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STUDI DI TEOLOGIA

Rivista teologica semestrale edita a cura dello ISTITUTO DI FORMAZIONE EVANGELICA E DOCUMENTAZIONE

Anno V/1 N.9 r Semestre 1993

Direttore responsabile Prof. Pietro Bolognesi

Amministrazione l.F.E.D. C.P. 756 l-35 l 00 Padova

Abbonamento annuo L.22.000- Sostenitore L. 35.000- Estero L. 35.000. I versamenti vanno effettuati sul CC P N• l 0867356 intestato a lfed, Padova. Gli abbonamenti non disdetti entro il 31 dicembre si intendono tacitamente rinnovati. La rivista esce a febbraio e a ottobre. Spedizione in abbonamento postale, Gruppo fV 170%- semestrale. Per corrispondenza con la redazione: Sdt, Via J. della Quercia 81, 35 1 34 Padova.

SOMMARIO

Introduzione

ARTICOLI Le qualifiche dell'insegnante Corrado Grottoli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . _ . . . . Un 'ambizione impropria Pietro Bolognesi ................................. . L'insegnamento della Bibbia nelle scuole statali europee Lidi a Goldoni . . . . . . . . . . . . . . . · . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

* Religione a scuola: una lunga battaglia giuridico Gianni Long . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

* La visione riformata dell'educazione Cornelius Van Til ............................................ .

SEGNALAZJONI BIBLIOGRAFICHE

LISTA DEI LIBRI RICEVUTI

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Introduzione

Questo numero del l a r iv ista affronta l a questione del l'istruzione i n un'ottica mol to ampia, i n particolare cerca di considerare la poss i ­b i l ità del l ' inserimento dello studio del l a B ibbia nel le scuole stata l i al d i fuori del l ' i nsegnamento catto l ico attualmente in essere.

La situazione è sotto g l i occhi di tutti. Nel l ' ambito del la scuola esistono discriminazion i non indifferenti e questo non tocca so lo coloro che hanno fig l i in età scolare, ma riguarda tutti coloro che poss iedono un po' di sens ibi l i tà sociale. Se non si è cattol ic i , si è penal izzati . Esiste un insegnamento del l a rel ig ione cattol ica al l ' in­terno dell 'ord inamento scolastico statale che r innega nei fatti so­lenni enunciati di non confessional ità del lo Stato stesso. Malgrado ciò si deve regi strare una profonda ignoranza del l a B ibbia un po' a tutti i l i vel l i .

Tal un i vorrebbero porre rimedio a l l a diffusa ignoranza attuale, proponendo un insegnamento d i cu l tura b ib l ica nel l a scuola statale. Anche tra gli evangel ic i sembra vi s iano persone favorevoli al l ' i n i ­ziativa, perché pensano che essa potrebbe comunque contribu ire acl elevare i l l ivel lo di conoscenza bibl ica nel paese.

In questo numero della nostra rivista cerchiamo d ' i nterven i re nel la rifl essione che si s ta sv i luppando su questo tema. Lo facc iamo in quell a che è l a nostra particolare ottica rendendoci ben conto che la questione travalica i confin i di una riflessione semplicemente pedagogica. Qui sono i n g ioco questioni di fondo non indifferenti e qu indi speriamo che il d ibattito non si l i mit i solo a quesioni operative, ma vogl i a al tresì affrontare i nodi del la questione .

Per quel che ci riguarda non abbiamo ti more e l i formulare ch iaramente i l nostro pensiero. Come evangel ici si amo con trari al l 'uso che nel la scuola statale si fa e si vorrebbe fare del la Bibbia. Certamente non s iamo soddisfatti de l la s i tuazione attuale che pri-

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v i legia i n maniera sfacciata una confessione come quel la cat�o lica,

ma non siamo neppure persuasi che una l ettura aconfess1?nale

come quell a fin qui ipotizzata possa mettere a tace�e l_e coscienze

l aiche per i l pasticcio ancora esistente ne ll a scuola Italiana. Per noi i l testo biblico non deve essere né competenza dell ' ora

di rel igione cattol ica, né tantomeno del l ' ora laica, esso de�e-rim�­

nere una parol a v issuta, annunciata ed insegnata da autent1c1 testl-mom.

Siamo persuasi che lo Stato i n quanto tale non abbia alcuna competenza religiosa e che quindi , a rigar di termi�i , non debb_a preoccuparsi del l ' in segnamento religioso, obbl igarono o fac�lta

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vo che sia. Per noi è mol to meglio l iberare lo Stato da Simile incombenze e la B ibbia da tali i nterferenze.

E ' anzi necessario che lo Stato si astenga da tutto ciò che possa contribuire a pri v i legiare una particolare confessione religios� o arel igiosa, perché l a l ibertà religiosa dev ' essere salvaguardata fmo irl' fondo. L' i struzione deve rimanere nell ' ambito del l e competenze del l e famiglie e del le chiese, punto e basta. Come docu m�nta

_a�che

l ' articolo sul la l u nga battagl ia giuridica legata al i ' ora di rehgwne cattolica ne ll a scuola, lo Stato ed i suoi organi hanno manifestato una notevole confusione nel l ' affrontare la questione e questo è probab i lmente dovu to alla mancanza di idee sane i n �roposito.

_C1_è

dunque b isogno di delineare una v isione del l ' istruz10ne a_ssm d1�

versa da quel la oggi· dominante e in questo numero cerchiamo d1 dare il nostro contributo.

P. B.

Studi di teo!qgio _V ( 199,3) 3-11

LE QUALIFICHE DELL'INSEGNANTE

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Corrado Grottoli o

L' Associazione laica di cu l tura bibl ica, attraverso i l proprio not i ­ziario Biblia del 3 novembre 1 989, ha diramato un appel lo , a favore del l ' inserimento della B ibbia nel la scuola italiana.

L' appel lo fa r iferimento ad un "programma aconfessionale di cul tura biblica" e chiede che sul l a "B ibbia si fornisca una solida informazione di t ipo tematico, storico, fi lo logico e letterario che potrà essere assunto dai suoi desti natari sia come arricch imento culturale sia come stimolo per un approfondimento rel igioso per­sonale " .

Esso è stato sottoscritto da rel igiosi e laici , giacché i l carattere aconfessionale che tale insegnamento assumerebbe, dovrebbe rap­presentare una garanzia contro i ben noti pericol i del dogmatismo e del le strumentalizzazioni . In pratica, si tratterebbe di i ntrodurre g l i al l ievi al lo studio del la Bibbia e fornire loro gli strumenti i ndispensab i l i per una corretta esegesi dei testi .

Credo che i l progetto meriti tutta la nostra considerazione, sia per la validità di un tale insegnamento, s ia perché la cu ltura bibl i ca i n Itali a è assai carente e spesso anche là dove viene letta l a B ibbia viene letta in maniera discutibi le : o perché si è priv i dei fondamen­tal i strumenti di base e di un metodo di studio adeguato, o perché si parte da presupposti i nterpretati v i poco ri spettosi del testo stesso.

o L 'A. è pmfessore d 'ita!iww nello scuola sllllllfe. Acconto allo s/lu.finmo�ione lettemrio. /111 srudiato teologio in Canada e riveste artlwlmenle Ili W responsabili là in seno allo Chieso el'ange/icu di Do111odosso!o. /-la giù collaborato a Sdt con 1111 articolo su "Il coll/e.I'W swrico dello collll'lli'ersiu arminùtna-calvinista nel XVI secvlv".

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4 C. Grottoli, Le qualifiche dell 'insegnai/le

Ciò rende p iù diffici le l a comprensione del testo, vale a dire, i l risal i re a l pensiero del l ' autore (che è quanto l ' esegesi s i propone d i fare) e la sua applicazione al la v ita e d alla pratica di ogni giorno (sebbene un ruolo tutt' altro che secondario spetti al lo Spiri to Santo e a l la preghiera) .

E' necessario, dunque, incoraggiare tutto quanto possa contri­buire a correggere una situazione come quel l a ital iana in materia di cultura e di studi b ib l ic i .

I firmatari dell ' appel lo han no voluto mettere in evidenza la premessa, cu i abbiamo già fatto riferimento, e su l la quale tutto i l programma s i dovrebbe basare: i l suo carattere aconfessionale. Essi, infatti , non in tendono "prendere posizione c irca un insegna­mento confessiona le del l a rel igione nel la scuola di Stato ( . . ) nè i nterferire con l e modalità d i lettura bib l ica proprie del l e varie confessioni rel i giose "ma perseguire una lettura scientifica nel metodo e neutrale nel l a sostanza" . . Ora si sa che nel l ' affrontare lo studio di un qualsiasi tTsto 'Iettarario (e la Bibbia non fa eccezione) occorre essere i l piì:t poss ibi le oggetti v i e rigorosi : si dovrebbe conoscere la l i ngua in cu i ·g l i otig inal i furono scritt i , i l periodo storico, l ' ambiente sociale ed economico in cui l ' autore v isse, ecc. Il rigore scientifico e la correttezza sono i mprescindibi l i i n questo tipo di lavoro, tanto p iù che numerosi e lementi d i carattere introduttivo o contenuti nel testo, come per esempio, le date, i personaggi , i l uoghi e tante al tre informazioni , non sono interpretab i l i e verranno assunti come tali indipendentemente dai presupposti e dal l a particolare angolatura da cui si affronta lo studio del testo.

Tuttavia, come è stato dimostrato da Schleiermacher a B ul ­tmann e Gadamer, l a perfetta oggettività è impossibi le, una sorta d i mito i l l usorio e fuorviante, u n presupposto essa stessa che ostacola più che favorire la scientificità 1 •

1Cf Anthony C. Thiselton. 71-re Two Horizons, Grand Rapids, Eercl mans 1980.

Snrdi di-reo/ogia V·( 1993) 3-1 l 5

Dobbiamo tener presente che i presupposti adottati consapevol­mente od inconsapevolmente dall ' i nterprete sono assai più impor­tanti, dal punto di v ista del le conseguenze, che eventual i di vergenze di carattere metodo logico. Pertanto, n e l i ' interesse del rigore sc ien­t ifico, essi andrebbero rimossi, i n caso contrario si dovrebbe subito appurare quali di essi possono utilmente intervenire nel processo ermeneutico ed i nflu ire positivamente sui risultat i e sul le conclu­sioni del la ricerca.

Si deve quindi capire che nessun aspetto del rapporto fra l ' i n terprete ed i l testo prescinde da una precomprensione teo logica e da presupposti di partenza e che un esame di essi deve essere i l. primo passo da compiere nel l ' i nterpretazione sc ienti fica dei testi .

La personalità del l ' interprete, benché per lo più a l i vello i ncon­scio, avrà sempre un ruolo importantissimo in questo lavoro, per non parlare del le l acune, del le preferenze, del le i nclinazioni al l'ot­timismo o al pess imismo, del l ' ambiente sociale o del la preparazio­ne cu l turale del l ' interprete stesso. Ecco perché egl i deve permettere al testo di modificare i propri presupposti e la precomprensione con cui si avvicina ad esso, a ltrimenti non potrà evitare di proiettare su quel lo le proprie idee e riscoprire ciò che conosce già.

I l dialogo ha l ' i nterprete e i l testo non dovrebbe mai interrom­persi , bensì approfondirsi s ino a tì·antumare l 'originari a precom­prensione de ! l ' interprete, fornendogl iene un ' al tra completamente nuova dal la quale continuare ad interrogare il testo ed anal izzarne i contenuti .

Quando la priorità è data al testo le barriere fra i due scompaiono e l ' interprete si accorge che ne l l ' i nterpretare il testo, quest ' u l timo " in terpreta'' l ui .

In altri termini , nel capire il testo capirà meglio sé stesso al la l uce di quel la Parola e si sentirà capito da essa. Al lora l'autorità del la Scrittura sarà affrontata seriamente e la Parola di Dio non rappresenterà un codice da osservare legal isticamente ma una Parola v i vente che parla al l ' uomo nella precisa si tuazione in cui si

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6 C. Grottoli, Le qua/ijiche dell'insegnall/e

? trova-. Mi rendo conto che i l t ipo di approccio che s to cercando di

delineare appaia chiaramente assai poco neutrale, quindi opposto a ciò che s i cerca di i ntrodurre e, come tale, i mproponib i le i n una scuol a di S tato che è espressione d i una società che s i vuole l aica e p lural istica.

I l problema scaturisce dal fatto che un l ibro che afferma di essere l a Parol a di Dio venga in trodotto in u n ambiente secolar i:z!­zato che ha escl uso Dio, l ' autore stesso di quel l ibro, dal i ' orizzonte del la storia, e che si considera autosufficente, tranne che i n periodi di grandi calamità.

In secondo l uogo è bene domandarsi perché introdurre la B ibbia nel l a scuol a : per gli stessi motiv i per cui s i leggono l ' I l i ade e l a Div ina Commedia, oppure per riproporre dei valori rel igiosi e moral i ad una società che ne è assolu tamente priva?

Terzo, si chiede a degl i i n segnanti di i nsegnare un l ibro che l a maggior parte d i essi forse conosce poco, che senz 'al tro non ha sttidiato a ll ' un iversi tà, tranne qualche eccezione, e verso il quale, pr(;)babi lmente, non sa quale atteggiamento assumere.

Ten iamo presente che l a B ibbia non è come g l i altri l ibri, g iacché essa afferma di essere la Parol a del Dio che si rivela agl i uomin i, esortandol i al ravvedimento e al l a fede. D i tì-onte ad u n tal e l ibro, come pure al l' inv i to che esso contiene, n o n è possib i le l a neutral ità: o lo s i accetta senza riserve, o lo si r ifi uta, n o n esiste una v ia d i mezzo.

La non-scelta è già di per sé una scelta, un rifi uto e in sostanza u n giudizio nei confronti di essa.

Desidero q u i suggerire alcuni spunti di riflessione senza passare i n rassegna i vari metodi di lettura dell a B ibbia: al legorico, letterale, storico-crit ico, ecc. che, tuttavi a, l ' i n segnante dovrebbe conoscere

2Graham N. Stanton "Presuppositions in New Testament Criticism" in NeiV Tesrament

lmerpretation. Essays on Princip/es and Methods, L Howard Marshall (ed.), Grand Rapids, Eer­dmans/Exeter, Paternoster 1979, pp. 60-71.

Srudi di reo!qgio )Il ( 199,3) 3-1 l 7

per mostrare agl i a l l ievi la loro appl icazione ai di vers i generi lettarari presenti nel la B ibbia e le different i conclusioni cui essi ci permettono di giungere . Qui sta, a mio avviso, la differenza fra i ndottr inamento ed educazione: l ' insegnante, per correttezza ed onestà, dovrebbe sempre far presente agl i al l ievi la premessa da cu i i l �uo lavoro prende avvio ed i l met9do usato, ponendo loro in condizioni d i acquis ire l iberamente gl i 'strumenti del la conoscenza. Considero questo un buon metodo eli insegnamento ma anche un tasto dolente del la nostra scuola e dei l ibri di testo che v i c ircolano.

In defi n itiva, la domanda che le rifless ioni fi n qui esposte sott intendono è l a seguente: deve l ' interprete essere necessariamen­te un credente oppure no?

Alcuni hanno risposto affermando che la fede degl i autori dei l ibri sacri deve essere condiv isa e professata anche dai loro inter­preti . In caso contrario si potrebbe tutt' al più comprendere c iò che i l testo s ignificò allora e non c iò che esso significa per me oggi3•

La vera conoscenza, infatti , cui le Scritture stesse fanno ri feri­mento, non è quel la teorica ed astratta del la tradizione fi losofica, ma una conoscenza personale ed esperienziale legata non solo a l l ' i nsieme dei dati d isponibi l i ma, in part icolar modo, alla parte­c ipazione a l i vel lo i mp lic i to del l ' uomo nel la sua total i tà.

Un secondo gruppo ha giustamente osservato che molte parti del l a Scrittura, del Nuovo Testamento in particolare, sono state scri tte per suscitare la fede, non per consolidarla. Le parabole eli Gesù non erano certo ri volte acl un pubbl ico che condiv ideva i l suo punto di v i sta, esse miravano prop1io a v incerne le resistenze. Molti brani contenuti nei Vangeli e nel l ibro degl i Atti furono usati

· princ ipa lmente nel l a predicazione missionaria del la chiesa primi­t iva, ecc.

Come possiamo, dunque, risol vere questo di lemma fra due posizioni ugualmente sosten ib i l i ? Affermare che le pag1 ne del

3Cf A. Terino. L 'origine del Penwreuco, Fondi (Lt). UCEB 1986, pp. l 0 1 ss.

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8 C. Gronoli, Le qualifiche dell'insegna/Ile

Nuovo Testamento indirizzate a credenti possano essere comprese pienamente solo dal ! ' ottica del la fede e che la comprensione dei testi evangel istici non richiederebbe un tal e presupposto è eccessi­vo. Il Nuovo Testamento non si lasc ia dividere esattamente fra queste due categorie4: uno stesso brano del la Scrittura p uò a volte, ottenere contemporaneamente i l duplice scopo di suscitare la fede e di confermarla.

Per G.N. Stanton - addiri ttura - "se i nterpretare vuoi dire dialo­g4:re con il testo, domandarsi se l ' in terprete debba essere o non debba essere u n credente equival e a porsi una domanda sbagl iata. Sarebbe una domanda val ida - continua egli - se l 'interprete potesse far da spettatore, isolarsi perfettamente dal testo e assumere una comoda posizione di neutralità. M a s iccome ciò è i mpossibi le e controproducente, dato che l ' esegesi è considerata u n dialogo in interrotto fra l ' in terprete e i l testo, i l presupposto di partenza del l ' interprete diventa meno importante del la sua volontà e pron­tezza a correggere o sostituire completamen te la precomprensione con cui si avvicina ad esso ( . . . ) . L'esegeta non può permettere -scrive ancora l ' autore - né i propri preconcetti né l a propria pre­coÌnprensione di dominare la l ettura del testo. Tuttavia essi non possono essere evi tati total mente ma non debbono rappresentare n iente p iù che una porta attraverso cui i l testo viene avvicinato. Quest' u�timo .d�ve avere la priorità: . l ' i nte�rete si trov.a d� fì-ont1 ad esso m mmlta e prega, attraverso 1 metodi del lo studio ngoroso e le domande che g l i sottopone, di poter riascol tare la Parol a di Dio in tutta la sua i m mediatezza.

Questo -conclude egl i - è i l compito entusiasmante dell ' i nter­prete, ma è anche un compito rischioso : la Parol a di Dio spazza v ia i nostri comodi e sicuri preconcetti : è una parola di giudizio come pure di grazia"5.

4Graham N . Stanton, op.cit. , p. 69. 5

tbid., pp. 69-70.

Studi di teolçgio,V (19Q3) 3-11 9

Mi sembra di poter dire, a questo punto, che chiunque sia di sposto a ri vedere la propria precomprensione al la l uce di quella derivante dal la lettura del la B ibbia sia già molto avanti su l l a via della conversione. In quel lo, infatti, i l seme del la Parola non è rimasto patrimonio inte l lettuale ma ha trovato un terreno fertile dove germogliare e portare frutto.

Credo, insomma, che gli insegnanti megl io qualificati ad inse­gnare scientificamente la B i bbia nel la scuola siano proprio i cre­denti o, almeno, coloro che fossero su l l a v ia per diventarlo.

Si può dire, i n altri termini, che l'i nterpretazione pil:1 autentica sia quel la che muove dal la fede o che conduce a l la fede. In sostanza, autentica interpretazione e trasformazione interiore sembrano, al­meno in parte, coincidere: il veri ficarsi del ! ' una produce i l verifi­carsi clel l ' al tra.

Non c ' é dubbio, infattì , che una buona interpretazione del la Scri ttura conduca al la fede, o possa condurre a l la fede, oppure la confermi se questa era già presente nel l ' interprete.

E ' ormai chiaro che con i l termine "scientificamente" non i ntendo un tipo di insegnamento neutrale ma:

a) una piena disponibil ità a modificare radicalmente la propria precomprensione per adottare quel l a che il testo stesso suggerisce, anche quando ciò significa ridimensionare o ripudiare il bagag lio dogmatico del l a moda teologica del momento o del la confessione di appartenenza, abbia o non abbia l 'imp1imatur di un qualche magistero ecc les ias tic o;

b) possedere una sicura padronanza degl i strumenti tecnici più aggiornati del la esegesi e del la moderna critica bib lica da subordi­nare incondizionatamente al l a premessa di cui sopra.

Ignorare consapevolmente l ' atteggiamento di ostilità verso la B ibbia, respingere quel lo cosidetto neutrale come improponibile conduce, per uRa interpretazione realmente scientifica, al l ' unico presupposto c he considero val ido, la fede : o come punto di partenza del processo ermeneutico, o come punto di arrivo eli una pri ma fase el i esso . In entrambe i casi c i troviamo di fronte acl una fondamentale onestà di cuore e la Scrittura è accettata per quel lo che essa ailerma

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lO C. Grotlo l i , L e qualifiche dell'insegnol1/e

di essere, vale a dire, l a Parol a autorevole ed ispirata da Dio. I l processo ermeneutico, attraverso cui i l lettore si avvicina a l la

Parola l asciandosi trasformare da essa, v iene descritto dal l ' apostol o Paolo n e l primo capitolo del la lettera a i Colosses i , dove s i afferma che " l a profonda conoscenza del l a volontà di � io" determina �n cammino "degno del S ignore" che, a sua volta, n manda al l a Sc.n t� tura per i ncrementare l a conoscenza di Dio che produce u l tenor� ripercussioni su l nostro comportamento, e così via. Una sorta di spirale che ci permette di andare i n profo.ndit�, u n �ò �ome l a sc�l� del pozzo di San Patrizio ad Orvieto . D i c 1rcoh o. sprra�1 �rrr:eneutiCl potrebbero esservene, tuttavia, diversi , uno de1 quali hm1tato a l i� sfera in te l letti va del l ettore, deciso a non permettere al l a Parol a d1 scendere nel suo cuore e di trasformarl o . l

Infatti è a l cuore dell'uomo che D io parla attraverso l a Scrittura ed è nel cuore che si prendono le decisioni che contano, l e decis ioni esistenziali compresa quel l a di non voler credere.

: Insospettisce fortemente quel tipo di conoscen�a distaccata, impersonale, basata su l la dicotomia fra l a ragione ed Il cuor� e tal� da priv i legiare inspiegab i lmente l a prima. Scontiamo ancora 1 danm prodotti dal l ' Il lumin ismo settecentesco e dal suo culto dell� "de� ragione" e, benché ci i l ludiamo di essere dell e creature .razwn�h che decidono sempre nel la maniera più oggetti va e spassiOnata, m realtà non c i rendiamo sempre conto che le vere decisioni sono prese attraverso l ' apporto preponderante e determinante del l a no­stra affettiv i tà. Questa i nconsapevolezza non sembra certo deporre a favore del l a rigorosità scientifica.

Dovremmo cercare, i nvece, di recuperare un genere di cono­scenza tale da dare il giusto spazio a l l ' inte l letto ed al l ' affettiv i tà, che sia anche esperienziale e non prescinda dal le istanze etiche del l a persona umana.

La B ibbia parla soprattutto del cuore ed al cuore del l ' uomo per permettergli di aiutarlo a conoscere Dio e ad essere conosciuto da Lui . Tal e conoscenza non è di tipo meramente teoretico ma l ' appli­cazione pratica, l ' esperienza di un rapporto di a l leanza, d ' amore e di fedel tà, come quel lo fra marito e moglie descritto dal profeta

Swdi di leolo:�io V ( 1 993) 3- 1 1 Il

Osea. I l Creatore non può essere l ' oggetto dell e nostre i nvestigazioni,

Egli è il S ignore, pertanto la verità divina, assoluta, che l ' uomo per natura non possiede, potrà essere conosciuta solo nel la misura in cui sarà Dio stesso a ri velarg l ie la. E ciò avverrà solo nel l ' ambito di un rapporto di fedeltà, di consacrazione e di amore per Lui . Al di fuori di ciò vi è solo idolatria6•

Ecco perchè, scrivendo ai Corinzi , San Paolo ammonisce che, "se alcuno si pensa di conoscere qualcosa, egl i non conosce ancora come di deve conoscere; ma se alcuno ama Dio esso è conosciuto da Lui7•

La verità, i nfatti, è una persona che si può conoscere esclusiva­mente attraverso una rel azione di comunione e d' amore .

Spero di avere reso al meno in parte l ' idea del la compless ità del l ' argomento. Leggere l a Bibbia è indispensabile, ma dobbiamo ricordare con l ' Evangel ista Giovanni che queste cose sono s tate scritte affinché noi crediamo che Gesù è il Cristo, il Fig l i uol di Dio, e affinché, credendo abbiamo vita nel S uo Nomex.

6James M. Houston, l Believe in 1he Creo/or, G rand Rapids, Eerclmans 1989. 71 Cor 8,2. HG v 20,3 1 .

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12 Studi di reologia V ( 1993) 12-17

UN'AMBIZIONE IMPROPRIA

La Bibbia strumento esclusivamente didattico?

Pietro Bolognesi

La prima cosa che salta agl i occhi ad un osservatore anche super­ficiale del l a realtà religiosa italiana, è che malgrado l a crescita di una ponderosa pubbl icistica teologica, l ' uomo medio rimane i n proposito poco p iù che analfabeta. Gl i esempi sono sotto g l i occhi di :'tutti e riguardano tutte le fasce socia l i . Si può dunque capire perché i l l u stri studiosi abbiano pensato al l a possibi l i tà di proporre l ' insegnamento del l a B ibbia nel l ' ambito del la scuol a pubbl ica. In questo articolo, peraltro molto sintetico, vorrei contribuire ad arric­chire la riflessione sul l ' argomento facendo alcune osservazioni su una qualifica dell' i nsegnamento che non mi pare s ia stata fin qui sufficientemente considerata.

Fino ad ora, come si sa, sono fiorite l e l etture rel igiose del testo biblico e ora si vuol reclamare i diritti per una l ettura che dovrebbe essere estranea a presupposti di tipo confessionale e rel igioso. V?. dovrebbero dunque essere degl i i nsegnanti preparati al di fuori d ' ogni discorso confessionale che con una lettura non di fede si l i mitino ad i nterpretare i l testo. Se da un l ato vi sono credenti che fanno letture confessionali, dal i' altro vi saranno dei non credenti che i nterpreteranno soltanto. Da un l ato vi sarebbe i l sacro e dal l ' a ltro i l cu lturale ; da un Jato i l confess ionale e dal l'altro i l laico.

P . Bolognesi;· Un''ambizione imp!Vpria 13

l. Due interrogativi

E' possibi le considerare questo testo sacro come un sempl ice genere letterario? Il laico dirà di sapere molto bene che la propria lettura rimane una lettura parziale, ma le questioni che si pongono vanno al di là di tale ammissione. Qui di segu ito vorrei accennare a due questioni in particolare.

Prima di tutto bisogna sapere se sia possibile scindere il testo in maniera tale da ri spettare le due diverse dimensioni in cui esso si presenta. Come si sa la B ibbia si presenta come parola di Dio i n parole umane. Ci si deve a l lora chiedere se l ' i nterpretazione scien­tifica possa arrogarsi i l diritto di sezionare i l testo al punto da isolare gl i elementi letterari da quel l i strettamente rel igiosi .

Una prima osservazione riguarda cosa si debba intendere per "sacro" e per "umano". E' possi bi le fornire delle definizioni di questi termin i che siano accettabi l i ? Si può seriamente sostenere che esiste una comprensione così netta di queste d imension i del l'esistere? Non c 'è forse la necessità di col legare i due concetti tanto essi sono intrecciati ?

. Ammesso poi che si possa veramente giungere acl u na def in i­ziOne rigorosa di questi concetti s i tratta di stabi l ire i l criterio per ?perare la separazione. Non basta i nfatti sapere cosa si possa mtendere per "sacro" e per "umano", bisogna anche avere un criterio per distinguerl i nel testo bibl ico stesso. Certamente qual­cuno ritiene di poter persino quantificare in percentuale l ' e lemento umano del testo (60%, 70%, ecc . ), ma qual è i l criterio ogoetti vo da uti l i zzare per operare tale cern ita?

0

Una possibi l ità consi sterebbe nel l ' andare al la ricerca degl i e/e­m.enti c01nuni alle varie interpretazioni confession.çzLi per conside­rare questi come gl i elementi cu ltura l i . La dimensione cu lturale sarebbe un po' c'ome i l minimo comune denominatore del le varie letture eli fede. Si può ammettere c iò? Un simile metodo potrebbe attirare per l a sua elastic ità, ma l'oggett iv ità è ev identemente u n ' altra cosa.

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1 4 Studi di teologia V ( 1993) 1 2-17

Qualcuno potrebbe a l lora suggerire u n ' altra v ia e sottol ineare l a validità-dei metodi critici esistenti. Negl i u lt imi decenni v ' è stata infatti una grande proliferazione di metodi di lettura bibl ica che hanno tutti vantato l ' etichetta d i " scientifica" . A mio modo di vedere però non basta dire che si vuole fare una lettura scientifica, bisogna chiarire se si tratterà di una lettura storico-critica, di una materia l i ­sta, di una femmin ista, di tfna psicologica, di una sociologica, ecc. Oggi non è p iù permesso essere i ngenu i . G l i studiosi sanno molto bene qual i siano g l i obiettiv i " risultat i " di due secoh di critica bibl ica. Essi sono veramente poca cosa. Da essi traspaiono più divergenze che convergenze. Le letture che s i vantano di essere le più obbietti ve, sono i l più de l le volte i n netto contrasto tra loro in nome del l a propria obiettiv i tà. E a l lora? Cosa si deve intendere per oggettiv i tà i n q uesto contesto? Chi dice crit ica, dice criterio, ma chi fornisce i criteri al la scienza bib l ica? L' idea di una pura oggett ività del l a scienza rappresenta ormai solo un sogno i ll uministico del tuttp superato, e a llora perché intestardirsi a sbandierarlo?

. Nel l a B ibbia, d ' altro l ato, i vari e lementi si intersecano e si confondono perché fanno tutti parte del l a v ita e la B ibbia è u n l ibro di v i ta. Coinè s i fa a l eggere l ' AT come storia di un popolo e basta? E' possibi le al l ontanare il fatto che si tratta del l a storia del popolo e letto di Dio? Come si fa a leggere i vangel i come storia del falegname Gesù di Nazaret? E' possibi le ignorare la sua qual ità di Figlio di Dio? Come si fa a l eggere la storia del la comunità primitiva facendo conto che essa non sia la comunità del R isorto?

I l grande comandamento dato dal S ignore non contiene alcuna traccia d ' una possibi le scissione tra rel igioso e cul turale . "Ama i l S ignore Iddio tuo con tutto i l tuo cuore e con tutta l ' an ima tua e con tutta la mente tua" (M t 22,37) . A l trove è scritto che il pri ncipio del la conoscenza è i l t imore del Signore (Pro v l ,7) .

La Scri ttura s i presenta in maniera tale da escl udere l a possibi­l i tà di disti ll are in essa e lementi di un t ipo o di un al tro. Tutto fa parte di un insieme che si presenta come rivelazione di D io.

Il secondo interrogativo riguarda lo statuto del testo che potreb­be risu l tare dal l a sezionatura che si ipotizza. B i sogna cioè chiedersi

P. Bo.lognesi, Un'ambizione, impmpria 15

se la decantazione alla quale si g iungerebbe fornirebbe aJ l ' i nterpre­te i l testo del la B i bbia o qualcosa di diverso. Che cosa avviene quando si separa i l testo bibl ico in parti umane ed in parti sacre?

L' ambizione a separare testo umano/cul turale da quel lo sacro si risolve in definit iva nel la negazione della scient(fi'cità stessa. Caratteristica del metodo scientifico non è forse quel la d i rispettare l ' oggetto per come si presenta? Separato dal corpo un braccio non è più lo stesso che quando è unito ad esso . In questo senso i l tentativo d ' isolare non è solo qualcosa d ' artific ioso ed utopistico, ma è anche la negazione del rigore scientifico. che si vorrf.bbe invece privi legiare .

Dù·e metodo scientifico, non significa forse dire metodo? La scienza non è un fine, ma un mezzo. Ciò signifi ca che essa deve servire l ' oggetto in quanto tale e non viceversa. A seconda del la natura del l ' oggetto al lora, il criterio scient ifico per studiarlo dovrà essere diverso. Un essere vivente non può essere studiato con Io stesso apparato investigativo che si uti l i zza quando s i studia una macchina. Ogni indagine richiede un apparato che sia adeguato a ll 'oggetto del l ' i ndagine stessa. Ma se si comincia lasciando da parte u na del le dimensioni proprie al l ' oggetto, si di storce l ' oggetto s�esso . La scienza deve dunque essere al serv izio del l ' oggetto e non v1ceversa.

I l senso d ' una formazione teoricamente così parziale, è anche messo in discuss ione dai moltepl ici aspetti in cui Io stesso appren­dimento avviene. In genere quest 'u l timo si configura sempre come una si ntesi di valori teoretici, pratici , personal i , contestual i , ecc . L' obiettivo di un ' istruzione ad una sola dimensione appare dunque come una pia utopia. Un' utopia che può rimanere tale so lo se si conserva a monte una vis ione atomistica del sapere che comporterà inevitabi l mente tragiche schizofrenie .

S i deve inoltre ri levare che siccome l ' e lemento re l igioso non costitu isce solo una caratteri stica in al iena b i le del testo, ma anche una condizione essenziale alla sua interpretazione, è da ri tenere che i l testo non potrà essere interpretato correttamente se non sarà conservato nel la man iera in cu i esso s i presenta. Quale sinton ia

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1 6 Studi di teologia V ( 1993) 1 2-17

potrà infatti esserv i quando si pretende anestetizzare una parte del testo?

Se ne deve dunque concludere che come l a lettura di fede non può fare a meno d i quell a culturale, così quel l a cu lturale non può fare a meno di quell a di fede. Esse sono inseparabi l i come lo è i l testo stesso e com� n�n può no� esse�·e per l ' in terpr�t� stesso. O s1 legge dunque l a B ibbia come nvel azwne urhana e divma, o non SI legge l a B ibbia . Tutte l e soluzioni a lternati ve attentano all ' autopre­sentazione del testo stesso e sono destinate a deformarlo anziché a spiegarlo.

2. Conclusione

Se è proprio a l la ratio aprirsi a tutte le ragioni , non ci dovrebbe essere motivo per credere che queste osservazioni non vengano prese in seria considerazione da coloro che sono i nteressati a superare l a diffusa i gnoranza che c i rconda l a B ibbia e sono i mpe­gnati a tiflettere sul l a questione.

La questione riguarda dunque anche le l etture del testo bibl ico fatte da coloro che s i dicono credenti. Pensare che essi possano c imentarsi in una lettura escl us ivamente cu l turale è una vera e propria assurdità. Se si prende sul serio quanto hanno sottol ineato in modo così chiaro i R iformatori a proposito del l ' interpretazione e cioè che il testo deve spiegarsi da solo (Scriptura sui ipsius interpres), non si può lasciare da parte ciò che hanno fatto g l i stessi interpreti del N uovo Testamento. Essi hanno fatto un ' esegesi dell ' Antico Testamento che non ha posto da un l ato l ' e lemento c u lturale e dall ' a ltro quel lo " spirituale " , ma l i hanno conservati entrambi . Un ' esegesi del l a B ibbia che tenti di fare i l contrario non sarà mai un ' esegesi accettabi le .

La Scrittura, in tutte le sue parti , s i presenta come la r ivelazione di Dio in parole d i uomini . In modo i mpl ic i to o esp l icito ogni i nsegnamento è accompagnato ed impregnato del l a necessità di scegl iere chi servire, Dio o i l mondo. Anche i testi che hanno inl

P. Bolognesi , Un 'ambizione impropria 1 7

apparenza u n sapore p i ù i nformativo o didattico, in ultima analisi hanno sempre a che fare con l ' annuncio del la salvezza o l ' edifica­zione del l a chiesa. Come tal i obbl igano sempre ad una presa d i posizione per o contro Colu i che si è r ivelato. Dio richiede sempre dei confessanti e non sempl icemente dell e persone in possesso d' i nformazioni l etterarie sul la Sua rivelazione.

Per sapere che Gesù è venuto dopo i l profeta Isaia, che è esistito sotto Ponzio Pi l ato, che ha preceduto l a scoperta d e l i ' America e la r ivoluzione francese, basta un dignitoso l ibro d i storia piuttosto che uno specifico corso di cul tura b iblica. Perché o si legge la B i bbia come rivelazione umana e divina, o non si legge la B ibbia. Tutte le sol uzioni al ternative, per quanto possano dare l ' impressione di qualcosa d i megl io che nu l la, sono in defin itiva meno di nu l la . S i risolvono infatti in una deformazione del testo anziché i n una sua spi egazione.

"Se potessi o dovess i lasciare l ' uffic io del l a predicazione ed altre­i ncombenze, non vorrei avere a ltro compito che quello d i maestro di

scuola a insegnante dei ragazzi, perchè so che quest' opera, accanto

all 'ufficio del l a predicazione, è la più uti le , la più grande e la m ig l iore

di tutte " . ·

(M. Lutero, WA 30, II , 1 5 3 0, 5 17-58 8 ; tr. i t . , Opere Sce/te/4, a cura d i M. C. Laurenzi , Torino, Claud iana 1 990, p. 129)

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1 8 Studi di teologia V ( I 993) I 8-34

L ' INSEGNAMENTO DELLA BIBBIA

NELLE SCUOLE STATALI EUROPEE

Lidi a Goldoni o

I l documento che prenderò in esame in questo articolo consiste i n u n sondaggio effettuato da l Censis su l l ' insegnamento del la B ibbia nel l e scuole statal i europee, integrato da una serie d i i nteressanti considerazioni . La sua i mportanza può essere megl io valutata se si cqnsidera che esso rientra in un p iù ampio progetto di ricerca esplorativ a, condotta da operatori sociali in campo educat ivo. La �ivulgazione è stata effettuata sia tramite una pubblicazione dal titolo : " La presenza dell a B ibbia nelle scuole statali dei paesi europei" (CENSIS, Roma, ottobre 1 99 1 ) , sia nel corso del Conve­gno nazionale promosso dal l ' associazione " B ibl ia" a Bologna nel l 'ottobre del 1 99 1 . '

l. Come sarà trattato

J:?opo av�r esposto brevemente le osservazioni pre l im inari dei ncercaton.sul contesto sociale e culturale europeo, farò riferimento al i ' impostazione metodo logica da loro adottata, ai dati emersi dal sondaggio, al le i nformazioni desunte dalla documentazione di ri ­feri�ento e alle conc lusioni da loro raggiunte . Proseguirò poi anallzzando in modo più approfondi to a lcune direttive di fondo

o L'A. è laureanda a l i ' U niversilà di Parma. Membro del la Chiesa crist iana evange l ica di Formig ine (Mo).

L. Goldoni, L 'iusegmunellto della Bibbia nelle scuole stwali europee 1 9

del l a ricerca. Per questa anal i s i , m i tornerà uti le mettere a fuoco alcuni termin i ricorrenti nel documento che , a mio avviso, eviden­ziano idee e concetti assunti in modo non sufficientemente critico e problematico. Non sarà superfl uo, a questo punto, dichiarare che i miei presupposti aderiscono ai punti di una espl ic ita confessione di fede cristiana evangelica ' . A l la luce di tal i presupposti , cercherò infine di esprimere una valutazione compless iva della ricerca.

2. Note introduttive di contesto

L' anal is i pre l im inare condotta dai ricercatori del Censis su l la realtà soc iale europea indiv idua nei rapidi processi di mutamento l ' es i­genza di una di versa e migl iore qual i tà di intervento, definita : ·sociale evol uto"2 • I n particolare, si ri leva la necessità d i completare I l processo di unificazione del l ' Europa, di dare spazio a l le emer­genze e ai nuovi b isogni espressi dal l a società (non ticonducibi l i esclus ivamente a quel l i economici , pol it ici , tecnologici ecc . ) , di assorb i re g l i enormi contraccolpi causati dal lo sciog l imento dell 'Est europeo. Si auspica, quindi, l ' avvento di una sorta di "autocoscienza coll ettiva del sociale"' costruita dal basso, tramite l ' i ndiv iduazione e la promozione di una ri nnovata "comune cu l tura �ocia le"� , rispettosa del le diversità, ma tendente a una loro possibi le mtegrazwne. Questo movimento s i porrebbe come polo dialettico rispetto a quel lo istituzionale, con le sue tipiche loo-iche di i mposi­z.ione dall ' .alto. In tale contesto, prendono corpo d;gl i interrogat ivi nguardantl i l ruolo dell a rel igione e del "fenomeno cristiano"5 nel la c u ltura europea, e l ' opportuni tà del ! ' i nsegnamento del la B ibbia nel l e i stituzioni scolastiche stata l i , teso a ridefin ire i l senso del la

� " La confessione d i fede di una giovane ch iesa" Swdi di teologia I I ( I <)7<)) N . 4 , pp. I 30- 1 33. -La presen:a della Bibbia nelle scuole statali dei poesi europei. Considemz.ioni o J'anire da

un SOII{�tggio, CENS I S , Roma, otrobre l <)<) I . . 1/Jid., p. 4. 4 lbid. p. 4. 5

/bid. , p. 5 .

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20 S!Udi di reoiogia V ( l 993) 1 8-34

vita . L' attual i tà di questi intenogat iv i è ricondotta da un lato a una nuova apertura nei confronti del l inguaggio del l a fede rel igiosa, al l ' i nterno del p lurahsmo ideologico e cul turale, dall ' al tro l ato, ad una sorta di i nsoddi sfazione nei confronti di mode l l i cu l turali ritenuti ormai inadeguati , in una società europea che sembra oggi avere smarrito ogni punto di riferimento.

Nell ' anal is i del contesto europeo g l i autori segnalano, inoltre, la presenza di alcuni dati i mprescindibi l i . A . La mutata rilevanza della religione Accanto al dec l ino del l ' i nfluenza dell e i stituzioni ecclesiali su l la società, s i registra, per contro, una certa rinnovata attenzione per l a rel igione, i ntesa come sensib i lità a l l a dimensione spi rituale e non come mera pratica l i turgica. B. La dialettica tra scuola e religione I l problema del l ' insegnamento del l a rel igione nel le scuole pubbl i ­che trova diverse proposte d i soluzione. Un fattore comune è �n di v iduato ne l la necessità d i giustificare la presenza dell a religione in una scuola, com ' è que l la d i oggi, "didatticamente avanzata"6, in cui le discipl i ne commisurano la loro p lausib i l ità a cri teri d i effi­cienza e competit ività. In assenza di un chiaro assetto epistemologi­co del sapere imparti to nel l a scuola, non si i ntravede per la rel igione a ltro approccio che quel lo ispirato a " ragioni umane, cu lturali , funzional i "7 , nel l ' intento di promuovere l ' acquisizione del "patr i­monio comune dell' identità europea"8• C. La problematica delle chiavi di lettura della Bibbia Non poteva mancare i l riferimento a una questione centrale, que l la dell ' interpretazione del la B ibbia. Gl i autori si avventurano nel l ' am­bito del l ' ermeneutica appell andosi a l l ' autorità (a l oro avv iso i ndi­scussa) d i Paul Ricoeur e deg l i approcci critici moderni . Auspicano, quindi , u n ' integrazione di tali approcci a l ive l lo ecclesiale e un

61bid., p . 7. 71bid., p. 8. 8/bid., p. 8.

L. Goldoni, t 'insegnamento della Bibbia nelle scuole stwoli europee 2 1

superamento del la prospett iva teologico-confessionale nel la didat­tica del testo bibl ico.

3. Osservazioni metodologiche

Secondo l e l i nee metodologiche del l a ricerca esplorati va, i l sondag­gio ha preso avvio da un ' ipotesi generale . Si è trattato, in breve, di verificare la corre lazione tra l ' i nsegnamento del la B ibbia nel le scuole statal i europee e una modalità di approcc io didattico non "autonomo . . . ma confessionale"9• Per la real izzazione del progetto ci si è avvalsi di due strumenti : un ' i ntervista strutturata a testi moni privilegiati (vedi questionario a pag. 34) e un 'analisi del l a docu­mentazione più aggiornata sul l ' argomento 1 0•

I paesi coinvo l ti sono stati 23 : Austria, Belgio, Bu lgaria, Ceco­s lovacchia, Danimarca, Fin landia, Francia, Germania, Grecia, Ir­landa, Jugoslavia, Lussemburgo, Malta, Norvegia, Olanda, Polo­nia, Portogal io, Regno Unito, Romania, Russia, Spagna, S vezia, Sv izzera. E' stata esc lusa l ' Itaha, di cui è data per scontata la conoscenza del l ' argomento. l testimoni i nterpel lati tramite questio­nario (reperit i in ambito ecc lesiale) sono stati 40, dei qual i solo 27 banno fatto pervenire una risposta.

4. Informazioni emerse dal sondaggio e dall'analisi della docu­

mentazione

I n sintesi , si possono ri levare i seguenti dati (vedi tab. l ) : - l ' i nsegnamento dell a B ibbia nel le scuole statali è segnalato da

24 risposte su 27 ; - l a scuola primaria appare quel la più interessata ;

9/bid. , p. I l . 1 °F. Payer, L 'iiiSegnamentv scolastico della religione /Iella nuol'a Europa, Tori no , Leumann.

El le D i C i 1 99 1 ; Consig l io del le Con ferenze Episcopal i Europee, L 'insegnamentv della Religione Cat!Oiica nella scuola pubblica d�i Pc1esi Europei, Roma 1 99 1 , datti loscri lm; lst i l u to di Cmechetica U.P.S . , Dizionario di Catechetica, Torino, Leumann. Elle Di Ci 1 986; G. M a l iz ia- Z. Trcnti (" cur" di), Una disciplina in cammino, Torino, SEI 1 99 1 .

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22 Studi di reologia V ( 1 993) 1 8-34

Tab. l - Insegnamento della Bibbia p revisto nei programmi scolastici delle scu<)le statali dei Paesi e uropei inte rvistati.

[tems Prospetto generale (Area protestante­ortodossa-cattolica)

(Tot. 27 quest ionari ) Sì No

l . Presenza dell'inse­gnamento della Bibbia

2. Livello di scuola .Primaria l Livello .Primaria Il Li vel lo .Secondaria j un ior .Secondaria seni or

24

24 2 1 1 6 1 4

3 . Modalità d' insegnamento

.Confessionale 1 9

.Non-con fessionale 8

4. 'Legislazione Srato-Chiesa .Con accordi 22 .Senza accordi 2

3

l 4

Area non-catto l ica Area catto l ica

(Tot. 17 q uestionari ) (Tot. IO q uestionari) Sì No - Sì No

1 4

1 4 1 2 9 8

I l 6

3 2

2

I O

I O 9 7 6

8 2

9

2

2

- l ' insegnamento dell a B ibbia è i mpartito, per l a maggioranza dei casi ( 1 9 su 27), in modo "confessionale" ;

- l ' insegnamento dell a Bibbia è regol ato da un accordo tra S tato e Chiesa.

L' analisi della documentazione offre poi a ltri e lementi su l la s i tuazione specifica di diversi paes i . I n A ustria, per esempio, nella scuola pubbl ica la B ibbia compare tra g l i altri hbri eli testo e i l suo i nsegnamento da parte dell a Chiesa Cattol ica è presente soprattutfo nelle scuol e superiori . In B elgio l a scuola pubbl ica offre una larga varietà di approcci alla rel ig ione, a causa del l a estrema eterogeneità degl i a lunni . In Francia lo statuto dell ' insegnamento rel igioso(IR, d' ora in poi) non è defin i to chiaramente, ma è l asciato al l ' in iziativa locale. Larga parte dell ' opinione pubblica si s ta mobihtando affin­ché l a scuola l aica impartisca alcuni i nsegnamenti basi lari del l a tradizione b ib lica, soprattutto per l ' inserimento dei giovani in una

L. Goldon i , Uinsegnamenro della Bibbia nelle scuole srow!i eumpee 23

società che, storicamente, non può presci ndere dal cristianesimo. In Germania, prevale oggi i l metodo del la corre lazione tra Bibbia ed esperienza soggettiva.

Nel le scuo le pubbl iche, comunque, la Ch iesa Cattol ica impar­ti sce un insegnamento confessionale. La Chiesa Evangel ica (ade­rente al l ' EKD) fa appel lo al le basi scientifiche e a l la l i bertà el i coscienza del l ' i nsegnante nel l ' i nterpretazione dei contenuti del la fede. In Grecia prevale un i nsegnamento tradizionale eli re l igione ortodossa, secondo un 'ottica te o- logico-apologetica. N el i ' Irlanda protestante la B ibbia è (ancora ! ) cons iderata Paro la eli Dio e non prevede, quindi, un approccio cos iddetto laico. In Norveg ia si segnala (con un certo fastidio) un ritorno al i ' insegnamento del la B ibbia in senso opposto al i ' orien tamento an·u·opologico prevalente negli anni '70. In Olanda non è prev isto uno spec ifico lR; è presente, invece, nel l a scuola pubblica una materia chiamata " edu­cazione al l a v isione del l a v i ta" , basata su l p lurali smo re l igioso. I n Portogal lo (come negl i altri paesi cattol ici : Mal ta, Irlanda, Spagna ecc . ) l ' IR è decisamente catechistico e confessionale. Nel Regno Unito, secondo le u l time di spos izioni legis lati ve, la rel igione è studiata come fenomeno cu l turale, e il cristianesimo è trattato come parte del lo studio del l e rel igioni mondiali .

Anche nell e scuole cattoliche I ' IR sta assumendo sempre più i l carattere culturale tipico eli una materia scolastica. In Svezia la B ibbia è studiata dal punto di vista storico-cul turale e secondo un tagl io genericamente informati vo. In Svi zzera, lo studio del l a Bib­bia è eli t ipo cu lturale ed ecumenico, a causa del carattere pluricon­fessionale del l a sua popolazione. Catto lic i e protestanti col labora­no, in una certa misura, a l la programmazione del i ' IR per la scuola primaria. In Europa Orientale, accanto a una vera e propria cate­chesi (cattol ica e ortodossa) si comincia a val utare anche la possi­b i lità di un apprùccio più cu lturale al la re l igione. In Ungheria la B ibbia è studiata nei corsi di l etteratura; nel le scuole pubbl i che primarie e secondarie del la Roman ia c 'è la possibi l ità eli optare per uno studio specifico della Bibbia.

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24 Srudi di reologia V ( 1 993) 1 8-34

5. Conclusioni

Ed ecco, i n s intesi , l e concl usioni cui sono gi unti i ricercatori del Censis . Preso atto di un 'eredità storica conflittuale nei paesi europei (a partire dall a Riforma), si afferma in modo perentorio che l a confessionalità non è p iù u n a prospettiva adeguata per l ' insegna­mento dell a B ibbia, inoltre anche da parte del l e stesse confessioni cristiane si va diffondendo un atteggiamento ecumenico di condi­v isione e ricerca d i val ori comuni . Ci s i rammarica del fatto che l o studio culturale del la B ibbia, condotto "prescindendo dalle fedi rel igiose" 1 1 sia ancora poco d iffuso ; c i s i dimostra, inoltre, scettici su ll ' effic ienza del sistema scol astico nel rispondere a una domanda così complessa, come sarà quell a del l a società europea, i ntercul tu­rale e i nteretnica, nell ' i mmediato futuro . Si ribadi sce la necessità di un approccio b ibl ico " non . . . determinato da precomprensioni di fede'"2, dal momento che l ' uomo contemporaneo, per gestire la sqa vita, non si baserebbe più su di u n ' autorità esterna, ma "su l l ' autorità del l e sue competenze" 1 3 • Infine, poi , l ' intenzional i tà educativa esi­gerebbe un ulteriore amp l iamento degl i approcci a l testo bibl ico (dall a didattica del s imbolo, a l la lettura degl i effetti storici su ll ' arte, l ' economia, i l costume ecc . ) .

6 . Analisi d i alcune direttive

Per arrivare a una valutazione del documento, occorre portare a l la l uce alcune idee che hanno fornito l ' 01ientamento d i fondo dei r icercatori, le qual i , l ungi dall ' essere poste in discussione, costitui­scono invece un presupposto i mpl icito pesantemente condizionan­te . Nel trattare il ruolo dell a teoria nel l a conduzione del l a ricerca scientifica, L. Lumbel l i afferma che " un certo tipo eli giudizi e di

1 1"La presenza . . . " , op.cir . . p. 22.

1 2/bid. , p. 22. 1 3/bicf. , p. 22.

L. Goldoni , L.�in�·egnamenro della Bibbia nelle scuole srmali europee 25

val utazione i ntuiti va stanno sempre a l la base . . . del la formulazione di u n ' ipotesi e anche del la conclusione del la medesi ma" 1-� , nonché dell a stessa scoperta del problema che ha dato avvio alla ri cerca. Su l problema a monte del l a ricerca tornerò più avanti ; per ora mi i nteressa ri levare come tal i "giudizi e valutazioni " influ iscano su l la messa a punto degl i strumenti di anal is i , ossia su l la scelta dei termini (e quindi dei concetti ) usati nel l ' osservazione del la realtà. Uno di questi concetti , che compare proprio nel la formu lazione del l ' ipotesi generale, è quello di confessional ità. E ' interessante notare che la funzione di questo concetto consiste nel l ' evocare, giocando su l l ' ambiguità, tutta una serie di significati negativ i . Oltre a operare un 'errata identificazione di confessionale e istituzionale­ecclesiale (confessione cattolica, protestante, ortodossa ecc . ), l ' ar­gomentazione raggiunge i l suo scopo attraverso una serie di mosse : l ) ri leva, dati a l la mano15 , i l decl ino del l' infl uenza del le istituzioni ecclesial i sul l a società europea, paral lelamente al dee ! i no cie l i ' au­torità del la dottrina su l l ' uomo contemporaneo; 2) postu la una sorta di inferiorità del sapere confessionale nei confronti del le disc ipl ine scolastiche "didatticamente avanzate " ; 3 ) presenta, inoltre, la con­fessionalità come una prospettiva superata dagl i eventi storic i , nel l ' od ierno contesto europeo, caratterizzato da un ' ampia tendenza a l l ' i ntegrazione sociale e culturale, tendenza recepita anche su l versante ecc lesiale che , per parte sua, s i adopererebbe a creare un c l i ma sempre più ecumenico; 4) infine, oppone a confessional ità concetti connotati i n modo fortemente positivo, qual i : p lausibi l i tà, autonomia, laicità, cultura, oggettiv ità, neutral ità, ecumen ismo.

Non è diffic i le risal i re da tal i argomenti a quei presupposti cui mi riferi vo poc ' anzi . Uno eli essi , che concerne una certa anal is i dell a realtà, lo ritroviamo anche n e l i ' affermazione che " i l sociale . . .

l-IL. Lumbe l l i "Quali t:t e quan t i tù n e l l a ricerca ernpirica i n pedagogia", in E. Becch i - 13 .

Vertecch i , Manuale cririco della speri111enra�iune e della ricerco educmit•o, M i l ano, F. An�cl i 1 9��. 1 5S i tratta el i un ' indagine real izzata cla i i ' European Value Systems S tudy Group in d i versi

paesi europei tra il 1 9 8 1 e i l 1 983.

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26 Swdi di teologia V ( 1 993) 1 8-34

è l ' unico fattore che può darci i l senso del la complessità del reale" 1 6 • Mi l imito qui a rilevare l ' incoerenza di un ' affermazione che, richia­m andosi all a complessità, tenti al tempo stesso di ridurla a un sol o fattore 17 • E ' s intomatico che i l pensiero che rifiuta la rivelazione b i Dio senta i l b isogno, suo malgrado, di trovare un fattore primario, un punto. fermo cui ancorare la propria v isione del mondo, pena l a rinuncia a ogni in terpretazione coerente e quindi l ' ammissione del la propria assurdità. In ogni modo, partendo da una presunta priorità del " sociale" , rispetto ad altri fattori , nell ' analisi del l a realtà, s i vorrebbero giustificare argomenti come quell i a l punto l ) e 3) . G l i argomenti ai punti 2) e 4), sono invece riconducibi l i rispetti v amen te ad al tri due presupposti che, a l l ' interno del dibattito sul l ' IR, si presentano come veri e propri miti l x . Uno di essi con­s idera l a rel igione come un aspetto marginale del l a formazione; la religione, perciò, dovrebbe dotarsi di una nuova base di plausibi l i tà, trovando la sua col l ocazione accanto al l e altre discipl i ne e dandosi una veste didattica più avanzata e competiti va. Una concezione ri.formata del l a conoscenza afferma, al contrario, che la religione è un orientamento basi lare, un atteggiamento di fondo che "colora qualunque materia" 19, che condiziona qualunque ambito di ricerca. L' altro mito considera l ' i nsegnamento dell e varie discipl ine come estraneo a presupposti ideologici . Anche se i ricercatori del Censis vorrebbero dare ad intendere che non credono al "mito del l a neutralità del l a scienza"20, questo mito, cacciato dall a porta, rientra dall a finestra, ossia attraverso l a mediazione di termini qual i : autonomia, l aic i tà, oggettività, neutral ità, tutti usati con riferimento a una presunta i ndipendenza del sapere da essi veicolato da ogni precomprensione di fede . Questa concezione del sapere, oltre che errata secondo la v isione riformata, è superata anche dai più recenti

1 6"La presenza . . . " , op. cit . , p. 5.

1 7E. Morin, Il merodo, M i lano, Fe ltr inel l i 1 989. 1 8P. Bolognesi " L' insegnamento del la re l igione" Poradigmi, anno V I , N . 1 7 , 1 988. 1 9

/bid. , p. 395 20

"La presenza . . " , op. ci t . . p. 7 .

L Goldoni , L 'in.{egnwrrento dello Bibbia nelle scuole swto!i europee 27

apporti del la filosofia del l a scienza, secondo i qual i " i n ogni teoria scienti fica vi è un nuc leo non scientifico . . . non sottoposto a prova . . . e cioè i paradigmi" 2 1 • Così , anche i l pens iero secolare, pur senza trame tutte le impl icazioni , ammette i l proprio scacco, per non essere in grado di render conto de I l ' essenza ciel i ' oggetto che i n daga attraverso i suoi stessi strumenti22 • Per essere onesti, bisognerebbe a l lora riconoscere che non ha senso parlare di Ja icità, oggett ività e neutral i tà del le disc ip l ine accademiche, se con tal i termini si inten­de indipendenza da una scelta fondamental mente rel igiosa riguardo a l la concezione del la realtà da adottare. Tale concezione, nel caso eli un sapere che si presume autonomo, è invece un motivo re ligioso che rifiuta l ' autorità del vero Dio, per onorare l ' uomo contempo­raneo, che "si basa su l l ' autorità del le sue competenze"2' .

Ma, accanto a questi res idui i l l uministici, ev idenziati dal l ' uso eli certa terminologia, c ' è anche da prendere atto del tentati v o di superare i l mito del la neutralità del la scienza attraverso l ' adozione di una prospettiva storico- culturale. Mentre da una parte si vorreb­be reagire al la concezione del l ' imparzial i tà del l ' osservatore, rico­noscendo la sua condizionatezza storica, dal l ' al tra gli si rest itu isce i l primato, essendo egl i chiamato, in u l tima istanza, ad attri buire significato agl i eventi storici e cul tural i di cui fa esperienza. La prospettiva storico-cu lturale è una direttiva che infl uenza anche quegl i "approcci critici moderni " al testo biblico adottati dai ricer­catori del Censis . Fare propria questa prospetti va, secondo alcuni, porta a sommergere sia l ' interprete sia i l testo in una " marea eli re lat iv i tà storica"24, dove la méta non è più la ricerca eli una verità che il testo ha da comunicare, ma un incontro tra il testo e l ' inter­prete o ve " accade" il s ignificato, che sarà una cosa eli versa da persona a persona. Anche l ' ermeneutica di Pau ! Ricoeur, cui il

2 1G . Bocchi . M . Cerut i (a cura di ) , Lo sfido dello co111plessiuì, M i lano, Fèlrri ne l l i . 12P. De V itis, 1-/eidegger e /aji11e della.filo.w�jio, Firenze, La Nuova I ta l ia 1 974. 23

. ' La presenza . . . ", op. cit. , p. 22. "4D.A. Carson " L' ermeneutica. u na breve va luwzione e l i a lcune tenden1.e rcce11 1 i " . Studi di

teologia VI ( 1 983) N .12 . p. 226.

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28 Studi d i teologia V ( 1 993) 1 8-34

documento del Censis attribuisce valore normativa nel l ' in terpreta­zione del l a Bibbia, rimane all ' interno del dualismo tra "espro­priazione dell ' io gretto e narcis ista" (esigenza di oggettiv ità) e recupero dell ' autonomia del pensiero specu lati v o, come mette bene i l l uce Henri B locher nel la sua acuta disamina del pensiero ricoeu­riano25. E.d è sempre i l fal so dogma del l ' autonomia, i ndividuato da B locher come fondamento del pensiero di Ricoeur, a i nfluenzare l a prospettiva dei ricercatori de l Cens is . Dal l ' anal is i de l documento, s i può ancora rilevare come i l continuo ricorso a l concetto di cu ltura, usato in contrapposizione a confessionalità, evidenzi u n motivo prettamente rel igioso, avente come obiettivo l ' apprezza­mento del le grandi opere e rea lizzazioni del l ' uomo. L'enfasi posta, anche i n ambito pedagogico, su l la "produttiv i tà creativa del lo spirito umano" , a prescindere da ogni riferimento al suo Creatore, conferma come i l culto del l ' uomo sia considerato uno dei maggiori contributi a l la formazione e a ll ' educazione26. "La cu l tura sembra e�sere per alcuni una sorta di mezzo di grazia, una sorta di catechismo, dimostrante i l valore dell ' uomo . . . l a cu ltura ha i suoi esegeti . . . i suoi profeti , e i suoi predicatori s i fanno udire in molte i stituzioni educative. Pronunciare la paro la cu l tu rale equivale a una confessione di fede 'm.

E' dunque s u l la base di tali presupposti che i ricercatori postu­l ano la necessità di superare l a prospett iva confessionale nell ' ap­proccio a l la B ibbia, · in favore di una più ampia v isione ispirata a ll ' ecumenismo, nel quadro di u n ' educazione intercul tu rale e mul ­t i -confessionale .

E ' opportuno, a questo punto, fare cenno a que l problema a monte dell a ricerca, cu i mi riferivo a ll ' i nizio del paragrafo . E ' noto che " la ricerca empirica. . . s i pone in necessario confronto con

�5H. B locher "L'ermeneutica secondo P. Ricoeur", Studi d i reologio l ( 1 978) N. l , p. 93. -6c. Scurati, Proj/li nell 'educazione, M i l ano. V i ta e Pensiero 1 977. 27

Ch. N ico le-Debarge " La cul ture. une religion nouvel le?", Nouvelliste du Valais, 22-8-1 986. Ci tazione tradotta dal l ' A .

L . Goldoni, Cinsegnwnento della Bibbio 11elle scuole stmali europee 29

decis ioni , interventi , impegni trasformatori , ha c ioè una dimensio­ne ricognitiva abbinata a una di tipo pragmatico""�. Nel caso in esame, la dimensione pragmatica è que l la relativa al progetto di i n tegrazione europea, da attuarsi attraverso l a costruzione di una comune coscienza e cul tura sociale, tesa a "risignificare il senso del l a vita del l ' uomo europeo" 29 . La preoccupazione, di fronte al la cris i generale che caratterizza i l nostro tempo, s i concretizza dun­que nel l ' impegno a "costruire l ' Europa dal basso"30, anche attraver­so l ' i nserimento nei programmi scolastici di un corso di rel igione a carattere ecumenico. In molti ambienti ecumenici c i si interroga, i nfatt i , su l la possib i l ità di i ndividuare dei valori accettati uni versai­mente per dare forma a un 'etica mondiale3 1 , oppure, richiamandosi a l le tes i di K .Rahner, ci si appel la alle radici comuni del l ' Europa per recuperare i l senso "u l ti mo" del nostro continente nel la storia del mondo32, nell a convinzione che, attraverso un processo eli condiv isione e integrazione orizzontale del le diverse visioni del mondo, l ' umanità potrà risanare le sue l acerazioni e ritrovare la perduta unità e i dentità.

Alcuni non es itano a defi nire i ngen ua la fiducia ne l la possibi l i tà che " u n ' etica sia in grado eli offrire regole . . . eli tipo oggetti vo, universale ed eterno"_13, mettendo in guardia dal l ' uso di un l i nguag­gio vago e ambiguo, che persegua l ' un i tà a scapito del la chiarezza di s ignificato. In effetti , l ' universal i tà dei valori, se ricercata sul piano del p lural ismo, è u n ' impresa destinata al fal l imento, man­cando quest ' u ltimo di una base teoretica adeguata ed essendo il r isultato di una consapevole ribe l l ione col lettiva a l la l egge di Dio_1•,

28E. Becchi - B. Vertecch i , op. cir. , p. 33. 29"La presenza . . . " . up. ci t., p. 5

30/bid., p. 4. '

3 11-1. Kling. Proge11o per un 'erica nwndiule. M i 1� 1 1 10, Rizzol i 1 99 1 .

32C . M . Mart i n i "Crist i anesimo ed Europa", Regno Documenti ( 1 99 1 ) N . 1 5 .

.13P. Conwnducci " I l neocontrat tual ismo nel l 'el ica contemporanea". C.A. V iano, Feorie

etiche comemporonee, Torino, Bol lat i-Boringhieri 1 990. 3�

P. Bolognesi " Un ic i tit e pl ural ismo". Swdi di reo/ogio. Anno l V /2" serie ( 1 992) N. 8.

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30 Studi di teologia V ( 1 993) 1 8-34

creatore e s ignore del cosmo e principio di una coerente e u n itaria v i sione del l a realtà. Di una s imi le prospettiva p luralis ta, che oggi va per l a -maggi ore, è conv i nto sosteni tore, tra g l i al tri , un noto fil osofo i tal iano, i l quale, ad esempio, afferma che i l pro l iferare del le p iù d isparate v i sion i de l mondo è un fattore di emancipazione dal "mi to rassicurat ivo" di una "realtà sol ida, uni taria, stabi le , autorevole", e considera i l '·'relativo caos" derivato da quel l a pro l i ­ferazione come esperienza d i l ibertà, luogo in cu i " ri si edono le nostre speranze . . . "35

• I l problema, dunque, che sta a monte dflll a ricerca promossa dal Censis , s i i nserisce i n u n vasto progetto rel ig ioso di tipo apostatico, al quale dovrebbe contr ibuire anche l a rel ig ione, "purificata" , naturalmente, da ogni i ntransigenza confes­sionale. L'ecumenismo sarebbe perciò la prospettiva rel igiosa con­facente all ' epoca attuale, ma come non ravv isare in esso " la pretesa di raggiungere D io a prescindere dai modi stab i l i t i da Lu i " 36? Come non riconoscere in tale poderoso progetto del l ' uomo contempora­f).eo l ' antica tentazione di dare l ' assal to al c ie lo, un ificando le forze di tutti per edi ficarsi una Torre? Un ecumenismo che non s ia i n grado d i affrontare la questione epistemologica del l a verità d i ogni espressione rel i g iosa, che non riconosca alla B ibbia l ' autorità che le è propr ia, che non d ifenda l ' un ic i tà dell a fede in Cristo37, non è basato su u n autentico dialogo fra le rel igioni , ma sol o su l la confusione.

7. Valutazione della ricerca

Dopo aver esaminato alcune direttive sottese a l la logica del docu­mento, tenterò ora di tracc iare una valutazione conclusiva , alla l uce degl i e lementi emers i .

35G . V attimo, La socierà trasparerue, Milano, Garzanti 1 989. 36P. Bolognesi "Un ic i tà . . . ", op. ci r . , p. 1 2 1 . 37

''Tesine su p lural ismo e un ic i tà del la fede i n Cristo", Srudi di 1eologia, Anno IY/2' serie ( 1 992) N. 8 .

L . Goldoni, & 'insegnwnenro della Bibbio nelle scuole stotali europee 3 1

Una prima osservazione riguarda la val idità d i u n contri buto di ricerca condotta in un campo che non è di propri a competenza, in questo caso, d i una ricerca condotta da sociologi in amb ito peda­gogico ed educativo, concernente modal ità e contenuti specific i dei processi di trasmissione cu l turale e di formazione del l ' identità. E' mol to ampio, in tale ambi to, il dibattito sul la necessità di un ' impo­stazione i nterdiscip l i nare del l a ricerca, sia a l i vel lo eli elaborazione teorica, s ia a l i ve l lo el i appl icazione del le i potesi al la sol uzione dei problemi . I l nodo che resta ancora insol uto è quel lo relativo al le condizioni d i poss ib i l ità del l ' i ntercl isc ip l i narità. Sono senz' a l t ro benvenuti tutti quei contributi che fanno l uce sui d i versi aspetti del l ' oggetto d ' indagine, ma· quale reale incremento di sapere posso­no essi apportare, se non si sono pri ma concordate, ins ieme agl i altri esperti discipl inari, v is ioni non contraddittorie del l a realtà e dei modi per conoscerla? Non s i corre, a ltrimenti , i l rischio che ! "'esigenza di i nterclisc ip l inarità si ri solva in un ibrido concettuale e metodologico confuso e i ndeterminato"3�? l ricercatori del Censis non solo non si pongono qui i l problema epistemo logico, ma non sembrano nemmeno attenti a evitare una certa generic ità dei loro riferimenti pedagogic i . Rifars i , come u l t imo approdo, a l la funzione del l a scuola e a una non meg l io identificata "condizione ps ico-men­tale dell ' alunno" 39 è un 'operazione che riflette sia un ' in sufficiente approfondimento del le tematiche educati ve, s ia la stru mental i tà di tal i argomenti, usati per supportare tesi che, forse, si intu i scono non adeguatamente giustificate .

Ma c i s i può ancora porre u na domanda su l la l eg i tti mità del la scuola pubblica, e qu ind i del lo Stato, di operare scelte i n materia rel ig iosa, avanzando ipotesi su l l ' i n terpretazione del la B i bbia e sul suo s ignificato educati vo. Abbiamo g ià dimostrato l ' i nconsi stenza di una prospettiva cul turale che si presuma neutrale e indipendente

3SC. Pontecorvo "La ricerca in dida t tica tra COI IO!'Ccnza e pr:1ss i " . Scuola e Cil/{ì ll l J l)X2 ) .

19"La presenza . . . " . op. c i r . , p. 22 .

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3 2 Srudi di reo!ogia V ( 1 993) l B-34

da scel te fondamentali di t ipo rel igioso. Anche in ambito cosiddetto l aico, cogl i e bene nel segno i l filosofo Massimo Cacci ari, quando sostiene che una l ettura cu lturale del l a B ibbia, che non tenga conto del fatto che essa è una r ivelazione, tradisce la natura stessa del testo40• In sintesi , mi pare che la scuola pubbl ica, nel prendere atto del bisogno che l ' uomo ha di conoscere e eli esprimere i va lori rel igiosi , debba riconoscere l a propria incompetenza in tale ambito, l asciando a ogni reLigione la l ibertà di operare, dal i ' esterno e secondo l e sue lisorse, per promuovere la propria v isione del mondo . Lo Stato non è sovrano su ogni ambito del l a v ita e la scuola pubbl ica si assumerebbe una grave responsabi l i tà qualora preten­desse di defin i re i crite1i interpretati v i del testo bib lico e di gestirne l a didattica, fosse anche per scopi "umani , cul turali , funzional i " , strumental i , i n u ltima anal is i , a programmi d i control lo sociale.

I nfi ne, s i può r il evare la natura del rapporto tra premesse, dati emersi dal sondaggio e concl usioni del la ricerca. In realtà, c i troviamo qui di fronte a due tesi : una tesi espl ic i ta ( la correlazione tra l ' insegnamento del l a B ibbia e una sua didattica d i tipo confes­sionale), e una tesi implicita ( la necessità che la scuola pubblica s i assuma i l compito del l ' insegnamento culturale dell a B ibbia), tesi contenuta fin dal l ' in izio nelle premesse, ossi a nell ' anal is i dell a realtà sociale pre l iminare a l sondaggio, e ribadita i nfine nel le conc l us ioni . Cosi , è i rr i levante sapere se e guanto i dati emersi dal sondaggio (a prescindere dall a loro esiguità) conval idino la tes i esplic i ta ; importa piuttosto constatare come quest 'u l tima serva egregiamente da strumento per veicolare la tesi i mpl ic i ta, collodta sul piano dei presupposti, ben p iù pregnante dal punto di v ista etico e più 1icca di impl icazioni assiologiche. Per questo, ne l la misura i n cui rimane insoluta l ' ambiguità d i fondo sugli scopi perseguiti e sui concetti i mpiegati , le conclusioni che la ribadiscono non trovano una convalida esterna. In questa ricerca, gli ane l l i termi nal i del la

40S . Morand i ni. " lnLerv ista a Massimo Cacc iari " , QOL, supplemento a l N . :12-33, sertembre 1 99 1 .

L. Goldoni, L 'insegrwmenrv della Bibbio nelle .1·cuu!e sww!i e/1/'0fJee 3 3

catena (premesse e conc lusioni) s i saldano insieme, servendo da supporto l ' uno a l l ' altro e le argomentazioni ri sultano cosl auto gius­tifi cate. La tesi espl icita e la ricerca in cui è i nserita sono, a mio avviso, p iù un pretesto per sostenere proposte el i polit ica sociale ed educativa che un reale tentativo di problematizzare una situazione, esponendo le ipotes i di soluzione al confronto i n tersoggettivo e al la verifica.

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34 Swdi d i reologia V ( 1 993) 1 8-34

APPENDICE l

POLL: TEACHING THE BIBLE IN PUBLIC (STATE) SCHOOLS IN EUROPE­AN COUNTRIES

l . In yout· country is the Bible (O Id and New Testament) studied as part of State School C urricula'!

0 Yes

2. lf the answet· is Yes, what are the parameters of its instruction?

2 . 1 . School level

- pri mary

- seconclary

W/un applicable

D Yes D No

D Yes D No

- jun ior high school D Yes D No

. - senior high school D Yes ONo

2.2. How is it taught?

- Confessional

- Non con fess ional

D

D 2.3. ls it taught by Governement agree­

ment with the Church?

O Yes

2.4. Teacher Training where does i t take piace

- only in Uni versit ies (state o f private) D

- only in lnstitut ions approvecl by the Church D

- in both D ho w does it take piace

- as part of regular curricula DI - through special courses D

3. If the teaching of the Bible is not envisaged in school curricula, is the­re debate on this iss ue in the commu­nity?

0 Yes

lf the answer is Yes

who fosrers ir?

- public i nstitut ions

- private i nst i tut ions

in whar way ? Through

- uct iv i r ies/clebates

- l i terature

D

D

D D

4. Please add any further remarks hou may deem pet·tinent

Srudi di reolagia V ( 1 993) 35-49 35

RELIGIONE A SCUOLA:

UNA LUNGA BATTAGLIA GIURIDICA

Gianni Long o

l. Le premesse di un equivoco

La storia del l e i niziati ve giudiziarie della Tavola Val dese e d i n umerose altre Chiese evangeliche i n materia d ' i nsegnamento del la rel igione catto l ica nell a scuola pubbl ica consente di riepi logare v icende che neg l i u ltimi anni hanno interessato da v ic ino gran parte dell a popolazione ital iana.

In proposito, è necessario r icordare che nel 1 984 lo Stato siglò due diversi patti con confessioni rel igiose: l ' accordo di revisione del Concordato l ateranense con la Chiesa cattol ica e l ' i ntesa con la Tavola valdese o, più esattamente, "con le chiese rappresentate dal la Tavola valdese" . Nel l ' accordo con l a Chiesa cattol ica, lo Stato si impegnava a mantenere l ' i nsegnamento del la re l igione catto l ica nel le scuole pubbliche. Nel l ' intesa, lo Stato, nel prendere atto che l a Tavola val dese non richiedeva un proprio insegnamento re l ig ioso nel l e scuole, ticonosceva agl i a lunni il diritto di " non avvalers i " di

'Il Dr. Long ha srudimo giurisprudenza, /euere e reologiu. E ' membm della Commissione delle Chiese evange/ic/Ìe per i rapporri con /o Swro e insegna dirirw ecclesiasrico ai/ "Univasirù di Urbino. E ' consigliere de/lu Camero dei depuwri. redarwre delle rivisre Quaderni cosl i t ut. ional i e Quaderni di d ir i t to e poli tica ecclesiastica. collabora alle 1//aggiori opere giuridiche e /w pub/Jiiclllo in quesw ca111po diverse opere rra cui: A l le origi n i del p lura l i smo con l"essionale. I l d i battito sul li! l i bertà re l igiosa ne l l 'età cle l ia Costitueme (il Mulino 1 990); Le confessioni re l ig iose "di verse dal la cattol ica". ( il Mulino / 99 1 ).

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3 6 G. Long, Religione a scuola: una lunga /J{{/raglia giuridica

quel lo catto l ico; inoltre, s1 Impegnava a svolgere quest ' u l timo i nsegnamento con orari che non avessero effetti discriminanti nei confronti di chi non se ne avvaleva 1 •

Sembrava u n a soluzione soddisfacente. I n real tà, le formule usate erano equivoche ed avrebbero provocato, neg l i anni seguenti , un grosso equ ivoco giuridico ed ist ituzionale . l

Da una parte, l ' impegno preso con l a Tavola valdese sembrava garantire l a " non discri minazione" degli alunni non avvalentesi , nel senso di non costringerli a passate nei corridoi il tempo del l 'ora di rel igione. Questo era lo scopo del la formu lazione inserita nel l ' in­tesa, pur se l o S tato non aveva accettato l a più impegnativa formula - proposta dal l a rappresentanza del l a Tavola - secondo cui l a lezione di rel ig ione catto l ica avrebbe dovuto essere col l ocata al l ' in iz io o a l la fine del l ' orario sco lastico.

D ' al tra parte, la formu l a usata nel l a revis ione del Concordato

1"La Repubblica i ta l iana, riconoscendo il va lore del la cul tura religiosa e tenendo conto che

i princ i p i del catto l ices i mo fanno parte del patri monio storico del popolo i ta l iano, conl inueril ad

assicurare, nel quadro del le fi nal i tit del la scuola, l ' i nsegnamento del la re l igione cattol ica nelle scuole

pubbl iche non universitarie eli ogni ordine e grado. "Nel rispetto del la l iberti1 d i coscienza e del la responsab i l i tà educativa dei genitori, è garamito

a c iascuno il d i ritto di scegliere se avvakrsi o non avvalersi eli dello insegnamento. " A l l ' atto del l ' iscrizione gli studenti o i loro geni tori eserc i teranno tale dir i tto, su richiesta

del! 'autorità scolastica, senza che l a loro scelta possa dare luogo ad alcuna forma d i discriminazione"

(Art. 9, commi 3,4,5 cle l l ' accorclo, firmato a Roma il 1 8 febbraio 1 984, di revisione del Concordato lateranense) .

" La Repubbl ica i ta l iana, nel l ' assicurare l ' insegnamento clel ia religione caltol ica ne l le scuole

pubbliche, materne, e lementari, medie e secondarie superiori, riconosce agl i a lunni d i dette scuole,

al fine di garant i re la l i bertà di coscienza d i tutti, i l d i ri tto d i non avvalersi del le pratiche e del l ' insegnamento re l ig ioso per loro d ichiarazione, se maggiorenni , o al trimenti per d ich iarazione

d i uno dei loro geni10ri o tutori .

"Per dare reale efficacia a l l 'attuazione di tale d i ritto, l 'ordinamento scolastico prevede a che

l ' insegnamento re l ig ioso ecl ogn i evemuale pratica religiosa, nelle c lassi in cui sono presenti a lunni che hanno dichiarato di non avvalersene, non abbiano luogo i n occasione de l l ' insegnamento e l i a l tre

materie, né secondo orari che abbiano per i detti a lunni effetti comunque d i scrim i nanti" (art. 9, commi 2,3 clel i a legge I l agosto 1 984, n. 449, di approvazione de l l ' I ntesa fra i l Governo della Repubblica

e la Tavola valclese ciel 2 1 febbraio 1 984. E' da notare che, i n base alla success iva Intesa tra le stessi parti del 3 apri le 1 986, i l comma 2 è stato modificato, abolendo la menzione dei "maggiorenn i" ! ma tale questione non è ri leva n le ai fin i del l ' argomenlo qui lrattato).

Swdi di teologia V ( 1·993) 35-49 37

mirava a garantire ai catto l ic i che g l i "avvalen t i s i " , c i oè chi scegl ie eli frequentare l ' ora eli re l igione, non dovessero sobbarcarsi u n ' ora di scuola in p iù degl i altri . I n al tre parole, si riteneva che l ' ora eli religione, se aggiunti va, sarebbe stata di sertata dag l i studenti . Per lo stesso moti vo, si manifestò subito una viva res i stenza acl accat­tare l ' ipotesi di col l ocare l ' i nsegnamento del la re l ig ione cattolica al la prim� o al l ' u ltima ora, anche dove ciò sarebbe stato tecn i ca­mente poss ib i le .

2. La questione del l 'ora alternativa

Con l ' entrata in v igore del l ' i ntesa con le ch iese rappresen tate dal la Tavola valdese e del l a rev i s ione concordataria, lo Stato s i t rovò i nvestito, nei suoi di versi organ i , del la contradd izione che esso stesso aveva contribuito a creare. I l pri mo organo invest i to dal la questione fu i l governo: acl esso, e più preci samente al min istro del la pubbl ica i struzione, sarebbe spettato dare attuazione s ia al l ' i ntesa, sia all ' accordo concordatario . Ma dal m in istero non uscì alcuna c ircolare su l l ' attuazione de l l ' i ntesa, per quanto essa fosse stata ripetutamente rich iesta, per l ' avv io del l ' anno scolast ico 1 9 84-85 ( l ' i ntesa era divenuta legge del lo Stato nel l ' agosto 1 984) e per quel lo del l ' anno 1 985-86.

Nel 1 985 si avviò invece l ' attuazione del Concordato, con la stipula del l a cos iddetta " intesa Falcucci-Polett i " , cioè e l i un accordo tra il min is tero del la pubbl ica istruzione e la Conferenza epi scopale i tali ana. Tale accordo era previsto dal l a rev is ione concordatari a per defin ire g l i aspetti pratici del l ' i nsegnamento del l a re l igione catto­l ica. Ma andò ben ol tre questo suo compito, definendo anche la sorte di quegl i s tudenti che per defini z ione non ri entravano nel Concordato: e c ioè quel l i che avevano scel to di non avvalersi del l ' in segnamento del la re l igione catto l ica. Per loro , esc lusa ogn i possibi l i tà di l asciare l a scuol a, avrebbe dovuto essere organ izzata un"'ora al ternativa" . Ma, per evitare che questa alternat iva fosse troppo appet ibi le, vennero fissati dei l imi t i : non avrebbe dovuto avere La d ignità di una ·vera e propria materia, ma essere una

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3 8 G. Long, l?e/igione o scuolo: u11a lungo borwglia giuridica

sempl ice "attiv ità" . Erano i noltre espressamente esc luse att ività gradevol i ed in teressanti , come lo sport o l e l i ngue straniere. L' att i v i tà alternat iva avrebbe dovuto essere semp l icemente una punizione esemplare per chi s i permettesse di sottrarsi al l ' insegna­mento del l a rel igione cattol ica.

Il dibattito su l l ' " a lternativa" fu subi to serrato, ma, nonostante le n umerose obiezioni emerse, i l Par lamento approvò, con una risoluzione del l a Camera dei 1 5 gennaio 1 986, la creazione del l e attiv i tà alternative2• Ed esse furono formalmente introdotte, a l l ' in i ­z io de l successi v o anno scolastico, con la c ircolare del ministero del l a pubblica istruzione n. 302 del 29 ottobre 1 986, precisando appunto l ' obbl igatorietà degl i insegnamenti alternati v i per chi non si avvalesse del l ' ora di rel igione catto l ica'.

Le confessione evange liche, che avevano seguito con grande preoccupazione la progressi va erosione-del le garanzie che l ' .intesa con la Tavola valdese sembrava aver garanti to a tutti, decisero di impugnare tale c irco lare. I l ricorso a l Tri bunale Amministrativo Regionale fu presentato dal l a Tavola valdese, i n quanto controparte del .lo Stato nel la stipu la del l ' intesa del 1 984, che si assumeva violata; ma in tervennero nel giudizio anche la federazione del le chiese evangeliche in Ita l ia e n u merose altre chiese (Unione batti­sta, U nione chiese l i bere, Unione chiese avventiste del 7 giorno, Esercito dell a sàlvezza, Chiesa apostolica, Chiesa del Nazarenol Assemblee di Dio, Chiesa evangel ica i ntemazionale).

La formu lazione del l ' i ntesa con le chiese rappresentate dal l a Tavola valdese, proprio per i l suo carattere "di fens ivo " , era tale infatti da i ntei·essare non sol o g l i appartenenti a tali chiese, ma tutti i "non avvalenti s i " , i ndipendentemente dal la loro appartenenza

2La risoluzione, che i n v i ta a defi n i re tal i att i v i tlt "a l fine di assic urare la scelta tra a l ternative

entrambe note e defi n i te" è riportata nel la ri v i sta Quaderni di dirillo e polirica ecclesiasrica (d ' ora in poi c i tata come QDPE), 1 986, pp. 388 s .

3La c i rcolare, che raceva segu i to al la preceden te n. 2 1 1 del 24 l ug l i o 1 986 e c h e e r a stata

emanata appunto per d i ri me re dubbi " c i rca alcuni ques i t i re l at i v i a l l ' appl icazione" d i quel la, è i n QDPE ( 1986) p p . 542 ss .

Srudi di reologio V ( 1 993) 35-49 39

confessionale. I noltre, tutte le ch iese ri correnti lamentavano la violazione d el i ' art . 8 del la Costi tuzione.

L' esito del giudizio avanti al TAR del Lazio fu un successo : con sentenza del 1 7 lugl io 1 987, il Tribunale annu l lò la c ircolare del mini stro del l a pubbl ica istruzione nel la parte in cu i sanc iva l ' obb l i ­gatorietà del l ' ora alternativa�.

3. L'ora alternativa tra Parlamento e Consiglio di Stato

L' annul lamento della c ircolare nli ni steriale, e qu ind i del pri ncipio del l ' obbl igatorietà del l ' ora alternativa, provocò vi v o fermento tra le forze politiche. Al la fine de ! l ' estate 1 987 si svolsero numerosi dibattiti parlamentari, prima in commissione e poi nel l ' assemblea del l a Camera dei deputati . La decisione del TAR aveva messo in crisi la larghissima maggioranza neo-concordataria, e si profi lava una soluzione che avrebbe portato al la revisione degl i accordi Falcucci-Paletti .

D i fronte a questo pericolo, le autorità cattol iche intervennero direttamente. I l Presidente del Consiglio Goria fece a l legare al testo del proprio i ntervento, nei resoconti parlamentari del 9 ottobre, un appunto del "Consi l ium pro publ ic is Ecclesiae negot i is " ed una dichiarazione del la presidenza del la Conferenza episcopale ital ia­na'. Il fatto, di per sè strano per i l parlamento di uno Stato sovrano, era tanto più s ingolare per i l contenuto : la dichiarazione del la C El , ol tre a richiamare ( legitt imamente) g l i accordi precedenti , fi ssava le l i nee del la politica scolastica i tal iana, affermando che " tale possibi l i tà i non avvalentisi di assentarsi dal la scuola sarebbe oltre

4Tribuna le A m m i n i s trat i vo Re�ionak del Lazio, sezione I l i , sentenza n . 1 :274 del 1 7 l u � l i o

1 987, i n QDPE ( l 987 ) PÌJ. 4!$!$ ss . V e d i anch.; I i i para l le la sentenza n . 1 273 emessa i n pari da ta (i v i ,

p . 4g3) . 5 Att i parlamentari, Camera dei deputat i , X legis lat ura, Discuss ion i , 9 ottobre l \!�7. pp. 3240

s. l d i ba n i t i parlam.;ntari s u l l a materia ( 1 987- 1 9g9) sono ora riprodotti ne: l v o l u me L 'iusl!gumii('IIIU della religioue uella scuolo. Roma. Camera dei depu tat i 1 9H9. Il ductllll<.!lllO c i tato llt:l tcsto 0 a p. 1 7 1 .

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40 G. Long, Neligione o scuoto: una lunga battogiia giuridica

tutto al tamente diseducativa e costituirebbe un atteggiamento d i i nammiss ib i le di simpegno da parte del l ' ist i tuzione sco l astica" .

I n presenza di posizioni diverse nel la stessa maggioranza, l a risoluzione approvata dal l a Camera i l l O ottobre 1 9876 n o n forni sce i ndicazioni speci fiche, ma s i limita ad approvare l e dichiarazioni del Presi dente del Cons ig l io (compresi quindi i documenti del l a CEI ! ) . Il m i nistero del l a pubbl i ca i struzione emette i l 28 ottobre 1 987 una n uova c irco lare n . 3 1 6 , che conferma l ' obbl igatorietà del l a permanenza a scuola dei non avvalent is i per lo svolgimento di att i v i tà didattiche alternative oppure (e questa è l a novità) d i studio i nd iv iduale7 •

La c ircolare fu di n uovo i mpugnata dall a Tavola valdese; mJ i l g iud izio che tutti attendevano era quello de l Consig lio d i Stato, avant i al quale i l min istero del la pubbl ica i struz ione aveva presen­tato appel lo contro l a sen tenza del TAR.

Il Consig l io eli Stato, dopo aver in u n primo tempo sospeso g l i effetti del l a decisione de l TAR, s i pronunziò nel g iugno 1 988 (ma c'o n una deci s ione resa nota solo al l a fine dell ' agosto successi v o) c.apovolgendo il giudizio di primo grado. Per i l Consig l io di Stato, infatt i , l ' i n segnamento del la rel ig ione catto l ica è "un valore cultu­rale didattico riconosciuto dal l a scuola, che i l giovane ha non sol o i l d i ri tto m a anche i l dovere eli acquis ire" , e se ch i non s i avvale el i tale insegnamento potesse uscire dal l a scuola " al lora l a discrimi na­zione s i reali zzerebbe per coloro che clel l ' i nsegnamento deLla re l i ­gione cattol ica abbiano dichiarato di volersi avvalere, perché ad u n maggior onere el i orario per essi cleri verebbe un maggior sacrificio do l 1 1 8 1 carattere persona e .

6 Atti parlamentari, Camera dei deputat i , X legis latura, D i scuss ioni , l O ottobre 1 987, p. 330 l (L 'inse�nalllento, ci r. p. 20 l ) .

La c i rcol are è i n QDPE ( 1 987) pp. 527 ss. 8

Cons ig l io el i Stato, sezione VI, sentenza 27 agosto 1 988. n . l 006, i n QDPE ( 1 989/ 1 ) pp. l 05 ss.

Studi di teologia· V ( 1 993 ) 35-49 4 1

4. La prima sentenza della Corte Costituzionale (1989)

Para l lelamente a l la v icenda sopra descri tta (c i rcolari min isterial i e loro impugnazione da parte de l la Tavola va lclese e de l le al tre ch iese evangel iche), si svi l uppava u n ' al tra procedura g iud iz iar ia . l r i corsi sopra c i tati erano ri volt i a l la gi ustiz ia amm i n i strativa - TAR e, in sede di appel lo, Cons igl io di Stato - per ottenere la ri mozione di atti ammin i strat i v i (le c ircolari m i n i steri al i ) che v iolavano g l i i nte­ressi del la Tavola i n quan to st ipulatrice di u n ' i ntesa e più i n generale del le chiese evangel iche i n quanto rappresentanti dei l oro fedeli . La gi ustizia ammi n istrat iva è appunto la sede i n cu i s i fanno valere g l i i nteress i legi tt im i .

Contemporaneamente i n varie parti d ' I ta l i a altri processi ven i­vano avv iati avanti a l la g iusti z ia ordi naria da studenti (o dal le loro famigl ie) che ritenevano v io lato un loro dir i tto dal l ' obbl i go di non usci re da scuola durante le lezion i el i re l igione cattol ica. Questo tipo di processo, volto a far valere un dir i tto ind iv iduale, s i svolge davanti al g iud ic i ordi nario e e può essere avv iato solo dal soggetto d irettamente colpito. Per questo moti vo, le chiese evange l iche non sono state direttamente parte di questi g iudiz i , a d i fferenza el i quel l i avanti a l TAR e a l Cons igl io d i Stato . Ma ovviamente esse l i hanno sostenut i . l n part icolare, gl i avvocati che hanno difeso la Tavola valdese avanti al TAR e a l Cons ig l io e l i S tato sono stati gl i stessi che hanno rappresentato al la Corte Costituzionale - i n occas ione del le due sentenze di cui parleremo - i ricorrent i . Questi u l t i m i spesso erano altresì membri attiv i di ch iese evange l i che.

I n sostanza, s ia i ricors i al g iudice ammin i strat ivo, s ia que l l i a l giudice ordinario (e q u i ndi a l la Corte Costituzionale), pur d iversi per le ragioni gi uridiche che si sono sommariamente esposte, facevano parte di un ' un ica l inea. Ed essa era vol ta a d ifendere i n generale l a--poslzione dei "non avvalent i si " de i ! ' i nsegnamento rel i ­gioso cattol ico, fossero o meno evange l ic i .

I ricorsi presentati i n varie c i ttà d ' Ita l ia tendevano a far dichia­rare i llegitt im i i provved imenti adottati da si ngol i istituti scolast i c i per costringere i "non avvalent is i " a ri manere a scuola; o, i n

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42 G. Long, Religione a scuola: /.uw lunga bauaglia giuridica

subord ine, a far i nvestire l a Corte Costituzionale del l a legitt imità del l a legge d i esecuzione del n uovo Concordato ( legge 25 marzo 1 985, n . 1 2 1 ) , Se i nfatti le c ircolari m in i steria l i e le dec is ion i deg l i i stituti scolastici erano motivati con g l i obbl ighi derivanti dal Concordato, si poneva la questione del l a sua conformità al l a Co­sti tuzione; .ed essa poteva essere accertata sottoponendo al giudizio dell a Corte Costi tuzionale la l egge che aveva i ntrodotto nel l ' OL-di­namento ital iano l ' accordo d i rev isione concordataria.

Fu questa l a via scelta dal pretore di Fire nze che, con ordinanza 30 marzo 1 987, chiese al l a Corte di pronunciars i su questa questio­ne: Le disposiz ioni del n uovo Concordato su l l ' i nsegnamento del l a religione cattol i ca o configurano u n i n segnamento meramen te fa­coltativo oppure, i mponendo a ch i non se ne avvale i n segnamenti al ternativ i e comunque la permanenza a scuola, v io la gli artt. 1 9 ( li bertà d i rel ig ione), 3 (eguagl ianza dei cittadin i ) e 2 ( l ibero sv i luppo del l a personal i tà) del l a Costi tuzione.

Con l a sentenza n. 203 del 1 2 apr i le 1 989, l a Corte Costituzio­nale respinse la questione d i legitt imità costi tuzionale del n uovo Concordato, ma con una i mportante precisazione, che in sostanza dava ragione ai ricorrenti . " La prev is ione come obbl igatoria di a l tra materia per i non avvalentisi - d isse l a Corte Costituzionale -sarebbe patente d iscriminazione a loro danno, perché proposta i n l uogo del l ' i nsegnamento d i rel igione cattol ica, quas i corresse tra l ' un a e l ' al tro l o schema logico dell ' obbl i gazione al ternati va, quan­do dinanzi a l l ' insegnamento d i rel igione cattol ica si è ch iamat i ad eserci tare un diri tto d i l ibertà costituzionale non degradabi le, nella sua serietà e impegnat iv ità di cosc ienza, ad opzione tra equivalenti1 d isc ip l i ne scol astiche . . . Per quanti decidano d i non avvalersene l ' a l ternativa è uno stato di non-obbl igo . La previsione i nfatti di a ltro i n segnamento obb ligatorio verrebbe a costi tu ire condizionamento per que l la i nterrogazione del la coscienza, che deve essere conser­vata attenta al suo u nico oggetto , l ' eserciz io del la l ibertà cost i tu-

Swdi d i teologia V- ( 1 993) 35-49 43

zionale di rel igioney .

5. Un ritorno - provvisorio - al punto di partenza

La sentenza del l a Corte Costi tuzionale condannava chiaramente l ' ipotesi di un insegnamento alternativo obb l igatorio. Ma la defi­n izione di " non obbl igo" era equ i voca; o, megl io , era chiari ss ima nel l ' escludere alcun obbl igo per i non avvalenti s i , ma esp l ic itava solo l ' esclusione di un i nsegnamento a lternati vo. Per cui si lasciava ancora spazio ad una concezione "carceraria" , per cu i i ragazzi che non seguono l ' ora di rel i gione sono da considerare dei crimi na l i pericolosi , da rinchiudere tra le pareti scolasti che. Nel d ibatt ito parlamentare che seguì l a sentenza del l a Corte, i l Pres idente del Consig l io De M ira non mancò di evocare, in modo quanto meno offensivo i "fenomeni d i deterioramento soc ia le : la v io lenza, la diffusa crimi nal ità, i l non senso del l a v i ta che spesso i nduce i giovani a l la droga, i l prevalere deg l i egoismi i ndiv idual i e corpo­rati v i su l la sol idarietà" 1 0 per gi ust i ficare l ' es igenza di " punire" coloro che avessero scelto di non seguire l ' i nsegnamento re l igioso cattol ico.

E la l ettura estremamente parziale del l a sentenza del la Corte : s i prendeva atto del l a riconfermata legitt imità costituzionale del Con­cordato e si considerava che "anche a segu ito di tale pronu nzia non si può determinare una condizione di d iscriminazione del l ' ora di i nsegnamento del l a rel igione cattol ica rispetto a l i ' orario scolast i­co" , ribadendo "che è compito esc lus ivo del lo Stato ital iano disci-

9Corte Cost i t uzionale. semenza 1 1 - 1 2 apri l e l 9�9. n . 203. i n QDPE ( l lJlJO/ l ) p p . · l i.J� s s . I l

periodo c i tato n e l teslo è'a lk p p . 204-5.

1 0A u i parla1 11..:nrari, Ca1 11eru cki deputa t i . X legis la tura, D iscussio n i . l O 1 1 1aggio I LJX<J. p. 33 1 1 8 ( L 'iuseguoii/<'11/!J, c i i . . p. 475 ) .

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44 G. Long, Religione a scuolo: ww lunga /)(ffraglio giuridico

pl inare anche dal punto di v i s ta organizzat i vo l ' att i v i tà dei non avvalent is i ne l l ' ambi to del l a scuola" 1 1 • Quest ' u l ti ma affermazione segnava ch iaramente una conferma del la concezione "carceraria" , con un evidente schiaffo del l a magg ioranza parlamentare a l la Corte Costituzionale. Ma quale maggioranza? La v icenda del la rel igione a scuola era costata mol to cara in termi n i pol it i c i : varie forze che avevano appoggiato i l n uovo Concordato presero una posizione fortemente crit ica su questa v icenda. I n part icolare, comunist i e repubblicani si aggiunsero, nelle votaz ion i su l l a rel igione a scuola, ai tradizional i part i t i anticoncordatari ( l i bera l i , radicali , democrazi a proletaria) . La r iso luzione sopra c i tata fu approvata al l a Camera, i l 1 0 maggio 1 989, c o n i l voto d i democrist ian i , soc ial isti , soc ial de­mocratici e rni ss in i e con un margine l i m i tati ss imo.

Comunque, l a r isoluzione fu approvata, e i l min is tero del l a pubbhca i struzione emanò due n uove c ircolari ( n . 1 88 del 25 maggio 1 989 e n. 1 89 del 29 maggio 1 989) che confermavano i l 1 d iv ieto per i non avvalent i s i d i uscire dall ' edifi cio scol astico, offrendo loro tre a l ternat ive : "att iv i tà didattiche e formative" , "at­t iv ità di studio e/o r icerca i nd iv idual i " oppure " nessuna att i v i tà" 1 2 . Quest ' u l t ima possi bi l i tà, prontamente e suggest i vamente ribattez­zata "ora di n iente " spiegava adeguatamente l a concezione pura­mente puni t iva che ormai isp i rava i l tu tto, a l d i là d i ogni logica e d i ogni tentat ivo di dare una moti vazione g iuridica.

Naturalmente anche queste c i rcolari vennero i mpugnate davan­t i al TAR. Nel frattempo erano state st ipulate al tre i n tese : con le Assemblee di Dio i n Italia, con l 'U n ione del le Chiese avventiste del 7 g iorno, con l ' Unione del l e Comun ità ebraiche. Ciascuna d i queste confessioni presentò questa vol ta un autonomo ricorso, insieme a que l lo del l a Tavola val dese. La sentenza del TAR del

1 1 R isoluz ione M a n i nazzo l i ed altr i . in Alti parlamentari, Camera dei deputati, X legislatura, D i scuss i o n i , l O maggio 1 989, p. 33 1 1 9 (L 'insegnwnenro, c i t., p. 476).

1 2Le due c i rcolari sono ri prodotte i n QDPE ( 1 989/2), rispeui vamente pp. 586 ss. e 589.

Swdi di 1eologia V (� '!')3) 35-49 45

Lazio g iunse i l 30 marzo 1 990 e fu pienamente favorevole, annul­l ando l e citate c ircolari " nel la par te in cui i mpongono l ' obbl ighi di optare, in alternat iva al l ' insegnamento del l a rel ig ione catto l ica, per una del le tre atti v i tà indicate . . . con esc l usione del la facoltà, per gl i a lunni non avvalent is i , d i lasci are la scuola nel le ore i n cu i i l suddetto i nsegnamento è i mpart i to" 1 3 •

Come nel la precedente occas ione, i l m i n istero del l a pubbl ica i struzione presentò appe l lo al Consigl io di S tato. Ed a di mostrazio­ne del la straordi naria i mportanza del l a quest ione, ne l la causa si costi tuì - contro le quattro confess ion i con in tesa e la Federazione del l e chiese evange l iche che l e appoggiava - la Conferenza episco­pale i tal iana, nel l a persona del suo Presidente, il cardi nale Polet t i . S i trattava di uno scontro giudiz iario tra ch iese del tu tto i nedito nel l a storia i ta l iana.

I l Consig l io di S tato, sempre attento ag l i umori del governo ital iano e del la Chiesa catto l ica, s i affrettò a sospendere gli efferti del l a sentenza del TAR14, in attesa d i una deci s ione sul meri to . M a l a deci sione s u l merito arrivò d a un altro, p iù autorevole organ ismo.

6. La seconda sentenza della Corte Costituzionale

In base al meccan ismo g ià descri tto, anche dopo la pri ma sentenza del la Corte Costi tuzionale si svi l uppò un doppio fi lone di i n i z iati ve giudiziarie: da una parte, i ricorsi al TAR del le confess ioni con i n tesa, appoggiate dal la Federazione del le chiese evangel iche; dal l ' a l tra, azion i c i v i l i i n tentate da s ingol i c i ttatidi n i avant i ai preto1�i . Fu ancora i l pretore di Firenze - con ordinanza 4 magg io 1 990 1 0 . ad i nvestire l a Corte de l la questione. Ricordando la propria

---- ·---L 1

Tri bunale A m m i r� i s lrat i vo Regionale del Lazio. sezione 1 1 1 . ]() 1 narzo I <J<JO. n. 6 1 7 . i n QDPE ( 1 990/ 1 ) p p . 257 ss. I l d i spos i t i vo c i tato nel testo è a p. 269.

1 4Con s i g l i o d i Stato, sezione V I , ord i nanza 1 8 maggio l '!90. n. 670. in QDPC ( 1 9lJO/ I ) pp.

206 ss.

1 5L · ordì nanza è i n QDPE ( 1 990/ 1 9 pp. 244 ss .

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46 G. Long, Religione a scuola: ww lunga bauaglia giuridica

precedente ordinanza (che aveva dato origine all a sentenza del l a Corte n . 203 d e l 1 989), i l pretore faceva presente c h e l ' interpreta­zione di quell a sentenza da parte del l a maggioranza parlamentare e del governo manteneva, ed anzi aggravava, i problemi di costit\.1-zionalità a suo tempo soll evati : Permaneva i nfatti la d iscrimin azio­ne dei non avvalentis i , costretti a restare a scuola durante le lezioni di rel i g ione; Inol tre, l "'ora d i n iente" apriva u n nuovo problema d i legitt imità costituzionale, rel ativo al l ' art. 97 del l a Costi tuzione (buon andamento del l a pubbl ica amm i n istrazione, v iolato dal l a " i n azione totale" i n c u i erano mantenuti g l i a l l ievi) . Per q uesti moti v i , il pretore di Firenze c hiedeva a l la Corte di riesaminare l a legitt imità costituzionale del l a legge d i esecuzione d e l nuovo Con­cordato.

La Corte - con la sentenza 1 1 gennaio 1 99 1 , n. 1 3 - confermò la legitt i mi tà del nuovo Concordato, ma s u l l a base di u na "deci sione interpretati va" (cioè una dichiarazione di legitt imità costituzionale condiz ionata a una precisa interpretazi one) mol to più vi ncolan te di q uel la precedente: "al la stregua del l ' attuale organizzazione scol a­stica è i n negabi l e che lo 'stato di non-obbl igo ' può comprendere, tra le altre possib i l i , anche la scelta di a l lontanars i o assentarsi dal l 'edificio del l a scuola" 16 •

Contemporaneamente, la Corte ribadiva che l ' in serimento del le lezion i di rel i gione nel l ' orario scolastico andava fatto "con moda­l i tà compat ibi l i cori le al tre discip l i ne scolastiche" : c iò esclude l ' obbl i go d i co l l ocare ta l e i n segnamento fuori orar io , oppure al l ' i n izio o al l a fine del le lezion i . Ma anche esclude i l contrario, c ioè l a sua col locazione sempre i n ore i ntermedie, come alcune scuole avevano preso a fare.

Defi ni t ivamente certa era i n vece, dopo la sentenza del l a Corte, la possib i l i tà per i non avvalenti s i di al lontanars i dal l a scuola

1 6Corte Costituzionale. sentenza l 1 - 14 gen naio 1 99 1 , n . 1 3 . I l d i spos i t ivo cle l i a sen tenza è i n

QDPE ( 1 990/ l ) p p . 205 s .

STUdi d i reologiq V ( J 993) 35-49 47

durante le ore di rel igione. Pur tra recrim i nazioni del la , tampa cattolica, come l a CEI ed i partiti "concordatar i " dovettero accettare questa decis ione del supremo organo di giuri sdizione de l l a Repub­b lica. I l m i n istero del l a p ubbl ica i struzione ne pre - q uesta volta -atto con c ircolare del 1 8 gen naio 1 99 1 17 •

Le chiese evange liche s i dichiararono soddi sfatte del la senten­za, che c h i udeva la loro l u nga battagl ia g i ud iziaria per il rispetto dei diritti dei " non avvalentis i " . E' da notare che g l i effett i de l l a sentenza coi nvolgono un nu mero di s tudenti e fam igl ie molto superiore a q uel lo dei protestanti ital i an i . Molte assoc iazioni e partit i " laic i " hanno espresso i l loro appoggio; ma diffi c i l mente il r isultato sarebbe stato ottenuto senza l ' impegno concreto (ed anche finanziario, con l ' ass is tenza legale offerta a privat i ) delle chiese evange liche.

I n questo senso, la battag l i a s u l l ' ora d i rel igione è stata s i g n i fi ­cativa anche per la defi n i zione cie l i ' atteggiamento delle ch iese evangel iche di fronte a l lo S tato . Esse hanno accettato di condu rre u na l unga parti ta nel p ieno rispetto del le norme stata! i : secondo le procedure g iud iz iarie, hanno ottenuto s uccessi e sconfitte. M a alla fine, hanno conseguito un i mportante riconoscimento da parte del la massima magistratura: un successo che ha esteso i propri effetti a m i li o n i di cittad i n i non evangel ic i (o non ebrei : non va di men ticata la perfetta uni tà di i ntenti e di azione real izzata con l ' U n ione del le Comu ni tà ebraiche). E ' stato certo un i mpegno "pol it ico" i n senso l ato, ma molto diverso da q uello el i cui si è discusso a l u ngo negli anni e decenni scors i . Non si è trattato infatti di aderire alle posiz ioni eli qualche forza poli tica o di fare di u n partito i l portavoce dell e posiz ioni protestant i ; bensì di ut i l izzare come com u n i tà rel i ­g iose (tutte i n s ieme ! ) g l i strumenti otlerti a i c i ttadin i i tal iani - ed al l e loro associ azioni ed organ izzazi on i -per ottenere gi ustizia.

1 7La c i rcol are de l m i nis tro de l la pubbl ica is lruzione n .\l del 1 8 gennaio l ')l) l . rc l a J i v<� " "Sentenza cle l ia Con e Costi tnzionale n. 1 3 cie l i " l 1 - 1 4 genn<�io 1 99 l . - ls tr t lz .ioni appl ic<�J ivc" ·� i n QDPE ( 1 99 1 -92/2) pp. 332 s .

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48 G. Long, l?eligioue a scuola: w1.a lunga hall aglio giuridica

Ed è anche da osservare che mai le chiese evangel iche avevano inciso così profondamente ne l la v ita "pol it ica" nazionale: esse hanno provocato i ndirettamente - come conseguenza del l e loro i niziative giudiziari e - dibatt i ti parlamentari, campagne di stampa, mutamenti di posizioni di partiti . In un certo senso, hanno anticipato le recenti ten denze del la pol i tica nazionale, p i ù attenta - almeno si spera ! - ai dir itti dei c i ttad in i che ai giochi di potere tra i partit i .

7. Gli sviluppi più recenti

Con la sentenza del 1 99 1 del l a Corte Costituzionale, è stata decisa, al mass imo l i ve l lo ist i tuzionale , la questione dei diritt i dei non " avvalenti s i " . Tuttav ia, è proseguita l ' attenzione del le chiese e del l a Federazione) per l ' appl icazione concreta del l a normativa ne i s in­gol i i stituti e anche per altri aspetti col latera l i , che riguardano la scuola e le norme concordatarie .

:· I n part icolare, una n uova i niz iativa giudiziar ia è stata i ntrapresa ne i mesi scorsi dal l a Tavola valdese a proposito di partecipazione di scolaresche a cerimonie rel igiose cattol iche. Una c i rcolare del febbraio 1 992 del min istero del l a pubblica istruzione i nvitava l consigl i di c i rcolo o di istituto a " far rientrare l a partecipazione a riti e cerimonie rel ig iose tra le manifestazioni e att iv i tà extrascola­stiche " . La disposiz ione, d i per sé abbastanza equi v oca, può pre­starsi ad in terpretazion i contrarie a l le i ntese, che v ietano la parte­c ipazione ad att i v ità rel igiose cattol iche n el i ' orario di lezioni di v er­se da quel le di rel igione. Su l la base del l a c ircolare, un organo scolasti co (ottavo c ircolo di Bologna) ha appunto stab i l i to l ' effet­tuazione di celebrazioni rel ig iose di i n i zio e/o fine anno, nonché del la benedizione pasquale, in orario scolast ico.

La dec isione, e la c ircolare min isteriale su cui è basata, sono state i mpugnate dal la Tavola avanti al TAR del l ' Emil ia Romagna, i l quale - con ordi nanza l agosto 1 992 - ha per i n tanto sospeso l ' efficacia s ia del l a dec isione del c i rcolo, s ia del l a circolare min i -

Swdi di teolo�:ia V ( 1 993) 35-49 49

steriale 1 � . La sentenza su l meri to del l a questione seguirà m un secondo tempo.

Si tratta di una questione sicuramente di ri l ievo mi n ore di quel le discusse i n passato, ma che dimostra i l costante i m pegno necessario per la gest ione di un rapporto con lo Stato che, con le stipu lazione di intese, è stato avviato su d i una v ia gi uridica: c iò comporta la necessità d i essere present i , o ve necessario, anche avanti ai tri buna.! i del l a Repubb l ica per una puntuale attuazione degl i accord i stab i l i ­t i 1 0 .

1 8La c ircolare del m i n istero d e l l a pubbl ica istruzione e l ' ordinanza del TAR de l l " Em i l i a

Romagna sono p e r i l momento i nedite.

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so Swdi d i reologia V ( 1 993) 50-68

LA CONCEZIONE RIFORMA T A

DELL'EDUCAZIONE

Cornelius V an T il�

Soltanto su basi riformate è poss ib il e avere una vis ione teocentrica nel campo dell ' educazione in quan to solo nel pensiero riformato anche Cristo e lo Spirito Santo occupano una posizione centrale. La concezione r iformata è infatti saldamente ed esclus ivamente anç

_orat� a l l a � ibbia. Le dottri ne del la creazione e del l a provviden­

za 1 mphcano 11 fatto che i l Creatore dà origi ne e ordina tutti gl i elementi del l ' un i verso secondo una " l ogica" che trascende l ' uomo i l

_ cui �i s tema deve essere eli conseguenza consapevolmente analo�

g1co nspetto a quel lo di Dio. I l D i o della B ibbia è assolu tamente completo e suffi c iente in se

stesso. Egl i è uno spirito i nfin ito, eterno, immutabi l e nel suo essere, ne l la sua sap ienza, ne l la sua potenza, s antità, gi ustizia, bontà e verità e dato che è autosufficiente non lo si può rapportare acl alcun p�incipio di ind ividual ità che s ia originale quanto l ui e che abbia b1�ogno �el la sua person� come corre l at i vo che g l i corrisponda. � 10 ��n e

_nepp.ur

_e s��phce�ente u n astratto o formale principio

dt u m ta pnvo d1 s1gmfi cato fmo a quando non l o si porti a contatto

'Il Dr. \fan Ti/ ( 1895-1 987), dopo ww breve parenresi a Princef(J/1, è suuo per mo/ri anni prqfessm-e d1 apologenca nello Faco/rà reo logica di Wesrminsrer negli Srari Unir i ( 1 929- 1 976) è ila < "0/llrlbuilo corne pochi al ri11110vemenro del pensiero evangelico in quesro campo. La sua ambizione era d1 essere nconlaro "come uno cheji.1 sempre fede/e a Colui 'da cui, arrraverso cui e a cui sono

�ulfe le .co:·w ' ". Le� sua apologetica> semplice ma anche estremamente profonda. è stata presentata

'" Stud1 d1 reolog1a v.s .. / 983, pp. 47-76.

C. Van Ti l , La visi(me 1'i/unuaw de/l 'educo�ione 5 1

con l a brutal i tà di fatt i che g l i s i contrappongono. Non esi s te un non-essere o una potenzial i tà che agi sca origi nalmente come un opposto a l D i o rivelato dalle Scritture.

Se così è, q uesto Dio dev'essere presupposto dal i ' uomo. La sua es istenza però non può essere provata alla maniera del prao-mati smo e del l ' ideal ismo che si sforzano di di mostrarne i l principio di contin uità, perché ciò equivarrebbe a dire che egl i non è p i l:t l ' un ico criterio di uni tà in quanto esisterebbero una serie di fatti u l timi

· q uanto i l Suo essere. Bisogna ora affermare che solo la B i bbia rivela un Dio così

maestoso che può sempre parlare con autorità attraverso la sua Parola. Egl i è i l presupposto del l ' i n te l l i g i b i l i tà del l ' esperienza umana ed è riconosc iuto nel la fede riformata come i l punto di r iferimento fi nale eli ogni dichiarazione che l ' uomo può fare . l n 9uesto senso s i può ben dire che i l cristianesimo riformato s i pone m completa opposizione, in tutti i campi, a tutte quel le forme di pensiero non cristiano che fanno del l a creatura umana, e non del Creatore, il riferi mento u lt imo.

�� ques� ion� �ondamentale quindi non è tanto di sapere quale pos1z10ne nsu

_l t i t

_n accordo con i fatti e con l a logica, q uanto

c_omprendere 1 1 d1scorso strategico relativo ai presuppost i , a l la

filosofia dunque dei fatti e del l a razionali tà. Ogni argomentazione che non risalga al problema dei presupposti evade di fatto i l tema i n esame. Mentre la posizione cristiana cerca di rendere inte l leo- ibi le l ' esperienza umana fondandosi s u Dio quale riferi mento u l t i�1o, i l pensiero n o n cristiano opera nel lo stesso modo col locando però l ' uomo al centro. Su questo problema così cruciale abbiamo assi­stito a l tentat ivo dell a chiesa cattol ico-romana di mediare fra le due v isioni del l a realtà i n terpretando la vita nel le sue varie manifesta­zioni parte nei term i n i dell ' uomo e parte nei termini di Dio. La concezione fondamental i sta, dal canto suo, percorre questa stessa v i a con i medesimi fatal i risu l tati . Possiamo perciò dich iarare, con estrema convinzione, che non c ' è alcuna posi zione ortodossa, se si eccettua quel l a riformata, che sia capace el i opporsi a Dewey o a P l atone.

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52 Studi d i teologia V ( 1 993) 50-68

Ciò non è i l 1isu l tato di un semplice richiamo del le cosiddette dottrine pec u l iari del ca lv in i smo, ma del l a totale fennezza e coe­renza con cui vengono mantenu te tutte le verità teologiche del vero crist ianesimo. L' uomo q u i ndi , potrà conoscere lo scopo, i criteri e i l princ ipio s tesso del l a v ita soltanto nel l ' ambito di un Dio i ndipen­dente e totalmente auto-suffic iente e delle dottrine del la creazione e della provvi denza senza nessuna modificaz ione. Ora c i acci nge­remo ad esam inare ognuno di q uesti concetti separatamente.

l. Lo scopo dell 'educazione

Secondo i l pensiero riformato I' uomo conosceva fin dal l ' i n izio lo scopo della sua esistenza. Egl i era stato creato ad i m magi ne del Dio che aveva pure dato ori gine a tutto c i ò che l o c i rcondava. Non c ' era perciò a lcun fatto i n terno o esterno alla creatura umana, che non r ivelasse i n modo pieno i l Creatore, i n fatti la n atura o l 'essenza di ogni realtà creata sta proprio nel la funzione che svolge n e l processo d' auto-ri velazione di Dio al l ' uomo, c hiamato anc h ' egl i a svolgere questa stessa funzione.

L' uomo fu creato i n fatti a i m magine di Dio con i l compito di espri mere sempre più c h iaramente q uesta sua pec u l i arità in quanto l a vocazione storica a c u i era s tato dest i nato consisteva proprio nel rifl ettere la g loria eli Dio n e l l a propria esistenza.

E' preci samente in tale contesto, dunque, che dobbi amo riferir<f i a l la rivelazione originale e soprannaturale data ad A damo, che gl i permetteva d i comprendere la sua vocazione in v ista anche del futuro. Egli avrebbe dovuto in mani era via via crescente rielaborare i fatti dell' ui1 iverso avendo come meta l ' esclus iva g loria di Dio, col laborando cos] a l l ' edifi cazione del suo regno.

La ri velazione soprannaturale posi t i va di cu i stiamo parlando è al lo stesso tempo correlativa e supp le mentare a quell a che avviene nei fatti a l l ' i n terno e all ' esterno del l ' uomo. S i può q u i nd i d ire che solamente q uando le rivelazioni " naturale" e " soprannaturale" sono consi derate i n tegrantes i l ' una a ll ' al tra e perciò vi ste per quello che sono nel la real tà, l ' uomo è posto nel la corretta prospettiva s torica.

C. Van Ti l , La l 'iSiOIIf! rijiJri/10/0 dell'educo:ione 53

Ci si rende cioè conto di cosa egli fosse e di quel che dovesse diventare s i a a l i vel lo indiv iduale che col lettivo e si comprende anche, esc l usi vamente i n questo contesto, c he la sua vi ta s i rea l i zza al l ' i nterno di una relazione pattuale. Dio i nfatti g l i ha clonato da rea l izzare un progetto nel quale deve i mpegnarsi concretamente e che consi ste nel la costruzione del suo regno.

A questo progetto deve parteci pare l ' i ntera u manità i n q uanto i l pri mo uomo è rappresentante, appu nto, di tutta la razza umana. Il Creatore aveva i nformato l ' uomo d i questo attraverso una comu­n icazione di pensiero sopran naturale accompagnata da una rivela­zione fattuale. D io ha i stru i to così i l fi losofo-sc ienziato che a sua volta avrebbe dovuto trasmettere le verità ricevute al l ' i n segnante il quale avrebbe dovuto fare al trettanto con l ' a l l ievo rende nclo lo edotto c i rca il compito affidato al la creatura umana nella creazione.

E ' stato già notato come l ' uomo non sia in grado d i conoscere i l preciso mandato ricevuto se fonda la sua riflessione su presup­posti non-cristiani . Circondato com ' è dal caos, egl i non riesce neppure a di stinguere un fatto dal l ' al tro, perché per afferrare qual­cosa in particolare, dovrebbe conoscere tutto.

A questo punto però è necessario sottolineare che anche le posizioni cristiane non riformate si trovano nel l a s i tuazione appena descri tta. I l Dio del cattolices imo romano e del l ' arm i n ianesimo per esempio, è i ncapace di defi n i re il mandato c ul turale de l l ' uomo non potendo contro l lare il futuro in modo asso J u to dato che la rea l i zza­zione dei suoi scopi è condizionata dalla volontà u mana. Egl i può insistere affinché l ' uomo real izzi la fu nzione di suo rappresentante s u l l a terra e poi s perare nel successo eli un tale progetto solo se l ' uomo stesso offrirà la propria col laborazione. Se Dio qu indi non può portare a comp i mento i suoi d i segni presc i ndendo dal la volontà umana c i ò s ignifica che, in u l t i ma anal i s i , è un essere l i m i tato che non poss iede il controllo ul t imo del la storia.

Dunque, solo la fede riformata confessa la veri tà b i b l ica di un D i o sovrano da ogni eterni tà, che ha dei progetti da l u i perfettamen­te conosc iut i i qual i troveran no certamente un p ieno adempi me n to . Esc l u s i vamente qu·esto t ipo el i pos iz ione può s fi dare perc i ò i l

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54 Swdi di 1eo/ogia V ( 1 993) 50-68

pensiero non cnstwno su l soggetto del l ' educazione. Il D io del cristianesimo sol tanto, come espresso dalla fede riformata, permet­te di evitare e superare l ' astratto principio universale del la filosofia idealista, e con esso il dio che necessita di condizioni ambientali particolari per poter essere auto-cosciente, un dio che ha b i sogno d ' u n processo graduale per la determ inazione del la sua volontà onde fissare degl i obiettiv i per l ' umanità.

2. I criteri nell'educazione

Affronteremo ora, come secondo punto, la questione dei criteri e del l e norme nel campo educativo. Abbiamo già precedentemente i ndicato come a partire da presupposti non cristi an i sia impossibile dist inguere ciò che promuove l ' educazione e ciò che i nvece la ostacola.

La fede riformata si fonda, molto chiaramente, sul l ' assunto del l ' assoluta verità dell a posizione cristiana ed è proprio questo che l ' insegnante trasmette al proprio al l ievo. Quest ' u lt imo ha imparato già che lo scopo del l a vita umana può essere conosciuto solo attraverso l ' autorevole rivelazione di Dio ed è ora in grado di discernere che su questa stessa base l ' uomo può anche rintracciare i cri teri per mezzo dei qual i deve v ivere .

Ogn i al tra posizione su tale tematica risu l terà solo u n compro­messo, perché l ' educazione verrà considerata come una scelta fra due diverse vis ioni come se ci s i trovasse su un terreno del tutto neutrale. Si ritrova qui i l presupposto di un possib i le i mpegno nei confronti di Dio e di Cristo come S ignore senza l ' in iziale potenza rigeneratrice dello Spiri to Santo. Tale impegno però non sarà mai una dedicazione ne l p ieno senso del tenn i ne. Il Dio e i l Cri sto della Scrittura restano tali infatti solamente q uando ci si impegna real­mente perché s i è stati attirati dal l a loro potenza. In caso contrario, essi diventano ancora una volta un astratto principio un iversale, dipendenti loro stessi dall ' indiv iduazione di un criterio irrazionale. Così accade anche per la B ibbia che, se deve essere prima provata da una norma più al ta, estrinseca ad essa, perché diventi ri levante

C. Va n Ti l, La visione rijìmnwa de// 'cdum:;.ione 55

per l ' esperienza umana, non rappresenta più i l ri ferimento u l timo per l ' es istenza e ci s i chiede in fondo per quale motivo si avrebbe ancora bisogno di essa. La nostra concl usione perciò è che la fede riformata soltanto costituisca una vera sfida a Dewey come a P latone. Essa affronta e risolve infatt i , non solo i l problema del lo scopo del la v ita umana, ma anche que l lo relati vo ai suoi criteri .

E ' solo su basi riformate qui ndi che l ' insegnante possiede cri teri che gl i consentono di distinguere ciò che è educati v o da ciò che non lo è. Ogni cosa che è in armonia con il contenuto del la Scrittura può essere considerato educati vo mentre il resto sicuramente va e l imi nato. Il criterio in sé, come si vede, è sufficientemente chiaro e sempl ice, la d ifficoltà, s ia per l ' i nsegnante che per l ' a l l ievo, è trovare l a sua appl icazione pratica nel le varie s i tuazioni in cu 1 s 1 verranno a trovare .

3. Il principio orientativo n eli 'educazione

Affronteremo ora i l problema cruciale del la motivazione stessa ciel i 'esperienza umana cons iderando da dove tragga le proprie risorse. Vi sono indubbiamente due posizioni opposte su questa tema, in quanto la vis ione non cristiana ripone la propria fede nel l ' uomo mentre quel la cristiana nel Dio trino del le Scritture.

E' necessario affermare a questo punto che a partire da presup­posti non cristian i l ' esperienza umana opera nel vuoto; l ' uomo è nelle tenebre e non ha alcuna speranza di usc irne per vedere la luce, anzi resta preda in definit iva dell' ottenebramento e del l ' i rraziona­l i tà. I l risu ltato è che le tenebre ricoprono l ' al l ievo, l ' i nsegnante, lo scienziato fi losofo e i l l oro stesso clio.

La razional ità non può essere considerata per essi una costante, dato che secondo l oro essa si fonda su l la casual ità. La razional i tà assoluta è vista còme proveniente, per proiezione, da un an imale razionale che a sua volta l ' ha ottenuta accidental mente e che usa la l egge del l a contraddizione, anch ' essa ritenuta casuale, per au tocon­v incersi che il Dio del cristianesimo non può esistere.

In netto contrasto con quanto appena esposto, la pos izione

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5 6 Studi d i teologia V ( 1 993) 50-68

riformata orienta i l suo pensiero in modo molto franco sul le sol idle bas i rappresentate dal le dottr i ne del l a creazione e del l a provvi den­za, così come r ivelate dal l a Scrittura. Solo su questo fondamento l ' i nsegnante e l ' a l l ievo sono, fin dal i ' i n izio, c i rcondati dal la l uce, i n contatto cioè con la verità perché ess i stess i tivelano Dio quale loro Creatore e Signore.

B i sogna però speci ficare ora di nuovo che le varie v i s ioni cri s t i ane che tendono ad e l i m i nare quel la r iformata cadono al l ' i stante nel compromesso e i nsistendo sulla nozione del l a l ibertà umana non fanno altro che i mpedire a l l ' uomo i l contatto con Dio. I l loro tentati vo è la difesa del l a logica, del l a razional ità quando s i preoccupano d i mettere Dio al riparo da ogn i responsab i li tà nei confront i del peccato, non rendendosi conto che ciò s ignifica ridurlo al l i ve l lo d i d imensione fin i ta. Un Dio d i questo tipo i n fondo non h a nessun contro l lo finale su l destino dell ' uomo e del l ' un iverso e tutto v iene ricondotto i n un contesto di oscurità e di accidental i tà. Cristo poi avrebbe fatto del suo megl io per l' uomo, rendendo la sa lvezza "poss ib i le" per tutti anche se ora è costretto a confrontarsi continuamente con l a volontà umana che può frustrare i suoi p ian i , semp l i cemente decidendo di non accettare la sua offerta. In questo modo al lora l ' opera del Cristo rappresenterebbe un fal l imento, Satana non sarebbe stato sconfi tto e il regno del male può ancora prevalere su quello div ino .

Come può l ' insegnante su questi presupposti i ndirizzare ferma­mente l ' al l ievo a l avorare per i l Regno di Dio? Egl i non può trovare alcuna spiegazione i ntel l eg ib i le rel at iva a tale regno se non esiste un d isegno preci so di Dio per l ' un i verso che infa l l i b i lmente troverà i l suo compimento. Un Dio non sovrano veramente potrebbe solo fantasticare c irca i l corso del l a storia perché non possederebbe uno progetto stab i le e soprattutto real izzab i le . Questo impl icherebbe che la realtà, i n u l ti ma anal i si , è in·azionale. L' i nsegnante a questo punto non saprebbe assolutamente come integrarsi nel la rea l tà e come promuovere l ' i n tegrazione dei suoi al l iev i in quanto regne­rebbe l ' indeterminatezza.

C. Van Ti l , LwvisicJne riforlllata del/ 'educociune 57

4. L'unità della cultura

Nel la d iscussione precedente abbiamo posto l ' assunto che solo su l la base di un cri stianes imo consi stente si può ottenere un reale processo di insegnamento e di apprendimento mentre i presupposti non cristiani non offrono alcuna coerenza nel la comprensione dell ' esperienza umana. Da c iò deriv iamo il pensiero eli u n ' anti tesi assoluta tra i due princip i : da un lato infatti ci sono coloro che servono e adorano la creatura, dal l ' a ltro que l l i che invece deside­rano porre il Creatore al centro de l la loro vi ta.

Questi u l timi conoscono il cr i terio e l ' ideale del la v i ta u mana e lottano per vederne la real izzazione, contando su l la potenza del lo Spiri to nel la loro stessa esi stenza. Al contrario trov iamo persone che colpevolmente ignorano queste realtà trovandosi in una condi­zione el i morte spirituale e non ci sono l i vel l i eli morte . Vi è qu indi un ' antitesi assol uta tra le due posizion i .

Tuttav ia tale antitesi riguarda solo i principi che non troveranno piena espressione nel la v i ta umana fi no al termine de l l a storia. ln pratica perciò il non credente può conoscere ed insegnare molte cose giuste e vere.

"Negheremo agl i antich i giureconsul ti lucida chiarezza nel costituire un ord ine di governo saggio ed equo? Diremo che i filosofi sono stati c iech i , essi che hanno considerato s} di l igente­mente i segreti del la natura e ne hanno scri tto con tanta arte? Diremo che chi c i ha i nsegnato l ' arte del l a discussione, vale a dire i l modo di parlare secondo ragione, non avesse alcuna intuizione? Diremo i nsensato ch i ha i nventato la medic ina? Considereremo le al tre d isc ip line come fol l ie? Al contrario : non possiamo leggere i l i bri scritti su tutti questi argomenti senza rimanerne meravigl iati . E s iamo meravigl iat i perché s iamo costretti a riconoscere l a sapienza i v i contenuta" 1 • '

1 G iovanni Calv inu. lsliru:ioue della reli�r_: ioue crisriww, 1 1 ,2, 1 5 .

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E ' in questo senso che Calv ino si esprime dopo aver mostrato che l a depravazione umana " s i estende non solo al l ' in tera razza umana, ma ha completo possesso di ogni anima"2 •

Egli non ha paura di sotto l ineare l ' assolutezza del principio del peccato per timore di commettere un ' ingiusti zia nei riguardi del l a bontà, del l a verità e bellezza che comunque rintraccia nel la cultura di uomini e nazioni non cri stiane. A l contrario, i concetti della depravazione totale e del l ' u nità dell a cultura umana sono legati l ' uno a ll ' a ltro, perché provengono dall a stessa sorgente - cioè i l consigl io sovrano del Dio che contro l la ogni realtà. Dio h a u n piano unificato all ' interno del quale gli uomini si impegnano per compie­re il loro mandato cu l turale. E' dunque da questa base positiva che la v isione riformata trae il suo orientamento .

l ) L'obiettivo comune Prima di tutto Dio parla a ll ' intera razza umana quando pone davanti l ' ideale di una cu ltura razziale comune. Egli offre a tutti gl i uomini l a prospettiva di una grande 1imunerazione per l ' adempimento l fedele eli u n compito cul turale comune.

Su presupposti non-cristiani non c'è alcun Dio che offra una tale prospettiva; ciò comporta l ' esclusione di una qualsiasi unità, non ci sarà che diversità. Ogni u nità cercata su queste bas i non potrà mai essere quell a ottenuta attraverso un comune sforzo per i l raggiungimento d i un · obietti vo comune nel la storia, anzi essa rappresenterà una realtà senza tempo che riduce ogni tipo di diver­sità a l ive l lo di identi tà. Sarà così svuotata di significato l ' idea di storia e di cultura un iversal i .

Tutte le posizioni non-riformate non sono adeguatamente con­sapevol i di queste conseguenze anche se è vero che possono insegnare molto riguardo a Dio e al mondo che risulta in armonia con l a verità. C'è poi da d i re che spesso i cri stiani non-riformati usano g l i stessi concetti pecu l iari al l a fede riformata; c iò dovrebbe

2 /bid., 1 1 ,2 . 1 .

C . Van Ti l , La visione rif'ormotu dell'educa:ione 59

costi tuire un motivo di a l legrezza in quanto c i sono mo lte scuole che si fondano sul cris t ianes imo evangel ico.

L' opposizione tra fede rifcrmata e fede evangel ica protestante dovrebbe sempre comunque avvenire in un contesto di amichevole fraternità in cui ci si stimoli v icendevolmente a considerare ed insegnare l a piena verità. Ad esempio, le severe critiche da parte dei riformati nei confronti del concetto educativo armin iano, non dovrebbero mai oscurare il fatto che ognuno per parte sua cerca di magnificare i l nome di Dio e del suo Cri sto.

Ma precisamente perché gli ann iniani i nsistono sul pensiero che l ' uomo sia capace di fare ciò che i n definitiva va contro il consigl io finale di Dio, noi controbatti amo che in questo modo non si rende piena giustizia a l l ' idea bib l ica del l ' un i tà del la razza umana e dell a cul tura. Dio ha perciò il pieno control lo del l a storia e tutto ciò che accade è determinato dal la sua volontà che è i l riferimento u l timo. Soltanto questo presupposto dunque, tratto d irettamente dall a Scrittura, fa piena giustizia al l ' un i tà del l a cu l tura. L' atti vità u mana infatti, senza questa base, sarebbe atti vità operante nel vuoto. Ma Dio è il capitano del l a nave che Egl i stesso ha costru i to, control la anche i l vento e i l mare e farà in modo che l ' imbarcazione raggiunga la sua dest i nazione. Egl i ha voluto un certo equ ipaggio a l quale donerà una ricca ricompensa a l l a fine del v iagg io.

2) La comune rivolta contro Dio I l secondo punto che ora affronteremo è basato sul pri mo. C ' è stato all ' in izio del la storia un rifiuto comune del mandato dato al l ' uomo e un disprezzo per quanto promesso da Dio al la fine della naviga­zione. S i è verificato un grave ammutinamento a bordo ed ogni membro del l ' equipaggio vi ha partec ipato . Il proposito d i Satana, il primo responsabi le di tale colpo di mano, era quel lo di i mposses­sarsi del comando del la nave e la sua promessa sembrava ancora "più ricca" di quel la di Dio.

Egl i però non s i rendeva conto che tutto i l suo piano non era altro che un miraggio. Aveva d imenticato che Dio, i l vero capitano, conservava i l più assoluto control lo del la situazione. Satana non

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sapeva che ciò che g l i appariva come un grande successo sarebbe stato a l lo stesso tempo la sua rov i na, infatti se davvero avesse preso i l comando l a nave sarebbe affondata portando tutti all a d is truzione.

Questo però avrebbe comunque rappresentato u na specie di v ittori a per l u i in quanto sarebbe riusci to nell ' i ntento di sconfiggere Dio. Ciò sarebbe stata l a dimostrazione che D io s ' i l l udeva di governare l a nave, ma in realtà non ne era mai stato l ' un ico le indiscusso cap i tano e non l ' avrebbe mai condotta nel porto tanto desiderato . L' i dea che i l cattol i cesimo romano e l' armi n ianesimo hanno di Dio s i fonda su l l ' assunto che Egli possa i n u lt ima anal is i essere sconfi tto; c iò i nevitabi l mente i mp l ica che D io non è un essere assoluto . C i sarebbero forze che g l i s i opporrebbero da] ] ' eterni tà e che sono orig ina l i e u l time quanto l u i . I l peccato su queste basi non può essere defi ni to come mancanza di conformità o trasgressione del la legge d i Dio , poiché a rigor d i termin i non ci sarebbe alcuna l egge di Dio. I n realtà la legge di Dio è c iò che Egl i ha, or di nato per l ' uni verso creato e di conseguenza anche per l ' uomo come creatura razionale .

I nvece dal punto di v i sta cattol ico-romano e arminiano, l a legge è il risu l tato, i l prodotto finale del la cooperazione fra Dio e l ' uomo. Natural mente questo sarà vero fino a quando verrà mantenuta la dottri na del l a l ibera volontà umana che peraltro v iene v i rtua lmente negata nel momento i n cui vengono confessate le dottrine rei ati ve alla creazione e alla provvidenza. Comunque, ciò che consente di tracciare una chiara l i nea demarcatrice fra la posizione riformata e quel l a appena descri tta è i l tentati vo d i quest ' u l t ima di attribui re all ' uomo una volontà autonoma, i l che automaticamente significa negare l a legge di Dio . Questo i mp l ica a sua volta negare che i l peccato è defi n ito esc lus ivamente i n relazione a questa legge. Per tornare al i ' esempio che facevamo prima è come se essi non rico­noscessero che i l dovere del l ' equ ipaggi o è di prendere ordin i soltanto dal capitano, e non tentare d i avere, come D io, i l potere di veto nel la sala di contro l lo del la nave. Insomma i l problema dei criteri non è posto, come dovrebbe, su i principi radicalmente cristiani e c iò comporta il fatto che non ci sono p iù assoluti e noh

C. Van Ti l, La v isione riformmu del!'educa�ione 6 1

s i h a una chiara consapevolezza degl i obiett iv i da raggiungere . La d ist inzione fra i punti cardinal i nord e sud risulta confusa e i l cap itano n o n riesce p i ù a dirigere la rotta dove desidera e anzi va al l a deriva ins ieme al suo equ ipaggio. I l ti mone è irrimediabi l mente rotto e l a nave è i ngovernabi le .

La fede riformata i nvece considera i l peccato trasgressione contro la legge di un Dio che ha stab i l i to una meta preci a per la storia e che perciò può promettere al l ' umanità una ricompensa eterna per l ' obbedienza e per un operato fedel i . Ogni ribe l l ione è vista come esclusi va opposizione a Dio e qu indi ribe l l ione assoluta, e poiché la posizione del Creatore è assoluta, anche la rivolta nei suoi confronti deve essere tale. Questo atteggiamento significa in fondo mettere Dio da parte, assegnargl i un posto periferico, e ciò non è forse qualcosa di assoluto?

3) L 'offerta di una vittoria connme sul male I l terzo punto consi ste nel prec isare che benché la ribe l l ione s ia assoluta è al tresì certo che verrà ann ien tata in modo al trettanto radicale, Satana e il suo piano infatti sono desti nati al completo fall imento. L'equipaggio che lo ha segu ito quale capo degl i ammu­t inati non otterrà alcun defin itivo successo perché i l vero capitano conosce perfettamente tutte le loro intenzioni , niente gli è infatti nascosto. I loro pensieri pill nascosti erano per Dio chiari tanto quanto il sole raggiante di mezzogiorno e assol utamente tutti sotto i l suo control lo . I l capi tano condurrà l a sua nave senza ombra di dubbio al porto desiderato. Saranno assolutamente frustrati i dise­gni malvagi eli Satana concepi ti per portare tutti alla di struzione.

La nave, riprendendo la metafora, è condotta in salvo attraverso Cristo il Figl io eli Dio la cu i opera v iene appl icata al cuore del l ' uo­mo dall o Spiri to Santo. GesLt Cristo non ha solo un ' intenzione eli salvezza nei confronti del mondo, Egl i lo salva effettivamente e a l i vello generale. I l mondo e la sua cul tura sono sal vati e questo processo di sal vezza dura ancora.

Si può qu ind i affermare con s icurezza che i l vangelo de l l a salvezza è offerto a tutta l ' uman i tà i n generale, i n modo ind iscri-

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minato ma anche a condizione che l ' uomo accetti il suo mandato culturale e le n uove opportuni tà donate i n Cristo. Se desidera essere personalmente salvato e che s ia salvata pure l a propria cul tura non può che accogl iere i l Cristo, poiché solo in questo modo Dio ha stabi l ito i l ragg iungimento dei suoi disegni . Affinché ciò si rea lizzi è comunque necessaria la potenza ligeneratrice dello Spiri to Santo . Perfino Adamo avrebbe potuto essere obbediente solamente ·per mezzo del l a potenza di Dio . Questo per spiegare che tutto l ' operare umano è fondato s u l l ' azione di Dio che è i l riferimento ult imo. L' agire dell ' uomo infatti , come pure i l suo pensiero, hanno un carattere analogico, e proprio per tale caratteri stica possono avere u n senso reale e non perdersi nel vuoto : tutto trae i l proprio significato dal la volontà sovrana di Dio .

Cosa ne sarà però d i coloro che rifiu tano i l Cristo e che persi­stono nel loro atteggiamento di ammutinamento contro i l capitano dell a nave? Dio conti n ua a ch iamarli al pentimento e tale ch iamata è g�nerale, destinata a ll ' in tera razza umana e contiene una promes­sa di salvezza che i nveste anche la c u ltura umana.

·. C ' è però anche una minacci a per quell i che non prendono su l serio i l fatto che saranno d istrutti i quali comunque resteranno a bordo fino a l la conclusione del v iaggio. Essi non saranno tenuti sempl icemente sotto custodia, anzi si permetterà che agiscanq l iberamente su l la nave contribuendo necessariamente a l suo lavoro, in tal modo la cu l tura g lobale anche trami te i l loro operato sarà salvata.

Ciò avverrà a di spetto del l ' intento d istrutti vo che s i erano prefissi . Tal e i ntento è paragonabi le al fuoco che, partito da una dell e cabine, se non v iene arrestato, s i propaga poi a tutta l ' imbar­cazione. Così coloro che hanno appiccato l ' i ncendio non saranno neppure in grado di distruggere i l l avoro che essi stessi, i nsieme al resto del l ' equipaggio, compiono quotidianamente a bordo del l a nave che continuerà a navigare fino a toccare i l porto desiderato. C'è un principio nel l ' uomo che tende a rovinare l ' operato eli Dio, ma tutto resta perfettamente sotto i l suo infal l ib i le contro l lo .

B isogna rammentare a questo punto che g l i ammutinati non

C. V an Ti l , La visiolte njonnmq del! 'eduw�ir111 e 63

possiedono piena consapevolezza eli ciò che stanno compiendo anche se in fondo percepiscono che tutti i loro sforzi sono mi sera­mente destinati ad u n totale fal li mento . Cal v ino, come l ' aposto lo Paolo del resto, pone in evidenza i l fatto che ogni uomo nel suo i ntimo ha conoscenza eli Dio e questo sign ifica che si rende conto che la sua rivolta fin irà in auto-frustrazione. Egli sa che peccare contro Dio è a l lo stesso tempo negare la poss ib i l ità di essere ciò per cu i si è stati creati , è peccare i n u l tima anal is i contro se s tess i . Così l ' uomo sa che la propria ri bel l ione non paga, perché egl i in qual ità eli ammutinato è costretto ancora a l avorare per il capitano senza ottenere la ricompensa che era stata offerta.

I l suo ammutinamento è qualcosa che richiede contin uamente una stimolazione artificiale . Il capo degl i amm utinati (Satana) predispone attentamente tutte le regole per la navigazione col fine eli mostrare che il capitano sta commettendo dei gravi errori e che sarà i ncapace eli raggiungere la dest inazione prefissata. Però Satana non fa che imitare in modo fal so e artificiale tutto ciò che vede fare dal comandante re lativamente a l governo del l a nave.

Anche così , comunque, i rivol tosi s ' i l l udono d 'ottenere la v i t­tmia finale credendo che nessuno oserà in mare aperto appoggiare i l vero capitano, c iò mostra che agiscono su l i vel l i di auto- inganno.

La concl usione di tutto il discorso è la seguente. Nel l ' in terpre­tazione del l a v i ta abbiamo evidenziato due principi che si escl udo­no v icendevol mente. Da un Iato c ' è il principio di matrice cristiana che presuppone un Dio che parla autorevo lmente attraverso la B ibbia e che dona a l l ' uomo dei criteri fondamental i per l a com­prensione d i tutti gli aspetti del l a v ita. Dal l ' al tro emerge il pensiero non-cri stiano che ha come presupposto l ' uomo che autorevolmente parla di se stesso. Psicologicamente, certamente, anche il cristiano deve partire dall ' uomo considerato però come creatura di Dio. Quindi , tirando le somme, resta indubbiamente vero che i l pensiero cristiano interpreta la v ita e tutto ciò che la concerne a partire dal Creatore mentre a l l ' opposto ri mane una vis ione che bi sogna defi­n ire antropocentrica.

Sotto l i neiamo che r isulta impossibi le scegl iere fra le due pos i -

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zioni appena esposte facendo appel l o ad una terza considerata neutrale, perché c iò equ ivarrebbe a scegl iere in favore di u n pre-supposto non-cristiano. . . . La discussione fra l e due pos iz ion i deve avvemre m u n ambitO che tende a salvaguardare i l tema dibattuto. Questo s ignifica che c iascuno prende il proprio posto su l presupposto a ltrui solo i pote­ticamente i n modo da osservare cosa accade al l ' esperienza u mana.

Dato che i l cristiano deve cercare di convincere i l non-credente su l l a verità del la sua posi zione, egl i per primo si i mmedesi merà ne l pensiero che s i sforza di condurre a Cristo. Sarà così disposto ad ascoltare pazientemente tutte l e obiezioni che g l i verranno mosse, pur considerando i l fatto che esse si basano sul l ' assunto che l ' uomo e la sua volontà costitu i scono i l riferimento finale . Il probl ema real1 non verrà sv iscerato fi no a quando non si chiederà al non-cristiano su quale fondament6 �.�_gl i rende i ntel l eg ib i l i le sue obiezi oni ne i confronti de l cr ist ianesimo.

:·E ' paradossale scoprire a questo punto che chi confessa una posiz ione an ti -cri stiana abbi a b i sogno in defin ì �i va del la veri_tà del l a fede cristiana per poi attaccarla. Come un p1ccolo bambmo per poter colpire, pur se debolmente, i l v i so del proprio p

_apà dev

_eya�·

seduto su l le s ue ginocchia così i l non credente, m quahta d1 creatura, ha bisogno d i Dio i l Creatore e del suo provvidenziale contro l lo d e l i ' uni verso per opporgl i s i .

Senza questo Dio, eg l i agirebbe ne l vuoto e non esisterebbe un posto per la sua v ita. App l i cando tutto i l ragionamento fatto fin qu i a l problema dell ' educazione crist i ana ri leviamo che l ' i nsegmu�t_e che si fondi su al tre basi sarà i mposs ib i l i tato a condune avanti 1 1 suo compito fino a quando non prenderà a prestito le verità pecul i ari del cristianes imo. Egl i necessita proprio del l ' idea di Dio e dell a sua autorevole e normativa r ivelazione per poter poi rendere questo Dio e l a sua rivelazione pienamente soggetti al l ' uomo.

Così i l fatto che l ' i nsegnante può trasmettere, e d i fatto lo fa, r isulta comprensibi le solo perché que l lo che ritiene non corrispon­dente al vero i nvece effett ivamente lo è . Egb i n segna dunque ma lo fa accidental mente, casual mente ed è messo in grado di trasferire

C. V an Ti l , La visione rif(mnora del! 'edum�ione 65

le sue conoscenze agl i al l iev i a causa del fatto che i cri teri del cristianes imo sono veri mentre i suoi non lo sono alfat to.

Dopo aver compreso tutto questo, il cristiano acqu is i sce una profonda consapevolezza dell a necessità e del valore del suo pro­gramma educativo. Deve essere egl i a fornire non sol tanto la filosofia concernente l ' educazione a se stesso, ma anche le armi con le quaU i l non credente lo attaccherà per essere conseguente­mente sconfitto. In questa maniera il suo lavoro si consol iderà e troverà la sua ragion d' essere. Quando, tornando a l la metafora i n iziale, i l fuoco su l l a nave verrà spento, al lora l ' operato del l ' equ i ­paggio sarà salvo dal la distruzione.

5. La grazia comune

Finora abbi amo operato una precisa di sti nzione tra la fede r iformata e le al tre pos iz ioni per quanto concerne il tema del l ' educazione, mettendo in risalto i l " part icolarismo" del l a v i sione ri formata . Nel la v is ione cattol ico-romana, l uterana e armin iana Dio non può trattare direttamente con l ' indiv iduo in quanto appartiene a questi la deci ­s ione finale che consiste nel l ' accettare o rifiutare l ' o fferta d i sal­vezza fatta a l i ve l Jo generale. La fede riformata confessa che Dio non concede so lo del le possib i l i tà d i carattere generale ma compie anche la sua volontà effetti vamente neg l i i nd iv id u i .

C ' è comunque d a dire che l ' i nd iv idual i smo o i l parti col ari smo non costi tu i sce di per sé il segno d i r iconosc i mento del la fede riformata. Esi ste infatti un disti nto uni versal ismo connesso al par­ticolarismo riformato. Questo è già stato menzionato. Dobbiamo ora brevemente esaminare i l d iscorso i n rapporto al l a concezi one riformata dell a grazia comune e del la sua relazione col tema del ! ' educazione.

Ci s iamo ri petutaìnente s forzati d i i ndicare che nel pensi ero non cristiano si rintraccia un uni versa le astratto o formale correlato acl un particolare anch' esso astratto e puramente conti ngente. Nel l ' or­todossia non riformata inol tre i l cr ist ianes imo subisce u n ' attenua-

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zione dovuta a l l ' introduzione di elementi derivant i da questi clpe pnnc1p1 .

E ' ch iaro qu ind i i l fatto che i l vero u n iversal i smo vada eli pari passo con un reale particolarismo. Lacldove l ' i nd iv i duo i n fatti v iene raggiunto e toccato da Dio direttamente, anche tutte le sue rel azioni ne saranno i nvestite. S i può perciò affermare che solo su basi riformate l ' un ità della razza u mana e del l a sua cu l tura v iene con­servata e d i fesa, ed è proprio questo che la dottrina r iformata del la grazia comune sotto l i nea e stimola a ricercare.

Affinché questa dottrina possegga la funzione che le è propria in rel azione al tema del l ' educazione, deve in trecci arsi con l ' in tero s istema del l a dottr ina crist iana, i l cu i cuore è s i tuato nel riconosc i­mento da parte dell ' uomo che Dio stesso direttamente e costante­mente confronta la razza umana con i suoi ordinamenti e con le sue promesse. A l i ' i n i zio del la creazione l ' att i tudine el i Dio s i man ife­stava nei riguardi del l ' umanità con un generale favore, ma dopo l a ribel l ione egl i pur se continua a riversare l a sua grazia s u eli l u i , ch iama l ' uomo al pentimento . L' appel lo a l pent imento comunque impl ica s ia u no sguardo proiettato al fut uro che uno retrospetti vo. Dio cont inuamente spinge l ' umanità verso la meta destinata, anche se b isogna ri l evare che dopo l ' ingresso del peccato nel mondo, tale vocazione deve necessariamen te essere reali zzata per mezzo del Cristo. Dunque l ' idea d i grazia comune, come s i comprende, è correlata i n man iera diretta alla graz ia speci ale o grazia salvatr ice, i n al tre parole essa è cristologicamente condizionata; se non fosse così sarebbe ticlotta al l a stregua eli una vuota identità. La "benignità eli Dio", el ice Paolo, ha lo scopo preci so eli condurre gl i uomin i a l ravvedimento (Rm 2,4) . Ma i l ravved imento s ignifica anche dispia­cere profondo per non aver posto mano al compi to cu lturale as3e­gnato al genere umano ed una rin novata determi nazione ad adem­pierlo .

S e i doni eli D io facenti parte del la grazia comune qual i " la pioggia e l a luce del sole" , sono considerati come appartenenti a l la generale ch iamata al pent imento, allora i credenti hanno l a respon­sabi l i tà eli inc l uclerl i nel la loro " testi monianza" agl i i ncredu l i . I

C. Van Ti l, La visione rif'ormmo del/ 'edum�ione 67

crist iani che hanno per graz ia confessato i l loro peccato e ri scoperto eli nuovo l ' impegno cu l turale a cui sono ch iamati in questo mondo, debbono chiedere ai non credenti di un irs i a loro in una comune obbedienza a Dio attraverso Cristo . "E per questa ragione" , essi possono test imoniare "che i buoni doni del Creatore sono dati anche a voi, perci ò vi scongiuri amo, nel nome d i Cristo, si ate riconc i l iati con Dio" . E ' la sua sapienza inesauri b i le infatti che può permettervi d i g iungere a l pentimento, renderv i capaci di fare tutte quel le cose che sono in se stesse "u t i l i e lodevo l i " . Dio si è proposto di portare a termi ne i l suo p iano che è i l compimento del suo regno e questa è l a rag ione per la quale voi potrete contribu i re posi t i v amen te a l la sua volontà. Gl i s trumenti musical i che costru i te, g l i oratori che producete, i grandi poemi che avete scri t to, le scoperte scient ifiche real izzate, con o senza la vostra volontà, troveranno tutti i l po · to loro assegnato nel l a struttura un ificata del regno di Dio per mezzo di Cristo. Ora, qu ind i , nel nome di Dio penti tev i , al tri ment i gl i Israe l i ti v i "spogl ieranno" dei vostri tesori e voi peri rete nel Mar Rosso come g l i Egiziani .

I l cattol i cesimo romano non possiede una dottri na come quel la della grazia comune, nel suo s istema i nfatt i i l credente e l ' i ncredulo condiv idono un ' area comune senza alcuna d i fferenza. I l presuppo­sto di fondo è r intracc iabi le i n una "teologia naturale" che pretende di essere una vera i nterpretazione e valorizzazione del l a ri velaz.ione di Dio nel l a natura. Ma in tale modo esso v irtualmente confonde l a rivelazione del Creatore a l l ' uomo con la risposta d i quest ' u l t imo a tale r ivelazione . Lo stesso può dirs i, i n l arga misura, del protestan­tes imo non r iformato che non fa di sti nzione fra l ' oggett ivo ed i l soggett i vo i ntroducendo così nel cristi anesi mo l ' un i versale e i l particolare astratt i .

Non c ' è b isogno di d ire a questo punto come l a dottri na ri for­mata del la grazia· comune non opera una s imi le confusione, non offrendo la base per un " territorio neutrale" tra il credente e l ' incre­dulo, conseguenza del la teologia naturale di Roma. Questo pensie­ro teologico catto l ico-romano renderebbe b·a l ' a l tro inut i le quals ia­si sfida nei confronti dei non-credenti su ciò che concerne l a

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68 Swdi d i 1eologia V ( 1 993) 50-68

conoscenza scientifica ecc . Una tale nozione, chiaramente scolasti­ca, del la grazia comune s ignificherebbe anche perdere la speranza di arrivare a considerare la scienza a l i vel lo un i tario.

La dottr ina del l a grazia comune, così come confessata nel l a fede riformata, è assolutamente indi spensabi le per u n a v isione non frammentaria del la ricerca scientifica e per una sfida piena e comprensiva nei confronti del l ' i ncredul i tà.

La comuni tà r iformata, e concludiamo, deve seguire i l proprio programma educativo e pur apprezzando i l lavoro di cristiani di fede diversa, deve avere l a consapevolezza che solo su basi rifor­mate è possib i le presentare una efficace interpretazione del la v ita che contrasti v igorosamente i l pensiero dei miscredenti . Solo l a fede riformata è in grado d i mostrare l a completa potenza del cristi anes imo nel l ' affrontare la sapienza di questo mondo e nel l ' of­fri re al l ' uomo, con l a voce suppl icante del Cri sto che pianse su l le molt itudini di Gerusalemme, la ricompensa per l a sua opera per questa v i ta e per quel l a che sarà in futuro manifestata. La comun ità riformata non prende piacere nel costruire da sola, e neppure nel v.i vere ne ll ' i solamento ecclesiastico. Ma se c ' è una ragione perché debba v ivere e operare sola a l ivello ecclesiastico, l a stessa ragione vale anche per l avorare da sola nel campo d e l i ' educazione. Eppure l a nostra speranza è quel la di non andare avanti così i ndefin i tamente perché l ' obiett ivo che ci prefiggiamo è i l bene di tutti coloro che amano i l vangelo e di tutti quel l i che saranno condotti ad amare la verità.

(Trad. Tonino Memme)

RARITA'

S iamo in possesso eli poc h i ss ime col l ez ion i comp l ete d e l l a vecch ia serie d i Srudi d i teologia. S i tratta dei numeri da l a 2 1 i nseparab i l i . Chi fosse i nte ressato, può rivol gersi al.la segreter ia d i [feci .

Swdi di 1eo/op,iu V ( 1 993) 69-9 1 69

Segnalazioni bibliografiche

A. Kuen ( sous d i r. ), Nouveou Dic­tionrwire Biblique, rév isé, Sa i nt­Légi er, Emmalis l 992, pp. 1 364 .

Nel 1 96 l veniva p u bbl icaro, a cu­ra d i René Pache, la pri m a versione di un D i zionar io b ib l ico c he avrebbe conosc i uto un successo assai raro an­c he per i paesi d i l i ngua francese (6 1 000 cop i e ! ) . S u Studi di teologia

si era segnalata poi la t raduzione del l ' opera i n l i ngua i ta l iana (Sdr V, l 982, pp. 1 40- 1 ) . E ' ora obbl igatorio rendere con to eli q uesta n uova edi­z ione c he è passata da 808 pag i ne a 1 364 con d iverse correzion i e l ' ag­g iun ta di 735 arti co l i . L'opera è stata in gran parte r i fusa. Non s i è trattato i nfatt i solo el i correggere la grafia de i nomi , ma anche eli r ifare a lcun i ani­col i e agg i u nge rne mol t i a l tr i .

[n genere s i può r i levare un ag­g iornamento p i LJ corposo da un pun­to di v ista teologico e c iò cost i t u i sce un indubbio m ig l iorame n to ri spetto a l l a versione orig i nale . Una s i m i l e i m p resa, come s i potrà i m m agi nare , è stata notevole da di versi punt i el i v i sta, ma forse la vers ione attuale man ifesta una m i nòr omoge ne i tà ri­spetto a q ue l l a precedente . A lcun i art ico l i i n fatt i , non sembrano orien­tat i ne .l lo stesso modo. Tal u n i sono r im ast i orientat i in d i rezione cl ispen-

s a z i o n a l i s ta ( a bom i n a t i o n , en l è ve­ment , m i l le n i u m , l i vre de D a n i el ) , men tre al tr i se ne d i scostano in manie­ra assa i netta (avénement , d i spcnsa­t i on ) . Da r i l e v a re a n c h e q u a l c h e i m p re c i s ione fra le r i v i s te re l a t i ve a l l 'archeologi a (p . 1 1 9) .

N e l complesso i l Di zionari o appare però m i g l iorato e potrà serv i re a col oro c he desiderano serv i rs i eli uno stru­mento d i cons ul tazi one b ib l ica p i LI ag-g iornata.

Pietm Bolognesi

Fou i l loux D. - Lang lois A. et A l i . ( a cura el i ) , Dòonario eu/rum/e dello Bibbia, Torino, SEl 1 992, pp. 307.

l i D izi onario in esame cerca el i col­l ocarsi a metà strada tra gl i s trument i sc ient i fi c i c lass ic i e l a mera d i v u lga­z ione. Esso m i ra a que l le persone che . per cur iosi tà, desi derano avere una pr i ­ma i n formaz ione s u temi rel ig ios i . Es­so cerca d u nque d ' atteners i a l l ' essen­z ia le e opera così una se lezi one nel la grande massa d i dati ormai d i spon i bi l i . Pe r l a l etteratura i nglese esi ste qua lco­sa di s i m i l e (A Dictiorwry oj' Biblicetl

Trodirion in Englislz Literature, Eer­dmans 1 992) , men tre questo è léJ t radu­z ione el i un 'opera l'ranccse .

L'opera forn i sce pure a lcune infor­mazi on i s u l rapporto t ra la B i bb ia e

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l 'arte. Si potranno così trovare non solo d iverse r iproduzioni d i quadri ce­lebri legati ad episodi b ib l ic i , ma an­c he molti agganci con la letteratura, con la m usica e col c inema. Il vasto repertorio di voci e riferimenti test i ­monia dei vari i n fl ussi che l a trad i zio­ne cr ist iana ba eserci tato s u l l ' occi­dente.

La datazione dei vari l ibri b ib l ic i fa proprie le teorie più crit iche e pone così un ' i poteca non i ndifferente su l le i nformazioni che si propone di forni re .

Paolo Guccini

Eta Li nnemarm, flistorical Criticism of the Bible, Methodology or ldeo­logy ? Re.flections of a Bultmannian tumed Evangelica/, Grand Rapids, B aker 1 990, pp. 1 69 .

Eta Linnemann è stata a l l ieva d i Ru­dolf B ul tmann e d i Ernst Fuchs e, dopo aver terminato il suo dottorato, ha in i ­z iato la sua carriera accademica, arri­vando ad insegnare N u ovo Testa­mento a Marburgo. Durante questa s uo c ursus honorum l ' Autrice ha scoperto che anche a l i ' interno del le facoltà teo­logiche protestanti ci s i comportava, dal punto di vi sta morale, in maniera ident ica a .l le faco l tà secol arizzate. Questo motivo l 'ha fatta cadere i n una profonda crisi (che l ' ha portata a l l 'a l­cool ismo) da cui è u scita solo dopo la sua conversione a l pentecostal ismo, r innegando tutto ciò che sino ad al lora aveva sentito.

S o l o p artendo da q uesto back­ground si può capire i l contenuto d i q uesto volu me c h e vuole essere u n a profonda denuncia del s istema eli stu-

Segnalazioni b ib l iografiche

dio del le un ivers i tà tedesche e del co­s iddetto metodo storico-crit ico.

Lo studio è d i vi so i n due parti essen­z ial i . La prima parte si int i tola "Cri­sti anes imo ed Univers i tà moderna". Secondo l ' Autrice le odierne ist ituzio­n i uni versitarie avrebbero origini pa­gane e denotano ne l l oro s istema q uesto t ipo el i origine. Per questo mo­tivo v iene proposto un mode l lo diver­so eli organizzazione del l ' i struzione, consigl iando i credenti eli non i�criver­si a l l ' un i versità, non solo per quanto r iguarda i corsi di teo logia, ma anche per c iò che riguarda tutte le altre ma­terie . Pur comprendendo l ' esperienza negati va che la L innemann ha avuto nel mondo accademico tedesco, non c i sent iamo d i condiv iderne tutte le con­c lus ion i che, tal vo l ta , ci appaiono troppo radica l i ed i gnorano l ' i mpor­tanza eli avere dei credenti anche al serv iz io nel mondo accadem ico.

P iù st imolante appare essere l a se­conda parte del volume che è ded icata al confronto tra il metodo-storico cri­t ico e il modo di intendere la Parola di Dio da parte deg l i evangel ic i . In q uesta parte la Linnemann dà il meglio eli sé dimostrando una profonda conoscen­za del la metoclologia d e l i ' attuale teo­l og i a p rotes tante sopra t tu t to n e l campo esegetico e d imostrando che p iù che essere eli fronte acl u na meto­dologia scientifica ed i n fal l ib i le ci tro­v iamo eli fronte acl una ideolog ia che i mpedisce lo sv i l uppo eli quals iasi no­v ità nel campo teologico e che tarpa le ali al la v i tal i tà de l lo Spirito Santo co­me mediatore e in terprete de l la Sacra Scrittura.

Studi di 1eologia V ( 1 993) 69-9 1

l i volume, quindi , meri ta di essere letto per la sua u n ic i tà (raramente si sente parlare d i esegeti l iberal i con­vert i t is i a l l 'evangel ismo) e perché, nonostante la carica a volte sin trop­po polemica, può essere eli ai uto per ch i si trova a vivere anche nel mondo accademico ital iano.

Valeria Bernardi

Graeme Golclsworthy, According to Pian , L e i c e s te r, I . Y. P. /Lancer Press 1 99 1 , pp.320.

L' A . , g ià noto per a ltre pubbl ica­zioni, i l l ustra in quest'opera el i teolo­gia b ib l ica, come la ri ve! azione di Dio nel le Scritture avvenga secondo un piano ed una l ogica ben detenni­nate. Dio ha infatti saputo ben tessere le vicende del la storia umana portan­do le a l la pienezza dei tempi in Cri­sto. L' A . assume come elemento gu ida l ' Evangelo. E' i nfatti la perso­na e l ' opera el i Cri sto che i l i um inano, sp iegano, interpretano, adempiono ed appl icano la Scrittura, dando sen­so a l la fede e a l la speranza b ib l ica.

Per chi proviene, come me, da una tradizione e v an gel i ca che nel le Seri t­t ure non ha saputo vedere al tro che un susseguirs i el i periodi storic i s le­gati l ' uno dal l ' al tro, se non add i ri ttu­ra in contrasto tra eli loro, troverà in q uesto testo il modo molto diverso per accostarsi a l la B ibbia stessa.

I l l i bro è div iso in quattro sezioni introdotte c i ascuna da domande :

l ) Perché l a teologia b ib l ica? Perché essa aiuta a capire la B i b­

b ia, acl armonizzarne tutte le part i e acl appl icarla al la nostra vita. Tal voi-

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ta s i ignorano vol utamente dei testi perché causano del le cl i fficol tù, ma ciò non è coerente per chi asserisce che la Scrittura è interamente inerrante Paro­la eli Dio.

2) Come fare teolog ia b i bi ica·7 In .questa sezione l ' A . presenta i l

metodo del l a teo logia b i bl ica. Fa un breve cenno al la teologia s i stematica, alla teologia storica, a l la teologia pa­storale, alla teologia b ib l ica, a l la teo­log i a eseget ica . Con futa i l metodo imposto cla l l ' umanes imo nel l a lettura del la 8 i bbia; i I l ustra l ' interpretazione lettera l i st ica, letteraria, al legorica e t i ­pologica.

I l metodo che ri t iene p i LI coerente, in q uanto suggeri to da l l a Scr i ttura stessa. è l a lettura d 'ogni pagina de l l i bro sacro a l la l uce de l l a persona e ciel i ' opera eli Cristo. E' l ' Evangelo che è l ' adempi mento de l l ' AT, de l le sue promesse e del le sue profezie . Tutte le speranze ed attese devono essere v i ste i n ri feri mento al la croce. Fu lo stesso GeSLI che ind icò q uesto parametro: gl i Apostol i lo fecero proprio e così fece­ro i Padri, i R iformatori e così fanno ancora coloro che vogl iono essere fe­de! i al S ignare.

3) Cos'é la teo log i a b i bl ica '? Questa è la sezione p iù l unga del

l i bro ed è quel l a più cli lli c i le eia si nte­t i zzare. L' A . cerca d ' appl icare q u i , dal la Genesi a l i ' Apoca l i sse, i l metodo indicato in precedenza. Tutti i punt i nevra l g i c i de l l a r i ve laz ione, d a l l a creazione a i Patriarchi , dal i ' Esodo al la monarchia, clal l ' es i l io a l secondo Eso­do, dal la antica promessa eli nuova creazione a l la sua rea l izzazione e con­su mazione insomma, tutta la rive la-

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zione b ib l ica arriva al suo apice in Cristo e nel l ' Evange lo . Ed è proprio q uesto che clù s ign i ficato a tutta l a B i b­bia .

4 ) Dove appl icare l a teologia b ib l i ­ca')

I n q ues t ' u l t i ma parte, tra ! " a l tro molto breve. la teo logia b ib l ica è ap­p l ica ta al tema ciel conoscere la volon­tà el i Dio e a l l a v i ta dopo la morte. In e ffe t t i s i t ratta d ' un tentat ivo ed un i nv i to acl app l icare questa d i sc ip l i na teologica a tutti i problemi di v i ta che un credente s i pone.

Nel complesso s i tratta el i 27 capito l i · ognuno dei qual i è arricch i to con sche­

m i . di agram mi , domande el i ri flessione e una succ in ta b ib l iografi a per chi vo­lesse ampi i are le proprie ricerche. A l l a l'i ne; c · è u n ind ice anal it ico per soggetti per fac i l i tarne la consul tazione . Tutta l "op.era si presta ut i l mente e necessa­riamente acl essere consu l tata per evi­t a re d i con t i nuare ne l l ' i rreparabi l e errore el i considerare promesse, profe-7. ie , b iografie etc. s legate da l l 'evento s torico el i Cri sto Gesù.

Pertanto è un l i bro non solo da leg­gere. ma da studi are e da tenere sempre sotto mano.

A m b r o g i o (CSANT), pp. 256.

Tonino Rocca

S p r e a f i c o . Sofonia Genova, Marietti 1 99 l ,

I l l i bro d i Sofon i a è uno el i quel l i che ha r icevuto u n ' at tenzione molto scarsa eia parte deg l i esegeti , per q uesto i l primo sentimento davanti a q uesto vo­lume è fort emente prosi t ivo . A ciò si deve agg iungere la be l la veste tipogra-

Segnalazioni b ib l iografiche

fica, una b i bl iografia molto ampia ecl i no l tre g l i i nd ic i dei passi b i b l ic i e clegl i autori .

Come ormai consueto in d i verse col l ane. l ' A . propone, accanto a l l a cri­t ica del testo, anche una propria tradu­z ione . Segue il commento vero e proprio che s i basa su l metodo storico­cri ti co. U no strumento q u i nd i u ti l e a stud i osi eli AT che riprende molt i dati i m portan t i . Purtroppo è ignorato i l com mentario eli O. Pal m er Robertson (N lCOT, 1 990), ma forse non se n ' è potuto tenere conto a causa de l l a v ic i ­nanza d i pubbl icazione. Peccato, per­c h é u n s i m i l e d i a l o g o a v r e b b e sen z ' a l tro contr ibu i to acl arricch i re questo commentario comunque neces­sario.

Gianni Emett i

H . Balz - G. Schneicler (edcl . ) , Exege­tical Dictionarv of the New Testa­men i, v o i 2 : Hex - òpsonion, Ecl in burgh, T& T C lark; Grand Ra­picls , Eerclmans 1 99 1 , pp. 555 .

In una segnal azione precedente (Sdt l l l , 1 99 1 /2 N6) si sono già forn ite l e i nformazioni genera l i su questa bel l a i mpresa eli traduzione di un l ess ico s i ntet ico e serio come que l lo eli Balz e Schneicler. Sembra p iù che doveroso segnalare ora l ' uscita del secondo vo­l ume che mantiene la seria trad izione del l a casa edi trice.

Ogn i art icolo è genera lmente prece­duto da una b i bl iografia spec i fi ca. J n genere essa non sembra m i rare acl es­sere esaustiva, ma pi u ttosto seletti va. Ciò potrà essere considerato i nsuffi­c iente eia a lcun i , mentre a l tri saranno

Studi di teologia V ( l 903 ) 69- 9 1

fel ic i eli cog l iere subito i l tag l i o che l 'estensore del la voce vuoi dare a l proprio contributo. A tale s in tet icità fanno però eccezione le b ib l iografie el i a lcune voci (per esempio, Jako­bos, nomos, !srael, foudaios, kepha­lè, Ma ria , metanoeo) . I n q u esto v o l u m e s i t i e n e a n c h e c o n t o del l ' o11era el i Spicq eli c u i s i era r i le­vata l a mancanza per i l pri mo vol u­m e . N o n m a n c a n o n e p p u re i nd icazion i i n l i ngua i ta l iana anche se spesso la grafia ris u l ta i mprecisa. Ne l complesso un al tro strumento eli l avoro che potrà a iutare a l eggere meg l i o i dati del NT

Paolo Guccini

Dougl as Moo, Rmnans l -8. Wic l i ffe Exeget ical Com mentary, Chicago, Moody Press 1 99 1 , pp. 59 1 .

Questo n uovo commentario s u i pri m i otto capitol i de l l ' ep istola a i Roman i ( i l secondo volume c h e non è stato ancora pubbl icato, coprirà i l resto del l a lettera) è u n contributo i mportante ag l i studi s u i Romani . Es­so è i l secondo volu me dei commen­tari neotestamentari pubbl icati da l l a rel ativamente nuova col l ana Wic!if� fe. ( I l l ettore d i Sdt ha g ià avuto l 'occasione el i l eggere u n a recensio­ne sul primo, d i Moisés S i l va, su l l a l ettera ai Fi l i ppes i , n .8 , pp . 1 99-20 l ) .

Dopo u n ' ampia b ibJ iografia (2 1 pp.) v i ene u n a breve i ntroduzione generale (29 pp.) , dopo l a quale l ' A. commenta brano per brano Romani l -8 . L' A. schematizza i pri m i otto capito l i di Romani i n tre sezio n i prin­c ipal i : ( l ) apertura ciel i ' episto l a ( 1 , l -

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1 7 ) ; (2) i l vangelo e la g iust izia d i Dio per fede ( l , 1 8-42 5 ) ; (3) i l vangelo e l a potenza d i D i o per la sal vezza ( 5 , 1 -8,39) . C i sono anche otto uti l i excursus sparsi ne l commentario ( i l l i nguaggio della gi usti z ia in Paolo; l a ri velazione n atura le i n Romani l , 1 9-2 1 ; Paolo sul G i udaismo i n Romani 2 ; legge, g i ust i­ficazione e g i ud iz io in Paolo; "per le opere del la l egge nessuno sarà gi usti­ficato" (3,20); l a concessione d i "con Cristo" d i Paolo; " l a carne" i n Paolo; e l a temat ica a poca l i t tica i n Roman i 8, 1 8-30.

Per ogni brano l ' A . traduce i l testo greco i n i ng lese. Seguono dei com­menti genera l i , che i l recensore consi­dera mol to u ti l i per chi i n segna studi b ib l ic i o ha l ' i ncarico deJ l a preclicazio­ne. In q uesti commenti i n trodutt ivi s i trovano spiegazioni ch iare e concise che spesso possono fornire un buono schema esegetico-om i l et ico per i l bra­no. L' A . cont inua commentando il te­sto greco versetto per versetto. Dopo q uesti commenti seguono "note addi­zional i " che i n teressano p i ù a l lo stu­d ioso che al pastore o anziano medio.

C i sono molti moti v i per cui q uesto com men tario provvede al l ettore una gu ida u t i l e per cap i re i l pensiero el i Paolo. Dal punto eli v i sta esegetico eccone a lcun i : (a) g l i ott im i word stu­dies (stu d i del l ' uso e s ign i fi cato del l e s i ngole parole) . ( b ) G l i excursus che a p p ro fo n d i s c o n o t e m i c ru c i a l i del l 'epi stola. (c) I l modo i n cu i l ' A. non trascura i versetti "diffic i l i " , ma l i com menta pienamente . (cl) L'approc­c io del l ' A. nel l ' in terag i re con i n ter­p re t a z i o n i d i v e rs e d a l l e s u e , s i a ant iche che moderne, facendo eli q ue-

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sto u n vero commentario "cr i t ico" . (Tra le opere moderne con cui l ' A. interagisce ci sono molte opere france­si e tedesche, ma per quanto riguarda opere i ta l iane vengono citati solo ai1i­col i da Battesimo e Giustizia in Rom. 6 e 8 di Lorenzo de Lorenzi [ed . ] , Roma 1 974. Le c itazioni da altre l i n­gue sono tradotte in inglese, eccetto quel le nelle note a p iè di pagina del le note add izional i ) .

Sebbene ne l la sua eseges i l ' A. for­n i sca eli tanto in tanto i nterpretazion i " fresche" , teologicamente si trova a concordare con i punt i fondamentali dei riformatori ed è p ienamente evan­gelico. Per questi motiv i tale commen­tario sarà molto ut i le al credente con­servatore ital iano. Si spera però che anche que l l i meno conservatori del l a tomuni tà teologica ital iana possano ri­conoscere l 'opera el i Moo quale valido Contributo agl i studi su l l a lettera eli Paolo ai Roman i .

R i mane da fare qualche osservazio­ne su l la stesura del l ibro. Non c ' è una tabel la per le abbrevi azioni del le r iv i­ste c i tate. I l l ettore è informato c he le abbreviazioni usate sono quel le de l Journal of Biblica{ Literature. M a questo ovv iamente non è conveniente per ch i non ha un n umero de l la r iv ista. Inol tre, il commentario non è fornito eli ' indic i , perché è prevista la loro pub­bl icazione nel secondo volume. Il se­condo volume conterrà anche un d ia­gramma s intattico del testo greco d i tutta l a lettera.

Perer Ciavarella

George W. Knight III , The Pastoral Episr/es. A Commentary o n the Gre-

Segnalazioni b ib l iogral'iche

ek Text, Grand Rap ids , Eerdmans; Carli sle, Paternoster 1 992, pp. 5 1 4.

F inalmente un commentario evan­gel ico per studiosi sul le epistole Pasto­ral i . I n effett i , fino ad oggi non esi steva un commentario recente d ' i spirazione evangel ica fatto sul testo greco. E' ve­ro che esistevano commenti d' indub­b i a s e r i e t à , c o m e H e n d r i ks e n e Guthrie, ma fino ad ora mancava un commentario in grado di misurarsi con alcune questioni poste dal la crit ica a l le Pastoral i . Certi autori l i bera l i hanno spesso cavalcato alcune di queste que­stioni come dei caval l i di battagl ia e i l credente medio non è sempre stato i n grado d i fornire una spiegazione ade­guata. La lacuna è dunque ben colmata da questo poderoso commentario.

I l commento, com' è usuale per que­sta col lana, forn isce una discussione ampia su questioni testual i , esegetiche e teologiche, e offre così allo studioso un m ateriale el i prima mano. L' A. mo­stra d ' essere ben aggiornato sùg l i orientamenti p i ù d ivers i e l i di scute con grande l uc id ità.

U na del l e questioni p i ù d ibattute com ' è noto, è que l la del ! ' autore del le l ettere. L' A. passa i n rassegna le varie i potesi con molta attenzione (pp. 2 1 -52) per fornire poi l a sua valutazione. Egl i. riconosce per esempio come g l i argomenti sul la non paol in icità del le Pastoral i appaia in un primo tempo assai persuasi va, ma dopo uno scrupo­loso esame degl i argomenti arri va a sostenere la tesi p iù tradizionale e g iu­stifica certe d i fferenze ricol locando l e lettere nel loro specifico contesto. G l i argomenti uti l i zzati d a mol t i l iberal i

Swdi di leo/og1a V•( 1 993) 69-9 l

per demo l i re le tesi tradiz ional i ap­paiono in tutta la loro parzial i tà. Pur­t r o p p o a n c h e rec e n t e m e n t e u n professore des ignato eli N T l iquidava la questione affermando che è "oggi ampiamente cond i vi sa" la conv in­zione che le Pastora l i non siano state scri tte da Paolo. Si spera che vi s ia ancora spazio per ricons iderare tali conv incimenti prendendo anche vi­s ione del le opin ion i contrarie ben rappresentate da questo commento.

Ma il commentario non di scute solo le question i introclutt ive, con molta attenzione si concentra anche sul contenuto delle lettere per fornire un commentario che se da un lato rimane assai v ic ino alle convinzioni trad i z i on a l i , d a l l ' a l t ro for n i s c e un 'eseges i molto v iva. Le Pastoral i hanno ancora molto da dire sul ruolo del la donna nella chiesa, su l l ' eresia, su i minis teri , sul la d i sc i pl i na, ecc. e non hanno perso nu l la del la loro at­tual i tà .

I l commento è corredato d i indici mol to uti l i (autori, termin i grec i , e riferimenti bibl ic i ) e rimarrà per eli­versi anni un punto di riferimento d ittici l mente superabi le .

Emmanue/e Berili

François Bovon, Nouvel Age et foi chrétienne, Aubonne, du Mou l in 1 992, pp. 85

La fede cristiana s ì caratterizza, da un lato come qualcosa eli fermo e defin i to perché radicata nella rivela­zione eli Dio, ma dal l ' altra essa è aperta al le p iù d iverse s i tuazion i in cu i l ' uomo si trova, perché è rivela-

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z ione di Dio al l ' uomo. Non si può dunque ignorare come la sens ib il ità contemporanea sia part ico larmente sens ib i l e a que l la c he va sotto il nome di New Age. l lettori eli Sdt possono essere r inviat i al bel l ' art icolo el i Paolo Caste l l i na pubb l icato nel numero pre­cedente, s i vuole invece segnalare qu i un li bretto d i un esegeta che tenta un d ialogo tra NT e New Age.

li tentat ivo è indicativo d i una certa mental ità . La preoccupazione di fondo è quel la d i stabi l ire un dialogo con questo movimento. Così dopo una s in­tetica presen taz ione del movimento, l ' A. cerca di del i neare convergenze e divergenze tra fede cristiana a New Age. Un tale modo di procedere riflet­te una menta l ità diffusa in seno a quel­lo che è defin i to i l protestantesimo storico, ma che non pare sempre i n vera continuità con l a storia del prote­stantesimo. L' ansia per i l d ialogo neu­tra l i zza la poss ib i l ità del l ' annuncio. S ' intui sce i l desiderio e l i comunicare con l ' al tro, ma a causa clel ia clifficoltù che si prova i n relaz ione al proprio credo, s i fi ni sce per essere confusi con l 'a l tro. Tale s i tuaz ione pare così lonta­na dai di scorsi che el i trovano nel NT ed in part icolare in un l ibro come quel­lo degl i Atti .

C i si avvicina dunque con i nteresse acl un ta le l i bretto, ma si prova un for'te d i sagio nel dover constatare che la vo­lontà de l la comunicazione ha offusca­to la poss ib i l i tà de l la trasmissione ciel messaggio de l la salvezza. Sarebbe au­spicabile che un esegeta come l 'A . forn i sse uno studio rigoroso dei el i ­scorsi del NT che si rapportano più specificatamente acl ambient i non g i u-

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daic i . Mentre r imane i n fatti doveroso avvic inarsi veramente a l l ' a l tro, smeb­be vergognoso non r i usc ire a rivolger­g l i una paro la a ltra.

Emmanuele Beriti

Martin B ucero, La Riforma Strasbur­go. Le carenze e i d i fetti del l e c hie­se: Come porv i ri medio ( l 546), a cura di E. Genre, Tori no, Claudiana 1 992, pp. 176.

Martin B ucero ( 1 49 1 - 1 55 l ) deve ad un occasionate i ncontro con L utero, avvenuto a Heidel berg i l 1 8 apri l e 1 5 1 8, l a dec is ione d i sciog l iere i voti monaca l i . Da quel momento sarà una del le voc i p iù s ign ificat ive del l a r ifor­ma protestante. La pubbl icazione i n �same a iu ta a conoscere meg l io i l per­sonaggio e l ' opera: i l volu me si pre-enta al lettore in due part i .

Ne l l a prima l ' au tore traccia s i nteti­camente un profi l o d i B u cero e de l la sua att iv i tà . E ' così fornita l 'opportu­n ità di "respirare", se così si può d i re , l 'atmosfera della Strasburgo in c u i s i m uoveva B ucero, i l suo sforzo d i com­p iere u na vera ri t'orma, i a confl i ttual ità con gl i anabatti s t i , l a d i fficol tà di rap­portarsi con l ' autori tà c i v i le . Nel l a se­conda parte è data l a traduzione in i ta l iano d i u no scri tto di B ucero : " Le carenze e i d i fetti del le ch iese - come porvi rimedio" del l 546. I l t i tolo, de­c isamente polem i co, dice molto su l contenuto e s u l tentat ivo d i proporre una nuova ecc lesiolog ia .

Le c hiese s i trovano a v ivere mo­menti d i ffic i l i e s i possono i solare due front i . a) All 'interno della chiesa: ov­vero il rapporto chiesa di massa - chi e-

Segnalazioni b ib l iografiche

sa confessante ne l la v is ione di B ucero i l cr ist ianes i mo non sarà mai u n a real tà di massa; come con vi vere con il tenta­ti v o di r i formare tutta la società?

B ucero cos t i t uì d e l l e "co m u n i tà confessant i " con l o scopo d i evange­l izzare la ch iesa d i massa dal suo i n ter­n o ! Queste cel l u le m i l i tant i di veri c r i s t i an i dovevano promuover] u n cont inuo risveg l io nel la ch iesa-soc ie­tà '

Ut i l izzo i l termine ch iesa-società, perché non riesco a cogl iere sostanzia­l i d ifferenze tra com unità molt i tudin i­s ta e società in genera l e . Noto a riguardo una particolarità: B ucero non crede a l l a ch iesa d i massa, ma crede ne l battes imo dei bam b i n i , anche se ne avverte risch i e l im i t i .

b) A ll 'esterno della chiesa : ovvero il rapporto tra autorità secolare - au­torità spirituale. E' un a l tro punto su cu i il r i formatore ha ded icato mol to l avoro, sol lec itato anche da l la conti­nua confl i tt ua l i tà con le autorità c i v i l i d i Strasburgo. B ucero del i nea con d i f­ficoltà e in modo insodd isfacente i veri compit i e l im i t i del le due autorità' So­prattutto non è ch iara come e se l e due autorità devono i n teragire. Crea poi grosse d i fficol tà i l fatto che sia compi­to del l ' autorità c iv i l e valutare la qua­l it à de l l a precl i c azione e de l l ' i nse­gnamento dei m i ni stri . L' autorità c iv i ­l e può e deve in terterire nel l a v i ta del l a ch iesa? A l contrario, come d ice l o stes­so B ucero, le autorità spir i tual i non hanno a che fare con le cose secolari ed il potere esterno !

Da q ueste poche righe si può in tu i re q uanto cruc ia l i siano l e tematiche af­frontate da 8 ucero. Crucia l i pe'fhé

Swdi di 1eolo�:ia V ( 1 993) 69-9 1

dopo più eli quattro seco l i dal l a sua morte, la sua eredità non sembra ave­re avuto dei grossi sv i luppi . Sembra p iuttosto che le difficoltà de l le ch iese el i Strasburgo del ' 500 non siano poi mol to d iverse da que l l e attu a l i . S i pens i ai rappporti tra l e varie ch iese, o ai rapporti chiesa-stato, tut tora irri­solt i ! Non è tutto questo a nostro demerito?

A lcun i prec i sano che la riso luzio­ne sta nel l 'ec u menismo e Bucero ne sarebbe u n precursore, tanto da me­ritarsi i l t i tolo " uomo del d ia logo" . S i deve però ri spettosamente notare che l 'ecumenismo di B ucero è fondato s u l l a Paro la el i D io, autorevole e in­

fallibile, e non su qualche i sola tema­tic a su cu i è fac i l e convergere.

Luigi Do/la Po::o

Massimo Fi rpo, Inquisizione romana e contrordorma. Studi s u l card i na­le Giovan n i Morone e i l suo pro­cesso d' eresia, Bologna, il M u l i no 1 992, pp. 399.

Come indica i l sottot i tolo, s i tratta di u na serie di studi su l cardinale Morone, personaggio che ebbe una n otevo l i s s i ma r i levanza a l tempo del l a contror i forma. Uomo di grande notorietà, svo lse un ruolo non i nd if­ferente anche durante i l Conc i l io d i Trento, ma c iò non g l i i m pedì di ve­n i re r inchi uso per due ann i a Caste l Sant 'A nge l o a causa dei sospet t i d' eresia che c i rcolavano su l suo con­to. Una figura dunque complessa e degna d' essere meg l io conosc i u ta .

I l l i bro raccog .l ie studi pubbl icati i n precedenza dal l ' A . e vanno ad af-

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fiancarsi molto natural mente a l l 'edi­zione cri t ica in c inque vo lumi re la t iva al processo inqu is i toria le del Morone stesso. A l di l à eli episod i local i e per­sonal i , traspare tutta la drammat ic i tà del la R i forma o meno de l la ch iesa che ogni tempo del nuovamente affronta­re.

Paolo Guccini

J . R . Beeke, Assumnce ofFairh. Cal vi n, Engl ish Puritan i sm, ancl the Dulch Second Reformat ion, New York, Peter Lang 1 99 1 , pp. S 1 8 .

Adattato per un pubbl ico p i LI vasto e p iù vario, la presente opera era in i ­zia l mente l a tesi di laurea che l 'A . ha presentato nel 1 988 presso i l semi na­rio teo log ico di Westminster. Essa de­scri ve lo sv i l uppo storico e teologico del pensiero crist iano, sul problema del la certezza del la sa lvezza. In pani­colare affronta la q uestione de l l a con­t i nuità o cl i sconti nuitù tra il pensiero dei prim i ri formatori e dei loro d i scen­denti pur i tan i del xv i i sec. Nei paes i anglosassoni i n modo particol are, da a lcuni decenni s i discute su l fatto se, a part i re da Teodoro eli Beza i n Gi nevra e W i l l iam Perk ins ed a.l tri in Ingh i l ter­ra, la teo logia ri formata abbia subi to un profondo cambiamento rispetto a l pensiero d i Calv ino e de i pri m i r ifor­matori .

I n fatti d ivers i st udiosi nel campo del la storia del la teologia, ritengono che i post-r iformatori portarono un fre ddo e c a v i l l oso s c o l as t i c i s m o nel l ' amb i to d i questa dottrina, che era i n forte contrasto con il caldo bib l ici­smo dei pri m i r iformatori . l pri mi ave-

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vano creato u n vocabolario teologico molto ricco .e tecn ico; per esempio, distinguevano la fede nel senso speri­mentale e oggett i vo, pratico e m i stico, d i princi pio o d i atto ecc . . che secondo quest i studios i , portò ad una morbosa i ntrospezione ed ad un'esasperato an­tropocentrismo. Lo scopo del l ' A . è que l lo di d imostrare che questa d i ffe­renza fra Cal v i no ed i cal v i n ist i non h a nessuna gi ust ificazione. I n relaz ione a l l a certezza della salvezza: " i l calv i­n i smo fu quant i tativamente al el i là, ma non qual i tat ivamente opposto a Calvi­no" (p . 2) . In a ltre parole ci fu una d i fferenza d i grado e d i metodologia, ma non di sostanza e el i contenuto. A motivo di u n contesto storico e spiri­t uale diverso, i post-ri formatori dovet­tero e nfat izzare e prec i sare d i p i ù �uel lo c h e era g i à i mp l ic ito nei princ i ­p i teologic i del l a R i forma, ma senza cambi arl i o contradd irl i .

U n a c hiesa che n o n dovev a p i ù combattere i n modo duro contro l ' op­pressione eli Roma (come invece do­vettero fare i pri m i riformator i ) e che stava diventando una ch iesa di popolo e non eli profess3.nti , aveva b i sogno d i capire l a fede cristiana i n modo perso­nale, d i retto e sperimentale, per q uesto i teologi del dopo r iforma dovevano essere anche dei buoni pastori . Essi dovettero s v i l u ppare e tra s mettere questa dottrina i n modo specifico e pratico, s i a su l piano teo logico che pastorale .

Q u i nd i , la lettura de l presente vo l u­me, oltre acl essere ricca e stimolante sul piano storico e dottri nale, è molto u t i le per coloro, che i n modo spec i fi co,

Segnalaz.ioni b ib l iografiche l

sono i mpegnati nel l a cura d ' an ime. Lungi dal cadere i n i nut i l i e verbose speculazion i , i post-riformatori erano profo n d i c o n os c i tor i de l c u ore e del l ' an i mo umano. Essi lavoravano strenuamente affinché i l gregge che era stato loro affidato, fosse stabi le e certo del la sua u nione con Cri sto. Essi seppero onorare l ' opera e l a persona dello Spirito Sa'nto che appl ica la Pa­rol a di Dio a tutto l ' essere umano.

Nino Ciniello

J . I . Packer, Among God's Giants: The Puritan vision of the Christian L!fe, Eastbourne, K ingsway Pubb l ica­t ions, 1 99 1 , pp. 447 .

Leland Ryken, Worldly Saint: The Pu­ritans as they really were Grand Ra­p i ds, Zonclervan 1 986, l 990, pp. 28 1 .

Segnal i amo per i nostri le ttori quest i due volumi . I l farlo appare a d ir poco necessario, dal momento che ne l no­stro paese - ma non solo - si mostra eli conoscere assai poco e male, i l mov i­mento Puri tano ed i l suo pensiero .

A questo r iguardo c i permett iamo d i rimandare a l l ' articolo su l tema del l a famig l ia puritana, apparso s u l l a n9stra r ivi sta (n. 1 3 v .s . ) ed al l 1bro d1 E. Leites, Coscienza puritana e sessuali­tà moderna ( I l Saggiatore 1 988) che "scarclina i pregiudiz i sul puritano co­me ottuso bacchettone, nemico d'ogni piacere del l a v i ta" ( I l Corriere del l a sera, 30/ l I /88) .

I l pri mo d i questi vol umi è d i un ' amante confesso' del pensiero puri ta­no e raccogl ie per lo p i i:1 contribut i del

S111di di reologia V ( 1 993)·69-9 1

Packer già apparsi al trove nel tempo, a dimostrare la sua affezione in vete­rata verso questo lascito. Dopo aver sotto l i neato il bisogno per la Ch iesa oggi di conoscere la ricchezza d i questa eredità, s i passa ad ev iden­ziarla in rapporto a temi qual i l a B i b­bia, l ' Evangel o, lo Spir i to Santo, la v i ta crist iana ed i l m i nistero. U na presentazione questa della sol idità del pensiero, ma al tresì del l ' etica pu­ritana, da parte di uno studioso evan­g e l i c o serio che , per s u a stessa ammi ss ione è debitore p iù che ad ogni a l tra teo logia a l l a vasti ssima l etteratura puritana (p. 40) .

Come è stato fatto notare, un capi­tolo sul periodo storico c he va dal l a prima metà de l '500 a l la seconda metà del ' 600, avrebbe cost i tu i to u n ' u t i le cornice storica a l l 'ott imo materiale di Packer.

Il volume del Ryken - la prefazio­ne del Packer ne sottol inea l ' accurata indag i ne e l ' accessib i l i tà del mate­riale - ha anc h 'esso una struttura te­m a t i c a , m a u n i n t e n t o p i ù sp iccatamente apologet ico. Vol to com'è a correggere d iversi l uoghi comun i consol i datis i proprio per l a mancanza d i una conoscenza d i retta d e i P u ri tan i . E p u rtroppo q uesta ignoranza non caratterizza solo i l mondo evange l i co !

A proposi to, un ' affermazione del Ryken dovrebbe far ri flettere e ren­dere tutt i p i i:1 u mi l i : "G l i evange l i c i ignorano i l megl io de l l a loro tradi­zione" (p. X V II ) . E come ebbe a scri­v e re S p u rge o n , c h e n e l l a s u a b i bl ioteca aveva 7000 volumi dei e

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sui Puri tani : " G l i uom i n i moderni sa­rebbero ricchi se possedessero anche solo le bric io le che cadono dal tavolo dei Puritan i " .

Molleo Clemente

Maria-Crist ina Pitass i , De l 'orthodo­xie aux lumières. Genève 1 670-1. 737 , Genève, Labor et Fides 1 992, pp. 88.

Cosa r imane del l ' ered ità di Calv ino nel la pri ma metà de l X V L I I secolo? In questo breve studio, l ' A . ripercorre i l periodo 1 670- 1 737 e cerca d ' anal iz­zarne g l i e lementi p ili sa l ient i . Si tratta di un periodo particolarmente s ign ifi­cativo per tutta la c iv i ltà europea e G i nevra stessa, dopo aver conosc iu to i l suo massi mo splendore anche col contributo eli un F. Turrett in i , sotto la spinta di J .A . Turretti n i , pri v i legierà sempre più u na teo log ia naturale e ra­z ionai i sta c he la porterà assai lontana dai tempi d i Calv ino.

L' A . sembra com un q ue considerare tale sl i t tamento non solo necessario e opportuno, ma anche i n l i nea col pen­s iero riformato c lassico. Una s imi le tes i è a dir poco arbi traria. Non solo non si formiscono e lementi a sostegno di c iò, ma si suggerisce che in fondo lo spec i fico de l calv in i smo consistereb­be nel legitt imare i tentat iv i di rinno­vamento. Come mai , a l lora, la G i nevra del x v m secolo mostrò così tanta re­t icenza verso i l piet ismo? L' A. reg istra i l fenomeno, ma non ne fornisce pur­troppo alcuna spiegazione che possa in qualche modo inserirsi ne l la sua tesi d i fondo. S i capisce che in fondo l 'A . è

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profondamente d i s turbata dal l ' i dea d ' ogni normatività che tenti di col le­gru·s i al Sola Scriptura del la Riforma e s ia assai p i ù attratta da tutto c iò che appare essere p i ù cu l turale .

Viene p urtroppo da chiedersi se non vi s iano res idu i eli cattol icesi mo tal i da compromettere la stessa indagine sto­rica. B isognerà dunque l avorare anco­ra per capire qual i s iano state le vere cause del lo s l i ttamento e qual i s iano gl i e lementi eli cont inuità o meno col pensiero d i Calvino stesso.

Da r i levare l ' assenza di J. Com·voi­s ier, l' Eglise de Genève de T de Bèze à l. A. Turrettini, Genève l 942. Del la Institutio Theologia Elencticae, non ci risu lta u n ' ed izione del 1 688 come i n­vece s i i ndica nella b ib l iografia.

Pietro Bolognesi

Hendri k B erkhof, 200 anni di teologia e filosofia. Da Kant a Rahner, Tori­rio, Claudiana 1 992, pp. 46 1 .

I l t i tolo che l ' editore i tal i ano ha dato a l l ' opera potrebbe sv iare i l l ettore sprovveduto, facendo pe11sare che s i tratti eli un 'opera in cu i l a teologia e l a fi losofia degl i u l t imi duecento anni so­no poste a confronto. B isogna i nvece dire che l ' opera di B erkhof deve essere considerata una vera e propria stor ia de l pensiero teolog ico deg l i u l ti mi due secoli anche se i l c ri te rio di scelta deg l i autori d i cu i parlare è quel lo d i vedere qual i s iano state le loro r i sposte a l pro­blema del la secolarizzazione del l ' Oc­c idente cristiano.

l i volume, come accen nato nello stesso sottot i tolo, parte da Kant che, eia

Segnalazioni bibliografiche

un punto eli v i sta s ia teologico che fi losofico, appare essere un autore el i svolta dato che da lui sono confutate tutte le cos iddette prove raz ionai i cle l l ' es istenza d i Dio e i l problema re­l igioso (almeno ne l campo deg l i studi fi losofic i ) v iene relegato ad un campo esclusivamente morale o eli fenomeno­logia rel i g iosa (ovvero, l ' appartenere o meno ad una certa confessione). I capitol i i n izial i del l ' opera sono sem­pre dedicati a dei filosofi . Infatt i , dopo la trattazione del l a problematica teolo­gica i n Kant (Berkhof r ivaluta i l suo pensiero ri spetto a quel l o che dice B arth) vi sono cap itoli dedicati a Fl­c hte, Schleiennacher ( l ' u n ico teologo puro) , Hegel e Kierkegaard i cu i con­tributi risu l tano dec is i vi per il confron­to c he i teo l o g i avran no c o n l a cosiddetta " sapienza del mondo " .

La nov i tà d i q uesto v iaggio ( a c iò, infatt i , accenna il t i to lo d e l i ' originale tedesco) nel la teologia degl i ult imi due seco l i è che i l B erkhof, proprio in quanto autore olandese, non ha igno­rato (come è successo ad altre opere) che di teologia, negl i u l t imi due seco l i , non s i è parlato solo in Germania ma anche i n altre nazioni . I nfatti , un capi­tolo è dedicato al l ' interessante teolo­gia olandese che, almeno s i no ad ora, i n Itali a (a parte in alcuni ambienti evange l i c i ) era total mente ignorata. Nel capitolo su l la teologia o landese s i parla anche di teologi non l i beral i co­me Kuyper e B avinck e , a nostro pare­re, i l giudizio del Berkhof, nel loro caso, appare essere abbastanza sereno. Infatt i , nonostante l ' A. sia un barthia­no (o forse proprio per questo), eg l i

S'rudi d i reologia V ( 1 9'93) 69'9 1

non ha ignorato assol utamente g l i esponenti p i i:J conservatori de l la teo­l og ia e, come ha operato una scelta ali ' interno del la teo logia l i berale (ad esempio, manca un capitolo dedicato a von Harnarck) l ' ha fatta anche nei riguardi del l a teologia p iù tradizio­nale per cu i , se mancano i gross i nomi del la teologia nordamericana (a cu i , per altro, v iene dedicato un capitolo a nostro parere abbastanza frettoloso) sono presenti quel l i del l a teo logia continentale europea (come gli olandes i ) e il tedesco Martin Ka­h ler.

Il l ibro, nel l a sua edizione ital iana, presenta inoltre due appendic i che, pur nel le loro L im i tate pag ine , cerca­no di colmare la lacuna che il vol u me presenta nei confronti dei paesi neo­l at in i e mediterranei (anche se poi continuano a ri maner ignorati del tutto i paesi di l in gua spagnola). Le due appendici sono scritte eia André Gounel le che parla de l la teologia in Francia negl i u lt imi due secol i e eia Sergio Rostagno che, invece, fa cen­no al le v icende teologiche del prote­stantesimo in Ital ia. Il tentat ivo d i Rostagno, nonostante potremmo non trovarci d 'accordo su alcune de l le sue affermazioni, c i sembra lodevole e permette, quanto meno, un primo confronto con il mondo teologico ital iano degl i u l t imi due secol i di cu i ormai le nostre ch iese sembrano qua­si ignorare la pecu l i arità. Fa bene, quindi , Rostagno a cercare questa pecul iarità e la nostra speranza è che questo tentativo possa essere conti­n uato i ns ieme ad altri e possa offri re

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uno spunto per l ' i n i zio eli un d ibatti to su tal i question i .

1 1 l i bro, dunque, nonostante al cune del le val utazioni sugl i autori siano d i stampo l i berale (anche se non manca affatto l ' equ i l i brio de l giudizio) , r isul­ta essere un otti mo ausi l io per avere una migl i ore conoscenza del panora­ma teologico europeo deg l i u l t imi due seco l i e la sua lettura, nonostante alcu­ne asperità dovute al i ' argomento, c i sembra cons ig l iab i le a chiu nque vo­g l ia approfond i re tal i problematiche.

Valeria Bernardi

Rosino G i be l l i n i , La 1eofogio del XX secolo, Brescia, Querin iana 1 992, pp. 65 8 .

I l nost ro secolo volge a l termine e non è i l lec i to i nterrogarsi su c iò che d i p iù s ignificativo è avvenuto ne l conte­sto teo logico. Dopo i grandi ferment i provocati dal l a teologia dialettica, da que l la antropo logica-es istenziale , eia quel la del la cosc ienza po l i t ica e eia que l la ecumenica e planetaria, è giun­to i l tempo di riassumere le varie vi­cende.

L' A. , frequentatore eia lungo tempo del travagl io teologico del XX secolo, offre qui un' interessante rassegna de l fenomeno. Sono v ia v ia presentate la teologia d ialettica, la teologia esi sten­ziale, la teologia ermeneut ica, la teo­l og i a d e l l a c u l t u ra , t e o l o g i a e modernità, l a teo logia de l l a secolari z­zazione, i l cammi no del l a teologia cat­t o l ica , la teo log ia d e l l a stor i a , l a teologia della speranza, l a teologia po­I i ti ca, teologia e esperienza, la teo logia

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del la l iberazione, l a teol ogia nera, l a teologia femmini sta, l a teologia del terzo mondo, la teologia ecumenica. Del le varie correnti sono anche indica­t i g l i esponenti più s ignificat iv i e in gran parte suHa· scorta d i una docu­mentazione di prima mano . L'appen­dice bibl iografica fornisce poi molti e lementi per accedere alle varie opere e per prolungare quindi la riflessione.

B i sogna dare atto a l l ' A . per aver assunto, da solo, un compito certa­mente non indifferente. In genere, per opere s imi l i , s i tende a ricorrere a di­versi special ist i perché, com ' è noto, sembra ormai i mpossib i le che una sola persona possa dominare una tale quan­tità di materiale teol ogico. Gibe l l in i mostra invece una dimestichezza non cot�une e pare a suo agio nei campi più disparati . D ' al tro lato, anche se i n ge­nere ha forn ito la sua prospettiva su l le tendenze presentate, ha ev i tato di fare un preciso biJanc io conc lus i v o del se­colo in esame. Certamente qualcuno p o trebbe ri l ev are q u a l c h e l i mi te nell '�same del tale o talaltro particola­re o rimpiangere i l fatto che sia assente un esame conclus ivo (cfr Klaus B ock­m i.i h l , A te ismo dal pulpito, Torino 1 98 1 , per una ipotesi d i lavoro in que­sta direzione), l 'opera però merita con­s i deraz i o n e p e r i l m ater i a l e c h e fornisce come pure per la sua mancan­za di pretese.

Nel la nostra prospettiva d ispiace re­gistrare l ' assenza di un qual unque ri­fer imento a l la teologia evangel ica . E' noto come la teologia evangelica non sia particolarmente interessata a desta­re le emozioni d i cercatori d i novità, ma è anche noto che la teologia evan-

Segnalazioni b ib l iografiche

gel ica rappresenta oggi, al di là del le varie mode, un punto di riferimento) crescente per una realtà ecc lesiale per nu l la trascurabi le . E' a l lora troppo i n­discreto porre l a domanda "Cosa si sa dell a teol ogia evangelica nel XX seco­lo?" Forse c ' è ancora posto per una riflessione che cominci a tenere pre­sente tale fi lone.

Pietro Bolognesi

Clark H . Pi tmock and Delwin B rown, Theological Crossfire. An Evangeli­cal/Liberal Dialogue, Grand R a­pids, Zondervan 1 990, pp. 26 1 .

La maggiore divis ione esistente og­gi in campo teologico è quel l a tra teo­l ogi l i beral i e teologi conservatori e i l dialogo tra P innock e B rown l o d imo­stra pienamente. Dopo aver scelto sei tematiche su cu i discutere i due hanno effettuato la loro discussione nel l a se­guente maniera; i due autori s i sono dati la possib i l ità di esporre le proprie i dee fo ndamenta l i s u l l ' argom e n to scelto, in seguito ognuno ha rivolto tre domande a l i ' a l tro cercando di c hiarire i propri dubbi e infine si è giu nt i a del l e conclusioni . La formula del l i bro è senz ' altro buona e l o rende estrema­mente leggibi le ed i ncalzante grazie anche al i ' ottimo st i le dei due autori . Il suo esito, però, non deve essere v isto come totalmente posit ivo dato che � due autori hanno dec iso di scrivere una conc lus ione separata, d imostrando che gran parte dei problemi discussi non hanno trovato una soluzione.

Ma veniamo brevemente ad alcuni dei contenut i . Come già detto, le tema­

. tiche affrontate sono sei e prec isamen-

Studi di teologia V.( 1 99.3) 69-91

te: sul metodo teologico, sul la dottri­na di D io, sul l a dottrina del l a natura umana e del peccato, su l la dottrina di Cristo, su ll a soteriologia e sul l ' esca­tologia. Ad una rapida disamina dei contenuti e del l e esposiz ioni fatte dai due studios i , c i è parso che le mag­giori d ifferenze rimangono soprat­tu t to l egate a l d i v erso metodo teologico e a l la dottrina de l peccato.

· Infatti, mentre Pinnock, come ogni evangel ico, r i badisce la central i tà del la Scri ttura come fonte di ogni r iflessione teol ogica, B rown d issen­te e riconosce invece che i l i beral i partono d i sol i to dal mondo contem­poraneo per poi, al l i mi te, fare riferi­mento al la Scrittura come a quals iasi a l tra fonte del Cristianesi mo. Su l la dottrina del peccato la distanza s i misura soprattutto su l t ipo d i peccato attribuib i le a l la natura umana. Men­tre B rown pone l ' accento p iù su i peccati di t ipo soc iale ed i ndividua nel sessismo il più grave peccato del mondo contemporaneo, Pinnock ri­badisce l ' individual i tà del peccato e ritiene i peccati mora l i que l l i attual­mente più gravi . Difronte a queste fratture c he ci sono apparse insana­bi l i c i è parso vedere alcuni punti di convergenza nel la Cristologia e nel l a soteriologia anche se dovuti soprat­tutto a! fatto che, ad esempi o, Pin­nock ti t iene possibi le l ' i mmortal ità condizionata ed apprezza la teologia del processo che è la tecnica usata da B rown per spiegare Cristo e D io.

I l l ibro, quindi, proprio per le no­tevol i problematiche messe in gioco, merita senz 'altro di essere Ietto e me­di tato anche per la correttezza che i

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due contendenti hanno d imostrato, fa­cendo vedere chiaramente come en­trambi abbiano conoscenze profonde e rispetto dei teologi del la scuola avver­saria. Un ico neo, anche se comprensi­bi le, la mancanza cl ' una b ib l iografia eli riferì mento del le numerose c itazioni ( imp l ic ite ed espl ic i te) fatte dai due autori . Ciò avrebbe potuto far divenire il l i bro anche un uti le ausi l io di tipo · d idattico.

Valeria Bernordi

Giovanni Borel l i , Fenornenologio del

Protestantesimo, Cernusco sul Na­vig l io (Mi) , Montedit 1 99 1 , pp. 62.

Possiamo serenamente d ire che in I ta l i a esista una cu ltura protestante che i n qualche modo si pone come al terna­t iva a l la cultura domi nante del nost ro Paese? Questa è Ja domanda eli fondo che, a mio parere, sottencle tu tta la trama di questo volumetto in cu i G . Bore l! i ha riunito una sua serie d i studi e conferenze fatte per lo più nel la se­conda metà deg l i anni 80. Indubbia­mente la questione è seria, perché è evidente che in I tal ia i l Protestantesi­mo, per quanto vogl iamo tentare ap­procci d i vers i ( s i veda i te ntat i v i , peraltro lodevol i , di a lcuni storici val­desi d i ritrovare tracce di Ri forma an­che in I ta l ia) ha ri vest i to e ri veste tuttora un ruolo del tutto marginale.

Un primo tentat ivo di ri solvere tale problema i l B orel l i lo fa nel primo saggio presentato in c u i cerca di del i ­neare una unità del Protestantes i mo, benché esso appaia profondamente di­viso. ln effett i , soprat tutto in I ta l ia, i l Protestantes i mo non ha mai avu to una

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sua identità unitaria e. a tutt 'oggi , v i­v iamo convivendo pac ificamente con due anime, una p ii:t profondamente conservatrice, e fedele a l l ' assunto bi­b l i co, l ' al tra d i vedute p iù l iberali (per­t inente soprattutto a que l le che sono clefi n i te "ch iese storiche") e che attin­ge a larghe mani dal protestantesimo tedesco. l l B arel l i , i n vece, cerca d i mettere i n evidenza, o ltre agl i i ndubbi svantaggi di ta le d i v i s ione, anche quel l i che sono i vantaggi . I nfatti , egl i fa notare come nel Protestantesi mo, proprio a causa d i questa p l ural i tà d i vedute (che, però, sono profondamen­te unificate da del l e basi comuni ) si ha una v is ione p i ù ecumenica del l a Chie­sa.

Negli altr i due saggi , invece, l ' auto­re tenta di del in e are, usando anche al­c'uni suggestioni provenutegl i dai suoi s.tudi antropol ogic i , la figura t ipica dP-1 Protestantesi mo i ta l iano. Partendo da una rev isione crit ica dei giudizi ero­ciani su l ' 'protestantes i mo i tal i ano" (per Croce non sarebbe mai es istito un tale tipo d i fenomeno storico), i l B a­rel l i cerca el i del ineare un identik i t del protestante ital iano e del suo atteggia­mento a l l ' interno del la società e del la cul tura. I l tentativo d i Bare l l i e l a sua interpretazione d i alcuni fatti (si passa prima da un fotte v incolo con le idee l iberal i ad un appoggio i ncondizionato del la classe operaia) fanno d i re al Bo­re! li che, ancora ogg i , il Protestante i tal iano non ha una sua identità e s i r i trovi ancora una volta a i margini d i questa soc ietà. Una tale ana l i s i seppu­re coincidente con quel la d i a ltri stu­diosi (si veda, acl esempio ciò che s i el ice a proposito d i Miegge ne l l nu-

Segnalazioni b i b liografiche

mero di "Protestantesimo" del 1 992) ha degl i esit i d ivers i . Per i l Bore l l i l a testimonianza d e l Protestante deve tornare ad essere quel la del proclama­tore del la Parola. E in questa idea an­che noi c i sentiamo di concordare.

Il volumetto si conclude con una b ib l iografia ragionata, molto ut i le so­prattutto per chi non abbia mai riflet­tuto sugl i argomenti presentati.

Vale rio Bernardi

S. Fowler - H . V an B ru mmelen - J. Van Dyk, Christian Schooling: Educa­tion far .freedom, Potchesftroom, Potchestì·oom Univers i ty for CHE 1 990, pp. l 98 .

Qual i sono, in defin it iva, le cm·atte­r ist iche di una i struzione sco lastica crist iana? Che cosa rende l ' i nsegnoote scolast ico marcatamente cr ist iano? Sono queste le domande che ci intro­ducono al la lettura di q uesto l i bro . Es­so trae origine da un corso organizzato del l ' Ist ituto per g l i Studi R i formati al­l a U n ivers ità di Potchesftroom, nel 1 988, su l tema " Istruzione Scolastica Cristiana " . l tre Autori, presentano i l materiale del corso i n una forma revi­s ionata ed ampl iata. Lo scopo è quel lo d ' offrire la v is ione d i una scuola gui­data, non solo a parole, ma anche nel la prat ica quotidiana, dal Vangelo el i Ge­sù Cristo.

Ne i pr imi 5 capitoli vengono esami­nate le caratteristiche el i una scolari z­zazione cr i s t iana, sottol i neando l a necess ità d ' i nd ividuare i fals i ido l i , c he vengono proposti sotto forma d i prodotti de l la moderna saggezza po­polare . C ' è qui un r ichiamo al l ' inse-

Swdi di reologia V ( J 993) 69-9 1

gnante crist iano, ma val id iss imo an­che per chi non è d i rettamente i mpe­gnato nel mondo de l la scuola, acl un continuo l avoro di an al i si del le di­verse teorie e metodologie, al f ine el i scoprirne i presupposti d i base, e la loro eventuale fonte idolatra e paga­na. E' interessante a questo punto l 'amù isi di valori com unemente ac­cettati , q ual i la comunità, l ' autori tù, la democrazia ed altri, per verificar­ne le d i storsion i o le orig ini di natura pagana.

Nei capito l i da 6 a 9 viene poi anal i zzata la funzione del la scuola i n quanto struttura soc iale i n un conte­s to soc ia le , con part icolare r iferi­mento alla situazione Sud Africana, del l a quale gli autori hanno avuto esperienza d i retta. Fowler, autore dei primi 9 capitoli defin isce a questo punto anche il concetto eli l ibertà. L' idea secolare moderna d i l ibertà è strettamente associata con l ' idea d i autonomia persona le. L' idea d i auto­nomia personale è l ' idea che ciascun i ndi viduo abbia il d i ri tto d i scegliersi le regole e gl i stanclarcls per la propria v ita.

La l i bertà del Vangelo è molto d i f­ferente. Essa è l ' ab i l i tà a rea l izzare l a ch iamata del l a vita, come c h iama­ta al serv izio del l ' Amore. E' l 'ab i l ità a rea! izzare la legge de l ! ' amore in ogni relazione umana, a secondo dei cloni ricevuti .

l i cap itolo I O curato da Van B rum­melen tratta cie l i 'att iv i tù di apprendi­mento in q uanto esseri c reati ad i mmagine di Dio.

S i ana l i zzano qui le di verse fasi e g l i sti l i di apprendi mento.

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I l capitolo I l curato da Van Dyk al contrario tratta invece del l ' insegna­mento c ris t i ano sotto li neanclone le funzioni e le strategie.

l n fine i l capitolo 1 2 curato ancora da Van Bru m melen concl ude il l i bro con alcuni pensieri sul programma cri­stiano, usando anche degli esempi con personaggi b ib l ic i come Samuele e G iobbe. Inoltre stab i l i se e l ' i mpossibi-1 ità di un programma neutrale e consi­dera g l i approcc i a l pro g ra m m a scolastico d a rigettare. In qualche trat­to, forse troppo tecnico, r isulta comun­que un l ibro ricco eli suggerimenti e eli piste eli ri fless ione, la cu i lettura risu l­terà ut i le anche a coloro non d i re tta­mente coinvolti nel mondo scolastico. ma che amano ridi scutere e ridefin ire i propri "presuppost i " nel la cont inua ricerca d i un serv izio fedele a Cristo e a l l a Sua Parola.

Peccato che le note b ibl iografiche s iano col locate a fine capitolo anziché a p iè pagina ! Si tratta d ' una moda sem­pre p i LI d i ffusa, ma non per questo più comoda.

A n iouio Schiww

G . J . Spyk man, Spectacles: Biblica/ Prospecrives on Christian Scholor­ship, Potchefstroom University of CHE, 1 99 1 , pp. 89.

" La rei ig ione b ib l ica punta a l la con­versione (o trasformazione) del la ri­c e rc a s c i e n t i f i c a c o m e c o m p i t o cu l turale e vocazione eli tutt i g l i acca­dem ici crist ian i . Quest ' idea non solo cerca cl i prendere sul serio l' eJlet to rad icale del peccato su tutta la v i la . inclusa l ' educazione. ma è anche u n

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tentati vo d i contrattacco, per rendere etiettiva, nel la sua total i tà, l 'opera re­denti va di Dio in Gesù Cristo, cercan­do di onorare tutte le pretese del la Parola d i D i o su l l ' intera att i v ità sc ien­tifica" (p. 4).

Questo l ibro è i l resoconto di una serie d i conferenze, tenute dal l ' A. nel 1 983 al la Potchefstroom Un i versity. La c itazione riportata sopra ne s inte­tizza il contenuto e g l i obiettiv i . Dopo avere anal i zzato le d iverse posizioni che hanno caratterizzato, nel corso d e l l a s tor ia , l ' approcc io c r i st i ano a l l 'educazione (in senso ampio), l ' A . sv i l uppa, con fondamenti epistemolo­gici d i tipo b ib l ico-riformato, una v i ­s i o n e de l m o n d o c o s t r u i t a su l l a centra l i tà del l a Parola d i Dio, l ' ordine cre,azionale, l 'antropologia e l 'erme­neùtica b ibl ica: "Cons iderare in modo serio la Scrittura come Parola di Dio, ci porta a riconoscere come la Scrittura stessa indichi de l le realtà che la o ltre­passano, ma comunque identificabi l i come Parola el i Dio - c ioè, l a Sua Pa­rola per l a creazione e la Sua Parola i ncarnata in Gesù Cri sto" (pp. 1 1 - 1 2) .

. E ' nel tentativo d i non l im i tare la potenza della Parola d i D io a l la sola sacral ità ed a i suoi sacerdoti , che risul­ta necessari a una v i s ione o l i s t i ca del l ' azione de l Dio v ivente. Dobbia­mo riconoscere che l 'A . affrontando i n mòdo chiaro e fresco questi temi , rie­sce a sol levare un senso d' i nq u ietudi­ne nel la com une cosc ienza crist iana spesso compromessa, o megl io addo­mesticata dal m ito tanto decantato clel ­Ia neutral ità, specialmente ne i temp l i della cul tura e del la sc ienza.

Segnalazioni b i b l iografiche

Ogni dual ità e d icotomia, del t ipo sacro-profano, scienza-fede, la ic i tà­rel igiosità, non hanno motivo d'esse­re. " Non c 'è nessuna tensione tra l a Parola d i D i o come Creatore, e la sua Parola come Redentore. Piuttosto, Ge­sù Cristo prende la Parola del Padre, pronunciata al principio, e la ripropG­ne sul la base del l 'opera di riconc i l ia­z i o n e c h e E g l i h a c o m p i u t o . I l mandato missionario è dunque una riaffermazione aggiornata, storico-re­dentiva, del mandato cr istiano, ferma­m e n te an corato n e l l a c reaz ione , rinforzato dal la redenzione,con nuovi orizzonti , ora aperti ad una terra rinno­vata sotto nuovi c ie l i " (p. 89).

Sperando che la letteratura su questi temi non ritardi a d i ffondersi anche in Ita li a, raccomandiamo vi v amen te i l l a­voro di Spykman.

Giuseppe Rizza & Salvo Traina

J . M . B erthoud (a cura di) , Révolution et Christianisme. Une appréc iation chrétienne de la Révolution françai­se, Lausanne , l ' Age d ' H o m m e 1 992, p p . 202.

Interrogare il passato affinché r ive l i c iò che ancora nasconde pare un obbl i­go per i Paesi d i questa Europa percor­sa da nuove correnti di l ibe11à. Ma la sottile i nquietudine d i infrangere, c iò facendo, q u a l c h e p i e tra a ng o l are del! ' equ i l i brio nazionale deve pur ave­re attraversato lo spirito dei francesi i n occasione del memorab i le b icentena­r io d e l l a Révo lut ion ( 1 789- 1 989) . Yien fatto spontaneo pensarlo tanto è stato del icato il trattamento riservado

S!Udi di 1eo!ogia .V ( 1 993) 69-9 1

ai grandi del rel iqu iario nazionale, da Robespierre a Louis X V I , quas i fos­sero fragi li antichità che un i ncauto restauro avrebbe potuto sbric io lare. E' stata festa popolare, celebrazione, r ievocazione soprattutto. Che fare di p iù , proprio in quel 1 989 anch'esso r ivoluzionario, inebriante?

Ci hanno provato i Protestanti d i Francia a porsi come voce autonoma, i t inerario ori ginale rispetto a l le stra­de altru i , con una serie di conferenze organizzate dal la Facoltà l i bera di Teologia R i formata di Aix-en-Pro­vence, raccolta nel l ibro Révolution et Christ ianisme edito da Ed i t ion l ' Age d 'Homme.

La certezza di avere una parola nuova da pronunciare sul fenomeno Révo lution è presente fin dalle pr ime parole di Pierre Chaunu nel la prefa­z ione. Non c 'è mito da difendere, non c'è vendetta da comp iere. Sono l evati i vel i che vorrebbero nascon­dere iJ volto orrido di violenza del la R ivo luz ione che incessantemente valica i confin i del dir i tto che essa stessa pone .

Attraverso un percorso a spirale composto dai contributi d i storic i , teologi, professori e giornali sti dai nomi celebri nel mondo protestante, i l lettore è indotto a prendere atto d i fatti paradossal i : dali ' al ve o del l ' I l l u­m inismo razionalmente benefattore cresce una barbarie i nsensata. L' i n­tento d i favorire l 'economia francese origina una sconfitta socia le e pro­duttiva che peserà a lungo sul le strut­ture agricole ed industr ia l i del Paese. Il prezzo pagato in vi te umane è spa-

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ventoso: d i qual i d ir i tti godono rea l­mente c ittadini privat i de l la sicurezza personale e materiale, plagiati, istigat i a l la delaz ione, esposti al risch io de l la gh ig l iottina, strumento d i uguagl i anza per eccel lenza? Quale fi lo l ega tra loro i tanti mutamenti pol i t ic i che mese per mese incresparono il corso deg l i avve­nimenti '7

E' v i vo l ' intento el i ol trepassare in­terpretazioni repubbl icane, conserva­trici o marxiste, anal is i che sembrano gettare una l uce uni laterale sui fatt i , l asciando inesplorate vaste zone buie. L' unica costante inequivocabi le che colora del la medes i ma tinta i d isparati brani di storia che il nome Révol ution accomuna è, secondo l ' opin ione una­n ime deg l i autori, l ' ideologia anticri­st iana. Ecco dove convergono i lavori , per al tro assai d i versi fra loro, raccolt i nel l i bro: nel gettare uno sguardo cri­stiano non tanto su aspetti pol i t i c i o soc ia l i , ma su l le rad ic i sp i ri tu a l i e ideal i da cu i l ' i nsieme ha preso vi ta.

Accad iment i , i ntenzion i , strategie ed accelerazioni hanno signi ficato così inserit i in un contesto che tiene conto de l ! ' assenza, del la cacciata del Dio C reatore, Legis latore e Reclentore dal l ' universo ideale eli quel periodo storico.

Questa la chiave proposta per legge­re i l volto oscuro del la R ivoluzione, per affrontare l ' i nsufficienza del la di­chiarazione dei diritti del l ' uomo e ciel c i ttadino, per comprendere l 'eredità storica che connota la Francia odierna e non solo essa, per operare un con­fronto con altre rivoluzion i , americana e russa in particolare. Numerose piste

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d i r iflessione s i aprono a ch j desidera oggi pensare ed agire nel la società i n modo degno di Dio.

Cet1o l ' impresa tentata è vasta e am­b iziosa. Non ci si può nascondere i l rischio c h e la parola profetica s i ade­gu i a diapason estranei perdendo d i i ntens i tà o che strida innalzata d a con­c itazioni mal fondate. Alcuni i nterven­t i d i questa raccolta paiono non essere sfuggit i a queste trappole. Ma l ' i nte­resse del l ibro consiste anche in que­s to , n e l so ll ec i tare la ver if ica , l e reazioni , l ' anal i s i del lettore che, por­tando lo stesso nome di cristiano deg l i autori , è i nv i tato a dargli corpo pro­vando a confrontare la Parola con le paro le e i fatti d e l i ' uomo.

Luisa A rtini

Loien Wi lh insoi1, Earth Keeping in the �90s. S terward s h i p of Creat i o n , Grand Rapids, Eerdmans 1 99 1 , pp. 39 l .

Un testo fondamentale per un ap­proccio d iverso al problema ambienta­le. Infatti c iò che caratterizza lo sforzo dei vari autori eli questo l ibro è quel lo d i favorire una vis ione g lobale de l pro­blema in una prospettiva b ib lica . I l l avoro, volutamente d i equipe, s i può d i re abbia fel i cemente raggi unto lo scopo.

Il l i bro, uscito nel 1 980 sotto il pa­trocinio dal Calvin Center for Chri­s t i a n S c h o l arsh i p , ha a v u to u n a seconda edizione aggiornata nel 1 99 1 proprio per tener conto dei nuovi mo­v imenti e del le nuove idee c he nel corso del decennio ' 90 hanno portato

Segnalazioni bibl iografiche

il loro contributo al d ibattito i ntorno alla salvaguardia del ! 'ambiente.

I l lavoro svolto è di ampia portata, tratta molti aspetti del problema, for­nisce una base unificante a tutte le tematiche affrontate c he toccano la morale, l ' economia, l a storia del pen­s iero, la s ituazione presente. Si tratta di vari suggerimenti , però senza mai perdere di v ista i l progetto i n iz iale: mantenere nei vari campi d ' i ndagine la g iusta prospetti va dei rapporti tra Dio, l ' uomo, i l creato.

Particolarmente da sottol ineare la storia del pensiero filosofico che è sta­ta i l sottofondo per le scelte, non solo antiche, ma soprattutto moderne nel campo del l a ricerca scientifica, dello sfruttamento de lle ri sorse, del la rela­z ione tra i vari organismi v iventi . Nel progetto globale di Dio per l ' uomo oltre alla sal vezza e alla v ita eterna, r imane la consegna dell ' am mi n i stra­zione al i ' uomo del creato, un 'ammini­strazione del la quale Egl i ch iedetjà conto. Sarebbe quanto mai auspicabi­le u n a t rad u z i o n e i n i ta l i a n o d i q uest'opera che non trova corrispon­denza in altri testi oggi a d ispos izione nel nostro paese mentre ormai l ' i nte­resse ambientale è di portata mondiale come la conferenza Eco 92 d i Rio de Janerio ha ben sottolineato.

Gianmauro Freri

Le nuove tecnologie di riproduzione umana (Legis laz ione e d ibattito in a lcuni paesi stranieri ) , Serv izio studi del Senato della Repubbl ica - U ffi­cio R icerche nel settore soci ale, Ro­ma, a cura di Fil ippo Luzi, febbraio l 986, pp. 556;

Srudi di teologia. V ( l9'.13) 69-9 1

Riproduzione umanì:t assistita in vivo e in viu-o, ricerca embrionale, in­gegneria genetica e biotecnologia (Documentazione sugl i atti del consiglio cl' Europa e della Comu­ni tà Economica Europea), i v i , ot­tobre 1 990, pp. 1 1 3+ 1 8;

Documenti conoscitivi sulla riprodu­zione umana assistita, embriolo­gia ed ingegneria genetica (Le relazioni delle Commiss ion i San­tosuosso, Falaschi e Pol l i , i st itu ite dal Ministero del la sanità), i v i , no­vembre l 990, v i i-345 ;

Riproduzione umana assistita, em­briologia e terapia genica (Di bat­t i to e legislazione in Austral ia e neg l i Stati U ni t i ) , i v i , febbraio 199 l , xxxi i i -356;

Riproduzione umana assistita ed em­briologia (Progettazione legisl at i ­v a , c i rc o l a r i m i n i s t e r i a l i , i st i tuzione del Comitato Naziona­le d i B ioetica, cenni bibl iografic i ) , i v i , marzo 1 99 1 , v i-232 ;

Feconda z io n e in v i tro e tutela del! 'em.brione nella Germania Fe­derale (Att iv ità conosc it iva, nor­me deontologiche, legislazione), i v i, apri le 1 99 1 , x i i i-379;

Fecondazione assistita e moda li t a ' di utilizzazione di embrioni e feti umani in Spagna (Att iv i tà cono­sciti va, legislazione), iv i , settem­bre 1 99 1 , x i v-254;

Fecondazione umana ed embriolo­gia nel Regno Unito (Dal Rappor­to Warnock al la legge l novembre 1 99 1 ), iv i , novembre 1 99 1 , x ix-493 ;

L' ingegneria genetica nella Genna­nia Federale (Raccomandazione

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del B u ndestag, legge, rego lamenti ) , iv i , gennaio 1 992, xxi-362 .

Questi nove vol umi recentemente aggi unti al la b ibl ioteca clel l ' l . F.E .D . , costitu iscono un punto d i r iferimento prezioso ed indispensabi le al credente che segue gli svi l uppi de l la bioetica. Dal t i tolo e dal l a data eli edizione i l l ettore può dedurre un val ido cri terio eli orientamento sul lo stadio attuale del d ibattito a l i ve l lo eli organi governativi in merito a i quesit i et ici in alcuni paesi (de l la serie fi n qu i edita manca a l l a nostra b ibl ioteca solo que l lo che si ri­ferisce a l la Svezia) .

Come ho avuto già modo di ri levare su Studi di Teologia ( 1 992, N ' 7) , i governi stanno interessandosi del l ' ar ­gomento c o n molto ritardo e scarsa incis iv ità. Questo materiale permette d ' inquadrare l 'attuale stadio delle ana­l i s i , le considerazioni pratiche re lative alle questioni etiche ed i l tentat ivo d i regolare la ricerca scienti fica. Oltre l ' I tal ia e il Consigl io del la Cee, la do­cumentazione copre l ' Austra l i a, g l i Stati Un i ti , l ' I nghi lterra, la Germania, e la Spagna.

E' chiaro che appena si nomina la bioetica si i nd ica un mondo in notevo­le fermento. Da una parte ci sono g l i sc ienziati c h e p u r sostenendo l ' idea del la neutral i tà del l a scienza sono eli­sposti a dei notevol i compromessi pur eli vedere i l loro ' primo amore' prose­guire. Da l l ' altra ci sono tanti governi profondamente preoccupati di regola­re il comportamento etico del la sc ien­za medica in questo settore. In questo campo, dove l ' ingegneria genetica può determinare non solo l 'esistenza

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YO

di una persona, ma anche i l t ipo d i persona c h e sarà, s i sa c he s i p u ò ma­n i pol are tu t to i l poss i b i l e fut uro del l ' um a n i tà . Per n i e n te l ontano dali ' utopia ipotizzata nel lontano 1 932 da Aldous H uxley, e c ioè il rischio d i una società programmata, è al la porta ed i governi si stanno svegl iando d i fronte al le i mmense implicazioni .

Da parte nostra, s iamo molto con­tenti di avere a d isposizione questo ricco materiale che documenta con ri­gore e conoscenza d i causa gl i sv i luppi legis lat i v i e l e proposte dei governi per tutelare questo settore. Questi volumi curati con tanto evidente impegno da F i l ippo Luzi , ofi·rono un quadro d i ri­fer imento tanto ampio quanto preoc­cupante. Quale sarà il futuro del la razz,a umana? Gl i organi governat iv i de i di versi paes i ri usciranno a gestire le conqu iste della scienza? Cosa deve fare· il credente? Deve abbandonarsi ad una·speranza escatologica o, come au­spichiamo noi , la sua speranza escara­log ica puo nutr ire i l s uo i mpegno verso questa società moderna, al le pre­se con questioni cui non è sempre i n grado d i ri spondere?

·

Paul Finch

R i c h ard B . R a m sey, A m l g o o d enough ? Leaming t o l i ve by God's grate, Phi l l i psburg, Presbyterian & Reformed 1 992, pp. 92.

Tutti coloro che sono impegnati nel segu i re le persone nei loro primi passi col S ignore, hanno sentito l a necessità d'avere a disposizione del materiale d idatt ico per c hiarire alcun i punti della dottrina cr istiana. Non è sempre faci le

Segnalazioni bibliografiche

trovare qualcosa che sia sol i do sul pia­no dottrinale anche se access ib i le per q uanto concerne il l i nguaggio . Questo l ibretto si colloca proprio in questo contesto. Esso contribu isce a ch iarire come una persona possa essere con­dotta a capire meglio la base su cu i i l S ignore salva le persone.

In quindici bre v i lezioni sono pre­sentate le nozi oni fondamental i del la salvezza: grazia, peccato, riconc i l i a­z ione, pentimento, fede g iustificaziol ne, ecc . L'opera s i presenta in modo molto semplice, ma anche assai effica­ce e permette un 'ottima assimi l azione di concetti chiave. Senz ' al tro potrà es­sere d'aiuto a chi è impegnato nel con­s igl iare persone da poco credent i .

Emmanuele Beriti

Wayne A.Mack, Your Fam.ily, God 's Way, Phi l l ipsburg, Presb . and Ref. 1 99 t pp. 227.

Ciò che d ist ingue quest' opera dalle varie pubblicazioni esi stenti su l i ' argo­mento ha probabil mente a che fare con i presupposti del ! ' A. Egl i i nfatti affer­ma che Dio, in quanto inventore del matr imonio e del la famigl ia, ne cono­sce anche i l funzionamento; e che la B i bb i a, come autorevole Parola d i D io, è l ' un ico fondamento s u cu i è poss ib i le costruire delle relazioni fa­mi l i ar i che rispecchino i l modello del Creatore. E ' s ign ificativo quindi lo sforzo del l ' A . di dare alla sua anal i s i del le basi b ib l iche che possano costi­tuire un criterio oggettivo al eli là del la sua esperienza d i consulente fami l iare, per altri vers i molto interessante.

Srudi di reologio V ( 1 993) 69-9 1

Il l ibro è d iviso in tre part i : l a prima parte spiega g l i elementi basi­lar i di relaz ioni fam i l i ari sane; la se­conda mostra come sv i luppare tal i rapporti , ponendo un particolare ac­cento sul tema del la comunicazione ; l ' u l t ima parte esamina i l sorgere dei confl i tti e le poss ib i l i soluzioni .

I l testo i nol tre offre, al la fine d i ogni capitolo, tutta una serie eli eser­c iz i che hanno lo scopo di aiutare i l lettore a valu tare e migl iorare le pro­prie relazioni fami l i ari a l la luce delle verità b ib l iche, con l ' aus i l io d i que­stionari ed un buon numero di bran i del la Scrittura .

C i ò c h e v i e n e p r o p o s t o i n quest'opera non sono delle sempl ic i regolette da seguire, ma qualcosa che richiede un reale impegno personale accompagnato dalla preghiera e dal­lo studio della Parola d i Dio. D 'a ltra parte, come afferma lo stesso A. nel la prefazione, "tutte le altre strade in ultima anal is i sono desti nate al fal l i ­mento" .

Silvia Nappa

van der Walt B . J . (a cura di ) , Chri­stian Education in the Aji"ican Context, Grand Rapids, I APCHE 1 992, pp. 200.

tl continente africano è, com' è no­to, un mondo in grande fermento. M a nel v i l l aggio globale non è poss ib i le dis interessarsi di quanto avviene al­trove. U na teologia che non sia atten­ta a quello che è i: contesto i l p iù ampio possib i le, ri sch i a di perdere d i v ista le d imensioni real i deJJa propria vocazione . Ecco perché può essere

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ut i le rendere conto d i questo volumet­to che tocca la questione de l l ' insegna­mento con particolare attenzione al contesto africano.

Sostanzialmente si tratta della pub­b l i cazione deg l i atti di un congresso promosso dal l ' Associ azione interna­z ionale per la promozione de l l ' inse­gnamento cri sti ano ad H arare nel 1 99 1 che faceva segu ito ad altri congressi s im i l i . L' Associ azione rappresenta un tentati v o d i prendere su l serio la sovra­nità di Dio anche nel campo dell 'edu­cazione e in questa ottica cerca di organizzare convegni per stud ios i .

Tra i contributi non mancano per­tanto studiosi non africani che aiutano ad ampliare la r ifless ione. L' opera è suddi visa in alcune uti l i sezion i . Prima el i tutto si affronta la questione de l l ' im­portanza d i un approccio cristiano ai temi de l l ' i struzione, delle scienze so­c ia l i , dello svi luppo e de l la polit ica. Segue una sezione con dei rapport i su l la s i tuazione dell ' insegnamento in alcune i st ituzioni africane. I n terzo luogo si del i neano le varie poss ib i l itù es istent i . A queste sezioni seguono i testi degli studi b ib l ic i e altre informa­zioni sul congresso.

Impossib i le rendere conto del con­tenuto dei vari interventi . In s im i l i ca­s i , come si sa, è assai frequente avere contri but i el i qual i tà d iseguale, ma l ' ut i l ità d i una tale pubbl icaz ione è quel la di rendere conto di un fermento in campo educativo che non è solo caratteristico dei paesi occidenta l i , ma che tocca i nevitab i lmente i contest i p iù van.

Paolo Guccini

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Serie complete

Sono ancora disponibi l i alcune col lezion i complete del la nuova serie d i Studi di teologia. Si tratta dei numeri 1 -8 che possono essere d irettamente richiesti al l ' amministrazione del l a ri v ista.

l. L'evangelizzazione riconsiderata J. Ter ino, IL popolo del/ 'A T: presenza e testimonianza; P. Bolognesi , Matteo

28, 1 6-20 e il suo contenuto; J . I . Packer, Cos 'è l 'evangelizzazione ? Evangelizza­zione e teologia ; A. Schl uchter, Una controversia sull 'evangelizzazione: White­

fleld- Wesley; Docu mentazione: Il patto di Losanna, 1 974 ; G . Freri , Segno/azioni di libri relativi all 'evangelizzazione.

2. La confessione di fede battista del 1689 D. Walker, La confessione di fede battista del 1689, le sue origini e lo suo

teologia; Documentazione: La confessione difede bottista del 1 689; D. Walker, Note al testo della confessione .

3. Elementi di missiologia R.D . Recker, Le basi bibliche della missione cristiana; J. B l andenier, Lo

nascita e lo sviluppo delle missioni evangeliche; D. Herm, Le dimensioni comunitarie del servizio missionario; P. Finch, La relazione tra chiesa e missio­ne, contorni del problema; G. Corradin i , Riflessioni a margine di Francoforte e Wheaton ; Docu mentazione: Dichiarazione di Froncoforte 1 970; Dichiarazione di Wheaton 1 983; !l Manifesto di Manila 1989; Rassegne: P. Finch, La missione in alcune opere recenti.

4. Fondamentalisti ed evangelici J. Oldfield, llfondamentalismo in un 'ottica evangelica; G. Platone, Jlfenome­

no dei televangelisti; G. Picciri l lo, Fondamentalismo e mass-media in Italia; P. Finch, Aspetti psicologici del fondamentalismo; L. Sartori , Esiste un .fondamen­talismo cattolico ?, J. Terino, Reazioni Liberali o/fondamentalismo; P. Bolognes i , Jl fondamento della fede evangelica ; Documentazione : Tesine su .fondamentali­smo e neofondamentalismo; Rassegne: G. Corradin i , Pubblicazioni in lingua francese per solide fondamenta.

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5. Fondamenta per l'etica J. M u rray, L'etica biblica, questioni introduttive; J. Douma, L 'uso della

Scrittura nell 'etica; C. Wright, Le decisioni etiche nell 'AT; P. B olognesi , L'ùn­possibile.fimzione dell 'etica; Documentazione: Dichiarazione di Chicago 1986; Il manifesto del Regno 1 988; Rassegne : Informazioni bibliografiche sull 'etica.

6. La ,salvezza ieri e oggi P. B olognesi, La via della salvezza ne/l 'AT Tra dispensazion.alismo e teologia

dell 'alleanza; B . C01·sani , La dottrina della salvezza nel NT; P. Castel l ina, La salvezza di Israele: Romani 9- 1 1 ; R. B auckbam, Uno sguardo storico sull 'uni­versalismo; J . I . Packer, Gli e vangelici e la via della salvezza. L 'universalismo e la giustificazione per .fède ; Documentazione: La salvezza del popolo ebraico. Colloquio di Willowbank 1 989; Studi criti c i : D. Wal ker, La salvezza in chiave antifondamentalista.

7. Etica e medicina G. Ferrari, Aspetti medici della bioetica; P. Finch, Aspetti teologici della

bioetica ; N . M . de S . Cameron, Prospettive sull 'eutanasia; C. Everett Koop, Decisipni al termine della vita; Recension i : A. Schiano, E gli interrogativi da porre ?; A. Forghier i , E i punti di partenza ?

8. Ecumenismo e pluralismo M. Clemente, La vera luce che illumina ogni uomo; P. B olognesi , Unicità e

pluralismo; A . R amirez, Prospetti ve unitarie dell'evangelismo radicale italiano; J. Frame, L 'unità dell 'evangelismo in pratica; H . R . Jones, La sfida ecumenica; P. Caste l l ina, New Age e coscienza moderna; Documentazione: Tesine su plura­lismo e unicità della .fède in Cristo; Selezione di riviste teologiche evangeliche; Studi cr i t ic i : G . Bore l l i , Il pluralismo religioso e la questione della verità ; P: Angeleri, Speranza contro speranza: la Riforma in Italia.

Lista dei libri ricevuti

H . B erkhof, 200 anni di teologia e.fìloso.fla. Da Kant a Rahner, Torino, Claudiana 1 992, pp. 462.

F. Bovon, Nouvel Age etfoi chrétienne, Aubonne, du Moul in 1 992, pp. 85. D.A. Cm·son, A Cali to Spirituol Reformarion, Leicester, fU P 1 992, pp. 230. D.A. Carson (ed . ) , Right with God, WEF, Cari i s le, Cumbria, Paternoster 1 992,

pp. 309. F. De Coninck, Ethique chrétienne et suciologie, Méry-sur-Oise Sator 1 992, pp.

255. D. Engl ish , The Message ofMark, Leicester, IUP 1 992, pp. 254. M. Firpo, Inquisizione romano e controriforma, Bologna, i l Mul ino 1 99 1 , pp.

399. S . Fowler - H . W. Van B ru mmelen - J . van Dyk, Cristian Schouling: Educatiun

for Freedom, Potchefstroom, Potchefstroom Univers i ty for CHE 1 990, pp. 1 98 .

D . A . Fraser - T. Campolo, Sociology through the eyes (�f' fai rh, Le icester, Appollos 1 992, pp. 3 1 6 .

R . G ibel l in i , La reologio del XX secolo, Bresc ia, Querin iana 1 992, pp . 65 8 . A.F. Gi bson (ed . ) , The Church and its Unity, Leicester, I U P 1 992, pp. 255 . G. W. Knight Ul, The Pastoral éìJistles. A Commentary on the Greek Text ,

Carl i s le, Paternoster; Grand Rapids, Eerdmans 1 992, pp . 5 1 4 . A . Quacquare l l i , Esegesi biblica e Pa!ristica fi'a tardo antico e oltornedioevo.

B ari , Edipugl ia 1 99 1 , pp. 1 75 . Gordon J . Spykman, Re.formarional Theology. A New Paradigm for Doing

Dogmatic , Grand Rapids, Eerdmans 1 992, pp.584 . Ruth A. Tucker, Verso Le estremità della terra . Una storia biografica del le

m issioni cri stiane, Roma, !BE 1 992, pp. 28 1 . B .J . van der Walt (ed.) Chrisrion Education in the Aji·ican context, Potchefstro­

om, Potchefstroom Universi ty for C H E 1 992, pp. 200.

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Studi di reologia è pubbl icato dal l ' Istituto di formazione evangel ica e doc u ­mentazione (IFED) con sede in Padova. Lo scopo del l ' l fed è el i promuovet e c svolgere attiv i tà che contribuiscano a formare e acl orientare una cosc ienza specificatamente evangel ica in tutte le s fere del l 'es istenza u mana . ln obbedienza al mandato d iv ino, esso crede che ogni i ndagine debba essere orientata da l t i rnon; eli Dio i n accordo con l ' autorità sovrana del la Sua Parola e a l l a sola gl ori a di Dio

O ltre a l la pubbl icazione del l a riv i sta, l ' I s t i tu to gestisce una b ib l ioteca teo l o­gica, offre la consu lenza d i suoi membri qual ificat i e organ izza con ferenze c giornate eli studio.

Direttore responsabi le: P. Bolognesi

l scrino nel Registro stampa del Tribunale di Padova al n. 1 089 del 4/ 1 1 /88 ai sens i degli art. 5 '-' h del la legge 8/02/ 1 948 N" 4 7

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