzo intermedio è identico a quello della precedente edizione.

William H. Huffman, Robert Fludd and the End of the Renaissance, Lon-don: Routledge, 1988.

Giuseppe Ottavio Pitoni, Notitia de’contrapuntisti e compositori di mu-sica, a cura di Cesarino Ruini, Firenze: Olshki, 1988.

Marco Marazzoli. Musico della Cappella pontificia, nel qual servizio entrò alli 23

maggio 1637 per tenore; compositore d’orato- || ri, di cantate diverse, applaudito ne’suoi tempi, li quali oratori si conservano in Santa Maria della Vallicella, detta la ChiesaNova di Roma. Fu eccellente nel suonar l’arpa; lasciò al collegio de’ cantori del papa unannuo anniversario et un altro al collegio de’ beneficiati di Santa Maria Maggiore di cuiera beneficiato. Si vede qualche cantata morale inserita nel libro delle † [= opera perdu-ta] poesie poste in musica da Gioseppe Giamberti stampate in Orvieto l’anno 1628. Sivede anco un dramma intitolato La Vita umana o vero Il trionfo della Pietà, dedicato allaregina di Svezia e recitato nel teatro Barberino e anco stampato in Roma l’anno 1658 peril Mascardi, parole di Giulio Rospigliosi, poi Clemente ix di santa memoria. Nella Dram-maturgia di Leone Allacci, foglio 24, dà notizia anco del dramma intitolato Gli amori diGiasone e d’Isifile, festa teatrale di Orazio Persiani posta in musica da Marco Marazzoli,et al foglio 610 anco Dal male il bene, dramma musicale posto in musica dall’Abbatini edal Marazzoli, recitata con l’occasione delle nozze delli signori principi di Pellestrina edi Olimpia Giustiniani e di novo più volte alla presenza della regina di Svezia nell’istes-so palazzo con apparati e scene superbissime.

Manoscritto (di cui sopravvivono più copie) redatto in tempi successivi e completato in-torno al 1730.

Maria Grazia Profeti, «Armi» ed «amori»: la fortuna italiana di ‘Los em-peños de un acaso’, in Estudios sobre Calderón y el teatro de la Edad de oro.Homenaje a Kurt y Roswitha Reichenberger, a cura di Francisco MundiPedret, Barcelona: Ppu, 1989; rist. in Maria Grazia Profeti, Materiali,variazioni, invenzioni, Firenze: Alinea, 1996 (Commedia aurea spagnola epubblico italiano, i), pp. 99-120.

L’età d’oro della letteratura spagnola. Il Seicento, a cura di Maria GraziaProfeti, Firenze: La Nuova Italia, 1989.

Doglio 1988

Fabbri 1988

Franchi 1988

p. 232

p. 233

Huffman 1988

Ruini 1988

p. 277

p. 278

<

Profeti 1989A

Profeti 1989B

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364 davide daolmi

Neal Zaslaw, The First Opera in Paris: a Study in the Politics of Art, inJean-Baptiste Lully and the Music of the French Baroque: Essays in Honorof James R. Anthony, a cura di John Hajdu Heyer, Cambridge: CambridgeUniversity Press, 1989, pp. 7-23.

[mia traduzione:] Malgrado l’impegno e le enormi spese per raccogliere la prima com-pagnia italiana a Parigi, non vi fu un vero evento pubblico e (diversamente dalle altre seiopere di Mazzarino [dalla Finta pazza in poi] …) giornali, corrispondenza diplomati-ca, diaristi e redattori di feuilletton rimasero stranamente in silenzio. Se non fosse perdue accenni, uno dalla «Gazette de France» e l’altro da una lettera di Atto Melani, non visarebbe stato modo di sapere che qualcosa accadde.

[I-Rvat, Vat. lat. 13364, lettera di Giulio Rospigliosi al fratello Camillo, 7.ii.1643]… èstato più volte fatta recitare in musica una bella operetta morale intitolata Il giudiziodella Ragione … et per essere breve, curiosa et ben rappresentata è stata molto com-mentata dalli ascoltatori …

Zaslaw è convinto che questa sia l’opera rappresentata a Parigi (come già diceva Capponi

1953) perché: a) è stata l’ultima opera di Marazzoli prima della sua partenza; b) il mano-scritto della partitura benché scritto su carta itliana solitamente usata dal compositore,presenta un foglio di carta francese (così Witzenmann 1969); c) le circostanze della primaromana suggeriscono una soponsorizzazione francese.

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[F-Pre. Archives, C. P. Rome, vol. 144, c. 90v, 22.i.1662] Marco dell’Arpa, musico di cappellae bussolante del papa, mercordì mattina muorì all’improvviso nel Palazzo Pontificio consentimento di Sua Santità che, per alleggerirgli o divertirgli la soffocazione del catarro,fece fare da’ suoi propri medici tutti i possibili rimedi; e con molto maggiore diligenza fusubito spedito a pigliare possesso a casa sua di tutte le sue robbe assai preziose, oltre lemolte migliaia di scudi, per non avere parenti, ed era molto ricco perché teneva carozza, efra l’altre cariche vaca un benefiziato in Santa Maria Maggiore.

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Zaslaw 1989

p. 15

p. 17 nota 25

>

Bartoluzzi 1990

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Murata 1990

[1993] p. 256 nota 6

Cioffetta 1991

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Trinceri Camiz 1991

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A p. 97 è una foto dell’«arpa barberina» appartenuta a Marzzoli, ora al Museo degli stru-menti musicali di Roma. Ivi è la ‘Venere che suona l’arpa’, il dipinto commissionato daMarazzoli a Giovanni Lanfranco in cui è raffigurato il suo strumento. A p. 223 è poi un’in-cisione della ‘Nave di Bacco’, carro della giostra del Saracino (1635), dove fra i varistrumentisti si scorge un’arpa assai simile allo strumento barberino: che l’esecutore possaindentificarsi con Marazzoli?

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[I-Rvat, Cappella Sistina, Diari, n. 73, 1655, 14 ottobre] … [Marcantonio Pasqualini] sidolse del del signor Marco [Marazzoli] dicendo che andasse spargendo [voce] di esserstato fatto maestro di cappella della Camera Segreta di N.S., et che. per esser lui [sc.Pasqualini] al presente maestro di cappella, la pareva che se li facesse affronto …

… [Marazzoli si difese dicendo che non aveva ma detto quelle cose] ma che poteva averdetto che dovendo venire la regina di Svezia, monsignor maggiordomo, d’ordine di N.S.,gl’aveva dato l’incumbenza delle musiche e feste che si dovevano fare …

Arnaldo Morelli, Il mecenatismo musicale di Cristina di Svezia. Una ri-considerazione, in Cristina di Svezia e la musica, atti del convegno inter-nazionale (Roma, 5-6.xii.1996), Roma: Accademia nazionale dei Lincei,1998, pp. 321-346.

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[Giovanni Bentivoglio (Scandiano) a Cornelio Bentivoglio, 15 sett. 1640] … Domattina[= domenica] mando la maggior parte della gente: ha bisognato pigliar carozze, non ciessendo barche per la scarsezza dell’acqua. Le carozze si sono prese [= si sono pagateperché arrivino] sin al Finale dove saranno domani sera, credendo necessario che alvenerdì questa ella spedisca subito al Finale con ordinare, conforme le liste che vedràincluse, chi ha da venire a Trecenta e chi bada anadare a Ferrara … [nella lista si legge,fra l’altro:] Seconda ⟨carrozza⟩: Signor Marco ⟨Marazzoli⟩ … Servitore del signor Mar-co …

[adespota, forse gli stessi di cui soprada Scandiano, 25 sett. 1640] Il signor don AscanioPio, signor Marchese Martinengo e molti altri cavalieri al numero di dodici, fra i qualisono ancor io, risoluto di dare un poco di allegria al Carnevale presente con fare unafesta in musica e con machine; e perché il signor Marco Marazoli, servitore di V.E., conle sue composizioni ha dato saggio tale del suo valore che non può desiderarsi maggio-re, desidererebbero questi cavalieri d’esser onorati da V.E. che il signor Marco potessetrattenersi per dar vita e spirito alla festa col metterla in musica …

[Marazzoli (Ferrara) a Cornelio Bentivoglio, 9 nov. 1640] Ascanio Pio chiede a Marazzolidi scrivere a Bentivoglio perché torni in città: ci sono problemi per il carnevale.

[Giovanni Bentivoglio (Roma) a Cornelio Bentivoglio (Ferrara), 13 mar. 1641] Giovan-ni Bentivoglio riferisce che Marazzoli è disposto a tornare a Ferrara per il successivo carne-vale.

[Marazzoli (Roma) a Cornelio Bentivoglio (Ferrara), 27 apr. 1641] Sulle sorti di unapromettente cantante (Veronica Santi).

Tre lettere di Marazzoli (Roma) a Cornelio Bentivoglio (Ferrara) del 22 maggio, 27 luglioe 3 agosto 1641 sempre in merito a Veronica Santi.

[iidem, 17 ago. 1641] … [in merito al prossimo carnevale] Bisogna parlare e consultarsicol autore dell’opera che credo sarà il signor don Ascanio [Pio] …

[iidem, 21 ago. 1641] … Il signor Antonio Grimani, il castrato, ha mandato un’opera alsignor Filippo Vitali da mettere in musica volendosene servire in Venezia per il futurocarnevale, e poiché ho presentito che il sopradetto signor Vitali andarà in Venezia perguidare detta opera …

Lionnet 1998

p. 312 nota 6

p. 313 nota 7

Morelli 1998

Povoledo 1998

De Marchi 1999

Fabris 1999

doc. 1017

doc. 1018

doc. 1021

doc. 1032

doc. 1035

docc. 1037-1039

doc. 1040

doc. 1041

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368 davide daolmi

[iidem, stesso giorno] … Filippo Vitale compone un’opera per Venezia mandatagli dalGrimani ed incaparra molti musici per andar *** a rappresentar colà questo carnevalche viene …

[iidem, 14 sett. 1641] Invio a V.E. un’arietta fatta di pochi giorni; le parole sono del signorBenigni e sono assai graziose. Ne ho fatte altre del signor abbate [Giovanni Bentivoglio],quali di mano in mano gliele andarò inviando acciò il signor Stefano le possi onorare…

[iidem, 16 ott. 1641] Riferimento alla «signora Girolama» (Rossi?).

[iidem, 19 ott. 1641] … chi sente Antonio Grimani che qui in Roma dice che [l’opera peril prossimo carnevale] la fa il Monteverde, chi sente Ravani che dice che l’ha fatta Filip-po Vitali, e già ne sono date fuori le parti … non vorria guastare tutte le cose mie pervenir a stare a guardar gl’altri … Mi dà fastidio un poco i musici di capella [Pontificia]compagni quali, conforme al solito invidiosi, però qualche d’uno sparleranno del miopoco servire: per li nove mesi l’anno passato, cinque quest’altro …

[Marazzoli (Roma) a Giovanni Bentivoglio (Ferrara), 19 ott. 1641] Si ribadiscono le stes-se cose.

[Marazzoli (Roma) a Cornelio Bentivoglio (Ferrara), 23 ott. 1641] … la composizione[Narciso ed Ecco (?) da farsi a Venezia] la sentirà, perché sono molti fermatamenti [=interruzioni], e V.E. ne avvisi detto signor Grimani, perché quando si lasciarà ridurre,sotto alla festa, si trovarà intricatissimo, essendo che è tanto goffo lo recitativo, e leariette tante sciocche che, ⟨anche⟩ se avesse i primi recitanti del mondo, l’opera non sipotria mai fare onore. Io sono tanto schiavo alla gentilezza di questo signore [Grimani]per la ⟨cortesia⟩ che ha avuto della mia persona col commandarmi che lo venghi a ser-vire che io ⟨ho desiderio⟩ che le sue cose passino bene e che non vi abbia ad esser para-gone dal suo teatro [dei Santi Giovanni e Paolo] agl’altri. Di modo che essendo cosìbelle le parole [di O. Persiani], è meglio che V.E. permetta in considerazione che ci ri-medi tanto che si ha tempo; che sarebbe il mandarmi l’opera a me, o qualche parte diessa almeno, perché per strada solamente mi basta l’animo di farla e nel medesimotempo che sarò arrivato che medesimamente sia fatta; che ben sarò poi a tempo a farl’altra [opera, gli Amori di Giasone], ché non ho paura di far presto e bene e farmionore. Sono stato pregato a metter le mani in questa parte che ha questa ragazza adallettar le ariette ⟨perché⟩ abbiano spirito, ma io non solo non l’ho voluto fare ⟨perrispetto (?)⟩ del signor Vitali, ma ⟨preoccupato (?)⟩ che il signor Grimani non ⟨si fosse(?)⟩ lamentato col voler fare quello che non mi tocca e non mi vien commandato …

[iidem, 2 nov. 1641] … della qual cosa [la partenza di Veronica Santi] prima ch’io partiaspettarò la risposta, ma lo facci subito perché non vi è tempo …

[iidem, 12 apr. 1642] Disguidi sul pagamento a Marazzoli; si accenna alla sua permanen-za a Venezia.

[Marazzoli (Roma) ad Annibale Bentivoglio (Ferrara), 30 apr. 1642] Altri disguidi.

[Marazzoli (Roma) a Cornelio Bentivoglio (Ferrara), stessa data] … ho fatto il motettoche ella[?] mi commandò a Venezia per quella monaca: e domenica devo andarlo asentire …

Altre due lettere di Marazzoli ad Annibale Bentivoglio del 5 e 31 liglio 1642, argomenti diversi.

[Marazzoli (Roma) a Cornelio Bentivoglio (Ferrara), 9 lug. 1645] Sulle umiliazioni diLeonora Baroni dopo la caduta dei Barberini.

[Marazzoli (Roma) ad Annibale Bentivoglio (Ferrara), stessa data] … piaccia a Dio …che ritorni presto il scudo regio di Francia a protegerci, perché altrimenti siamo speditiafatto.

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Profeti 1999A

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[Domenico Antonio Parrino (Napoli) a Ippolito Bentivoglio, 3 apr. 1668] Illustrissimoet eccellentissimo signor mio padrone colendissimo, | Da Roma scrissi all’E.S., né fuimeritevole di risposta. Ora gli do parte del mio felice arrivo in Napoli, dove al presentesi ritrova una compagnia per recitarvi; e sono stato parlato da prencipi miei padroniperché in detta compagnia, giunto con mia nipote, io recitassi, offrendomi per il biso-gno che ne hanno due parti; ma io non mi sono volsuto obligare per l’impegno che hocon l’E.S. alla quale professo un’infinità d’obligazioni. Ed a benché io promisi all’E.S. dinon obligarmi con altri fin che non fussero trascorse le feste di Pasqua, con tutto ciò,per far parte con l’obligo mio, aspetterò la risposta di questa e poi farò determinatarisoluzione obligandomi ad altri …

[Giuseppe Fiala (Lucca) a Ippolito Bentivoglio, 29 agosto 1668] … L’onore ácheñ ricevèmia moglie de l’opera de Gl’impegni per disgrazia, avendola recitate in Genova con ap-plauso universale e lode di chi l’ha tradotta, mi apre la strada a supplicare V.E. onorarmidel novo fine di essa fatto, avendone avuto l’aviso che V.E. l’ha abbellito, acciò maggior-mente ne spic‹c›hi il valore della penna et eruditissima traduzione e fine di V.E.Qui in Lucca non se ne possono quietare, lodando sempre chi la tradusse; oggidì la staleggendo sua eminenza, signor cardinal Bonvisi, con gl’encomi si devono a un pari del’eccellenza vostra.Supplico dunque graziarne col favorirne de l’ultima scena acciò possa più nobilmentefinir l’opera, che gli ne resterò obligatissimo; e conoscendo le debole nostre forze perservizio di V.E. mi honori de’ suoi comandi; e sottoscrivendomi resto con Flaminia diV.E. umilissimo servitore. Gioseppe Fiala Comico.

[Louis di Canossa (Verona) a Ippolito bentivoglio, 3 nov. 1677] … Per ubbidire a’supremi commandamenti dell’augustissima imperatrice Eleonora son astretto por-gere a V.E. le mie supplichevoli istanze. Desidera la M.S. aver copia co’ la maggiorbrevità possibile dell’opera tradotta già dall’E.V. dallo spagnolo in italiano, intitolataGl’impegni nati per disgrazia o cosa simile, onde perch’ella sa quanto sia da me bramatala fortuna di servire a S.M. con la dovuta prontezza, interpongo seco le mie preghiereaccio voglia farmene restar favorito quanto più presto sia possibile, appunto per po-tergliela trasmettere …

[Domenico Antonio Parrino (Napoli) a Ippolito Bentivoglio, 17 febbr. 1682] … Non hopotuto più resistere alle premurose istanze di questi curiosi accademici, onde mi è con-venuto prometter loro di dare alla stampa la bellissima commedia tradotta dall’eruditapenna di V.E. intitulata Gl’impegni per disgrazia, quale io ebbi in sorte di essere il primoa recitarla, costì singolarizato coll’onore d’un de’ suoi abiti in dono. Sono per tanto asupplicar l’umanità di V.E. dirmi se resta servita vi si ponghi nel di lei frontespizio chesia da ella tradotta o in anagramma il suo nome, ché in questa o in ogni altra forma chemi accennarà sarà obedita …

Profeti 1999B

Alonge 2000

Capra 2000

D’Afflitto 2000

Harwell 2000

Monaldini 2000

1668, doc. 11

1668, doc. 21

1677, doc. 30

1682, doc. 17

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Wolfgang Witzenmann, Marazzoli Marco, in The new Grove dictionaryof music and musicians, 27 volumi a cura di Stanley Sadie, London:Macmillan, 2001, ad vocem.

… He took holy orders and was presumably ordained priest about 1625. At that time hereceived a benefice from Parma Cathedral … moved to Rome in 1626. Perhaps he wastaken there, in the company of Domenico Mazzocchi, by Cardinal Ippolito Aldobrandini,who returned to Rome from Parma on 7 November 1626 … Probably Marazzoli madeother travels with Antonio Barberini, to Bologna and Pinerolo between 1629 and 1630

and perhaps also to Avignon in 1633. Minor legations made by Antonio Barberini from1634 to 1637 were directed to central Italy, and it is therefore possible that Marazzoli paida short visit to Parma at this time … He did, however, write the music for the comedy-ballet La pazzia d’Orlando for Carnival 1638 … The performance [of Il Capriccio],supervised by the Count of Marciano, took place in the Palazzo Roberti during Carnival1643 … the Barberini family’s exile in France (1645-53). He therefore took to writingoratorios, including five Latin works almost certainly composed for the Arciconfraternitadel SS Crocifisso. Three extant Italian oratorios may have been written for the RomanFilippini about 1650. Possibly Marazzoli travelled to Genoa in 1649 his cantata A valicardi Teti, ‘fatta per il passaggio della Regina di Spagna da Genova’, refers to the HabsburgPrincess Maria Anna, who sojourned in Genoa in mid-1649 on the way to her weddingwith Philip iv of Spain … For Carnival 1655 he composed Le armi e gli amori, but theconclave to elect a new pope after the death of Innocent x caused the production to bepostponed … This hypothesis [about L’Amour malade] has some probability, since in1660 Marazzoli received from the French ambassador in Rome a gift of 1000 livres for

Profeti 2000

Prosperi–Viola 2000

Tamburini 2000

Valdiserri 2000

Ashbee 2001

Caluori–Lionnet 2001

Maranini 2001

Morelli 2001

Murata 2001

Witzenmann 2001

Page 47: bibliografia - ExamenapiumBibliografia 329 [Pompilio T otti] Ritratto di Roma moderna …, Roma: Vitale Mascardi, 1638.Applausi poetici alle glorie de lla Signora Leonora Baroni, Bracciano:

Bibliografia 371

former services not specified. Marazzoli remained at Rome and must have sent the scoreto Paris, but it is also possible that some other composer, perhaps Caproli or Cavalli,was entrusted with the commission … Antonio Barberini experienced a new surge ofreligious faith about this time, and may have influenced the composer, who began tocelebrate mass personally. It is interesting that Marazzoli’s will, drawn up about 1660,names Anna Giustiniani, his adoptive niece since 1650, several members of the Barberinifamily, Cardinal Giulio Rospigliosi and some other friends, but neither Queen Christinaof Sweden nor the Chigi family …