BENEDETTO COLUI CHE VIENE NEL NOME DEL SIGNORE · salmo, aveva predetto ... del Popolo ebraico, ......

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Parrocchia San Giovanni Battista - Via Anna Frank, 11 Parma – tel. 0521/494271 2 Aprile 2017 B ENEDETTO COLUI CHE VIENE NEL NOME DEL S IGNORE ! RISCOPRIAMO IL SENSO DELLA CELEBRAZIONE DELLA DOMENICA DELLE PALME CON LE PAROLE DEL BEATO PAOLO VI. Perché siamo qua convocati? Perché è la «Domenica delle Palme». E che cosa vuol dire «Domenica delle Palme»? Vuol dire che oggi il pensiero della Chiesa è molto interessato a ricordare, a rievocare un fatto nella vita di Gesù molto importante; così importante che riguarda anche noi. Fate attenzione: non si tratta soltanto di un rito commemorativo; cioè di una memoria celebrata per ricordare un episodio della storia evangelica. Lo ricordate l’episodio. Gesù è a Betania, a pochi chilometri da Gerusalemme. A Betania Gesù aveva risuscitato Lazzaro, fatto questo che aveva commosso il popolo; la notizia aveva prodotto grande meraviglia; e la gente era accorsa per vedere non solo Gesti, ma per vedere altresì Lazzaro, il risuscitato. Vi era una grande folla, anche perché era vicina la Pasqua ebraica, la ricorrenza annuale in cui da tutta la Palestina accorreva gente a Gerusalemme. Vi era dappertutto grande eccitazione e fervore nella moltitudine; e vi era grande rabbia nei Capi giudaici, tanto che fino da questo momento pensavano come uccidere non solo Gesù, ma anche Lazzaro per reprimere la popolarità che si era fatta intorno a Gesù stesso (Gv 12, 10-11). Voi sapete il resto: Gesù, a Bethfage prima di entrare in Gerusalemme, monta sopra un asinello, e si avvia verso la città, e l’entusiasmo del popolo non si contiene più, e scoppia in applausi; in applausi espressi da acclamazioni speciali: Hosanna! cioè evviva al Figlio di David! benedetto Colui che viene nel nome del Signore! e va agitando le palme, cioè rami strappati dagli alberi, operazione questa che caratterizza la scena, e che per l’entusiasmo Venerdì 7 Aprile ore 19,00 Chiesa San Giovanni Battista VIA CRUCIS PER I RAGAZZI DEI GRUPPI DI CATECHISMO E PER LE LORO FAMIGLIE

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Parrocchia San Giovanni Battista - Via Anna Frank, 11 Parma – tel. 0521/494271 2 Aprile 2017

BENEDETTO COLUI CHE VIENE NEL NOME DEL SIGNORE!

RISCOPRIAMO IL SENSO DELLA CELEBRAZIONE DELLA DOMENICA DELLE PALME CON LE PAROLE DEL BEATO PAOLO VI.

Perché siamo qua convocati? Perché è la «Domenica delle Palme». E che cosa vuol dire «Domenica delle Palme»? Vuol dire che oggi il pensiero della Chiesa è molto interessato a ricordare, a rievocare un fatto nella vita di Gesù molto importante; così importante che riguarda anche noi. Fate attenzione: non si tratta soltanto di un rito commemorativo; cioè di una memoria celebrata per ricordare un episodio della storia evangelica. Lo ricordate l’episodio.

Gesù è a Betania, a pochi chilometri da Gerusalemme. A Betania Gesù aveva risuscitato Lazzaro, fatto questo che aveva commosso il popolo; la notizia aveva prodotto grande meraviglia; e la gente era accorsa per vedere non solo Gesti, ma per vedere altresì Lazzaro, il risuscitato. Vi era una grande folla, anche perché era vicina la Pasqua ebraica, la ricorrenza annuale in cui da tutta la Palestina accorreva gente a Gerusalemme. Vi era dappertutto grande eccitazione e fervore nella moltitudine; e vi era grande rabbia nei Capi giudaici, tanto che fino da questo momento pensavano come uccidere non solo Gesù, ma anche Lazzaro per reprimere la popolarità che si era fatta intorno a Gesù stesso (Gv 12, 10-11).

Voi sapete il resto: Gesù, a Bethfage prima di entrare in Gerusalemme, monta sopra un asinello, e si avvia verso la città, e l’entusiasmo del popolo non si contiene più, e scoppia in applausi; in applausi espressi da acclamazioni speciali: Hosanna! cioè evviva al Figlio di David! benedetto Colui che viene nel nome del Signore! e va agitando le palme, cioè rami strappati dagli alberi, operazione questa che caratterizza la scena, e che per l’entusiasmo

Venerdì 7 Aprile ore 19,00 Chiesa San Giovanni Battista

VIA CRUCIS PER I RAGAZZI DEI GRUPPI DI CATECHISMO

E PER LE LORO FAMIGLIE

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dei giovani e dei fanciulli si prolungò accompagnando essi Gesù fino al Tempio, con grande indignazione dei nemici di Lui, che prese alla fine le difese di quella turba giovanile: «Sì, disse allora il Maestro, dalla bocca di bambini è scaturita la lode», come Davide, in un suo salmo, aveva predetto (Sal 8, 3).

Quale significato aveva questa accoglienza fatta a Gesù dal popolo di Gerusalemme e dalla gente del Paese affluita nella città? Aveva un significato specialissimo, quello di riconoscere in Gesù il Messia. E che voleva dire allora questo titolo di Messia? Messia voleva dire una persona consacrata rappresentante di Dio, il Cristo, cioè uno rivestito di dignità sacerdotale e regale, un personaggio in cui erano realizzate le speranze profetiche del Popolo ebraico, colui che avrebbe compiuto in se stesso la figura del Re ideale, liberatore dalla dominazione straniera e assertore della gloria e dei destini superlativi a cui Israele era misteriosamente destinato (Cfr. Gv 1, 41; 4, 25). Era un titolo ancora dal significato impreciso, ma che ai giorni di Gesù dominava le fantasie e gli spiriti impazienti e fiduciosi che il suo tempo era venuto (Cfr. Mt 24, 23). Era il titolo della speranza escatologica, cioè finale per Israele, per il Popolo eletto.

L’episodio delle palme segna perciò nel Vangelo un momento risolutivo, d’una importanza straordinaria: Gesù è riconosciuto, è proclamato Messia; è acclamato come il Cristo, tanto atteso, tanto amato. Ormai la vita, la storia, la sorte d’Israele non avrà più senso che in Lui. Gesù di Nazareth (Cfr. G. RICCIOTTI, Vita di Gesù Cristo, p. 606, n. 505).

Ecco allora il senso, il valore di questa nostra solennità liturgica. Noi riconosciamo in Gesù di Nazareth il Messia, cioè il Cristo. Questa celebrazione significa per noi un grande atto di fede. Noi accettiamo, anzi noi esaltiamo il Messia, il Messia! Il Cristo salvatore, nell’umile Gesù, che nacque a Betlemme, che fino ai trenta anni visse a Nazareth come modesto artigiano, e che poi fu presentato e battezzato da Giovanni al Giordano, e cominciò a predicare il Regno di Dio, a fare miracoli strepitosi (come la moltiplicazione dei pani), a diffondere messaggi straordinari (pensate al discorso delle beatitudini), a risuscitare perfino i morti (pensate alla risurrezione di Lazzaro). Gesù è il Messia, è il Cristo, è il Re inviato da Dio, è il Figlio dell’uomo ed è il Figlio di Dio. La sua definizione è raggiunta! Quale sarà il seguito di questa certezza vedremo successivamente; il dramma messianico, nel suo aspetto pubblico universale e drammatico comincia qui: Gesù è il Cristo.

Cominciò per i contemporanei di Gesù. Comincia per noi, con una formidabile domanda: noi, noi riconosciamo in quel Gesù di Nazareth, del Vangelo, il Messia, il Cristo, il Re divino, il dominatore della storia, il Salvatore perenne, Colui che ha detto: «Io sarò

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con voi tutti (presente ed invisibile, ma vivo e reale), sino alla fine del mondo»? (Mt 28, 20) Ecco l’importanza per noi, figli del secolo ventesimo, per noi Romani, per ciascuno di noi, personalmente, del rito che stiamo compiendo: riconosciamo noi, riconoscete voi in Gesù il Messia, l’inviato da Dio, anzi il Verbo di Dio fatto uomo, che si mette al centro della nostra vita, al cardine dei nostri destini? Lo riconosciamo?

Ecco: la questione ci investe come un uragano. La memoria del fatto evangelico diventa attualità. Lo riconosciamo quel Gesù come l’arbitro delle nostre sorti? Abbiamo paura? Noi vediamo molte assenze! perché? che cosa sarà di tanti assenti? Noi vediamo molti pavidi, timidi, opportunisti: perché, dicono, esporsi al pericolo che l’essere cristiani comporta? V’è chi suggerisce: fuggi, che è meglio! Noi sappiamo che altri, e non pochi, sono guidati da interessi immediati: piacere, possedere, vivere senza pensieri superiori: vite senza ideali, esaltate e divorate dal tempo che passa!

E voi, Figli carissimi, voi che dite? Oh! noi vi vediamo con la palma in mano, col ramo primaverile dell’ulivo in mano, pronti ad agitarlo con gesto festivo, che dice: noi siamo presenti! Siete presenti, giovani? avete scoperta la vostra ora messianica? avete capito che la soluzione vera della vita è quella offerta dal Vangelo, dalla Chiesa che lo predica, da Cristo, alla vita del quale voi potete essere uniti? avete espresso nel cuore e nell’azione la vostra adesione al duplice invito di Cristo, essere con Lui figli di Dio, cioè uomini illuminati sul senso della vita e del mondo, e così divinamente salvati; ed essere poi con Lui figli dell’uomo, cioè fratelli di quanti condividono la sorte di questa nostra esistenza ed hanno bisogno d’essere amati, serviti, curati?

Avete compreso la verità, la bellezza, la forza della fede, che il Cristo offre alla vostra singola personalità e alla famiglia umana, alla società intera a cui appartenete? Siete davvero agitatori dell’ulivo della pace e della giustizia? Sì? Allora noi vi diremo: Cristo è vostro! Non temete più! Neanche la croce, la sua croce, che Egli pure vi destinerà. Il trionfo regale di Gesù Cristo conduce anche alla Croce . . . Ma non temete, vi ripetiamo: la vita, la vera vita vi è così domani assicurata!

E voi, Ragazzi, avete compreso? Abbiamo detto che Gesù, prima della sua Passione e Morte e della sua

Risurrezione, è stato, umilmente ma anche solennemente, riconosciuto come Re, successore del Re David, come Messia, cioè come Cristo, tanto che ora sempre lo

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chiamiamo Gesù Cristo, cioè come mandato da Dio per salvare il mondo, per salvare ciascuno di noi, per salvare proprio voi, ognuno di voi.

Sentite: voi davvero riconoscete che Gesù è il nostro Salvatore? Sì? gli promettete di essergli sempre fedeli? Sì?

Allora adesso agitate in suo onore le Palme, e i rami d’olivo che tenete in mano, e gridate con noi: Evviva Gesù! evviva il Signore!

(Celebrazione Liturgica della Domenica delle Palme - Omelia del papa Paolo VI, 3 aprile 1977)

DOMENICA 2 APRILE viola V DOMENICA DI QUARESIMA (Anno A)

Liturgia delle ore prima settimana Ez 37,12-14; Sal 129; Rm 8,8-11; Gv 11,1-45 Il Signore è bontà e misericordia

ORE 10,00 S. MESSA PRO POPULO

ORE 11,30 S. MESSA IN MEMORIA DEI DEFUNTI DELA FAMIGLIA ZONI - FERRARINI

LUNEDÌ 3 APRILE viola Liturgia delle ore prima settimana

Dn 13,1-9.15-17.19-30.33-62; Sal 22; Gv 8,1-11 Con te, Signore, non temo alcun male

ORE 18,30 S. MESSA IN MEMORIA DI IDA

MARTEDÌ 4 APRILE viola Liturgia delle ore prima settimana

Nm 21,4-9; Sal 101; Gv 8,21-30 Signore, ascolta la mia preghiera

ORE 18,30 S. MESSA PRO POPULO

MERCOLEDÌ 5 APRILE viola Liturgia delle o ore prima settimana

Dn 3,14-20.46-50.91-92.95; Cant. Dn 3; Gv 8,31-42 A te la lode e la gloria nei secoli

ORE 18,30 S. MESSA PRO POPULO

GIOVEDÌ 6 APRILE viola Liturgia delle ore prima settimana

Gen 17,3-9; Sal 104; Gv 8,51-59 Il Signore si è sempre ricordato della sua alleanza

ORE 18,30 S. MESSA PRO POPULO

VENERDÌ 7 APRILE viola Liturgia delle ore prima settimana

Ger 20,10-13; Sal 17; Gv 10,31-42 Nell’angoscia t’invoco: salvami, Signore

ORE 18,30 S. MESSA PRO POPULO

SABATO 8 APRILE viola Liturgia delle ore prima settimana

Ez 37,21-28; Cant. Ger 31; Gv 11,45-56 Il Signore ci custodisce come un pastore il suo gregge

ORE 18,30 S. MESSA IN MEMORIA DI _BRUNO E PIERA

DOMENICA 9 APRILE rosso DOMENICA DELLE PALME (Anno A) Liturgia delle ore seconda settimana

Is 50,4-7; Sal 21; Fil 2,6-11; Mt 26,14 Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?

ORE 10,15 S. MESSA PRO POPULO

ORE 18,30 S. MESSA PRO POPULO

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IO SONO LA RISURREZIONE E LA VITA, DICE IL

SIGNORE, CHI CREDE IN ME NON MORIRÀ IN ETERNO. 2 APRILE 2017 - V DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO A)

In quel tempo, un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. Le sorelle mandarono dunque a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato».

All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui».

Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, s’è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!».

Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù:

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«Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».

Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro.

Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».

Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si

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recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».

Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui. (Gv 11,1-45)

Il Vangelo odierno ci fa già percepire tutta l'atmosfera della Pasqua presentandoci l'episodio In cui Gesù si trova davanti alla morte dell'amico Lazzaro: Lui è il Signore della vita e della morte e lo dimostra facendo risorgere Lazzaro, non senza però aver prima pianto per la sua morte, affrontando questa realtà non solo con potenza divina ma anche con cuore umano.

Cristo è la vita stessa che si comunica a noi, ma credere in Lui

comporta accogliere e mettere in pratica la sua Parola e partecipare al suo stesso mistero di morte e risurrezione. È quindi necessario morire al peccato e vivere per Dio nella santità.

UNA VITA CHE NON MUORE PIÙ Oggi Gesù si presenta a noi come risurrezione, come forza vitale uscita

dal seno del Padre nella sua pienezza e nella sua bellezza per comunicarsi a noi in sovrabbondanza. Gesù è vicino a Gerusalemme, e nei giorni in cui la sua fine è ormai imminente Egli libera dalla morte il suo amico Lazzaro dichiarando apertamente di essere la risurrezione e la vita per coloro che credono in Lui.

Lazzaro viene risuscitato anche fisicamente, ma altrettanto importante è la fede suscitata nei cuori di chi è presente e crede che in Lui abbiamo la salvezza, una salvezza che non è soltanto per il tempo

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dell'esistenza terrena, ma che è eterna. Se attingiamo da Cristo, fonte della bontà e dell'amore, pensieri e sentimenti di carità, di perdono e di compassione, allora veniamo continuamente rigenerati nella fede e possiamo diventare a nostra volta comunicatori di vita.

Ogni giorno dobbiamo scegliere di amare non compiendo gesti straordinari, ma nelle cose più consuete e ordinarie, facendo della nostra vita un servizio e comunicando bontà e gioia a quelli che accostiamo, a tutta l'umanità che può ricevere anche da noi forza e sostegno se accettiamo di morire con Cristo per tutti e risorgere con Lui.

UNA VOCE CHE CI RIDONA SPERANZA La liturgia odierna ci esorta a fare una scelta di fede e di generosità,

ci invita a scegliere quello stesso amore che spinse Gesù a dare se stesso per noi e ad essere per gli altri una testimonianza vivente di Dio e del suo amore. Partecipiamo così al mistero del seme che solo morendo può germogliare, diventare spiga e campo di frumento. Invece la vita chiusa egoisticamente in se stessa non germoglia e non fruttifica, ma muore per sempre; solo la vita offerta si moltiplica e diventa una sorgente che zampilla per la vita eterna.

Ogni volta che ci rinchiudiamo nel sepolcro del nostro "io" e rimaniamo induriti nel peccato, perché nelle nostre arterie non si trova più l'amore e non circola più la carità, ogni volta che ci troviamo come affondati nelle tenebre dello scoraggiamento e dell'angoscia, dobbiamo

Signore Gesù, donaci gli occhi della fede per riconoscerti Figlio di Dio. Vogliamo vederti e seguirti

per entrare nella tua vita santa e immortale. Vogliamo incamminarci

sulla via di libertà e di amore che ci hai aperto davanti;

vogliamo sempre vederti, Gesù, e in te vedere il Padre

per vivere nella luce radiosa del suo volto. Amen

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invocare il Signore della vita: «Credo che Tu puoi darmi la vita, Signore, credo che Tu sei la mia vita».

Sentiremo allora Gesù che si rivolge a noi come a Lazzaro chiamandoci per nome e dicendo:

«Vieni fuori! Vieni fuori dalla situazione di peccato, di dolore e di afflizione in cui ti trovi, perché lo sono la tua vita, la tua luce, lo sono la tua gioia, l'Unico che può veramente renderti felice». Se camminiamo guidati da questa luce, potremo sempre constatare che il Signore non arriva mai in ritardo, e se talvolta indugia è solo per manifestarci ancora di più la potenza del suo amore salvifico. (Il CENACOLO II/2017)

Il Gruppo dei Ministri Straordinari dell’Eucarestia della nostra Parrocchia,

composto da persone che hanno scelto di dedicarsi anche al sostegno spirituale e materiale dei nostri fratelli e sorelle, che vivono la dolorosa esperienza della malattia, incontrandoli nelle loro case, chiede a tutti di segnalare in segreteria i nominativi di persone ammalate conosciute, che desiderano instaurare una

relazione di amicizia e che desiderano accostarsi al sacramento dell’Eucarestia e della Confessione, in modo da prendere contatto con loro. Chi desidera accostarsi a questo tipo di Servizio può rivolgersi in segreteria o contattare direttamente il parroco.

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Appuntamenti della Settimana DOMENICA 2 APRILE

V DOMENICA DI

QUARESIMA

10,00 S. Messa: animazione Gruppo 5a Elementare

11,30 S. Messa

LUNEDÌ 3 APRILE

17,00 Catechesi Adulti: La donna nell’Ebraismo (in San Giovanni Battista)

19,15 Incontro Ragazzi 2a e 3a Superiore

21,00 Gruppo Rinnovamento nello Spirito

MARTEDÌ 4 APRILE 20,45 I Martedì del Vescovo - "Proprio a casa tua",

Celebrazione Penitenziale (Parrocchia Sacre Stimmate)

MERCOLEDÌ 5 APRILE

17,00 ÷ 18,30 Incontro 3a Elementare

7,30 ÷ 10,00 La Caritas parrocchiale distribuisce alimenti

21,00 Prove canti coro

GIOVEDÌ 6 APRILE

18,00÷ 21,30 Incontro Formazione Animatori GREST 2017, Centro Pastorale Diocesano (V.le Solferino,25 - Parma)

21,00 Incontro di preghiera Gruppo Gesù Vivo

VENERDÌ 7 APRILE

17,00 Via Crucis (chiesa San Giovanni Battista)

17,45 ÷ 18,30 Adorazione Eucaristica mensile

18,30 Ritrovo Gruppi del Catechismo

19,00 Via Crucis per tutti i Gruppi del Catechismo

21,00 Celebrazione Comunitaria della Penitenza della Nuova Parrocchia San Giovanni Battista – Corpus Domini (in San Giovanni Battista)

SABATO 8 APRILE

10,00 S. Messa (Istituto Porta)

14,30 ÷ 16,30 Incontro 3a Elementare

18,30 S. Messa prefestiva

DOMENICA 9 APRILE

DOMENICA DELLE

PALME

10,15 Commemorazione dell’ingresso del Signore in

Gerusalemme (Ritrovo sulla collina e benedizione ulivi)

10,30 S. Messa della Passione del Signore (animazione

gruppo 1a Media)

18,30 S. Messa

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Ci si potrà iscrivere ai Grest estivi Dal 2 maggio al 3 giugno Alla segreteria parrocchiale Corpus Domini (P.le Rolla 3)