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Il mese di giugno è tradizionalmente dedicato al Sacro Cuore di Gesù, massima espressione umana dell’amore divino. Abbiamo ancora bisogno di questo simbolo religioso, altamente significante, che è il Cuore di Gesù? Per la verità il capitolo di questa devozione ha conosciuto un periodo di crisi che ormai sembrava superato. Nel passato era stata vista come una pratica religiosa sdolcinata, per bigotte e bigotti, gente malata di devozionalismo. Invece oggi è proposta e vista come una devozione per anime forti, coraggiose e decise, che prendono sul serio il messaggio di Dio. La pietà popolare valorizza molto i simboli, e il Cuore di Gesù è il simbolo per eccellenza della misericordia di Dio; ma non è un simbolo immaginario, è un simbolo reale, che rappresenta il centro, la fonte da cui è sgorgata la salvezza per l’umanità intera. Il Cuore di Cristo, simbolo visibile di questo suo amore per ciascuno di noi, “è la misura obiettiva della verità dell’amore”. Nei Vangeli troviamo diversi riferimenti al Cuore di Gesù, ad esempio nel passo in cui Cristo stesso dice: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore». Fondamentale poi è il racconto della morte di Cristo secondo Giovanni. Questo evangelista infatti testimonia ciò che ha veduto sul Calvario, cioè che un soldato, quando Gesù era già morto, gli colpì il fianco con la lancia e da quella ferita uscirono sangue ed acqua. Giovanni riconobbe in quel segno, apparentemente casuale, il compimento delle profezie: dal cuore di Gesù, Agnello immolato sulla croce, scaturisce per tutti gli uomini il perdono e la vita. Ma la misericordia di Gesù non è solo un sentimento, è una forza che dà vita, che risuscita l’uomo! Ce lo dice anche il Vangelo nell’episodio della vedova di Nain. Dice l’evangelista Luca: «Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei». Questa «compassione» è l’amore di Dio per l’uomo, è la misericordia, cioè l’atteggiamento di Dio a contatto con la miseria umana, con la nostra indigenza, la nostra sofferenza, la nostra angoscia. Il termine biblico “compassione” Giugno 2014 - Anno 16 (n° 187) Mensile della Comunità Parrocchiale di Torri del Benaco

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Il mese di giugno è tradizionalmente dedicato al Sacro Cuore di Gesù, massima espressione umana dell’amore divino. Abbiamo ancora bisogno di questo simbolo religioso, altamente significante, che è il Cuore di Gesù? Per la verità il capitolo di questa devozione ha conosciuto un periodo di crisi che ormai sembrava superato. Nel passato era stata vista come una pratica religiosa sdolcinata, per bigotte e bigotti, gente malata di devozionalismo. Invece oggi è proposta e vista come una devozione per anime forti, coraggiose e decise, che prendono sul serio il messaggio di Dio. La pietà popolare valorizza molto i simboli, e il Cuore di Gesù è il simbolo per eccellenza della misericordia di Dio; ma non è un simbolo immaginario, è un simbolo reale, che rappresenta il centro, la fonte da cui è sgorgata la salvezza per l’umanità intera. Il Cuore di Cristo, simbolo visibile di questo suo amore per ciascuno di noi, “è la misura obiettiva della verità dell’amore”. Nei Vangeli troviamo diversi riferimenti al Cuore di Gesù, ad esempio nel passo in cui Cristo stesso dice: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi

e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore». Fondamentale poi è il racconto della

morte di Cristo secondo Giovanni. Questo evangelista infatti testimonia ciò che ha veduto sul Calvario, cioè che un soldato, quando Gesù era già morto, gli

colpì il fianco con la lancia e da quella ferita uscirono sangue

ed acqua. Giovanni riconobbe in quel segno,

apparentemente casuale, il compimento delle profezie: dal cuore di Gesù, Agnello

immolato sulla croce, scaturisce per tutti gli

uomini il perdono e la vita. Ma la misericordia di Gesù non è solo un sentimento, è una forza che dà vita, che risuscita l’uomo! Ce lo dice anche il Vangelo nell’episodio della vedova di Nain. Dice l’evangelista Luca: «Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei». Questa «compassione» è l’amore di Dio per l’uomo, è la misericordia, cioè l’atteggiamento di Dio a contatto con la miseria

umana, con la nostra indigenza, la nostra sofferenza, la nostra angoscia. I l termine b ibl i co “ compass ione”

Giugno 2014 - Anno 16 (n° 187)

Mensile della Comunità Parrocchiale di Torri del Benaco

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richiama le viscere materne: la madre, infatti, prova una reazione tutta sua di fronte al dolore dei figli. Così ci ama Dio, dice la Scrittura. E ci accorgeremo che credere in Dio comporta amarlo e servirlo nel prossimo. Contemplare il Cuore di Cristo e l’amore per noi che rappresenta, significa sforzarsi di vivere le nostre piccole storie quotidiane come un dovere d’amore. Il Cuore di Gesù trafitto è il simbolo potente di questo innamoramento fino alla “follia della Croce” del Creatore per la sua creatura E qual è il frutto di questo amore, di questa misericordia? E’ la vita! Gesù disse alla vedova di Nain: «Non piangere!», e poi chiamò il ragazzo morto e lo risvegliò come da un sonno. Pensiamo questo, è bello: la misericordia di Dio dà vita all’uomo, lo risuscita dalla morte. Il Signore ci guarda sempre con misericordia; non dimentichiamolo, ci guarda sempre con misericordia, ci attende con misericordia. Non abbiamo timore di avvicinarci a Lui! Ha un cuore misericordioso! Se gli mostriamo le nostre ferite interiori, i nostri peccati, Egli sempre ci perdona. Allora contemplare il Cuore di Cristo è riflettere, meravigliarsi, ammirare, lasciarsi inondare da questo amore infinitamente serio per ciascuno di noi. Ecco il merito principale di questa devozione tornata ad essere proposta in ambito ecclesiale: confrontarsi con la serietà dell’amore di Cristo per noi. Qualcuno ha detto che se è difficile amare seriamente, è ancora più difficile lasciarsi amare... Andiamo da Gesù!

Don Giuseppe

27 APRILE 2014:27 APRILE 2014:27 APRILE 2014:27 APRILE 2014:

I SANTI PAPII SANTI PAPII SANTI PAPII SANTI PAPI Il 27 Aprile 2014 sarà ricordato per sempre come una Giornata storica, e non c’è dubbio che sia così, due Papi Santi e due Papi viventi, tutti e quattro con delle caratteristiche importanti, che a loro modo hanno saputo e sanno attirare alle Fede tutte le persone con le loro parole e le loro azioni. Di questa giornata storica abbiamo fatto parte anche io e mio marito. Era un desiderio che avevo nel cuore già dal giorno della morte di Giovanni Paolo II, quando tutti lo acclamavano “Santo subito”, pensavo che bello sarebbe stato per me essere là presente, ma lo credevo un sogno irrealizzabile, destinato a rimanere chiuso in un cassetto. Il 1° maggio 2011, giorno della sua Beatificazione, seguendo la cerimonia alla Tv continuavo a pensare: “Quando lo faranno Santo, se appena mi è possibile, ci vado anch’io a Roma…”. Non sapevo quando questo sarebbe accaduto, ma desideravo davvero essere presente fisicamente alla celebrazione. L’autunno scorso, appena saputa la notizia che il 27 Aprile 2014 l’avrebbero fatto Santo e insieme a lui anche papa Giovanni XXIII, ho cominciato subito ad organizzarmi; ho prenotato albergo e treno e il 26 Aprile siamo partiti. Effettivamente i giorni prima della partenza avevo un po’ di timore sentendo radio e tv che continuavano ad

È NATO DIEGO Congratulazioni a mamma Roberta

e a papà Secondo.

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illustrare l’onda di pellegrini che stava arrivando da tutto il mondo, e tra quei pellegrini c’eravamo anche noi. La domenica mattina ci siamo alzati prestissimo e ci siamo avviati verso piazza San Pietro, non c’era bisogno di una guida visto il fiume umano che si dirigeva tutto nella stessa direzione, su tutte le facciate delle chiese di Roma c’erano affisse le immagini o gli stemmi dei due Santi, in quelle più vicine c’erano sacerdoti disponibili per le confessioni. Siamo arrivati poco prima delle 7 in fondo al viale della Conciliazione, era già gremito di gente, a fatica siamo riusciti in due ore ad arrivare più avanti dove si riusciva ad intravvedere una piccola parte di altare e le immagini dei Papi Santi affisse sulla facciata della Basilica. C’erano persone che arrivavano da tutto il mondo, c’erano gruppi che pregavano, altri che cantavano in attesa dell’inizio della Celebrazione. Non so dire qual è stato il momento più emozionante: ricordo con particolare intensità l’arrivo di Papa Benedetto, accolto con un grandissimo applauso da tutta la folla, dimostrazione che l’affetto per lui in questo anno non è venuto meno; e poi l’ingresso nella piazza di Papa Francesco, l’abbraccio dei due Papi, l’invocazione dello Spirito Santo, la dichiarazione dei due nuovi Santi accolta con un applauso lunghissimo, il ricordo dei sue Santi durante l’omelia di Papa Francesco. Durante l’Omelia papa Francesco ha definito i due Papi Santi due uomini di coraggio: “…hanno avuto il coraggio di guardare le ferite di Gesù, di toccare le sue mani piagate e il suo costato trafitto…Sono stati due uomini coraggiosi, pieni della parresia (= coraggio; forza) dello Spirito Santo, e hanno dato testimonianza alla Chiesa e al mondo della bontà di Dio, della sua misericordia.

Sono stati sacerdoti, e vescovi e papi del XX secolo. Ne hanno conosciuto le tragedie, ma non ne sono stati sopraffatti. Più forte, in loro, era Dio; più forte era la fede in Gesù Cristo Redentore dell’uomo e Signore della storia; più forte in loro era la misericordia di Dio che si manifesta in queste cinque piaghe; più forte era la vicinanza materna di Maria...” È stata una celebrazione intensa e composta, eravamo tutti un’unica grande famiglia, anche se rispondevamo alle invocazioni e alle preghiere in tante lingue diverse…ci siamo sentiti davvero tutti fratelli! Al termine della Celebrazione Papa Francesco si è fermato a salutare le autorità per più di un’ora, tanto che pensavamo non facesse il solito giro con la jeep per salutare i fedeli, invece poco dopo le 13:00 è arrivato in mezzo a noi, con il suo sorriso aperto e il suo modo di fare gioioso che ci contagia tutti. Che dire ancora, se non ringraziare Dio per il grande dono di questi Santi e Grandi Papi: Giovanni XXIII, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco. E ringraziare Dio per averci dato la gioia di essere a Roma per questo grande evento. Quale modo migliore per festeggiare il nostro 30° Anniversario di Matrimonio che cadeva il giorno dopo?

Daniela e Pietro

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LE IMPRESSIONI DEI NLE IMPRESSIONI DEI NLE IMPRESSIONI DEI NLE IMPRESSIONI DEI NOSTRI OSTRI OSTRI OSTRI BAMBINI DI PRIMA COMBAMBINI DI PRIMA COMBAMBINI DI PRIMA COMBAMBINI DI PRIMA COMUNIONEUNIONEUNIONEUNIONE

Il sabato prima della Comunione, il giorno 3 maggio, alle ore 9 abbiamo vissuto un ritiro spirituale. Subito ci siamo messi a giocare fino a quando sono arrivati tutti i nostri amici. Poi siamo entrati al Circolo NOI dove con don Giuseppe Cacciatori il nostro parroco siamo saliti nel salone dove abbiamo fatto un riassunto delle cose lette e spiegate da Valeria Vedovelli la nostra catechista. Il don e Valeria ci hanno parlato di come partecipare alla messa di Prima Comunione, ci siamo messi in fila dal più piccolo al più grande e ci hanno assegnato i posti nei banchi per la Chiesa. Alle ore 12 abbiamo mangiato delle buone lasagne, la cotoletta con il cappuccio insalata e il dolce… poi abbiamo giocato fino alle ore 15.30 quando abbiamo riprovato le preghiere e ci siamo confessati.

Prima di salutarci abbiamo giocato ancora e siamo andati a casa felici!

----------------- Domenica 4 maggio era una bella giornata, ci siamo ritrovati alle 11 all'oratorio, la piccola cappella, vicino alla Chiesa dove Valeria la nostra catechista ci aspettava. Tutti perfetti con le vestine abbiamo ricevuto dei fiori… molto eccitati ci siamo messi in fila e siamo entrati in Chiesa sorridendo con la calla in mano e l'altra sul petto. Mentre il coretto ha iniziato a cantare “la mia prima comunione” siamo stati accompagnati all'altare dai chierichetti con la croce davanti. Li abbiamo seguiti ed entrando abbiamo visto che c'era tantissima gente insieme ai nostri genitori, sorelle, fratelli, nonni e parenti. Arrivati davanti all’altare abbiamo fatto la genuflessione e ci siamo inchinati posando la calla sugli scalini dell'altare e siamo

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tornati di fianco al banco a sederci vicino alle nostre famiglie con le quali abbiamo partecipato alla Santa Messa della nostra Prima Comunione. Ad un certo punto i nostri genitori sono stati invitati ad andare a prendere la candela accesa al Cereo Pasquale e dopo la rinnovazione delle promesse battesimali liturgia della Parola l’abbiamo spenta. Alcuni di noi hanno letto le preghiere dei fedeli. È seguita la liturgia eucaristica e finalmente è arrivato il momento in cui abbiamo ricevuto l’eucarestia: - All'inizio non ero agitata ma quando ero in fila per prendere il corpo di Cristo ero emozionata, non riuscivo ad aprire la bocca per prendere il pane, quando ho deglutito la particola sono andata al posto iniziato a pregare ho detto grazie per aver ricevuto il corpo di Gesù. - È stato un momento unico e indescrivibile è stato molto bello

- Quando eravamo in fila per ricevere la

particola ho stretto forte spalle della mia

compagna davanti

- Ero agitata e non sapevo più da dove

cominciare, allora ho cominciato

scusandomi per tutte le volte in cui non mi

sono ricordata di Lui, per tutte le volte che

al catechismo non sono stata distratta o

cattiva e ho dimenticato le preghiere

- Era da quando l'aveva fatta mia sorella

che aspettavo di gustare quello strano

gusto, era come il pane azzimo, sapeva di

pane senza sale

- Dopo aver preso la particola sono

andata al posto e mi sentivo contenta. Non

mi sentivo più le gambe e le braccia.

- Quando,dopo la Comunione sono

andata al posto ho pregato, la gioia e

l'emozione che c'era in me era immensa.

- Quando,dopo la mia prima Comunione

sono tornata al banco, ho detto dentro la

mia mente grazie Gesù perché mi vuoi bene

e hai fatto tanto per me

- Ricevere Gesù nella Comunione è stata

la gioia più grande!

- Finita la Messa abbiamo fatto la foto di

gruppo e siamo usciti dalla Chiesa, ciascuno

con i propri familiari si è allontanato per

festeggiare.

- Concludendo la giornata ciascuno di noi

ha ripensato all’emozione dell’incotnro con

Gesù:

- È stato un giorno molto importante

- La mia prima Comunione è stata per me

un’esperienza molto bella, unica, semplice

e speciale

- La gioia era così grande che non riuscivo

a credere di aver ricevuto Gesù…

- Gesù mi aiuta a diventare più buono, ad

aiutare e giocare con i miei amici e fratelli,

e a diventare più bravo con Lui e con

mamma è papà

- È stata pura gioia e allegria, mi sono

divertito tanto e mi è piaciuto tantissimo

- In quella Messa c'era qualcosa di

particolare,ero molto emozionata

- È stata un'esperienza fantastica non la

dimenticherò mai

- Quando sono andato a letto alla sera

della mia prima Comunione ho pensato

alla giornata trascorsa e mi sono

addormentato felice.

Alice, Niklas, Emma, Emanuele, Nicolò, Luca, Simone, Andrea, Giulia,

Maddalena, Emma, Zaki, Marco, Lavinia, William, Camilla, Carolina

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IL SANTO ROSARIO IN LOCALITÀ S. ANTONIO

Io penso che fra i luoghi di Torri del Benaco nei quali, nel mese di maggio, la gente si riunisce per la tradizionale recita del Santo Rosario, l’Oratorio di S. Antonio si distingua per una sua graziosa singolarità. Qui i protagonisti sono i bambini. Sono loro che intonano a turno le dieci “Ave Maria”. Noi adulti, con sincera umiltà, ci conformiamo ben volentieri alla raccomandazione di Gesù: “se non diventerete come i bambini non entrerete nel regno dei cieli”. Metterci interiormente al loro pari ci dona serenità, perché ci fa dimenticare, ameno per un po’, le difficoltà o le contrarietà incontrate durante il giorno. La più piccola, Chiara quattro anni, con il suo accento limpido, le parole nitide è senz’altro la più commovente. Ma tutti sono bravi, devoti, spontanei e coinvolgenti. È la signora Luigina che guida e controlla con esperienza il gruppo, a volte anche numeroso. Il Santo Rosario, con i suoi Misteri, ci conduce lungo l’intero percorso della vita di Gesù, ma anche di quello della Madonna, narrato nei quattro Vangeli e negli Atti degli Apostoli. È anche l’occasione per ricordare e pregare per il Papa, i sacerdoti, il nostro Parroco, gli ammalati, le persone in difficoltà, i nostri defunti, la comunità tutta nelle sue varie situazioni. Almeno per un breve tempo della nostra giornata ci sentiamo tutti uniti come una cosa sola in Gesù.

Il Gruppo di Sant’Antonio

IL ROSARIO ALLA CHIESETTA DI S. ANTONIO

Come ogni anno nel mese di maggio,mese dedicato a Maria molte persone si ritrovano nella chiesetta di S. Antonio per la recita del S. Rosario. Gente di ogni età, dai bambini piccoli, ragazzi e persone adulte rispondono a questo appello della Madonna per mettersi sotto la sua protezione. Alternando la recita delle Ave Maria da parte dei bambini si prega per il Papa, i sacerdoti, gli ammalati, le famiglie. Questa preghiera incessante e corale a Maria fa di questo appuntamento un momento di aggregazione in cui tutti ci ritroviamo con i nostri problemi, piccoli o grandi, di salute o altro e li mettiamo nelle mani di Maria, siamo sicuri che lei li porterà a Gesù e lui farà quello che riterrà più giusto. Il nostro affidarci a Maria unito all'intercessione di S. Antonio aiuti le famiglie in questo difficile momento che sta attraversando l'Italia. Se crediamo veramente nel suo aiuto troveremo la pace e ci accontenteremo di quello che Dio ci dona giorno per giorno.

Lorenzo

SONO TORNATI

AL PADRE

LUIGI

ELISABETTA

PROGRAMMA DELLA TREDICINA

DI S. ANTONIO

1-12 Giugno ore 21.00: Liturgia della parola con preghiere

in onore di S. Antonio.

13 Giugno ore 7.30: S. Messa in onore di S. Antonio.

13 Giugno ore 20.30:

Concelebrazione Eucaristica presieduta da S. E.

Padre Flavio Roberto Carraro. Durante la celebrazione svolgerà il ministero liturgico del canto la

“Corale Don Leone”.

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SANTA MESSA E CANONIZZAZIONE DEI BEATI GIOVANNI XXIII

E GIOVANNI PAOLO II

OMELIA DEL SANTO

PADRE FRANCESCO

Piazza San Pietro II Domenica di Pasqua (o della

Divina Misericordia), 27 aprile 2014

Al centro di questa domenica che conclude l ’Ottava di Pasqua, e che san Giovanni Paolo II ha voluto intitolare alla Divina Misericordia, ci sono le piaghe gloriose di Gesù risorto. Egli le mostrò già la prima volta in cui apparve agl i Apostoli, la sera stessa del giorno dopo i l sabato, i l giorno della Risurrezione. Ma quella sera, come abbiamo sentito, non c’era Tommaso; e quando gli altr i gli dissero che avevano visto i l Signore, lui rispose che se non avesse visto e toccato quelle ferite, non avrebbe creduto. Otto giorni dopo, Gesù apparve di nuovo nel cenacolo, in mezzo ai discepol i: c’era anche Tommaso; si rivolse a lui e lo invitò a toccare le sue piaghe. E al lora quell ’uomo sincero, quell ’uomo abituato a verificare di persona, si inginocchiò davanti a Gesù e disse: «Mio Signore e mio Dio!» (Gv 20,28). Le piaghe di Gesù sono scandalo per la fede, ma sono anche la verifica del la

fede. Per questo nel corpo di Cristo risorto le piaghe non scompaiono, rimangono, perché quelle piaghe sono il segno permanente dell ’amore di Dio per noi, e sono indispensabil i per credere in Dio. Non per credere che Dio esiste, ma per credere che Dio è amore, misericordia, fedeltà. San Pietro, riprendendo Isaia, scrive ai cristiani: «Dalle sue piaghe siete stati guariti» (1 Pt 2,24; cfr Is 53,5). San Giovanni XXIII e san Giovanni Paolo II hanno avuto il coraggio di guardare le ferite di Gesù, di toccare le sue mani piagate e i l suo costato trafitto. Non hanno avuto vergogna della carne di Cristo, non si sono scandalizzati di Lui, della sua croce; non hanno avuto vergogna della carne del fratello (cfr Is 58,7), perché in ogni persona sofferente vedevano Gesù. Sono stati due uomini coraggiosi, pieni della parresia (= coraggio; forza) dello Spirito Santo, e hanno dato testimonianza alla Chiesa e al mondo della bontà di Dio, della sua misericordia. Sono stati sacerdoti, e vescovi e papi del XX secolo. Ne hanno conosciuto le tragedie, ma non ne sono stati sopraffatti . Più forte, in loro, era Dio; più forte era la fede in Gesù Cristo Redentore dell ’uomo e Signore della storia; più forte in loro era la misericordia di Dio che si manifesta in queste cinque piaghe; più forte era la vicinanza materna di Maria. In questi due uomini contemplativi delle piaghe di Cristo e testimoni del la sua misericordia dimorava «una speranza viva», insieme con una «gioia indicibile e gloriosa» (1 Pt 1,3.8). La speranza e la gioia che Cristo risorto dà ai suoi discepol i, e delle quali nulla e nessuno può privarli. La speranza e la gioia pasquali, passate attraverso i l crogiolo della spogliazione, del lo svuotamento, della vicinanza ai peccatori fino all ’estremo, fino alla nausea per l ’amarezza di quel calice. Queste sono la speranza e la gioia che i due santi Papi hanno ricevuto in dono dal Signore risorto e a loro volta hanno

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donato in abbondanza al Popolo di Dio, ricevendone eterna riconoscenza. Questa speranza e questa gioia si respiravano nella prima comunità dei credenti , a Gerusalemme, di cui parlano gli Atti degli Apostoli (cfr 2,42-47), che abbiamo ascoltato nella seconda Lettura. E’ una comunità in cui si vive l ’essenziale del Vangelo, vale a dire l ’amore, la misericordia, in semplicità e fraternità. E questa è l ’ immagine di Chiesa che il Concil io Vaticano II ha tenuto davanti a sé. Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II hanno collaborato con lo Spirito Santo per ripristinare e aggiornare la Chiesa secondo la sua fisionomia originaria, la fisionomia che le hanno dato i santi nel corso dei secoli . Non dimentichiamo che sono proprio i santi che mandano avanti e fanno crescere la Chiesa. Nel la convocazione del Concil io san Giovanni XXIII ha dimostrato una delicata docil i tà al lo Spirito Santo, s i è lasciato condurre ed è stato per la Chiesa un pastore, una guida-guidata, guidata dallo Spirito. Questo è stato i l suo grande servizio alla Chiesa; per questo a me piace pensarlo come i l Papa della docil ità al lo Spirito Santo. In questo servizio al Popolo di Dio, san Giovanni Paolo II è stato i l Papa del la famiglia. Così lui stesso, una volta, disse che avrebbe voluto essere ricordato, come il Papa del la famiglia. Mi piace sottolinearlo mentre stiamo vivendo un cammino sinodale sulla famiglia e con le famiglie, un cammino che sicuramente dal Cielo lui accompagna e sostiene. Che entrambi questi nuovi santi Pastori del Popolo di Dio intercedano per la Chiesa affinché, durante questi due anni di cammino sinodale, sia docile allo Spirito Santo nel servizio pastorale alla famiglia. Che entrambi ci insegnino a non scandalizzarci delle piaghe di Cristo, ad addentrarci nel mistero della misericordia divina che sempre spera, sempre perdona, perché sempre ama.

LA PENTECOSTE LA PENTECOSTE LA PENTECOSTE LA PENTECOSTE

di Alessadi Alessadi Alessadi Alessandro Manzonindro Manzonindro Manzonindro Manzoni

Composta fra il giugno del 1817 ed il settembre del 1822, è l'inno sacro più importante tra le composizioni fatte dal Manzoni, perchè riesce a rappresentare in modo singolare l'unione dell'aspetto religioso e di quello umano. Pentecoste significa cinquantesimo giorno dopo la Pasqua, giorno in cui lo Spirito Santo discese sugli Apostoli, i quali da quel giorno iniziarono la predicazione del Vangelo di Cristo . L’inno si divide in tre parti:

Nella prima parte (vv. 1-48) si rievoca l’origine della Chiesa, la “Madre de' Santi”. Il primo nucleo della Chiesa vive nascosto e timoroso fino alla discesa dello Spirito Santo. La Chiesa prende forza e coraggio e diventa attiva (la predicazione in più lingue narrata dagli Atti degli Apostoli).

La seconda parte (vv. 49-80) è dedicata alla spiegazione dei miracolosi effetti della predicazione apostolica che ha raggiunto tutte le regioni della terra e si è rivolta a tutti gli uomini, ai liberi ed agli schiavi, ai ricchi ed ai poveri, alle spose ed alle vergini, annunciando libertà, amore ed uguaglianza.

La terza ed ultima parte (vv. 81-144) è una solenne preghiera allo Spirito Santo perché discenda continuamente, per la salvezza degli uomini.

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LA PENTECOSTE 1-48

Madre de’ Santi, immagine della città superna;

del Sangue incorruttibile conservatrice eterna;

Tu che, da tanti secoli, soffri, combatti e preghi, che le tue tende spieghi

dall’uno all’altro mar; campo di quei che sperano;

Chiesa del Dio vivente; dov’eri mai? qual angolo ti raccogliea nascente,

quando il tuo Re, dai perfidi tratto a morir sul colle

Imporporò le zolle del suo sublime altar?

E allor che dalle tenebre la diva spoglia uscita, mise il potente anelito

della seconda vita; e quando, in man recandosi

il prezzo del perdono, da questa polve al trono

del Genitor salì; compagna del suo gemito, conscia de’ suoi misteri,

Tu, della sua vittoria figlia immortal, dov’eri? In tuo terror sol vigile. Sol nell’obblio secura, stavi in riposte mura fino a quel sacro dì,

quando su te lo Spirito Rinnovator discese,

e l’inconsunta fiaccola nella tua destra accese

quando, segnal de’ popoli, ti collocò sul monte,

e ne’ tuoi labbri il fonte della parola aprì.

Come la luce rapida piove di cosa in cosa, e i color vari suscita dovunque si riposa; tal risonò moltiplice la voce dello Spiro:

l’Arabo, il Parto, il Siro in suo sermon l’udì.

49 - 80

Adorator degl’idoli, sparso per ogni lido,

volgi lo sguardo a Solima, di quel santo grido:

stanca del vile ossequio, la terra a lui ritorni:

e voi che aprite i giorni di più felice età,

spose che desta il subito balzar del pondo ascoso; voi già vicine a sciogliere

il grembo doloroso; alla bugiarda pronuba non sollevate il canto:

cresce serbato al Santo quel che nel sen vi sta.

Perché, baciando i pargoli, la schiava ancor sospira? E il sen che nutre i liberi

invidiando mira? Non sa che al regno i miseri

seco il Signor solleva? Che a tutti i figli d’Eva nel suo dolor pensò?

Nova franchigia annunziano i cieli, e genti nove;

nove conquiste, e gloria vinta in più belle prove; nova, ai terrori immobile

e alle lusinghe infide. Pace, che il mondo irride,

ma che rapir non può.

81 - 144

O Spirto! supplichevoli a’ tuoi solenni altari;

soli per selve inospite; vaghi in deserti mari;

dall’Ande algenti al Libano, d’Erina all’irta Haiti, sparsi per tutti i liti,

uni per Te di cor, noi T’imploriam! Placabile

Spirto discendi ancora, a’ tuoi cultor propizio,

propizio a chi T’ignora; scendi e ricrea; rianima i cor nel dubbio estinti;

e sia divina ai vinti mercede il vincitor.

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Discendi Amor; negli animi l’ire superbe attuta:

dona i pensier che il memore ultimo dì non muta: i doni tuoi benefica nutra la tua virtude;

siccome il sol che schiude dal pigro germe il fior; che lento poi sull’umili erbe morrà non colto, né sorgerà coi fulgidi

color del lembo sciolto se fuso a lui nell’etere non tornerà quel mite

lume, dator di vite, e infaticato altor.

Noi T’imploriam! Ne’ languidi pensier dell’infelice

Scendi piacevol alito, aura consolatrice:

scendi bufera ai tumidi pensier del violento;

vi spira uno sgomento che insegni la pietà.

Per Te sollevi il povero al ciel, ch’è suo, le ciglia, volga i lamenti in giubilo, pensando a cui somiglia:

cui fu donato in copia, doni con volto amico, con quel tacer pudico, che accetto il don ti fa.

Spira de’ nostri bamboli nell’ineffabil riso,

spargi la casta porpora alle donzelle in viso;

manda alle ascose vergini le pure gioie ascose; consacra delle spose

il verecondo amor. Tempra de’ baldi giovani

il confidente ingegno; reggi il viril proposito

ad infallibil segno; adorna la canizie

di liete voglie sante; brilla nel guardo errante Di chi sperando muor.

Commento: La Pentecoste di A. Manzoni L'ultimo degli Inni Sacri di Alessandro Manzoni. In questo componimento è descritta la vita della Chiesa prima della discesa dello Spirito Santo quando i discepoli, timorosi per la passione e morte del redentore, vivevano appartati nel cenacolo per timore dei Giudei. Nelle cinque strofe iniziali che costituiscono la prima parte dell'Inno, Manzoni descrive lo stato della Chiesa prima della discesa dello Spirito Santo e si chiede dov'era questa quando Cristo fu portato dai malvagi sul colle Golgota e dov'era quando questo, resuscitato, salì al cielo. La Chiesa rimase rinchiusa nel cenacolo fino a quando discese lo Spirito santo. Nella seconda parte dell'Inno sono descritti i primi effetti della predicazione dello Spirito. Lo Spirito è come la luce che pur essendo una, suscita vari colori e così lo Spirito pur essendo uno, risuona molteplice e tutti lo possono ascoltare. Poi il poeta si rivolge ai pagani ,invitandoli a guardare verso Gerusalemme, e di non rivolgere le preghiere a Giunone ma a Dio, perché il loro bambino nasca consacrato a Dio. L'autore si chiede poi perché la schiava continua ancora a sospirare guardando i pargoli, non sa che Cristo sulla Croce pensò a tutti i figli di Eva. Lo Spirito Santo è rinnovatore e i cieli annunciano nuove conquiste e una nuova pace, che il mondo può schernire ma non turbare. Nella terza ed ultima parte dell'Inno non più il poeta, ma l'intera umanità si rivolge allo Spirito santo e lo invoca per tutti gli uomini credenti e increduli la sua presenza continua. I popoli anche se sparsi per tutte le contrade del mondo sono una sola cosa per la paternità comune. Manzoni prega lo Spirito di essere benevolo e favorevole non solo ai credenti, ma soprattutto agli increduli usando una similitudine: come il sole fa sbocciare il fiore che se non è colto muore, né sorgerà con gli splendidi colori della corolla aperta, se la luce del sole non giungerà a lui, così lo Spirito Santo ci dona pensieri di cui il nostro animo non si possa pentire. Lo Spirito è un vento ristoratore nell'animo dell'infelice, ma appare come bufera nell'animo del violento per insegnare la pietà. Poi Manzoni implora che il povero volga lo sguardo al cielo e i suoi sospiri si trasformino in gioia e che il ricco dia una parte di ciò che possiede al fratello che nulla ha doni al povero con amicizia e con quel riserbo che rende gradito il dono.. Toccante l’invocazione finale : O Spirito rivelati nel riso dei bambini, indescrivibile per purezza, spargi il casto rossore sul viso delle fanciulle, manda alle suore che vivono nascoste le segrete e pure gioie della contemplazione, consacra l'amore pudico delle spose. Modera l'indole troppo fiduciosa dei giovani sicuri di sé, dirigi i propositi dell'uomo maturo a fini che non possono fallire, adorna la vecchiaia di pii e santi desideri, brilla nello sguardo errante di chi muore, sperando nella salvezza eterna.

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ESSERE SORELLA A LOURDESESSERE SORELLA A LOURDESESSERE SORELLA A LOURDESESSERE SORELLA A LOURDES

Ero già stata a Lourdes qualche anno fà come pellegrina, era stato un bellissimo viaggio, carico di belle emozioni, e grande pace nel Cuore. Mi aveva colpito moltissimo l’Amore con cui le Sorelle e i Barellieri si occupavano dei disabili e degli ammalati e mi ero ripromessa di tornarci, ma in modo più concreto, volevo fare qualcosa di più, e seguire l’esempio di mia mamma e mia zia che donano questo servizio già da un po’ di anni. Così ho fatto, il 21 Aprile con l’ Unitalsi di Verona sono partita anch’io. I momenti che hanno preceduto la partenza come l’ iscrizione, corsi di preparazione e prova della divisa, sono stati carichi di dubbi, timori e ansia di non essere all’altezza, di non riuscire a dare a sufficienza a chi ha bisogno, di non trovarsi bene con i colleghi volontari , di non essere accettata o di non accettare loro. Invece… arrivata in stazione a Verona la sera della partenza…tutto si è dissolto, già dai primi saluti dei colleghi con il loro “Ciao Sorella” mi sono sentita subito accolta e a casa. I sorrisi degli ammalati e dei pellegrini che incontravo mi hanno fatto passare tutte le preoccupazioni, e così è iniziata una delle più belle esperienze della mia vita. Gli ammalati e disabili che ho incontrato al Salus, l’ospedale in cui prestavo servizio nel pellegrinaggio, non li conoscevo, i giorni del pellegrinaggio sono pochi, però, piano piano si riesce a instaurare un piccolo rapporto. Sono partita con l’idea di cercare di fare tanto per loro, e poi invece mi sono resa conto che per chi si trova nella sofferenza, è Tantissimo anche un semplice sorriso, l’ascolto delle loro confidenze, fare loro un caffè il mattino, un the il pomeriggio o

una camomilla la sera x aiutarli a dormire meglio, l’accompagnarli da qualche parte anche solo x fare due passi. Mi sono accorta che , di quel che riuscivo a dare, ricevevo il doppio se non il triplo, il loro Affetto, la loro Fiducia, i loro Sorrisi, i loro Abbracci, e le loro Preghiere, e tutte queste cose rimarranno sempre un segno

indelebile nel mio cuore e nella mia mente. Se ci si predispone ad accoglierla con il Cuore aperto è veramente un’esperienza bella , profonda e carica di significato. Per me è stata ancora più speciale perché avevo con me due Sorelle

d’eccezione…mia mamma e mia zia. Sicuramente sarà un’esperienza che rifarò ogni volta che potrò perché mi ha dato Tantissimo, e sono riuscita a dare qualcosa anch’io nel mio piccolo.

Daniela Consolini

PELLEGRINAGGIO A LOURDES PELLEGRINAGGIO A LOURDES PELLEGRINAGGIO A LOURDES PELLEGRINAGGIO A LOURDES

21 21 21 21 –––– 27 APRILE 2014 27 APRILE 2014 27 APRILE 2014 27 APRILE 2014

Perché si torna a Lourdes? È la quinta volta che mi reco a Lourdes come sorella. Come mai? Quando si aprono le iscrizioni al Pellegrinaggio diocesano la chiamata è forte. È difficile dire di no. Se per qualche motivo non puoi andare senti che manchi a un appuntamento importante. Anche quest’anno sono partita con un po’ di apprensione per le responsabilità che mi attendevano, ma poi tutto e andato bene. La grotta è il posto dove ti senti in pace, ti senti vicina alla nostra Madre Celeste, sapere che lei è apparsa in quella nicchia ti dà sicurezza. Il tema di Lourdes 2014 è “La gioia della conversione”. Penso sia il tema giusto da

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vivere dopo la S. Pasqua e il percorso fatto durante la Quaresima. In questa settimana accompagnati da Maria e Bernardette, abbiamo sperimentato con i malati il sorriso di Dio, camminando dietro a Gesù, attingendo alla sorgente dei Sacramenti la Gioia di essere testimoni con la vita. Tutto questo l’ho vissuto con mia figlia che per la prima volta ha prestato servizio come sorella. Spero che anche per lei sia stata un’esperienza di fede gioiosa come lo è per me.

Lucrezia

COS’È L’U.N.I.T.A.L.S I. L'UNIONE NAZIONALE ITALIANA TRASPORTO MALATI A LOURDES E SANTUARI INTERNAZIONALI È un'Associazione pubblica di fedeli che in forza della loro fede e del loro particolare carisma di carità si propongono di incrementare un'azione di evangelizzazione e di apostolato verso e CON i fratelli ammalati e disabili, in riferimento al messaggio del Vangelo e al Magistero della Chiesa, (art. 1 statuto) L'Associazione opera attraverso volontari che si impegnano a prestare servizio in spirito di autentica carità cristiana. È un'Associazione nata a Roma nel 1903. Le attività unitalsiane si estendono su tutto il territorio nazionale grazie ad una struttura organizzativa che comprende 19 Sezioni e 255 Sottosezioni che generalmente coincidono con le Diocesi.

L’U.N.I.T.A.L.S.I. a VERONA

La nostra Sottosezione è tra le più numerose in Italia. Il primo pellegrinaggio diocesano a Lourdes risale al 1958 e da allora ogni anno Verona organizza il pellegrinaggio diocesano in genere presieduto dal Vescovo, la settimana dopo la S. Pasqua. È un momento forte della vita associativa, ma la realtà più importante dell'Unitalsi di Verona è la presenza dei gruppi parrocchiali sostenuti dal lavoro e dalla dedizione degli Assistenti che si sono succeduti negli anni. È attraverso questi gruppi che l'Associazione è operativa e concreta, partecipe alla vita

dei malati, dei disabili, degli anziani della propria zona. Vi sono 186 parrocchie ad avere un gruppo Unitalsi e 27 gruppi zonali con catechesi mensili e incontri di preghiera.

COS'È' il SERVIZIO di VOLONTARIATO?

Il pellegrinaggio propone un'esperienza di servizio ai malati da parte di sacerdoti, medici, infermieri, barellieri, sorelle di assistenza. Fatta eccezione per i medici e gli infermieri, il servizio non richiede conoscenze mediche specifiche, ma solo capacità di ascolto, e la volontà di condividere con persone malate e disabili una forte esperienza di fede, spiritualità ed amicizia. Essa si svolge aiutando chi ne ha necessità nelle piccole esigenze quotidiane (l'alzata mattutina, il recarsi ai luoghi delle funzioni liturgiche spingendo la carrozzina, l'aiuto durante il pranzo, la preparazione per la notte), ma sopratutto condividendo i momenti delle celebrazioni ed i momenti liberi, che, tramite la vicinanza, possono diventare altrettanti momenti importanti di relazione, amicizia, speranza. Il servizio è proposto sia durante la permanenza a Lourdes, Loreto, Fatima, che durante il viaggio, in treno o in aereo. Esso vorrebbe diventare, dopo il momento forte del pellegrinaggio, un impegno di vita, ove anche nella quotidianità della famiglia, del lavoro, della parrocchia e della società civile, l'attenzione ai malati possa trovare un posto importante, eventualmente nell'ambito dei gruppi del malato presenti in numerose parrocchie della nostra diocesi.

I NOSTRI PELLEGRINAGGI

NEVERS LA SALETTE ARS

Dal 28 al 31 agosto. Pellegrinaggio organizzato con 2 pullman di cui 1 attrezzato con massimo 88 partecipanti. Il programma prevede il primo giorno arrivo nel pomeriggio a La Salette, santuario sulle Alpi Francesi a 1800 metri, luogo di apparizioni mariane nel 1846. Il secondo giorno arrivo ad Ars, dove visse il curato Jean-Marie Baptiste Vianney, proclamato nel 1929 "Patrono di tutti i Parroci del mondo". Visita e Santa

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Messa. Pranzo in ristorante e, nel visita a Paray le Monialle e alle spoglie di S. Margherita Maria la Coque, istitutrice del Sacro Cuore. In serata arrivo e sistemazione presso le Suore, nel convento di S. Bernadette. Cena e pernottamento. Mattinata dedicata alla visita del Convento di Saint Gildard e al reliquiario dove riposa il corpo di Bernadette Soubirous. Nel Pomeriggio partenza per visita di Clouny uno dei primi conventi europei. Proseguimento e sistemazione in albergo, cena e pernottamento. Il mattino partenza per il rientro in Italia, con S. Messa nel pomeriggio.

LOURDES NAZIONALE Dal 28 settembre al 5 ottobre. Pellegrinaggio Nazionale a Lourdes. Treni e aerei da tutta Italia per un totale di 10 - 15.000 persone. Il viaggio viene fatto in treno triveneto. I malati sono accolti in "Accueils" strutture confortevoli per ospitare al meglio malati e disabili. È assicurato il servizio medico e infermieristico da volontari del pellegrinaggio. Barellieri e sorelle di assistenza si rendono utili per tutte le piccole esigenze che tutti, malati e pellegrini, possono avere anche negli alberghi. Vi sono alberghi di diverse categorie. Il programma del Pellegrinaggio prevede celebrazioni liturgiche, processioni con flambeaux (con le fiaccole di sera) e processioni pomeridiane, ma soprattutto condivisione, ascolto con i malati e i disabili.

LORETO Dal 26 al 29 luglio. In pullman triveneto, con pullman attrezzati. Meta del pellegrinaggio è la Santa Casa che la tradizione vuole che sia la casa di Nazareth trasportata da una schiera di angeli a Loreto, I malati sono accolti in belle e comode strutture affacciate sulla splendida piazza della Basilica. Viene proposta in questo pellegrinaggio un'attività di piccolo servizio, adeguata all'età, per bambini di scuola elementare e media. Da un paio di anni il pellegrinaggio diventato l’incontro per i giovani di tutto il triveneto dal titolo “PER CORRERE”.

FATIMA e SANTIAGO di COMPOSTELA Dal 13 al 24 ottobre in pullman, e dal e dal 16 al 22 ottobre in aereo. Santiago, prima meta, è molto interessante, ma Fatima è un luogo di intensa spiritualità che incide profondamente nel cuore sentimenti di conversione, di fede e d'amore.

TERRA SANTA Da diversi anni abbiamo messo in calendario questo speciale pellegrinaggio di solito in Novembre a livello Triveneto. Se le mete nei Santuari sono momenti forti, la terra del Signore riempie l'animo di gioia, di entusiasmo: è come ritornare a casa. "Ogni pietra, ogni sasso ci parla di Lui, da sempre l'impressione di averlo accanto, di sentirne i passi e la voce". Chi non può camminare può percorrere con noi tranquillamente la terra del Signore: l'UNITALSI se ne prende cura!

... E FACCIAMO DI PIÙ:

Se la nostra Associazione si occupasse solo di pellegrinaggi non riuscirebbe ad avere lo spirito unitalsiano che i nostri soci posseggono... È attraverso le catechesi, non solo nei gruppi, che si affina l'amore, la disponibilità, l'umiltà e la fede. 1) Tutti offrono gratuitamente il loro tempo, la loro pazienza, il loro servizio a chi è ammalato anche negli ospedali in casi di emergenza e per tutto il tempo dell'anno. 2) Durante il periodo estivo diversi nostri gruppi a turno svolgono un prezioso servizio al Santuario della Corona: aiutano i visitatori che sono in difficoltà a scendere fino alla Chiesa. È chiaro che tutte queste attività ci portano a cambiare lo stile di vita, diventa un quotidiano donarsi, un continuo grande amore per gli altri.

------------- Per informazioni rivolgersi in sede

a Verona: via Lungadige Attiraglio 45, 37124,

tel 045/8033676 fax 045/8030399

email [email protected] Orari ufficio: dal lunedì al venerdì

dalle 8,30 alle 12,30

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Nella tiepida sera del 20 maggio scorso, un buon gruppo di fedeli della comunità di Pai si è ritrovato nella parte bassa della frazione, a fianco dell’abitazione della signora Maria Moscolo, per stringersi intorno a lei con affetto e sentita riconoscenza per aver realizzato un suo grande desiderio: il restauro dell’affresco del Cristo Crocefisso, voluto dal papà Claudio nel 1931 e realizzato dal pittore Menearini, quale ringraziamento al Signore per essere ritornato dalla guerra. Il restauro attuale è stato effettuato dall'artista Riccardo Isacchini attraverso un minuzioso lavoro di risanamento e di vera maestria nello studio della tonalità policrome.

Dopo la recita di un mistero del Santo Rosario, da parte dei bambini e delle bambine presenti alla funzione, seguita da invocazioni di preghiera, don Giuseppe ha benedetto l’effige ricordando di farsi un segno di croce quando ci si trovasse a passare di là. Il parroco ha proposto di chiamare quest’immagine “il Cristo della strada della nostra vita!” non solo perché adiacente alla statale, ma affinché ci guidi nelle nostre giornate. La serata si è conclusa con un brindisi, accompagnato da dolcetti casalinghi, tra la viva soddisfazione dell’arzilla novantenne signora Maria e di Claudio insieme alla sua bella famiglia.

L’AFFRESCO DEL CRISTO CROCEFISSO

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29 GIUGNO I NOSTRI SANTI PATRONI

Tutte le città, grandi e piccole, come tutti i paesi e le Parrocchie sono legate ai festeggiamenti dei loro santi patroni, risalenti a tradizioni antichissime, che si svolgono annualmente con un rituale particolarmente ricco, emotivo e coinvolgente. Per noi di Torri sarà Il 29 giugno la festa dei nostri Santi Patroni Pietro e Paolo, la nostra chiesa Parrocchiale infatti è stata dedicata a Dio in onore dei Santi PIetro e Paolo Apostoli. Tutta la comunità parrocchiale è chiamata a rendere loro omaggio attraverso le celebrazioni e gli eventi, non solo religiosi, che caratterizzeranno questo giorno di inizio estate. Quest’anno il 29 giugno ricorrerà di Domenica e quindi sarà possibile coinvolgere nei festeggiamenti tanta più gente che non nei giorni feriali.

Dal Martirologio Romano: 29 Giugno Solennità dei santi

Pietro e Paolo Apostoli Pietro: Simone, figlio di Giona e fratello di Andrea, primo tra i discepoli professò che Gesù era il Cristo, Figlio del Dio vivente, dal quale fu chiamato Pietro. Paolo: cooptato nel collegio apostolico dal Cristo stesso sulla via di Damasco, Apostolo delle genti, predicò ai Giudei e ai Greci Cristo crocifisso. Entrambi nella fede e nell'amore di Gesù Cristo annunciarono il Vangelo nella città di Roma e morirono martiri sotto l'imperatore Nerone: il primo, come dice la tradizione, crocifisso a testa in giù e sepolto in Vaticano presso la via Trionfale, il secondo trafitto con la spada e sepolto sulla via Ostiense. In questo giorno tutto il mondo con uguale onore e venerazione celebra il loro trionfo.

CELEBRAZIONE DELLA LITURGIACELEBRAZIONE DELLA LITURGIACELEBRAZIONE DELLA LITURGIACELEBRAZIONE DELLA LITURGIA

Da Sabato 7 Giugno – Domenica 8 Giugno

PARROCCHIA DI TORRI

ORARIO FESTIVO ORARIO FERIALE

Sabato ore 17.00 S. Messa ore 7.00 Lodi ore 19.00 S. Messa ore 17.00 Vespero ore 18.00 S. Messa

Domenica ore 7.00 S. Messa ore 8.30 S. Messa

ore 10.00 S. Messa ore 11.15 S. Messa ore 17.00 Vespero ore 19.00 S. Messa

PARROCCHIA DI PAI

ORARIO FESTIVO

Sabato ore 20.00 Domenica ore 10.00

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AAAAAAAAPPPPPPPPPPPPPPPPUUUUUUUUNNNNNNNNTTTTTTTTAAAAAAAAMMMMMMMMEEEEEEEENNNNNNNNTTTTTTTTIIIIIIII SSSSSSSSEEEEEEEETTTTTTTTTTTTTTTTIIIIIIIIMMMMMMMMAAAAAAAANNNNNNNNAAAAAAAALLLLLLLLIIIIIIII GGGGGGGGIIIIIIIIUUUUUUUUGGGGGGGGNNNNNNNNOOOOOOOO 22222222000000001111111144444444

OGNI DOMENICA ore 10.00: S. MESSA DELLE FAMIGLIE ore 17.00: ADORAZIONE EUCARISTICA E CANTO DEL VESPERO.

OGNI LUNEDÌ ore 9.00-12.00: ADORAZIONE EUCARISTICA E CONFESSIONI.

OGNI GIOVEDÌ ore 17.00: ADORAZIONE EUCARISTICA.

OGNI SABATO ore 15.00 - 19.00: TEMPO PER LE CONFESSIONI

DALL’1 AL 13 GIUGNO TREDICINA DI SANT’ANTONIO

1 – 12 GIUGNO ORE 21.00 LITURGIA DELLA PAROLA CON PREGHIERE IN ONORE DI S. ANTONIO.

VENERDÌ 13

ORE 7.30 S. MESSA IN ONORE DI S. ANTONIO. ORE 20.30 CONCELEBRAZIONE EUCARISTICA PRESIEDUTA DA S. E. PADRE FLAVIO ROBERTO CARRARO. DURANTE LA CELEBRAZIO NE SVOLGERÀ IL MINISTERO LITURGICO DEL CANTO LA “CORAL E DON LEONE”.

DOMENICA 1 SOLENNITÀ - ASCENSIONE DEL SIGNORE

SABATO 7 1° SABATO DEL MESE

ORE 10.00 S. MESSA IN ONORE DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA ORE 21.00 CONCERTO DI PENTECOSTE.

DOMENICA 8 SOLENNITÀ - PENTECOSTE

DOMENICA 15 SOLENNITÀ – SS. TRINITÀ

GIOVEDÌ 19

SOLENNITÀ - “ CCOORRPPUUSS DDOOMMIINNII”” ORE 19.00 S. MESSA SOLENNE

E PROCESSIONE PER LE VIE DEL PAESE.

VENERDÌ 27 SOLENNITÀ DEL SACRATISSIMO CUORE DI GESÙ

SABATO 28 FESTA DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA

DOMENICA 29

GIORNATA DELLA CARITÀ DEL PAPA

FESTA PATRONALE

SOLENNITÀ SANTI PIETRO E PAOLO S. MESSE CON ORARIO FESTIVO

ORE 10.00 S. MESSA DELLE FAMIGLIE

ORE 20.00 AL PORTO BENEDIZIONE DELLE BARCHE

Bollettino di informazione Parrocchiale stampato in proprio La Redazione: Don Giuseppe Cacciatori – Daniela Pippa – Addea Cestari - Anna Menapace - Nuccia Renda – Rosanna Zanolli - William Baghini.

Collaborazione fotografica: Mario Girardi /Impaginato e stampato da: Daniela Pippa