BIBBIA E ARTE - Aracne · Croce! Il poeta David M. Turoldo, voce di un cristianesimo ruvido e...

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BIBBIA E ARTE STUDI INTERDISCIPLINARI

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BIBBIA E ARTE

STUDI INTERDISCIPLINARI

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Direttore

Francesco BPontificia Facoltà Teologica di Sicilia

Comitato scientifico

Giovanni BAccademia di Belle Arti di Palermo

Andrea D’AGalleria San Fedele di Milano

Sergio GFacoltà Teologica del Triveneto

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BIBBIA E ARTE

STUDI INTERDISCIPLINARI

E noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloriadel Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, digloria in gloria, secondo l’azione dello Spirito del Signore.

Seconda lettera ai Corinzi ,

“. . . come in uno specchio” (Cor ,). La collana si pro-pone di affrontare le grandi questioni e alcuni dei temi piùimportanti che percorrono le pagine del Testo Sacro: al-leanza, elezione, promessa, profezia, regalità, discendenza,terra, fedeltà, misericordia, grazia, redenzione, salvezza,morte, vita, risurrezione, nuova creazione, ecc. L’intento èperseguito attingendo alla ricchezza delle arti visive, nellaconsapevolezza che proprio il linguaggio dell’arte sia tra ipiù appropriati per dare voce all’eterno, al divino, per fareincontrare il visibile con l’invisibile e per far dialogare ilGrande codice dell’umanità, la Bibbia, con l’espressionepiù alta del genio umano. La stessa arte, tuttavia, risentedella “riserva escatologica” propria del tempo presente.Da qui il richiamo del testo paolino di Cor ,, poichénella storia, lungo il pellegrinaggio che conduce alla Geru-salemme celeste, il credente può solo intravedere la realtàfutura e può conoscere i misteri della salvezza come inuno specchio e in maniera confusa.

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Sergio Gaburro

Il sorriso sofferto

Per un cristianesimo del paradosso

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I edizione: gennaio

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Lo dedico a Piero che,derubato della salute,mi ha preso per mano

e mi ha toccato il cuore.

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Indice

Premessa

Introduzione

. Il paradosso della Croce

.. Un re sulla Croce, – .. La follia e la sapienza dellaCroce, .

. Il Dio della Bibbia conosce il sorriso?

.. Il Dio di Israele ha mai riso?, – .. Gesù ha mairiso?, .

. La scultura lignea del Crocifisso di Lérins

La Croce, – Il corpo, – Le costole, – Il ventre, –Il perizoma, – I piedi, – Le braccia, – Le mani, – Il capo e i capelli, – Il volto, – Gli occhi, – Labocca, – Il sorriso, .

. Quale cristianesimo nasce dal Crocifisso sorridente?

.. Cristianesimo della presenza, – .. Cristianesimodell’apertura, – .. Cristianesimo del paradosso, .

Per un cristianesimo del sorriso sofferto

Note

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Premessa

Fin dall’inizio, nelle parole degli stessi testimoni e scrittoricristiani, il Crocifisso appare come scandalo, pazzia, ver-gogna, disonore. È il paradosso dei paradossi! All’ateo chedice: Come posso credere a un Dio appeso alla Croce?,il credente risponde: Io gli credo proprio perché è statomesso sulla Croce! Il cristianesimo è fondato sulla Pasqua,ma è un fondamento apparentemente fragilissimo, perchénon può essere né descritto, né dimostrato. Le parole e igesti della vita di Gesù, in fondo, avevano suscitato pocafede e la morte in Croce l’aveva poi spazzata via del tut-to. È soltanto con la risurrezione di Gesù che anche lafede risuscita: l’Uomo della Croce è il Risorto e questoè il Crocifisso. Nascono così nell’arte due immagini: ilCristo sofferente e il Cristo trionfante. La scultura del Crocifis-so sorridente di Lérins riesce a esprimere bene e a tenereinsieme le due figure. Due fili che s’intrecciano nel drittoe rovescio del grande arazzo della Croce.

Spogliata dalle incrostazioni tradizionali che si sonoappiccicate lungo i secoli, la Croce di Cristo costituiscel’evento in cui è possibile andare oltre la generica credenzanella divinità e oltre la sua semplice negazione. Nella Crocesi recuperano congiuntamente l’umanità e la divinità diCristo. Quando, infatti, si parla della Croce di Gesù Cristo,si attesta il valore della sua morte e quindi il cristianonon può accettare che il segno del Crocifisso diventi unsemplice arredo: è certamente simbolo della sua identità,

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Premessa

ma della sua identità di peccatore! La Croce di Cristo èsegno di salvezza, ma anche luogo di rivelazione capovolta:la potenza del Figlio di Dio si manifesta nella vulnerabilitàdell’uomo. Nudo sulla Croce Gesù non si mostra congesti di potenza, ma nel miracolo dell’obbedienza e dellanuda fede: anche nella sofferenza più intensa riconoscela paternità di Dio, invocandolo con fiduciosa tenerezza“Abbà” (Padre). La Croce dice chi è Dio e la risurrezioneafferma la verità della scelta del donarsi. La risurrezione èla garanzia che la via della Croce è giusta, è vera e svelail disegno del Padre. La sfida della fede, interpretata dalCrocifisso sorridente di Lérins, è di tenere insieme la Croce eil sorriso, la morte e la risurrezione del Signore come i duevolti dell’unico dono di sé. La Croce è ciò che permette alcristiano di credere, ma ciò in cui crede è la vittoria sullaCroce! Il poeta David M. Turoldo, voce di un cristianesimoruvido e complesso, mai comodo e, tuttavia fieramentevissuto come una continua lotta con l’Angelo, così canta laPasqua:

No, credere a Pasqua non ègiusta fede:troppo bello sei a Pasqua!

Fede veraè al venerdì santoquando Tu non c’eri

lassù!

Quando non una ecorispondeal suo alto grido

e a stento il Nulladà forma

alla tua assenza.

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Premessa

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Introduzione

Si può cogliere il significato della scultura lignea del Croci-fisso sorridente soltanto nel rapporto tra Bibbia e arte, perchésenza la Bibbia il richiamo al Crocifisso rimane ambiguo. IlGrande Codice della cultura occidentale, qual è la Bibbia, èun capolavoro linguistico e artistico in grado di dischiude-re significati di senso, di restituire la parola alla complessitàe di liberarla dalla sindrome di dover soltanto definire. Iltesto biblico consegna all’ascoltatore, e quindi all’artista,non solo una parola poetica che allude, evoca, dischiude einterpella, ma anche una parola profetica che si offre comeantidoto contro il pensiero unico e l’omologazione, peraprire il destinatario all’inedito della relazione silenziosa,invisibile, misteriosa dalla quale si sente interpellato.

L’artista, pur essendo un tramite attraverso il quale ildivino parla, crea delle immagini che possono essere sedu-centi, prestarsi all’idolatria e alla superstizione. Gli esempidello sfruttamento delle immagini non mancano. Centoanni fa c’erano immagini di soldati che marciavano appa-rentemente contenti, ma nessuna di queste mostrava lacruda realtà sui campi delle Fiandre o di Verdun. Anche laGermania di settantacinque anni fa era impegnata a mo-strarsi come una grande potenza orgogliosa di vincere,ma nascondeva le immagini di bambini ebrei torturati, dicamere a gas in funzione, di esecuzioni sommarie di genteinnocente. La seduzione e la manipolazione dell’immagi-ne sono arrivate fino a noi oggi, attraverso le esecuzioni

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Introduzione

postate su YouTube (Internet) dai miliziani dell’Isis. Nonesiste inganno peggiore della paura propagata attraversol’immagine!

La stessa figura del Crocifisso sorridente è una parteci-pazione all’armonia di Dio, una sorta di trasferimentosu legno dell’annuncio pasquale della fede cristiana, cherispetto all’evento unisce e al tempo stesso separa. La rap-presentazione lignea è un atto di traduzione dello scultore,è già un interpretare, è un momento di crescita, è un darevoce allo Straniero che si affianca ai due di Emmaus. Alleprese con un pezzo di legno l’artista sembra indossarela veste della levatrice, che assiste alle doglie della Parolacrocifissa e al travaglio della propria parola, tutt’altro cheneutrale. La scultura è il mezzo e non il fine. Lo stessoLutero ammetteva un uso positivo dell’immagine che puòstimolare la mente, la riflessione, la fede. La scultura delCrocifisso sorridente è potente, perché l’autore riesce a espri-mere in un pezzo di legno le due facce dell’unico misteropasquale di Gesù: la morte e la risurrezione. L’importan-te è non lasciarsi catturare dall’enorme magia che essacomunica e dalla forza persuasiva che trasmette, poichél’immagine non può sostituire la Parola, né il guardarel’ascoltare.

Non raramente si è pensato che il cristianesimo fosse lacelebrazione del dolore, la beatificazione della tristezza ela crocifissione della vita. Ma il sorriso, appena accennatosulle labbra di questo Crocifisso ligneo, sembra far crollarequesta convinzione e rinviare invece al paradosso pasquale.Nei vangeli i racconti della passione sono sostanzialmentemodellati su una traccia comune ai quattro evangelisti,mentre i racconti della risurrezione, escluso l’episodiodelle donne al sepolcro, si sono sviluppati su un canovaccioprofondamente diverso, più attento al significato degli

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Introduzione

eventi che alla loro descrizione. Tutti gli evangelisti, però,concordano sul fatto che le due narrazioni della passionee della risurrezione vanno lette insieme. Nei tre annunciche ritmano la salita a Gerusalemme, infatti, Gesù parlasempre di passione e di risurrezione come di due faccedell’unico evento pasquale e nelle successive narrazionidella risurrezione emerge la preoccupazione di mantenerecollegato il Risorto al Crocifisso.

Lo stesso giovane, vestito con una veste bianca, che alsepolcro annuncia alle donne la risurrezione, ha ben pre-sente la passione quando afferma: «Non abbiate paura! Voicercate Gesù il Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui»(Mc ,). Passione e risurrezione sono quindi inseparabili,poiché non si comprende la passione senza la risurrezionee viceversa. È forte tuttavia il rischio di «svuotare la paroladella Croce» (Cor ,), riducendo la Croce a un semplicesimbolo della sofferenza umana, a un’efficace rappresenta-zione di una vita donata, o assorbendola frettolosamentenella risurrezione. La Croce, paradossalmente, rimane illuogo più pregnante e del tutto inatteso della lieta notiziache Gesù annuncia con la sua parola e con i suoi gesti.Egli non salva l’uomo dall’esterno ma dall’interno e ab-bracciando la Croce rivela il volto del Padre. Il Crocifissoè quindi la novità assoluta da contemplare con stupore emeraviglia.

Se nei racconti della passione si rivela lo spessore di Ge-sù nel suo essere uomo e nel suo lasciar trasparire il voltodivino, nei racconti della risurrezione si pone l’accento sulfatto che il Crocifisso non è il semplice martire che muoreper il suo Dio, ma il Figlio di Dio che muore per l’uomo.La risurrezione è quel giudizio divino che rovescia le valu-tazioni degli uomini. Dio ha fatto risorgere proprio Coluiche gli uomini hanno crocifisso a nome suo. Il Risorto,

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Introduzione

identico al Nazareno eppure diverso, rivela all’uomo chela chiave della vita non sta in essa, ma nella vita donata.L’Amore che sembrava sconfitto sulla Croce, è vittorioso:pertanto Gesù aveva ragione! I racconti del Nuovo Testa-mento non si propongono soltanto di affermare la realtàstorica della risurrezione, ma di aprire il lettore credentea una grande e concreta speranza che trova fondamentonella fedeltà e nell’amore di Dio, il Vivente.

Il presente contributo è scandito in quattro parti. Nellaprima si evidenzia il paradosso della Croce: scandalo peri giudei che sognavano un Dio potente alla maniera deire, pazzia per gli stranieri e sapienza per i credenti che nefanno un criterio di vita. La seconda parte risponde all’in-terrogativo: il Dio biblico ha riso? Più che una descrizionedel gesto del riso, la Bibbia sembra attraversata dalla gioiache nel caso di Gesù prende spunto da vicende umaneconcrete, come il ritrovare un oggetto prezioso smarrito oil riabbracciare dopo tanto tempo una persona cara. Nellaterza parte si dà spazio alla descrizione lignea del Croci-fisso di Lérins nei suoi particolari, tentando di dare voceai significati silenziosi nascosti tra le pieghe del legno e iracconti del Vangelo. Dopo aver sostato davanti alla scultu-ra del Crocifisso che sorride, l’ultima parte del contributoapre uno spiraglio per dire quale volto di cristianesimopotrebbe emergere.

La mia gratitudine va alle persone amiche, che sannoriconoscere nel sorriso le cicatrici nascoste, va alle personefatte a mano, poiché la maggior parte delle persone sonofatte in serie.