Benchmarking
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1. Simu ya Solar
.
Ho scelto di analizzare il primo prodotto perché coniuga due aspetti che reputo
interessanti al fine di capire come possono conciliarsi eco sostenibilità, tecnologia
ecosostenibile e riduzione del digital divide tra paesi ricchi e poveri.
L’azienda Safarixom in collaborazione con un’azienda cinese, Simu ya Solar ha
progettato un cellulare che è stato progettato e distribuito con lo slogan “per i paesi
in via di sviluppo.
Per le sue peculiarità sembra infatti rivolgersi alle popolazioni che abitano in zone
rurali, dove non c’è energia. Il telefono potrebbe quindi diventare un mezzo utile nel
permettere la comunicazioni anche nei villaggi più remoti. Ciò permetterebbe non
solo di non far sentire più isolati alcune popolazioni ma anche di essere utilizzato
qualora ci fosse un tipo di urgenza medica .
Il telefono è dimensioni ridotte, dotato di pannelli solari per ricaricarsi, ed è composto
da materiale riciclati. Questo oggetto quindi segue due linee principali: una rivolta a
diminuire il digital divide l’altra a sensibilizzare la società verso il problema
dell’inquinamento.
Per poter fornire un oggetto tecnologico alle popolazioni molto povere è necessario
tenere in considerazione l’aspetto economico e per cui di cercare di abbattere i costi
di produzione e cercare investimenti. Per il progetto di è fatto affidamento a un
grande investitore nel territorio africano che ha speso più di 37 miliardi di dollari fino
ad ora. Questi investimenti non sono tutti focalizzati nel campo della telefonia ma
anche in quello dell’agricoltura e dell’industria. Il telefono si trova ora sul mercato al
prezzo di 27 € circa, ma c’è la speranza che i costi di produzione si possano
abbattere ulteriormente.
Il cellulare nel giro di pochi anni ha raggiunto + 81% di penetrazione nel mercato
africano.
2. http://technologyrevelation.blogspot.com/2009/01/leco-phone.html
Un altro progetto che riguarda la telefonia è stato presentato da Motorola, Renew,
questo il nome del mobile, professa la sua eco-sostenibilità in due modi diversi.
Innanzitutto il rivestimento esterno del cellulare, lo scheletro di plastica, è
interamente ricavato da bottiglie d'acqua riciclate: questa scelta rende inoltre il
cellulare al 100% riciclabile una volta si decida di sostituirlo.
Questo sembra il vantaggio più interessante, uno dei problemi maggiori che
riguardano la sostenibilità degli oggetti ecologici è infatti il difficile smaltimento dei
telefonini e la loro difficoltà a essere riciclati sono una delle loro caratteristiche più
inquinanti.
La novità rispetto alla proposta Nokia, è che coloro che hanno progettato il telefono
hanno pensato anche di includere nella scatola una busta già affrancata con cui
rimandare il telefono al produttore una volta terminato il suo ciclo di vita. Anche il
packaging e la documentazione con cui è venduto il cellulare sono stati ridotti del
22% e prodotti al 100% con carta riciclata.
Altra caratteristica inedita è la decisione dell’azienda di rendere l'intera produzione
carbon-free. Attraverso una joint-venture con la società Carbonfund.org, la
produzione, la distribuzione e addirittura l'utilizzo di ogni singolo modello del Renew
sono a emissioni zero. In altre parole, Motorola pagherà per bilanciare, attraverso
Carbonfund, le emissioni prodotte con una serie di iniziative a sfondo ambientale:
riforestazione, investimenti su tecnologie di trattenuta del carbonio e energie
rinnovabili, etc.
Il problema in questo caso è che per quanto sia positivo il fatto di volere in qualche
modo bilanciare bisognerebbe pensare a come tali emissioni potrebbero essere ridotte
sin dall’origine anche perché questo investimento ha portato Motorola ad aumentare
il prezzo del telefono , in questo modo sarebbero i consumatori a pagare per le
emissioni e non la società.
3.Wsis
Un altro progetto che ho reputato interessante tra quelli che cercano di coniugare
tecnologia con eco sostenibilità riguarda Wsis. Si tratta di un computer creato per
essere utilizzato soprattutto nei paesi del terzo mondo, si alimenta con la manovella e
costa 100 dollari. Il design è essenziale ma utile perché pensato al funzionamento in
tutti i tipi di condizioni , sia in ambienti esterni che interni. I design infatti hanno
progettato non solo la manovella che permette di ricaricarlo in ogni luogo, ma anche
un rivestimento antiurto e antipolvere.
Creato per colmare il Gap informatico tra nord e sud del mondo. I sei paesi , brasile,
africa, cina , Thailandia, egitto india, potranno acquistar il computer per scopi
esclusivamente educativi.
Il problema è che i Governi dovrebbero essere disposti a investire per acquistare un
ordine che permetta di essere distribuito a un numero esiguo di persone.
Un altro problema sarà il collegamento a internet, non essendo compreso nel
computer e non essendoci reti liberi, gli utenti dovranno pagarsi il collegamento e
anche essere dotati di una linea telefonica, quetione che risulta molto difficile in
quelle parti del mondo in cui manca anche l’elettricità.
Un altro problema che si pone è il fatto che in quei paesi vi è necessità di avere dei
soldi per la sopravvivenza per cui ci sarà la tentazione di rivendere un oggetto che è
stato fornito gratuitamente.
Il Brasile pone un altro problema sulla distribuzione dei pc, infatti, il target a cui
saranno donati non sono i brasiliani più poveri ma quelli che hanno un reddito e sono
in grado di pagarsi il collegamento internet e la bolletta telefonica. Nel momento in
cui si escludono già dei segmenti di popolazioni si rischia di creare un ulteriore
divario digitale.
Per poter avere un maggiore impatto sarebbe necessario non solo fornire il pc e
accertarsi di creare una linea internet gratuita al quale essi possano collegarsi ma
anche istituire dei corsi che permettono l’apprendimento delle funzioni dei computer
dato che sono rivolti a un pubblico vergine per quel che concerne le nuove
tecnologie.
4.Smart Grid
http://www.enel.it/azienda/ricerca_sviluppo/dossier_rs/smart_grid/
La smart grid risulta essere una rete affidabile, è una rete pensata per accogliere tutte
le opzioni energetiche possibili. Attualmente le reti esistenti sono passive perché si
limitano a distribuire l’energia prodotta dalle centrali. La tecnologia delle Smart Grid
si propone di essere una nuova rete che cerca di gestire l’impatto ambientale,
cercando di essere una rete attiva, cioè non sarà una rete che riceve energia a monte e
la distribuisce alla valle, ma incorporerà anche dei flussi di energia in entrata. Quello
che si propone questa rete è quello di riprendere ciò che avviene nella rete Internet, in
modo che i differenti utilizzatori, interrogandosi e scambiando le opportune
informazioni, possano definire localmente i flussi di energia, nel rispetto dei vincoli
tecnici e di sicurezza.
Questa rete potrebbe essere vantaggiosa da utilizzare anche nei paesi in cui vi sono
problemi economici e che sono soggetti a calamità. La Smart Grid infatti è resistente
anche ai disastri naturali ed è economica perché opera secondo le leggi base di
domanda ed offerta, garantendo, in un mercato aperto, il prezzo migliore.
Un problema che riguarda una rete concepita in tal modo è che vi sono dei vincoli
tecnici legati alla possibilità di controllare migliaia di piccoli generatori, di prevenire
la produzione, di gestire i flussi di energia, il tutto in maniera efficiente.
Inoltre un altro problema potrebbe sorgere nella ricerca degli investimenti per
giungere alle nuove reti e nel ricercare un’azione congiunta tra settore pubblico e
privato e il coinvolgimento dei consumatori.
Le tecnologie ci sono, la ricerca va avanti ed affina sempre di più i sistemi rendendoli
via via più efficienti e promettenti, ma la rete distributiva paneuropea (e la situazione
degli altri continenti non è migliore) non è adeguata a supportare una reale crescita.
Per una espansione della rete elettrica e una relativa espansione della generazione di
energie rinnovabili a livello nazionale, europeo e nei paesi confinanti con l’Europa è
necessario un chiaro accordo politico che favorisca il nascere di validi business
models e quindi attrarre investitori.
5. Green Box: la casa del futuro
Sostenibile, trasportabile, trasformabile, veloce…ed economica!
Il progetto opera dell’architetto Luis de Garrido sembra finalmente fornire una
risposta a tutte le esigenze dell’uomo moderno. Anzitutto il rispetto per
l’ambiente.
La Green Box è la prima Casa-Giardino modulare, prefabbricata, riutilizzabile,
trasportabile, con ciclo di vita infinito, bioclimatica, con un consumo energetico zero
e che non genera residui. La particolarità è il tetto è coperto da un giardino inclinato
e verticale che permette alla casa di integrarsi con l’ambiente circostante.
La parte più interessante è la modularità della costruzione, infatti può essere eretta
in solo due settimane e per farlo è necessario solo il lavoro di 5 persone. Inoltre è
possibile ingrandire o rimpiciolire la Green Box a seconda del numero di persone o
delle esigenze. Il costo, di 550 euro al metro quadro, per quanto sia inferiore rispetto
alle abitazioni tradizionale è sempre elevate se si pensa di poterla utilizzare per
favorire le popolazioni che necessitano di un’abitazione.
Altro elemento da sottolineare è la struttura architettonica interna che permette di
poter adattare la Green_ house in residenza, ufficio, museo, scuola.
Innovazioni di Green Box:
Ciclo di vita infinito
Trasportabilità. Per pezzi indipendenti
Eliminazione assoluta dei residui
Flessibilità estrema
Industrializzazione totale
Alto grado di bioclimatismo
Autosufficienza energetica
Giardino verticale doppio (su entrambe le facce di un muro)
Giardino verticale smontabile e trasportabile per moduli
Disegno del giardino autoctono del tetto giardino
Disegno del tetto giardino inclinato come continuità del suolo circostante (100%
edificazione -Utilizzo dei nuovi prodotti ecologici 100% zona verde)
Rivestimenti interni riutilizzabili
Utilizzo dei nuovi prodotti ecologici
Struttura trasportabile, a base de pannelli di cemento e profili metallici
Fondamenta trasportabili
Prezzo basso
6. mulino a vento
Un progetto interessante è quello che è stato portato a termine dall’University of
Technology di Delf che ha realizzato un mulino a vento in grado di rendere potabile
l’acqua degli oceani senza utilizzare elettricità. In questo mulino infatti c’è un
generatore eolico che fa funzionare una pompa che porta l’acqua marina ad una
membrana ad osmosi inversa che grazie all’elevata pressione riesce a filtrare ed
eliminare il sale lasciando passare solo l’acqua dolce. In molti paesi poveri dove vi è
la siccità questo mulino potrebbe essere la soluzione dato che da un mulino si
possono ricavare circa 10 metri cubi di acqua al giorno. In questo modo sarebbe
possibile anche solo con pochi mulini e serbatoi avere una quantità d’acqua
necessaria per soddisfare un certo numero di abitanti. I mulini sono ancora in una fase
di sviluppo ma trovo che esso sia un importante progetto dal momento in cui
potrebbe essere utilizzati in piccoli villaggi aridi o isolate zone costiere. Potrebbe
essere una buona soluzione per i paesi del terzo mondo dal momento che sarebbe in
grado di dissetare fino a 500 persone in una sola giornata.
7- Solio
Altro oggetto di design che ho trovato particolarmente interessante da analizzare è
Solio, un apparecchio che coniuga esigenze di comodità, design e strasportabilità.
E’ un caricabatterie solare portatile che consente di ricaricare tutti gli apparecchi
elettronici a prescindere dal posto in cui ci troviamo. L’oggetto è studiato nel design
che è accattivante e particolare, le dimensioni di circa 12X6 cm di larghezza e 3cm di
spessore permettono di portare l’oggetto ovunque, anche perché si chiude in maniera
tale da portar essere comodamente inserito in una custodia.
La facilità di utilizzo è immediata, basta aprire le tre pale , in ognuna di esse è
presente un pannello solare , e esporre l’apparecchio al sole.
L’unico problema che ha questo apparecchio è il fatto di dover essere puntato in linea
retta col sole per farlo funzionare, è necessario per cui non solo posizionarlo bene
inizialmente ma ricordarsi di spostarlo in concomitanza con il muoversi dei raggi
solari.
Ha il pregio oltre a essere comodo e funzionale di spegnersi automaticamente quando
si è caricato completamente , di poter essere utilizzato anche con una giornata
nuvolosa, e mantenersi ,una volta caricato, per circa sei mesi sempre in carica.
Solio fa parte di un progetto più ampio di sviluppo sostenibile, quindi viene
presentato come "carbon neutral": l'anidride carbonica rilasciata durante la sua
produzione viene idealmente compensata con la piantumazione di alberi in foreste
biodiversificate. I suoi componenti sono facilmente riciclabili una volta che abbia
terminato il suo ciclo vitale.
Il problema è che essendo un oggetto di design innovativo, ha un alto costo, viene
venduto sul mercato a circa 66€ .
8. La lavatrice a noci
http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/07_dicembre_05/
lavatrice_ecologica_sapone_59c0b06e-a331-11dc-8831-0003ba99c53b.shtml
Un oggetto eco tecnologico che ho trovato particolare interessante da analizzare è la
lavatrice a noci, si tratta di una lavatrice che non utilizza detersivi inquinanti ma
funziona con le noci.
Utilizza per i lavaggi le noci di Sapindus mokorossi, una pianta che in India è già
nota per le sue proprietà detergenti. Nel guscio della noce è resente uan buona
quantità di saponina, che permetterà non solo di detergere ma anche disinfettare.
Questa lavatrice ora a essere ecologica permette anche di risparmiare sui costi di
confezionamento, produzione e trasporto dei tradizionali detersivi. Un Kg di noci
basta per un anno intero.
Questa lavatrice potrebbe essere l’ideale per i paesi in via di sviluppo, soprattutto se
una volta immessa nel mercato avesse un prezzo basso e ci fosse la possibilità di
utilizzare senza energia elettrica. Una volta acquistata la lavatrice basterebbe solo
procurarsi le noci, bisogna considerare al consumatore un Kg di noci, che costa 20 €,
basta per un anno intero per una famiglia che fa tre bucati a settimana. Un’altra
peculiarità che trovo interessante di questo progetto è il fatto che le noci disinfettano
gli indumenti e sono perfetti per chi soffre di allergie o problemi alla pelle.
9. Solar icemaker
Un altro oggetto che è stato progettato per i Paesi in via di sviluppo è il Solar
Icemaker. Si tratta di una macchina che fabbrica ghiaccio utilizzando l’energia solare.
Attraverso un procedimento basato su un liquido refrigerante che evapora quando
viene esposto al sole. Il vapore attraversa dei tubi che raffreddano un materiale
assorbente presente nella macchina. Raggiunti i 40° il refrigeratore torna allo stato
liquido e la sua temperatura scende a causa della differenza di pressione. Al termine
di questo ciclo si mette l’acqua vicino all’evaporatore e si ottiene il ghiaccio.
La macchina potrebbe essere utile in quei paesi in cui non c’è l’accesso alla rete
elettrica per dare la possibilità ad esempio di conservare i cibi raccolti.