Beni comuni e impresa sociale

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BENI COMUNI E IMPRESA SOCIALE Lorenzo Sacconi Università di Trento e EconomEtica

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BENI COMUNI E IMPRESA SOCIALE

Lorenzo Sacconi

Università di Trento e EconomEtica

7 proposizioni 1. Il dominio dell’ impresa sociale: né pubblico, né privato, ma

comune

2. Il vocabolario dei beni comuni, per attivare un «frame» alternativo

3. La governance dei beni comuni: autogoverno degli utenti per via d’accordo, la rilevanza della comunicazione ex ante e della deliberazione.

4. Perché un bene è «comune»? Più della tecnologia può la giustizia

5. Perché l’IS è migliore delle alternative (I)? Le virtù della governance cooperativa multi-stakeholder

6. Perché l’IS è migliore delle alternative (II)? Contratto sociale parziale, cheap-talk e preferenze di conformità alla norma

7. Riforma dell’IS: non giochiamoci tutto per un piatto di lenticchie,

1. Il dominio dell’ impresa sociale: né pubblico, né privato, ma comune

• Ampiamente discusso quale sia il migliore assetto di governance dei servizi pubblici I locali

– Impresa capitalistica con regolamentata via concessione

– Impresa di proprietà pubblica

– Soluzioni miste (impresa privata controllata dall’ EE LL)

• Consideriamo una quarta possibilità : la gestione e governance dei servizi pubblici locali attraverso cooperative di utenti con governo multi-stakeholder

ESEMPIO Una grande cooperativa di utenti, che si

estende sull’area metropolitana di Milano,

• che gestisce I bacini d’acqua gli acquedotti e I serizzi idrici a favore della comunità locale (circa 3 milioni di persone)

• I cui soci controllanti sono potenzialmente tutti i cittadini ( o la maggioranza di essi)

• Con una struttura di governo che completa la partecipazione degli utenti con quella dei lavoratori e degli investitori (rappresentati con posizioni di minoranza nel consiglio di sorveglianza) ,

• il quale nomina un comitato di gestione di manager professionali (governance duale)

Perché….si tratta di un bene comune

Intuizione (prima della definizione) : • risorse naturali come i bacini d’acqua ma anche

l’infrastruttura che rende il servizio idrico , • il patrimonio ambientale come i fiumi i laghi le

cose, ma anche i servizi che permettono ll loro mantenimento e utilizzo,

• il patrimonio artistico ma la rete museale, • gli spazi comuni delle città, e i servizi culturali

che vi si possono organizzare, • le aree dismesse pubbliche e private come

infrastrutture e molteplici attività,

Perché….si tratta di un bene comune • E’ possibile la gestione mediante l’autogoverno e

autoregolazione degli utenti , basta sull’accordio la democrazia

• Ma per produrre servizi dalla risorsa o l’infrastruttura occorre tuttavia un’ impresa (organizzazione dei fattori razionale)

• L’IS è adatta non solo alla regolazione dell’accesso ma produzione di servizi pubblici o comuni , perle sue caratteristiche che replicano l’idea migliore di governance dei beni comuni

• Ma a tale scopo bisogna sviluppare le caratteristiche tipiche dell’IS,

– Governance multi stakeholder basata sula partecipazione degli utenti

– Come espressine del contratto sociale parziale su un bene comune/ sociale principale

2. Il vocabolario dei beni comuni • All’azione collettiva sui beni comuni non ha corrisposto

una discussione pubblica informata di pari livello • Le posizioni hanno assunto atteggiamenti pregiudiziali

– Radicalità assoluta dei beni comuni irriducibili ad ogni forma di pensiero nota e dipendenti dalla soggettività del movimento (Mattei)

– Nessuna novità (beni pubblici) (Vitale)

• Evitato ogni – A) fondazione normativa – B) il confronto con la recente teoria economica dei

commons

• Occorre un vocabolario grazie al quale generare una visione o un «frame»

• senza un frame concettuale l’IS resterà sempre preda dei vecchi paradigmi (l‘impresa è sempre e solo quella che genera profitto per il proprietario/ azionista)

Il vocabolario dei beni comuni (II) • I beni comuni non sono definiti da caratteristiche fisiche o

tecnologiche ma da un particolare forma di governance e di gestione, e basata in particolare sulla forma del diritto all’accesso

• Non sono caratterizzati univocamente dalla proprietà (pubblica o privata)

• Definizione della proprietà «in re»: un bene caratterizzato dal suo rapporto col resto del mondo: chiunque non ne sia proprietario sa di esser escluso

• Della proprietà mancano due caratteristiche essenziali : diritto di alienazione e dirttio di esclusione

• I commons hanno solo alcune caratteristiche della proprietà intesa come bundle of right di vari soggetti – Accesso al bene, estrazione di risorse dal bene, gestione, – un soggetto che possieda i primi tre diritti viene definito

detentore del bene (il claimant) ma non propritario

Commons, definizione

Sono risorse o infrastrutture fisiche o immateriali

• Ammesso che siano soggette a certi tipi di

governance e gestione,

– Caratterizzate da

• Uso condiviso e appropriazione comune

• Accesso aperto ed eguale

Commons, definizione (II)

Questo modello di gestione e governance non permette l’esclusione di nessun utente potenziale entro l’ambito spaziale in cui la risorsa o infrastruttura e disponibile

Si noti che :

– Perché un bene sia comune , non deve necessariamente mancare una tecnologia che lo renda escludibile

– La caratteristica necessaria è la forma di governo basata sul diritto all’accesso

Commons, definizione (III) Con “open access” si intende non discriminazione tra

utenti e uguaglianza di trattamento nell’accesso

• Come tale la gestione open access

– Non vieta di caricare una tariffa

– Ma non permette che la tariffa determini una discriminazione in base alla disponibilità di pagare , cioè in base alla ricchezza (come accade col prezzo)

– Neppure obbliga alla copertura del costo marginale della fornitura da parte di ciascun utente (sussidi incrociati )

– L’uguaglianza di accesso tra utenti di un dato ambito è essenziale

Commons, definition (IV) “Open access“ riguarda una comunità di

riferimento

– Definita senza discriminazione basata su criteri di tipo sostanziale (etnicità, cultura, politica, credenze religiose)

– Definizione meramente formale : l’insieme degli individui che può di fatto a cedere alla risorsa in una data area /spazio di disponibilità .

– Sola restrizione : che l’accesso non renda possibile l’uguale accesso di ogni altro nelle stesse condizioni

– Quindi l’ open access può essere qualificato da vincoli di non congestione

Analisi economica dei common (I)

• Beni privati :

– Rivale ed escludibili nel consumo

• Beni pubblici :

– non-rivali e non-escludibili .

• Beni comuni :

– Il consumo è rivale (I metri cubi d’acqua che estraggo dal bacino non possono essere usati da altri)

– Ma non escludibile: impossibile impedire a chiunque di sestare acqua a bacino per la sua sussistenza, anche imporre un prezzo sarebbe inefficace.

Analisi economica dei common (II)

Sono sempre presenti esternalità (positive e negative)

• Siccome il consumo è rivale , quando uno consuma il bene ha effetti negativi sulla possibilità di consumo da parte di un altro

• Tuttavia , anche effetti esterni positivi possono accadere

– Il consumo di una unità di bene da parte di A ha conseguenze positive su B

• Direttamente: aumenta il consumo di altri (una piazza permette relazioni se è usta da più persone)

• Indirettamente , il valore di altri beni è maggiorato (l’igiene e la sanità è migliorata dalla presenza di un ospedale

connesso alla rete idrica)

The tragedy of the commons • Ci si è principalmente focalizzati sulle esternalità

negative

– Se gli individui sono egoisti razionali

– Causa la rivalità ogni individuo è indotto ad anticipare il consumo altrui aumentando il proprio

– Causa la non escludibilità, la domanda non è limitata da un prezzo crescente che rifletta la ridotta offerta (disponibilità)

• La conseguenza è la ‘tragedy of commons’ (Hardin 1968): il bene viene consumato fino oltre la capacità di riproduzione e all’esaurimento

The tragedy of the commons • La «tragedy» ha suggerito

– il controllo burocratico centralizzato che impone sul razionamento stabilito dall’autorità ( Soluzione preferita da Hardin contro il «laissez faire» per far fronte al problema della sovra-popolazione )

– Diritti di proprietà privata : usare il prezzo come meccanismo per escludere discriminando in base alla disponibilità a pagare

• Le due soluzioni sono analoghe perché istituiscono una autorità esterna alla comunità, la quale ha il diritto di escluderne i membri dal bene

• Sono fuse dall’idea di contratto costituzionale che esce dalla «tragedy» (stato di natura), istituendo la garanzia dei diritti di proprietà (Locke, Buchanan)

La “comedy of the commons” • C’è anche una ‘comedy of commons’ (Frishmann

2005) .

– Mentre il consumo è non ovunque rivale ( produce esternalità negative su altri utenti solo oltre una certa soglia di congestione )

– Ciò nondimeno l’accesso aperto all’uso della risorsa infrastruttura genera molteplici esternalità positive

– L’uso libero della risorsa da parte di alcuni produce effetti positivi anche su atri , sebbene nessuno di questi paghino un prezzo per l’uso che ne fanno o gli effetti ottenuti,

– e sebbene chi ha mantenuto la risorsa o l’infrastruttura non si appropri del valore di queste ricadute positive

– anche forse proprio per questo (altrimenti tale consumo sarebbe limitato)

3. La governance dei beni comuni: autogoverno per via d’accordo

• Elinor Ostrom nel corso degli ultimi vent’anni ha dimostrato che la soluzione della tragedia dei commons basata sull’autorganizzazione degli utenti è perfettamente possibile.

– casi di gestione comunitaria dei sistemi di irrigazione in comunità di paesi in via disviluppo,

– ma anche gestione di bacini idrici statunitensi,

– esperimenti di laboratorio e sul campo,

– condizioni micro e macro situazionali, che permettono a gruppi di agenti, interagendo razionalmente tra loro, di stabilire regole e istituzioni di accesso alle risorse comuni, e farle valere volontariamente, evitando la “tragedia dei beni comuni”

La governance dei beni comuni (II)

• la tragedia dei comuni viene evitata senza il ricorso all’imposizione di diritti di proprietà privata, o di un’amministrazione autoritaria esterna,

– perché il modello di agente che risulta corrispondere o essere adatto alle suddette condizioni micro e macro situazionali non coincide con l’agente economico perfettamente razionale in senso strumentale,

– Né puro egoista razionale, né perfetto altruista, ma dotato di un certo grado di comportamento pro-sociale, derivabile da preferenze e credenze che rispondono al contesto di interazione

– è un agente plastico che co-evolve con il contesto istituzionale.

Principi o caratteristiche di design istituzionale (le condizioni dell'emergenza dell’autogoverno

i) Confini chiaramente definiti;

ii) Congruenza: la distribuzione dei benefici deve essere proporzionata ai costi che vengono imposti dalle regole.

iii) Meccanismi di scelta collettiva: individui influenzati devono poter partecipare alla loro statuizione.

iv) Controllo: chi svolge l’attività di monitoraggio e controllo deve rendere conto agli utenti o deve essere egli stesso un utente.

v) Sanzioni graduate: chi viola le regole di accesso alla risorsa deve ricevere sanzioni proporzionate alla violazione, e chi irroga la sanzione devono essere gli utenti stessi

Principi di design istituzionale(II)

vi) Meccanismi di soluzione dei conflitti: devono esistere sistemi istituzionali facilmente accessibili e accettati per dirimere le controversie

vii) Riconoscimento del diritto di autorganizzarsi: il diritto degli utenti di una data comunità di organizzare le loro istituzioni non devono essere messe in discussione dalle autorità governative centrali.

In caso di beni comuni su larga scala, vale un ulteriore principio:

viii) Governance su più livelli: ogni attività inerente la governance della risorsa comune deve essere organizzata su più livelli, in armonia e mai in conflitto

Esperimenti (I) • Maggior interesse degli esperimenti che enfatizzano

l’importanza della pre-play communication.

• Il gioco: i partecipanti scelgono tra

– Consumare privatamente una dotazione

– O investirla nello sviluppo di un bene comune

– Il loro investimento /uso del bene comune Produce una remunerazione crescente er tutti fino a

un certo punto (esternalità positiva)

Ma sopra un certo livello diventa collettivamente controproducente (troppo contributo distrugge la

risorsa, es consumo di suolo ) ,

Esperimenti (II) • Io gioco è ripetuto 20 volte sotto diverse condizioni per

verificare se il livello di super investimento e sfruttamento è raggiunto in accordo con la teiria standard

• Se il gioco è giocato senza pre-play communication, il risultato standard è confermato

• Ma non così se i giocatori partecipano a una sessione di pre-play communication in cui possono concordare su regole e livelli di investimento

• Sebbene tale comunicazione sia ‘cheap talk’, cioè non un meccanismo che imponga eventuali accordi (chiacchiere che costano poco)

La pre-play communication previene la tragedia

• A causa della a pre-play communication ,utilizzata per discutere il livello collettivo di investimento e concordare sui livelli individuali , i partecipanti riescono

– A rispettare il comportamento collettivamente più vantaggioso (cioè limitando l’investimento) in ogni periodo

– Si osservano livelli di defezione molto limitati anche se la defezione individuale sarebbe vantaggiosa su piano individuale

– La tragedia è evitata, anche se il comportamento che conduce al sovrainvestimento è l’unica razionale strumentale

La pre-play communication previene la tragedia

• Quando ai partecipanti è permesso

– comunicare in ogni periodo per concordare sul livello e punizione per I trasgressori dagli accordi

– ALLORA il comportamento approssima l’ottimo sociale

• La cooperazione basata sulla comunicazione ex ante (cheap talk) contraddice la predizione che debba necessariamente realizzarsi l’unico esito compatibile con la nozione di equilibrio di Nash (cioè la combinazione di azioni reciprocamente

razionali in senso egoista strumentale)

L’autogoverno dei commons come esempio su piccola scala del contratto sociale

• LA cooperazione auto-organizzata nei commons getta nuova luce sull’idea di contratto sociale :

• Il contratto sociale è una soluzione endogena del problema della governance (anche quando basata su un sovrano assoluto) in cui le regole sono basate sul consenso dei governati

• L’idea di governo dei common è stata spiegata come un esempio di contatto sociale su regole cooperative per la produzione di beni comuni fatto valere senza la spada cioè autoimposto (Ostrom, Walker, Gardner 1992, Ostrom 1998a).

framework teorico • Da un lato:

– viene definita un’ampia teoria comportamentale della decisione adattabile a differenti contesti

– (in cui la massimizzazione dell’utilità intesa come self-interest è, ad esempio, solo un modello adatto al particolare contesto della concorrenza),

• Dall’altro:

– vengono specificate le condizioni micro-situazionali relative al contesto di interazione, adattandosi alle quali la teoria della decisione produce modelli di comportamento efficiente

• Entro questo schema la teoria del comportamento, sotto opportune condizioni micro e macro situazionali, produce l’emergenza, per via d’accordo, di regole di autogoverno efficienti dei beni comuni.

framework teorico • framework comportamentale abbastanza ampio da permettere di

spiegare con differenti modelli di comportamento razionale, adatti a contesti a loro volta differenti, l’emergere di diverse soluzioni istituzionali efficienti.

• Ad esempio,

– in situazioni caratterizzate da condizioni prossime alla concorrenza perfetta, il modello adottato è quello del comportamento prevalentemente egoistico, che risulta compatibile con risultati efficienti nell’ambito di istituzioni di mercato.

– in situazioni caratterizzate dal problema della gestione dei beni comuni e da condizioni di interazione micro-situazionali adatte , il modello emergente prevede che gli agenti si auto-organizzeranno mediante regole di cooperazione concordate,

• essenziale l’attivazione della componente non auto interessata delle preferenze

• e possibilità di sfruttare la comunicazione ex ante (cheap talk).

Le maggiori obiezioni all’estensione ella governance dei commons

ai servizi pubblici locali

– Certi beni/servizi non sono «in senso stretto» comuni (vero o falso? )

– La governance dei common funziona solo per piccole comunità in via di sviluppo (vero o falso?)

• (in senso letterale è falso perché i casi studiati riguardano la fornitura d’acqua alla California del sud e un terzo dell’area di Los Angeles superiore a quasi tutte le città italiane)

– Organizzano la distribuzione l’uso e l’accesso ma non la produzione di sevizi non preesistenti, mediante combinazione di fattori (vero o falso?)

4. Perché un bene è comune? Più della tecnologia, può la giustizia

• La variabile essenziale è la non escludibilità, ma non è una caratteristica tecnologica

– Dipende da una preferenza sociale di considerare non escludibile quel bene

• Quale è la base? È una base etica (norma sociale con un contenuto morale universalistico)

• Definizione di Rodotà: condizione base per la cittadinanza democratica

– Costituzionalismo non del cittadino astratto bensì concreto con i suoi bisogni

• Se i beni cui sono le condizioni della cittadinanza democratica, cioè dell’accordo in base al quale si costituisce una società bene ordinata, renderli escludibili rende instabile la società

• Ma i legame tra beni comuni e giustizia è più profondo di cosi

Infrastrutture • Ciò che è trattato come common non è un bene finale ma

una infrastruttura con e seguenti caratteristiche distintive (Frishmann 2012):

– Parzialmente rivale nel consumo : sotto una certa soglia non c’è riduzione del consumo degli altri,

– La domanda sociale non è legata a un uso intrinseco ma finalizzata ad altri beni , cioè è un bene capitale;

• L’infrastruttura può essere usata come input per molti altri usi , non solo per beni privati ma pubblici, sociali e meritori; che hanno valore intrinseco

– questi molti usi non possono essere previsti in anticipo e hanno non prevedibili effetti sterni (positivi) su altri

Infrastrutture come beni sociali primari • Le caratteristiche distintive sono (Frishmann 2012).

– (i) sono mezzi per molti scopi (tali scopi di interesse intrinseco per le persone , molti dei quali di interesse non solo privato)

– (ii) tali scopi sono ignoti ex nate , cosicché è impossibile stabilire ex ante gli scopi per i quali l’infrastruttura è strumentale, (quali scopi , di chi ecc…)

• Hanno la stessa struttura dei beni sicuali primari di Rawls’ (1971) nella Theory of justice

Infrastrutture come beni sociali primari

• La giustizia distributiva riguarda l’assetto delle istituzioni fondamentali che permettono la produzioni o riproduzione e distribuzione di “beni sociali primari”

• Dal punto divista della scelta in posizione originaria (dietro il velo d'ignoranza) sono

– (a) mezzi per molti scopi (i piani di vita) ,

– (b) scopi che sono ignoti quando occorre deliberare

I piani di vita particolari non influiscono sulla scelta dei principi in modo che I principi non possono esser e ritagliati su misura di nessuno (imparzialità e impersonalità).

Beni primari nella scelta costituzionale • Nella prospettiva costituzionale scegliamo le

istituzioni dietro un velo di ignoranza (che rende imparziale la scelta) – Preferiamo che l’accesso a tali beni sua uguale e grande

quanto è possibile per ogni agente

– Quando alcune diseguaglianze sono inevitabili in quanto esse servono come incentivo allo sforzo, la distribuzione maximin dei beni primari è l‘unica accettabile.

• Le uniche diseguaglianze ammesse sono quelle che

tornano a massimo vantaggio degli svantaggiati

• favoriscono lo scostamento minimo indispensabile

dalla pura uguaglianza ,quello che massimizza l’acceso

ai beni principali da parte di ciascuno (e in particolare

lo svantaggiato)

Infrastrutture come oggetto di giustizia

• La natura dei beni principali come mezzi per molti scopi , la cui distribuzione è stabilita dietro velo di ignoranza, cioè in stato di radicale incertezza replica esattamente le caratteristiche delle infrastrutture.

• Essendo omomorfe con I beni principali , la governance e l’assetto delle infrastrutture di primaria importanza dovrebbero essere valutate nella prospettiva della giustizia

• In effetti non è difficile immaginare che Rawls avrebbe ammesso nella lista incompleta di beni primari I beni comuni , come condizioni per l’auto-rispetto regolate dal secondo principio di giustizia (tolte e libertà)

I common come parte della giustizia • Il disegno della governance delle infrastrutture può esser

visto come decisione di creare una istituzione limitata alla produzione di un bene social primario particolare

• E’ perciò la specializzazione della giustizia a proposito di una particolare organizzazione .

• Dal punto divista della giustizia I beni principali devono esser distribuiti su base egualitaria

– L’accesso all’infrastruttura deve essere ugualmente aperto a tutti

– Se per mera ragione di incentivo (cioè provvedere che qualcuno abbia l’incentivo di curare il mantenimento e riproduzione dle bene comune) occorre introdurre una qualche diseguaglianza (il pagamento di tariffe da parte di alcuni per remunerar altri) queste devono esser compatibili col principio di maximin,

5. Perché l’IS è migliore delle alternative(I): le virtù della governance cooperativa multi-

stakeholder • La produzione di beni comuni presta informazione

asimmetrica tra il produttore e il delegante (regolatore) e i contratti non possono esser e tutti specificati ex ante

• L’impresa capitalistica fallisce perché ha l’incentivo a fare extraprofitti sfruttando l’asimmetria informativa e l’incompletezza

• Nel caso peggiore può anche catturare il regolatore

• L’effetto è il non risetto della non escludibilità e l’esclusione di una parte degli utenti la fornitura ai quali non è funzionale al profitto

Perché l’IS è migliore delle alternative(I)

• Chi proporne di riformare l’IS come impresa che remuneri l’investimento finanziario secondo standard di mercato sotto il vincolo di impatti sociali misurabili dimentica che

– La possibilità di appropriarsi dei residui è un incentivo a manipolare l’informazione

– L’asimmetria info e l'incompletezza contrattuale implicano che le misurazioni non saranno affidabili

– Eventualmente si faranno solo servizi misurabili che non è detto che siano quelli più importanti

le virtù della governance cooperativa multi-stakeholder

• L’impresa cooperativa di utenti , dando i diritto di decisione residuale e di prelievo del residuo agli utenti, allinea la gestione (decisione residuale) all’obbiettivo di non escludere gli utenti e mantenere alta la qualità

• Ma essendo un impresa manageriale vi è il problema dell’opportunismo manageriale e della possibilità che i manager di approprino delle rendite

• Il vincolo non profit riduce questo incentivo poiché impedisce l’appropriazione privata

• Ma ci sono molti modi di aggirare questo vincolo con altre forme di appropriazione

le virtù della governance cooperativa multi-stakeholder

Anche in un contesto neoclassico con agenti auto interessati:

• La cooperativa di utenti sventa in parte l’opportunismo manageriale perché gli utenti sono in parte informati della qualità a loro offerta (più dell’azionista)

• Se l’asimmetria informativa è elevata tuttavia i lavoratori che fano parte della governance possono sorvegliare il management

• Sei lavoratori possono colludere, allora bisogna considerare che c’è una soglia di collusione oltre la quale gli utenti si rendono conto che la qualità è inferiore a quella possibile: se tutti i lavoratori colludono allora c’è la voice dei consumatori, questa non ci può esser se non partecipano alla governance

le virtù della governance cooperativa multi-stakeholder

• Ma è sempre possibile anche una collusione da parte di management e lavoratori con una parte degli utenti per escludere utenti svantaggiati.

• La collusione richiederebbe che una maggioranza di utenti colluda per catturare gli amministratori

• Ma se la maggioranza è ampia, e la cooperativa è effettivamente democratica, allora la creazione di una coalizione collusiva tra manager parte dei lavoratori e maggioranza degli utenti self defeating (occorre maltrattare molti utenti e in parte gli utenti collusivi stessi , per arrivare a catturare il management)

• Allora gli utenti non hanno interesse a colludere .

• In conclusione se partecipano sia lavoratori che gli utenti è possibile creare flussi infirmativi e decisioni collettive che prevengono l’abuso manageriale.

6. Perché l’IS è migliore delle alternative(II): contratto sociale parziale, cheap talk e

preferenze di conformità alle norme • La ragione principale per cui l’IS è adatta alla produzione

dei servizi pubblici locali è che essa generalizza alla produzione l’idea della governance dei commons

• Estende il modello dalla regolazione dell’accesso in piccole comunità al caso dell’impresa anche di dimensioni ragguardevoli in cui vengono combinati fattori

• Perciò estende a questo caso l’efficienza della governance autoregolata dei common,

• posto che si tratti di servizi pubblici locai che forniscono beni comuni per i quali vale l’analogia con i beni sociali primari

Contratto sociale su piccola scala • Assunzione base :

– L’impresa sociale è basta su un contratto sociale costitutivo tra suo stakeholder che stabilisce principi di giustizia sulla produzione de distribuzione di certi benefici.

• La IS è una organizzazione che specializza il contratto sociale generale a proposito di un particolare bene primario (accesso a uan infrastruttura)

• Si può considerare l'effetto di tale contratto sociale su piccola scala sugli agenti

– Capacità di assimilare norme sociale e manifestare una preferenza per la conformità ai principii di accesso aperto e non esclusione

Gioco dell’esclusione (opportunismi dei produttori contro beneficiari deboli)

• Il gioco coinvolge tre giocatori :

– manager,

– Lavoratori ,

– Un beneficiario male infirmato e qundi incapace di controllare

• Il beneficiario non ha quindi la capacità di partecipare effettivamente alla decisine sulla allocazione del surplus dell’impresa tra usi alternativi

• Il modello standard induce a concludere che potendo scegliere tra allocare allo sviluppo della qualità dei servizi e approvazione privata ,

– I giocatori attivi (manager e lavoratore) colluderebbero

– perciò escluderebbero il beneficiario vilando il principio di uguale accesso)

Preferenze di conformità e giochi psicologici

• Il modello è basato sui giochi piscologici (Genakoplos, Pearce and Stacchetti 1989, Rabin 1993)

Le preferenze e le utilità dipendono da credenze reciproche circa la osservanza reciproca di principi di equità ,

• Ipotizziamo che durante una fase di ex ante pre-play communication un principio di equità sia concordato :

– Attraverso un accordo che ha luogo dietro il velo di ignoranza circa il ruolo che sarà giocato da ciascun dei tre agenti nella fase successiva

– accordi su principii distributivi tra giocatori anonimi ’

Preferenze di conformità e giochi psicologici • Prediciamo che tale accordo rifletterà principii di equità

del contratto sociale

– Accesso uguale ai benefici per tutti tre giocatori

• Prediciamo anche che

– Se le parti concordano nella fase di pre-play communication,

− E si aspettano la reciproca osservanza da parte delle atre

allora nella loro funzione di utilità assume un peso positivo una componente di preferenze psicologiche addizionali favorevole all’osservanza ai principi

Equilibri con preferenze di conformità

• Segue che

– Siccome questa componente entra nei payoff , il gioco può contenere nuovi equilibri .

– Se il peso è abbastanza alto

• esiste almeno un equilibrio psicologico , in base al quale tutti gli agenti massimizzano la loro utilità, la osservanza col principio di uguale accesso e non discriminazione

Test sperimentale • Il modello è stato sottomesso a test sperimentale (Sacconi

and Faillo 2010 CPE ; Sacconi, Faillo and Ottone 2010 A&K, Faillo, Ottone and Sacconi 2015, PuCh).

• Osserviamo che :

– In una situazione ex ante di pre-play communication dietro il velo d ignoranza a, I soggetti raggiungono un accordo su principi egualitari

– Ex post giocator attivi si formano l’aspettativa di mutua osservanza.

– Il comportamento effettivo ex post mostra elevato livello di osservanza con l’accordo sottoscritto ex ante anche se nessuna sanzione lo impone e dal punto di vista materiale è un agire controinteressato.

Intuizione a proposito dell’impresa cooperativa

• Le azioni volte a creare una cultura di impresa cooperativa tendono a ricreare le condizioni di pre-play communication che permettono agli agenti (manager, lavoratori utenti) di aderire al contratto costitutivo simulando una decsione dietro il velo di ignoranza

Conclusione • Ostrom argues that ex ante communication encourages

learning of social reciprocity norms that permit cooperation in the supply of common goods.

• However , face-to-face communication does not allow control over what happens during the communication process, and it introduces a large number of potential variables into the explanation

• Conversely, the explanation based on the preference for conformity attributes great significance to an experimentally carefully-controlled agreement process, carried out under anonymity conditions,

– in which only the impartial nature of the agreement seems relevant to subsequent behaviour

Conclusions • No personal or affective relationship is established

among the parties (these were intentionally omitted from the experimental design).

• Together with beliefs – which seem to be default inferences from the agreement – the agreement process on principles as an impartial procedure is the only reason for the emergence of conformity with principles

7. Riforma dell’IS: non giochiamoci tutto per un piatto di lenticchie

• Le caratteristiche che rendono efficiente l’IS come forma di governance per la gestione e riproduzione dei beni comuni sono quelli che ne fanno un’ impresa a governance multi-stakeholder espressione del contratto sociale

• Ciò è incompatibile con la finalizzazione alla remunerazione massima e unica del capitale

• I paradosso del dibattito sulla IS degli ultimi mesi è che una visione analoga potrebbe applicarsi anche all’impresa capitalistica, sia pur nel proprio ambito (beni di mercato, proprietà del investitore)

• Cioè l’esperienza della crisi dovrebbe insegnare che la dottrina del primato dello shareholder value ha fallito, e che al suo posto dovrebbe inserirsi una visione multi-stakeholder

• L’IS è una versione particolarmente esigente di questo modello

Riforma dell’IS: non giochiamoci tutto per un piatto di lenticchie (II)

• Al contrario si voluto sostenere che la soluzione dei problema dell’IS sarebbe nel recupero al suo interno di logiche analoghe allo shareholder value

• La prospettiva sarebbe la mobilitazione di grandi quantità di capitale da investire.

• In realtà è irrealistico che sulla base di quella logica tali investimenti si orientino all’impresa sociale a meno che la snaturino

• Esiste effettivamente una grade massa di capitale in circolazione che prende la via delle bolle speculative piuttosto che degli impeghi prodottivi

• Ma questa dipende esattamente dalla governance delle imprese finanziarie e dalla dottrina dello shareholder value che le domina

• Al contrario parte di questa massa finanziaria create la QE delle banche centrali dovrebbe essere indirizzato verso forme di finanza cooperativa e non speculativa funzionale all’investimento paziente nei beni comuni in imprese in cui l’investitore è uno stakeholder di sorveglianza e non di controllo, e con interessi di lungo periodo e pazienti (cioè non commisurabili ai criteri dell’investimento finanziario speculativo)

Per saperne di più